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maggio 2011

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Anno LVI - N.5 MAGGIO 2011 Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma
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Anno LVI - N.5 MAGGIO 2011

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma

Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

59 anni dedicati,

con l' impegno corale di tutti i soci militari

e civili, di qualsiasi grado o qualifica,

a mantenere vivo l'amor di Patria,

il culto della Bandiera e dell'onore,

ed a tramandare il patrimonio culturale

e spirituale della nostra Aeronautica Militare.

Torino, 29 febbraio 1952

Torino, 11 giugno 2011

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5MAGGIO 2011

ANNO LVI

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISIDirettore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà lettera-ria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, èfatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comun-que inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione il 16 maggio 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 ècomprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodi-co sociale “Aeronautica".

In copertina

Il 13 maggio, durante le prove dellamanifestazione aerea sull’aeroporto diVenegono, ha effettuato il suo primovolo il T-346 con i colori dell’Aeronauti-ca Militare.(foto: Lilly Brogliato)

ISSN: 0391-7630

Riposizionato all’ingresso delpiazzale dell’Accademia Aero-nautica il G.91 con una nuovacolorazione. (foto P.L. Bacchini)

Riccardo Niccoli, Coccarde tricolori2011. Novara, RN Publishing, 2011.Cm 21 x 29,7, pp. 176. Euro 15,00.

La nona edizione dell’annuario sulleforze e componenti aeree italiane col-pisce innanzi tutto per la capacitàdell’autore-editore Riccardo Niccoli diproporre anno dopo anno novità inuna formula sempre uguale per graficae impostazione. Non parliamo soltantodelle immagini (belle, ben scelte equasi sempre mai viste altrove), masoprattutto della varietà degli argo-menti, cosa sempre più difficile vistala contrazione dei reparti e la riluttan-za a parlare apertamente delle opera-zioni reali nelle quali l’AeronauticaMilitare e le altre componenti aereesono impegnate quotidianamente.Quest’anno il primo tema è la Puglia,sia sotto il profilo addestrativo (61°Stormo e 10° RMV di Lecce e intervi-sta al Comandante Generale delleScuole, gen. Pasquale Preziosa) siasotto quello operativo (il 36° Stormodopo l’arrivo del 10° Gruppo da Trapa-ni). Seguono le esercitazioni dell’A.M.,gli inevitabili 50 anni della PAN, ilMuseo Storico A.M., la chiusura del 5°Stormo, l’avanzamento del program-ma F-35. Molto ricca anche la parteextra A.M., che tocca Esercito (1° Reg-gimento Antares, i 20 anni dell’Harrier,gli EH.101 della Marina a Herat, varinuclei elicotteristici e il Centro Opera-tivo Aereo Unificato della ProtezioneCivile. L’ultimo terzo della pubblica-zione è costituito dalle schede sull’or-ganizzazione delle Forze Armate ed iloro mezzi, complete di dati statistici.Insomma, un prodotto ben riuscitoche costa quanto due numeri di unmensile ma dura tutto l’anno, e ancheoltre.

Disponibile presso le librerie specializzateo l’editore (www.rnpublishing.com; ViaTorelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Hakan Gustavsson e Ludovico Slon-go, Desert prelude, Stratus, Sando-mierz, 2010, 2 voll.. Cm 21 x 297,pp. 224+208. S.i.p.

Suddivisa in due volumi, dedicatirispettivamente al giugno-novembre1940 e al dicembre 1940-febbraio1941, l’opera si presenta come un’am-pia cronologia illustrata della primafase della seconda guerra mondialein Africa Settentrionale. Gli autorihanno consultato una vasta biblio-grafia e numerosi documenti perincrociare i dati delle due parti inlotta e ricostruire l’andamento gior-naliero delle operazioni. Il risultatovaria da poche righe per i giorni dicalma operativa a intere pagine perquelli più intensi, completate da foto-grafie dei protagonisti e dei loroaerei. I dati sono accessibili ancheattraverso l’indice dei nomi, semplifi-cando la ricerca quando non si cono-sca la data. Come sempre in operedel genere, lo sforzo di raccolta e pre-sentazione di una grande messe didati è apprezzabile quale strumentoper ulteriori approfondimenti, anchequando su specifici episodi dovesseesservi qualche discrepanza o que-stione non completamente risolta.

Questo, tuttavia, non inficia la possi-bilità di utilizzo delle informazioniquale punto di partenza. Il corredoillustrativo è molto ampio ma di qua-lità variabile, così come i 42 profili epiante a colori sono talvolta un po’piatti o poco ortodossi nelle interpre-tazioni.

Disponibile presso le librerie specializzate

Angelo Emiliani e Paolo Varrialecon Mauro Antonellini, L’altra metàdel cielo – l’epopea delle donnevolanti, Lugo, Museo FrancescoBaracca, 2011. Cm. 24 x 22, pp. 96.Euro 10.

Il volume è il catalogo della omonimamostra organizzata dal Museo Barac-ca, allontanatosi per la prima volta dalristretto ambito dell’eroe eponimo edella prima guerra mondiale. Il catalo-go è costituito da una raccolta diimmagini, dotate di brevi note biogra-fiche di 50 aviatrici di diversi paesi,dal periodo pionieristico dell'aviazioneai giorni nostri. Nelle pagine si alter-nano nomi notissimi, dalla celebreAmelia Earhart all’astronauta Valenti-na Tereshkova, e gruppi quali le donnedell’Air Transport Auxiliary che nelRegno Unito, durante la SecondaGuerra Mondiale, effettuavano i voli ditrasferimento di aerei che andavanodal Tiger Moth agli Spitfire ed ai Lan-caster. Tra le pioniere del volo italianesono ricordate la prima brevettataRosina Ferrario, la primatista CarinaNegrone e la prima pilota di linea Fio-renza de Bernardi. Se l’argomento nonè nuovissimo, la confezione è buona ele immagini sovente inedite.

Disponibile presso il Museo FrancescoBaracca, via Baracca, 65 48022 Lugo (RA),e-mail [email protected] ,tel. 0545.38561

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L’Aeronautica Militare 4

L’AM nell’operazione “Unified Protector”in Libia

Il giuramento del corso Nibbio V dell’Accademia Aeronautica

Il giuramento del corso Espero della Scuola militare AM “G.Douhet”

Nuove armi al 16° Stormo “Protezione delle Forze”

Scienza, spazio, tecnica e industria 8

Il col. pil. Roberto Vittori per la terza volta nello spazio

Un aggiornamento sul sistema satellitare COSMO-SkyMed

Varie 14

Alpino o aviatore?di Gianbortolo Parisi

Ricordo di un “Martino”di Giuseppe Tortora

Un lungo periodo di avventuredi Ugo Mutti

Quella pericolosa “vite” con il T-6di Alberto Scano

Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’invernodi Elia Rubino

Celebrato il 60°anniversario di costituzione dell’AVES

Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 25

L’Associazione Arma Aeronautica 27Il convegno del CESMA sui piccoli satellitidi Giancarlo Naldi

Libri 42

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AERONAUTICAMILITARE

4 AERONAUTICA 5/2011

«Gli assetti aerei e navali italiani, do-dici velivoli e quattro navi, messi adisposizione della NATO per l’opera-zione “Unified Protector”, hanno con-tinuato le missioni assegnate perl’imposizione della “No Fly Zone” edell’”Embargo Navale”. In data odier-na, hanno in particolare iniziato apartecipare alle operazioni aeree aprotezione della popolazione civileanche le nuove configurazioni idoneead assolvere gli ulteriori compiti as-segnati dalla NATO».Con questo laconico comunicatostampa, il 28 aprile lo Stato Maggio-re della Difesa ha dato l’annuncioche gli aerei militari italiani - comechiesto dalla NATO e come approva-to dai due rami del Parlamento il 23e il 24 aprile sull’intervento dei veli-voli AM in funzione antiradar libici- hanno cominciato ad usare il pro-prio armamento di precisione «percolpire specifici e selezionati bersaglimilitari».Si è trattato, si è poi appreso, di dueTornado IDS che, scortati da due F-2000 e decollati intorno alle 10,30da Trapani Birgi, hanno operato sul-la Libia in una missione durata unpaio d’ore e sulla quale lo stesso mi-nistero ha mantenuto il massimo ri-serbo anche per quanto riguarda learmi adoperate e gli obiettivi che sa-rebbero stati colpiti e che «sono sta-ti neutralizzati».È da ricordare che, dall’inizio delleoperazioni militari in Libia (19marzo) al 26 aprile, gli aerei del-l’AM (che si erano limitati a voli diricognizione e di “accecamento”dei radar libici) avevano compiuto:

200 missioni da parte degli F-2000,150 dai Tornado IDS/IT-ECR e 40dagli F-16.Come si è giunti a questa nuova de-cisione?Riassumendo gli eventi, è da sottoli-neare che il 25 aprile il capo del go-verno Silvio Berlusconi avevaannunciato la decisione dell’Italia dipartecipare ai bombardamenti in Li-bia come chiesto dalla NATO (il 15aprile aveva detto “no” all’impiegodi aerei italiani dichiarando: «faccia-mo già abbastanza») e il ministrodella Difesa Ignazio La Russa (che il12 aprile aveva detto di essere «rilut-tante a bombardare») lo stesso gior-no aveva precisato: «Non sarannobombardamenti indiscriminati mamissioni con missili di precisione suobiettivi specifici» e «attentissimi aevitare il rischio di colpire la popola-zione civile».A queste dichiarazioni sono seguitedi lì a poco quelle che, in occasionedi una cerimonia per la celebrazio-ne del 25 aprile, il capo dello StatoGiorgio Napolitano rilasciava sul-l’impiego “bellico” degli aerei milita-ri italiani affermando: «L’ulterioreimpegno dell’Italia in Libia costitui-sce il naturale sviluppo della sceltacompiuta dall’Italia a metà marzo,secondo la linea fissata nel Consigliosupremo di difesa da me presieduto equindi confortata da ampio consensoin Parlamento», aggiungendo: «Nonpotevamo restare indifferenti allasanguinaria reazione del colonnelloGheddafi in Libia: di qui l’adesionedell’Italia al giudizio e alle indicazio-ni del Consiglio di sicurezza delle Na-

zioni Unite» dichiarando successiva-mente: «La missione è legittimatadallo stesso articolo 11 della Costitu-zione. Non siamo entrati in guerra,siamo impegnati in un’azione auto-rizzata dall’ONU».E il giorno dopo Berlusconi, in occa-sione della conferenza stampa con-giunta con il presidente franceseSarkozy, precisava infine: «Abbiamoaccettato di intervenire su obiettivimilitari mirati escludendo vittime ci-vili: non lanceremo bombe a grappolosulla popolazione, ma abbiamo senti-to di non doverci sottrarre perché delnostro intervento c’è bisogno».È decaduto, quindi, il “caveat” cheaveva fino ad oggi limitato l’inter-vento degli aerei italiani ai soli com-piti di ricognizione, “accecamento”dei radar libici e ad eventuali volivolti a far rispettare la “no fly zone”,ma il massimo riserbo mantenutodalla Difesa sulle operazioni aereein Libia non consente di dare indi-cazioni sul tipo e numero di missio-ni da allora svolte nei cieli libici.Su tali missioni possiamo, per ora,riportare quanto il ministro dellaDifesa, ha dichiarato ai giornalistiin occasione della sua visita effet-tuata il 10 maggio al 37° Stormo diTrapani per incontrare il personaleimpegnato nell’operazione “Uni-fied Protector” per l’emergenza inLibia: «Il nostro obiettivo - ha affer-mato - è difendere i cittadini inermi,per questo abbiamo individuatouna modalità d’impiego dei nostribombardieri che non prevede la par-tecipazione a missioni con obiettiviall’interno delle città della Libia».

L’attività dell’AM in Libia

Il simulatore di volo dell’SF-260 all’Accademia Aeronautica

Il 20 aprile, nella Sala Simulatore/Armamento dell’Accademia Aeronauti-ca di Pozzuoli, il comandante Logistico dell’Aeronautica Militare, gen. SAGiuseppe Marani, ha inaugurato il nuovo simulatore dell’addestratore

SF-260 che - realizzato dal Reparto Sperimentale Volo (RSV) di Pratica diMare - si avvale della proiezione di scenari su un grande schermo semicir-colare per dare l’impressione del volo agli allievi piloti che lo utilizzerannonel corso del loro iter formativo.All’evento erano anche presenti, ricevuti dal comandante dell’Istituto gen.BA Umberto Baldi, il comandante delle Scuole AM-3ª Regione Aerea, gen.SA Pasquale Preziosa, il comandante del RSV, col. pil. Maurizio Cantiello,e il col. Giovanni Francesco Adamo, comandante del 70° Stormo di Latina,

reparto che ha in linea gli SF-260EA con i quali gli allievi conseguono il brevetto di pilota d’aeroplano.

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5AERONAUTICA 5/2011

Giuramento del Corso Nibbio V

dell’Accademia Aeronautica

Il 21 aprile, a Pozzuoli, alla presenza del sottosegreta-rio di Stato alla Difesa Guido Crosetto, del capo diStato Maggiore della Difesa gen. Biagio Abrate, del

capo di Stato Maggioredell’AM, gen. SA GiuseppeBernardis, della medagliad’oro al Valor Militare cap.Gianfranco Paglia, di mol-ti parenti dei giovani allievie di numerosi appartenen-ti, in servizio e in congedo,degli omonimi corsi prece-denti, ha avuto luogo informa solenne la cerimo-nia per il giuramento ebattesimo dei frequentato-ri del Corso Nibbio V del-l’Accademia Aeronautica.La cerimonia è stata aper-ta dall’intervento del gen.BA Umberto Baldi, co-mandante del massimoistituto di formazionedell’AM, che ha ricordatocome nell’anno della cele-brazione del 150° anniver-sario dell’Unità d’Italia igiurandi abbiano gridato

la loro “italianità”, entrando a far parte a pieno titolodella grande famiglia azzurra, esortandoli poi ad opera-re con onestà d’intenti in ogni loro azione.Nel suo discorso il sottosegretario Crosetto, ringra-ziati i familiari, accorsi numerosi da ogni parte d’Ita-lia per essere vicini ai loro cari in questo giornoparticolare, ha dato risalto ai valori istituzionali e al-l’altissima professionalità che contraddistingue le For-ze Armate.Il gen. Abrate, dopo aver reso omaggio alla Bandiera d’I-stituto ed ai Gonfaloni e Labari presenti, ha sottolineatoche, con il giuramento, gli allievi del Nibbio V hannofatto una scelta decisamente impegnativa ma, allo stes-so tempo, affascinante che li accompagnerà per tutta lavita, alternando gioie e soddisfazioni, rischi e sacrifici,fino talvolta a doversi sottomettere alle conseguenzeestreme.�Da parte sua la MOVM Paglia, affermato che i militarinon sono uomini migliori degli altri, ma diversi in quan-to non tutti hanno la forza di onorare il giuramento pre-stato, ha esortato i giovani allievi a volare sempre più inalto per poter superare tutte le difficoltà che incontre-ranno nella loro carriera.I momenti salienti della cerimonia, che si è conclusacon la sfilata in parata di tutti i corsi in atto presso l’Ac-cademia Aeronautica, sono stati sottolineati, come diconsueto, dal sorvolo degli MB.339 della Pattuglia Acro-batica Nazionale “Frecce Tricolori”.

Il SACEUR al CAOC 5Il 20 aprile l’amm. US Navy JamesStavridis, comandante supremodelle forze alleate in Europa (SA-CEUR) e comandante dell’AlliedCommand Operations (ACO), unodei due comandi strategici dellaNATO, ha reso visita al CombinedAir Operations Centre (CAOC) del-la NATO ubicato, insieme al Co-mando operazioni aeree (COA), aPoggio Renatico. Ricevuto dal gen.SA Mario Renzo Ottone, coman-dante del CAOC e del COA, l’altoufficiale, che rappresenta la massi-ma autorità nella catena di coman-do e controllo della NATO, dopoaver assistito a un briefing di pre-sentazione, ha visitato la strutturaoperativa del CAOC che assicura lasorveglianza dello spazio aereodell’Italia, della Slovenia, dell’Un-gheria e dell’Albania, attraverso larete di avvistamento radar, i sistemi

missilistici ed i velivoli d’allarmemessi a disposizione della NATOdalle rispettive nazioni.

Il comandante della “Unified Pro-tector” alla base aerea di TrapaniI l 27 apri le i l tenente generaleCharles Bouchard, comandantedell’Operazione “Unified Protector”,è giunto sulla base aera di Trapani,sede del 37° Stormo, per incontrareil personale dei reparti nazionali estranieri che partecipano alle ope-razioni aeree in atto sulla Libia co-me disposto dalla risoluzione 1973dell’ONU.Accolto al suo arrivo dal col. pil.Mauro Gabetta, comandante del re-parto italiano, il gen. Bouchard, do-po avere assistito ad un briefingillustrativo sulle attività svolte dall’i-nizio delle operazioni, ha incontrato,oltre al personale del 37°, quello del4°, 6°, 36° e 50° Stormo e il perso-

nale della Canadian Air Force, dellaRoyal Air Force e della componenteNATO Airborne Early Warning dellaForward Operating Base (FOB),che dal gennaio 1986 opera a Tra-pani con i velivoli radar AWACS.

Il comandante del CDAOA france-se al CAOC 5Il 4 maggio il ten. gen. Gilles De-sclaux, comandante della FrenchAir Defence and Air OperationsCommand (CDAOA) ha visitato ilComando del 5° Centro per le Ope-razioni Aeree Combinate di PoggioRenatico venendo ricevuto all’arrivodal gen. SA Mario Renzo Ottone,comandante del CAOC 5.Nel corso della sua permanenza intale installazione, il gen. Desclauxha incontrato il personale del Di-staccamento francese ivi rischieratoa supporto dell’Operazione NATO“Unified Protector” in Libia.

Visite straniere a enti e reparti AM

AERONAUTICA MILITARE

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Sono sergenti gli allievi del 14° Corso Gemini

Il 4 maggio, alla Scuola Specialisti AM diCaserta e presieduta dal gen. DA Vito An-tonio Cormio, capo di Stato Maggiore del

Comando Scuole AM-3ª Regione Aerea, haavuto luogo la cerimonia per la consegna delgrado di sergente ai 438 allievi, tra i quali 27donne, del 14° Corso Gemini che, in basealla loro qualificata specializzazione, saran-no ora destinati agli enti e reparti della no-stra Forza Armata.Alla cerimonia, ricevuti dal comandante del-l’Istituto, col. Paolo Marco Felli, hanno parte-cipato numerose autorità civili e militari localie moltissimi parenti e amici dei nuovi giovanisottufficiali appartenenti alle categorie Co-struzioni Aeronautiche, Fisica, Commissaria-to, Supporto Logistico e Supporto Operativo.

Cambi di comando e assunzionid’incarico nell’AM

Il 16 aprile, sull’aeroporto AMIKo (Aeronautica Militare Italianain Kosovo) di Djakovica, il col. pil. Andrea Massucci ha as-sunto il comando della Task Force Air subentrando al pari gra-

do Paolo Baldasso.

6 AERONAUTICA 5/2011

AERONAUTICA MILITARE

Nuove armi per i “Fucilieridell’aria” del 16° Stormo

Il 12 maggio, nel corso di una cerimonia che si è svolta al 16°Stormo “Protezione delle Forze” di Martina Franca il Repartoha ricevuto il nuovo fucile d’assalto ARX-160 e la nuova pisto-

la Beretta 90two, divenendo il primo ente operativo dell’AM adessere dotato di tali nuove armi. La cerimonia è stata presieduta dal gen. DA Fabio Molteni, re-sponsabile della 2ª Divisione del Comando Logistico dell’AMche, dopo un periodo di studio e sperimentazione, ha provvedu-to all’approvvigionamento delle nuove armi e dal gen. BA Ro-berto Lamanna, comandante della 1ª Brigata Aerea “OperazioniSpeciali” dalla quale dipende il 16° Stormo.L’acquisizione del nuovo armamento da parte del personale del16° Stormo è stato simbolicamente sancito quando il gen. Molteniha consegnato al col. Paolo Citta, comandante del Reparto, unesemplare di ciascuna arma, consegna che subito dopo è avve-nuta ai componenti di un plotone di “Fucilieri dell’aria” che conte-stualmente hanno restituito quelle fino ad oggi in dotazione: ilfucile d’assalto Beretta AR 70/90 SCP e la pistola Beretta 92SB.

Il 19 apri le - presieduta dal co-mandante delle Scuole AM-3ª Re-gione Aera gen. SA Pasquale

Preziosa e alla presenza del gen.BA Claudio Salerno, comandantedell’Istituto di Scienze Militari Aero-nautiche (ISMA) e di numerose au-torità religiose, civili e militari delcapoluogo toscano e di molti paren-ti e amici dei giurandi - si è svolta aFirenze la cerimonia per il giura-

mento e battesimo del corso Espe-ro della Scuola Militare Aeronautica“Giulio Douhet” che, comandata dalcol. Giorgio Baldacci, ha sede pres-so il citato ISMA.Il col. Baldacci, dopo aver sottoli-neato nel suo intervento di aperturadella cerimonia che i giovani allievi,prestando il giuramento, hanno as-sunto il formale impegno di fedeltàalla Patria ed alle Istituzioni, deci-dendo di uniformare la loro vita aivalori etici fondamentali ed irrinun-ciabili che si rivelano indispensabiliper essere un «buon allievo di oggie un ottimo cittadino di domani», hapoi, sollevando la Bandiera d’Istitu-to, pronunciato la formula di rito allaquale gli allievi hanno risposto con illoro “Lo giuro!”.Da parte sua il gen. Preziosa, rivoltoun commosso pensiero a quanti, nei

150 anni di vita della Nazione, han-no dedicato la propria vita per ser-virla con dovere, disciplina edonore, ha evidenziato come, con ilsolenne atto del giuramento, gli al-lievi abbiano inteso formare unasquadra compatta, nella quale lesingole individualità si riconoscononei valori fondanti della Forza Arma-ta e dello Stato.È seguito il battesimo del Corso -che ha assunto il nome di Espero,nome che, sin dall’antichità, identifi-ca la stella più luminosa della sera(di fatto il pianeta Venere) e che in-tende rappresentare la luce di riferi-mento e confronto per i giovaniallievi -, e la benedizione del ga-gliardetto del Corso che il padrinodel Corso stesso, col. pil. FrancescoPresicce, ha poi consegnato al ca-pocorso dell’Espero.

Ha giurato il Corso Espero della Scuola Militare AM

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L’AM al simposio internazionale “Air Defence 2020+”

Il gen. BA Giovanni Fantuzzi, capo del 3° Reparto “Pianificazione dello Strumento Aerospaziale” dello Stato mag-giore dell’AM, ha rappresentato la nostra Forza Armata all’International Symposium on “Air Defence 2020+” chedal 17 al 20 aprile ha avuto luogo presso l’Air Defence Training Institute di Jeddah (Arabia Saudita) con la parteci-

pazione di numerosi alti rappresentanti delle principali forze aeree e della realtà industriale militare mondiale.Nel corso del simposio, in particolare, il gen. Fantuzzi ha illustrato la politica di difesa aerea e missilistica secondola prospettiva italiana, illustrazione che, seguita con vivo interesse, ha riscosso apprezzamento da parte delle nu-merose autorità politiche e militari presenti.

