Marina Volonté
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO DA AQUILEIA NEL QUADRO DELLE PRODUZIONI DELL'ITALIA SETTENTRIONALE
Gli studi sulle produzioni ceramiche italosettentrionali di età protoimperiale hanno sviluppato, negli ultimi due decenni, una serie di conoscenze e riflessioni critiche aventi come risultato la definizione di un quadro produttivo e commerciale che le più recenti acquisizioni non fanno che precisare nei dettagli, confermandone le grandi linee.
Mi riferisco qui in particolare alle produzioni ceramiche con decorazione a rilievo ottenuta mediante lavorazione a matrice, note con i nomi di Acoware e Sariusschale.
In via generale, credo sia importante sottolineare da subito come tra le due classi, spesso trattate separatamente, collegate talora con la ceramica a pareti sottili, talora con la terra sigillata, stiano emergendo sempre maggiori affinità nella genesi e nelle fonti d'ispirazione: mi riferisco in particolare alla recente nuova interpretazione ' delle sei coppette di Altino, già catalogate come Sariusschale, che la Lavizzari 2
ha invece definito "il concreto trait-d'union fra la ceramica di fabbricazione orientale e quella prodotta in Italia Settentrionale tra la tarda repubblica e il primo impero". Queste coppe, infatti, per la forma più schiacciata, simile alla Marabini XXV delle pareti sottili, e per alcune incongruenze fonnali, come il piccolo piede che copre in parte la decorazione della vasca, hanno tutto l'aspetto di un prodotto in evoluzione tra le coppe megaresi, di cui ripetono puntualmente i motivi ornamentali, e le cosiddette "coppe ad orlo alto" tipiche della ceramica tipo Sarius. Esemplari simili sono attestati anche in altri siti dell'Italia Settentrionale: uno, sostanzialmente inedito, proviene dai recenti scavi nel vicus di Bedriacum nell'odierna Calvatone, ove sono stati rinvenuti anche frammenti, sia pur rari, di ceramica megarese 3
• Questa lettura avvicina quindi tra loro le produzioni di Aco e Sarius 4 sia dal punto di vista cronologico ( origine nella primissima età augustea e non, come
LAVIZZARI PEDRAZZINI 2003. LAVIZZARI PEDRAZZINI 2003, p. 207. PuPPo 1995, p. 149, n. X2; VoLONTE 1997. Sull'argomento si veda da ultimo LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1 2004, pp. 208-211.
563
MARINA VOLONTÉ
si credeva, in epoca augusteo-tiberiana) sia da quello dei modelli (medesima discendenza, per la decorazione, dalla ceramica ellenistica orientale 5, senza la mediazione della produzione centroitalica). Questo processo avviene nel territorio della X Regio, dove, ricordo per inciso, è documentata o fortemente indiziata l'ubicazione di alcune delle officine di Aco e dei suoi libe1ti (in territorio veneto), quella di Norbanus (a Cremona), quella di Clemens (ad Aquileia), di cui si dirà più sotto.
È opportuno richiamare, in questa sede, i più significativi esemplari editi di Acobecher e Sariusschale rinvenuti ad Aquileia. Il nucleo principale, ma purtroppo per lo più privo di contesto, di questo abbondante materiale si trova al Museo ed è stato pubblicato da Franca Maselli Scotti 6; a questo si aggiungono alcuni ritrovamenti più frammentari.
Cominciando dalla ceramica tipo Aco, da Aquileia provengono più esemplari ascritti alla produzione di Aco Acastus, il più interessan
Fig. 1. Coppa di Aco Acastus da Aquileia (da Tesori della Postumia 1998, cat. IV.42).
te forse tra i lavoranti delle officine di Aco (ricordiamo per inciso le incertezze sul suo status, indotte dall'alternarsi delle firme Aco Acastus e Acastus Aco), cui si devono tra l'altro i noti bicchieri con iscrizioni, definiti "una sorta di pocula deorum della ceramica a rilievo nord-italica" 7
•
Notevolissima è anche la coppetta biansata da Aquileia 8
( fig. 1 ), che, sotto un giro a cordicella, mostra "una grande figura di Priapo con cappuccio e corto mantello, stante su un capitello ionico", alternata ad una palmetta
Sull'influsso ellenistico nella ceramica romana norditalica, si veda LAv1zzAR1 PEDRAZZINI 2000.
