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Magazine della Residenza Simonetti di Oderzo

Date post: 18-Mar-2016
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edizione di marzo e aprile della newsletter che la Residenza Simonetti della Fondazione OIC onlus edita per Ospiti e familiari
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Piazzale della Vittoria, 4 – ODERZO Opera Immacolata Concezione marzo – aprile 2009 - numero Due Diamo il giusto spazio alla creatività. Questo è stato il risultato. E diciamo grazie alle signore che con il loro volontariato hanno contribuito alla realizzazione di questi “alberelli Pasquali”. Con paziente lavoro le Ospiti, infilando perlina dopo perlina, hanno creato le campanelle che, una volta appese, hanno dato vita e colore a dei ramoscelli non ancora in fiore. Diamo la dovuta “ luce” al lavoro delle nostre Ospiti. NOI TUTTI NE SIAMO ORGOGLIOSI ! ------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------- “L’intervista” di “ el Gaviota ” “Mi stava cercando? “ Entri! “Chiedo il permess …” Entri pure, senza alcun problema. 1
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Piazzale della Vittoria, 4 – ODERZO

Opera Immacolata Concezione marzo – aprile 2009 - numero Due

Diamo il giusto spazio alla creatività.Questo è stato il risultato. E diciamo grazie alle signore che con il loro volontariato hanno contribuito alla realizzazione di questi “alberelli Pasquali”. Con paziente lavoro le Ospiti, infilando perlina dopo perlina, hanno creato le campanelle che, una volta appese, hanno dato vita e colore a dei ramoscelli non ancora in fiore.

Diamo la dovuta “ luce” al lavoro delle nostre Ospiti.

NOI TUTTI NE SIAMO ORGOGLIOSI ! --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

“L’intervista” di “ el Gaviota ”

“Mi stava cercando?

“Entri! “Chiedo il permess …”

Entri pure, senza alcun problema.“Stavo dicendo: chiedo il permesso di salire a bordo.”Di salire a bordo?“… io al Simonetti mi sento come a bordo di una nave….”Strano sentire è il suo.“Se lo desidera spiego il perché. Vede non è facile adattarsi a nuove dimore.”

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La seguo. “Quando ho deciso di far parte di questa grande famiglia, per superare l’ostacolo del primo impatto, ho immaginato di dover partire con una nave. Pensare di essermi ancora una volta imbarcato rendeva tutto più facile ed accettabile.”Mi è ancora difficile capire; ma la prego di proseguire. “Ogni nave è una nave diversa! Lasciare la propria casa, consci che per un periodo più o meno lungo non potrai “viverla”, comporta saper accettare tutti i lati positivi e negativi che la nave ti offre. Significa viverla tenendo repressa la nostalgia del vivere la tua casa. Questo aiuta moltissimo a sopportare i disagi e la lontananza.”Credo di poter capire. Per lei questa è la nave chiamata Simonetti e ne

occupa una cabina; qualche altro paragone?“La scalinata è lo scalandrone d’accesso; il piazzale della Vittoria n. 4 è il molo dove la “ Simonetti “ è da sempre ormeggiata.”MI faccia… salire a bordo; siamo all’ingresso , gli uffici…. ci sono! ci troviamo nell’area riservata al commissario ed al personale addetto a ricevere i passeggeri..“..e il salone è la sala delle feste; poi il bar e la sala pranzo con vetrate panoramiche; con ascensori e scale si sale agli alloggi o meglio alle cabine: tutte con terrazzo per prendere il sole. Lei ha ricordato l’area riservata al commissario ed al personale addetto a ricevere i passeggeri.”Ci troviamo ai piani o meglio ai ponti superiori. E le cucine?“Come su ogni nave degna di questo nome , sono sistemate in un

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ponte sottostante; le cambuse …”..la sala cinematografica, la palestra, il salone della parrucchiera.“La lavanderia, la sala ove si gioca alla tombola, anzi al Bingo.”Dimentica le Residenze “San Franceso”. “Mi ha fatto venire una idea.”Quale?“Un concorso fra gli Ospiti viaggiatori: dare un nome ai due ristoranti, ai piani con gli alloggi, al salone…”Provi a pensarne uno lei.“Vuole proprio?” Non se la sente?“Mi scuso ma ora devo andare; sono atteso nel salone delle:

“MILLE“MILLE PRIMAVERE”PRIMAVERE”

Prendiamo spunto dall’ intervista. Verso quali lidi questa nave si stia movendo non ha alcuna importanza. E’ solo un fatto soggettivo. Dobbiamo tenere sempre a memoria che una luce, come un faro, ci guida in ogni istante della nostra vita.