7AERONAUTICA 5/2011

AERONAUTICA MILITARE

Pubblichiamo, come informazione dedicata ai nostri più giovani lettori, una sintesi diquanto recentemente apparso sul sito internet dell’AM circa l’iniziativa

“Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane”

Il 2 maggio, alla facoltà di giuri-sprudenza dell’università di Fer-rara, è stato inaugurato i l 1°

corso in materia di “diritti umani ediritto umanitario nei conflitti arma-ti” organizzato in convenzione tra ilComando operazioni aeree (COA)di Poggio Renatico e l ’Ateneoestense.Co-presieduto dal rettore dell’uni-versità, prof. Pasquale Nappi, e dalcomandante del Reparto prepara-zione alle operazioni del COA, gen.BA. Paolo Mazzi, l’evento si è svolto

alla presenza delle massime auto-rità militari e civili di Ferrara.Il rettore Nappi, nella sua prolusione,ha sottolineato l’importanza di tale at-tività, basata sulla reciproca e co-struttiva collaborazione, peraltro giàavviata da diversi anni tra le due isti-tuzioni, mentre il gen. Mazzi ha evi-denziato la rilevanza dell’attivitàcongiunta di studio e ricerca che ve-de impegnate due importanti istituzio-ni con l’obiettivo di elevare lapreparazione del personale in unamateria quanto mai attuale alla luce

dei recenti avvenimenti internazionali.Al corso, della durata di due setti-mane e che viene tenuto da docentidell’Ateneo, da eminenti studiosiesterni di livello internazionale e daesperti militari dell’AM, partecipano,oltre agli studenti dell’università fer-rarese, anche numerosi militari e ci-vili dell’amministrazione della Difesache seguiranno le lezioni sia pressol’istituto universitario, sia presso lasede del COA dove saranno svilup-pate simulazioni ed esercitazionipratiche.

In base ad una convenzione tra AM e Università di Ferrara

1° corso su “diritti umani e diritto umanitario nei conflitti armati”

Dopo il successo dell’analogoevento avvenuto nel passato,anche per quest’anno il mini-

stero della Difesa ha organizzato peri giovani, ragazzi e ragazze, di etàcompresa tra i 18 e i 30 anni, appo-siti corsi di tre settimane presso entie reparti militari.Per quanto riguarda l’AeronauticaMil i tare la “ful l immersion” di 21giorni per i giovani che sarannoconvocati, avverrà in un repartooperativo, a fianco degli uomini edelle donne che vi prestano servi-zio, vedendo e toccando con manole molteplici attività che giornalmen-te caratterizzano la vita di un repar-to, dal le missioni di volo al lamanutenzione dei velivoli.Scopo dell’iniziativa è quello di far co-noscere ai giovani la funzione della Di-fesa nel sistema Paese fornendo loroinnanzitutto una preparazione teorica di

base sul dovere costituzionale di difesadella Patria e sulle attività prioritarie del-le Forze Armate, a cominciare dallemissioni di pace svolte fuori dei confininazionali e dal concorso alla salvaguar-dia delle libere istituzioni, in circostanzedi pubblica calamità e in altri casi distraordinaria necessità e urgenza. Que-sto sarà uno dei temi della prima setti-mana di stage nel corso della quale ipartecipanti riceveranno anche infor-mazioni sull’ordinamento militare, sul-l’organizzazione e i compiti specificidell’Aeronautica Militare svolgendo nelcontempo istruzione formale e attivitàfisica e ginnico-sportiva.Le successive due settimane con-sentiranno poi di vivere più da vicinola realtà di ogni giorno dei reparti edelle unità dell’Arma Azzurra, muo-vendosi all’interno di alcune delle piùimportanti basi aeree della Forza Ar-mata, vedendo in azione il personale

in uniforme e la quasi totalità dei ve-livoli in dotazione, dai modernissimiEurofighter F-2000 da difesa aereaai C-130J e C-27J da trasporto, agliMB.339 da addestramento e visitan-do inoltre alcune importanti strutturedi una base aerea quali la torre dicontrollo, un centro specializzato perla manutenzione di velivoli militari adalte prestazioni, ecc.Particolarmente interessante sarà lapossibilità di avvicinarsi e di speri-mentare le tecniche di volo utiliz-zando i simulatori di volo oggi indotazione alla Forza Armata, con ifrequentatori più meritevoli che sa-ranno invitati a partecipare a unodei Corsi di cultura aeronautica chel’Aeronautica Militare organizzerànel 2012.Per informazioni dettagliate sull’ini-ziativa si può visitare la pagina dedi-cata sul sito www.difesa.it

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SCIENZA, SPAZIO,TECNICA E INDUSTRIA

8 AERONAUTICA 5/2011

Alle 14,56 (ora italiana) del 16maggio ha avuto inizio la mis-sione di 16 giorni, denomina-

ta STS-134, che la NASA ha da tem-po programmata con l’impiego del-l’Endeavour, missione che segna il134° volo di uno shuttle, è la 36ª ver-so la Stazione spaziale internazionale(ISS) e costituisce l’ultimo volo di que-sta navetta che il 18 maggio, attrac-cando alla ISS stessa, vi ha portatonumerosi esperimenti.La partenza - dopo un rinvio di varigiorni a causa di un’anomalia risconta-ta nel riscaldamento di una tubazionecarburante del generatore ausiliarionumero 1 poco prima dell’ora del lan-cio programmato per il 29 aprile - èavvenuta senza alcun problema dallarampa 39A del Kennedy Space Centerdella NASA, in Florida.È da ricordare in proposito che laSTS-134 era stata programmata, inprecedenza, per il novembre 2010,ma è stata via via rinviata per unaanomalia riscontrata a uno degli ap-parati dell’AMS, a causa dei ritardinell’approvvigionamento di alcuneparti di ricambio per la ISS e, ancora,per la necessità di non interferire conuna missione Soyuz della Russia pre-vista a dicembre 2010.

Tra gli esperimenti che hanno rag-giunto la ISS, il più significativo è sen-za dubbio il rilevatore di particelleAMS-02 (Anti Matter Spectrometer), ilpiù pesante del genere mai portato inorbita (otto tonnellate per un volumedi 64 metri cubi), nato - al costo com-plessivo di 1,5 miliardi di euro - dauna collaborazione internazionale tra16 Paesi, tra cui la Cina, e per il qualel’Italia ha realizzato i rilevatori.L’AMS-02 è stato progettato per stu-diare particelle ad altissima energia,determinare quale sia l ’equil ibrionell’universo tra particelle e antiparti-celle e verificare l’esistenza della co-siddetta “materia oscura”, che sembracostituire la gran parte del cosmo purnon essendo rilevabile dagli strumentiattualmente disponibili. �Sulla missione STS-134 è da rilevareche la NASA aveva approvato l’integra-zione del programma di esperimentidefinito congiuntamente dall’Agenziaspaziale italiana (ASI) e dall’Aeronauti-ca Militare, programma che ha rappre-sentato il contributo scientifico etecnologico italiano alla missione stes-sa unitamente alla presenza a bordodel col. pil. Roberto Vittori dell’ESA (Eu-ropean Space Agency) giunto al suoterzo volo spaziale dopo i due svolticon la navicella russa Soyuz nelle mis-sioni “Marco Polo” del 2002 ed “Enei-de” del 2005, divenendo così il primoastronauta europeo ad essere andatotre volte nello spazio.Nella STS-134 il col. Vittori è il re-sponsabile, come “mission specialist”,della sistemazione e attivazione del-l’AMS-02, fatto che gli ha valso loscherzoso appellativo di “cacciatoredell’antimateria”.È, inoltre, da evidenziare che sulla ISSVittori - che vi ha portato anche il Trico-lore consegnatogli dal presidente dellaRepubblica in occasione dell’aperturadelle celebrazioni per i 150 anni dell’U-nità di Italia - ha incontrato l’astronautaPaolo Nespoli, decollato il 15 dicembrescorso da Baikonur con la Soyuz TMA-20 per iniziare una missione di lungadurata (v. pag. 7 di Aeronautica n.1/2011), un record italiano, quindi, dipresenza nello spazio senza precedenti.

Un incontro particolare, questo, che haavuto una “replica” con quello tra MarkKelly, comandante dell’Endeavour, e ilsuo fratello gemello Scott, attuale co-mandante della ISS sulla quale si tro-va dall’ottobre scorso.L’Endeavour ha portato sulla ISS an-che alcune infrastrutture necessarieper il funzionamento del laboratoriospaziale - schermi per proteggerne lastruttura dall’impatto con micrometeo-riti, la piattaforma Express LogisticCarrier-3, parti di ricambio per il brac-cio robotico Dextre - che saranno in-tegrate nel corso delle quattro EVA(Extra Vehicular Activity - attività extraveicolari) programmate.

Gli esperimenti italianiRiguardo alla partecipazione del no-stro Paese è da precisare che l’En-deavour ha trasportato sei payloadscientifici con 12 esperimenti italianiche, compresi in un programma deno-minato DAMA (ovvero “DArk MAtter”,nome frutto della fantasia di AlessiaCasasanta, selezionato da una com-missione mista ASI - AM tra più diduemila proposte elaborate da tutte lescuole italiane - v. anche pag. 12 diAeronautica n. 11/2010) e curati daglienti a fianco di ciascuno indicati, sono:- APE (G&A Engineering di Oricola -L’Aquila).L’Astronaut Personal Eye prevede losviluppo di tecnologia avanzata checonsentirà di costruire un micro veico-lo spaziale da utilizzare, sia all’internosia all’esterno di strutture orbitanti,quale supporto alle attività umane an-che extraveicolari.- ENOS (Dipartimento di elettronicadella facoltà di ingegneria dell’univer-sità Tor Vergata di Roma).L’Electronic NOse for Space explora-tion è una serie di “nasi elettronici”,fondamentalmente costituiti da arraydi sensori chimici per monitorare laqualità dell’aria in diversi ambienti al-l’interno dell’ISS e segnalare eventua-li anomalie e la presenza di agentiinquinanti.- FOAM (Dipartimento di meccanicadella facoltà di ingegneria dell’univer-sità Tor Vergata di Roma).

Con a bordo l’astronauta italiano Roberto Vittori

La missione STS-134 della NASA

Il volo, l’ultimo per lo shuttle Endeavour, ha portato sulla ISS vari esperimenti tra i quali sei di ideazione italiana

Il momento del lancio

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Con l’utilizzo di sensori e videocame-re, il FOAM si basa su un innovativoprocesso di realizzazione, in assenzadi gravità, di schiume polimeriche.L’esperimento ha fondamentalmentetre obiettivi: verificare il processo cheprevede la possibilità di recuperareforme geometriche complesse di ma-teriali a memoria di forma, testarenuovi materiali per attuatori di nuovaconcezione e, infine, realizzare strut-ture in grado di espandersi e posizio-narsi autonomamente.- NIGHT VISION (Dipartimento di pro-gettazione molecolare dell’Istituto dicristallografia/CNR di Montelibretti -Roma).Poiché le radiazioni cosmiche posso-no causare temporanee diminuzionidelle capacità visive, questo esperi-mento intende verificare la capacità dialcuni composti naturali della famigliadelle xantofile come l’alga unicellulare“Chlamydomonas Reinhardtii”- noto-riamente dotati di capacità scherman-ti, ma non sintetizzabil i dal corpoumano - di sostenere tali radiazioni, equindi lo stress spaziale, in modo daprogrammarne poi l’introduzione nelladieta degli astronauti.- VIABLE ISS (Dipartimento di agro-biologia e agrochimica dell’universitàdella Tuscia di Viterbo).L’eValuatIon And monitoring of micro-BiofiLms insidE International SpaceStation consiste nel monitoraggio deivari generi di biocontaminazione dabatteri e funghi presenti sulla ISS - inun periodo di circa tre anni - e nell’a-

nalisi dei possibili sistemi di controllodei biofilm.- BIOKISComprende sette esperimenti diversi,nel campo della biologia cellulare edella radioprotezione, che tovano si-stemazione in due container realizzatiper l’ASI dalla Kayser Italia SpA di Li-vorno. Tali esperimenti sono:1. BioS-PORE (Dipartimento di far-macologia, università di Firenze).Intende studiare l’interazione di duegenomi diversi durante il processo disporificazione e germinazione dellespore, investigandone la regolazione.2. Photo-Evolution (Istituto di cristal-lografia, CNR).Scopo dell’esperimento è quello di ve-rificare la possibilità di produrre ossi-geno in modo naturale durante lemissioni di esplorazione umana delloSpazio. 3. HiDOSE (Dipartimento di scienzefisiche, università “Federico II” diNapoli).L’Heavy Ions DOSimetry Experimentè il monitoraggio della radiazione co-smica primaria. Per rilevarne la com-posizione e l’intensità sono utilizzatisensori a termoluminescenza e rileva-tori nucleari a stato solido.4. TARDIKISS (Dipartimento di biolo-gia animale, università di Bologna eReggio Emilia).L’esperimento TARDIgrades in Spaceutilizza i tardigradi (organismi multi-cellulari in grado di colonizzare gliambienti più inospitali della Terra) perstudiare quali geni, molecole o mec-canismi sono coinvolti nella capacitàdi sopravvivere in condizioni di stressestremo quali quelle dell’ambientespaziale.5. 3DISS (Dipartimento di astronomiae scienze dello spazio, università diFirenze).L’obiettivo di DNA on Diamond Dosi-meters onboard ISS è quello di misu-rare la dose di radiazioni assorbitadurante una missione spaziale di bre-ve durata a bordo della ISS, valutareil danno genetico sofferto dal soggetto

e correlare il danno biologico con lemisure dosimetriche.6. nDOSE (INFN - Istituto nazionaledi fisica nucleare, sezione di Torino).Il sistema di misurazione di radiazioniproposto dall’esperimento neutronsDOSimetry Experiment è basato sustrumenti rivelatori di traccia Stack Bi-smuth, combinati con l’uso di un codi-ce di calcolo adeguato. Lo scopo è losviluppo di nuove applicazioni comedosimetri a neutroni utilizzabili in viag-gi intercontinentali o da popolazioniche vivono in alta quota.7. Arabidops-ISS (Dipartimento di orto-florofrutticultura, università di Firenze).L’esperimento condotto su piantinenormali e mutanti quali l’arabidops do-vrebbe permettere di chiarire alcunedelle fasi della risposta fisiologica del-le piante allo stress da assenza digravità e, quindi di verificare la possi-bilità di coltivare le piante nelle mis-sioni spaziali a lungo termine. Ai suddetti esperimenti si aggiungequello denominato “ASIA for HumanFlight”, progettato dall’InformationTechnologies Services e dal CampusBiomedico di Roma, nella prospettivaapplicativa in future missioni spazialinel settore della prognostica medica.ASIA consiste nello sviluppo di un al-goritmo, basato su reti neurali e siste-mi esperti operati da processoriparallelizzati per incrementare la po-tenza di calcolo, che partendo dall’a-nalisi dei principali parametri biologicidell’astronauta, ne deriva l’evoluzionedello stato di decalcificazione osseaed elabora la strategia curativa da im-plementare.

Il col. Vittori al comando della ISSnel 2013?A conclusione di queste note resta dadire che, secondo alcune ipotesi for-mulate in ambito NASA e ESA, il col.Roberto Vittori potrebbe concludere ilsuo percorso di astronauta con il co-mando della Stazione spaziale inter-nazionale nella sua missione di lungadurata in programma nel 2013.

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA

La NASA ricorda il 50° del suo primo astronauta nello spazio

Il 5 maggio la NASA ha clebrato con varie cerimonie i cinquanta anni del primo volo di un astronauta statunitense.Fu, infatti, Alan B. Shepard Jr. che il 5 maggio 1961, 23 giorni dopo il volo di Yuri Gagarin (v. pag. 21 di Aeronautican. 4/2011) venne lanciato da Cape Canaveral a bordo della Freedom 7 per un volo suborbitale di 15 minuti, a un’al-

tezza di circa 116 km, nell’ambito del programma Mercury.È da ricordare che, all’età di quarantasette anni, Shepard fece il suo secondo volo spaziale come comandante dell’Apollo14, dal 31 gennaio al 9 febbraio 1971, terza missione di allunaggio umano e la prima dopo il fallimento dell’Apollo 13. In ta-le occasione divenne anche il primo uomo ad aver giocato a golf sul nostro satellite. L’astronauta è deceduto nel 1998.

Il col. Vittori

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10 AERONAUTICA 5/2011

Il sistema di osservazione dellaterra COSMO-SkyMed, basatosu di una costellazione di 4 sa-

telliti, si arricchirà ben presto di unnuovo protagonista: è infatti in cor-so lo studio dei requisiti di dettaglioper la realizzazione della SecondaGenerazione che, garantendo lacontinuità con il precedente, si ponel’obiettivo di migliorarne le presta-zioni e le ricadute applicative.In tema di continuità operativa, ilsistema COSMO-SkyMed vede oggila nascita di applicazioni e serviziche possono funzionare solo se vi èdisponibilità ininterrotta di immagi-ni SAR. Esempio ne è la capacità disupporto in caso di emergenze natu-rali, come le inondazioni che hannorecentemente colpito aree delleMarche e della Basilicata o, conprospettiva più ampia, il supportopost-sisma in Giappone. I serviziche a breve saranno pienamente di-sponibili, e nei quali molti attoriistituzionali e commerciali stannoinvestendo, potranno quindi conta-re, grazie ai due satelliti di COSMO-SkyMed Seconda Generazione(CSG), su una solida base per i pros-simi 15 anni, un orizzonte di vitapiù che promettente. Rispetto alla prima costellazione, ilnuovo sistema di seconda genera-zione avrà dei significativi upgradedelle già ottime caratteristiche tec-niche per l’osservazione terrestre.

Oltre al miglioramento della risolu-zione geometrica, che si traducenella capacità di distinguere oggettisempre più piccoli, il sistema saràpiù agile, ossia potrà effettuare ma-novre di puntamento in maniera piùveloce, consentendo la ripresa diaree fra di esse anche molto lontanein rapida successione. L’antenna ra-dar ad apertura sintetica, vero eproprio “cuore” del satellite, avràun’ancora migliore capacità di rac-colta delle informazioni, potendoregistrare la radiazione elettroma-gnetica di ritorno dalla scena osser-vata nelle due direzioni, orizzontalee verticale rispetto all’antenna; i daticosì ottenuti permetteranno di ca-ratterizzare ciò che si sta osservan-do con maggiore sensibilità edaccuratezza. E non solo: il vero re-quisito per lo sviluppo tecnologicodei sottosistemi del satellite sarà, in-fatti, la possibilità di acquisire e ge-stire una mole di dati maggiorerispetto a quella, già ragguardevole,di COSMO-SkyMed.Ma non esiste solamente lo spacesegment, ossia i satelliti in orbitanello spazio: la vera chiave di suc-cesso per una missione spaziale ècostituita da ciò che si trova quisulla Terra, ossia le infrastrutturedenominate appunto ground seg-ment, che svolgono le funzioni es-senziali di programmazione econtrollo della costellazione, cosìcome di acquisizione, elaborazionee valorizzazione dei dati per la ge-nerazione delle preziose immaginirichieste dagli utenti. E così, anchein questo campo, per CSG le evolu-zioni saranno molteplici: sicura-mente la necessità di gestire emettere efficacemente a disposizio-ne degli utenti un quantitativo enor-me di dati, senza latenze temporalie con il minimo aggravio operativo,nonché la necessità di avere un uni-co canale di accesso a tutte le risor-

se satellitari di cui il Paese si doterànegli anni a venire. Ciò non è scon-tato: l’interoperabilità e l’integrazio-ne di più sistemi sono infatti lesfide più stimolanti nel settore, sfi-de che gli addetti ai lavori hannoraccolto con entusiasmo e stannoportando avanti con successo.

Lo sviluppo in CSG sia del segmen-to spaziale che di quello di terrapotrà beneficiare dell’esperienzamaturata con la prima generazio-ne: uno dei risultati più importantidella prima fase di impiego ed uti-lizzo del sistema COSMO-SkyMedè stata, infatti, la capillare raccoltadi “ritorni dal campo”, noti comelessons learned. Queste spazianodalla possibilità di utilizzare le ca-pacità del sensore radar con tecni-che sempre aggiornate, ai processidi gestione delle operazioni e dellamanutenzione del sistema, che es-sendo in continua evoluzione neces-sita di correttivi e ottimizzazioni.Nuovi prodotti, applicazioni, moda-lità di gestione della programma-zione vedranno la luce con laseconda generazione, per la soddi-

La seconda generazione di COSMO (1)-SkyMed

È in fase di studio l’evoluzione del principale sistema satellitare nazionale per l’osservazione della Terra

di Giuseppe D’Amico, Riccardo Cetta e Stefano Serva *

Figura 1 - Fasi di lavorazione di un sa-tellite della prima generazione

Figura 2 -Esempio di applicazione persupporto crisis management - AnalisiMultiTemporal Coherence della cen-trale nucleare di Fukushima, colpitadal sisma dell’11 marzo 2011, per ilmonitoraggio delle strutture esternedei reattori [http://www.e-geos.it/]

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Altro volo per il J-20 cinese

Il 17 aprile, nel cielo dell’aeroporto di Chengdu, l’aereo stealth cineseJ-20 ha effettuato un secondo volo di collaudo dopo il primo esegui-to nel gennaio scorso (v. pag. 8 di Aeronautica n. 1/2011).

Nuova prova sperimentale per la SpaceShipTwo

Il 4 maggio la navetta SpaceShipTwo della Virgin Galactic (v. pag. 16di Aeronautica n. 4/2010) ha provato per la prima volta in volo la ro-tazione verso l’alto della sezione caudale, manovra questa prevista

per rallentarne la discesa.La prova è stata effettuata nel cielo del deserto californiano diMojave in occasione del terzo volo sperimentale effettuato nell’arcodi 12 giorni.La SpaceShipTwo - sganciata dall’aereo madre White Knight 2 (WK2)a 51.500 piedi di quota - dopo aver stabilizzato la traiettoria ha ruotatola sezione posteriore verso l’alto di 65°, scendendo in picchiata percirca 75 secondi, al rateo di 15.500 piedi al minuto, fino a 33.500 piedidove la navetta ha ristabilito la configurazione normale di planata, at-terrando poi dopo 11 minuti e 5 secondi dallo sgancio dal WK2.

