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MASSIMO CONTROLLO DEL TORQUE INCISIVO E BASSA …€¦ · Caso clinico | Dr. D. Cantarella 3/7 LA...

Date post: 19-Oct-2020
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Caso clinico | Dr. D. Cantarella 1/7 Uno dei problemi più diffusi riscontrati dal clinico nel- la gestione delle terapie ortodontiche è il controllo del torque nel settore frontale, in particolar modo in pre- senza di denti che erompono in posizioni ectopiche oppure nel caso di meccaniche che generano forze distalizzanti (chiusura spazi o risoluzione di classe II) o vestibolarizzanti sugli incisivi (affollamento o meccani- che di classe III). La precisione nell’accoppiamento tra arco ortodonti- co e slot dell’attacco è infatti critica per l’espressione del torque nelle apparecchiature fisse: molto spesso il gioco filo-slot che si riscontra nella pratica è maggiore di quello teorico per la presenza dello smusso degli spi- goli della sezione dei fili (edge bevel) e per il fatto che lo slot degli attacchi è quasi sempre sovradimensionato mentre i fili possono essere sottodimensionati. Quindi durante la terapia ortodontica spesso l’inclina- LUGLIO CASO CLINICO MASSIMO CONTROLLO DEL TORQUE INCISIVO E BASSA FRIZIONE CON L’ARCO BIDIMENSIONALE DYNFORCE zione finale degli incisivi non è frutto della prescrizione utilizzata ma piuttosto essa dipende dall’interazione tra prescrizione e misura dell’arco nonché dalle mec- caniche utilizzate. Il filo .021 x .025 ha un controllo del torque superiore rispetto al filo .019 x .025 ma esso non viene utilizzato frequentemente per la sua note- vole rigidità che determina un’elevata frizione nelle meccaniche di scorrimento e per la difficoltà ad ese- guire pieghe di rifinitura. L’arco bidimensionale Dynforce è stato sviluppato al fine di ovviare a queste problematiche in quanto il suo utilizzo durante le fasi di lavoro e di rifinitura consente di avere il massimo controllo del torque incisivo in ogni situazione clinica abbinato alla bassa frizione sui denti posteriori. Il disegno dell’arco prevede sezioni rettan- golari Edgewise di diversa misura nel segmento ante- riore rispetto ai segmenti posteriori. INTRODUZIONE Laureato in Odontoiatria e perfezionato in Disordini Cra- nio-Mandibolari e della Postura presso l’Università di Padova Specializzato in Ortodonzia all’Università di Ferrara • Advanced Clinical Training in Orthodontics all’Università di California di Los Angeles Autore di pubblicazioni Ideatore del Dynforce Laureata in Odontoiatria presso l’Università di Padova Specializzata in Ortognatodon- zia presso l’Università di Ferrara Relatrice a congressi nazionali, correlatrice di tesi di laurea in Igiene Dentale. Libero professionista DANIELE DR. CANTARELLA ELISABETTA DR.SSA PONTAROLO
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  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 1/7

    Uno dei problemi più diffusi riscontrati dal clinico nel-la gestione delle terapie ortodontiche è il controllo del torque nel settore frontale, in particolar modo in pre-senza di denti che erompono in posizioni ectopiche oppure nel caso di meccaniche che generano forze distalizzanti (chiusura spazi o risoluzione di classe II) o vestibolarizzanti sugli incisivi (affollamento o meccani-che di classe III).La precisione nell’accoppiamento tra arco ortodonti-co e slot dell’attacco è infatti critica per l’espressione del torque nelle apparecchiature fisse: molto spesso il gioco filo-slot che si riscontra nella pratica è maggiore di quello teorico per la presenza dello smusso degli spi-goli della sezione dei fili (edge bevel) e per il fatto che lo slot degli attacchi è quasi sempre sovradimensionato mentre i fili possono essere sottodimensionati.Quindi durante la terapia ortodontica spesso l’inclina-

    LUGLIO

    CASO CLINICO

    MASSIMO CONTROLLO DEL TORQUE INCISIVO E BASSA FRIZIONE CON L’ARCO BIDIMENSIONALE DYNFORCE

    zione finale degli incisivi non è frutto della prescrizione utilizzata ma piuttosto essa dipende dall’interazione tra prescrizione e misura dell’arco nonché dalle mec-caniche utilizzate. Il filo .021 x .025 ha un controllo del torque superiore rispetto al filo .019 x .025 ma esso non viene utilizzato frequentemente per la sua note-vole rigidità che determina un’elevata frizione nelle meccaniche di scorrimento e per la difficoltà ad ese-guire pieghe di rifinitura. L’arco bidimensionale Dynforce è stato sviluppato al fine di ovviare a queste problematiche in quanto il suo utilizzo durante le fasi di lavoro e di rifinitura consente di avere il massimo controllo del torque incisivo in ogni situazione clinica abbinato alla bassa frizione sui denti posteriori. Il disegno dell’arco prevede sezioni rettan-golari Edgewise di diversa misura nel segmento ante-riore rispetto ai segmenti posteriori.

