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Manifestazioni

Date post: 22-Jan-2017
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Manifestazioni Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 5, No. 7 (Luglio 1950), pp. 146-147 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40755937 . Accessed: 14/06/2014 13:27 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.96 on Sat, 14 Jun 2014 13:27:29 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: Manifestazioni

ManifestazioniSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 5, No. 7 (Luglio 1950), pp. 146-147Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40755937 .

Accessed: 14/06/2014 13:27

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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gramma che trasformi totalmente le finalità della zoo- tecnia somala.

Accanto all'agricoltura ed all'allevamento del bestiame bisogna mettere, per ordine d'importanza fra le attività produttive, la pésca, che presenta per il futuro promettenti prospettive. Una missione dovrebbe partire per studiare in loco i prodotti naturali del mare, la flora e la fauna marine agli effetti della pesca industriale. Sulle coste del golfo di Aden e sull'Oceano Indiano vi sono buone, possi- bilità per lo sviluppo su vasta scala di attività industriali della pesca. In questo senso l'industria peschereccia va messa in primo piano. Le acque sono ricche di squali, dai quali si può ricavare farina e olio di pesce; inoltre la salagione e la conservazione del tonno offrirebbe notevoli fonti di lavoro e di reddito.

Lo studio della missione si estenderebbe alla valoriz- zazione economica della flora marina nel campo delle industrie chimiche, agrarie, zootecniche, tessili e dolciarie, nonché alle possibilità di ricerca dei banchi di maleagri- ne, trochus e di trepang. Un vasto campo di attività, dun- que, che dalla pesca vera e propria va all'industria e al- l'artigianato.

I progetti preparati dal nostro governo dimostrano con quanta cura l'Italia affronti l'onore e l'onere dell'ammi- nistrazione fiduciaria in Somalia. Non dovrebbe mancare l'appoggio degli organi (E.C.A. e amministrazione per il punto IV) preposti allo studio, all'esame e all'approvazio- ne dei programmi di assistenza tecnica.

Sono pochi mesi che la bandiera italiana è ritornata in Africa. All'ombra dei suoi colori, colonizzatori e pio- nieri, hanno già mostrato al mondo la vitalità del lavoro italiano. L'opera di civilizzazione compiuta su terre prima desolate e déserte è troppo palese perché si possa disco- noscerla. Fra dieci anni l'Italia dimostrerà ' di non essere venuta meno alla sua tradizione.

litolaiii AFRICA CRISTIANA

Un Esposizione d'Arte Sacra dei paesi di missione » in Roma offre al pubblico una suggestiva visione di am- bienti, di tendenze primitive e di attività civilizzatici,

che abbraccia l'Africa da cima a fondo.

Torneremo a visitare l'Esposizione d'Arte Sacra dei paesi di missione che è stata inaugurata in uno dei propilei di San Pietro il 9 luglio: torneremo a visitare anche le sale dell'Afri- ca Settentrionale e dell'Estremo Oriente e dell'Oceania e del- l'America, perché la prima visita ci è stata appena sufficiente per un rapido sguardo all'Africa Nera, all'Africa primitiva, e specie alle sezioni mirabilmente curate da Art et Louange e del Governo belga.

Sebbene l'esposizione raccolga il frutto dell'ispirazione e delle capacità creative che l'opera missionaria cattolica ha sa- puto suscitare nelle più lontane parti del mondo, da essa traspaiono e vivono le forze primitive sulle quali le Missioni stesse hanno operato.

E si vede veramente, più che non si intuisca, il processo di catalizzazione verificatosi al contatto di una civiltà e di una idea superiori con la materia vergine di mondi primitivi.

Organizzata sotto la presidenza dell'Ecc. Mons. Celso Co- stantini, Segretario di Propaganda Fide, con la collaborazione diretta delle Missioni Cattoliche, con la partecipazione degli Ordini, delle Congregazioni e degli Istituti cui esse sono affidate, e con la cooperazione dei Governi del Belgio, della Francia e del Vietnam, la mostra, splendidamente allestita, offre per la prima volta un panorama completo dell'Arte Sa- cra nel mondo delle Missioni, documentando l'esistenza del- l'arte e quindi dell'intuizione cristiana presso i popoli evan- gelizzati dalla Chiesa Cattolica: arte ispirata ai motivi este- tici fondamentali delle diverse stirpi e rispondente alle esi- genze psicologiche delle varie comunità. Cosicché la Mostra

offre anche infiniti elementi di studio e motivi di riflessione su quella psicologia indigena, che non può e non deve essere ignorata da chiunque entri, per qualunque motivo, in contatto con essa.