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Volo di 13 ore del Solar Impulse

Il 13 marzo, dopo un volo della durata dipoco meno di 13 ore, il Solar Impulse -l’aereo svizzero propulso da motori ali-mentati da batterie caricate dall’energiasolare e costruito per tentare nel 2012 il gi-ro del mondo (v. anche pag. 11 di Aero-nautica n. 7/2010) - è atterrato sulla pistadi Bruxelles - Zaventem pilotato da AndréBorschberg, co-fondatore del progetto.Decollato alle 08,40 dall’aeroporto diPayerne in Svizzera, l’aereo, che ha vola-to a circa 3.000 m di quota, ha attraversa-to l’Alsazia verso Nancy e Metz, ha poisorvolato il Granducato di Lussemburgoe, infine, è atterrato in Belgio dove parteci-perà alla “settimana verde” della capitalebelga e, poi, dal 20 al 26 giugno, al 49°Salone aerospaziale di Le Bourget a Pari-gi dove gli organizzatori della manifesta-zione sperano di poterlo inserire nelprogramma di volo quotidiano.

In occasione del trentesimo anniversario del primo vo-lo compiuto da uno shuttle, il Columbia, che fu lancia-to il 12 aprile 1981, la NASA ha reso noti i luoghi che

accoglieranno definitivamente le ultime tre macchine diquesto tipo ancora in servizio, dopo la loro radiazione.Il Discovery, dopo la sua 39ª missione, avvenuta nelmarzo scorso, sostituirà allo Smithsonian’s National Airand Space di Washington l’Enterprise (primo shuttlerealizzato nel1976, impiegato esclusivamente per i teste mai andato nello spazio) che sarà trasferito all’IntrepidSea, Air and Space Museum di New York.

L’Endeavour, che ha appena iniziato la sua 36ª missio-ne (v. altro articolo su questo stesso numero) sarà ospi-tato al California Scence Center di Los Angeles.L’Atlantis, che nel prossimo giugno effettuerà il suoultimo volo con la missione STS-135, è destinato in-vece al Visitor Complex del Kennedy Space Center inFlorida.È da ricordare che gli altri due shuttle, il Columbia e ilChallenger, sono andati distrutti nei tragici incidenti ri-spettivamente avvenuti il 1° febbraio 2003 in fase di at-terraggio e il 29 luglio 2008 poco dopo il lancio.

Dove andranno gli ultimi shuttle dopo la radiazione

sfazione di quanti domani utilizze-ranno il sistema.L’investimento che il nostro Paeseha affrontato permette certamentedi conseguire una crescita significa-tiva in un settore che già ci vede at-tori protagonisti a livello mondiale.La sfida è quindi massimizzare le ri-cadute dell’investimento attraversol’apertura del sistema alla coopera-zione internazionale. CSG potrebbeinfatti essere, almeno per la suacomponente militare, parte inte-grante di un più ampio progetto diosservazione terrestre a fini militariche vedrà il coinvolgimento, oltreall’Italia, di Francia, Belgio, Germa-

nia, Grecia e Spagna, denominatoMUSIS (Multinational Space-basedImaging System). In tale contesto,oltre all’acquisizione di una comple-ta capacità di acquisizione multi-sensore, l’Italia potrà giocare unruolo di primo piano nel delinearela fisionomia del segmento di terracomune, unica via di accesso perl’intero insieme di assetti satellitari.In una chiave di ampio respiro inter-nazionale, il nostro Paese sta espor-tando il modello di dualità che,partendo dalla prima generazione,ha consentito anche l’avvio del pro-gramma COSMO-SkyMed SecondaGenerazione. Tale dualità, che vede

quotidianamente l’Agenzia SpazialeItaliana e il Ministero della Difesa in-contrarsi e condividere le risorse, siaeconomiche che umane, necessarieal Programma, ha consentito quellanecessaria messa a fattor comunedelle risorse che, anche in momentidifficili dal punto di vista economico,ha garantito la riuscita in un’impresatanto complessa come quella di do-tarsi in autonomo di un sistema sa-tellitare di rilevanza mondiale.

(1) COSMO: Constellation of Small Satel-lites for Mediterranean basin Observa-tion.

* Ufficiali in servizio al Centro InterforzeTelerilevamento Satellitare.

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Il primo Su-35S di serie ha iniziato a volare

Il 5 maggio il primo Sukhoi Su-35S di serieha iniziato i voli di prova sull’aeroporto si-beriano di Komsomolsk-on-Amur. Nel cor-

so del volo, durato 90 minuti, sono stateeffettuate alcune prove relative alla propul-sione e al sistema di controllo integrato.L’aereo - del quale le forze aeree russehanno ordinato 48 esemplari - è la versioneaggiornata del Su-35, il caccia multiruolorusso derivato dal Sukhoi Su-27S (FlankerB nel codice NATO) con alcuni cambiamentitra i quali motori più potenti, un radome piùgrande per ospitare il nuovo radar, un siste-ma di ricerca per minacce missilistiche IR euna forte componente di elettronica di navi-gazione ed attacco.

Elicotteri stealth controOsama Bin Laden?

Nella circostanza dell’uccisione di Osa-ma Bin Laden avvenuta nella notte trail 1° e il 2 maggio in Pakistan ad ope-

ra dei Navy Seals statunitensi giunti sul po-sto a bordo di elicotteri, molti giornali, anchespecializzati, hanno ipotizzato - esaminandole foto del relitto di una di queste macchinedistrutta dagli stessi utilizzatori per un’avariache ne impediva il ritorno alla base di par-tenza - che potrebbe trattarsi di elicotteri abassa visibilità, forse una speciale versionedel Sikorsky UH-60 Black Hawk modificataper ridurne la tracciatura radar e la rumoro-sità e denominata Air Wolf.In particolare, riportano i giornali specializzati,l’Air Wolf avrebbe un motore silenziato e sa-rebbe verniciato con prodotti speciali che, in-sieme a un profilo particolare dato ad alcuneparti della sua struttura, ne diminuirebberonotevolmente la sua visibilità ai radar.

Ha volato il Phantom Ray

Il 27 aprile il velivolo a pilotaggio remoto Phantom Ray co-struito dalla Boeing (v. anche pag. 11 di Aeronautica n.6/2010) ha completato il suo primo volo, della durata di 17

minuti, al Dryden Research Center della NASA sulla base ae-rea californiana di Edwards.Il volo, che ha raggiunto la quota di circa 2.500 m e la velo-cità di 178 nodi, segue una serie di prove di rullaggio ad altavelocità svoltesi nel marzo scorso e relative ai sistemi di gui-da, navigazione e controllo, effettuate anche per verificarel’interfaccia con il suo operatore a terra, le procedure operati-ve e quelle per la pianificazione delle sue future missioni.Il Phantom Ray, considerato l’aereo spia del futuro, ha un’a-pertura alare di circa 17 metri, è lungo 12 metri ed ha un pe-so totale di circa 17 tonnellate. Potrà operare ad una quota dioltre 13.000 mantenendo una velocità di crociera di circa1000 km/h (Mach 0,8).

L’Eurocopter X3 vola a 430 km/h

Il 12 maggio, presso il centro sperimentale militare di Marigna-ne, il dimostratore ibrido Eurocopter X3 (v. pag. 10 di Aeronau-tica n. 10/2010) ha volato mantenendo per alcuni minuti i 430

km/h di velocità e superando quindi i 407 che costituivano l’o-biettivo prefissato dall’azienda costruttrice per quella prova.Il volo record - si legge su DedaloNews - era il terzo dopo l’in-stallazione del riduttore definitivo che consente di sfruttare l’in-tera potenza installata.� L’ibrido X3 è un Dauphin modificato conl’installazione di due corte ali, sulle quali sono installate elicheazionate dagli stessi turboalberi che fanno girare il rotore. Daquesta configurazione Eurocopter si conta di abbinare la velo-cità dell’aereo turboelica con le capacità di volo stazionariodell’elicottero.

Il 7 maggio, da Cape Canaveral, è stato lanciato con un vettore Atlas 5 il primo SpaceBased Infrared System ( SBIRS ) geostazionaria (Geo-1), il satellite della costellazionedestinata a rilevare il lancio di missili balistici costruita da Lockheed Martin per l’US Air

Force. Lo SBIRS Geo-1 è il più tecnologicamente avanzato satellite militare ad infrarossimai sviluppato che permetterà di migliorare notevolmente la difesa missilistica statunitensenegli anni a venire.Il programma del sistema, volto a sostituire quelli del Defense Support Program attual-mente in uso, prevede che nei prossimi cinque anni siano posti in orbita altri tre satellitiper lo SBIRS.

In orbita il primo satellite SBIRS Geo-1 per l’USAF

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Aperta la gara per il nuovocaccia F-X del Giappone

L’Eurofighter Typhoon, il Lockheed Martin F-35 Li-ghtning II (JSF) e il Boeing F/A-18E/F Super Hor-net sono i velivoli delle tre aziende aeronautiche

che il Giappone ha invitato a partecipare alla gara perla scelta del caccia F-X che dovrà sostituire gli anzianiMcDonnell Douglas F-4 Phantom attualmente in via diradiazione dalle linee di volo delle forze aeree di Tokyo.È da ricordare in proposito che gli Stati Uniti avevano asuo tempo negata l’esportazione, chiesta dai giappone-si, del Lockheed Martin F-22 Raptor.

Nuove prove in volo per l’elicottero AAS-72X

Il dimostratore dell’elicottero Armed Aerial Scout 72X(AAS-72X) prodotto da American Eurocopter eLockheed Martin, associate in EADS North America,

e che ha volato per la prima volta nel dicembre 2010,ha condotto nuove prove in volo.L’AAS-72X, basato sulla cellula dell’Eurocopter EC145civile, è il primo delle tre macchine che il costruttoreeuropeo ha sviluppato in risposta ai requisiti stabilitidall’US Army per svolgere missioni armate con unnuovo mezzo ad ala rotante.È da ricordare che l’Esercito statunitense impiega giàoltre 160 UH-72A Lakota (v. pag. 30 di Aeronautican. 2/2009).

All’USAF il primo simulatorecompleto del JSF

La US Air Force ha ricevuto dalla LockheedMartin, presso l’Integrated Training Center(ITC) sulla base di Eglin in Florida, il primo Full

Mission Simulator (FMS) del caccia F-35 LightningII che sarà tra breve utilizzato dai frequentatori deicorsi per l’abilitazione al pilotaggio di tale velivolo.Dal momento che non sono previste versioni bi-posto dell’F-35, l’apparato FMS (equipaggiato conil software originale dell’aereo e dotato di un si-stema di visualizzazione a 360° ad alta risoluzio-ne e in grado di simulare le tre versioni A, B e C)sarà quindi il principale mezzo addestrativo per ipiloti stessi.

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UTRI acquisita da Selex Galileo

La società Selex Galileo ha recentemente annun-ciato di aver acquisito la Unmanned Technolo-gies Research Institute (UTRI), l ’azienda

triestina attiva nello sviluppo di tecnologie innovativenegli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) di piccoledimensioni quali il suo autogiro Gheppio “con pilotaopzionale” presentato due anni fa congiuntamenteproprio con Selex Galileo.Quest’ultima - che tende a incrementare la sua pre-senza nel settore degli APR verso il basso, aggiun-gendo al suo Falco altri sistemi APR di grandezzeinferiori da impiegare a livello di squadra o plotone -si avvarrà quindi - si legge in una nota di Dedalo-News - di quelli prodotti da UTRI «quali l’ASIO (unmini APR da 6,5 kg a decollo verticale già operativoe caratterizzato dalla capacità di volo stazionarioper la raccolta di dati), il Crex-B (che con i suoi duekg di peso è classificato nella categoria micro) e loSpyball (un elettrico ad elica intubata di peso infe-riore ai due kg.»

Il 7 maggio, il V750 cinese, considerato il più grande elicottero al mondo a pilo-taggio remoto, ha compiuto il suo primo volo di dieci minuti presso gli stabili-menti della Weifang Tianxiang Aerospace Industry, nella provincia dello

Shandong Weifang. L’elicottero - che pesa 757 kg, ha una capacità massima dicarico di 80 kg, una autonomia di circa quattro ore, una velocità massima di 161km/h e che può essere controllato a distanza o teleguidato da un computer pro-grammato per seguire determinate rotte, entro un raggio di 150 chilometri e fino a3000 metri di quota - si è alzato di 25 metri dal suolo ed ha volteggiato sopra lapista senza particolari problemi.

Primo volo per l’elicottero cinese senza pilota V750

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA

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Nella mia città, situata ai piedidelle Alpi Giulie, gli alpini sonosempre stati di casa. Lo erano

nei giorni della prima guerra mondia-le quando le tradotte transitavano perla sua stazione dirette verso il fronte; elo erano durante i giorni della secondaguerra mondiale, quando i convogli siformavano prima del lungo viaggio,per molti senza ritorno, verso la Rus-sia. Anche dopo, dagli anni Cinquantain poi, durante la cosiddetta guerrafredda, quando nella zona avevano se-de diversi comandi di enti e reparti,tutti facenti capo (credo) alla divisionealpina Julia, posta a guardia dei confi-ni orientali, gli alpini costituivano unapresenza costante e familiare. In quegli anni essi costituivano la ca-ratteristica forse più peculiare dellacittà. Nelle ore di libera uscita li si ve-deva sciamare per le vie della città: icappottoni lunghissimi di colore kaki,con la martingala, da poco ereditatidagli eserciti alleati, ma con il cappel-lo ancora orgogliosamente grigio-ver-de, girovagavano a frotte per le viecittadine. Mete preferite i cinemato-grafi più popolari e, talvolta, alcuneospitali case della periferia dove, conpoche lire, e spesso dopo lunghe atte-se, potevano disporre di pochi minutidi intimità con delle mature professio-niste dall’aspetto spesso più maternoche erotico. Poi, ad una cert’ora, at-tratti da un richiamo nostalgico, tuttisi ritrovavano alla stazione ferroviariaad attendere l’ora della ritirata passeg-giando accanto ai treni in sosta o bi-

vaccando nel bar o nelle sale d’aspetto.Certo, per un ragazzo che si affaccia-va alle soglie della maturità, gli alpini,visti così, offrivano un quadro nonmolto edificante. Ma per noi gli alpininon erano solo questo. In ogni fami-glia c’era almeno un “vecio”: un alpi-no che aveva fatto la guerra in Bosnia,Albania o Russia e che quand’era invena, e opportunamente incoraggiato,si lasciava andare sull’onda dei ricor-di: fatti raccontati con semplicità,senza la minima ombra di retorica,spesso intrisi di quell’umanità propriadi chi ha vissuto momenti importantiforse senza rendersene nemmenoconto e li espone quasi con pudore,come spesso accade alla gente sempli-ce e concreta, come sono sempre statigli alpini. (Anche nella mia famigliac’era un “siorcapitani”, lo zio Giovan-ni, combattente sul Grappa col gradodi Aspirante e Capitano richiamatocolla Julia in Albania e Grecia e sfug-gito alla Russia perché, laureato inagraria, fu nominato sovraintendenteagli “orti di guerra” cittadini). E poic’erano i raduni alpini, sempre con il“Comando Tappa” per la distribuzio-ne del vino e la fanfara che sfilavasuonando “Trentatré” fra gli applausidel pubblico. Poi c’erano i canti alpi-ni: semplici composizioni spessosgrammaticate, nate spontaneamentein caserma o nelle trincee, in una lin-gua che era un misto di vari dialettidelle valli alpine, dal Piemonte alFriuli. Li cantavamo spesso in coro,nelle gite scolastiche o parrocchiali in

pullman, spesso accompagnati dallafisarmonica. Tutto questo faceva di noi dei poten-ziali alpini. Era pienamente scontatoche ognuno di noi, al compimento del-l’età o al termine degli studi avrebbeindossato il cappello con la penna. Cischerzavamo sopra con la frase concui un’immaginaria recluta, rivolgen-dosi alla mamma così esprimeva lasua propensione a divenire un alpino:“Alpin jò, mame” (voglio fare l’alpino,mamma) ricevendone sempre la ri-sposta “Çiastron tu fi” (tu sei matto, fi-glio mio). Scontatissimo quindi cheanch’io, al momento giusto, sarei statoun alpino, come del resto tutti i mieicoetanei. Finché un giorno inaspetta-tamente la mia vita uscì da quelli cheerano sembrati i suoi binari naturaliin un certo modo coerenti con l’ordinedelle cose.Ero all’ultimo anno di liceo, ancoramolto incerto su quale strada intra-prendere. Mio padre, maresciallo difanteria, avrebbe voluto fare di me unufficiale dell’Esercito, magari propriodegli alpini, il che, fra l’altro, mi avreb-be consentito di ottenere una destina-zione vicino a casa. Ma evidentementeil destino aveva stabilito diversamente.Poco prima degli esami incrociai unamico di poco più anziano. Frequen-tava il primo anno dell’Accademia Ae-ronautica, una divisa che mi parevamolto elegante, con tanto di spadino etante cose interessanti da raccontaresulla nuova vita, che mi sembrò subitoricca di fascino. Lì per lì decisi di pro-

«Caro Gianbortolo a tre stelle,è appena uscito per i tipi di Ancora il mio libro sugli Alpini che, come sai, ha per titolo “Sul cappello che noi portiamo”. Te ne man-do copia insieme con il vivo ringraziamento per la testimonianza che ti ho chiesto e che ho puntualmente pubblicato. Volevo co-noscere la stima per le penne nere di un friulano che come te ha passato la giovinezza proprio tra gli Alpini pensando, un giorno,di indossarne uniforme e scarponi. E che, invece, è diventato soldato azzurro, pilota dell’Aeronautica Militare e perfino Generaledi Squadra. Mi piacerebbe che tu facessi conoscere anche ai lettori della vostra rivista, strettamente e affettuosamente dedicataa chi vola, a chi ha volato e volerà, la considerazione che continui a professare per gli Alpini, visti dall’aria ma anche incontratisui monti che ti sono spesso compagni. Io ho molto apprezzato la lealtà con cui manifesti il tuo aperto cameratismo per chi conti-nua a intonare “Su pei monti che noi saremo, pianteremo l’accampamento”. Il sottotitolo del mio libro così recita “Perché gl’italiani amano gli alpini”. E nella seconda di copertina ecco la risposta che certocondividerai: “Gl’italiani amano gli alpini perché sono gente seria”. La sentenza è del grande inviato di guerra e mio straordinariocompagno di intraprese negli anni de “Il Giornale” diretto da Montanelli: Egisto Corradi, parmigiano come anch’io mi vanto di es-sere, tenente della Julia in Grecia e poi sul Don, medaglia d’argento nell’odissea gelida su cui ha scritto uno dei più schietti librid’azione e di dolore: “La ritirata di Russia”.Quanto a me, caporalmaggiore di Fanteria dal 1954 al 1956, ho firmato il libro per due ragioni: la prima è che non si progettanolibri vaporosi quando, in giro, c’è urgenza di consapevolezza e di storie non disutili all’esercizio, speriamo continuativo, del cono-scere quel che riguarda la nostra personale ventura d’esser nati italiani e dunque di abitare per diritto e dovere un’Italia parzial-mente improbabile, cioè ancora folta di tanta bella gente, ma appesantita, anzi imbruttita da cronache e personaggi letali.E la seconda ragione è la necessità, per ciascuno di noi, di confermarsi in quel che rincuora. Per esempio questo: che gli Alpini, saràper quel cappello, sarà per quella penna, indossano propositi di servizio e li rivelano in ogni grande o piccola vicenda, nazionale o no. Spero che il libro, con cui ti sei generosamente coinvolto, ti faccia compagnia e abiti con te, tra tutti gli aeroplani messi a stampae ben narrati nei libri più cari.Porta la mano alla bustina il Tuo caporal maggiore Giorgio Torelli»

Alpino o aviatore?

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vare. Non so cosa mi spinse a farequesto passo. Pur in assenza di unaqualunque vocazione, che non fossequella di una vita diversa che mi por-tasse lontano da una città provinciale,priva di particolari stimoli, ci tentai: lavisita medica, particolarmente severae l’esame di concorso andarono, ina-spettatamente e imprevedibilmentebene e di lì a pochi mesi ero entrato afar parte dell’Aeronautica Militare. Findall’inizio fu un vero shock: cominciaia rimpiangere tutte quelle cose cheerano sembrate fino a poco prima in-sopportabili: la quieta vita provinciale,gli amici e i compagni di scuola chenon erano usciti, come avevo fatto io,dai binari che l’ordine delle cose ciaveva predisposto. Mi sarei a poco apoco allontanato dalle vecchie amici-zie, stringendone di nuove. E, fra l’al-tro, non avrei mai più fatto l’alpino. Fin dai primi giorni mi resi conto del-le caratteristiche peculiari della vitache mi aspettava in Aeronautica, cosìdiverse da quelle che immaginavo pro-prie degli alpini. Una vita vissuta al-l’insegna dell’individualismo, con deiprecisi compiti e altrettanto definiteresponsabilità, compiti assegnati indi-vidualmente a seconda dell’incarico odella specialità. Tutto diametralmenteopposto a quanto avveniva per le unitàalpine in cui i vari compiti operativierano assegnati a interi reparti, con larelativa responsabilità affidata ad unsingolo comandante. Da queste duediverse impostazioni, discendevanoesigenze di educazione, più che di ad-destramento, del tutto diverse. Naturalmente, non ebbi particolaridifficoltà ad adattarmi a questa nuovavita. Una vita ricca di stimoli ed espe-rienze, che nei quarantadue anni cheseguirono mi diede non poche gratifi-cazioni e soddisfazioni. Ma fu forseproprio la diversità di questa vita daquella che da ragazzo mi prefiguravonel caso avessi indossato il cappellocon la penna, che destò in me un sen-timento di ammirazione, o forse dinostalgia, che non mi avrebbe più ab-bandonato nella vita. Un sentimentoche coltivai specialmente attraverso leletture: Egisto Corradi, Giulio Bede-schi, Rigoni Stern, Monelli, spesso ar-ricchito dai disegni di Novello, furono,e rimangono tuttora le mie letture pre-ferite. Uomini che erano vissuti da al-pini e che da alpini avevano scritto.Sempre lontani dalla retorica e daltrionfalismo che spesso caratterizzagli scritti degli autori di cose militari.Più volte mi sono chiesto quali fosseroi motivi di questa mia ammirazione.

