LUNEDÌ 27 SETTEMBRE 2010 DEL LUNEDÌ
[+] ilsecoloxix . itTRAGEDIA IN PORTO: FOTO E TESTIMONIANZE
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LA GRANDE MUSICA (dalle 20 alle 24)PER LA PUBBLICITÀ SU IL SECOLO XIX E RADIO 19
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EURO 1,20 FONDATO NEL 1886 Anno CXXIV NUMERO 37, COMMA 20/B. Spedizione abb. post. gr. 50
INDICEPrimo Piano................2Politica........................6Cronache.....................7Dal Mondo..................8Liguria ........................9
Economia..................10
Lettere e Rubriche .... 16
Nautico..............Inserto
Meteo .......................48
Album Cinema..........24Basso Piemonte........25
Genova Sport............35Basso Piemonte Sport37
GENOVA 17
XTE 11Cultura.......................12Viaggi........................13
Televisione................ 14Rubriche & Giochi......15
SPORT 26
GENOVA, UNA COPPIA DI TURISTI TEDESCHI PERDE LA VITA IN PORTO DURANTE LO SBARCO
Il traghetto della morteLa “Moby” si muove, auto in mare. L’armatore: colpa del comandante
IL DOSSIER DEI CARABINIERI SARÀ TRASMESSO AL PREFETTO
Mafia aVentimiglia«Sciogliete il Comune»Preso in Francia il boss Cima, condannato per omicidioVENTIMIGLIA.AncheilConsigliocomunale di Ventimiglia, dopo quello di Bordighera, è a rischio scioglimento per infiltrazionimafiose. La richiesta non è stata ancora formalizzata ma il dossier realizzato dai carabinieriègiàsultavolodelnuovocomandante provinciale, il colonnello Alberto Minati,e nei prossimi giorni sarà trasmesso al prefettodiImperiaFrancescoPaoloDiMenna.Nel mirino condizionamenti ad opera dellecosche calabresi e compravendite di voti.Ma ieri è arrivata anche una buona notizia:è stato arrestato in Francia uno dei ricercatipiù pericolosi della ’ndrangheta, RobertoCima,condannatoa21anniperunomicidiodel 1989 proprio a Ventimiglia.DEMER, INDICE, PIN e altri servizi >> 4 e 5
LA RIUNIFICAZIONE COMPIE VENT’ANNI
FIGLI DI UNA GERMANIA MINORECLAUDIO GUIDI
D OMENICAprossimaitedeschicelebranoi20annidellariunificazione,maaguastare la festa ha già provveduto Der Spiegel,che nel numero in edicolarivela che l’unione politica
dei due Stati tedeschi sorti dopo l’ultimaguerra è stata pagata a caro prezzo, conl’abbandono del marco, «nostro orgoglionazionale», come lo definì Helmut Kohl.
Il settimanale di Amburgo è entrato inpossesso dei verbali segreti dell’archiviodel ministero degli Esteri, dai quali emerge che l’ex presidente francese François Mitterrand, inun colloquio riservato con l’allora ministro degli Esteritedesco Hans Dietrich Genscher, spiegò a chiare lettereche «la Germania può sperare in una riunificazione solo
se sta in una forte Comunità europea», aggiungendo chela Germania «attualmente frena sulla strada versoun’unione monetaria». Altra conferma sull’euro come
moneta di scambio per la riunificazionearriva dall’ex consigliere di Mitterrand,Hubert Védrine, che rivela che il presidente francese «non voleva la riunificazione senza un avanzamento nell’integrazione europea e l’unico terreno per prepararla era la moneta unica». Più drasticol’ex presidente della Bundesbank, KarlOtto Pöhl, dimessosi nel 1991 per protesta
contro l’introduzione del marco nell’ancora Ddr, avvenutail1°luglio1990,chediedeilcolpodigraziaall’economia tedescoorientale.SEGUE >> 8
Poveri e senzapotere: i tedeschi
dell’Est sonoancora in serie B
FORMULA 1
ALONSO, BALZO MONDIALEIN TRIONFO A SINGAPOREIL FERRARISTA RIAPRE I GIOCHICICCARONE e FRECCERO >> 44 e 45
L’EDITORIALE
LA LEGGEREZZACHE UCCIDEFRANCESCO FERRARI
T re turisti morti in porto inpoco più di due mesi sono unprimato del quale Genova,nell’anno in cui i suoi trafficisono tornati a superare quel
li di Barcellona, farebbe volentieri a meno.Sono, soprattutto, un segnale che l’interomondo dello shipping deve registrare, senza cadere nella tentazione di derubricarealla voce “malasorte” la lunga serie di incidenti, accaduti o sventati, che dall’iniziodell’anno affollano le cronache dei giornali.SEGUE >> 16
IL COMMENTO
ABBIAMO VISTO TROPPOÈ ORA DI RIBELLARSIGIUSEPPE CONTE
ADESSO basta. Credo che si sia passato il limite, e che tutti coloro che hanno a cuore ilPonente ligure debbano ribellarsi al degrado civile e morale, all’avvelenamento continuo delle coscienze, e alla decadenza inarrestabile di questo lembo d’Italia. Ne abbiamo visto troppe, e senza reagire con la sufficiente durezza.SEGUE >> 16
Onorato ammette:«Bisognava ordinaredi spegnere i motori»CAFASSO >> 3
L’INTERVISTA
Guasto da due annial “Colombo”il sistema anti-ventoQUARATI >> 18
DOPO IL CASO DI PALERMO
IL BILANCIO DOPO IL KO DI S.SIRO
GENOA, PARTENZA CHOCMAI COSÌ POCHI PUNTI ALL’AVVIOLE CINQUE MOSSE PER RIPARTIRESCHIAPPAPIETRA e altri servizi >> 42 e 43
La Samp resta a seccoPazzini ora è un casoL’Udinese fa muro, finisce 00.Cross e assist arrivano con ilcontagocce. E il bomber s’infuriaBASSO, GIAMPIERI, MANGINI e PAGLIERI >> 3840
GENOVA. Errore umano. È la prima ipotesidell’inchiesta ed è anche la pista suggeritadall’armatore della compagnia Moby, VincenzoOnorato,accorsoaGenovasubitodopo la tragedia costata la vita a una coppia digiovani tedeschi caduti in mare con la loro
auto dal ponte di sbarco della Moby Otta.«Mi spiace molto per il comandante, un uomo serio ed esperto, ma questa volta ha sbagliato». I motori della nave non sarebberostati spenti come previsto dalle procedure.CAFASSO, FAGANDINI e MENDUNI >> 2, 3 e 17
L’auto caduta dal traghetto Moby Otta viene recuperata dalle acque del porto di Genova
In udienza dal PapaGotti Tedeschi,presidente Iorsotto inchiesta
PELOSO >> 7
ALLA VIGILIA DELL’INTERROGATORIO
BENEDETTO XVI ha incontrato a Catelgandolfo Ettore Gotti Tedeschi, banchieredel Vaticano indagato per riciclaggio.
Incentivi: rimasti124 milioni,il governo rilanciagli aiuti alle moto
TULLI >> 10
TRAVASI DA SETTORE A SETTORE
NON tutti i fondi per incentivi sono andatiesauriti: sono rimasti 124 milioni che il governo vuole utilizzare per aiuti alle moto.
Montezemolo:«Noi lavoriamoe Bossi chiacchiera,la gente è stufa»
MARI >> 6
DURO ATTACCO ALLA LEGA
BORDATE alla Lega Nord dal presidentedella Ferrari, Luca di Montezemolo, attraverso la sua fondazione Italiafutura.
primo piano4IL SECOLO XIXLUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010
OPERAZIONE DEI ROS DI GENOVA IN COSTA AZZURRA
Passeggia con il canepreso il latitante Cima
dei clan sull’asse GenovaVentimiglia; gli stessi uomini sono impegnati, da settimane, nella ricerca di Onofrio Garcea, boss all’ombra dellaLanterna e fuggito forse con qualcheappoggio di confine.