Ricordo, se la memoria non mi tradisce, un pensiero di Camara.

Quando il tuo battello

ancorato da molto tempo nel porto ti lascerà

l’impressione ingannatrice di essere

in una casa,

quando il tuo battello

comincerà a mettere radici nell’immobilità del molo, prendi il

largo.

E’ necessario salvare a qualunque prezzo l’anima

viaggiatrice del tuo battello e la tua anima

di pellegrino.

Ognuno di noi scelga la sua destinazione preferita.

Prendiamo il largo!3

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Ogni giorno sarà una nuova scoperta; una conquista. La fantasia non ha limiti.Ma se esistono dei limiti, degli impedimenti, ricordiamo che tutto il Personale, nei specifici compiti , riesce con amore a farceli superare. Quando qualche passeggero di questa nostra fantasiosa nave ci lascia salutiamolo con gioia…

.. altri ne saliranno, nuove amicizie , nuove compagnie. Di una cosa siamo certi : tutti ritorneremo a Casa! e proseguiremo in altri mari il nostro sogno di vita. Ognuno è comandante di se stesso!!!

Attenzione…….sentite? gli altoparlanti ci annunciano un momento musicale

Una canzone che conosciamo? una melodia dei tempi passati?E’ come un filo che unisce tutti noi; almeno una volta l’abbiamo cantata o sentita cantare. Ed allora cantiamola assieme; meglio ancora “CANTIAMOLA DENTRO DI NOI” lasciando affiorare i nostri ricordi come lembi di terra all’orizzonte; il sole li dipingerà di colori gioiosi e con il suo calore scioglierà le emozioni che spesso teniamo rinchiuse al punto di averne dimenticato il sapore. ( Red )

ABBIAMO RICEVUTO DA UNA PERSONA AMICA, CHE SI FIRMA PIPPO, UN FOGLIO CON DEI DELICATI PENSIERI. NE RIPORTIAMO ALCUNI CERTI CHE

ANCHE A VOI CREERANNO EMOZIONE.

Questa sera guarda la luna…. La guarderò anch’io….. Per vedere il riflesso….. Dei tuoi occhi blu…..

Buona notte… Ovunque tu sia…. Tu sei il raggio di sole…..Dopo la tempesta….

Se io fossi il mare…. E tu il cielo….L’orizzonte….E’ dove ci incontreremo….

E guardando la giornata che se ne sta andando….Il mio pensiero mi porta ….Da te….

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NON È FACILE CON POCHE PAROLE DIRE CIÒ CHE SI SENTE REALMENTE. PIPPO C’È RIUSCITO! E CON QUEI PUNTINI DI SOSPENSIONE ….. CI HA FATTO SENTIRE IL SUO RESPIRO...

Signori Ospiti …… come d’abitudine siete tutti invitati a pranzo. Ricordate il menu proposto l’altra volta? Non tutti hanno indovinato cosa ci veniva offerto: avete degustato un vero Pranzo Albanese, a base di … vi prego chiedete alla nostra operatrice ANTONIETTA cosa avete degustato e se Lei ha gradito il modo in cui abbiamo ricordato la sua Nazione.Questa volta il menu va letto non con gli occhi ma con il cuore.Lo dovete assaporare; lasciare che, come infuso di erbe magiche, rilasci il suo profumo, il suo aroma; vi dia la giusta carica per una

BUONA GIORNATAMenu

prendete due decilitri di pazienzauna tazza di bontà, quattro cucchiai di buona volontà, un pizzico di speranza e una dose di buona fede, aggiungete due manciate di tolleranza, un pacco di prudenza, qualche filo di simpatia, una manciata di quella piccola pianta rara che si chiama umiltà, e una grande quantità di buon umore, condite il tutto con molto buon sensolasciate cuocere a fuoco lento e otterrete una buona giornata !

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C’ERA UNA VOLTA IL CENTRALINO

In questi anni il “Centro Operativo” meglio conosciuto come il Centralino ha, via via, lasciato le sue vesti iniziali per addentrarsi in un percorso di crescita alla ricerca di un suo specifico modo di essere all’interno della struttura.

Il cammino si è compiuto, inevitabilmente, fra un’alternanza di ostacoli, tempi di stallo, ricadute e, talvolta, passi indovinati.

Esso è così divenuto uno spazio intermedio che avvicina diverse richieste ed istanze e, allo stesso tempo, cerca di stemperare la naturale dicotomia che nasce tra chi opera per offrire un servizio e chi, invece, è fruitore del servizio stesso.

