NORME TECNICHE DELL’ORTO ETICO: Produzioni vegetali
Pratiche agronomiche
A) Concimi ed ammendanti ammessi
1) Escrementi animali compostati provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinanze dell’area
di spandimento ( massimo 50 Km).
2) Preparati Biodinamici utilizzando escrementi e scarti animali da allevamenti non industriali* ubicati nelle
vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).
3) Rifiuti domestici compostati o fermentati, compost di fogliame e di residui vegetali.
4) Prodotti e sottoprodotti di origine animale provenienti da allevamenti non industriali* ubicati nelle vicinan-
ze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).
5) Segatura, cortecce, cenere di legno e trucioli di legno da legname non trattato chimicamente e provenienti
da segherie o altre fonti ubicate nelle vicinanze dell’area di spandimento ( massimo 50 Km).
6) Carbonato di calcio di origine naturale
7) Farina di roccia ed argille
8) Macerati vegetali
9) Concimi etici non presenti in elenco verranno presi in esame singolarmente
Nota* la definizione di allevamento industriale è riferita nel Reg CE 834/2007
L’elenco potrebbe subire variazioni ed integrazioni.
B) Antiparassitari e prodotti fitosanitari ammessi
1) Vedere Allegato II Reg. CE 889/2008
C) Rotazioni e consociazioni (Arboree escluse)
L’orto etico prevede un piano di rotazione triennale, in cui la stessa famiglia di vegetali non può ripetersi sullo
stesso appezzamento per almeno tre anni se non come coltura consociata ad una primaria, nell’arco dei tre anni
deve essere inserita almeno 1 volta una leguminosa o 1 sovescio.
D) Biodiversità
Nella scelta delle sementi degli ortaggi, sarà data particolare attenzione alle cultivar autoctone, ovvero alle
vecchie specie locali.
E) Materiale di propagazione
Le sementi devono essere possibilmente di origine biologica ed obbligatoriamente non trattate con prodotti
chimici, le piantine da trapianto devono essere autoprodotte o acquistate da rivenditori, a patto che siano pro-
venienti da semente non trattata e che le piantine stesse non siano state trattate con antiparassitari e fitosani-
tari non ammessi.
Questo testo è stato approvato dal consiglio direttivo dell’AOE ma è provvisorio in quanto gli argomenti trattati
sono in continua evoluzione, per cui il consiglio direttivo dell’AOE si riserva di rivedere, ampliare o modificare il
testo stesso
MANUALE DELL’ORTO ETICO
Breve storia dell’agricoltura biologica
Innanzitutto bisogna fare una distinzione, nel passato remoto l’uomo ha sempre coltivato “orti etici” ed è sem-
pre sopravvissuto.
L’agricoltura biologica “moderna” nasce, in principio, come complemento agli studi di antroposofia di Rudolf
Steiner che vedeva l’uomo come particella di un equilibrio cosmico, lo stesso Steiner scrisse nel 1913 tratterello
di agricoltura conforme alla sua dottrina.
Un suo allievo Pfifer riadattò e perfezionò l’agricoltura Steineriana e nacque la biodinamica.
Myller, un politico svizzero degli anni 30’ fu il precursore dei Km 0, infatti, diede un impulso sociale, politico ed
economico predicando l’autosufficienza dei contadini e la necessità di ridurre la distanza tra le fasi di produzio-
ne e di consumo.
Poco dopo l’austriaco Hans Peter Rush riadattò le idee di Myller arricchendole dell’utilizzo in prevalenza di fonti
rinnovabili, quello che attualmente potrebbe essere il nostro Orto etico.
Negli anni 50 con la ripresa economica, la chimica e le multinazionali cambia l’agricoltura e gli agricoltori si divi-
dono. Alcuni sposano le nuove tecniche ed altri seguono un’ideologia più naturale.
Il 68’ porta, grazie al contesto sociale e culturale, una rinascita dell’agricoltura biologica che negli anni 70 si riaf-
ferma grazie anche ai movimenti ecologisti ed in Inghilterra nascono i primi disciplinari di produzione. Sempre
nel Regno Unito nasce contestualmente l’IFOAM (International Federation of Organic Agricoltural mouve-
ments).
Negli anni 80 e 90 l’agricoltura diventa un’industria e l’agricoltura biologica resta marginale, fino a quando la
CEE redige un regolamento (2092/91) che disciplina l’agricoltura biologica, promuovendola con relativi premi
per gli agricoltori che aderiscono. Riemerge l’agricoltura biologica.
Tuttora il biologico sta uscendo dalla marginalità, grazie agli studi più approfonditi si sono potuti verificare i pro-
blemi causati dall’indiscriminato uso di prodotti chimici di sintesi che, inevitabilmente entrano in tutta la catena
alimentare ed inquinano l’ambiente. La ricerca di un modo “pulito” di coltivare ha fatto passi da gigante pareg-
giando spesso i risultati ottenuti con l’impiego della chimica.
Attualmente il reg. CEE. 2092/91 è stato sostituito dal più attuale 834/2007 e 889/2008 che disciplina il metodo
di produzione biologico.
Conoscere il terreno e le esigenze dei vegetali
Il terreno è, a tutti gli effetti, un organismo vivente, formatosi nel corso di millenni e tuttora in evoluzione.
La parte del terreno che noi utilizziamo per le coltivazioni è l’apparato digerente della pianta ed è costituito
principalmente da materiali inerti; Argilla e Limo che rappresentano la parte più fine, sabbia, ghiaia e ciottoli
quella più grossolana, calcare, macro e micro elementi concorrono a determinare importanti caratteristiche,
una in particolare è il ph. La sostanza organica ovvero l’humus è la parte viva, il risultato dell’azione degli organi-
smi che popolano il terreno e, assieme a macro e microelementi, determina la fertilità ed il patrimonio da sal-
vaguardare. H2O e CO2 sono elementi sempre presenti nel terreno.
Cosa determina la qualità del terreno del nostro orto? Sostanzialmente il rapporto tra i principali componenti
del terreno stesso, la percentuale di humus ed il suo ph.
Generalmente il terreno ideale per l’orto dovrebbe essere di medio impasto, ben drenato e ben dotato di so-
stanza organica con un ph neutro e cioè compreso tra 6,5 e 7.
E’ importante conoscere le caratteristiche di base del nostro terreno per intervenire con la finalità di migliorarlo,
analizzando le percentuali di argilla, limo e sabbia, si può capire quali di questi elementi compongono in preva-
lenza il nostro terreno e cosa possiamo fare per ottimizzarlo.
I terreni argillosi sono in grado di assorbire una grande quantità di acqua, un vantaggio per la stagione calda ma
dopo grandi periodi di pioggia rimangono fangosi ed asfittici. Con il secco invece tendono a formare una crosta
compatta che si crepa, l’argilla ha il grande vantaggio di trattenere le sostanze nutritive che rimangono più a
lungo a disposizione dei vegetali.
I terreni sabbiosi tendono ad asciugarsi rapidamente ma di contro non trattengono acqua in periodi di siccità
costringendo ad innaffiature. Pure la capacità di trattenere le sostanze nutritive è scarsa.
Si deduce che l’optimum è rappresentato dai terreni di medio impasto.
Ammendanti e concimazioni possono aiutarci a raggiungere una condizione migliore del terreno, importante
specificare che i concimi e gli ammendanti devono agire esclusivamente sul terreno e non sulla pianta.
Pensate al terreno come al frigo di casa vostra o meglio ad un mercato in una bella piazza baciata dal sole, e voi
siete le piante. Girando tra i banchi del mercato decidete di cosa avrete voglia di mangiare e lo acquistate. Que-
sto è quello che fanno le piante in un orto fertile, decidono di prelevare dal terreno le sostanze nutritive che ne-
cessitano in quel preciso periodo.
Condizione fondamentale per permettere ciò è una buona dotazione di sostanza organica e di microrganismi.
Condizione fondamentale per la vita delle piante è la fotosintesi clorofilliana, il processo con il quale le piante ri-
cavano energia dalla luce del sole, prelevando anidride carbonica ed espellendo ossigeno. Tutte le piante hanno
bisogno di luce per sopravvivere, anche se in percentuali differenti.
L’acqua pure è un elemento fondamentale per la vita vegetale, mentre il terreno non lo è, ci sono piante che vi-
vono su altre piante, o che non utilizzano il terreno come substrato, tant’è che non hanno radici. Nel nostro ca
so, tutte le colture orticole necessitano di terreno, sia come ancoraggio che come “apparato digerente”, neces-
sario per attingere il nutrimento.
Principali lavorazioni del terreno
Ogni volta che andiamo ad intervenire sul terreno, modifichiamo le sue caratteristiche, sia nel bene che nel ma-
le.
Il terreno non lavorato presenta particelle riunite di argilla, limo, sabbia e sostanza organica, i microrganismi che
popolano il suolo, a causa della scarsità di ossigeno, lavorano e prolificano lentamente.
Qualunque sia la lavorazione, si provoca un mutamento delle caratteristiche chimico- fisiche, distruggendo le
particelle ed aumentando l’ossigenazione, favorendo la proliferazione di questi microrganismi, influenzando più
o meno pesantemente l’arricchimento della microflora tellurica (del terreno).
Negli ultimi anni, grazie a vari studi ed esperimenti, si è messa in discussione la reale necessità del rivoltamento
completo degli strati superficiali del terreno. Infatti, come potete immaginare, se rivoltiamo gli strati, la sostanza
organica ancora indecomposta che si trova in superficie viene a collocarsi in profondità, già questo potrebbe
provocare degli squilibri causati da fermentazioni anaerobiche o semplicemente per il fatto che la microflora e
la microfauna si trovano a profondità invertite.
Studi hanno dimostrato che soprattutto i batteri nitrificanti (responsabili della fissazione dell’azoto nel terreno)
sono inibiti dall’aratura.
Alcuni microbiologi hanno studiato che nel terreno non lavorato, viene ad instaurarsi una complessa simbiosi
tra la pianta ed i microrganismi del terreno. Le radici producono essudati (cataboliti della fotosintesi) di cui i mi-
crorganismi si nutrono consumando ossigeno, quando l’ossigeno esaurisce si viene a formare etilene. Questo
gas inibisce i microrganismi e difende la pianta da malattie micotiche. L’assenza di ossigeno favorisce pure la
rottura di cristalli ferrici che liberano solfati ed oligoelementi (in particolare potassio, magnesio ed ammonio) in
forma disponibile per la pianta. Quando l’ossigeno torna a riempire i micrositi, i microrganismi riprendono la lo-
ro attività, ed il ferro, riossidandosi, trattiene gli elementi non assorbiti dalla pianta impedendo il dilavamento
degli stessi.
Nelle praterie e nei boschi naturali è sempre presente l’etilene, indice di continuo lavoro dei microrganismi,
mentre è pressoché assente in suoli agricoli. Interessante notare il fatto che in natura le malattie crittogamiche
rivestono un ruolo insignificante.
Altri svantaggi delle lavorazioni profonde sono rappresentati dalla maggiore erosione del suolo ed il dispendio
energetico elevato; Braccia per l’orticoltore dilettante, carburane ed utilizzo dei mezzi per l’agricoltore profes-
sionista.
Agronomicamente parlando ci sono casi in cui è inevitabile ricorrere all’aratura/vangatura con rivoltamento
della zolla:
1) Quando si intende coltivare un terreno mai coltivato
2) Interrare la sostanza organica per la concimazione di fondo
3) Interrare il sovescio
4) Favorire il disseccamento delle infestanti in estate
5) In caso di massicce infestazioni di roditori
In tutti gli altri casi sarebbe opportuno effettuare una vangatura senza rivoltamento (vedi fig. 2), seguita
da uno sminuzzamento a carico degli eventi atmosferici.
Per estensioni maggiori si potrà utilizzare un erpice o un motocoltivatore.
Concimazione La concimazione “moderna” è basata sul principio della restituzione dei principali Macroelementi, N (azoto), P
(fosforo) e K (potassio), sottratti dalla pianta al terreno durante il ciclo produttivo.
Questo principio è indiscutibilmente errato. Le concimazioni chimiche, in scarsità di Humus, non vengono fissate
al terreno e quindi ciò che non viene utilizzato dalla pianta viene perso. Questo produce un enorme dispendio di
energie che vanno sprecate e sono una delle principali cause di inquinamento delle falde e non solo.
Spesso un’errata concimazione porta ad un maggiore attacco da parte dei parassiti, sia animali (insetti) che ve-
getali (funghi), a causa di uno sviluppo sproporzionato della pianta ed influisce inoltresulle caratteristiche finali
del prodotto
Il modo migliore di fornire al terreno ed alle piante le sostanze di cui abbisognano è tramite l’apporto di sostan-
za organica e più precisamente di Humus.
Per questo motivo ci limiteremo ad analizzare concimi ed ammendanti in linea con la nostra filosofia di Orto
Etico
L’Humus è una sostanza organica complessa, composta in maggior parte da Acidi Umici ed Acidi Fulvici, questi,
hanno la caratteristica di “Polimerizzare” altri composti organici più semplici (zuccheri, amminoacidi, vitamine,
composti aromatici ecc) e particelle minerali inorganiche come N, P, K, Mg ecc.
Questa caratteristica permette a queste sostanze di essere trattenute nel terreno e disponibili per la pianta.