MAsELLI Sco-r-r1 1972; MAsELLI Scorri I 973. Alcuni di questi esemplari erano già stati resi noti dal Brusin: BRus1N 1929, passim.
7 LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1987, pp. 53-55; inoltre LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1997, pp. 240-241.
MASELLJ Scon1 1973, c. 173, fig. 4; MAsELLJ ScoTTI 1984, p. 63; LAv1zzAR1 PrnRAzz1N1 1986, cc. 688-689; LAv1zzAR1 PrnRAZZ1N1 1987, pp. 53 e I 04, n. 13 ( da cui è ripresa la descrizione del motivo figurato); Tesori della Postumia 1998, p. 388, n. IV.42.
564
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO
allungata con foglie ripiegate, nascenti da un cespo, con ai lati due steli con rosette. La particolarità di questo vaso risiede non tanto nella fonna della coppetta (corrispondente a Lavizzari 6a), certamente meno diffusa del bicchiere ma comunque ben nota, ma nelle dimensioni della figura umana, che occupa i due terzi della superficie decorata.
Altri due esemplari, frammentari, sono da attribuirsi al medesimo vasaio, anche se mancanti di una parte della firma.
Sul primo 9, si ritrova una figura di dimensioni notevoli, in questo caso una suonatrice di lira; la firma è collocata tra il giro a meandro superiore e la figura femminile.
Sul secondo frammento 10, decorato ad arcate con strane colonne dal grosso capitello corinzio sovrapposto a quello ionico, è evidente il punctum distinguens dopo la O di ACO.
Ad Antiochus, la cui officina è stata ubicata a Faenza, è invece attribuito il frammento, anch'esso conservante solo parzialmente la firma, decorato a kommaregen sovrastato da un tralcio di foglie molto stilizzate; a sinistra delle lettere della firma parziale C. ACO, si conserva un motivo a corna d'ariete su quattro tratti orizzontali 11
• Le ragioni dell'attribuzione stanno nella presenza caratteristica del punctum distinguens all'interno della C e nell'analogia stilistica con pezzi firmati nella resa delle corna d'ariete e del tralcio.
Un frammento firmato [B]VCCIO [N]ORBANI segnalato ad Aquileia fa parte in realtà della collezione Zandonati del Museo di Storia ed A1ie di Trieste 12
•
È stato identificato dalla Lavizzari 13 con C. Aco Cl. Aescinus, in una fase precedente la manumissione, il vasaio che firma con la semplice marca AESCINVS la coppetta da Aquileia con amazzonomachia (fig. 2). Se ciò corrisponde a realtà, siamo in presenza di una delle tante prove della vicinanza tra le produzioni tipo Aco e tipo Sarius: la forma è, infatti, quella tipica della Sariusschale, con alto orlo e ansette a nastro; riprenderemo tra breve il discorso su questo "scambio" di forme a proposito della produzione di Clemens.
La coppa di Aescinus 14, con rivestimento rosso, sotto un giro a
trattini duplici alterna il motivo dell'amazzonomachia con un busto
tav. 9,3. 10
MASELLI ScoTTI 1973, c.172, fig. 2; LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1 1987, p. 107, n. 25,
MAsELLI ScoTT1 1973, c.172, fig. 3; LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1987, p. I 06, n. 23, tav. 9,7.
" MASELLI ScoTT1 1973, c.171, fig. I; LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1 1987, p. 112, n. 11,tav. 12,11.
12 MASELLI SCOTTI 1984, p. 63. 13 LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1987, p. 113, n. 4, tav. 13,l. 14 MASELLI ScoTTI 1972, cc. 5-6, fig. I, con bibliografia precedente.
565
MARJNA VOLONTÉ
\
Fig. 2. Coppa di Aescinus da Aquileia ( da ScoTT1 MASELLI 1972, fig. 1 ).
virile fuoriuscente da un trofeo vegetale.
