+ All Categories
Home > Documents > MAPPE INTERNET Lera della geografia democratica · E sulla cartina, accanto ai nomi delle vie,...

MAPPE INTERNET Lera della geografia democratica · E sulla cartina, accanto ai nomi delle vie,...

Date post: 07-Sep-2019
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
5
fica. Senza contare Yahoo!, Microsoft e tanti altri operatori specializzati, che nel giro di pochi mesi hanno a loro volta rinnovato e riempito di intuizioni questo segmento digitale. Da meno di un anno è in corso una grande ondata di democratizzazione della geografia. E sulla cartina, accanto ai nomi delle vie, stanno comparendo tracce di contenuti, ancoraggi per navigazioni e relazioni tra le persone. G ira il mondo, gira. Da quando è stato lanciato nel giugno 2005, il mappamondo di Google Earth ha preso a girare vorticosamente su milio- ni di computer: mostrando immagini satellitari di straordinaria definizione, navigando dentro le mappe di buona parte del globo oppure localizzando le più varie risorse su una cartina geogra- Quelle che possono sembrare applica- zioni divertenti, utili tuttalpiù per pun- tare il dito su un indirizzo, stanno con- tribuendo in modo eccezionale – e imprevisto – all’ennesima evoluzione del nostro rapporto con la rete. Ogni giorno di più, infatti, il web diventa una rappresentazione digitale della com- plessità che ci circonda: l’internet non ammette filtri preventivi su ciò che viene inserito nel circuito globale, ma MONTHLY VISION FEBBRAIO 2006 20 MAPPE INTERNET L era della geogr Il 2005 è stato l’anno d’oro dei Gis. Con lo zampino di Google sono usciti dagli uffici cartografici per diffondersi a macchia d’olio nella rete, dove fioriscono mappe di ogni genere. Unico limite: la fantasia E forse, ancora una volta, la mancanza di standard affermati a di Sergio Maistrello
Transcript

fica. Senza contare Yahoo!, Microsoft etanti altri operatori specializzati, chenel giro di pochi mesi hanno a lorovolta rinnovato e riempito di intuizioniquesto segmento digitale. Da meno diun anno è in corso una grande ondatadi democratizzazione della geografia.E sulla cartina, accanto ai nomi dellevie, stanno comparendo tracce dicontenuti, ancoraggi per navigazionie relazioni tra le persone.

Gira il mondo, gira. Da quando èstato lanciato nel giugno 2005, ilmappamondo di Google Earth ha

preso a girare vorticosamente su milio-ni di computer: mostrando immaginisatellitari di straordinaria definizione,navigando dentro le mappe di buonaparte del globo oppure localizzando lepiù varie risorse su una cartina geogra-

Quelle che possono sembrare applica-zioni divertenti, utili tuttalpiù per pun-tare il dito su un indirizzo, stanno con-tribuendo in modo eccezionale – eimprevisto – all’ennesima evoluzionedel nostro rapporto con la rete. Ognigiorno di più, infatti, il web diventa unarappresentazione digitale della com-plessità che ci circonda: l’internet nonammette filtri preventivi su ciò cheviene inserito nel circuito globale, ma

MONTHLY VISION � FEBBRAIO � 200620

MAPPE INTERNET

L’era della geogrIl 2005 è stato l’anno d’oro dei Gis. Con lo zampino di Google sono usciti dagli uffici cartografici per

diffondersi a macchia d’olio nella rete, dove fioriscono mappe di ogni genere. Unico limite: la fantasia

E forse, ancora una volta, la mancanza di standard affermati

afia democratica

di Sergio Maistrello

MOV0004_020ATecnoEra_.qxd 9-01-2006 18:22 Pagina 20

MONTHLY VISION � FEBBRAIO � 2006

lascia ai propri utenti il compito didecidere quello che ritengono interes-sante. In questo contesto, le metafore ditipo geografico sono uno tra i criteri diinterpretazione più spontanei ed effica-ci per tracciare percorsi di senso: vuoiperché la familiarità con le carte geo-grafiche si assimila prima della capacitàdi interazione con i sistemi complessi;vuoi perché i metadati che definisconole proprietà fisiche di un pezzo dellarete sono tra i tasselli più preziosi su cuisi può ipotizzare la costruzione delcosiddetto web semantico, ovvero dota-to di informazioni sul contesto a cuiappartengono i dati.

