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MafiaaVentimiglia «ScioglieteilComune» · EURO1,20 FONDATONEL1886...

Date post: 28-Apr-2018
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LUNEDÌ 27 SETTEMBRE 2010 DEL LUNEDÌ [+] ilsecoloxix . it TRAGEDIA IN PORTO: FOTO E TESTIMONIANZE [+] LA GRANDE MUSICA (dalle 20 alle 24) PER LA PUBBLICITÀ SU IL SECOLO XIX E RADIO 19 TEL.: 010-53641 E-MAIL: [email protected] NUMERO VERDE: 800 98 09 64 EURO 1,20 FONDATO NEL 1886 - Anno CXXIV - NUMERO 37, COMMA 20/B. Spedizione abb. post. - gr. 50 INDICE Primo Piano ................ 2 Politica........................6 Cronache.....................7 Dal Mondo .................. 8 Liguria ........................ 9 Economia .................. 10 Lettere e Rubriche .... 16 Nautico.............. Inserto Meteo ....................... 48 Album Cinema.......... 24 Basso Piemonte........ 25 Genova Sport ............ 35 Basso Piemonte Sport37 GENOVA 17 XTE 11 Cultura....................... 12 Viaggi ........................ 13 Televisione ................ 14 Rubriche & Giochi......15 SPORT 26 GENOVA, UNA COPPIA DI TURISTI TEDESCHI PERDE LA VITA IN PORTO DURANTE LO SBARCO Il traghetto della morte La “Moby” si muove, auto in mare. L’armatore: colpa del comandante IL DOSSIER DEI CARABINIERI SARÀ TRASMESSO AL PREFETTO Mafia aVentimiglia «Sciogliete il Comune» Preso in Francia il boss Cima, condannato per omicidio VENTIMIGLIA. Anche il Consiglio comuna- le di Ventimiglia, dopo quello di Bordighe- ra, è a rischio scioglimento per infiltrazioni mafiose. La richiesta non è stata ancora for- malizzata ma il dossier realizzato dai cara- binieri è già sul tavolo del nuovo comandan- te provinciale, il colonnello Alberto Minati, e nei prossimi giorni sarà trasmesso al pre- fetto di Imperia Francesco Paolo Di Menna. Nel mirino condizionamenti ad opera delle cosche calabresi e compravendite di voti. Ma ieri è arrivata anche una buona notizia: è stato arrestato in Francia uno dei ricercati più pericolosi della ’ndrangheta, Roberto Cima, condannato a 21 anni per un omicidio del 1989 proprio a Ventimiglia. DEMER, INDICE, PIN e altri servizi >> 4 e 5 LA RIUNIFICAZIONE COMPIE VENT’ANNI FIGLI DI UNA GERMANIA MINORE CLAUDIO GUIDI D OMENICA prossima i tedeschi celebrano i 20 anni della riunificazione, ma a guasta- re la festa ha già provveduto Der Spiegel, che nel numero in edicola rivela che l’unione politica dei due Stati tedeschi sorti dopo l’ultima guerra è stata pagata a caro prezzo, con l’abbandono del marco, «nostro orgoglio nazionale», come lo definì Helmut Kohl. Il settimanale di Amburgo è entrato in possesso dei verbali segreti dell’archivio del ministero degli Esteri, dai quali emer- ge che l’ex presidente francese François Mitterrand, in un colloquio riservato con l’allora ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher, spiegò a chiare lettere che «la Germania può sperare in una riunificazione solo se sta in una forte Comunità europea», aggiungendo che la Germania «attualmente frena sulla strada verso un’unione monetaria». Altra conferma sull’euro come moneta di scambio per la riunificazione arriva dall’ex consigliere di Mitterrand, Hubert Védrine, che rivela che il presi- dente francese «non voleva la riunifica- zione senza un avanzamento nell’integra- zione europea e l’unico terreno per prepa- rarla era la moneta unica». Più drastico l’ex presidente della Bundesbank, Karl- Otto Pöhl, dimessosi nel 1991 per protesta contro l’introduzione del marco nell’ancora Ddr, avve- nuta il 1° luglio 1990, che diede il colpo di grazia all’econo- mia tedesco-orientale. SEGUE >> 8 Poveri e senza potere: i tedeschi dell’Est sono ancora in serie B FORMULA 1 ALONSO, BALZO MONDIALE IN TRIONFO A SINGAPORE IL FERRARISTA RIAPRE I GIOCHI CICCARONE e FRECCERO >> 44 e 45 L’EDITORIALE LA LEGGEREZZA CHE UCCIDE FRANCESCO FERRARI T re turisti morti in porto in poco più di due mesi sono un primato del quale Genova, nell’anno in cui i suoi traffici sono tornati a superare quel- li di Barcellona, farebbe volentieri a meno. Sono, soprattutto, un segnale che l’intero mondo dello shipping deve registrare, sen- za cadere nella tentazione di derubricare alla voce “malasorte” la lunga serie di inci- denti, accaduti o sventati, che dall’inizio dell’anno affollano le cronache dei giornali. SEGUE >> 16 IL COMMENTO ABBIAMO VISTO TROPPO È ORA DI RIBELLARSI GIUSEPPE CONTE ADESSO basta. Credo che si sia passato il li- mite, e che tutti coloro che hanno a cuore il Ponente ligure debbano ribellarsi al degra- do civile e morale, all’avvelenamento conti- nuo delle coscienze, e alla decadenza inar- restabile di questo lembo d’Italia. Ne abbia- mo visto troppe, e senza reagire con la suffi- ciente durezza. SEGUE >> 16 Onorato ammette: «Bisognava ordinare di spegnere i motori» CAFASSO >> 3 L’INTERVISTA Guasto da due anni al “Colombo” il sistema anti-vento QUARATI >> 18 DOPO IL CASO DI PALERMO IL BILANCIO DOPO IL KO DI S.SIRO GENOA, PARTENZA CHOC MAI COSÌ POCHI PUNTI ALL’AVVIO LE CINQUE MOSSE PER RIPARTIRE SCHIAPPAPIETRA e altri servizi >> 42 e 43 La Samp resta a secco Pazzini ora è un caso L’Udinese fa muro, finisce 0-0. Cross e assist arrivano con il contagocce. E il bomber s’infuria BASSO, GIAMPIERI, MANGINI e PAGLIERI >> 38-40 GENOVA. Errore umano. È la prima ipotesi dell’inchiesta ed è anche la pista suggerita dall’armatore della compagnia Moby, Vin- cenzo Onorato, accorso a Genova subito do- po la tragedia costata la vita a una coppia di giovani tedeschi caduti in mare con la loro auto dal ponte di sbarco della Moby Otta. «Mi spiace molto per il comandante, un uo- mo serio ed esperto, ma questa volta ha sba- gliato». I motori della nave non sarebbero stati spenti come previsto dalle procedure. CAFASSO, FAGANDINI e MENDUNI >> 2, 3 e 17 L’auto caduta dal traghetto Moby Otta viene recuperata dalle acque del porto di Genova In udienza dal Papa Gotti Tedeschi, presidente Ior sotto inchiesta PELOSO >> 7 ALLA VIGILIA DELL’INTERROGATORIO BENEDETTO XVI ha incontrato a Catel- gandolfo Ettore Gotti Tedeschi, banchiere del Vaticano indagato per riciclaggio. Incentivi: rimasti 124 milioni, il governo rilancia gli aiuti alle moto TULLI >> 10 TRAVASI DA SETTORE A SETTORE NON tutti i fondi per incentivi sono andati esauriti: sono rimasti 124 milioni che il go- verno vuole utilizzare per aiuti alle moto. Montezemolo: «Noi lavoriamo e Bossi chiacchiera, la gente è stufa» MARI >> 6 DURO ATTACCO ALLA LEGA BORDATE alla Lega Nord dal presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, attra- verso la sua fondazione Italiafutura.
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LUNEDÌ 27 SETTEMBRE 2010 DEL LUNEDÌ

[+] ilsecoloxix . itTRAGEDIA IN PORTO: FOTO E TESTIMONIANZE

[+]

LA GRANDE MUSICA (dalle 20 alle 24)PER LA PUBBLICITÀ SU IL SECOLO XIX E RADIO 19

TEL.: 010­53641 E­MAIL: [email protected]

NUMERO VERDE: 800 98 09 64

EURO 1,20 FONDATO NEL 1886 ­ Anno CXXIV ­ NUMERO 37, COMMA 20/B. Spedizione abb. post. ­ gr. 50

INDICEPrimo Piano................2Politica........................6Cronache.....................7Dal Mondo..................8Liguria ........................9

Economia..................10

Lettere e Rubriche .... 16

Nautico..............Inserto

Meteo .......................48

Album Cinema..........24Basso Piemonte........25

Genova Sport............35Basso Piemonte Sport37

GENOVA 17

XTE 11Cultura.......................12Viaggi........................13

Televisione................ 14Rubriche & Giochi......15

SPORT 26

GENOVA, UNA COPPIA DI TURISTI TEDESCHI PERDE LA VITA IN PORTO DURANTE LO SBARCO

Il traghetto della morteLa “Moby” si muove, auto in mare. L’armatore: colpa del comandante

IL DOSSIER DEI CARABINIERI SARÀ TRASMESSO AL PREFETTO

Mafia aVentimiglia«Sciogliete il Comune»Preso in Francia il boss Cima, condannato per omicidioVENTIMIGLIA.AncheilConsigliocomuna­le di Ventimiglia, dopo quello di Bordighe­ra, è a rischio scioglimento per infiltrazionimafiose. La richiesta non è stata ancora for­malizzata ma il dossier realizzato dai cara­binieriègiàsultavolodelnuovocomandan­te provinciale, il colonnello Alberto Minati,e nei prossimi giorni sarà trasmesso al pre­fettodiImperiaFrancescoPaoloDiMenna.Nel mirino condizionamenti ad opera dellecosche calabresi e compravendite di voti.Ma ieri è arrivata anche una buona notizia:è stato arrestato in Francia uno dei ricercatipiù pericolosi della ’ndrangheta, RobertoCima,condannatoa21anniperunomicidiodel 1989 proprio a Ventimiglia.DEMER, INDICE, PIN e altri servizi >> 4 e 5

LA RIUNIFICAZIONE COMPIE VENT’ANNI

FIGLI DI UNA GERMANIA MINORECLAUDIO GUIDI

D OMENICAprossimaitedeschicelebranoi20annidellariunificazione,maaguasta­re la festa ha già provveduto Der Spiegel,che nel numero in edicolarivela che l’unione politica

dei due Stati tedeschi sorti dopo l’ultimaguerra è stata pagata a caro prezzo, conl’abbandono del marco, «nostro orgoglionazionale», come lo definì Helmut Kohl.

