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INFORMAZIONI E AGGIORNAMENTI DAL MONDO VETERINARIO Vet practice Dispensare il farmaco Un servizio in più per il cliente Sotto la lente Iperfosfatemia Quando il fosforo è in eccesso Best practice Clinica Borgarello Il web al servizio del paziente 01 M agazine Supplemento al n. 4 Marzo 2012 di HC health community
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INformazIoNI e aggIorNameNtI DaL moNDo veterINarIo

Vet practiceDispensare il farmacoUn servizio in più per il cliente

Sotto la lenteIperfosfatemia Quando il fosforo è in eccesso Best practice

Clinica BorgarelloIl web al servizio del paziente

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www.vetcommunity.it

La tua communityveterinaria al servizio dei piccoli animali

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Magazine

SommarioPrimo piano

Luca cravero candioLi Un’azienda leader da 130 anni » 04

andrea ZateLLi Aggiornamento innanzitutto » 05

Gaetano oLiva Con gli animali per passione » 06

Iperfosfatemia Quando il fosforo è in eccesso

di Andrea Zatelli, Paola D’Ippolito, Marco Pierantozzi

Il web al servizio del pazienteL’esperienza della clinica Borgarello di Moncalieri

di Paola Arosio

Dispensare il farmacoUn servizio in più per il cliente

di Marco Viotti

Sotto la lente

In e

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nza

Best practice

Vet practice

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» 12

» 14

Direttore responsabile Paola Arosio

Coordinamento editoriale Ludovica Sboarina

Progettazione grafica e impaginazione PAST

Fotografia Fotolia

Editore Edizioni MAYA Idee Via Saval, 25 • 37124 Verona Tel. 045 8305000 Fax 045 8303602

Tutti i diritti riservati, le immagini e i testi di questo numero sono protetti dalle leggi sul copyright. La loro riproduzione con qualsiasi mezzo è vietata senza previo consenso dei detentori del copyright.

Per comunicare con la redazione scrivere a:

[email protected]

15 MARZO 2012Supplemento al numero 4 di Health Community

marzo 2012

Registrazione Tribunale di Verona n. 1929 in data 12.05.2011

Iscrizione ROC n° 16999 del 29/05/2008

+ 72° CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC - APPROCCIO MODERNO AI PIù COMUNI PROBLEMI CLINICI PERO (MI), 23/25 MaRzO 2012

+ CONVEGNO ECM INSUffICIENZA RENALE CRONICA DEL CANE E DEL GATTO BOlOgna,19 MaggIO 2012

+ 73° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC RIMInI, 8/10 gIUgnO 2012

« Oggi le vendite della linea veterinaria costituiscono il 70% del totale dell’azienda: l’obiettivo è diventare la più importante azienda italiana nel mercato veterinario nazionale »

Un’azienda leader da 130 anni

Primo piano

Centotrenta candeline per l’azienda Candioli, che quest’anno ha ta-gliato un traguardo importante. Nata nel 1882 per opera del bisnon-no Attilio, con nonno Cesare la struttura diventa una vera e propria

industria farmaceutica, occupandosi di prodotti per uso umano. Alla fine degli anni Quaranta, l’azienda propone i primi prodotti per cavalli, cui sono seguiti, il decennio successivo, i prodotti per cani, gatti, uccelli. Nel 2002 si è cominciato a lavorare maggiormente sulla linea veterinaria (suddivisa in cavalli, cani e gatti, ornitologia) acquisendo un listino prodotti da un’altra azienda. Oggi questa linea, che rappresenta il 70% delle vendite, è la più trainante. «Siamo sempre alla ricerca di prodotti innovativi, che facciano la differenza sul mercato», spiega il general manager Luca Cravero Candioli. Due gli obiettivi. Il primo, in ordine temporale, è quello di diventare la più importante azienda italiana nel mercato veterinario nazionale. Il secondo, ancora più ambizioso, è quello di diventare l’azienda italiana di riferimento sul mercato veterinario internazionale. «Per arrivare a essere un’azienda leader, che si propone come supporto per il veterinario, occorre far leva sulla scienza, su efficacia e innovazione - affer-ma Candioli -. In questa direzione va il progetto Vet Campus, mirato a creare occasioni di formazione ad altissimi livelli per gruppi selezionati di veterina-ri». L’aspettativa? «Quella di favorire, attraverso la conoscenza, una diagno-si precoce e appropriata, facendo in modo che il veterinario possa proporre la migliore cura possibile per i suoi pazienti, cercando di prolungarne la vita e di aumentarne la qualità. Oggi la figura più diffusa è quella del veterinario generalista, che dovrà lentamente evolvere verso la specializzazione. Occor-re comunque il massimo rigore perché ne va della salute di esseri viventi, la cui presenza è di fondamentale importanza per il benessere dell’uomo».