Di Cima, dicono invece le cronache, si perdono le tracce nel 2003 enon è che la giustizia italiana allorabrilli per efficienza: in attesa che laCassazione confermi la maxipenaper il delitto, viene fermato poichécoinvolto in un traffico d’opere d’arte, accusato di aver rivenduto l’“Adorazione dei magi” del Parmigianinorubata in precedenza ad Arma diTaggia. Resta libero per poco, ma abbastanza per dileguarsi visto che ilpronunciamento della SupremaCorte lo spedirebbe dritto in galera.Eppure, ne è sicuro chi indaga, nondeve muoversi troppo, a parte la primissima latitanza. A Ventimigliaabitano la moglie e i figli, a Ventimiglia continuano i suoi affari e poi Cima non sarebbe il primo a trovare ri
fugio pochi chilometri più a ovest,nella fetta di litorale d’Oltralpe lungaun centinaio di chilometri. A Cannes, per esempio, è stato (ri)acciuffato a giugno Carlo Mereta, che con la’ndrangheta non c’entra ma dovevascontare otto anni per un crac fra ipiù clamorosi registrati in Ligurianegli ultimi vent’anni. E lì pensavad’essersi camuffato. «La legislazionefrancese spiega oggi Storoni offregaranzie che per noi spesso si traducono in minori strumenti». Eccoperché, pur saltellando da un postoall’altro e la mappa degli spostamenti e degli appoggi resta ben protetta nella testa di Cima il luogo migliore per mimetizzarsi gli sembrainfine Vallauris, lo stesso paese (30mila anime) dove il 22 febbraio 2007,ancora i militari di Genova, preseroaltri due “big” calabresi: AntonioMagnoli detto “Bubù”, 51 anni, e Luciano Magnoli alias “Lulù”, nomipittoreschi e però trovati con 33 chilidi cocaina, capaci di saldare criminee miliardi con nizzardi e marsigliesi.E non è un caso neppure se MaurizioChiappa, il complice di Cima nell’omicidio dell’89, cade nel 2008sempre in Francia; l’operazione ècondotta da un vicequestore di nomeRaffaeleMascia,checontrolecoscheci ha messo più d’una volta la faccia eda pochi giorni, misteriosamente, ilquestore d’Imperia Luigi Mauriello(quello per cui la mafia a Ponentenon esiste) ha fatto “saltare”.
TorniamoaVallauris,ora,aCimaeal flashback degli ultimi giorni. Lacorposa “comunità” di reggini che s’ècreata sa proteggere i conterranei einsomma. Il superlatitante tiene unprofilo parecchio basso, niente lussi,nessuna “sfida” alle forze dell’ordine, soltanto un vincolo che non puòessere spezzato e tradisce soventechi vive per il clan: la famiglia. Imilitari radiografano quindi il viavai deisuoi, la moglie e i figli che fanno laspola fra Ventimiglia e la Costa Azzurra (così, estremizzando, iniziò lacaccia a Bernardo Provenzano). Inmano hanno una foto segnaletica unpo’ datata e tre giorni fa capisconod’essere a un passo. I parenti di Cimali portano fino a Vallauris, lei che entra insieme ai figli, loro che esconocon il cane. E poi rientrano e ora sì,spunta un cinquantenne che ha tanti, troppi tratti in comune con le vecchieimmagini.«RobertoCima»,èunattimo. Via un nome dai cento piùpericolosi, in casa ci sono un sacco diappunti da [email protected]
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Elemento di spicco delle cosche a Ventimiglia, era sparito sette anni fa
MATTEO INDICE
GENOVA. Le telecamere del Ros fissano un cane chiaro, adesso, un bastardino che esce da un portone diVallauris in Costa Azzurra, seguitoda un uomo col passo stanco, quelloche aspettavano da ore, da giorni, daanni. Quello che, solo un’ora prima,aveva ricevuto la visita della moglie eadesso azzarda, lo sguardo circospetto come lo ha un boss della’ndrangheta, forse un po’ meno delsolito perché non pensava di trovarseli addosso proprio lì, proprio di sabato pomeriggio. Roberto Cima, 52anni, ha indosso una maglietta bianca e la barba di due giorni, quando icarabinieri di Genova lo arrestano inmezzo alla strada, lui che solo sbarragliocchiunistantemanongrida,nonsi dimena, non reagisce. Roberto Cima è (era) uno dei cento latitanti piùpericolosi d’Italia, inserito nell’elenco che classifica i mafiosi in fuga nonsolo in base ai precedenti penali maanche, e soprattutto, per quanto sanno essere feroci e «operativi». Ecco,Cima era uno di questi: sulla carta,deve scontare una condanna a 21 anni e sei mesi per un omicidio commesso a Ventimiglia l’8 giugno 1989,giorno in cui con Maurizio Chiappatrucidò Aurelio Corica, pure lui calabrese e reo d’aver commesso un imperdonabile sgarro nella spartizionedei milioni fatti con il traffico di droga. Di fatto, e la conferma più autorevole è quella di Paolo Storoni, il maggiore che comanda il Ros di Genova eha gestito il blitz dal primo all’ultimominuto, Cima era un elemento dispicco della ’ndrangheta a Ventimiglia, legato ai Palamara e affiliato al“locale” dell’estremo Ponente, forseil più potente dell’intera Liguria.Perché le cosche in provincia d’Imperia sono vive, vegete e in gradod’infettare la politica (come certificail dossier rivelato nella pagina accanto, ndr). E la cattura dell’altro ieri èsolountassellodeldominoirreversibile innescato in questa fetta di riviera, dove nelle prossime settimane laPrefettura e l’Arma potrebbero chiamare molti amministratori collusi auna drammatica resa dei conti.
La cronaca cruda racconta in primis d’una caccia all’uomo, che incrocia i molti canali attivati dagli inquirenti del capoluogo ligure per decrittare al millimetro l’organizzazione
FOGGIA. Era tornato nel suo paeseper festeggiare oggi, con la moglie ela figlia di cinque anni, l’anniversario di matrimonio. Franco Li Bergolis, 32 anni, di Manfredonia (Foggia), ritenuto capo indiscusso dellamafia garganica nonostante la suagiovane età, è stato scovato dai carabinieri in una casa del centro storico di Monte Sant’Angelo.
Il boss era inserito nell’elenco dei30 latitanti d’Italia più pericolosi edera svanito nel nulla da un paiod’anni, dopo che nell’estate del2008 era stato scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare nel maxiprocesso alla mafiagarganica. Per lui, accusato di essereilmandantediundelittocompiuto nel 2001, e di associazione mafiosa, traffici di droga ed estorsioni, ilprocesso si concluse il 7 marzo2009 con l’ergastolo inflittogli dallaCortediAssisediFoggia,confermato in appello il 15 luglio 2010.
Secondo i carabinieri, nei suoidue anni di latitanza Li Bergolis nonsi è mai allontanato dalle sue terre,spostandosi sul Gargano e nascondendosi in prevalenza nella ForestaUmbra e in piccoli centri della zona.
Quando sono arrivati i carabinieri,aveva in casa una pistola e proiettili,ma non ha avuto il tempo e forse siè reso conto che sarebbe stato inutile di prendere l’arma. Li Bergolis,delresto,sièsempredettoinnocente,tantochel’11luglioscorsorivolseun appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e alministro dell’Interno, Roberto Maroni. «Sono innocente. Mi perse
guitano, chiedo un processo giusto»: scrisse in una lettera inviatadalla latitanza e pubblicata da unquotidiano. Franco Li Bergolis èfratello di Armando e Matteo, attualmente detenuti e condannatiper mafia, droga ed estorsioni. È figlio di Pasquale, ucciso nel 1995 sotto casa ed è nipote di Ciccillo Li Bergolis,ilpatriarcadellafaida,uccisoa66 anni nell’ottobre 2009.
Nell’ambito di questa guerra dimafiadall’aprile2009sicontanoseiomicidi e due agguati falliti. L’ultimo delitto è stato compiuto a Manfredonia il 30 giugno scorso, vittimaLeonardo Clemente, nipote di Ciccillo Li Bergolis. Pochi giorni dopo,il 12 luglio si svolse a Manfredoniaun vertice sulla sicurezza presieduto dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. In quella riunione fu deciso di costituire gruppi investigativi speciali per combattere la criminalità organizzata del Gargano, e ifrutti di sono stati sottolineati daMaroni che, complimentandosicon le forze dell’ordine per la cattura di Li Bergolis, ha ricordato che«ora mancano solo tre latitanti all’appello dei 30 più pericolosi».
ERA TORNATO A CASA PER FESTEGGIARE: ARRESTATO
L’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIOHA TRADITO IL BOSS DEL GARGANO
L’arresto di Franco Li Bergolis
IL CASO
medimediterraterraneanea010voci tra le sponde
Roberto Cima esce dal suo “rifugio” pochi secondi prima della cattura
TRAFFICÒ ANCHEOPERE D’ARTECima fu coinvolto nel 2003anche in un clamoroso trafficodi opere d’arte, accusato per laricettazione d’un “Parmigianino”durante gli accertamenti sul furtod’un Caravaggio
CONTATTI SOSPETTICON IL TIGULLIOQuando finì in manette per idipinti rubati, Cima era incombutta pure con un corsoma soprattutto con SalvatoreCarpino, ritenuto daicarabinieri esponente della’ndrangheta nel Tigullio. Aconferma dei suoi contatti“estesi” in tutta la regione
primo piano 5IL SECOLO XIX
LUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010
IL NUOVO COMANDANTE DEI CARABINIERI DECIDE LA SVOLTA
«La ’ndranghetacondiziona
Ventimiglia»Consiglio comunale verso lo scioglimento
IL POOL DI INCHIESTA ALLARGATO ANCHE A DIA, ROS E FINANZA
BORDIGHERA, AL SETACCIOI RAPPORTI TRA SINDACO E BOSS
LOREDANA DEMER
BORDIGHERA. Nel mirino dellacommissione d’inchiesta della Prefettura di Imperia, che dal 4 agostosta passando al setaccio il Palazzocomunale per accertare, su richiesta dei carabinieri, eventuali infiltrazioni mafiose, ci sono soprattutto i legami, presunti o certi che siano, tra gli amministratori dellamaggioranza Bosio e la famigliaPellegrino, salita più volte alla ribalta per via delle indagini, e successivi arresti, attuate dalla ProcuradiSanremo,dallaDiadiGenovaedai carabinieri. Legami che i politici hanno sempre sottolineato essere solo di “natura professionale”.