A t t e s t a zioni più numerose trova ad Aquileia la ceramica tipo
Sarius, presente anche tra i materiali dei recenti scavi nel Foro 15, molto
ben documentata in tutto il territorio friulano 16• Anche in questo caso
i pezzi più completi sono quelli del Museo, pubblicati da Franca Maselli Scotti nel 1972. Oltre al vaso di Aescinus appena visto, la studiosa presentò in quella sede diversi esemplari firmati. Si tratta di un grosso frammento 17 (fig. 3) firmato da A. Terentius, con decorazione vegetale e, sotto l'ansa, una figurina femminile con la gamba sinistra flessa reggente un oggetto nella mano destra.
Reca la firma SIPA una coppetta 18,
mutila delle anse, con giro di chiusura superiore a ovuli e sagittae e, sotto, fiori e foglie alternati. Altro vasaio attestato è
15 Scavi ad Aquileia 1991, p. 103, tav. 11.
Fig. 3. Coppa di Terentius da Aquileia (da ScoTT1 MAsELLI 1972, fig. 2).
'" Si vedano ad esempio MASELLI ScoTT1 1974-75; MAsELLI Scorri 1977a; MASELLI SCOTTI 1980; FASANO 1988.
566
17 MASELLI SCOTTI 1972, cc. 6-7' fig. 2. 18 MASELLI S OTTI 1972, C. 7, fig. 3.
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO
Hilarus, di cui si conserva un frammento anch'esso a decorazione fitomorfa 19
•
La produzione maggiormente attestata è tuttavia quella di Clemens. Ad Aquileia sono stati trovati diversi frammenti conservanti parzialmente la firma di questo vasaio 20
, noto come produttore di Sariusschale la cui carta di rinvenimento spazia dal Piemonte, al Lorenzberg, al territorio friulano fino alla costa nordadriatica orientale 21
• L'abbondanza delle attestazioni ha permesso di riconoscerne il repe1iorio decorativo 22
, con alcuni veri e propri "motivi firma", come la coroncina di punti o piccoli petali (probabilmente una margherita), alcuni tipi di rosetta, in particolare quella "di tipo stellare a sei o sette petali con bottone centrale rilevato" e quella "a cinque petali cuoriformi leggennente arricciati", i motivi definiti dalla Lavizzari "a fiamma" e "a piuma" e quello a "cespo di foglie fortemente piegate verso destra come se fossero agitate dal vento". Il nome Clemens, chiaramente di origine latina, è considerato abbastanza frequente in Veneto; non si conoscono nomi di suoi eventuali lavoranti.
Oltre a quella di Sariusschale, a Clemens si deve la produzione di bicchieri tipologicamente affini agli Acobecher, contraddistinti da uno spesso rivestimento di colore rosso, che spesso arriva quasi ad "affogare" la decorazione a rilievo.
Una notevole quantità di questi bicchieri, circa trenta-quaranta, tra cui quattordici firmati, è stata trovata ad Abano, nel deposito di ceramica rinvenuto nel 1951 presso la sorgente calda del Montirone 23
•
Il deposito, ricordiamo, è composto nella sua totalità da vasellame di uso potorio, con un centinaio di bicchieri, dodici rhytà invetriati e alcuni frammenti di ceramica a pareti sottili e comune. Tra i bicchieri, sono presenti, oltre a quelli firmati da Clemens o a lui attribuiti, nove pezzi dalle officine di Aco, tre da quella di Norbanus, uno da quella di Gavius.
Proprio il confronto col ricco repertorio aponense ha indotto la Lavizzari a riconoscere in un bicchiere verniciato di Aquileia 24
, con
1980.
19 MASELLI SCOTTI 1972, cc. 7-8, fig. 4. 20 MASELLI ScoTT1 1972, cc. 8-9, fig. 5; c. 12, fig. 10; cc. 12-14, fig. Il; NovAK
" LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1989, con bibliografia precedente.22 LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1995a, pp. 114-118, tav. a p. 140. 23 Il materiale del deposito del Montirone è studiato nel suo complesso in
LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1995a, ove la bibliografia precedente. 24 MAsELu ScoTT1 1973, c. 176, fig. 7; l'attribuzione del pezzo all'officina di
Clemens e le conseguenti deduzioni sull'ubicazione di quest'ultima sono in LAv1zzAR1 PEDRAZZINI 1989.