Luca Cravero Candioli

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Magazine

« la veterinaria sta evolvendo molto rapidamente: occorre sapere identificare la patologia e saperla trattare in modo appropriato »

Aggiornamentoinnanzitutto

Primo piano

Studio qualitativo della proteinuria, biomarker di nefropatia, tecniche innovative nel settore dell’ecografia interventistica e dell’ecocontrasto-grafia sono alcuni dei suoi ambiti di interesse. Laureato con lode alla

Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma nel 1990, Andrea Zatelli si è poi specializzato, «un po’ per passione, un po’ per l’elevata casistica» in nefro-logia e urologia. Attualmente direttore sanitario della Clinica Pirani (www.clinicaveterinariapirani.it) di Reggio Emilia, ha all’attivo lunghi periodi di ag-giornamento in Europa e negli Stati Uniti, relazioni a congressi nazionali e internazionali, oltre a numerose pubblicazioni su riviste scientifiche. Nel 2005 i suoi quotidiani sforzi nei settori della clinica e della ricerca sono stati premiati con l’Iris (International renal interest society) Award. Secondo Zatelli, «il veterinario moderno dovrebbe essere un generalista di buon livello, evoluto e aggiornato. Del resto la veterinaria sta cambiando, sta evolvendo molto rapidamente: perciò occorre sapere identificare la pa-tologia e saperla trattare in modo appropriato, con la tecnica corretta. Oggi i proprietari degli animali sono più consapevoli e possiedono più conoscen-ze rispetto al passato; richiedono quindi una prestazione professionale di alto livello. Vogliono sapere perché spendono e vogliono spendere bene». Non nega una crisi del settore, Zatelli, ma è ottimista. La ricetta per uscire dall’empasse è, secondo lui, quella di «puntare sul rilancio, grazie a nuove iniziative e all’erogazione di prestazioni di buon livello». Proprio a questo obiettivo potrebbe contribuire il progetto Vet Campus, «una novità nel settore, utile a mantenere una proficua collaborazione tra colleghi in modo da poter scambiare e condividere opinioni ed esperienze, e un valido strumento di aggiornamento professionale». Il veterinario del futuro? «Un medico formato, dinamico, in grado di utiliz-zare i nuovi mezzi di comunicazione, raggiungendo un ampio numero di utenti - afferma Zatelli -. Dovrà inoltre essere disposto a modificare il proprio ruolo in funzione delle più attuali esigenze».

Magazine

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Andrea Zatelli

« È indispensabile creare un network di professionisti per un costante processo di apprendimento »

Con gli animaliper passione

Primo piano

Si dice che nulla si faccia senza passione. Questo è vero anche nel caso di Gaetano Oliva, diventato veterinario per inseguire il sogno di alleviare le sofferenze degli animali. Un percorso tutto legato alle aule universitarie

il suo, prima tra i banchi, poi in cattedra: un passato da studente tra lezioni, esami, laboratori, un presente di docente alla Facoltà di Veterinaria dell’Uni-versità di Napoli, dove insegna Clinica Medica. Nell’ambito della Medicina Interna dei piccoli animali, si interessa soprattutto di malattie trasmesse da vettori e di gastroenterologia. A lui, che di formazione se ne intende, il progetto Vet Campus è piaciuto molto, al punto da diventare uno dei componenti del board scientifico. «Si tratta di un progetto innovativo rispetto alle offerte formative attualmente presenti sul mercato - spiega il professore -. Innanzitutto perché le temati-che trattate sono limitate, permettendo di non disperdere le competenze; poi perché il campus consente un’interazione con un esiguo numero di colleghi, permettendo un proficuo scambio, al di là del rapporto docente-discente. In generale, penso che ci siano troppe offerte formative, ma non tutte di qua-lità. Andrebbero organizzati meno eventi e con un più alto livello culturale, considerando i discenti come soggetti attivi. È indispensabile creare un net-work - continua Oliva - una rete di professionisti che restino collegati anche al termine dell’evento formativo, per continuare un processo di apprendimento che, in fondo, non dovrebbe finire mai». Oliva non nega la presenza di una crisi che, ad oggi, sulla scia di quanto avviene a livello nazionale e internazionale, ha investito anche il settore della veterinaria. Tre, secondo lui, le armi su cui puntare: «ultra-specializzazione, offrendo al mercato un professionista preparato in uno specifico settore, in grado di coordinarsi con i colleghi per mettere in pratica un lavoro di squadra; qualità e massima professionalità». Il percorso formativo, però, non si improvvisa. Si costruisce passo dopo passo. A cominciare dagli atenei, dove «è indispensabile fornire agli studenti i criteri base della professionalità che li guideranno nei percorsi futuri. Occorre inoltre ribadire la centralità della preparazione teorica, che deve venire prima degli aspetti operativi concreti. Serve un bilanciamento tra ampie conoscenze di teoria e una manualità efficace». Una ricetta, questa, a cui aggiungere gli altri ingredienti per diventare un buon veterinario: curiosità, passione, voglia di fare, nonostante gli ostacoli.