    INTRODUZIONE

    • Laureato in Odontoiatria e perfezionato in Disordini Cra-nio-Mandibolari e della Postura presso l’Università di Padova

    • Specializzato in Ortodonzia all’Università di Ferrara

    • Advanced Clinical Training in Orthodontics all’Università di California di Los Angeles

    • Autore di pubblicazioni • Ideatore del Dynforce

    • Laureata in Odontoiatria presso l’Università di Padova

    • Specializzata in Ortognatodon-zia presso l’Università di Ferrara

    • Relatrice a congressi nazionali, correlatrice di tesi di laurea in Igiene Dentale.

    • Libero professionista

    DANIELE DR. CANTARELLA ELISABETTA DR.SSA PONTAROLO

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 2/7

    ARCO BIDIMENSIONALE DYNFORCE: MASSIMO CONTROLLO DEL TORQUE INCISIVO ABBINATO ALLA BASSA FRIZIONE.

    Il segmento anteriore occupa lo slot dell’incisivo cen-trale e laterale ed è a pieno spessore .021 x .025 ridu-cendo così il gioco filo-attacco a soli 5° e garantendo una perfetta definizione del torque incisivo. I segmenti posteriori hanno sezione .018 x .025 ed occupano lo slot di canini, premolari e molari. Questi segmenti han-no un basso coefficiente di binding e permettono una facile inserzione e disinserzione dell’arco, senza causa-re discomfort al paziente. Questa caratteristica con-sente inoltre di effettuare meccaniche di scorrimento a bassa frizione, migliorando l’efficienza dei trattamenti ortodontici. Infine il gioco verticale presente tra filo ed attacco nei segmenti posteriori facilita l’intercuspida-zione dei premolari e dei molari nella fase di rifinitura e del settling.L’arco bidimensionale Dynforce utilizza sezioni rettan-golari e non rotonde perché queste ultime non riem-piono lo slot nella sua dimensione orizzontale (.028), determinando un insufficiente controllo delle rotazio-ni, della forma d’arcata e dell’in-out. Inoltre l’assenza di controllo del torque del filo rotondo lo rende inadatto all’utilizzo nei casi di chiusura degli spazi. Il protocollo clinico Dynforce prevede una biomeccani-ca semplificata ed efficiente. La sequenza di archi uti-lizzata è estremamente semplice e standardizzata:• Arco .016 nichel-titanio: fase di allineamento e li-

    vellamento• Arco .019 x .025 nichel-titanio: fase di allineamento

    e livellamento• Arco bidimensionale Dynforce: fase di lavoro e ri-

    finitura

    Nei casi di severo affollamento come primo filo viene utilizzato un arco .012 oppure .014 in nichel-titanio.Il protocollo prevede di arrivare ad utilizzare quanto prima un filo a pieno spessore .021 x .025 sugli incisivi. L’arco Dynforce viene infatti inserito dopo gli archi in nichel-titanio, mediamente già dal quinto/sesto mese di trattamento e viene mantenuto durante tutta la fase di lavoro e di rifinitura. La chiusura degli spazi viene effettuata con l’utilizzo di laceback (posizionato in base al tipo di ancoraggio che si vuole ottenere) assieme alla catenella elastica che viene riattivata mensilmente al fine di ottenere un mo-vimento corporeo dentale; nella prima settimana infat-ti prevale la forza della catenella e si ha un movimento di tipping delle corone mentre nelle tre settimane suc-cessive, prevalendo l’azione dell’arco, si ottiene un mo-vimento di uprighting radicolare. La forza della catenel-la elastica viene modulata seguendo la “Regola dei 7 mm”: se la distanza tra bracket adiacenti allo spazio da chiudere è maggiore di 7 mm si aggiunge un occhiello della catenella, quando invece essa è inferiore ai 7 mm si inserisce un occhiello per ciascun bracket. L’utilizzo di lace-back, catenella elastica e regola dei 7 mm per-mette di utilizzare l’arco Dynforce senza uncini, al fine di massimizzare l’estetica e il comfort per il paziente e di minimizzare i tempi di poltrona.Apertura del morso, chiusura degli spazi, correzione di classe molare e delle linee mediane vengono effettuati sull’arco bidimensionale Dynforce, mantenendo sem-pre un ottimo controllo del torque e del tip degli incisivi.