567
MARJNA VOLONTÉ
evidenti difetti di lavorazione (fig. 4), un possibile indizio dell'ubicazione nel sito, o nelle sue vicinanze, dell' officina di Clemens. Questa, specializzata nella produzione di terra sigillata decorata, si cimentò, verosimilmente su precisa richiesta della committenza cui necessitava vasellame potorio per uso termale, nella realizzazione di bicchieri e, forse, anche di quei rhytà invetriati 25
, configurati a testa di antilope o di cavallo, che mostrano una certa inesperienza nell'adatta- Fig. 4. Bicchiere di Clemens da Aquileia mento alla forma della deco- (da ScoTT1 MAsELu 1973, fig. 7). razione a rilievo. Potrebbe essersi trattato pertanto di un esperimento, che, stando ai ritrovamenti, non dovette aver seguito nella produzione di Clemens.
Oltre che quest'officina, la Lavizzari è propensa a localizzare ad Aquileia o nel suo ager anche altre fabbriche, come quella di Terentius, noto produttore di terra sigillata che firma la coppa sopra considerata da Aquileia e un'altra da Verona; inoltre (cito direttamente le parole della studiosa) se "non si conosce a tutt'oggi l'ubicazione delle botteghe venete di Acobecher, mi sembra però non troppo imprudente pensare alla zona di Aquileia" 26
• Tale proposta corregge in parte l'immagine della città come centro prevalentemente commerciale, di diffusione e smistamento più che di produzione ceramica. La corregge solo in parte, perché comunque ad Aquileia e nel suo territorio è documentata la produzione di anfore e ceramica comune 27
• Resta in ogni caso fuori discussione il ruolo di Aquileia "cerniera nel complesso sistema di scambi pianura padana - province nordorientali imperniato sulle vie fluviali, marittime e lagunari e gli itinerari terrestri verso il Norico e la Pannonia" 28
• La funzione di snodo commerciale di Aquileia, più volte
25 LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1993; LAv1zzAR1 PEDRAzz1N1 1995a, pp. 118-124; Tesori
della Postumia 1998, pp. 359-360 e schede IV.31-36. 26 LAVIZZARI PEDRAZZINI 1995b, p. 406.
568
27 MAsELLI ScoTTI 1987, pp. 434, 437-444. " SENA CHIESA 1985, p. 21.
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO
sottolineata da Franca Maselli Scotti 29, appare evidente dalla distribu
zione di manufatti di produzione norditalica, e la ceramica tipo Aco e Sarius ne costituisce un esempio illuminante, sia lungo le coste adriatiche che nelle province transalpine. Si ricordino almeno le numerosissime attestazioni della produzione di Norbanus nel sito del Magdalensberg 30 e la capillare distribuzione della Sariusschale in Istria e Dalmazia. Particolarmente interessante è proprio il quadro distributivo di queste ceramiche sulle coste orientali dell'Alto Adriatico 31
• Se la ceramica tipo Aco è documentata in più siti, tra cui Emana, Jezerine, Sebenico, Stramare, la Sariusschale trova invece attestazioni sempre a Stramare (Surus), Pola (L. Vegetus), Capodistria (Sarius); la firma di L. Sarius Surus, oltre a quella di Serius, compare anche sulla costa occidentale, a Iulia Concordia. Ma è nell'ambito di due necropoli nei pressi di Sebenico che è stato rinvenuto il numero maggiore di esemplari: sono state identificate infatti circa 130 coppe tipo Sarius, la maggior parte delle quali, sostiene il Brusié che le pubblica 32
, firmate da Clemens. Anche l'epigrafia ci aiuta a definire i contorni di questi flussi
commerciali. Al VII incontro franco-italiano sull'epigrafia del mondo romano,
Franca Maselli Scotti 33 rendeva nota l'iscrizione incisa su una stele in calcare, trovata alla Colombara nel 1991, che conservava nella parte superiore parte di un busto maschile entro nicchia. Il sepolcro fu fatto costruire dal liberto C. Licinius Andero al patrono C. Licinius C. l. Pilomusus, mercator transalpinus. La datazione proposta, per ragioni tipologiche, paleografiche e linguistiche, è il terzo quarto del I secolo a.C.
