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Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Date post: 05-Jan-2017
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NORME TECNICHE DELL’ORTO ETICO: Produzioni vegetali Pratiche agronomiche A) Concimi ed ammendanti ammessi 1) Escrementi animali compostati provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km). 2) Preparati Biodinamici utilizzando escrementi e scarti animali da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km). 3) Rifiuti domestici compostati o fermentati, compost di fogliame e di residui vegetali. 4) Prodotti e sottoprodotti di origine animale provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinan- ze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km). 5) Segatura, cortecce, cenere di legno e trucioli di legno da legname non trattato chimicamente e provenienti da segherie o altre fonti ubicate nelle vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km). 6) Carbonato di calcio di origine naturale 7) Farina di roccia ed argille 8) Macerati vegetali 9) Concimi etici non presenti in elenco verranno presi in esame singolarmente Nota* la definizione di allevamento industriale è riferita nel Reg CE 834/2007 L’elenco potrebbe subire variazioni ed integrazioni. B) Antiparassitari e prodotti fitosanitari ammessi 1) Vedere Allegato II Reg. CE 889/2008 C) Rotazioni e consociazioni (Arboree escluse) L’orto etico prevede un piano di rotazione triennale, in cui la stessa famiglia di vegetali non può ripetersi sullo stesso appezzamento per almeno tre anni se non come coltura consociata ad una primaria, nell’arco dei tre anni deve essere inserita almeno 1 volta una leguminosa o 1 sovescio. D) Biodiversità Nella scelta delle sementi degli ortaggi, sarà data particolare attenzione alle cultivar autoctone, ovvero alle vecchie specie locali. E) Materiale di propagazione Le sementi devono essere possibilmente di origine biologica ed obbligatoriamente non trattate con prodotti chimici, le piantine da trapianto devono essere autoprodotte o acquistate da rivenditori, a patto che siano pro- venienti da semente non trattata e che le piantine stesse non siano state trattate con antiparassitari e fitosani- tari non ammessi.
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Page 1: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

NORME TECNICHE DELL’ORTO ETICO: Produzioni vegetali

Pratiche agronomiche

A) Concimi ed ammendanti ammessi

1) Escrementi animali compostati provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinanze dell’area

di spandimento ( massimo 50 Km).

2) Preparati Biodinamici utilizzando escrementi e scarti animali da allevamenti non industriali* ubicati nelle

vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).

3) Rifiuti domestici compostati o fermentati, compost di fogliame e di residui vegetali.

4) Prodotti e sottoprodotti di origine animale provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinan-

ze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).

5) Segatura, cortecce, cenere di legno e trucioli di legno da legname non trattato chimicamente e provenienti

da segherie o altre fonti ubicate nelle vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).

6) Carbonato di calcio di origine naturale

7) Farina di roccia ed argille

8) Macerati vegetali

9) Concimi etici non presenti in elenco verranno presi in esame singolarmente

Nota* la definizione di allevamento industriale è riferita nel Reg CE 834/2007

L’elenco potrebbe subire variazioni ed integrazioni.

B) Antiparassitari e prodotti fitosanitari ammessi

1) Vedere Allegato II Reg. CE 889/2008

C) Rotazioni e consociazioni (Arboree escluse)

L’orto etico prevede un piano di rotazione triennale, in cui la stessa famiglia di vegetali non può ripetersi sullo

stesso appezzamento per almeno tre anni se non come coltura consociata ad una primaria, nell’arco dei tre anni

deve essere inserita almeno 1 volta una leguminosa o 1 sovescio.

D) Biodiversità

Nella scelta delle sementi degli ortaggi, sarà data particolare attenzione alle cultivar autoctone, ovvero alle

vecchie specie locali.

E) Materiale di propagazione

Le sementi devono essere possibilmente di origine biologica ed obbligatoriamente non trattate con prodotti

chimici, le piantine da trapianto devono essere autoprodotte o acquistate da rivenditori, a patto che siano pro-

venienti da semente non trattata e che le piantine stesse non siano state trattate con antiparassitari e fitosani-

tari non ammessi.

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Questo testo è stato approvato dal consiglio direttivo dell’AOE ma è provvisorio in quanto gli argomenti trattati

sono in continua evoluzione, per cui il consiglio direttivo dell’AOE si riserva di rivedere, ampliare o modificare il

testo stesso

MANUALE DELL’ORTO ETICO

Breve storia dell’agricoltura biologica

Innanzitutto bisogna fare una distinzione, nel passato remoto l’uomo ha sempre coltivato “orti etici” ed è sem-

pre sopravvissuto.

L’agricoltura biologica “moderna” nasce, in principio, come complemento agli studi di antroposofia di Rudolf

Steiner che vedeva l’uomo come particella di un equilibrio cosmico, lo stesso Steiner scrisse nel 1913 tratterello

di agricoltura conforme alla sua dottrina.

Un suo allievo Pfifer riadattò e perfezionò l’agricoltura Steineriana e nacque la biodinamica.

Myller, un politico svizzero degli anni 30’ fu il precursore dei Km 0, infatti, diede un impulso sociale, politico ed

economico predicando l’autosufficienza dei contadini e la necessità di ridurre la distanza tra le fasi di produzio-

ne e di consumo.

Poco dopo l’austriaco Hans Peter Rush riadattò le idee di Myller arricchendole dell’utilizzo in prevalenza di fonti

rinnovabili, quello che attualmente potrebbe essere il nostro Orto etico.

Negli anni 50 con la ripresa economica, la chimica e le multinazionali cambia l’agricoltura e gli agricoltori si divi-

dono. Alcuni sposano le nuove tecniche ed altri seguono un’ideologia più naturale.

Il 68’ porta, grazie al contesto sociale e culturale, una rinascita dell’agricoltura biologica che negli anni 70 si riaf-

ferma grazie anche ai movimenti ecologisti ed in Inghilterra nascono i primi disciplinari di produzione. Sempre

nel Regno Unito nasce contestualmente l’IFOAM (International Federation of Organic Agricoltural mouve-

ments).

Negli anni 80 e 90 l’agricoltura diventa un’industria e l’agricoltura biologica resta marginale, fino a quando la

CEE redige un regolamento (2092/91) che disciplina l’agricoltura biologica, promuovendola con relativi premi

per gli agricoltori che aderiscono. Riemerge l’agricoltura biologica.

Tuttora il biologico sta uscendo dalla marginalità, grazie agli studi più approfonditi si sono potuti verificare i pro-

blemi causati dall’indiscriminato uso di prodotti chimici di sintesi che, inevitabilmente entrano in tutta la catena

alimentare ed inquinano l’ambiente. La ricerca di un modo “pulito” di coltivare ha fatto passi da gigante pareg-

giando spesso i risultati ottenuti con l’impiego della chimica.

Attualmente il reg. CEE. 2092/91 è stato sostituito dal più attuale 834/2007 e 889/2008 che disciplina il metodo

di produzione biologico.

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Conoscere il terreno e le esigenze dei vegetali

Il terreno è, a tutti gli effetti, un organismo vivente, formatosi nel corso di millenni e tuttora in evoluzione.

La parte del terreno che noi utilizziamo per le coltivazioni è l’apparato digerente della pianta ed è costituito

principalmente da materiali inerti; Argilla e Limo che rappresentano la parte più fine, sabbia, ghiaia e ciottoli

quella più grossolana, calcare, macro e micro elementi concorrono a determinare importanti caratteristiche,

una in particolare è il ph. La sostanza organica ovvero l’humus è la parte viva, il risultato dell’azione degli organi-

smi che popolano il terreno e, assieme a macro e microelementi, determina la fertilità ed il patrimonio da sal-

vaguardare. H2O e CO2 sono elementi sempre presenti nel terreno.

Cosa determina la qualità del terreno del nostro orto? Sostanzialmente il rapporto tra i principali componenti

del terreno stesso, la percentuale di humus ed il suo ph.

Generalmente il terreno ideale per l’orto dovrebbe essere di medio impasto, ben drenato e ben dotato di so-

stanza organica con un ph neutro e cioè compreso tra 6,5 e 7.

E’ importante conoscere le caratteristiche di base del nostro terreno per intervenire con la finalità di migliorarlo,

analizzando le percentuali di argilla, limo e sabbia, si può capire quali di questi elementi compongono in preva-

lenza il nostro terreno e cosa possiamo fare per ottimizzarlo.

I terreni argillosi sono in grado di assorbire una grande quantità di acqua, un vantaggio per la stagione calda ma

dopo grandi periodi di pioggia rimangono fangosi ed asfittici. Con il secco invece tendono a formare una crosta

compatta che si crepa, l’argilla ha il grande vantaggio di trattenere le sostanze nutritive che rimangono più a

lungo a disposizione dei vegetali.

I terreni sabbiosi tendono ad asciugarsi rapidamente ma di contro non trattengono acqua in periodi di siccità

costringendo ad innaffiature. Pure la capacità di trattenere le sostanze nutritive è scarsa.

Si deduce che l’optimum è rappresentato dai terreni di medio impasto.

Ammendanti e concimazioni possono aiutarci a raggiungere una condizione migliore del terreno, importante

specificare che i concimi e gli ammendanti devono agire esclusivamente sul terreno e non sulla pianta.

Pensate al terreno come al frigo di casa vostra o meglio ad un mercato in una bella piazza baciata dal sole, e voi

siete le piante. Girando tra i banchi del mercato decidete di cosa avrete voglia di mangiare e lo acquistate. Que-

sto è quello che fanno le piante in un orto fertile, decidono di prelevare dal terreno le sostanze nutritive che ne-

cessitano in quel preciso periodo.

Condizione fondamentale per permettere ciò è una buona dotazione di sostanza organica e di microrganismi.

Condizione fondamentale per la vita delle piante è la fotosintesi clorofilliana, il processo con il quale le piante ri-

cavano energia dalla luce del sole, prelevando anidride carbonica ed espellendo ossigeno. Tutte le piante hanno

bisogno di luce per sopravvivere, anche se in percentuali differenti.

L’acqua pure è un elemento fondamentale per la vita vegetale, mentre il terreno non lo è, ci sono piante che vi-

vono su altre piante, o che non utilizzano il terreno come substrato, tant’è che non hanno radici. Nel nostro ca

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so, tutte le colture orticole necessitano di terreno, sia come ancoraggio che come “apparato digerente”, neces-

sario per attingere il nutrimento.

Principali lavorazioni del terreno

Ogni volta che andiamo ad intervenire sul terreno, modifichiamo le sue caratteristiche, sia nel bene che nel ma-

le.

Il terreno non lavorato presenta particelle riunite di argilla, limo, sabbia e sostanza organica, i microrganismi che

popolano il suolo, a causa della scarsità di ossigeno, lavorano e prolificano lentamente.

Qualunque sia la lavorazione, si provoca un mutamento delle caratteristiche chimico- fisiche, distruggendo le

particelle ed aumentando l’ossigenazione, favorendo la proliferazione di questi microrganismi, influenzando più

o meno pesantemente l’arricchimento della microflora tellurica (del terreno).

Negli ultimi anni, grazie a vari studi ed esperimenti, si è messa in discussione la reale necessità del rivoltamento

completo degli strati superficiali del terreno. Infatti, come potete immaginare, se rivoltiamo gli strati, la sostanza

organica ancora indecomposta che si trova in superficie viene a collocarsi in profondità, già questo potrebbe

provocare degli squilibri causati da fermentazioni anaerobiche o semplicemente per il fatto che la microflora e

la microfauna si trovano a profondità invertite.

Studi hanno dimostrato che soprattutto i batteri nitrificanti (responsabili della fissazione dell’azoto nel terreno)

sono inibiti dall’aratura.

Alcuni microbiologi hanno studiato che nel terreno non lavorato, viene ad instaurarsi una complessa simbiosi

tra la pianta ed i microrganismi del terreno. Le radici producono essudati (cataboliti della fotosintesi) di cui i mi-

crorganismi si nutrono consumando ossigeno, quando l’ossigeno esaurisce si viene a formare etilene. Questo

gas inibisce i microrganismi e difende la pianta da malattie micotiche. L’assenza di ossigeno favorisce pure la

rottura di cristalli ferrici che liberano solfati ed oligoelementi (in particolare potassio, magnesio ed ammonio) in

forma disponibile per la pianta. Quando l’ossigeno torna a riempire i micrositi, i microrganismi riprendono la lo-

ro attività, ed il ferro, riossidandosi, trattiene gli elementi non assorbiti dalla pianta impedendo il dilavamento

degli stessi.

Nelle praterie e nei boschi naturali è sempre presente l’etilene, indice di continuo lavoro dei microrganismi,

mentre è pressoché assente in suoli agricoli. Interessante notare il fatto che in natura le malattie crittogamiche

rivestono un ruolo insignificante.

Altri svantaggi delle lavorazioni profonde sono rappresentati dalla maggiore erosione del suolo ed il dispendio

energetico elevato; Braccia per l’orticoltore dilettante, carburane ed utilizzo dei mezzi per l’agricoltore profes-

sionista.

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Agronomicamente parlando ci sono casi in cui è inevitabile ricorrere all’aratura/vangatura con rivoltamento

della zolla:

1) Quando si intende coltivare un terreno mai coltivato

2) Interrare la sostanza organica per la concimazione di fondo

3) Interrare il sovescio

4) Favorire il disseccamento delle infestanti in estate

5) In caso di massicce infestazioni di roditori

In tutti gli altri casi sarebbe opportuno effettuare una vangatura senza rivoltamento (vedi fig. 2), seguita

da uno sminuzzamento a carico degli eventi atmosferici.

Per estensioni maggiori si potrà utilizzare un erpice o un motocoltivatore.

