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Made in Italy PosterArt (II)

Date post: 28-Mar-2016
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A Street Art e-book
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madeinitalyposterart darioujetto www.madeinitalyposterart.com
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madeinitalyposterart darioujetto

www.madeinitalyposterart.com

Buona lettura Ecco a voi la seconda uscita del progetto MadeinItaly Poster Art . Abbiamo mantenuto lo schema Nord-Sud: Gec-Art per i l Nord e Mr Klevra per il Sud. Non so quanto sia utile questo progetto ma, data la buona accoglienza del primo e-book non ci siamo persi d’animo e altri due artisti han no accettato di parlare di loro. A voi lettori il giudizio sui contenuti; io mi limi to ad augurarvi buona lettura. P.S. : rispetto alla prima edizione abbiamo aggiunt o un contenuto che non riguarda direttamente la Poster Art o la Street Art ma che a mio parere è un dovere diffondere. Non vi anticipo null’altro …

Dario Ujetto Testo e interviste : Dario Ujetto Impaginazione, editing : Elena Belliardi Si ringraziano Gec-Art e Mr Klevra. Per il contenuto extra - www.spreadpersepolis.com

Intervista a Gec-Art

Sei nato nel 1982, in una generazione a cavallo fra la lenta decadenza della TV generalista e l’inarrestabile ascesa del web. E infatti la tua arte è molto critica nei confronti del “tubo catodico”; da quali motivazioni è ispirato il tuo messaggio? Il lavoro legato al tema della televisione nasce i n strada circa sei anni fa, ma non è che una piccola parte di tutta la produzione di que sti anni. Il filo conduttore del mio lavoro vuole descrivere i tempi moderni, dove apparire è un dovere categorico e l'inutile diventa necessario. I miei personaggi non sono altro che il nostro spec chio: compiono le nostre azioni e i nostri errori, contestano il sistema per poi correr gli dietro; sono il risultato dell'incoerenza e talvolta mangiano anche al McDona ld’s, ma solo se sono certi che non li veda nessuno! La pubblicità ha influenzato la Pop Art in maniera determinante, la TV ha reso star molti artisti o presunti tali, ma in che modo, a tu o parere, la Street Art è influenzata dai mezzi di comunicazione ? La Street Art oggi è un evoluzione del graffito anni '80 ma gioc a su dinamiche e motivazioni completamente diverse, forse solo l'azi one illegale rimane la stessa ma spinta più dal desiderio di apparire che non di con testare. Oggi, come mai prima, Street Art e mezzi di comunicazione di massa si son o fusi dipendendo uno dall'altro; l'arte viene pubblicizzata via web e le aziende la utilizzano per scopi commerciali. E' importante mettere bene in chiaro quello che è stata l'America anni '80 e ciò che accade oggi ; in caso contrario rimane solo un gran calderone pieno di cose vecchie e

nuove decontestualizzate, che danno come risultato i ragazzini punk che sfilano in Piazza Castello. Oggi il Web può essere controllato anche dagli arti sti e dai loro sostenitori; in quale modo questo fattore influenzerà la Street Art e il lavoro degli artisti? Si correrà il rischio di essere troppo narcisisti o autoreferenzi ali ? Il Web ha influenzato il modo di vivere dell'uomo m a rimane un’ arma a doppio taglio. La vetrina sul mondo fa comodo a tutti ma è quello che ci metti dentro che fa la differenza (o almeno spero!). Parliamo un po’ di te: come e quando ti sei avvicin ato alla Street Art ? Faccio parte di quella minoranza che ha cominciato facendo prima tele e passando poi alla strada. Avevo preparato degli omini catodici su carta a gra ndezza reale per una mostra collettiva che mi ingombrarono il garage per una se ttimana, decisi una sera di portarli ad attendere il bus alle fermate della mia città. Una settimana dopo Cuneo era invasa di pendolari ca rtacei, di lì a poco anche Torino, Nizza, New York e così via. Tu usi molto la tecnica “dell’attacco” (Artissima, Moma, MIArt): come prepari queste performance ? I “ Gec-attack ” non sono altro che una spina nel fianco delle gra ndi Istituzioni, una provocazione alla difficoltà di avere oggi una vetr ina dignitosa. Vedere i propri lavori in mezzo ai “grandi” di semp re è una gran soddisfazione, una sorta di entrata nel sistema dell' arte passando da lla porta sul retro. Qual è il tuo rapporto con lo spazio urbano? come s cegli le location su strada ? Con molta attenzione, il fine è sempre la riqualifi cazione urbana. Ultimamente sto lavorando molto sull'installazione perchè la cosa c he più mi interessa è la reazione della gente: c’è chi sorride, chi s'incazza, chi fo tografa, chi scuote la testa, chi ruba e porta a casa, ma va bene così. No? Come ti trovi nel ruolo di organizzatore di eventi artistici? Continuerai a farlo in futuro? L'ho sempre fatto perchè mi piace organizzare in ge nerale e perché gli eventi più importanti a cui ho partecipato al momento me li so no organizzati da solo. Si conosce un mare di gente e punti di vista differenti. E poi girare con l'agenda nello zaino mi piace da matti! Come ti vedi fra 10 anni ? Ricco o al fresco.

