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MAGAZINE AISO 2° TRIMESTRE 2013

Date post: 10-Mar-2016
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Periodico di informazione culturale e scientifico a cura di AISO
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AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - CINISELLO BALSAMO - Viale Molise, 1 - Tel. 02 612 77 40 - [email protected] Newsletter trimestrale on line • Maggio 2013 • N.ro 2 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info FINO ALL'ULTIMA GOCCIA! MILIARDI DI PERSONE RISCHIANO LA SETE. LO SPRECO D'ACQUA NON È PIÙ SOSTENIBILE: MINACCIA CONFLITTI. Foto ED Kashi/Corbis da SETTE, n.ro 12/2013 Uno dei tanti sbarramenti della discordia! Questo che si vede nella fotografia è relativo alla gigantesca diga Ataturk, inaugurata nel 1992 sul fiume Eufrate nella parte alta del percorso. Sebbene fornisca energia elettrica alla Turchia nel contempo l'acqua viene utilizzata per l'irrigazione impoverendo così la portata idrica dell'intero bacino del Tigri e dell'Eufrate compredente la Siria e l'Iraq che ne hanno estremo bisogno per le loro coltivazioni. Così in tanti luoghi del nostro pianeta! Il 22 marzo si è celebrata la «Giornata mondiale dell'acqua». Quanti se ne sono accorti?
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AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - CINISELLO BALSAMO - Viale Molise, 1 - Tel. 02 612 77 40 - [email protected]

Newsletter trimestrale on line • Maggio 2013 • N.ro 2 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

FINO ALL'ULTIMA GOCCIA!MILIARDI DI PERSONE RISCHIANO LA SETE.LO SPRECOD'ACQUA NON È PIÙSOSTENIBILE:MINACCIACONFLITTI.

Foto

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12/

2013

Uno dei tanti sbarramenti della discordia!Questo che si vede nella fotografia è relativo alla gigantesca diga Ataturk, inaugurata nel 1992 sul

fiume Eufrate nella parte alta del percorso.Sebbene fornisca energia elettrica alla Turchia nel contempo l'acqua viene utilizzata per l'irrigazione

impoverendo così la portata idrica dell'intero bacino del Tigri e dell'Eufrate compredente la Siria e l'Iraq

che ne hanno estremo bisogno per le lorocoltivazioni. Così in tanti luoghi del nostro pianeta!

Il 22 marzo si ècelebrata la«Giornata mondialedell'acqua».Quanti se ne sono accorti?

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Se qualcuno dicesse: «Guarda che miracolo», probabilmente la maggior parte delle persone risponderebbe: «Non è possibile! Non ci credo, e poi non mi interessa. Ho altro da pensare: gli affari, il mio albergo, il mio lavoro... non di miracoli».E sinceramente, una risposta simile, non ci stupirebbe! Ormai l'umanità è talmente coinvolta nei propri interessi materiali, che non s'accorge di nulla, nemmeno di quei miracoli «quotidiani» che non si vedono, eppure ci sono! Peccato che anche noi, forse, non ce ne accorgiamo! RI-IMPARARE LO STUPOREProbabilmente abbiamo imparato a non stupirci più all'arrivo puntuale da millenni della primavera con i suoi primi rami fioriti, le sue prime giornate calde, i suoi cinguettii... Il calendario dei più va al passo della Domenica sportiva, della Formula 1, delle «sniffate» del sabato sera, e così via...Più nessuno si meraviglia che ogni mattina ci risvegliamo con il Sole che ci aspetta ancora per illuminarci, con qualcuno che ci sorride, con l'acqua che continua inesorabilmente a scorrere dai monti alle valli fino al mare...

IL PIÙ GRANDE MIRACOLO!

Pochi si pongono la domanda come mai le leggi della natura funzionano ancora, chi le ha create e le mantiene fino ad oggi? Pochissimi si chiedono chi è «questo qualcuno» anche se tutti lo celebrano nella Pasqua!CHI TIENE UNITO TUTTO QUESTO?«Poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Colossesi 1,16).IL PIÙ GRANDE MIRACOLO È...Certo che le leggi fisiche, chimiche, matematiche... che regolano l'Universo sono per noi mortali dei «miracoli» quotidiani, ma il miracolo più grande è quello della Risurrezione di Cristo, dimostrazione del superamento delle leggi della Natura che la Divinità stessa ha «concepito e creato». La risurrezione di Cristo è e rimane il miracolo più esaltante nella storia dell'umanità. E quando le persone osano praticare la fede in questo miracolo, esse stesse sono un miracolo!Renato Colmano

IN QUESTO NUMEROIL PIÙ GRANDE MIRACOLO!pag. 2

FINO ALL'ULTIMA GOCCIA!pag. 3

ATTIVITÀ AISO 2012pag. 5

ROTTAME MANDA IN TILT IL SATELLITEpag. 5

I PRINCIPALI TERMINI DELCONTRADDITORIO!pag. 6

FARFALLEpag. 7

PENSIERIpag. 8

IL BOSONE DI HIGGS.LA SCOPERTA CHE CAMBIA LA VITA?pag. 9

I GANDI MIRACOLIpag. 10

E VENNE... IL DILUVIOpag. 12

C'È UN LIBRO PER TUTTIDIO ESISTE!pag. 14

NEL COSMO C'È PIÙ ANTI-MATERIA DEL PREVISTOpag. 15

PER RIPOSARSI IN POCHE ORE SERVONO I GENIpag. 15

DI TUTTO UN PO'pag. 16

«Ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturiscein vita eterna»

Giovanni 4:14

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F I N O A L L ' U L T I M A G O C C I A

SUL PIANETA DELL'ACQUAIN 7 MILIARDI HANNO SETEIl limite di sostenibilità delle risor-se è quasi raggiunto. Per evitare che il sistema vada in tilt dobbiamo impara-re a governarlo.A risparmiare, a consumare consape-volmente. E ad applicare le tecnolo-gie per dissalare il mare.

L'uomo sta oggi intaccando le ri-serve di acqua fossile conservata sot-to terra e non rinnovabile.

Non abbiamo perso acqua lungo la strada. Non è evaporata nello spazio, né è finita inghiottita in qualche infe-ro della Terra. L'acqua presente oggi sul pianeta è la stessa che lo bagnava alla fine del Diluvio; il 70% del mon-do è coperto da acqua.

Solo il 2,5% è dolce e di questa so-lo l'1% è disponibile, cioè non intrap-polata nel ghiaccio, nelle nevi peren-ni o troppo in profondità.

Abbastanza, comunque, per con-sentire la vita degli uomini e di tutti gli animali di continuare la loro vita.

Ma qualcosa sta cambiando. Il dol-ce ritmo della natura ogni tanto s'in-ceppa. Alle nostre latitudini le preci-pitazioni diventano spesso estreme, temporali sempre più intensi di oro blu che il terreno non riesce a tratte-nere, per irrigare campi e alimenta-re falde, e finisce tutto in mare; op-pure non piove per settimane o me-si, desertificando aree che prima era-no fertili.

E non va meglio alle popolazioni che dipendono tradizionalmente dai ghiacciai: il surriscaldamento clima-tico sta alterando drasticamente il ci-LE CIFRE DIUN'EMERGENZASe la disponibilità d'acqua in Europa potrebbe essere sufficiente, tuttavia i consumi sono troppo elevati.L'Italia non è tra i Paesi encomiabili con i suoi 200 litri consu-mati pro capite ogni giorno, anche tenendo conto dell'utilizzo industriale.