Nonsitrattasolodiaccertare,comunque, se vi sia stato tra la maggioranza Bosio ed i fratelli Pellegrino il cosiddetto “voto di scambio”:il pool investigativo sta cercando difar luce sugli appalti assegnati dalComune all’impresa edile specia
lizzata in movimento terra. E sui lavori che la stessa impresa sta effettuando o ha già attuato in città, anche su incarico di privati. Si vuol capire, ad esempio, quale sia ilpresunto favore che il sindaco Giovanni Bosio, secondo le dichiarazioni rese ai magistrati ed ai carabinieri dall’ex assessore al turismoMarco Sferrazza, dovesse a personaggi scomodi. «Bosio era favorevole all’apertura di una sala giochiin città – rivelò agli inquirenti Sferrazza – perché aveva favori da rendere».
Il pool investigativo sta lavorando a pieno ritmo: coordinato dal vice prefetto Biagio de Girolamo di
Imperia e del quale fanno parte colleghi di Savona e Genova, è stato direcente “allargato”, su richiestadella stessa Prefettura, agli uominidella Dia, al Ros, alla Guardia di Finanza.
Il pool sta analizzando otto annidi vita amministrativa gestita daBosio e dal suo gruppo del centrodestra. Migliaia di documenti chespaziano dal rilascio delle concessioni demaniali a quelle relative alcommercio, dalla costituzione disocietà, che appaiono come scatolecinesi il cui vertice difficilmente siriesce ad individuare in tempi ristretti, alle concessioni edilizie, alle varianti di Prg per non tralasciare, come detto, gli appalti.
I Pellegrino hanno ottenuto quasi un milione di euro di incarichiper opere pubbliche, alcune disomma urgenza come quelle attuate nel periodo post alluvione del2006.
Elementi che la commissione hafatto inserire su dischetti non riscrivibili. E sui quali intende prolungare, probabilmente, le indagini, oltre il termine previsto: il 4 novembre prossimo.
FABIO PIN
VENTIMIGLIA. E due. Dopo il consiglio comunale di Bordighera anche quello di Ventimiglia è a rischioscioglimento per infiltrazioni mafiose. La richiesta non è stata ancoraformalizzata,maildossierrealizzato dai carabinieri è già sul tavolodel nuovo comandante provinciale,il colonnello Alberto Minati. Centocinquanta pagine di «rilevantielementi indiziari» che nei prossimi giorni saranno trasmesse al prefetto di Imperia Francesco Paolo DiMenna. Che, fatte le necessarie valutazioni, procederà all’invio nellacittà di confine di una squadra diispettori con il compito di trovareriscontri oggettivi nel quadro delledecisioni assunte dall’amministrazione guidata dal sindaco GaetanoScullino.
Nella relazione dei carabinieri siparla di presunti condizionamentiad opera di famiglie legate ad alcune cosche della ‘ndrangheta, dicompravendita di voti, di appoggielettorali in chiave non solo localema anche regionale. A cominciaredal caso Moio: la vicenda della figliadell’ex vice sindaco della città diconfine Vincenzo Moio Fortunata che, secondo un rapporto delRos dei carabinieri, alle ultime Regionali, quando si presentò nella“Lista BertoneFederazione pensionati” che appoggiava lo schieramento di Claudio Burlando, avrebbe ricevuto un pacchetto di voti pilotato da Domenico Belcastro, l’imprenditore edile di originecalabrese arrestato a Genova loscorso luglio nell’ambito della maxioperazione che ha portato in carcere trecento persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa.Nel documento dei carabinieri si facenno anche a «preoccupanti episodi specifici», come ad esempio icolpi di arma da fuoco esplosi dueanni fa contro la macchina del segretario generale del Comune diVentimiglia Marco Prestileo. Vicendache,peraltro,ildirigentenonaveva denunciato.
Una genesi, quella del nuovo dossier, piuttosto controversa. La prima ipotesi è che l’input sia arrivatotre mesi fa direttamente dal prefetto Di Menna, nel corso di una tesissima riunione del Comitato perl’ordine e la sicurezza, anche sullascorta di una istanza presentata daChristian Abbondanza, presidentenazionale della Casa della Legalità.Da poco era esplosa la polemica sulquestore Luigi Mauriello, accusatodai sindacati dei poliziotti, di aver«sistematicamente sottovalutatola presenza della malavita organizzata» nell’estremo ponente. E questo a fronte delle numerose informative inoltrate dalla squadra mobile, che documentavano i rapportimolto stretti tra alcuni politici e ilclan dei Pellegrino, travolto duesettimane prima dall’inchiesta della procura di Sanremo. Polizia indifficoltà e fiducia all’Arma, la chiave di lettura più immediata. La seconda ipotesi è che il fascicolo suVentimiglia altro non sia che lo sviluppo dell’attività di indagine giàeffettuata dal Ros dei carabinieri diGenova nel quadro dell’inchiestaantimafia coordinata dalle Dda diReggio Calabria e Milano.
Hasenz’altroun“padre”invece ildossier dei carabinieri. Si tratta del
maggiore Paolo Cambieri, responsabiledelrepartoinvestigativoprovinciale. E’ lo stesso ufficiale che hacondotto gli accertamenti che hanno avviato la procedura di scioglimento del consiglio comunale diBordighera. Lui, ovviamente, tace.Ma anche in questo contesto si delineano delle singolarità. Il dossiersu Ventimiglia, pronto da tempo,sarebbe stato sottoposto all’esamedel colonnello Luigi Cancelli. Ilquale, secondo alcune indiscrezioni, non avrebbe ravvisato rilevantielementi in ordine a infiltrazioni econdizionamenti mafiosi. Successivamente Cancelli viene trasferito. Normale avvicendamento, fa sapere l’Arma. Al suo posto arriva ilcollega Minati. E il dossier [email protected]
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Una delle foto del dossier: il sindaco di Bordighera Giovanni Bosio (con cravatta) e, a destra, uno dei fratelli Pellegrino
Il sindaco di Ventimiglia. Gaetano Scullino, davanti al palazzo comunale [PECORARO]
ventimiglia bordighera 15IL SECOLO XIX
MARTEDÌ17 AGOSTO 2010
BORDIGHERA
«Una riunionecon tutti i sindaci
per regolamentarela movida»
La proposta di Di Vito (Fipe) dopola chiusura di un locale nel centro storico
LOREDANA DEMER
BORDIGHERA. «Occorre convocare subito una tavola rotonda contutti i sindaci della Provincia. E’ oradi smetterla di pensare solo al proprio orto. E’ necessario intervenireper dare una svolta alla questionemovida che non vada sempre e soloa penalizzare i gestori degli esercizipubblici».Massimiliano Di Vito, membrodella Fipe provinciale, la Federazione italiana degli esercizi pubblici, dopo la chiusura del locale delcentro storico di Bordighera («Cene andiamo perché non possiamopiù fare musica dal vivo»), chiede dirivederetuttalaquestionedeidecibel«Ma bisognerà farlo ad ampio raggio – sottolinea – non si può pensare di risolvere il problema solo a
Bordighera, o a Ventimiglia o aSanremo. Deve trattarsi di una vicenda provinciale e così va affrontata».
E continua: «Se aumentano i decibel non significa affatto che sicredi ulteriore fastidio o disagio, èsufficiente farlo con intelligenza enelle ore più adeguate – continuaDi Vito – Si può trovare una formula che vada incontro a tutti. Se vogliamo che Bordighera e le altre città siano ancora considerate turistiche allora la questione movida varisolta. Altrimenti cambiamo immagine alle nostre città e sui cartelli d’ingresso invece di indicare centro turistico mettiamo centro di riposo. Ma poi non lamentiamoci sel’economia cittadina va a rotoli. Nelcaso del locale del centro storicohanno protestato in diversi, anchequalche residente. Ma occorre
cambiare mentalità. A dire il verosono stato proprio io con il sindacoGiovanni Bosio in perfetto accordo, e molto disponibile, a chiedereal Comune che venissero prolungati gli orari della musica sino alledue e mezza del mattino sul lungomare e fino a mezzanotte, l’una, incentro: altro che richieste degli exconsiglieri Panetta e Taggiasco. Maal di là di chi ha ottenuto tale concessione dal Comune – aggiunge DiVito – è necessario consentire a chivuol rendere questa città un verocentro turistico di poter lavorare.Per questo chiedo la convocazionedi una tavola rotonda sul problema,invitando anche il sindaco Bosio adaumentare di mezz’ora in più l’orario per poter far musica sul lungomare. Del resto le tre del mattino èl’orario fino a quale è vietato vendere alcolici».