Le risposte che mi sono sempre datotrovano il loro fondamento nello stiledi vita della gente di montagna, abi-tuata da sempre a pensare a se stessa,senza fare affidamento negli altri. Lostile di vita semplice, in cui sono sem-pre chiari i doveri di ognuno, una vitain cui si insegnano, e si seguono, queiprincipi di vita che sono alla base dellavita sociale. Sono i principi di vita deipaesi delle nostre vallate, località po-vere, spesso isolate, immerse in unanatura non sempre benigna. In questesituazioni la solidarietà, il reciproco ri-spetto, la mutua assistenza, sono e so-no state per secoli, la condizioneessenziale di sopravvivenza. Ognunodi noi sa benissimo che in montagnaincrociandosi su di un sentiero, ci sisaluta sempre, anche senza conoscer-si. Non è un fatto puramente formale,né una semplice tradizione. È un se-gno di vicinanza, di partecipazione, disolidarietà. È un segno di educazione,qualcosa che si insegna ai bambini findalla più tenera età. Va da sé che dauna base di educazione di questo tiponon possono scaturire che dei buonicittadini e degli ottimi soldati. Cittadi-ni e soldati, alpini in servizio e in con-gedo che abbiamo visto prodigarsi inmille occasioni nelle calamità naturaliche colpiscono spesso il nostro paese.Sempre con trasporto e abnegazione,sempre assieme, come sono stati dasempre abituati.Da queste considerazioni nasce l’am-mirazione che ho sempre nutrito perquesti uomini, fra i quali conto moltis-simi amici, tutti, ma proprio tutti, uo-mini in possesso di queste qualità.Invidia? Rimpianto per una vita chenon ho potuto condurre? Non credo.Ogni scelta è di per se stessa una ri-nuncia, e io non rimpiango certo lemie scelte.Al termine della mia vita di aviato-re quando, dall’oggi al domani, misono trovato, improvvisamente equasi inaspettatamente, privo dicompiti e responsabilità grazie al-l’incoraggiamento e all’intercessio-ne del mio amico Giorgio, mi sonoaggregato ad un gruppo di “oldboys” appartenenti al Gruppodell’Associazione Nazionale Alpinidi Giussano, in partenza per un in-tervento umanitario nella lontanaTanzania. Si trattava di costruire,nello spazio di un mese, un acque-dotto per far giungere l’acqua in trevillaggi, liberando gli abitanti, so-prattutto le donne, dal compitogiornaliero di andare ad attingerel’acqua da un fiume a qualche chi-

lometro di distanza. Ho cercato didare una mano, per quanto ine-sperto e completamente a digiunodi lavori manuali, inserendominell’organizzazione fatta da uominidai trenta ai sessant’anni, tutti conil cappello alpino, pieni di entusia-smo, amore del prossimo e, soprat-tutto, abituati da sempre a vivereed operare insieme. Un’esperienzaper me molto gratificante che hacostituito un’ulteriore conferma diciò che ho sempre pensato di que-sta gente meravigliosa.Non ho potuto fare l’alpino, ma dasempre mi sono sentito vicino a questiuomini. E il mio attaccamento è statoampiamente riconosciuto dai mieiamici alpini abitanti del paese friulanodove passo il mio tempo libero. In unacerimonia particolarmente significati-va e ricca specialmente di vini e affet-tati, sono stato ufficialmente insignitodel titolo di “amico degli alpini”,contanto di tessera. Inutile dire che il rico-noscimento mi ha fatto un enormepiacere.Un’ultima osservazione. Se qualcunomi chiedesse se gli alpini sono piùamati o stimati dagli italiani, nonavrei che una risposta: l’Italia deve es-sere semplicemente orgogliosa deisuoi alpini.

Gianbortolo Parisi

Il volume, è reperibile presso tutte lelibrerie al costo di 13,50 euro a copiaoppure presso la Ancora Editrice, ViaG.B. Niccolini, 8 - 20154 Milano, te-lefono 02 345608.1, fax 02 345608.66,e.mail: editrice@ ancoralibri.it

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ACuorgné, ridente paese ai piedidi ubertose colline degradantiverso il piano, ultime propaggini

delle Alpi Graie, Armando Boetto na-sceva il 25 agosto 1911, alla vigiliadella guerra per la conquista della Li-bia con la quale l’Italia iniziava la suaespansione mediterranea. In un am-biente di elevati sentimenti morali epatriottici, il suo animo sensibile difanciullo trovava un prezioso alimentodi ideali, che poi avrebbero determi-nato il corso della sua breve esisten-za. Gli anni della prima giovinezzacoincidevano con il periodo dei mira-bili primati dell’Aeronautica italiana,perciò il suo spirito, che già anelavaad ampi orizzonti, non poteva nonsentirne il fascino e la passione per ilvolo ingigantiva tanto da diventare loscopo della sua vita.Conseguito il diploma di geometrapresso l’Istituto Tecnico di Pinerolo(To), nel 1932 partecipava al concor-so per Allievi Ufficiali Piloti dell’Acca-demia Aeronautica, brillantementesuperandolo. Iniziava così nell’ottobredello stesso anno quel Corso, battez-zato col nome fatidico del dio dellaguerra dell’antica Roma: MARTE.Poiché i simboli hanno il loro valoremorale e la loro influenza psicologica,ogni Allievo ebbe la percezione chel’aver iniziata la carriera sotto l’inse-gna di Marte significava essere impe-gnati ad assolvere una diff ici lemissione. Destino volle che il corsoavesse termine tre anni dopo, proprioalla vigilia di un’impresa bellica colo-niale: la conquista dell’Etiopia. Ognigiovane Sottotenente del “Marte” rag-giungeva il Reparto assegnatogli econ le doti della propria personalitàiniziava il cammino. Armando Boetto aveva della gente al-pina la tenacia, il cosciente ardimen-to, la cristallina onestà, l’integrità delcarattere, qualità che i suoi occhi

espressivi rispecchiavano ed il suolinguaggio franco, incisivo e talvoltarude, manifestava. Destinato ad unoStormo da Bombardamento dislocatosull’aeroporto di Ferrara (1), iniziava lasua missione di Ufficiale e di Pilota af-frontando con la sua naturale attitudi-ne per i problemi tecnici le difficoltàdel proprio addestramento professio-nale e due soli anni di intensa attivitàerano sufficienti a fare di Lui non soloun ottimo Ufficiale subalterno, ma uncompleto Comandante.Nel 1937 al Tenente Boetto fu affida-to il comando della 49ª Squadriglia(2). Egli forgiò il proprio Reparto gior-no per giorno, uomo per uomo, dal-l ’Uff ic iale al l ’ul t imo Special ista,trasfondendo in ognuno il caratteristi-co entusiasmo del suo giovanile esaldo temperamento. Lo scoppio del-le ostilità, il 10 giugno 1940, Lo tro-vava quindi giovane Capitano alcomando di una Squadriglia in pienaefficienza bellica, in una base dellaSardegna, nel settore operativo delMediterraneo occidentale. Alla testadel Suo Reparto si era subito distintoin pericolosissime missioni offensive,fra le quali é da annoverarsi il bom-bardamento di Gibilterra, azione cheda sola costituisce un titolo d’onoreper un combattente del cielo. Un volodi oltre dieci ore con due tonnellatedi esplosivo da sganciare su una del-le più munite basi navali nemiche,presupponeva velivoli dalle caratteri-stiche eccezionali ed equipaggi diferro: piloti di rara perizia e prepara-zione, motoristi di collaudata espe-rienza, armieri pronti e sicuri.Lo Stormo da Bombardamento dellaSardegna montava buona guardiasul Mediterraneo occidentale, attac-cando le forze navali nemiche quan-do ancora si trovavano presso leBaleari, e la Squadriglia del CapitanoBoetto, in rischiose azioni, infliggeva

al nemico gravi perdite. La tempesti-vità dell’intervento offensivo era peròil frutto di un sistema di ricognizionestrategica che chiudeva la vastità delmare in una fitta rete di controllo nel-le cui maglie doveva inesorabilmenteincappare ogni movimento della flot-ta nemica ed il Capitano Boetto, par-tecipandovi con numerosissimi voli,aveva ricavato una particolare e pre-ziosa esperienza.Durante uno di essi, per una avaria aimotori, aveva corso il pericolo di unammaraggio in mare aperto e solo lesue doti di pilota gli avevano consenti-to di raggiungere la costa africana,ove effettuava fuori campo un perfettoatterraggio, rientrando alla base ilgiorno successivo, dopo aver riparatal’avaria coi soli mezzi di bordo.L’8 maggio 1941 il Comando Aero-nautica della Sardegna, ricevuta lasegnalazione che una potente forma-zione navale nemica con portaerei, inrotta da Gibilterra verso Malta naviga-va a sud-ovest di Cagliari, emanava ilproprio ordine di operazioni, affidando“ad uno dei migliori e più preparatiequipaggi dello Stormo” il compito diricercarla e di segnalarne i movimenti,raccomandando al comandante, Ca-pitano Boetto, l’”esecuzione perfettadella missione”. Approfittando delmaltempo che imperversava sulla zo-na, Egli persisteva nella sua azione ecercava di sfuggire all’attacco dei cac-cia nemici passando da una nubeall’altra, fra violenti piovaschi. Mentrele sue preziose segnalazioni radioservivano a guidare l’offensiva degliStormi di bombardieri e di aerosilu-ranti, il suo velivolo, dopo uno stre-nuo, disperato, drammatico duellocontro un numero soverchiante dicaccia, colpito in parti vitali precipita-va col suo eroico equipaggio nelle ac-que del Mediterraneo. Quel mare cheil Capitano Boetto aveva sorvolato

L’8 maggio 1941, in un’azione di guerra, perdeva la vita il cap. pil. Armando Boetto, del corso “Marte” dell’Accade-mia Aeronautica, al quale veniva conferita la medaglia d’oro al VM “alla memoria”, ricompensa che, lo ricordiamo,è stata poi donata dai suoi familiari al 32° Stormo a lui intitolato (v. pag. 10 di Aeronautica n. 10/2008).Nel 70° anniversario della scomparsa dell’Eroe, ne rievochiamo la nobile figura pubblicando integralmen-te la commemorazione che il suo compagno di corso Giuseppe Tortora ne fece nell’aprile 1965 sulle pagi-ne de “Il Martino”, il notiziario per gli allievi del corso citato, e che il nostro socio ten. GAri UmbertoFrancione di Bari ci ha cortesemente inviato reperendolo tra i documenti lasciatigli del padre, gen. AlfredoFrancione, anch’egli del “Marte”.

Ricordo di un “Martino”di Giuseppe Tortora

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con volontà tanto decisa ad ogni piùstrenuo combattimento é così diven-tato la tomba del suo corpo e quelcielo, testimone del Suo ardimentonel furor delle battaglie, ha accoltoper sempre il Suo Spirito.Il supremo olocausto della Sua vita,fulgido esempio di completa dedizio-ne alla Patria, rispecchia l’integralerealizzazione dell’epigrafe scolpita sulmonumento all’Alpino del paese natio:“IL VIVO SANGUE DELLE TUE FERI-TE, O FIGLIO DELLA NOSTRA TER-RA, SI TRASFONDA CON L’IMPETOSANTO DELLE SUE IDEALI FORZEDI AMOR E DI FEDE NEL CUOREDEI FIGLI FUTURI DELLA GRNDEMADRE UNICA - ITALIA - PERCHÈANCH’ESSI SIANO DEGNI DELLAMATERNA GRANDEZZA”.È testimonianza “delle ideali forze diamore e di fede” ereditate dal padreche il 5 luglio 1940, alla vigilia dellamorte, in un momento di lucidità, allapresenza degli altri familiari, disse alfiglio, accorso dalla Sardegna: “Ora tiho visto, sono felice e muoio sereno,ma ora tu và, riparti, i tuoi ragazzi po-trebbero avere bisogno di te in un at-tacco nemico”.La Medaglia d’Oro concessagli “allamemoria” non premia solo un sublimeatto isolato, che a volte può essere fa-vorito dalle circostanze, ma esalta ilmigliore aspetto delle virtù militari:l’audacia come norma di vita quotidia-na, il disprezzo cosciente del pericolo,che fa esporre con continuità e quasiper regola la propria esistenza, la vo-lontà decisa ad ogni sacrificio: virtùche, portate alla perfezione raggiun-gono il grado dell’eroismo.Arde ora perennemente la fiammadel ricordo, alimentata dai numerosiepisodi che riaffiorando da decenniormai lontani caratterizzarono laSua vita.Il vecchio sacerdote don De Filippi,suo professore del ginnasio inferiorenel collegio salesiano di Cuorgné, nonpuò trattenere un sorriso rievocandola birichinata da Lui combinata con uncoetaneo durante le funzioni religiosein onore di Maria Ausiliatrice.Sotto l’effetto inebriante di qualchebicchiere di buon vino, saliti sul cam-panile si mettevano a suonare le cam-pane mentre nel piazzale del Collegioil predicatore sorpreso e sconcertatoera costretto ad interrompere il suosermone. I coetanei conoscono il suointenso amore per la montagna, so-prattutto per i monti del suo Canave-se, che aveva percorsi in lungheescursioni estive. Nella solitudine e

nella pace delle vette il Suo animopercepiva un arcano linguaggio di ele-vazione spirituale che gli faceva diredi rammaricarsi di non possedere ledoti di uno scrittore per manifestarnele bellezze col proprio pensiero.Prezioso cimelio della Sorella sonole Sue lettere di studente alla Madre,nelle quali riconoscendo i sacrificiche diuturnamente compiva per pre-parare ai figli un miglior avvenire, Lescriveva: “Cara Mamma, verrà un giorno che ioavrò maggiori possibilità e vorrò con-durti con me a vedere tante cose ecomprarti quello che desideri e di cuiti sei sempre privata per noi”. Il fratel-lo lo rivede, giovane accademista in li-cenza, offrire i l caffé ad alcunivecchietti che, intorno a Lui, primoaviatore del paese, si affollano orgo-gliosi, ai loro occhi, forse con miste-riosa intuizione, apparendo in unalone di gloria. Un indelebile senti-mento di riconoscenza e di gratitudineconserva il Sottufficiale che, trovatosiin difficoltà finanziarie per gravi motivifamiliari, da Lui, suo Comandante, fuaiutato a pagare per il figlio la rettadel collegio. I superstiti colleghi del“Marte”, che in Accademia con Luicondivisero le asprezze dell’incipientevita militare, i duri studi scientifici leebbrezze e gli entusiasmi dei primivoli, rivedono la Sua giovinezza sana,sobria, generosa ed ardita: “Sempre a più vasti orizzonti anelandonell’immensità dell’azzurrodove si librò felicequando il volo era conquista.Prodigò la vitaper risalire, adamantino, le vie che, nello spazio, si prolungano all’infinito “.(Dall’“Epitaffio” dal libro “Pennellate inlibertà” del col. pil. Federico Frezzan,Ed. Gastaldi, Milano).

Capitano Boetto, Tu che nel 1932 erisolo uno dei sessanta Allievi Ufficialidel Corso “Marte”, Ti elevi oggi nel ful-gore della massima ricompensa alValor Militare, sei una delle cinqueMedaglie d’Oro che costellano il ga-gliardetto del Tuo Corso, caratterizza-to da un laconico, ma incisivo motto:“O GIUNGERE O SPEZZARE”. Si èspezzata in giovanile età la Tua vitaterrena, ma il Tuo spirito ha raggiuntoil firmamento degli Eroi.

(1) Si tratta dell’11° Stormo BT.(2) Squadriglia del 32° Stormo BT su S.79“Sparviero”.

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Motivazione della Medagliad’Oro al Valor Militare conferitaa Boetto Armando - CapitanoA.A.r.n. - Pil. in S.P.E.

«Comandante di Squadriglia dabombardamento terrestre, coninstancabile attività e ardimen-to, alla testa della sua Squadri-glia, coseguiva notevoli risultatiinfiggendo al nemico notevoliperdite. Volontario in difficil imissioni isolate si prodigavacon volontà decisa oltre ognisacrificio.Da più combattimenti rientravacon l’apparecchio gravementedanneggiato, riportando in sal-vo con mirabile perizia il suoeroico equipaggio. In una piùrischiosa missione di ricogni-zione su formazione navale ne-mica scortata da portaerei,costretto a rientrare per avaria,ripartiva immediatamente consublime slancio, e lungamentesi tratteneva nel cielo della bat-taglia per dare preziose infor-mazioni sul nemico, cercandodi eludere l’azione della cacciaavversaria, proteggendosi conle nubi e combattendo quandoveniva assalito. Eroicamente rimaneva al suoposto di lotta e di gloria sino aquando non veniva sopraffattodai maggiori mezzi dell’avversa-rio, dando esempio di supremoeroismo e di completa dedizio-ne alla Patria.Cielo del Mediterraneo, 12 giu-gno 1940 - 8 maggio 1941»

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L’8 settembre 1943 mi trovavo al-l’aeroporto di Vicenza quale aiutan-te maggiore del 47º Stormo.

L’aeroporto viene occupato dai tedeschima il reparto riesce a sfuggire alla cat-tura e si trasferisce in città per unirsi aireparti dell’Esercito che però non esi-stono più.Il comandante scioglie allora il reparto emette in libertà tutto il personale.Personalmente decido di raggiungere lamia abitazione a Sarezzano in Provin-cia di Alessandria.Vesto gli abiti civili e riesco ad arrivare acasa in treno sfuggendo ai controlli ne-mici. Valutata la situazione e preveden-do una soluzione rapida, decido dioppormi ai tedeschi e di raggiungere ilgoverno legale al sud per continuare laguerra a fianco degli alleati.Il 12 settembre 1943, con un collega, ilmagg. Andrea Dadone, parto in trenoda Milano per raggiungere Campobas-so; proseguo poi per Gambatesa dovesosto in attesa dell’arrivo degli alleati.Raggiungo Foggia a piedi e su un auto-carro australiano Bari dove arrivo il 21ottobre 1943 presentandomi alla 4ªSquadra aerea. La situazione è caotica,senza programmi né prospettive.Decido con il mio compagno di viaggio dientrare a far parte di una missione milita-re da svolgere nell’Italia occupata dai Te-deschi. Prendiamo quindi contatto con ilSIM e poco dopo con l’Intelligence Servi-ce del Comando militare inglese.Nel novembre ‘43 vengo accettato escelgo di essere paracadutato mentre ilmagg. Dadone sceglie il sommergibile.Frequento un corso di istruzione percomportamento, sistema cifrato e difesapersonale. Dal 6 dicembre, a Brindisiseguo con altri cinque compagni un cor-so di paracadutismo della durata di unasettimana. Mi viene affidato il ruolo dicapo missione per informazioni militarie mi viene assegnato un marinaio inqualità di radio telegrafista.Il 15 febbraio 1944 alle ore 24 all’aero-porto di Brindisi salgo con il mio radiote-legrafista sul quadrimotore ingleseHalifax: il volo si svolge regolarmente inuna notte senza luna.Dovevamo lanciarci da circa 500 metridi quota nella zona stabilita; il nostro

viaggio era stato preceduto da un mes-saggio di Radio Londra, destinato alComitato di ricezione, e di cui non ricor-do il testo.Ci siamo lanciati secondo il piano di vo-lo alle 2 antimeridiane del 16 febbraio1944 nel Grossetano, zona Granaione,dove eravamo attesi da un Comitato diricezione organizzato dal capo missioneinformativa che operava in zona con lapartecipazione di membri del CLN loca-le formato da quattro persone.La discesa era stata piuttosto laboriosaperchè eravamo stati lanciati da unaquota di mille metri anzichè cinquecen-to e a terra spirava un forte vento che almomento dell’impatto mi impedì di starein piedi e provocò un trascinamento aterra per circa un chilometro, interrottosolo da una siepe, che mi aveva portatopiuttosto lontano dal luogo prefissato.Rintracciato comunque prontamente dalComitato di ricezione, dopo aver sotter-rato il paracadute, fummo subito avviatinella zona di Manciano presso la fatto-ria del sig, Ricci che ci ospitò e doveprendemmo contatto con la BandaArancio che operava in Maremma.Confermato l’arrivo alla base, il proble-ma era quello di raggiungere la nostrazona operativa nell’Alessandrino.Poichè i treni non funzionavano e nonesistevano altri mezzi di trasporto, deci-si di raggiungere la mia abitazione aSarezzano per organizzare la sistema-zione, lasciando la radio e il radiotele-grafista sul posto.Raggiunsi quindi Sarezzano con mezzidi fortuna (prima auto e poi treno) e do-po il tempo necessario ripartii per Man-ciano in treno fino a Firenze e poi inbicicletta.Nel frattempo, dopo aver lasciato la ra-dio in loco, il radiotelegrafista se n’eraandato per raggiungere casa sua nell’A-stigiano.Ripartii con la radio occultata nel porta-pacchi della bicicletta e raggiunsi Livor-no dove funzionava il treno con il qualearrivai a Tortona il 1 marzo 1944.Qui presi contatto con alcuni amici edorganizzai una rete informativa nell’A-lessandrino e nel Pavese. Recuperato ilradiotelegrafista, estesi la rete all’Asti-giano e a una parte della zona di Torino.

La radio, dopo precedenti sistemazioniprovvisorie, viene messa in funzione aBagnasco d’Asti, nella zona dell’abita-zione del radiotelegrafista.La stazione ricetrasmittente era un pic-colo apparecchio portatile Morse di me-dia portata contenuto in una valigetta enecessitava di un’antenna facilmentecamuffabile.Disponevamo inoltre di due mitra Stenfornitici con un lancio da noi organizza-to nella zona astigiana per ricevereun’altra missione e di documenti regola-ri con il mio vero nome nonché del con-gedo militare rilasciatomi dal Comando1ª Squadra aerea di Milano.Il mio nome di battaglia era Rossini-Forest.Comunicavamo con il Comando supre-mo di Brindisi e con l’Intelligence Servi-ce inglese in Italia; i collegamenti eranoprogrammati e variavano periodicamen-te sia nei giorni che nell’ora.Anche se ero sistemato a casa mia, mispostavo continuamente: ad Alessan-dria avevo a disposizione una cameraammobiliata che cambiavo ogni mese.Il mio operatore stava a casa sua aBagnasco d’Asti dove personalmenteportavo in bicicletta le informazioni ri-cevute dalla mia rete, dopo averle va-gliate e cifrate.Vivendo in città, in mezzo alla gente ealle formazioni fasciste e tedesche, hocorso molti rischi riuscendo però sem-pre a cavarmela al meglio,Ho subito bombardamenti aerei, ho su-perato posti di blocco, ho evitato rastrel-lamenti per un periodo di tempo troppolungo data la delicatezza del compitoche stavo svolgendo: durare nove mesinon è stato facile.Il 25 ottobre 1944 il mio radiotelegrafistaEnrico Barovero veniva catturato nella zo-na di Bagnasco d’Asti, dove era installatala stazione radio. Percosso e malmenato,confessava l’esistenza della missione, fa-ceva il mio nome e dava le indicazioni sudove potevo essere trovato.Venuto a conoscenza della cattura, manon della confessione, mi rifugiai adAvolasca, nella zona partigiana dellaBrigata Arzani, in attesa degli sviluppi edi notizie da parte dei miei infiltrati nelcampo opposto.

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Nelle carte personali del ten. col. pil. Ugo Mutti della sezione di Alessandria, recentemente deceduto, è statarinvenuta la seguente descrizione di un periodo della sua vita che il presidente della sezione citata, FirminioGelati, con il consenso dei familiari dello scomparso, ha trasmesso per la pubblicazione sul nostro 0socialenella convinzione «che farà piacere a chi lo ha conosciuto e forse anche condiviso quanto narrato».