Tutto comincia con il GisPer comprendere le applicazioni dellageografia digitale 2.0, dobbiamo farequalche passo indietro. Le mappe inte-rattive sono diffuse, a diversi livelli dicomplessità, fin dalla nascita dei primielaboratori elettronici, con consistentiapplicazioni soprattutto in campomilitare. Tralasciando la semplice ripro-duzione di una mappa sullo schermodel computer, la filosofia dominante èquella dei sistemi informativi geografici(più noti nella dizione inglese Gis,Geographic information systems): sitratta di applicazioni pensate per

acquisire, gestire, elaborare e visualiz-zare dati spaziali, ovvero geo-referen-ziati. Stiamo parlando di una bancadati che permette l’interazione dinumerose altre, utilizzando come linguacomune riferimenti geografici assoluticome la latitudine e la longitudine.Disegnare la mappa, generalmentesotto forma di dati vettoriali, non è ilfine dell’applicazione, ma il punto dipartenza per interrogare un databasee consultare la distribuzione di uncerto dato sul territorio.I sistemi informativi geografici sonostrumenti di analisi e pianificazionemolto potenti, che possono esseredeclinati in innumerevoli usi.

A partire da quelli entrati ormai nellaroutine quotidiana: se si fornisce un’au-tomobile di ricevitore satellitare, peresempio, si può far interagire chi guidacon le mappe corrispondenti al territo-rio in cui si trova, aggiornate in temporeale in funzione delle modifiche allaviabilità o delle criticità del traffico.Allo stesso modo, i cellulari di ultimagenerazione possono – e potrannosempre più in futuro – interagire con larete capillare della telefonia mobile per

ricevere informazioni utili su esercizicommerciali, punti di ristoro o uffici diproprio interesse presenti intorno a sé.

Gestione evoluta del territorioAll’interno di un’amministrazionepubblica, un sistema geografico può farconfluire sulla mappa del territorio dicompetenza tutte le informazioni e lestatistiche in possesso del governocentrale o locale, mettendo in evidenzatendenze (aree soggette a picchi diinquinamento, incidenza del crimine,valore immobiliare, distribuzione dellescuole) o interrogando le caratteristichetecniche di immobili e infrastrutture(dati catastali, archivi di pratiche, piani-

21

ficazione di lavori di manutenzione).Tutto ciò, includendo uomini, strumentie procedure, è noto in questo caso comeSistema informativo territoriale (Sit), ericorda da vicino il pannello di controllodel celebre videogioco strategico SimCi-ty ideato da Will Wright.È difficile trovare un comune o unaregione, in Italia, che non abbia iniziatoa investire nei Sit, spesso mettendo adisposizione accessi semplificati oriservati agli addetti ai lavori all’interno

dei propri siti web. L’interazione viainternet consente enormi risparmi ditempo e di carta soprattutto nel settoredell’edilizia e dei lavori pubblici, dovel’incrocio tra dati catastali, licenze dicostruzione e piano regolatore puòessere in gran parte semplificato. Restasolo il problema degli standard – dovutoal fiorire di applicazioni proprietarie,improvvisate o costruite su misura – mal’integrazione e l’uniformazione deglisforzi di ciascuna amministrazioneresta ormai solo questione di tempo.