Concimazione La concimazione “moderna” è basata sul principio della restituzione dei principali Macroelementi, N (azoto), P

(fosforo) e K (potassio), sottratti dalla pianta al terreno durante il ciclo produttivo.

Questo principio è indiscutibilmente errato. Le concimazioni chimiche, in scarsità di Humus, non vengono fissate

al terreno e quindi ciò che non viene utilizzato dalla pianta viene perso. Questo produce un enorme dispendio di

energie che vanno sprecate e sono una delle principali cause di inquinamento delle falde e non solo.

Spesso un’errata concimazione porta ad un maggiore attacco da parte dei parassiti, sia animali (insetti) che ve-

getali (funghi), a causa di uno sviluppo sproporzionato della pianta ed influisce inoltresulle caratteristiche finali

del prodotto

Il modo migliore di fornire al terreno ed alle piante le sostanze di cui abbisognano è tramite l’apporto di sostan-

za organica e più precisamente di Humus.

Per questo motivo ci limiteremo ad analizzare concimi ed ammendanti in linea con la nostra filosofia di Orto

Etico

L’Humus è una sostanza organica complessa, composta in maggior parte da Acidi Umici ed Acidi Fulvici, questi,

hanno la caratteristica di “Polimerizzare” altri composti organici più semplici (zuccheri, amminoacidi, vitamine,

composti aromatici ecc) e particelle minerali inorganiche come N, P, K, Mg ecc.

Questa caratteristica permette a queste sostanze di essere trattenute nel terreno e disponibili per la pianta.

Come si forma l’Humus

Decomposti vegetali ed animali come Lignine, Cellulosa, Deiezioni, che hanno un rapporto C/N (carbonio/azoto)

molto elevato, vengono attaccati da microrganismi che li trasformano in sostanze organiche più semplici (zuc-

cheri, amminoacidi, vitamine, composti aromatici ecc).

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Queste sostanze sono chimicamente instabili e vengono rielaborate da altri microrganismi che trasformano que-

sti composti in Humus, con un rapporto C/N tra 10 e 25.

L’Humus di per sé è idrosolubile, tende quindi a scomporsi in particelle inorganiche più semplici, legandosi

all’argilla del terreno, questo processo avviene molto lentamente per cui la forma organica resiste per più tem-

po, garantendo una cessione ottimale degli elementi alle piante.

Le caratteristiche del nostro terreno ed il suo ph, influenzano il suddetto processo, determinando quindi le di-

verse caratteristiche pedoclimatiche.

Da questa analisi risulta pure il fatto che l’Humus non è una risorsa infinita nei terreni coltivati, un apporto co-

stante è necessario per mantenere ed accrescere la fertilità, consideriamo inoltre che la Sostanza Organica è già

di per sé un correttore del terreno, favorendo una struttura granulometrica ottimale; aumenta la capacità di

idroscopica nei terreni sabbiosi e alleggerisce quelli argillosi.

Influenza dell’Humus sullo stato chimico del terreno

a) Agisce come accumulatore naturale di elementi chimici che vengono poi ceduti come precedentemente detto.

b) Influenza l’assimilabilità dei microelementi e del Fosforo mediante la Chelazione dei Cationi

c) Svolge effetto tampone sul ph

d) Trasforma il ferro in forma assimilabile (solubile)

Azione biologica dell’Humus a) Stimola la germinazione dei semi

b) Stimola lo sviluppo radicale e la densità di peli radicali aumentando il “Potere assorbente” della pianta stessa

c) Stimola la fotosintesi ed il contenuto di clorofilla

d) Migliora l’assorbimento dell’azoto

e) Stimola l’aumento di noduli fissatori nelle leguminose

f) Protegge da agenti tossici, infatti la capacità di trattenimento non si limita agli elementi utili alla pianta ma an-

che alle molecole tossiche che vengono trattenute.

Quali sono dunque i “materiali fertilizzanti” utilizzabili al fine di incrementare la fertilità del terreno

dell’Orto Etico?

LETAME

Il letame è costituito dalle deiezioni animali e dalla lettiera utilizzata nelle stalle, in base all’animale e

alla lettiera impiegata cambia il tipo di letame ed il rapporto NPK.

In genere il letame equino ed ovino è più ricco e contiene poca acqua, quindi “scalda molto” e può

essere utilizzato per i Letti Caldi.

La pollina è molto ricca di elementi nutritivi, tant’è che se non è perfettamente decomposta può causare

danni alle colture.

Il letame suino non è molto utilizzato perché è ricco di acqua e quindi più povero di elementi, mentre

quello bovino è il più utilizzato ed è una via di mezzo.

L’azoto organico presente nel letame è originato da parti non digerite di alimenti e dalle masse

microbiche intestinali, è insolubile in acqua e quindi non soggetto al dilavamento.

Le urine invece si scindono in NH3 e CO2 formando una combinazione solubile in acqua, sono subito

disponibili per la pianta ma si corre il rischio di bruciarla, inoltre, ciò che non viene assorbito finisce

nelle falde causando inquinamento da nitrati.

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Caratteristiche del letame in base alla provenienza

Provenienza Azoto% Fosforo% Potassio%

Polli 1.1 0.8 0.5

Pecore 0.7 0.3 0.9

Cavalli 0.7 0.3 0.6

Bovini 0.6 0.2 0.5

Suini 0.5 0.3 0.5

Conigli 2.4 1.4 0.6

Il letame deve essere ben maturo prima di essere distribuito, cosi si evita l’incorrenza di marciumi in

colture sensibili, come patate, aglio, carote ed insalate. E’ stato inoltre dimostrato che con una corretta

maturazione si eliminano eventuali tracce di antibiotici somministrati al bestiame non proveniente da

allevamenti biologici, questi antibiotici influenzano, limitandoli, i microrganismi presenti nel terreno.

Una volta stabilizzato il letame può essere distribuito sul terreno, preferibilmente prima della

lavorazione, in modo da interrarlo per 10-15 cm, nel caso non si effettuino lavorazioni va benissimo

anche sparso sulla superficie, i lombrichi lo trasporteranno in profondità per voi.

Una dose indicativa va dai 200 ai 400 Kg/100 mq di letame compostato

FERTILIZZANTI MINERALI NATURALI

Questi ammendanti sono utili per correggere e bilanciare il terreno, fosforo, potassio, magnesio e calcio

sono elementi indispensabili e concorrono a stabilizzare la struttura organica del terreno.

Fosforiti

Sono ottenute dalla macinazione di rocce fosfatiche, devono essere distribuite in forma finissima perché

sono insolubili, sono ottime per le colture avide di calcio come alcune leguminose e le crucifere.

Contengono circa il 30% di anidride fosforica e vanno distribuite in campo o preferibilmente nel

compostaggio, nel primo caso 2 Kg/100 mq nel secondo 1 Kg ogni 100 Kg di compost.

Farina di rocce

Questo ammendante si ottiene dalla frantumazione di lave o altre rocce vulcaniche, sono ricche, oltre

che di potassio, di altri oligoelementi indispensabili alla pianta, soprattutto silicio, importante elemento

che ha la capacità di potenziare la naturale resistenza delle piante verso i patogeni.

Questa polvere di roccia è pure un ottimo correttore del terreno, le rocce basaltiche o la dolomia che

hanno un ph alcalino, sono utili in terreni acidi, mentre i graniti e i porfidi sono più adatti a correggere

terreni alcalini.

Alcuni studi hanno evidenziato come le polveri di roccia influiscano positivamente sulla granulometria

del terreno.

Possono essere distribuite nel composto o a pieno campo, la dose indicativa è di 5-10 Kg/100 mq.

Cenere di legna

Ottimo ammendante potassico, svolge pure un’azione preventiva verso numerose crittogame. La cenere

deve essere mescolata al terreno o nelle buchette di semina o trapianto, non va sparsa in superficie in

quanto sembra che comporti delle conseguenze negative sulla struttura del terreno, soprattutto in quelli

argillosi.

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Compostaggio Il compostaggio ci permette di produrre humus, riproducendo, in piccola scala, ciò che avviene in natura, cioè la

trasformazione di materiali organici in humus.

Questo processo è svolto da innumerevoli microrganismi come batteri, funghi, miriapodi, alghe ecc. ognuno di

questi microrganismi necessita di particolari condizioni per proliferare, le tecniche di compostaggio tengono

conto di questo e mirano a produrre il compost migliore nel più breve tempo possibile.

Composizione

Per garantire una fermentazione ottimale del composto ci dovrebbe essere un rapporto C/N di 25-30 (25-30 par-

ti di carbonio per una parte di azoto), per chiarire il concetto identifichiamo i materiali di partenza ricchi di que-

sti elementi:

Materiali ricchi di Carbonio: segatura, cortecce, paglia, fieno, residui di potatura, carta, cellulosa e amido.

Materiali ricchi di Azoto: scarti di cucina, scarti dell’orto, deiezioni animali, frattaglie e sostanze proteiche in ge-

nerale.

Nel caso prevalgano materiali ricchi di carbonio, si avrà una decomposizione lenta con un tenore di humus più

basso, mentre, nel caso prevalgano i materiali ricchi di azoto si verificherà una perdita dello stesso sottoforma di

ammoniaca con uno spreco di risorse diversamente disponibili.

Il cumulo del compost dovrebbe essere ubicato in una zona comoda, accessibile e non utilizzata ai fini colturali,

per esempio a ridosso di una siepe o ai margini del bosco, deve essere distante da corsi d’acqua, pozzi e sorgen-

ti, al fine di evitare che i colaticci possano inquinare le falde.

Prima di predisporre il cumulo bisognerà predisporre sul terreno un drenaggio, per esempio ciottoli o mattoni,

cosi facendo, la circolazione di aria impedirà fermentazioni anaerobiche che ostacolano l’azione dei microrgani-

smi.

Il cumulo dovrebbe essere di forma triangolare, per favorire lo sgrondo delle acque piovane, tendenzialmente le

misure utilizzate per il compostaggio sono 1,5-2m di larghezza per 80-150cm di altezza, la lunghezza del cumulo

sarà dettata dalla quantità di materiale da compostare e dalla disponibilità di spazio.

Umidità

L’umidità ottimale per l’azione dei microrganismi è compresa tra il 40 ed il 60%, una quantità d’acqua maggiore

potrebbe causare asfissia e quindi inibire l’azione dei microrganismi, come pure un’eccessiva secchezza.

Per assicurare al cumulo un’adeguata umidità è necessario far asciugare all’aria i materiali troppo umidi come

l’erba ed i residui di ortaggi e bagnare quelli troppo secchi come i trucioli di legno. Miscelando materiali umidi

con materiali secchi si ottiene un ottimo risultato.

Gli ammendanti (polveri di roccia e fosforiti) contribuiscono ad abbassare il tasso di umidità, oltre che a correg-

gere e migliorare le caratteristiche del prodotto finito, tenete presente infatti che il compost presenta sempre

un ph acido, soprattutto quello realizzato con residui vegetali.

Temperatura

Ci sono due gruppi di microrganismi che operano all’interno del compost, i mesofili che lavorano con tempera-

ture comprese tra 10 e 45°C ed i termofili che prosperano dai 45 ai 70°C.

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È importante limitare gli sbalzi di temperatura nel cumulo, a tal fine è utile ricoprirlo con paglia, fieno, terra o

sacchi di iuta, materiali che assicurano in qualsiasi caso il ricircolo di aria.

Durante il periodo di fermentazione del cumulo, sarà necessario rivoltarlo almeno una volta per permettere al

materiale in decomposizione di arieggiarsi e di amalgamarsi in maniera ottimale, durante questa operazione sa-

rà semplice inoltre accertarsi sullo stato stesso della decomposizione.

In genere il composto finale dovrebbe essere di colore scuro e di odore gradevole, e si ottiene in media in circa

un anno.

Compost di fogliame

Questo compost è molto valido ed ecologico, permette di correggere il terreno utilizzando le f oglie di specie

diverse, per esempio le foglie di frassino vanno bene per correggere terreni acidi, mentre quelle di castagno so-

no ottimi per i terreni alcalini e colture acidofile.

Il compost di fogliame va miscelato con terra e polvere di roccia, per evitare un’eccessiva circolazione di aria che

rallenterebbe il processo.

Normalmente il composto è pronto in un anno ma si possono utilizzare le foglie semidecomposte come paccia-

matura.

Il sovescio

Il sovescio è una pratica colturale che consiste nel coltivare piante erbacee destinate ad essere interrate

in un preciso periodo del loro ciclo vegetativo, al fine di migliorare la fertilità e la struttura del terreno.

Questa pratica era già molto diffusa, secoli addietro, in Cina e nel bacino del Mediterraneo, purtroppo,

con l’avvento della chimica, il sovescio è pressoché scomparso.

Negli ultimi anni, grazie alla ricerca di pratiche agronomiche ecocompatibili ed ai disciplinari di

produzione biologica, c’è stata una riscoperta ed una conseguente rivalutazione del sovescio, al quale

sono stati riconosciuti innumerevoli vantaggi, vediamo quali;

a) Miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche del terreno

b) Protezione verso l’erosione superficiale ed il compattamento

c) Protezione contro il dilavamento dei minerali idrosolubili

d) Arricchimento di sostanza organica

Tra un ciclo colturale e l’altro, se il terreno rimane scoperto, si verifica un dilavamento dei Sali minerali

idrosolubili presenti nel terreno, con una conseguente diminuzione di fertilità ed influenze negative pure

sulle caratteristiche chimico fisiche, in particolare sulla capacità di scambio cationico.

In presenza di radici che “lavorano” il terreno, rendendolo soffice ed aerato, i microrganismi aerobici

(responsabili dei processi di umificazione) lavorano meglio, inoltre le secrezioni radicali delle piante da

sovescio, favoriscono il naturale arricchimento del suolo.