8.9.1943 - 27.5.1945: un lungo periodo di avventure…di Ugo Mutti

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Non risultando alcun ordine di cattura amio nome, decido di tornare a casa miaper rifornirmi di abiti e di quanto neces-sario per la vita in montagna presso laBrigata Arzani con la quale avevo presocontatto poiché la mia missione non eraormai più in grado di funzionare.Nella stessa strada del paese vengofermato da due brigatisti neri che miconsegnano al loro comandante Cele-ste Gianelli, mio compaesano.Sentito telefonicamente il Comando te-desco, mi arresta e mi porta nel carceredi Tortona dove mi associa verso il mez-zogiorno del 12 novembre 1944.I tedeschi, dopo la cattura del mio ra-diotelegrafista, non si erano fidati del-l’organizzazione ufficiale e si eranorivolti direttamente al Gianelli: questa laragione per cui non risultava alcun ordi-ne di cattura.Il 16 novembre 1944 vengo trasferito inauto alle carceri di Alessandria e subitodopo al Penitenziario della stessa cittàe sistemato in una cella sotterranea.Il 21 novembre 1944 mi caricano in unacabina di autocarro pieno di militi dellaGuardia Nazionale Repubblicana e miportano a Torino alle Carceri Nuove -Braccio tedesco.Vengo messo in cella di isolamento einterrogato dal maggiore dei CarabinieriSaracco del Controspionaggio della Re-pubblica di Salò, peraltro in modo civile.Vengo anche interrogato da un ufficialeaustriaco delle S.S.Astutamente e con fortuna dico soloquello che già sapevano, tacendo altroed evitando di coinvolgere i collaborato-ri non noti.Vengo trattato con civiltà, senza percos-se e quasi con rispetto dai tedeschi.Resto in cella da solo, senza prendere“l’aria”; nel corso di tre mesi e mezzoesco dalla cella solo un paio di volte peressere sbarbato.Durante la notte dell’8 marzo 1945 ven-go ammanettato con un altro prigioniero,caricato su un piccolo autobus e trasferi-to al carcere di S. Vittore a Milano.Siamo un gruppo di dieci, ammanettatidue a due.Dopo la sosta di un giorno, ripartiamo,sempre ammanettati, per Bolzano dovearriviamo il mattino del 9 marzo 1945nel campo di concentramento.Veniamo rinchiusi in una piccolissimacella in nove con difficoltà perfino direspirazione. La mia matricola era lan. 10205.Il 21 marzo 1945 veniamo portati allastazione ferroviaria di Bolzano, destina-zione il Grande Reich. Siamo in dodici,ammanettati, caricati su carri merci,sdraiati a terra, con pochi viveri, accom-pagnati da un gruppo di territoriali tede-

schi armati di fucile. Numerosi sono itrasbordi a piedi per le interruzioni dellalinea ferroviaria: siamo l’ultimo “traspor-to” dall’Italia.Arriviamo al Campo di Dachau nellanotte del 24 marzo 1945.Perquisizione, spogliazione completa,rasatura di tutti i peli, disinfezione conpennellate di permanganato, rivestiti distracci. Matricola 146502.Veniamo sistemati nel Bloch 19 - Stube1. Sovraffollamento i prigionieri di varienazionalità: Russi, Polacchi, Cecoslo-vacchi, Rumeni, Jugoslavi, Danesi,Olandesi, Francesi, Algerini, ma ancheTedeschi e Austriaci.Noi Italiani siamo malvisti da tutti e ve-niamo differenziati dagli altri assieme aiRussi: le nostre teste già rasate a mac-chinetta vengono scolpite con un taglioa rasoio di una striscia centrale che noichiamiamo “autostrada” con un residuodi umorismo.Il cibo è scarsissimo: broda infame di ossamacinate, pane in fettine da mattonella,qualche volta un pezzetto di margarina ri-cavata dal carbone o una fettina di salamedi cane. Dimagramento a vista.Dopo le visite mediche alcuni di noivengono dichiarati idonei a lavori pe-santi e mandati fuori dal campo: svegliaalle quattro e mezza, dieci km a piedi,taglio con sega a mano di alberi, tra-sporto a mano degli stessi, scavo fos-sati con picconi per fare inuti l isbarramenti anticarro. Il tutto per qual-che etto di cibo in più.Vita da campo: appelli e contrappelli,autospidocchiamenti, docce gelate, lanotte sdraiati per terra con una coper-ta in due.Risultato: epidemie di tifo esantematicoe petecchiale, colera, dissenteria. I pri-gionieri muoiono come mosche caden-do a terra improvvisamente o passandodirettamente dal sonno alla morte. Ca-daveri a mucchi vengono portati via daicortili dai prigionieri stessi.Nel frattempo i bombardamenti aerei siintensificano e il rumore del cannone siavvicina sempre più.Dobbiamo resistere perchè ormai i ltempo della liberazione è vicino.Il 26 aprile 1945 adunata nella piazzadel campo per trasferimento. Parte soloun piccolo gruppo.Ordini, contrordini, adunate e sciogli-menti fino al 28 quando la partenza pre-vista viene annullata. Per fortunaperché, come sapremo dopo, nonavremmo mai raggiunta la meta.La situazione precipita e finalmente il29 aprile alle 17.30 arrivano le truppealleate della VII Armata americana cheliberano il campo.La disordinata e inopportuna distribu-

zione di cibo in eccessiva quantità ag-grava la dissenteria che provoca unamoria sempre maggiore.Vengono evacuati i malati e i sani (si faper dire) si ammalano. Nel campo re-gna un’enorme confusione. Non riescoa farmi riconoscere come capo missio-ne. In quattro decidiamo di evadere dalcampo per evitare di “lasciarci le penne”proprio quando tutto è finito, cosi il 12maggio 1945 scavalchiamo il muro dicinta all’imbrunire e ci rifugiamo a dor-mire in un vicino pagliaio. Monaco, Wol-frathausen. Benediktbeurn.Il 17 maggio 1945 gli alleati ci caricanosu un camion militare con altri italiani eci portano a Garmish nel campo di smi-stamento della Croce Rossa.Il 25 maggio alle 8.30 partiamo per l’Ita-lia in un’autocolonna di dieci camion:Garmish, Mittenwall, Innsbruk, Brenne-ro, Bolzano dove dormiamo in baracca,finalmente in Italia.Il giorno dopo prendiamo il treno perTrento, Brescia, Milano dove arriviamoall’1,15 del 27.Dormiamo in treno e poi ripartiamo perPavia, attraversiamo in barca il Po, pas-siamo da Voghera e arriviamo a Tortonaverso mezzogiorno: a casa dopo 197giorni di avventure, se cosi possiamochiamarle!Mi presento al comando militare di Milano.Vengo collocato in congedo nell’ottobre1945, vengo decorato di medaglia d’ar-gento al valor militare sul campo e mivengono concessi il diploma d’onore e ilcertificato di patriota.A quasi cinquant’anni di distanza il ri-cordo sempre vivo genera orgoglio perquanto fatto senza interessi personali,rimpianto per tutti i compagni di stradacaduti, dolore per l’esperienza del cam-po di eliminazione, soddisfazione pernon essermi lasciato sedurre dalla car-riera politica, amarezza per la situazio-ne attuale.Come ebbe a scrivere un confinato poli-tico antifascista «dalla mia finestra vedosulla collina antistante tanti asini chesalgono, salgono, salgono».Domanda: quello che ha fatto allora unaparte di italiani per fedeltà a un’idea,con tanto rischio, dolore, morte valevala pena? È servito a qualcosa? Restanotanti, tanti dubbi.Sembra tutto dimenticato, travisato, avolte schernito, nel migliore dei casistrumentalizzato.E tutti gli umili, sfortunati, sconosciutiche sono stati fucilati, impiccati, tortura-ti, uccisi dalla fame e da altro, chi li ri-corda più?Eppure, ciononostante rifarei ancoraquello che ho fatto. Ma solo per spiritodi avventura e senza più illusioni.

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Il Tavoliere delle Puglie era comeuna lamiera arroventata dal solein quel pomeriggio dell’estate del

1960. Si vedeva l’aria tremare sulpiazzale in cemento dell’aeroportodi Galatina, antistante l’hangar dellaScuola di volo.Lunghe file di vecchi aerei AT-6“Texan” arrostivano al sole in attesadegli allievi del 35° corso AUPC.All’ombra dell’hangar attendevo l’or-dine di partenza per compiere, perla prima volta da solo, una missionedi volo che consisteva nell’esecuzio-ne della caduta in vite controllata.Avevo eseguito più volte tale mano-vra con l’istruttore, il sergente mag-giore Matteo Matteucci, che avevaspiegato come uscire dalla vite, ov-vero dalla caduta libera di un aereoquando esso non si sostiene piùnell’aria. Arriva l’ordine di volo, miviene assegnato un aereo e l’istrutto-re mi fa le ultime raccomandazioni:«Raggiungi quota 3000 metri, pren-di un punto di riferimento all’oriz-zonte, tieniti in volo orizzontale colmotore al minimo, quando senti chel’aereo vibra perchè stà per cadere,dai tutta cloche a destra e pedalieraa sinistra, così cadrai in vite piattadestra. L’aereo, dopo 180 gradi, avràgiù il muso per poi riportarsi oriz-zontale verso il tuo punto di riferi-mento. Dopo tre giri, dai cloche asinistra e pedaliera a destra, abbas-sa leggermente il muso mentre daimotore, così come abbiamo fattotante volte insieme. Ora vai, staitranquillo ma ricordati che, in casodi difficoltà, hai tempo, per salvarti,solo fino alla quota di 800 metri.Perciò non indugiare: abbandonal’aereo e lanciati col paracadute. Inbocca al lupo!»Esco di corsa dall’ombra dell’hangare, nella calura soffocante, attraversoil piazzale per raggiungere l’aereoassegnatomi. È un “bianco-giallo”.Salito a bordo sto ben attento pernon ustionarmi gli avambracci sulleguide del tettuccio scorrevole men-tre entro nell’angusta cabina. Velo-cemente allaccio le cinghie disicurezza, collego la cuffia della ra-dio e avvio il motore sperando che ilvento dell’elica riesca a raffreddareun poco le lamiere roventi dell’ae-reo. Rullo sul raccordo, mi fermo

per la prova motore aspettando dientrare in pista. Poi chiedo l’auto-rizzazione al decollo. La torre dicontrollo gracchia alla radio. «Gial-lo 347 (questo è il mio nominativo)autorizzato al decollo». Sono già al-lineato con la pista, faccio i dovuticontrolli, rilascio i freni, do tuttogas e dopo una breve corsa il T-6 silibra nell’aria. Chiudo i flap, rientroil carrello e mi porto rapidamente inquota salendo a spirale sopra la ver-ticale del campo. Sono ora alla quo-ta prevista di 3.000 m. Da quassùvedo luccicare entrambi i mari, l’A-driatico e lo Ionio, vedo Gallipoli eSanta Maria di Leuca e verso sud,l’ampia pianura pugliese attraversa-ta dalla strada statale. Prendo que-sta come riferimento. Dalla “Biga”l’istruttore Matteucci, mi invita ainiziare la manovra prevista. «Nes-sun problema» penso, porto a zerola manetta de gas, tengo l’aereo alli-neato, e quando il velivolo cominciaa vibrare perdendo portanza, portola cloche a destra e la pedaliera a si-nistra. Il T-6, si inclina abbassandoil muso e comincia la rotazione bennota. «Un gioco da ragazzi» penso.Quando rivedo il mio punto di rife-rimento dico: «Uno!» e poi «Due!» epoi «Tre|!».

Faccio la manovra prevista per l’u-scita dalla vite ma l’aereo la ignoracompletamente e inizia un’altra ca-duta. Dalla “Biga” Matteucci migrida. «Ma che c…. fai? Attento cheperdi rapidamente quota!» Quartogiro. Rispondo alla radio: «Mano-vre effettuate senza esito, provo adare tutto motore». Quinto giro.Imperterrito il T-6 continua la vite.«Abbandona l’aereo! Per l’amor diDio lanciati! LANCIATI!» urla Mat-teucci. Sono già sotto i 1.000 m. Hoprovato di tutto inutilmente, nonvorrei perdere l’aereo che cade co-

me una foglia al vento. «LANCIATIdisgraziato!» urla disperato l’istrut-tore. Ho superato anche gli 800 m.Apro il tettuccio, stacco la spinadella cuffia, aggancio la corda astrappo del paracadute, attendoche l’aereo si riporti in orizzontaleed esco dall’abitacolo conscio di es-sere già troppo in basso per il lan-cio. Mentre ho già un piede sull’alae stò per lanciarmi, il T-6 ha comeun attimo di incertezza punta ilmuso in basso e non inizia il quin-to giro di vite. Rientro a razzo incabina, dò tutto motore e l’aereo ri-prende a volare regolarmente.Guardo l’altimetro, sono a meno di500 m di quota! Ricollego la cuffiae subito sento la voce, rotta dall’e-mozione, di Matteucci che mi dice:«Delinquente! rientra alla base».La torre mi chiama: «Giallo 347, au-torizzato a lungo finale!» Significache ho la precedenza per l’atterrag-gio e che non devo fare giri in cir-cuito. «OK”» rispondo e atterrotranquillamente, come se niente fos-se accaduto, come se quei secondidi difficoltà non fossero mai esistiti.Arrivo al parcheggio e spengo il mo-tore. Scendo dall’aereo e due avierimi aiutano a liberarmi del paraca-dute e mi sostengono perché ho unastrana sensazione di debolezza allegambe. L’istruttore e i miei compa-gni di corso, Luciano Dionisi e Lo-riano Petri, mi vengono incontro emi accompagnano dove il coman-dante della Scuola, col. pil. UmbertoScapellato, mi attende, a rapporto,nel suo ufficio. Sull’attenti saluto.«Comandi signor colonnello» e lui:«Mi racconti cosa è successo». Fac-cio il resoconto descrivendo in det-taglio le manovre effettuate.Mi rendo conto in quel momentoche i fatti si sono svolti in un tempomolto minore di quello necessarioper descriverli. «Molto bene - dice ilcomandante - adesso si faccia asse-gnare un altro aereo, vada su e ripe-ta la manovra!» In quel momentomi pare che tutto il mondo mi crolliaddosso, vorrei sprofondare nel pa-vimento, un sudore freddo mi scor-re lungo la schiena, la paura chesino ad allora era stata latente inme, ma ignorata, mi assale violente-mente. Credo di essermi sbiancato

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Quella pericolosa “vite” con il T-6

di Alberto Scano

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in volto mentre dico: «Comandi, si-gnor colonnello». L’istruttore Mat-teucci mi dice: «Fatti coraggio, senon te la senti puoi rinunciare e al-lora il corso per te è finito ma, sevai, forse sarai un pilota militare!».Mi accompagna al nuovo aereo as-segnato, mi aiuta a indossare il pa-racadute, a salire sull’aereo e adallacciare le cinture. Metto in motoe ripeto automaticamente tutte lemanovre effettuate mezz’ora primafinchè mi ritrovo a 3.000 m di quo-ta. «Giallo 347, inizia la manovra»gracchia alla radio Matteucci. Girolo sguardo intorno, vedo il cielo az-zurro, i mari, i paesi, e tutto l’acca-duto riappare come un film. Tutta lamia vita trascorsa mi scorre nellamente in un lampo; ho paura, per-ché devo morire adesso? Chiudo gliocchi: via il motore, cloche a destra,pedale a sinistra. L’aereo cade comeprevisto. La paura mi attanaglia lostomaco, sento di essere un condan-nato in attesa della morte. Quantecose incompiute ho lasciato? Fini-sce il primo giro. Quante ragazzepotevo amare e quante ne ho illuse?

Secondo giro. La mia famiglia: daròloro un grande dolore? Terzo giro,cloche a sinistra, pedale a destra,muso in giù, dare motore.Come un automa effettuo le mano-vre e il buon vecchio AT-6 riprendea volare tranquillo nell’aria serena.«Giallo 347, rientra alla base». So-no vivo!Nella memoria non mi rimane che ilricordo di quel rientro tranne che,dal parcheggio i colleghi, Piero Sorèe Maurizio Pastorino, mi portano aspalla sino al bar dell’hangar. Ancheperchè non mi reggevano le gambe.Mi fanno bere qualcosa di forte chemi fa lacrimare, ma forse stavo giàlacrimando. Il capo corso, MassimoCerreto, ordina:«Ora vai a rapportodal comandante».Il colonnello mi dice: «Molto beneallievo, congratulazioni. Si prenda24 ore di riposo». Vengo accompa-gnato in camerata e, ancora con latuta di volo, mi sdraio sulla brandae rivedo, non più compressi ma ral-lentati, tutti i pensieri che in un atti-mo solo mi erano passati per lamente, vedo in un lampo tutta la

mia vita trascorsa, i miei sogni, i de-sideri, i rimpianti, le occasioni per-dute, le speranze, l’amore, e persinoWally, la giovane prostituta dallaquale andavamo tutti assieme, neigiorni di libera uscita. Vedo tutta lamia vita trascorsa scorrere nellamente come un film, la paura re-pressa e l’angoscia ora mi assalgonoe piango a lungo disperatamente.Finalmente mi addormento spossa-to, sogno la Morte che si allontanadelusa. Al risveglio mi sento comeinvecchiato di molti anni, il destinoha scelto per me la vita. E sarò unpilota militare.L’inchiesta, aperta in seguito all’in-cidente, accertò che il T-6 da meusato, aveva le ali svergolate a causadi un utilizzo errato dell’aeromobi-le. Un allievo sottufficiale del 34°corso che aveva usato l’aereo primadi me, per una missione di acroba-zia, aveva “strapazzato” il T-6 benoltre i limiti di uso e sicurezza.Altre volte ho sfidato la Morte senzapaura, ma mi sono reso conto che civuole molto più coraggio per affron-tare la Vita.

La Jonathan Collection di Nervesa della Battaglia(TV) ha completato il montaggio dell’hangar Bes-sonneau destinato ad ospitare gli aerei storici vo-

lanti della raccolta tra cui la replica del bombardiereCaproni Ca.3 in corso dicompletamento (v. pag. 16 diAeronautica n. 2/2011).Si tratta oggi dell’unico Bes-sonneau tuttora in uso nelmondo per il ricovero di aero-plani, anche se alcuni altri so-no immagazzinati pressomusei o in corso di restauroper futuro riutilizzo.L’hangar, caratterizzato dauna struttura in legno con ri-vestimento in tela, fu proget-tato dal francese JulienBessonneau e realizzato in migliaia di esemplari impie-gati da tutti i paesi dell’Intesa, compresa l’Italia. Moltierano montati sui campi di volo della provincia di Trevi-so, non lontano dall’aviosuperficie “Francesco Baracca”di Nervesa.Gli ultimi Bessonneau in uso regolare furono i Type Hdella RAF inglese, che li abbandonò solo intorno al 1990soprattutto a causa della necessità di impermeabilizzareil rivestimento in cotone ogni sei mesi. Alcuni esemplari

furono ceduti a collezionisti, piccoli musei e club di volo avela, attratti dal basso costo e dalla modularità che per-metteva di creare hangar a 6, 9 e persino 12 baie.Il Bessonneau di Nervesa proviene dal Midland Warpla-

ne Museum di Coventry, chelo aveva accantonato all’aper-to per molti anni in attesa direperire uno spazio idoneoper il montaggio. Di fronte aquesta perdurante difficoltànel 2009 i l MWM decise divenderlo. Il restauro ha permesso di sal-vare tutta la ferramenta (sullaquale è spesso visibile la mar-catura dell’Air Ministry britanni-co) e oltre due terzi delle partiin legno, mentre è stato ne-

cessario rifare interamente la copertura con materiali mo-derni. Appena rimontato, con l’aiuto di una gru e didiversi volontari, il Bessonneau è tornato a ospitare i bi-plani per i quali era stato costruito. Il suo destino sarà didiventare la sede della Fondazione Jonathan Collection,creata nei giorni scorsi con l’appoggio della famiglia Ma-riani e del comune di Nervesa per costruire un futuro agliaerei antichi di Giancarlo Zanardo.

G.A.

Un hangar d’epoca sulle rive del Piave

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Si calcola che, dall’anno 1926, cioè da quando l’Ae-ronautica Militare è insediata nella Reggia di Ca-serta, con l’Accademia Aeronautica prima e con la

Scuola Specialisti (nelle sue varie e successive denomi-nazioni e articolazioni) poi, i corsi di formazione/quali-ficazione/specializzazione svoltisi nel compendiovanvitelliano, siano stati frequentati da oltre 130.000 al-lievi, di ogni ruolo e grado, non solo dell’A.M., ma anchedi altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato nonchéda molti militari stranieri.Chissà quante volte questi allievi hanno visto risplende-re il Sole sui tetti della Reggia, ma presi giustamente daaltri pensieri e da altri problemi e con lo sguardo sicura-mente rivolto altrove, mai avrebbero potuto immagina-re che essi potessero celare qualcosa di singolare,misterioso e suggestivo. Vediamo cosa…La Reggia di Caserta è ubicata ad una latitudine di41°04’24”, il suo asse longitudinale ha, rispetto al nord,una deviazione di circa 4° verso Est mentre la quota è dicirca 68 m/slm (fig. 1).

A questa latitudine, il Sole, nell’arco del suo moto appa-rente nel cielo durante l’anno, raggiunge un’elevazionemassima sull’orizzonte di circa 72°22’, il 21 giugno, incoincidenza con il Solstizio d’estate, ed una elevazioneminima di circa 25°29’, il 21 dicembre, in coincidenzacon il Solstizio d’inverno (fig. 2).

La Reggia ha un’altezza, al culmine dei tetti, di circa45 m rispetto al piano di campagna. Le falde dei tettistessi invece hanno un’inclinazione di circa 25° rispet-to al piano orizzontale, cioè la stessa angolazione cheil Sole, come detto prima, raggiunge al Solstizio d’in-verno (fig. 3).

Questa uguaglianza è veramente singolare perché, finoalla data del Solstizio, il Sole è al di sotto della linea dicolmo dei tetti per cui esso non è visibile dai cortili delPalazzo, ma immediatamente dopo comincia a spuntare

e ad illuminare radiosamente gli androni che colleganoi cortili tra loro e questi con il consecutivo Parco Reale.È un caso che ciò accada proprio in coincidenza con ilSolstizio o esso è il frutto di un preciso calcolo di quelgrande genio che era il Vanvitelli, il quale ha voluto cosìriferirsi al Sole che, dopo la sosta invernale (Solstizio =solstazio - fermata del sole) risorge a nuova vita?Si è del parere che la scelta sia stata deliberata, ciò inquanto, al di là della geometrica precisione di tutti glielementi costruttivi verticali ed orizzontali della Reg-gia e l’uso sapiente della Sezione Aurea, l’inclinazionedella falda avrebbe potuto anche essere diversa. Infat-ti, l’angolo dovrebbe essere legato solo alla quantità dipioggia che cade ed alla sua intensità, per far sì chel’acqua piovana abbia - in relazione alle notevoli di-mensioni planimetriche delle coperture (circa 30.000mq) - tempi di corrivazione tali da poter essere smalti-ta convenientemente dai canali di scolo e dalle bocchedi scarico dei pluviali. Ma questa valutazione tecnica da sola non basta a spie-gare il perché l’angolo di inclinazione delle falde sia pro-

Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’inverno

di Elia Rubino

Fig. 1

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Prime prove con lacatapulta per l’F-35C

La statunitense Lockheed Martin harecentemente reso noto che, pres-so la Naval Air Station Patuxent Ri-

ver, i l primo F-35C, la versioneimbarcata del Joint Strike fighter (JSF),ha avviato le prove di compatibilità conla catapulta, in vista di quelle che sonostate programmate nel 2013 a bordo diuna portaerei.