Chi fa le mappePuò sembrare paradossale, ma in tuttoquesto sistema di database il problema

era della geogr afia democratica

Google Earth, l’applicazione da installare sul

computer locale dell’utente, dà accesso a

immagini satellitari di tutto il mondo

MOV0004_020ATecnoEra_.qxd 9-01-2006 18:22 Pagina 21

minore sono proprio le mappe. Se sieccettuano le amministrazioni pubbli-che, che ancora oggi costruiscono spes-so la propria cartografia digitale su unmisto di rilevazioni storiche, fotografieaeree e misurazioni costanti sul territo-rio (e questo giustifica il minore appealgrafico, sacrificato alla causa dellaprecisione delle informazioni), chiun-que si appresti oggi a costruire un’ap-plicazione geografica non ha moltascelta. Di fronte al costo di disegnarenuove mappe vettoriali, il ricorso adatabase commerciali già pronti perl’uso e sempre aggiornati dal fornitoreappare di gran lunga più competitivo.Come dimostrano le onnipresenti infor-mazioni relative al copyright, sono quasisempre gli stessi i marchi a spartirsi lagran parte dei sistemi geografici digitaliutilizzati per applicazioni automobilisti-

che o distribuite su internet: TeleAtlas eNavTech. Produrre cartografia precisa,chiara e possibilmente anche bella davedere richiede una struttura professio-nale articolata in rilevazioni satellitari,

fotografie aeree, verifiche sul posto eaggiornamento costante che scoraggia-no dal principio chi non è in grado didare vita a una rete globale di corri-spondenti e specialisti.

Come valuta l’ondata di applicazioni georefe-

renziali favorita da Google Earth/Maps?

Siamo di fronte a una democratizzazione

della geografia?

La democrazia non è semplicemente ladisponibilità pubblica di informazioni, è lacapacità di mettere in opera la conoscenzain azione collettiva. “Se capisco ho anchediritto di intervenire”: è un tema fonda-mentale già negli scritti del diciannovesi-mo secolo. Sottolineo anche il cambia-mento del nome da Google Maps a GoogleLocal: si tratta del tentativo di attivare unaconoscenza locale, certo anche commer-ciale (dove posso mangiare una pizza quie ora?), ma comunque esistenziale. Unacarta richiede di riconoscere, evidenziare,elencare, ma anche di riconoscersi, trac-ciare il sottile confine dell’identificazione.L’identità propone temi di rappresenta-zione democratica dell’ambiente per cuimolto poco si è fatto finora.

Nei siti delle amministrazioni pubbliche si

diffondono i Sit, che per semplicità ed elasti-

cità d’uso sembrano sorpassati a destra

dalle applicazioni più evolute del web. Qual è

il loro destino?

Se viene meno il lavoro raffinato perl’individuazione delle risorse locali, sela carta non è il frutto di un’elabora-zione tematica, di un riconoscimentodel mondo, se è semplice sfondo,allora tanto meglio uno sfondo rico-noscibile, poco tecnico, come ilmagnifico mosaico multiscala diGoogle. Google Maps rende obsoleta lacartografia “ingenua”, quella che nonpuò leggere le strade nei boschi e glielementi in ombra, che inventa enasconde, ma non può superare ilimiti della fonte. L’“immaginazione”del satellite o dell’aerofotogramme-tria classifica le aree a seconda delladisponibilità del rilievo, dell’interessestrategico o commerciale dell’area.Nonostante le premesse, però, finisceper essere poco egualitaria, non spie-ga il perché delle differenze e da doveil mosaico tragga le sue tessere.

Esiste un disegno comunitario in questo

settore?

Non ci sono divisioni rilevanti sotto ilprofilo delle tecniche e degli standard.Gli orientamenti verso standard apertie verso l’interscambiabilità dei dati,prediletti dall’Unione Europea, sonoperseguiti dall’Open geospatial consor-tium. Orientamenti che sono condivisida un gran numero di studiosi europeie americani. Per evidenziare un ruolodell’Unione Europea dobbiamo guarda-re alle vicende dell’ambiente e dellabiodiversità, così come allo svilupporurale, che indirettamente hannoinfluenzato e influenzano la qualitàdel dato territoriale. Certamente, ifinanziamenti promossi dall’Unionehanno premiato un atteggiamentosistematico e analitico al tempo stesso,talvolta con risultati di grande qualità.

Quali sono al momento le esperienze più

significative nel campo dei Gis?

Gli elementi di qualificazione dei Gis si

Se le informazioni diventano azione collettivaIntervista a Carlo Bertelli, che insegna Storia della città e del territorio all’Università di Genova e Gestione dei beni territoriali e turismopresso l’Università del Piemonte Orientale. È fondatore di Charta, società di servizi e sistemi per il territorio e la storia ambientale.