Gaetano Oliva

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Magazine

Con gli animaliper passione

Sotto la lente

Magazine

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Quando il fosforo è in eccesso

Il fosforo è il principale ione (anione) intracellulare dell’or-ganismo. È presente come fosforo organico (fosfolipidi, ATP) e inorganico (acido orto o pirofosforico). L’80-85%

del fosforo inorganico corporeo è costituito da idrossiapa-tite, componente strutturale dell’osso, mentre il restante 15-20% è distribuito nei tessuti molli.Il comparto fluido extracellulare contiene meno dell’1% delle riserve corporee di fosforo ed è quasi esclusivamente costituito da fosforo inorganico. Al pH fisiologico di 7,4 è principalmente presente come H2PO4 e

HPO4 2- in un rap-

porto di 1:4.

Soltanto il 10-20% del fosforo inorganico ematico è legato alle proteine plasmatiche, il rimanente è libero o comples-sato con ioni sodio (Na+), magnesio (Mg+) e calcio (Ca2+).Il fosforo partecipa a importanti funzioni nel metabolismo cellulare, come la sintesi di adenosina trifosfato, costitui-sce un importante sistema tampone dei fluidi corporei ed è un componente dei fosfolipidi delle membrane cellulari. Le variazioni del contenuto e della concentrazione del fo-sforo nell’organismo modulano l’attività di numerose vie metaboliche.

Dieta e chelanti scelte cardine nella terapia della iperfosfatemia

H3PO4 H2PO4 + H+ HPO4 2- + 2H+ PO4

3- + 3H+

pKa 2,0 pKa 6,8 pKa 12,4

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Sotto la lente

di Andrea Zatelli*,

Paola D’Ippolito*,

Marco Pierantozzi**

Clinica Veterinaria Pirani, Reggio Emilia (www.clinicaveterinariapirani.it)* DMV** DMV PhD

Magazine

Magazine

OMEOSTASI DEL FOSFOROLa concentrazione del fosforo ematico dipende da: quantità assunta con l’alimento e assorbita a livello in-testinale; quantità eliminata con le urine; spostamento del fosforo tra i compartimenti intra ed extracellulare (traslocazione). L’assorbimento intestinale del fosforo è favorito dalla vitamina D e da diete a bassissimo conte-nuto di fosforo, mentre può essere ridotto dalla presen-za di ioni Al+ e Mg+. I reni hanno un ruolo importante nella regolazione della concentrazione del fosforo sieri-co. La maggior parte del fosforo inorganico o comples-sato con altri ioni inorganici viene filtrato dal glomerulo. In presenza di concentrazioni ematiche fisiologiche e con un normale apporto dietetico e un adeguato as-sorbimento intestinale di fosforo, l’80-90% della quota filtrata a livello glomerulare viene riassorbito a livello tu-bulare (co-trasporto sodio-fosforo), mentre la restante parte viene eliminata con le urine (fosfaturia). Diete a elevato contenuto di fosforo ed elevati livelli plasmati-ci dell’ormone paratiroideo (PTH) riducono il riassorbi-mento renale di fosfati. Al contrario, diete a basso con-tenuto di fosforo, ridotti livelli di ormone paratiroideo e livelli elevati di vitamina D inducono un aumento del riassorbimento tubulare di fosforo. L’ormone PTH svol-ge un ruolo centrale nei meccanismi di regolazione dei fosfati ematici.L’iperfosfatemia può determinare una riduzione della calcemia causando indirettamente il rilascio del PTH che determinerà aumento del calcio plasmatico e riduzione del fosforo attraverso: aumento della fosfaturia; accele-razione della formazione di calcitriolo (1,25-diidrossico-lecalciferolo) grazie alla attività dell’1-alfa-idrossilasi re-nale; aumento dell’assorbimento intestinale del calcio; aumento del riassorbimento tubulare renale del calcio.