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 3/7

    LA BIOMECCANICA DELL’ARCO DYNFORCE: CASI CLINICI

    Diagnosi : classe I a destra, classe II (4,5mm) a sinistra, mediana superiore deviata a destra (1mm), mediana infe-riore deviata a sinistra (1mm), affollamento lieve all’arcata superiore (poco spazio per il 2.3) ed inferiore.Piano di trattamento: allineamento delle arcate, distalizzazione del quadrante superiore sinistro tramite anco-raggio scheletrico e arco Dynforce.

    CASO 1: AFFOLLAMENTO

    La distalizzazione è stata effettuata in due tempi: distalizzazione del 2.6 tramite molla compressa tra sesto e quinto ed elastici di Classe II per il controllo dell’ancoraggio e poi distalizzazione di tutta l’emiarcata tramite mini-vite e power arm tra laterale e canino su arco Dynforce.

    Il ridotto gioco del segmento anteriore dell’arco bidimensionale Dynforce permette di allineare bene i margini incisali e di controllare il torque per evitare la proclinazione degli incisivi durante l’ allineamento. Nei casi di affol-lamento è preferibile utilizzare una prescrizione con minor torque incisivo al fine di evitare la loro vestibolarizza-zione.

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 4/7

    CASO 2 : DISTALIZZAZIONE CON PENDULUM ANCORATO CON TADS E ARCO DYNFORCEPROTOCOLLO LOW COMPLIANCE

    Diagnosi: classe II molare e canina, morso profondo, arcata superiore a V, proclinazione degli incisivi superiori.

    Piano di trattamento: distalizzazione dell’arcata superiore con Pendulum ancorato a TADs e arco Dynforce.

    Distalizzazione molare con Pendulum: inserito il dispositivo nel tubo dei sesti, viene fissato con composito sui quarti. Il Pendulum viene quindi ancorato con miniviti sul palato.

    Fase di arretramento dei quinti sul filo .017 x .025 in acciaio e catenella elastica 6-5

    Dopo che i molari sono circa 2 mm in super-prima classe, viene bandata l’arcata superiore con filo .016 in ni-chel-titanio.

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 5/7

    Arretramento dei quarti su filo .017 x .025 SS e catenella elastica 6-4.

    Fase di arretramento en-masse di canini ed incisivi con arco Dynforce (segmento anteriore .021 x .025; segmenti posteriori .018x.025), laceback 6-4, catenella elastica 4-4 attivata secondo la “Regola dei 7 mm”, ed elastici di classe II per aumentare l’ancoraggio. L’utilizzo dell’arco Dynforce senza uncini massimizza l’estetica e il comfort per il paziente.

    Il caso dopo 18 mesi di trattamento.

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 6/7

    Diagnosi: classe II scheletrica, mento retruso, arcate diastemate, proclinazione degli incisivi.Piano di trattamento: chiusura dei diastemi con ancoraggio massimo all’arcata superiore e minimo a quella infe-riore. Gestione differenziale dell’ancoraggio tramite elastici di classe II (170 – 180 gr.).

    La chiusura degli spazi en-masse è avvenuta tramite arco bidimensionale Dynforce, laceback 6-4, catenella ela-stica 4-4 attivata secondo la “Regola dei 7 mm”.

    Il caso dopo trattamento.

    CASO 3 : ELASTICI DI CLASSE II

  • Caso clinico | Dr. D. Cantarella 7/7

    Diagnosi: classe II piena bilaterale, elevato OVJ, protrusione labiale, morso profondo.

    La chiusura degli spazi è avvenuta tramite arco bidimensionale Dynforce e posizionamento di miniviti collegate attraverso una legatura metallica ai quinti ed una catenella elastica posizionata da quinto a quinto.

    Modellando sull’arco Dynforce una curva di Spee accentuata si è ottenuto un aumento del torque corono-ve-stibolare sugli incisivi e una buona apertura del morso. Dalla ortopanoramica effettuata due anni dopo la fine del trattamento si nota come gli ottavi superiori siano erotti correttamente in occlusione con i settimi inferiori.

    CASO 4 : CHIUSURA DI SPAZI ESTRATTIVI


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