L’INTERVISTA�

MONTHLY VISION � FEBBRAIO � 200622

In tutto il fiorire di applicazioni e combinazioniinnovative di mappe e database commerciali odi pubblica utilità, c’è chi prova a definirequalche standard. È l’Open geospatial consor-tium, un’organizzazione internazionale a cuiaderiscono su base volontaria quasi 300soggetti commerciali, governativi, accademici eno-profit. Sulla falsa riga di ciò che il W3C fa perlo sviluppo del web, l’Ogc sta cercando didefinire le specifiche per tutto ciò che ha a che

fare con la localizzazione interattiva e le tecno-logie georeferenziali distribuite attraversointernet. Ne sono un esempio Wms (Web mapservice), Wfs (Web feature service), Wcd (Webcoverage service) e Gml (Geography mark-uplanguage). Obiettivo di medio termine dell’Ogc èsuperare l’idea di Gis come applicazione chiusae porre le basi per un ambiente interattivo checontempli i dati geospaziali come attributi utiliin qualunque contesto informativo.

A piccoli passi verso standard condivisi

OPEN GEOSPATIAL CONSORTIUM�

MOV0004_020ATecnoEra_.qxd 9-01-2006 18:22 Pagina 22

Il boom di GoogleGoogle Maps viene lanciato nel febbra-io del 2005. Grazie al ricorso estensivoalla tecnica Ajax (Asynchronous Java-Script and Xml, di cui parliamo a pagi-na 26), definisce subito un nuovo statodell’arte nella semplicità d’uso: sposta-menti e zoom sono veloci e non richie-dono alcun tempo di attesa. La visua-lizzazione è componibile sovrapponen-do a piacere i diversi livelli interdipen-denti, tra cui immagini satellitari stra-ordinariamente definite (fornite preva-lentemente da Mda EarthSat e Digital-Globe), mappe topografiche (TeleAtlas),informazioni locali (Google Local e

numerosi database specializzati) e, perle maggiori città, anche una ricostru-zione in 3D. Quattro mesi più tardi esceanche Google Earth, un’applicazioneindipendente da scaricare sul Pc con laquale si possono eseguire ricerchegeografiche complesse nell’enormedatabase georeferenziato del motore diMountain View. Nell’ottobre dellostesso anno, Google Maps entra a far

parte del più ampio ombrello di GoogleLocal, il sistema di informazione ericerca specializzata che utilizza lecarte geografiche per reperire risorseutili ed esercizi commerciali. Il succes-so strepitoso delle mappe di Google èstato favorito anche dalla libera dispo-nibilità delle relative Api (Applicationprogramming interfaces), i pezzi diprogramma smontabili e rimontabili apiacere dall’utente all’interno deipropri siti per interagire con i datigeoreferenziati. Google, come del restotutti gli sviluppatori che hanno apertole porte dei codici delle proprie piatta-forme, sa bene che l’applicazionemigliore potrebbe non essere ancorastata inventata: fornendo gli strumentia chi abbia idee da sviluppare, puòcontare su un esercito di sperimenta-tori che nessuna azienda potrebbepermettersi di finanziare.

Idee utili o divertentiL’unico limite è la fantasia e questa, agiudicare dai primi risultati, proprionon manca. Sulle mappe di Google sipossono far comparire gli annunci dicase in affitto nella zona di San Fran-cisco (Craiglist); si può interrogare pertipologia, codice postale o distretto dicompetenza la banca dati degli eventicriminosi registrati negli ultimi 90giorni a Chicago (ChicagoCrime) oppu-re tracciare le chiamate d’emergenzaoriginate a Seattle (Seattle911). Parti-colarmente amate dai weblog, le map-pe di Google vengono spesso utilizzatecome aggregatore di testi e immagini(è sufficiente dotare i feed Xml di unmarcatore geografico per assegnarli a

possono valutare sia sotto l’aspettotecnologico sia sotto il profilo dell’effi-cacia d’intervento. Da questo punto divista vi sono convergenze significativeverso l’interoperabilità dei progetti (inparticolare il progetto Gdal/Ogr di FrankWarmerdam), la gestione dei metadati(l’iniziativa dell’Onu, Geonetwork), maanche applicazioni destinate specifica-mente a consentire la partecipazionedegli utenti alla costruzione del sistemageografico. Community MapBuilder, peresempio, consente di accedere a unservizio di web feature server transattivi(è uno dei servizi web previsti dall'Ogc,in sostanza un sistema di condivisionedi elementi cartografici, accessibilicome singoli oggetti vettoriali, descritticon una sintassi Xml).