Come si forma l’Humus
Decomposti vegetali ed animali come Lignine, Cellulosa, Deiezioni, che hanno un rapporto C/N (carbonio/azoto)
molto elevato, vengono attaccati da microrganismi che li trasformano in sostanze organiche più semplici (zuc-
cheri, amminoacidi, vitamine, composti aromatici ecc).
Queste sostanze sono chimicamente instabili e vengono rielaborate da altri microrganismi che trasformano que-
sti composti in Humus, con un rapporto C/N tra 10 e 25.
L’Humus di per sé è idrosolubile, tende quindi a scomporsi in particelle inorganiche più semplici, legandosi
all’argilla del terreno, questo processo avviene molto lentamente per cui la forma organica resiste per più tem-
po, garantendo una cessione ottimale degli elementi alle piante.
Le caratteristiche del nostro terreno ed il suo ph, influenzano il suddetto processo, determinando quindi le di-
verse caratteristiche pedoclimatiche.
Da questa analisi risulta pure il fatto che l’Humus non è una risorsa infinita nei terreni coltivati, un apporto co-
stante è necessario per mantenere ed accrescere la fertilità, consideriamo inoltre che la Sostanza Organica è già
di per sé un correttore del terreno, favorendo una struttura granulometrica ottimale; aumenta la capacità di
idroscopica nei terreni sabbiosi e alleggerisce quelli argillosi.
Influenza dell’Humus sullo stato chimico del terreno
a) Agisce come accumulatore naturale di elementi chimici che vengono poi ceduti come precedentemente detto.
b) Influenza l’assimilabilità dei microelementi e del Fosforo mediante la Chelazione dei Cationi
c) Svolge effetto tampone sul ph
d) Trasforma il ferro in forma assimilabile (solubile)
Azione biologica dell’Humus a) Stimola la germinazione dei semi
b) Stimola lo sviluppo radicale e la densità di peli radicali aumentando il “Potere assorbente” della pianta stessa
c) Stimola la fotosintesi ed il contenuto di clorofilla
d) Migliora l’assorbimento dell’azoto
e) Stimola l’aumento di noduli fissatori nelle leguminose
f) Protegge da agenti tossici, infatti la capacità di trattenimento non si limita agli elementi utili alla pianta ma an-
che alle molecole tossiche che vengono trattenute.
Quali sono dunque i “materiali fertilizzanti” utilizzabili al fine di incrementare la fertilità del terreno
dell’Orto Etico?
LETAME
Il letame è costituito dalle deiezioni animali e dalla lettiera utilizzata nelle stalle, in base all’animale e
alla lettiera impiegata cambia il tipo di letame ed il rapporto NPK.
In genere il letame equino ed ovino è più ricco e contiene poca acqua, quindi “scalda molto” e può
essere utilizzato per i Letti Caldi.
La pollina è molto ricca di elementi nutritivi, tant’è che se non è perfettamente decomposta può causare
danni alle colture.
Il letame suino non è molto utilizzato perché è ricco di acqua e quindi più povero di elementi, mentre
quello bovino è il più utilizzato ed è una via di mezzo.
L’azoto organico presente nel letame è originato da parti non digerite di alimenti e dalle masse
microbiche intestinali, è insolubile in acqua e quindi non soggetto al dilavamento.
Le urine invece si scindono in NH3 e CO2 formando una combinazione solubile in acqua, sono subito
disponibili per la pianta ma si corre il rischio di bruciarla, inoltre, ciò che non viene assorbito finisce
nelle falde causando inquinamento da nitrati.
Caratteristiche del letame in base alla provenienza
Provenienza Azoto% Fosforo% Potassio%
Polli 1.1 0.8 0.5
Pecore 0.7 0.3 0.9
Cavalli 0.7 0.3 0.6
Bovini 0.6 0.2 0.5
Suini 0.5 0.3 0.5
Conigli 2.4 1.4 0.6
Il letame deve essere ben maturo prima di essere distribuito, cosi si evita l’incorrenza di marciumi in
colture sensibili, come patate, aglio, carote ed insalate. E’ stato inoltre dimostrato che con una corretta
maturazione si eliminano eventuali tracce di antibiotici somministrati al bestiame non proveniente da
allevamenti biologici, questi antibiotici influenzano, limitandoli, i microrganismi presenti nel terreno.
Una volta stabilizzato il letame può essere distribuito sul terreno, preferibilmente prima della
lavorazione, in modo da interrarlo per 10-15 cm, nel caso non si effettuino lavorazioni va benissimo
anche sparso sulla superficie, i lombrichi lo trasporteranno in profondità per voi.
Una dose indicativa va dai 200 ai 400 Kg/100 mq di letame compostato
FERTILIZZANTI MINERALI NATURALI
Questi ammendanti sono utili per correggere e bilanciare il terreno, fosforo, potassio, magnesio e calcio
sono elementi indispensabili e concorrono a stabilizzare la struttura organica del terreno.
Fosforiti
Sono ottenute dalla macinazione di rocce fosfatiche, devono essere distribuite in forma finissima perché
sono insolubili, sono ottime per le colture avide di calcio come alcune leguminose e le crucifere.
Contengono circa il 30% di anidride fosforica e vanno distribuite in campo o preferibilmente nel
compostaggio, nel primo caso 2 Kg/100 mq nel secondo 1 Kg ogni 100 Kg di compost.
Farina di rocce
Questo ammendante si ottiene dalla frantumazione di lave o altre rocce vulcaniche, sono ricche, oltre
che di potassio, di altri oligoelementi indispensabili alla pianta, soprattutto silicio, importante elemento
che ha la capacità di potenziare la naturale resistenza delle piante verso i patogeni.
Questa polvere di roccia è pure un ottimo correttore del terreno, le rocce basaltiche o la dolomia che
hanno un ph alcalino, sono utili in terreni acidi, mentre i graniti e i porfidi sono più adatti a correggere
terreni alcalini.
Alcuni studi hanno evidenziato come le polveri di roccia influiscano positivamente sulla granulometria
del terreno.
Possono essere distribuite nel composto o a pieno campo, la dose indicativa è di 5-10 Kg/100 mq.
Cenere di legna
Ottimo ammendante potassico, svolge pure un’azione preventiva verso numerose crittogame. La cenere
deve essere mescolata al terreno o nelle buchette di semina o trapianto, non va sparsa in superficie in
quanto sembra che comporti delle conseguenze negative sulla struttura del terreno, soprattutto in quelli
argillosi.
Compostaggio Il compostaggio ci permette di produrre humus, riproducendo, in piccola scala, ciò che avviene in natura, cioè la
trasformazione di materiali organici in humus.
Questo processo è svolto da innumerevoli microrganismi come batteri, funghi, miriapodi, alghe ecc. ognuno di
questi microrganismi necessita di particolari condizioni per proliferare, le tecniche di compostaggio tengono
conto di questo e mirano a produrre il compost migliore nel più breve tempo possibile.
Composizione
Per garantire una fermentazione ottimale del composto ci dovrebbe essere un rapporto C/N di 25-30 (25-30 par-
ti di carbonio per una parte di azoto), per chiarire il concetto identifichiamo i materiali di partenza ricchi di que-
sti elementi:
Materiali ricchi di Carbonio: segatura, cortecce, paglia, fieno, residui di potatura, carta, cellulosa e amido.
Materiali ricchi di Azoto: scarti di cucina, scarti dell’orto, deiezioni animali, frattaglie e sostanze proteiche in ge-
nerale.
Nel caso prevalgano materiali ricchi di carbonio, si avrà una decomposizione lenta con un tenore di humus più
basso, mentre, nel caso prevalgano i materiali ricchi di azoto si verificherà una perdita dello stesso sottoforma di
ammoniaca con uno spreco di risorse diversamente disponibili.
Il cumulo del compost dovrebbe essere ubicato in una zona comoda, accessibile e non utilizzata ai fini colturali,
per esempio a ridosso di una siepe o ai margini del bosco, deve essere distante da corsi d’acqua, pozzi e sorgen-
ti, al fine di evitare che i colaticci possano inquinare le falde.
Prima di predisporre il cumulo bisognerà predisporre sul terreno un drenaggio, per esempio ciottoli o mattoni,
cosi facendo, la circolazione di aria impedirà fermentazioni anaerobiche che ostacolano l’azione dei microrgani-
smi.
Il cumulo dovrebbe essere di forma triangolare, per favorire lo sgrondo delle acque piovane, tendenzialmente le
misure utilizzate per il compostaggio sono 1,5-2m di larghezza per 80-150cm di altezza, la lunghezza del cumulo
sarà dettata dalla quantità di materiale da compostare e dalla disponibilità di spazio.
Umidità
L’umidità ottimale per l’azione dei microrganismi è compresa tra il 40 ed il 60%, una quantità d’acqua maggiore
potrebbe causare asfissia e quindi inibire l’azione dei microrganismi, come pure un’eccessiva secchezza.
Per assicurare al cumulo un’adeguata umidità è necessario far asciugare all’aria i materiali troppo umidi come
l’erba ed i residui di ortaggi e bagnare quelli troppo secchi come i trucioli di legno. Miscelando materiali umidi
con materiali secchi si ottiene un ottimo risultato.
Gli ammendanti (polveri di roccia e fosforiti) contribuiscono ad abbassare il tasso di umidità, oltre che a correg-
gere e migliorare le caratteristiche del prodotto finito, tenete presente infatti che il compost presenta sempre
un ph acido, soprattutto quello realizzato con residui vegetali.
Temperatura
Ci sono due gruppi di microrganismi che operano all’interno del compost, i mesofili che lavorano con tempera-
ture comprese tra 10 e 45°C ed i termofili che prosperano dai 45 ai 70°C.
È importante limitare gli sbalzi di temperatura nel cumulo, a tal fine è utile ricoprirlo con paglia, fieno, terra o
sacchi di iuta, materiali che assicurano in qualsiasi caso il ricircolo di aria.
Durante il periodo di fermentazione del cumulo, sarà necessario rivoltarlo almeno una volta per permettere al
materiale in decomposizione di arieggiarsi e di amalgamarsi in maniera ottimale, durante questa operazione sa-
rà semplice inoltre accertarsi sullo stato stesso della decomposizione.
In genere il composto finale dovrebbe essere di colore scuro e di odore gradevole, e si ottiene in media in circa
un anno.
Compost di fogliame
Questo compost è molto valido ed ecologico, permette di correggere il terreno utilizzando le f oglie di specie
diverse, per esempio le foglie di frassino vanno bene per correggere terreni acidi, mentre quelle di castagno so-
no ottimi per i terreni alcalini e colture acidofile.
Il compost di fogliame va miscelato con terra e polvere di roccia, per evitare un’eccessiva circolazione di aria che
rallenterebbe il processo.
Normalmente il composto è pronto in un anno ma si possono utilizzare le foglie semidecomposte come paccia-
matura.
Il sovescio
Il sovescio è una pratica colturale che consiste nel coltivare piante erbacee destinate ad essere interrate
in un preciso periodo del loro ciclo vegetativo, al fine di migliorare la fertilità e la struttura del terreno.
Questa pratica era già molto diffusa, secoli addietro, in Cina e nel bacino del Mediterraneo, purtroppo,
con l’avvento della chimica, il sovescio è pressoché scomparso.
Negli ultimi anni, grazie alla ricerca di pratiche agronomiche ecocompatibili ed ai disciplinari di
produzione biologica, c’è stata una riscoperta ed una conseguente rivalutazione del sovescio, al quale
sono stati riconosciuti innumerevoli vantaggi, vediamo quali;
a) Miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche del terreno
b) Protezione verso l’erosione superficiale ed il compattamento
c) Protezione contro il dilavamento dei minerali idrosolubili
d) Arricchimento di sostanza organica
Tra un ciclo colturale e l’altro, se il terreno rimane scoperto, si verifica un dilavamento dei Sali minerali
idrosolubili presenti nel terreno, con una conseguente diminuzione di fertilità ed influenze negative pure
sulle caratteristiche chimico fisiche, in particolare sulla capacità di scambio cationico.
In presenza di radici che “lavorano” il terreno, rendendolo soffice ed aerato, i microrganismi aerobici
(responsabili dei processi di umificazione) lavorano meglio, inoltre le secrezioni radicali delle piante da
sovescio, favoriscono il naturale arricchimento del suolo.
Le radici svolgono un’azione meccanica nel terreno, migliorandone la struttura, limitando l’erosione ed
il dilavamento provocato da acqua e vento. La copertura del suolo, provocando ombreggiamento, limita
la disidratazione del suolo stesso, fattore che limiterebbe l’azione dei microrganismi.
Il sovescio è un enorme fonte di fertilità, pensate che un sovescio di leguminosa può apportare fino a 5
t/ha di Sostanza organica e 350 kg di Azoto, l’equivalente di 800 kg di urea. L’urea però, contiene
esclusivamente N minerale idrosolubile, soggetto quindi al dilavamento, mentre, l’azoto del sovescio è
totalmente organico, non viene quindi dilavato ed è sempre disponibile.
Sovescio in pratica
Per ottenere un risultato ottimale, la concimazione verde andrebbe interrata al momento della
fioritura, quando la pianta ha accumulato maggior energia.
Sovescio annuale
si utilizza per favorire una ripresa dell’attività biologica in terreni incolti, esauriti, sbancati o per
convertire campi precedentemente coltivati chimicamente.
Seminando un miscuglio di leguminose e graminacee si ottengono ottimi risultati.
