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MEDIA KIT APOI · i carichi di lavoro e lo stress; a trovare soluzioni per l’ottimizzazione e la...

Date post: 17-Feb-2019
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MEDIA KIT APOI
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MEDIA K IT APO I

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CHI S IAMO

APOI è la Prima Associazione Professionale Italiana che associa i professionisti operanti nel settore del professional organizing - i professionisti dell’organizzazione - che forniscono servizi per migliorare l’organizzazione personale in differenti contesti: lavoro, casa, stile di vita, offrendo formazione, consulenza e strumenti operativi, per favorire i processi di ottimizzazione di tempo, spazio, energie e denaro.

APOI ha lo scopo di adattare la figura del Professional Organizer - nata come figura professionale in America - alla cultura italiana e di divulgare in tutta Italia le potenzialità di questa nuova professione

APOI - nata nell’ottobre 2013 - conta ad oggi + 30 associati, ha organizzato oltre 20 eventi locali (Ravenna, Torino, Genova) e ha organizzato il Primo Evento Nazionale il 17 maggio 2014 a Bologna, con il Patrocinio del Comune.

APOI è iscritta all’elenco delle Associazioni Professionali sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico www.sviluppoeconomico.gov.it

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I L BOARD APOI

SABRINA TOSCANI presidente e fondatrice APOI, ha fondato Organizzare Italia, la prima impresa di organizzazione della persona in Italia. Ha trascorso 10 anni all’estero lavorando per l’organizzazione di eventi, fiere e fundraising. Tornata in Italia ha lavorato per 10 anni come libera professionista nella consulenza aziendale su controllo e organizzazione costi. www.organizzareitalia.com

IRENE NOVELLO vice presidente APOI, laureata in architettura, ha lavorato per 15 anni come organizzatrice e produttrice di moltissimi eventi culturali, sia in Italia che all’estero. Lavora da due anni come Professional Organizer ed è specializzata in ottimizzazione e organizzazione di spazi e con particolare interesse per il mondo della Disposofobia.www.eccofatto.it

SILVA BUCCI co-fondatrice tesoriere e consigliere di APOI, imprenditrice nella società di famiglia, poi customer care presso un’azienda multinazionale, si è occupata di organizzazione eventi e da 5 anni lavora come Professional Organizer ottimizzando gli spazi e l’organizzazione personale dei suoi clienti.www.silvabucci.com

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I L BOARD APOI

FRANCESCA PANSADORO fondatrice di TUTTOAPOSTO, ha vissuto lungamente all’estero dove ha appreso il Professional Organizing. Lavora coniugando la sua esperienza nel mondo del design con la sua naturale propensione all’organizzazione. Organizza laboratori di formazione e divulgazione ed è responsabile delle Relazioni esterne dell’APOI.www.tutto-aposto.com

FABIOLA DI GIOV ANGELO laureata in sociologia, da oltre 10 anni si occupa di comunicazione. Come giornalista e addetto stampa ha preso parte a progetti importanti passando dalle tematiche ambientali a quelle sociali, dalle pubbliche amministrazioni alle aziende private. È responsabile dell’ufficio stampa di APOI.

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CHI È I LPROfESS IOnALORgAnIzER

Il Professional Organizer aiuta a gestire in maniera più efficiente e meno stressante la CASA e la FAMIGLIA;

a migliorare la produttività e il rendimento in AZIENDA o in UFFICIO, a rendere il flusso di lavoro più fluido e diminuire i carichi di lavoro e lo stress;

a trovare soluzioni per l’ottimizzazione e la funzionalità degli spazi;

a supportare scelte e STILE DI VITA, affinché quest’ultima sia ricca di soddisfazioni personali, di opportunità colte e di sogni realizzati.

Il Professional Organizer educa all’organizzazione.

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ATTIV ITA

L’Associazione ha aperto collaborazioni e partnership con: APDO UK - The Association of Professional Declutterers & Organisers; www.apdo-uk.co.uk

AAPO - Australasian Association of Professional Organizers; www.aapo.org.au

NBPO - De Nederlandse Beroepsvereniging van Professional Organizers; www.nbpo.nl

ICD - Institute for Challenging Disorganization; www.challengingdisorganization.org

Centro Clinico Crocetta Torino; www.centroclinicocrocetta.it

Enti di educazione e formazione

Centri per la salute e il benessere della persona

APOI ha siglato - per il 2015 - una partnership con CUKI per il marchio Domopak Living.

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I nUMERI D I APO I

Statistica dei contatti della pagina Facebook APOIaggiornata al 9 marzo 2015

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I nUMERI D I APO IVai a questo rapportowww.apoi.it ­ http://www.apoi.itTutti i dati del sito web

06 feb 2015 ­ 08 mar 2015Panoramica del pubblico

Lingua Sessioni % Sessioni

1. it­it 1.589 57,34%

2. it 957 34,54%

3. en­us 93 3,36%

4. en 35 1,26%

5. pt­br 32 1,15%

6. pt­pt 9 0,32%

7. en­gb 8 0,29%

8. c 7 0,25%

9. fr 5 0,18%

10. de­de 4 0,14%

Panoramica

Sessioni

8 feb 15 feb 22 feb 1 mar

300300

600600

Sessioni

2.771Utenti

1.832Visualizzazioni di pagina

8.601

Pagine/sessione

3,10Durata sessione media

00:03:16Frequenza di rimbalzo

47,28%

% nuove sessioni

62,54%

New Visitor Returning Visitor

37.4%

62.6%

© 2015 Google

Tutte le sessioni100,00%

Flusso dei contatti sul sito www.apoi.it dal google Analyticsaggiornata al 9 marzo 2015

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RASSEgnA STAMPAQUOTID IAn I E SETT IMAnAL I

Il Secolo XIX9 marzo 2015

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RASSEgnA STAMPAQUOTID IAn I E SETT IMAnAL I

La Repubblica14 novembre 2014

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Inserto di Casa Facile4 ottobre 2014

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Gioia13 settembre 2014

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La Stampa26 agosto 2014

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Setteserequi4 luglio 2014

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Il Salvagente19 giugno 2014

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Il Salvagente19 giugno 2014

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Il Salvagente19 giugno 2014

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Venerdi di Repubblica30 maggio 2014

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Venerdi di Repubblica30 maggio 2014

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Il Resto del Carlino13 settembre 2014

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Adesso15 maggio 2014

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Vive Sani & Belli9 maggio 2014

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Spendere meglio10 febbraio 2014

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RASSEgnA STAMPAQUOTID IAn I E SETT IMAnAL I

Spendere meglio10 febbraio 2014

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RASSEgnA STAMPAWEB

[ M Y B U S I N E S S / N E W S ] Arriva il professional organizer emette in ordine casa e lavoro Organizza itraslochi, riprogetta gli spazi, migliora la gestionedel tempo. E dà consigli. Qui i 10 errori da noncommettere per avere una giornata produttiva esoddisfacente

12 giorni fa | di Valeria Vantaggi

19

IRENE NOVELLOCo-fondatrice e vice-presidentedi APOI, effettua interventi inàmbito domestico, permigliorare la sistemazione dellacasa e la gestione della famiglia.Specializzata nell’aiutare lepersone che hanno gli spazitroppo pieni di oggetti e chehanno l’abitudine diaccumulare. Info:www.eccofatto.it.

1278

22

3

Belén Rodriguez e Stefano De Martino, romanticaParigi La showgirl e il marito sono in Francia daqualche giorno. Con loro ... V E D I T U T T I

PEOPLEPEOPLE BEAUTYBEAUTY BENESSEREBENESSERE FASHIONFASHION SHOWSHOW FOODFOOD FIRMEFIRME OROSCOPOOROSCOPO TRAVELLERTRAVELLER LIFESTYLELIFESTYLE VF NETWORKVF NETWORK ALTRIALTRI L I V E !L I V E ! ACCEDIACCEDI

Vanity Fair21 febbraio 2015

[ M Y B U S I N E S S / N E W S ] Arriva il professional organizer emette in ordine casa e lavoro Organizza itraslochi, riprogetta gli spazi, migliora la gestionedel tempo. E dà consigli. Qui i 10 errori da noncommettere per avere una giornata produttiva esoddisfacente

12 giorni fa | di Valeria Vantaggi

19

IRENE NOVELLOCo-fondatrice e vice-presidentedi APOI, effettua interventi inàmbito domestico, permigliorare la sistemazione dellacasa e la gestione della famiglia.Specializzata nell’aiutare lepersone che hanno gli spazitroppo pieni di oggetti e chehanno l’abitudine diaccumulare. Info:www.eccofatto.it.

1278

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3

Belén Rodriguez e Stefano De Martino, romanticaParigi La showgirl e il marito sono in Francia daqualche giorno. Con loro ... V E D I T U T T I

PEOPLEPEOPLE BEAUTYBEAUTY BENESSEREBENESSERE FASHIONFASHION SHOWSHOW FOODFOOD FIRMEFIRME OROSCOPOOROSCOPO TRAVELLERTRAVELLER LIFESTYLELIFESTYLE VF NETWORKVF NETWORK ALTRIALTRI L I V E !L I V E ! ACCEDIACCEDI

E se qualcuno potesse mettere ordine nella vostra vita? Se vi

mettesse a posto gli armadi? Se vi organizzasse un trasloco alla

perfezione? Se ripulisse la casella delle email? Se rendesse più

fluida la giornata? Sarebbe davvero fantastico.

E ora c'è una nuova figura professionale che effettivamente

potrebbe aiutarvi. Si chiamano professional organizers e

fanno, appunto, questo: mettono in ordine, riorganizzano. «Da

noi è da poco che se ne parla, ma in realtà», ci tiene a precisare

Sabrina Toscani (nella foto di Saverio Femia, qui sopra),

presidente APOI, l'Associazione Professional Organizers

Italia, «questo lavoro in America esiste dagli anni Ottanta:

qualcuno che aiuta a pianificare, a programmare, a capire

come far funzionare bene le cose, sia in àmbito domestico sia

in àmbito lavorativo. Ognuno di noi ha poi la sua

specializzazione: c'è chi, con il tempo, si è dedicato alle donne

casalinghe e chi ai manager d'azienda, chi ai ragazzi che non

riescono a darsi priorità, chi agli anziani che devono scandire

la giornata in modo regolare».

Non ci sono titoli di studio ad hoc per questo mestiere, ma

l'associazione organizza corsi di formazione: «E comunque chi

fa questo lavoro di solito non è giovanissimo: le esperienze di

vita sono fondamentali». C'è chi arriva dagli uffici stampa, chi

dagli uffici tecnici di grandi aziende e chi faceva la segretaria

di direzione: per conoscere i "senior" dell'associazione APOI

basta cliccare sulla gallery qui sopra. Loro sono i professional

organizers più strutturati, capaci di mettersi al lavoro fin da

subito accanto a voi.

Intanto, per portarsi avanti, Sabrina Toscani riporta qui

l'elenco dei 10 errori da non commettere per avere una

giornata più produttiva e soddisfacente. Utili a sapersi.

1. Leggere le email come prima cosa la mattina. Si tratta di

un’abitudine molto diffusa, ma anche molto pericolosa per il

buon andamento della giornata. Se leggiamo subito la posta

senza prima chiarire a noi stessi le nostre priorità rischiamo di

passare subito a risolvere le urgenze altrui e di trovarci nel

tardo pomeriggio a non aver ancora avuto il tempo da dedicare

ai nostri compiti importanti.

2. Fare più cose contemporaneamente. Spinti dalla necessità

daMYBUSINESS

VEDIanche

T O P V I D E OT O P V I D E O

1 giorno fa | di Redazione MyBusiness

Ryanair cerca assistenti di volo

A N N U N C I

3 mesi fa | di Francesco Oggiano

Jobs Act, cosa (non) cambia per iprecari

I T A L I A

4 mesi fa | di Barbara Nicolini e PaolaOcchipinti

Un Job a settimana: shoes stylist

I T A L I A

V A N I T Y P R O M O T I O N

di dover fare tante cose crediamo che farne tante

contemporaneamente sia una soluzione; in realtà ormai

innumerevoli studi confermano che il multitasking non

premia, anzi fa perdere tempo e induce all'errore.

3. Non decidere. Rimandare le decisioni ci alleggerisce al

momento, ma ci penalizza in prospettiva. La confusione, fisica

e mentale, non è altro che un susseguirsi di decisioni non

prese.

4. Tenere tutto a mente. Spesso affidiamo alla nostra memoria

un compito troppo gravoso, quello di ricordare tutto quello che

dobbiamo fare senza supportarla con nessuno strumento

cartaceo o elettronico; in realtà la nostra mente, così come un

computer, ha una memoria limitata per cui se la riempiamo il

processore rallenta e rischia il tilt.

5. Usare molti calendari. Mentre è valida l’abitudine di scrivere

i nostri impegni è sbagliato farlo usando più dispositivi e

calendari, rischiamo infatti che nessuno di questi strumenti sia

veramente degno della nostra fiducia, e quindi in grado di

supportarci con il rischio di mancare scadenza o

appuntamenti importanti.

6. Scaricare troppe app. Molte application promettono

miracoli nell’organizzazione, alcune sono veramente valide,

tuttavia l’essere organizzati è un processo che deve avvenire

prima dell’uso dell’application, valida per noi, altrimenti il

rischio è la confusione.

7. Voler fare troppe cose. Prendere troppe impegni e non

essere capaci a dire di no ci può condurre verso un esito

contrario a quello che era nelle nostre buone intenzioni. E'

bene fare una giusta valutazione di quanto riusciremo a fare

prima di prendere un impegno per non rischiare di perdere la

stima del nostri interlocutore.

8. Conservare troppe cose. Molto spesso conserviamo troppi

oggetti, documenti e informazioni, che non hanno un valore né

pratico né emotivo mentre disperdono la nostra attenzione e le

nostre energie.

9. Non mettere le cose al proprio posto. Spesso cerchiamo,

TV

Madonna, che caduta!

TweetTweet 2

TweetTweet 22

3

3

LINK 5 buoni consigli per le mamme che lavorano

TAG lavoro

NON CI SONO ANCORA COMMENTI

perdendo tempo prezioso, occhiali, chiavi, documenti

importanti, senza riuscire a trovarli. E' fondamentale dare una

dimora fissa agli oggetti in modo tale da ritrovarli al bisogno lì

dove sono sempre stati.

10. Non dedicare tempo alla programmazione. Fermarsi e

programmare sembra una pratica inutile e uno spreco di

tempo, in realtà è un'attività fondamentale, grazie alla quale

decidiamo cosa fare del nostro tempo. Non è poco.

P.s.: Dal 21 al 28 marzo 2015 è prevista la prima edizione

italiana della Settimana dell’organizzazione. Durante la

manifestazione, ideata da APOI, incontri, seminari e

laboratori online e offline.

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RASSEgnA STAMPAWEB

E se qualcuno potesse mettere ordine nella vostra vita? Se vi

mettesse a posto gli armadi? Se vi organizzasse un trasloco alla

perfezione? Se ripulisse la casella delle email? Se rendesse più

fluida la giornata? Sarebbe davvero fantastico.

E ora c'è una nuova figura professionale che effettivamente

potrebbe aiutarvi. Si chiamano professional organizers e

fanno, appunto, questo: mettono in ordine, riorganizzano. «Da

noi è da poco che se ne parla, ma in realtà», ci tiene a precisare

Sabrina Toscani (nella foto di Saverio Femia, qui sopra),

presidente APOI, l'Associazione Professional Organizers

Italia, «questo lavoro in America esiste dagli anni Ottanta:

qualcuno che aiuta a pianificare, a programmare, a capire

come far funzionare bene le cose, sia in àmbito domestico sia

in àmbito lavorativo. Ognuno di noi ha poi la sua

specializzazione: c'è chi, con il tempo, si è dedicato alle donne

casalinghe e chi ai manager d'azienda, chi ai ragazzi che non

riescono a darsi priorità, chi agli anziani che devono scandire

la giornata in modo regolare».

Non ci sono titoli di studio ad hoc per questo mestiere, ma

l'associazione organizza corsi di formazione: «E comunque chi

fa questo lavoro di solito non è giovanissimo: le esperienze di

vita sono fondamentali». C'è chi arriva dagli uffici stampa, chi

dagli uffici tecnici di grandi aziende e chi faceva la segretaria

di direzione: per conoscere i "senior" dell'associazione APOI

basta cliccare sulla gallery qui sopra. Loro sono i professional

organizers più strutturati, capaci di mettersi al lavoro fin da

subito accanto a voi.

Intanto, per portarsi avanti, Sabrina Toscani riporta qui

l'elenco dei 10 errori da non commettere per avere una

giornata più produttiva e soddisfacente. Utili a sapersi.

1. Leggere le email come prima cosa la mattina. Si tratta di

un’abitudine molto diffusa, ma anche molto pericolosa per il

buon andamento della giornata. Se leggiamo subito la posta

senza prima chiarire a noi stessi le nostre priorità rischiamo di

passare subito a risolvere le urgenze altrui e di trovarci nel

tardo pomeriggio a non aver ancora avuto il tempo da dedicare

ai nostri compiti importanti.

2. Fare più cose contemporaneamente. Spinti dalla necessità

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A N N U N C I

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Un Job a settimana: shoes stylist

I T A L I A

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Vanity Fair21 febbraio 2015

[ M Y B U S I N E S S / N E W S ] Arriva il professional organizer emette in ordine casa e lavoro Organizza itraslochi, riprogetta gli spazi, migliora la gestionedel tempo. E dà consigli. Qui i 10 errori da noncommettere per avere una giornata produttiva esoddisfacente

12 giorni fa | di Valeria Vantaggi

19

IRENE NOVELLOCo-fondatrice e vice-presidentedi APOI, effettua interventi inàmbito domestico, permigliorare la sistemazione dellacasa e la gestione della famiglia.Specializzata nell’aiutare lepersone che hanno gli spazitroppo pieni di oggetti e chehanno l’abitudine diaccumulare. Info:www.eccofatto.it.

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Belén Rodriguez e Stefano De Martino, romanticaParigi La showgirl e il marito sono in Francia daqualche giorno. Con loro ... V E D I T U T T I

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E se qualcuno potesse mettere ordine nella vostra vita? Se vi

mettesse a posto gli armadi? Se vi organizzasse un trasloco alla

perfezione? Se ripulisse la casella delle email? Se rendesse più

fluida la giornata? Sarebbe davvero fantastico.

E ora c'è una nuova figura professionale che effettivamente

potrebbe aiutarvi. Si chiamano professional organizers e

fanno, appunto, questo: mettono in ordine, riorganizzano. «Da

noi è da poco che se ne parla, ma in realtà», ci tiene a precisare

Sabrina Toscani (nella foto di Saverio Femia, qui sopra),

presidente APOI, l'Associazione Professional Organizers

Italia, «questo lavoro in America esiste dagli anni Ottanta:

qualcuno che aiuta a pianificare, a programmare, a capire

come far funzionare bene le cose, sia in àmbito domestico sia

in àmbito lavorativo. Ognuno di noi ha poi la sua

specializzazione: c'è chi, con il tempo, si è dedicato alle donne

casalinghe e chi ai manager d'azienda, chi ai ragazzi che non

riescono a darsi priorità, chi agli anziani che devono scandire

la giornata in modo regolare».

Non ci sono titoli di studio ad hoc per questo mestiere, ma

l'associazione organizza corsi di formazione: «E comunque chi

fa questo lavoro di solito non è giovanissimo: le esperienze di

vita sono fondamentali». C'è chi arriva dagli uffici stampa, chi

dagli uffici tecnici di grandi aziende e chi faceva la segretaria

di direzione: per conoscere i "senior" dell'associazione APOI

basta cliccare sulla gallery qui sopra. Loro sono i professional

organizers più strutturati, capaci di mettersi al lavoro fin da

subito accanto a voi.

Intanto, per portarsi avanti, Sabrina Toscani riporta qui

l'elenco dei 10 errori da non commettere per avere una

giornata più produttiva e soddisfacente. Utili a sapersi.

1. Leggere le email come prima cosa la mattina. Si tratta di

un’abitudine molto diffusa, ma anche molto pericolosa per il

buon andamento della giornata. Se leggiamo subito la posta

senza prima chiarire a noi stessi le nostre priorità rischiamo di

passare subito a risolvere le urgenze altrui e di trovarci nel

tardo pomeriggio a non aver ancora avuto il tempo da dedicare

ai nostri compiti importanti.

2. Fare più cose contemporaneamente. Spinti dalla necessità

daMYBUSINESS

VEDIanche

T O P V I D E OT O P V I D E O

1 giorno fa | di Redazione MyBusiness

Ryanair cerca assistenti di volo

A N N U N C I

3 mesi fa | di Francesco Oggiano

Jobs Act, cosa (non) cambia per iprecari

I T A L I A

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Un Job a settimana: shoes stylist

I T A L I A

V A N I T Y P R O M O T I O N

di dover fare tante cose crediamo che farne tante

contemporaneamente sia una soluzione; in realtà ormai

innumerevoli studi confermano che il multitasking non

premia, anzi fa perdere tempo e induce all'errore.

3. Non decidere. Rimandare le decisioni ci alleggerisce al

momento, ma ci penalizza in prospettiva. La confusione, fisica

e mentale, non è altro che un susseguirsi di decisioni non

prese.

4. Tenere tutto a mente. Spesso affidiamo alla nostra memoria

un compito troppo gravoso, quello di ricordare tutto quello che

dobbiamo fare senza supportarla con nessuno strumento

cartaceo o elettronico; in realtà la nostra mente, così come un

computer, ha una memoria limitata per cui se la riempiamo il

processore rallenta e rischia il tilt.

5. Usare molti calendari. Mentre è valida l’abitudine di scrivere

i nostri impegni è sbagliato farlo usando più dispositivi e

calendari, rischiamo infatti che nessuno di questi strumenti sia

veramente degno della nostra fiducia, e quindi in grado di

supportarci con il rischio di mancare scadenza o

appuntamenti importanti.