Dal punto di vista della formazione, stanno

nascendo professionalità adeguate ai

tempi?

Più che a un percorso unitario si deveguardare all’arricchimento disciplina-re della geografia. In Europa le attivi-tà di pianificazione sono general-mente affidate a geografi con unaformazione economica e amministra-tiva molto corposa, e con un profilotecnico molto spiccato. In Italia laformazione umanistica converge

soprattutto con una qualificata tradi-zione di indagine naturalistica. Di Gissi occupano gli ingegneri, gli architet-ti, gli informatici talvolta più deigeografi. Evidentemente, un approc-cio meno disciplinare consente unavalutazione più ricca e articolata: ènecessario uno svecchiamento degliapprocci disciplinari e la costruzionedi una sorta di koinè dove far confluiregli elementi nuovi. Non semplicemen-te le tecnologie, ma anche i quadriconcettuali, le competenze e i lin-guaggi che consentirebbero agli esper-ti di operare di concerto. Detto questo,tuttavia, il panorama dei corsi e delleprofessionalità risulta ricco e caratte-rizzato da corsi di eccellente livello.

MONTHLY VISION � FEBBRAIO � 2006 23

Tra le numerose funzionalità accessorie di

Yahoo! Local Maps figura la possibilità di

completare la cartina geografica con indicazio-

ni in tempo reale sul traffico

A volo d’uccello: in Windows Live Local, le

mappe di alcune città degli Stati Uniti sono

visualizzabili sotto forma di fotografie aeree

Carlo Bertelli

MOV0004_020ATecnoEra_.qxd 9-01-2006 18:22 Pagina 23

MONTHLY VISION � FEBBRAIO � 200624

un luogo specifico), oppure come mez-zo intuitivo per consigliare agli amiciesercizi commerciali o locali particolar-mente interessanti; su questa intuizionesono nate intere comunità virtuali, la piùpopolare delle quali è oggi Frappr!. Met-tendo insieme tutti gli esempi vistifinora, invece, viene fuori Wayki, Worldas you know it, un repertorio di destina-zioni, annunci e scambi personali adisposizione degli iscritti.Perfino le notizie dell’ultima ora posso-no stare dentro una mappa, sebbene sitratti per ora di servizi non ufficiali: sulplanisfero compaiono già da tempo isegnaposto per le notizie di Reuters,Washington Post, Der Spiegel e Bbc. ATorino, con la scusa delle Olimpiadi, èstato messo in piedi un sistema chelega ai luoghi delle gare le impressionisoggettive delle persone: a ogni segna-posto sulla mappa della città corrispon-de un messaggio inserito nel sistema (sichiama Glocalmap.to).Combinando il database degli oraridei mezzi pubblici con le coordinatedelle fermate previste, poi, non èdifficile costruire applicazioni chetraccino la posizione presunta diautobus, treni, metropolitane e perfi-no aerei. Manca solo, per rendere ilservizio realmente utile, il collega-mento con i trasmettitori Gps dellesocietà che erogano il servizio, maun’idea delle potenzialità si può vede-re su NextBus di San Francisco oDartmap di Dublino. Del resto è soloquestione di tempo, come testimonia

il ricco elenco di sperimentazioniaggiornato sul blog GoogleMapsMa-nia. Dentro le mappe di Google sisvolgono pure giochi online:dall’adattamento del celebre Risiko alpiù originale Tripod, che ha comeobiettivo la cacciata dei treppiediinvasori da Manhattan. A volte, infine,basta un po’ di spirito d’osservazione,com’è successo vicino a Parma, doveesaminando alcune macchie anomalenelle immagini satellitari di GoogleEarth è stata scoperta una villa roma-na sepolta sotto i campi coltivati.