Le radici svolgono un’azione meccanica nel terreno, migliorandone la struttura, limitando l’erosione ed

il dilavamento provocato da acqua e vento. La copertura del suolo, provocando ombreggiamento, limita

la disidratazione del suolo stesso, fattore che limiterebbe l’azione dei microrganismi.

Il sovescio è un enorme fonte di fertilità, pensate che un sovescio di leguminosa può apportare fino a 5

t/ha di Sostanza organica e 350 kg di Azoto, l’equivalente di 800 kg di urea. L’urea però, contiene

esclusivamente N minerale idrosolubile, soggetto quindi al dilavamento, mentre, l’azoto del sovescio è

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totalmente organico, non viene quindi dilavato ed è sempre disponibile.

Sovescio in pratica

Per ottenere un risultato ottimale, la concimazione verde andrebbe interrata al momento della

fioritura, quando la pianta ha accumulato maggior energia.

Sovescio annuale

si utilizza per favorire una ripresa dell’attività biologica in terreni incolti, esauriti, sbancati o per

convertire campi precedentemente coltivati chimicamente.

Seminando un miscuglio di leguminose e graminacee si ottengono ottimi risultati.

Sovescio pre e post-colturale

Si intende il sovescio seminato prima o dopo una coltura principale, questa pratica si utilizza per

garantire una costante copertura del suolo ed un arricchimento del terreno in attesa di un nuovo ciclo

produttivo. A tal fine si scelgono le essenze in base al periodo dell’anno ed al tempo a disposizione

Esempi:

1) Semina di un miscuglio di graminacee e leguminose dopo il raccolto di patate, per averle poi falciate,

trinciate ed interrate prima dell’inverno.

2) Semina primaverile di crucifere con ciclo breve 40/60 giorni, seguite da una coltura tardiva

(melanzane, peperoni, zucchine ecc)

Sovescio in consociazione con la coltura principale

Questa pratica, utilizzata prevalentemente in cerealicoltura ( trifoglio consociato con grano o mais), può

essere estesa all’orticoltura, per esempio, consociando trifoglio con pomodori, zucche, cavoli ecc. questa

consociazione limita la crescita di infestanti, limita la dispersione di acqua per evaporazione e fornisce

azoto, fissato dai batteri presenti nelle radici delle leguminose.

A fine ciclo tutto viene interrato arricchendo ulteriormente il terreno.

Questa pratica è molto vantaggiosa pure in viticoltura e frutticoltura.

Quali piante utilizzare

Le piante più utilizzate sono quelle appartenenti alla famiglia delle leguminose (trifoglio, pisello da

foraggio, lupino, veccia ecc), sulle cui radici alloggiano batteri (bacterium rhizobium leguminosa rum)

in grado di sintetizzare l’azoto atmosferico, immagazzinandolo in speciali tubercoli.

Quando la pianta viene interrata, questi tubercoli decomponendosi arricchiscono il terreno di azoto.

Si sceglieranno le specie da seminare in base al periodo, il tipo di terreno, il clima e la lunghezza del

ciclo.

Consociando leguminose con graminacee (sempre da sovescio) si sfrutta il maggior sviluppo autunnale

di quest’ultime, che riparano le leguminose, più suscettibili al gelo, mentre la maggior resistenza alla

siccità delle leguminose, in estate, garantisce una copertura ottimale del terreno.

Pure le crocifere vengono utilizzate per il sovescio, in quanto sono in grado di produrre un’enorme

massa verde in tempi più brevi rispetto alle leguminose.

Page 11: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Pianta Tipo di terreno ph Periodo di semina note

Colza Leggero, modio

impasto

Neuto-alcalino Autunno e

primavera

Resiste al freddo

Facelia tutti Neutro-poco acido Autunno e

primavera

Pronta dopo 6/9

settimane

Lupino Povero, sciolto Acido Primavera

Pisello da foraggio tutti Neutro-alcalino Primavera Pronta dopo 6/9

settimane

Serradella Sabbioso Acido Primavera Teme il freddo

Trifoglio incarnato Sciolto, asciutto e

povero di calcare

Acido Primavera Resistente al freddo

Trifoglio persiano sciolto Poco acido Primavera Resistente al freddo

Veccia (villosa) rustica Poco acido Autunno Teme il freddo

Veccia (sativa) rustica Poco acido Primavera Teme il freddo

Veccia (pannonica) argilloso Poco acido Autunno Pronta dopo 6/9

settimane

Riproduzione delle piante, realizzare un semenzaio e piantine da trapianto.

Le piante possono riprodursi in maniera sessuata o gamica e asessuata o agamica, nel primo caso

devono essere presenti organi maschili e femminili, costituiti da gameti aploidi (con corredo

cromosomico dimezzato)in seguito alla fecondazione vi è quindi un rimescolamento genetico e si

ottengono semi con caratteristiche genetiche proprie.

Nel caso di piante riprodotte per via asessuata (es. talee e margotte) si ottengono cloni, individui che

possiedono lo stesso corredo cromosomico della pianta madre.

In orticoltura, molti ortaggi sono riprodotti per via gamica, cioè da seme, mentre per alcune piante è più

conveniente la riproduzione agamica, per esempio il rosmarino, il timo e la salvia vengono benissimo da

talea, le patate si riproducono tramite i tuberi e le fragole dagli stoloni.

In qualsiasi caso nulla impedisce all’orticoltore di essere autosufficiente in ambito di riproduzione

vegetale.

Realizzare un semenzaio

Il semenzaio è un vivaio di sementi, dove vengono fatti sviluppare i semi di tutti i tipi di piante che verranno in seguito espiantati e ripiantati in pina terra od in vaso. Il semenzaio è riscaldato naturalmente dalla luce solare. Può essere composto da un appezzamento di terreno da una cassetta o da un vaso, dove si mettono i semi a dimora. I semenzai possono essere di diversa forma a seconda dell'esigenza e a seconda della coltivazione e possono venire realizzati in qualsiasi periodo dell'anno, solitamente, in seguito alla semina , vengono coperti da vari materiali (vetro, tessuto non tessuto, plastica ecc. ) per limitare i danni che potrebbero essere causati da cambi di temperatura, da gelo o da eccessiva insolazione.

La terra usata per i semenzai deve essere priva di parassiti, di eventuali spore e di semi di infestanti, si utilizzerà perciò un terriccio sterilizzato unito ad una parte di sabbia, in modo da favorire un buon drenaggio.

Page 12: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

I semi vanno sparsi sul terriccio e ricoperti con altro terriccio. l'innaffiamento va eseguito a pioggia per evitare che i semi vengano dispersi o che si accumulino. Spesso il semenzaio viene posto a ridosso di un muro e realizza-to su una superficie inclinata; in questo modo i raggi del sole producono un maggiore riscaldamento del terreno che permette una buona germinazione dei semi, guadagnando tempo. Questo tipo di semenzaio è molto usato negli orti.

Per colture hobbistiche si può usare un vaso oppure una cassetta di legno coperti, per garantire una buona pro-tezione ai semi. Alla germogliazione, se le piantine saranno troppo fitte, si dovrà provvedere alla diradazione in modo da garantire una buona crescita.

Piantine da trapianto

Sia che provengano dal semenzaio personale che acquistate presso negozi specializzati, le piantine da

trapianto offrono molteplici vantaggi: a) Permettono di abbreviare il ciclo vegetativo

b) Non richiedono operazioni di diradamento

c) Possono essere trapiantate in presenza di pacciamatura

d) Permettono un maggiore controllo sulle erbe infestanti

e) Precisione nel sesto di impianto

f) Si possono trapiantare in qualsiasi momento

g) Possibilità di ritardare il trapianto per scongiurare rischi di gelate tardive

Non tutto oro è quel che luccica, infatti di contro abbiamo: a) Stress da trapianto

b) Stress dovuto allo sbalzo termico per le piantine provenienti da serre

c) Difficile tracciabilità del prodotto (biologico o no?)

d) Costo elevato

e) Maggior predisposizione all’attacco di crittogame

f) Possibile contaminazione da patogeni od infestanti provenienti da altri luoghi

In qualsiasi caso ognuno farà la scelta in base al metodo colturale utilizzato, alle caratteristiche

climatiche della zona ed al tempo che può dedicare al proprio orto.

La luna

La Luna compie due moti durante il suo ciclo, il moto rotatorio ed il moto oscillatorio, in pratica le

fasi ascendente-discendente, ovvero la fase in cui, giorno dopo giorno, si alza dalla linea dell’orizzonte

da sud a nord, fino ad un punto massimo da cui inizierà la fase discendente.

Il ciclo ascendente dura 14 giorni ed in questo periodo la luna attraversa i segni zodiacali del sagittario,

capricorno, acquario, pesci, ariete e toro. Successivamente inverte il movimento da nord a sud e torna a

decrescere verso l’orizzonte.

Dal punto di vista agrario, prenderemo in considerazione le fasi di luna crescente e luna calante,

osservando la luna, se questa si presenta con la gobba verso destra o come una “D” saremo in luna

crescente, mentre con la gobba verso sinistra o come una “C” saremo in luna calante. Si parla di luna

nuova quando è appena iniziato il ciclo crescente e luna vecchia quando ormai è alla fine del ciclo

calante.

Page 13: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Quando la luna è ascendente, favorisce il flusso di linfa verso gli apici, per questo motivo la pianta

tende a crescere più velocemente ed è il periodo migliore per gli innesti e la raccolta dei frutti.

In luna discendente è favorito lo sviluppo radicale, potando in questo periodo si perde meno linfa,

trapiantando si favorisce lo sviluppo e l’affrancamento delle radici.

La tradizione contadina è legata alle fasi lunari, tuttavia è possibile che in luoghi e climi differenti ci

siano usanze differenti ma ugualmente valide.

Per semplificare l’utilizzo delle fasi lunari in agricoltura possiamo riassumere quanto segue:

LUNA CRESCENTE 1) Semina di cerali

2) Semina di ortaggi da frutto e da foglia, lattughe e spinaci escluse

3) Potatura di alberi deboli

4) Raccolta di erbe officinali

5) Raccolta di ortaggi da frutto

6) Raccolta di ortaggi da radice

7) Effettuare innesti a spacco

8) Taglio di legna da ardere

LUNA CALANTE 1) Semina e trapianto di ortaggi da radice

2) Raccolta di bulbi (cipolla, aglio ecc)

3) Taglio di legna da costruzione

4) Potare gli alberi in pieno vigore

5) Effettuare gli innesti a gemma

6) Prelevare le marze e le talee

7) Vendemmiare

Il calendario di Bacco, Dio Greco del vino, della fertilità e della vegetazione, consiglia di:

imbottigliare al primo quarto di luna crescente per ottenere vini frizzanti.

Imbottigliare all’ultimo quarto di luna calante i vini a lungo invecchiamento.

Con luna piena imbottigliare qualsiasi tipo di vino.

Comunque la luna ideale per imbottigliare è la prima luna nuova di primavera a marzo (lunazione di

primavera).

Page 14: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Calendario lunare

Nel seguente calendario non tratteremo le semine in quanto, come già visto precedentemente, basta tener

conto della fase lunare, il mese non è vincolante e come risulta dalla tabella 2 (calendario delle semine)

Tabella 1

Mese Luna crescente Luna piena Luna calante Altro

Gennaio Potatura invernale

del vigneto

Febbraio Potatura ed impianto

di ribes, lamponi e di

tutti gli arbusti

Concimazione piante

da frutta

Potatura delle

pomacee, altri

fruttiferi, alberi,

cespugli ed erbe

aromatiche

Marzo Innesto a spacco di di

pruni e ciliegi

Concludere le

potature

Ultimo travaso di

vino nel plenilunio

Aprile Innestare meli e peri,

concimare il frutteto,

tagliare l’erba alla

base delle piante e

potare gli arbusti

ormai sfioriti

Maggio Piantare i gerani Potare i getti del

fusto nei fruttiferi

Innestare meli e peri,

estirpare le ifestanti

Giugno Raccogliere le

aromatiche da

essicare

Cimatura di

pomodori, cetrioli e

melanzane

Luglio Raccolta ortaggi Potare fruttiferi e

innestare pruni e

ciliegi

Preparare il terreno

per semine autunnali

Agosto Raccolta ortaggi Preparare il terreno

per semine autunnali

Settembre Raccolta mele,pere,

fichi, uva da tavola,

piantare le fragole,

piantare siepi e fare

talee di rosa

Porre a radicare le

talee di rosa

Cimare i pomodori,

raccogliere cipolle,

patate e verdure da

conserva

Ottobre Piantare alberi da

frutta, moltiplicare

per divisione le

piante aromatiche

Cimare i pomodori,

raccogliere cipolle,

patate e verdure da

conserva

Novembre Piantare alberi da

frutta, raccogliere

Kiwi, castagne, olive

e mele cotogne

Concimare i fruttiferi

e potare meli e peri

Raccogliere gli

ultimi ortaggi da

conserva

Dicembre Piantare alberi da

frutta

Potature di alberi e

fruttiferi, potare le

ortensie

Page 15: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

La difesa biologica delle colture

Negli ambienti naturali, non intaccati dall’uomo, una rete di interazioni collega la vita di ogni organismo

e di ogni particella organica, l’insieme delle relazioni tra organismo ed ambiente è caratterizzato da un

equilibrio mutevole ma stabile nel tempo.

Questa stabilità è garantita dall’estrema diversificazione degli organismi che compongono un

ecosistema.