Molto più tardi, nel pieno II secolo d.C., si data l'iscrizione funeraria del Museo di Antichità di Torino 34
, relativa al mercante L. Tettienus Vitalis, "natus Aquileie", "edocatus Iulia Emana", cheebbe la sua dimora eterna ad Augusta Taurinorum e fece fortuna, comemostra l'accostamento recentemente proposto di un nuovo frammento 35
, nel territorio tra il Po e la Sava.Dobbiamo pensare ad un flusso di merci e di uomini nelle due
direzioni, da ovest verso est e da est verso ovest. Per questo secondo
29 A proposito della ceramica, si veda il quadro complessivo tratteggiato m MAsELLJ ScoTT1 1984; inoltre, le considerazioni in MASELLJ ScoTTI 1987, p. 444.
30 ScH1NDLER-KAuoELKA 1980; Sc1-11NDLER-KAuDELKA 2000. 31 MASELLJ ScoTT1 1977b; MAsELLJ Scon1 1980; PLESNICAR-GEc 1992. 32 BRus1é 1977 _ 33 MASELLI SCOTTI 1994. 34 BARGNEs1 1999, con bibliografia precedente. 35 GABUCCI, MENNELLA, PEJRANI BARICCO 2000; GABUCCI, MENNELLA 2003.
569
MARINA VOLONTÉ
itinerario appare significativa l'attestazione di Clemens propno a Torino.
Allo stesso Clemens è da attribuirsi il frammento di coppa rinvenuto nello scavo del vicus di Bedriacum, della cui decorazione resta una figura di cinghiale rivolta verso sinistra, sotto al motivo caratteristico della coroncina di punti; ancora sotto, l'iniziale del nome del vasaio. Gli studi sul materiale rinvenuto in questo abitato, posto all'incrocio della via Postumia coll'antico corso del fiume Oglio, mostrano del resto in maniera inequivocabile, per tutte le classi considerate, un rapporto privilegiato con l'area nordadriatica. Il frammento in oggetto mostra stringenti analogie con un esemplare di Adria, da necropoli, dove il cinghiale compare tra due coroncine di punti, mentre manca la rosetta all'altezza del dorso.
A questo proposito mi sembra importante segnalare che materiale di grande rilevanza per lo studio della distribuzione della ceramica tipo Sarius, e anche proprio per la produzione di Clemens, nella parte orientale della Venetia, è stato rinvenuto nello scavo dell'Università di Verona a Villadose (RO), loc. Ca' Motte 36
•
Chiari contatti con Aquileia mostra anche un esemplare milanese, ancora di Sariusschale. Si tratta di una coppetta, parzialmente ricostruibile, rinvenuta nello scavo di piazza Erculea nel 1992, presentata al convegno "Milano tra l'età repubblicana e l'età augustea" nel 1999 37
• La coppa (fig. 5), della forma consueta, presenta una decorazione figurata con uccello palustre tra due spighe, che trova riscontro su una coppa da Aquileia e su un frammento da Pavia di Udine.
Sul pezzo aquileiese 38 (fig. 6) l'uccello palustre è posizionato in cima ad una foglia frastagliata che si diparte da un cespo d'acanto, mentre, ai lati, lunghi steli con foglie terminano con un fiore trilobato.
Il frammentino di Pavia di Udine 39 conserva soltanto la paite superiore del volatile, che appare alternato a festoni con foglie di palma.