6. Scaricare troppe app. Molte application promettono

miracoli nell’organizzazione, alcune sono veramente valide,

tuttavia l’essere organizzati è un processo che deve avvenire

prima dell’uso dell’application, valida per noi, altrimenti il

rischio è la confusione.

7. Voler fare troppe cose. Prendere troppe impegni e non

essere capaci a dire di no ci può condurre verso un esito

contrario a quello che era nelle nostre buone intenzioni. E'

bene fare una giusta valutazione di quanto riusciremo a fare

prima di prendere un impegno per non rischiare di perdere la

stima del nostri interlocutore.

8. Conservare troppe cose. Molto spesso conserviamo troppi

oggetti, documenti e informazioni, che non hanno un valore né

pratico né emotivo mentre disperdono la nostra attenzione e le

nostre energie.

9. Non mettere le cose al proprio posto. Spesso cerchiamo,

TV

Madonna, che caduta!

TweetTweet 2

TweetTweet 22

3

3

LINK 5 buoni consigli per le mamme che lavorano

TAG lavoro

NON CI SONO ANCORA COMMENTI

perdendo tempo prezioso, occhiali, chiavi, documenti

importanti, senza riuscire a trovarli. E' fondamentale dare una

dimora fissa agli oggetti in modo tale da ritrovarli al bisogno lì

dove sono sempre stati.

10. Non dedicare tempo alla programmazione. Fermarsi e

programmare sembra una pratica inutile e uno spreco di

tempo, in realtà è un'attività fondamentale, grazie alla quale

decidiamo cosa fare del nostro tempo. Non è poco.

P.s.: Dal 21 al 28 marzo 2015 è prevista la prima edizione

italiana della Settimana dell’organizzazione. Durante la

manifestazione, ideata da APOI, incontri, seminari e

laboratori online e offline.

VANITY TODAY!

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La signora in giallo Uccise moglie malata:eutanasia

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©EDIZIONI CONDÉ NAST S.P.A. - P.ZZA CASTELLO 27 - 20121 MILANO CAP.SOC. 2.700.000 EURO I.V. C.F E P.IVA REG.IMPRESE TRIB. MILANON. 00834980153 SOCIETÀ CON SOCIO UNICO · PUBBLICITÀ · REDAZIONE · ABBONAMENTI · CONDIZIONI D'UTILIZZO · PRIVACY

VANITYFAIR.IT · WIRED.IT · VOGUE.IT · GQ.COM · GLAMOUR.IT · CNLIVE.IT

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RASSEgnA STAMPAWEB

di dover fare tante cose crediamo che farne tante

contemporaneamente sia una soluzione; in realtà ormai

innumerevoli studi confermano che il multitasking non

premia, anzi fa perdere tempo e induce all'errore.

3. Non decidere. Rimandare le decisioni ci alleggerisce al

momento, ma ci penalizza in prospettiva. La confusione, fisica

e mentale, non è altro che un susseguirsi di decisioni non

prese.

4. Tenere tutto a mente. Spesso affidiamo alla nostra memoria

un compito troppo gravoso, quello di ricordare tutto quello che

dobbiamo fare senza supportarla con nessuno strumento

cartaceo o elettronico; in realtà la nostra mente, così come un

computer, ha una memoria limitata per cui se la riempiamo il

processore rallenta e rischia il tilt.

5. Usare molti calendari. Mentre è valida l’abitudine di scrivere

i nostri impegni è sbagliato farlo usando più dispositivi e

calendari, rischiamo infatti che nessuno di questi strumenti sia

veramente degno della nostra fiducia, e quindi in grado di

supportarci con il rischio di mancare scadenza o

appuntamenti importanti.

6. Scaricare troppe app. Molte application promettono

miracoli nell’organizzazione, alcune sono veramente valide,

tuttavia l’essere organizzati è un processo che deve avvenire

prima dell’uso dell’application, valida per noi, altrimenti il

rischio è la confusione.

7. Voler fare troppe cose. Prendere troppe impegni e non

essere capaci a dire di no ci può condurre verso un esito

contrario a quello che era nelle nostre buone intenzioni. E'

bene fare una giusta valutazione di quanto riusciremo a fare

prima di prendere un impegno per non rischiare di perdere la

stima del nostri interlocutore.

8. Conservare troppe cose. Molto spesso conserviamo troppi

oggetti, documenti e informazioni, che non hanno un valore né

pratico né emotivo mentre disperdono la nostra attenzione e le

nostre energie.

9. Non mettere le cose al proprio posto. Spesso cerchiamo,

TV

Madonna, che caduta!

Vanity Fair21 febbraio 2015

[ M Y B U S I N E S S / N E W S ] Arriva il professional organizer emette in ordine casa e lavoro Organizza itraslochi, riprogetta gli spazi, migliora la gestionedel tempo. E dà consigli. Qui i 10 errori da noncommettere per avere una giornata produttiva esoddisfacente

12 giorni fa | di Valeria Vantaggi

19

IRENE NOVELLOCo-fondatrice e vice-presidentedi APOI, effettua interventi inàmbito domestico, permigliorare la sistemazione dellacasa e la gestione della famiglia.Specializzata nell’aiutare lepersone che hanno gli spazitroppo pieni di oggetti e chehanno l’abitudine diaccumulare. Info:www.eccofatto.it.

1278

22

3

Belén Rodriguez e Stefano De Martino, romanticaParigi La showgirl e il marito sono in Francia daqualche giorno. Con loro ... V E D I T U T T I

PEOPLEPEOPLE BEAUTYBEAUTY BENESSEREBENESSERE FASHIONFASHION SHOWSHOW FOODFOOD FIRMEFIRME OROSCOPOOROSCOPO TRAVELLERTRAVELLER LIFESTYLELIFESTYLE VF NETWORKVF NETWORK ALTRIALTRI L I V E !L I V E ! ACCEDIACCEDI

E se qualcuno potesse mettere ordine nella vostra vita? Se vi

mettesse a posto gli armadi? Se vi organizzasse un trasloco alla

perfezione? Se ripulisse la casella delle email? Se rendesse più

fluida la giornata? Sarebbe davvero fantastico.

E ora c'è una nuova figura professionale che effettivamente

potrebbe aiutarvi. Si chiamano professional organizers e

fanno, appunto, questo: mettono in ordine, riorganizzano. «Da

noi è da poco che se ne parla, ma in realtà», ci tiene a precisare

Sabrina Toscani (nella foto di Saverio Femia, qui sopra),

presidente APOI, l'Associazione Professional Organizers

Italia, «questo lavoro in America esiste dagli anni Ottanta:

qualcuno che aiuta a pianificare, a programmare, a capire

come far funzionare bene le cose, sia in àmbito domestico sia

in àmbito lavorativo. Ognuno di noi ha poi la sua

specializzazione: c'è chi, con il tempo, si è dedicato alle donne

casalinghe e chi ai manager d'azienda, chi ai ragazzi che non

riescono a darsi priorità, chi agli anziani che devono scandire

la giornata in modo regolare».

Non ci sono titoli di studio ad hoc per questo mestiere, ma

l'associazione organizza corsi di formazione: «E comunque chi

fa questo lavoro di solito non è giovanissimo: le esperienze di

vita sono fondamentali». C'è chi arriva dagli uffici stampa, chi

dagli uffici tecnici di grandi aziende e chi faceva la segretaria

di direzione: per conoscere i "senior" dell'associazione APOI

basta cliccare sulla gallery qui sopra. Loro sono i professional

organizers più strutturati, capaci di mettersi al lavoro fin da

subito accanto a voi.

Intanto, per portarsi avanti, Sabrina Toscani riporta qui

l'elenco dei 10 errori da non commettere per avere una

giornata più produttiva e soddisfacente. Utili a sapersi.

1. Leggere le email come prima cosa la mattina. Si tratta di

un’abitudine molto diffusa, ma anche molto pericolosa per il

buon andamento della giornata. Se leggiamo subito la posta

senza prima chiarire a noi stessi le nostre priorità rischiamo di

passare subito a risolvere le urgenze altrui e di trovarci nel

tardo pomeriggio a non aver ancora avuto il tempo da dedicare

ai nostri compiti importanti.

2. Fare più cose contemporaneamente. Spinti dalla necessità

daMYBUSINESS

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T O P V I D E OT O P V I D E O

1 giorno fa | di Redazione MyBusiness

Ryanair cerca assistenti di volo

A N N U N C I

3 mesi fa | di Francesco Oggiano

Jobs Act, cosa (non) cambia per iprecari

I T A L I A

4 mesi fa | di Barbara Nicolini e PaolaOcchipinti

Un Job a settimana: shoes stylist

I T A L I A

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di dover fare tante cose crediamo che farne tante

contemporaneamente sia una soluzione; in realtà ormai

innumerevoli studi confermano che il multitasking non

premia, anzi fa perdere tempo e induce all'errore.

3. Non decidere. Rimandare le decisioni ci alleggerisce al

momento, ma ci penalizza in prospettiva. La confusione, fisica

e mentale, non è altro che un susseguirsi di decisioni non

prese.

4. Tenere tutto a mente. Spesso affidiamo alla nostra memoria

un compito troppo gravoso, quello di ricordare tutto quello che

dobbiamo fare senza supportarla con nessuno strumento

cartaceo o elettronico; in realtà la nostra mente, così come un

computer, ha una memoria limitata per cui se la riempiamo il

processore rallenta e rischia il tilt.

5. Usare molti calendari. Mentre è valida l’abitudine di scrivere

i nostri impegni è sbagliato farlo usando più dispositivi e

calendari, rischiamo infatti che nessuno di questi strumenti sia

veramente degno della nostra fiducia, e quindi in grado di

supportarci con il rischio di mancare scadenza o

appuntamenti importanti.

6. Scaricare troppe app. Molte application promettono

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tuttavia l’essere organizzati è un processo che deve avvenire

prima dell’uso dell’application, valida per noi, altrimenti il

rischio è la confusione.

7. Voler fare troppe cose. Prendere troppe impegni e non

essere capaci a dire di no ci può condurre verso un esito

contrario a quello che era nelle nostre buone intenzioni. E'

bene fare una giusta valutazione di quanto riusciremo a fare

prima di prendere un impegno per non rischiare di perdere la

stima del nostri interlocutore.

8. Conservare troppe cose. Molto spesso conserviamo troppi

oggetti, documenti e informazioni, che non hanno un valore né

pratico né emotivo mentre disperdono la nostra attenzione e le

nostre energie.

9. Non mettere le cose al proprio posto. Spesso cerchiamo,

TV

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3

LINK 5 buoni consigli per le mamme che lavorano

TAG lavoro

NON CI SONO ANCORA COMMENTI

perdendo tempo prezioso, occhiali, chiavi, documenti

importanti, senza riuscire a trovarli. E' fondamentale dare una

dimora fissa agli oggetti in modo tale da ritrovarli al bisogno lì

dove sono sempre stati.

10. Non dedicare tempo alla programmazione. Fermarsi e

programmare sembra una pratica inutile e uno spreco di

tempo, in realtà è un'attività fondamentale, grazie alla quale

decidiamo cosa fare del nostro tempo. Non è poco.

P.s.: Dal 21 al 28 marzo 2015 è prevista la prima edizione

italiana della Settimana dell’organizzazione. Durante la

manifestazione, ideata da APOI, incontri, seminari e

laboratori online e offline.

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dimora fissa agli oggetti in modo tale da ritrovarli al bisogno lì

dove sono sempre stati.

10. Non dedicare tempo alla programmazione. Fermarsi e

programmare sembra una pratica inutile e uno spreco di

tempo, in realtà è un'attività fondamentale, grazie alla quale

decidiamo cosa fare del nostro tempo. Non è poco.

P.s.: Dal 21 al 28 marzo 2015 è prevista la prima edizione

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Vanity Fair21 febbraio 2015

[ M Y B U S I N E S S / N E W S ] Arriva il professional organizer emette in ordine casa e lavoro Organizza itraslochi, riprogetta gli spazi, migliora la gestionedel tempo. E dà consigli. Qui i 10 errori da noncommettere per avere una giornata produttiva esoddisfacente

12 giorni fa | di Valeria Vantaggi

19

IRENE NOVELLOCo-fondatrice e vice-presidentedi APOI, effettua interventi inàmbito domestico, permigliorare la sistemazione dellacasa e la gestione della famiglia.Specializzata nell’aiutare lepersone che hanno gli spazitroppo pieni di oggetti e chehanno l’abitudine diaccumulare. Info:www.eccofatto.it.

1278

22

3

Belén Rodriguez e Stefano De Martino, romanticaParigi La showgirl e il marito sono in Francia daqualche giorno. Con loro ... V E D I T U T T I

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E se qualcuno potesse mettere ordine nella vostra vita? Se vi

mettesse a posto gli armadi? Se vi organizzasse un trasloco alla

perfezione? Se ripulisse la casella delle email? Se rendesse più

fluida la giornata? Sarebbe davvero fantastico.

E ora c'è una nuova figura professionale che effettivamente

potrebbe aiutarvi. Si chiamano professional organizers e

fanno, appunto, questo: mettono in ordine, riorganizzano. «Da

noi è da poco che se ne parla, ma in realtà», ci tiene a precisare

Sabrina Toscani (nella foto di Saverio Femia, qui sopra),

presidente APOI, l'Associazione Professional Organizers

Italia, «questo lavoro in America esiste dagli anni Ottanta:

qualcuno che aiuta a pianificare, a programmare, a capire

come far funzionare bene le cose, sia in àmbito domestico sia

in àmbito lavorativo. Ognuno di noi ha poi la sua

specializzazione: c'è chi, con il tempo, si è dedicato alle donne

casalinghe e chi ai manager d'azienda, chi ai ragazzi che non

riescono a darsi priorità, chi agli anziani che devono scandire

la giornata in modo regolare».

Non ci sono titoli di studio ad hoc per questo mestiere, ma

l'associazione organizza corsi di formazione: «E comunque chi

fa questo lavoro di solito non è giovanissimo: le esperienze di

vita sono fondamentali». C'è chi arriva dagli uffici stampa, chi

dagli uffici tecnici di grandi aziende e chi faceva la segretaria

di direzione: per conoscere i "senior" dell'associazione APOI

basta cliccare sulla gallery qui sopra. Loro sono i professional

organizers più strutturati, capaci di mettersi al lavoro fin da

subito accanto a voi.

Intanto, per portarsi avanti, Sabrina Toscani riporta qui

l'elenco dei 10 errori da non commettere per avere una

giornata più produttiva e soddisfacente. Utili a sapersi.

1. Leggere le email come prima cosa la mattina. Si tratta di

un’abitudine molto diffusa, ma anche molto pericolosa per il

buon andamento della giornata. Se leggiamo subito la posta

senza prima chiarire a noi stessi le nostre priorità rischiamo di

passare subito a risolvere le urgenze altrui e di trovarci nel

tardo pomeriggio a non aver ancora avuto il tempo da dedicare

ai nostri compiti importanti.

2. Fare più cose contemporaneamente. Spinti dalla necessità

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contemporaneamente sia una soluzione; in realtà ormai

innumerevoli studi confermano che il multitasking non

premia, anzi fa perdere tempo e induce all'errore.

3. Non decidere. Rimandare le decisioni ci alleggerisce al

momento, ma ci penalizza in prospettiva. La confusione, fisica

e mentale, non è altro che un susseguirsi di decisioni non

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4. Tenere tutto a mente. Spesso affidiamo alla nostra memoria

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dobbiamo fare senza supportarla con nessuno strumento

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5. Usare molti calendari. Mentre è valida l’abitudine di scrivere

i nostri impegni è sbagliato farlo usando più dispositivi e

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veramente degno della nostra fiducia, e quindi in grado di

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6. Scaricare troppe app. Molte application promettono

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7. Voler fare troppe cose. Prendere troppe impegni e non

essere capaci a dire di no ci può condurre verso un esito

contrario a quello che era nelle nostre buone intenzioni. E'

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prima di prendere un impegno per non rischiare di perdere la

stima del nostri interlocutore.

8. Conservare troppe cose. Molto spesso conserviamo troppi

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tempo, in realtà è un'attività fondamentale, grazie alla quale

decidiamo cosa fare del nostro tempo. Non è poco.

P.s.: Dal 21 al 28 marzo 2015 è prevista la prima edizione

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scritto da Apoi | categoria Stampa (/comunicati/stampa/) | ' 95 letture

Settimana dell'organizzazione, per promuovere la cultura delvivere organizzati (/comunicati/stampa/settimana-organizzazione/)

“Vivere organizzati per vivere felici” è questo il tema che animerà la prima edizione italiana della settimana

dell'organizzazione dal 21 al 28 marzo 2015. La manifestazione, ideata da APOI, l'Associazione che riunisce i

professional organizers, si pone lo scopo, attraverso incontri, seminari e laboratori online e offline, di promuovere

la cultura dell'organizzazione.

Vivere organizzati da un punto di vista personale, sia nelle vita privata che in quella pubblica, rappresenta il modo

migliore per affrontare con ottime possibilità di successo le piccole sfide quotidiane, gli impegni incalzanti e la

frenesia con cui la vita moderna procede, e un buon sistema per liberarsi da ansie e stress e avvicinarsi quanto più

possibile ad uno standard di qualità della vita alto.

Promotrice della settimana dell'organizzazione è APOI, la Prima Associazione Professionale Italiana, nata

nell'ottobre 2013, che associa i professionisti operanti nel settore del professional organizing - i professionisti

dell’organizzazione - che forniscono servizi per migliorare la capacità di gestione del tempo, dello spazio e delle

risorse, attraverso processi di focalizzazione del problema e tecniche universali per arrivare alla soluzione di esso.

La settimana dell'organizzazione rappresenta il contesto giusto durante il quale promuovere, anche in Italia, una

cultura dell'organizzazione, molto diffusa in altri paesi come Stati Uniti, Inghilterra, Giappone e Australia dove da

anni si celebra “Now” – National Organizing Week, e per avvicinare curiosi e appassionati ad uno stile di vita più

sano, proprio di chi è padrone del proprio tempo e consapevole delle proprie scelte. Alcuni studi hanno rivelato,

infatti, che soltanto il 10% circa della popolazione è naturalmente organizzato e che quindi un gran numero di

persone vive con difficoltà e ansia le proprie giornate, sentendosi intrappolato da impegni e scadenze che non sa

gestire, soffocato da oggetti ingombranti e in spazi, lavorativi o domestici, spesso inadeguati a vivere bene.

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Tante le parole chiave che ispireranno questa 8 giorni di incontri, dall'importanza del non procrastinare alle

tecniche che aiutano a semplificare e ad alleggerirsi dalle cose, passando per la semplice e vitale regola del fare

bene una cosa per volta.

Per il calendario eventi visita il sito www.apoi.it

Ufficio stampa Apoi

Fabiola Di Giov Angelo

328 4624464

[email protected] (mailto:[email protected])

pubblicato Mar 24 Febbraio 2015

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Architetturaecosostenibile24 febbraio 2015

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11.02.2015di REDAZIONE

COME FARE DECLUTTERING -

DECLUTTERING CASA E SPACE CLEANER -

I VANTAGGI DEL DECLUTTERING -

COME ELIMINARE LE COSE CHE NON CI SERVONO -

Siamo ossessionati dagli armadi zeppi di roba che non utilizziamo. Senza neanche saperlo e senza neanche conoscerebene tutto il guardaroba di cui disponiamo. Secondo le statistiche circa un terzo del nostro guardaroba di vestiti e scarpe, per ciascuna stagione, è compostoda oggetti che non indosseremo mai durante l’anno. Neanche per un giorno. Con il rischio di diventare “accumulatori seriali”, ovvero di identificarci in uno deipersonaggi della fortunata serie televisiva messa in onda da Sky sull’accumulo compulsivo, e dunque sullo spreco, di oggetti inutili.

LEGGI ANCHE: Come rinnovare il proprio guardaroba senza mettere mani al portafoglio

Sarà capitato anche a voi di ritrovarvi con i cassetti così pieni da non riuscire più a trovare nulla. Se è così ègiunto il momento di ridistribuire le cose vecchie che non servono più e iniziare a fare un po’ di spazio. Proprio per questo, gli inglesi e gli americani sisono inventati “il decluttering”, il cui significato è “togliere quello che ingombra” e lo “Space cleaner” che è invece l’arte di riorganizzare i propri spazie di conseguenza anche la propria vita distaccandosi da tutta una serie di oggetti che ci legano troppo al passato e che a volte ci ricordano eventispiacevoli. E poi si sa, vivere in mezzo al disordine certo non ci facilita la vita.

Rimettere in ordine eliminando tutto quello che non serve più ci permetterà di guadagnare tempo prezioso: pensate atutto quello perso al mattino mentre cercate le chiavi di casa e non riuscite a trovarle, senza contare la preoccupazione che questa cosa genera in voi dataanche la fretta.

Inoltre, dopo aver fatto spazio noterete che vi sentirete subito meglio e di buonumore anche se a volte eliminare ciò che non ci serve più può esseredavvero difficile nonostante si tratti di oggetti inutili ma che abbiamo con noi da troppo tempo per potercene liberare senza pensarci troppo.

Ecco quindi alcuni semplici consigli per un decluttering perfetto:

Innanzitutto, pensate a una sorta di piano delle stanze da cui partire e, a seconda del tempo a vostra disposizione, riordinatene una per volta. Potetescegliere se dedicare al decluttering mezz’ora al giorno o se fare tutto durante il fine settimana.

Una volta scelta la stanza, a poco a poco iniziate a svuotare i diversi cassetti passando poi alla libreria, alla credenza o agli altri mobili.

Selezionate bene il materiale recuperato perché magari c’è qualcosa che è ancora possibile recuperare: abiti vecchi, accessori vintage che non vipiacciono più, oggetti per la casa. In tal caso potete provare a vendere tutto su internet o nei tanti mercatini dell’usato che trovate in giro per le vostrecittà.

Assolutamente vietato spostare tutto in soffitta facendo in modo che la roba vecchia inizi a sommergere anche quello spazio. Ricordate che affinchè ildecluttering abbia un senso è necessario che le cose da eliminare escano dalla vostra casa.