QUANTO «BEVIAMO« SENZA SAPERLOPer ogni alimento che consumiamo nella fase di produzione, viene impiegata, direttamente o indirettamente una certa quantità d'acqua. La tabella qui sopra vi segnala quanto litri occorrono per alcuni principali alimenti; ad esempio, per produrre un kg di pasta se ne impiegano ben 1.849! È pertanto comprensibile come il problema delle risorse sia un problema a livello mondiale, ma sembra siano inutili le raccomandazioni dei vari Enti per un risparmio «consapevole». Corriamo verso la desertificazione?Come cristiani abbiamo il dovere di concorrere a tenere un comportamento atto a preservare i beni della Natura. In fondo dovrebbe essere uno dei compiti affidatoci dal Signore ricordando che all'uomo Adamo diede come lavoro l'amministrazione del Creato.

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CI AIUTERÀ IL MARE?Se l'acqua dolce scarseggia (e il livello degli oceani sale a causa del disgelo) è facile volgere lo sguardo verso quella distesa sterminata di acqua salata che circonda la terra emersa sul pianeta.Dissalare il mare è la soluzione?È un'opzione che l'Unep, al mo-mento, considera troppo costosa: «Richiede ancora grandi quantita-tivi di energia, di risorse umane e

finanziarie, e di assistenza tecnica», si legge nel Global Environment Out-look. Molto più ottimista Enrico Dri-oli, professore emerito dell'Università della Calabria e oggi docente in Corea del Sud, che ha guidato un progetto di ricerca internazionale d'avanguardia in questo campo (Medina) in collaborazione con i maggiori centri di ricerca europea e israeliana del settore.«La dissalazione delle acque, sia saline che salmastre, sarà probabil-mente lo strumento principale per affrontare la scarsità di acqua».Dissalare il mare è un'utopia o una realtà del futuro?«Vari Paesi vivono già di acqua dissalata. L'Arabia Saudita, Israele, i Paesi del Golfo, aree dell'Australia. I prezzi delle nuove tecnologie a membrana vanno diminuendo, diventano sempre più accessibili. Ci sono oggi impianti che producono milioni di litri di acqua purificata al giorno, grazie a tecniche di questo genere».Quanto costa dissalare l'acquadi mare?«In Paesi come Singapore o Israele, con tecnologia a membrana, costa 50-52 centesimi di dollaro per metro

cubo, mentre per alcune realtà, come l'India, sono in effetti ancora troppo elevati.Non per noi, che paghiamo a volte la bottiglietta di acqua minerale anche due euro. L'obiettivo è arrivare a 30 centesimi di dollaro, con le tecnolo-gie già esistenti». Insomma, in futuro alcuni Paesi si potranno permettere l'acqua e altri no? «I Paesi più avanzati nella ricerca saranno quelli che gestiranno meglio anche queste applicazioni. Noi lo eravamo, pur-troppo non lo siamo più». A livello di ricerca chi primeggia oggi?«Ci sono centri di eccellenza in tutto il mondo. Il progetto europeo Medina ha creato le premesse per tutta un'altra serie di progetti, più grossi e più interessanti, che però al momento non si sviluppano più in Europa ma in altri Paesi (Giappo-ne, Arabia Saudita, Corea, Cina). A differenza di Medina, che è stato un progetto squisitamente scientifico con interessanti ricadute, poi tutto si è fermato lì come spesso accade in Europa, il progetto Megathon ha per esempio coinvolto tutto il mondo industriale giapponese».Sara Gandolfi, SETTE 12/2013

San Pietro in Bevagna (TA).Si dice che su questa spiaggia sbarcò l’apo-stolo Pietro nel suo viaggio verso Roma.

Se tu fossi statoattento ai miei comandamenti la tua pace sarebbe come un fiume, la tua giustizia,come le onde del mare.Isaia 48:18

clo di gelo e disgelo, e con esso il de-flusso stagionale che alimenta i gran-di fiumi. Dalle Ande all'Himalaya: ol-tre un sesto dell'umanità dipende da quelle acque.

Intanto gli esseri umani aumenta-no, diventano sempre più voraci e af-famati di prodotti e piaceri che consu-mano acqua. Troppa.

L'acqua disponibile rischia in un fu-turo non lontano di essere insufficien-te per 7 miliardi di persone, che sa-ranno 10 nel 2100. Dobbiamo, quin-di, imparare a governare meglio l'in-certezza climatica e i nostri sprechi dell'acqua prima che vada in «tilt».

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ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2012Breve sintesi dell'attività svolta da AISO. È un piccolo contributo alla diffusione del pensiero creazionista, alla quale contribuiscono anche altre associazioni. Ci auguriamo che il lavoro svolto dai nostri collaboratori possa contribuire a dare una spallata sempre più potente al mondo dell'evoluzionismo!

CONFERENZE DETTE«TRILOGIE SULLE ORIGINI»Oratore: Ing. Stefano Bertolini

SESTO SAN GIOVANNI: 9-10 marzoLUGANO: 30 marzo - 1 aprileVARESE: 20-22 aprileNOVARA: 27-29 aprile

INTERVISTE RADIOFONICHE Oratore: Dr. Fabrizio Fratus27 marzo a Radio La Voce2 aprile a La Voce

INTERVISTE TELEVISIVE 12 settembre a Tele VIVEcon Stefano Bertolini23 novembre a: LA 7 GOLDcon Fabrizio Fratus

Inoltre da maggio 2012 ad oggi tutti i sabati dalle 12.30 alle 13.30 suwww.radioglobeone.itintervista-dibattito con Fabrizio Fratus

SEMINARI- CONGRESSI 16 maggio a Desio (MI)SERATA DEDICATA ALL'ATTUALITÀ SCIENTIFICA

3O Settembre a Parigi Convegno su SCIENZA, EVOLUZIONE E FEDE con la partecipazione di Fabri-zio Fratus

18 novembre a Gràntola (VA) - CONVEGNO SULLA TEORIA DI DARWIN

Tecnologie spaziali

Rottame manda in tilt il satelliteVagava da oltre cinque anni intorno alla Terra e il 22 gennaio ha scalfito un satellite russo spostandolo dalla sua orbita originaria e mandandolo fuori uso.Il protagonista è un rottame spaziale scaturito dalla distruzione di un satel-lite meteorologico cinese nel 2007. Pechino voleva dimostrare al mondo intero di aver raggiunto la «capacità antisatellite», cioè di essere in grado di distruggere con un proprio missile un veicolo spaziale in orbita. Per questo i responsabili spaziali dell'Esercito del Popolo scelsero come obiettivo il vecchio satellite «Feng Yun 1C» ormai fuori uso. Il test fu un successo se non fosse che il fuoco d'artificio generò una pioggia di rottami (3.378 pezzi censiti) di diverse dimensioni (oltre i 5-10 cen-timetri), aumentando immediatamen-te del 30 per cento la quantità della spazzatura e il rischio di collisioni nel tempo pure a quote basse.Sulla stazione spaziale anche nell'ot-

tobre scorso è suonato l'allarme e gli astronauti si sono rifugiati nelle capsule per il rientro in attesa che il pericolo passasse.Ora uno di quei pezzi vaganti si è scontrato con il satellite geodeti-co russo Blits (una piccola sfera) come ha confermato lo US Strategie Command, spostandolo e addirittu-ra facendolo girare su se stesso più velocemente (dai 5,6 secondi a 2,1 secondi).Di conseguenza, affermano gli spe-cialisti del Center for Space Stan-dards & Innovation americano, sarà danneggiato e non più utilizzabile per la scienza (misurava la deriva dei

continenti). Sono 17 mila i frammen-ti catalogati intorno alla Terra con una taglia di circa di 10 centimetri, ma essendo sempre più numerosi pongono un rischio destinato a cre-scere per un aumento della proba-bilità di scontri fra gli stessi rottami generando una sorta di reazione a catena tremendamente pericolosa e più frequente.Giovanni Caprara da Corriere.it/scienze

Modellino della «stazione spaziale Freedom» che avrebbe dovuto essere una base permanente abi-tata con equipaggio in orbita attorno alla Terra. Anche se approvato dall'allora presidente Ronald Reagan e annunciato nel 1984, Freedom non è mai stata costruita e dopo vari tagli, i resti del progetto sono andati a far parte della Stazione Spaziale Internazionale.