Nel dare vita a questo “spazio vuoto” che sia capace di dare respiro e accoglienza, il Centralino si trasforma quasi in un Centro di mediazione dove l’obiettivo non è sicuramente quello del compromesso ma di saper ridisegnare una interazione basata sulla reciprocità.

Infatti, in questo incontro le parti non possono certamente restare ferme a sé stesse, è necessario un coinvolgimento che riesca a dare significati diversi alla propria identità e a quella dell’altro e che tenti di decentrare poteri e bisogni .

La sfida che ora ci piacerebbe lanciare all’interno di questa nostra piccola comunità sta nel richiamare tutti noi all’impegno di “esserci” in questo incontro per costruire una autentica convivialità, certamente tra persone molto differenti, ma ricordandoci che è proprio questa diversità che da sapore e significato alla relazione e al nostro stare insieme.

Il Centro Operativo

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** Ci proviamo? **

Quando si parla del “ mostro di Lochness” vi ricordate dove è stato visto ?

- Germania - Italia – Svezia - Scozia

Sospendiamo un momento; diamo il BuonGiorno alla giovane signora che ci ha raggiunto.

SALVE A TUTTI !Mi presento, sono la nuova educatrice, dott.sa SERENA ZAGHIS.Sono arrivata tra voi agli inizi di marzo e mi auguro che per quando starete leggendo il giornalino avremo avuto gia il piacere di conoscerci. Insieme proveremo a creare dei momenti che consentano a voi di organizzare al meglio il vostro tempo, stare in compagnia, tenere sempre in allenamento la mente...

A proposito, cosa dite di mettervi subito alla prova?

CHE COSA DICE IL SIGNOR ANNIBALE?

Per scoprirlo individua le parole che compongono la frase scrivendo le lettere che corrispondono ai risultati delle operazioni. Esempio il primo calcolo da risolvere è 4x8 che risulta 32, questo numero corrisponde alla lettera O. Se vi sembra complicato vi attendo per qualsiasi chiarimento. Buon lavoro!

C=0 N=6 M=9 I=16 F=20 T=24 D=30 O=32 A=42 E=45 L=63 R=72 G=81

..O.. ...... ...... ...... ...... ...... ...... ......4x8 3x8 6x4 4x4 3x3 9x5 7x9 5x9

...... ...... ...... ...... ...... ...... ......4x5 9x8 7x6 9x9 8x4 9x7 9x5

...... ...... ...... ...... ...... ...... ...... ......9x8 6x7 2x0 0x10 4x8 7x9 6x4 5x9

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...... ...... ...... ...... ...... ...... 2x3 9x5 7x9 3x3 4x4 4x8

...... ...... ........ ...... ...... ...... ...... ........9x9 8x2 42x1 8x9 6x5 4x4 1x6 32x1

MENU

PASQUALE

RIGATONI CON GAMBERONI E VERDURE

INGREDIENTIPer 4 persone

4 hg di rigatoni4 zucchine3 peperoni

10 pomodori ciliegini

1 melanzana 2 hg di gamberoni

2, 5 hg di ricottaPeperoncino a piacere

PREPARAZIONEMondare e lavare le verdure, pulire, lavare e tagliare in tre parti i gamberoni. Prendere una padella, aggiungerci un po’ d’olio, le verdure ed i gamberoni e farli saltare per circa 5 minuti.In un’altra pentola portare l’acqua ad ebollizione, versare i rigatoni e farli cuocere. Ultimata la cottura scolare la pasta, versarla nuovamente nella pentola con il ragù di verdure e pesce e aggiungerci la ricotta. Accendere il fuoco per un altro paio di minuti.

AGNELLO AL FORNOINGREDIENTI

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1 Agnello diviso in partiSalvia

RosmarinoAlloro

AcetoSalePepe

Vino biancoPREPARAZIONE

Mettere l’agnello a mollo nell’acqua con aceto e 3/4 foglie di alloro per tutta la notte precedente il momento di preparazione.Il giorno seguente sgocciolarlo e sistemarlo in una teglia precedentemente bagnata con l’olio e un po’ di vino, aggiungerci la salvia, il rosmarino, il sale e il pepe. Infornare a 180° per circa un’ora e mezza avendo cura di guardare di tanto in tanto.

Buon Appetito!