«TROPPE CRITICHEPER CHI FA MUSICADAL VIVO...»A scatenare il casomovida iltitolare dell’Isola degli ulivi:«Troppe critiche, anche deiresidenti, per chi cerca dimovimentare le serate»
DOPO LA RICHIESTA DELLA “CASA DELLA LEGALITÀ”
ISPETTORI ANTIMAFIA IN VISTA?SCULLINO ANNUNCIA QUERELE
DOPO TRE ANNI
Scade il contratto col TeatroVacchino vuole dare forfeitLa gestione non sarebbe redditizia, il Comune pronto a intervenireANGELO BOSELLI
VENTIMIGLIA. Il Teatro Comunaledi Ventimiglia tra pochi giorni potrebbe non essere più gestito dall’AristonsrldiWaltereCarlaVacchino. Sta infatti per scadere il contratto,diduratatriennale,siglatonelsettembre 2007 (al momento dellastorica riapertura), dopo il bandosperimentale, che prevedeva tutti icosti a carico del vincitore: manutenzione, personale, riscaldamento,energia elettrica, pulizia e costi diproduzione, in cambio di tutti gli incassi.Il bando prevedeva anche che il teatro doveva essere dato ad uso dell’amministrazione per 25 giorni edelle associazioni del territorio peraltri 45 giorni. La procedura prevedeva che l’attuale gestore, l’Aristonsrl, potesse chiedere una proroga delcontratto, sino a un massimo di treanni. Il gestore ha però manifestatola propria convinzione che non siaconveniente proseguire l’attività. Aquanto pare questa decisione traeorigine da una gestione nel complesso economicamente non redditizia.La struttura in questi tre anni ha ottenuto buoni risultati come cinema,un po’ meno come teatro e ancora dimeno per le opere liriche.
Ora la palla passa alla commissione teatro, presieduta dal sindaco Gaetano Scullino, e composta dal vicesindaco e assessore al Turismo e alleManifestazioni Roberto Nazzari, daidirigenti alla Cultura Achille Maccapani e al Turismo e ManifestazioniArmando Bosio, dal direttore generale Marco Prestileo e da un rappresentante delle associazioni culturalidi Ventimiglia Piero Sismondini,della Cumpagnia Teatrale dei Ventemigliusi.
L’amministrazione comunale diVentimiglia intende mettere nel bilancio previsionale 2011 una sommapotenziale da destinare al Teatro Comunale di Ventimiglia, tra i 100milae i 120mila euro. L’amministrazionetenterà di convincere l’Ariston srl diCarla e Walter Vacchino con il nuovobando, in cui le spese di manutenzione, riscaldamento, personale e pulizia spetteranno al Comune, mentreil gestore si occuperà delle proiezionicinematografiche.
Nel caso di rinuncia, entro fineagosto si dovrà procedere a una nuova gara. Il nuovo bando prevede 88giorni all’anno a disposizione delleassociazioni ventimigliesi, 18 in piùrispetto ai primi tre anni. E’ confermato un minimo di 200 giorni di proiezione cinematografiche, di cui almeno il 50% di prime visioni, dieciserate di spettacoli teatrali a livellonazionale e quindici di spettacolimusicali di alto livello.
Il teatro comunale di Ventimiglia PECORARO
VENTIMIGLIA. Si accende il climapolitico di Ventimiglia, con una veemente replica e un’annunciataquerela del sindaco Gaetano Scullino nei confronti di Christian Abbondanza, presidente dell’associazione nazionale “La Casa della Legalità”. Abbondanza aveva attaccato la gestione amministrativaventimigliese, ritenendola “pesantemente viziata da conflitti di interesse e irregolarità, a partire daquelle nell’ambito della società Civitas”.
“La Casa della legalità” ha chiestol’invio di ispettori antimafia nonsolo a Bordighera, ma anche a Ventimiglia, Vallecrosia e Castellaro.
«Nei primi tre anni di amministrazione – afferma Scullino – abbiamo dato una svolta decisiva almodo di governare la città, le sceltesono state prese senza pensare a chipotevano non piacere, non per andare contro l’imprenditore o l’associazione fino a quel momento intoccabile, ma per senso di giustizia ecorrettezza. Non abbiamo deciso lescelte amministrative migliori inbase al numero dei voti che quel
personaggio o associazione potevaportare, ma abbiamo scelto quelloche era meglio per i cittadini. Bisogna finirla con questi condizionamenti psicologici, con questi consigli pressanti che vogliono portarti acambiare impostazione. Se un lavoro può costare meno, a parità di risultato, ben venga. I soldi pubblicidevono essere spesi bene. Non mifermerò perché pochi soggetti inmala fede, faziosi e spinti da altriscopi, cercando di inquinare le acque e spostare l’attenzione su fattiche non riguardano minimamentela mia amministrazione (il presunto sostegno elettorale alle regionaliper la figlia di Moio che sosteneva
peraltro Burlando) o coprendosidietro considerazioni ridicole diopportunità o meno (il fatto che sono socio di una società che ha acquistato nel 1995, ben 15 anni fa, un terreno che oggi è ancora totalmentenon edificato), cercando di farmipassare come affarista o in conflittodi interessi!». Il sindaco non risparmia critiche ad Abbondanza: «Nonpuò permettersi di assurgere al ruolo di unico difensore della legalità,denigrando e offendendo gli altri, senon ha prove, se ci sono gli estremilo querelerò».
Gaetano Scullino si rivolge anchecontro il Pd: «Come possono alcuniesponenti del Pd dirsi imbarazzatise loro consiglieri comunali, nelcontempo professionisti e progettisti in edilizia, hanno partecipato attivamente nella precedente amministrazione alla stesura del Puc,continuando a svolgere ruoli politici e istituzionali importanti e nelcontempo continuano a svolgere illoro lavoro di tecnici progettisti o diresponsabili di uffici tecnici di amministrazioni di sinistra?».A.B.
DURA REPLICA
«Abbondanza nonpuò assurgere al
ruolo di unicodifensore della
legalità»
CURIOSITÀ
Via Aranci, la stradapiù corta del mondoBORDIGHERA. In città la via piùcorta d’Italia? Lo ha segnalato in unrecente consiglio Marco Farotto diUnione cittadina, lo ribadisce il sitoBordighera.net.In effetti sulla via Romana, proprio difronte all’inizio della via Coggiola,ecco che spunta il cartello: via Agrumi. Peccato che non si tratti di unavia bensì di un tratto di rientranza appartenente ad un condominio lungopoco più di tre metri come molti altripresenti in città ma che, al contrario,non sono stati nominati. Una piccolavia che viene indicata solo da un cancello di ingresso a cui si accede da unaltro breve tratto. Non solo. Anchesul cartello di via D’Azeglio ci sonoerrori. Non è stato infatti indicato unapostrofo bensì una virgola dopo la“D”. O come via Cesare Balbo: da an
ni il cognome è stato trasformato in“Balboa” il pugile di “Rocky”. Senzacontare le continue proteste per avercambiato il nome spianata del capoin piazza Otto luoghi. Senza contareche dai pennoni di tutta la passeggiata sono scomparsi i vessilli della bandiera blu. Sono rimaste solo le paline:non certo un bel vedere per turisti ecittadini.«Il comando vigili sta studiando datempo un piano di revisione dellestrade cittadine – spiegano gli amministratori – si stanno valutando permigliorare la situazione tutte le viepubbliche, quelle private ad uso pubblico e quelle private non di interessecomunale. Un piano che una volta ultimato sarà portato in discussione inconsiglio comunale».L.D.
CAMPOROSSO, L’OPPOSIZIONE ACCUSA
«Buco nel bilanciodi 600mila euro»«Troppi debiti, la Civardi si riduca la paga»PATRIZIA MAZZARELLO
CAMPOROSSO. «Nonostante inostri appelli, il Comune continuaad andare verso il baratro. Abbiamo accertato, ma sicuramente sono molti di più, almeno 600 milaeuro di debiti accumulati verso altri Comuni, enti, professionisti.Chiediamo un cambio di rotta, acominciare dai costi per l’amministrazione, diventati insostenibili.E’ inammissibile che il sindaco diun paese di poco più di 5 mila abitanti guadagni quanto quello diSanremo...».
L’appello arrivadal gruppo “Camporosso nel cuore”, dicui fanno parte i consiglieri di minoranzaDavide Gibelli, Maurizio Morabito, Gabriele Chiappori, Aldo Rossi.