Sovescio pre e post-colturale
Si intende il sovescio seminato prima o dopo una coltura principale, questa pratica si utilizza per
garantire una costante copertura del suolo ed un arricchimento del terreno in attesa di un nuovo ciclo
produttivo. A tal fine si scelgono le essenze in base al periodo dell’anno ed al tempo a disposizione
Esempi:
1) Semina di un miscuglio di graminacee e leguminose dopo il raccolto di patate, per averle poi falciate,
trinciate ed interrate prima dell’inverno.
2) Semina primaverile di crucifere con ciclo breve 40/60 giorni, seguite da una coltura tardiva
(melanzane, peperoni, zucchine ecc)
Sovescio in consociazione con la coltura principale
Questa pratica, utilizzata prevalentemente in cerealicoltura ( trifoglio consociato con grano o mais), può
essere estesa all’orticoltura, per esempio, consociando trifoglio con pomodori, zucche, cavoli ecc. questa
consociazione limita la crescita di infestanti, limita la dispersione di acqua per evaporazione e fornisce
azoto, fissato dai batteri presenti nelle radici delle leguminose.
A fine ciclo tutto viene interrato arricchendo ulteriormente il terreno.
Questa pratica è molto vantaggiosa pure in viticoltura e frutticoltura.
Quali piante utilizzare
Le piante più utilizzate sono quelle appartenenti alla famiglia delle leguminose (trifoglio, pisello da
foraggio, lupino, veccia ecc), sulle cui radici alloggiano batteri (bacterium rhizobium leguminosa rum)
in grado di sintetizzare l’azoto atmosferico, immagazzinandolo in speciali tubercoli.
Quando la pianta viene interrata, questi tubercoli decomponendosi arricchiscono il terreno di azoto.
Si sceglieranno le specie da seminare in base al periodo, il tipo di terreno, il clima e la lunghezza del
ciclo.
Consociando leguminose con graminacee (sempre da sovescio) si sfrutta il maggior sviluppo autunnale
di quest’ultime, che riparano le leguminose, più suscettibili al gelo, mentre la maggior resistenza alla
siccità delle leguminose, in estate, garantisce una copertura ottimale del terreno.
Pure le crocifere vengono utilizzate per il sovescio, in quanto sono in grado di produrre un’enorme
massa verde in tempi più brevi rispetto alle leguminose.
Pianta Tipo di terreno ph Periodo di semina note
Colza Leggero, modio
impasto
Neuto-alcalino Autunno e
primavera
Resiste al freddo
Facelia tutti Neutro-poco acido Autunno e
primavera
Pronta dopo 6/9
settimane
Lupino Povero, sciolto Acido Primavera
Pisello da foraggio tutti Neutro-alcalino Primavera Pronta dopo 6/9
settimane
Serradella Sabbioso Acido Primavera Teme il freddo
Trifoglio incarnato Sciolto, asciutto e
povero di calcare
Acido Primavera Resistente al freddo
Trifoglio persiano sciolto Poco acido Primavera Resistente al freddo
Veccia (villosa) rustica Poco acido Autunno Teme il freddo
Veccia (sativa) rustica Poco acido Primavera Teme il freddo
Veccia (pannonica) argilloso Poco acido Autunno Pronta dopo 6/9
settimane
Riproduzione delle piante, realizzare un semenzaio e piantine da trapianto.
Le piante possono riprodursi in maniera sessuata o gamica e asessuata o agamica, nel primo caso
devono essere presenti organi maschili e femminili, costituiti da gameti aploidi (con corredo
cromosomico dimezzato)in seguito alla fecondazione vi è quindi un rimescolamento genetico e si
ottengono semi con caratteristiche genetiche proprie.
Nel caso di piante riprodotte per via asessuata (es. talee e margotte) si ottengono cloni, individui che
possiedono lo stesso corredo cromosomico della pianta madre.
In orticoltura, molti ortaggi sono riprodotti per via gamica, cioè da seme, mentre per alcune piante è più
conveniente la riproduzione agamica, per esempio il rosmarino, il timo e la salvia vengono benissimo da
talea, le patate si riproducono tramite i tuberi e le fragole dagli stoloni.
In qualsiasi caso nulla impedisce all’orticoltore di essere autosufficiente in ambito di riproduzione
vegetale.
Realizzare un semenzaio
Il semenzaio è un vivaio di sementi, dove vengono fatti sviluppare i semi di tutti i tipi di piante che verranno in seguito espiantati e ripiantati in pina terra od in vaso. Il semenzaio è riscaldato naturalmente dalla luce solare. Può essere composto da un appezzamento di terreno da una cassetta o da un vaso, dove si mettono i semi a dimora. I semenzai possono essere di diversa forma a seconda dell'esigenza e a seconda della coltivazione e possono venire realizzati in qualsiasi periodo dell'anno, solitamente, in seguito alla semina , vengono coperti da vari materiali (vetro, tessuto non tessuto, plastica ecc. ) per limitare i danni che potrebbero essere causati da cambi di temperatura, da gelo o da eccessiva insolazione.
La terra usata per i semenzai deve essere priva di parassiti, di eventuali spore e di semi di infestanti, si utilizzerà perciò un terriccio sterilizzato unito ad una parte di sabbia, in modo da favorire un buon drenaggio.
I semi vanno sparsi sul terriccio e ricoperti con altro terriccio. l'innaffiamento va eseguito a pioggia per evitare che i semi vengano dispersi o che si accumulino. Spesso il semenzaio viene posto a ridosso di un muro e realizza-to su una superficie inclinata; in questo modo i raggi del sole producono un maggiore riscaldamento del terreno che permette una buona germinazione dei semi, guadagnando tempo. Questo tipo di semenzaio è molto usato negli orti.
Per colture hobbistiche si può usare un vaso oppure una cassetta di legno coperti, per garantire una buona pro-tezione ai semi. Alla germogliazione, se le piantine saranno troppo fitte, si dovrà provvedere alla diradazione in modo da garantire una buona crescita.
Piantine da trapianto
Sia che provengano dal semenzaio personale che acquistate presso negozi specializzati, le piantine da
trapianto offrono molteplici vantaggi: a) Permettono di abbreviare il ciclo vegetativo
b) Non richiedono operazioni di diradamento
c) Possono essere trapiantate in presenza di pacciamatura
d) Permettono un maggiore controllo sulle erbe infestanti
e) Precisione nel sesto di impianto
f) Si possono trapiantare in qualsiasi momento
g) Possibilità di ritardare il trapianto per scongiurare rischi di gelate tardive
Non tutto oro è quel che luccica, infatti di contro abbiamo: a) Stress da trapianto
b) Stress dovuto allo sbalzo termico per le piantine provenienti da serre
c) Difficile tracciabilità del prodotto (biologico o no?)
d) Costo elevato
e) Maggior predisposizione all’attacco di crittogame
f) Possibile contaminazione da patogeni od infestanti provenienti da altri luoghi
In qualsiasi caso ognuno farà la scelta in base al metodo colturale utilizzato, alle caratteristiche
climatiche della zona ed al tempo che può dedicare al proprio orto.
La luna
La Luna compie due moti durante il suo ciclo, il moto rotatorio ed il moto oscillatorio, in pratica le
fasi ascendente-discendente, ovvero la fase in cui, giorno dopo giorno, si alza dalla linea dell’orizzonte
da sud a nord, fino ad un punto massimo da cui inizierà la fase discendente.
Il ciclo ascendente dura 14 giorni ed in questo periodo la luna attraversa i segni zodiacali del sagittario,
capricorno, acquario, pesci, ariete e toro. Successivamente inverte il movimento da nord a sud e torna a
decrescere verso l’orizzonte.
Dal punto di vista agrario, prenderemo in considerazione le fasi di luna crescente e luna calante,
osservando la luna, se questa si presenta con la gobba verso destra o come una “D” saremo in luna
crescente, mentre con la gobba verso sinistra o come una “C” saremo in luna calante. Si parla di luna
nuova quando è appena iniziato il ciclo crescente e luna vecchia quando ormai è alla fine del ciclo
calante.
Quando la luna è ascendente, favorisce il flusso di linfa verso gli apici, per questo motivo la pianta
tende a crescere più velocemente ed è il periodo migliore per gli innesti e la raccolta dei frutti.
In luna discendente è favorito lo sviluppo radicale, potando in questo periodo si perde meno linfa,
trapiantando si favorisce lo sviluppo e l’affrancamento delle radici.
La tradizione contadina è legata alle fasi lunari, tuttavia è possibile che in luoghi e climi differenti ci
siano usanze differenti ma ugualmente valide.
Per semplificare l’utilizzo delle fasi lunari in agricoltura possiamo riassumere quanto segue:
LUNA CRESCENTE 1) Semina di cerali
2) Semina di ortaggi da frutto e da foglia, lattughe e spinaci escluse
3) Potatura di alberi deboli
4) Raccolta di erbe officinali
5) Raccolta di ortaggi da frutto
6) Raccolta di ortaggi da radice
7) Effettuare innesti a spacco
8) Taglio di legna da ardere
LUNA CALANTE 1) Semina e trapianto di ortaggi da radice
2) Raccolta di bulbi (cipolla, aglio ecc)
3) Taglio di legna da costruzione
4) Potare gli alberi in pieno vigore
5) Effettuare gli innesti a gemma
6) Prelevare le marze e le talee
7) Vendemmiare
Il calendario di Bacco, Dio Greco del vino, della fertilità e della vegetazione, consiglia di:
imbottigliare al primo quarto di luna crescente per ottenere vini frizzanti.
Imbottigliare all’ultimo quarto di luna calante i vini a lungo invecchiamento.
Con luna piena imbottigliare qualsiasi tipo di vino.
Comunque la luna ideale per imbottigliare è la prima luna nuova di primavera a marzo (lunazione di
primavera).
Calendario lunare
Nel seguente calendario non tratteremo le semine in quanto, come già visto precedentemente, basta tener
conto della fase lunare, il mese non è vincolante e come risulta dalla tabella 2 (calendario delle semine)
Tabella 1
Mese Luna crescente Luna piena Luna calante Altro
Gennaio Potatura invernale
del vigneto
Febbraio Potatura ed impianto
di ribes, lamponi e di
tutti gli arbusti
Concimazione piante
da frutta
Potatura delle
pomacee, altri
fruttiferi, alberi,
cespugli ed erbe
aromatiche
Marzo Innesto a spacco di di
pruni e ciliegi
Concludere le
potature
Ultimo travaso di
vino nel plenilunio
Aprile Innestare meli e peri,
concimare il frutteto,
tagliare l’erba alla
base delle piante e
potare gli arbusti
ormai sfioriti
Maggio Piantare i gerani Potare i getti del
fusto nei fruttiferi
Innestare meli e peri,
estirpare le ifestanti
Giugno Raccogliere le
aromatiche da
essicare
Cimatura di
pomodori, cetrioli e
melanzane
Luglio Raccolta ortaggi Potare fruttiferi e
innestare pruni e
ciliegi
Preparare il terreno
per semine autunnali
Agosto Raccolta ortaggi Preparare il terreno
per semine autunnali
Settembre Raccolta mele,pere,
fichi, uva da tavola,
piantare le fragole,
piantare siepi e fare
talee di rosa
Porre a radicare le
talee di rosa
Cimare i pomodori,
raccogliere cipolle,
patate e verdure da
conserva
Ottobre Piantare alberi da
frutta, moltiplicare
per divisione le
piante aromatiche
Cimare i pomodori,
raccogliere cipolle,
patate e verdure da
conserva
Novembre Piantare alberi da
frutta, raccogliere
Kiwi, castagne, olive
e mele cotogne
Concimare i fruttiferi
e potare meli e peri
Raccogliere gli
ultimi ortaggi da
conserva
Dicembre Piantare alberi da
frutta
Potature di alberi e
fruttiferi, potare le
ortensie
La difesa biologica delle colture
Negli ambienti naturali, non intaccati dall’uomo, una rete di interazioni collega la vita di ogni organismo
e di ogni particella organica, l’insieme delle relazioni tra organismo ed ambiente è caratterizzato da un
equilibrio mutevole ma stabile nel tempo.
Questa stabilità è garantita dall’estrema diversificazione degli organismi che compongono un
ecosistema.
Qualsiasi tipo di coltura od allevamento, anche nelle forme più naturali, semplifica questo ecosistema in
modo irreversibile, decresce quindi la biodiversità, il che produce degli effetti a catena che
costringono l’uomo nei panni di “regolatore” del sistema Pianta-terreno.
La consapevolezza di questo squilibrio, permette di acquistare coscienza sulle pratiche agronomiche
ecocompatibili più appropriate.
Il primo principio di coltivazione ecocompatibile non parte dalla protezione delle piante ma da
metodologie produttive atte a farle crescere in salute, secondo la regola che è meglio prevenire che
curare.
Nell’agricoltura convenzionale non si è tenuto conto di questo, infatti, si è preferito coltivare varietà
molto produttive ma con scarsa resistenza, rendendo possibile la coltivazione con l’esclusivo utilizzo
della chimica, con tutto ciò che ne deriva.
Negli anni 30, l’Inglese Howard, sosteneva che gli insetti nocivi erano i migliori segnalatori degli errori
commessi dai coltivatori. Prima di combattere questi parassiti, bisognerebbe individuare la causa del
loro numero eccessivo. In molti casi, anche se presenti, gli insetti nocivi, le malattie crittogamiche e le
erbe infestanti, non creano un danno rilevante al fine produttivo, questi necessitano di particolari
condizioni ambientali per svilupparsi in modo consistente e, spesso, con cambi repentini delle
condizioni questi vengono autoregolati naturalmente.