Il motivo della spiga si ritrova invece su un altro minuto frammento, dalla località Ponte dei Romani nei pressi di Azzano Decimo; ai lati della spiga sono leggibili rispettivamente le lettere A ed R, integrabili come [S]AR[IVS] o forse [HIL]AR[VS] 40
•
In conclusione, non vorrei tornare su questioni riguardanti le direttrici di smistamento della ceramica, come di altri beni documen-
570
36 PISANO 2003. 37
SENA CHIESA 2000, p. 43, fig. 20; P1SANO 2000, figg. 11-12. 38 MAsELLI ScoTT1 1972, cc. 10-11, fig. 8. 39
FAsANO 1988, c. 86, tav. 1, fig. IO. ,o
MASELLI SCOTTI 1974-75, C. 494, fig. 7.
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO
Fig. 5. Coppa con uccello palustre da Milano, piazza Erculea (da SENA CH1EsA 2000, fig. 20).
tati archeologicamente: la posizione di Aquileia al centro di un complesso sistema di vie terrestri, marittime ed endolagunari è argomento ben noto e più volte autorevolmente richiamato anche a proposito del materiale qui ripresentato.
Potrebbe invece essere interessante soffermarsi sui problemi della produzione ceramica, in particolare quella fine, nell'Italia settentrionale romana, in particolare tra l'età repubblicana e il primo impero.
571
MARINA VOLONTÉ
Fig. 6. Coppa con uccello palustre da Aquileia (da ScoTT1 MASELLI
1972, fig. 8).
Emerge con evidenza un'impronta "regionale" che attinge a contatti ben assimilati con la produzione ellenistica orientale, indipendentemente dall'apporto centroitalico.
Per quanto riguarda la terra sigillata, è stata già messa a fuoco l'irrilevanza percentuale, nell'area padana, di ceramica aretina decorata 41
,
che non può quindi essere considerata un "modello". Mi sembra non superfluo sottolineare ancora una volta come questa vivacità produttiva si collochi entro aree di romanizzazione precoce, in cui le colonie più antiche giocano un ruolo fondamentale. Ciò sembra valere, con tutta la prudenza del caso, per Aquileia, come vale per Rimini, Piacenza e Cremona. A proposito di quest'ultima, non mi sembra motivato il dubbio, pure espresso 42
, sull'ubicazione in città dell'officina diNorbanus, tanto più se si considera che la produzione fittile è ben documentata da una serie di ritrovamenti locali, a cui si aggiungono ora quelli, ancora in studio, dell'area a destinazione residenziale e artigianale di Piazza Marconi.
Rispetto all 'Acoware, la distribuzione delle officine di ceramica tipo Sarius appare meno definita ed anche più frammentata (sempre in area centropadana, ricordo la segnalazione di una significativa concentrazione di ritrovamenti nel Basso Mantovano 43). In entrambi i casi,tuttavia, appare evidente come il centro propulsore della produzione sia da collocarsi nella Venetia orientale e nelle aree ad essa limitrofe.
41 LAVIZZARI PEDRAZZINI 2000. 42 OLcEsE 1998, p. 16; si vedano in proposito le osservazioni di MAssEROu,
VoLONTE 2000. 43 V 0L0NTÉ 2001.
572
LA CERAMICA DECORATA A RILIEVO
BIBLIOGRAFIA
BARGNEs1 1999 = R. BARGNES1, Tra il Po e la Sava. Un 'interpretazione di CIL, V 7 127 da Torino, «Aquileia Nostra», 70, cc. 57-71 .
BRus1N 1929 = G. BRus1N, Aquileia, guida storica e artistica, Udine. BRus1é 1977 = Z. BRus1é, The Importation of Greek and Roman Relief Pottery
into the Territory of Southern Liburnia, «Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta», l 7 /18, pp. 85-95 .
FASANO 1988 = M. FASANO, Nuovi ritrovamenti di terra sigillata nord-italica decorata a matrice nel Friuli-Venezia Giulia, «Aquileia Nostra», 59, cc. 77-104.
GABucc1, MENNELLA 2003 = A. GABucc1, G . MENNELLA, Tra Emona e Augusta Taurinorum un mercante di Aquileia, «Aquileia Nostra», 74, cc. 317-342.