«In totale per gliamministratoriCamporosso spende10 mila euro lordi almese. Lo stipendio del sindaco Civardi è di 2560 euro lordi al mese,poco meno di quelli percepiti daZoccarato, quello del vicesindacoBertaina è di 1280 e degli assessori1152. Con i tempi che corrono, vistocheCamporossosuperadipocoi 5 mila abitanti, sarebbe opportuno ridurre gli emolumenti».
Le spese dell’amministrazioneBertaina erano state al centro diuna vivace querelle in campagnaelettorale. E secondo gli esponentidi “Camporosso nel cuore”, le difficoltà di oggi, rappresentano pro
prio l’onda lunga di quegli investimenti “azzardati”: «Hanno spesosoldi che materialmente non avevano. Lo ha ribadito anche la Cortedei conti. Soprattutto in campagnaelettorale, quando hanno fatto ditutto e di più per accontentare glielettori nelle varie zone del paese».
L’elenco dei debiti, secondo iconsiglieri, è lungo: «Devono 100mila euro al Comune di Vallecrosiaper l’asilo nido, con arretrati dal2002, altri 162 mila euro a Vallecrosia per la gestione dell’impianto di depurazione e 30 mila euro a
Ventimiglia per il trasporto dei disabili.Con al ComunitàMontana hanno accumulato un debitodi150milaeuro,9mila con l’amministrazione provinciale, 20mila persino con laCuria vescovile... Malamentele continuearrivano anche dalleditte, come la GlobalPower, che vanta un
credito di 60 mila euro e numerosepiccole ditte e cooperative».
Una “crisi”, che secondo il capogruppo Gibelli, Morabito, Chiappori e Rossi, si intuisce anche dalvalzer di persone che si sono susseguite all’ufficio ragioneria: «Daquando è andata in pensione il precedente funzionario, si sono susseguite due persone alla guida dell’ufficio. Entrambe si sono dimesse dopo pochi mesi. Camporosso èl’unico Comune a non aver ancoraapprovato il conto consuntivo del2009».
Davide Gibelli
Ad agosto si scalda la situazione:dopo la richiesta di invio degliispettori Scullino minaccia querele
LE AVVISAGLIE
IL PRECEDENTE
INDAGINE
Dal 4 agostola commissione
d’inchiesta spulciai documenti
a palazzo civico
I RETROSCENA IN UNA RELAZIONE DEI CARABINIERI
LA SAGA DEI MOIODA TAURIANOVA
AI BUSINESS LIGURIFRANCESCO MARGIOCCO
GENOVA. Vincenzo Moio è ancorauna volta sotto i riflettori. Il nomedell’ex vicesindaco di Ventimiglia ricorrerebbe nella relazione dei carabinieri sulle infiltrazioni mafiose nelComune di confine. L’episodio, giànoto, è quello della figlia Fortunatache avrebbe ricevuto un pacchetto divoti dall’imprenditore edile di originecalabrese Domenico Belcastro, arrestato a luglio.
«Cosa vuole chedica?», commentaMoio raggiunto altelefono dal SecoloXIX. «È come se leiricevesse un aiutoda una persona, escoprisse il giornodopo che quellapersona è uno spacciatore. Questo nonsignifica che è unospacciatore anchelei». Classe 1951, calabrese originariodi Taurianova, Moio è assurto aglionori della cronaca,non soltanto locale,alle elezioni amministrative di Ventimiglia del 2007.Quando, con 534preferenze, si impone come il candidato più votato delsuo partito, Alleanza nazionale.
La sua storia recente, dalla nominaavicesindaco,agliattriticonilprimo cittadino Gaetano Scullino, finoalle dimissioni è nota. Meno noto ilpassato di quest’uomo del Sud arrivato in Liguria nel 1990, con una storia ingombrante alle spalle.
Il padre, Giuseppe, era stato condannato all’ergastolo, accusato diaver partecipato a una sparatoria,nel 1959, nella quale morì un carabi
niere. Nel 1990 Vincenzo si trasferisce in Liguria dopo che la sorella e ilcognato, residenti nell’area intemelia, muoiono in un incidente stradale. «Sono rimasto spiega per dareun futuro ai miei nipoti, rimasti orfani bambini, che al Sud si sentivanospaesati e ancora più tristi».
Prima di arrivare in Liguria, Moioera già stato attivo in politica come
vicesindaco inquota Democraziacristiana, dal 1988al 1990, di Terranova Sappo Minulio. Un piccolo Comune di 300 animeche, nel giugno del1991, viene commissariato per ordine dell’alloraprocuratore capodi Palmi, AgostinoCordova.Ilsindacodi Terranova, Rocco Chizzoniti, aveva fatto parte delcomitato di gestione dell’Usl di Taurianova presiedutada Francesco Macrì in arte CiccioMazzetta condannato a 15 anni.
Al suo arrivo aCamporosso, Moiolavora come muratore. Nel ’98 rilevaun bar. Nel 2002apre il negozio Benetton di Ventimiglia, intestato allamoglie Concetta
Scappatura. Nel 2004 crea insiemeall’amica Paola Di Bartolo la Di Bartolo Srl, un’impresa edile che ha costruito, fra l’altro, i parcheggi interrati del supermercato Conad di Latte, Ventimiglia. «Sono tutte attivitàche ho intrapreso alla luce del sole dice chiedendo prestiti bancari cheancora oggi sto pagando»[email protected]
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CATTIVEFREQUENTAZIONI
Se lei riceve un aiutoda chi si scopre poiessere uno spacciatorenon significache pure lei spacciaVINCENZO MOIOvice sindaco di Ventimiglia
17IL SECOLO XIX
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L’AVVIO DELLA PROCEDURA ANTIMAFIA NELLA CITTÀ DI CONFINE
Le cene elettorali con i bossVentimiglia, il voto del 2007 nel dossier preparato dai carabinieri per il prefetto
NATALINO FAMÀ
IMPERIA. Sono i rapporti a quantopare intercorsi tra politici, amministratori pubblici ventimigliesi e presunti esponenti di cosche legate alla’ndrangheta calabrese, relazioni chesi riferirebbero alla campagna elettorale delle amministrative 2007 e aquelle successive, nonchè proseguite nel corso di questi anni, a costituire la parte “scottante” del rapportoinvestigativo che i carabinieri hannoeseguito per verificare la necessità omeno dello scioglimento del consiglio comunale diVentimiglia.
Questi “contatti”,manonsolo,anche il pagamento dioperazioni di promozione di candidati, cene e incontri oltre ad alcuneintercettazioni telefoniche sospette,sembrano costituire il castello diprove raccolto in un dossier.
Il fascicolo, ricco di oltre un centinaio di pagine di documentazioneche pare possa minare la sopravvivenza della giunta di Gaetano Scullino, raccolto dal maggiore PaoloCambieri (lo stesso ufficiale che hacoordinato assieme al colonnelloFranco Cancelli gli accertamenti suBordighera) è stato consegnato neigiorni scorsi al nuovo colonnello appena insediato al vertice provincialedi Imperia, Alberto Minati.
E sta per essere girato al prefettoFrancescopaolo Di Menna che dovrà poi decidere, sulla scorta delleinformazioni ricevute, se e quandoavviare le procedure di accertamento per lo scioglimento del consigliocomunale a causa di possibili infil
trazioni mafiose.In primo luogo si tratterà di nomi
nare la commissione di accesso dellaquale faranno parte gli ispettori. Iquali dovranno a loro volta verificare se le presunte infiltrazioni mafiose in consiglio comunale hanno influenzato e in che modo la vita pubblica.
Resta ignoto l’esatto contenutodel fascicolo che a quanto pare conterrebbe più riferimenti a presunticollegamenti che prove certe di connivenza tra amministratori e personaggi di cui si suppongono legamicon la ’ndrangheta.
Certo è l’inizio della procedura.Proprio il prefetto FrancescopaoloDi Menna, nel mese di luglio, dopo
aver ricevuto esposti e informazioni,durante una riunione della commissione di sicurezza e ordine pubblico provincialededicato alla presenza e all’influenza in provincia diImperia di personaggi sotto inchiesta per legami con
organizzazioni criminali, ha dato ilvia al mandato investigativo.
Affidato al comandante FrancoCancelli, in un mese di lavoro è statocompletato. Come anticipato il“dossier” sarebbe ricco di argomentiritenuti “interessanti” riguardantialcune sovvenzioni di campagneelettorali di provenienza sospetta,ma anche appalti pubblici, la vigilanza sul territorio e sull’ambiente.