Per dividere al meglio i vari oggetti potete attrezzarvi con alcune scatole di cartone in cui suddividere le cose da buttare, quelle da regalare e quelle daavviare alla raccolta differenziata.

In alternativa, perché non provate invece ad organizzare uno swap party con le amiche? Chiedete anche a loro di portare le cose che non usano piùma che possono ancora essere utili, e scambiatele. Avrete così dato una seconda vita agli oggetti.

Se invece vi siete resi conto di aver accumulato molti libri, potreste provare a donarli alle biblioteche o alle sale pubbliche di lettura del vostro quartiereoppure semplicemente potete regalarli ai vostri amici e familiari.

Non appena tutto sarà di nuovo in ordine, per evitare che il caos si riappropri delle vostre stanze, evitate di portare a casa troppi giornali o cataloghi:dopo averli letti avviateli alla raccolta differenziata oppure riciclateli in maniera creativa: ecco qui tante idee curiose.

Infine, se proprio non siete riusciti a liberarvi di alcune cose, almeno datevi una scadenza per buttarle via. Mettetele tutte in uno scatolone e se dopoqualche mese vi rendete conto che quella scatola non è più stata riaperta, buttate o regalate tutto senza pensarci su due volte.

Decluttering: ecco come farlo in maniera efficace

Non Sprecare13 febbraio 2015

778SHARES

11.02.2015di REDAZIONE

COME FARE DECLUTTERING -

DECLUTTERING CASA E SPACE CLEANER -

I VANTAGGI DEL DECLUTTERING -

COME ELIMINARE LE COSE CHE NON CI SERVONO -

Siamo ossessionati dagli armadi zeppi di roba che non utilizziamo. Senza neanche saperlo e senza neanche conoscerebene tutto il guardaroba di cui disponiamo. Secondo le statistiche circa un terzo del nostro guardaroba di vestiti e scarpe, per ciascuna stagione, è compostoda oggetti che non indosseremo mai durante l’anno. Neanche per un giorno. Con il rischio di diventare “accumulatori seriali”, ovvero di identificarci in uno deipersonaggi della fortunata serie televisiva messa in onda da Sky sull’accumulo compulsivo, e dunque sullo spreco, di oggetti inutili.

LEGGI ANCHE: Come rinnovare il proprio guardaroba senza mettere mani al portafoglio

Sarà capitato anche a voi di ritrovarvi con i cassetti così pieni da non riuscire più a trovare nulla. Se è così ègiunto il momento di ridistribuire le cose vecchie che non servono più e iniziare a fare un po’ di spazio. Proprio per questo, gli inglesi e gli americani sisono inventati “il decluttering”, il cui significato è “togliere quello che ingombra” e lo “Space cleaner” che è invece l’arte di riorganizzare i propri spazie di conseguenza anche la propria vita distaccandosi da tutta una serie di oggetti che ci legano troppo al passato e che a volte ci ricordano eventispiacevoli. E poi si sa, vivere in mezzo al disordine certo non ci facilita la vita.

Rimettere in ordine eliminando tutto quello che non serve più ci permetterà di guadagnare tempo prezioso: pensate atutto quello perso al mattino mentre cercate le chiavi di casa e non riuscite a trovarle, senza contare la preoccupazione che questa cosa genera in voi dataanche la fretta.

Inoltre, dopo aver fatto spazio noterete che vi sentirete subito meglio e di buonumore anche se a volte eliminare ciò che non ci serve più può esseredavvero difficile nonostante si tratti di oggetti inutili ma che abbiamo con noi da troppo tempo per potercene liberare senza pensarci troppo.

Ecco quindi alcuni semplici consigli per un decluttering perfetto:

Innanzitutto, pensate a una sorta di piano delle stanze da cui partire e, a seconda del tempo a vostra disposizione, riordinatene una per volta. Potetescegliere se dedicare al decluttering mezz’ora al giorno o se fare tutto durante il fine settimana.

Una volta scelta la stanza, a poco a poco iniziate a svuotare i diversi cassetti passando poi alla libreria, alla credenza o agli altri mobili.

Selezionate bene il materiale recuperato perché magari c’è qualcosa che è ancora possibile recuperare: abiti vecchi, accessori vintage che non vipiacciono più, oggetti per la casa. In tal caso potete provare a vendere tutto su internet o nei tanti mercatini dell’usato che trovate in giro per le vostrecittà.

Assolutamente vietato spostare tutto in soffitta facendo in modo che la roba vecchia inizi a sommergere anche quello spazio. Ricordate che affinchè ildecluttering abbia un senso è necessario che le cose da eliminare escano dalla vostra casa.

Per dividere al meglio i vari oggetti potete attrezzarvi con alcune scatole di cartone in cui suddividere le cose da buttare, quelle da regalare e quelle daavviare alla raccolta differenziata.

In alternativa, perché non provate invece ad organizzare uno swap party con le amiche? Chiedete anche a loro di portare le cose che non usano piùma che possono ancora essere utili, e scambiatele. Avrete così dato una seconda vita agli oggetti.

Se invece vi siete resi conto di aver accumulato molti libri, potreste provare a donarli alle biblioteche o alle sale pubbliche di lettura del vostro quartiereoppure semplicemente potete regalarli ai vostri amici e familiari.

Non appena tutto sarà di nuovo in ordine, per evitare che il caos si riappropri delle vostre stanze, evitate di portare a casa troppi giornali o cataloghi:dopo averli letti avviateli alla raccolta differenziata oppure riciclateli in maniera creativa: ecco qui tante idee curiose.

Infine, se proprio non siete riusciti a liberarvi di alcune cose, almeno datevi una scadenza per buttarle via. Mettetele tutte in uno scatolone e se dopoqualche mese vi rendete conto che quella scatola non è più stata riaperta, buttate o regalate tutto senza pensarci su due volte.

Decluttering: ecco come farlo in maniera efficace

come fare ordine in casa

riorganizzare i propri spazi con lo space cleaner

Decluttering: come eliminare il superfluo in casa

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Non Sprecare13 febbraio 2015

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11.02.2015di REDAZIONE

COME FARE DECLUTTERING -

DECLUTTERING CASA E SPACE CLEANER -

I VANTAGGI DEL DECLUTTERING -

COME ELIMINARE LE COSE CHE NON CI SERVONO -

Siamo ossessionati dagli armadi zeppi di roba che non utilizziamo. Senza neanche saperlo e senza neanche conoscerebene tutto il guardaroba di cui disponiamo. Secondo le statistiche circa un terzo del nostro guardaroba di vestiti e scarpe, per ciascuna stagione, è compostoda oggetti che non indosseremo mai durante l’anno. Neanche per un giorno. Con il rischio di diventare “accumulatori seriali”, ovvero di identificarci in uno deipersonaggi della fortunata serie televisiva messa in onda da Sky sull’accumulo compulsivo, e dunque sullo spreco, di oggetti inutili.

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Quindicinale Numero 3 del 25 Febbraio 2015

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Come si gestisce la postaelettronicaIl postino suona sempre due volte. O forse dipiù?

11 febbraio 2015

RubricheRubriche

Belle Capocce

Buoni Pasti

Chi non lavora

Editoriali

Impiegati all'ultimo

grido

Lat(t)itudini

Open Space

GAP Year e quel “buco” nelCurriculum

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Social ComunicazioneSostenibilità RubricheRubriche

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Senzafiltro11 febbraio 2015

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Sabrina Toscani

Se il postino suonasse e ci interrompesse con la stessa

frequenza del client di posta elettronica non ci

comporteremmo con molto garbo nei suoi confronti, eppure

permettiamo che le email ci distraggano inpermettiamo che le email ci distraggano in

continuazionecontinuazione, ad ogni ora del giorno, in qualsiasi

contesto.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno cercato risposte sul

tema della gestione della posta elettronica. Il McKinsey

Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

settimana nel nostro inboxsettimana nel nostro inbox, ovvero il 28% della nostra

giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

noi, 470 ore dedicate solo a leggere ed elaborare i messaggi

elettronici, armatevi di pazienza! Uno studio condotto

intervistando lavoratori di varie parti del mondo (LexisNexis

del 2010) rileva che il tempo dedicato all’elaborazione delle

informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

rilevanti per portare a termine le proprie mansioni.

Ci vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sulCi vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sul

$ # % "

3 marzo 20153 marzo 2015

EDITORIALE 03. Dietro lequinte

25 febbraio 201525 febbraio 2015

L’Etica eil

problema di metterla inpratica

25 febbraio 201525 febbraio 2015

“Il capomiglioredelmondo”

25 febbraio 201525 febbraio 2015

pezzopezzo dopo essere stati interrotti da un’email, sostiene il

Dr.Jackson della Loughborough University nel Regno Unito.

Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

pesante evidenza: chi controlla la posta elettronica ogni

cinque minuti butta otto ore e mezza a settimana solo per

riprendere la concentrazione su ciò che stava facendo.

Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

PC che con il consorte, ma questo è niente rispetto ai datori

di lavoro che vedono sfumare ore di lavoro dei dipendenti

per motivi irrilevanti. Evidentemente più gelosi del coniuge

i capi d’azienda corrono ai ripari: qualche anno fa grandi

aziende come Intel e U.S. Cellular hanno provato a

battezzare il “no mail friday” “no mail friday”, un giorno a settimana in

cui veniva chiuso il server di posta elettronica. Poco tempo

dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

niente comportamento nei confronti della gestione della

posta elettronica e rischiavano inoltre di trovarsi

un maggior carico di messaggi il lunedì.

In Nielsen Media Research un manager evidentemente

preso dallo sconforto ha fatto inibire a tutti l’uso

dell’opzione “reply to all”. Il CEO di Morgan Stanley ha

deciso che i messaggi più importanti, per essere sicuro che

siano ricevuti e compresi, deve lasciarli alla voice mailvoice mail, la

buona vecchia segreteria. Ma la vera soluzione innovativa

arriva da IBM: in alcune sue sedi il modo migliore per far

arrivare il messaggio è la bacheca nei corridoila bacheca nei corridoi. Insomma

le grandi aziende pur consapevoli dei costi e investendo

soldi nella ricerca non sono ancora pervenute a risoluzioni

massive, definitive e soprattutto convincenti.

Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

mission è quella di “ridurre l’inquinamentoinquinamento

informativoinformativo“, ammette che per il momento l’unica cosa

che possiamo fare è imparare individualmente a gestire al

meglio la posta elettronica, ricevere quindi formazione

specifica e periodica, insomma acquisire gli strumenti per

risolverci da soli il problema.

Da dove partire? Ci sono alcune buone abitudini buone abitudini che

possono cambiarci la giornata.

Non farci gestire dalle emailNon farci gestire dalle email. Non controlliamo la posta

come prima cosa la mattina. Prendiamo consapevolezza

delle cose importanti che dobbiamo fare, guardiamo

calendario e lista delle cose da fare. Solo successivamente

controlliamo le email e elaboriamole di conseguenza.

Ogni cosa a suo tempoOgni cosa a suo tempo. Programmiamo di aprire il client

di posta 3 o 4 volte al giorno, momento in cui dedicheremo

del tempo esclusivamente all’elaborazione delle email.

Decidere, ma non portare a compimentoDecidere, ma non portare a compimento. Nel periodo

di tempo dedicato all’elaborazione non bisogna portare a

conclusione i compiti connessi ai messaggi. È fondamentale

invece prendere delle decisioni per ogni messaggio e

segnarle sul calendario o sulle to do list.

La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

suggerisce di risolvere subito un compito se ci si mette

meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

gli altri casi attieniamoci alla regola numero 3.

AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

le lettere di nuovo nella nostra cassetta?). Una volta

elaborata la mail va cancellata o archiviata.

La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

ordinatamente email inutili?

Altrimenti torniamo alla tradizionale posta cartacea, che

forse ci da meno problemi?

Tags: email, organizzazione, posta elettronica

A u t o r eA u t o r e

Influenze nordiche, ma cuore latino, ha deciso

che il suo scopo nella vita è "Organizzare

Italia". Sabrina è una imprenditrice che insegna

abilità organizzative e che aiuta le persone ad

organizzarsi meglio, per lavorare con meno

fatica e per vivere più sereni e soddisfatti. E'

P o s t c o r r e l a t iP o s t c o r r e l a t i

C o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l oC o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l o

SabrinaToscani

$ #

% "

fondatrice e presidente dell'associazione

professionale APOI (www.apoi.it), scrive per

diversi blog e alcune riviste cartacee. E

“siccome i sogni nel cassetto fanno la muffa, io

ho buttato via il superfluo ed ho tirato fuori il

mio!”

Il cambiamento? Ègià dentro di voi(e...

Contatti

Redazione:

[email protected]

Pubblicità:

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Termini legali e privacy | Collabora con noi | Fai di questa pagina la tua Homepage

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SenzaFiltro.it è una testata registrata al Tribunale di Ancona (n. 2 del 9-1-2015)

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Se il postino suonasse e ci interrompesse con la stessa

frequenza del client di posta elettronica non ci

comporteremmo con molto garbo nei suoi confronti, eppure

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continuazionecontinuazione, ad ogni ora del giorno, in qualsiasi

contesto.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno cercato risposte sul

tema della gestione della posta elettronica. Il McKinsey

Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

settimana nel nostro inboxsettimana nel nostro inbox, ovvero il 28% della nostra

giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

noi, 470 ore dedicate solo a leggere ed elaborare i messaggi

elettronici, armatevi di pazienza! Uno studio condotto

intervistando lavoratori di varie parti del mondo (LexisNexis

del 2010) rileva che il tempo dedicato all’elaborazione delle

informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

rilevanti per portare a termine le proprie mansioni.

Ci vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sulCi vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sul

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Se il postino suonasse e ci interrompesse con la stessa

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permettiamo che le email ci distraggano inpermettiamo che le email ci distraggano in

continuazionecontinuazione, ad ogni ora del giorno, in qualsiasi

contesto.

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tema della gestione della posta elettronica. Il McKinsey

Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

settimana nel nostro inboxsettimana nel nostro inbox, ovvero il 28% della nostra

giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

noi, 470 ore dedicate solo a leggere ed elaborare i messaggi

elettronici, armatevi di pazienza! Uno studio condotto

intervistando lavoratori di varie parti del mondo (LexisNexis

del 2010) rileva che il tempo dedicato all’elaborazione delle

informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

rilevanti per portare a termine le proprie mansioni.

Ci vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sulCi vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sul

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pezzopezzo dopo essere stati interrotti da un’email, sostiene il

Dr.Jackson della Loughborough University nel Regno Unito.

Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

pesante evidenza: chi controlla la posta elettronica ogni

cinque minuti butta otto ore e mezza a settimana solo per

riprendere la concentrazione su ciò che stava facendo.

Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

PC che con il consorte, ma questo è niente rispetto ai datori

di lavoro che vedono sfumare ore di lavoro dei dipendenti

per motivi irrilevanti. Evidentemente più gelosi del coniuge

i capi d’azienda corrono ai ripari: qualche anno fa grandi

aziende come Intel e U.S. Cellular hanno provato a

battezzare il “no mail friday” “no mail friday”, un giorno a settimana in

cui veniva chiuso il server di posta elettronica. Poco tempo

dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

niente comportamento nei confronti della gestione della

posta elettronica e rischiavano inoltre di trovarsi

un maggior carico di messaggi il lunedì.

In Nielsen Media Research un manager evidentemente

preso dallo sconforto ha fatto inibire a tutti l’uso

dell’opzione “reply to all”. Il CEO di Morgan Stanley ha

deciso che i messaggi più importanti, per essere sicuro che

siano ricevuti e compresi, deve lasciarli alla voice mailvoice mail, la

buona vecchia segreteria. Ma la vera soluzione innovativa

arriva da IBM: in alcune sue sedi il modo migliore per far

arrivare il messaggio è la bacheca nei corridoila bacheca nei corridoi. Insomma

le grandi aziende pur consapevoli dei costi e investendo

soldi nella ricerca non sono ancora pervenute a risoluzioni

massive, definitive e soprattutto convincenti.

Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

mission è quella di “ridurre l’inquinamentoinquinamento

informativoinformativo“, ammette che per il momento l’unica cosa

che possiamo fare è imparare individualmente a gestire al

meglio la posta elettronica, ricevere quindi formazione

specifica e periodica, insomma acquisire gli strumenti per

risolverci da soli il problema.

Da dove partire? Ci sono alcune buone abitudini buone abitudini che

possono cambiarci la giornata.

Non farci gestire dalle emailNon farci gestire dalle email. Non controlliamo la posta

come prima cosa la mattina. Prendiamo consapevolezza

delle cose importanti che dobbiamo fare, guardiamo

calendario e lista delle cose da fare. Solo successivamente

controlliamo le email e elaboriamole di conseguenza.

Ogni cosa a suo tempoOgni cosa a suo tempo. Programmiamo di aprire il client

di posta 3 o 4 volte al giorno, momento in cui dedicheremo

del tempo esclusivamente all’elaborazione delle email.

Decidere, ma non portare a compimentoDecidere, ma non portare a compimento. Nel periodo

di tempo dedicato all’elaborazione non bisogna portare a

conclusione i compiti connessi ai messaggi. È fondamentale

invece prendere delle decisioni per ogni messaggio e

segnarle sul calendario o sulle to do list.

La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

suggerisce di risolvere subito un compito se ci si mette

meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

gli altri casi attieniamoci alla regola numero 3.

AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

le lettere di nuovo nella nostra cassetta?). Una volta

elaborata la mail va cancellata o archiviata.

La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

ordinatamente email inutili?

Altrimenti torniamo alla tradizionale posta cartacea, che

forse ci da meno problemi?

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A u t o r eA u t o r e

Influenze nordiche, ma cuore latino, ha deciso

che il suo scopo nella vita è "Organizzare

Italia". Sabrina è una imprenditrice che insegna

abilità organizzative e che aiuta le persone ad

organizzarsi meglio, per lavorare con meno

fatica e per vivere più sereni e soddisfatti. E'

P o s t c o r r e l a t iP o s t c o r r e l a t i

C o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l oC o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l o

SabrinaToscani

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fondatrice e presidente dell'associazione

professionale APOI (www.apoi.it), scrive per

diversi blog e alcune riviste cartacee. E

“siccome i sogni nel cassetto fanno la muffa, io

ho buttato via il superfluo ed ho tirato fuori il

mio!”

Il cambiamento? Ègià dentro di voi(e...

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pezzopezzo dopo essere stati interrotti da un’email, sostiene il

Dr.Jackson della Loughborough University nel Regno Unito.

Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

pesante evidenza: chi controlla la posta elettronica ogni

cinque minuti butta otto ore e mezza a settimana solo per

riprendere la concentrazione su ciò che stava facendo.

Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

PC che con il consorte, ma questo è niente rispetto ai datori

di lavoro che vedono sfumare ore di lavoro dei dipendenti

per motivi irrilevanti. Evidentemente più gelosi del coniuge

i capi d’azienda corrono ai ripari: qualche anno fa grandi

aziende come Intel e U.S. Cellular hanno provato a

battezzare il “no mail friday” “no mail friday”, un giorno a settimana in

cui veniva chiuso il server di posta elettronica. Poco tempo

dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

niente comportamento nei confronti della gestione della

posta elettronica e rischiavano inoltre di trovarsi

un maggior carico di messaggi il lunedì.

In Nielsen Media Research un manager evidentemente

preso dallo sconforto ha fatto inibire a tutti l’uso

dell’opzione “reply to all”. Il CEO di Morgan Stanley ha

deciso che i messaggi più importanti, per essere sicuro che

siano ricevuti e compresi, deve lasciarli alla voice mailvoice mail, la

buona vecchia segreteria. Ma la vera soluzione innovativa

arriva da IBM: in alcune sue sedi il modo migliore per far

arrivare il messaggio è la bacheca nei corridoila bacheca nei corridoi. Insomma

le grandi aziende pur consapevoli dei costi e investendo

soldi nella ricerca non sono ancora pervenute a risoluzioni

massive, definitive e soprattutto convincenti.

Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

mission è quella di “ridurre l’inquinamentoinquinamento

informativoinformativo“, ammette che per il momento l’unica cosa

che possiamo fare è imparare individualmente a gestire al

meglio la posta elettronica, ricevere quindi formazione

specifica e periodica, insomma acquisire gli strumenti per

risolverci da soli il problema.

Da dove partire? Ci sono alcune buone abitudini buone abitudini che

Senzafiltro11 febbraio 2015

Quindicinale Numero 3 del 25 Febbraio 2015

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Sabrina Toscani

Se il postino suonasse e ci interrompesse con la stessa

frequenza del client di posta elettronica non ci

comporteremmo con molto garbo nei suoi confronti, eppure

permettiamo che le email ci distraggano inpermettiamo che le email ci distraggano in

continuazionecontinuazione, ad ogni ora del giorno, in qualsiasi

contesto.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno cercato risposte sul

tema della gestione della posta elettronica. Il McKinsey

Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

settimana nel nostro inboxsettimana nel nostro inbox, ovvero il 28% della nostra

giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

noi, 470 ore dedicate solo a leggere ed elaborare i messaggi

elettronici, armatevi di pazienza! Uno studio condotto

intervistando lavoratori di varie parti del mondo (LexisNexis

del 2010) rileva che il tempo dedicato all’elaborazione delle

informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

rilevanti per portare a termine le proprie mansioni.

Ci vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sulCi vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sul

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3 marzo 20153 marzo 2015

EDITORIALE 03. Dietro lequinte

25 febbraio 201525 febbraio 2015

L’Etica eil

problema di metterla inpratica

25 febbraio 201525 febbraio 2015

“Il capomiglioredelmondo”

25 febbraio 201525 febbraio 2015

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Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

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Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

PC che con il consorte, ma questo è niente rispetto ai datori

di lavoro che vedono sfumare ore di lavoro dei dipendenti

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dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

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buona vecchia segreteria. Ma la vera soluzione innovativa

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massive, definitive e soprattutto convincenti.

Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

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che possiamo fare è imparare individualmente a gestire al

meglio la posta elettronica, ricevere quindi formazione

specifica e periodica, insomma acquisire gli strumenti per

risolverci da soli il problema.