Microsoft e Yahoo! inseguonoAll’inseguimento dei nuovi standard delsettore si sono gettati immediatamentetutti quelli che – per ragioni strategicheche esulano dalla geografia – da Googlenon possono essere lasciati indietro.Yahoo! ha rivoluzionato in novembre ilproprio servizio Local Maps ricorrendoa una combinazione di Flash e Ajax.Microsoft, per parte sua, risponde alleimmagini satellitari con un’affascinan-te combinazione di mappe e fotografieaeree: Windows Live Local, nome delservizio di nuova generazione che hapreso il posto alla fine del 2005 delbenemerito Virtual Earth, fa parte deltentativo del gigante di Seattle di ade-guarsi alla tendenza – molto a misurad’uomo – che ha preso la rete del nuo-vo secolo. Neanche a dirlo, sia Yahoo!sia Microsoft hanno messo a punto unsistema di libero accesso alle Api deipropri servizi. È tra le pieghe dellecarte geografiche digitali che, nel pros-simo futuro, si svolgerà una dellebattaglie epocali tra i giganti del web.Una volta tanto, gli utenti sembranoaverne solo che da guadagnare. �

[email protected]

Charta www.charta.acme.com

ChicagoCrime www.chicagocrime.org

Community MapBuilder

mapbuilder.sourceforge.net

Craiglist www.craiglist.org

Digital Globe www.digitalglobe.com

Frappr! www.frappr.com

Geospatial data abstraction library www.gdal.org

Geonetwork www.fao.org/geonetwork

Glocalmap.to glocalmap.to/glocalmap

Google Local www.google.it/maps

Google Earth earth.google.com

GoogleMapsMania

googlemapsmania.blogspot.com

Mda EarthSat wxdata.earthsat.com

NextBus San Francisco www.nextbus.com

Open geospatial consortium

www.opengeospatial.org

Seattle911 www.seattle911.com

Wayki www.wayki.org

Windows Live Local local.live.com

Yahoo! Local Maps maps.yahoo.com

Un problema non secondario dei sistemi

informativi geografici è il reperimento di

professionalità in grado di coniugare

competenze tecnologiche, umanistiche e

amministrative. I percorsi di formazione

si vanno diffondendo a tutti i livelli, dai

corsi di laurea universitari alle specializ-

zazioni per il personale della pubblica

amministrazione. Il Politecnico di Milano,

per esempio, organizza master presso il

corso di laurea in Geomatica ospitato

dalla sede di Como.

A Venezia, lo Iuav tiene un master univer-

sitario di II livello in Sistemi informativi

territoriali e telerilevamento, pensato in

particolare per i funzionari pubblici alle

prese con il trattamento di informazioni

georeferenziate. L’Università di Torino

ospita un master di secondo livello in

Sistemi, reti e infomobilità, dedicato in

modo specifico alle sfide proposte dal

sistema dei trasporti moderno. All’Univer-

sità di Siena l’attenzione sulle geotecnolo-

gie è focalizzata in particolare sull’am-

biente e sull’archeologia: a ciascun campo

è dedicato un master di II livello. Da tener

presenti anche i corsi organizzati da

MondoGis, lo storico punto di riferimento

per l’informazione a tema sul web, che

sono indirizzati soprattutto a chi vuole

specializzarsi nell’interazione tra rete e

applicazioni geospaziali.

Dove si studiano i GisFORMAZIONE�

ItalianBloggerRestaurant è un’applicazioneoriginale di Frappr!, la comunità virtuale creatasulle mappe di Google: ogni partecipanteconsiglia agli altri utenti quello che ritiene ilristorante preferito della propria città

L’Osservatorio Civis è un progetto del Comune di Genova per la mappatura della città vecchia. È un esempio molto specifico di Sistema informativo territoriale

MOV0004_020ATecnoEra_.qxd 9-01-2006 18:22 Pagina 24


Recommended