Il maggiore Cambieri si sarebbeavvalso di militari imperiesi fidatiche sono andati a comporre una sorta di “task force” il cui preciso scopoera di investigare sulle relazioni cheavrebbero influenzato scelte compiute da amministratori comunali epolitici di [email protected]
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I PASSAGGICHIAVELA NUOVA INCHIESTA
L’INDAGINE
Nel mirinosovvenzioni di
campagne elettoralidi provenienza
sospetta e appalti
LE CARTEDELLA PROCURASU BORDIGHERAUn anno di indagini e ai primi digiugno scatta il blitz delprocuratore Cavallone che portaall’arresto dei fratelli Pellegrinoe al coinvolgimento di altredodici persone. La giunta Bosiovacilla ma non cade
GLI ISPETTORIANTIMAFIAIN COMUNEI carabinieri completano gliaccertamenti e chiedono loscioglimento del consigliocomunale per infiltrazionimafiose. La prefettura manda aBordighera una squadra diispettori per le verifiche
LA RELAZIONEDEI CARABINIERISUL CASO MOIONel quadro dell’inchiesta sulla’ndrangheta in Liguria, il Rosdei carabinieri riferisce degliappoggi elettorali che la figliadell’ex assessore diVentimiglia Vincenzo Moioavrebbe avuto dalle cosche
SOTTO LA LENTEANCHE APPALTIE LAVORI PUBBLICISempre i carabinieri, ma anchela guardia di finanza, avvianouna serie di accertamentipreliminari sulla gestione deilavori pubblici a Ventimiglia. Almomento però non sarebberoemerse ipotesi di reato
IN PRIMA LINEA
IL MAGGIORE CHEINDAGA SUI POLITICI
IMPERIA. Nel reparto operativodei carabinieri di Imperia e più ingenerale in tutta la caserma Somaschini, l’autore del fascicolo che riguarda Ventimiglia (e coautore diquello di Bordighera), è considerato l’ufficiale della diplomazia, maanche quello pronto all’azione, determinato nel condurre le indaginial punto giusto permeritare appienogli alamari a foglied’acanto dell’Arma.
Si tratta del maggiore Paolo Cambieri, 37 anni, originario di Milano, chesolo nel dicembrescorso ha preso ilposto di Angelo Simeone a Imperia.
E subito è entratonel vivo dell’attivitàimperiese, conducendo a fianco delcapitano Sergio Pizziconi, un’operazione contro lo spacciodi cocaina, la “Sunny” con tre arresti.E, subito dopo,l’identificazione el’arresto di un rapinatore solitario chesembrava imprendibile.
Uomo di pocheparole, ma certamente capace dispenderle nelle occasioni importanti, Cambieri, nonostante la giovane età ha un curriculum di tuttorispetto. Basti dire che prima di essere assegnato a Imperia, dal 2005al 2009, è stato al comando dellacompagnia dei carabinieri di Caso
ria, popoloso quartiere del difficilehinterland napoletano, dove haportato a termine non poche brillanti operazioni di polizia giudiziaria.
La carriera di Cambieri ha inizionel 1995 dopo aver frequentato ilcorso dell’Accademia Militare diModena. Nel 1997 è stato ufficiale
nel corso di applicazione presso lascuola ufficiali carabinieri di Roma.Ottimoconoscitoredella lingua inglese,è stato impegnatoin diverse missioniall’estero. Nel ‘98, èstato comandantedella polizia militare internazionale,presso lo Sfor di Sarajevo (Bosnia); nel‘99, ufficiale di staffdella “multinational unit” presso laSfor, di Banja Luka(Bosnia). Nel 2000ha avuto l’incaricodi monitor delleNazioni Unite perlataskforcesemprein BosniaHerzegovina. Nel 2001 èstato ufficiale distaff presso il comando delle forze
di pace in Eritrea e nel 2003 ufficiale di staff nel quadro della missioneAntica Babilonia in Iraq. Dal gennaio 2002 al settembre 2005 ha assolto l’incarico di comandante della compagnia dei carabinieri diGrosseto.N. F.
Il maggiore Paolo Cambieri
mafia e ponente18IL SECOLO XIXLUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010
CASO VENTIMIGLIA, I PRIMI CONSIGLIERI VENGONO ALLO SCOPERTO
«Le elezioni? Ricordoexploit molto sospetti»Il sindaco (all’Oktoberfest) tace, parla solo il vice Nazzari: io non c’entroFABIO PIN
VENTIMIGLIA. La notizia del dossier dei carabinieri ha colto il sindaco Gateano Scullino nel primo pomeriggio di ieri all’aeroporto di Monaco di Baviera. Insieme al segretario comunale Marco Prestileo e alpresidentedellaCroceVerdeLucianoCosco,stavaperimbarcarsisuunvolo della Lufthansa con destinazione Nizza. Nessuna missione ufficiale. Il gruppetto era reduce da unbreve weekend in chiave OktoberFest.Deitre,ilprimoarisponderealcellulare è Prestileo. «E’ sicuro chesitrattadiunaquestione,comedire,ufficiale e accertata?». Ottenuta risposta affermativa, comprende chela botta è grossa e che è il caso di passare il telefonino al sindaco. Pausadi qualche istante. «Accidenti, avesse chiamato cinque minuti fa. Adesso si è allontanato. Comunque riferisco, si metterà lui in contatto».Trascorre più di un’ora. Niente dafare. Il cellulare di Scullino continua a suonare a vuoto. Il sindaco hascelto la tattica del silenzio.
Nel frattempo va a buon fine iltentativo con il vicesindaco Roberto Nazzari. Lui la birra la vende, maall’Oktober Fest non ha mai messopiede. E non ha problema a esternare, sia pure telegraficamente e a taccuino semi chiuso. «Questa storianon mi convince molto. Comunquechi mi conosce sa perfettamenteche io sono fuori da certi giri, ammesso che certi giri ci siano veramente. Il dossier? Ho saputo, manon conoscendo i contenuti mi viene difficile, anzi impossibile fare uncommento. Comunque abbiamo tutti fiducia nell’Arma. Vedremo. Ritengo peròche in questi ca debba essere il sindaco a parlare. Locerchi». Già fatto, grazie.
Con la premessa dell’anonimato, aprono boccaun paio di consiglieri dimaggioranza. Il primo perdire la più classica delle banalità di circostanza: «Nonè il caso di fare processi mediatici. E poi, a quanto neso, non c’è alcuna richiestadi scioglimento dell’assemblea cittadina». Il secondo,invece, ammette di essersifatto qualche domanda negli ultimi mesi. Per arrivarealla seguente conclusione:«In effetti qualche exploitelettorale sospetto si è verificato, ma da qui a sostenere la tesi del voto di scambioce ne passa. Un conto sono ipacchetti di voti pilotati, unaltro gli appoggi elettoralidisinteressati». E i clan calabresi? «Quelli ci sonosempre stati. Ma cosa significa? Bisogna forse negare ildirittodivotoaimeridionali? Significherebbe che aVentimiglia metà della popolazione non andrebbe alle urne. Mi creda, prima diemettere sentenze occorreattendere l’esito di questiaccertamenti. Diversamente si fasolo del giustizialismo».
«Anche noi siamo in attesa di capire di più di questo fascicolo dei carabinieri, nel senso che non siamoin possesso dei necessari elementiper fornire un giudizio ponderato.Tuttavia non credo siano un mistero gli argomenti trattati dagli investigatori. Non è la prima volta chenella nostra città si parla di voto in
quinato, di pacchetti di voti più omeno comprati. Noi del Pd più volteabbiamo segnalato presenze sospette fuori dei seggi. Persone organizzatechesuggerivanodeterminati candidati. Ma prove certe e inequivocabili del fatto che questo fenomeno sia o fosse legato allamalavita non siamo riusciti ad averne». Sergio Scibilia, consigliere regionale del Pd, per diversi anni inprima linea sui banchi dell’opposizione in seno al consiglio comunale
della città di confine, nonsembra particolarmentesorpreso dalla notizia deldossier raccolto dai carabinieri del reparto operativodi Imperia. Nè manifestaperplessità sugli accertamenti avviati tre mesi fa suinput della prefettura. Idubbi, semmai, riguardanole dimensioni e la ramificazione del problema. «Se dopo Bordighera è arrivato ilturno di Ventimiglia significa che forse non si può piùparlare di una questioneepisodica e comunque locale. Evidentemente, se èvero che gli accertamenti sistanno progressivamenteestendendo, vuol dire chele infiltrazioni e i condizionamenti della criminalitànei confronti delle amministrazioni hanno superatoiconfinicomunaliperassumere una valenza provinciale, che va a interessaretutto il ponente ligure.Sembra di capire prosegue Scibilia che il problema, gravissimo, ha assuntocaratteri e dimensioni di sistema. E che se c’è stato voto di scambio, questo riguarda non solo le elezionicomunalimaanchequellealivello più alto». L’ultimapreoccupazione espressa
da Scibilia è che «a questo punto gliaccertamenti dei carabinieri facciano chiarezza fino in fondo. La cosapeggiore sarebbe quella delle mezzeverità, mentre è invece necessariauna verità definitiva, che faccia lucesulle ombre e su tutte le zone grigie,a qualsiasi livello amministrativo,politico e di responsabilità»[email protected]
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L’esultanza di Scullino dopo la vittoria elettorale del 2007
L’INPUT DEL PREFETTO DI MENNA
UN DOSSIER DI OLTRE 100 PAGINE:COSÌ È PARTITA LA NUOVA INCHIESTADecisiva la segnalazione della Casa della Legalità: Ventimiglia “locale” della ’ndrangheta
LOREDANA DEMER
VENTIMIGLIA. Tutto è nato dallarichiesta della Casa della legalitàinviata nei mesi scorsi al prefettoDi Menna di appurare se effettivamente, come recitava a chiare lettere la relazione della direzione antimafia del 2008 (cosa poi confermata successivamente dall’onorevole Francesco Forgione dellacommissione antimafia), la città diconfine potesse davvero considerarsi un “super locale” della’ndrangheta che raggruppa e gestisce tutte le attività delle ’ndrine,emanazioni sul territorio di Ponente delle cosche calabresi. “Locali” che secondo l’antimafia trovano sede in Liguria anche a Sarzana,aLavagna,adImperia,aSanremo,aSavona, a Taggia e ovviamente aGenova.
