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MANUALE DI PRIMO SOCCORSO - Sfogliami.it · PRINCIPALI NORME CHE REGOLANO IL PRIMO SOCCORSO Il D....

Date post: 17-Feb-2019
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PRIMO SOCCORSO
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PRIMO SOCCORSO

PRINCIPALI NORME CHE REGOLANO IL PRIMO SOCCORSO

Il D. LGS 81/08 e s.m.i. :

Art.18, comma b) : il datore di lavoro ha l’obbligo di designare

preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di

prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di

lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo

soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza;

Art. 36, comma 1, lett a) e b) : Il datore di lavoro provvede affinché

ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività

della impresa in generale; b) sulle procedure che riguardano il primo

soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di lavoro;

Art. 37, comma 9: I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione

incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in

caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo

soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono

ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento

periodico

Il datore di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e delle

dimensioni dell’azienda, dopo aver sentito il medico competente

prende i provvedimenti necessari in materia di Primo Soccorso e di

assistenza medica di emergenza.

Per PRIMO SOCCORSO si intende l’insieme delle azioni che

permettono di aiutare una o più persone in difficoltà, nell’attesa

dell’arrivo dei soccorsi qualificati.

DATORE DI LAVORO

È il diretto responsabile della organizzazione del servizio di Primo

Soccorso in Azienda. Per svolgere questo compito può avvalersi della

collaborazione del Medico Competente e designare uno o più lavoratori

incaricati del Primo Soccorso

Ruolo delle varie figure nell’organizzazione

del Primo Soccorso

LAVORATORI

Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della

propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro.

Ove non sussistano giustificati motivi i lavoratori devono accettare la

designazione del datore di lavoro e contribuire, conformemente alla

formazione ricevuta, alle istruzioni e ai mezzi forniti, all’adempimento

delle funzioni di Primo Soccorso.

MEDICO COMPETENTE

contribuisce alla procedura di designazione degli addetti e collabora con il

datore di lavoro a predisporre le misure da attuare al fine di garantire un

efficace servizio di Primo Soccorso, approntando moduli didattici,

strumenti, protocolli operativi, etc.

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)

contribuisce con le proprie peculiari conoscenze sulle

propensioni personali, sulle attitudini e sulla affidabilità

dei lavoratori, alla designazione degli incaricati di Primo Soccorso

ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

PERCHÉ SONO PREVISTI?

In quasi tutte le realtà lavorative, l’attività produttiva si svolge senza la

presenza di personale medico.

Esistono situazioni che richiedono però un intervento immediato,

nelle quali la conoscenza di norme di comportamento può modificare

il decorso dell’evento patologico occorso; da qui la necessità della

presenza in ogni azienda di lavoratori appositamente addestrati

(INCARICATI AL PRIMO SOCCORSO).

È quindi fondamentale che gli incaricati al Primo Soccorso in

Azienda abbiano ben presente ciò che devono o non devono fare

e siano in grado di seguire una scala di priorità nel prestare

assistenza.

ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

COSA DEVONO FARE?

Collaborare alla predisposizione del piano di emergenza sanitaria,

Coordinare l’attuazione delle misure previste da tale piano,

Predisporre, vicino al telefono, il cartello indicante i numeri di

telefono dei Servizi di Emergenza (Ambulanza, Pronto Soccorso

pubblico, Vigili del Fuoco, Centro anti-veleni),

Curare la tenuta del materiale e/o delle attrezzature sanitarie

(Pacchetto di Medicazione, Cassetta di Pronto Soccorso),

controllandone la scadenza,

Effettuare gli interventi di Primo Soccorso per quanto di loro

competenza,

Fare arrivare nel più breve tempo possibile un soccorso adeguato

con ambulanza e informare il personale sanitario sullo svolgimento

delle varie fasi dell’infortunio

QUANDO C’È UN COLLEGA INFORTUNATO, DOPO

AVER VERIFICATO LE SUE CONDIZIONI FISICHE, LA

PRIMA COSA DA FARE È TELEFONARE AL 118.

Durante la telefonata la 118, l’addetto al primo soccorso dovrà :

• DIRE IL PROPRIO NOME;

• DIRE COSA E’ SUCCESSO E QUANTE PERSONE SONO

INFORTUNATE, FERITE O COMUNQUE COLPITE DA MALORE;

• DIRE DOVE E’ AVVENUTO L’INCIDENTE, QUINDI DARE

L’INDIRIZZO ESATTO PER FARE ARRIVARE I SOCCORSI

CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO, secondo

l’ Allegato 1 del DM 388/2003

1. Guanti sterili monouso (5 paia).

2. Visiera paraschizzi

3. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).

4. Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).

5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).

6. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).

7. Teli sterili monouso (2).

8. Pinzette da medicazione sterili monouso (2).

9. Confezione di rete elastica di misura media (1).

10. Confezione di cotone idrofilo (1).

11. Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).

12. Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).

13. Un paio di forbici.

14. Lacci emostatici (3).

15. Ghiaccio pronto uso (due confezioni).

16. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).

17. Termometro

18. Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa

Allegato 2, DM 388/2003 - CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO

DI MEDICAZIONE

1. Guanti sterili monouso (2 paia).

2. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125

ml (1).

3. Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).

4. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1).

5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3).

6. Pinzette da medicazione sterili monouso (1).

7. Confezione di cotone idrofilo (1).

8. Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1).

9. Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1).

10. Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).

11. Un paio di forbici (1).

12. Un laccio emostatico (1).

13. Confezione di ghiaccio pronto uso (1).

14. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).

15. Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi

soccorsi in attesa del servizio di emergenza.

AVVERTENZE SUL MATERIALE SANITARIO

Il materiale sanitario deve essere mantenuto in condizioni di

assoluta pulizia e periodicamente rinnovato (almeno ogni 12 mesi),

conservato in una apposita cassetta facilmente visibile e

accessibile, meglio se trasportabile, contrassegnata da una croce

verde.

La somministrazione dei farmaci di qualsiasi tipo deve essere

effettuata solo da medici o personale infermieristico sotto diretto

controllo del medico.