CONCENTRAZIONI SIERICHE FISIOLOGICHE NEL CANELa concentrazione pla-smatica fisiologica di fo-sforo nel cane varia tra i 2,7 e i 6 mg/dl, anche se i cani in accrescimento possono presentare livelli di fosforo sensibilmente più elevati in condizioni fisiologiche.

ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEL FOSFORO NEL CANE NEFROPATICOI disturbi nel metabolismo del fosforo cominciano pre-cocemente nell’insufficienza renale cronica e tendono a peggiorare con l’aggravarsi della malattia. Nei cani nefropatici, l’iperfosfatemia è principalmente da ricon-durre alla diminuita escrezione renale di fosforo (fosfati) legata alla diminuzione del tasso di filtrazione glomeru-lare (GFR) e, in misura minore, all’aumentato apporto di origine dietetica o parenterale o alla traslocazione di ioni fosforo dal comparto intracellulare a quello extra-cellulare come risposta agli squilibri acido-base ed elet-trolitici. L’aumento del fosforo sierico, unitamente alla riduzione della produzione renale di 1,25-diidrossicole-calciferolo (calcitriolo), si accompagna a una diminuzio-ne del calcio ematico ionizzato (Ca2+) che a sua volta innesca la liberazione dell’ormone paratiroideo (PTH) finalizzata a riportare i valori ematici del calcio a livelli fisiologici. L’iperfosfatemia contribuisce alla insorgenza e al mantenimento dell’iperparatiroidismo secondario di origine renale responsabile della demineralizzazione

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« l’iperfosfatemia è da ricondurre alla diminuita escrezione renale di fosforo legata alla diminuita filtrazione glomerulare »

ossea, della deposizione di fosfati di calcio a livello rena-le e della mineralizzazione dei tessuti molli.

PATOGENICITÀ RENALEQuando la funzionalità renale non è più in grado di mantenere l’omeostasi del fosforo, si verifica la dimi-nuzione della tolleranza all’assunzione di diversi principi di origine nutritiva che contengono questo elemento. L’ingestione di una dieta con contenuto in fosforo pari allo 0,9% sulla sostanza secca, priva di conseguenze in soggetti sani, è stata associata a una diminuzione dei tempi di sopravvivenza dei pazienti con riduzione della funzionalità renale da moderata a grave. Cani sottopo-sti a riduzione chirurgica della massa renale funzionante e alimentati con diete a ridotto tenore in fosforo (0,4% su sostanza secca) hanno evidenziato un rallentamento della progressione del danno renale e il mantenimento del GFR a livelli fisiologici per tempi più lunghi, oltre alla riduzione di lesioni istologiche, come nefrocalcinosi, atrofia ed ectasia tubulare e fibrosi interstiziale, presenti invece nei pazienti alimentati con una dieta ad alto con-tenuto di fosforo (1,4% su sostanza secca).

TERAPIA DELL’IPERFOSFATEMIADiete a tenore ridotto di fosforoL’effetto benefico della restrizione del fosforo di origine alimentare è correlato, almeno in parte, alla riduzione degli effetti nocivi del persistere dell’iperparatiroidismo secondario e al mantenimento per tempi più lunghi del GFR. Studi clinici hanno dimostrato come la restrizione dietetica del fosforo sia in grado sia di prevenire che di ridurre l’iperparatiroidismo di origine renale se già presente. Nei pazienti con insufficienza renale cronica, la modificazione della dieta può portare a significativi miglioramenti delle condizioni cliniche. Ridurre la riten-zione di fosforo, data dalla diminuzione del GFR, e la conseguente iperfosfatemia è una delle principali finali-tà terapeutiche nel paziente affetto da malattia renale. La stadiazione del paziente nefropatico proposta dalla International renal interest society (Iris, www.iris-kidney.com) può essere utile per comprendere quali sono le finalità terapeutiche della terapia dell’iperfosfatemia. La stadiazione Iris correla i livelli di fosforo plasmatico

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Sotto la lente

Magazine

Livello di fosforo* Stadio Iris

< 4,6 mg/dl II

< 5 mg/dl III

< 6 mg/dl IV

*Il fosforo plasmatico non dovrà essere inferiore a 2,7 mg/dl

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Magazine 01 febbraio 2012

a quelli di creatinina, evidenziando come siano neces-sari interventi terapeutici mirati a mantenere il fosforo a livelli inferiori a: 4,6 mg/dl in stadio Iris 2; 5 mg/dl in stadio Iris 3; 6 mg/dl in stadio Iris 4. Durante la terapia per l’iperfosfatemia il fosforo plasmatico deve rimanere al di sopra dei 2,7 mg/dl.Le proteine di origine alimentare sono le maggiori re-sponsabili dell’assunzione dietetica di fosforo; pertanto, le diete utilizzate per la gestione del paziente con insuf-ficienza renale cronica dovranno contenere una ridotta quantità di questo minerale.