Qualsiasi tipo di coltura od allevamento, anche nelle forme più naturali, semplifica questo ecosistema in

modo irreversibile, decresce quindi la biodiversità, il che produce degli effetti a catena che

costringono l’uomo nei panni di “regolatore” del sistema Pianta-terreno.

La consapevolezza di questo squilibrio, permette di acquistare coscienza sulle pratiche agronomiche

ecocompatibili più appropriate.

Il primo principio di coltivazione ecocompatibile non parte dalla protezione delle piante ma da

metodologie produttive atte a farle crescere in salute, secondo la regola che è meglio prevenire che

curare.

Nell’agricoltura convenzionale non si è tenuto conto di questo, infatti, si è preferito coltivare varietà

molto produttive ma con scarsa resistenza, rendendo possibile la coltivazione con l’esclusivo utilizzo

della chimica, con tutto ciò che ne deriva.

Negli anni 30, l’Inglese Howard, sosteneva che gli insetti nocivi erano i migliori segnalatori degli errori

commessi dai coltivatori. Prima di combattere questi parassiti, bisognerebbe individuare la causa del

loro numero eccessivo. In molti casi, anche se presenti, gli insetti nocivi, le malattie crittogamiche e le

erbe infestanti, non creano un danno rilevante al fine produttivo, questi necessitano di particolari

condizioni ambientali per svilupparsi in modo consistente e, spesso, con cambi repentini delle

condizioni questi vengono autoregolati naturalmente.

Solo quando l’attacco dei patogeni può compromettere gran parte del raccolto è indispensabile ricorrere

a trattamenti, comunque sempre con prodotti naturali.

Per intervenire in economicità si può utilizzare il sistema della soglia di danno; intervenire quando il

danno arrecato dalla fitopatia corrisponde almeno al doppio del costo del trattamento per

debellarla.

Ogni operazione svolta dall’orticoltore corrisponde ad una reazione, più le operazioni colturali

rispettano gli equilibri naturali e meno occorrerà intervenire per salvaguardare le colture.

A differenza degli antiparassitari di sintesi, i rimedi ecologici hanno minor persistenza, quindi, per

ottimizzare il rendimento, è indispensabile conoscere la malattia o l’insetto ed intervenire nel momento

più opportuno.

Da più di trent’anni, le industrie chimiche che producono principi attivi utilizzati in agricoltura, hanno

prodotto una miriade di formulati atti a debellare infestazioni di insetti, piante e funghi ma, non ci sono

riusciti, anzi, in taluni casi si sono registrati degli incrementi di infestazioni. Ciò è dovuto al fatto che

questi organismi evolvono molto rapidamente e sviluppano, altrettanto rapidamente, delle resistenze a

questi principi attivi. Pensate per esempio agli acari o ai più noti afidi, questi hanno mediamente 3

generazioni all’anno, naturale quindi che gli insetti dannosi creano ceppi più resistenti di quelli predatori

con chiare conseguenze.

Detto questo è chiaro dunque che la ricerca e le metodologie colturali dovranno, in futuro, dedicarsi a

nuove strategie di intervento a difesa delle colture, salvaguardando l’ecosistema, i consumatori e gli

stessi operatori.

Page 16: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Interventi agronomici

Queste cure hanno lo scopo di promuovere una crescita sana della pianta coltivata, accrescendo le difese

stesse della pianta e rendendo l’ambiente pedoclimatico il più vicino possibile alle necessità naturali dei

vegetali. Oltre a questo, l’orticoltore biologico dovrebbe applicare le conoscenze agronomiche generali

al fine di minimizzare la presenza di parassiti:

1) Scelta di varietà resistenti e adatte alla zona

2) Consociazione delle colture

3) Rotazioni

4) Lavorazioni minime

5) Irrigazione

6) Corretta concimazione

7) Potature

8) Densità d’impianto e di semina

Interventi fisici

Sono interventi diretti sui patogeni: 1) Sterilizzazione di terricci tramite il calore

2) Distruzione dei focolai d’infezione

3) Protezione dalle avversità meteorologiche

4) Solarizzazione del terreno

5) Uso di tessuto non tessuto

6) Trappole cromo terapiche

7) Raccolta manuale degli insetti

Interventi biologici

Sono interventi diretti ed indiretti che mirano a limitare l’azione dei parassiti tramite l’uso di prodotti

naturali come macerati vegetali o utilizzando antagonisti naturali come insetti, funghi, virus, batteri,

nematodi ecc.

Interventi biotecnologici

Sono interventi innovativi che utilizzano trappole a ferormoni che sono in grado di catturare o

confondere sessualmente insetti dannosi con l’esclusione di quelli utili. Queste tecniche vengono già

utilizzate in frutticoltura e nel verde pubblico.

Interventi con mezzi chimici compatibili con l’ambiente

Sono prodotti inorganici a basso impatto ambientale, utilizzabili in agricoltura biologica, solo in caso di

effettiva necessità. 1) Sali di rame

2) Zolfo

3) Permanganato di potassio

4) Polisolfuri

5) Piretrine di origine naturale

Page 17: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

A) Trappole cromo terapiche

Sono bande colorate ricoperte di colla, che catturano gli insetti attratti dal colore delle trappole stesse, questo

metodo è largamente utilizzato nelle serre e su alberi isolati, può essere utilizzto al fine di individuare il momen-

to più opportuno per effettuare trattamenti mirati

B) Solarizzazione

Consiste nello sfruttare l’effetto serra provocato dai raggi solari, coprendo il terreno con film plastici trasparenti,

affinchè pastorizzino lo strato superficiale del terreno uccidendo od indebolendo i microrganismi che lo popola-

no, comprese le erbe infestanti,

questa pratica sembra abbia effetti positivi in quanto i microrganismi utili sono meno suscettibili al calore e co-

munque ricolonizzano più rapidamente dei patogeni.

Per la solarizzazione si utilizzano teli plastici di spessore variabile tra i 0.05 – 0.10mm, da stendere su terreno

bagnato.

L’epoca di solarizzazione è quella dei mesi estivi, le temperature del terreno dovrebbero arrivare a 40-50°C per

almeno 4 settimane.

C) Ferormoni

Sono sostanze volatili prodotte da tutti gli animali, in particolar modo gli insetti, per scambiare informazioni le-

gate a cibo, riproduzione e difesa.

In campo fitosanitario si utilizzano ferormoni a richiamo sessuale, questi riproducono fedelmente i ferormoni

che sono rilasciati dalle femmine nel periodo riproduttivo, al fine di essere meglio localizzate dai maschi, queste

sostanze agiscono nel raggio di 2-3km.

Si utilizzano i ferormoni per monitorare le infestazioni in modo da intervenire con trattamenti mirati oppure so-

no in commercio trappole per la cattura massiva e per la confusione sessuale.

D) Animali utili

Il 45% degli uccelli che vivono in Italia sono insettivori ed in un anno mangiano 100 volte il loro peso corporeo di

insetti, favorirne la presenza è di valido aiuto.

Anche ricci, orbettini, lucertole ed innumerevoli insetti predano insetti dannosi, più ci sarà vita nel vostro orto,

meno avrete problemi da infestazioni.

E) Insetti utilizzati per la lotta biologica delle colture

In natura, gli insetti fitofagi non creano danni gravi alle piante, la copresenza di insetti predatori permette un

controllo ottimale delle infestazioni. In ambienti antropizzati, la minor biodiversità, l’introduzione di piante e di

insetti alloctoni, l’utilizzo di antiparassitari chimici e le lavorazioni del terreno, hanno apportato grandi squilibri,

tant’è che a volte è indispensabile controllare artificialmente le infestazioni.

Nella lotta biologica, si cerca di riequilibrare il rapporto agonisti-antagonisti per controllare popolazioni di inset-

ti dannosi che hanno superato la soglia di intervento su una data coltura. Attualmente sono presenti sul merca-

to numerosi antagonisti naturali e le ricerche continuano, comunque bisogna prestare attenzione ricordandosi

che solo la natura non sbaglia mai il suo lavoro. Introducendo insetti utili si può comunque causare squilibrio,

soprattutto quando questi insetti sono alloctoni e, per la maggior aggressività, rischiano di soppiantare i preda-

tori naturali autoctoni.

Page 18: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

NEMATODI ENTOMOPARASSITI

Sono organismi pluricellulari anguilliformi, vivono a spese di animali, piante, funghi, alghe ed insetti. Nella lotta

biologica si utilizzano nematodi che parassitizzano larve di alcuni insetti che colpiscono la parte aerea di alcune

piante come i rodilegno, la sesia del melo, i nottuidi, la bega del garofano e la dorifora oppure nematodi che

colpiscono larve di insetti terricoli come oziorrinchi, maggiolini, elateridi e curculionidi.

Questi nematodi entrano all’interno del corpo dell’insetto e liberano batteri simbionti che uccidono l’insetto in

24-40 ore.

Risultati apprezzabili si ottengono in florovivaismo, sulle pomacee e sulle fragole.

Importante non effettuare altri trattamenti insetticidi, i nematodi sono molto sensibili.

APHIDOLETES APHIDIMYZA

Questo dittero, allo stadio larvale, è un grande predatore di afidi, si è osservato che in caso di forti infestazioni

ne uccide più di quanti ne usa per nutrirsi.

Sono necessari 4 lanci di larve, dopodiché si può sospendere in quanto si riprodurranno autonomamente. Que-

sto insetto è presente in natura in tutta Italia e può controllare le infestazioni di afidi autonomamente se ben in-

sediato.

Molto sensibile ai trattamenti e le larve possono essere predate dalle formiche.

RODOLIA CARDINALIS

Questo coleottero appartenente alla famiglia dei coccinellidi, è di origine australiana e venne utilizzato dal 1888

per limitare i danni di cocciniglia degli agrumi (Icerya Purchasi) in California. Questa cocciniglia cotonosa attac-

ca, oltre agli agrumi, pero, vite, patata, fagiolo e rosa, sottraendo linfa e causando fumaggini causate dalla me-

lata prodotta. Con inserimenti di R. Cardinali si può controllare l’infestazione di cocciniglia. Non resiste ai rigori

invernali ed è molto sensibile ai trattamenti chimici mentre la cocciniglia è particolarmente resistente.

CHRISOPERLA CARNEA

Questo neurottero (solo le larve) si ciba avidamente di afidi, acari, cocciniglie, aleuroidi, uova di insetti vari e

larve di lepidotteri, fino a diventare cannibale in assenza di altro.

Utilizzata nelle coltivazioni protette di ortaggi, sulla fragola e per il controllo della carpocapsa nelle pomacee. Le

larve di C. Carnea persistono per 10-15 giorni, dopodiché devono essere reintrodotti, sono inoltre molto sensibi-

li a qualsiasi tipo di trattamento.

ACARI FITOSEIDI

Sono efficaci per il contollo dei tripidi che infestano gli ortaggi ma recentemente si sono ottenuti buoni risultati

impiegandoli nella lotta al ragnetto rosso su melo e vite. Per garantire un controllo ottimale gli acari fitoseidi

devono essere distribuiti prima della comparsa degli insetti dannosi, in modo da colonizzare gran parte della

pianta.

APHIDIUS COLEMANI

Questo Imenottero depone le uova all’interno degli afidi che successivamente muoiono, è molto efficace in

quanto l’adulto ricerca gli afidi sparsi sulla vegetazione anche in assenza di infestazioni massicce.

EDOVUM PUTTLERI

Questo imenottero depone le uova all’interno di quelle di dorifora, risulta pertanto efficace per il controllo della

stessa.

Page 19: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

DACNUSA SIBIRICA e DIGLYPHUS ISAEA

Sono due imenotteri efficaci per il controllo di insetti minatori, come comportamento sono simili al precedente.

TRICHOGRAMMA MAIDIS

Si comporta come gli altri imenotteri precedentemente analizzati ma parassitizza la piralide del mais, la nottua

del cavolo e la tignola della vite.

F) Fitoterapici di origine vegetale

Sono preparati da piante che presentano caratteristiche utili come repulsione verso insetti e malattie crittoga-

miche, attualmente vengono commercializzati vari formulati ma possiamo tranquillamente provvedere da soli

alla preparazione dei macerati o degli infusi e quant’altro. Le piante da impiegare devono presentarsi sane e vi-

gorose, non dovrebbero essere raccolte con tempo umido le piante da essiccare e dopo la raccolta vanno spez-

zettate e conservate in luoghi aerati ma non alla luce diretta del sole.

MACERATI

Il macerato è il liquido ideale per tutti i preparati, si dovrebbe utilizzare acqua di fonte o piovana, i recipienti per

la macerazione devono assolutamente essere di maiolica, terracotta o legno, la chiusura di questi contenitori

non deve essere ermetica per il ricambio d’aria.

Le piante da macerare vanno spezzettate grossolanamente, successivamente il macerato deve essere mescolato

almeno una volta al giorno fino a quando non diventa scuro e non si forma più schiuma, quindi si può utilizzare

(1-2 settimane). Per limitare i cattivi odori durante la fermentazione si può aggingere un pugno di litotamnio o di

polvere di roccia ad ogni rimescolata. Per ottenere prodotti fitoterapici vegetali più rapidamente si può ricorrere

ad infusi, decotti ed estratti;

L’infuso si prepara versando sulle piante raccolte dell’acqua bollente, si lascia riposare fino a raggiungere tem-

peratura ambiente e si può distribuire dove necessario.

Il decotto si prepara lasciando le piante a bagno in acqua fredda per 24 ore. Il tutto viene poi riscaldato a fuoco

lento per 20-30 minuti ed in seguito si opera come per l’infuso.

Page 20: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

L’estratto si ottiene filtrando un macerato di 3 giorni.