Acausa degli eventi in Libia, i campionati mondiali di volo acrobati-co (FAI World Acrobatic Championship - WAC) che dovevanoaver luogo sull’aeroporto militare di Cervia dal 31 agosto all’11

settembre prossimi, si svolgeranno invece nelle stesse date sull’aero-porto di Foligno.Lo ha reso noto il Comitato organizzatore che ha già attivato il sito in-ternet www.wac2011.it dove gli interessati e gli appassionati possonotrovare tutte le informazioni sulla manifestazione.

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VARIE

prio uguale a quello raggiunto dal Sole al Solstizio d’in-verno, perciò si è portati a propendere per una “illumi-nata” razionalità della scelta del Vanvitelli che, comedetto prima, potrebbe essersi ispirata al ritorno della lu-ce emanata dal nostro astro fulgente, come celebrato siadai riti celtici che da quelli saturnali dell’antica Roma. Perciò si può affermare anzi confermare che “con il sol-stizio d’inverno il Sole rinasce e il Palazzo Reale di Ca-

serta rivive”. Nota dell’autore.Questo articolo non ha nessuna pretesa scientifica, mavuole essere solo un contributo di pensiero per conosce-re e valorizzare ancor più il nostro inestimabile patri-monio culturale.

A Lugo di Romagna una mostra sulle donne pilota

Il 14 maggio, presso il Museo Francesco Baracca di Lugo di Romagna, è stata inaugurata la mostra fotografica edocumentaria “L’altra metà del cielo. L’epopea delle donne volanti”.La mostra, curata da Mauro Antonellini, Angelo Emiliani e Paolo Varriale, documenta la figura di 50 aviatrici dal

1913 ad oggi e presenta tra l’altro alcuni reperti storici di particolare interesse come la combinazione di volo dellacontessa Aloisa Guarini, una delle prime donne romagnole a volare, esposta grazie al prestito da parte dell’Associa-zione Arma Aeronautica di Forlì.La mostra, per la quale gli organizzatori hanno anche provveduto alla stampa di un catalogo (v. nella rubrica relativaalla recensione dei libri) resterà aperta fino al 30 ottobre con aperture straordinarie serali i mercoledì dal 29 giugnoal 27 luglio nell’ambito dell’iniziativa “I mercoledì sotto le stelle”. Ingresso gratuito per le signore per tutta la duratadella mostra.

A Foligno il campionato mondiale di volo acrobatico

Il ministero della Difesa indiano ha reso noto che, attual-mente, la ulteriore selezione operata dai competenti or-ganismi nazionali sulle offerte presentate per il nuovocaccia delle forze aeree di Nuova Delhy, ha ora esclusoanche lo svedese Saab Gripen, il russo MiG-35 (Ful-crum-F in codice NATO) e gli statunitensi Lockheed Mar-tin F-16 Fighter Falcon ed il Boeing F/A-18 Super Hornet.

Alla gara - che prevede la fornitura di 18 aerei e lacostruzione di altri 108 in India, per un valore stimatotra i 10,5 e i 12 miliardi di dollari - restano quindi qua-li f inalisti solo l’Eurofighter Typhoon e il franceseDassault Rafale.

Solo Eurofighter e Rafale in gara per il nuovo caccia dell’India

L’Eurofighter Il Rafale

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VARIE

Il 60° anniversario di costituzionedell’Aviazione dell’Esercito (AVES)è stato solennemente celebrato il 10

maggio sull’aeroporto di Viterbo, cittànella quale ha sede il Comando diquesta giovane specialità della citataForza Armata.La cerimonia, presieduta dal gen. CAGiuseppe Valotto, capo di StatoMaggiore dell’Esercito, dal gen. CAFrancesco Tarricone, comandantedelle Forze operative terrestri e dalgen. CA Enzo Stefanini, comandantedell’AVES, è stata aperta dall’arrivodi una Brigata di formazione prece-duta dalla Banda musicale del Co-mando artiglieria contraerea e dai 10Stendardi dei Repati dell’AVES e se-guita dai Gonfaloni della provincia edel comune di Viterbo e dai Labaridelle Associazioni d’arma e combat-tentistiche locali.Ha avuto quindi luogo la proiezionedi un filmato il cui audio era una “ri-flessione” sui “Baschi Azzurri” nellaquale veniva ricordato che erede deiprimi reparti di volo dell’Esercito del-la Grande Guerra, posti in seguitoalla base dell’Aviazione Ausiliaria delRegio Esercito, l’Aviazione dell’Eser-cito nasce il 10 maggio 1951 comereparto aereo di Artiglieria. Specia-lità giovane, dinamica, al passo con itempi ed espressione di una compo-nente operativa e umana altamentequalificata, l’Aviazione dell’Esercitoha partecipato a tutte le operazioniin Italia e all’estero e si è sviluppatacon l’introduzione in servizio di mac-chine sempre più sofist icate sinoall’attuale configurazione resa possi-bile con l’acquisizione dei nuovi eli-cot ter i da esplorazione e scortaA129 “Mangusta” prima e dell’elicottero

da trasporto tatti-co NH-90 poi.Nel suo dinterven-to il gen. Stefanini,ricordati i 113 ca-duti dell’AVES e leoperazioni più si-gnif icative, an-che all ’estero,della specialità,ha poi elogiatol’opera delle don-ne e degli uominiche la compon-gono esprimen-do l’orgoglio diresserne i l co-mandante.

Da parte sua il gen. Valotto, postol’accento sulle numerose decorazioniche testimoniano il valore e il sacrifi-cio della specialità, ne ha evidenziatoil prossimo futuro con l’introduzione,dopo l’NH-90, del CH-47F, invitandoinfine il personale dell’AVES a “volaresempre più in alto”.

È seguita una dimostrazione di im-piego dei mezzi in linea, aperta dauna prova di appoggio aereo alleforze sul terreno eseguita da dueA.129 Mangusta, dall’esibizione diun CH-47C in configurazione antin-cendio boschivo e, a causa del for-te vento che ne ha impedi to lareale esecuzione, dall’aviolancio si-mulato di paracadutisti incursori datre Do.228.Sono poi intervenuti due A.129 chehanno fornito una cornice di sicurez-za al lo sbarco, da due CH-47C econ la tecnica della discesa rapidacon fune (Fast rope) di incursori delReggimento Col Moschin, dal losbarco di una componente QRF(Quick Reponse Force) in grado dirispondere a qualsiasi emergenza edalla deposizione sul terreno, daparte di due NH-90, di un mortaio erelative munizioni per una Squadramortai sbarcata da un CH-47.

Un AB.412 ha poi effettuato la dimo-strazione dell’evacuazione medica(MEDEVAC) di un ferito seguita daquella del recupero di due piloti, che

si ipotizzavano caduti in territorio osti-le, da parte di un A.129.Il numeroso pubblico presente haquindi assistito alla sfilata della Briga-ta di formazione - con in coda una nu-trita rappresentanza con Labaridell’Associazione nazionale Aviazionedell’Esercito (ANAE), con la quale, loricordiamo, l’AAA si gemellerà in oc-casione del Raduno di Assoarma pre-visto a Torino il mese prossimo per lecelebrazioni del 150° anniversariodell’Unità d’Italia - e ascoltato la lettu-ra della “preghiera dell’AVES” al cuitermine vi è stato il sorvolo di saluto diuna formazione composta da 14 eli-cotteri di vario tipo e da tre Do.228.Resta da sottolineare che, per l’occa-sione, il Comando dell’AVES ha alle-stito una mostra statica dei velivoliche ha avuto ed ha in dotazione, pre-disposto uno stand nel quale eranoesposti materiali ed equipaggiamentiper il personale di volo e dove avveni-va la proiezione di filmati e pubblicatoun volume celebrativo dei Sessantaanni dell’AVES stessa.Le Poste Italiane, infine, erano pre-senti con una loro postazione con un“annullo speciale” emesso per la cir-costanza.Il gen. Valotto

Il gen. Stefanini

Celebrato il 60° anniversario di costituzione dell’AVES

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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICAE TRATTAMENTI ECONOMICI

AERONAUTICA 5/2011

Istituzione della Cassa di previdenza delle Forze Armate.

Con D.P.R. del 4 dicembre 2009, n. 211, è stata istituita, a decorrere dal 1° luglio 2010, la Cassa di Previdenza delle For-ze Armate con l’accorpamento delle preesistenti Casse militari (contestualmente soppresse).La Cassa di previdenza gestisce i fondi previdenziali in conformità e nei limiti di quanto disposto dalle norme istitutive esecondo i criteri di uniformità gestionale. Resta ferma la vigente disciplina in materia d’iscrizione, contribuzione ed eroga-zione delle prestazioni relative alle singole casse.I fondi previdenziali che costituiscono la nuova Cassa di Previdenza sono:

- fondo di previdenza ufficiali dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei carabinieri;- fondo di previdenza ufficiali della Marina Militare;- fondo di previdenza ufficiali dell’Aeronautica Militare;- fondo di previdenza sottufficiali dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei carabinieri;- fondo di previdenza appuntati e carabinieri;- fondo di previdenza sottufficiali della Marina Militare;- fondo di previdenza sottufficiali dell’Aeronautica Militare.

I fondi predetti, che hanno rilevato la consistenza economico-finanziaria delle casse soppresse, sono dotati di autonomia patri-moniale, finanziaria e contabile, la cui gestione continuerà a essere distinta e separata. Per il loro funzionamento (compiti ge-stionali) dal 1° gennaio 2011, è stato costituito l’Ufficio di Gestione della Cassa di Previdenza delle Forze Armate, ubicato inVia Marsala, 104 - Roma, ordinativamente collocato nell’ambito del 1° Reparto dello Stato Maggiore della Difesa.I compiti decisionali della Cassa di Previdenza sono svolti dal Presidente, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegiodei revisori.In base alla normativa vigente la Cassa di Previdenza delle Forze Armate liquida/eroga l’indennità supplementare al per-sonale militare iscritto al rispettivo fondo di appartenenza e l’assegno speciale agli ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei ca-rabinieri. Inoltre, può svolgere anche attività creditizia a favore degli iscritti a ogni singolo fondo, qualora le eccedenzefinanziarie lo consentano (attualmente l’attività è sospesa perché in fase di regolamentazione).Ricordiamo che l’indennità supplementare spetta agli ufficiali e sottufficiali in servizio permanente, nonché agli appuntati eai carabinieri, iscritti da almeno sei anni ai fondi previdenziali sopracitati. L’indennità è esente dall’imposta sul reddito del-le persone fisiche (IRPEF), è reversibile ed è liquidata in ragione dell’aliquota del 2% sull’80% dell’ultimo stipendio annuolordo percepito in servizio, ivi compresa la 13ª mensilità, moltiplicato per il numero di anni di effettiva iscrizione al fondo. Aisottufficiali delle Forze Armate e agli appuntati e carabinieri l’indennità è erogata al l’atto del collocamento in congedo,mentre agli ufficiali è erogata allo scadere del quarto anno dalla data di cessazione dal servizio permanente effettivo, conle seguenti deroghe, previste dalle disposizioni transitorie di Forza Armata:

- ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei carabinieri, allo scadere del secondo anno dalla cessazione dal servizio;- ufficiali della Marina Militare, 50% dell’ammontare previsto allo scadere del secondo anno e l’altro 50% allo scadere delterzo anno.

L’assegno speciale, invece, è un assegno vitalizio corrisposto (in aggiunta all’indennità supplementare) agli Ufficiali dell’E-sercito e dell’Arma dei carabinieri, collocati nella riserva o in congedo assoluto e che abbiano compiuto il 65° anno di età,le cui misure annue vengono stabilite con decreto del ministero della Difesa e variano in relazione al grado rivestito. L’as-segno speciale è soggetto a tassazione IRPEF, non è reversibile, è corrisposto in un’unica soluzione nel mese di dicem-bre di ogni anno. Non spetta in caso di perdita del grado o della pensione.A fronte dei benefici predetti, gli iscritti ai fondi previdenziali sono soggetti ad una ritenuta pari al 2% sull’80% dello stipen-dio lordo (riferita all’indennità supplementare) e di un ulteriore 2% a carico dei beneficiari dell’assegno speciale.Il nuovo assetto organizzativo della Cassa di Previdenza ha suscitato qualche perplessità tra gli interessati, in servizio ein pensione, circa gli eventuali riflessi sulle prestazioni spettanti. Al riguardo è da precisare che nulla è cambiato per ciòche riguarda la separazione, l’autonomia contabile-patrimoniale e le modalità gestionali degli stessi fondi previdenziali.Inoltre, sono salvaguardati i diritti maturati dagli iscritti.Le uniche innovazioni, in pratica, riguardano la riorganizzazione degli organi dell’Ente (Presidente, Consiglio di Am-ministrazione e Collegio dei Revisori) in quanto adesso sono unici per tutti i fondi, mentre precedentemente ogni Cas-sa aveva propri organi. Lo stesso vale per l’Ufficio di gestione della Cassa di Previdenza delle Forze Armate cheadesso è l’unica struttura dell’Amministrazione Difesa preposta allo svolgimento di compiti gestionali di tutti i fondiprevidenziali.

(a cura di Michele Mascia)

Ultime novità in materia previdenzialeper il personale militare

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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI

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Mancata perequazione automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo INPS, anno 2008

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 316 del 3 novembre 2010, ha confermato la legittimità costituzionale della leggen. 247/2007 (Finanziaria 2008), art. 1, comma 19, la quale ha disposto, per l’anno 2008, la sospensione della perequazio-ne automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo INPS (circa E 3.490 lordi mensili).La questione di legittimità, per “rilevante e non manifestamente infondato” contrasto della norma con gli artt. 3, 36 e 38della Costituzione, era stata sollevata dal Giudice del lavoro del Tribunale di Vicenza, accogliendo il ricorso di alcuni pen-sionati che lamentavano “la perdita del potere d’acquisto conseguentemente determinatosi con effetti, in via definitiva, an-che sull’ammontare della stessa pensione”.Alla luce di tale sentenza il recupero del “quantum” per mancata perequazione delle pensioni predette potrà avvenire solocon un intervento normativo.

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È da segnalare, infine, che nel corso del Convegno sulle attuali problematiche pensionistiche del personale militare inservizio ed in congedo, organizzato dall’Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica (ANUA) il 18 marzo 2011, presso laCasa dell’Aviatore, sono emerse alcune importanti novità in materia previdenziale che qui di seguito riportiamo.

Collocamento a domanda in Aspettativa per riduzione di quadri (ARQ)

Il Direttore generale del personale militare (PERSOMIL), gen. CA Mario Roggio, ha illustrato le integrazioni apportate all’i-stituto dell’Aspettativa per riduzione dei quadri (ARQ) dalla legge n. 30/2010. La norma stabilisce infatti che, al colloca-mento in ARQ d’autorità, si è aggiunta la possibilità per colonnelli e generali, con anzianità contributiva pari a 40 anni oche si trovino a meno di 5 anni dal limite di età, di essere collocati a domanda in tale posizione.Pertanto il collocamento in ARQ sarà disposto in base al seguente nuovo ordine prioritario:

- colonnelli e generali in possesso di anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni, al 31 dicembre di ogni anno;- colonnelli e generali che si trovino a non più di 5 anni dal limite di età alla data del 31 dicembre di ogni anno;- colonnelli in SPAD;- colonnelli e generali in SPE.

Revoca della disponibilità all’impiego in ausiliaria

Il Direttore ha poi comunicato il mutato orientamento dell’Amministrazione Difesa nel riconoscere la possibilità di poter re-vocare, a domanda, la disponibilità all’impiego nella posizione di Ausiliaria e conseguentemente di poter transitare nellaRiserva.Ciò è stato determinato dagli effetti provocati dal decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010, (blocco delle retri-buzioni dal 2011 al 2013).

Decreti definitivi di pensione non più soggetti a registrazione

Il col. Luigi Tommasi, capo della 1ª Divisione della Direzione generale delle pensioni militari (PREVIMIL), si è soffer-mato sulla decisione del 23 novembre 2010 della Corte dei conti, a Sezioni riunite, con la quale è stato stabilito che idecreti definitivi di pensione emessi da PREVIMIL, a partire dal 2010, non devono essere più registrati dalla Corte deiconti.Pertanto i nuovi provvedimenti pensionistici diventano definitivi con il solo visto della Ragioneria centrale presso il ministe-ro della Difesa (Bilancentes), con conseguenti riflessi positivi circa la riduzione dei tempi per la liquidazione dei decretistessi (ivi compresi eventuali interessi legali) da parte dell’INPDAP.

Tassazione IRPEF indennità di aeronavigazione

Lo stesso relatore di PREVIMIL ha esplicitato la sentenza n. 36 del 21.4.2010, emessa della Commissione regionale tri-butaria della Toscana circa l’accoglimento (in appello) di un ricorso proposto da alcuni ufficiali volto ad ottenere la tassa-zione IRPEF al 50% della indennità di aeronavigazione confluita nel trattamento pensionistico. Premettendo che sullaquestione altre Commissioni tributarie hanno emesso sentenze sfavorevoli per i ricorrenti, il col. Tommasi ha chiarito che - al momento - il Testo unico imposte dirette (TUIR) prevede la tassazione al 50% di tale indennità solo sul trattamentoeconomico di servizio (come elemento retributivo distinto) mentre in congedo, essendo inglobata nella voce pensione,soggiace interamente alla tassazione IRPEF.Pertanto tale problema può essere risolto solo con un intervento normativo.

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Attività del CESMA

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Un folto numero di divise azzurre ha riempito,il 5 e 6 maggio, l’anfiteatro del Centro AltiStudi Difesa (CASD) a significare che il tema

era di grande interesse professionale. Con loro irappresentanti della grande, media e piccola indu-stria italiana del settore. Il numero di partecipantial seminario è stato quello delle grandi occasioni.La sala si è subito riempita confermandoci così,senza dover far ricorso ai registri delle presenze,che sono state circa 300 le persone che hanno aderi-to al convegno. I timori sulle presenze al secondogiorno dei lavori si sono anche quelli dissipati rapi-damente per il puntuale arrivo in sala di un numeroaltrettanto importante di uditori complice l’impor-tante panel sui lanciatori.Al seminario ci si è arrivati con un impegnativo lavo-ro di preparazione portato avanti da un Gruppo diLavoro (GDL) che ha visto interagire per oltre un an-no e mezzo, esponenti del CESMA, dell’Università,dell’AM e dell’industria. L’ambizione degli organizza-

tori, come ha benprecisato nel discorsointroduttivo il gen.Nazzareno Cardinali,nuovo direttore delCESMA, non era cer-to quella di risolveretutti i problemi sultappeto, bensì quellodi saggiare innanzitutto il grado di inte-resse delle istituzioniin merito a questo ar-gomento e, seconda-riamente, quello digettare le basi per ladefinizione di una ro-ad-map per il settorespecifico che precisiobiettivi, tempi e,soprattutto, finan-ziamenti.È del tutto evidente che un discorso del genere an-dava fatto ad un uditorio composto anche da politi-ci. Purtroppo, concomitanti eventi di politicaestera, tra i quali la presenza in Italia proprio inquei giorni del Segretario di Stato americano, Hil-lary Clinton, hanno fatto sì che sia il ministro dellaDifesa Ignazio La Russa con i suoi sottosegretari,che il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmininon abbiano potuto all’ultimo momento partecipa-re anche se quest’ultima ha mandato una lettera dicomplimenti e di incitamento a proseguire sullastrada intrapresa.Con il saluto del gen. Pietro Valente, nelle vesti di pa-drone di casa per l’assenza dell’amm. MarcantonioTrevisani, presidente del CASD in missione all’estero,ha avuto inizio la lunga serie di interventi che si sono

Si è concluso con un grande successo il seminario internaziona-

le di due giorni sui piccoli satelliti aviolanciati organizzato dal no-

stro Centro Studi Militari Aeronautici in collaborazione con

l’Università “La Sapienza” di Roma e con il contributo dell’Aero-

nautica Militare e dell’Agenzia Spaziale Italiana.

HIGH TECH SMALL SAT MISSIONS

Il gen. Valente mentre fa gli onori di casa

Il gen. Parisi saluta i presenti al-l'apertura dei lavori

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

susseguiti nei due giorni senza, peraltro, che deca-desse mai l’attenzione degli ascoltatori. L’uditorio èstato introdotto nel tema a piccoli passi in un cre-scendo continuo di interesse che ha visto il suo apiceil secondo giorno quando, abbandonati gli aspetti piùgenerali e dottrinari, si è scesi nel difficile ed appas-sionante terreno delle sperimentazioni pratiche dellancio da velivolo, con relative problematiche.L’inizio non poteva partire che dal ricordo del gen.Luigi Broglio fatto dal presidente nazionale AAA,gen. Gianbortolo Parisi, essendo quest’anno il cente-nario della sua nascita ed il decennale della sua mor-te (v. anche l’articolo del gen. Cardinali a pag. 10 diAeronautica n. 2/2011).Broglio, con i suoi studi e le sue concrete realizzazio-ni (pensiamo al Poligono equatoriale di Malindi) ave-va collocato l’Italia al terzo posto nel mondo percapacità aerospaziali facendoci capire con lungimi-ranza quello che solo oggi, con ritardo, cerchiamo diaffermare e cioè che lo spazio è la naturale prosecu-zione dell’attività aeronautica nell’atmosfera e, per-tanto, di specifico interesse dell’Aeronautica Militare.Oggi, ed il seminario lo ha dimostrato, appare ormaichiaro che il piccolo satellite non significa più unqualcosa a basso prezzo, di breve durata e con unatecnologia di basso valore (off the shelf, come si usadire nel gergo industriale, cioè già disponibile sulmercato) perchè tra l’off the shelf e la tecnologia dilunga durata c’è tutta una gamma tecnologica che vasviluppata e applicata. Oggi, per questo tipo di satel-liti, va adeguatamente sviluppata una tecnologia delplug and play (attaccare la spina ed utilizzarlo) checonsenta flessibilità di impiego, interoperabilità e ra-pidità di messa in orbita.Alla base di tutto, poi, vi è il problema economicoben evidenziato dall’ing. Remo Pertica, presidentedell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aero-spazio la Difesa e la Sicurezza) il quale ha auspicatoquella che ormai è un’esigenza da più parti avvertitae cioè di una programmazione di investimenti di

tutto rispetto che impedisca la polverizzazione dellepoche risorse disponibili in rivoli inutili e scarsa-mente efficaci.Ma, tecnicamente parlando, il problema della piatta-forma di lancio rimane il più grande. Abbandonato ilpoligono stanziale tipo Malindi, da dove può lanciareun Paese come l’Italia a forte densità abitativa, senzarischi per la popolazione? Poiché questi satelliti nonsono satelliti ad orbita equatoriale geostazionaria,ma di solito con un’orbita polare, è evidente che l’usodi una piattaforma aerea, sia essa costituita da un ve-livolo da trasporto che da un velivolo da caccia, perl’Italia è l’unica via perseguibile in quanto consentela rapidità di spostamento nella zona più favorevoleper lo sgancio, senza la necessità di importanti e po-co flessibili strutture a terra.Ma, poiché portare un satellite col suo lanciatore inquota non è semplice, per i volumi ed i pesi relativiche esso comporta, strettamente connesso al proble-ma della piattaforma di lancio e delle modifichestrutturali che essa richiede vi è quello del peso e del-la grandezza del satellite.Ma quando un satellite è considerato piccolo?La tabella esposta dall’ing. Enrico Saggese, presiden-te dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel corso del-l’illustrazione della vision dell’agenzia sul problemadei piccoli satelliti apre la mente a prospettive inim-maginabili.