Da dove partire? Ci sono alcune buone abitudini buone abitudini che

possono cambiarci la giornata.

Non farci gestire dalle emailNon farci gestire dalle email. Non controlliamo la posta

come prima cosa la mattina. Prendiamo consapevolezza

delle cose importanti che dobbiamo fare, guardiamo

calendario e lista delle cose da fare. Solo successivamente

controlliamo le email e elaboriamole di conseguenza.

Ogni cosa a suo tempoOgni cosa a suo tempo. Programmiamo di aprire il client

di posta 3 o 4 volte al giorno, momento in cui dedicheremo

del tempo esclusivamente all’elaborazione delle email.

Decidere, ma non portare a compimentoDecidere, ma non portare a compimento. Nel periodo

di tempo dedicato all’elaborazione non bisogna portare a

conclusione i compiti connessi ai messaggi. È fondamentale

invece prendere delle decisioni per ogni messaggio e

segnarle sul calendario o sulle to do list.

La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

suggerisce di risolvere subito un compito se ci si mette

meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

gli altri casi attieniamoci alla regola numero 3.

AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

le lettere di nuovo nella nostra cassetta?). Una volta

elaborata la mail va cancellata o archiviata.

La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

ordinatamente email inutili?

Altrimenti torniamo alla tradizionale posta cartacea, che

forse ci da meno problemi?

Tags: email, organizzazione, posta elettronica

A u t o r eA u t o r e

Influenze nordiche, ma cuore latino, ha deciso

che il suo scopo nella vita è "Organizzare

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Ogni cosa a suo tempoOgni cosa a suo tempo. Programmiamo di aprire il client

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invece prendere delle decisioni per ogni messaggio e

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La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

suggerisce di risolvere subito un compito se ci si mette

meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

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AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

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La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

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permettiamo che le email ci distraggano inpermettiamo che le email ci distraggano in

continuazionecontinuazione, ad ogni ora del giorno, in qualsiasi

contesto.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno cercato risposte sul

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Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

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giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

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informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

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Ci vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sulCi vogliono mediamente 64 secondi per ritornare sul

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L’Etica eil

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“Il capomiglioredelmondo”

25 febbraio 201525 febbraio 2015

pezzopezzo dopo essere stati interrotti da un’email, sostiene il

Dr.Jackson della Loughborough University nel Regno Unito.

Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

pesante evidenza: chi controlla la posta elettronica ogni

cinque minuti butta otto ore e mezza a settimana solo per

riprendere la concentrazione su ciò che stava facendo.

Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

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di lavoro che vedono sfumare ore di lavoro dei dipendenti

per motivi irrilevanti. Evidentemente più gelosi del coniuge

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dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

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posta elettronica e rischiavano inoltre di trovarsi

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siano ricevuti e compresi, deve lasciarli alla voice mailvoice mail, la

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massive, definitive e soprattutto convincenti.

Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

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La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

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meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

gli altri casi attieniamoci alla regola numero 3.

AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

le lettere di nuovo nella nostra cassetta?). Una volta

elaborata la mail va cancellata o archiviata.

La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

ordinatamente email inutili?

Altrimenti torniamo alla tradizionale posta cartacea, che

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A u t o r eA u t o r e

Influenze nordiche, ma cuore latino, ha deciso

che il suo scopo nella vita è "Organizzare

Italia". Sabrina è una imprenditrice che insegna

abilità organizzative e che aiuta le persone ad

organizzarsi meglio, per lavorare con meno

fatica e per vivere più sereni e soddisfatti. E'

P o s t c o r r e l a t iP o s t c o r r e l a t i

C o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l oC o m m e n t a q u e s t o a r t i c o l o

SabrinaToscani

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professionale APOI (www.apoi.it), scrive per

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“siccome i sogni nel cassetto fanno la muffa, io

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Se il postino suonasse e ci interrompesse con la stessa

frequenza del client di posta elettronica non ci

comporteremmo con molto garbo nei suoi confronti, eppure

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contesto.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno cercato risposte sul

tema della gestione della posta elettronica. Il McKinsey

Global Institute (2012) sostiene che trascorriamo 13 ore a trascorriamo 13 ore a

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giornata lavorativa. Nel 2015 saranno quindi, per ciascuno di

noi, 470 ore dedicate solo a leggere ed elaborare i messaggi

elettronici, armatevi di pazienza! Uno studio condotto

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del 2010) rileva che il tempo dedicato all’elaborazione delle

informazioni è per metà pura gestione e per metà vero

utilizzo (e quindi effettivo lavoro). Come se non bastasse il

42% di tutte le informazioni ricevute vengono ritenute non

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Un facile calcolo matematico quindi ci mette davanti ad una

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Il 65% dei nord americani trascorre più tempo con il proprio

PC che con il consorte, ma questo è niente rispetto ai datori

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cui veniva chiuso il server di posta elettronica. Poco tempo

dopo il tentativo è saltato: le persone non cambiavano per

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posta elettronica e rischiavano inoltre di trovarsi

un maggior carico di messaggi il lunedì.

In Nielsen Media Research un manager evidentemente

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Lo IORG (Information Overload Research Group), la cui

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Da dove partire? Ci sono alcune buone abitudini buone abitudini che

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Non farci gestire dalle emailNon farci gestire dalle email. Non controlliamo la posta

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Ogni cosa a suo tempoOgni cosa a suo tempo. Programmiamo di aprire il client

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Decidere, ma non portare a compimentoDecidere, ma non portare a compimento. Nel periodo

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conclusione i compiti connessi ai messaggi. È fondamentale

invece prendere delle decisioni per ogni messaggio e

segnarle sul calendario o sulle to do list.

La regola dei 2 minutiLa regola dei 2 minuti. Il metodo GTD di David Allen

suggerisce di risolvere subito un compito se ci si mette

meno di due minuti. Facciamolo anche con le email. In tutti

gli altri casi attieniamoci alla regola numero 3.

AlleggeriamociAlleggeriamoci. L’inbox per funzionare al meglio deve

tendere ad essere vuoto (apriremmo le buste per poi riporre

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elaborata la mail va cancellata o archiviata.

La regola di ParetoLa regola di Pareto. Detta anche regola dell’80/20: solo il

20% di tutti i documenti archiviati torna utile. L’80% è

superfluo. Siamo sicuri di voler perdere tempo ad archiviare

ordinatamente email inutili?

Altrimenti torniamo alla tradizionale posta cartacea, che

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Alzi la mano chi non vorrebbe rientrare a casa dopo una lungagiornata di lavoro e ritrovarsi in un’oasi di organizzazione, ordine,pulizia. E invece: la posta ci invade, l’ingresso soccombe all’invasionedi giacche e borse, i cavi dei nostri aggeggi elettronici spuntano inogni dove..

Ora però c’è chi viene in nostro soccorso: il Professional Organizer,una figura professionale nata negli Stati Uniti che inizia a farsiconoscere anche in Italia. Missione: aiutarci a riprendere in manoil controllo dei nostri spazi, a casa, in ufficio e in generale nellaquotidianità.

Il lavoro del Professional Organizer consiste infatti nel guidare ilcliente all’organizzazione dei propri spazi di vita, come quelli entrole mura domestiche, e all’ottimizzazione dei tempi dedicati alla lorogestione. Con una serie di interventi personalizzati: studio eprogettazione degli ambienti, eliminazione del superfluo,management domestico, assistenza nell’organizzazione deltrasloco…

Insomma, un vero e proprio “guru” dell’organizzazione che puòintervenire anche in altri ambiti: il P.O. può occuparsi

Professional Organizer:l’organizzazione diventaun lavoro! Amina Obbed " 5 novembre 2014 # News Casarapido $ No Comment

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Alzi la mano chi non vorrebbe rientrare a casa dopo una lungagiornata di lavoro e ritrovarsi in un’oasi di organizzazione, ordine,pulizia. E invece: la posta ci invade, l’ingresso soccombe all’invasionedi giacche e borse, i cavi dei nostri aggeggi elettronici spuntano inogni dove..

Ora però c’è chi viene in nostro soccorso: il Professional Organizer,una figura professionale nata negli Stati Uniti che inizia a farsiconoscere anche in Italia. Missione: aiutarci a riprendere in manoil controllo dei nostri spazi, a casa, in ufficio e in generale nellaquotidianità.

Il lavoro del Professional Organizer consiste infatti nel guidare ilcliente all’organizzazione dei propri spazi di vita, come quelli entrole mura domestiche, e all’ottimizzazione dei tempi dedicati alla lorogestione. Con una serie di interventi personalizzati: studio eprogettazione degli ambienti, eliminazione del superfluo,management domestico, assistenza nell’organizzazione deltrasloco…

Insomma, un vero e proprio “guru” dell’organizzazione che puòintervenire anche in altri ambiti: il P.O. può occuparsi

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Per chi volesse la consulenza di un Professional Organizer o alcontrario volesse diventarlo, un punto di riferimento importante èAPOI, l’Associazione Professional Organizers Italia che ha comemission la promozione della filiera dell’organizzazione professionalein Italia e il raggiungimento e il mantenimento di un elevato standarddi qualità dei propri associati. Sul sito è possibile trovare iriferimenti del Professional Organizer più vicino, nonché utiliconsigli su come muovere i primi passi verso questa professione.

E per chi volesse migliorare le proprie capacità organizzativeOrganizzare Italia, la prima impresa italiana dell’organizzazionedella persona, offre un’ampia scelta di risorse – corsi, laboratori,seminari online, insieme a video ed ebook – oltre ad attività diformazione per avviarsi alla professione di P.O.

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Non Sprecare13 febbraio 2015

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11.02.2015di REDAZIONE

COME FARE DECLUTTERING -

DECLUTTERING CASA E SPACE CLEANER -

I VANTAGGI DEL DECLUTTERING -

COME ELIMINARE LE COSE CHE NON CI SERVONO -

Siamo ossessionati dagli armadi zeppi di roba che non utilizziamo. Senza neanche saperlo e senza neanche conoscerebene tutto il guardaroba di cui disponiamo. Secondo le statistiche circa un terzo del nostro guardaroba di vestiti e scarpe, per ciascuna stagione, è compostoda oggetti che non indosseremo mai durante l’anno. Neanche per un giorno. Con il rischio di diventare “accumulatori seriali”, ovvero di identificarci in uno deipersonaggi della fortunata serie televisiva messa in onda da Sky sull’accumulo compulsivo, e dunque sullo spreco, di oggetti inutili.

LEGGI ANCHE: Come rinnovare il proprio guardaroba senza mettere mani al portafoglio

Sarà capitato anche a voi di ritrovarvi con i cassetti così pieni da non riuscire più a trovare nulla. Se è così ègiunto il momento di ridistribuire le cose vecchie che non servono più e iniziare a fare un po’ di spazio. Proprio per questo, gli inglesi e gli americani sisono inventati “il decluttering”, il cui significato è “togliere quello che ingombra” e lo “Space cleaner” che è invece l’arte di riorganizzare i propri spazie di conseguenza anche la propria vita distaccandosi da tutta una serie di oggetti che ci legano troppo al passato e che a volte ci ricordano eventispiacevoli. E poi si sa, vivere in mezzo al disordine certo non ci facilita la vita.

Rimettere in ordine eliminando tutto quello che non serve più ci permetterà di guadagnare tempo prezioso: pensate atutto quello perso al mattino mentre cercate le chiavi di casa e non riuscite a trovarle, senza contare la preoccupazione che questa cosa genera in voi dataanche la fretta.

Inoltre, dopo aver fatto spazio noterete che vi sentirete subito meglio e di buonumore anche se a volte eliminare ciò che non ci serve più può esseredavvero difficile nonostante si tratti di oggetti inutili ma che abbiamo con noi da troppo tempo per potercene liberare senza pensarci troppo.

Ecco quindi alcuni semplici consigli per un decluttering perfetto:

Innanzitutto, pensate a una sorta di piano delle stanze da cui partire e, a seconda del tempo a vostra disposizione, riordinatene una per volta. Potetescegliere se dedicare al decluttering mezz’ora al giorno o se fare tutto durante il fine settimana.

Una volta scelta la stanza, a poco a poco iniziate a svuotare i diversi cassetti passando poi alla libreria, alla credenza o agli altri mobili.

Selezionate bene il materiale recuperato perché magari c’è qualcosa che è ancora possibile recuperare: abiti vecchi, accessori vintage che non vipiacciono più, oggetti per la casa. In tal caso potete provare a vendere tutto su internet o nei tanti mercatini dell’usato che trovate in giro per le vostrecittà.

Assolutamente vietato spostare tutto in soffitta facendo in modo che la roba vecchia inizi a sommergere anche quello spazio. Ricordate che affinchè ildecluttering abbia un senso è necessario che le cose da eliminare escano dalla vostra casa.

Per dividere al meglio i vari oggetti potete attrezzarvi con alcune scatole di cartone in cui suddividere le cose da buttare, quelle da regalare e quelle daavviare alla raccolta differenziata.

In alternativa, perché non provate invece ad organizzare uno swap party con le amiche? Chiedete anche a loro di portare le cose che non usano piùma che possono ancora essere utili, e scambiatele. Avrete così dato una seconda vita agli oggetti.

Se invece vi siete resi conto di aver accumulato molti libri, potreste provare a donarli alle biblioteche o alle sale pubbliche di lettura del vostro quartiereoppure semplicemente potete regalarli ai vostri amici e familiari.

Non appena tutto sarà di nuovo in ordine, per evitare che il caos si riappropri delle vostre stanze, evitate di portare a casa troppi giornali o cataloghi:dopo averli letti avviateli alla raccolta differenziata oppure riciclateli in maniera creativa: ecco qui tante idee curiose.

Infine, se proprio non siete riusciti a liberarvi di alcune cose, almeno datevi una scadenza per buttarle via. Mettetele tutte in uno scatolone e se dopoqualche mese vi rendete conto che quella scatola non è più stata riaperta, buttate o regalate tutto senza pensarci su due volte.

Decluttering: ecco come farlo in maniera efficace

come fare ordine in casa

riorganizzare i propri spazi con lo space cleaner

Decluttering: come eliminare il superfluo in casa

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11/10/2014Devi fare un po’ d’ordine? Arriva la Professional Organizer

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In un mondo caotico e disordinato come il nostro, potrebbeessere utile avere tra i contatti una figura come quella dellaProfessional Organizer, una professione nuova in Italia maconosciuta bene invece all’estero e soprattutto in Americadove è già attiva dagli anni ’80.

Tenere in ordine non è per niente facile, occorre tempo eorganizzazione e secondo alcune ricerche la percentuale dipersone disordinate raggiunge persino l’80%, con soloquindi un 20% abbastanza organizzato.

Chi è come potrebbe aiutare una

Professional Organizer?

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massimo gli spazi, a risparmiare tempo

prezioso e aiuta non solo a casa ma anche sul

proprio posto di lavoro, suggerendo sistemi

per migliorare l’organizzazione della propria

attività o della propria scrivania, sia virtuale,

che fisica.

Ordina gli spazi ed elimina ciò che è superfluo,

cose a volte anche ingombranti accumulate nel

tempo, nell’armadio, sulla scrivania, nel

computer.

Quando potrebbe essere utile?

Le occasioni possibili in cui serve l’intervento

di una Professional Organizer sono

numerose: certamente quando arriva un

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Potrebbe essere utile anche per educare i

bambini a sapersi organizzare, fin dai primi

anni di vita, partendo dal tenere in ordine i

loro giochi e decidendo insieme quali

conservare e quali cedere eventualmente per il

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Perché si dovrebbero buttare cose che

potrebbero tornare utili o che sono state

care?

Perché riuscire a liberarsi di alcuni oggetti può

significare stare meglio e sentirsi più leggere.

“Accatastare cose” riflette spesso anche un

disordine mentale che si traduce in un togliere

spazio alle novità e quindi al

proprio benessere.

Per quanto riguarda la formazione, a maggio di quest’anno aBologna c’è stato un incontro di tutti coloro che organizzano“le vite altrui”. In Italia esiste l’Associazione Apoi,Associazione Personal Organizer Italiani, www.apoi.it, di cuiSabrina Toscani è fondatrice e presidente.

Un contributo interessante, per chivolesse saperne di più, è dato dallibro “Space Clearing”, ed.Mediterranee e dal sito,www.spaceclearing.it, dove vengonospiegate chiaramente le tecniche di“purificazione degli spazi” o“spaceclearing”, che hanno come

riferimento l’antica disciplina cinese Feng Shui che interpretala casa come come uno specchio della nostra esistenza, percui fare spazio in casa equivale a farlo anche nella vita.Un altro spunto è dato anche dal sito “tutto aposto” http://www.tutto-aposto.com/hai-bisogno-di-tuttoaposto/

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Per quanto riguarda la formazione, a maggio di quest’anno aBologna c’è stato un incontro di tutti coloro che organizzano“le vite altrui”. In Italia esiste l’Associazione Apoi,Associazione Personal Organizer Italiani, www.apoi.it, di cuiSabrina Toscani è fondatrice e presidente.

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Il Velino27 settembre 2014

Interni

Professional organizer,organizzare la vita dellepersone, sia in ambitodomestico che lavorativoNegli Stati Uniti, gli antesignani, in Canada, in Giappone ein diversi paesi europei esiste da molti anni. In Italiaquesta nuova professione è nata da pochissimo tempo

Negli Stati Uniti, gli antesignani, in Canada, in Giappone e in diversi paesi europei esiste damolti anni. In Italia questa nuova professione è nata da pochissimo tempo. I membri dell’Apoi(Associazione professional organizers Italia) aiutano persone e aziende ad organizzare iltempo e gli spazi. Ne parliamo con Irene Novello, vice presidente e consigliere.

di sb - 27 settembre 2014 16:31fonte ilVelino/AGV NEWS

Roma

Interni

Professional organizer,organizzare la vita dellepersone, sia in ambitodomestico che lavorativoNegli Stati Uniti, gli antesignani, in Canada, in Giappone ein diversi paesi europei esiste da molti anni. In Italiaquesta nuova professione è nata da pochissimo tempo

Negli Stati Uniti, gli antesignani, in Canada, in Giappone e in diversi paesi europei esiste damolti anni. In Italia questa nuova professione è nata da pochissimo tempo. I membri dell’Apoi(Associazione professional organizers Italia) aiutano persone e aziende ad organizzare iltempo e gli spazi. Ne parliamo con Irene Novello, vice presidente e consigliere.

di sb - 27 settembre 2014 16:31fonte ilVelino/AGV NEWS

Roma

In che cosa consiste il vostro lavoro?In che cosa consiste il vostro lavoro?

"Nell’organizzare la vita delle persone, sia in ambito domestico che lavorativo. C’è chi nonriesce a vivere bene nel disordine che ha creato. In ambito lavorativo, ci occupiamo dellagestione del flusso di lavoro, proponendo un metodo, delle priorità. Per esempio, ogni voltache si legge una mail, senza neppure fornire una risposta, si impiegano 64 secondi, perriprendere il lavoro che stavamo eseguendo precedentemente. Il che significa 8 ore e mezzaperse settimanalmente. La prima cosa che si deve fare la mattina è gestire, pianificare quelloche si deve fare. Si capirà poi quali sono le mail prioritarie a cui dare una risposta e quelleda archiviare".

E nell’ambito domestico?E nell’ambito domestico?

"Consiste nel riordino degli spazi: c’è chi decide di portarsi l’ufficio in casa, può esserci lapartenza di un figlio o la riorganizzazione vera e propria della casa, che comprendel’eliminazione del superfluo, di tutto ciò a cui ci siamo affezionati negli anni e non riusciamoad abbandonare. Si tratta di una vera e propria patologia: in questi casi ci avvaliamo delsupporto di uno psichiatra".

Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?

"Da settembre nasceranno dei corsi veri e propri. Io sono architetta, il nostro presidenteproviene dal mondo aziendale, abbiamo creato una rete sul territorio nazionale, in modo daappoggiarci e supportarci a vicenda, a seconda delle competenze personali".

Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?

"Un rendimento economico su quelle persone, che stipano oggetti e vestiti negli armadi,senza più ricordarsene e finiscono, per comprarne altri identici. Se in un’azienda, come ledicevo, un dipendente perde otto ore e mezza settimanalmente, è già un problema".

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Il Velino27 settembre 2014

In che cosa consiste il vostro lavoro?In che cosa consiste il vostro lavoro?

"Nell’organizzare la vita delle persone, sia in ambito domestico che lavorativo. C’è chi nonriesce a vivere bene nel disordine che ha creato. In ambito lavorativo, ci occupiamo dellagestione del flusso di lavoro, proponendo un metodo, delle priorità. Per esempio, ogni voltache si legge una mail, senza neppure fornire una risposta, si impiegano 64 secondi, perriprendere il lavoro che stavamo eseguendo precedentemente. Il che significa 8 ore e mezzaperse settimanalmente. La prima cosa che si deve fare la mattina è gestire, pianificare quelloche si deve fare. Si capirà poi quali sono le mail prioritarie a cui dare una risposta e quelleda archiviare".

E nell’ambito domestico?E nell’ambito domestico?

"Consiste nel riordino degli spazi: c’è chi decide di portarsi l’ufficio in casa, può esserci lapartenza di un figlio o la riorganizzazione vera e propria della casa, che comprendel’eliminazione del superfluo, di tutto ciò a cui ci siamo affezionati negli anni e non riusciamoad abbandonare. Si tratta di una vera e propria patologia: in questi casi ci avvaliamo delsupporto di uno psichiatra".

Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?

"Da settembre nasceranno dei corsi veri e propri. Io sono architetta, il nostro presidenteproviene dal mondo aziendale, abbiamo creato una rete sul territorio nazionale, in modo daappoggiarci e supportarci a vicenda, a seconda delle competenze personali".

Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?

"Un rendimento economico su quelle persone, che stipano oggetti e vestiti negli armadi,senza più ricordarsene e finiscono, per comprarne altri identici. Se in un’azienda, come ledicevo, un dipendente perde otto ore e mezza settimanalmente, è già un problema".