Solo quando l’attacco dei patogeni può compromettere gran parte del raccolto è indispensabile ricorrere
a trattamenti, comunque sempre con prodotti naturali.
Per intervenire in economicità si può utilizzare il sistema della soglia di danno; intervenire quando il
danno arrecato dalla fitopatia corrisponde almeno al doppio del costo del trattamento per
debellarla.
Ogni operazione svolta dall’orticoltore corrisponde ad una reazione, più le operazioni colturali
rispettano gli equilibri naturali e meno occorrerà intervenire per salvaguardare le colture.
A differenza degli antiparassitari di sintesi, i rimedi ecologici hanno minor persistenza, quindi, per
ottimizzare il rendimento, è indispensabile conoscere la malattia o l’insetto ed intervenire nel momento
più opportuno.
Da più di trent’anni, le industrie chimiche che producono principi attivi utilizzati in agricoltura, hanno
prodotto una miriade di formulati atti a debellare infestazioni di insetti, piante e funghi ma, non ci sono
riusciti, anzi, in taluni casi si sono registrati degli incrementi di infestazioni. Ciò è dovuto al fatto che
questi organismi evolvono molto rapidamente e sviluppano, altrettanto rapidamente, delle resistenze a
questi principi attivi. Pensate per esempio agli acari o ai più noti afidi, questi hanno mediamente 3
generazioni all’anno, naturale quindi che gli insetti dannosi creano ceppi più resistenti di quelli predatori
con chiare conseguenze.
Detto questo è chiaro dunque che la ricerca e le metodologie colturali dovranno, in futuro, dedicarsi a
nuove strategie di intervento a difesa delle colture, salvaguardando l’ecosistema, i consumatori e gli
stessi operatori.
Interventi agronomici
Queste cure hanno lo scopo di promuovere una crescita sana della pianta coltivata, accrescendo le difese
stesse della pianta e rendendo l’ambiente pedoclimatico il più vicino possibile alle necessità naturali dei
vegetali. Oltre a questo, l’orticoltore biologico dovrebbe applicare le conoscenze agronomiche generali
al fine di minimizzare la presenza di parassiti:
1) Scelta di varietà resistenti e adatte alla zona
2) Consociazione delle colture
3) Rotazioni
4) Lavorazioni minime
5) Irrigazione
6) Corretta concimazione
7) Potature
8) Densità d’impianto e di semina
Interventi fisici
Sono interventi diretti sui patogeni: 1) Sterilizzazione di terricci tramite il calore
2) Distruzione dei focolai d’infezione
3) Protezione dalle avversità meteorologiche
4) Solarizzazione del terreno
5) Uso di tessuto non tessuto
6) Trappole cromo terapiche
7) Raccolta manuale degli insetti
Interventi biologici
Sono interventi diretti ed indiretti che mirano a limitare l’azione dei parassiti tramite l’uso di prodotti
naturali come macerati vegetali o utilizzando antagonisti naturali come insetti, funghi, virus, batteri,
nematodi ecc.
Interventi biotecnologici
Sono interventi innovativi che utilizzano trappole a ferormoni che sono in grado di catturare o
confondere sessualmente insetti dannosi con l’esclusione di quelli utili. Queste tecniche vengono già
utilizzate in frutticoltura e nel verde pubblico.
Interventi con mezzi chimici compatibili con l’ambiente
Sono prodotti inorganici a basso impatto ambientale, utilizzabili in agricoltura biologica, solo in caso di
effettiva necessità. 1) Sali di rame
2) Zolfo
3) Permanganato di potassio
4) Polisolfuri
5) Piretrine di origine naturale
A) Trappole cromo terapiche
Sono bande colorate ricoperte di colla, che catturano gli insetti attratti dal colore delle trappole stesse, questo
metodo è largamente utilizzato nelle serre e su alberi isolati, può essere utilizzto al fine di individuare il momen-
to più opportuno per effettuare trattamenti mirati
B) Solarizzazione
Consiste nello sfruttare l’effetto serra provocato dai raggi solari, coprendo il terreno con film plastici trasparenti,
affinchè pastorizzino lo strato superficiale del terreno uccidendo od indebolendo i microrganismi che lo popola-
no, comprese le erbe infestanti,
questa pratica sembra abbia effetti positivi in quanto i microrganismi utili sono meno suscettibili al calore e co-
munque ricolonizzano più rapidamente dei patogeni.
Per la solarizzazione si utilizzano teli plastici di spessore variabile tra i 0.05 – 0.10mm, da stendere su terreno
bagnato.
L’epoca di solarizzazione è quella dei mesi estivi, le temperature del terreno dovrebbero arrivare a 40-50°C per
almeno 4 settimane.
C) Ferormoni
Sono sostanze volatili prodotte da tutti gli animali, in particolar modo gli insetti, per scambiare informazioni le-
gate a cibo, riproduzione e difesa.
In campo fitosanitario si utilizzano ferormoni a richiamo sessuale, questi riproducono fedelmente i ferormoni
che sono rilasciati dalle femmine nel periodo riproduttivo, al fine di essere meglio localizzate dai maschi, queste
sostanze agiscono nel raggio di 2-3km.
Si utilizzano i ferormoni per monitorare le infestazioni in modo da intervenire con trattamenti mirati oppure so-
no in commercio trappole per la cattura massiva e per la confusione sessuale.
D) Animali utili
Il 45% degli uccelli che vivono in Italia sono insettivori ed in un anno mangiano 100 volte il loro peso corporeo di
insetti, favorirne la presenza è di valido aiuto.
Anche ricci, orbettini, lucertole ed innumerevoli insetti predano insetti dannosi, più ci sarà vita nel vostro orto,
meno avrete problemi da infestazioni.
E) Insetti utilizzati per la lotta biologica delle colture
In natura, gli insetti fitofagi non creano danni gravi alle piante, la copresenza di insetti predatori permette un
controllo ottimale delle infestazioni. In ambienti antropizzati, la minor biodiversità, l’introduzione di piante e di
insetti alloctoni, l’utilizzo di antiparassitari chimici e le lavorazioni del terreno, hanno apportato grandi squilibri,
tant’è che a volte è indispensabile controllare artificialmente le infestazioni.
Nella lotta biologica, si cerca di riequilibrare il rapporto agonisti-antagonisti per controllare popolazioni di inset-
ti dannosi che hanno superato la soglia di intervento su una data coltura. Attualmente sono presenti sul merca-
to numerosi antagonisti naturali e le ricerche continuano, comunque bisogna prestare attenzione ricordandosi
che solo la natura non sbaglia mai il suo lavoro. Introducendo insetti utili si può comunque causare squilibrio,
soprattutto quando questi insetti sono alloctoni e, per la maggior aggressività, rischiano di soppiantare i preda-
tori naturali autoctoni.
NEMATODI ENTOMOPARASSITI
Sono organismi pluricellulari anguilliformi, vivono a spese di animali, piante, funghi, alghe ed insetti. Nella lotta
biologica si utilizzano nematodi che parassitizzano larve di alcuni insetti che colpiscono la parte aerea di alcune
piante come i rodilegno, la sesia del melo, i nottuidi, la bega del garofano e la dorifora oppure nematodi che
colpiscono larve di insetti terricoli come oziorrinchi, maggiolini, elateridi e curculionidi.
Questi nematodi entrano all’interno del corpo dell’insetto e liberano batteri simbionti che uccidono l’insetto in
24-40 ore.
Risultati apprezzabili si ottengono in florovivaismo, sulle pomacee e sulle fragole.
Importante non effettuare altri trattamenti insetticidi, i nematodi sono molto sensibili.
APHIDOLETES APHIDIMYZA
Questo dittero, allo stadio larvale, è un grande predatore di afidi, si è osservato che in caso di forti infestazioni
ne uccide più di quanti ne usa per nutrirsi.
Sono necessari 4 lanci di larve, dopodiché si può sospendere in quanto si riprodurranno autonomamente. Que-
sto insetto è presente in natura in tutta Italia e può controllare le infestazioni di afidi autonomamente se ben in-
sediato.
Molto sensibile ai trattamenti e le larve possono essere predate dalle formiche.
RODOLIA CARDINALIS
Questo coleottero appartenente alla famiglia dei coccinellidi, è di origine australiana e venne utilizzato dal 1888
per limitare i danni di cocciniglia degli agrumi (Icerya Purchasi) in California. Questa cocciniglia cotonosa attac-
ca, oltre agli agrumi, pero, vite, patata, fagiolo e rosa, sottraendo linfa e causando fumaggini causate dalla me-
lata prodotta. Con inserimenti di R. Cardinali si può controllare l’infestazione di cocciniglia. Non resiste ai rigori
invernali ed è molto sensibile ai trattamenti chimici mentre la cocciniglia è particolarmente resistente.
CHRISOPERLA CARNEA
Questo neurottero (solo le larve) si ciba avidamente di afidi, acari, cocciniglie, aleuroidi, uova di insetti vari e
larve di lepidotteri, fino a diventare cannibale in assenza di altro.
Utilizzata nelle coltivazioni protette di ortaggi, sulla fragola e per il controllo della carpocapsa nelle pomacee. Le
larve di C. Carnea persistono per 10-15 giorni, dopodiché devono essere reintrodotti, sono inoltre molto sensibi-
li a qualsiasi tipo di trattamento.
ACARI FITOSEIDI
Sono efficaci per il contollo dei tripidi che infestano gli ortaggi ma recentemente si sono ottenuti buoni risultati
impiegandoli nella lotta al ragnetto rosso su melo e vite. Per garantire un controllo ottimale gli acari fitoseidi
devono essere distribuiti prima della comparsa degli insetti dannosi, in modo da colonizzare gran parte della
pianta.
APHIDIUS COLEMANI
Questo Imenottero depone le uova all’interno degli afidi che successivamente muoiono, è molto efficace in
quanto l’adulto ricerca gli afidi sparsi sulla vegetazione anche in assenza di infestazioni massicce.
EDOVUM PUTTLERI
Questo imenottero depone le uova all’interno di quelle di dorifora, risulta pertanto efficace per il controllo della
stessa.
DACNUSA SIBIRICA e DIGLYPHUS ISAEA
Sono due imenotteri efficaci per il controllo di insetti minatori, come comportamento sono simili al precedente.
TRICHOGRAMMA MAIDIS
Si comporta come gli altri imenotteri precedentemente analizzati ma parassitizza la piralide del mais, la nottua
del cavolo e la tignola della vite.
F) Fitoterapici di origine vegetale
Sono preparati da piante che presentano caratteristiche utili come repulsione verso insetti e malattie crittoga-
miche, attualmente vengono commercializzati vari formulati ma possiamo tranquillamente provvedere da soli
alla preparazione dei macerati o degli infusi e quant’altro. Le piante da impiegare devono presentarsi sane e vi-
gorose, non dovrebbero essere raccolte con tempo umido le piante da essiccare e dopo la raccolta vanno spez-
zettate e conservate in luoghi aerati ma non alla luce diretta del sole.
MACERATI
Il macerato è il liquido ideale per tutti i preparati, si dovrebbe utilizzare acqua di fonte o piovana, i recipienti per
la macerazione devono assolutamente essere di maiolica, terracotta o legno, la chiusura di questi contenitori
non deve essere ermetica per il ricambio d’aria.
Le piante da macerare vanno spezzettate grossolanamente, successivamente il macerato deve essere mescolato
almeno una volta al giorno fino a quando non diventa scuro e non si forma più schiuma, quindi si può utilizzare
(1-2 settimane). Per limitare i cattivi odori durante la fermentazione si può aggingere un pugno di litotamnio o di
polvere di roccia ad ogni rimescolata. Per ottenere prodotti fitoterapici vegetali più rapidamente si può ricorrere
ad infusi, decotti ed estratti;
L’infuso si prepara versando sulle piante raccolte dell’acqua bollente, si lascia riposare fino a raggiungere tem-
peratura ambiente e si può distribuire dove necessario.
Il decotto si prepara lasciando le piante a bagno in acqua fredda per 24 ore. Il tutto viene poi riscaldato a fuoco
lento per 20-30 minuti ed in seguito si opera come per l’infuso.
L’estratto si ottiene filtrando un macerato di 3 giorni.