ISTRUZIONI PER L’UTILIZZO DEI PRESIDI SANITARI

CONTENUTI NELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO

GUANTI MONOUSO

I guanti vanno indossati dal soccorritore prima di qualsiasi medicazione in

cui si possa venire a contatto con il sangue dell’infortunato.

SOLUZIONE FISIOLOGICA

Questo prodotto è utilizzato per la pulizia delle ferite sporche.

COMPRESSE DI GARZA STERILE

Sono utilizzate per la pulizia e la disinfezione delle ferite e per coprire e

medicare qualsiasi tipo di lesione.

PINZE STERILI MONOUSO

Vanno utilizzate quando si deve operare con materiale sterile.

Per mantenere la sterilità, occorre aver cura di aprire la confezione dal lato

in cui si trova l’estremità saldata della pinza

ROTOLO DI BENDA

E’ utilizzato per fissare la medicazione dopo aver applicato la garza

sterile su una ferita e come ausilio per una medicazione compressiva

in caso di sanguinamento abbondante.

La benda va fermata con un pezzetto di cerotto.

GHIACCIO “PRONTO USO”

E’ un composto chimico ottenuto dalla miscela di due sostanze ed è

utilizzato come il ghiaccio sulle lesioni, per diminuire il sanguinamento

ed attenuare il dolore da edema (gonfiore).

Va applicato direttamente sul trauma se la cute è integra, in caso contrario

sopra la medicazione.

LACCI EMOSTATICI

Vanno utilizzati solamente qualora non fosse sufficiente la

compressione manuale per controllare l’emorragia.

GLI INTERVENTI SPECIFICI DI PRIMO SOCCORSO

Anche nel primo soccorso è opportuno saper riconoscere e

distinguere i casi di emergenza da quelli di urgenza.

L‘ EMERGENZA è una patologia che pone il soggetto in imminente

pericolo di vita. SI DEVE INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE.

L‘ URGENZA è una patologia che NON pone il soggetto in imminente

pericolo di vita.

Si considerano EMERGENZE:

• lo shock;

• il coma;

• l'infarto;

• l'insufficienza respiratoria;

• l'epilessia;

• la folgorazione;

• le emorragie gravi;

• le ustioni estese

Si considerano URGENZE per le quali bisogna INTERVENIRE

RAPIDAMENTE:

• il colpo di calore;

• le emorragie contenibili;

• le ferite profonde;

• le fratture del bacino e della colonna

INDICAZIONI PRATICHE PER IL SOCCORRITORE

LE PRIME COSE DA FARE

1. MANTENERE LA CALMA ed osservare ed analizzare bene

la situazione, cercando di capire che cosa sia successo e se

ci sono condizioni di pericolo per l’infortunato, per altri lavoratori o per i

soccorritori

2. PROTEGGERSI DAI RISCHI che si potrebbero incontrare attuando il

primo soccorso:

- Indossare guanti, se l’infortunato perde sangue o se vi è rischio di

contatto con altri liquidi biologici (meglio indossarli sempre);

-Indossare anche l’apposita visiera paraschizzi, se vi è presenza di sangue

che fuoriesce a zampillo (presente in caso di lacerazione di arterie);

-Indossare mezzi di protezione delle vie respiratorie, se vi è

inquinamento da sostanze tossiche;

- Indossare scarpe con suole di gomma e guanti, o utilizzare pedane e

pertiche in legno in caso di infortunio elettrico, qualora non fosse stato

possibile “staccare“ la corrente.

3. PROTEGGERE L’INFORTUNATO da un eventuale

aggravamento della situazione:

-Se esistono situazioni di pericolo (incendi, presenza di sostanze

tossiche nell’ambiente, pericolo di caduta di pesi, di franamenti, rischio

elettrico ecc.), prendere subito i necessari provvedimenti:

- Spegnere le fiamme addosso all’infortunato,

- Staccare la corrente elettrica, Porre in essere i provvedimenti per

ridurre i pericoli incombenti

- Controllare lo stato di coscienza dell’infortunato.

- Assicurarsi che l’infortunato respiri ed abbia un’attività cardiaca;

- Se l’infortunato è cosciente, tranquillizzarlo, ma non affaticarlo;

Impedire che un numero eccessivo di persone si accalchi intorno;

- Impedire che qualcuno compia sull’infortunato manovre scorrette

che potrebbero aggravare la situazione

4. AVVERTIRE IL PRONTO SOCCORSO

- Se sono presenti più persone, inviare subito una di loro a

telefonare al Pronto Soccorso;

- Se il soccorritore è solo assicurarsi che l’infortunato respiri

prima di andare a telefonare

5. SOCCORRERE L’INFORTUNATO evitando di fare cose non indispensabili e spesso

pericolose

INFORMAZIONI TELEFONICHE DA FORNIRE AL 118

1. CHI SIAMO

2. INDIRIZZO del luogo dove è avvenuto l’infortunio, (specificando

bene il nome dell’Azienda, il reparto ed il numero di telefono)

3. IL TIPO DI INFORTUNIO (modalità e probabili conseguenze)

4. IL NUMERO DI PERSONE COINVOLTE NELL’INFORTUNIO

5. LE CONDIZIONI DELL’INFORTUNATO (se risponde, se respira,

se perde sangue).

6. EVENTUALI CONDIZIONI DI PERICOLO (Sostanze infiammabili,

rischio di esplosione, etc.)