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Negli Stati Uniti, gli antesignani, in Canada, in Giappone e in diversi paesi europei esiste damolti anni. In Italia questa nuova professione è nata da pochissimo tempo. I membri dell’Apoi(Associazione professional organizers Italia) aiutano persone e aziende ad organizzare iltempo e gli spazi. Ne parliamo con Irene Novello, vice presidente e consigliere.

di sb - 27 settembre 2014 16:31fonte ilVelino/AGV NEWS

Roma

In che cosa consiste il vostro lavoro?In che cosa consiste il vostro lavoro?

"Nell’organizzare la vita delle persone, sia in ambito domestico che lavorativo. C’è chi nonriesce a vivere bene nel disordine che ha creato. In ambito lavorativo, ci occupiamo dellagestione del flusso di lavoro, proponendo un metodo, delle priorità. Per esempio, ogni voltache si legge una mail, senza neppure fornire una risposta, si impiegano 64 secondi, perriprendere il lavoro che stavamo eseguendo precedentemente. Il che significa 8 ore e mezzaperse settimanalmente. La prima cosa che si deve fare la mattina è gestire, pianificare quelloche si deve fare. Si capirà poi quali sono le mail prioritarie a cui dare una risposta e quelleda archiviare".

E nell’ambito domestico?E nell’ambito domestico?

"Consiste nel riordino degli spazi: c’è chi decide di portarsi l’ufficio in casa, può esserci lapartenza di un figlio o la riorganizzazione vera e propria della casa, che comprendel’eliminazione del superfluo, di tutto ciò a cui ci siamo affezionati negli anni e non riusciamoad abbandonare. Si tratta di una vera e propria patologia: in questi casi ci avvaliamo delsupporto di uno psichiatra".

Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?Esistono dei corsi per intraprendere questa professione?

"Da settembre nasceranno dei corsi veri e propri. Io sono architetta, il nostro presidenteproviene dal mondo aziendale, abbiamo creato una rete sul territorio nazionale, in modo daappoggiarci e supportarci a vicenda, a seconda delle competenze personali".

Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?Che cosa comportano i vostri interventi in termini economici?

"Un rendimento economico su quelle persone, che stipano oggetti e vestiti negli armadi,senza più ricordarsene e finiscono, per comprarne altri identici. Se in un’azienda, come ledicevo, un dipendente perde otto ore e mezza settimanalmente, è già un problema".

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LORENZA CASTAGNERI 22/07/2014

Raccontano che ai loro clienti basta una chiacchierata per sentirsi meglio. Delresto, lo dicono anche gli psicologi: essere ordinati è una delle regole pervivere bene. «Peccato che alcuni studi abbiamo dimostrato che solo il 12% dellapopolazione possiede la «dote» di sapersi organizzare», dice Irene Novello. Atutti gli altri pensano quelli come lei. Li chiamano «professional organizer» e il loro compito è pianificare le vitedegli altri. Sotto tutti i punti di vista. L’elenco dei servizi è lungo. Da quelli piùbanali e all’apparenza scontati, come consulenze per sistemare l’armadio dellapropria stanza e progettare una dispensa in modo da azzerare gli sprechi, aconsigli più complessi, tipo strutturare un’agenda degli appuntamenti efficaceper rispettare gli impegni presi, pianificare un trasloco o suggerimenti su cometrasformare la propria casa a misura di bambino. «Libri e giocattoli sistemati sumensole più basse, vestiti a portata di mano. Così mamma e papà non devonointervenire a ogni richiesta, evitano di perdere tempo e il bambino è feliceperché diventa, a poco a poco, autonomo», spiegano. Benvenuti allora nel mondo di chi organizza le vite altrui. Per professione. Unarealtà nata negli Anni 80 negli Usa, già diffusa dalla Gran Bretagna al Giappone,dall’Australia alla Germania e che sta prendendo piede anche nel nostro Paese.Compirà un anno a ottobre la Apoi, l’Associazione professional organizer Italia.E’ il primo ente che riunisce chi fa questo mestiere: gli iscritti sono unaquarantina e si sono riuniti a Bologna per il loro primo raduno nazionale.Qualcuno ha la laurea in Architettura, qualcuno in Economia, altri sonodiplomati. Non c’è un percorso di studi tracciato per fare questo lavoro. Alla base sta la formazione del cliente. «L’obiettivo è andare ad agire sullapersona. A partire dalle esigenze, insegniamo dei metodi di pianificazione chepoi, in modo autonomo, potrà applicare anche in contesti maggiormentecomplessi. I nostri sono strumenti che aiutano a organizzare la giornata, persaper affrontare senza affanni anche gli imprevisti e senza lasciarsi travolgeredagli impegni che finiscono per mangiarsi tutto il tempo libero», spiegaSabrina Toscani, presidente Apoi. Ora, pensare che ai «professional organizer» si rivolga solo chi ha molto da faresarebbe un errore. Anche perché vanno a bussare alla loro porta anche i

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Raccontano che ai loro clienti basta una chiacchierata per sentirsi meglio. Delresto, lo dicono anche gli psicologi: essere ordinati è una delle regole pervivere bene. «Peccato che alcuni studi abbiamo dimostrato che solo il 12% dellapopolazione possiede la «dote» di sapersi organizzare», dice Irene Novello. Atutti gli altri pensano quelli come lei. Li chiamano «professional organizer» e il loro compito è pianificare le vitedegli altri. Sotto tutti i punti di vista. L’elenco dei servizi è lungo. Da quelli piùbanali e all’apparenza scontati, come consulenze per sistemare l’armadio dellapropria stanza e progettare una dispensa in modo da azzerare gli sprechi, aconsigli più complessi, tipo strutturare un’agenda degli appuntamenti efficaceper rispettare gli impegni presi, pianificare un trasloco o suggerimenti su cometrasformare la propria casa a misura di bambino. «Libri e giocattoli sistemati sumensole più basse, vestiti a portata di mano. Così mamma e papà non devonointervenire a ogni richiesta, evitano di perdere tempo e il bambino è feliceperché diventa, a poco a poco, autonomo», spiegano. Benvenuti allora nel mondo di chi organizza le vite altrui. Per professione. Unarealtà nata negli Anni 80 negli Usa, già diffusa dalla Gran Bretagna al Giappone,dall’Australia alla Germania e che sta prendendo piede anche nel nostro Paese.Compirà un anno a ottobre la Apoi, l’Associazione professional organizer Italia.E’ il primo ente che riunisce chi fa questo mestiere: gli iscritti sono unaquarantina e si sono riuniti a Bologna per il loro primo raduno nazionale.Qualcuno ha la laurea in Architettura, qualcuno in Economia, altri sonodiplomati. Non c’è un percorso di studi tracciato per fare questo lavoro. Alla base sta la formazione del cliente. «L’obiettivo è andare ad agire sullapersona. A partire dalle esigenze, insegniamo dei metodi di pianificazione chepoi, in modo autonomo, potrà applicare anche in contesti maggiormentecomplessi. I nostri sono strumenti che aiutano a organizzare la giornata, persaper affrontare senza affanni anche gli imprevisti e senza lasciarsi travolgeredagli impegni che finiscono per mangiarsi tutto il tempo libero», spiegaSabrina Toscani, presidente Apoi. Ora, pensare che ai «professional organizer» si rivolga solo chi ha molto da faresarebbe un errore. Anche perché vanno a bussare alla loro porta anche i

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disoccupati, non solo, mamme e papà che devono dividersi tra lavoro, figli,casa e genitori anziani o commercialisti e avvocati workaholic. Disoccupati?«Certo: da noi arriva anche chi, trovandosi da un giorno all’altro senza nulla dafare, non sa come riempire il tempo che ha a disposizione e ci chiama peravere qualche consiglio anche su come trovare un nuovo impiego». Capitolo aparte meritano le aziende. Ad alzare il telefono sono spesso imprenditoriscontenti di come è organizzato il lavoro nella propria impresa. «A differenza diquanto fanno i consulenti tradizionali, ci prendiamo cura della singola persona:la aiutiamo a organizzare l’ufficio, a gestire impegni e documenti, a nonaccumulare mail. E la produttività aumenta». Quanto ci vuole? Dipende dal compito. A volte basta qualche incontro, altreuna paio di scambio di battute su Skype, altre ancora si programmano degliappuntamenti settimanali per verificare i progressi. Anche la spesa è variabile.«La nostra è una associazione giovane. Non abbiamo un tariffario nazionale.Siamo liberi professionisti che applicano prezzi diversi alle prestazioni»,sottolinea Toscani. Nel suo caso, mezza giornata di lavoro costa 280 euro.«Con possibili oscillazioni a seconda che il committente sia un privato oun’azienda». Si spende, sì, ma si guadagna pure. «Non sa quante volte sono finita da clientiche erano talmente disordinati da non sapere nemmeno più quello cheavevano in casa. E così continuavano a comprare cose che già avevano:magliette, pantaloni, piccoli elettrodomestici», racconta Irene Novello chedell’Apoi è vicepresidente. E poi volete mettere i benefici per la psiche? Da unavita disordinata si esce con maggiore tempo da dedicare a sé e alla famiglia. E,secondo alcuni studi, anche con qualche anno in più. Almeno cinque, per laprecisione.

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Il Portale della Regione Emilia Romagna26 giugno 2014

Il portale della Regione Emilia-Romagna

Consumatori

L'abilità di organizzarsi per non restare sepolti dal caosPer non soccombere a vestiti, oggetti, carte sparsi ovunque in casa, ci sono molti trucchi.Altrimenti si può chiedere aiuto ad un "organizer"

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Se stiamo affogando nel caos di oggetti, vestiti, carte e documenti, se annaspiamo dietro impegni che siaccumulano e non riusciamo a smaltire, se ci rendiamo conto che stiamo perdendo di vista le priorità e noncogliamo le opportunità migliori per la nostra vita o il nostro lavoro, allora è giunto il momento di chiamare unProfessional Organizer.

Ovvero: colui (o più spesso “colei”) che ci aiuterà a organizzare e riordinare spazi e tempi della nostra vitaprivata e lavorativa, il Professionista dell’organizzazione (così in italiano)che ci farà ritrovare la bussola in mezzoal caos quotidiano.

L’Apoi (Associazione Professional Organizers Italia), nata nell’ottobre 2013, è l’associazione cheriunisce nel nostro paese questi esperti che mettono le loro esperienze e competenze al servizio di chi tra casa elavoro non si raccapezza più.

Questa figura, nata negli Usa negli anni '80, utilizza sistemi organizzativi personalizzati e insegna l’abilità diorganizzazione, sia in ambito privato che sul lavoro. In pratica, fornisce informazioni e assistenza per renderepiù semplice organizzarsi, aiutando le persone a trovare equilibrio, a restituire ordine e a rendere più efficaci leproprie risorse.

Senza arrivare agli estremi patologici del reality “Sepolti in casa” (che racconta di persone che non riescono piùneanche a muoversi tra le cose accumulate negli anni), può capitare infatti che il disordine prenda, a poco apoco, il sopravvento nelle nostre vite. D’altro canto, siamo sempre di corsa, sempre più attivi su vari fronti,multitasking come si dice oggi, e alla fine rischiamo di perderci, incapaci di rimettere letteralmente ogni cosa alsuo posto. E lo stress aumenta.

Lavoro, casa, life style

Scoraggiati di fronte a una cantina o un garage da svuotare che straborda di oggetti accumulati negli anni algrido di “poi lo sistemo”, “poi lo butto” o “poi lo regalo”, o stressati dalla gestione di un ufficio in cuil’organizzazione è solo un lontano ricordo, o da un ritmo di vita che non ci lascia nemmeno il tempo di

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pranzare, adesso dunque abbiamo una chance: un professionista che ci aiuterà a gestire in maniera più efficientela casa e la famiglia e a migliorare la produttività e il rendimento in azienda.

“Ma anche lo stile di vita può essere meglio organizzato”, ci spiega Marilina Di Cataldo, ProfessionalOrganizer e assistente on-demand di Apoi: “Attraverso scelte che permettano di ritagliare più tempo perse stessi, per non farsi sfuggire opportunità e per realizzare sogni e progetti che altrimenti non si ha tempo emodo di portare a termine”.

A voler schematizzare, i campi di intervento di un Professionista dell’organizzazione sono 3: lavoro(ufficio/azienda), casa, stile di vita. In ufficio può aiutarci dalla progettazione degli spazi alla pianificazione dellavoro, dalla gestione di archivi, documenti, posta cartacea e on line al time management. Per migliorare ilnostro stile di vita, invece, può gestire la nostra agenda, essere il nostro personal shopper o l’assistente personaleche ottimizza il tempo e crea spazio per ciò che più ci gratifica.

Ma in casa? “Qui - sottolinea Marilina Di Cataldo - i motivi per ricorrere al supporto di un professionista sono ipiù disparati. L’esigenza può nascere da un trasloco o da un restyling della casa in vista della vendita o dell’affittoo in occasione di un lutto, quando anche la componente emotiva impedisce di mettere ordine tra le cose dellapersona che non c’è più. Ma anche la semplice rivalutazione o l’organizzazione funzionale degli spazi, ilmiglioramento del management domestico, il decluttering ossia l’eliminazione del superfluo. Tutte cose che, permancanza di tempo o di metodo, alcune persone non sono in grado di fare da sole. Qualche giorno fa, adesempio, sono intervenuta per riordinare e riorganizzare il caotico studio di uno scultore”.

“Ma il nostro intento è di percorrere diverse strade”, continua la Di Cataldo. “Come promuovere e diffondere inconvegni e nelle scuole, dalla materna alle medie, la cultura dell’organizzazione, perché un bambino abituatoall’ordine fin da piccolo sarà probabilmente un adulto capace di organizzare bene la sua vita e il suo lavoro. Poivorremmo seguire l’esempio dei Professional Organizers americani che affiancano psicologi e psicoterapeuti chehanno in cura persone affette da disposofobia (l’accumulo patologico): in questo caso, il PO potrebbe ‘guidare’ ilpaziente negli aspetti pratici della sua riabilitazione, senza sostituirsi a lui, ma insegnandogli le regole di unabuona organizzazione della vita”.

“Infine - conclude la PO Di Cataldo - ci stiamo muovendo anche per ottenere il riconoscimento istituzionaledella nostra professione. L’iter burocratico è lungo, ma il primo passo è stato fatto con l’inserimento dell’Apoinella lista delle associazioni professionali tenuta dal ministero dello Sviluppo economico”.

Ma quanto costa?

È naturale: anche se ci rendiamo conto di non potercela proprio cavare da soli a svuotare una cantina, vogliamosapere quanto ci costerà ricorrere all’aiuto di un esperto del campo. E glielo chiediamo. “Siamo liberiprofessionisti, forniamo un preventivo gratuito e naturalmente la valutazione va fatta caso per caso”, ci rispondeMarilina Di Cataldo di Apoi. “Non c’è un tariffario e il costo dipende dal servizio richiesto: un ciclo di 5 incontriformativi in azienda ha certamente un costo diverso da una giornata di lavoro per riorganizzare unappartamento. Se nel primo caso si può presumere una spesa di circa mille euro, nel secondo caso si può stabilireuna tariffa oraria (intorno ai 50 euro) o un forfait. Ma, ripeto, si valuta caso per caso e di certo non siamo poicosì cari!”.

10 consigli per non perdere la bussola

Mantieni la superficie e lo spazio di lavoro sempre puliti e in ordine.

Dividi cose simili con cose simili. Stabilisci delle categorie ed etichetta le scatole e i contenitori.Usa dei sistemi che prevedano la circolazione delle cose, piuttosto che l’accumulo (quindi: lava i piattisubito invece che accumularli nel lavandino, butta le riviste già lette e tieni in un posto apposito quelleche intendi leggere, dagli massimo due mesi e poi che tu l’abbia lette o no, buttale).Ripulisci spesso cassetti, armadi e contenitori selezionando sempre il contenuto in “buttare”, “tenere”,“regalare”.Leggi la posta ed elaborala giornalmente, sia quella cartacea che quella elettronica. Tieni una casella diposta on line per le comunicazioni importantie solo quelle (usane un’altra per tutto ciò che riguardapromozioni, pubblicità, informazioni generiche).

Dividi le cose che tieni in caso ti servano o che devi tenere per legge (es. documenti bancari) da ciò chedevi avere a portata di mano ogni giorno.Riponi le cose in modo che si vedano, e non che vengano nascoste. Usa contenitori trasparenti in modoche sia facile capirne il contenuto, inoltre usa sempre le etichette; devi poterle trovare quando ti servono.Se non vedi una cosa è molto probabile che non ricordi di averla e magari ti trovi a ricomprarla conconseguente spreco di soldi e di tempo.Per archiviare usa delle categorie semplici. Le categorie non devono essere troppo profonde, marimanere un po’ più generiche, altrimenti rischi di perdere troppo tempo ad archiviare e a ritrovare.Mantieni per le cose da fare un sistema verticale ordinato in ordine di priorità, visibile quindi a portatadi occhio (una lavagnetta, l’agenda cartacea, il calendario oppure un’applicazione del Pc o dellosmartphone) e semplice, non complicarti la vita, non trovare sistemi troppo complessi, più il sistema èfacile da usare più è efficace.Usa sistemi flessibili: le cose da fare cambiano di frequente, gli oggetti utili pure e le nostre esigenzeanche. Un sistema efficace qualche anno fa potrebbe non esserlo più oggi.

Fonte: Apoi

10 consigli per organizzarsi ogni giorno

Organizza ogni giorno: investi 20-30 minuti per pianificare la giornata successiva.

Tieni una lista delle cose da fare: porta sempre qualcosa con te (notes, telefono, notebook) per potersegnare le cose quando ti vengono in mente.Crea delle realistiche liste di compiti: iniziare la giornata con una lista troppo lunga è frustrante e rendepiù difficile raggiungere gli obiettivi.Dai delle priorità: chiediti “se oggi potessi fare solo una cosa, quale sarebbe?”. Lavora sulla primapriorità cercando di concludere il compito prima di passare a quello successivo.Impara a dire di no: accettare di fare delle attività per le quali non si ha tempo non è di aiuto a nessuno.Controlla le interruzioni: ci interrompiamo da soli con internet, e-mail, telefono, televisione. Identificanella giornata dei momenti per queste cose, concentra e dedica il resto del tempo alle priorità che ti seiposte.Procedi per piccoli passi: dividi i grandi progetti in attività più piccole. In questo modo non ti sentiraisopraffatto e sarai più facilmente soddisfatto degli obiettivi raggiunti.Ottimizza i momenti più produttivi: approfitta dei momenti in cui hai più energia per affrontare i lavoripiù difficili o meno gradevoli.Metti un cronometro: se hai problemi a iniziare un lavoro metti il cronometro ogni 15 o 30 minuti, estabilisci di lavorare solo fino a quando non finisce il tempo.Prenditi cura di te stesso: dormire a sufficienza, mangiare in maniera salutare e fare attività fisica puòaiutare ad aumentare le capacità di rimanere focalizzati e lavorare con maggiore efficienza.

Fonte: Apoi

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Se stiamo affogando nel caos di oggetti, vestiti, carte e documenti, se annaspiamo dietro impegni che siaccumulano e non riusciamo a smaltire, se ci rendiamo conto che stiamo perdendo di vista le priorità e noncogliamo le opportunità migliori per la nostra vita o il nostro lavoro, allora è giunto il momento di chiamare unProfessional Organizer.

Ovvero: colui (o più spesso “colei”) che ci aiuterà a organizzare e riordinare spazi e tempi della nostra vitaprivata e lavorativa, il Professionista dell’organizzazione (così in italiano)che ci farà ritrovare la bussola in mezzoal caos quotidiano.

L’Apoi (Associazione Professional Organizers Italia), nata nell’ottobre 2013, è l’associazione cheriunisce nel nostro paese questi esperti che mettono le loro esperienze e competenze al servizio di chi tra casa elavoro non si raccapezza più.

Questa figura, nata negli Usa negli anni '80, utilizza sistemi organizzativi personalizzati e insegna l’abilità diorganizzazione, sia in ambito privato che sul lavoro. In pratica, fornisce informazioni e assistenza per renderepiù semplice organizzarsi, aiutando le persone a trovare equilibrio, a restituire ordine e a rendere più efficaci leproprie risorse.

Senza arrivare agli estremi patologici del reality “Sepolti in casa” (che racconta di persone che non riescono piùneanche a muoversi tra le cose accumulate negli anni), può capitare infatti che il disordine prenda, a poco apoco, il sopravvento nelle nostre vite. D’altro canto, siamo sempre di corsa, sempre più attivi su vari fronti,multitasking come si dice oggi, e alla fine rischiamo di perderci, incapaci di rimettere letteralmente ogni cosa alsuo posto. E lo stress aumenta.

Lavoro, casa, life style

Scoraggiati di fronte a una cantina o un garage da svuotare che straborda di oggetti accumulati negli anni algrido di “poi lo sistemo”, “poi lo butto” o “poi lo regalo”, o stressati dalla gestione di un ufficio in cuil’organizzazione è solo un lontano ricordo, o da un ritmo di vita che non ci lascia nemmeno il tempo di

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pranzare, adesso dunque abbiamo una chance: un professionista che ci aiuterà a gestire in maniera più efficientela casa e la famiglia e a migliorare la produttività e il rendimento in azienda.

“Ma anche lo stile di vita può essere meglio organizzato”, ci spiega Marilina Di Cataldo, ProfessionalOrganizer e assistente on-demand di Apoi: “Attraverso scelte che permettano di ritagliare più tempo perse stessi, per non farsi sfuggire opportunità e per realizzare sogni e progetti che altrimenti non si ha tempo emodo di portare a termine”.

A voler schematizzare, i campi di intervento di un Professionista dell’organizzazione sono 3: lavoro(ufficio/azienda), casa, stile di vita. In ufficio può aiutarci dalla progettazione degli spazi alla pianificazione dellavoro, dalla gestione di archivi, documenti, posta cartacea e on line al time management. Per migliorare ilnostro stile di vita, invece, può gestire la nostra agenda, essere il nostro personal shopper o l’assistente personaleche ottimizza il tempo e crea spazio per ciò che più ci gratifica.

