Date post: | 26-Jul-2015 |
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Obiettivi comunitari: riflessioni e dati
Marina Boscaino – Associazione Nazionale per La Scuola della Repubblica, Comitato di
Riproposizione della Lip – Bologna, 29 novembre 2014
Un’Europa basata sull’economia della conoscenza: interpretazioni possibili
E’ …• Attraverso la conoscenza si
accumula CAPITALE UMANO che rende al sistema economico – non essendoci limiti di domanda – arricchendolo.
• L’elemento sotteso è la fiducia nel funzionamento del mercato e il ritiro dello Stato
• La conseguenza immediata sono le politiche di austerity
Potrebbe essere…• Una politica industriale che –
partendo dalla centralità e dalla tradizione culturale del Vecchio Continente – miri a creare un settore industriale di produzione culturale
• Prerequisito: massicci interventi statali.
Dopo Lisbona, UE 2020
• '11 e 12 Maggio 2009 i ministri per l'Istruzione, Gioventù e Cultura dei 27 Stati membri dell'Unione Europea definizione di un nuovo quadro strategico “Istruzione e Formazione 2020” nell’ambito della strategia UE 2020
Education and Training 2020Benchmark Obiettivi da raggiungere entro il 2020
Tasso di abbandono scolastico e formativo 10% di abbandono con la sola licenza media
Tasso di partecipazione ad attività LongLife Learning
Almeno 15% (rispetto alla popolazione 25-64enne)
Partecipazione alla scuola pre elementare Almeno il 95% (4 e 5 anni)
Capacità di comprensione di lettura, matematica, scienze
Almeno 85% oltre la soglia minima
Numero di laureati Almeno il 40% dei 30-34enni
Assistenza alla disabilità★
Finlandia: scuole speciali per ritardo o handicap. Trasferimento
di 46.000 studenti (8.1% dall’obbligo) da percorsi ordinari
a scuole speciale
Francia: istituti speciali e CLIS (Classes intégration scolaire primaria) UPI
(unités pédagogiques d’intégration) nei collèges.
Istituzioni specializzate di responsabilità ministeriale per
problemi molto seri (10.755 alunni)
Germania: scuole speciali ma incoraggiamento
dell’integrazione nella scuola pubblica. 4.3% alunni scuole
speciali
Regno Unito: attestato Special Educational Needs 2.8%inglesi, 3.1% gallesi, 3.7% Irlandesi scuoel speciali1%, 0.8%, 1.3% Special Educational Needs
and Disability Act/Order
Spagna: integrazione progressiva 0.4% intera
popolazione scolastica scuole speciali
Obbligo scolastico • Iniziano a 4 anni e finiscono a 15 in: Lussemburgo• Iniziano a 4 anni e finiscono a 16 in: Irlanda del Nord• Iniziano a 5 anni e finiscono a 15 in: Cipro• Iniziano a 5 anni e finiscono a 16: Lettonia, Malta, Galles,
Inghilterra, Scozia, • Iniziano a 5 anni e finiscono a 17: Paesi Bassi• Iniziano a 5 anni e finiscono a 18: Ungheria• Iniziano a 6 anni e finiscono a 15: Austria, Belgio tedesco, Grecia,
Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, • Iniziano a 6 anni e finiscono a 16: Francia, Germania (a seconda
del Land), Irlanda, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna• Iniziano a 6 anni e finiscono a 18: Belgio fiammingo e francese• Iniziano a 7 anni e finiscono a 16: Bulgaria, Danimarca, Estonia,
Finlandia, Lituania, Svezia
Durata del percorso di studi superiore
Finiscono a 18 anni
• Belgio tedesco, Belgio fiammingo, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Romania, Inghilterra, Galles, Irlanda, Scozia, Germania*
Finiscono a 19 anni
• Belgio francese, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia
Organi responsabili della valutazioneScuole Capi d’Istituto Insegnanti Alunni
Finlandia Didattica: nessuna valutazione esternaAspetti organizzativi e finanziari: municipalità e regioneSistema: Consiglio finlandese per la valutazione dell’istruzione
Nessuna Nessuna, ma capo d’istituto responsabile della qualità dei docenti
Sviluppo delle prove: National Board of EducationSomministrazione e valutazione: docenti
Francia IEN: Inspecteurs de l’Education National (primaria)IPR: Inspecteurs pedagogiques Régionaux (secondarie, su richiesta del dirigente)IGEN: Inspecteurs Généraux de l’Education Nationale (secondarie- rara)IGAENR – Inspecteurs Généraux de l’Administration de l’Education Nationale et de la Recherche (secondarie – amministrativi, finanziari e organizzativi – rara)
Inspecteur de l’Education National(IEN): Ispettore dell’Istruzione Nazionale responsabile delle scuole della circoscrizione in cui si trova (prescolare e primario)Recteur(direttore dell’Académie) o Inspecteurd’académie - Directeur des services départementaux de l'éducation nationale (IA –DSDEN)- Ispettore - Direttore dei servizi dipartimentali dell’istruzione nazionale .