Un rapido conto illustrato a sostegno della tesi del-l’ASI, che nella sua programmazione non ha conside-rato investimenti per il settore degli aviolanciati, ha

DEFINIZIONE PESO DIMENSIONI IN CM.

Minisatelliti 100-500 Kg Generazione Globstar

Microsatelliti 10-100 Kg 50 x 50

Nanosatelliti 1-10 Kg 10 x 10

Picosatelliti Fino a 1 kg 1,5 x 3

(Quelle di un piccolo chip!)

Il gen. Cardinali e prof. Gaudenzi co-chairmen del convegno

Alcune delle autorità presenti al convegno

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PROVA TITOLOL’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

permesso di rilevare che per i satelliti geostazionari ilcosto di lancio si aggira attorno ai 20.000 euro/kg chediventano 40.000 euro/kg se si considera il sistemaper la circolarizzazione dell’orbita che ne fa raddop-piare il peso. Non solo, ma tale costo è uguale ancheper orbite più basse. Per tale motivo la soluzione pre-ferita è stata quella di investire in un lanciatore pe-sante tipo Vega con possibilità di messa in orbita dipiù satelliti nella stessa missione. I piccoli satellitinon sono a parere di ASI satelliti di minor costo. Essivengono visti piuttosto come parte di un insieme dipiù satelliti, dove i più piccoli, con le loro specifichefunzioni, trasmettono a bassa potenza al satellite ma-dre che è vicino e che a sua volta trasmette a terra leinformazioni. Essi non sono dunque dei competitoricon l’esistente, ma certamente complementari. Nonostante la posizione di ASI non sia stata condivi-sa dagli altri relatori, essa non significa, a detta delprof. Saggese, che il settore vada trascurato ma soloche la momento non è una priorità ASI.Ma se il costo al kg è uguale, ci dice l’ing. FabrizioPetrosino di Space Engineering, dobbiamo operareper far sì che per i piccoli satelliti tale costo si riducasensibilmente.Comunque la si voglia vedere, questi satelliti pongo-no delle sfide in termini di performance e di operati-vità che saranno certamente una funzione diretta deifinanziamenti.Per quanto riguarda l’AM, sappiamo bene che per leil’ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisi-tion, Reconnaissance) è fondamentale, come sta di-mostrando attualmente la crisi libica. Anzi, con lepotenzialità che può esprimere il suo Reparto Speri-mentale Volo (RSV) essa potrebbe, a detta del gen.Giuseppe Marani, intervenuto al seminario in rap-presentanza del capo di Stato Maggiore impegnatoaltrove, collaborare allo sviluppo di piccoli satelliti.Per la Forza Armata, il fatto di poter avere un acces-so autonomo allo spazio è un obiettivo strategico dimassima importanza perché esso sottintende la rapi-dità della messa in orbita e, soprattutto, la riservatez-za del lancio. Inoltre i mini-satelliti sembrano offrirequello che viene definito il graeter value for money.Rimane, ovviamente, il grande problema della fusiontra questa messe di dati oggi a disposizione, ma ciòesula momentaneamente dal nostro discorso. Esiste,poi, anche l’ipotesi, non certo remota, di un impiegoduale di questi satelliti con conseguenti problemiconnessi alla valutazione di questa possibilità. Sitratta, infatti, di confrontare le proprie esigenze conquelle delle altre agenzie, farne una traduzione tecni-ca per vedere ciò che è sovrapponibile e ciò che, vice-versa, deve avere il requisito dell’esclusività. Sipotrebbero ipotizzare anche dei satelliti civili conuna piccola parte militare o viceversa. Ad ogni buonconto, il concetto della multiproprietà di derivazioneimmobiliare acquista anche in questo settore unacerta valenza.Diventa essenziale, allora, ci dice l’ing. Demetrio La-

bate di Selex Galileo, che la FA faccia un tayloring suirequisiti operativi reali sfuggendo alle suggestioni deiricercatori universitari. Dobbiamo, infatti, capire be-ne quali missioni essi potrebbero soddisfare con si-curezza e ciò lo si può fare solo se si è stati in gradodi capire per tempo tutti i fattori di criticità connessiin particolar modo alla piattaforma ed al payload.Ma una delle conferenze più convincenti esposte nelcorso del seminario è stata certamente quella dellasignora Rachel Villain di Euroconsult perchè ci haposto dinnanzi ad un’analisi di mercato che lasciaintendere quanto possano essere importanti le pro-spettive in questo settore. Si pensi che dal 1999 al2010 sono stati lanciati ben 274 piccoli satelliti conuna media di 23 satelliti/anno, se si escludono le co-stellazioni per le comunicazioni commerciali comeOrbcom, Goness e Globstar che farebbero aumenta-re il volume di satelliti di altre 100 unità. Nel perio-do 2011-2013 è prevista la messa in orbita di altri78 satelliti con un incremento del 13%. Il lancio diquesti satelliti è stato richiesto da organizzazioni ci-vili, militari e da agenzie governative di vari paesi.La ripartizione delle esigenze nei prossimi 15 annivede le seguenti percentuali: Europa 24%, NordAmerica 27%, Medio Oriente e Nord Africa 9% Rus-sia 13% con richieste orientate soprattutto all’osser-vazione della Terra. Ce n’è per tutti. La materia èemergente. Tecnologie abilitanti, modularità, stan-dardizzazione, road-map sembrano essere le chiaviper un accesso dell’Italia in questo mercato mondia-le appetitoso. Il convegno del CESMA ha avuto pro-prio il compito di dare questa contezza e dievidenziare la situazione positiva, ha commentatocon soddisfazione il dott. Luigi Pasquali di ThalesAlenia SpaceCerto, le aziende aerospaziali dovranno essere in gra-do di essere innovative e, nello stesso tempo, redditi-ve. Si tratta dunque di vedere cosa manca e di capirecon quali tecnologie possiamo cercare di risolvere il

Il gen. Tosi, comandante della Squadra Aerea, ha presieduto ilsecondo panel "New Missions and Operational Concepts"

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problema. Ma il tutto deve essere fatto in tempi rela-tivamente brevi. Il mercato richiede di realizzare i sa-telliti in tempi rapidi, lanciarli in tempi rapidi,poterli utilizzare in tempi rapidi rendendoli federabi-li con quelli che già esistono.Per fare ciò, la disponibilità di una piattaforma vo-lante sembrerebbe essenziale per il nostro Paese.I velivoli da trasporto disponibili attualmente ri-chiedono trasformazioni importanti. In Usa sistanno sfruttando le esperienze positive di traspor-to dello Shuttle sul dorso del Jumbo. Se poi pen-siamo, per esempio, all’uso di un C-130J possiamosubito notare che dovrebbero essere apportate del-le modifiche importanti che dovrebbero essere cer-tificate e ciò significherebbe il coinvolgimento delcostruttore che non è nazionale. Esistono, infatti,problemi strutturali per un atterraggio a pieno ca-rico nel caso di mancato rilascio del missile. Pernon parlare poi dei problemi di centraggio duran-te la fuoriuscita dello stesso. Per quanto riguardala tecnica di lancio si potrebbe pensare all’estra-zione del carico con un paracadute estrattore, co-me già avviene per i carichi pesanti , a l laverticalizzazione del missile sempre con paracadu-te, al rilascio dello stesso ed alla sua accensione.Un’altra ipotesi è quella della fuoriuscita per gra-vità da un velivolo in assetto cabrato. In questo ca-so il problema della stabilizzazione verticale delmissile prima della sua accensione non sarebbe unproblema di poco conto.Ma l’aspetto più penalizzante è certamente la neces-sità di aprire i portelloni depressurizzando in questomodo il velivolo. Il lancio dalla posizione ventrale di un velivolo tipoTornado potrebbe sembrare una soluzione miglioreanche perché ci sono già i punti di attacco. Si tratta,peraltro, di realizzare un vettore di lancio che abbiala stessa morfologia.

Come si può vedere, si tratta di prospettive appassio-nanti ma ancora piene di tanti interrogativi che do-vranno essere necessariamente affrontati percostruire un futuro al nostro Paese anche nel settoredei piccoli satelliti.Costruire il futuro, ha concluso il dott. Biagio Anca-rola, consigliere del ministro Mariastella Gelmini,vuol dire costruire delle persone. Il problema delle ri-sorse esiste ma è al terzo posto. Prima vengono lapersona ed i progetti.La conclusione del seminario è ben sintetizzatanelle parole del co-chairman, prof. Paolo Gaudenzi,il quale ha evidenziato, con una citazione, che ilsuccesso di un’impresa è il risultato di genio e su-dore, cioé di una fase di concezione e di una fase,forse più faticosa, di realizzazione. Il percorso fattoè stato pienamente condiviso. Si è condivisa la fasedel genio, ha detto, ed ora resta da condividere lafase del sudore. Si sono viste potenzialità e critici-tà, ora si tratta di saper rispondere alle esigenze. Ilprogramma che abbiamo di fronte è molto, troppoframmentato per cui si avverte assolutamente lanecessità di una regia, di una visione di sintesi, edin questa fase il ruolo del CESMA può ancora esse-re significativo, come ci ha detto il gen. Cardinali ilquale ha lanciato l’ipotesi di un GDL permanentein seno al CESMA dove convergano rappresentantidell’AM, dell’Università e dell’industria, al fine didefinire una road-map con requisiti, priorità, tempie finanziamenti che possano portare alla realizza-zione di un dimostratore di tecnologie facendo ri-corso, se possibile, a finanziamenti europei.La grande avventura è appena all’inizio, ha conclusoil nostro presidente gen. Parisi.

Giancarlo Naldi

Il gen. Esposito ed il dott. Ancarola hanno presieduto il terzopanel "New Launching Strategies"

Il gen. Parisi ringrazia i presenti alla chiusura dei lavori

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Bassano del GrappaPresidente: gen. BA Francesco Gia-nesin; vice presidenti: ten. col. pil.Renato Ferrari e Navilio Schiavon;segretario: m.llo sc. Angelo Zarpel-lon; tesoriere: m.llo sc. FrancescoLovergine; consiglieri: serg. AdrianoAgnoli, Giacomo Berti, av. TizianoCampagnolo, av. Eros Ferrarese,m.llo sc. Aldo Meneghini e 1° av. At-tilio Zighetti; rappresentante dei so-ci aggregati: Emanuel Ferraro.

CalvisanoPresidente: Roberto Saleri; vice pre-sidente: Camillo Sabatino; segreta-rio: Giuseppe Binosi; consiglieri:Fernando Conti, Sergio De Leo,Nunzio Liguori, Mario Piotto, Fla-viano Reghenzi e Luciano Zanoni.

Cesano MadernoPresidente: Lino Fiorin; vice presi-dente: Miladino Giacomini (anche

tesoriere); segretario: PierpaoloCrippa; consiglieri: Enrico Borgono-vo, Gianni Ferri, Ferdinando Maria-ni, Carlo Vaghi e Mario Zavan:rappresentante dei soci aggregati:Roberto Vassallo.

GuidoniaA seguito delle dimissioni dei con-siglieri Salvatore Aiello, VittorioLombardo e Sandro Montesi , l ’assemblea generale dei soci haeletto al loro posto G.Battista Cic-cotti, Angelo Mazzelli e AntonioValentino.

JacotenentePresidente onorario: col. EliaD’Onofrio; presidente: magg. Dome-nico Cuozzo; vice presidenti: m.llosc. Antonio Gualtieri e aiut. Giovan-ni Tartaglione (anche tesoriere); se-gretario: aiut. Angelo Marangi;consiglieri: aiut. Enzo Bonifacio,m.llo sc. Mario d’Errico, lgt. Anto-nio Maggiani e aiut. Matteo Santo-

ro; rappresentante dei soci aggrega-ti: sig.ra Anna Rollo.

TrevisoL’assemblea dei soci ha eletto a pre-sidente onorario della sezione il gen.SA Luciano Casarsa.

VeronaPresidente: m.llo sc. Nicola Ferrara;vice presidenti: col. Raffaele Conte ecap. Rosario Naddeo; segretario:m.llo sc. Alberto Scarpa; tesoriere:av. Mario Zanetti; consiglieri: 1° av.Mario Fezzi, 1° av. Bruno Gallio,col. Marco Grespi, av. sc. Enzo Mo-nico, m.llo sc. Alessandro Rubano,1° av. Marco Stevanella e m.llo sc.Gianfranco Vetrali; capo nucleo diNogara: av. Mario Tironi.

Valdarno SuperioreIl cap. Riccardo Bartolini è stato no-minato capo del nucleo di ValdarnoSuperiore.

RINNOVO CARICHE

(( AVVENIMENTI LIETIAVVENIMENTI LIETI ((PROMOZIONIA capitano- Giovanni Marinelli (sezio-

ne di Rimini).

A luogotenente- Corrado Di Blasi (sezione

di Rimini);- Bruno Francesco Rea (se-

zione di Frosinone).

A 1° aviere scelto- Fernando Gentile (sezione

di Cisterna di Latina).

SOCI CHE SI FANNO ONOREIl socio Livio Luccioli, fon-datore della sezione di Fo-ligno, è stato insignito deltitolo di “Maestro del com-mercio” per i 40 anni digestione della propria atti-vità commerciale in quellacittà.

LAUREEIn economia aziendale- Piermario Vespo, figlio del

socio lgt. Giacomo (sezio-ne di Vizzini).

In economia politica- Claudia Isabella Campa,

figlia del socio serg. magg.Pietro (sezione di Maglie).

In giurisprudenza- Serena Rizzato, figlia del

socio m.llo sc. Salvatore(sezione di Lecce).

In ingegneria meccanica- Francesco De Cillis, figlio

del socio Domenico (se-zione di Ostuni).

In psicologia clinica, dina-mica delle persone, organiz-zazioni e comunità- Emanuela Carcione, figlia

del socio lgt. Mario (sezio-ne di Cassino).

In scienze infermieristiche- 1° m.llo Luca Rossi, figlio

del socio Giovanni (sezio-ne di Frosinone).

In scienze tecniche delle atti-vità motorie- Angela Lanzillotti, figlia

del socio Domenico (se-zione di Ostuni).

In scienze della formazioneprimaria- Elsa Bellagamba, figlia del

socio Enzo (sezione di Ri-mini).

DOTTORATIDi ricerca in ingegneria in-dustriale- socio Renzo Bonicoli (se-

zione di Val d’Era)

NOZZE D’OROLe hanno felicemente fe-steggiate:- il socio Umberto Di Pietro

con la signora Estella (se-zione di Pavia);

- il socio Gianluigi Magnanicon la signora Mariagio-vanna (sezione di Andora);

- il socio m.llo sc. AntonioMasciulli con la signoraAdriana (sezione di Pe-scara);

- il socio Marcello Sacchetticon la signora Annunziata(sezione di Montréal);

- il socio Michelino Trapanicon la signora Lidia (se-zione di Rimini).

NOZZESi sono uniti in matrimo-nio:- il socio Michele Faà con la

signorina Valentina Serne-

si (sezione di San GavinoMonreale).

CULLE- Il socio Cristian Brunello

e la signora Alessia annun-ciano la nascita del primo-genito William (nucleo diCogollo del Cengio).

- Il socio serg. magg. Massi-mo Faà e la signora Simo-netta annunciano lanascita del primogenitoLorenzo (sezione di SanGavino Monreale).

- Il socio m.llo 2ª cl. RobertoFlora e la signora Antonel-la annunciano la nascitadella primogenita Michela(sezione di Vallo di Diano).

- Il socio av. capo MauroFrancesca e la signoraLaura annunciano la na-scita del primogenito Cri-stian (sezione di Cisternadi Latina).

- La socia Teresa Insero ed ilconsorte Pietro Schemberannunciano la nascita diClaudia (sezione di Caserta).

- Il socio Alessandro Trevisi ela signora Manuela annun-ciano la nascita di Viola (se-zione di Campi Salentina).

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CassinoLa sezione ha ora anche il seguente sito web il cuilink è: www.aaasezionedicassino.com

JacotenenteLa sezione ha ora anche i seguenti indirizzie.mail: [email protected] [email protected]

NoicattaroIl nuovo indirizzo del nucleo è - Nucleo AAA, Cor-so Umberto I, n. 45 - 70016 Noicattaro (BARI) e ilcognome del capo nucleo è Dicintio e non Dicintocome riportato sul sito.

PineroloLa sezione può essere contattata via e.mail al seguen-te indirizzo: [email protected]

Valdarno SuperioreIl nucleo ha ora sede in Viale Matteotti,16 -52025 Montevarrchi (AR) - telef/fax: 055 982937,cell. 380 5136334.

NUOVI INDIRIZZI

3° Corso motoristi AMÈ in fase di organizzazione il raduno del 3° Corsomotoristi che, in occasione del 60° anniversario del-l’arruolamento dei frequentatori, avrà luogo al Mu-seo Storico AM di Vigna di Valle l’8 ottobre prossimo.Gli interessati a parteciparvi sono invitati a comu-nicare la propria adesione a Enrico Ciato - Via Da-nimarca n. 57, 00040 Pomezia (Roma), telef. 069157239, e.mail: [email protected] oppure a Mario Capanna, Via Enrico Mizzi n. 1, 00149 Ro-ma, telef. 06 55266627, e.mail: mario,[email protected]

RADUNI

SOSTENITORI DI“AERONAUTICA”

Signora Ada Bernardini E 50,00Cesare Melis “ 25,00col. RO Manlio Pietrafaccia “ 21,00Ezio Stella “ 21,00Aldo Vangi “ 21,00

Caro amico,dove sei?

Il socio 1° av. marc. Bruno Giaretta dellasezione di Vicenza, secondo da destra nel-la foto, chiede ai commilitoni che si ricono-

scono nel la stessa fat ta a Padova laDomenica delle palme del 1946, di contattar-lo al seguente recapito: Bruno Giaretta, ViaM. Cengio n. 16, 36013 Piovene-Rocchette(Vicenza), telef. 0445 650623.

Pagine divecchi album

La foto qui pubblicata, tratta da quelle conser-vate dal socio 1° av. Duilio Ciccarelli di Ma-cerata e pervenuta al presidente regionale

AAA delle Marche dalla figlia dello scomparso,mostra il socio sopracitato (secondo in piedi da si-nistra) ed alcuni suoi commilitoni, in posa davantiad un biplano mentre prestavano servizio nelmaggio 1928 all’aeroporto “Natale Palli” di Parma.

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SEZIONI E NUCLEI

LOMBARDIA

Assemblea regionale annuale dei presidentidelle sezioni AAA lombarde

Il16 aprile, ospitata dal 6°Stormo comandato dal col.pil. Francesco Vestito, haavuto luogo a Ghedi l’As-semblea regionale annualedei presidenti delle sezioni

AAA della Lombardia allaquale ha preso parte ancheil gen. SA Giulio Maininiche ha illustrato le funzio-ni dell’AAA in seno allaProtezione Civile.

Osio Sotto

Celebrato il 40° anniversario della costituzione del nucleo

Il 9 e il 10 aprile il nu-cleo ha festeggiato il suo40° anniversario di co-stituzione con alcunemanifestazioni che han-no compreso l’esposizio-ne di una riproduzionedel velivolo Tornadonella piazza del paese eil corteo - con tutti i la-bari provinciali - cheha raggiunto il monu-mento dell’aviere dove,alla presenza delle au-torità civili e militari, èstato celebrato il ritoreligioso e scoperto unmonumento rappre-sentante un’aquila,simbolo degli aviatori.

Inaugurato a Gambara il monumentoal gen. Francesco De Micheli

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Spilimbergo

Donato un quadro a Lech Walesa

In occasione della sua per-manenza in Italia per labeatificazione di GiovanniPaolo II, il fondatore di So-

lidarnosc, premio Nobelper la pace e già presidentedella Polonia Lech Walesa,si è recato a Spilimbergo

ti Lorenzetti, è stato inau-gurato in quella cittadina -a cura della locale ammini-strazione comunale - il par-co e il monumento dedicatial pluridecorato al VM gen.pil. Francesco De Micheli,sepolto nella tomba di fa-miglia di quel cimitero.Alla cerimonia erano pre-

senti, tra gli altri, il sindacoTiziana Panigara, il coman-dante del 51° Stormo (re-parto a suo tempocomandato dal gen. De Mi-cheli) col. pil. Enrico Caret-tini, una rappresentanzadel 6° Stormo e il presiden-te regionale della Lombar-dia m.llo Giancarlo Milani.

L’8 maggio, su iniziativa delpresidente dell’Archivio sto-

rico del comune di Gamba-ra (Brescia), Alberto Bonet-

segue

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LIGURIA

Assemblea ordinaria dei presidenti dellesezioni AAA della Liguria

dente della FederazioneGrigioverde e numerosisoci dell’AAA, dell’Associa-zione Marinai d’Italia edella Lega Navale Italiana.Commentata una serie diimmagini e dopo un’intro-duzione sui Reparti prota-gonisti della battaglia di ElAlamein e sulle sue fasi,l’oratore si è soffermatosulla visita al Sacrario, cheospita 4814 spoglie di no-stri Caduti, dei quali 2349ignoti, sull’osservatorio diQ. 33 e sulla nobile figuradi Paolo Caccia Dominioni.

Particolare commozioneha suscitato, in chiusura,la lettura del frammento dirievocazione dello scrittoree giornalista Paolo Monellipubblicato nel sopracitatonumero di Aeronautica.Tra i diversi interventi fina-li è stata particolarmenteapplaudita la testimonian-za del novantaduenne so-cio Umberto Giona, chenel 1942 partecipò alle bat-taglie di El Alamein comemotorista del 92° Gruppodella Regia Aeronautica sulcampo di Fuka.

Il 17 aprile, sull’aeroportodi Villanova d’Albenga, haavuto luogo l’Assembleaordinaria dei presidentidelle sezioni AAA della Li-guria alla quale hanno

partecipato quelli di Al-benga, Imperia, Savona,Andora, La Spezia, Tigul-lio e i capi nuclei di Caret-to di Cairo e Ventimiglia.

Genova

Mostra “Strade e aviatori”

Trieste, Istria Fiume e Dalmazia

Conferenza su El Alamein

Il 5 maggio il presidentedella sezione, prof. Gio-vanni Battista Carulli, hatenuto una conferenza su“Ricordi di una visita a ElAlamein”, visita avvenutadurante il viaggio in Egittoorganizzato dalla presiden-za nazionale nello scorsoottobre (vedi pag. 28 di Ae-ronautica n. 11/2010).