L’ ospite si racconta

Lo spazio che dedichiamo all’Ospite che vuole raccontarsi, offrendoci brevi ricordi

di vita, aneddoti rimasti impressi nella sua memoria e quanto altro ritenga

“simpatico” offrirci, oltre a concorrere ad una miglior conoscenza dell’Ospite

stesso, ci consente di formare una memoria storica riferita ad anni decisamente

lontani, parliamo ormai dell’altro secolo, ed una più recente legata al tempo della

vita al Simonetti

Tempi pericolosi.

Eravamo all’inizio dell’inverno ’44. Scuole chiuse causa eventi bellici. Aiutavo mio padre nel Molino di Campidui (Conegliano) al lato della ferrovia che porta a Udine.L’organizzazione militare tedesca TOD ci aveva contrassegnati con la fascia al braccio TOD, come necessari per il loro vettovagliamento e utili alla popolazione. Il lavoro era continuo: di giorno per la X MAS, esercito tedesco e

Comune di Conegliano, di notte il più delle volte per i partigiani che si muovevano al buio.Di fronte al Molino c’è la ferrovia i cui binari erano occupati da centinaia di vagoni fermi, carichi di tutto; merce alimentare, macchine, attrezzi, stoffe ed altro. Tutta roba requisita ed asportata dal Centro Italia. Era diretta in Austria e provvisoriamente ferma. Un pomeriggio arrivano nel nostro cortile tre macchina

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tedesche con militari della “Feldgendarmerie”. Irrompono nel Molino e uno di loro (Hans) con la pistola spianata mi indica e grida: Partisan banden gebit ( partigiano di bande armate). Mi ammanettano e mi buttano in una loro macchina partendo a tutta velocità verso Treviso. A Visnadello c’era il Comando di tale Corpo e là si fermano ( dopo aver attraversato il Ponte della Priula sotto un mitragliamento aereo inglese. Mi buttano in una buia e fredda cella e se ne vanno. Avevo 17 anni ed uno dei miei guardiani tedeschi, ne aveva 16. Al buio ( un finestrino di circa 7 x 15 cm alla porta ) mi sono trovato in un tavolaccio con a lato un mucchio puzzolente che poi ho scoperto essere sterco umano quasi secco. Ero disperato.Mille pensieri mi turbinavano per il cervello: ma perché mi hanno arrestato? forse qualche delatore mi ha denunciato per i partigiani notturni? avevano scoperto che procuravo di nascosto armi sempre per i partigiani? Vedremo! Speriamo di non fare una brutta fine come qualche altro.Verso l’una di notte, due della polizia tedesca mi prelevano e mi portano ammanettato e pieno di freddo al Comando attraversando Visnadello. In una casa prefabbricata in legno (tutt’ora esistente)

comincia un interrogatorio che è durato due ore. Luce accecante negli occhi, domande, risposte botte e schiaffoni in quantità.

Un ufficiale tedesco (maledetto) con un frustino in mano mi interrogava e picchiava. Volevano sapere i nomi di coloro che avevano asportato dai carri ferroviari, merce alimentare ( farina zucchero) ed altro. Ho sempre negato tutto. Avevano trovato tracce di farina bianca per cui, ero io del molino che avevo partecipato al trafugamento del tutto, assieme ai partigiani. Esaurito e sfinito sono rientrato in cella verso le 4 del mattino. Il giorno l’ho passato seduto con le ginocchia al petto a fissare la finestrella della porta. Il pasto (per modo di dire) me lo portava il giovane carceriere. Quel che rimaneva i topi facevano festa. La notte dopo verso l’una, stesso trattamento con buon dose di legnate e minacce di Kaput”. “ Il mio vicino di cella ragazzo pure lui, forse qualche anno più di me, spesso piangeva, gridava e si disperava. Dopo

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due giorni non l’ho più sentito. Prelevato di notte e portato chissà dove. Credo abbia fatto una brutta fine.E’ andata avanti così per 3 giorni e 4 notti. Al mattino del 4° giorno il carceriere mi ridà la cintura ed altre cose che avevo con me, mi fa firmare un foglio, mi spalanca la porta e mi grida “Raus” (fuori).

Stordito e meravigliato sono rimasto fermo, fuori, non sapendo cosa fare e come andare a casa. Le gambe mi tramavano ero sfinito con il viso gonfio.