Il settimanale di Amburgo è entrato inpossesso dei verbali segreti dell’archiviodel ministero degli Esteri, dai quali emer­ge che l’ex presidente francese François Mitterrand, inun colloquio riservato con l’allora ministro degli Esteritedesco Hans Dietrich Genscher, spiegò a chiare lettereche «la Germania può sperare in una riunificazione solo

se sta in una forte Comunità europea», aggiungendo chela Germania «attualmente frena sulla strada versoun’unione monetaria». Altra conferma sull’euro come

moneta di scambio per la riunificazionearriva dall’ex consigliere di Mitterrand,Hubert Védrine, che rivela che il presi­dente francese «non voleva la riunifica­zione senza un avanzamento nell’integra­zione europea e l’unico terreno per prepa­rarla era la moneta unica». Più drasticol’ex presidente della Bundesbank, Karl­Otto Pöhl, dimessosi nel 1991 per protesta

contro l’introduzione del marco nell’ancora Ddr, avve­nutail1°luglio1990,chediedeilcolpodigraziaall’econo­mia tedesco­orientale.SEGUE >> 8

Poveri e senzapotere: i tedeschi

dell’Est sonoancora in serie B

FORMULA 1

ALONSO, BALZO MONDIALEIN TRIONFO A SINGAPOREIL FERRARISTA RIAPRE I GIOCHICICCARONE e FRECCERO >> 44 e 45

L’EDITORIALE

LA LEGGEREZZACHE UCCIDEFRANCESCO FERRARI

T re turisti morti in porto inpoco più di due mesi sono unprimato del quale Genova,nell’anno in cui i suoi trafficisono tornati a superare quel­

li di Barcellona, farebbe volentieri a meno.Sono, soprattutto, un segnale che l’interomondo dello shipping deve registrare, sen­za cadere nella tentazione di derubricarealla voce “malasorte” la lunga serie di inci­denti, accaduti o sventati, che dall’iniziodell’anno affollano le cronache dei giornali.SEGUE >> 16

IL COMMENTO

ABBIAMO VISTO TROPPOÈ ORA DI RIBELLARSIGIUSEPPE CONTE

ADESSO basta. Credo che si sia passato il li­mite, e che tutti coloro che hanno a cuore ilPonente ligure debbano ribellarsi al degra­do civile e morale, all’avvelenamento conti­nuo delle coscienze, e alla decadenza inar­restabile di questo lembo d’Italia. Ne abbia­mo visto troppe, e senza reagire con la suffi­ciente durezza.SEGUE >> 16

Onorato ammette:«Bisognava ordinaredi spegnere i motori»CAFASSO >> 3

L’INTERVISTA

Guasto da due annial “Colombo”il sistema anti-ventoQUARATI >> 18

DOPO IL CASO DI PALERMO

IL BILANCIO DOPO IL KO DI S.SIRO

GENOA, PARTENZA CHOCMAI COSÌ POCHI PUNTI ALL’AVVIOLE CINQUE MOSSE PER RIPARTIRESCHIAPPAPIETRA e altri servizi >> 42 e 43

La Samp resta a seccoPazzini ora è un casoL’Udinese fa muro, finisce 0­0.Cross e assist arrivano con ilcontagocce. E il bomber s’infuriaBASSO, GIAMPIERI, MANGINI e PAGLIERI >> 38­40

GENOVA. Errore umano. È la prima ipotesidell’inchiesta ed è anche la pista suggeritadall’armatore della compagnia Moby, Vin­cenzoOnorato,accorsoaGenovasubitodo­po la tragedia costata la vita a una coppia digiovani tedeschi caduti in mare con la loro

auto dal ponte di sbarco della Moby Otta.«Mi spiace molto per il comandante, un uo­mo serio ed esperto, ma questa volta ha sba­gliato». I motori della nave non sarebberostati spenti come previsto dalle procedure.CAFASSO, FAGANDINI e MENDUNI >> 2, 3 e 17

L’auto caduta dal traghetto Moby Otta viene recuperata dalle acque del porto di Genova

In udienza dal PapaGotti Tedeschi,presidente Iorsotto inchiesta

PELOSO >> 7

ALLA VIGILIA DELL’INTERROGATORIO

BENEDETTO XVI ha incontrato a Catel­gandolfo Ettore Gotti Tedeschi, banchieredel Vaticano indagato per riciclaggio.

Incentivi: rimasti124 milioni,il governo rilanciagli aiuti alle moto

TULLI >> 10

TRAVASI DA SETTORE A SETTORE

NON tutti i fondi per incentivi sono andatiesauriti: sono rimasti 124 milioni che il go­verno vuole utilizzare per aiuti alle moto.

Montezemolo:«Noi lavoriamoe Bossi chiacchiera,la gente è stufa»

MARI >> 6

DURO ATTACCO ALLA LEGA

BORDATE alla Lega Nord dal presidentedella Ferrari, Luca di Montezemolo, attra­verso la sua fondazione Italiafutura.

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primo piano4IL SECOLO XIXLUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010

OPERAZIONE DEI ROS DI GENOVA IN COSTA AZZURRA

Passeggia con il canepreso il latitante Cima

dei clan sull’asse Genova­Ventimi­glia; gli stessi uomini sono impegna­ti, da settimane, nella ricerca di Ono­frio Garcea, boss all’ombra dellaLanterna e fuggito forse con qualcheappoggio di confine.

Di Cima, dicono invece le crona­che, si perdono le tracce nel 2003 enon è che la giustizia italiana allorabrilli per efficienza: in attesa che laCassazione confermi la maxi­penaper il delitto, viene fermato poichécoinvolto in un traffico d’opere d’ar­te, accusato di aver rivenduto l’“Ado­razione dei magi” del Parmigianinorubata in precedenza ad Arma diTaggia. Resta libero per poco, ma ab­bastanza per dileguarsi visto che ilpronunciamento della SupremaCorte lo spedirebbe dritto in galera.Eppure, ne è sicuro chi indaga, nondeve muoversi troppo, a parte la pri­missima latitanza. A Ventimigliaabitano la moglie e i figli, a Ventimi­glia continuano i suoi affari e poi Ci­ma non sarebbe il primo a trovare ri­

fugio pochi chilometri più a ovest,nella fetta di litorale d’Oltralpe lungaun centinaio di chilometri. A Can­nes, per esempio, è stato (ri)acciuffa­to a giugno Carlo Mereta, che con la’ndrangheta non c’entra ma dovevascontare otto anni per un crac fra ipiù clamorosi registrati in Ligurianegli ultimi vent’anni. E lì pensavad’essersi camuffato. «La legislazionefrancese ­ spiega oggi Storoni ­ offregaranzie che per noi spesso si tradu­cono in minori strumenti». Eccoperché, pur saltellando da un postoall’altro ­ e la mappa degli sposta­menti e degli appoggi resta ben pro­tetta nella testa di Cima ­ il luogo mi­gliore per mimetizzarsi gli sembrainfine Vallauris, lo stesso paese (30mila anime) dove il 22 febbraio 2007,ancora i militari di Genova, preseroaltri due “big” calabresi: AntonioMagnoli detto “Bubù”, 51 anni, e Lu­ciano Magnoli alias “Lulù”, nomipittoreschi e però trovati con 33 chilidi cocaina, capaci di saldare criminee miliardi con nizzardi e marsigliesi.E non è un caso neppure se MaurizioChiappa, il complice di Cima nel­l’omicidio dell’89, cade nel 2008sempre in Francia; l’operazione ècondotta da un vicequestore di nomeRaffaeleMascia,checontrolecoscheci ha messo più d’una volta la faccia eda pochi giorni, misteriosamente, ilquestore d’Imperia Luigi Mauriello(quello per cui la mafia a Ponentenon esiste) ha fatto “saltare”.

TorniamoaVallauris,ora,aCimaeal flashback degli ultimi giorni. Lacorposa “comunità” di reggini che s’ècreata sa proteggere i conterranei einsomma. Il superlatitante tiene unprofilo parecchio basso, niente lussi,nessuna “sfida” alle forze dell’ordi­ne, soltanto un vincolo che non puòessere spezzato e tradisce soventechi vive per il clan: la famiglia. Imili­tari radiografano quindi il viavai deisuoi, la moglie e i figli che fanno laspola fra Ventimiglia e la Costa Az­zurra (così, estremizzando, iniziò lacaccia a Bernardo Provenzano). Inmano hanno una foto segnaletica unpo’ datata e tre giorni fa capisconod’essere a un passo. I parenti di Cimali portano fino a Vallauris, lei che en­tra insieme ai figli, loro che esconocon il cane. E poi rientrano e ora sì,spunta un cinquantenne che ha tan­ti, troppi tratti in comune con le vec­chieimmagini.«RobertoCima»,èunattimo. Via un nome dai cento piùpericolosi, in casa ci sono un sacco diappunti da [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Elemento di spicco delle cosche a Ventimiglia, era sparito sette anni fa

MATTEO INDICE

GENOVA. Le telecamere del Ros fis­sano un cane chiaro, adesso, un ba­stardino che esce da un portone diVallauris in Costa Azzurra, seguitoda un uomo col passo stanco, quelloche aspettavano da ore, da giorni, daanni. Quello che, solo un’ora prima,aveva ricevuto la visita della moglie eadesso azzarda, lo sguardo circo­spetto come lo ha un boss della’ndrangheta, forse un po’ meno delsolito perché non pensava di trovar­seli addosso proprio lì, proprio di sa­bato pomeriggio. Roberto Cima, 52anni, ha indosso una maglietta bian­ca e la barba di due giorni, quando icarabinieri di Genova lo arrestano inmezzo alla strada, lui che solo sbarragliocchiunistantemanongrida,nonsi dimena, non reagisce. Roberto Ci­ma è (era) uno dei cento latitanti piùpericolosi d’Italia, inserito nell’elen­co che classifica i mafiosi in fuga nonsolo in base ai precedenti penali maanche, e soprattutto, per quanto san­no essere feroci e «operativi». Ecco,Cima era uno di questi: sulla carta,deve scontare una condanna a 21 an­ni e sei mesi per un omicidio com­messo a Ventimiglia l’8 giugno 1989,giorno in cui con Maurizio Chiappatrucidò Aurelio Corica, pure lui cala­brese e reo d’aver commesso un im­perdonabile sgarro nella spartizionedei milioni fatti con il traffico di dro­ga. Di fatto, e la conferma più autore­vole è quella di Paolo Storoni, il mag­giore che comanda il Ros di Genova eha gestito il blitz dal primo all’ultimominuto, Cima era un elemento dispicco della ’ndrangheta a Ventimi­glia, legato ai Palamara e affiliato al“locale” dell’estremo Ponente, forseil più potente dell’intera Liguria.Perché le cosche in provincia d’Im­peria sono vive, vegete e in gradod’infettare la politica (come certificail dossier rivelato nella pagina accan­to, ndr). E la cattura dell’altro ieri èsolountassellodeldominoirreversi­bile innescato in questa fetta di rivie­ra, dove nelle prossime settimane laPrefettura e l’Arma potrebbero chia­mare molti amministratori collusi auna drammatica resa dei conti.