PIANTA PROPRIETA’ PREPARAZIONE UTILIZZO ALTRO Aglio e Cipolla Efficace contro la
mosca della ca-rota, afidi ed acari
750g di bulbi tri-tati / 5kg di pian-te fresche / 2kg piante essicate in 100l acqua
Infuso o macera-to non diluito su piante e terreno
Contengono na-turalmente anti-biotici ed oli ete-rici
Assenzio Efficace contro afidi e lepidotteri
3kg di pianta fre-sca o 300g di es-sicata /100l ac-qua
Macerato, decot-to od infuso non diluiti
Il periodo più in-dicato per la rac-colta è giugno-settembre
Equiseto L’elevato conte-nuto di silice e di sali solforici ren-de la cuticola del-le piante più spessa limitando le malattie crit-togamiche
10kg di pianta fresca o 1.5kg di p.secca/100l di acqua
Decotto o mace-rato diluito 5 vol-te e distribuito sulla pianta
Raccogliere solo i rigetti estivi Può essere com-binato con il ma-cerato di ortica o integrato con sili-cato di sodio
Felce Aquilina Efficace contro gli afidi e ricca di K, N, P, Mg
10kg di pianta fresca o 1kg di p.secca/100l di acqua
Macerato diluito 10 volte e distri-buito in primave-ra
Ortica Ricca di N, Ferro ed oligoelementi, è un vero e pro-prio concime fo-gliare che svolge pure un’azione deterrente verso gli insetti paras-siti
10kg di pianta fresca o 2kg di p.secca, senza le radici/100l di ac-qua
Macerato di 2 giorni per com-battere gli afidi, macerato di 4 giorni + decotto di equiseto (1/1.5) per com-battere gli afidi ed il ragnetto rosso, macerato normale come concime fogliare e stimolante
Aggiungendo 1kg di zucchero ogni 20l si accresce l’adesività e quindi la persi-stenza
Peperoncino Antiossidante e deterrente per afidi
200g di polvere di semi e bac-che/100l di ac-qua
Macerato
Pomodoro Fagodeterrente e repellente per afidi e cavolaia
25/30kg di foglie e polloni/100l di acqua
Estratto puro o decotto (25kg/10l acqua) diluito in 90l di acqua
Tanaceto Fagodeterrente e repellente per afidi e lepidotteri
3kg di pianta fre-sca/100l di acqua
Macerato Anche ad alte do-si non è fitotossi-co
G) Fitoterapici di origine non vegetale
AGOBATTERI
Sono batteri utilizzati per il controllo dei tumori radicali delle piante arboree ed ornamentali, il controllo della
malattia viene promosso da un’antibiotico (Agrocina) prodotto dall’Agrobacterium radiobacter, attivo contro i
ceppi patogeni di Agrobacterium.
L’Agrocina viene prodotta solo in presenza di patogeno, quindi non crea squilibri nell’ecosistema.
BACILLUS THURINGIENSIS Var. Kurstaki
Efficace nella lotta ai Lepidotteri, di cui oltre 100 specie sono sensibili.
Agisce solo sulle larve, provocando la paralisi del tubo digerente in seguito ad ingestione, quindi la morte della
larva. Agisce solo con ph maggiore di 9, condizione riscontrata solo nell’intestino di alcune specie di lepidotteri,
questo determina la sua selettività e garantisce il rispetto degli insetti utili e di tutti gli animali a sangue caldo.
Il preparato commerciale non è fitotossico, ha una durata di circa 7 giorni e può essere distribuito anche pochi
giorni prima della raccolta.
La distribuzione del prodotto avviene per irrorazione sulla parte aerea con le dosi raccomandate sulle confezio-
ni, meglio distribuirlo nelle ore serali aggiungendo un po’ di zucchero (1-2kg) per aumentarne l’efficacia.
I principali parassiti colpiti sono: tgnole, processionarie, cavolaie, torticidi, ricamatori e mamestre.
BACILLUS THURINGIENSIS Var. Tenebrionis
Agisce in modo simile al B. T. Kurstaki ma colpisce le larve della dorifora della patata, con maggior sensibilità
delle larve di prima e seconda età. Se sono presenti larve di diversa età conviene intervenire due volte distan-
ziando i trattamenti di 7-10 giorni.
In caso di freddo, che riduce l’attività delle larve o di piogge entro le 12 ore dal trattamento, conviene ripetere il
trattamento.
FUNGHI ANTAGONISTI ED ENTOMOPARASSITI
Inibiscono ed ostacolano, entrando in competizione, lo sviluppo di infezioni funginee a livello del terreno e/o
dell’apparato fogliare, favorendo la salute della pianta.
I principali formulati in commercio sono preparati con funghi del genere Trichoderma e sono efficaci per la lotta
contro la Phytophtora, Sclerotinia, Rhizoctonia, Fusarium e Pytium.
Per la lotta agli insetti dannosi, sono presenti in commercio i seguenti formulati contenenti funghi entomopa-
rassiti:
Beuveria bassiana contro la dorifora della patata
Beuveria brognartii contro maggiolino e altri insetti terricoli
Verticillium lecanii contro afidi, cocciniglie e aleurodidi
Metharizium anisopliae contro antonomo del melo
BENTONITE
E’ una polvere finissima costituita da minerali argillosi; montmorillonite (50%), illite (15-20%), caolinite (5-10%).
Si utilizza come ammendante in terreni eccessivamente sciolti ma il suo utilizzo più interessante è rappresentato
dalla difesa dei vegetali.
La notevole imbibizione, il rigonfiamento e l’adesività ne fanno un ottimo veicolante in grado di aumentare la
persistenza dei vari preparati antiparassitari. Non deve prò essere associata a preparati insetticidi vegetali in
quanto ne riduce l’efficacia.
LITOTAMNIO
Sono alghe rosse presenti soprattutto sulle coste della Bretagna e della Normandia, queste alghe calcaree sono
molto ricche di carbonato di calcio (80-85%), di magnesio (10-15%)e di oligoelementi.
Queste caratteristiche rendono il litotamnio utilizzabile per vari scopi; come ammendante e correttore del ph,
come fitostimolante, come coadiuvante nella preparazione del compost e come antiparassitario.
Impolverando la pianta con litotamnio si aumentano le difese naturali della pianta e si crea una barriera mecca-
nica (polvere) che ostacola gli insetti che si nutono di parti verdi.
Viene riscontrata una certa efficacia anche verso la lotta alle crittogame, soprattutto usando il litotamnio in
combinazione con bentonite, zolfo e rame.
POLVERE DI ROCCE
Queste polveri, come già visto in precedenza, rappresentano un valido aiuto per la correzione del terreno e per
la concimazione ma sono pure efficaci contro insetti dannosi e crittogame. Il principio di funzionamento è pres-
soché identico a quello del litotamnio e cioè funge da barriera fisica, tuttavia, visto che l’estrazione del litotam-
nio non è da considerarsi molto ecologica, meglio preferire l’uso di queste polveri.
Distribuire su fogli umide da 50 a 300g di polvere di roccia per mq.
PROPOLI
E’ una sostanza cerosa-resinosa prodotta dalle api elaborando gli essudati delle gemme in primavera ed autun-
no. La propoli contiene parecchi antibiotici naturali, ormoni, minerali e pigmenti e possiede proprietà antiputri-
de e fungi statiche. Le api infatti, utilizzano questa sostanza per chiudere le fessure dell’arnia e per imbalsamare
insetti predatori colti all’interno della stessa.
In agricoltura biologica si utilizzano i preparati a base di propoli per la difesa dalle malattie crittogamiche ed al-
cuni insetti, in particolar modo gli afidi. Sembra che a tal proposito sia da preferire la propoli raccolta in estate
ed autunno in quanto presenta una percentuale maggiore di antibiotici.
Soluzione acquosa:
100-150g di propoli, 1l di acqua e 1g di lecitina di soia
Macinare la propoli precedentemente raffreddata in frigorifero e porla a macerare con acqua e lecitina di soia
che serve come emulsionante.
La soluzione è pronta dopo una settimana, durante la quale bisogna rimestare il preparato almeno una volta al
di’. Filtrare e distribuire diluendo in acqua secondo le necessità
Soluzione alcolica:
100-150g di propoli, 1l di alcol etilico 95° e 1g di lecitina di soia
Come per la soluzione acquosa.
Soluzione idroalcolica:
Miscelare la soluzione acquosa a quella alcolica con rapporto 1/1 ottenendo appunto la soluzione idroalcolica.
Questo preparato risulta il più efficace, riducendo gli effetti caustici della soluzione alcolica, le dosi consigliate
sono di 150g di soluzione diluiti in 100l di acqua.
Aggiungendo zolfo melassato (250g) o silicato di sodio (150g) se ne aumenta l’efficacia.
Siccome la propoli è fotosensibile si consiglia la distribuzione nelle ore serali.
IDROSSIDO DI RAME
Prodotto rameico a pronto effetto e con maggior persistenza d’azione, si scioglie ottimamente in acqua e viene
utilizzato nella lotta alle principali crittogame.
Anche se ammesso in agricoltura biologica (6kg/ha/anno) provoca danni agli organismi acquatici.
POLTIGLIA BORDOLESE
E’ un composto ottenuto dalla miscela di solfato di rame e idrato di calce, risulta più persistente degli ossicloruri
di rame ma presenta una fitotossicità più accentuata come è pure leggermente tossica per le api, a tal proposito
conviene utilizzarla solo nel periodo invernale per proteggere i fruttiferi.
ZOLFO
E’ un minerale naturale che vine utilizzato in agricoltura per le sue caratteristiche anticrittogamiche, dovute
all’azione disidratante che svolge sul micelio.
Sono presenti in commercio zolfo ventilato, zolfo bagnabile micronizzato e zolfo bagnabile colloidale.
Quest’ultimo è prodotto tramite procedimenti chimici, quindi è sconsigliato.
NAB
E’ una miscela ideata in germania, è composta da litotamnio (40%), bentonite (30%) e zolfo ventilato (30%). Il
principio della miscela è di rafforzare le difese della pianta, e proteggerla dagli attacchi da parte di insetti e crit-
togame.
Si può utilizzare spargendo direttamente la miscela polverulenta sulle foglie umide oppure irrorando il prodotto.
Le dosi per 1kg di miscela bagnabile sono: 800g di litotamnio, 150 g di bentonite e 50g di zolfo bagnabile da di-
luire in 50-100l di acqua.
Per ottenere un composto efficace in caso di forti infestazioni funginee o primavere molto piovose possiamo
aggiungere alla miscela bagnabile 100-200g di ossicloruro o di idrossido di rame.
PIRETRO NATURALE
E’ un’estratto naturale, proviene dai fiori di Chrysanthenum cinerariefolium o margherita africana e contiene pi-
retro, sostanza neutrotosica per gli insetti.
Devono essere utilizzati con parsimonia perché sono dannosi anche agli insetti utili ed in certi casi favoriscono
l’instaurarsi di insetti dannosi maggiormente resistenti come il ragnetto rosso, i vermi dei frutti e le cocciniglie.
SILICATO DI SODIO
E’ un sale minerale che contiene silicio, svolge un’azione soffocante e disidratante verso gli insetti dannosi pur
essendo comunque innocuo per gli altri organismi e completamente biodegradabile.
Principali avversità delle orticole con relativi rimedi
Parassita / malattia Colture colpite Riconoscimento e ciclo
danni Difesa della coltura
Mosca della carota Carota Piccola mosca nera che deposita le uo-va nel terreno, vici-no al colletto della pianta, dopo la schiusa le larve sca-vano gallerie nel fittone. Presenta due generazioni annue di cui la pri-ma compare gene-ralmente ad aprile.