Inspecteur de l’Education Nationale (IEN): primarioInspecteur Pedagogiques Régionaux(IPR)-Ispettori pedagogici regionali + capo di istituto
Bilancio: Direction de l’Evaluation, de la Prospective et de la performance – DEPP (Direzione della valutazione, della prospettiva e della performance) del Ministero dell’Istruzione nazionale (preparazione ecorrezione delle prove) diagnostiche: Direction de l’Evaluation, de la Prospective et de la performance – DEPP(Direzione della valutazione, della prospettiva e della performance) del Ministero dell’Istruzione nazionale (preparazione delle prove) insegnanti(correzione delle prove). Dell’acquisizione delle competenze di base minime (socle commun): Direzione generale dell’Istruzione scolastica(Direction Générale de l’Enseignement Scolaire – DESCO) e IspettoratoCentrale (Inspection Générale)
Germania Ispettori scolastici(Schulaufsichtsbeambten) del Land
Ispettori scolastici del Land
Ispettori scolastici(Schulaufsichtsbeambten) del Land + capo d’istituto
Istituto per lo sviluppo della qualità nel settore Educativo a livello nazionale Land a livello regionale
Inghilterra Office for Standard in Education – OfstedLocal Authorities – LA
School governing body(organo di governo della scuola) + consulente esternomembro della Cambridge Education Associates
Capo di istituto+ consulente esternonominato dallo school governing body+ 2 o 3 membri di quest’ultimo.Teacher’s team leader: insieme al capo di istituto svolge la review(revisione della performance).
National Assessment Agency – NAA7: sviluppo dei test nazionali e attribuzione dei voti Docenti: attribuzione dei voti in alcuni casi.
Polonia Sovrintendente regionale (kurator) valuta gli aspetti pedagogiciOrgano di gestione della scuola (unità di autogestione a livello locale: gmina per l’istruzione obbligatoria e Powiat per l’istruzione post-secondaria) valuta gli aspetti amministrativi
Sovrintendente regionale (kurator) valuta gli aspetti pedagogiciOrgano di gestione della scuola (unità di autogestione a livello locale: gmina per l’istruzione obbligatoria e Powiat per l’istruzione post-secondaria) valuta gli aspetti amministrativi
Capo di Istituto Commissione Centrale per gli esamiE commissioni regionali.
Spagna Ispettorato della comunità autonoma
Autorità educativa competente della comunità autonoma
Autorità educativa competente della comunità autonoma
Istituto de Evaluación (IE)Istituto di valutazione(livello nazionale) Comunità Autonoma(livello regionale)
Svezia Agenzia nazionale svedese per l'istruzione(Skolverket) che si avvale di ispettori– (livello centrale) Municipalità- (livello locale)
Nessuna forma di valutazione individuale
Nessuna forma di valutazione individuale
Agenzia nazionale svedese per l'istruzione(Skolverket)che si avvale di ispettori (skolinspektör) – (livello centrale) Municipalità- (livello locale)
Conclusioni provvisorie?• L’interpretazione che i sistemi scolastici europei hanno espresso
del concetto di Europa basata sull’economia della conoscenza è stata prevalentemente vincolata al pensiero neoliberista: ne è prova lo scarso livello di inclusività e la forte propensione alla semplificazione (teaching to the test et alia).
• Tuttavia l’Europa non ha smesso di investire risorse sui propri sistemi scolastici (Italia e Lituania sono i due paesi che dal 2008, anno della crisi, hanno maggiormente disinvestito sull’istruzione, fonte Roars)
• Il nostro Paese ha – come è possibile vedere dalle tabelle precedenti e dai grafici seguenti – coniugato al massimo grado le due criticità (affermazione del neoliberismo applicato al sistema scolastico – e una disamina della normativa da Berlinguer a Giannini induce a questa conclusione); disinvestimento.
21Fonti: Oecd 2014, Eurydice 2013
Gli investimenti pubblici in Europa si mantengono alti nonostante la crisi, in Italia calano vistosamente.
In Europa: + 27% in 13 anni, + 3% negli ultimi 5 sotto la crisi.
In Italia si osserva un calo vistoso: -11% in 13 anni e -19% negli ultimi 5 anni dopo il picco positivo del 2008.Gli investimenti pubblici in istruzione diventano i più bassi in Europa: -25% della media EU.L’Italia spendeva nel 2000 il 13% in più della media europea, nel 2013 spende il 25% di meno ed è il paese che spende meno fra quelli più sviluppati.
22Fonti: Oecd 2014, Eurydice 2013
In Europa si osserva un costante aumento degli investimenti privati.in Italia la spesa per istruzione delle famiglie raddoppia in 11 anni e cresce del 17% negli ultimi 3 anni. La spesa privata in Italia che era nettamente più bassa della media si è allineata a quella degli altri paesi. Con spesa privata si intende tutta quella fatta da privati, in Italia questa deriva per lo più dalla spesa famigliare che ha sopperito parzialmente al calo di investimenti pubblici.