La cronaca cruda racconta in pri­mis d’una caccia all’uomo, che incro­cia i molti canali attivati dagli inqui­renti del capoluogo ligure per decrit­tare al millimetro l’organizzazione

FOGGIA. Era tornato nel suo paeseper festeggiare oggi, con la moglie ela figlia di cinque anni, l’anniversa­rio di matrimonio. Franco Li Bergo­lis, 32 anni, di Manfredonia (Fog­gia), ritenuto capo indiscusso dellamafia garganica nonostante la suagiovane età, è stato scovato dai cara­binieri in una casa del centro stori­co di Monte Sant’Angelo.

Il boss era inserito nell’elenco dei30 latitanti d’Italia più pericolosi edera svanito nel nulla da un paiod’anni, dopo che nell’estate del2008 era stato scarcerato per sca­denza dei termini di custodia caute­lare nel maxi­processo alla mafiagarganica. Per lui, accusato di esse­reilmandantediundelittocompiu­to nel 2001, e di associazione mafio­sa, traffici di droga ed estorsioni, ilprocesso si concluse il 7 marzo2009 con l’ergastolo inflittogli dallaCortediAssisediFoggia,conferma­to in appello il 15 luglio 2010.

Secondo i carabinieri, nei suoidue anni di latitanza Li Bergolis nonsi è mai allontanato dalle sue terre,spostandosi sul Gargano e nascon­dendosi in prevalenza nella ForestaUmbra e in piccoli centri della zona.

Quando sono arrivati i carabinieri,aveva in casa una pistola e proiettili,ma non ha avuto il tempo ­ e forse siè reso conto che sarebbe stato inuti­le ­ di prendere l’arma. Li Bergolis,delresto,sièsempredettoinnocen­te,tantochel’11luglioscorsorivolseun appello al presidente della Re­pubblica, Giorgio Napolitano, e alministro dell’Interno, Roberto Ma­roni. «Sono innocente. Mi perse­

guitano, chiedo un processo giu­sto»: scrisse in una lettera inviatadalla latitanza e pubblicata da unquotidiano. Franco Li Bergolis èfratello di Armando e Matteo, at­tualmente detenuti e condannatiper mafia, droga ed estorsioni. È fi­glio di Pasquale, ucciso nel 1995 sot­to casa ed è nipote di Ciccillo Li Ber­golis,ilpatriarcadellafaida,uccisoa66 anni nell’ottobre 2009.

Nell’ambito di questa guerra dimafiadall’aprile2009sicontanoseiomicidi e due agguati falliti. L’ulti­mo delitto è stato compiuto a Man­fredonia il 30 giugno scorso, vittimaLeonardo Clemente, nipote di Cic­cillo Li Bergolis. Pochi giorni dopo,il 12 luglio si svolse a Manfredoniaun vertice sulla sicurezza presiedu­to dal ministro dell’Interno, Rober­to Maroni. In quella riunione fu de­ciso di costituire gruppi investigati­vi speciali per combattere la crimi­nalità organizzata del Gargano, e ifrutti di sono stati sottolineati daMaroni che, complimentandosicon le forze dell’ordine per la cattu­ra di Li Bergolis, ha ricordato che«ora mancano solo tre latitanti al­l’appello dei 30 più pericolosi».

ERA TORNATO A CASA PER FESTEGGIARE: ARRESTATO

L’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIOHA TRADITO IL BOSS DEL GARGANO

L’arresto di Franco Li Bergolis

IL CASO

medimediterraterraneanea010voci tra le sponde

Roberto Cima esce dal suo “rifugio” pochi secondi prima della cattura

TRAFFICÒ ANCHEOPERE D’ARTECima fu coinvolto nel 2003anche in un clamoroso trafficodi opere d’arte, accusato per laricettazione d’un “Parmigianino”durante gli accertamenti sul furtod’un Caravaggio

CONTATTI SOSPETTICON IL TIGULLIOQuando finì in manette per idipinti rubati, Cima era incombutta pure con un corsoma soprattutto con SalvatoreCarpino, ritenuto daicarabinieri esponente della’ndrangheta nel Tigullio. Aconferma dei suoi contatti“estesi” in tutta la regione

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primo piano 5IL SECOLO XIX

LUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010

IL NUOVO COMANDANTE DEI CARABINIERI DECIDE LA SVOLTA

«La ’ndranghetacondiziona

Ventimiglia»Consiglio comunale verso lo scioglimento

IL POOL DI INCHIESTA ALLARGATO ANCHE A DIA, ROS E FINANZA

BORDIGHERA, AL SETACCIOI RAPPORTI TRA SINDACO E BOSS

LOREDANA DEMER

BORDIGHERA. Nel mirino dellacommissione d’inchiesta della Pre­fettura di Imperia, che dal 4 agostosta passando al setaccio il Palazzocomunale per accertare, su richie­sta dei carabinieri, eventuali infil­trazioni mafiose, ci sono soprattut­to i legami, presunti o certi che sia­no, tra gli amministratori dellamaggioranza Bosio e la famigliaPellegrino, salita più volte alla ri­balta per via delle indagini, e suc­cessivi arresti, attuate dalla Procu­radiSanremo,dallaDiadiGenovaedai carabinieri. Legami che i politi­ci hanno sempre sottolineato esse­re solo di “natura professionale”.

Nonsitrattasolodiaccertare,co­munque, se vi sia stato tra la mag­gioranza Bosio ed i fratelli Pellegri­no il cosiddetto “voto di scambio”:il pool investigativo sta cercando difar luce sugli appalti assegnati dalComune all’impresa edile specia­

lizzata in movimento terra. E sui la­vori che la stessa impresa sta effet­tuando o ha già attuato in città, an­che su incarico di privati. Si vuol ca­pire, ad esempio, quale sia ilpresunto favore che il sindaco Gio­vanni Bosio, secondo le dichiara­zioni rese ai magistrati ed ai carabi­nieri dall’ex assessore al turismoMarco Sferrazza, dovesse a perso­naggi scomodi. «Bosio era favore­vole all’apertura di una sala giochiin città – rivelò agli inquirenti Sfer­razza – perché aveva favori da ren­dere».

Il pool investigativo sta lavoran­do a pieno ritmo: coordinato dal vi­ce prefetto Biagio de Girolamo di

Imperia e del quale fanno parte col­leghi di Savona e Genova, è stato direcente “allargato”, su richiestadella stessa Prefettura, agli uominidella Dia, al Ros, alla Guardia di Fi­nanza.

Il pool sta analizzando otto annidi vita amministrativa gestita daBosio e dal suo gruppo del centro­destra. Migliaia di documenti chespaziano dal rilascio delle conces­sioni demaniali a quelle relative alcommercio, dalla costituzione disocietà, che appaiono come scatolecinesi il cui vertice difficilmente siriesce ad individuare in tempi ri­stretti, alle concessioni edilizie, al­le varianti di Prg per non tralascia­re, come detto, gli appalti.

I Pellegrino hanno ottenuto qua­si un milione di euro di incarichiper opere pubbliche, alcune disomma urgenza come quelle attua­te nel periodo post alluvione del2006.

Elementi che la commissione hafatto inserire su dischetti non ri­scrivibili. E sui quali intende pro­lungare, probabilmente, le indagi­ni, oltre il termine previsto: il 4 no­vembre prossimo.

FABIO PIN

VENTIMIGLIA. E due. Dopo il con­siglio comunale di Bordighera an­che quello di Ventimiglia è a rischioscioglimento per infiltrazioni ma­fiose. La richiesta non è stata anco­raformalizzata,maildossierrealiz­zato dai carabinieri è già sul tavolodel nuovo comandante provinciale,il colonnello Alberto Minati. Cen­tocinquanta pagine di «rilevantielementi indiziari» che nei prossi­mi giorni saranno trasmesse al pre­fetto di Imperia Francesco Paolo DiMenna. Che, fatte le necessarie va­lutazioni, procederà all’invio nellacittà di confine di una squadra diispettori con il compito di trovareriscontri oggettivi nel quadro delledecisioni assunte dall’amministra­zione guidata dal sindaco GaetanoScullino.

Nella relazione dei carabinieri siparla di presunti condizionamentiad opera di famiglie legate ad alcu­ne cosche della ‘ndrangheta, dicompravendita di voti, di appoggielettorali in chiave non solo localema anche regionale. A cominciaredal caso Moio: la vicenda della figliadell’ex vice sindaco della città diconfine Vincenzo Moio ­ Fortuna­ta ­ che, secondo un rapporto delRos dei carabinieri, alle ultime Re­gionali, quando si presentò nella“Lista Bertone­Federazione pen­sionati” che appoggiava lo schiera­mento di Claudio Burlando, avreb­be ricevuto un pacchetto di voti pi­lotato da Domenico Belcastro, l’im­prenditore edile di originecalabrese arrestato a Genova loscorso luglio nell’ambito della maxioperazione che ha portato in carce­re trecento persone accusate, a va­rio titolo, di associazione mafiosa.Nel documento dei carabinieri si facenno anche a «preoccupanti epi­sodi specifici», come ad esempio icolpi di arma da fuoco esplosi dueanni fa contro la macchina del se­gretario generale del Comune diVentimiglia Marco Prestileo. Vi­cendache,peraltro,ildirigentenonaveva denunciato.