Le carote assu-mono odore e spore sgradevole e sono soggette a marciumi
Consociare le carote con liliacee, esegui-re diradamenti al-lontanando le pian-tine estirpate e per la lotta diretta ma-cerato di aglio, estratto di assenzio 800g/100l Acqua, oppure polvere di felce + litotamnio da spargere sul ter-reno umido al mat-tino presto
Alternariosi Carota Crucifere
Può colpire la pian-ta in qualsiasi sta-dio di sviluppo, compare com mac-chie nere sull’apparato fo-gliare che degene-rano in marciumi, può essere attacca-to anche l’apparato radicale (alternaria radicina)
Le foglie seccano completamente l’alternariosi può colpire anche in magazzino cau-sando deperi-mento del pro-dotto
Non irrigare ecces-sivamente, diradare e ruotare le colture, in caso di attacco eseguire trattamen-ti a base di rame
Sclerotinia Carota Composite Sedano
Può colpire la pian-ta in qualsiasi sta-dio di sviluppo, compaiono mar-ciumi sui margini delle foglie che in-gialliscono e cado-no, sulle radici
Riduzione della produzione
Trattamenti preven-tivi a base di propo-li, avvicendamenti corretti ed asporta-zione di piante in-fette con infezione in atto trattare con soluzione idroalcoli
compaiono mar-ciumi accompagnati da muffa biancastra
ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25% op-pure con ossicloruro di rame
Mal vinato Carota Radici colpite da un sottile strato rossa-stro, in seguito le foglie avvizziscono, tipico in terreni aci-di
Le radici si spe-zano facilmente ed appaiono de-turpate
avvicendamenti corretti ed asporta-zione di piante in-fette, evitare rista-gni. In seguito alla ma-lattia non ripetere per 8-10 anni le se-guenti colture: caro-te, barbabietole ed asparagi
Altica Chenopodiacee Crucifere
Piccoli coleotteri bruno bronzei, e taluni striati di ver-de, blu, giallo o ne-ro lunghi 1-2mm che attaccano le giovani piantine in primavera
Parziale defoglia-zione
Come prvenzione è utile la pacciamatu-ra e la distribuzione di macerato di tana-ceto o di assenzio, come cura bentoni-te o litotamnio spolverato su foglie umide
Mosca minatrice chenopodiacee Simile alla mosca domestica presenta 3-4 generazioni, le larve scavano galle-rie nel mesofillo causando diffusione di infezioni e de-primendo lo svilup-po
Scarso sviluppo e predisposizione ad altre malattie
Infuso di cipolla ed aglio come preven-zione e estratto di assenzio 800g/100l Acqua, oppure pol-vere di felce + lito-tamnio da spargere sul terreno umido al mattino presto co-me curativo
Nematodi chenopodiacee Le larve filiformi di questi microrgani-smi penetrano nelle radici provocano appassimento e scarso sviluppo del-la pianta
Possono com-promettere le produzioni fino all’80%
Prevenire con rota-zione, sovescio di senape, consociare gli ortaggi con tage-te, calendula e ca-momilla. In caso di forti infe-stazioni praticare la solarizzazione
Peronospora Chenopodiacee Composite Liliacee
Si presenta su steli e foglie con mac-chie giallastre e muffa bruno-violacea sulla pagi-na inferiore della foglia delle cheno-podiacee o feltro biancastro nelle
Le foglie colpite disseccano ed in taluni casi la pianta muore
Prevenire con rota-zioni, bruciare le piante malate evita-re l’irrigazione per aspersione e utiliz-zare varietà resi-stenti. Per la lotta diretta si può utilizzare ossi
composite e nelle liliacee. La malattia è favori-ta da tempo freddo e piovoso
cloruro di rame o soluzione idroalcoli-ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25%
Mal bianco Composite Si manifesta con chiazze biancastre polverulente e si evolve con dissec-camento delle fo-glie colpite, l’infezione è favori-ta da temperature di 20-25°C ed eleva-ta umidità
Provoca danni compromettendo la qualità e l’aspetto del prodotto
Favorire il passaggio dell’aria diradando e seminando non troppo fitto, evitare concimazioni azota-te eccessive, in caso di malattia in atto soluzione idroalcoli-ca di propoli 0.15% + sulfar 0.25 o de-cotto di equiseto + silicato di sodio all’1%
Cavolaia Crucifere Le larve della co-mune farfalla gialla o bianca, sono verdi con striature gialla-stre, mentre le uo-va sono arancioni e deposte sulla pagi-na inferiore delle foglie
Le larve erodono le foglie, causan-do talvolta mar-ciumi
Il decotto di assen-zio e tanaceto fun-gono da repellenti, in caso di forte infe-stazione trattare con Bacillus thurin-gensis
Mosca del cavolo Crucifere Sono due mosche simile alle domesti-che le cui larve all’inizio della pri-mavera penetrano nelle radici e nel fusto provocando gravi danni
Le piante avvizzi-scono e sono predisposte ad infezioni batteri-che
Consociare con po-modoro, pacciama-re con trifoglio, evi-tare letame fresco che attira le mosche e spargere polvere di rocce sul terreno
Ernia del cavolo Crucifere Infezione che si propaga con acque e piante infette e perdure nel terreno per 7 anni, si pre-senta con grosse galle su radici e fu-sto
Rachitismo e ap-passimento
Distruggere le pian-te infette e spargere sul terreno ammen-danti calcarei
Afidi Leguminose Piccoli insetti di co-lore verde e nero che presentano numerose genera-zioni e vivono suc-chiando linfa prefe-rendo le foglie più giovani, sono re-sponsabili della tra-smissione di molte virosi
Causano dissec-camenti e ridu-cono l’energia delle giovani piante
Evitare concimazio-ni azotate eccessive, recidere ed elimina-re le parti colpite, utilizzare macerato di ortica e se neces-sario piretro
Sitona Leguminose E’ un coleottero lungo 4-5 mm con corpo allungato e di colore grigio bruno che allo stadio lar-vale attacca diverse parti della pianta
Deperimento e morte della pian-ta
Macerato d’ortica e litotamnio come prevenzione, in caso di forti infestazioni trattare con piretro o rotenone
Antracosi Leguminose Malattia provocata da diversi ceppi pa-togeni, colpisce l’ipocotile e lo stelo della pianta
Deperimento e morte della pian-ta
Prevenire con prati-che agronomiche corrette, bruciare piante infette. In caso di infezioni trattare con ossiclo-ruro di rame
Ruggine Leguminose Si evidenzia con macchie gialle sulla pagina inferiore delle foglie e con pustole rugginose speculari sulla pa-gina superiore
Disseccamento delle parti colpite
Come preventivo distribuire polvere di roccia, decotto di equiseto o prodotti rameici con malattia in atto
Mosca Liliacee Mosca simile alla domestica di colore grigio giallastro, che depone in primave-ra le uova sul col-letto della pianta, le larve divorano il cuore del bulbo
Marciumi diffusi e morte della pianta
Polvere di roccia e litotamnio, conso-ciazione con carota, ed in epoca di volo trattare con infuso di tanaceto od as-senzio. Eliminare e distrug-gere le piante attac-cate
Tignola Liliacee Piccola farfalla gri-gio chiara le cui lar-ve sono biaco gial-lastre con puntini neri e bande chiare. Le uova vengono deposte sulla pagi-na inferiore delle foglie
Morte delle fo-glie ad opera del-le larve
Polvere di roccia e litotamnio, conso-ciazione con carota, prezzemolo e seda-no, in caso di forte infestazione tratta-re con infuso di ra-barbaro o tanaceto, bacillus T. o piretro
Criocera Liliacee Piccolo coleottero nero le cui larve si sviluppano nel bul-bo
Bulbo compro-messo dalle nu-merose gallerie scavate dalle lar-ve
Distruggere le pian-te attaccate e trat-tare con rotenone
Marciume grigio Liliacee Funghi che si svi-luppano con eleva-ta umidità e tempe-rature tra 10 e 24°C, si manifesta sulle foglie con piccole depressioni ovali biancastre
Causa marciumi su foglie e bulbi
Evitare di danneg-giare i bulbi durante la raccolta, elimina-re le piante colpite e trattare con pro-poli
Mosca del sedano Sedano Piccole mosche gial-lo rossicce le cui larve scavano galle-rie nel mesofillo
Veicola infezioni alla pianta
Consociare con ci-polla, infuso di ta-naceto, aglio o ci-polla, lotta diretta con estratto di as-senzio
Septoriosi Sedano Si evidenzia con macchie necrotiche circondate da alone clorotico, i vasi lin-fatici sono com-promessi
Morte della par-te colpita
Impiegare semi di 2 anni, conciare i semi con acqua calda a 50°C per 25 minuti, trattare con polti-glia bordolese quando compaiono i primi sintomi
Dorifora Solanacee Coleottero vario-pinto che sverna nel terreno e che si nutre di foglie in tutti i suoi stadi, presenta due gene-razioni annuali
Distruzione delle foglie
Utilizzare solo leta-me maturo, esegui-re rotazioni, distri-buire macerato d’ortica, raccogliere a mano il parassita, distribuire sulle fo-glie litotamnio o polvere di roccia e in caso di forte at-tacco trattare con piretro o rotenone
Elaterio Solanacee Coleottero filiforme le cui larve giallo ocra, lunghe fino a 2cm rodono i tube-ri. Presentano un ciclo di 4-5 anni
Deprezzamento del prodotto
Distribuire ammen-danti calcarei in ter-reni acidi, effettua-re la raccolta preco-ce, seminare senape nera come sovescio, usare una patata tagliata come esca eliminando le larve ogni 3-4 giorni
Peronospora Solanacee Gli apici fogliari si macchiano di giallo, in seguito la malat-tia si estende su tutta la panta e sul fusto appaiono macchie nerastre
Compromette la produzione
Prima del trapianto lasciare a bagno i tuberi o le piantine in argilla e decotto di equiseto, distri-buire macerato d’ortica e decotto di equiseto, bruciare le piante colpite e trattare con solu-zione idroalcolica di propoli
Croste nere Solanacee Attacca i germogli dei tuberi compro-mettendone lo svi-luppo
Morte della pian-ta o deprezza-mento dei tuberi
Utilizzare tuberi pregermogliati per verificarne la pre-senza
Aromatiche protettive per gli ortaggi
Pianta Fitofagi respinti Malattie funginee
controllate
Coltura protetta
Tanaceto
Mosca della
carota
- Carota
Artemisia
Isoppo
Timo
Menta
Assenzio
Salvia
Rosmarino
Cavolaia - Cavolo
Tanaceto Mosca - Cipolla
Santoreggi
a
Mosca e afide
nero
- Fagiolo
Lavanda
Maggioran
a
Formiche - Fragola
Nastruzio Afide lanigero - Melo
Tanaceto
Aneto
Camomilla
Tigola - Porro
Tanaceto
Nastruzio
Menta
Formiche, afidi,
nematodi delle
radici, lumache e
mosca
- Varie
Erba
cipollina
- Oidio Alberi da frutta
Digitale - Gommosi Ciliegio
Rafano - Moniliosi Ciliegio
Nastruzio - Bolla Pesco
Assenzio - Ruggine Ribes
10) Preparati biodinamici
I preparati che vengono utilizzati in agricoltura biodinamica necessitano di un particolare ciclo di
preparazione e di maturazione che a volte può durare un intero anno.
Secondo le teorie di Steiner, le forze presenti negli organi vegetali ed animali combinate con i cicli
stagionali, supportano, migliorano e curano la natura.
Preparati da spruzzo
1) Cornoletame (500)
Viene preparato riempiendo corna di vacca, che abbia partorito almeno una volta, con letame di vacca, fresco e
privo di lettiera, il tutto deve essere sotterrato all’inizio dell’autunno, in un’area verde dell’orto. In primavera il
preparato è pronto e si può utilizzare o conservare in luogo fresco in recipienti circondati da torba.
2) Cornosilice (501)
Si prepara tritando finemente il quarzo nel dopo Pasqua, ottenuta una polvere finissima si provvede a mescolar-
la con acqua piovana fino a formare un impasto con il quale si riempiono le corna di vacca. Dopo parecchi giorni
l’acqua può essere drenata e le corna interrate fino a fine settembre- inizio ottobre , recuperate le corna si
estrae il prodotto che viene conservato in barattoli di vetro esposti al sole. Le corna possono essere riutilizzate
se vengono stoccate in una stalla durante l’inutilizzo.
Utilizzo:
Questi preparati influenzano la dinamica della crescita vegetale, per il preparato da spruzzo 500 si utilizzano 30-
80g di corno letame sciolti in 10-15l di acqua, mentre per il preparato 501 si utilizza 1g di corno silice in 10-15l di
acqua. Il composto deve essere dinamizzato procedendo con una mescolatura in sensi inversi al raggiungimento
della formazione di vortici.
Il preparato 500 cosi’ ottenuto, deve essere distribuito sul terreno, preferibilmente all’inizio del periodo vegeta-
tivo e su campi non lavorati, sottoforma di gocce dense, per cui, il modo migliore è quello di utilizzare uno sco-
pino immergendolo in un secchio contenente il preparato e sventagliarlo sull’area da dinamizzare.
Il preparato 501 deve essere distribuito sottoforma di nebbia fine, la polvere di quarzo rafforza i benefici di luce
e calore verso la pianta e promuove una crescita sana, deve essere spruzzto in una giornata limpida e soleggiata,
al mattino per promuovere la maturazione dei frutti e alla sera per le piante da radice, bulbo o tuberi.
Preparati per compost 1) Preparato di Achillea (502)
Viene preparato riempiendo una vescica di cervo maschio con fiori di Achillea raccolti in una giornata di pieno
sole. Appendere la vescica ben sigillata al sole nella prima metà dell’estate (S. Giovanni) e sotterrarla ad inizio
autunno per dissotterrarla tra pasqua e fine Aprile.
2) Preparato di Camomilla (503)
Viene preparato riempiendo un intestino di vacca con fiori di Camomilla, lasciar seccare leggermente l’intestino
ed interrarlo all’inizio dell’autunno, recuperrarlo nello stesso periodo del 502.
3) Preparato di Ortica
Raccogliere le ortiche all’inizio della fioritura, legarle in mazzi ed impacchettate in una scatola. Sotterrare la sca-
tola a S. Giovanni circondandola di uno strato di torba di 5 cm, recuperarla un anno dopo.
4) Preparato di Quercia
Si pialla della corteccia di Quercus Robur all’inizio dell’autunno, si rita finemente e si pressa all’interno del cra-
nio di un animale domestico, si sigillano i fori con della creta e si pone il tutto in un fusto di acqua piovana. Si
estrae il contenuto in primavera essicandolo.
5) Preparato di Tarassaco (506)
Raccogliere i fiori in primavera ed essicarli, in autunno inumidirli con infuso di Tarassaco ed avvolgerli nel me-
sentere di una vacca, sotterrarli e dissotterrarli in primavera.
6) Preparato di Valeriana
Pressare i fiori freschi di Valeriana e versare il liquido in bottiglie che verranno lasciate aperte per sei settimane,
quindi tapparle e conservarle al buio.
Utilizzo:
Questi preparati influenzano positivamente i processi fermentativi del compost, inoculare il compost con questi
preparati.
Fladen Preparat (preparato da fatta)
Scavare una buca e rivestirla con bastoncini di betulla, riempirla con letame fresco privo di lettiera ed inocularlo
con i preparati da compost, con gusci d’uova triturati e lapilli vulcanici, chiudere la buca e attendere fino a
quando il preparato ha perso l’odore di letame.
13) Protezione degli ortaggi dagli eventi atmosferici Tutte le evoluzioni climatiche che si manifestano sono da considerarsi a tutti gli effetti degli agenti
atmosferici.
In agricoltura questi “eventi” rivestono un ruolo determinante per il bilancio stagionale di un’azienda
agricola ma pure di un piccolo orto.
A differenza delle grandi aziende agricole, i piccoli orti possono essere maggiormente protetti dagli
eventi atmosferici avversi, piccoli spazi equivalgono a piccoli investimenti ed a lavori che necessitano di
scarsa mano d’opera, tuttavia, molte aziende agricole si avvalgono di mezzi di protezione specifici per
grandine e gelo.