• Controllare le funzioni vitali del soggetto;

• Mantenere sdraiato il soggetto;

COSE DA FARE

•Se si nota un’emorragia (fuoriuscita di sangue), usare un fazzoletto

pulito (qualunque pezzo di stoffa pulito) e fare una pressione nella

zona del corpo individuata (l’emorragia è paragonabile ad un tubo che

perde e quindi la cosa da fare è quella di tentare di rallentare o

fermare l’uscita del liquido);

• Coprire l’infortunato con una coperta (il soggetto, a seguito dello

stress, ha sempre freddo);

• Se l’infortunato è cosciente, parlargli, tranquillizzandolo

• Se vomita, girare lentamente il capo di lato mettere l’infortunato nella

posizione laterale di sicurezza, (in tal modo si evita che il materiale che

esce dalla bocca, possa soffocarlo);

COSA NON FARE

• Non mettere l’infortunato in piedi o seduto (il soggetto potrebbe

svenire, subendo ulteriori danni);

• Non dare da bere alcol, caffè, acqua (il soggetto potrebbe non

essere in grado di deglutire correttamente il liquido, causando

gravi pericoli alla respirazione);

• Non spostare l’infortunato in modo inadeguato

• Non caricatelo in auto (il soggetto, a seguito dell’infortunio,

potrebbe aver riportato gravi fratture o lesioni interne, e lo

spostamento peggiorerebbe notevolmente la situazione)

• Non togliere le scarpe o i pantaloni (in caso di frattura o emorragia le

scarpe ed i pantaloni stringono gamba e piedi e quindi possono essere

utili)

• Non affaticare l’infortunato (il soggetto è spesso sotto shock)

Per valutare lo stato di coscienza della vittima si formulano, ad alta

voce, frasi chiare e semplici che prevedono una risposta breve.

VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA

COME TI SENTI?

RIESCI A SENTIRMI ?

DISTURBI DELLA COSCIENZA

LIPOTIMIA

SINCOPE

COMA

SHOCK

LIPOTIMIA

malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della

vista, vertigini, sudorazione, senso di freddo, sensazione

angosciata di perdita dei sensi

COSA FARE:

E’ opportuno far sedere la persona e allentare gli

indumenti stretti.

NON somministrare bevande, e non lasciare sola la

persona finché non si è ripresa.

meglio conosciuta come svenimento, è la perdita di

coscienza improvvisa, di breve durata, dovuta ad un

brusca mancanza di ossigeno a livello cerebrale.

SINCOPE

COSA FARE

1. Posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per

favorire il massimo apporto di sangue al cervello;

2. Liberare il paziente dagli indumenti stretti;

3. CHIAMARE IL 118;

4. Valutare le condizioni di base;

5. Mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza se non vi è

trauma;

6. Mantenere l’osservazione del paziente

IL COMA è la totale e prolungata perdita della

coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili,

dolorifici.

CAUSE POSSIBILI:

• trauma cranico,

• emorragia o ischemia cerebrale

COSA FARE

• CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118,

• verificare e tenere sotto controllo le funzioni vitali,

• controllare se ci sono stati traumi o se ci sono emorragie in atto

SHOCK

Si può definire come uno stato in cui arriva una scarsa

quantità di ossigeno ai tessuti, caratterizzato da un

abbassamento della pressione e dalla riduzione di tutte le

facoltà fisiche e psichiche, causato da grave insufficienza

circolatoria.

COME SI RICONOSCE:

il soggetto si presenta confuso o in uno stato di torpore,

freddo, pallido, con il respiro e il battito cardiaco

accelerati

COSA FARE

E’ UN’EMERGENZA ASSOLUTA:

• CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118

• posizionare il paziente disteso supino con le gambe sollevate,

• ricoprirlo per evitare ipotermia,

Nell’attesa che arrivi personale medico del 118:

• se è evidente una perdita di sangue esterna,comprimere

sul punto di sanguinamento con delle garze o un fazzoletto

pulito,

• non somministrare bevande

LE POSIZIONI DI SICUREZZA

Posizione supina Posizione antishock

IL SISTEMA NERVOSO

COLPO DI CALORE si verifica ogni volta che si ha un aumento

eccessivo della temperatura legato ad un blocco della sudorazione.

Può avvenire quando si lavora in ambienti particolarmente caldi, umidi

e poco ventilati.

SINTOMI:

malessere, stordimento;

cefalea, colorito rosso acceso;

profonda sudorazione, nausea vomito;

stato di shock con calo della pressione;

polso piccolo e frequente;

pallore, respiro superficiale.

COSA FARE:

trasportare il soggetto in ambiente fresco e ventilato;

porre impacchi freddi,evitando bruschi raffreddamenti;

se è cosciente,fargli bere piccoli sorsi di acqua leggermente

salata

IN CASO DI SHOCK porre il soggetto in posizione laterale di

sicurezza con gambe sollevate.

ASSIDERAMENTO

E’ la prolungata esposizione al freddo.

Sintomi: intorpidimento, sonnolenza,

barcollamento, diminuzione della vista, perdita di

coscienza.

COSA FARE:

Portare il paziente in un luogo caldo,avvolgerlo in coperte.

Somministrare bevande tiepide-calde zuccherate, se è cosciente.

NON DARE ALCOOLICI.

LESIONI A CARICO DELL’EPIDERMIDE

(apparato TEGUMENTARIO)

FERITE

Una FERITA è un'interruzione della continuità della cute o

delle mucose con danneggiamento dei tessuti sottostanti.

Viene definita

FERITA SUPERFICIALE se interessa solo i primi strati della cute,

FERITA PROFONDA se interessa muscoli, ossa o organi interni,

FERITA PENETRANTE se l'azione traumatica raggiunge cavità

anatomiche come l'addome o il torace.

Le ferite vengono anche distinte e classificate a seconda di

come si presentano.

Si ha un‘ ABRASIONE quando un corpo tagliente danneggia

o asporta i primi strati della cute.

Un‘ ESCORIAZIONE è dovuta invece a corpi contundenti

irregolari, come le ferite da strisciamento, che possono presentare

schegge di legno, terriccio e altre piccole particelle che devono

essere rimosse.

Le FERITE DA PUNTA, dovute a spilli, chiodi, schegge o altro,

sono quelle che penetrano nella cute perpendicolarmente.

Le FERITE DA TAGLIO sono provocate da vetri, coltelli e lamine.

Le FERITE LACERE avvengono per strappamento della cute.

Le FERITE LACERO CONTUSE sono infine provocate da botte o

contusioni che includono una lacerazione della pelle ma anche la

presenza di ematomi e ecchimosi.

COME SI INTERVIENE

Di fronte a una ferita bisogna operare in ambiente il più possibile

sterile ed osservare tutte le norme di igiene e disinfezione.