Lo Skilab («Laboratorio spaziale del cielo») fu messo in orbita nel 1974 ; precipitò l'11 luglio 1979. Durante l'ultima orbita intorno alla Terra sorvolò per la maggior parte le masse d'acqua dell'Oceano Atlantico e Indiano. La stazione si spezzo in più parti che caddero fortunatamente a sudest di Perth nell'Australia Occidentale senza comunque ferire alcun abitante della zona.Ne vennero costruiti tre per una spesa complessiva di circa 2,6 miliardi di dollari di allora.

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Terrier Beagle Bassotto

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DARWIN E LE RAZZEMi piace la scienza, cioè le cose concrete, di-

mostrabili e dimostrate. È stato un piacere per l’intelletto leggere gli scritti di Pasteur e Mendel, che annunciavano rivoluzionarie novità con pa-role semplici, lineari, di poche pagine, che indi-cavano esperimenti replicabili e risolutivi.

Per non rimanere con valutazioni di seconda mano su Darwin, decisi di leggere anche la tra-duzione italiana della sua opera fondamentale, pubblicata a Londra nel 1859 (L’origine delle spe-cie, Newton Compton, Roma 1974). La mole del libro mi dava qualche preoccupazione (560 pp.), ma ero deciso a capire le sue ragioni. Ar-mato di una matita per sottolineare e annotare, volevo mettere in evidenza sia il discutibile che l’accettabile.

Nel Primo capitolo (pp. 39-49) Darwin fece una veloce ricognizione su quanto era stato fino ad allora pubblicato sull’argomento.

Si contrappose subito, considerandola come una concezione in via di superamento, a quel-la che considerava le specie come «prodotti im-mutabili di creazioni distinte» (complimenti, è una sintetica e chiara definizione di creazioni-smo).

Citò 34 autori, di cui disse che «credono nel-la mutevolezza delle specie o, quanto meno, non credono ad atti creativi distinti» (p. 47, nota n. 3), dimostrando egli stesso che la sua impostazione non era poi così originale come oggi si vuole far credere. Fin qui, comunque, la lettura è stata abbastanza interessante.

Già all’inizio della successiva «Introduzione» (pp. 50-54) mi sono però messo in allarme, per-ché c’è scritto: «Sono ben pochi gli argomen-ti trattati in questo libro ai quali non si posso-no opporre dati di fatto che portano a conclu-sioni chiaramente contrastanti con quelle cui io sono arrivato». Se lo riconosce lui stesso che c’è ben poco che non si possa contestare, mi sono chiesto, allora dov’è la forza di sfondamento di questo libro?

L’Introduzione termina con altre affermazio-ni per me preoccupanti: «Molte cose sono an-cora oscure e rimarranno oscure ancora per lun-go tempo. Ciononostante […] Sono profonda-mente convinto che le specie non sono immu-tabili […] Inoltre sono convinto che la selezione naturale è stata la causa principale» (p. 54). Convinzioni ribadite nonostante l’oscurità, in-somma, non a causa di una nuova luce!

Il Primo capitolo descrive la variabilità nelle specie domestiche ed è una realtà pienamen-te condivisibile. Ci sono però espressioni poco scientifiche, perché Darwin si appellava a «mi-steriose leggi» che mettono in relazione lo svi-luppo delle varie parti (p. 59); poi proseguì ap-poggiandosi a leggi «del tutto sconosciute» che governano l’eredità (p. 60, poi anche a p. 132 e 141), con l’aggravante che quelle leggi gli era-no sconosciute perché si era rifiutato di prende-re in considerazione l’opera che Mendel gli ave-va inviato.

Si può chiamare scienza quando svela il mi-stero, non quando lo prende a giustificazione! Abbondano anche soggettivismi e supposizioni del tipo «secondo me», «se ciò fosse vero», «non posso pensare» e altre simili.

Il Secondo capitolo parla della variazione in natura e verso la fine c’è scritto: «Ritengo che una varietà ben definita può essere a buon con-to considerata specie incipiente, però la legitti-mità di questa opinione non può essere giudica-ta se non soppesando globalmente i diversi fat-ti e le diverse ipotesi che si trovano sparsi in tut-to il libro» (p. 97s).

È una strategia tipica di chi non ha dimo-strazioni precise e si appoggia su molti argo-menti opinabili, sperando che la quantità (vedi anche il numero di pagine) sopperisca alla qua-lità. In questo modo, però, la tesi diviene para-dossalmente inattaccabile, perché qualsiasi ar-gomento si contesti, si può dire che non è quel-lo a essere decisivo e che bisogna guardare il complesso delle prove.

Insomma, per dirla con Popper, ci si pone sul terreno della «non falsificabilità», dove cioè non c’è qualcosa di definito che funga da banco di prova, mentre la logica della scienza si basa pro-prio su prove cruciali che dimostrino la tesi so-stenuta e che possano essere demolite da appo-site controprove.

La mia poca pazienza cominciava a esaurir-si e così ho quasi saltato il Terzo capitolo, anche perché lì si parla della «Lotta per l’esistenza» e se ne intuisce il contenuto; volevo anche arriva-re in fretta al cruciale cap. 4, dove viene trattata la famosa «Selezione naturale».

Già all’inizio, però, ho trovato un altro «boc-cone amaro», perché c’è scritto: «Il principio della selezione, che abbiamo visto quanto sia potente nell’uomo, può valere in natura? Tenia-mo presente la capacità di presentare variazio-ni singolari, immensamente grande nei prodot-ti di allevamento e un po’ più limitata nei viven-ti allo stato naturale» (p. 127).

Quell’aggettivo «immensamente» non è ve-ro, perché le variazioni negli allevamenti sono limitate, al punto che dai cavalli sono stati ot-tenuti solo cavalli e dai cani solo e sempre al-tri cani!

In fondo è questa l’incongruenza del libro di Darwin: parlare di una cosa vera, cioè la varietà all’interno della specie, per poi estenderla «im-mensamente», come se fosse un’operazione sen-za problemi. È un’ovvietà affermare che da una coppia di cani bastardi si possono ottenere una varietà di razze di cani, ma Darwin riteneva che ciò dimostrasse la possibilità di una variazione infinita, che spiegasse anche come dai mammi-feri terrestri, per esempio, si fosse potuto passa-re ai mammiferi adatti alla vita acquatica (come le balene).

Il giusto titolo per il libro di Darwin sarebbe perciò non «L’origine delle specie», ma «L’ori-gine delle razze», perché è di quest’ultime che in fondo si parla (vizio che in genere si ripete nei darwinisti di oggi, che continuano a con-centrarsi sulla variabilità interna alla specie, schi-vando così i veri nodi della questione!).

Non ho più retto quando, come «prova» dell’efficacia della selezione naturale, Darwin immaginò una specie che chiamò (A), la qua-le dopo diecimila generazioni si immaginò che avesse potuto produrre le varianti divergenti a10, f10 e m10 (p. 160), continuando a introdurre gli argomenti con continui «poniamo», «si suppo-ne», «secondo me» e similari.

Alcuni troveranno incredibile questo riassun-to, ma il libro di Darwin si trova in ogni libreria e in ogni biblioteca: per favore controllate!

Mi avvio a concludere, citando il riassun-to del capitolo 4 (p. 166) fatto da Darwin stes-so: «Durante il lungo corso delle età e in diver-se condizioni di vita, gli organismi variano in di-verse parti della loro organizzazione, e questo, secondo me, non può essere messo in discus-sione».