Chelanti del fosforo La restrizione del fosforo assunto con l’alimentazione è sicuramente un primo passo importante per la norma-lizzazione della fosfatemia. Purtroppo, al progredire del danno renale, la sola restrizione dietetica risulta nella quasi totalità dei casi insufficiente a controllare l’iper-fosfatemia e occorre associare la somministrazione di chelanti del fosforo, come idrossido di alluminio, carbo-nato di calcio o chitosano. I chelanti del fosforo devono essere assunti al momento del pasto e mescolati al cibo di modo da poter chelare il fosforo alimentare e impe-dirne l’assorbimento enterico. Merita una segnalazio-ne la disponibilità in commercio di prodotti contenenti idrossido di alluminio e magnesio, controindicati in caso di ridotta funzionalità renale per il rischio di determinare ipermagnesiemia.

LETTuRE CONSIGLIATE

1. Willard MD, Di Bartola SP. Disorder of phosphorus. In Di Bartola: Fluid therapy in small animal practice, 2nd edition;

2. Brown SC, Finco DR, Bartges JW et al. Interventional nu-trition for renal disease. Clin Tech Small Anim Pract 1998 Nov; 13(4): 217-223;

3. Finco DR, Brown SA, Crowel WA et al. Effects of pho-sphorus/calcium restricted and phosphorum/calcium-re-plete 32% protein diets in dogs with chronic renal failu-re. Am J Vet Res. 1992 Jan; 53(1): 157-63;

4. Finco DR, Brown SA, Crowel WA et al. Effects of dietary phosphorus and protein in dogs with chronic renal failu-re. Am J Vet Res. 1992 Dec; 53(12): 2264-71;

5. Brown SA, Crowel WA, Barsanti JA et al. Beneficial ef-fects of dietary mineral restriction in dogs with marked reduction of functional renal mass. J Am Soc Nephrol. 1991 Apr; 1(10): 1169-79;

6. Brown SA, Crowell WA, Brown CA. Patophysiology and management of progressive renal disease. Vet J 1997, 154: 93-109;

7. Jacob F, Polzin DJ, Osborne CA et al. Clinical evaluation of dietary modification for treatment of spontaneous chro-nic renal failure in dogs. J Am Vet Med Assoc 2002; 220: 1163-1170;

8. Elliott J, Watson ADJ. Chronic kidney disease: staging and management. In: Bonagura JD, Twedt DC, eds. Kirk’s Current Veterinary Therapy. 14th ed. St. Louis: Saunders Elsevier, 2009;883-892;

9. Polzin DJ. Chronic kidney disease. In: Ettinger SJ, Feldman EC, eds. Textbook of veterinary internal medicine. 7th ed. St. Louis: Saunders Elsevier, 2010;1990-2021;

10. Polzin DJ, Osborne CA, Jacob F, et al. Chronic renal fai-lure. In: Ettinger SJ, Feldman CR, eds. Textbook of veteri-nary internal medicine. 5th ed. Philadelphia: WB Saunders Co, 2000;1634-1662;

11. Brown SA. Chronic renal failure: recent developments in medical managements. In: Bainbridge J, Elliott J, eds. Manual of canine and feline nephrology and urology. Cheltenham, Great Britain: Br Small Anim Vet Assoc, 1996;195-208;

12. Jing SB, Li L, Hi D, et al. Effect of chitosan on renal fun-ction in patients with chronic renal failure. J Pharm Phar-macol 1997;49(7):721-723;

13. Wagner E, Schwendenwein I, Zentek J. Effects of a dietary chitosan and calcium supplement on Ca and P metabolism in cats. Berl Munch Tieratzl Wochenschr 2004;117(7-8): 310-315.

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NormalizzazioNe della fosfatemia

Restrizione del fosforo

Somministrazione chelanti del fosforo(idrossido di alluminio-carbonato di calcio-chitosano)da assumere al momento del pasto mescolati al cibo

Progressione danno renale

Il web al servizio del paziente

di Paola arosio

Accoglienza, pulizia, ordine. Sono queste le pri-me impressioni che si hanno entrando alla clini-ca veterinaria Borgarello, al civico 174 di strada