LA MOSTRA D'OLTREMARE E DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO

Dalle ceneri della « Mostra triennale delle terre italiane d1 oltremare » rinasce, per volontà di uomini consapevoli e per il riconoscimento del valore intrinseco di questo istituto, la "Mostra d'oltremare e del lavoro italiano nel mondo ".

Il 6 maggio 1937 veniva istituito e posto sotto l'alta vigi- lanza del Ministero dell'Africa Italiana l'Ente Autonomo Mostra Triennale delle terre italiane d'oltremare, con sede in Napoli e con il compito implicito nella sua stessa denomi- nazione.

Fra il 1938 ed il 1940 l'Ente creò le premesse della sua attività, edificando su più di un milione di mq., per un mi- lione di me. di muratura e per circa due milioni di gior- nate operaie. Sull'area di proprietà dell'Ente sorsero palazzi da esposizione, piazze, strade, giardini, fontane, esedre, teatri, ristoranti, templi • per i vari riti, un villaggio indigeno, un acquario tropicale, un parco faunistico, una piscina, un'arena all'aperto.

La Mostra fu inaugurata nel maggio 1940. Rimase aperta un solo mese: il 10 giugno la guerra ne chiuse le porte.

Custodito e tenuto in efficienza dal personale, il com- plesso venne occupato nel gennaio 1942 dal Comando Aereo Tedesco, e dal Comando Truppe Coloniali Italiano. Abban- donato da questi comandi e parzialmente demolito da mine tedesche nel settembre '1943 fu, malgrado l'energica difesa opposta dal personale della Mostra, saccheggiato e devastato da elementi della strada. Gli incendi distrussero sei immo- bili. Requisito il 6 ottobre dello stesso anno" dal Corpo Sa- nitario dell'esercito americano, subì l'ultimo e definitivo sac- cheggio da parte di soldati americani isolati.

Del patrimonio immobiliare, valutato a 185 milioni nel giugno 1942, rimane tuttavia ancor oggi, fra terreni, fab- bricati e macchinari residui un valore di qualche miliardo.

Con decreto legislativo del 6 maggio 1948 il Presidente della Reppubblica sanciva la trasformazione dell'Ente _ Auto- nomo Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare in Ente Autonomo Mostra d'Oltremare e del Lavoro Italiano nel Mondo, con lo scopo di attuare in Napoli mostre documenta- tive delle attività e del lavoro italiano nel mondo e dei pro- dotti d'oltremare e con l'autorizzazione a perseguire finalità attinenti alla valorizzazione economica e turistica della città di Napoli. Il nuovo Ente, amministrato da un presidente e da un consiglio d'amministrazione (nel quale sono rappresentati la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri degli Esteri, dell'Africa Italiana, del Tesoro, dell'Industria e Com- mercio, del Lavoro e della Previdenza Sociale, della Pubblica Istruzione, la Provincia e il Comune di Napoli, il Banco di Napoli, gli industriali, i commercianti, gli artigiani e i lavo- ratori) veniva sottoposto alla vigilanza dei Ministeri deirAfrica Italiana, degli Esteri e dell'Industria e Commercio.

Già nell'ottobre e novembre 1949 il nuovo Ente fissava e pubblicava il Programma di massima per la riattivazione della mostra d'oltremare e del lavoro italiano nel mondo orientan- dolo verso quattro gruppi di attività fondamentali: 1) manife- stazione triennale internazionale; 2) manifestazione annuale nazionale o internazionale; 3) manifestazioni annuali secon- darie o complementari; 4) attività continuativa economica, di spettacolo e di studio.

La ricostruzione della Mostra - alla quale, chiarisce il programma, « sono connessi problemi ed aspirazioni di natura morale, sociale e forse anche politica » - dovrà farsi neces- sariamente per gradi, cioè con la successiva ma rapida riat- tivazione dei singoli settori.