D I Z I O N A R I E T T O

I PRINCIPALI TERMINI DELCONTRADDITORIO!

Continua l'elenco sulle principali voci del mondo evoluzionista e creazionista.Ringraziamo il Prof. Ferdinando De Angelis che ci ha autorizzato il riporto di alcuni termini.

«Le variazioni negli allevamenti sono limitate,al punto che dai cavalli sono stati ottenutisolo cavalli e dai cani solo e semprealtri cani!»

Boxer Dalmata Chihuahua

Cane di San Bernardo Levriero

russo

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Come dire: «È una mia opinione personale, ma indiscutibile». Più avanti affermò invece che «l’opinione corrente, secondo la quale la quan-tità delle variazioni possibili è strettamente limi-tata», fosse da considerarsi «una semplice opi-nione», mentre corrisponde pienamente alla re-altà osservabile (p. 170, nota 9, da lui aggiunta all’ultima edizione).

Credo che le opinioni siano tutte «semplici opinioni» e che tutte siano discutibili, se non di-mostrate, comprese quelle di Darwin.

Molti darwinisti continuano a ritenere certe le opinioni di Darwin, rifiutandosi di confrontar-si con chi non ha la loro stessa fede: perché di fede si tratta quando si è certi di cose che non si vedono. Non che, evidentemente, disprezzia-mo la fede, purché non sia intollerante e pur-ché non si ammanti con una certezza scientifi-ca che non ha.

DISEGNO INTELLIGENTEINTELLIGENT DESIGN (ID)

È la traduzione più diffusa di Intelligent De-sign (ID), che significa più precisamente Proget-to Intelligente, o Progettualità razionale.

Afferma semplicemente che la complessità degli esseri viventi fa pensare alla messa in atto di un progetto e non può essere spiegata come frutto del caso – come afferma invece il darwini-smo, che postula un’opera di mutazioni casuali e selezione naturale.

L’ID non precisa né le caratteristiche del Pro-gettatore, né come si è realizzato il progetto e neppure quanto tempo è stato impiegato.

Si oppone al darwinismo e al naturalismo, ma fra i suoi aderenti ci sono persone di varie religioni e anche chi crede in un'evoluzionismo teista.

EINSTEIN CONTRO DARWINAlbert Einstein è considerato da molti come

il più grande scienziato che sia esistito.Da giovane aveva letto la Bibbia, ma poi ri-

fiutò la concezione di un Dio di natura persona-le, approdando ad una visione del mondo va-gamente buddista, ma anche con simpatie per Francesco d’Assisi; respingeva comunque chia-ramente l’interpretazione letterale della Genesi.

Precisiamo questi suoi orientamenti per mostrare come il suo parere negativo su Dar-win non sia motivato da pregiudizi di tipo bibli-co. Per lui, già mezzo secolo fa, era ormai chia-ra l’inconsistenza del darwinismo e dichiarò: «Considero le dottrine evoluzionistiche di Dar-win, Haeckel e Huxley, come tramontate senza speranza» (H. Muschalek, Dio e gli scienziati, Pa-oline, Alba 1972, pp. 30s).

Continua sul prossimo numero con le voci su:EVOLUZONISMO eEVOLUZIONISMO TEISTA

Albert Einstein e sua moglie

F A R F A L L E

D'estate le Monarca tropicali si spingono fino in Canada. Con l'avvicinarsi dell'inverno migrano a sud verso il Messico, dove ibernano in massa

nel Michoacàn e nelle montagne dellaSierra Madre.

In primavera l'aumento della temperatura risve-glia le Monarca. Si accoppiano mentre tornano

a nord, pratica che porta velocemente il ma-schio alla morte.

Quando si spostano verso sud la generazione che parte è anche quella che arriva.

Per raggiungere la meta a nord ci vogliono invece più generazioni.

Quelle che sono sopravvissute al lungo viaggio verso il sud e hanno passato l'inverno in Messi-co arrivano al massimo in Texas o in Louisiana.Le femmine gravide rimangono vive abbastan-za da trovare un luogo per deporre le uova,

sulla prima Asclepiadacea che trova.Queste piante costituiscono il nutrimento per le larve, riempiendo i bruchi - e poi le farfalle - del veleno che rende le Monarca non commestibili.La nuova generazione si schiude in breve tem-

po e continua il viaggio verso nord, fino ai Grandi Laghi, dove depone a sua volta le uova.Dopo poco la progenie si dirige verso la costa est: saranno i suoi discendenti a compiere il

lungo viaggio di ritorno (circa 4.800 chilometri) verso il Messico.

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P E N S I E R I

ALLA RICERCA DI FRANCESCO D'ASSISIDi questi tempi non si fa altro che parlare di Francesco,

alias papa Francesco Bergoglio il quale va acquistando crescenti simpatie per il suo modo di fare e anche di parlare con semplicità e chiarezza, doti che, purtroppo, oggi mancano in molti!

A noi vengono in mente quelle di Francesco d'Assisi pronunciate nel 1224 nella chiesetta di San Damiano, presso Assisi nel «Cantico di frate Sole».

Altissimu, onnipotente, bon Signore,tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano,et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,spetialmente messor lo frate sole,lo qual'è iorno, et allumini noi per lui.Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:da te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle:in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate ventoet per aere et nubilo et sereno et onne tempo,per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua,la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu,per lo quale ennallumini la nocte:et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amoreet sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale,da la quale nullu homo vivente pò skappare:guai a'cquelli ke morrano ne le peccata mortali;beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore et rengratiatee serviateli cum grande humilitate.

Secondo le antiche fonti francescane il Cantico sarebbe stato composto nella chiesetta di San Damiano, presso Assisi, nel 1224, dopo una notte di tribolazioni al termine della quale una visione divina avrebbe promesso a Francesco d'Assisi la beatitudine eterna.Il componimento è in versetti di intona-zione biblica, assonanzati ma non ricon-ducibili ad un metro preciso, e con tutta probabilità seguente il cursus; scritto in volgare umbro, ma con una veste non de-cisamente dialettale tranne alcune preci-se o interessanti particolarità.Francesco si sarebbe dapprima limitato a dettare le lasse iniziali; quindi avrebbe aggiunto quelle della rassegnazione e del perdono, in seguito ad una controversia avvenuta tra il vescovo e il podestà d'As-sisi; salvo poi completare il cantico poco prima della morte.Tuttavia il Cantico si presenta mosso da un'ispirazione unitaria, sia poeticamente sia nei temi di esaltazione e di meditazio-ne religiosa: le fonti bibliche (un passo di Daniele e un luogo del Salmo 148) restano soltanto una traccia sopra la quale Fran-cesco ha impresso il segno di una perso-nale creazione lirica.Il testo qui riportato, secondo la più recen-te e accreditata ricostruzione critica, è di Gianfranco Contini.

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IL BOSONE DI HIGGSLA SCOPERTA CHE CAMBIA

LA VITA?

A T T U A L I T À

Sabato 13 aprile 2013 è sta-to assegnato a Rolf-Dieter Heuer, Stephen Myers e Ser-gio Bertolucci il «Premio eu-ropeo 2013 per la Fisica» per la scoperta di una particella compatibile con il bosone di Higgs, che per più di quaranta anni è stato una sorta di Sacro Graal per la fisica delle intera-zioni fondamentali.Quello che rende questa parti-cella così speciale è il fatto che essa è la prova regina dell'esi-stenza del meccanismo che dà origine alla massa di tutte le particelle elementari, un mec-canismo che si sarebbe messo all'opera un centesimo di miliar-desimo di secondo dopo il Big

Bang e che avrebbe reso possi-bile la formazione dell'Univer-so.Ma al di là di queste supposizio-ni abbastanza aleatorie, resta il fatto che la scoperta, anche se al momento non possiamo pensare a nessuna sua applicazione pra-tica, suscita l'incoraggiamento del direttore del Cern, Rolf-Die-ter Heuer a proseguire sulla stra-da dell'applicazione nel cam-po della medicina, in particola-re nella diagnosi e cura dei tu-mori.Nessuno avrebbe pensato 50 anni fa che proprio dai positro-ni sarebbe scaturita la diagnosi dei tumori con la Pet. Buon lavoro al Cern!