Ventimiglia è considerata dagliinquirenti anche “camera di compensazione” per il collegamentodiretto tra i malavitosi italiani efrancesi (dei clan di Marsiglia, Nizza e Tolosa) data la posizione privilegiata di terra di confine, e per lagestione dei latitanti spesso in accordo con le “famiglie” che operano in Piemonte.
Un anello di congiunzione con lamalavita d’oltreconfine che ha insospettito i vertici della Casa dellalegalità i quali, quindi, hanno avanzato richiesta alla prefettura imperiese per chiarire la questione.
Anche per la presenza nel Ponente (come del resto ormai in tutta la Liguria) di rappresentanti delle cosche storiche calabresi: i RomeodiRoghudi,iNuceradiCondofuri, i Rosmini di Reggio Calabria, i
Mamone della piana di Gioia Tauro, i Mammoliti di Oppido Mamertina, i RasoGullaceAlbanese diCittanova, i Fameli collegati ai Piromalli, uno dei clan più potenti.
Cosche affermate in vari settoritra i quali l’edilizia, ambito privilegiato dalla criminalità organizzata,ed il trasporto rifiuti, anche se l’attività più remunerativa delle varie’ndrine resta sempre il traffico disostanze stupefacenti, soprattuttococaina.
Diversamente da quanto è accaduto a giugno per il caso Bordighera, dove furono i carabinieri del comando provinciale ad agire per primi chiedendo la collaborazionedelle altre forze dell’ordine con lapresentazione come passo successivo di un robusto dossier alprefetto per dare poi inizio alla procedura antimafia per lo sciogli
mento del consiglio comunale inseguito a infiltrazioni mafiose, stavolta è stato il prefetto Di Menna achiedere a chi investiga sul territorio di raccogliere elementi in mododa poter dare risposte concrete allaCasa della legalità. E così è stato.
Ma sono stati soprattutto i carabinieri del comando provinciale apassare al setaccio la città di confine e a raccogliere decine e decine dielementi che si sono tramutati inun dossier di oltre cento pagineconsegnato al nuovo comandanteAlberto Minati.
E dalle pagine emerge una realtàa dir poco inquietante, con legamistretti e intrecciati come fosseroragnatele tra esponenti della società ventimigliese e personaggi scomodi; nomi ricorrenti anche nellacostituzione di società create, aquanto pare, ad hoc come scatole
cinesi; personaggi che si muovonocome fossero a casa loro nel settoredegli appalti.
E l’indagine prosegue. Perché si èchiesta anche la collaborazione delRos di Genova.
«La scelta di creare ’ndrine in Liguria ma soprattutto a Ponente –spiega lo stesso onorevole Forgione – dipende soprattutto dal suoterritorio frontaliero, lo stesso chedagli anni ’70 ha portato “i calabresi” nella Costa Azzurra, dove hannocostruito vere e proprie reti logistiche per la gestione di importanti latitanze, sfruttando anche un rapporto di buona amicizia con la storica criminalità marsigliese. InFrancia, a Cap d’Antibes, sulla Costa Azzurra, viene arrestato, neiprimi anni ’80, infatti, il boss reggino Paolo De Stefano e a Nizza nel2002 è assicurato alla giustizia ilboss Luigi Facchineri. Nella stessazona vennero arrestati tra gli altriAntonio Mollica e Carmelo Gullace(e ieri il boss Cima, a Vallauris,ndr)». Un ruolo, quello di Ventimiglia, che secondo gli investigatori«rappresenta la complessiva regiadelle manovre illegali della regione».
I carabinieri hanno atteso qualche giorno prima di decidere dichiedere alla prefettura di avviarelo stesso procedimento che ha travolto il Comune di Bordighera: sivoleva agire con cautela proprioper arricchire il già voluminosodossier consegnato al colonnelloMiniati.
Un dossier che si preannunciascottante e che potrebbe dar vita adulteriori indagini parallele.
L’impressione è che questo siasoltanto l’inizio. Nei prossimi giorni, dunque, i commissari antimafiadi nomina prefettizia busserannoalla porta del Comune di Ventimiglia.
IL RETROSCENA
SUBITOCHIAREZZADossiernecessario, apatto chenon siconcluda conmezze verità
SERGIOSCIBILIAPd
FIDUCIANELL’ARMABisognaattenderel’esito degliaccertamenti.Diamo fiduciaai carabinieri
ROBERTONAZZARIvice sindaco
I carabinieri hanno predisposto un voluminoso dossier per il prefetto
«I CLAN CALABRESIQUI CI SONOSEMPRE STATI»iAttacca un consigliere: «Iclan calabresi? Quelli ci sonosempre stati. Ma cosasignifica?Bisogna forse negare il dirittodi voto ai meridionali?Significherebbe che aVentimiglia metà dellapopolazione non andrebbealle urne»
«LA CRIMINALITÀSI È ESTESAALLA PROVINCIA»L’esponente Pd, Scibilia: «Sedopo Bordighera è arrivato ilturno di Ventimiglia significache forse non si può più parlaredi una questione episodica ecomunque locale. Vuol direche i condizionamenti dellacriminalità nei confronti delleamministrazioni hannosuperato i confini comunali»
mafia e ponente 19IL SECOLO XIX
LUNEDÌ27 SETTEMBRE 2010
I sindaci Giovanni Bosio (a sinistra) e Gaetano Scullino accomunati da identico destino con l’Antimafia
PAOLO ISAIA
VENTIMIGLIA. Roberto Cima è finito in carcere ieri, sette anni dopo lacondanna definitiva a 21 anni e 6 mesi emessa dalla Cassazione per l’omicidio di Aurelio Corica, commessonel1989. MaCima,pochimesiprima che la suprema Corte emettesselasentenza,eragiàfinitoinmanoallapolizia.
Era il giugno 2003 quando Roberto Cima, allora quarantacinquenne,venne sottoposto ad un fermo di polizia giudiziaria al termine di un’operazione delle squadre mobili di Genova e Imperia, grazie alla quale venne sgominata una banda di trafficanti di opere d’arte rubate. Quello deipoliziotti non fu un “colpo” qualsiasi:tra le tele recuperate c’era l“Adorazione dei Magi” di Gerolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Parmigianino, rubata il 26 dicembre 1994nelconventodeipadridomenicanidiTaggia.
Le indagini della mobile, coordinate dai magistrati della Procura distrettuale antimafia del capoluogoAnna Canepa e Francesco Pellegrino, si avvalsero del prezioso contributo di un infiltrato. L’agente, sottocopertura con il nome di “SebastianoFerrari”, spacciandosi per il mediatore per conto di un facoltoso collezionista statunitense riuscì a conquistare la fiducia del gruppo di trafficanti, venuti in possesso dell’Adorazione dei Magi diverso tempodopo il furto. Tra l’altro, l’infiltratonon era sulle tracce della tela di Mazzola, ma della “Natività del Caravaggio”, trafugata negli anni ‘80 e al primo posto nell’elenco delle opere rubate; l’Adorazione era al secondo.
Gli investigatori riuscirono scoprire i legami della banda con la criminalità calabrese attiva nel ponente ligure e in Costa Azzurra doveguarda caso si nascondeva RobertoCima e specializzata nel traffico diopere d’arte rubate. Delle sei persone che ne facevano parte, due vennero arrestate proprio mentre cercavano di vendere il quadro a “SebastianoFerrari”, il francese di origine calabrese Angel Paul Baldovini, di 61 anni, e Rocco Scardone, 41 anni, anchelui calabrese, residente a Ventimiglia. Altre due furono sottoposte afermo, Salvatore Carpino, 45 anni,domiciliato a Chiavari, e proprio Roberto Cima, che allora abitava nellacittà di confine. Gli ultimi due mem
bri della banda, un genovese e un uomo residente a Bogliasco, furono indagati a piede libero.
Roberto Cima fu preso a Ventimiglia, nelle stesse ore in cui gli agentiarrestavano Baldovini e Scardonecon la tela del “Parmigianino” in unavilla di Seglia, sulle alture della cittàdi confine. Dopo il fermo di poliziagiudiziaria, Roberto Cima venne però scarcerato.