Intervista a Mr Klevra

Mr Klevra: il tuo nome deriva dall’ebraico e signif ica “Cane rabbioso”. Quando hai cominciato a sentire rabbia contro questo tipo di s ocietà? Tutto inizia pian piano, nei primi anni dell’Univer sità. Iniziando a frequentare gente di ogni tipo mi sono accorto che tutti cercano di affe rmare se stessi… è un bisogno innato nell’uomo ! Però la domanda da porsi credo sia una: “Quello che cerchi è un tuo sogno, un tuo obbiettivo o un’ illusione che la società ti sta co nvincendo ad inseguire?” Ai nostri giorni ogni cosa è possibile: Internet, cellulari, Pc ad alta connessione ci permettono di essere sempre online, tutto è rapido ma se ci si ferma cinque secondi ad analizzare ciò che si cerca, poche persone potre bbero rispondere alla domanda che ponevo prima. Illuminante fu per me il film “ Fight Club ”, spaccato perfetto della società moderna: “Porca puttana... un'intera generazione che pompa b enzina, serve ai tavoli o schiavi con i colletti bianchi... la pubblicità ci fa inseguire l e macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto, non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra g rande guerra è quella spirituale. La nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciut i con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del ci nema, rock stars. Ma non é cosi. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo verame nte le palle piene... siamo consumatori. Siamo sottoprodotti di uno stile di vita che ci oss essiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste. La televisione con 500 canali. Il nome di un tizio sulle mie mutan de. I farmaci per capelli. Il viagra. Poche calorie. " - Tyler Durden . Scopro giorno dopo giorno che la gente che mi circo nda è spaventata dalla precarietà e mi dico – “ finalmente abbiamo avuto anche noi la nostra cris i destabilizzante!” . Personalmente credo che sia un ottimo strumento soc iale e non solo; soltanto sul bordo dell’estinzione una razza in natura evolve (o si estingue, ma spero non sia questo il caso!). Credo che ognuno debba riscoprire quella moralità i nterna che ormai è stata sostituita da cliché che i media ci propinano. Molti artisti si pongono contro la società in cui v ivono e rappresentano spesso dei punti di riferimento magari ammirati, ma mai ascolt ati. Non hai paura di questo aspetto della vita artistica? Se può servire a capire la mia posizione a riguardo … Sono un Ingegnere, quindi chi più di me può dire di essere “nel” sistema ? devo costantemente fare i conti con la realtà della scie nza, della tecnologia, dei progressi dell’uomo moderno, ma senza rimanerne schiacciato. Viaggio in una costante dicotomia di sentimenti e proprio per questo mi son o ritagliato nel mio animo di artista un mio spazio privato e intimo in cui creo una scie nza finta ma verissima nella sua stessa finzione, una realtà in cui l’uomo e la macc hina sono una cosa sola; le mie creature sono fatte di organi o membra umane fusi i ndissolubilmente con parti meccaniche e lascio venire a galla la vera anima or ribile della bellezza moderna, costantemente costruita e continuamente consumata d alle immagini pubblicitarie. Se fossi un’altra persona non mi ascolterei, non mi spaventa essere poco conosciuto. Spero solo che tutti possano avere un proprio senso critico e riscoprire l’amore per il “Bello”. Spero che osservando le mie opere la perso na possa essere scioccata, perché ciò determinerebbe che: - Si è fermato ad osservare. - Se ha osservato ha anche interpretato. - Se ha interpretato ha anche giudicato. - Se ha giudicato è sulla buona strada.