Rolf-Dieter Heuer, 64 ani, direttore gene-rale del CRN di Ginevra.

Il coraggioSpecialmente nei momenti di crisi economica è necessario avere il coraggio di investire in innovazione.Rolf-Dieter Heuer

IL CERN DI GINEVRAIl 4 luglio 2012 gli esperimenti con-dotti dal Cern di Ginevra hanno por-tato alla scoperta di una particella le cui caratteristiche sono compa-tibili con il bosone di Higgs (foto in basso).Il bosone di Higgs: elemento baseNel 1964 lo scienziato Peter Higgs aveva ipotizzato l'esistenza di un bosone che dava massa a ogni cosa: il bosone di Higgs è l'elemen-to base, la cui esistenza permette a tutte le altre fondamentali particelle (dai protone all'elettrone, agli altri bosoni) di avere una massa. Senza il bosone di Higgs la materia sareb-be molto diversa da come la cono-sciamo.Le altre scoperte o invenzioniTra le altre eccezionali invenzioni del CERN ricordiamo che il Web è stato inventato al Cern di Ginevra nel 1989.Un «sistema informatico» che oggi genera il 15% dell'economia mon-diale e ha cambiato in modo so-stanziale il nostro modo di vivere.Non meno importanti sono gli svi-luppi che il laboratorio ha dato alla superconduttività, ai rivelatori a stato solido per imaging all'uso de-gli acceleratori di particelle per la terapia dei tumori.

Il CERN, Centro ricerche Nucleari, dal 1954 è il più grande laboratorio al mondo di Fisica fondamentale dove vi lavorano più di 14 mila ricercatori!

In questa immagine elettronica elaborata dai dati ottenuti con l'acceleratore per adroni del CERN, le linee gialle rappresentano le tracce di una collisione tra protoni.

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Nessuna cosa è urgente, come quella di ringraziare.Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.)

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T E M A D E L M E S E

Chi si occupa più in profondità della vita su questa terra, non uscirà dallo stupore. Ogni pianta che in primavera spunta dalla terra è un miracolo.La molteplicità di animali con più di un milione di specie. Dalla balena, lunga 50 m e con più di 100 tonnellate di peso, alla quasi invisibile ameba. Ci sono animali che cambiano il proprio colore o pesci che volano. Nei mari esistono pesci che vivono alla profondità di 10.000 m e che luccicano come torce.

Miracoli su miracoli, ma da dove provengono?

Se pensiamo al nostro sistema solare e all'universo che conosciamo finora non finiamo di stupirci.

Basti pensare alla distanza tra la Terra e il Sole, all'inclinazione e alla velocità con la quale la Terra gira intorno al Sole. Se questi parametri fossero solo minimamente diversi, saremmo morti di freddo oppure bruciati. In questo modo però la nostra Terra mantiene l'equi-librio perfetto necessario per la vita e la crescita.

Mi stupiscono le persone che vogliono comprendere e spiegare l’universo, mentre è già abbastanza difficile orizzontarsi a Chinatown di New York.Woody Allen

Se anche il minimo dettaglio di questa costellazione cambiasse, ciò porterebbe a morte e distruzione.

L'incredibile miracolo dell'universo?

Sappiamo che la distanza tra la Terra e il Sole è di 150 milioni di chilometri.

È una distanza enorme, ma ancora

I GRANDI MIRACOLI

immaginabile. Se fosse possibile ar-rivare al sole con una nave spaziale, uno «Space Shuttle» per esempio ci metterebbe 231 giorni. Ma la distanza al prossimo sistema solare è già di 4 anni luce. Tradotto in chilometri si parla di una cifra a 13 zeri:

40 bilioni di chilometri.Uno «Space Shuttle» impiegherebbe

169.119 anni per percorrerli!Una nebulosa a spirale o una galas-

sia come la nostra Via Lattea contiene miliardi di sistemi solari. La sua espan-sione è di 150.000 anni luce e la galassia più vicina è distante 25.000 anni luce. Immaginate le dimensioni di questo universo. Scienziati stimano l'esistenza di 50 miliardi di queste galassie.

Tutti questi sistemi seguono i loro percorsi secondo precise regolarità. Anno per anno.

E ci sono persone che affermano che tutto ciò sia nato per caso. Molti credono anche che questa teoria abbia fondamenti scientifici. Ma ciò che gli scienziati possono osservare e confer-mare effettivamente sono solamente i fenomeni naturali. Possono solo specu-lare e creare teorie su come sono nati.

Nelle teorie ateistiche, la figura di Dio o di un'Intelligenza creatrice vengono sostituiti dal caso.

Ma questo ordine perfetto come lo possiamo vedere in tutta la creazione, non può essere nato dal caso. Chi può affermare che l'ordine nasca dal caso? Di regola, quando lasciamo le cose al caso, si crea disordine. Questo lo potete provare nel vostro giardino o in qualsiasi altro posto. Chi per esempio non cura il suo giardino per un anno, ma lo lascia al caso, troverà caos al posto dell'ordine.

L'ordine però, così come lo possia-mo vedere in tutta la Creazione, indica chiaramente un Creatore.

Tutto in questa creazione indica ver-so un costruttore geniale, che ha creato l'intero universo e nel quale ha lasciato per noi tracce della sua essenza e del suo potere della creazione.

Dove portano queste tracce?Queste tracce possono mostrarci la

via che ci porta a Dio. Dio ci ha mostrato nella Bibbia, attraverso suo figlio Gesù Cristo, la via verso la fede, il perdono e la vita eterna.

Chi ha conosciuto questa via, troverà anche il senso e la speranza per la sua vita.

Aumento delle tasse, elezioni, scandali e crisi, preoccupazioni per i figli o il matrimonio, per il posto di lavoro o l'istruzione. ..

Siamo prigionieri dei nostri problemi quotidiani, i nostri pensieri girano sempre attorno le stesse cose. Eppure dimentichiamo i miracoli che ci circondano! Noi stessi siamo un grande miracolo del quale

ce ne rendiamo conto troppo raramente.Tutto è scontato: la capacità di muoverci, la salute, la vita in sé...

finché queste cose non vengono a mancare.Finché non ci ammaliamo. A quel punto riflettiamo.

La maggior parte delle volte, però, ricadiamo nuovamente nello stesso circolo vizioso enon riusciamo più a vedere nulla delle migliaia di miracoli che ci circondano!

Un giorno annuncia parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.Salmo 19:2

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Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo.Meravigliose sono le tue opere e l'anima mia lo sa molto bene.Salmo 139:14

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La creazione di Dio ci dà la possibilità di vivere ma sottolinea anche nella sua varietà le affermazioni bibliche.

Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili.Romani 1:20

Come possiamo seguire queste tracce?

Iniziando a ringraziare Dio consapevol-mente. Iniziamo ringraziando Dio per la sua onnipotenza e la sua forza di creazione.

Ringraziate Dio che vi ha creati. Rin-graziatelo quando vedete i primi raggi di sole la mattina, o quando sentite il canto degli uccellini in primavera.

Ringraziate il Signore per i fiori. Tutto ciò può essere un motivo per ringraziare Dio, il Creatore.

Quanto sono numerose le tue opere, Signore! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze.

Duri per sempre la gloria del Signore, gioisca il Signore delle sue opere!