Nello stesso tempo il soccorritore deve prestare attenzione

anche alla propria salute.

Il sangue è un potenziale veicolo per la trasmissione di

numerose malattie: è necessario proteggersi dal contatto diretto

col sangue mediante l'uso di appositi guanti in lattice.

ATTENZIONE ALLE COMPLICAZIONI DELLE FERITE.

Attraverso le ferite spore, batteri e virus possono penetrare

all'interno dell'organismo e moltiplicarsi velocemente creando

infezioni e altre complicazioni.

La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione

e della profondità della ferita stessa e dell’eventuale

presenza di corpi estranei.

Sono, comunque, sempre GRAVI e necessitano di cure

ospedaliere le FERITE AL VISO, AL TORACE E

ALL’ADDOME.

Le complicazioni delle ferite sono rappresentate dalle

seguenti condizioni:

- emorragie

- shock

- infezioni (compresa quella tetanica)

- lesioni di organi interni

Per quanto riguarda il trattamento delle PICCOLE FERITE, sono

necessarie le seguenti operazioni:

• lavarsi bene le mani;

• utilizzare i guanti monouso;

• lavare la ferita con acqua e sapone (farla sanguinare sotto

l’acqua corrente);

• completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere

usata anche dentro);

• disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché

lesivi);

•coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppure protette

da tubulare di rete;

• non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici;

• lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di toglierla

FERITE AL TORACE Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli

organi contenuti nel torace stesso.

In questi casi, si deve:

coprire la ferita con garza sterile;

prevenire o ridurre al minimo lo shock ponendo il soggetto in posizione

semiseduta se è cosciente

IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA SE È INCOSCIENTE

IN ENTRAMBI I CASI IL TRASPORTO IN OSPEDALE È

URGENTE.

È importante ricordare che i corpi estranei non vanno

assolutamente rimossi.

FERITE ALL’ADDOME La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con

un’emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto

addominale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è

alto.

Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo

perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare

l’intestino fuoriuscito.

L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.

LE EMORRAGIE

EMORRAGIA: fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni in seguito a

rottura della loro parete.

La fuoriuscita del sangue può avvenire all’esterno del corpo

attraverso una ferita (emorragie esterne) o all’interno (emorragie

interne); si può anche verificare l’evenienza che il sangue si raccolga

all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso un orifizio naturale

(emorragie esteriorizzate).

EMORRAGIA ESTERNA

Le emorragie esterne, a seconda del tipo di vaso sanguigno

che è stato danneggiato si classificano in:

• EMORRAGIA ARTERIOSA: il sangue è ben ossigenato e rosso

vivo e fuoriesce con forza dalla ferita, a intermittenza.

• EMORRAGIA VENOSA: il sangue è di colore rosso scuro o

brunastro. La pressione è inferiore a quella del sangue

arterioso ma, poiché la parete del vaso è elastica, il sangue può

ristagnare all’interno.

EMORRAGIA CAPILLARE:

il sangue, di colore rosso vivo, stilla tutto intorno alla ferita.

La perdita di sangue è in genere trascurabile.

Quali sono i compiti del primo soccorritore?

• controllare l’emorragia, senza estrarre mai eventuali corpi estranei;

• prevenire lo shock;

• ridurre al minimo il rischio di infezione;

• organizzare il trasporto urgente in ospedale.

COSA FARE per le GRANDI FERITE :

1. togliere o tagliare gli indumenti per scoprire la ferita.

2. esercitare una pressione diretta con le dita, preferibilmente con garza

sterile

Se non si può esercitare la pressione, per la presenza di un corpo

estraneo, comprimere sui due lati della ferita

EMORRAGIA ESTERNA VENOSA

Caratteristiche:

il sangue fuoriesce a bassa pressione con un getto debole e

continuo (a macchia d’olio); il sangue appare di colore rosso

scuro

COSA FARE

• tamponare (comprimendo) la ferita con una compressa o garza

sterile,con un panno o un fazzoletto molto pulito;

• conservare una pressione costante sulla ferita per 10-30 minuti, il

che solitamente provocherà l’arresto dell’emorragia;

• una volta arrestata l’emorragia, fissare il tampone con una

benda fasciando la ferita e sollevare l’arto lesionato

Caratteristiche:

il sangue fuoriesce ad alta pressione con un getto

intermittente, (il sangue esce a fiotti); il sangue appare di colore

rosso vivo

EMORRAGIA ESTERNA ARTERIOSA

COSA FARE:

• indossare sempre i guanti,

• intervenire immediatamente con un tamponamento compressivo

analogo a quello prima detto per l’emorragia esterna venosa,

• sollevare l’arto ferito,

• se l’emorragia non si interrompe l’approccio successivo sarà

l’impiego dei punti di compressione,

• solo se l’emorragia non si interrompe con i presidi finora messi in

atto è giustificata l’applicazione del laccio emostatico.

PUNTI DI COMPRESSIONE

Un punto di compressione è un luogo in cui un’arteria principale

passa vicino alla superficie del corpo e direttamente sopra un

osso per cui può essere compressa su di esso.

Sostanzialmente sono punti a monte della ferita, (una volta

individuata l’arteria) da comprimere con le dita della mano o il

pugno a seconda dell’importanza dell’arteria lesionata.

Questi punti sono localizzati tra la ferita e il cuore.

La compressione si dovrà effettuare con forza contro il piano

osseo sottostante.

EMORRAGIA INTERNA

Il sangue fuoriesce dai vasi ma non è visibile all’esterno del

corpo in quanto si versa in cavità naturali presenti nel nostro

organismo.

Il sospetto deve insorgere in seguito a traumi del cranio, del

tronco o dell’addome.