Genova, a Moncalieri, nei pressi di Torino. La struttura, che vanta sale d’attesa separate per cani e gatti e una bilancia vicina alla reception per pesare gli animali, of-fre servizi di clinica medica, chirurgia, laboratorio anali-si, diagnostica per immagini, ricoveri. Ma anche reperi-bilità 24 ore su 24, visite domiciliari, trasporto animali. La clinica, nata nel 1989, nel 1996 viene spostata nella sua attuale collocazione. Nel corso degli anni assume denominazioni differenti: prima ambulatorio veterina-rio associato (nel 2000), poi, forte di radicali amplia-mento e ristrutturazione eseguiti nel 2005, diventa nel 2009 l’attuale clinica, ottenendo al contempo la cer-tificazione alle buone pratiche veterinarie. «Lo studio e l’aggiornamento professionale sono indispensabili per condurre nel migliore dei modi l’attività quotidia-na - esordisce il responsabile della clinica Bartolomeo

Borgarello, nell’aprire le porte della struttura -. Negli anni passati il mio staff e io abbiamo investito molto nella preparazione e ci siamo in breve resi conto che era necessario comunicare questa professionalità an-che all’esterno».

POTENZA DEL WEBMa come fare? La risposta è il web, «il mezzo di comu-nicazione del futuro. Ho scelto di utilizzare strumenti innovativi e di iniziare ad applicarli, cogliendone ap-pieno le potenzialità - spiega Borgarello -. L’obiettivo è quello di fornire un servizio aggiuntivo al cliente, au-mentando l’interazione tra l’utente stesso e la clinica. È necessario instaurare una comunicazione bidirezionale, corretta, trasparente, utilizzando i new media in modo appropriato». Tra questi strumenti, c’è innanzitutto il sito internet (www.clinicaborgarello.it), in cui vengono presentate, con molta semplicità, la clinica e le attivi-tà svolte, in modo che l’utente possa in breve tempo

L’esperienza della clinica Borgarello di Moncalieri

Best practice

12

di Paola Arosio

Magazine

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Da sinistra:Martina Chiapasco, Bartolomeo Borgarello, Francesca Costanzo.

Nella pagina a fianco:l’ingresso della Clinica Veterinaria Borgarello

rintracciare ciò che gli serve. In associazione a questo, sono stati poi creati un canale Youtube, una pagina Fa-cebook e un blog. Quest’ultimo, nato come blog della clinica, si è in seguito trasformato in un tabloid (www.tgvet.net) di malattie di animali, perdendo così la fun-zione originaria. Dalla stenosi polmonare alla displasia dell’anca, dalla fecondazione artificiale all’artrosi, su questo supporto vengono pubblicati, un paio di volte alla settimana, articoli scientifici riguardanti le patolo-gie di cani, gatti e piccoli animali. Attività, queste, che richiedono, oltre alle competenze, anche tempo per essere implementate e aggiornate. Infatti, «all’interno dello staff, disponiamo di una persona dedicata», fa sa-pere Borgarello. A fronte di tanto impegno profuso, soddisfacenti sono i risultati. E i numeri confermano il successo: 64mila le visite al sito, 75mila quelle al blog e 2.600 i “mi piace” per la pagina Facebook.Ai colleghi che volessero intraprendere la strada del web, Borgarello consiglia di «fare un passo per volta, creando innanzitutto un sito per comprendere qua-li sono le proprie necessità e chi si vuole raggiungere. Non può mancare, inoltre, un po’ di formazione. Ad esempio attraverso corsi e seminari sul tema». Del re-sto, Borgarello pensa che «poiché il veterinario non ha budget a sufficienza per approcciare altri strumenti di comunicazione, come radio o televisione, nei prossimi anni il web la farà da padrone».

DuE SEDI IN PIÙAd affiancare il prezioso lavoro svolto nella clinica di Moncalieri, ci sono altre due sedi: una storica a Pino Torinese, in attività dal 1995, un’altra di recente rea-lizzazione (avviata ad aprile 2011), situata a Santena. «Spesso il cliente sceglie il veterinario sulla base della vicinanza - precisa Borgarello -. È per questo che abbia-mo deciso di aprire due sedi decentrate, oltre alla prin-

cipale. Ciò ha consentito di registrare risultati positivi, grazie alla differenziazione di offerta sul territorio e al servizio di prossimità».

SGuARDO AL FuTuROUn’ottica di modernità e innovazione, dunque, quella in cui si muove la clinica Borgarello. Con l’obiettivo di migliorare il servizio al paziente. «In futuro saranno ne-cessari aggiornamento costante, specializzazione, crea-zione di cliniche condivise multispecialistiche - conclu-de -. Senza dimenticare che oggi la parte manageriale conta come quella medica. L’una non può stare senza l’altra».