Diceva un sociologo, non ricordo chi, “I lussi dell e generazioni passate sono le abitudini della generazione presente”; non pensi ch e, in fondo, la gente non rinuncerebbe più alla macchina, al telefonino, al n etbook, alla televisione ecc. ecc.? Complimenti per le domande, anche se … mi stai face ndo scoprire troppo! Credo tu abbia ragione; nessuno rinuncerebbe al pr oprio netbook o al proprio I-phone . Ma questo mi fa sorgere un dubbio: le cose come l a macchina, il cellulare, il portatile e così via, sono indispensabili in quanto strumenti o noi veniamo rappresentati da ciò che abbiamo? Quindi Dio benedica la capacità dell’uomo di creare , se ciò che crea rimane uno strumento e non una droga. C’è bisogno di cambiare cellulare ogni 4 mesi solo per averne uno più figo? Alla fine non dovrebbe servire per telefonare e man dare messaggi? Stesso ragionamento vale per la macchina: un vettor e che porta persone dal punto A al punto B, che cazzo di bisogno abbiamo di avere q uesti SUV enormi in giro per la città? Forse le generazioni moderne hanno un po’ tr oppo sottostimato la loro sessualità,e vogliono affermarla con ciò che hanno? A voi l’ardua sentenza ! A me questi problemi fanno sorridere … e un po’ mi fanno tenerezza … La spiritualità o la ricerca della spiritualità son o una forte componente dei tuoi lavori: qual è il tuo rapporto con la religione? Sono Cristiano praticante, fiero di esserlo, person almente (e sottolineo personalmente) ho scoperto che il Cristiano è la pe rsona più libera che esiste. Sant’ Agostino diceva “Ama e fa ciò che vuoi” ; amare è l’essenza della vita, in una società come la nostra non ci rendiamo conto che in vece di dare, vogliamo sempre e solo ricevere. L’iconografia bizantina è arte al 100%: potrei star e ore a guardare icone antiche e a pensare come in quelle opere il sacro e la bellezza si fondano perfettamente parlando direttamente al cuore delle persone senza molte par ole. Veniamo alle tue fonti di ispirazione: ami citare i l Palahniuk di Fight Club, segui e leggi anche altri scrittori americani come Bret Easton El lis o il compianto D. F. Wallace? Non mi reputo un gran lettore, ma Palahniuk mi ha f olgorato e di lui ho letto praticamente tutto. Io e il mio amico Luca ci nutri amo dei suoi libri, ci attrae molto la sua creatività e il suo modo di scrivere e analizza re personaggi borderline . Altro scrittore interessante che mi ha consigliato mio padre è Edward Bunker : forse ve lo ricordate per un suo cammeo in “Le Iene” di Tara ntino, è uno scrittore che ha fatto la spola tra la galera e il mondo esterno per tutta la vita. La cosa interessante è che ha trasposto nelle sue opere la sua vera vita: nuda e cruda. Dulcis in fundo c’è Tomas Spidlik, grande uomo di fede e grande te ologo e iconografo. Banale dire che leggo la Bibbia e le storie dei San ti… ma consiglio anche agli atei di leggerli. Spesso mi capita di parlare con persone che accusan o la Chiesa e credono di “conoscere” tutto. La cosa mi infastidisce per il s emplice motivo che si parla per frasi fatte e sentite o per piccole nozioni di Cristianes imo vissute! Quindi consiglio di studiare il “Nemico”. E sul versante arte a chi ti ispiri? Premesso che sono un drogato di immagini - amo coll ezionare libri d’arte, vedere mostre, scoprire nuovi artisti - non ricordo mai i nomi ma se vedo qualcosa e mi piace… beh fuori la Reflex e via di foto… tutto mi stimola, tutto mi ispira.