PIANTA PROPRIETA’ PREPARAZIONE UTILIZZO ALTRO Aglio e Cipolla Efficace contro la

mosca della ca-rota, afidi ed acari

750g di bulbi tri-tati / 5kg di pian-te fresche / 2kg piante essicate in 100l acqua

Infuso o macera-to non diluito su piante e terreno

Contengono na-turalmente anti-biotici ed oli ete-rici

Assenzio Efficace contro afidi e lepidotteri

3kg di pianta fre-sca o 300g di es-sicata /100l ac-qua

Macerato, decot-to od infuso non diluiti

Il periodo più in-dicato per la rac-colta è giugno-settembre

Equiseto L’elevato conte-nuto di silice e di sali solforici ren-de la cuticola del-le piante più spessa limitando le malattie crit-togamiche

10kg di pianta fresca o 1.5kg di p.secca/100l di acqua

Decotto o mace-rato diluito 5 vol-te e distribuito sulla pianta

Raccogliere solo i rigetti estivi Può essere com-binato con il ma-cerato di ortica o integrato con sili-cato di sodio

Felce Aquilina Efficace contro gli afidi e ricca di K, N, P, Mg

10kg di pianta fresca o 1kg di p.secca/100l di acqua

Macerato diluito 10 volte e distri-buito in primave-ra

Ortica Ricca di N, Ferro ed oligoelementi, è un vero e pro-prio concime fo-gliare che svolge pure un’azione deterrente verso gli insetti paras-siti

10kg di pianta fresca o 2kg di p.secca, senza le radici/100l di ac-qua

Macerato di 2 giorni per com-battere gli afidi, macerato di 4 giorni + decotto di equiseto (1/1.5) per com-battere gli afidi ed il ragnetto rosso, macerato normale come concime fogliare e stimolante

Aggiungendo 1kg di zucchero ogni 20l si accresce l’adesività e quindi la persi-stenza

Peperoncino Antiossidante e deterrente per afidi

200g di polvere di semi e bac-che/100l di ac-qua

Macerato

Page 21: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Pomodoro Fagodeterrente e repellente per afidi e cavolaia

25/30kg di foglie e polloni/100l di acqua

Estratto puro o decotto (25kg/10l acqua) diluito in 90l di acqua

Tanaceto Fagodeterrente e repellente per afidi e lepidotteri

3kg di pianta fre-sca/100l di acqua

Macerato Anche ad alte do-si non è fitotossi-co

G) Fitoterapici di origine non vegetale

AGOBATTERI

Sono batteri utilizzati per il controllo dei tumori radicali delle piante arboree ed ornamentali, il controllo della

malattia viene promosso da un’antibiotico (Agrocina) prodotto dall’Agrobacterium radiobacter, attivo contro i

ceppi patogeni di Agrobacterium.

L’Agrocina viene prodotta solo in presenza di patogeno, quindi non crea squilibri nell’ecosistema.

BACILLUS THURINGIENSIS Var. Kurstaki

Efficace nella lotta ai Lepidotteri, di cui oltre 100 specie sono sensibili.

Agisce solo sulle larve, provocando la paralisi del tubo digerente in seguito ad ingestione, quindi la morte della

larva. Agisce solo con ph maggiore di 9, condizione riscontrata solo nell’intestino di alcune specie di lepidotteri,

questo determina la sua selettività e garantisce il rispetto degli insetti utili e di tutti gli animali a sangue caldo.

Il preparato commerciale non è fitotossico, ha una durata di circa 7 giorni e può essere distribuito anche pochi

giorni prima della raccolta.

La distribuzione del prodotto avviene per irrorazione sulla parte aerea con le dosi raccomandate sulle confezio-

ni, meglio distribuirlo nelle ore serali aggiungendo un po’ di zucchero (1-2kg) per aumentarne l’efficacia.

I principali parassiti colpiti sono: tgnole, processionarie, cavolaie, torticidi, ricamatori e mamestre.

BACILLUS THURINGIENSIS Var. Tenebrionis

Agisce in modo simile al B. T. Kurstaki ma colpisce le larve della dorifora della patata, con maggior sensibilità

delle larve di prima e seconda età. Se sono presenti larve di diversa età conviene intervenire due volte distan-

ziando i trattamenti di 7-10 giorni.

In caso di freddo, che riduce l’attività delle larve o di piogge entro le 12 ore dal trattamento, conviene ripetere il

trattamento.

FUNGHI ANTAGONISTI ED ENTOMOPARASSITI

Inibiscono ed ostacolano, entrando in competizione, lo sviluppo di infezioni funginee a livello del terreno e/o

dell’apparato fogliare, favorendo la salute della pianta.

I principali formulati in commercio sono preparati con funghi del genere Trichoderma e sono efficaci per la lotta

contro la Phytophtora, Sclerotinia, Rhizoctonia, Fusarium e Pytium.

Page 22: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Per la lotta agli insetti dannosi, sono presenti in commercio i seguenti formulati contenenti funghi entomopa-

rassiti:

Beuveria bassiana contro la dorifora della patata

Beuveria brognartii contro maggiolino e altri insetti terricoli

Verticillium lecanii contro afidi, cocciniglie e aleurodidi

Metharizium anisopliae contro antonomo del melo

BENTONITE

E’ una polvere finissima costituita da minerali argillosi; montmorillonite (50%), illite (15-20%), caolinite (5-10%).

Si utilizza come ammendante in terreni eccessivamente sciolti ma il suo utilizzo più interessante è rappresentato

dalla difesa dei vegetali.

La notevole imbibizione, il rigonfiamento e l’adesività ne fanno un ottimo veicolante in grado di aumentare la

persistenza dei vari preparati antiparassitari. Non deve prò essere associata a preparati insetticidi vegetali in

quanto ne riduce l’efficacia.

LITOTAMNIO

Sono alghe rosse presenti soprattutto sulle coste della Bretagna e della Normandia, queste alghe calcaree sono

molto ricche di carbonato di calcio (80-85%), di magnesio (10-15%)e di oligoelementi.

Queste caratteristiche rendono il litotamnio utilizzabile per vari scopi; come ammendante e correttore del ph,

come fitostimolante, come coadiuvante nella preparazione del compost e come antiparassitario.

Impolverando la pianta con litotamnio si aumentano le difese naturali della pianta e si crea una barriera mecca-

nica (polvere) che ostacola gli insetti che si nutono di parti verdi.

Viene riscontrata una certa efficacia anche verso la lotta alle crittogame, soprattutto usando il litotamnio in

combinazione con bentonite, zolfo e rame.

POLVERE DI ROCCE

Queste polveri, come già visto in precedenza, rappresentano un valido aiuto per la correzione del terreno e per

la concimazione ma sono pure efficaci contro insetti dannosi e crittogame. Il principio di funzionamento è pres-

soché identico a quello del litotamnio e cioè funge da barriera fisica, tuttavia, visto che l’estrazione del litotam-

nio non è da considerarsi molto ecologica, meglio preferire l’uso di queste polveri.

Distribuire su fogli umide da 50 a 300g di polvere di roccia per mq.

PROPOLI

E’ una sostanza cerosa-resinosa prodotta dalle api elaborando gli essudati delle gemme in primavera ed autun-

no. La propoli contiene parecchi antibiotici naturali, ormoni, minerali e pigmenti e possiede proprietà antiputri-

de e fungi statiche. Le api infatti, utilizzano questa sostanza per chiudere le fessure dell’arnia e per imbalsamare

insetti predatori colti all’interno della stessa.

In agricoltura biologica si utilizzano i preparati a base di propoli per la difesa dalle malattie crittogamiche ed al-

cuni insetti, in particolar modo gli afidi. Sembra che a tal proposito sia da preferire la propoli raccolta in estate

ed autunno in quanto presenta una percentuale maggiore di antibiotici.

Page 23: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Soluzione acquosa:

100-150g di propoli, 1l di acqua e 1g di lecitina di soia

Macinare la propoli precedentemente raffreddata in frigorifero e porla a macerare con acqua e lecitina di soia

che serve come emulsionante.

La soluzione è pronta dopo una settimana, durante la quale bisogna rimestare il preparato almeno una volta al

di’. Filtrare e distribuire diluendo in acqua secondo le necessità

Soluzione alcolica:

100-150g di propoli, 1l di alcol etilico 95° e 1g di lecitina di soia

Come per la soluzione acquosa.

Soluzione idroalcolica:

Miscelare la soluzione acquosa a quella alcolica con rapporto 1/1 ottenendo appunto la soluzione idroalcolica.

Questo preparato risulta il più efficace, riducendo gli effetti caustici della soluzione alcolica, le dosi consigliate

sono di 150g di soluzione diluiti in 100l di acqua.

Aggiungendo zolfo melassato (250g) o silicato di sodio (150g) se ne aumenta l’efficacia.

Siccome la propoli è fotosensibile si consiglia la distribuzione nelle ore serali.

IDROSSIDO DI RAME

Prodotto rameico a pronto effetto e con maggior persistenza d’azione, si scioglie ottimamente in acqua e viene

utilizzato nella lotta alle principali crittogame.

Anche se ammesso in agricoltura biologica (6kg/ha/anno) provoca danni agli organismi acquatici.

POLTIGLIA BORDOLESE

E’ un composto ottenuto dalla miscela di solfato di rame e idrato di calce, risulta più persistente degli ossicloruri

di rame ma presenta una fitotossicità più accentuata come è pure leggermente tossica per le api, a tal proposito

conviene utilizzarla solo nel periodo invernale per proteggere i fruttiferi.

ZOLFO

E’ un minerale naturale che vine utilizzato in agricoltura per le sue caratteristiche anticrittogamiche, dovute

all’azione disidratante che svolge sul micelio.

Sono presenti in commercio zolfo ventilato, zolfo bagnabile micronizzato e zolfo bagnabile colloidale.

Quest’ultimo è prodotto tramite procedimenti chimici, quindi è sconsigliato.

NAB

E’ una miscela ideata in germania, è composta da litotamnio (40%), bentonite (30%) e zolfo ventilato (30%). Il

principio della miscela è di rafforzare le difese della pianta, e proteggerla dagli attacchi da parte di insetti e crit-

togame.

Si può utilizzare spargendo direttamente la miscela polverulenta sulle foglie umide oppure irrorando il prodotto.

Le dosi per 1kg di miscela bagnabile sono: 800g di litotamnio, 150 g di bentonite e 50g di zolfo bagnabile da di-

luire in 50-100l di acqua.

Per ottenere un composto efficace in caso di forti infestazioni funginee o primavere molto piovose possiamo

aggiungere alla miscela bagnabile 100-200g di ossicloruro o di idrossido di rame.

Page 24: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

PIRETRO NATURALE

E’ un’estratto naturale, proviene dai fiori di Chrysanthenum cinerariefolium o margherita africana e contiene pi-

retro, sostanza neutrotosica per gli insetti.

Devono essere utilizzati con parsimonia perché sono dannosi anche agli insetti utili ed in certi casi favoriscono

l’instaurarsi di insetti dannosi maggiormente resistenti come il ragnetto rosso, i vermi dei frutti e le cocciniglie.

SILICATO DI SODIO

E’ un sale minerale che contiene silicio, svolge un’azione soffocante e disidratante verso gli insetti dannosi pur

essendo comunque innocuo per gli altri organismi e completamente biodegradabile.

Principali avversità delle orticole con relativi rimedi

Parassita / malattia Colture colpite Riconoscimento e ciclo

danni Difesa della coltura

Mosca della carota Carota Piccola mosca nera che deposita le uo-va nel terreno, vici-no al colletto della pianta, dopo la schiusa le larve sca-vano gallerie nel fittone. Presenta due generazioni annue di cui la pri-ma compare gene-ralmente ad aprile.

Le carote assu-mono odore e spore sgradevole e sono soggette a marciumi

Consociare le carote con liliacee, esegui-re diradamenti al-lontanando le pian-tine estirpate e per la lotta diretta ma-cerato di aglio, estratto di assenzio 800g/100l Acqua, oppure polvere di felce + litotamnio da spargere sul ter-reno umido al mat-tino presto

Alternariosi Carota Crucifere

Può colpire la pian-ta in qualsiasi sta-dio di sviluppo, compare com mac-chie nere sull’apparato fo-gliare che degene-rano in marciumi, può essere attacca-to anche l’apparato radicale (alternaria radicina)

Le foglie seccano completamente l’alternariosi può colpire anche in magazzino cau-sando deperi-mento del pro-dotto

Non irrigare ecces-sivamente, diradare e ruotare le colture, in caso di attacco eseguire trattamen-ti a base di rame

Sclerotinia Carota Composite Sedano

Può colpire la pian-ta in qualsiasi sta-dio di sviluppo, compaiono mar-ciumi sui margini delle foglie che in-gialliscono e cado-no, sulle radici

Riduzione della produzione

Trattamenti preven-tivi a base di propo-li, avvicendamenti corretti ed asporta-zione di piante in-fette con infezione in atto trattare con soluzione idroalcoli

Page 25: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

compaiono mar-ciumi accompagnati da muffa biancastra

ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25% op-pure con ossicloruro di rame

Mal vinato Carota Radici colpite da un sottile strato rossa-stro, in seguito le foglie avvizziscono, tipico in terreni aci-di

Le radici si spe-zano facilmente ed appaiono de-turpate

avvicendamenti corretti ed asporta-zione di piante in-fette, evitare rista-gni. In seguito alla ma-lattia non ripetere per 8-10 anni le se-guenti colture: caro-te, barbabietole ed asparagi

Altica Chenopodiacee Crucifere

Piccoli coleotteri bruno bronzei, e taluni striati di ver-de, blu, giallo o ne-ro lunghi 1-2mm che attaccano le giovani piantine in primavera