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GLI ACCeSSI AL weB

Sito clinica Blog tgvet Pagina Facebook

64.000 visite 75.000 visite 2.600

Per informazioni: [email protected]

MI PIACE

Dispensareil farmaco

Un servizio in più per il cliente

Nell’esercizio della professione di medico veteri-nario, oltre alla prestazione puramente medica, è anche contemplata la possibilità, grazie alla

legge 193/2003, di poter cedere il farmaco veterina-rio, così come avviene in molti altri Paesi europei già da molto tempo, al fine di rendere un miglior servizio al cliente e al paziente. Inoltre, in funzione dell’articolo 48 del codice deontologico Fnovi, si introduce il principio di

cointeressenza che apre di fatto al pet corner.«Il medico veterinario svolge attività professionale ad apporto prevalentemente intellettuale. Qualunque for-ma di cointeressenza, che condizioni la libertà intellet-tuale del medico veterinario, costituisce violazione del presente codice deontologico».Ferme restando la natura intellettuale della professione veterinaria e l’accessorietà del servizio di cessione, ovve-

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Vet practice

Magazine

di Marco Viotti

Medico veterinario

Magazine

ro il suo scopo non commerciale, si è in presenza di un

servizio aggiuntivo che reca con sé evidenti vantaggi:

innanzitutto, la possibilità di un pronto inizio della tera-

pia, di una corretta somministrazione della stessa e, per

il medico veterinario, di una fidelizzazione del cliente,

che è più propenso ad andare ove più numerosi sono

i servizi.

L’indagine 2011 condotta dall’Associazione nazionale

medici veterinari italiani (Anmvi), in collaborazione con

l’Associazione nazionale imprese per l’alimentazione e

la cura degli animali da compagnia (Assalco) e con la

Società italiana di management veterinario (Simv), sugli

animali da compagnia in Italia, dà risalto ad alcuni dati. Rispetto all’indagine effettuata quattro anni prima, è aumentata con-siderevolmente la percen-tuale di quanti si dicono pronti ad acquistare un prodotto ove detto ser-vizio venga effettuato. I clienti manifestano sem-pre più il desiderio che gli ambulatori veterinari rispondano, in aggiunta ai bisogni clinici, anche a pro-blematiche di natura gestionale.L’indagine, infine, mostra come sia aumentata, da parte del pet owner, la disponibilità all’acquisto in ambulato-rio, non solo di farmaci, ma anche di diete alimentari, prodotti dermatologici e antiparassitari esterni. In vari Paesi europei come Francia, Svezia, Belgio, Ger-mania e Gran Bretagna, l’ambulatorio veterinario assu-me il ruolo di ausilio di farmacia e la vendita di parte o dell’intera terapia è di fatto una prassi non solo consen-tita, ma largamente remunerativa. Alcuni dati relativi all’ambito veterinario francese pos-sono dare l’idea della distanza che ancora separa gli ambulatori italiani da quelli degli altri Paesi dell’Unione.Un’indagine del 2010 ripartisce l’attività media delle strutture veterinarie francesi in questo modo: 54,5% prestazioni cliniche, 30% vendita di medicamenti, 10,5% vendita di alimenti, 5% altre prestazioni acces-sorie. Quasi la metà del fatturato di un ambulatorio francese è mediamente da attribuirsi alla vendita di far-maci, diete e prodotti tecnici. Rispetto alla percentuale di prestazioni cliniche, non si è più nell’ambito di un servizio accessorio e occasionale, ma piuttosto di un’at-tività complementare a sostegno e completamento di

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« Secondo la legge, la cessione del farmaco può avvenire solo in seguito a una visita, quindi durante una prestazione professionale »

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Vet practice

Magazine

quella medico-chirurgica. L’Italia rimane, d’altro canto, ancora le-gata a vincoli, tanto di natura norma-

tiva, quanto di natura intrinseca, come l’estraneità ai concetti di vendita e di orga-

nizzazione interna, quando applicati a una professione di natura intellettuale.

Dal punto di vista normativo, la cessione del farmaco può avvenire solo a seguito di una visita,