Né va taciuto che la Mostra d'Oltremare, « erede di tra- dizioni che sono un vanto di Napoli, ha degli impegni da assolvere in sede storica » ; impegni che si possono così rias- sumere: a) riprendere e rinverdire le relazioni politiche ed economiche mediterranee, b) accentrare la maggior parte delle iniziative ed attività connesse con l'amministrazione fiduciaria italiana ed il lavoro italiano in Africa.

Ciò premesso, il programma indica le seguenti fasi del lavoro da compiere:

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AFFRICA 14?

Manifestazione Triennale Internazionale, per il 1952 la prima edizione della Mostra del Lavoro Italiano nel Mpndo;

Manifestazione annuale principale, nel 1951 una Mostra Nazionale dell'Agricoltura; nel 1953 una Mostra Internazio- nale Idrotermale; nel 1954 una Mostra Nazionale di Zootecnia;

Manifestazioni annuali secondarie, nel 1951 un Festival In- ternazionale del Jazz e della Canzone, una Mostra Internazio- nale dell'Ulivo, una Mostra Internazionale del Film sul lavoro, e infine, collegata con la mostra del lavoro italiano all'estero, cioè negli anni 1952 e 1955, una Mostra delle Attività Mis- sionarie.

Mostra-Mercato d'Oltremare, composta di mostra-mercato dell'artigianato esotico, mercato della fauna esotica, giardino zoologico, parco faunistico di acclimatazione, mostra-mercato delle pelli delle spoglie e dei sottoprodotti faunistici, mostra- mercato e vivaio della flora esotica, sezione scambi commer- ciali.

Manifestazioni sportive da attuarsi di concerto con il C.O.N.I.

Congressi economici, sindacali, industriali, scientifici ecc. Un programma che implica quindi due fasi sincrone e

parallele, di ricostruzione l'una, di organizzazione delle mani- festazioni l'altra, e per il quale è previsto, nel biennio 1950-51, un complesso di lavori per l'importo di un miliardo 141 mi-? lioni di lire.

Mentre ci riserviamo di tornare con più approfondito esame sull'argomento, salutiamo la ripresa della partenopea Mostra d'Oltremare come segno dell'indomita volontà di vita e di lavoro nel popolo italiano e di una più chiara coscienza degli interessi - vivi oggi come ieri e più di ieri - dell'Italia nelle terre oltremare, e prima fra queste l'Africa.

LA FIERA DEL LEVANTE

La XIV edizione della Viera del Levante si appresta a fornire l'ambiente adatto per il pacifico superamento delle lotte per la conquista dei mercati dell'Oriente europeo

ed asiatico e dell'Africa.

Fervono a Bari le iniziative e i lavori perché anche la XIV edizione della settembrina Fiera del Levante risponda in modo vivo e concreto alla sua funzione, che è di creare il più propizio terreno d'intesa per quelle correnti di scambio, che nel Mediterraneo trovano il loro naturale punto di con- tatto. Ricordiamo che lo scorso anno vi parteciparono 42 Paesi, fra cui 6 africani.

In relazione alle nuove attività e ai nuovi bisogni la Fiera del Levante sta perfezionando l'ordinamento merceolo- gico delle sezioni e l'attrezzatura generale e particolare. L'af- flusso delle partecipazioni ha già fatto sentire la necessità di aumentare, con nuove costruzioni, l'area del mercato campio- nario cosicché si avranno varie novità edilizie, come un nuovo padiglione di 8.000 mq. per l'artigianato, un nuovo padiglione per l'autoveicolo industriale, un altro per l'automobile e per le sezioni moto-ciclo-sport e pezzi di ricambio ed accessori per auto, un altro di 4.000 mq. per l'agricoltura.

Il padiglione che l'anno scorso ospitò la mostra dell'auto- mobile, ospiterà quest'anno, opportunamente ingrandito, la sezione chimica e la sezione alberghiera.

Alcune grandi industrie hanno progettato padiglioni pro- pri. Anche la mostra E.R.P. si estenderà su più larga superficie.