Parziale defoglia-zione

Come prvenzione è utile la pacciamatu-ra e la distribuzione di macerato di tana-ceto o di assenzio, come cura bentoni-te o litotamnio spolverato su foglie umide

Mosca minatrice chenopodiacee Simile alla mosca domestica presenta 3-4 generazioni, le larve scavano galle-rie nel mesofillo causando diffusione di infezioni e de-primendo lo svilup-po

Scarso sviluppo e predisposizione ad altre malattie

Infuso di cipolla ed aglio come preven-zione e estratto di assenzio 800g/100l Acqua, oppure pol-vere di felce + lito-tamnio da spargere sul terreno umido al mattino presto co-me curativo

Nematodi chenopodiacee Le larve filiformi di questi microrgani-smi penetrano nelle radici provocano appassimento e scarso sviluppo del-la pianta

Possono com-promettere le produzioni fino all’80%

Prevenire con rota-zione, sovescio di senape, consociare gli ortaggi con tage-te, calendula e ca-momilla. In caso di forti infe-stazioni praticare la solarizzazione

Peronospora Chenopodiacee Composite Liliacee

Si presenta su steli e foglie con mac-chie giallastre e muffa bruno-violacea sulla pagi-na inferiore della foglia delle cheno-podiacee o feltro biancastro nelle

Le foglie colpite disseccano ed in taluni casi la pianta muore

Prevenire con rota-zioni, bruciare le piante malate evita-re l’irrigazione per aspersione e utiliz-zare varietà resi-stenti. Per la lotta diretta si può utilizzare ossi

Page 26: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

composite e nelle liliacee. La malattia è favori-ta da tempo freddo e piovoso

cloruro di rame o soluzione idroalcoli-ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25%

Mal bianco Composite Si manifesta con chiazze biancastre polverulente e si evolve con dissec-camento delle fo-glie colpite, l’infezione è favori-ta da temperature di 20-25°C ed eleva-ta umidità

Provoca danni compromettendo la qualità e l’aspetto del prodotto

Favorire il passaggio dell’aria diradando e seminando non troppo fitto, evitare concimazioni azota-te eccessive, in caso di malattia in atto soluzione idroalcoli-ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25 o de-cotto di equiseto + silicato di sodio all’1%

Cavolaia Crucifere Le larve della co-mune farfalla gialla o bianca, sono verdi con striature gialla-stre, mentre le uo-va sono arancioni e deposte sulla pagi-na inferiore delle foglie

Le larve erodono le foglie, causan-do talvolta mar-ciumi

Il decotto di assen-zio e tanaceto fun-gono da repellenti, in caso di forte infe-stazione trattare con Bacillus thurin-gensis

Mosca del cavolo Crucifere Sono due mosche simile alle domesti-che le cui larve all’inizio della pri-mavera penetrano nelle radici e nel fusto provocando gravi danni

Le piante avvizzi-scono e sono predisposte ad infezioni batteri-che

Consociare con po-modoro, pacciama-re con trifoglio, evi-tare letame fresco che attira le mosche e spargere polvere di rocce sul terreno

Ernia del cavolo Crucifere Infezione che si propaga con acque e piante infette e perdure nel terreno per 7 anni, si pre-senta con grosse galle su radici e fu-sto

Rachitismo e ap-passimento

Distruggere le pian-te infette e spargere sul terreno ammen-danti calcarei

Afidi Leguminose Piccoli insetti di co-lore verde e nero che presentano numerose genera-zioni e vivono suc-chiando linfa prefe-rendo le foglie più giovani, sono re-sponsabili della tra-smissione di molte virosi

Causano dissec-camenti e ridu-cono l’energia delle giovani piante

Evitare concimazio-ni azotate eccessive, recidere ed elimina-re le parti colpite, utilizzare macerato di ortica e se neces-sario piretro

Page 27: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Sitona Leguminose E’ un coleottero lungo 4-5 mm con corpo allungato e di colore grigio bruno che allo stadio lar-vale attacca diverse parti della pianta

Deperimento e morte della pian-ta

Macerato d’ortica e litotamnio come prevenzione, in caso di forti infestazioni trattare con piretro o rotenone

Antracosi Leguminose Malattia provocata da diversi ceppi pa-togeni, colpisce l’ipocotile e lo stelo della pianta

Deperimento e morte della pian-ta

Prevenire con prati-che agronomiche corrette, bruciare piante infette. In caso di infezioni trattare con ossiclo-ruro di rame

Ruggine Leguminose Si evidenzia con macchie gialle sulla pagina inferiore delle foglie e con pustole rugginose speculari sulla pa-gina superiore

Disseccamento delle parti colpite

Come preventivo distribuire polvere di roccia, decotto di equiseto o prodotti rameici con malattia in atto

Mosca Liliacee Mosca simile alla domestica di colore grigio giallastro, che depone in primave-ra le uova sul col-letto della pianta, le larve divorano il cuore del bulbo

Marciumi diffusi e morte della pianta

Polvere di roccia e litotamnio, conso-ciazione con carota, ed in epoca di volo trattare con infuso di tanaceto od as-senzio. Eliminare e distrug-gere le piante attac-cate

Tignola Liliacee Piccola farfalla gri-gio chiara le cui lar-ve sono biaco gial-lastre con puntini neri e bande chiare. Le uova vengono deposte sulla pagi-na inferiore delle foglie

Morte delle fo-glie ad opera del-le larve

Polvere di roccia e litotamnio, conso-ciazione con carota, prezzemolo e seda-no, in caso di forte infestazione tratta-re con infuso di ra-barbaro o tanaceto, bacillus T. o piretro

Criocera Liliacee Piccolo coleottero nero le cui larve si sviluppano nel bul-bo

Bulbo compro-messo dalle nu-merose gallerie scavate dalle lar-ve

Distruggere le pian-te attaccate e trat-tare con rotenone

Marciume grigio Liliacee Funghi che si svi-luppano con eleva-ta umidità e tempe-rature tra 10 e 24°C, si manifesta sulle foglie con piccole depressioni ovali biancastre

Causa marciumi su foglie e bulbi

Evitare di danneg-giare i bulbi durante la raccolta, elimina-re le piante colpite e trattare con pro-poli

Page 28: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Mosca del sedano Sedano Piccole mosche gial-lo rossicce le cui larve scavano galle-rie nel mesofillo

Veicola infezioni alla pianta

Consociare con ci-polla, infuso di ta-naceto, aglio o ci-polla, lotta diretta con estratto di as-senzio

Septoriosi Sedano Si evidenzia con macchie necrotiche circondate da alone clorotico, i vasi lin-fatici sono com-promessi

Morte della par-te colpita

Impiegare semi di 2 anni, conciare i semi con acqua calda a 50°C per 25 minuti, trattare con polti-glia bordolese quando compaiono i primi sintomi

Dorifora Solanacee Coleottero vario-pinto che sverna nel terreno e che si nutre di foglie in tutti i suoi stadi, presenta due gene-razioni annuali

Distruzione delle foglie

Utilizzare solo leta-me maturo, esegui-re rotazioni, distri-buire macerato d’ortica, raccogliere a mano il parassita, distribuire sulle fo-glie litotamnio o polvere di roccia e in caso di forte at-tacco trattare con piretro o rotenone

Elaterio Solanacee Coleottero filiforme le cui larve giallo ocra, lunghe fino a 2cm rodono i tube-ri. Presentano un ciclo di 4-5 anni

Deprezzamento del prodotto

Distribuire ammen-danti calcarei in ter-reni acidi, effettua-re la raccolta preco-ce, seminare senape nera come sovescio, usare una patata tagliata come esca eliminando le larve ogni 3-4 giorni

Peronospora Solanacee Gli apici fogliari si macchiano di giallo, in seguito la malat-tia si estende su tutta la panta e sul fusto appaiono macchie nerastre

Compromette la produzione

Prima del trapianto lasciare a bagno i tuberi o le piantine in argilla e decotto di equiseto, distri-buire macerato d’ortica e decotto di equiseto, bruciare le piante colpite e trattare con solu-zione idroalcolica di propoli

Croste nere Solanacee Attacca i germogli dei tuberi compro-mettendone lo svi-luppo

Morte della pian-ta o deprezza-mento dei tuberi

Utilizzare tuberi pregermogliati per verificarne la pre-senza

Page 29: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Aromatiche protettive per gli ortaggi

Pianta Fitofagi respinti Malattie funginee

controllate

Coltura protetta

Tanaceto

Mosca della

carota

- Carota

Artemisia

Isoppo

Timo

Menta

Assenzio

Salvia

Rosmarino

Cavolaia - Cavolo

Tanaceto Mosca - Cipolla

Santoreggi

a

Mosca e afide

nero

- Fagiolo

Lavanda

Maggioran

a

Formiche - Fragola

Nastruzio Afide lanigero - Melo

Tanaceto

Aneto

Camomilla

Tigola - Porro

Tanaceto

Nastruzio

Menta

Formiche, afidi,

nematodi delle

radici, lumache e

mosca

- Varie

Erba

cipollina

- Oidio Alberi da frutta

Digitale - Gommosi Ciliegio

Rafano - Moniliosi Ciliegio

Nastruzio - Bolla Pesco

Assenzio - Ruggine Ribes

10) Preparati biodinamici

I preparati che vengono utilizzati in agricoltura biodinamica necessitano di un particolare ciclo di

preparazione e di maturazione che a volte può durare un intero anno.

Secondo le teorie di Steiner, le forze presenti negli organi vegetali ed animali combinate con i cicli

stagionali, supportano, migliorano e curano la natura.

Page 30: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Preparati da spruzzo

1) Cornoletame (500)

Viene preparato riempiendo corna di vacca, che abbia partorito almeno una volta, con letame di vacca, fresco e

privo di lettiera, il tutto deve essere sotterrato all’inizio dell’autunno, in un’area verde dell’orto. In primavera il

preparato è pronto e si può utilizzare o conservare in luogo fresco in recipienti circondati da torba.

2) Cornosilice (501)

Si prepara tritando finemente il quarzo nel dopo Pasqua, ottenuta una polvere finissima si provvede a mescolar-

la con acqua piovana fino a formare un impasto con il quale si riempiono le corna di vacca. Dopo parecchi giorni

l’acqua può essere drenata e le corna interrate fino a fine settembre- inizio ottobre , recuperate le corna si

estrae il prodotto che viene conservato in barattoli di vetro esposti al sole. Le corna possono essere riutilizzate

se vengono stoccate in una stalla durante l’inutilizzo.

Utilizzo:

Questi preparati influenzano la dinamica della crescita vegetale, per il preparato da spruzzo 500 si utilizzano 30-

80g di corno letame sciolti in 10-15l di acqua, mentre per il preparato 501 si utilizza 1g di corno silice in 10-15l di

acqua. Il composto deve essere dinamizzato procedendo con una mescolatura in sensi inversi al raggiungimento

della formazione di vortici.

Il preparato 500 cosi’ ottenuto, deve essere distribuito sul terreno, preferibilmente all’inizio del periodo vegeta-

tivo e su campi non lavorati, sottoforma di gocce dense, per cui, il modo migliore è quello di utilizzare uno sco-

pino immergendolo in un secchio contenente il preparato e sventagliarlo sull’area da dinamizzare.

Il preparato 501 deve essere distribuito sottoforma di nebbia fine, la polvere di quarzo rafforza i benefici di luce

e calore verso la pianta e promuove una crescita sana, deve essere spruzzto in una giornata limpida e soleggiata,

al mattino per promuovere la maturazione dei frutti e alla sera per le piante da radice, bulbo o tuberi.

Preparati per compost 1) Preparato di Achillea (502)

Viene preparato riempiendo una vescica di cervo maschio con fiori di Achillea raccolti in una giornata di pieno

sole. Appendere la vescica ben sigillata al sole nella prima metà dell’estate (S. Giovanni) e sotterrarla ad inizio

autunno per dissotterrarla tra pasqua e fine Aprile.

2) Preparato di Camomilla (503)

Viene preparato riempiendo un intestino di vacca con fiori di Camomilla, lasciar seccare leggermente l’intestino

ed interrarlo all’inizio dell’autunno, recuperrarlo nello stesso periodo del 502.

3) Preparato di Ortica

Raccogliere le ortiche all’inizio della fioritura, legarle in mazzi ed impacchettate in una scatola. Sotterrare la sca-

tola a S. Giovanni circondandola di uno strato di torba di 5 cm, recuperarla un anno dopo.

Page 31: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

4) Preparato di Quercia

Si pialla della corteccia di Quercus Robur all’inizio dell’autunno, si rita finemente e si pressa all’interno del cra-

nio di un animale domestico, si sigillano i fori con della creta e si pone il tutto in un fusto di acqua piovana. Si

estrae il contenuto in primavera essicandolo.

5) Preparato di Tarassaco (506)

Raccogliere i fiori in primavera ed essicarli, in autunno inumidirli con infuso di Tarassaco ed avvolgerli nel me-

sentere di una vacca, sotterrarli e dissotterrarli in primavera.

6) Preparato di Valeriana

Pressare i fiori freschi di Valeriana e versare il liquido in bottiglie che verranno lasciate aperte per sei settimane,

quindi tapparle e conservarle al buio.

Utilizzo:

Questi preparati influenzano positivamente i processi fermentativi del compost, inoculare il compost con questi

preparati.

Fladen Preparat (preparato da fatta)

Scavare una buca e rivestirla con bastoncini di betulla, riempirla con letame fresco privo di lettiera ed inocularlo

con i preparati da compost, con gusci d’uova triturati e lapilli vulcanici, chiudere la buca e attendere fino a

quando il preparato ha perso l’odore di letame.

13) Protezione degli ortaggi dagli eventi atmosferici Tutte le evoluzioni climatiche che si manifestano sono da considerarsi a tutti gli effetti degli agenti

atmosferici.