Canterò al Signore finché avrò vita;salmeggerò al mio Dio finché esisterò.

Salmo 104:24, 31, 33

Anche per me stesso posso essere grato, di essere vivo, di poter mangiare, lavorare e godermi il riposo.

E anche se forse tutto ciò non funziona come vorrei, rimangono sempre tante cose per le quali posso ringraziare Dio.

Spesso è una questione di prospettiva, se vedo solo il dettaglio, che manca - o le tante capacità che mi sono rimaste.

T E M A D E L M E S E

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chiaravano di adorare Dio, sostenen-do che i loro idoli erano rappresenta-zioni della Divinità e che, attraverso queste immagini, le persone avrebbe-ro conosciuto Dio con maggiore im-mediatezza. Essi respinsero la predi-cazione di Noè. Nel tentativo di rap-presentare Dio con oggetti tangibili, non riuscivano più a scorgerne la ma-està e la potenza. Non capivano più la santità del suo carattere, la sacrali-tà e l’immutabilità delle sue richieste. Nella corruzione generalizzata, il loro atteggiamento sembrava molto meno colpevole, ma in realtà essi erano or-mai giunti a dichiarare che la legge divina non era più valida. Secondo lo-ro, il Signore non voleva punire la tra-sgressione e quindi non avrebbe mai giudicato la loro società.

Se quegli uomini avessero ubbidi-to alla legge di Dio, avrebbero rico-nosciuto la voce divina nelle parole di avvertimento del suo messaggero, ma il loro ostinato scetticismo li rese così insensibili da convincersi che il mes-saggio di Noè era veramente un’illu-sione.

La maggioranza non aveva accet-tato la verità; il mondo intero si era infatti schierato dalla parte dell’ingiu-stizia, contro Dio e la sua legge. Noè venne considerato un fanatico. Quan-do Satana convinse Eva a disubbidire a Dio le disse: «... No, non morrete af-fatto» (Genesi 3:4).

Grandi uomini, saggi e onora-ti, ma con una mentalità materialisti-ca, fecero lo stesso discorso: «Le mi-nacce di Dio» dicevano «sono solo un’intimidazione e non si realizzeran-no. Non occorre preoccuparsi. Il Cre-atore del mondo non potrà distrugge-re la sua opera: quindi, Dio non puni-rà mai gli esseri umani. Tranquillizza-tevi, non abbiate paura: Noè è solo un fanatico». La gente fu felice del fol-le atteggiamento di quegli uomini, or-mai vecchi e disincantati. Invece di umiliarsi sinceramente, molti conti-nuarono a manifestare un comporta-mento ribelle e ingiusto, come se Dio non avesse rivolto loro alcun avverti-mento.

Noè era come una roccia in mezzo

alla tempesta; circondato dal disprez-zo e dalla derisione della gente, si di-stinse per la sua eccezionale integri-tà e per la sua fede incrollabile. Pre-dicava con grande autorità, perché sa-peva che Dio parlava attraverso di lui. Il contatto con Dio lo rese così forte che per ben centoventi anni annunciò quel messaggio solenne agli uomi-ni della sua generazione, con una co-stanza che la razionalità umana giudi-cherebbe incomprensibile.

Gli uomini di allora ritenevano che le leggi della natura fossero eter-ne. Il succedersi delle stagioni, infatti, era sempre stato regolare; la pioggia non era mai caduta. La terra veniva bagnata dalla nebbia e dalla rugiada, i fiumi non avevano mai oltrepassa-to le loro sponde e l’acqua continuava a scorrere verso il mare. Precise leggi naturali impedivano che i corsi d’ac-qua travolgessero gli argini. Nella lo-ro intelligenza, quegli esseri non pen-sarono a colui che governa le acque dicendo: «... Fin qui tu verrai, e non oltre...» (Giobbe 38:11).

Il tempo passava senza che nel-la natura si verificassero cambiamen-ti visibili. Coloro che avevano trema-to di paura, cominciarono a rassicu-

S C U O L A D E L S A B A T O

E VENNE... IL DILUVIO

«Per fede Noè, divinamente avver-tito di cose che non si vedevano an-cora, mosso da pio timore, preparò un’arca per la salvezza della propria famiglia; e per essa fede condannò il mondo e fu fatto erede della giusti-zia che si ha mediante la fede» (Ebrei 11:7).

Attraverso l’opera che Noè sta-va realizzando manifestava al mondo la coerenza del suo messaggio di av-vertimento ed evidenziava la sua fe-de crescente. Con il suo esempio, egli dimostrò cosa significhi credere a ciò che Dio dice: investì nell’arca tutti i suoi beni e quando cominciò a co-struire quell’immensa imbarcazio-ne, sull’asciutto, migliaia di persone vennero da ogni parte della terra per assistere allo strano spettacolo e udi-re l’appassionato messaggio di quel singolare predicatore. Ogni colpo di martello costituiva una testimonianza per quelle persone.

Inizialmente molti sembrarono ac-cettare l’avvertimento, ma essi non si rivolgevano a Dio motivati da un ve-ro pentimento né volevano rinunciare ai loro errori. Durante il periodo pre-cedente al diluvio la loro fede fu mes-sa a dura prova. Travolti dallo scetti-cismo essi si unirono alla massa in-credula per respingere quel messag-gio solenne. Alcuni, invece, ne furono profondamente colpiti e avrebbero voluto seguire Noè: ma coloro che li deridevano e li insultavano erano così tanti che ne furono influenzati e infi-ne si opposero ai misericordiosi invi-ti divini. Questi ultimi divennero pre-sto i più arroganti nel ridicolizzare le parole di Noè. Nessuno diventa così irriverente e meschino come chi, do-po aver compreso i propri errori, de-cide poi di opporsi all’influsso del-lo Spirito Santo. Non tutti gli uomini di quel tempo erano irrimediabilmen-te dediti al culto degli idoli; molti di-

Da Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.Whitevi proponiamo il capitolo 7«IL DILUVIO»Seconda parte

«No, non morrete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Lui, avendo la conoscenza del Bene edel Male»

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S C U O L A D E L S A B A T O

rarsi: ritenevano, come molti pensano ancora oggi, che la natura fosse al di sopra della divinità che l’aveva crea-ta e che le sue leggi fossero così sta-bili da non poter essere cambiate ne-anche da Dio.

Essi convinsero tutti che la pre-dicazione di Noè era un inganno e un’illusione, sostenendo che se il suo messaggio fosse stato valido, le leggi della natura avrebbero dovuto essere modificate. Manifestarono il loro di-sprezzo nei confronti di Dio conser-vando le stesse abitudini che avevano prima di udirne gli avvertimenti.

Le feste e l’immoralità non cessa-rono: si mangiava, si beveva, si pian-tava, si costruiva, si facevano progetti in vista del profitto. La corruzione au-mentava rapidamente, insieme all’ar-roganza e al disprezzo della volontà di Dio. Non vi era più rispetto per il Creatore della terra. Alcuni sostenne-ro che se le parole di Noè fossero sta-te vere gli uomini famosi per pruden-za e saggezza le avrebbero comprese.

Se l’umanità che visse prima del diluvio avesse creduto all’annuncio di Noè e si fosse pentita della pro-

pria malvagità, il risentimento divi-no si sarebbe spento, proprio come accadde per Ninive. Ma a causa della loro ostinata insensibilità agli appelli del profeta di Dio, quella generazione raggiunse il culmine della corruzione, rendendo inevitabile la distruzione.

Il periodo di grazia stava per fini-re. Noè aveva eseguito fedelmente le istruzioni: l’arca era stata ultimata in ogni dettaglio, secondo il progetto in-dicato da Dio. Era stata rifornita di ci-bo per gli uomini e per gli animali e Noè, ormai, stava per rivolgere l’ul-timo appello. Fiducioso, benché pro-vasse un’immensa angoscia, egli sup-plicò i suoi contemporanei di cercare un rifugio finché era possibile trovar-lo. Ma la gente respinse ancora una volta i suoi messaggi, rispondendo con sarcasmo alle parole del profeta.