Una genesi, quella del nuovo dos­sier, piuttosto controversa. La pri­ma ipotesi è che l’input sia arrivatotre mesi fa direttamente dal prefet­to Di Menna, nel corso di una tesis­sima riunione del Comitato perl’ordine e la sicurezza, anche sullascorta di una istanza presentata daChristian Abbondanza, presidentenazionale della Casa della Legalità.Da poco era esplosa la polemica sulquestore Luigi Mauriello, accusatodai sindacati dei poliziotti, di aver«sistematicamente sottovalutatola presenza della malavita organiz­zata» nell’estremo ponente. E que­sto a fronte delle numerose infor­mative inoltrate dalla squadra mo­bile, che documentavano i rapportimolto stretti tra alcuni politici e ilclan dei Pellegrino, travolto duesettimane prima dall’inchiesta del­la procura di Sanremo. Polizia indifficoltà e fiducia all’Arma, la chia­ve di lettura più immediata. La se­conda ipotesi è che il fascicolo suVentimiglia altro non sia che lo svi­luppo dell’attività di indagine giàeffettuata dal Ros dei carabinieri diGenova nel quadro dell’inchiestaantimafia coordinata dalle Dda diReggio Calabria e Milano.

Hasenz’altroun“padre”invece ildossier dei carabinieri. Si tratta del

maggiore Paolo Cambieri, respon­sabiledelrepartoinvestigativopro­vinciale. E’ lo stesso ufficiale che hacondotto gli accertamenti che han­no avviato la procedura di sciogli­mento del consiglio comunale diBordighera. Lui, ovviamente, tace.Ma anche in questo contesto si deli­neano delle singolarità. Il dossiersu Ventimiglia, pronto da tempo,sarebbe stato sottoposto all’esamedel colonnello Luigi Cancelli. Ilquale, secondo alcune indiscrezio­ni, non avrebbe ravvisato rilevantielementi in ordine a infiltrazioni econdizionamenti mafiosi. Succes­sivamente Cancelli viene trasferi­to. Normale avvicendamento, fa sa­pere l’Arma. Al suo posto arriva ilcollega Minati. E il dossier [email protected]

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Una delle foto del dossier: il sindaco di Bordighera Giovanni Bosio (con cravatta) e, a destra, uno dei fratelli Pellegrino

Il sindaco di Ventimiglia. Gaetano Scullino, davanti al palazzo comunale [PECORARO]

ventimiglia bordighera 15IL SECOLO XIX

MARTEDÌ17 AGOSTO 2010

BORDIGHERA

«Una riunionecon tutti i sindaci

per regolamentarela movida»

La proposta di Di Vito (Fipe) dopola chiusura di un locale nel centro storico

LOREDANA DEMER

BORDIGHERA. «Occorre convo­care subito una tavola rotonda contutti i sindaci della Provincia. E’ oradi smetterla di pensare solo al pro­prio orto. E’ necessario intervenireper dare una svolta alla questionemovida che non vada sempre e soloa penalizzare i gestori degli esercizipubblici».Massimiliano Di Vito, membrodella Fipe provinciale, la Federa­zione italiana degli esercizi pubbli­ci, dopo la chiusura del locale delcentro storico di Bordighera («Cene andiamo perché non possiamopiù fare musica dal vivo»), chiede dirivederetuttalaquestionedeideci­bel­«Ma bisognerà farlo ad ampio rag­gio – sottolinea – non si può pensa­re di risolvere il problema solo a

Bordighera, o a Ventimiglia o aSanremo. Deve trattarsi di una vi­cenda provinciale e così va affron­tata».

E continua: «Se aumentano i de­cibel non significa affatto che sicredi ulteriore fastidio o disagio, èsufficiente farlo con intelligenza enelle ore più adeguate – continuaDi Vito – Si può trovare una formu­la che vada incontro a tutti. Se vo­gliamo che Bordighera e le altre cit­tà siano ancora considerate turisti­che allora la questione movida varisolta. Altrimenti cambiamo im­magine alle nostre città e sui cartel­li d’ingresso invece di indicare cen­tro turistico mettiamo centro di ri­poso. Ma poi non lamentiamoci sel’economia cittadina va a rotoli. Nelcaso del locale del centro storicohanno protestato in diversi, anchequalche residente. Ma occorre

cambiare mentalità. A dire il verosono stato proprio io con il sindacoGiovanni Bosio in perfetto accor­do, e molto disponibile, a chiedereal Comune che venissero prolun­gati gli orari della musica sino alledue e mezza del mattino sul lungo­mare e fino a mezzanotte, l’una, incentro: altro che richieste degli exconsiglieri Panetta e Taggiasco. Maal di là di chi ha ottenuto tale con­cessione dal Comune – aggiunge DiVito – è necessario consentire a chivuol rendere questa città un verocentro turistico di poter lavorare.Per questo chiedo la convocazionedi una tavola rotonda sul problema,invitando anche il sindaco Bosio adaumentare di mezz’ora in più l’ora­rio per poter far musica sul lungo­mare. Del resto le tre del mattino èl’orario fino a quale è vietato ven­dere alcolici».

«TROPPE CRITICHEPER CHI FA MUSICADAL VIVO...»A scatenare il caso­movida iltitolare dell’Isola degli ulivi:«Troppe critiche, anche deiresidenti, per chi cerca dimovimentare le serate»

DOPO LA RICHIESTA DELLA “CASA DELLA LEGALITÀ”

ISPETTORI ANTIMAFIA IN VISTA?SCULLINO ANNUNCIA QUERELE

DOPO TRE ANNI

Scade il contratto col TeatroVacchino vuole dare forfeitLa gestione non sarebbe redditizia, il Comune pronto a intervenireANGELO BOSELLI

VENTIMIGLIA. Il Teatro Comunaledi Ventimiglia tra pochi giorni po­trebbe non essere più gestito dal­l’AristonsrldiWaltereCarlaVacchi­no. Sta infatti per scadere il contrat­to,diduratatriennale,siglatonelset­tembre 2007 (al momento dellastorica riapertura), dopo il bandosperimentale, che prevedeva tutti icosti a carico del vincitore: manuten­zione, personale, riscaldamento,energia elettrica, pulizia e costi diproduzione, in cambio di tutti gli in­cassi.Il bando prevedeva anche che il tea­tro doveva essere dato ad uso del­l’amministrazione per 25 giorni edelle associazioni del territorio peraltri 45 giorni. La procedura preve­deva che l’attuale gestore, l’Aristonsrl, potesse chiedere una proroga delcontratto, sino a un massimo di treanni. Il gestore ha però manifestatola propria convinzione che non siaconveniente proseguire l’attività. Aquanto pare questa decisione traeorigine da una gestione nel comples­so economicamente non redditizia.La struttura in questi tre anni ha ot­tenuto buoni risultati come cinema,un po’ meno come teatro e ancora dimeno per le opere liriche.

Ora la palla passa alla commissio­ne teatro, presieduta dal sindaco Ga­etano Scullino, e composta dal vice­sindaco e assessore al Turismo e alleManifestazioni Roberto Nazzari, daidirigenti alla Cultura Achille Macca­pani e al Turismo e ManifestazioniArmando Bosio, dal direttore gene­rale Marco Prestileo e da un rappre­sentante delle associazioni culturalidi Ventimiglia Piero Sismondini,della Cumpagnia Teatrale dei Vente­migliusi.

L’amministrazione comunale diVentimiglia intende mettere nel bi­lancio previsionale 2011 una sommapotenziale da destinare al Teatro Co­munale di Ventimiglia, tra i 100milae i 120mila euro. L’amministrazionetenterà di convincere l’Ariston srl diCarla e Walter Vacchino con il nuovobando, in cui le spese di manutenzio­ne, riscaldamento, personale e puli­zia spetteranno al Comune, mentreil gestore si occuperà delle proiezionicinematografiche.

Nel caso di rinuncia, entro fineagosto si dovrà procedere a una nuo­va gara. Il nuovo bando prevede 88giorni all’anno a disposizione delleassociazioni ventimigliesi, 18 in piùrispetto ai primi tre anni. E’ confer­mato un minimo di 200 giorni di pro­iezione cinematografiche, di cui al­meno il 50% di prime visioni, dieciserate di spettacoli teatrali a livellonazionale e quindici di spettacolimusicali di alto livello.

Il teatro comunale di Ventimiglia PECORARO

VENTIMIGLIA. Si accende il climapolitico di Ventimiglia, con una ve­emente replica e un’annunciataquerela del sindaco Gaetano Sculli­no nei confronti di Christian Ab­bondanza, presidente dell’associa­zione nazionale “La Casa della Le­galità”. Abbondanza aveva attacca­to la gestione amministrativaventimigliese, ritenendola “pesan­temente viziata da conflitti di inte­resse e irregolarità, a partire daquelle nell’ambito della società Ci­vitas”.

“La Casa della legalità” ha chiestol’invio di ispettori anti­mafia nonsolo a Bordighera, ma anche a Ven­timiglia, Vallecrosia e Castellaro.

«Nei primi tre anni di ammini­strazione – afferma Scullino – ab­biamo dato una svolta decisiva almodo di governare la città, le sceltesono state prese senza pensare a chipotevano non piacere, non per an­dare contro l’imprenditore o l’asso­ciazione fino a quel momento in­toccabile, ma per senso di giustizia ecorrettezza. Non abbiamo deciso lescelte amministrative migliori inbase al numero dei voti che quel

personaggio o associazione potevaportare, ma abbiamo scelto quelloche era meglio per i cittadini. Biso­gna finirla con questi condiziona­menti psicologici, con questi consi­gli pressanti che vogliono portarti acambiare impostazione. Se un lavo­ro può costare meno, a parità di ri­sultato, ben venga. I soldi pubblicidevono essere spesi bene. Non mifermerò perché pochi soggetti inmala fede, faziosi e spinti da altriscopi, cercando di inquinare le ac­que e spostare l’attenzione su fattiche non riguardano minimamentela mia amministrazione (il presun­to sostegno elettorale alle regionaliper la figlia di Moio che sosteneva

peraltro Burlando) o coprendosidietro considerazioni ridicole diopportunità o meno (il fatto che so­no socio di una società che ha acqui­stato nel 1995, ben 15 anni fa, un ter­reno che oggi è ancora totalmentenon edificato), cercando di farmipassare come affarista o in conflittodi interessi!». Il sindaco non rispar­mia critiche ad Abbondanza: «Nonpuò permettersi di assurgere al ruo­lo di unico difensore della legalità,denigrando e offendendo gli altri, senon ha prove, se ci sono gli estremilo querelerò».