Ma in casa? “Qui - sottolinea Marilina Di Cataldo - i motivi per ricorrere al supporto di un professionista sono ipiù disparati. L’esigenza può nascere da un trasloco o da un restyling della casa in vista della vendita o dell’affittoo in occasione di un lutto, quando anche la componente emotiva impedisce di mettere ordine tra le cose dellapersona che non c’è più. Ma anche la semplice rivalutazione o l’organizzazione funzionale degli spazi, ilmiglioramento del management domestico, il decluttering ossia l’eliminazione del superfluo. Tutte cose che, permancanza di tempo o di metodo, alcune persone non sono in grado di fare da sole. Qualche giorno fa, adesempio, sono intervenuta per riordinare e riorganizzare il caotico studio di uno scultore”.

“Ma il nostro intento è di percorrere diverse strade”, continua la Di Cataldo. “Come promuovere e diffondere inconvegni e nelle scuole, dalla materna alle medie, la cultura dell’organizzazione, perché un bambino abituatoall’ordine fin da piccolo sarà probabilmente un adulto capace di organizzare bene la sua vita e il suo lavoro. Poivorremmo seguire l’esempio dei Professional Organizers americani che affiancano psicologi e psicoterapeuti chehanno in cura persone affette da disposofobia (l’accumulo patologico): in questo caso, il PO potrebbe ‘guidare’ ilpaziente negli aspetti pratici della sua riabilitazione, senza sostituirsi a lui, ma insegnandogli le regole di unabuona organizzazione della vita”.

“Infine - conclude la PO Di Cataldo - ci stiamo muovendo anche per ottenere il riconoscimento istituzionaledella nostra professione. L’iter burocratico è lungo, ma il primo passo è stato fatto con l’inserimento dell’Apoinella lista delle associazioni professionali tenuta dal ministero dello Sviluppo economico”.

Ma quanto costa?

È naturale: anche se ci rendiamo conto di non potercela proprio cavare da soli a svuotare una cantina, vogliamosapere quanto ci costerà ricorrere all’aiuto di un esperto del campo. E glielo chiediamo. “Siamo liberiprofessionisti, forniamo un preventivo gratuito e naturalmente la valutazione va fatta caso per caso”, ci rispondeMarilina Di Cataldo di Apoi. “Non c’è un tariffario e il costo dipende dal servizio richiesto: un ciclo di 5 incontriformativi in azienda ha certamente un costo diverso da una giornata di lavoro per riorganizzare unappartamento. Se nel primo caso si può presumere una spesa di circa mille euro, nel secondo caso si può stabilireuna tariffa oraria (intorno ai 50 euro) o un forfait. Ma, ripeto, si valuta caso per caso e di certo non siamo poicosì cari!”.

10 consigli per non perdere la bussola

Mantieni la superficie e lo spazio di lavoro sempre puliti e in ordine.

Il portale della Regione Emilia-Romagna

Consumatori

L'abilità di organizzarsi per non restare sepolti dal caosPer non soccombere a vestiti, oggetti, carte sparsi ovunque in casa, ci sono molti trucchi.Altrimenti si può chiedere aiuto ad un "organizer"

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Se stiamo affogando nel caos di oggetti, vestiti, carte e documenti, se annaspiamo dietro impegni che siaccumulano e non riusciamo a smaltire, se ci rendiamo conto che stiamo perdendo di vista le priorità e noncogliamo le opportunità migliori per la nostra vita o il nostro lavoro, allora è giunto il momento di chiamare unProfessional Organizer.

Ovvero: colui (o più spesso “colei”) che ci aiuterà a organizzare e riordinare spazi e tempi della nostra vitaprivata e lavorativa, il Professionista dell’organizzazione (così in italiano)che ci farà ritrovare la bussola in mezzoal caos quotidiano.

L’Apoi (Associazione Professional Organizers Italia), nata nell’ottobre 2013, è l’associazione cheriunisce nel nostro paese questi esperti che mettono le loro esperienze e competenze al servizio di chi tra casa elavoro non si raccapezza più.

Questa figura, nata negli Usa negli anni '80, utilizza sistemi organizzativi personalizzati e insegna l’abilità diorganizzazione, sia in ambito privato che sul lavoro. In pratica, fornisce informazioni e assistenza per renderepiù semplice organizzarsi, aiutando le persone a trovare equilibrio, a restituire ordine e a rendere più efficaci leproprie risorse.

Senza arrivare agli estremi patologici del reality “Sepolti in casa” (che racconta di persone che non riescono piùneanche a muoversi tra le cose accumulate negli anni), può capitare infatti che il disordine prenda, a poco apoco, il sopravvento nelle nostre vite. D’altro canto, siamo sempre di corsa, sempre più attivi su vari fronti,multitasking come si dice oggi, e alla fine rischiamo di perderci, incapaci di rimettere letteralmente ogni cosa alsuo posto. E lo stress aumenta.

Lavoro, casa, life style

Scoraggiati di fronte a una cantina o un garage da svuotare che straborda di oggetti accumulati negli anni algrido di “poi lo sistemo”, “poi lo butto” o “poi lo regalo”, o stressati dalla gestione di un ufficio in cuil’organizzazione è solo un lontano ricordo, o da un ritmo di vita che non ci lascia nemmeno il tempo di

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pranzare, adesso dunque abbiamo una chance: un professionista che ci aiuterà a gestire in maniera più efficientela casa e la famiglia e a migliorare la produttività e il rendimento in azienda.

“Ma anche lo stile di vita può essere meglio organizzato”, ci spiega Marilina Di Cataldo, ProfessionalOrganizer e assistente on-demand di Apoi: “Attraverso scelte che permettano di ritagliare più tempo perse stessi, per non farsi sfuggire opportunità e per realizzare sogni e progetti che altrimenti non si ha tempo emodo di portare a termine”.

A voler schematizzare, i campi di intervento di un Professionista dell’organizzazione sono 3: lavoro(ufficio/azienda), casa, stile di vita. In ufficio può aiutarci dalla progettazione degli spazi alla pianificazione dellavoro, dalla gestione di archivi, documenti, posta cartacea e on line al time management. Per migliorare ilnostro stile di vita, invece, può gestire la nostra agenda, essere il nostro personal shopper o l’assistente personaleche ottimizza il tempo e crea spazio per ciò che più ci gratifica.

Ma in casa? “Qui - sottolinea Marilina Di Cataldo - i motivi per ricorrere al supporto di un professionista sono ipiù disparati. L’esigenza può nascere da un trasloco o da un restyling della casa in vista della vendita o dell’affittoo in occasione di un lutto, quando anche la componente emotiva impedisce di mettere ordine tra le cose dellapersona che non c’è più. Ma anche la semplice rivalutazione o l’organizzazione funzionale degli spazi, ilmiglioramento del management domestico, il decluttering ossia l’eliminazione del superfluo. Tutte cose che, permancanza di tempo o di metodo, alcune persone non sono in grado di fare da sole. Qualche giorno fa, adesempio, sono intervenuta per riordinare e riorganizzare il caotico studio di uno scultore”.

“Ma il nostro intento è di percorrere diverse strade”, continua la Di Cataldo. “Come promuovere e diffondere inconvegni e nelle scuole, dalla materna alle medie, la cultura dell’organizzazione, perché un bambino abituatoall’ordine fin da piccolo sarà probabilmente un adulto capace di organizzare bene la sua vita e il suo lavoro. Poivorremmo seguire l’esempio dei Professional Organizers americani che affiancano psicologi e psicoterapeuti chehanno in cura persone affette da disposofobia (l’accumulo patologico): in questo caso, il PO potrebbe ‘guidare’ ilpaziente negli aspetti pratici della sua riabilitazione, senza sostituirsi a lui, ma insegnandogli le regole di unabuona organizzazione della vita”.

“Infine - conclude la PO Di Cataldo - ci stiamo muovendo anche per ottenere il riconoscimento istituzionaledella nostra professione. L’iter burocratico è lungo, ma il primo passo è stato fatto con l’inserimento dell’Apoinella lista delle associazioni professionali tenuta dal ministero dello Sviluppo economico”.

Ma quanto costa?

È naturale: anche se ci rendiamo conto di non potercela proprio cavare da soli a svuotare una cantina, vogliamosapere quanto ci costerà ricorrere all’aiuto di un esperto del campo. E glielo chiediamo. “Siamo liberiprofessionisti, forniamo un preventivo gratuito e naturalmente la valutazione va fatta caso per caso”, ci rispondeMarilina Di Cataldo di Apoi. “Non c’è un tariffario e il costo dipende dal servizio richiesto: un ciclo di 5 incontriformativi in azienda ha certamente un costo diverso da una giornata di lavoro per riorganizzare unappartamento. Se nel primo caso si può presumere una spesa di circa mille euro, nel secondo caso si può stabilireuna tariffa oraria (intorno ai 50 euro) o un forfait. Ma, ripeto, si valuta caso per caso e di certo non siamo poicosì cari!”.

10 consigli per non perdere la bussola

Mantieni la superficie e lo spazio di lavoro sempre puliti e in ordine.

Dividi cose simili con cose simili. Stabilisci delle categorie ed etichetta le scatole e i contenitori.Usa dei sistemi che prevedano la circolazione delle cose, piuttosto che l’accumulo (quindi: lava i piattisubito invece che accumularli nel lavandino, butta le riviste già lette e tieni in un posto apposito quelleche intendi leggere, dagli massimo due mesi e poi che tu l’abbia lette o no, buttale).Ripulisci spesso cassetti, armadi e contenitori selezionando sempre il contenuto in “buttare”, “tenere”,“regalare”.Leggi la posta ed elaborala giornalmente, sia quella cartacea che quella elettronica. Tieni una casella diposta on line per le comunicazioni importantie solo quelle (usane un’altra per tutto ciò che riguardapromozioni, pubblicità, informazioni generiche).

Dividi le cose che tieni in caso ti servano o che devi tenere per legge (es. documenti bancari) da ciò chedevi avere a portata di mano ogni giorno.Riponi le cose in modo che si vedano, e non che vengano nascoste. Usa contenitori trasparenti in modoche sia facile capirne il contenuto, inoltre usa sempre le etichette; devi poterle trovare quando ti servono.Se non vedi una cosa è molto probabile che non ricordi di averla e magari ti trovi a ricomprarla conconseguente spreco di soldi e di tempo.Per archiviare usa delle categorie semplici. Le categorie non devono essere troppo profonde, marimanere un po’ più generiche, altrimenti rischi di perdere troppo tempo ad archiviare e a ritrovare.Mantieni per le cose da fare un sistema verticale ordinato in ordine di priorità, visibile quindi a portatadi occhio (una lavagnetta, l’agenda cartacea, il calendario oppure un’applicazione del Pc o dellosmartphone) e semplice, non complicarti la vita, non trovare sistemi troppo complessi, più il sistema èfacile da usare più è efficace.Usa sistemi flessibili: le cose da fare cambiano di frequente, gli oggetti utili pure e le nostre esigenzeanche. Un sistema efficace qualche anno fa potrebbe non esserlo più oggi.

Fonte: Apoi

10 consigli per organizzarsi ogni giorno

Organizza ogni giorno: investi 20-30 minuti per pianificare la giornata successiva.

Tieni una lista delle cose da fare: porta sempre qualcosa con te (notes, telefono, notebook) per potersegnare le cose quando ti vengono in mente.Crea delle realistiche liste di compiti: iniziare la giornata con una lista troppo lunga è frustrante e rendepiù difficile raggiungere gli obiettivi.Dai delle priorità: chiediti “se oggi potessi fare solo una cosa, quale sarebbe?”. Lavora sulla primapriorità cercando di concludere il compito prima di passare a quello successivo.Impara a dire di no: accettare di fare delle attività per le quali non si ha tempo non è di aiuto a nessuno.Controlla le interruzioni: ci interrompiamo da soli con internet, e-mail, telefono, televisione. Identificanella giornata dei momenti per queste cose, concentra e dedica il resto del tempo alle priorità che ti seiposte.Procedi per piccoli passi: dividi i grandi progetti in attività più piccole. In questo modo non ti sentiraisopraffatto e sarai più facilmente soddisfatto degli obiettivi raggiunti.Ottimizza i momenti più produttivi: approfitta dei momenti in cui hai più energia per affrontare i lavoripiù difficili o meno gradevoli.Metti un cronometro: se hai problemi a iniziare un lavoro metti il cronometro ogni 15 o 30 minuti, estabilisci di lavorare solo fino a quando non finisce il tempo.Prenditi cura di te stesso: dormire a sufficienza, mangiare in maniera salutare e fare attività fisica puòaiutare ad aumentare le capacità di rimanere focalizzati e lavorare con maggiore efficienza.

Fonte: Apoi

Page 49: MEDIA KIT APOI · i carichi di lavoro e lo stress; a trovare soluzioni per l’ottimizzazione e la ... migliora la gestione del tempo. ... Jobs Act, cosa (non) cambia per i precari

Il Portale della Regione Emilia Romagna26 giugno 2014

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Dividi cose simili con cose simili. Stabilisci delle categorie ed etichetta le scatole e i contenitori.Usa dei sistemi che prevedano la circolazione delle cose, piuttosto che l’accumulo (quindi: lava i piattisubito invece che accumularli nel lavandino, butta le riviste già lette e tieni in un posto apposito quelleche intendi leggere, dagli massimo due mesi e poi che tu l’abbia lette o no, buttale).Ripulisci spesso cassetti, armadi e contenitori selezionando sempre il contenuto in “buttare”, “tenere”,“regalare”.Leggi la posta ed elaborala giornalmente, sia quella cartacea che quella elettronica. Tieni una casella diposta on line per le comunicazioni importantie solo quelle (usane un’altra per tutto ciò che riguardapromozioni, pubblicità, informazioni generiche).

Dividi le cose che tieni in caso ti servano o che devi tenere per legge (es. documenti bancari) da ciò chedevi avere a portata di mano ogni giorno.Riponi le cose in modo che si vedano, e non che vengano nascoste. Usa contenitori trasparenti in modoche sia facile capirne il contenuto, inoltre usa sempre le etichette; devi poterle trovare quando ti servono.Se non vedi una cosa è molto probabile che non ricordi di averla e magari ti trovi a ricomprarla conconseguente spreco di soldi e di tempo.Per archiviare usa delle categorie semplici. Le categorie non devono essere troppo profonde, marimanere un po’ più generiche, altrimenti rischi di perdere troppo tempo ad archiviare e a ritrovare.Mantieni per le cose da fare un sistema verticale ordinato in ordine di priorità, visibile quindi a portatadi occhio (una lavagnetta, l’agenda cartacea, il calendario oppure un’applicazione del Pc o dellosmartphone) e semplice, non complicarti la vita, non trovare sistemi troppo complessi, più il sistema èfacile da usare più è efficace.Usa sistemi flessibili: le cose da fare cambiano di frequente, gli oggetti utili pure e le nostre esigenzeanche. Un sistema efficace qualche anno fa potrebbe non esserlo più oggi.

Fonte: Apoi

10 consigli per organizzarsi ogni giorno

Organizza ogni giorno: investi 20-30 minuti per pianificare la giornata successiva.

Tieni una lista delle cose da fare: porta sempre qualcosa con te (notes, telefono, notebook) per potersegnare le cose quando ti vengono in mente.Crea delle realistiche liste di compiti: iniziare la giornata con una lista troppo lunga è frustrante e rendepiù difficile raggiungere gli obiettivi.Dai delle priorità: chiediti “se oggi potessi fare solo una cosa, quale sarebbe?”. Lavora sulla primapriorità cercando di concludere il compito prima di passare a quello successivo.Impara a dire di no: accettare di fare delle attività per le quali non si ha tempo non è di aiuto a nessuno.Controlla le interruzioni: ci interrompiamo da soli con internet, e-mail, telefono, televisione. Identificanella giornata dei momenti per queste cose, concentra e dedica il resto del tempo alle priorità che ti seiposte.Procedi per piccoli passi: dividi i grandi progetti in attività più piccole. In questo modo non ti sentiraisopraffatto e sarai più facilmente soddisfatto degli obiettivi raggiunti.Ottimizza i momenti più produttivi: approfitta dei momenti in cui hai più energia per affrontare i lavoripiù difficili o meno gradevoli.Metti un cronometro: se hai problemi a iniziare un lavoro metti il cronometro ogni 15 o 30 minuti, estabilisci di lavorare solo fino a quando non finisce il tempo.Prenditi cura di te stesso: dormire a sufficienza, mangiare in maniera salutare e fare attività fisica puòaiutare ad aumentare le capacità di rimanere focalizzati e lavorare con maggiore efficienza.

Fonte: Apoi

Il portale della Regione Emilia-Romagna

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L'abilità di organizzarsi per non restare sepolti dal caosPer non soccombere a vestiti, oggetti, carte sparsi ovunque in casa, ci sono molti trucchi.Altrimenti si può chiedere aiuto ad un "organizer"

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Se stiamo affogando nel caos di oggetti, vestiti, carte e documenti, se annaspiamo dietro impegni che siaccumulano e non riusciamo a smaltire, se ci rendiamo conto che stiamo perdendo di vista le priorità e noncogliamo le opportunità migliori per la nostra vita o il nostro lavoro, allora è giunto il momento di chiamare unProfessional Organizer.

Ovvero: colui (o più spesso “colei”) che ci aiuterà a organizzare e riordinare spazi e tempi della nostra vitaprivata e lavorativa, il Professionista dell’organizzazione (così in italiano)che ci farà ritrovare la bussola in mezzoal caos quotidiano.

L’Apoi (Associazione Professional Organizers Italia), nata nell’ottobre 2013, è l’associazione cheriunisce nel nostro paese questi esperti che mettono le loro esperienze e competenze al servizio di chi tra casa elavoro non si raccapezza più.

Questa figura, nata negli Usa negli anni '80, utilizza sistemi organizzativi personalizzati e insegna l’abilità diorganizzazione, sia in ambito privato che sul lavoro. In pratica, fornisce informazioni e assistenza per renderepiù semplice organizzarsi, aiutando le persone a trovare equilibrio, a restituire ordine e a rendere più efficaci leproprie risorse.

Senza arrivare agli estremi patologici del reality “Sepolti in casa” (che racconta di persone che non riescono piùneanche a muoversi tra le cose accumulate negli anni), può capitare infatti che il disordine prenda, a poco apoco, il sopravvento nelle nostre vite. D’altro canto, siamo sempre di corsa, sempre più attivi su vari fronti,multitasking come si dice oggi, e alla fine rischiamo di perderci, incapaci di rimettere letteralmente ogni cosa alsuo posto. E lo stress aumenta.

Lavoro, casa, life style

Scoraggiati di fronte a una cantina o un garage da svuotare che straborda di oggetti accumulati negli anni algrido di “poi lo sistemo”, “poi lo butto” o “poi lo regalo”, o stressati dalla gestione di un ufficio in cuil’organizzazione è solo un lontano ricordo, o da un ritmo di vita che non ci lascia nemmeno il tempo di

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pranzare, adesso dunque abbiamo una chance: un professionista che ci aiuterà a gestire in maniera più efficientela casa e la famiglia e a migliorare la produttività e il rendimento in azienda.

“Ma anche lo stile di vita può essere meglio organizzato”, ci spiega Marilina Di Cataldo, ProfessionalOrganizer e assistente on-demand di Apoi: “Attraverso scelte che permettano di ritagliare più tempo perse stessi, per non farsi sfuggire opportunità e per realizzare sogni e progetti che altrimenti non si ha tempo emodo di portare a termine”.

A voler schematizzare, i campi di intervento di un Professionista dell’organizzazione sono 3: lavoro(ufficio/azienda), casa, stile di vita. In ufficio può aiutarci dalla progettazione degli spazi alla pianificazione dellavoro, dalla gestione di archivi, documenti, posta cartacea e on line al time management. Per migliorare ilnostro stile di vita, invece, può gestire la nostra agenda, essere il nostro personal shopper o l’assistente personaleche ottimizza il tempo e crea spazio per ciò che più ci gratifica.

Ma in casa? “Qui - sottolinea Marilina Di Cataldo - i motivi per ricorrere al supporto di un professionista sono ipiù disparati. L’esigenza può nascere da un trasloco o da un restyling della casa in vista della vendita o dell’affittoo in occasione di un lutto, quando anche la componente emotiva impedisce di mettere ordine tra le cose dellapersona che non c’è più. Ma anche la semplice rivalutazione o l’organizzazione funzionale degli spazi, ilmiglioramento del management domestico, il decluttering ossia l’eliminazione del superfluo. Tutte cose che, permancanza di tempo o di metodo, alcune persone non sono in grado di fare da sole. Qualche giorno fa, adesempio, sono intervenuta per riordinare e riorganizzare il caotico studio di uno scultore”.

“Ma il nostro intento è di percorrere diverse strade”, continua la Di Cataldo. “Come promuovere e diffondere inconvegni e nelle scuole, dalla materna alle medie, la cultura dell’organizzazione, perché un bambino abituatoall’ordine fin da piccolo sarà probabilmente un adulto capace di organizzare bene la sua vita e il suo lavoro. Poivorremmo seguire l’esempio dei Professional Organizers americani che affiancano psicologi e psicoterapeuti chehanno in cura persone affette da disposofobia (l’accumulo patologico): in questo caso, il PO potrebbe ‘guidare’ ilpaziente negli aspetti pratici della sua riabilitazione, senza sostituirsi a lui, ma insegnandogli le regole di unabuona organizzazione della vita”.

“Infine - conclude la PO Di Cataldo - ci stiamo muovendo anche per ottenere il riconoscimento istituzionaledella nostra professione. L’iter burocratico è lungo, ma il primo passo è stato fatto con l’inserimento dell’Apoinella lista delle associazioni professionali tenuta dal ministero dello Sviluppo economico”.

Ma quanto costa?