Caratteristiche dell’emorragia interna:

· pallore

· labbra fredde e violacee

· estremità fredde

• polso rapido e debole

• agitazione o confusione

• sete

• respiro superficiale o rapido

• talora oscuramento della vista e/o ronzio alle orecchie

COSA FARE:

• sdraiare l’infortunato in posizione anti-shock; ciò e necessario

per consentire alla massa sanguigna residua di raggiungere più

facilmente il cervello che è l’organo più sensibile alla carenza di

ossigeno;

• coprirlo;

• far giungere l’infortunato nella posizione in cui si trova, in breve

tempo all’ospedale

POSIZIONE ANTI SHOCK

FUORIUSCITA DI SANGUE DAL NASO

• far sedere il soggetto sporto leggermente in avanti in

modo che il sangue non gli si sparga addosso. Fargli

sputare tutto il sangue che eventualmente gli arriva in

bocca;

• fargli stringere il naso con forza per almeno 10 minuti,

facendo usare il pollice e l’indice;

• applicare una compressa fredda sul naso e sulla zona circostante;

• se il solo stringere non è efficace tamponare con delicatezza la

narice usando una garza o una striscia pulita di stoffa (non cotone

idrofilo che può attaccarsi alla narice).

USTIONI

Sono lesioni della pelle dovute a:

- AGENTI FISICI (raggi solari, ultravioletti, fonti radioattive; elettricità,

Calore:fuoco, vapore, etc.)

- AGENTI CHIMICI (soda caustica, candeggina etc.)

La gravità dell’ustione si valuta in base a:

- natura dell’agente causale;

- profondità;

- estensione.

La gravità dell’ustione si valuta in base a:

natura dell’agente ustionante;

dalle zone colpite (viso e occhi sono le più delicate);

dal grado dell’ustione;

estensione.

CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI

I GRADO: interessano solo lo strato superficiale della

cute

Sintomi: rossore (eritema), gonfiore (edema), dolore

II GRADO: (danno più profondo con formazione di

vescicole piene di liquido).

La gravità dipende dall’estensione e dalla conseguente

perdita di liquidi

III GRADO: morte dei tessuti. Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati.

Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli.

La pelle può essere pallida o nerastra

Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni

PRIMO SOCCORSO DELLE USTIONI

I GRADO: È necessario raffreddare la parte ustionata con

impacchi di acqua fredda. Somministrare antipiretico in caso di

febbre.

II GRADO: Immergere la parte in acqua fredda e dare da bere per

riequilibrare la perdita di liquidi.

Medicare con garza sterile.

Se la bolla si rompe è necessario procedere alla

medicazione come per le ferite.

Usare tubulare di rete per mantenere aerata la lesione

In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili

alle infezioni:

NON toccare la parte lesa

NON rompere le vescicole

NON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite

Comunque, bisogna tenere presente che LE USTIONI DI

DIMENSIONI SUPERIORI AD UNA MONETA DEVONO

ESSERE CURATE IN UN PRONTO SOCCORSO

OSPEDALIERO.

III GRADO: Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per

evitare l’aggravamento delle lesioni.

Coprire le lesioni con garza sterile

Dare da bere

Posizione anti-shock

Ospedalizzazione

PUNTURE DI INSETTI

Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose

ed allarmanti che pericolose.

Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e

possono sviluppare una grave reazione che è lo shock

anafilattico.

Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione, altri il loro

siero.

Primo soccorso:

Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette

disinfettate, senza premere e senza insistere.

Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi:

a) il numero elevato di punture

b) il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema

della glottide, occhio)

c) sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)

IN CASO DI SHOCK O DI EDEMA DELLA

GLOTTIDE PORTARE D’ URGENZA IN UN

CENTRO DI RIANIMAZIONE

LA FOLGORAZIONE

L’elettricità può essere causa di alcuni infortuni, di diversa gravità.

Le motivazioni che sono alla base di tale tipo di infortunio, sono

rappresentate da:

• difetto di installazione dell’impianto elettrico,

• distrazione, superficialità, negligenza, del soggetto stesso

infortunato.

Al passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo

umano, possono seguire lesioni a carico di:

CUTE: il cosiddetto marchio elettrico testimonia l’avvenuto

contatto tra il cavo elettrico e la cute; tali lesioni presentano una

zona a forma di cratere di colorito scuro, possono avere

differente gravità. In alcuni casi si può giungere anche alla

carbonizzazione dell’arto colpito.

MUSCOLI: si hanno contrazioni muscolari, che in alcuni casi

possono giungere alla contrazione spasmodica del diaframma e

dei muscoli respiratori.

SISTEMA NERVOSO: si possono avere disturbi

a) neurologici di tipo sensitivo, crisi epilettiche,

b) a carico degli occhi soprattutto a livello della retina, della

cornea, del nervo ottico,

c) a carico dell’apparato uditivo con deficit di vario tipo; in

alcuni casi sono presenti, anche vertigini.

d) psichici: stato confusionale, amnesia, disturbi a carico della

parola.

APPARATO CARDIOVASCOLARE: vi possono essere

tachicardia, disturbi a carico della pressione arteriosa, della

circolazione coronarica con crisi ischemiche che possono

portare anche all’infarto del miocardio.

LA GRAVITÀ DELLE LESIONI PRECEDENTEMENTE DESCRITTE

DIPENDE DA:

1. Caratteristiche della corrente elettrica (intensità, frequenza, tensione).

2. Resistenza elettrica del corpo umano e presenza o meno di strutture

isolanti il soggetto stesso (cute asciutta o bagnata o sudata, tipo di calzature

utilizzate, pavimento bagnato ovvero asciutto, etc).

3. Tempo di contatto del corpo con l’elettricità.

4. Percorso della corrente nel corpo stesso (lesioni più gravi nel caso

in cui il percorso interessi il cervello, il cuore).

COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO ELETTRICO:

• Evitare di toccare direttamente il corpo dell’infortunato prima che sia

stato interrotto il circuito elettrico

Interrompere il circuito staccando la corrente. Qualora non fosse

possibile mettere in atto tale tipo di intervento, liberare il soggetto

infortunato dal contatto: è opportuno non toccarlo mai direttamente,

ma servirsi sempre di bastoni, manici di scopa, guanti in gomma

• In caso di paziente privo di coscienza: provvedere a mettere in atto

le manovre di rianimazione cardiaca e respiratoria

• In caso di soggetto cosciente: controllare il polso ed il respiro. Porre

il soggetto quindi in posizione di sicurezza

• Trasportare il soggetto in ospedale per le eventuali ulteriori terapie.