Gaetano Scullino si rivolge anchecontro il Pd: «Come possono alcuniesponenti del Pd dirsi imbarazzatise loro consiglieri comunali, nelcontempo professionisti e progetti­sti in edilizia, hanno partecipato at­tivamente nella precedente ammi­nistrazione alla stesura del Puc,continuando a svolgere ruoli politi­ci e istituzionali importanti e nelcontempo continuano a svolgere illoro lavoro di tecnici progettisti o diresponsabili di uffici tecnici di am­ministrazioni di sinistra?».A.B.

DURA REPLICA

«Abbondanza nonpuò assurgere al

ruolo di unicodifensore della

legalità»

CURIOSITÀ

Via Aranci, la stradapiù corta del mondoBORDIGHERA. In città la via piùcorta d’Italia? Lo ha segnalato in unrecente consiglio Marco Farotto diUnione cittadina, lo ribadisce il sitoBordighera.net.In effetti sulla via Romana, proprio difronte all’inizio della via Coggiola,ecco che spunta il cartello: via Agru­mi. Peccato che non si tratti di unavia bensì di un tratto di rientranza ap­partenente ad un condominio lungopoco più di tre metri come molti altripresenti in città ma che, al contrario,non sono stati nominati. Una piccolavia che viene indicata solo da un can­cello di ingresso a cui si accede da unaltro breve tratto. Non solo. Anchesul cartello di via D’Azeglio ci sonoerrori. Non è stato infatti indicato unapostrofo bensì una virgola dopo la“D”. O come via Cesare Balbo: da an­

ni il cognome è stato trasformato in“Balboa” il pugile di “Rocky”. Senzacontare le continue proteste per avercambiato il nome spianata del capoin piazza Otto luoghi. Senza contareche dai pennoni di tutta la passeggia­ta sono scomparsi i vessilli della ban­diera blu. Sono rimaste solo le paline:non certo un bel vedere per turisti ecittadini.«Il comando vigili sta studiando datempo un piano di revisione dellestrade cittadine – spiegano gli ammi­nistratori – si stanno valutando permigliorare la situazione tutte le viepubbliche, quelle private ad uso pub­blico e quelle private non di interessecomunale. Un piano che una volta ul­timato sarà portato in discussione inconsiglio comunale».L.D.

CAMPOROSSO, L’OPPOSIZIONE ACCUSA

«Buco nel bilanciodi 600mila euro»«Troppi debiti, la Civardi si riduca la paga»PATRIZIA MAZZARELLO

CAMPOROSSO. «Nonostante inostri appelli, il Comune continuaad andare verso il baratro. Abbia­mo accertato, ma sicuramente so­no molti di più, almeno 600 milaeuro di debiti accumulati verso al­tri Comuni, enti, professionisti.Chiediamo un cambio di rotta, acominciare dai costi per l’ammini­strazione, diventati insostenibili.E’ inammissibile che il sindaco diun paese di poco più di 5 mila abi­tanti guadagni quanto quello diSanremo...».

L’appello arrivadal gruppo “Campo­rosso nel cuore”, dicui fanno parte i con­siglieri di minoranzaDavide Gibelli, Mau­rizio Morabito, Ga­briele Chiappori, Al­do Rossi.

«In totale per gliamministratoriCamporosso spende10 mila euro lordi almese. Lo stipendio del sindaco Ci­vardi è di 2560 euro lordi al mese,poco meno di quelli percepiti daZoccarato, quello del vicesindacoBertaina è di 1280 e degli assessori1152. Con i tempi che corrono, vi­stocheCamporossosuperadipocoi 5 mila abitanti, sarebbe opportu­no ridurre gli emolumenti».

Le spese dell’amministrazioneBertaina erano state al centro diuna vivace querelle in campagnaelettorale. E secondo gli esponentidi “Camporosso nel cuore”, le diffi­coltà di oggi, rappresentano pro­

prio l’onda lunga di quegli investi­menti “azzardati”: «Hanno spesosoldi che materialmente non ave­vano. Lo ha ribadito anche la Cortedei conti. Soprattutto in campagnaelettorale, quando hanno fatto ditutto e di più per accontentare glielettori nelle varie zone del paese».

L’elenco dei debiti, secondo iconsiglieri, è lungo: «Devono 100mila euro al Comune di Vallecrosiaper l’asilo nido, con arretrati dal2002, altri 162 mila euro a Valle­crosia per la gestione dell’impian­to di depurazione e 30 mila euro a

Ventimiglia per il tra­sporto dei disabili.Con al ComunitàMontana hanno ac­cumulato un debitodi150milaeuro,9mi­la con l’amministra­zione provinciale, 20mila persino con laCuria vescovile... Malamentele continuearrivano anche dalleditte, come la GlobalPower, che vanta un

credito di 60 mila euro e numerosepiccole ditte e cooperative».

Una “crisi”, che secondo il capo­gruppo Gibelli, Morabito, Chiap­pori e Rossi, si intuisce anche dalvalzer di persone che si sono susse­guite all’ufficio ragioneria: «Daquando è andata in pensione il pre­cedente funzionario, si sono susse­guite due persone alla guida del­l’ufficio. Entrambe si sono dimes­se dopo pochi mesi. Camporosso èl’unico Comune a non aver ancoraapprovato il conto consuntivo del2009».

Davide Gibelli

Ad agosto si scalda la situazione:dopo la richiesta di invio degliispettori Scullino minaccia querele

LE AVVISAGLIE

IL PRECEDENTE

INDAGINE

Dal 4 agostola commissione

d’inchiesta spulciai documenti

a palazzo civico

I RETROSCENA IN UNA RELAZIONE DEI CARABINIERI

LA SAGA DEI MOIODA TAURIANOVA

AI BUSINESS LIGURIFRANCESCO MARGIOCCO

GENOVA. Vincenzo Moio è ancorauna volta sotto i riflettori. Il nomedell’ex vicesindaco di Ventimiglia ri­correrebbe nella relazione dei cara­binieri sulle infiltrazioni mafiose nelComune di confine. L’episodio, giànoto, è quello della figlia Fortunatache avrebbe ricevuto un pacchetto divoti dall’imprendi­tore edile di originecalabrese Domeni­co Belcastro, arre­stato a luglio.

«Cosa vuole chedica?», commentaMoio raggiunto altelefono dal SecoloXIX. «È come se leiricevesse un aiutoda una persona, escoprisse il giornodopo che quellapersona è uno spac­ciatore. Questo nonsignifica che è unospacciatore anchelei». Classe 1951, ca­labrese originariodi Taurianova, Mo­io è assurto aglionori della cronaca,non soltanto locale,alle elezioni ammi­nistrative di Venti­miglia del 2007.Quando, con 534preferenze, si im­pone come il candi­dato più votato delsuo partito, Allean­za nazionale.

La sua storia recente, dalla nomi­naavicesindaco,agliattriticonilpri­mo cittadino Gaetano Scullino, finoalle dimissioni ­ è nota. Meno noto ilpassato di quest’uomo del Sud arri­vato in Liguria nel 1990, con una sto­ria ingombrante alle spalle.

Il padre, Giuseppe, era stato con­dannato all’ergastolo, accusato diaver partecipato a una sparatoria,nel 1959, nella quale morì un carabi­

niere. Nel 1990 Vincenzo si trasferi­sce in Liguria dopo che la sorella e ilcognato, residenti nell’area inteme­lia, muoiono in un incidente strada­le. «Sono rimasto ­ spiega ­ per dareun futuro ai miei nipoti, rimasti orfa­ni bambini, che al Sud si sentivanospaesati e ancora più tristi».

Prima di arrivare in Liguria, Moioera già stato attivo in politica come

vicesindaco inquota Democraziacristiana, dal 1988al 1990, di Terra­nova Sappo Minu­lio. Un piccolo Co­mune di 300 animeche, nel giugno del1991, viene com­missariato per or­dine dell’alloraprocuratore capodi Palmi, AgostinoCordova.Ilsindacodi Terranova, Roc­co Chizzoniti, ave­va fatto parte delcomitato di gestio­ne dell’Usl di Tau­rianova presiedutada Francesco Ma­crì ­ in arte CiccioMazzetta ­ con­dannato a 15 anni.

Al suo arrivo aCamporosso, Moiolavora come mura­tore. Nel ’98 rilevaun bar. Nel 2002apre il negozio Be­netton di Ventimi­glia, intestato allamoglie Concetta

Scappatura. Nel 2004 crea insiemeall’amica Paola Di Bartolo la Di Bar­tolo Srl, un’impresa edile che ha co­struito, fra l’altro, i parcheggi inter­rati del supermercato Conad di Lat­te, Ventimiglia. «Sono tutte attivitàche ho intrapreso alla luce del sole ­dice ­ chiedendo prestiti bancari cheancora oggi sto pagando»[email protected]

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CATTIVEFREQUENTAZIONI

Se lei riceve un aiutoda chi si scopre poiessere uno spacciatorenon significache pure lei spacciaVINCENZO MOIOvice sindaco di Ventimiglia

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17IL SECOLO XIX

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L’AVVIO DELLA PROCEDURA ANTIMAFIA NELLA CITTÀ DI CONFINE

Le cene elettorali con i bossVentimiglia, il voto del 2007 nel dossier preparato dai carabinieri per il prefetto

NATALINO FAMÀ

IMPERIA. Sono i rapporti a quantopare intercorsi tra politici, ammini­stratori pubblici ventimigliesi e pre­sunti esponenti di cosche legate alla’ndrangheta calabrese, relazioni chesi riferirebbero alla campagna elet­torale delle amministrative 2007 e aquelle successive, nonchè prosegui­te nel corso di questi anni, a costitui­re la parte “scottante” del rapportoinvestigativo che i carabinieri hannoeseguito per verificare la necessità omeno dello sciogli­mento del consi­glio comunale diVentimiglia.