È naturale: anche se ci rendiamo conto di non potercela proprio cavare da soli a svuotare una cantina, vogliamosapere quanto ci costerà ricorrere all’aiuto di un esperto del campo. E glielo chiediamo. “Siamo liberiprofessionisti, forniamo un preventivo gratuito e naturalmente la valutazione va fatta caso per caso”, ci rispondeMarilina Di Cataldo di Apoi. “Non c’è un tariffario e il costo dipende dal servizio richiesto: un ciclo di 5 incontriformativi in azienda ha certamente un costo diverso da una giornata di lavoro per riorganizzare unappartamento. Se nel primo caso si può presumere una spesa di circa mille euro, nel secondo caso si può stabilireuna tariffa oraria (intorno ai 50 euro) o un forfait. Ma, ripeto, si valuta caso per caso e di certo non siamo poicosì cari!”.

10 consigli per non perdere la bussola

Mantieni la superficie e lo spazio di lavoro sempre puliti e in ordine.

Dividi cose simili con cose simili. Stabilisci delle categorie ed etichetta le scatole e i contenitori.Usa dei sistemi che prevedano la circolazione delle cose, piuttosto che l’accumulo (quindi: lava i piattisubito invece che accumularli nel lavandino, butta le riviste già lette e tieni in un posto apposito quelleche intendi leggere, dagli massimo due mesi e poi che tu l’abbia lette o no, buttale).Ripulisci spesso cassetti, armadi e contenitori selezionando sempre il contenuto in “buttare”, “tenere”,“regalare”.Leggi la posta ed elaborala giornalmente, sia quella cartacea che quella elettronica. Tieni una casella diposta on line per le comunicazioni importantie solo quelle (usane un’altra per tutto ciò che riguardapromozioni, pubblicità, informazioni generiche).

Dividi le cose che tieni in caso ti servano o che devi tenere per legge (es. documenti bancari) da ciò chedevi avere a portata di mano ogni giorno.Riponi le cose in modo che si vedano, e non che vengano nascoste. Usa contenitori trasparenti in modoche sia facile capirne il contenuto, inoltre usa sempre le etichette; devi poterle trovare quando ti servono.Se non vedi una cosa è molto probabile che non ricordi di averla e magari ti trovi a ricomprarla conconseguente spreco di soldi e di tempo.Per archiviare usa delle categorie semplici. Le categorie non devono essere troppo profonde, marimanere un po’ più generiche, altrimenti rischi di perdere troppo tempo ad archiviare e a ritrovare.Mantieni per le cose da fare un sistema verticale ordinato in ordine di priorità, visibile quindi a portatadi occhio (una lavagnetta, l’agenda cartacea, il calendario oppure un’applicazione del Pc o dellosmartphone) e semplice, non complicarti la vita, non trovare sistemi troppo complessi, più il sistema èfacile da usare più è efficace.Usa sistemi flessibili: le cose da fare cambiano di frequente, gli oggetti utili pure e le nostre esigenzeanche. Un sistema efficace qualche anno fa potrebbe non esserlo più oggi.

Fonte: Apoi

10 consigli per organizzarsi ogni giorno

Organizza ogni giorno: investi 20-30 minuti per pianificare la giornata successiva.

Tieni una lista delle cose da fare: porta sempre qualcosa con te (notes, telefono, notebook) per potersegnare le cose quando ti vengono in mente.Crea delle realistiche liste di compiti: iniziare la giornata con una lista troppo lunga è frustrante e rendepiù difficile raggiungere gli obiettivi.Dai delle priorità: chiediti “se oggi potessi fare solo una cosa, quale sarebbe?”. Lavora sulla primapriorità cercando di concludere il compito prima di passare a quello successivo.Impara a dire di no: accettare di fare delle attività per le quali non si ha tempo non è di aiuto a nessuno.Controlla le interruzioni: ci interrompiamo da soli con internet, e-mail, telefono, televisione. Identificanella giornata dei momenti per queste cose, concentra e dedica il resto del tempo alle priorità che ti seiposte.Procedi per piccoli passi: dividi i grandi progetti in attività più piccole. In questo modo non ti sentiraisopraffatto e sarai più facilmente soddisfatto degli obiettivi raggiunti.Ottimizza i momenti più produttivi: approfitta dei momenti in cui hai più energia per affrontare i lavoripiù difficili o meno gradevoli.Metti un cronometro: se hai problemi a iniziare un lavoro metti il cronometro ogni 15 o 30 minuti, estabilisci di lavorare solo fino a quando non finisce il tempo.Prenditi cura di te stesso: dormire a sufficienza, mangiare in maniera salutare e fare attività fisica puòaiutare ad aumentare le capacità di rimanere focalizzati e lavorare con maggiore efficienza.

Fonte: Apoi

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Tusciatimes11 giugno 2014

RASSEgnA STAMPAWEBtusciatimes.eu http://www.tusciatimes.eu/wordpress/?p=15429#more-15429

Irene Novello, vicepresidente di Apoi

Sbarca in Italia il Professional Organizer, la vicepresidente

dell’associazione italiana Irene Novello ne descrive il profilo

“L’Ordine è il nostro (nuovo) mestiere”. Questo il titolo dell’intervista

rilasciata da Irene Novello, vice-presidente dell’Apoi (Associazione

Professional Organizers Italia) sul noto settimanale italiano “ il

venerdì di Repubblica” del 30 maggio scorso che ci ha davvero

colpito nella periodica – anche se non sistematica – rassegna

stampa nazionale.

Il tema è di primaria importanza, ovvero l’organizzazione del proprio

lavoro, e che ce ne sia un’esigenza diffusa è comprovato dalle parole

di Irene: “Dagli Stati Uniti, dov’è nata, questa professione si è diffusa

molto rapidamente in Inghilterra nel 2004, in Australia nel 2005 e poi

in Germania, Olanda, Canada e Giappone”. Un professionista per

professionisti, verrebbe da dire, che come riporta Maria Teresa

Carbone su un articolo pubblicato il 17 maggio su Pagina99 (rivista

cultural-economica appena uscita in edicola e sul web, ndr) è nato

negli Stati Uniti negli anni ’80, 90 e non ha risentito della crisi, almeno

a sentire “Sara Pedersen, che nel suo sito Time to Organize, sostiene

che gli organizzatori di professione sono cresciuti in modo

esponenziale. Gli iscritti alla Napo erano 834 nel 1995, 1358 nel 2000

e sono oggi più di quattromila”. (See more at:

http://www.pagina99.it/news/societa/5658/Chi-sono-e-cosa-fanno-

i.html#sthash.NzNCu6MH.dpuf).

Ma non è tutto. La notizia vera è che all’estero tale professione è stata addirittura inserita nei Sistemi

Sanitari Nazionali: “Perché mai in Italia non dovremmo riuscirci?” si chiede invitando a riflettere sulla questione

Irene Novello che aggiunge: “La sindrome da accumulo è un problema serio anche da noi e i nostri attuali ritmi di

lavoro ci impongono di trovare nuovi e funzionali strumenti di organizzazione e di pianificazione”.

Dulcis in fundo, se vi state chiedendo chi dovrebbe rivolgersi ad un Professional Organizer eccovi serviti:

“Aziende e privati. In entrambi i casi i risultati si vedono subito” assicura la vice-presidente dell’Apoi.

Top secret le tariffe, ma chiedere un preventivo non costa nulla. Quasi quasi un pensierino ce lo facciamo anche

noi…

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Adnkronos19 maggio 2014

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Soldi . Lavoro . Sbarca in Italia la nuova figura del 'professional organizer'

Sbarca in Italia la nuova/gura del 'professionalorganizer'Annunci Google

Articolo pubblicato il: 19/05/2014

Roma, 19 mag. (Labitalia) - Per chi è in cerca di unanuova occupazione e per chi desidera organizzaremeglio luoghi fisici e tempistiche della propria vitapersonale e lavorativa, sbarca in Italia la nuova figuradel 'professional organizer'. La nuova professione èstata presentata a Bologna, all'interno del 'Primoincontro italiano sull'organizzazione del tempo e dellapersona', promosso dalla neonata Associazioneprofessional organizers Italia (Apoi) con il patrocinio

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del Comune di Bologna.

"Quella del professional organizer - spiega lapresidente Apoi, Sabrina Toscani - è una professionenuova e promettente, che in Italia è arrivata da pocoma ha già registrato una rapida crescita. Si tratta diuna figura professionale che aiuta la persona amigliorare la proprie abilità organizzative peraffrontare in maniera più serena e produttiva gliimpegni crescenti e i grossi carichi di lavoro checaratterizzano la vita quotidiana di tutti noi".

Al centro della prima Giornata nazionale deiprofessional organizers il tema dell'organizzazionepersonale e sulla sua fondamentale importanza perla realizzazione dei progetti di lavoro e di vita. Condue sezioni, una riservata a chi è o vuole diventareprofessional organizer e una aperta al pubblico suitemi del multitasking, della gestione del tempo edell'eliminazione del superfluo.

TAG: organizer, Italia, Associazioneprofessional organizers Italia, sbarcare,

occupazione, Bologna, Roma

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Soldi . Lavoro . Sbarca in Italia la nuova figura del 'professional organizer'

Sbarca in Italia la nuova/gura del 'professionalorganizer'Annunci Google

Articolo pubblicato il: 19/05/2014

Roma, 19 mag. (Labitalia) - Per chi è in cerca di unanuova occupazione e per chi desidera organizzaremeglio luoghi fisici e tempistiche della propria vitapersonale e lavorativa, sbarca in Italia la nuova figuradel 'professional organizer'. La nuova professione èstata presentata a Bologna, all'interno del 'Primoincontro italiano sull'organizzazione del tempo e dellapersona', promosso dalla neonata Associazioneprofessional organizers Italia (Apoi) con il patrocinio

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del Comune di Bologna.

"Quella del professional organizer - spiega lapresidente Apoi, Sabrina Toscani - è una professionenuova e promettente, che in Italia è arrivata da pocoma ha già registrato una rapida crescita. Si tratta diuna figura professionale che aiuta la persona amigliorare la proprie abilità organizzative peraffrontare in maniera più serena e produttiva gliimpegni crescenti e i grossi carichi di lavoro checaratterizzano la vita quotidiana di tutti noi".

Al centro della prima Giornata nazionale deiprofessional organizers il tema dell'organizzazionepersonale e sulla sua fondamentale importanza perla realizzazione dei progetti di lavoro e di vita. Condue sezioni, una riservata a chi è o vuole diventareprofessional organizer e una aperta al pubblico suitemi del multitasking, della gestione del tempo edell'eliminazione del superfluo.

TAG: organizer, Italia, Associazioneprofessional organizers Italia, sbarcare,

occupazione, Bologna, Roma

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Avvenire19 maggio 2014

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19 maggio 2014

Professioni

Nuove figure

Anche in Italia sbarca il professional organizerPer chi è in cerca di una nuova occupazione e perchi desidera organizzare meglio luoghi fisici etempistiche della propria vita personale elavorativa, sbarca in Italia la nuova figura delprofessional organizer. La nuova professione èstata presentata a Bologna, all'interno del Primoincontro italiano sull'organizzazione del tempo edella persona, promosso dalla neonataAssociazione professional organizers Italia (Apoi)con il patrocinio del Comune di Bologna.

"Quella del professional organizer - spiega lapresidente Apoi, Sabrina Toscani - è una

professione nuova e promettente, che in Italia è arrivata da poco, ma ha già registrato una rapidacrescita. Si tratta di una figura professionale che aiuta la persona a migliorare la proprie abilitàorganizzative per affrontare in maniera più serena e produttiva gli impegni crescenti e i grossicarichi di lavoro che caratterizzano la vita quotidiana di tutti noi".

Al centro della prima Giornata nazionale dei professional organizers il tema dell'organizzazionepersonale e sulla sua fondamentale importanza per la realizzazione dei progetti di lavoro e di vita.Con due sezioni, una riservata a chi è o vuole diventare professional organizer e una aperta alpubblico sui temi del multitasking, della gestione del tempo e dell'eliminazione del superfluo.

© riproduzione riservata

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ECONOMIA DELLACONOSCENZA

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VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

COMPORTAMENTIAZIENDALI

ETICAE BENI COMUNI

AMMINISTRAZIONECONDIVISA

SVILUPPOE IDENTITÀ LOCALE

HABITAT DEL TERZOMILLENNIO

GRAFICAE DESIGN

IMMAGINIE REALTÀ

Professional organizersCreato Domenica, 18 Maggio 2014 10:05Scritto da Cristiana Rinaldi

Ieri, 17 maggio 2014, sono stata in un paese Anglosassone. Sì, potreisintetizzare così la mia giornata al primo evento italiano realizzato da Apoi,Associazione Professional Organizers Italia.Scesa dal treno pensavo di essere atterrata a Stansted, pavimenti puliti,segnaletica chiara, scale mobili funzionanti, altoparlanti comprensibili e bagnilindi.Salendo i tre piani della nuovissima Stazione centrale discendevo verso ilMediterraneo, ma non del tutto. Autobus frequenti, biciclette, pedoni, tutticircolavano senza code o traffico intasato.Certo la giornata era bellissima, calda e soleggiata, così per arrivare allaSalaborsa sono andata a piedi, Bologna è piccola, è accogliente e sotto i portici,perdendomi tra le stradine della zona limitrofa, anche alle due celebri Torri, hoanche cercato un posticino carino dove pranzare velocemente con un piattodella rinomata cucina emiliana, ovviamente seduta.L'evento si svolgeva al piano interrato nell'auditorium Enzo Biagi di Salaborsache è la biblioteca civica multimediale di informazione generale di Bologna.Grande comune quello di Bologna! Complimenti.Qui la funzionalità e la praticità anglosassone si sono mischiate con l'eleganza ela bellezza della storia e dell'arte che si possono trovare solo nel nostro paese:l'Italia.

Puntuali, come da programma, l'evento inizia

Irene Novello, vicepresidente dell'Apoi, presenta la figura del ProfessionalOrganizer, figura che nasce negli Stati Uniti nel 1986 e che è una professione incontinua evoluzione.Il Professional Organizer, anche abbreviato PO, con la propria capacità edesperienza professionale assiste le persone nel ritrovare il proprio equilibrio ea restituire ordine massimizzando le proprie risorse.L'associazione italiana professional organizers è nata dall'esigenza diconoscersi, confrontarsi, fare rete, scambiare idee, ma sopratutto divulgarel'importanza che l'organizzazione personale può avere sulla vita di ognipersona, per semplificarla e migliorarla in termini di qualità.

Stile di vita: ma come si fa a far tutto?

Silva Bucci propone alcuni suggerimenti per migliorare le proprie performance,pianificare i tempi e decidere gli obiettivi. Ci rassicura dicendo che solo il 10,12% della popolazione nasce organizzata.Parla della sindrome di Berthelot e della sindrome dell'Eroe quelli chevogliono far tutto a qualsiasi costo, dell'effetto Colibrì, quelli che iniziano afare mille cose, senza portarle a termine finendo quindi con solo problemiaperti.Ed ancora del "keep my baby", tipico di alcune mamme, ma non solo, che nonaffidano il loro bambino ad alcuno per non fiducia, ovvero non sanno delegare,infine di Mr.Nice Guy, colui che si presenta come il bravo ragazzo.Suggerisce di non affidarsi completamente alla mente, che a volte fa bruttischerzi: ci si deve organizzare.Citando Jacopo Fo:

"La Mente, mente. Altrimenti si chiamerebbe Sincera." Un primo semplice suggerimento è quello di tenere un "diario di bordo" unasorta di "ruolino" su carta, tablet, smartphone o pc, appuntare quando si inizia afare un nuovo lavoro e riappuntare quando si termina.Così si impara e si capisce il valore del tempo.Noi di Officine Einstein lo abbiamo sempre tenuto, prima su carta sulla Scheda

ARCHIVIOIl lavoro con milioni e milioni di

occupati

Il manager sportivo

Change? no! changing.

Bibliografia sui gruppi

Di venerdì, davanti al camino

La creatività si impara?

Il Focusing, una bussola per le start up

Lo sterminio dei dirigenti

Le migliori aziende per cui lavorare nel

2014

Digitalizzare la manifattura

A che servono le aziende ora che c'è il

web 2.0?

Design nel temporary management

Successo nel temporary management

Temporary manager e cultura

d'impresa

Gli Stati generali della consulenza

italiana

Per saperne di più su ImpresAperta

Migliorare le performance delle

organizzazioni

Il manifesto di ImpresAperta

Modelli di cultura aziendale e creazione

di valore

Cultura aziendale e modelli

organizzativi

Comunitocrazia: la risposta delle

aziende

I diagnostici della cultura aziendale

Auto-imprenditorialità

I messaggi csr per le pmi

Quando la consulenza diventa un

partner

La comunità di pratica in pillole

Diversity management

L'innesto in azienda

Quando le mele erano solo frutti

Customer experience: un percorso

concreto

Crowdsourcing: nuove risorse aziendali

La customer experience in pratica

Come stabilire le priorità?

Appassionarsi!

ARCHIVIORachid, il ragazzo dei fazzoletti

I primi sei mesi di SoloNotiziePositive

Il coraggio di Angela

Il primo evento di SoloNotiziePositive!

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Professional organizersCreato Domenica, 18 Maggio 2014 10:05Scritto da Cristiana Rinaldi

Ieri, 17 maggio 2014, sono stata in un paese Anglosassone. Sì, potreisintetizzare così la mia giornata al primo evento italiano realizzato da Apoi,Associazione Professional Organizers Italia.Scesa dal treno pensavo di essere atterrata a Stansted, pavimenti puliti,segnaletica chiara, scale mobili funzionanti, altoparlanti comprensibili e bagnilindi.Salendo i tre piani della nuovissima Stazione centrale discendevo verso ilMediterraneo, ma non del tutto. Autobus frequenti, biciclette, pedoni, tutticircolavano senza code o traffico intasato.Certo la giornata era bellissima, calda e soleggiata, così per arrivare allaSalaborsa sono andata a piedi, Bologna è piccola, è accogliente e sotto i portici,perdendomi tra le stradine della zona limitrofa, anche alle due celebri Torri, hoanche cercato un posticino carino dove pranzare velocemente con un piattodella rinomata cucina emiliana, ovviamente seduta.L'evento si svolgeva al piano interrato nell'auditorium Enzo Biagi di Salaborsache è la biblioteca civica multimediale di informazione generale di Bologna.Grande comune quello di Bologna! Complimenti.Qui la funzionalità e la praticità anglosassone si sono mischiate con l'eleganza ela bellezza della storia e dell'arte che si possono trovare solo nel nostro paese:l'Italia.

Puntuali, come da programma, l'evento inizia

Irene Novello, vicepresidente dell'Apoi, presenta la figura del ProfessionalOrganizer, figura che nasce negli Stati Uniti nel 1986 e che è una professione incontinua evoluzione.Il Professional Organizer, anche abbreviato PO, con la propria capacità edesperienza professionale assiste le persone nel ritrovare il proprio equilibrio ea restituire ordine massimizzando le proprie risorse.L'associazione italiana professional organizers è nata dall'esigenza diconoscersi, confrontarsi, fare rete, scambiare idee, ma sopratutto divulgarel'importanza che l'organizzazione personale può avere sulla vita di ognipersona, per semplificarla e migliorarla in termini di qualità.

Stile di vita: ma come si fa a far tutto?

Silva Bucci propone alcuni suggerimenti per migliorare le proprie performance,pianificare i tempi e decidere gli obiettivi. Ci rassicura dicendo che solo il 10,12% della popolazione nasce organizzata.Parla della sindrome di Berthelot e della sindrome dell'Eroe quelli chevogliono far tutto a qualsiasi costo, dell'effetto Colibrì, quelli che iniziano afare mille cose, senza portarle a termine finendo quindi con solo problemiaperti.Ed ancora del "keep my baby", tipico di alcune mamme, ma non solo, che nonaffidano il loro bambino ad alcuno per non fiducia, ovvero non sanno delegare,infine di Mr.Nice Guy, colui che si presenta come il bravo ragazzo.Suggerisce di non affidarsi completamente alla mente, che a volte fa bruttischerzi: ci si deve organizzare.Citando Jacopo Fo:

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progetto, poi sul computer con i primi database progettati in FileMaker 2.1,quando il software ancora era della Claris, ora a volte chiacchierando con gliiPhone.

Imparare a delegare, farsi aiutare da qualcuno, dedicando alla formazione deldelegato il giusto tempo, si possono ottenere ottimi risultati anche da chi menoci aspettiamo possa sostituirci. Saper delegare vuol dire anche entrare incontatto con gli altri.Consiglia di fare qualcosa di meno, di affidare compiti ripetitivi in outsourcing, dilavorare senza distrazioni: è sorprendente quanto si produce di meno avendocontinue richieste di altre cose da fare.A volte anche fare attenzione al troppo perfezionismo, allunga i tempi senzaprodurre risultati che valgono quel tempo in più.Alcune regole da darsi:

1. decidere a priori un determinato tempo per ogni attività da fare nella giornata;2. scrivere quindi una lista, assegnando ad ogni cosa il tempo utile necessario

(tenendo il Diario di bordo, si imparano i tempi con una certa esattezza);3. stabilire le priorità;4. imparare a dire di NO. Se i primi tre punti sono stati pensati e scritti

correttamente, non sarà così difficile dire di NO;5. non si deve essere sempre disponibili, altrimenti ci si deconcentra, quindi

controllare le distrazioni;6. ottimizzare la giornata, ovvero assegnare i compiti più impegnativi nelle ore

della giornata in cui ci si sente più energici, la mattina o la sera a seconda delproprio orologio biologico;

7. usare un timer;8. infine premiarsi, prendendosi cura di se stessi.

Lavoro: multitasking o no?

Sabrina Toscani, presidente dell'associazione, prendendo come dato di fattodefinito da recenti studi neurologici, ci esorta: “Fate attenzione all'Attenzione.”Non è un gioco di parole, vuol dire che l'attenzione non è una risorsa illimitata,si esaurisce.La parola multitasking è stata coniata per un computer che riusciva a fare piùcose contemporaneamente. Con la tecnologia smart è tornata in voga, masiamo sicuri che è funzionale? Ipotizziamo un NO.Anche Sabrina suggerisce:

1. diamoci tempo, facciamo una cosa per volta;2. stabiliamo un tempo anche per fare delle "riunioni con noi stessi", che poi è

un'altra cosa tutta da imparare;3. dividete la giornata in parti;4. abbiamo un solo cervello, non dividiamolo!