LE INTOSSICAZIONI

L’intossicazione può avvenire per:

a) Ingestione,

b) Inalazione,

c) Assorbimento attraverso la cute

di una determinata sostanza.

COSA FARE:

a) In caso di ustioni e di contatto con gli occhi: si rimanda ai capitoli

specifici.

b) In caso di INGESTIONE: chiedere notizie al soggetto in merito al tipo

di sostanza ingerita.

c) In caso di INALAZIONE: portare il soggetto in un altro ambiente o,

eventualmente, all’esterno.

Sia nel caso di ingestione che di inalazione verificare le condizioni:

a) neurologiche

b) cardiocircolatorie

c) respiratorie

dell’infortunato.

Inoltre mettere il paziente, se incosciente, in posizione laterale di

sicurezza.

CHIAMARE IL 118 specificare che si tratta di avvelenamento e

fornire informazioni in merito:

• alle condizioni del soggetto,

• al tipo di sostanza inalata o ingerita,

• al tempo trascorso dall’ingestione o dall’inalazione della

sostanza.

NON SOMMINISTRARE ALCOOLICI

NON STIMOLARE IL VOMITO IN SOGGETTO INCOSCIENTE

NON STIMOLARE IL VOMITO IN CASO DI INGESTIONE

ACCIDENTALE DI VARECHINA O DI ALTRE SOSTANZE CAUSTICHE.

IL MONOSSIDO DI CARBONIO

Il monossido di carbonio (CO ) è un gas incolore, inodore, non irritante.

Viene liberato nell’atmosfera dagli scarichi industriali, dagli autoveicoli

con motore a scoppio, dagli impianti di riscaldamento e dal fumo in

generale (anche quello di sigaretta).

Le intossicazioni da monossido di carbonio si verificano in varie

circostanze, tra queste troviamo:

scaldabagni, impianti di riscaldamento difettosi, camini e stufe a legna

in locali non sufficientemente ventilati

gas di scarico di autoveicoli a motore, industrie e impianti di

riscaldamento. Occasionalmente il monossido di carbonio può

essere contenuto nei fumi delle bocche vulcaniche o nei fumi legati

ad incendi boschivi o di altro genere.

E’ importante ricordare anche l’assunzione cronica di CO da parte di :

lavoratori addetti a particolari mansioni quali i minatori, gli operatori ai

forni (ad es. acciaierie), i vigili del fuoco e gli addetti al controllo degli

incendi boschivi .

SINTOMI:

• mal di testa,

• vertigini,

• disturbi respiratori,

• sonnolenza,

• confusione mentale,

• perdita di coscienza,

• coma.

COSA FARE:

portare il soggetto all’aperto;

assicurarsi che le vie aeree siano libere;

trasportare il paziente in ospedale per le opportune terapie.

ASFISSIA

Si verifica quando il sangue non può ossigenarsi o per un

impedimento alla penetrazione dell’aria, o per incapacità

dell’emoglobina di legarsi all’ossigeno.

Esistono vari tipi di asfissia; possiamo citare L’ASFISSIA DI

ORIGINE “MECCANICA” E L’ASFISSIA DI ORIGINE

VENTILATORIA.

L’asfissia di origine MECCANICA si realizza quando il soggetto

resta immobilizzato dal peso di persone (folla in fuga), oppure da

macerie (frane, terremoti), così che la gabbia toracica non può più

espandersi , e l’aria non può penetrare nei polmoni.

L’ asfissia di origine VENTILATORIA si realizza quando l’aria che

si respira è satura di fumo (durante gli incendi), o di gas tossici

come per es.CO (ossido di carbonio)

Sintomi generali

Colorito bluastro della pelle e delle mucose ad eccezione che

nell’asfissia da CO dove il colorito è invece rosso accesso.

COSA FARE Eliminate l’origine dell’impedimento alla respirazione, es. dei pesi sul

torace che ne impediscono i movimenti o terra o altro materiale che

dovesse ostruire il naso e la bocca.

Se l’asfissia è stata provocata da inalazione di fumi o gas, prima di tutto

allontanate la vittima dal luogo sede dell’incidente, e portatela in

ambiente dove possa respirare aria pura.

Controllare se il soggetto respira. Se si, ed è incosciente, ponetelo

in posizione laterale di sicurezza.

SE NON RESPIRA INIZIATE LA RESPIRAZIONE

ARTIFICIALE E CHIAMATE IL 118

se inoltre vi è assenza di attività cardiaca associate il massaggio

cardiaco.

I TRAUMI

CONTUSIONE

A seguito di un urto contro una superficie dura, lo strato posto tra

la parte superiore della cute e la superficie ossea sottostante,

viene schiacciato e, in conseguenza di tale schiacciamento, si può

avere la formazione di ecchimosi o di ematoma, ma non vi è

alcuna lesione ossea.

CARATTERISTICHE

Il soggetto infortunato presenterà, a carico della regione colpita dal

trauma:

• DOLORE,

• GONFIORE

• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.

COSA FARE

Come prima cosa si deve fermare la fuoriuscita di sangue

mediante:

APPLICAZIONE LOCALE DI GHIACCIO sulla parte colpita dal

trauma.

È quindi necessario effettuare un BENDAGGIO AL FINE DI

IMMOBILIZZARE LA PARTE e, infine, MANTENERE L’ARTO IN

POSIZIONE SOLLEVATA.

IL SOCCORRITORE NON DEVE ASSOLUTAMENTE

APPLICARE CALORE NÈ MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA

DAL TRAUMA

COSA NON FARE

Una distorsione è un trauma delle articolazioni causato da falsi

movimenti. Si verifica quando un osso esce dalla sua sede

articolare, rientrandovi immediatamente dopo. Nei casi gravi, questa

momentanea fuoriuscita può provocare una lacerazione dei

legamenti.