quindi durante una prestazione professionale.Si tratta in realtà di un servizio complesso, a causa delle limitazioni nel rispetto delle quali deve essere effettuato e per il quale lo staff deve essere formato. Sarebbe au-spicabile che ogni ambulatorio veterinario si dotasse di un piano di azione, nel quale, rispetto al servizio di ces-sione di farmaco e parafarmaco, il titolare e lo staff se-gnalassero obiettivi e target di riferimento, nominassero un responsabile, adottassero strategie di comunicazio-ne, valutassero i costi che il servizio richiede e stabilisse-ro infine una scadenza entro cui stabilire se il servizio è una perdita o un guadagno. L’elaborazione di un ade-guato piano d’azione costituisce un valido strumento per cogliere l’essen-za della prestazione, per renderla effica-ce e controllabile e per far sì che lo staff sia coinvolto e allineato. Sovente chi svolge una pro-fessione di natura intellettuale non è abituato a misurare le proprie perfor-mance dal punto di vista gestionale. Sulla base di questa logica, spesso si fanno acquisti sbagliati e non si tiene conto dei costi che lo spreco comporta. Si ribadisce tuttavia la natura accessoria del servizio, che non deve in alcun modo acquisire carattere commer-ciale, ma piuttosto rimanere subordinato al perfeziona-mento della prestazione sanitaria e all’arricchimento del rapporto clinico tra medico, cliente e animale.

Per saperne di più, consulta il quaderno La dispensazio-ne del farmaco veterinario: aspetti pratici, di cui l’artico-lo è un estratto.

« la cessione del farmaco è di natura accessoria alla prestazione sanitaria »

Magazine 01 febbraio 2012Magazine

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In evidenza CONVEGNO ECM INSUffICIENZA RENALE CRONICA DEL CANE E DEL GATTO

Una giornata tutta dedicata alla nefrologia. È quella in

programma il 19 maggio a Bo-logna (Savoia Hotel Regency, via del Pilastro 2). L’evento, dal titolo Insufficienza renale cronica del cane e del gatto: nuove evidenze e aspetti pra-tici di gestione, porrà in primo piano il concetto di diagnosi precoce per discutere poi degli aspetti terapeutici, basati su un approccio dietetico e farmaco-logico. Relatore: Andrea Zatelli. Evento accreditato per 150 ve-terinari.

Per informazioni: tel. 045.8352382, www.mayaidee.it.

73° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC

Tre giorni di evento, quindici speaker stranieri, un’ampia

lista di relatori italiani, tantis-sime sessioni di vario tipo: gli ingredienti (e i numeri) del suc-cesso ci sono tutti. Il 73esimo congresso internazionale mul-tisala Scivac dà appuntamento ai veterinari nel nuovo Palacon-gressi di Rimini dall’8 al 10 giu-gno, con un ricco programma, che tratta, tra gli altri, temi di medicina d’urgenza, di onco-logia, di ortopedia, di oftalmo-logia. Senza trascurare animali esotici, fisioterapia, medicina comportamentale.

Termine per le preiscrizioni: 30 aprile. www.scivacrimini.it.

72° CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC - APPROCCIO MODERNO AI PIù COMUNI PROBLEMI CLINICI

Si terrà dal 23 al 25 marzo a Pero (MI) il 72esimo congres-

so internazionale di Scivac e Si-miv, Approccio moderno ai più comuni problemi clinici. A far parte del comitato scientifico dell’evento sono Walter Bertaz-zolo (Pavia), Federico Fracassi (Bologna), Paola Gianella (Tori-no), Ugo Lotti (Monsummano Terme), Paola Scarpa (Milano). Tanti gli argomenti in agenda: dalla dispnea alle malattie me-taboliche, dalla diarrea cronica ai parassiti delle vie aeree. Una tre giorni strutturata su due livelli: di base e avanzato, in modo da coinvolgere il più pos-sibile l’uditorio.

Per informazioni: tel. 0372.403508, www.scivac.it.

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zione scientifica e professionale dedicato ai medici

veterinari membri di VetCommunity. al suo interno

troverà spazio una rubrica, la Posta, dedicata alla

pubblicazione di segnalazioni, domande o, perché

no, anche di suggerimenti per migliorare queste pagine. Il materiale

pervenuto verrà selezionato e valutato sulla base di un’utilità gene-

rale e, quando necessario, verrà commentato dagli esperti del board

scientifico.

lo scopo di questa rubrica non è, dunque, quello di fornire soluzioni

a particolari casi clinici, né di commentare i risultati di determinati

protocolli terapeutici, né di dare spazio a discussioni o rivendicazioni

di categoria, bensì quello di fornire a tutti i partecipanti la possibi-

lità di richiedere informazioni o delucidazioni di interesse generale

in merito agli argomenti trattati sulla rivista, nonché di sottoporre

personali esperienze in ambito clinico, diagnostico, terapeutico che

possano stimolare la crescita professionale di ciascuno.

la limitatezza di questo spazio imporrà necessariamente una pre-

ventiva valutazione e selezione da parte del comitato scientifico su

quanto dovrà essere pubblicato, in modo che vengano rispettati i

criteri basilari che hanno condotto alla nascita di questa iniziativa

editoriale: competenza scientifica, correttezza professionale, utilità

per la categoria.

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