Eventi atmosferici e protezione 1) Grandine
L’evento dannoso per eccellenza, spesso le grandinate possono compromettere gran parte del prodotto, sia per
via diretta, deteriorando i vegetali in modo meccanico, sia in modo indiretto, infatti, un lieve danno all’apparato
fogliare, rende la pianta più debole e suscettibile all’attacco di funghi patogeni. Una grandinata durante il perio-
do di fioritura può compromettere l’intero raccolto, quando i frutti sono in epoca di maturazione e vengono
danneggiati dalla grandine si conservano per poco tempo, sono soggetti a marciumi e soggetti all’attacco di fun-
ghi come la botrite sull’uva per esempio.
Il rimedio più noto è rappresentato dalla posa di reti anti-grandine, che è anche quello più usato per le grandi
estensioni, specie nei frutteti.
Nei piccoli orti una valida alternativa è rappresentata dal tessuto non tessuto, indicato per i ripari dell’ultimo
minuto, soprattutto per riparare gli ortaggi più delicati o in fase di fioritura.
In caso di forti grandinate, la consociazione di ortaggi a diverso sviluppo vi garantirà comunque un raccolto, in-
fatti gli ortaggi alti e “coprenti” ripareranno quelli più bassi o all’inizio dello sviluppo.
Dopo una grandinata tagliate con le cesoie i rami pezzati, eliminate le foglie danneggiate e tagliate le verdure da
taglio come insalate, prezzemolo e basilico, ricresceranno velocemente.
2) Pioggia
Se non ci fosse sarebbe un problema ma è altresi’ un problema quando ce n’è troppa, i ristagni idrici sono dan-
nosi, provocano asfissia radicale, marciumi, scarso sviluppo e maggior predisposizione all’attacco di patogeni,
l’acqua provoca dilavamento dei minerali idrosolubili nel terreno con conseguente impoverimento, erosione e
compattamento per azione meccanica.
I terreni argillosi sono quelli più soggetti a ristagni idrici ed al compattamento, mentre quelli sabbiosi perdono
minerali più facilmente e sono soggetti ad erosione.
Per limitare questi inconvenienti possiamo stabilire una regola in fatto di preparazione del terreno; in terreni
sabbiosi la prosa non verrà rialzata dal livello del terreno, aggiungendo bentonite e sostanza organica si aumen-
ta la capacità di trattenere l’acqua e di conseguenza ci sarà meno dilavamento, stessa azione viene svolta dalla
pacciamatura.
Nei terreni argillosi prepareremo le prose con una certa baulatura in modo da favorire lo sgrondo delle acque in
appositi fossi di scolo che le convoglieranno fuori dal nostro appezzamento, aggiungendo farina di rocce e so-
stanza organica si rende il terreno più leggero e meno soggetto ai ristagni, la pacciamatura effettuata con paglia
e fogliame riduce il compattamento del suolo ed i ristagni. Ricordiamo inoltre che è buona norma avere sempre
le parcelle con una coltura in corso, infatti le radici delle piante, assorbono acqua e rendono il terreno meno
soggetto a compattamento, ristagni e dilavamento. A tal proposito piantate sempre ad una giusta distanza, con-
sociate le colture, seminate il sovescio e, dove non c’è niente, lasciate crescere le erbe spontanee.
3) Gelo e freddo
Nei frutteti specializzati, si effettuano delle irrigazioni anti brina in difesa delle gelate tardive, il principio è quello
di difendere le parti suscettibili della pianta con acqua, che in genere ha una temperatura superiore allo 0 ed
inoltre, gelando sulla pianta stessa, la protegge da temperature inferiori allo 0.
Nell’orto normalmente si utilizzano altre tecniche, il tessuto non tessuto, la paglia, ed il letame semicompostato,
infatti quest’ultimo, completando la maturazione in campo, produce calore permettendo di anticipare la colti-
vazione di alcuni ortaggi. La pacciamatura riduce la dispersione di calore a patto che il terreno abbia già assorbi-
to una certa quantità di radiazioni solari. Pure la copertura del terreno con un telo plastico crea un effetto serra
che riduce l’effetto del gelo.
4) Vento
Il vento può creare erosione, compattamento e danni alle piante, l’unico modo per riparare l’orto è di piantare
una siepe nelle zone maggiormente esposte, un tempo si parlava di filari frangivento, ora nei campi non si ve-
dono più piante, voi non badateci e piantatele, a patto che non vi ombreggino l’orto.
5) Eccessiva insolazione
Capita in taluni casi, specie nelle regioni meridionali, che, l’eccessiva insolazione possa provocare disidratazione
ed appassimento delle piante coltivate.
Al nord questo problema si riscontra esclusivamente nelle colture in serra, dove infatti, durante l’estate si rag-
giungono temperature superiori ai 50°C.
Per proteggere le colture dall’eccesso di calore generalmente si provvede a posizionare teli ombreggianti di ma-
teriale plastico.
Non dimentichiamo tuttavia che il sole, seccando lo strato superficiale del terreno, inibisce l’azione dei micror-
ganismi utili, per limitare questo problema provvedere con una buona copertura o l’utilizzo della pacciamatura.
Biodiversità
Più volte abbiamo già affrontato gli effetti positivi della biodiversità, maggiore sarà la biodiversità nel
nostro orto, maggiore sarà il successo che otterremo, la biodiversità limita enormemente l’attacco da
parte di funghi ed insetti patogeni non solo per il fatto che si viene a creare competizione ma anche per
altri fattori, principalmente di disturbo:
Camuffamento
Una pianta può essere protetta dagli insetti dannosi consociandola con un’altra che presenta un maggior
sviluppo e quindi limitando l’azione degli insetti che scelgono visivamente la pianta ospite.
E’ accertato inoltre che alcuni insetti come gli afidi, attaccano preferibilmente colture che crescono su
suolo nudo, non inerbito.
Diluizione di stimoli attrattivi
Consociando le piante si diluiscono gli stimoli chimici che attraggono specifici parassiti, limitando i
processi orientativi e riproduttivi, impedendo quindi infestazioni massicce.
Stimoli chimici ad azione repellente
Sostanze aromatiche di alcune piante possono alterare il comportamento di ricerca della pianta ospite o
addirittura repellere alcuni insetti dannosi.
Barriere meccaniche
Una buona densità vegetale riduce la capacità di spostamento di alcuni fitofagi, bloccando la dispersione,
oltretutto si può limitare ulteriormente la dispersione consociando varietà più o meno resistenti
Piante ospiti non appetite
Se un fitofago scende su una pianta ospite che non è di suo gradimento è facile che abbandoni l’area
cercando essenze di suo gradimento, quindi la biodiversità aumenta la probabilità che questo accada.
Influenze microclimatiche
Nell’orto consociato vi è un notevole frazionamento di condizioni microclimatiche, questo rende
difficoltosa la localizzazione delle condizioni adatte alla vita del patogeno.
Influenze biotiche
L’insieme di più colture esaltano l’insieme di competitori naturali.
16) Consociazione e rotazione delle colture in un programma pluriennale
Nella coltivazione biologica la monocoltura è assolutamente da evitare, come pure è opportuno
provvedere ad effettuare consociazioni vantaggiose nei vari appezzamenti. Risulta quindi complicato
programmare un calendario pluriennale delle consociazioni e delle rotazioni.
Le consociazioni consistono nel coltivare sullo stesso appezzamento di terreno due o più piante di specie
diversa. In questo modo le colture si avvantaggiano reciprocamente grazie all’azione degli essudati
radicali, di oli essenziali, di resine e di arricchimento di sostanze nutritive. Si cerca di riprodurre il più
fedelmente possibile ciò che normalmente esiste in natura.
Tuttavia esistono delle consociazioni sfavorevoli che dovrebbero essere evitate, infatti, alcuni essudati
radicali di piante particolari possono reprimere lo sviluppo di altre, un esempio è rappresentato dalla
patata, un altro dal finocchio selvatico. Fortunatamente la sperimentazione in materia, ha portato alla
redazione di tabelle esaustive a riguardo, facilmente consultabili al fine di programmare le consociazioni.
VANTAGGI DELLE CONSOCIAZIONI SUL TERRENO
La consociazione di piante con apparati radicali che si sviluppano a diversa profondità, permette un
miglior utilizzo del terreno stesso e pure un miglioramento delle caratteristiche fisiche, grazie al lavoro
svolto dalle radici. Un esempio è rappresentato dalla consociazione di cipolle e carote.
Consociando ortaggi a ciclo lungo con altri a ciclo breve si ottiene un’ottimizzazione dello spazio con
conseguente diminuzione di erbe infestanti e riduzione di effetti erosivi.
Consociando si garantisce solitamente una copertura prolungata del terreno, con conseguente riduzione
dei fenomeni di erosione causati principalmente dalle piogge invernali.
VANTAGGI DELLE CONSOCIAZIONE SULLE COLTURE
Molte piante producono essudati radicali, i quali possono interagire, direttamente o indirettamente, sulla
crescita e sullo sviluppo di altre colture. Non dimentichiamo inoltre che questi essudati radicali
contribuiscono a migliorare la fertilità del terreno. Un esempio è la consociazione di pomodori con
prezzemolo o degli spinaci con altri ortaggi.
Consociando ortaggi con leguminose si sfrutta in maniera naturale la capacità delle leguminose di
fissare l’azoto atmosferico, avvantaggiando la coltura consociata.
Alcune piante emettono sostanze repellenti verso parassiti che ne affliggono altre, un esempio è
rappresentato dalle liliacee che proteggono la carota dall’attacco della mosca e viceversa, oppure dalla
consociazione di piante aromatiche con il cavolo contro la cavolaia.
In climi caldi, consociando piante a taglia bassa con altre a taglia alta si ottiene una protezione verso un
irradiamento solare eccessivo. Al sud si usa consociare il cetriolo su sostegno con il pomodoro per
proteggere quest’ultimo, che darà frutti con buccia meno coriacea.
DA EVITARE
La consociazione di piante con apparato radicale che sfrutta lo stesso livello di terreno, come ad
esempio cipolla e ravanello.
Consociazione di piante appartenenti alla stessa famiglia, come pomodori e melanzane.
Consociare piante con il medesimo ciclo colturale
ALCUNI UTILI ACCORGIMENTI
Calcolare i tempi di maturazione delle colture, cercando di programmare la semina in modo che una
coltura non ostacoli l’altra.
Quando è possibile dare la precedenza alle leguminose, in quanto fissano l’azoto atmosferico.
Programmare le consociazioni tenendo conto delle esigenze in fatto di consumo di azoto, esistono infatti
piante con elevato consumo di azoto, altre con medio ed infine altre con scarso, mai consociare due
colture con elevato fabbisogno di azoto.
Seminare o trapiantare a file per facilitare i lavori e sfruttare al meglio le consociazioni
CONSUMO DI AZOTO PROFONDITA APPARATO RADICALE
PIANTA ELEVATO MEDIO BASSO ELEVATA MEDIA BASSA
AGLIO X X ASPARAGO X X BIETOLA DA
COSTE X X CAROTA X X CAVOLI X X CIPOLLA X X X COCOMERO E
MELONE X X
ERBE
AROMATICHE X FAGIOLI X X FINOCCHIO X X FRAGOLA X X LATTUGA X X MELANZANA X X PATATA X X PEPERONE X X PISELLO x X POMODORO X X PORRO X X PREZZEMOLO x x RAPA x x RAVANELLO x x SEDANO x x SPINACIO x x ZUCCA x x ZUCCHINO x x
Per semplificare la programmazione pluriennale bisogna innanzitutto parcellizzare il nostro orto in
diversi lotti numerati, il numero di parcelle sarà influenzato dal numero di colture che vogliamo
coltivare o in base alla disponibilità di terreno;
Quando ogni parcella sarà identificabile allora riporteremo il numero della parcella sul quaderno di
campagna. Avremo quindi un elenco di lettere o numeri corrispondenti al numero di lotti a disposizione;
PARCELLA
n°
1° anno 2° anno 3° anno
1 C F I
2 A E H
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fatto questo attribuiamo ad ogni lotto un microprogramma colturale, comprensivo di una coltura
principale consociata che sarà seguita da una secondaria consociata o da sovescio.
MICROPROG. COLTURA 1 +
CONSOCIAZIONI
COLTURA 2 +
CONSOCIAZIONE
A POMODORO + BASILICO SPINACIO + INS.
INVERNALE
B CIPOLLA + CAROTA CRUCIFERA + TRIFOGLIO
C PATATE + FAGIOLO SOVESCIO
D LEGUMINOSA +
RAVANELLO
CRUCIFERA + INS.TAGLIO
E AGLIO + PREZZEMOLO FRAGOLA PACCIAMATA
F LEGUMINOSA +
INS.TAGLIO
CRUCIFERA + INSALATA
G LATTUGA + BIETOLA FINOCCHIO + PORRO
H CICORIA + FAGIOLO BROCCOLO + INS. TAGLIO
I ZUCCHINO + FAG.
RAMPICANTE
INSALATE + COSTE
L MELANZANA + INSALATA SOVESCIO + AGLIO
M PEPERONE + CAVOLO
ESTIVO
RAVANELLO + SPINACIO
N SOVESCIO SOVESCIO
Fatto questo per ogni parcella basterà ogni anno sostituire i microprogrammi colturali all’interno delle
stesse parcelle, ovviamente tenendo in considerazione le corrette pratiche riguardanti le rotazioni.