DISTORSIONE

Le distorsioni più comuni sono a carico di:

CAVIGLIA,

GINOCCHIO,

POLSO,

DITA

Il soggetto infortunato presenterà

• DOLORE,

• GONFIORE, per la presenza di versamento all’interno

dell’articolazione interessata,

e

• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.

COSA FARE

APPLICARE GHIACCIO SULL’ ARTICOLAZIONE COLPITA,

Fare un BENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE

L’ARTICOLAZIONE INTERESSATA DAL TRAUMA,

Tenere l’ ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA

COSA NON FARE

il soccorritore NON deve :

• APPLICARE CALORE e/o MASSAGGIARE,

• BENDAGGIO ECCESSIVAMENTE STRETTO

LUSSAZIONE

Si verifica quando il capo articolare dell’osso perde la sua

sede a causa di un movimento sbagliato, oppure a causa di

un urto

COME SI MANIFESTA UNA LUSSAZIONE:

• intenso dolore

• evidente deformazione dell’articolazione

• gonfiore

• livido

• impossibilità di movimento

COSA FARE:

• applicare del ghiaccio,

• non far eseguire movimenti né sollecitare la parte

COSA NON FARE:

Il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la lussazione:

la riduzione deve essere effettuata da personale qualificato in

ospedale o in un ambulatorio medico specialistico, dopo

eventuale indagine radiografica.

La frattura è la rottura di un osso in due o più parti.

Si dice:

ESPOSTA, se l’osso rotto lacera e fuoriesce dalla cute;

CHIUSA, se l’osso rotto non determina lesioni della cute;

FRATTURA

COMPOSTA (in asse), se le estremità dell’osso rimangono

allineate;

SCOMPOSTA, se le estremità dell’osso rotto risultano spostate

tra di loro;

COMPLICATA: per lesione interna di nervi, vasi, organi,

provocata dai frammenti ossei

FRATTURA

SCOMPOSTA

FRATTURA

COMPOSTA

FRATTURA

MULTIPLA

FRATTURA

INCOMPLETA

Come si manifestano le fratture:

dolore spontaneo, che si accentua alla pressione e ai movimenti,

rigonfiamento o deformità della parte colpita, talvolta con

presenza di zone di colore bluastro,

limitazione o impossibilità dei movimenti

LE COMPLICAZIONI:

• shock (da dolore, da spavento o da perdita di sangue)

• lesioni a vasi sanguigni, nervi e muscoli

• lesioni ad organi interni

• embolia

• infezioni

COMPLICAZIONI DELLA FRATTURA

Lesione nervosa

Contaminazione

(batterica) della ferita

Lesione ai tessuti molli

Lesioni ai vasi sanguigni

COSA FARE:

• applicare ghiaccio o prodotti simili (panni imbevuti con acqua

fredda) sulla lesione,

• proteggere la ferita e l’osso fratturato con una medicazione

sterile

immobilizzare la parte nella posizione in cui si trova o se

possibile in posizione di rilassamento, comprendendo

sempre l’articolazione a monte e quella a valle; tale

immobilizzazione si ottiene con uno steccaggio

COSA NON FARE:

muovere il ferito prima che la lesione sia stata immobilizzata

forzare la parte

cercare di far rientrare il moncone di osso di una frattura

esposta

immobilizzare stringendo eccessivamente

tentare di riposizionare l’osso nella sua sede

sottovalutare il trauma

ALCUNI ESEMPI DI STECCATURA

I TRAUMI

DELLA COLONNA VERTEBRALE

COME SI MANIFESTA UNA FRATTURA E/O LESIONE ALLA COLONNA

VERTEBRALE:

dolore alla schiena

formicolii e/o insensibilità agli arti (verificare tale possibilità

pizzicando gli arti)

paralisi

N.B. L’assenza di questi sintomi non esclude una frattura

della colonna vertebrale

Un soggetto che ha ricevuto un colpo violento alla schiena o

è caduto dall’alto in piedi o seduto va sempre considerato un

probabile fratturato di colonna; è possibile che il midollo non

abbia subito lesioni ma queste potrebbero comparire durante

tentativi di soccorso non corretti.

COSA FARE:

• AGIRE CON MOLTA PRECAUZIONE; una manovra non corretta

può causare una lesione permanente del midollo spinale con

conseguente paralisi e a volte la morte;

• se è necessario spostarlo, in quanto vi sono pericoli

imminenti, usare una superficie piana e rigida (porta, asse

molto larga) senza modificare la posizione in cui si trova il

soggetto

• nel caso in cui non si disponga di una superficie rigida su cui

trasportare l’infortunato, è necessario farsi aiutare da altre tre o

quattro persone utilizzando la tecnica del trasporto senza barella

• coprire l’infortunato con una coperta e tranquillizzarlo

ESEMPIO DI

TRASPORTO DI

UNA PERSONA

CON TRAUMA

ALLA COLONNA

VERTEBRALE

COSA NON FARE :

• muovere l’infortunato ( a meno che non vi sia assoluta necessità)

• in ogni caso durante il sollevamento e il trasporto dell’infortunato la

colonna vertebrale non deve mai essere piegata, distorta e dislocata

dal suo asse.

La testa, il collo, il tronco, devono sempre rimanere sullo stesso asse.

TRAUMI CRANICI

Se il cranio subisce un trauma di elevata entità si può avere la rottura

di un vaso sanguigno con fuoriuscita di sangue; in questo caso però il

tessuto non può espandersi a sufficienza poiché il cranio limita tale

espansione e pertanto si ha un aumento della pressione intracranica

con importanti conseguenze.

COME SI MANIFESTA UN TRAUMA CRANICO

dolore (dal semplice mal di testa a grave sensazione di malessere)

alterazione dello stato di coscienza (perdita parziale o totale dello

stato di coscienza)

confusione mentale

nausea e vomito

diverso diametro delle pupille tra i due occhi

I sintomi possono tuttavia comparire anche dopo ore dal trauma.

N.B. TUTTE LE PERSONE CHE HANNO SUBITO UN

TRAUMA CRANICO VANNO TRASPORTATE IN

OSPEDALE.