GABUCCI, MENNELLA, PEJRANI BARJCCO 2000 = A. GABUCCI, G. MENNELLA, L . PEJRAN1 BAR1cc o, Un mercante di Aquileia tra Emona e Augusta Taurinorum, «Aquileia Nostra», 71, cc. 521-524 .
LAv1zzARJ PEDRAzz1N1 1986 = M . P. LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1, Esportazione di prodotti transpadani nella X Regio. Il caso di ACO ACASTVS, «Aquileia Nostra», 57, cc. 685-700.
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1987 = M. P. LAv1zzAru PEoRAzz1N1, Ceramica romana di tradizione ellenistica in Italia settentrionale. Il vasellame "tipo Aco ", Firenze.
LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1 1989 = M. P. LAv1zzARJ PEoRAzz1N1, Il vasaio norditalico Clemens. Proposta per l'ubicazione dell'ojfìcina, «Antichità Altoadriatiche», 35, pp. 281-292.
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1993 = M. P. LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1, I Rhyta invetriati della stipe del Montirone (Abano), «Aquileia Nostra», 64, cc. 129-190 .
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1995a = M. P. LAv1zzAR1 PEoRAzz1NI, Il deposito del Montirone (Abano), «Quaderni di Archeologia del Veneto», 11, pp. 109-166 .
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1995b = M. P. LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1, I vasi "tipo Aco" provenienti dagli scavi di via Redentore in Verona, in Splendida Civitas Nostra. M iscellanea di Studi archeologici in onore di Antonio Frova, a cura di G . CAVALIERI MANASSE e E. RoFF1A, Roma, pp. 401-408.
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 1997 = M. P. LAv1zzARJ PEoRAzz1N1, Nuove osservazioni sul vasellame «tipo Aco», «Athenaeum», n. s., 85, 1, pp. 233-251.
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 2000 = M. P. LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1, Echi ellenistici e microasiatici nella ceramica italosettentrionale, «Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta», 36, pp. 365-369 .
LAv1zzAR1 PEoRAzz1N1 2003 = M. P. LAv1zZARJ PEDRAzz1N1, Divagazioni sull 'ellenismo padano: le coppette di Altino, in Produzioni, merci e commerci in Altino preromana e romana (Atti del Convegno, Venezia 12-14 dicembre 2001), a cura di G . CREsc1 MARRONE e M . TtRELu, Studi e
573
MARINA VOLONTÉ
Ricerche sulla Gallia Cisalpina, 17 (= Altinum, Studi di archeologia, epigrafia e storia, 3), Roma, pp. 207-225.
LAv 1zzARJ PEoRAzz1N1 2004 = M. P. LAv1zzAR1 PEDRAZZ1N1, Il vasellame da mensa, in Artigianato e produzione nella Cisalpina. Parte I. Proposte di metodo e prime applicazioni, a cura di S. SANToRo, F irenze, pp. 199-214.
MASELLI ScoTT1 1977a = F. MAsELLJ ScoTT1, «Terra sigillata» aretina e nord-italica del museo di Cividale, «Aquileia Nostra», 48, cc. 73-92.
MASELLJ ScoTT1 1977b = F. MASELLJ ScoTTt, «Terra sigillata» di Stramare, «Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria», 25, pp. 333-350.
MASELLJ ScoTT1 1984 = F. MASELLJ ScoTT1, La ceramica ad Aquileia. Il vasellame da mensa, «Antichità Altoadriatiche», 24, pp. 39-69.
MAsELLI ScoTTI 1987 = F. MAsELLJ ScoTT1, La produzione del vasellame fittile nel territorio di Aquileia, «Antichità Altoadriatiche», 29, pp. 427-444.
MAsELLJ ScoTTI 1994 = F. MASELLJ ScoTT1, Un mercator transalpinus ad Aquileia, in Epigrafìa della produzione e della distribuzione (Actes de la VII' rencontre franco-italienne sur l'épigraphie du monde romain), Roma, pp. 769-772.
MASSEROLJ, VoLONTÉ 2000 = S. MAsSERou, M. VoLONTÉ, Le produzioni ceramiche di Cremona romana, in Produzione ceramica in area padana tra il II secolo a. C. e il VII secolo d. C.: nuovi dati e prospettive di ricerca (Atti del Convegno Internazionale, Desenzano del Garda 8-10 aprile 1999), Mantova, pp. 159-164.