Erbe utili:
Abrotano Seminare qua e là nell'orto. E' consociabile con il cavolo del quale migliora il gusto e lo sviluppo. Allontana la farfalla cavolaia.
Achillea Come bordura, sui sentieri e vicino alle erbe aromatiche delle quali aumenta la produzione di oli essenziali.
Aglio Contribuisce alla crescita e alla salute di rose e lamponi.
Aneto Si accompagna al cavolo, non ama le carote.
Assenzio Come bordura tiene lontani gli animali dall'orto, ma la sua vicinanza non fa bene a nessuna pianta: da tenere quindi alla giusta distanza.
Basilico Si accompagna ai pomodori migliorandone il gusto e lo sviluppo. Respinge mosche e zanzare. Odia però la ruta e non può starle vicino.
Camomilla Ottima la consociazione con cavoli e cipolle: ne migliora il gusto e lo sviluppo.
Cerfoglio Consociabile ai ravanelli: ne migliora lo sviluppo e il sapore.
Cumino Seminare qua e là nell'orto: Ammorbidisce il terreno.
Dragoncello Utile in tutto l'orto.
Erba cipollina Consociabile alle carote: ne migliora il gusto e lo sviluppo.
Finocchio selvatico Tenere lontano dall'orto. La maggior parte delle piante non ne apprezza la compagnia.
Issopo Tiene lontana la farfalla cavolaia. Si associa ai cavoli e alla vite. Non ama i ravanelli.
Lamio bianco Consociabile con le patate, dalle quali tiene lontani gli insetti.
Levistico Seminare qua e là nell'orto. Migliora il gusto e la robustezza delle piante.
Lino Consociato alle carote e alle patate ne migliora il gusto e lo sviluppo. Tiene lontane le dorifere dalle patate.
Maggiorana Migliora il profumo delle piante.
Melissa Migliora il sapore e lo sviluppo dei pomodori.
Menta Migliora il gusto e lo sviluppo di cavoli e pomodori. Tiene lontana la farfalla cavolaia.
Mentuccia Tiene lontana l'altica.
Nasturtium E' molto utile ai ravanelli, ai cavoli e a tutte le cucurbitacee. seminato sotto gli alberi da frutto tiene lontani gli afidi e altri insetti.
Petunia Protegge i fagioli dagli insetti.
Portulaca Può essere usata per tenere il terreno coperto sotto il granturco.
Rafano Seminato negli anfoli delle aiuole delle patate tiene lontani gli insetti.
Rosmarino Consociabile con cavoli, fagioli, carote e salvia. Tiene lontane la cavolaia. la mosca delle carote e l'epilachna.
Ruta Seminata vicino a rose e lamponi li protegge dagli insetti. Odia il basilico.
Salvia Consoviabile con rosmarino, cavoli e carote ma non con i cetrioli.
Santoreggia Migliora il gusto e la salute di fagioli e cipolle.
Tagete E' una delle piante più attive nella lotta agli insetti.
Tanaceto Seminato con rose, lamponi, sotto gli alberi da frutto, tiene lontano gli insetti volanti.
Timo Il suo odore tiene lontano la cavolaia.
Valeriana Va bene ovunque nell'orto.
Produzione e conservazione delle sementi
Nell’orto etico, l’utilizzo di sementi di varietà locali, impone spesso l’autoproduzione delle sementi per
l’anno successivo, dato che risulta difficile reperire seme di varietà particolari.
A tal proposito sono necessari alcuni accorgimenti per garantire una buona germinabilità ed una certa
purezza dei nostri semi, nonché un miglioramento delle caratteristiche a noi utili.
Segnalazione
All’inizio della stagione sarà opportuno preparare degli appositi cartellini, spago o quant’altro, che ci
servirà per evidenziare le piante che riterremo idonee per la produzione di seme. Questi segnalatori ci
aiuteranno a tenere sotto controllo le piante prescelte per garantire loro le cure più idonee, nulla ci vieta
tuttavia di cambiare la nostra scelta nel caso in cui ci accorgessimo che altre piante, non selezionate
precedentemente, risultino più idonee.
Osservazione e scelta
Durante la stagione vegetativa occorre osservare le piante nell’orto, per la produzione di sementi
scegliere sempre le piante con delle caratteristiche favorevoli, ad esempio per gli ortaggi da foglia come
spinaci, cavoli e lattughe, non scegliete le piante che vanno subito a seme ma quelle che producono più
foglie e che vanno a seme per ultime.
Per le piante da fiore e frutto come ad esempio i cavolfiori, scegliete sempre quelle che producono
l’infiorescenza precocemente, a patto che la pianta sia sana e ben equilibrata.
Per gli ortaggi a radice come carote e ravanelli, scegliere le piante che hanno un buon rapporto tra parte
ipogea ed epigea, anche se non producono l’infiorescenza precoce.
Non scegliere come produttrici di sementi piante ibride, in quanto la discendenza produrrebbe piante
con caratteristiche diverse da quella selezionata.
Distanziare le piante portaseme se contestualmente si coltivano altre piante della stessa specie ma di
diversa varietà, potrebbero dare origine ad incroci naturali, facendo perdere le caratteristiche originarie.
La distanza minima da tenere in questi casi è di 200m tra una varietà e l’altra.
Maturazione, raccolta e conservazione
Lasciate maturare i semi sulla pianta il più possibile, raccoglierli troppo presto significa perdere in
germinabilità ed in qualità.
Deporre le piante portaseme in luogo asciutto ed aerato fino a quando i bacelli non saranno secchi e
friabili e lasceranno uscire facilmente i semi.
A tal proposito occorre distinguere due tipi di sementi, i semi già secchi, come fagioli, ravanelli, insalate,
cavoli ecc ed i semi che si presentano umidi, come quelli di pomodori, zucche, zucchine, cetrioli ecc.
Questi ultimi si presentano con una patina gelatinosa che li riveste e che si elimina tramite
fermentazione.
La fermentazione dei semi protegge i semi stessi da alcune malattie e promuove la crescita sana della
futura pianta.
Dopo la fermentazione i semi vanno lavati in acqua corrente ed essicati rapidamente (12 ore) per evitare
che germoglino.
Utilizzando dei setacci si possono pulire meglio le sementi, eliminando eventuali semi di piante
infestanti, uova di insetti o altre impurità.
Prima di utilizzare le sementi autoprodotte converrebbe comprovare la loro germinabilità al fine di
prevenire per tempo eventuali insuccessi.
Questa operazione è facilmente attuabile con dell’ovatta inumidita su cui verranno posti alcuni semi a
germinare, se germineranno almeno il 50% dei semi potrete utilizzarli.
La conservazione della semente deve essere fatta con una certa cura per evitare che i semi vengano
rovinati da muffe, funghi, insetti e roditori.
Il luogo dove vengono riposti i semi deve essere fresco ed asciutto, con una temperatura minima di 4°C,
tuttavia alcuni semi sopportano bene anche temperature inferiori allo 0 ed anzi, sembra che crescano più
sani e vigorosi, tutto ciò a patto che siano ben essicati.
Non ritirare i semi in contenitori ermetici, l’ambiente asfittico può causare la morte dell’embrione, con
conseguente inutilizzo degli stessi.
Per aumentare la conservabilità è meglio sottrarre i semi dall’eccessiva esposizione solare, dall’umidità
e dall’eccessivo calore. Infatti l’umidità favorisce l’ossidazione che, di conseguenza porta a
riscaldamento e morte dell’embrione. Il calore invece aumenta l’attività respiratoria consumando le
sostanze di riserva presenti nel seme causando una scarsa vigoria nella futura piantina.
Conservate i semi in barattoli di vetro o metallo suddividendoli in piccole quantità e controllate
periodicamente lo stato della semente, per evitare che si moltiplichino eventuali muffe e/o parassiti.
Per aumentare la germinabilità, la difesa da muffe ed insetti dannosi, nonché limitre la trasmissione di
crittogame, le sementi possono subire trattamenti particolari;
Trattamenti stimolanti 1) Immersione
Ammollare le sementi in acqua tiepida per 25 minuti e successivamente in acqua fredda per 2-3 ore. Questo
processo promuove una germinazione più rapida.
2) Inoculazione
Si pratica esclusivamente alle sementi di leguminose, che vengono trattate con batteri azoto fissatori che ne
aumentano la produttività
3) Pregermogliazione
È una pratica comune soprattutto per la patate, i tuberi vengono esposti alla luce 4 settimane prima dell’epoca
di semina, ad una temperatura compresa di 12-15°C ed una umidità elevata 80-90%, fino alla crescita dei ger-
mogli. In questo modo si possono eliminare i tuberi con germogli anomali ed inoltre avviene una certo anticipo
della coltura.
Per carota, cipolla e peperone si ricorre talvolta alla pregermogliazione dei semi.
4) Bagni delle sementi
L’involucro protettivo del seme è in grado di assorbire sostanze con cui viene a contatto, immergendo le semen-
ti in appositi preparati prima della semina, si può stimolare la germinazione e lo sviluppo delle future piante. I
preparati più usati sono:
Camomilla per piselli, fagioli, rafano, ravanelli, cavoli.
Valeriana per carote, cicoria, cetrioli, aglio, pomodori, peperoni, zucche, cipolle, porri, sedano.
Dopo il bagno le sementi devono essere asciugate e poste all’ombra ad asciugare, possono essere impiegate il
giorno stesso o al massimo il giorno dopo.
Trattamenti protettivi 1) Concia
Trattamento atto a prevenire eventuali attacchi si crittogame ed insetti dannosi, si attua con polveri, spesso a
base di rame. Bagnare la semente prima di seminare con poltiglia bordolese all’1% oppure spargere carbonato
di rame in polvere sulla semente miscelando attentamente in modo da uniformare la distribuzione della polve-
re, questa pratica può essere eseguita prima della semina ma anche prima del periodo di conservazione.
Attualmente si pratica la concia delle sementi anche con una miscela di funghi antagonisti del genere Tricoder-
ma, al fine di proteggere gli stessi dall’attacco di alcuni patogeni.
Altra pratica interessante è quella di bagnare le sementi e conciarle con bentonite e/o litotamnio, creando su di
esse una sorta di involucro che le protegge dagli uccelli, da insetti e dall’assenza di acqua, permettendo al seme
di germogliare quando le condizioni pedoclimatiche sono più vantaggiose.
2) Disinfezione
Mettere a bagno le sementi in acqua tiepida (25-30°C) per 4 ore e successivamente a 50°C per 10 minuti. Que-
sto procedimento può eliminare alcune infezioni presenti nel seme ma può anche avere effetti deprimenti sul
potere germinativo, quindi è meglio attuare la disinfezione solo in caso di rischio effettivo.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEGLI ORTAGGI
Ortaggio Raccolta Conservazione
Carota Deve avvenire prima che le radici
abbiano effettuato il completo
sviluppo e preferibilmente in luna
crescente
Si possono conservare in cassette
sotto sabbia poste in un locale fresco
ed umido
Cavolfiore Deve avvenire al completo sviluppo
dell’infiorescenza ma prima che si
differenzino i fiori, preferibilmente in
luna crescente
Si conserva per 2-3 mesi dopo la
raccolta in locali freschi e asciutti
Cavolo Deve avvenire in luna crescente
prima che le foglie inizino ad aprirsi
Si eliminano le radici e le foglie
esterne e si ripongono in un locale
fresco e ventilato mettendo le teste
ben separate tra loro su scaffali di
legno
Insalate Prima che montino Si possono conservare per alcuni
giorni raccogliendole con le radici e
mettendole a bagno in un vaso pieno
d’acqua
Cipolla La raccolta va effettuata in luna
calante, quando la parte aerea della
pianta si presenta ingiallita, legare il
fusto con uno spago e raccoglierle
alcuni giorni dopo
Legarle in mazzi e lasciarle al sole e
all’aria per alcuni giorni,
successivamente si conservano in
locali aerati e bui
Fagioli e piselli da grana Raccogliere quando i bacelli sono
seccati sulla pianta
Sgranare e conservare in luoigo
fresco ed asciutto
Melanzana Raccogliere prima della maturazione
quando i semi non sono ancora
evidenziati
Patate Raccogliere quando la parte aerea
della pianta è completamente secca, i
giorni più indicati sono quelli che
seguono la luna piena.
Si possono conservare in cantine o
meglio in silos, direttamente in
campo, posizionare un drenaggio a
terra, accumulare le patate in forma
piramidale e coprire con 2 strati di
paglia e due di terra alternandoli:
paglia-terra- paglia-terra
Porri Si raccolgono in diversi stadi di
sviluppo
Si conservano bene per 1-2 mesi
accatastandoli in cantina e ricoprendo
la parte basale con terra, torba o
sabbia umida
Ravanello Raccogliere prima del completo
sviluppo
Si conservano bene in cassette di
legno piene di sabbia umida, poste in
locali freschi
Zucca Raccogliere quando le foglie seccano
e prima delle gelate
Porre le zucche su delle assi di legno
per evitare che tocchino il terreno,
dopo la raccolta si conservano bene
in casa anche per molti mesi
Zucchino Raccogliere quando il fiore all’apice
dei frutti sta per schiudersi e
comunque prima che si differenzino i
semi