PARROCCHIA S. DOMENICO SAVIO
MILANO
AVVISI PARROCCHIALI
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Nel «segno» delle Nozze di Cana, che caratterizza questa domenica, si rivela la gloria
di Gesù ed è annunciata l’«ora» della Pasqua con il suo dono d’amore. Alle nozze è
presente Maria che, con la sua intercessione – prefigurata nella preghiera di Ester –,
appare come la madre che conduce i discepoli alla fede nel Signore: «Sua madre
disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”». L’Eucaristia, memoria dell’«ora» di
Gesù che si consegna al Padre per noi, è obbedienza al comando del Signore: ci doni,
secondo le parole di Paolo, di «essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità».
INIZIA LA SETTIMANA DELL’EDUCAZIONE Ore 11.15 INCONTRO GENITORI Che cosa chiediamo, che cosa offriamo
all’oratorio di don Bosco per i nostri bambini/e, ragazzi/e e giovani?
Ore 15.30 Teatro S. Domingo Il bugiardo, di Carlo Goldoni
MARTEDÌ 22 memoria della beata Laura Vicuña È l’adolescente formata nello spirito salesiano che ha offerto la vita per convertire la mamma.
MERCOLEDÌ 23 Ore 17.00 Catechismo
GIOVEDÌ 24 festa di san Francesco di Sales
“Onomastico” dei Salesiani, chiamati così da don Bosco ispirandosi al santo della dolcezza,
della carità e della vocazione di tutti alla santità. Ore 17.30 Gruppo Teatro1 19.00 PreAdo1
VENERDÌ 25 festa della conversione di san Paolo apostolo
SI CONCLUDE LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
Ore 17.30 Gruppo Teatro 2 19.00 Gruppi PreAdo2 e Ado
SABATO 26 E DOMENICA 27 FESTA DI DON BOSCO
NELLA FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
VEDI VOLANTINO CON IL PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE
20 GENNAIO 2019
II DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
MARIA, IL VINO DI CANA E LA NOSTRA GIOIA LETTURA: Ester 5,1-1c.2-5; EPISTOLA: Lettera agli Efesini 1,3-14; VANGELO: Giovanni 2,1-11
Nella liturgia della Parola di questa domenica fanno capolino due donne, Ester e la madre
di Gesù. Che cosa le accomuna? L’intercessione: si fanno tramite.
La protagonista della LETTURA, Ester, è un’ebrea scelta come sposa dal re di Persia
Assuero. Angosciata per la persecuzione suscitata da un malvagio ministro del re contro il
suo popolo, si raccoglie in preghiera, poi con le arti della seduzione tenta di intenerire il
re, e studia un piano per smascherare le trame delittuose del ministro. Ester “fa causa
comune” con il suo popolo, come se non le interessasse la sua dignità di regina amata e
sentisse immensamente più forte l’appartenenza alla sua gente. Si mette di mezzo,
intercede. Le sta a cuore la salvezza del suo popolo. L’otterrà. E a noi quanto sta a cuore
la sorte del popolo o, se volete, dell’umanità cui apparteniamo?
Anche la madre di Gesù, nel VANGELO, fa propria la causa di altri, ma senza che gli
interessati, due giovani sposi, si accorgano di quanto sta accadendo. “Non hanno vino”, fa
notare a Gesù. “Che c’entri tu?” – avremmo potuto obiettare – “Tu non sei che una degli
invitati, a te spetta solo di assistere”. Maria invece non ha ridotto l’orizzonte del suo
sguardo; si accorge di altro, della fine del vino. E corre ai ripari prima, previene
l’imbarazzo della sala, che sarebbe stato grande, perché la festa del matrimonio non
poteva essere senza vino. Il vino nella Bibbia è un simbolo che accompagna l’accadere di
eventi di gioia, perfino la venuta del Messia: egli avrebbe allargato la festa del vino a tutti,
in abbondanza. Il vino a Cana non è forse, allora, segno che è arrivato il Messia? Alla fine
dell’episodio è scritto: “Questo a Cana di Galilea fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù;
egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. Il segno di Cana racconta
che Gesù è venuto per la gioia di questa umanità, che per lui è come una sposa. Ha cele-
brato con essa un matrimonio! E quanto gli è costato!
Torniamo all’intercessione di Maria – “Non hanno vino”, è in pericolo la festa – e alla
reazione di Gesù: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. L’ora di
Gesù, nel vangelo di Giovanni, è l’ora della croce. È come se Gesù dicesse: “Se mi
manifesto, se vengo allo scoperto, il risultato è questo: che avviciniamo l’ora della croce”.
Si svela così, forse, un altro tratto affascinante dell’umanità di Gesù; scrive la psico-
analista Françoise Dolto: “Gesù è infatti un uomo. E l’uomo prova angoscia quando si
trova di fronte ad atti importanti che impegnano il suo destino e la sua responsabilità. Più
tardi, nel Giardino degli Ulivi, piangerà, suderà sangue, dirà di essere mortalmente triste.
A Cana Gesù prova angoscia. Maria è meno angosciata, perché intuisce ciò che accadrà.
[…] È la sua ora, proprio come una madre che sta per partorire”. A Cana la madre partorì
il figlio una seconda volta, mettendolo alla luce della sua missione, quella di mettersi a
servizio della festa degli umani. Diciamo grazie a tutti quelli che nella vita si preoccupano,
come Maria, e come Gesù, della gioia degli altri; a tutti coloro che nella vita ci aiutano a
superare momenti di angoscia, di esitazione, pur di salvare la festa, pur di portare il vino
buono della vita. Un vino benedetto dal Signore. (rid. da Angelo Casati)