NovAK 1980 = V. NovAK, Un vaso del tipo Sarius, «Aquileia Nostra», 51, cc. 197-204.
OLCESE 1998 =G. OLcEsE, Ceramiche in Lombardia, in Ceramiche in Lombardia tra II secolo a.C. e VII secolo d.C.. Raccolta dei dati editi, a cura di G. OLcEsE, Mantova, pp. 7-19.
P1sANO 2000 = A. P1sANO, Milano, piazza Erculea: la ceramicafìne da mensa, in Milano tra l'età repubblicana e l'età augustea (Atti del Convegno di Studi, Milano 26-27 marzo 1999), Milano, pp. 301-306.
P1sANo 2003 = A. P1sANo, Le coppe tipo Sarius da Villadose, «Quaderni di Archeologia del Veneto», 19, pp. 56-59.
PLESNICAR-GEc 1992 = L. PLESNICAR-GEc, Emana, il vasellame tipo Aco, «Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta», 31-32, pp. 383-390.
PuPPo 1995 = P. PuPro, Le coppe megaresi in Italia, Roma. Scavi ad Aquileia 1991 = Scavi ad Aquileia I. L'area ad est del Foro. Rapporto
degli scavi 1988, a cura di M. VERZÀR-BAss, Roma. Sc1 -11NDLER-KAuDELKA 1980 = E. ScHINDLER-KAuDELKA, Die romische
Modelkeramik vom Magdalensberg, Klagenfurt. Sc1-11NDLER-KAuoELKA 2000 = E. Sc1-11NDLER-KAuoELKA, Ceramica norditalica
decorata del Magdalensberg: problemi aperti, in Produzione ceramica in area padana tra il II secolo a. C. e il VII secolo d. C.: nuovi dati e prospettive di ricerca (Atti del Convegno Internazionale, Desenzano del Garda 8-10 aprile 1999), Mantova, pp. 53-67.
574
LA CERAMICA DECORATA A Ril!EVO
MASELLJ ScoTT1 1972 = F. MASELLJ ScoTT1, I vasi ad orlo alto di Aquileia, «Aquileia Nostra», 43, cc. 1-20.
MAsELLJ ScoTT1 1973 = F. MAsELLJ ScoTT1, Ceramica di "tipo Aco" ad Aquileia, «Aquileia Nostra», 44, cc. 167-178.
MASELLJ ScoTT1 1974-75 = F. MASELLJ ScoTT1, Ceramica nord italica dal! 'agro di Iulia Concordia, «Aquileia Nostra», 45, cc. 487-502.
MAsELLJ ScoTT1 1980 = F. MAsELu ScoTT1, Terre sigillate italiche nell'Alto Adriatico, «Aquileia Nostra», 51, cc. 169-195.
SENA C1-11ESA 1985 = Introduzione, in Angera romana. Scavi nella necropoli, a cura di G. SENA C1-11ESA, Roma, pp. 7-27.
SENA C1-11ESA 2000 = G. SENA C1-11EsA, Suburbia. Paesaggi di confine tra città e campagna, in Milano tra l'età repubblicana e l'età augustea (Atti del Convegno di Studi, Milano 26-27 marzo 1999), Milano, pp. 35-54.
Tesori della Postumia 1998 = Tesori della Postumia. Archeologia e storia intorno a una grande strada romana alle radici dell'Europa (Catalogo della Mostra), Milano.
V OLONTÉ 1997 = M. V OLONTÉ, Ceramica megarese, in Calvatone romana. Un pozzo e il suo contesto, a cura di G. SENA C1-11EsA, S. MASSERou, T. ME01c1 e M. VoLONTÉ, Quaderni di Acme, 29, pp. 57-58.
VoLoNTÉ 2001 = M. VoLONTÉ, Ceramica decorata a matrice dal territorio di Sermide (Mantova), «Quaderni di Archeologia del Mantovano», 3, pp. 131-140.
575