Questi “contat­ti”,manonsolo,an­che il pagamento dioperazioni di pro­mozione di candi­dati, cene e incon­tri oltre ad alcuneintercettazioni te­lefoniche sospette,sembrano costituire il castello diprove raccolto in un dossier.

Il fascicolo, ricco di oltre un centi­naio di pagine di documentazioneche pare possa minare la sopravvi­venza della giunta di Gaetano Sculli­no, raccolto dal maggiore PaoloCambieri (lo stesso ufficiale che hacoordinato assieme al colonnelloFranco Cancelli gli accertamenti suBordighera) è stato consegnato neigiorni scorsi al nuovo colonnello ap­pena insediato al vertice provincialedi Imperia, Alberto Minati.

E sta per essere girato al prefettoFrancescopaolo Di Menna che do­vrà poi decidere, sulla scorta delleinformazioni ricevute, se e quandoavviare le procedure di accertamen­to per lo scioglimento del consigliocomunale a causa di possibili infil­

trazioni mafiose.In primo luogo si tratterà di nomi­

nare la commissione di accesso dellaquale faranno parte gli ispettori. Iquali dovranno a loro volta verifica­re se le presunte infiltrazioni mafio­se in consiglio comunale hanno in­fluenzato e in che modo la vita pub­blica.

Resta ignoto l’esatto contenutodel fascicolo che a quanto pare con­terrebbe più riferimenti a presunticollegamenti che prove certe di con­nivenza tra amministratori e perso­naggi di cui si suppongono legamicon la ’ndrangheta.

Certo è l’inizio della procedura.Proprio il prefetto FrancescopaoloDi Menna, nel mese di luglio, dopo

aver ricevuto espo­sti e informazioni,durante una riu­nione della com­missione di sicu­rezza e ordine pub­blico provincialededicato alla pre­senza e all’influen­za in provincia diImperia di perso­naggi sotto inchie­sta per legami con

organizzazioni criminali, ha dato ilvia al mandato investigativo.

Affidato al comandante FrancoCancelli, in un mese di lavoro è statocompletato. Come anticipato il“dossier” sarebbe ricco di argomentiritenuti “interessanti” riguardantialcune sovvenzioni di campagneelettorali di provenienza sospetta,ma anche appalti pubblici, la vigilan­za sul territorio e sull’ambiente.

Il maggiore Cambieri si sarebbeavvalso di militari imperiesi fidatiche sono andati a comporre una sor­ta di “task force” il cui preciso scopoera di investigare sulle relazioni cheavrebbero influenzato scelte com­piute da amministratori comunali epolitici di [email protected]

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I PASSAGGI­CHIAVELA NUOVA INCHIESTA

L’INDAGINE

Nel mirinosovvenzioni di

campagne elettoralidi provenienza

sospetta e appalti

LE CARTEDELLA PROCURASU BORDIGHERAUn anno di indagini e ai primi digiugno scatta il blitz delprocuratore Cavallone che portaall’arresto dei fratelli Pellegrinoe al coinvolgimento di altredodici persone. La giunta Bosiovacilla ma non cade

GLI ISPETTORIANTIMAFIAIN COMUNEI carabinieri completano gliaccertamenti e chiedono loscioglimento del consigliocomunale per infiltrazionimafiose. La prefettura manda aBordighera una squadra diispettori per le verifiche

LA RELAZIONEDEI CARABINIERISUL CASO MOIONel quadro dell’inchiesta sulla’ndrangheta in Liguria, il Rosdei carabinieri riferisce degliappoggi elettorali che la figliadell’ex assessore diVentimiglia Vincenzo Moioavrebbe avuto dalle cosche

SOTTO LA LENTEANCHE APPALTIE LAVORI PUBBLICISempre i carabinieri, ma anchela guardia di finanza, avvianouna serie di accertamentipreliminari sulla gestione deilavori pubblici a Ventimiglia. Almomento però non sarebberoemerse ipotesi di reato

IN PRIMA LINEA

IL MAGGIORE CHEINDAGA SUI POLITICI

IMPERIA. Nel reparto operativodei carabinieri di Imperia e più ingenerale in tutta la caserma Soma­schini, l’autore del fascicolo che ri­guarda Ventimiglia (e coautore diquello di Bordighera), è considera­to l’ufficiale della diplomazia, maanche quello pronto all’azione, de­terminato nel condurre le indaginial punto giusto permeritare appienogli alamari a foglied’acanto dell’Arma.

Si tratta del mag­giore Paolo Cam­bieri, 37 anni, origi­nario di Milano, chesolo nel dicembrescorso ha preso ilposto di Angelo Si­meone a Imperia.

E subito è entratonel vivo dell’attivitàimperiese, condu­cendo a fianco delcapitano Sergio Piz­ziconi, un’operazio­ne contro lo spacciodi cocaina, la “Sun­ny” con tre arresti.E, subito dopo,l’identificazione el’arresto di un rapi­natore solitario chesembrava impren­dibile.

Uomo di pocheparole, ma certamente capace dispenderle nelle occasioni impor­tanti, Cambieri, nonostante la gio­vane età ha un curriculum di tuttorispetto. Basti dire che prima di es­sere assegnato a Imperia, dal 2005al 2009, è stato al comando dellacompagnia dei carabinieri di Caso­

ria, popoloso quartiere del difficilehinterland napoletano, dove haportato a termine non poche bril­lanti operazioni di polizia giudizia­ria.

La carriera di Cambieri ha inizionel 1995 dopo aver frequentato ilcorso dell’Accademia Militare diModena. Nel 1997 è stato ufficiale

nel corso di appli­cazione presso lascuola ufficiali ca­rabinieri di Roma.Ottimoconoscitoredella lingua inglese,è stato impegnatoin diverse missioniall’estero. Nel ‘98, èstato comandantedella polizia milita­re internazionale,presso lo Sfor di Sa­rajevo (Bosnia); nel‘99, ufficiale di staffdella “multinatio­nal unit” presso laSfor, di Banja Luka(Bosnia). Nel 2000ha avuto l’incaricodi monitor delleNazioni Unite perlataskforcesemprein Bosnia­Herze­govina. Nel 2001 èstato ufficiale distaff presso il co­mando delle forze

di pace in Eritrea e nel 2003 ufficia­le di staff nel quadro della missioneAntica Babilonia in Iraq. Dal gen­naio 2002 al settembre 2005 ha as­solto l’incarico di comandante del­la compagnia dei carabinieri diGrosseto.N. F.

Il maggiore Paolo Cambieri

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mafia e ponente18IL SECOLO XIXLUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010

CASO VENTIMIGLIA, I PRIMI CONSIGLIERI VENGONO ALLO SCOPERTO

«Le elezioni? Ricordoexploit molto sospetti»Il sindaco (all’Oktoberfest) tace, parla solo il vice Nazzari: io non c’entroFABIO PIN

VENTIMIGLIA. La notizia del dos­sier dei carabinieri ha colto il sinda­co Gateano Scullino nel primo po­meriggio di ieri all’aeroporto di Mo­naco di Baviera. Insieme al segreta­rio comunale Marco Prestileo e alpresidentedellaCroceVerdeLucia­noCosco,stavaperimbarcarsisuunvolo della Lufthansa con destina­zione Nizza. Nessuna missione uffi­ciale. Il gruppetto era reduce da unbreve weekend in chiave OktoberFest.Deitre,ilprimoarisponderealcellulare è Prestileo. «E’ sicuro chesitrattadiunaquestione,comedire,ufficiale e accertata?». Ottenuta ri­sposta affermativa, comprende chela botta è grossa e che è il caso di pas­sare il telefonino al sindaco. Pausadi qualche istante. «Accidenti, aves­se chiamato cinque minuti fa. Ades­so si è allontanato. Comunque rife­risco, si metterà lui in contatto».Trascorre più di un’ora. Niente dafare. Il cellulare di Scullino conti­nua a suonare a vuoto. Il sindaco hascelto la tattica del silenzio.

Nel frattempo va a buon fine iltentativo con il vicesindaco Rober­to Nazzari. Lui la birra la vende, maall’Oktober Fest non ha mai messopiede. E non ha problema a esterna­re, sia pure telegraficamente e a tac­cuino semi chiuso. «Questa storianon mi convince molto. Comunquechi mi conosce sa perfettamenteche io sono fuori da certi giri, am­messo che certi giri ci siano vera­mente. Il dossier? Ho saputo, manon conoscendo i contenuti mi vie­ne difficile, anzi impossibile fare uncommento. Comunque ab­biamo tutti fiducia nell’Ar­ma. Vedremo. Ritengo peròche in questi ca debba esse­re il sindaco a parlare. Locerchi». Già fatto, grazie.

Con la premessa del­l’anonimato, aprono boccaun paio di consiglieri dimaggioranza. Il primo perdire la più classica delle ba­nalità di circostanza: «Nonè il caso di fare processi me­diatici. E poi, a quanto neso, non c’è alcuna richiestadi scioglimento dell’assem­blea cittadina». Il secondo,invece, ammette di essersifatto qualche domanda ne­gli ultimi mesi. Per arrivarealla seguente conclusione:«In effetti qualche exploitelettorale sospetto si è veri­ficato, ma da qui a sostene­re la tesi del voto di scambioce ne passa. Un conto sono ipacchetti di voti pilotati, unaltro gli appoggi elettoralidisinteressati». E i clan ca­labresi? «Quelli ci sonosempre stati. Ma cosa signi­fica? Bisogna forse negare ildirittodivotoaimeridiona­li? Significherebbe che aVentimiglia metà della po­polazione non andrebbe al­le urne. Mi creda, prima diemettere sentenze occorreattendere l’esito di questiaccertamenti. Diversamente si fasolo del giustizialismo».