All’improvviso, la folla ammuto-lì e le beffe cessarono. Animali di tut-te le specie, dai più feroci ai più miti, si dirigevano docilmente verso l’ar-ca, provenienti dalle montagne e dal-le foreste. Si udì il rumore di un ven-to impetuoso, ed ecco numerosissimi uccelli, così tanti da oscurare il cielo,

giungevano in stormi, da tutte le di-rezioni.

Gli animali, a differenza degli uo-mini, ubbidivano a Dio. Guidate dai santi angeli, «vennero delle coppie, maschio e femmina, a Noè nell’arca... » (Genesi 7:9): delle specie di anima-li che erano considerati puri giunsero invece gruppi di sette coppie.

Gli uomini rimasero stupiti da questo fenomeno e alcuni ne furono spaventati.

Invano essi chiesero spiegazioni ai filosofi: era un mistero che non riusci-vano a spiegare. Ma lo scetticismo li aveva resi così indifferenti, che quel-la scena eccezionale produsse solo un effetto momentaneo.

Quando gli esseri umani, ormai condannati, videro il sole brillare in tutto il suo splendore e illuminare una terra bella come l’Eden, dissiparono ogni timore con rumorosa allegria: la violenza delle loro azioni non fece che aggravare la collera di Dio, ormai incombente.

Dio ordinò a Noè: «... Entra nel-l’arca tu con tutta la tua famiglia, poiché t’ho veduto giusto nel mio co-spetto, in questa generazione» (v. 1).

Tuttavia, l’opera di Noè non fu inutile: il suo influsso e il suo esem-pio furono una benedizione per la sua famiglia. Come ricompensa per la sua fedeltà

Dio salvò, insieme a lui, tutti i suoi cari. Ciò costituisce per i genitori un grande incoraggiamento alla fedeltà.

Il periodo di grazia era terminato e gli animali erano arrivati; infine en-trarono anche Noè e la sua famiglia e «l’Eterno li chiuse dentro l’arca».

Un lampo accecante e una nuvo-la luminosa furono visti scendere dal-cielo davanti all’ingresso dell’arca. La solida porta, che non poteva esse-re chiusa dall’interno, fu bloccata da mani invisibili.

Noè venne chiuso dentro l’imbar-cazione e coloro che avevano rifiutato la misericordia divina rimasero fuori. Su quella porta vi era il sigillo del cie-lo; Dio l’aveva chiusa, e solo lui po-teva aprirla.

Illustrazioni di J. Dalenoord tratte dal libro«Schede per bambini della Scuola del Sabato»,ediz. in lingua tedesca

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L I B R I

Autori: Antony Flew & Roy Abraham VargheseEditrice: Alfa & OmegaPagine: 208Prezzo: € 17,90

L'autoreAntony Flew nasce a Londra l'11 febbraio 1923 da un ministro metodista. Compie i suoi studi prima a Cambridge e poi a Bath, laureandosi al St. John's College di Oxford.

Insegna nelle università di Oxford, Aberdeen, Keele, Reading e della York Universiity di Toronto.Dopo aver speso gran parte della sua vita negando l'esistenza di Dio, nel 2004 cambia improvvisamente idea, rinnegando pubblica-mente l'ateismo per avvicinarsi al deismo. Muore l'8 aprile 2010, all'età di 87 anni.

C'è un libro per tutti! Antony Flew:da ateo a credente

Seguire l’evidenza ovunque essa por-ti fu il principio socratico a cui Antony Flew si è affidato per sviluppare i suoi famosi ragionamenti che sino al 2004 lo hanno portato ad essere il maggior rap-presentate della filosofia atea nel mondo.

Per cinquant'anni anni Flew ha scrit-to, insegnato e dibattuto in tutto il mondo sul concetto che Dio era un’invenzione dell’uomo, ma continuando nei suoi studi e nei suoi pensieri, ha seguito il suo pelle-grinaggio della ragione passando dalla fe-de atea a quella in Dio.

Tra le varie motivazioni che hanno spinto a comprendere la necessità di un Dio è la scoperta del DNA e della sua in-credibile complessità non spiegabile con la selezione naturale e ipotetiche mutazio-ni sviluppatrici di nuova informazione.

Scrive Flew: «Il messaggio genetico del DNA è replicato e poi copiato e tra-scritto dal DNA al RNA. Dopodiché vie-ne comunicato agli amminoacidi e, infi-ne, questi ultimi vengono assemblati in proteine. Le due strutture della gestione dell’informazione e dell’attività chimica della cellula, fondamentalmente diverse, sono coordinate dal codice genetico uni-versale».

Seguendo il ragionamento e l’eviden-za di una complessità che non è possibile ridurre alla logica riduzionistica del neo-darwinismo Paul Davies ha scritto «la vi-ta è qualcosa di più di mere reazioni chi-miche complesse. La cellula è anche un sistema d’immagazzinamento, trattamen-to e replica dell’informazione. Abbiamo bisogno di spiegare l’origine di questa in-formazione e il modo in cui il macchina-rio del trattamento dell’informazione ini-ziò ad esistere».

Concetti che fanno comprendere quan-to in realtà la teoria di Darwin non ha for-nito risposte e Antony Flew lo ha compre-so bene arrivando a confutare se stesso ed ad ammettere l’errore della sua vita, cioè l’avere creduto all’ateismo.

La capacità di Antony Flew ad ammet-tere l’errore dei suoi scritti è notevole se si considera che viviamo in una società in cui nessuno ammette di avere sbagliato anche sotto l’evidenza.

L’evidenza ha dimostrato al più impor-tante filosofo ateo del ‘900 che si sba-gliava e che guardando senza pregiudizi la realtà dei fatti si può vedere la mente di Dio.Fabrizio Fratus

Per ordinazioni:[email protected].

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E V E N T I

PER RIPOSARSI IN POCHE ORE SERVONO

I GENINon si tratta solo di alzarsi presto, alle cinque-sei di

mattina, ma di dormire poco:questa sarebbe la chiave del successo.

Avere una giornata più lunga a disposizione significa avere più ore da dedicare a lavoro e carriera.

Del resto la storia racconta di grandi personaggi che si accontentavano (accontentano) di poche ore di sonno:

Napoleone Bonaparte o Thomas Edison, fino a Margaret Thatcher e Madonna.

Ma il problema è più complesso!

L'importante non è solo dormire poco per avere più tempo, ma con-servare, nel corso della giornata, la concentrazione.

I comuni mortali hanno bisogno di almeno otto ore di sonno, altrimen-ti, come ha dimostrato una ricerca dell'Università della Pennsylvania, le loro funzioni cognitive risultano compromesse.

Nella popolazione generale, però, c'è una percentuale di persone che, per ragioni genetiche, dorme poco e si sveglia comunque riposato.

E, durante il giorno, conserva tut-te le capacità mentali, senza cedere alla sonnolenza.

In questo gruppo potrebbero rien-trare alcuni personaggi di successo che avrebbero il privilegio genetico di essere super-attivi con poco riposo.

E allora la domanda: chi non ha questo privilegio come può ovviare all'handicap?

Intanto dovrebbe conoscere il suo cronotipo: capire cioè qual è la sua giusta dose di sonno e soprattutto collocarla nel giusto periodo. Perio-do che è diverso a seconda del gene dell'orologio biologico.

Così ci sono persone (il 70%) che dormono bene fra le 11 di sera e le 7 del mattino, altre (20-25%) che tendo-no ad andare a letto alle 2.30 di not-te e a svegliarsi alle 10 e infine per-sone (5%) che si coricano alle 8-9 di sera e si svegliano alle 5 del mattino.