L’iconografia bizantina è a dir poco stupenda; seco ndo me è bistrattata, anche se ultimamente aumentano i riferimenti a quest’ arte, ma credo che in molti casi sia solo un fatto puramente stilistico. Chi visita il tuo sito, scopre subito che utilizzi molte tecniche espressive: illustrazioni, canvas, toys, disegni su skate… da che cosa nasce l a scelta di non specializzarsi? Vedo un po’ limitante rimanere legato ad uno stile per questo molto spesso, se posso, sperimento tecniche e soggetti. Capisco che la cosa da un lato sia limitante anche perché non mi si identifica subito ma alla fine faccio quello che amo: un giorno facci o un toy , un giorno un bel bio - meccanico; magari un giorno mi darò alla pittura su lle porcellane. Ultimamente ho creato delle opere su poster in una session notturna insieme a Omino71, la cosa mi è piaciuta non poco e credo che a breve mi cimenterò di nuovo. Perché hai deciso di diventare uno Street Artist? E quando hai diffuso il tuo primo poster in strada ? Quali sono le tappe del tuo camm ino? E chi si è mai definito uno Street Artist ?! Sono g li altri che mi chiamano come vogliono, a me piace dipingere e mettere tante cose tte nascoste nelle mie opere… Il primo poster l’ho attaccato un anno e mezzo fa i n una serata spensierata insieme a un mio ex collega di lavoro, nonché grande amico; s e non ricordo male esiste ancora… è attaccato nel parcheggio di Ostiense su u na colonna prima dell’ingresso alla stazione. Rappresenta una specie di logo/marc hio - il mio solito bullterrier decorato con banner, matite, bombole e pennelli, tu tti fusi a creare un’unica immagine. Roma è una città ricettiva verso l’arte urbana? Può emergere ed entrare definitivamente nel circuito artistico cittadino o sarà per sempre “underground” (non che la cosa mi dispiacerebbe …) ? Roma vive un bel periodo di arte urbana: è pieno di ragazzi che hanno un potenziale mostruoso. Io non sono un tipo che fa molti progett i, ma spero di poter rimanere sempre umile e poter essere sempre “underground” . Per strada io mi esprimo perfettamente: c’è chi va in discoteca e si sfoga, a me basta usa serata in giro a fare arte con una birretta e 4 chiacchiere con i compari di merende. Cerco anche di vendere quello che faccio anche perc hé produco molto e la casa è piccola. Come ti vedi fra dieci anni? Tra dieci anni sarò ricco e famoso….ahahahahahha Dai, scherzo, tra dieci anni credo e spero di riman ere quello di sempre di avere qualche marmocchio a cui regalare qualche bella sca tola di pennarelli! Ultima domanda, ma è più una curiosità: che ci face vi al Pitti Uomo ’09? Delfino curiosooooo ! Al Pitti sono andato insieme ad altri artisti come ospite della galleria Mondo Pop e XL de La Repubblica; dopo il Vinil Factory a Roma la mostra è stata riproposta lì, nell’occasione abbiamo dipinto dal vivo qualche vin ile … Dio vi benedica tutti Mr Klevra

Contenuto extra

INTRODUCTION Disclaimer : The authors of Persopolis 2.0 were inspired by th e work of Marjane Satrapi. This does not imply, however, that the vie ws expressed here reflect her own. Since the Revolution in 1979, Iranians have coped w ith an increasingly repressive regime. Attempts for greater social and political freedoms have resulted in brutal crackdowns by the hardline government. The ensuing apathy and significant boycott of the 2 005 presidential elections led to the election of the ultraconservative mayor of Tehr an, Mahmoud Ahmadinejad. Four years later Iran has become increasingly alien ated and its people more polarized than ever before. The campaign of former Prime Mini ster Mir Hussein Moussavi galvanized voters hoping for change, especially amo ng the youth – two thirds of Iran’s population is younger than 32. On June 12th 85% of eligible voters cast their ballots and what happened next changed Iran forever… www.spreadpersepolis.com/2009/06/introduction/

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