Dio ha fatto che di li passasse un signore (Zanin ),di S.Lucia di Piave, in bicicletta che conoscevo, il quale vistomi così mal ridotto, mi ha caricato e portato a casa. Grazie a Dio!Dopo sono venuto a sapere che per l’interessamento di mio padre presso la X MAS ed il Comando della TOD di Conegliano, si sono mossi ed avevano chiarito la mia situazione con la gendarmeria tedesca. E’ stata una breve ma cattiva esperienza che mi ha lasciato il segno per un po’. Speriamo che non si ripeta più per nessuno.. ( Gredi )

Notizie dalla Residenza

Diamo il benvenuto ai nuovi ospiti ed amici: Italia, Francesco, Enrica, Maria, Flora, Rita, Luigi, Emma. Auguriamo loro un buon soggiorno.

- 22 febbraio - ultima domenica di Carnevale, spettacolo a cura della compagnia teatrale “ LA BARCA DEI COMICI ” di Oderzo; scenette di teatro veneziano, poesie ed arie celebri hanno deliziato hanno divertito ed emozionato una platea di

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Ospiti ,loro familiari ed Operatori religiosamente attenta.

- 24 febbraio - martedì grasso – ultimo giorno di Carnevale! Maschere e grande allegria! Grazie ai musicisti Davide ed Egle, ai volontari Giusy, Nella, Luciana, Alida, Francesca ed alla rappresentanza del circolo ARCAP. Festa dedicata anche al Compleanno degli Ospiti Egidio, Annunziata, Enrica, Giuseppe, Cecilia, Dante, Aldo.

- 28 marzo - festa dedicata al Compleanno degli Ospiti Ines, Giovanna, Antonia, Bruna, Anna, Maria, Ada

Lidia, Rachele, Adriano. Daniele con la sua musica ha portato gioia agli Ospiti e loro familiari.

- 2 aprile

“ LA BARCA DEI COMICI ” !!! è ritornata !!!

Non abbiamo parole; RINGRAZIAMO questi “AMICI” per il meraviglioso momento che ci hanno donato. Musica. Poesie. Scenette e .... tre fantastici attori in erba “DENIS, PIETRO, ALESSIO” diretti dalla Signora Luisa MILANESE

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(regista). Ci siamo divertiti e commossi. Gridiamo a gran voce:

ARRIVEDERCI

Celebrazione PASQUALE :DOMENICA 12 nel Salone alle ore 10.45

S. MESSA SOLENNE animata dal gruppo Scouts “ AGESCI ”

“ Non si perdono mai coloro che amiamo, perchè possiamo amarli in Colui che non si può perdere ” (S.Agostino)

RICORDIAMO : Maria ENSER, Iolanda GANDOLFO, Wanda VERONESE

Sono ritornate alla Casa del Padre.

Ricordate ?Xe pasqua, xe pasqua, che caro che go, se magna in stò giorno fugassa e cò-cò. Bondì sior sabo santo, parcossa xeo stà tanto? Parchè no go podesto venir in quà più presto, vegnarò doman matina cò ‘na bela colombina cò ‘na feta de fugassa... W W el dì de PASQUAPasqua. Il Signore è risorto. Vi proponiamo una lettura che ci aiuterà a dare ulteriore significato al mistero della Pasqua. Leggiamola aprendo il nostro cuore alla speranza:

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“….. ero andato verso Sud, verso la Patagonia argentina, dove la solitudine, la natura feroce e il vento perenne fanno si che uno è costretto a guardarsi dentro, nel fondo dell’anima alla ricerca di Dio, che vede e sente così vicino da percepirne quasi il respiro. …. Laggiù dove l’oceano Atlantico muore silenzioso accarezzando la vasta prateria chiamata Pampa, fermai la mia auto alle porte di una cittadina. Sui tetti delle case dominava il campanile di una chiesetta… col cuore infranto e gli occhi umidi di lacrime, stanco, coperto di fango e sabbia entrai…….davanti all’altare maggiore c’era una croce: bella, maestosa, appesa a due catene che pendevano dal soffitto. Dondolava leggermente, mossa dal vento. Da tre giorni e tre notti non parlavo con nessuno, ora volevo parlare col Crocifisso, per raccontargli pene e trovare un po’ di conforto. La croce c’era ma Cristo no. Per terra c’erano i chiodi e la corona di spine, però mancava Lui il Redentore…..ho visto avvicinarsi un vecchietto, era un sacerdote con le spalle incurvate dagli anni….. “el Cristo che tu buscas se ha ido, ha bajado de la cruz….se n’è andato, è sceso dalla croce per portare sollievo e speranza lontano da qui, nelle grandi città del mondo dove si soffre e si muore. Cercalo negli ospedali, nelle carceri, nei manicomi, nei ricoveri per anziani. Cercalo e lo troverai in tutti i posti del mondo dove c’è dolore, fame, guerra e malattie…” . (R. Capezzone)….

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