Assecondare il proprio cronoti-po può essere una buona regola per non rischiare l'insonnia e per sve-gliarsi caricati di energia. E aspira-re al successo.

Tecnologie spaziali

Nel cosmo c'è più antimateria del previstoLa scoperta di Ams-02 (rilevatore di antimateria) agganciato alla stazione spaziale internazionale ISS potrebbe portare a una seconda e più grande scoperta.Lo ha spiegato Samuel Ting al CERN di Ginevra presentando i dati raccolti in 18 mesi di attività del rilevatore posto sulla stazione spaziale Iss, come si può vedere nell'illustrazione qui sotto.

Il primo risultato inaspettato è una quan-tità di particelle di antimateria straordina-riamente elevata, ben superiore a tutte le teorie: 400 mila positroni, che sono degli elettroni con la carica elettrica positiva invece che negativa.Questa è appunto la caratteristica di base dell'antimateria, uguale alla materia co-nosciuta, ma con carica elettrica opposta. «Proprio nel grande numero accumulato è nascosto l'enigma che dovremo affron-tare. Forse tanti positroni sono il segnale della materia oscura che riempie buona parte dell'Universo o forse provengono dai resti dello scoppio di una stella», spiega Roberto Battiston, il fisico italiano che con Ting coordina la ricerca alla quale partecipano anche USA e Cina.Questi studi mirano ad un secondo passo: se oltre alle particelle ora trovate si sco-priranno anche degli anti-nuclei di atomi di elio, ossigeno o carbonio questi testi-monierebbero l'esistenza di altri universi paralleli al nostro formati di antimateria. E sarebbe una rivoluzione nella cono-scenza perché si darebbe una risposta ad uno dei misteri più intriganti dell'origine dell'Universo quando esistevano materia e antimateria. Ma quest'ultima non si sa dove sia finita.A noi sembra che l'uomo voglia andare troppo lontano in un universo la cui dimensione, oltre tutto, è infinita! Quasi una scusante per non risolvere i problemi «non finiti» della presente umanità.Condensato da Corriere.it/scienze 3.04.2013

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DA TUTTO IL MONDO!

Citazioni citabili«La lampada del Signore è lo spirito dell'uomo: essa scruta dentro, fin nell'intimo»Salomone (X secolo a.C.), Proverbi 20:27«Gesù non ha messo l'enfasi sui nostri errori, ma sull'amore perché ci ama»Dalla serie televisiva di Don Matteo 8«La legge dev'essere breve, perché i non pratici possano facilmente ricordarla (Legem brevem esse oportet, quo facilius ab impentis teneatur)»Seneca (4 a.C.- 65 d.C.). Filosofo e poeta tragico, fu precettore e ministro di Nerone, di cui prevenne col suicidio la condanna a morte.«La storia dell'umanità è quasi totalmente una narrazione di progetti falliti e speranze deluse»Samuel Johnson (1709-1784). Poeta e critico letterario inglese.IL CARCERE? SOMIGLIA

AD UN RESORTTelevisione, computer, una camera confortevole con terrazza soleggiata vista mare. Sembra la pubblicità di un resort dove trascorrere le vacanze, invece è la descrizione della prigione di Bastoy, un'isola nel fiordo di Oslo (Norvegia), a settanta chilometri dalla capitale. Lo spirito liberale dei norvegesi è noto e non dovrebbe sorprendere che si applichi anche al sistema carcerario.Una prigione come questa, però, è difficile da immaginare per chi, come noi, vive il dramma del sovraffollamento delle carceri. A parte la sistema-zione delle celle, i 115 prigionieri di Bastoy, che scontano condanne anche per reati gravi, godono del privilegio di un lavoro all'aria aperta. Alcuni osservatori giudicano il tutto semplicemente «lussuoso», ma il 16% di recidività, il tasso più basso d'Europa, dimostra che il sistema riedu-cativo norvegese è un buon modello.

Apocalisse cinese!1.200.000 DECESSI PER LO SMOG

Anche questa notizia non è certamente del-le più belle. 1.200.000 cinesi sono morti pre-maturamente nel 2010 per malattie collegate all'inquinamento dell'aria. Il numero è impres-sionante, come tutti quelli che vengono dal Pa-ese che conta poco meno di un quinto della popolazione mondiale.Ma questi sono particolarmente gravi, perché rappresentanto il 40% dei 3,2 milioni di mor-ti premature causate dallo smog nel mondo. Come nelle fiction del giovedì sera, «Che Dio ci aiuti!»

Il carcere

È in arrivo il film di Kosinski sul disastroso fu-turo della Terra. I giudici di Masterchef potreb-bero definirlo un «minestrone» in quanto as-

somliglia a un concentrato di tutte le paure e suggestioni sul nostro apo-calittico futuro. Eppure questa specie di sin-

crestismo cine-gastronomico è la regola aurea della cultura pop oggi dominante. Nel 2077 la Terra, ormai ridotta ad un serbatoio in via di estinzione di risorse vitali, sarà invasa da alie-ni... Film da evitare. Per chi conosce la Bibbia sa come andranno a finire le «cose».

Scuola 2.0L'ITALIA MAGLIA NERA PER I COMPUTER TRA I BANCHILe classi per la didattica multimediale sono solo 416. Nella classifica Ocse solo Romania e Grecia fanno peggio.Il punto è che le risorse sono sempre troppo esi-gue: l'Italia spende ogni anno 5 euro a studente per la digitalizzazione, in tutto 30 milioni, pari allo 0,1% del budget del Ministero per l'istruzione».Epppure qualcosa si muove. Stando all'attuale ministro Profumo, saranno installate altre 4.200 nuove lavagne Lim, che arriveranno così a 74.000,

mentre le classi multimediali, passeranno da 416 a 3.000. Ma spingere l'innovazione non è sempre semplice: al decreto che promuove gli ebook si oppone l'Associazione librai di Confcommercio, come comprensibile, e diversi insegnanti tra i quali alcuni filosofi che ricordano come il tablet annulla la cultura della scrittura.Non stupirebbe se anche la lettura verrà dimen-ticata così come l'apporre la propria firma!

CinemaOBLIVION 2077:FINE DEL MONDO?

Libertà religiosa«IL POTERE LOGORA CHI NON CE L'HA»Ci sembra doveroso anche da parte nostra di AISO magazine ricordare Giulio Andreotti, scom-parso recentemente nella sua abitazione romana.Aveva compiuto 94 anni il 14 gennaio scorso. L'ex senatore a vita era da tempo sofferente per problemi di respirazione.Lo vogliamo fare con questa fotografia tratta dal libro di Gianfranco Rossi «Lotte e vittorie degli avventisti italiani per la libertà religiosa» che lo ritrae con Gianfranco Rossi e Bert Beverly Be-ach che, quest'ultimo, a nome della Conferenza Generale offre una medaglia all'allora on. Giulio Andreotti in riconoscimento del suo contributo per la libertà religiosa degli avventisti italiani.In effetti le «buone parole» di Giulio Andreotti, al tempo ministro degli Affari Esteri (1982), permi-sero poi al governo di Bettino Craxi di arrivare ad emanare l'Intesa con la Chiesa Cristiana Avventista. Un grazie di cuore ad Andreotti!

Cinesi a Linfen, provincia dello Shanxi: la città più inquinata al mondo (Afp)

LunaCOCO CHANELE LA LUNAQuando nel lontano 1969 la notte che l'uomo sbarcò sulla Luna, Coco Chanel se ne andò a letto, del tutto indifferente. «Cosa immaginano, che andremo a vivere lì? Costruiremo delle ca-panne?». In effetti aveva ragione!


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