In agricoltura questi “eventi” rivestono un ruolo determinante per il bilancio stagionale di un’azienda

agricola ma pure di un piccolo orto.

A differenza delle grandi aziende agricole, i piccoli orti possono essere maggiormente protetti dagli

eventi atmosferici avversi, piccoli spazi equivalgono a piccoli investimenti ed a lavori che necessitano di

scarsa mano d’opera, tuttavia, molte aziende agricole si avvalgono di mezzi di protezione specifici per

grandine e gelo.

Eventi atmosferici e protezione 1) Grandine

L’evento dannoso per eccellenza, spesso le grandinate possono compromettere gran parte del prodotto, sia per

via diretta, deteriorando i vegetali in modo meccanico, sia in modo indiretto, infatti, un lieve danno all’apparato

fogliare, rende la pianta più debole e suscettibile all’attacco di funghi patogeni. Una grandinata durante il perio-

do di fioritura può compromettere l’intero raccolto, quando i frutti sono in epoca di maturazione e vengono

danneggiati dalla grandine si conservano per poco tempo, sono soggetti a marciumi e soggetti all’attacco di fun-

ghi come la botrite sull’uva per esempio.

Il rimedio più noto è rappresentato dalla posa di reti anti-grandine, che è anche quello più usato per le grandi

estensioni, specie nei frutteti.

Nei piccoli orti una valida alternativa è rappresentata dal tessuto non tessuto, indicato per i ripari dell’ultimo

minuto, soprattutto per riparare gli ortaggi più delicati o in fase di fioritura.

In caso di forti grandinate, la consociazione di ortaggi a diverso sviluppo vi garantirà comunque un raccolto, in-

fatti gli ortaggi alti e “coprenti” ripareranno quelli più bassi o all’inizio dello sviluppo.

Page 32: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Dopo una grandinata tagliate con le cesoie i rami pezzati, eliminate le foglie danneggiate e tagliate le verdure da

taglio come insalate, prezzemolo e basilico, ricresceranno velocemente.

2) Pioggia

Se non ci fosse sarebbe un problema ma è altresi’ un problema quando ce n’è troppa, i ristagni idrici sono dan-

nosi, provocano asfissia radicale, marciumi, scarso sviluppo e maggior predisposizione all’attacco di patogeni,

l’acqua provoca dilavamento dei minerali idrosolubili nel terreno con conseguente impoverimento, erosione e

compattamento per azione meccanica.

I terreni argillosi sono quelli più soggetti a ristagni idrici ed al compattamento, mentre quelli sabbiosi perdono

minerali più facilmente e sono soggetti ad erosione.

Per limitare questi inconvenienti possiamo stabilire una regola in fatto di preparazione del terreno; in terreni

sabbiosi la prosa non verrà rialzata dal livello del terreno, aggiungendo bentonite e sostanza organica si aumen-

ta la capacità di trattenere l’acqua e di conseguenza ci sarà meno dilavamento, stessa azione viene svolta dalla

pacciamatura.

Nei terreni argillosi prepareremo le prose con una certa baulatura in modo da favorire lo sgrondo delle acque in

appositi fossi di scolo che le convoglieranno fuori dal nostro appezzamento, aggiungendo farina di rocce e so-

stanza organica si rende il terreno più leggero e meno soggetto ai ristagni, la pacciamatura effettuata con paglia

e fogliame riduce il compattamento del suolo ed i ristagni. Ricordiamo inoltre che è buona norma avere sempre

le parcelle con una coltura in corso, infatti le radici delle piante, assorbono acqua e rendono il terreno meno

soggetto a compattamento, ristagni e dilavamento. A tal proposito piantate sempre ad una giusta distanza, con-

sociate le colture, seminate il sovescio e, dove non c’è niente, lasciate crescere le erbe spontanee.

3) Gelo e freddo

Nei frutteti specializzati, si effettuano delle irrigazioni anti brina in difesa delle gelate tardive, il principio è quello

di difendere le parti suscettibili della pianta con acqua, che in genere ha una temperatura superiore allo 0 ed

inoltre, gelando sulla pianta stessa, la protegge da temperature inferiori allo 0.

Nell’orto normalmente si utilizzano altre tecniche, il tessuto non tessuto, la paglia, ed il letame semicompostato,

infatti quest’ultimo, completando la maturazione in campo, produce calore permettendo di anticipare la colti-

vazione di alcuni ortaggi. La pacciamatura riduce la dispersione di calore a patto che il terreno abbia già assorbi-

to una certa quantità di radiazioni solari. Pure la copertura del terreno con un telo plastico crea un effetto serra

che riduce l’effetto del gelo.

4) Vento

Il vento può creare erosione, compattamento e danni alle piante, l’unico modo per riparare l’orto è di piantare

una siepe nelle zone maggiormente esposte, un tempo si parlava di filari frangivento, ora nei campi non si ve-

dono più piante, voi non badateci e piantatele, a patto che non vi ombreggino l’orto.

5) Eccessiva insolazione

Capita in taluni casi, specie nelle regioni meridionali, che, l’eccessiva insolazione possa provocare disidratazione

ed appassimento delle piante coltivate.

Al nord questo problema si riscontra esclusivamente nelle colture in serra, dove infatti, durante l’estate si rag-

giungono temperature superiori ai 50°C.

Per proteggere le colture dall’eccesso di calore generalmente si provvede a posizionare teli ombreggianti di ma-

teriale plastico.

Non dimentichiamo tuttavia che il sole, seccando lo strato superficiale del terreno, inibisce l’azione dei micror-

ganismi utili, per limitare questo problema provvedere con una buona copertura o l’utilizzo della pacciamatura.

Page 33: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Biodiversità

Più volte abbiamo già affrontato gli effetti positivi della biodiversità, maggiore sarà la biodiversità nel

nostro orto, maggiore sarà il successo che otterremo, la biodiversità limita enormemente l’attacco da

parte di funghi ed insetti patogeni non solo per il fatto che si viene a creare competizione ma anche per

altri fattori, principalmente di disturbo:

Camuffamento

Una pianta può essere protetta dagli insetti dannosi consociandola con un’altra che presenta un maggior

sviluppo e quindi limitando l’azione degli insetti che scelgono visivamente la pianta ospite.

E’ accertato inoltre che alcuni insetti come gli afidi, attaccano preferibilmente colture che crescono su

suolo nudo, non inerbito.

Diluizione di stimoli attrattivi

Consociando le piante si diluiscono gli stimoli chimici che attraggono specifici parassiti, limitando i

processi orientativi e riproduttivi, impedendo quindi infestazioni massicce.

Stimoli chimici ad azione repellente

Sostanze aromatiche di alcune piante possono alterare il comportamento di ricerca della pianta ospite o

addirittura repellere alcuni insetti dannosi.

Barriere meccaniche

Una buona densità vegetale riduce la capacità di spostamento di alcuni fitofagi, bloccando la dispersione,

oltretutto si può limitare ulteriormente la dispersione consociando varietà più o meno resistenti

Piante ospiti non appetite

Se un fitofago scende su una pianta ospite che non è di suo gradimento è facile che abbandoni l’area

cercando essenze di suo gradimento, quindi la biodiversità aumenta la probabilità che questo accada.

Influenze microclimatiche

Nell’orto consociato vi è un notevole frazionamento di condizioni microclimatiche, questo rende

difficoltosa la localizzazione delle condizioni adatte alla vita del patogeno.

Influenze biotiche

L’insieme di più colture esaltano l’insieme di competitori naturali.

16) Consociazione e rotazione delle colture in un programma pluriennale

Nella coltivazione biologica la monocoltura è assolutamente da evitare, come pure è opportuno

provvedere ad effettuare consociazioni vantaggiose nei vari appezzamenti. Risulta quindi complicato

programmare un calendario pluriennale delle consociazioni e delle rotazioni.

Le consociazioni consistono nel coltivare sullo stesso appezzamento di terreno due o più piante di specie

diversa. In questo modo le colture si avvantaggiano reciprocamente grazie all’azione degli essudati

radicali, di oli essenziali, di resine e di arricchimento di sostanze nutritive. Si cerca di riprodurre il più

fedelmente possibile ciò che normalmente esiste in natura.

Tuttavia esistono delle consociazioni sfavorevoli che dovrebbero essere evitate, infatti, alcuni essudati

radicali di piante particolari possono reprimere lo sviluppo di altre, un esempio è rappresentato dalla

patata, un altro dal finocchio selvatico. Fortunatamente la sperimentazione in materia, ha portato alla

redazione di tabelle esaustive a riguardo, facilmente consultabili al fine di programmare le consociazioni.

VANTAGGI DELLE CONSOCIAZIONI SUL TERRENO

La consociazione di piante con apparati radicali che si sviluppano a diversa profondità, permette un

miglior utilizzo del terreno stesso e pure un miglioramento delle caratteristiche fisiche, grazie al lavoro

svolto dalle radici. Un esempio è rappresentato dalla consociazione di cipolle e carote.

Consociando ortaggi a ciclo lungo con altri a ciclo breve si ottiene un’ottimizzazione dello spazio con

Page 34: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

conseguente diminuzione di erbe infestanti e riduzione di effetti erosivi.

Consociando si garantisce solitamente una copertura prolungata del terreno, con conseguente riduzione

dei fenomeni di erosione causati principalmente dalle piogge invernali.

VANTAGGI DELLE CONSOCIAZIONE SULLE COLTURE

Molte piante producono essudati radicali, i quali possono interagire, direttamente o indirettamente, sulla

crescita e sullo sviluppo di altre colture. Non dimentichiamo inoltre che questi essudati radicali

contribuiscono a migliorare la fertilità del terreno. Un esempio è la consociazione di pomodori con

prezzemolo o degli spinaci con altri ortaggi.

Consociando ortaggi con leguminose si sfrutta in maniera naturale la capacità delle leguminose di

fissare l’azoto atmosferico, avvantaggiando la coltura consociata.

Alcune piante emettono sostanze repellenti verso parassiti che ne affliggono altre, un esempio è

rappresentato dalle liliacee che proteggono la carota dall’attacco della mosca e viceversa, oppure dalla

consociazione di piante aromatiche con il cavolo contro la cavolaia.

In climi caldi, consociando piante a taglia bassa con altre a taglia alta si ottiene una protezione verso un

irradiamento solare eccessivo. Al sud si usa consociare il cetriolo su sostegno con il pomodoro per

proteggere quest’ultimo, che darà frutti con buccia meno coriacea.

DA EVITARE

La consociazione di piante con apparato radicale che sfrutta lo stesso livello di terreno, come ad

esempio cipolla e ravanello.

Consociazione di piante appartenenti alla stessa famiglia, come pomodori e melanzane.

Consociare piante con il medesimo ciclo colturale

ALCUNI UTILI ACCORGIMENTI

Calcolare i tempi di maturazione delle colture, cercando di programmare la semina in modo che una

coltura non ostacoli l’altra.

Quando è possibile dare la precedenza alle leguminose, in quanto fissano l’azoto atmosferico.

Programmare le consociazioni tenendo conto delle esigenze in fatto di consumo di azoto, esistono infatti

piante con elevato consumo di azoto, altre con medio ed infine altre con scarso, mai consociare due

colture con elevato fabbisogno di azoto.

Seminare o trapiantare a file per facilitare i lavori e sfruttare al meglio le consociazioni

CONSUMO DI AZOTO PROFONDITA APPARATO RADICALE

PIANTA ELEVATO MEDIO BASSO ELEVATA MEDIA BASSA

AGLIO X X ASPARAGO X X BIETOLA DA

COSTE X X CAROTA X X CAVOLI X X CIPOLLA X X X COCOMERO E

MELONE X X

Page 35: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

ERBE

AROMATICHE X FAGIOLI X X FINOCCHIO X X FRAGOLA X X LATTUGA X X MELANZANA X X PATATA X X PEPERONE X X PISELLO x X POMODORO X X PORRO X X PREZZEMOLO x x RAPA x x RAVANELLO x x SEDANO x x SPINACIO x x ZUCCA x x ZUCCHINO x x

Per semplificare la programmazione pluriennale bisogna innanzitutto parcellizzare il nostro orto in

diversi lotti numerati, il numero di parcelle sarà influenzato dal numero di colture che vogliamo

coltivare o in base alla disponibilità di terreno;

Quando ogni parcella sarà identificabile allora riporteremo il numero della parcella sul quaderno di

campagna. Avremo quindi un elenco di lettere o numeri corrispondenti al numero di lotti a disposizione;

Page 36: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

PARCELLA

1° anno 2° anno 3° anno

1 C F I

2 A E H

3

4

5

6

fatto questo attribuiamo ad ogni lotto un microprogramma colturale, comprensivo di una coltura

principale consociata che sarà seguita da una secondaria consociata o da sovescio.

MICROPROG. COLTURA 1 +

CONSOCIAZIONI

COLTURA 2 +

CONSOCIAZIONE

A POMODORO + BASILICO SPINACIO + INS.

INVERNALE

B CIPOLLA + CAROTA CRUCIFERA + TRIFOGLIO

C PATATE + FAGIOLO SOVESCIO

D LEGUMINOSA +

RAVANELLO

CRUCIFERA + INS.TAGLIO

E AGLIO + PREZZEMOLO FRAGOLA PACCIAMATA

F LEGUMINOSA +

INS.TAGLIO

CRUCIFERA + INSALATA

G LATTUGA + BIETOLA FINOCCHIO + PORRO

H CICORIA + FAGIOLO BROCCOLO + INS. TAGLIO

I ZUCCHINO + FAG.