Non c'è che da augurarsi che la Fiera del Levante sappia anche quest'anno non solo adeguarsi pienamente alla sua funzione, ma incontrare nei settori economici italiani e stra- nieri la necessaria sensibilità.

Un pioniere E' morto il 15 luglio a Roma Ting. Pasquale Vaudetto,

che, insieme al padre Giuseppe, fu tra i pionieri italiani in Eritrea e con lui costruì la ferrovia Massaua-Asmara, audace e importante lavoro di ingegneria iniziato nel 1888 e terminato nel 1911.

Scompare con Ting. Vaudetto una nobile figura di italiano che per lunghi anni ha saputo condurre in Africa una vasta opera di italianità, contribuendo con le sue realizzazioni edilizie e ferroviarie 'ad accrescere le pos- sibilità di vita nella colonia primogenita.

« Affrica », che lo ebbe amico e sostenitore, ne serberà vivo il ricordo.

Li orai« del cacao Alla radice della crisi economico-politica del cacao sta un piccolo insetto africano, una volgarissima cimice. Ma alla radice del rialzo dei prezzi sta un

fattore speculativo.

di A. VALORI PIPERNO

Or non è molto è stato autorevolmente affermato che l'industria dolciaria non è un'industria voluttuaria, né di lusso, ma una delle attività più importanti e più interes- santi della nostra economia. Non sarà quindi inutile dare una occhiata al mercato di una delle materie prime fonda- mentali per l'industria dolciaria vale a dire il cacao, mercé che dobbiamo necessariamente importare dall'estero, e la cui produzione ha manifestato negli anni successivi alla guerra notevoli sbalzi, ripercossisi naturalmente sul prezzo.

Come è noto la chiave del mercato del cacao è, o al- meno è stata sinora, la Costà d'Oro, che da sola fornisce circa il 45% della produzione mondiale: nel I938 il rac- colto di cacao ha raggiunto in quella regione 265. loo t. Negli anni successivi alla guerra il raccolto della Costa d'Oro ha subito una serie di oscillazioni: .nel 1945-46 esso è stato di t. 209.64 1, nel 1 946-47 di t. 1 90.000, nel I947-48 di t. 244.000 fino a raggiungere nel I948-49 la cifra record di t. 725.000.

In conseguenza di queste fluttuazioni della produzione si riscontrarono anche notevoli oscillazioni dei prezzi: alla Borsa di New York, dal I945 al I947, si registrava una serie continua di rialzi, che raggiungevano il massimo nel- l'ottobre dello stesso I947 (53 cents di dollaro per libbra, cioè per 456 grammi).

Dall'ottobre I947 al febbraio I949 si ha invece una vera « discesa in picchiata » dei prezzi del cacao, che ca- dono a 25 cents la libbra nel gennaio I949 e, addirittura a I7 cents nel febbraio di quell'anno. E' solo verso la fine dell'anno decorso ed il principio di questo che si nota una tendenza all'aumento dei prezzi, che nel gennaio di que- st'anno avevano di nuovo toccato i cents 26,50. E la ten- denza all'aumento continua.

Ciò nella previsione che il raccolto di quest'anno nella Costa d'Oro sia notevolmente inferiore a quello dell'anno decorso: tale previsione è basata sulla notizia che le pian- tagioni di cacao di quella regione africana sono state tre- mendamente danneggiate da una nuova e misteriosa ma- lattia, il « swollen shoot », che ha recato la devastazione in tutto il paese.

Veicolo di trasmissione di questa infezione, prodotta da un virus di natura ancora ignota, è un insetto afri- cano, il « mealy bug », una specie di cimice che si nutre delle piante malate ed inocula poi il virus mortifero anche in quelle sane. Si calcola, che circa I5 milioni di arbusti l'anno vengano colpiti dalla malattia.

Le piante malate muoiono in meno di venti mesi, senza che sia possibile altro rimedio che l'abbattimento della pianta. Più di 50 milioni di arbusti, nella Costa d'Oro, sono attualmente colpiti dalla malattia, contro la quale sono stati finora inutili gli studi compiuti con gran- de diligenza e scrupolo dal «West African Cocoa Re- search Institute» *ìi Tafo e dagli Istituti botanici di Entebbe e di Lagos.

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