«Anche noi siamo in attesa di ca­pire di più di questo fascicolo dei ca­rabinieri, nel senso che non siamoin possesso dei necessari elementiper fornire un giudizio ponderato.Tuttavia non credo siano un miste­ro gli argomenti trattati dagli inve­stigatori. Non è la prima volta chenella nostra città si parla di voto in­

quinato, di pacchetti di voti più omeno comprati. Noi del Pd più volteabbiamo segnalato presenze so­spette fuori dei seggi. Persone orga­nizzatechesuggerivanodetermina­ti candidati. Ma prove certe e ine­quivocabili del fatto che questo fe­nomeno sia o fosse legato allamalavita non siamo riusciti ad aver­ne». Sergio Scibilia, consigliere re­gionale del Pd, per diversi anni inprima linea sui banchi dell’opposi­zione in seno al consiglio comunale

della città di confine, nonsembra particolarmentesorpreso dalla notizia deldossier raccolto dai carabi­nieri del reparto operativodi Imperia. Nè manifestaperplessità sugli accerta­menti avviati tre mesi fa suinput della prefettura. Idubbi, semmai, riguardanole dimensioni e la ramifica­zione del problema. «Se do­po Bordighera è arrivato ilturno di Ventimiglia signi­fica che forse non si può piùparlare di una questioneepisodica e comunque lo­cale. Evidentemente, se èvero che gli accertamenti sistanno progressivamenteestendendo, vuol dire chele infiltrazioni e i condizio­namenti della criminalitànei confronti delle ammi­nistrazioni hanno superatoiconfinicomunaliperassu­mere una valenza provin­ciale, che va a interessaretutto il ponente ligure.Sembra di capire ­ prose­gue Scibilia ­ che il proble­ma, gravissimo, ha assuntocaratteri e dimensioni di si­stema. E che se c’è stato vo­to di scambio, questo ri­guarda non solo le elezionicomunalimaanchequellealivello più alto». L’ultimapreoccupazione espressa

da Scibilia è che «a questo punto gliaccertamenti dei carabinieri faccia­no chiarezza fino in fondo. La cosapeggiore sarebbe quella delle mezzeverità, mentre è invece necessariauna verità definitiva, che faccia lucesulle ombre e su tutte le zone grigie,a qualsiasi livello amministrativo,politico e di responsabilità»[email protected]

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L’esultanza di Scullino dopo la vittoria elettorale del 2007

L’INPUT DEL PREFETTO DI MENNA

UN DOSSIER DI OLTRE 100 PAGINE:COSÌ È PARTITA LA NUOVA INCHIESTADecisiva la segnalazione della Casa della Legalità: Ventimiglia “locale” della ’ndrangheta

LOREDANA DEMER

VENTIMIGLIA. Tutto è nato dallarichiesta della Casa della legalitàinviata nei mesi scorsi al prefettoDi Menna di appurare se effettiva­mente, come recitava a chiare let­tere la relazione della direzione an­timafia del 2008 (cosa poi confer­mata successivamente dall’onore­vole Francesco Forgione dellacommissione antimafia), la città diconfine potesse davvero conside­rarsi un “super locale” della’ndrangheta che raggruppa e gesti­sce tutte le attività delle ’ndrine,emanazioni sul territorio di Po­nente delle cosche calabresi. “Lo­cali” che secondo l’antimafia trova­no sede in Liguria anche a Sarzana,aLavagna,adImperia,aSanremo,aSavona, a Taggia e ovviamente aGenova.

Ventimiglia è considerata dagliinquirenti anche “camera di com­pensazione” per il collegamentodiretto tra i malavitosi italiani efrancesi (dei clan di Marsiglia, Niz­za e Tolosa) data la posizione privi­legiata di terra di confine, e per lagestione dei latitanti spesso in ac­cordo con le “famiglie” che opera­no in Piemonte.

Un anello di congiunzione con lamalavita d’oltreconfine che ha in­sospettito i vertici della Casa dellalegalità i quali, quindi, hanno avan­zato richiesta alla prefettura impe­riese per chiarire la questione.

Anche per la presenza nel Po­nente (come del resto ormai in tut­ta la Liguria) di rappresentanti del­le cosche storiche calabresi: i Ro­meodiRoghudi,iNuceradiCondo­furi, i Rosmini di Reggio Calabria, i

Mamone della piana di Gioia Tau­ro, i Mammoliti di Oppido Mamer­tina, i Raso­Gullace­Albanese diCittanova, i Fameli collegati ai Pi­romalli, uno dei clan più potenti.

Cosche affermate in vari settoritra i quali l’edilizia, ambito privile­giato dalla criminalità organizzata,ed il trasporto rifiuti, anche se l’at­tività più remunerativa delle varie’ndrine resta sempre il traffico disostanze stupefacenti, soprattuttococaina.

Diversamente da quanto è acca­duto a giugno per il caso Bordighe­ra, dove furono i carabinieri del co­mando provinciale ad agire per pri­mi chiedendo la collaborazionedelle altre forze dell’ordine con lapresentazione ­ come passo suc­cessivo ­ di un robusto dossier alprefetto per dare poi inizio alla pro­cedura antimafia per lo sciogli­

mento del consiglio comunale inseguito a infiltrazioni mafiose, sta­volta è stato il prefetto Di Menna achiedere a chi investiga sul territo­rio di raccogliere elementi in mododa poter dare risposte concrete allaCasa della legalità. E così è stato.

Ma sono stati soprattutto i cara­binieri del comando provinciale apassare al setaccio la città di confi­ne e a raccogliere decine e decine dielementi che si sono tramutati inun dossier di oltre cento pagineconsegnato al nuovo comandanteAlberto Minati.

E dalle pagine emerge una realtàa dir poco inquietante, con legamistretti e intrecciati come fosseroragnatele tra esponenti della socie­tà ventimigliese e personaggi sco­modi; nomi ricorrenti anche nellacostituzione di società create, aquanto pare, ad hoc come scatole

cinesi; personaggi che si muovonocome fossero a casa loro nel settoredegli appalti.

E l’indagine prosegue. Perché si èchiesta anche la collaborazione delRos di Genova.

«La scelta di creare ’ndrine in Li­guria ma soprattutto a Ponente –spiega lo stesso onorevole Forgio­ne – dipende soprattutto dal suoterritorio frontaliero, lo stesso chedagli anni ’70 ha portato “i calabre­si” nella Costa Azzurra, dove hannocostruito vere e proprie reti logisti­che per la gestione di importanti la­titanze, sfruttando anche un rap­porto di buona amicizia con la sto­rica criminalità marsigliese. InFrancia, a Cap d’Antibes, sulla Co­sta Azzurra, viene arrestato, neiprimi anni ’80, infatti, il boss reggi­no Paolo De Stefano e a Nizza nel2002 è assicurato alla giustizia ilboss Luigi Facchineri. Nella stessazona vennero arrestati tra gli altriAntonio Mollica e Carmelo Gullace(e ieri il boss Cima, a Vallauris,ndr)». Un ruolo, quello di Ventimi­glia, che secondo gli investigatori«rappresenta la complessiva regiadelle manovre illegali della regio­ne».

I carabinieri hanno atteso qual­che giorno prima di decidere dichiedere alla prefettura di avviarelo stesso procedimento che ha tra­volto il Comune di Bordighera: sivoleva agire con cautela proprioper arricchire il già voluminosodossier consegnato al colonnelloMiniati.

Un dossier che si preannunciascottante e che potrebbe dar vita adulteriori indagini parallele.

L’impressione è che questo siasoltanto l’inizio. Nei prossimi gior­ni, dunque, i commissari antimafiadi nomina prefettizia busserannoalla porta del Comune di Ventimi­glia.

IL RETROSCENA

SUBITOCHIAREZZADossiernecessario, apatto chenon siconcluda conmezze verità

SERGIOSCIBILIAPd

FIDUCIANELL’ARMABisognaattenderel’esito degliaccertamenti.Diamo fiduciaai carabinieri

ROBERTONAZZARIvice sindaco

I carabinieri hanno predisposto un voluminoso dossier per il prefetto

«I CLAN CALABRESIQUI CI SONOSEMPRE STATI»iAttacca un consigliere: «Iclan calabresi? Quelli ci sonosempre stati. Ma cosasignifica?Bisogna forse negare il dirittodi voto ai meridionali?Significherebbe che aVentimiglia metà dellapopolazione non andrebbealle urne»

«LA CRIMINALITÀSI È ESTESAALLA PROVINCIA»L’esponente Pd, Scibilia: «Sedopo Bordighera è arrivato ilturno di Ventimiglia significache forse non si può più parlaredi una questione episodica ecomunque locale. Vuol direche i condizionamenti dellacriminalità nei confronti delleamministrazioni hannosuperato i confini comunali»

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mafia e ponente 19IL SECOLO XIX

LUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010

I sindaci Giovanni Bosio (a sinistra) e Gaetano Scullino accomunati da identico destino con l’Antimafia

PAOLO ISAIA

VENTIMIGLIA. Roberto Cima è fini­to in carcere ieri, sette anni dopo lacondanna definitiva a 21 anni e 6 me­si emessa dalla Cassazione per l’omicidio di Aurelio Corica, commes­sonel1989. MaCima,pochimesipri­ma che la suprema Corte emettesselasentenza,eragiàfinitoinmanoallapolizia.

Era il giugno 2003 quando Rober­to Cima, allora quarantacinquenne,venne sottoposto ad un fermo di po­lizia giudiziaria al termine di un’ope­razione delle squadre mobili di Ge­nova e Imperia, grazie alla quale ven­ne sgominata una banda di traffican­ti di opere d’arte rubate. Quello deipoliziotti non fu un “colpo” qualsiasi:tra le tele recuperate c’era l“Adora­zione dei Magi” di Gerolamo France­sco Maria Mazzola, detto il Parmi­gianino, rubata il 26 dicembre 1994nelconventodeipadridomenicanidiTaggia.

Le indagini della mobile, coordi­nate dai magistrati della Procura di­strettuale antimafia del capoluogoAnna Canepa e Francesco Pellegri­no, si avvalsero del prezioso contri­buto di un infiltrato. L’agente, sottocopertura con il nome di “SebastianoFerrari”, spacciandosi per il media­tore per conto di un facoltoso colle­zionista statunitense riuscì a con­quistare la fiducia del gruppo di traf­ficanti, venuti in possesso dell’Ado­razione dei Magi diverso tempodopo il furto. Tra l’altro, l’infiltratonon era sulle tracce della tela di Maz­zola, ma della “Natività del Caravag­gio”, trafugata negli anni ‘80 e al pri­mo posto nell’elenco delle opere ru­bate; l’Adorazione era al secondo.