RAMPICANTE

INSALATE + COSTE

L MELANZANA + INSALATA SOVESCIO + AGLIO

M PEPERONE + CAVOLO

ESTIVO

RAVANELLO + SPINACIO

N SOVESCIO SOVESCIO

Fatto questo per ogni parcella basterà ogni anno sostituire i microprogrammi colturali all’interno delle

stesse parcelle, ovviamente tenendo in considerazione le corrette pratiche riguardanti le rotazioni.

Erbe utili:

Abrotano Seminare qua e là nell'orto. E' consociabile con il cavolo del quale migliora il gusto e lo sviluppo. Allontana la farfalla cavolaia.

Achillea Come bordura, sui sentieri e vicino alle erbe aromatiche delle quali aumenta la produzione di oli essenziali.

Aglio Contribuisce alla crescita e alla salute di rose e lamponi.

Aneto Si accompagna al cavolo, non ama le carote.

Assenzio Come bordura tiene lontani gli animali dall'orto, ma la sua vicinanza non fa bene a nessuna pianta: da tenere quindi alla giusta distanza.

Page 37: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

Basilico Si accompagna ai pomodori migliorandone il gusto e lo sviluppo. Respinge mosche e zanzare. Odia però la ruta e non può starle vicino.

Camomilla Ottima la consociazione con cavoli e cipolle: ne migliora il gusto e lo sviluppo.

Cerfoglio Consociabile ai ravanelli: ne migliora lo sviluppo e il sapore.

Cumino Seminare qua e là nell'orto: Ammorbidisce il terreno.

Dragoncello Utile in tutto l'orto.

Erba cipollina Consociabile alle carote: ne migliora il gusto e lo sviluppo.

Finocchio selvatico Tenere lontano dall'orto. La maggior parte delle piante non ne apprezza la compagnia.

Issopo Tiene lontana la farfalla cavolaia. Si associa ai cavoli e alla vite. Non ama i ravanelli.

Lamio bianco Consociabile con le patate, dalle quali tiene lontani gli insetti.

Levistico Seminare qua e là nell'orto. Migliora il gusto e la robustezza delle piante.

Lino Consociato alle carote e alle patate ne migliora il gusto e lo sviluppo. Tiene lontane le dorifere dalle patate.

Maggiorana Migliora il profumo delle piante.

Melissa Migliora il sapore e lo sviluppo dei pomodori.

Menta Migliora il gusto e lo sviluppo di cavoli e pomodori. Tiene lontana la farfalla cavolaia.

Mentuccia Tiene lontana l'altica.

Nasturtium E' molto utile ai ravanelli, ai cavoli e a tutte le cucurbitacee. seminato sotto gli alberi da frutto tiene lontani gli afidi e altri insetti.

Petunia Protegge i fagioli dagli insetti.

Portulaca Può essere usata per tenere il terreno coperto sotto il granturco.

Rafano Seminato negli anfoli delle aiuole delle patate tiene lontani gli insetti.

Rosmarino Consociabile con cavoli, fagioli, carote e salvia. Tiene lontane la cavolaia. la mosca delle carote e l'epilachna.

Ruta Seminata vicino a rose e lamponi li protegge dagli insetti. Odia il basilico.

Salvia Consoviabile con rosmarino, cavoli e carote ma non con i cetrioli.

Santoreggia Migliora il gusto e la salute di fagioli e cipolle.

Tagete E' una delle piante più attive nella lotta agli insetti.

Tanaceto Seminato con rose, lamponi, sotto gli alberi da frutto, tiene lontano gli insetti volanti.

Timo Il suo odore tiene lontano la cavolaia.

Valeriana Va bene ovunque nell'orto.

Produzione e conservazione delle sementi

Nell’orto etico, l’utilizzo di sementi di varietà locali, impone spesso l’autoproduzione delle sementi per

l’anno successivo, dato che risulta difficile reperire seme di varietà particolari.

A tal proposito sono necessari alcuni accorgimenti per garantire una buona germinabilità ed una certa

purezza dei nostri semi, nonché un miglioramento delle caratteristiche a noi utili.

Segnalazione

All’inizio della stagione sarà opportuno preparare degli appositi cartellini, spago o quant’altro, che ci

servirà per evidenziare le piante che riterremo idonee per la produzione di seme. Questi segnalatori ci

aiuteranno a tenere sotto controllo le piante prescelte per garantire loro le cure più idonee, nulla ci vieta

Page 38: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

tuttavia di cambiare la nostra scelta nel caso in cui ci accorgessimo che altre piante, non selezionate

precedentemente, risultino più idonee.

Osservazione e scelta

Durante la stagione vegetativa occorre osservare le piante nell’orto, per la produzione di sementi

scegliere sempre le piante con delle caratteristiche favorevoli, ad esempio per gli ortaggi da foglia come

spinaci, cavoli e lattughe, non scegliete le piante che vanno subito a seme ma quelle che producono più

foglie e che vanno a seme per ultime.

Per le piante da fiore e frutto come ad esempio i cavolfiori, scegliete sempre quelle che producono

l’infiorescenza precocemente, a patto che la pianta sia sana e ben equilibrata.

Per gli ortaggi a radice come carote e ravanelli, scegliere le piante che hanno un buon rapporto tra parte

ipogea ed epigea, anche se non producono l’infiorescenza precoce.

Non scegliere come produttrici di sementi piante ibride, in quanto la discendenza produrrebbe piante

con caratteristiche diverse da quella selezionata.

Distanziare le piante portaseme se contestualmente si coltivano altre piante della stessa specie ma di

diversa varietà, potrebbero dare origine ad incroci naturali, facendo perdere le caratteristiche originarie.

La distanza minima da tenere in questi casi è di 200m tra una varietà e l’altra.

Maturazione, raccolta e conservazione

Lasciate maturare i semi sulla pianta il più possibile, raccoglierli troppo presto significa perdere in

germinabilità ed in qualità.

Deporre le piante portaseme in luogo asciutto ed aerato fino a quando i bacelli non saranno secchi e

friabili e lasceranno uscire facilmente i semi.

A tal proposito occorre distinguere due tipi di sementi, i semi già secchi, come fagioli, ravanelli, insalate,

cavoli ecc ed i semi che si presentano umidi, come quelli di pomodori, zucche, zucchine, cetrioli ecc.

Questi ultimi si presentano con una patina gelatinosa che li riveste e che si elimina tramite

fermentazione.

La fermentazione dei semi protegge i semi stessi da alcune malattie e promuove la crescita sana della

futura pianta.

Dopo la fermentazione i semi vanno lavati in acqua corrente ed essicati rapidamente (12 ore) per evitare

che germoglino.

Utilizzando dei setacci si possono pulire meglio le sementi, eliminando eventuali semi di piante

infestanti, uova di insetti o altre impurità.

Prima di utilizzare le sementi autoprodotte converrebbe comprovare la loro germinabilità al fine di

prevenire per tempo eventuali insuccessi.

Questa operazione è facilmente attuabile con dell’ovatta inumidita su cui verranno posti alcuni semi a

germinare, se germineranno almeno il 50% dei semi potrete utilizzarli.

La conservazione della semente deve essere fatta con una certa cura per evitare che i semi vengano

rovinati da muffe, funghi, insetti e roditori.

Il luogo dove vengono riposti i semi deve essere fresco ed asciutto, con una temperatura minima di 4°C,

tuttavia alcuni semi sopportano bene anche temperature inferiori allo 0 ed anzi, sembra che crescano più

sani e vigorosi, tutto ciò a patto che siano ben essicati.

Non ritirare i semi in contenitori ermetici, l’ambiente asfittico può causare la morte dell’embrione, con

conseguente inutilizzo degli stessi.

Per aumentare la conservabilità è meglio sottrarre i semi dall’eccessiva esposizione solare, dall’umidità

e dall’eccessivo calore. Infatti l’umidità favorisce l’ossidazione che, di conseguenza porta a

riscaldamento e morte dell’embrione. Il calore invece aumenta l’attività respiratoria consumando le

sostanze di riserva presenti nel seme causando una scarsa vigoria nella futura piantina.

Conservate i semi in barattoli di vetro o metallo suddividendoli in piccole quantità e controllate

Page 39: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

periodicamente lo stato della semente, per evitare che si moltiplichino eventuali muffe e/o parassiti.

Per aumentare la germinabilità, la difesa da muffe ed insetti dannosi, nonché limitre la trasmissione di

crittogame, le sementi possono subire trattamenti particolari;

Trattamenti stimolanti 1) Immersione

Ammollare le sementi in acqua tiepida per 25 minuti e successivamente in acqua fredda per 2-3 ore. Questo

processo promuove una germinazione più rapida.

2) Inoculazione

Si pratica esclusivamente alle sementi di leguminose, che vengono trattate con batteri azoto fissatori che ne

aumentano la produttività

3) Pregermogliazione

È una pratica comune soprattutto per la patate, i tuberi vengono esposti alla luce 4 settimane prima dell’epoca

di semina, ad una temperatura compresa di 12-15°C ed una umidità elevata 80-90%, fino alla crescita dei ger-

mogli. In questo modo si possono eliminare i tuberi con germogli anomali ed inoltre avviene una certo anticipo

della coltura.

Per carota, cipolla e peperone si ricorre talvolta alla pregermogliazione dei semi.

4) Bagni delle sementi

L’involucro protettivo del seme è in grado di assorbire sostanze con cui viene a contatto, immergendo le semen-

ti in appositi preparati prima della semina, si può stimolare la germinazione e lo sviluppo delle future piante. I

preparati più usati sono:

Camomilla per piselli, fagioli, rafano, ravanelli, cavoli.

Valeriana per carote, cicoria, cetrioli, aglio, pomodori, peperoni, zucche, cipolle, porri, sedano.

Dopo il bagno le sementi devono essere asciugate e poste all’ombra ad asciugare, possono essere impiegate il

giorno stesso o al massimo il giorno dopo.

Trattamenti protettivi 1) Concia

Trattamento atto a prevenire eventuali attacchi si crittogame ed insetti dannosi, si attua con polveri, spesso a

base di rame. Bagnare la semente prima di seminare con poltiglia bordolese all’1% oppure spargere carbonato

di rame in polvere sulla semente miscelando attentamente in modo da uniformare la distribuzione della polve-

re, questa pratica può essere eseguita prima della semina ma anche prima del periodo di conservazione.

Attualmente si pratica la concia delle sementi anche con una miscela di funghi antagonisti del genere Tricoder-

ma, al fine di proteggere gli stessi dall’attacco di alcuni patogeni.

Altra pratica interessante è quella di bagnare le sementi e conciarle con bentonite e/o litotamnio, creando su di

esse una sorta di involucro che le protegge dagli uccelli, da insetti e dall’assenza di acqua, permettendo al seme

di germogliare quando le condizioni pedoclimatiche sono più vantaggiose.

2) Disinfezione

Mettere a bagno le sementi in acqua tiepida (25-30°C) per 4 ore e successivamente a 50°C per 10 minuti. Que-

sto procedimento può eliminare alcune infezioni presenti nel seme ma può anche avere effetti deprimenti sul

potere germinativo, quindi è meglio attuare la disinfezione solo in caso di rischio effettivo.

Page 40: Manuale-Produzioni-Vegetali-Orto-Etico

RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEGLI ORTAGGI

Ortaggio Raccolta Conservazione

Carota Deve avvenire prima che le radici

abbiano effettuato il completo

sviluppo e preferibilmente in luna

crescente

Si possono conservare in cassette

sotto sabbia poste in un locale fresco

ed umido

Cavolfiore Deve avvenire al completo sviluppo

dell’infiorescenza ma prima che si

differenzino i fiori, preferibilmente in

luna crescente

Si conserva per 2-3 mesi dopo la

raccolta in locali freschi e asciutti

Cavolo Deve avvenire in luna crescente

prima che le foglie inizino ad aprirsi

Si eliminano le radici e le foglie

esterne e si ripongono in un locale

fresco e ventilato mettendo le teste

ben separate tra loro su scaffali di

legno

Insalate Prima che montino Si possono conservare per alcuni

giorni raccogliendole con le radici e

mettendole a bagno in un vaso pieno

d’acqua

Cipolla La raccolta va effettuata in luna

calante, quando la parte aerea della

pianta si presenta ingiallita, legare il

fusto con uno spago e raccoglierle

alcuni giorni dopo

Legarle in mazzi e lasciarle al sole e

all’aria per alcuni giorni,

successivamente si conservano in

locali aerati e bui

Fagioli e piselli da grana Raccogliere quando i bacelli sono

seccati sulla pianta

Sgranare e conservare in luoigo

fresco ed asciutto

Melanzana Raccogliere prima della maturazione

quando i semi non sono ancora

evidenziati

Patate Raccogliere quando la parte aerea

della pianta è completamente secca, i

giorni più indicati sono quelli che

seguono la luna piena.

Si possono conservare in cantine o

meglio in silos, direttamente in

campo, posizionare un drenaggio a

terra, accumulare le patate in forma

piramidale e coprire con 2 strati di

paglia e due di terra alternandoli:

paglia-terra- paglia-terra

Porri Si raccolgono in diversi stadi di

sviluppo

Si conservano bene per 1-2 mesi

accatastandoli in cantina e ricoprendo

la parte basale con terra, torba o

sabbia umida

Ravanello Raccogliere prima del completo

sviluppo

Si conservano bene in cassette di

legno piene di sabbia umida, poste in

locali freschi

Zucca Raccogliere quando le foglie seccano

e prima delle gelate

Porre le zucche su delle assi di legno

per evitare che tocchino il terreno,

dopo la raccolta si conservano bene

in casa anche per molti mesi

Zucchino Raccogliere quando il fiore all’apice

dei frutti sta per schiudersi e

comunque prima che si differenzino i

semi


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