Il delitto di Aurelio Corica fu commesso all’alba dell’8 giugno 1989 invia Garibaldi, a Ventimiglia alta. Fuuna esecuzione in piena regola: i killer spararono al volto della loro vittima dopo averlo atteso sotto la suaabitazione. Per gli inquirenti, l’omicidio di Corica maturò nell’ambitodella guerra allora in corso tra il 1980e il 1990, tra le famiglie criminali calabresi, presenti in provincia di Imperia, per il controllo del traffico disostanze stupefacenti. Cima fu subito individuato come possibile esecutore materiale dell’omicidio assiemea Maurizio Chiappa. Dopo un primoproscioglimento in fase istruttoria,il procuratore di Savona Landolfi ottenne la riapertura del caso. In primogradoChiappaeCimavenneroassolti, grazie soprattutto alla ritrattazione dei testimoni e anche di qualchedubbio sulla loro effettiva colpevolezza, ma furono condannati in appello, a Milano, a 21 anni e 6 mesi direclusione, sentenza poi confermatadalla Cassazione. Prima che i giudicisi pronunciassero, i due si resero irreperibili. Maurizio Chiappa fu catturato due anni fa, sempre in CostaAzzurra, a Golfe Juan, mentre giravain bicicletta. È stato estradato in Italia lo scorso aprile., dopo avere scontato due anni di carcere in FranciaOra le manette sono scattate ancheper il suo [email protected]
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Sgarbi presentò il ritorno del Parmigianino rubato nel convento di Taggia
CAPOLAVORITRAFUGATI:PRIME MANETTEEra il giugno 2003 quandoRoberto Cima, alloraquarantacinquenne, vennesottoposto ad un fermo dipolizia giudiziaria
CATTURATO L’OMICIDA DI VENTIMIGLIA
Il super-bosstradito
dal ParmigianinoCima arrestato nel 2003 per furti d’arte
AL LAVORO DAL 4 AGOSTO
GLI ISPETTORI ANTIMAFIAVOGLIONO PIÙ TEMPO
Bordighera, serve una proroga per esaminare tutte le carte
BORDIGHERA. La commissioned’accesso coordinata dalla prefettura imperiese che sta verificandoeventuali infiltrazioni mafiose inComune dopo la denuncia dell’ex assessore al turismo Marco Sferrazza acarabinieri e Procura («dormo con lapistola sotto il cuscino», «il sindacoBosio ha un favore da rendere a certepersone») non è escluso possa chiedere anche una proroga per ultimarele verifiche.
Iniziata l’opera di accertamento il4 agosto scorso, l’intervento investigativo dovrebbe concludersi il 4 novembre. Ma il pool antimafia paredeciso ad andare avanti programmando «ulteriori e più approfonditiaccertamenti», soprattutto perquanto riguarda i rapporti di amicizia e lavoro che hanno legato ( o legano ancora?) i politici con personaggiconsiderati dagli investigatori moltoborder line. Per questo è possibileche il pool chieda, ed ottenga inquanto previsto per legge, un’ulteriore proroga di altri tre mesi perconcludere le indagini. Avviate in seguito alla richiesta dei carabinieri diImperia dopo le segnalazioni di Sferrazza, come confermano gli stessi inquirenti, riguardanti soprattutto ilprimo cittadino di Bordighera. Lacommissione ha acquisito negli ultimi due mesi decine e decine di fascicoli ma soprattutto si è fatta trasferire su dischetti non riscrivibili le attività edilizie del Comune, i dati concernenti gli appalti, il rilascio delleconcessioni demaniali e commerciali, i documenti urbanistici relativi alle varianti al Prg. Pochi giorni or sonola commissione, composta dai viceprefetti di Imperia, Savona e dal direttore amministrativo della prefet
tura di Genova, ha avuto un contraddittorio con i tecnici comunali per laquestione appalti, quelli che hannovisto operare la famiglia Pellegrino,da tempo nel mirino delle forze dell’ordine e della Dia. Otto anni di attivitàamministrativacheilpoolintende passare al setaccio non tralasciando nulla al caso e pare che nei documenti già visionati siano emerseirregolarità.
Un’indagine che non risparmia lesocietà che vengono controllate perprima cosa attraverso le visure camerali per verificare che nei gruppicostituenti non si celino personaggiscomodi. Se non sarà sufficiente perarrivare alla concretizzazione delleindagini si verificheranno i vari passaggi di mano, i codici fiscali dei diretti interessati, per trovare gli eventuali escamotage, per capire come sisiano sviluppate le varie fasi di aggiudicazione degli appalti. Insommatutte le circostanze devono essereapprofondite e il pool sta già attivando la seconda fase del suo incarico.Dopo l’acquisizione degli atti, il controllo incrociato. Si sta cercando dicapire, insomma, quali legami possano esserci stati tra personaggi di uncerto tipo e gli inquilini di PalazzoGarnier.
Del resto l’inchiesta avviata dallaprocura sanremese e dai carabinierinasce nel giugno del 2009 quando aBordighera si scatena la bagarre trala minoranza (Donatella Albano, del
Pd, riceve in busta chiusa due avvertimenti: metà limone, chiaro segnaledi tenere la bocca chiusa, e un santino bruciato) e la maggioranza Bosio,per l’apertura di una sala giochi incittà. Che si scopre poi coinvolgereindirettamente la famiglia Pellegrino. Finisce che la giunta, costretta almuro da una raccolta di firme, dall’esposto in procura della minoranza, dalla reazione della gente, approva un regolamento che impedisce diaprire più di due sale giochi in città.Ma la decisione non piace comunqueai cittadini, il ciclone di polemicheinveste il Palazzo, alcuni assessorifanno marcia indietro. Come Sferrazza. Ai carabinieri l’ex assessore rivela che per alcune notti non è riuscito a dormire dopo aver ricevuto a casa la visita di Giovanni Pellegrino edel suocero Francesco Barilaro (arrestati nel giugno scorso per altri reati) che gli avevano chiesto conto delsuo atteggiamento contrario all’apertura della sala giochi. Sferrazzareagisce aprendo il vaso di Pandora:si lamenta con il sindaco per «quellafuga di notizie» attribuendo la colpadell’accaduto ad una possibile soffiata ai diretti interessati da parte degliex assessori Rocco Fonti e FrancoColacito, aggiungendo poi agli investigatori che lo interrogano successivamente sull’accaduto che «il sindaco era favorevole all’apertura dellasala giochi perché aveva favori darendere». E finisce nel mirino anchel’ex assessore Ugo Ingenito medicodelle mogli dei Pellegrino. Si torna aparlare di voti di scambio: i Pellegrino, sostiene Sferrazza, gli avevanoinfatti detto: «Però quando aveteavuto bisogno dei nostri voti vi abbiamo aiutato, vi abbiamo dato unamano». E ai carabinieri non resta altro che chiedere alla prefettura di avviare il procedimento per lo scioglimento del consiglio.L.DEM.
I CONTROLLI
L’indagine nonrisparmia le società
che vengonocontrollate
attraverso le visure
L’ALTRA INDAGINE
BOTTINO DI 8 MILA EURO
Assalto al distributore dell’autoportoL’altra notte due banditi hanno fatto irruzione nel gabbiotto con la pistolaVENTIMIGLIA. Sono entrati nelgabbiotto del distributore, il voltocoperto dal passamontagna, intimando all’addetto, pistola alla mano, di consegnare loro l’incasso. Ildipendente della stazione di servizio non ha potuto fare altro cheaprire il cassetto e mettere nellemani di banditi circa 8 mila euro,perpoiguardarlimentrefuggivano.
La rapina è stata messa a segnointorno alle 3.30 di domenica mattina ai danni del distributore Agipdell’autoporto di Ventimiglia, situato a pochi metri dalla barrieraautostradale e dall’imbocco del
l’Autofiori. Secondo la ricostruzione basata sulla testimonianza deldipendente i due malviventi, sembra italiani, hanno fatto irruzioneall’interno del gabbiotto senza chel’addetto li avesse sentiti avvicinare. Uno solo era armato di pistola potrebbe essere però anche un’arma giocattolo e la rapina si è consumata in pochi minuti, giusto iltempo per riempire un sacchettocon i contanti e guadagnare la porta. L’addetto è uscito dal gabbiottosubito dopo, ma non avrebbe vistosu quale tipo di veicolo i due sonofuggiti, anche se ha riferito che
un’auto si è allontanata proprio inquell’istante, e di non essere riuscito a riconoscerne il modello. Dopol’allarme, all’autoporto è intervenuta la polizia. Gli agenti del commissariatodiVentimigliahannoeffettuato i rilievi all’interno del gabbiotto e acquisito tutti i filmati delle telecamere a circuito chiusodella stazione di servizio, alla ricerca di elementi utili alle indagini. Atale scopo verranno prelevati anche i filmati delle altre telecameredivideosorveglianzapresentiinzona.
P.I.