La conferenza, svoltasi inuna sala, cortesementeconcessa, della nuova sededella sezione triestina dellaLega Navale Italiana, havisto la partecipazione diun folto pubblico tra ilquale il col. Luca Andrea-ni, comandante del 2° Rgt.Piemonte Cavalleria, ilgen. Antonio Basile, presi-

dove ha ricevuto dal capodel locale nucleo AAA, non-ché artista, Cesare Serafi-no, un quadro da questirealizzato e intitolato “Stel-le - Karol ora vive su unastella”, omaggio alla figuradel Pontefice scomparso.Nella stessa circostanza il

sindaco di SpilimbergoRenzo Francesconi ha do-nato all’illustre visitatoreuna cartella di grafica efotografie dal titolo: “Involo verso l’azzurro cielodi Spilimbergo” realizzatacon la collaborazione del-la sezione AAA di Udine.

Il Gruppo ricerche stori-che della sezione, che sipropone di promuovere laconoscenza del mondodell’aviazione attraversodocumenti, fotografie, re-perti e memorie, ha alle-stito dal 9 al 17 aprile

scorsi nella sede della re-gione Liguria la Mostra“Strade e aviatori” volta afar conoscere la vita deipersonaggi legati al mon-do dell ’aviazione ed aiquali la città ha dedicatouna via o una piazza.

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EMILIA ROMAGNA

Ferrara

Collaborazione alla terza edizionedi “Vola in festa”

TOSCANA

L’Assemblea dei presidenti delle sezioniAAA della Toscana

La mostra, aperta con in-gresso libero al pubblico,ha avuto numerosi visita-

tori interessati alle vicen-de dei propri concittadiniaviatori.

Il 7 ed 8 maggio si è svol-ta, presso l ’Aeroclub diFerrara, la 3a edizionedella manifestazione “Vo-la in Festa”, organizzatadalla ONLUS “Vola nelCuore” che si propone didonare serenità e sorrisiai bambini ospedalizzatiod in stato di bisogno. LaSezione ferrarese dellanostra Associazione hacollaborato con il Coman-do Operazioni Aeree all’al-lestimento di una mostrastorico-fotografica sull’Ae-

ronautica, in particolarequella legata al territorio,dal 1923 ai nostri giorni,arricchita con divise del-l’epoca e numerosi model-lini.Anche questa volta l’at-trazione principale è sta-to il simulatore di volo“Celestino” che ha fattoprovare l ’emozione delpilotaggio a moltissimibambini, ai quali sonostati anche rilasciati i“Brevetti di Volo”.

Il 13 aprile, ospitata dal 4°Stormo di Grosseto haavuto luogo l’Assemblea or-dinaria dei presidenti dellesezioni AAA della Toscana.Gli intervenuti hanno esa-minato e discusso quantoin agenda dei lavori e, inparticolare, il prossimoRaduno nazionale a Tori-no, l’informatizzazionedelle sezioni e le difficoltà

che quotidianamente si ri-scontrano nel proseliti-smo, argomento questosul quale è stato propostodi organizzare uno speci-fico convegno. Al terminedei lavori i partecipantihanno visitato il GEA del-la base ed assistito ad unaillustrazione del velivoloF-2000 in dotazione al 4°Stormo.

Grosseto

L’8 maggio molti soci mo-tociclisti del gruppo “Quellidel cavallino”, hanno com-piuto una gita culturale aSutri (Viterbo), città riccadi vestigia etrusche e roma-

ne che nel 728 il re dei Lon-gobardi Liutprando offrì apapa Gregorio II con unadonazione che viene consi-derata l’inizio del dominiotemporale della Chiesa.

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Massa Carrara

Commemorata la MOVM Flavio Torello Baracchini

Il 17 aprile la sezione e ilcomune di Villafranca Lu-nigiana hanno commemo-rato il cap. MOVM FlavioTorello Baracchini, assodella 1ª guerra mondialecon 21 vittorie.La cerimonia, alla qualeerano presenti numeroseautorità civili e militari,rappresentanze delle asso-

ciazioni d’Arma, gli stu-denti dell’Istituto Com-prensivo a lui intitolato enumerosi cittadini, ha vi-sto la deposizione di unacorona d’alloro al monu-mento eretto alla sua me-moria, la rievocazionedell’Eroe e la celebrazionedi un rito religioso di suf-fragio.

Valdarno Superiore

Inaugurazione di una stele a ricordo deiCaduti dell’Aeronautica

ABRUZZO

L’Aquila

Inaugurata la nuova sede sociale

LAZIO

Cassino

Commemorato il magg. pil. Secondino Pagano

Il 28 aprile la sezione, co-me da tradizione, ha ricor-dato con la celebrazione diun rito religioso, la figura

del concittadino magg. pil.Secondino Pagano al qualeè intitolato il labaro diquel sodalizio.

Alla cerimonia, svoltasi conla piena adesione dell’Am-ministrazione comunale,erano presenti il sindaco

Giorgio Valentini, autoritàreligiose, civili e militarinonché Associazioni d’Ar-ma e combattentistiche.

Su iniziativa del nucleo, cheha anche provveduto al fi-nanziamento dell’opera, il25 aprile è stata inaugurataa Montevarchi una stele con

elica a ricordo dei cadutidell’Aeronautica, stele collo-cata ai piedi del monumen-to ai Caduti militari e civilidella 2ª Guerra Mondiale.

Il 30 aprile, sull’aeroportodei Parchi di L'Aquila,con la partecipazione diautorità civili, militari edelle Associazioni d'Arma,si è svolta la cerimoniaper l’inaugurazione dellanuova sede sociale che,dopo il terremoto del 6aprile 2009, è ora posta inun apposito container.Presenti all’evento - con lamadrina signora MariaLorenzetti, vedova del col.pil. Luigi Lorenzetti giàcomandante della PAN -anche le rappresentanzedelle sezioni di Braccianoe Avezzano con i loro La-bari e presidenti, rispetti-vamente gen. UmbertoFormisano e serg. Pietran-tonio Di Matteo, il coman-dante del 4° Stormocol.pil. Michele Morelli eil ten. col. Giuseppe Lem-bo del 72° Stormo - chesono stati il primo e l’ulti-mo comandante dell’ATF“Falco” all’aeroporto deiParchi nel periodo del si-sma - e il presidente regio-nale AAA della Puglia gen.

brig. Giuseppe Genchi. Nel coso dell’evento il pre-sidente della sezione,serg. magg. Paride DiGiampietro ha tenuto aringraziare le sezioni diBracciano ed Avezzanoper l’aiuto economico of-ferto dopo il sisma e le se-zioni pugliesi per il donodel container ora sede dellocale sodalizio AAA.

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

BASILICATA

Melfi

Mostra di aeromodellismo radiocomandato

Il 16 e 17 aprile la sezioneha organizzato nella suanuova sede una mostra diaeromodelli radiocoman-dati che ha avuto un gran-

de successo di pubblico,soprattutto di giovani, chehanno manifestato la lorointenzione di frequentareun corso al pilotaggio ra-

diocomandato, richiestache è ora all ’esame delGruppo aeromodellistidella sezione stessa.Nell’occasione è stata an-che allestita una mostra

fotografica e sono stati ri-cordati alcuni concittadi-ni aviatori decorati dimedaglie al VM nel corsodel secondo conflittomondiale.

SICILIA

Acireale

Presentato il libro di memorie del gen. BA Giuseppe Trimarchi

La sezione ha recentemen-te organizzato la presenta-zione del volume “Volare,il sogno diventa realtà” diGiuseppe Trimarchi, libroche, in 271 pagine e tantefotografie, ripercorre la vi-ta di aviatore dell’autore -da allievo ufficiale pilotadi complemento del 34°corso a generale di brigataaerea all’atto del congedodal 41° Stormo Antisom,reparto dove ha prestatoun lungo servizio - e che,come scrive l’autore, è «unviaggio nei ricordi, fattoper ripercorrere e condivi-dere con gli altri la miacarriera militare».È da sottolineare che iproventi della vendita delvolume saranno devolutiall’Associazione culturale“Magg. pil. MichelangeloTrimarchi”, figlio dell’au-tore, deceduto in un inci-dente di volo.

Il libro è disponibile, alcosto di 15,00 euro, pres-so la sezione AAA di Aci-reale, Via Alliotta n. 14,95024 Acireale (CT),e.mail: [email protected]

Guidonia

Commemorato il gen. Alessandro Guidoni

Il 27 aprile, nell’83° anni-versario del sacrificio delgen. Alessandro Guidoni,la sezione e l’Associazionepromotrice dell ’eventohanno presenziato al rito

religioso e alla cerimoniaper la deposizione di unacorona d’alloro al monu-mento eretto alla memo-ria del Caduto.

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PROVA TITOLOL’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

V I S I T E D I A G G I O R N A M E N T O T E C N I C O

E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I

Cerea a Bergamo e a Sotto il Monte,paese natio di Giovanni XXIII

Arpino alla Scuola marescialli AM di Viterbo

Castiglione del Lago al 72° Stormo

Falconara Marittima e Jesi in località variedella Puglia

Cassino alla Scuola marescialliAM di Viterbo

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Foligno e Cannara al 70° Stormo

Forlì al 15° Stormo CSAR

Grosseto al Museo Storico dell’AM

Palestrina al 72° Stormo

Pavia al Museo dell’Aviazionedi Rimini

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PROVA TITOLOL’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Trino all’AccademiaAeronautica

Terlizzi al 32° Gruppo Radar AM

Piombino e Val di Cornia al 9°Reggimento paracadutisti incursori“Col Moschin”

Rovigo a 51° Stormo

Teramo-Giulianova a Pratica di Mare

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

HANNO CHIUSO LE ALI

- av. sc. Vittorio Pisoni (sezione Alto Garda);

- 1° av. Michele Quarto, socio benemerito, (sezione di Bari);

- av. sc. Mario Bristot (sezione di Belluno);

- col. pil. Giuseppe Tarsi, socio fondatore e già consigliere (sezione di Brindisi);

- av. sc. Aurelio Caldera (nucleo di Calcinato);

- Lucio Bacchetti; 1° av. Alfio Liani; m.llo sc. Alfredo Sardeo (sezione di Campoformido);

- Vincenzo Tirone (sezione Caudina);

-gen. Giampaolo Marinelli (sezione di Cesena);

- Giuseppe Simioni (sezione di Cittadella);

- Luigi Bernuzzi (sezione di Fidenza);

- magg. RO Giorgio Fabi, presidente onorario della sezione; m.llo sc. Antonio Parravani; m.llo sc. Gio-

vanni Battista Pennacchia (sezione di Frosinone);

- s.ten. Ambrogio Musazzi (sezione di Genova);

- s.ten. Luigi Avarello (sezione di Ghedi);

- Mario Guelfo Gennari (sezione di Grosseto);

- Guido Bernardini, Rino Croci (sezione di La Spezia);

- m.llo sc. mot. Renato Pino (sezione di Latina);

- Antonio Bettinardi; Maurizio Saldi (sezione di Manerbio);

- 1° av. Ennio Trevisan (nucleo di Mirano);

- av. sc. Fulvio Goina (sezione di Monfalcone);

- m.llo sc. Giuseppe Manca, fondatore della sezione (sezione di Monteroni);

- Lorenzo Pellegrino (nucleo di Noicattaro);

- Natale Casagrande; Tommaso Mignano; Giovanni Stella (sezione di Novara);

- magg. Arturo Senatore (sezione di Monterotondo-Mentana);

- Gianni Ciceri (sezione di Pavia);

- m.llo sc. Antonio Suglia (sezione di Pignataro Maggiore);

- Adriano Avalis, presidente di sezione (sezione di Pinerolo);

- Antonio Beccari (sezione di Rimini);

- m.llo sc. Pietro Torru (sezione di Roccagorga);

- av. sc. Giuseppe Cilisto; av. Paolo Pisoni (Nucleo di Romano di Lombardia);

- Mario Tonelli (sezione di Torino);

- col. Filippo Tedesco, presidente onorario della sezione (sezione di Trapani);

- Francesco Nuccitelli (sezione di Zagarolo).

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato,a nome proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.

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LibriLibria cu ra d i Gr ego ry Al eg ia cu ra d i Gr ego ry Al eg i

Gian Piero Milanetti, Le streghe del-la notte. Roma, IBN Istituto Biblio-grafico Napoleone, 2011. Cm.17x24, pp. 175, Euro 17,50.

Il volume, che reca l’identico titolo di unlibro sullo stesso argomento scritto daMarina Rossi e pubblicato nel 2004, rac-conta, con una diversa ottica, la storia dialcune centinaia di donne pilota di tre reg-gimenti che, sotto il comandi delle piùgrandi aviatrici russe dell’epoca, parteci-parono attivamente agli eventi bellici dellaseconda guerra mondiale sul fronte orien-tale europeo dall’ottobre del 1941 al 1945.I tre reggimenti, uno da bombarda-mento in picchiata, uno da caccia eduno da bombardamento notturno (chefu poi denominato 46° Reggimentodelle Guardie da bombardamento not-turno diventando il più conosciuto) ef-fettuarono oltre 30.000 missioni,sganciarono 23.000 tonnellate di bom-be e annoverarono nelle loro file bentrenta “Eroine dell’Unione sovietica”.In particolare le donne del 46° volavanodi notte, quasi sempre con aerei di le-gno, senza paracadute, per bombardareun bersaglio nemico o per soccorreresoldati circondati dalle forze avversarie.Gli aerei, pilotati da donne coraggiose,divennero l'incubo dei sonni dei tedeschiche dettero loro il soprannome “Nachte-xen”, appunto “streghe della notte”.Un libro che Milanetti ha scritto in-contrando in Russia le ultime sopra-vissute e raccogliendo materialeinedito che è servito anche ad illustra-re l’opera con un centinaio di fotogra-fie quasi sempre inedite. (SB)

Disponibile presso l’editore IBN - ViaMingazzini 7 - 00161 Roma - telef. 064452275, e.mail: [email protected]

Giovanni Tonicchi, Venarla Reale -Un campo di volo centenario, editoin proprio, 2011. Cm. 21x29,5, pp.64. Euro 15,00.

L’autore, che ha già dato alle stampevari volumi soprattutto dedicati al-l’Aviazione dell’Esercito della qualeegli ha fatto parte per lungo tempo,con questo suo lavoro ripercorre perimmagini la storia dell’aeroporto diVenaria Reale, un campo di volo sortocome sede di scuola di volo e poi dive-nuto base di reparti operativi della Re-gia Aeronautica e dell’AeronauticaNazionale Repubblicana fino al termi-ne del secondo conflitto mondiale esuccessivamente utilizzato dalla neo-nata Aviazione Leggera dell’Esercito e,in seguito, da reparti dell’attuale Avia-zione dell’Esercito che continuano adesservi dislocati.Dai primi passi del volo a Torino, at-traverso gli eventi dei due conflittimondiali e fino al 34° Gruppo Squa-droni “Toro”, il libro è, quindi, uncompendio della vita di questo “campodi volo centenario” che ha visto alzarsinei suoi cieli, tra gli altri, il biplanoFaccioli, gli aerei scuola Bristol e Blé-riot, gli Hanriot HD e gli SPAD XIIIdella prima guerra mondiale, i CR.1,gli A.300 e i Ro.1 della neonata ArmaAzzurra, i Ro.37, i Ca. 101 e gli Mc.202 della R.A. i G.55 dell’ANR e, infine,i vari tipi di velivoli in dotazione primaall’ALE e ora all’AVES. (SB)

Reperibile presso l’autore Giovanni To-nicchi, Via Scorticagatti, 23, 01016 Tar-quinia (VT), telef. 0766 858377, cell. 3683071176, e.mail: [email protected]

Roberto Bassi e Raul Bersani, Unaeroplano che non ritorna, Aviani &Aviani editori, Udine 2011.Cm.16x22, pp. 200. Euro 18,00.

Il libro, come reca il sottotitolo, è lastoria del s.ten. Mirto Bersani, pilotadel 1° Stormo caccia e padre di unodegli autori.Ma è anche una significativa fonte diricordi su uomini, aeroporti e eventirelativi alla Regia Aeronautica nel pe-riodo dall’aprile 1934, anno di arruola-mento del protagonista presso laScuola di volo di Cameri, al genna-io1941 quando egli, trentasettenne,scomparve nel Mediterraneo a bordodi un Mc.200 con il quale partecipavaad un’azione su Malta.Una vita da aviatore, svolta semprepresso il 1° Stormo salvo la parentesidella sua partecipazione alla guerra diSpagna, illustrata anche da 223 foto-grafie, delle quali ben 174 inedite, trat-te dall’album fotografico che il pilotaaveva meticolosamente composto a ri-cordo di tanti momenti, lieti e tristi, dalui vissuti.I l volume riporta in appendice leschede tecniche dei 12 velivoli suiquali era stato abilitato e, allegata, viè la interessante riproduzione dellacartina di navigazione aerea del Rea-le Aero Club d’Italia utilizzata da Ber-sani nella sua attività di volo nei cielidel Friuli. (SB)

Disponibile presso gli editori Aviani &Aviani, Viale Tricesimo, 184/7 - 33100Udine. Telef. 0432 884057.

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ANNO LVI

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISIDirettore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà lettera-ria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, èfatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comun-que inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione il 16 maggio 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 ècomprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodi-co sociale “Aeronautica".

In copertina

Il 13 maggio, durante le prove dellamanifestazione aerea sull’aeroporto diVenegono, ha effettuato il suo primovolo il T-346 con i colori dell’Aeronauti-ca Militare.(foto: Lilly Brogliato)

ISSN: 0391-7630

Riposizionato all’ingresso delpiazzale dell’Accademia Aero-nautica il G.91 con una nuovacolorazione. (foto P.L. Bacchini)

Riccardo Niccoli, Coccarde tricolori2011. Novara, RN Publishing, 2011.Cm 21 x 29,7, pp. 176. Euro 15,00.

La nona edizione dell’annuario sulleforze e componenti aeree italiane col-pisce innanzi tutto per la capacitàdell’autore-editore Riccardo Niccoli diproporre anno dopo anno novità inuna formula sempre uguale per graficae impostazione. Non parliamo soltantodelle immagini (belle, ben scelte equasi sempre mai viste altrove), masoprattutto della varietà degli argo-menti, cosa sempre più difficile vistala contrazione dei reparti e la riluttan-za a parlare apertamente delle opera-zioni reali nelle quali l’AeronauticaMilitare e le altre componenti aereesono impegnate quotidianamente.Quest’anno il primo tema è la Puglia,sia sotto il profilo addestrativo (61°Stormo e 10° RMV di Lecce e intervi-sta al Comandante Generale delleScuole, gen. Pasquale Preziosa) siasotto quello operativo (il 36° Stormodopo l’arrivo del 10° Gruppo da Trapa-ni). Seguono le esercitazioni dell’A.M.,gli inevitabili 50 anni della PAN, ilMuseo Storico A.M., la chiusura del 5°Stormo, l’avanzamento del program-ma F-35. Molto ricca anche la parteextra A.M., che tocca Esercito (1° Reg-gimento Antares, i 20 anni dell’Harrier,gli EH.101 della Marina a Herat, varinuclei elicotteristici e il Centro Opera-tivo Aereo Unificato della ProtezioneCivile. L’ultimo terzo della pubblica-zione è costituito dalle schede sull’or-ganizzazione delle Forze Armate ed iloro mezzi, complete di dati statistici.Insomma, un prodotto ben riuscitoche costa quanto due numeri di unmensile ma dura tutto l’anno, e ancheoltre.

Disponibile presso le librerie specializzateo l’editore (www.rnpublishing.com; ViaTorelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Hakan Gustavsson e Ludovico Slon-go, Desert prelude, Stratus, Sando-mierz, 2010, 2 voll.. Cm 21 x 297,pp. 224+208. S.i.p.

Suddivisa in due volumi, dedicatirispettivamente al giugno-novembre1940 e al dicembre 1940-febbraio1941, l’opera si presenta come un’am-pia cronologia illustrata della primafase della seconda guerra mondialein Africa Settentrionale. Gli autorihanno consultato una vasta biblio-grafia e numerosi documenti perincrociare i dati delle due parti inlotta e ricostruire l’andamento gior-naliero delle operazioni. Il risultatovaria da poche righe per i giorni dicalma operativa a intere pagine perquelli più intensi, completate da foto-grafie dei protagonisti e dei loroaerei. I dati sono accessibili ancheattraverso l’indice dei nomi, semplifi-cando la ricerca quando non si cono-sca la data. Come sempre in operedel genere, lo sforzo di raccolta e pre-sentazione di una grande messe didati è apprezzabile quale strumentoper ulteriori approfondimenti, anchequando su specifici episodi dovesseesservi qualche discrepanza o que-stione non completamente risolta.

Questo, tuttavia, non inficia la possi-bilità di utilizzo delle informazioniquale punto di partenza. Il corredoillustrativo è molto ampio ma di qua-lità variabile, così come i 42 profili epiante a colori sono talvolta un po’piatti o poco ortodossi nelle interpre-tazioni.

Disponibile presso le librerie specializzate

Angelo Emiliani e Paolo Varrialecon Mauro Antonellini, L’altra metàdel cielo – l’epopea delle donnevolanti, Lugo, Museo FrancescoBaracca, 2011. Cm. 24 x 22, pp. 96.Euro 10.

Il volume è il catalogo della omonimamostra organizzata dal Museo Barac-ca, allontanatosi per la prima volta dalristretto ambito dell’eroe eponimo edella prima guerra mondiale. Il catalo-go è costituito da una raccolta diimmagini, dotate di brevi note biogra-fiche di 50 aviatrici di diversi paesi,dal periodo pionieristico dell'aviazioneai giorni nostri. Nelle pagine si alter-nano nomi notissimi, dalla celebreAmelia Earhart all’astronauta Valenti-na Tereshkova, e gruppi quali le donnedell’Air Transport Auxiliary che nelRegno Unito, durante la SecondaGuerra Mondiale, effettuavano i voli ditrasferimento di aerei che andavanodal Tiger Moth agli Spitfire ed ai Lan-caster. Tra le pioniere del volo italianesono ricordate la prima brevettataRosina Ferrario, la primatista CarinaNegrone e la prima pilota di linea Fio-renza de Bernardi. Se l’argomento nonè nuovissimo, la confezione è buona ele immagini sovente inedite.

Disponibile presso il Museo FrancescoBaracca, via Baracca, 65 48022 Lugo (RA),e-mail [email protected] ,tel. 0545.38561

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Anno LVI - N.5 MAGGIO 2011

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma

Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

59 anni dedicati,

con l' impegno corale di tutti i soci militari

e civili, di qualsiasi grado o qualifica,

a mantenere vivo l'amor di Patria,

il culto della Bandiera e dell'onore,

ed a tramandare il patrimonio culturale

e spirituale della nostra Aeronautica Militare.

Torino, 29 febbraio 1952

Torino, 11 giugno 2011

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