COMPLICAZIONI:

EMORRAGIA: il trauma, anche se non ha provocato fratture craniche, può

aver causato rottura dei vasi sanguigni a contatto con il cervello.

In caso di frattura aperta il sangue può riversarsi all’esterno mentre se c’è

una frattura della base cranica, il sangue può riversarsi all’esterno in modo

indiretto, ossia attraverso l’orecchio, la bocca o il naso.

PERDITA DI COSCIENZA: tale condizione può provocare la scomparsa

dei riflessi di difesa, fra cui la tosse, che permette l’espulsione di materiali

penetrati nelle vie respiratorie.

Si può così avere l’aspirazione nelle vie aeree di materiale come sangue,ecc.

con conseguente blocco del respiro.

ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO: la lesione cerebrale può interessare

i centri nervosi che regolano l’attività cardiaca e la respirazione provocandone

l’arresto.

COSA FARE:

• distendere il soggetto in posizione supina,

• accertarsi che il battito cardiaco e la respirazione siano presenti

medicare l’eventuale ferita,

• se il soggetto è incosciente metterlo nella posizione laterale di

sicurezza,

• chiamare tempestivamente ed attendere il personale sanitario

tenendo costantemente sotto controllo il polso carotideo e il respiro

poiché l’arresto cardiorespiratorio può manifestarsi in qualunque

momento

COSA NON FARE:

nei casi con frattura aperta all’esterno, non cercare di spingere

all’interno del cranio la materia cerebrale eventualmente fuoriuscita,

coprire solo la ferita con garza sterile,

non tentare di spostare l’infortunato se non vi sono pericoli imminenti,

non sottovalutare una possibile frattura cranica

TRAUMI DEL TORACE

(FRATTURE COSTALI)

COME SI MANIFESTANO:

• dolore vivo in sede di frattura che provoca difficoltà nel respirare profondamente;

COSA FARE:

• CHIAMARE IL 118,

• muovere l’infortunato con estrema cautela in attesa dell’arrivo dei medici del

118

TRAUMI DELL’ADDOME

Possono determinare pericolosi stati di shock causati da emorragie

interne; pertanto è necessario non sottovalutare questo tipo di

lesione.

COMPLICAZIONI:

• shock molto grave

• emorragie interne

• infezioni del peritoneo

COSA FARE:

CHIAMARE IL 118

• distendere l’infortunato in posizione supina, con le ginocchia

semiflesse,

• tamponare, comprimendo la ferita, se presente, con garze sterili,

• coprire l’infortunato con teli per evitare la dispersione termica,

• attendere l’arrivo dei sanitari per il trasporto in ospedale

COSA NON FARE:

tentare di far rientrare nell’addome tratti di intestino fuoriusciti

dare da bere al ferito

LA SINDROME DA SCHIACCIAMENTO

Questa sindrome si può verificare in conseguenza dello

schiacciamento di ampie parti del corpo per crollo di edifici, per

esplosioni, infortuni sul lavoro (ribaltamento di macchine operatrici,

cedimento di terrapieni).

COSA FARE:

CHIAMARE IL 118

• prima di rimuovere le cause della compressione è necessario applicare

un bendaggio compressivo alla radice dell’arto traumatizzato allo scopo di

diminuire la distribuzione nell’organismo, attraverso la circolazione

generale, dei prodotti della necrosi muscolare,

• se la compressione è prolungata, di notevole entità e/o in

presenza di evidenti segni di shock, si deve applicare il laccio

• collocare l’infortunato in posizione anti-shock

• proteggere l’infortunato dalle basse temperature con coperte

L’AMPUTAZIONE DI UN ARTO

COSA FARE:

• valutare il grado di emorragia in funzione della sede di amputazione e

arrestarla,

• utilizzare le tecniche dei punti di pressione oppure il laccio emostatico se ciò è

necessario

• non applicare il laccio emostatico a meno che gli altri metodi per

arrestare l’emorragia si siano rivelati inutili,

• proteggere il moncone con un bendaggio in corrispondenza della

ferita

• immobilizzare il moncone, anche con mezzi di fortuna, come un’asse rigida,

• avvolgere la parte amputata in medicazioni sterili e fissare il materiale della

medicazione con una benda di garza autoaderente

L’OCCHIO

La penetrazione di un corpo estraneo nell’occhio è un evento

comune, basta pensare ad una piccola scheggia di legno o della

fuliggine, che facilmente possono raggiungere la congiuntiva.

Il soggetto avverte vivo dolore all’occhio interessato, seguito da

arrossamento, lacrimazione,ipersensibilità alla luce, impossibilità alla

visione.

Sotto lo stimolo del bruciore l’infortunato cerca di rimuovere il corpo

estraneo strofinandosi l’occhio anche con una certa intensità.

Ciò può determinare una penetrazione del materiale in profondità con

lesioni ben più gravi del previsto.

La prima cosa da fare è, quindi, il NON permettere alla persona di

strofinarsi, non tentare l’apertura delle palpebre se questa manovra non

risulta facile, non cercare di rimuovere l’oggetto (anche le lenti a contatto).

Se l’oggetto si sposta liberamente nell’occhio, bisogna asportarlo con

adeguato lavaggio oculare.

Già la lacrimazione è un lavaggio naturale, ma, nel caso non bastasse,

bisogna:

- mettere a riposo l’occhio sano coprendolo con un fazzoletto pulito o delle

garze,

- aprire bene l’occhio leso e versare per 10/15 minuti acqua tiepida

dall’angolo interno (regione nasale) all’angolo esterno in modo che

defluisca dall’occhio

Nel caso di ustioni oculari, dovute all’azione di sorgenti di calore o anche a

sostanze chimiche il dolore avvertito dal soggetto è insostenibile.

Può esserci lacrimazione imponente e chiusura serrata dell’occhio.

In questi casi non bisogna mai tentare di forzare la chiusura, ma è necessario

bendare entrambi gli occhi e rivolgersi con urgenza al Pronto Soccorso.

Può essere utile portare con sé la sostanza che ha colpito l’occhio per facilitare

le cure.


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