Gli investigatori riuscirono sco­prire i legami della banda con la cri­minalità calabrese attiva nel ponen­te ligure e in Costa Azzurra ­ doveguarda caso si nascondeva RobertoCima ­ e specializzata nel traffico diopere d’arte rubate. Delle sei perso­ne che ne facevano parte, due venne­ro arrestate proprio mentre cercava­no di vendere il quadro a “SebastianoFerrari”, il francese di origine cala­brese Angel Paul Baldovini, di 61 an­ni, e Rocco Scardone, 41 anni, anchelui calabrese, residente a Ventimi­glia. Altre due furono sottoposte afermo, Salvatore Carpino, 45 anni,domiciliato a Chiavari, e proprio Ro­berto Cima, che allora abitava nellacittà di confine. Gli ultimi due mem­

bri della banda, un genovese e un uo­mo residente a Bogliasco, furono in­dagati a piede libero.

Roberto Cima fu preso a Ventimi­glia, nelle stesse ore in cui gli agentiarrestavano Baldovini e Scardonecon la tela del “Parmigianino” in unavilla di Seglia, sulle alture della cittàdi confine. Dopo il fermo di poliziagiudiziaria, Roberto Cima venne pe­rò scarcerato.

Il delitto di Aurelio Corica fu com­messo all’alba dell’8 giugno 1989 invia Garibaldi, a Ventimiglia alta. Fuuna esecuzione in piena regola: i kil­ler spararono al volto della loro vitti­ma dopo averlo atteso sotto la suaabitazione. Per gli inquirenti, l’omi­cidio di Corica maturò nell’ambitodella guerra allora in corso tra il 1980e il 1990, tra le famiglie criminali ca­labresi, presenti in provincia di Im­peria, per il controllo del traffico disostanze stupefacenti. Cima fu subi­to individuato come possibile esecu­tore materiale dell’omicidio assiemea Maurizio Chiappa. Dopo un primoproscioglimento in fase istruttoria,il procuratore di Savona Landolfi ot­tenne la riapertura del caso. In primogradoChiappaeCimavenneroassol­ti, grazie soprattutto alla ritrattazio­ne dei testimoni e anche di qualchedubbio sulla loro effettiva colpevo­lezza, ma furono condannati in ap­pello, a Milano, a 21 anni e 6 mesi direclusione, sentenza poi confermatadalla Cassazione. Prima che i giudicisi pronunciassero, i due si resero ir­reperibili. Maurizio Chiappa fu cat­turato due anni fa, sempre in CostaAzzurra, a Golfe Juan, mentre giravain bicicletta. È stato estradato in Ita­lia lo scorso aprile., dopo avere scon­tato due anni di carcere in FranciaOra le manette sono scattate ancheper il suo [email protected]

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Sgarbi presentò il ritorno del Parmigianino rubato nel convento di Taggia

CAPOLAVORITRAFUGATI:PRIME MANETTEEra il giugno 2003 quandoRoberto Cima, alloraquarantacinquenne, vennesottoposto ad un fermo dipolizia giudiziaria

CATTURATO L’OMICIDA DI VENTIMIGLIA

Il super-bosstradito

dal ParmigianinoCima arrestato nel 2003 per furti d’arte

AL LAVORO DAL 4 AGOSTO

GLI ISPETTORI ANTIMAFIAVOGLIONO PIÙ TEMPO

Bordighera, serve una proroga per esaminare tutte le carte

BORDIGHERA. La commissioned’accesso coordinata dalla prefettu­ra imperiese che sta verificandoeventuali infiltrazioni mafiose inComune dopo la denuncia dell’ex as­sessore al turismo Marco Sferrazza acarabinieri e Procura («dormo con lapistola sotto il cuscino», «il sindacoBosio ha un favore da rendere a certepersone») non è escluso possa chie­dere anche una proroga per ultimarele verifiche.

Iniziata l’opera di accertamento il4 agosto scorso, l’intervento investi­gativo dovrebbe concludersi il 4 no­vembre. Ma il pool antimafia paredeciso ad andare avanti program­mando «ulteriori e più approfonditiaccertamenti», soprattutto perquanto riguarda i rapporti di amici­zia e lavoro che hanno legato ( o lega­no ancora?) i politici con personaggiconsiderati dagli investigatori moltoborder line. Per questo è possibileche il pool chieda, ed ottenga inquanto previsto per legge, un’ulte­riore proroga di altri tre mesi perconcludere le indagini. Avviate in se­guito alla richiesta dei carabinieri diImperia dopo le segnalazioni di Sfer­razza, come confermano gli stessi in­quirenti, riguardanti soprattutto ilprimo cittadino di Bordighera. Lacommissione ha acquisito negli ulti­mi due mesi decine e decine di fasci­coli ma soprattutto si è fatta trasferi­re su dischetti non riscrivibili le atti­vità edilizie del Comune, i dati con­cernenti gli appalti, il rilascio delleconcessioni demaniali e commercia­li, i documenti urbanistici relativi al­le varianti al Prg. Pochi giorni or sonola commissione, composta dai viceprefetti di Imperia, Savona e dal di­rettore amministrativo della prefet­

tura di Genova, ha avuto un contrad­dittorio con i tecnici comunali per laquestione appalti, quelli che hannovisto operare la famiglia Pellegrino,da tempo nel mirino delle forze del­l’ordine e della Dia. Otto anni di atti­vitàamministrativacheilpoolinten­de passare al setaccio non tralascian­do nulla al caso e pare che nei docu­menti già visionati siano emerseirregolarità.

Un’indagine che non risparmia lesocietà che vengono controllate perprima cosa attraverso le visure ca­merali per verificare che nei gruppicostituenti non si celino personaggiscomodi. Se non sarà sufficiente perarrivare alla concretizzazione delleindagini si verificheranno i vari pas­saggi di mano, i codici fiscali dei di­retti interessati, per trovare gli even­tuali escamotage, per capire come sisiano sviluppate le varie fasi di aggiu­dicazione degli appalti. Insommatutte le circostanze devono essereapprofondite e il pool sta già attivan­do la seconda fase del suo incarico.Dopo l’acquisizione degli atti, il con­trollo incrociato. Si sta cercando dicapire, insomma, quali legami possa­no esserci stati tra personaggi di uncerto tipo e gli inquilini di PalazzoGarnier.

Del resto l’inchiesta avviata dallaprocura sanremese e dai carabinierinasce nel giugno del 2009 quando aBordighera si scatena la bagarre trala minoranza (Donatella Albano, del

Pd, riceve in busta chiusa due avver­timenti: metà limone, chiaro segnaledi tenere la bocca chiusa, e un santi­no bruciato) e la maggioranza Bosio,per l’apertura di una sala giochi incittà. Che si scopre poi coinvolgereindirettamente la famiglia Pellegri­no. Finisce che la giunta, costretta almuro da una raccolta di firme, dal­l’esposto in procura della minoran­za, dalla reazione della gente, appro­va un regolamento che impedisce diaprire più di due sale giochi in città.Ma la decisione non piace comunqueai cittadini, il ciclone di polemicheinveste il Palazzo, alcuni assessorifanno marcia indietro. Come Sfer­razza. Ai carabinieri l’ex assessore ri­vela che per alcune notti non è riusci­to a dormire dopo aver ricevuto a ca­sa la visita di Giovanni Pellegrino edel suocero Francesco Barilaro (ar­restati nel giugno scorso per altri re­ati) che gli avevano chiesto conto delsuo atteggiamento contrario al­l’apertura della sala giochi. Sferrazzareagisce aprendo il vaso di Pandora:si lamenta con il sindaco per «quellafuga di notizie» attribuendo la colpadell’accaduto ad una possibile soffia­ta ai diretti interessati da parte degliex assessori Rocco Fonti e FrancoColacito, aggiungendo poi agli inve­stigatori che lo interrogano successi­vamente sull’accaduto che «il sinda­co era favorevole all’apertura dellasala giochi perché aveva favori darendere». E finisce nel mirino anchel’ex assessore Ugo Ingenito medicodelle mogli dei Pellegrino. Si torna aparlare di voti di scambio: i Pellegri­no, sostiene Sferrazza, gli avevanoinfatti detto: «Però quando aveteavuto bisogno dei nostri voti vi ab­biamo aiutato, vi abbiamo dato unamano». E ai carabinieri non resta al­tro che chiedere alla prefettura di av­viare il procedimento per lo sciogli­mento del consiglio.L.DEM.

I CONTROLLI

L’indagine nonrisparmia le società

che vengonocontrollate

attraverso le visure

L’ALTRA INDAGINE

BOTTINO DI 8 MILA EURO

Assalto al distributore dell’autoportoL’altra notte due banditi hanno fatto irruzione nel gabbiotto con la pistolaVENTIMIGLIA. Sono entrati nelgabbiotto del distributore, il voltocoperto dal passamontagna, inti­mando all’addetto, pistola alla ma­no, di consegnare loro l’incasso. Ildipendente della stazione di servi­zio non ha potuto fare altro cheaprire il cassetto e mettere nellemani di banditi circa 8 mila euro,perpoiguardarlimentrefuggivano.

La rapina è stata messa a segnointorno alle 3.30 di domenica mat­tina ai danni del distributore Agipdell’autoporto di Ventimiglia, si­tuato a pochi metri dalla barrieraautostradale e dall’imbocco del­

l’Autofiori. Secondo la ricostruzio­ne basata sulla testimonianza deldipendente i due malviventi, sem­bra italiani, hanno fatto irruzioneall’interno del gabbiotto senza chel’addetto li avesse sentiti avvicina­re. Uno solo era armato di pistola ­potrebbe essere però anche un’ar­ma giocattolo ­ e la rapina si è con­sumata in pochi minuti, giusto iltempo per riempire un sacchettocon i contanti e guadagnare la por­ta. L’addetto è uscito dal gabbiottosubito dopo, ma non avrebbe vistosu quale tipo di veicolo i due sonofuggiti, anche se ha riferito che

un’auto si è allontanata proprio inquell’istante, e di non essere riusci­to a riconoscerne il modello. Dopol’allarme, all’autoporto è interve­nuta la polizia. Gli agenti del com­missariatodiVentimigliahannoef­fettuato i rilievi all’interno del gab­biotto e acquisito tutti i filmati del­le telecamere a circuito chiusodella stazione di servizio, alla ricer­ca di elementi utili alle indagini. Atale scopo verranno prelevati an­che i filmati delle altre telecameredivideosorveglianzapresentiinzo­na.

P.I.


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