Più spazio fisico e mentale: il decluttering e lo spaceclearing

Irene Novello introduce due parole nuove, ancora in inglese, una lingua che hail dono di riassumere una frase in un'unica parola:Decluttering, clutter, confusione, scompiglio, disordine, quindi l'eliminazionedelle cianfrusaglie, delle cose inutili e ingombrantiSpaceclearing, l'arte di fare spazio, ma non solo fisico, anche mentale. Bisogna acquisire consapevolezza del nostro rapporto-con-le-cose, perimparare a selezionare il superfluo.La parola "abitare" viene dal latino, Habitare (habere, avere), che nel sensoproprio è continuare ad avere, ma più comunemente, Aver consuetudine in unluogo, Abitarvi, Avere continua confidenza, Trovarsi a proprio agio.Se le case o gli uffici diventano luoghi disordinati, sono anche ostili, e chi vive olavora non è a proprio agio e non lavora più bene.

Pare che il 6 per cento della popolazione soffre di Hoarding Disorder,Disposofobia o accumulo patologico o accaparramento compulsivo. Un vero eproprio disturbo mentale caratterizzato da un bisogno ossessivo di acquisire,senza utilizzare né buttare via, una notevole quantità di beni, anche se inutili,pericolosi, o insalubri.

Se però parliamo solo di disordine in casa o in ufficio, si può visualizzarne ilvolume, disegnando una pianta e colorando il "clutter", per poi trasformarlo invile denaro e far capire a chi tiene molte cose, che il clutter è economicamentesvantaggioso.Generalmente usiamo solo il 20 per cento delle cose che abbiamo, ancheperchè spesso il restante 80 per cento è dietro, non si vede ed non èraggiungibile.Irene suggerisce di non fare lo sbaglio di affrontare tutta la casa o tutto l'ufficioin un colpo solo. Si deve iniziare con piccoli spazi, un cassetto, una scatola, un

La cultura del positivo

COMPORTAMENTIAZIENDALICi interessa ragionare sull'organizzazione

delle strutture, sulle metodologie, sulle

discipline che regolano le organizzazioni.

Teoria e pratica

Ma ben sappiamo che la modellistica è

poca cosa se non viene applicata, e che per

aver successo deve diventare un

comportamento adottato dalle persone

che costituiscono l'organizzazione.

Rapporto tra qualità e efficienza

Le aziende, non quelle monopolistiche, né

spesso quelle pubbliche, tra le varie forme

organizzative, sono quelle costrette a

dedicare molto impegno per trovare i

modelli organizzativi più sofisticati ed

efficaci. Il corretto rapporto tra qualità e

efficienza ne garantisce la sopravvivenza.

Per il bellessere

Per questo studieremo le aziende per

anticipare comportamenti che potranno

essere declinati per tutte le organizzazioni

che riuniscono risorse e persone per

raggiungere degli obiettivi.

Che per OfficineEinstein devono essere

obiettivi sostenibili, solidali ed etici

finalizzati a migliorare il bellessere dei

uomini e donne.

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anta dell'armadio. Anche perchè il riordinare, il buttare, il ripulire è stancante non solo fisicamentema anche psicologicamente. Prima di iniziare il lavoro fate una foto e preparate un cartello con le seguentidomande, da farsi ogni volta che si prende in mano un oggetto:

1. mi piace?2. l'ho mai usato?3. lo ricomprerei?

se la risposta alle prime 3 domande è stata SI, continuate:1. so dove posso metterlo?2. l'oggetto ha una storia, una memoria legata a qualcosa o qualcuno?3. Questo ricordo mi fa star bene o male?

Infine un consiglio: tenete solo i ricordi positivi, eliminate quelli negativi Organizzate delle scatole con scritto:

1. tenere;2. donare, vendere, scambiare, regalare;3. riciclare, riparare;4. isola ecologica, raccolta differenziata;

5ta scatola, la più piccola, la scatola degli oggetti problematici: in transito (mamai più di una settimana)Alla fine del lavoro gratificatevi! godetevi lo spazio vuoto ritrovato, scattate unafoto e confrontatela con la foto del "com'era prima".L'ordine non è uno solo, esistono vari ordini, ognuno deve trovare il proprio, iconfini sono delicati. Un bravo professional organizer aiuta le persone a trovaree gestire il proprio ordine.

Network: connessioni nel mondo

Francesca Pansadoro, è alle Relazioni esterne, si occupa dei rapporti con imedia e i network.Nel programma ha messo diverse collaborazioni per fare rete:

1. con il servizio sanitario nazionale, per migliorare la vita di molti;2. in ambito educativo, con le scuole, gli insegnanti e i genitori;3. rapporti con tv, giornali e web per divulgare e far conoscere la nuova figura

professionale;4. scambi con le associazioni in altri paesi, quasi tutti anglosassoni;5. con le aziende che producono oggetti e strumenti utili.

Infine la dolcissima testimonianza anglosassone di origine guatemalteca

Patty Cruz Fouchard, membro dell'Apdo, The Association of ProfessionalDeclutterers & Organizers Uk, che per rispetto del nostro paese e di noi ospiti, hamemorizzato l'inizio del suo discorso in italiano e aiutandosi con slides e testoscritto narra, sempre in un italiano con accento misto a spagnolo e inglese,della Napo, National Association of Professional Organizers, Associazioneeducativa no profit americana, di cui fanno parte i consulenti di organizzazione,relatori, formatori, autori e produttori di prodotti organizzazione.Racconta della sue esperienza nel Regno Unito, paese che già da anni benconosce il PO e ne fa un grandissimo uso per semplificarsi la vita e risolverequei problemi che in Italia ancora abbiamo timore e un pò di vergogna araccontare o mostrare. Le domande sarebbero ancora moltissime, la sala piena e l'interessedimostrato dal pubblico, sia maschile che femminile e di tutte le età, è statosicuramente gratificante per le fondatrici e le professioniste dell'Apoi.Bologna è puntuale, alle 17:30 l'evento termina, entrano le persone per l'eventosuccessivo.

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RASSEgnA STAMPAWEB

progetto, poi sul computer con i primi database progettati in FileMaker 2.1,quando il software ancora era della Claris, ora a volte chiacchierando con gliiPhone.

Imparare a delegare, farsi aiutare da qualcuno, dedicando alla formazione deldelegato il giusto tempo, si possono ottenere ottimi risultati anche da chi menoci aspettiamo possa sostituirci. Saper delegare vuol dire anche entrare incontatto con gli altri.Consiglia di fare qualcosa di meno, di affidare compiti ripetitivi in outsourcing, dilavorare senza distrazioni: è sorprendente quanto si produce di meno avendocontinue richieste di altre cose da fare.A volte anche fare attenzione al troppo perfezionismo, allunga i tempi senzaprodurre risultati che valgono quel tempo in più.Alcune regole da darsi:

1. decidere a priori un determinato tempo per ogni attività da fare nella giornata;2. scrivere quindi una lista, assegnando ad ogni cosa il tempo utile necessario

(tenendo il Diario di bordo, si imparano i tempi con una certa esattezza);3. stabilire le priorità;4. imparare a dire di NO. Se i primi tre punti sono stati pensati e scritti

correttamente, non sarà così difficile dire di NO;5. non si deve essere sempre disponibili, altrimenti ci si deconcentra, quindi

controllare le distrazioni;6. ottimizzare la giornata, ovvero assegnare i compiti più impegnativi nelle ore

della giornata in cui ci si sente più energici, la mattina o la sera a seconda delproprio orologio biologico;

7. usare un timer;8. infine premiarsi, prendendosi cura di se stessi.

Lavoro: multitasking o no?

Sabrina Toscani, presidente dell'associazione, prendendo come dato di fattodefinito da recenti studi neurologici, ci esorta: “Fate attenzione all'Attenzione.”Non è un gioco di parole, vuol dire che l'attenzione non è una risorsa illimitata,si esaurisce.La parola multitasking è stata coniata per un computer che riusciva a fare piùcose contemporaneamente. Con la tecnologia smart è tornata in voga, masiamo sicuri che è funzionale? Ipotizziamo un NO.Anche Sabrina suggerisce:

1. diamoci tempo, facciamo una cosa per volta;2. stabiliamo un tempo anche per fare delle "riunioni con noi stessi", che poi è

un'altra cosa tutta da imparare;3. dividete la giornata in parti;4. abbiamo un solo cervello, non dividiamolo!

Più spazio fisico e mentale: il decluttering e lo spaceclearing

Irene Novello introduce due parole nuove, ancora in inglese, una lingua che hail dono di riassumere una frase in un'unica parola:Decluttering, clutter, confusione, scompiglio, disordine, quindi l'eliminazionedelle cianfrusaglie, delle cose inutili e ingombrantiSpaceclearing, l'arte di fare spazio, ma non solo fisico, anche mentale. Bisogna acquisire consapevolezza del nostro rapporto-con-le-cose, perimparare a selezionare il superfluo.La parola "abitare" viene dal latino, Habitare (habere, avere), che nel sensoproprio è continuare ad avere, ma più comunemente, Aver consuetudine in unluogo, Abitarvi, Avere continua confidenza, Trovarsi a proprio agio.Se le case o gli uffici diventano luoghi disordinati, sono anche ostili, e chi vive olavora non è a proprio agio e non lavora più bene.

Pare che il 6 per cento della popolazione soffre di Hoarding Disorder,Disposofobia o accumulo patologico o accaparramento compulsivo. Un vero eproprio disturbo mentale caratterizzato da un bisogno ossessivo di acquisire,senza utilizzare né buttare via, una notevole quantità di beni, anche se inutili,pericolosi, o insalubri.

Se però parliamo solo di disordine in casa o in ufficio, si può visualizzarne ilvolume, disegnando una pianta e colorando il "clutter", per poi trasformarlo invile denaro e far capire a chi tiene molte cose, che il clutter è economicamentesvantaggioso.Generalmente usiamo solo il 20 per cento delle cose che abbiamo, ancheperchè spesso il restante 80 per cento è dietro, non si vede ed non èraggiungibile.Irene suggerisce di non fare lo sbaglio di affrontare tutta la casa o tutto l'ufficioin un colpo solo. Si deve iniziare con piccoli spazi, un cassetto, una scatola, un

La cultura del positivo

COMPORTAMENTIAZIENDALICi interessa ragionare sull'organizzazione

delle strutture, sulle metodologie, sulle

discipline che regolano le organizzazioni.

Teoria e pratica

Ma ben sappiamo che la modellistica è

poca cosa se non viene applicata, e che per

aver successo deve diventare un

comportamento adottato dalle persone

che costituiscono l'organizzazione.

Rapporto tra qualità e efficienza

Le aziende, non quelle monopolistiche, né

spesso quelle pubbliche, tra le varie forme

organizzative, sono quelle costrette a

dedicare molto impegno per trovare i

modelli organizzativi più sofisticati ed

efficaci. Il corretto rapporto tra qualità e

efficienza ne garantisce la sopravvivenza.

Per il bellessere

Per questo studieremo le aziende per

anticipare comportamenti che potranno

essere declinati per tutte le organizzazioni

che riuniscono risorse e persone per

raggiungere degli obiettivi.

Che per OfficineEinstein devono essere

obiettivi sostenibili, solidali ed etici

finalizzati a migliorare il bellessere dei

uomini e donne.

Sei qui: Home Comportamenti aziendali Cerca... Cerca... Vai

POLITICHEDI COMUNICAZIONE

RETIE SOCIAL NETWORK

ECONOMIA DELLACONOSCENZA

APPRENDIMENTO INEVOLUZIONE

VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

COMPORTAMENTIAZIENDALI

ETICAE BENI COMUNI

AMMINISTRAZIONECONDIVISA

SVILUPPOE IDENTITÀ LOCALE

HABITAT DEL TERZOMILLENNIO

GRAFICAE DESIGN

IMMAGINIE REALTÀ

Professional organizersCreato Domenica, 18 Maggio 2014 10:05Scritto da Cristiana Rinaldi

Ieri, 17 maggio 2014, sono stata in un paese Anglosassone. Sì, potreisintetizzare così la mia giornata al primo evento italiano realizzato da Apoi,Associazione Professional Organizers Italia.Scesa dal treno pensavo di essere atterrata a Stansted, pavimenti puliti,segnaletica chiara, scale mobili funzionanti, altoparlanti comprensibili e bagnilindi.Salendo i tre piani della nuovissima Stazione centrale discendevo verso ilMediterraneo, ma non del tutto. Autobus frequenti, biciclette, pedoni, tutticircolavano senza code o traffico intasato.Certo la giornata era bellissima, calda e soleggiata, così per arrivare allaSalaborsa sono andata a piedi, Bologna è piccola, è accogliente e sotto i portici,perdendomi tra le stradine della zona limitrofa, anche alle due celebri Torri, hoanche cercato un posticino carino dove pranzare velocemente con un piattodella rinomata cucina emiliana, ovviamente seduta.L'evento si svolgeva al piano interrato nell'auditorium Enzo Biagi di Salaborsache è la biblioteca civica multimediale di informazione generale di Bologna.Grande comune quello di Bologna! Complimenti.Qui la funzionalità e la praticità anglosassone si sono mischiate con l'eleganza ela bellezza della storia e dell'arte che si possono trovare solo nel nostro paese:l'Italia.

Puntuali, come da programma, l'evento inizia

Irene Novello, vicepresidente dell'Apoi, presenta la figura del ProfessionalOrganizer, figura che nasce negli Stati Uniti nel 1986 e che è una professione incontinua evoluzione.Il Professional Organizer, anche abbreviato PO, con la propria capacità edesperienza professionale assiste le persone nel ritrovare il proprio equilibrio ea restituire ordine massimizzando le proprie risorse.L'associazione italiana professional organizers è nata dall'esigenza diconoscersi, confrontarsi, fare rete, scambiare idee, ma sopratutto divulgarel'importanza che l'organizzazione personale può avere sulla vita di ognipersona, per semplificarla e migliorarla in termini di qualità.

Stile di vita: ma come si fa a far tutto?

Silva Bucci propone alcuni suggerimenti per migliorare le proprie performance,pianificare i tempi e decidere gli obiettivi. Ci rassicura dicendo che solo il 10,12% della popolazione nasce organizzata.Parla della sindrome di Berthelot e della sindrome dell'Eroe quelli chevogliono far tutto a qualsiasi costo, dell'effetto Colibrì, quelli che iniziano afare mille cose, senza portarle a termine finendo quindi con solo problemiaperti.Ed ancora del "keep my baby", tipico di alcune mamme, ma non solo, che nonaffidano il loro bambino ad alcuno per non fiducia, ovvero non sanno delegare,infine di Mr.Nice Guy, colui che si presenta come il bravo ragazzo.Suggerisce di non affidarsi completamente alla mente, che a volte fa bruttischerzi: ci si deve organizzare.Citando Jacopo Fo:

"La Mente, mente. Altrimenti si chiamerebbe Sincera." Un primo semplice suggerimento è quello di tenere un "diario di bordo" unasorta di "ruolino" su carta, tablet, smartphone o pc, appuntare quando si inizia afare un nuovo lavoro e riappuntare quando si termina.Così si impara e si capisce il valore del tempo.Noi di Officine Einstein lo abbiamo sempre tenuto, prima su carta sulla Scheda

ARCHIVIOIl lavoro con milioni e milioni di

occupati

Il manager sportivo

Change? no! changing.

Bibliografia sui gruppi

Di venerdì, davanti al camino

La creatività si impara?

Il Focusing, una bussola per le start up

Lo sterminio dei dirigenti

Le migliori aziende per cui lavorare nel

2014

Digitalizzare la manifattura

A che servono le aziende ora che c'è il

web 2.0?

Design nel temporary management

Successo nel temporary management

Temporary manager e cultura

d'impresa

Gli Stati generali della consulenza

italiana

Per saperne di più su ImpresAperta

Migliorare le performance delle

organizzazioni

Il manifesto di ImpresAperta

Modelli di cultura aziendale e creazione

di valore

Cultura aziendale e modelli

organizzativi

Comunitocrazia: la risposta delle

aziende

I diagnostici della cultura aziendale

Auto-imprenditorialità

I messaggi csr per le pmi

Quando la consulenza diventa un

partner

La comunità di pratica in pillole

Diversity management

L'innesto in azienda

Quando le mele erano solo frutti

Customer experience: un percorso

concreto

Crowdsourcing: nuove risorse aziendali

La customer experience in pratica

Come stabilire le priorità?

Appassionarsi!

ARCHIVIORachid, il ragazzo dei fazzoletti

I primi sei mesi di SoloNotiziePositive

Il coraggio di Angela

Il primo evento di SoloNotiziePositive!

progetto, poi sul computer con i primi database progettati in FileMaker 2.1,quando il software ancora era della Claris, ora a volte chiacchierando con gliiPhone.

Imparare a delegare, farsi aiutare da qualcuno, dedicando alla formazione deldelegato il giusto tempo, si possono ottenere ottimi risultati anche da chi menoci aspettiamo possa sostituirci. Saper delegare vuol dire anche entrare incontatto con gli altri.Consiglia di fare qualcosa di meno, di affidare compiti ripetitivi in outsourcing, dilavorare senza distrazioni: è sorprendente quanto si produce di meno avendocontinue richieste di altre cose da fare.A volte anche fare attenzione al troppo perfezionismo, allunga i tempi senzaprodurre risultati che valgono quel tempo in più.Alcune regole da darsi:

1. decidere a priori un determinato tempo per ogni attività da fare nella giornata;2. scrivere quindi una lista, assegnando ad ogni cosa il tempo utile necessario

(tenendo il Diario di bordo, si imparano i tempi con una certa esattezza);3. stabilire le priorità;4. imparare a dire di NO. Se i primi tre punti sono stati pensati e scritti

correttamente, non sarà così difficile dire di NO;5. non si deve essere sempre disponibili, altrimenti ci si deconcentra, quindi

controllare le distrazioni;6. ottimizzare la giornata, ovvero assegnare i compiti più impegnativi nelle ore

della giornata in cui ci si sente più energici, la mattina o la sera a seconda delproprio orologio biologico;

7. usare un timer;8. infine premiarsi, prendendosi cura di se stessi.

Lavoro: multitasking o no?

Sabrina Toscani, presidente dell'associazione, prendendo come dato di fattodefinito da recenti studi neurologici, ci esorta: “Fate attenzione all'Attenzione.”Non è un gioco di parole, vuol dire che l'attenzione non è una risorsa illimitata,si esaurisce.La parola multitasking è stata coniata per un computer che riusciva a fare piùcose contemporaneamente. Con la tecnologia smart è tornata in voga, masiamo sicuri che è funzionale? Ipotizziamo un NO.Anche Sabrina suggerisce:

1. diamoci tempo, facciamo una cosa per volta;2. stabiliamo un tempo anche per fare delle "riunioni con noi stessi", che poi è

un'altra cosa tutta da imparare;3. dividete la giornata in parti;4. abbiamo un solo cervello, non dividiamolo!

Più spazio fisico e mentale: il decluttering e lo spaceclearing

Irene Novello introduce due parole nuove, ancora in inglese, una lingua che hail dono di riassumere una frase in un'unica parola:Decluttering, clutter, confusione, scompiglio, disordine, quindi l'eliminazionedelle cianfrusaglie, delle cose inutili e ingombrantiSpaceclearing, l'arte di fare spazio, ma non solo fisico, anche mentale. Bisogna acquisire consapevolezza del nostro rapporto-con-le-cose, perimparare a selezionare il superfluo.La parola "abitare" viene dal latino, Habitare (habere, avere), che nel sensoproprio è continuare ad avere, ma più comunemente, Aver consuetudine in unluogo, Abitarvi, Avere continua confidenza, Trovarsi a proprio agio.Se le case o gli uffici diventano luoghi disordinati, sono anche ostili, e chi vive olavora non è a proprio agio e non lavora più bene.

Pare che il 6 per cento della popolazione soffre di Hoarding Disorder,Disposofobia o accumulo patologico o accaparramento compulsivo. Un vero eproprio disturbo mentale caratterizzato da un bisogno ossessivo di acquisire,senza utilizzare né buttare via, una notevole quantità di beni, anche se inutili,pericolosi, o insalubri.

Se però parliamo solo di disordine in casa o in ufficio, si può visualizzarne ilvolume, disegnando una pianta e colorando il "clutter", per poi trasformarlo invile denaro e far capire a chi tiene molte cose, che il clutter è economicamentesvantaggioso.Generalmente usiamo solo il 20 per cento delle cose che abbiamo, ancheperchè spesso il restante 80 per cento è dietro, non si vede ed non èraggiungibile.Irene suggerisce di non fare lo sbaglio di affrontare tutta la casa o tutto l'ufficioin un colpo solo. Si deve iniziare con piccoli spazi, un cassetto, una scatola, un

La cultura del positivo

COMPORTAMENTIAZIENDALICi interessa ragionare sull'organizzazione

delle strutture, sulle metodologie, sulle

discipline che regolano le organizzazioni.

Teoria e pratica

Ma ben sappiamo che la modellistica è

poca cosa se non viene applicata, e che per

aver successo deve diventare un

comportamento adottato dalle persone

che costituiscono l'organizzazione.

Rapporto tra qualità e efficienza

Le aziende, non quelle monopolistiche, né

spesso quelle pubbliche, tra le varie forme

organizzative, sono quelle costrette a

dedicare molto impegno per trovare i

modelli organizzativi più sofisticati ed

efficaci. Il corretto rapporto tra qualità e

efficienza ne garantisce la sopravvivenza.

Per il bellessere

Per questo studieremo le aziende per

anticipare comportamenti che potranno

essere declinati per tutte le organizzazioni

che riuniscono risorse e persone per

raggiungere degli obiettivi.

Che per OfficineEinstein devono essere

obiettivi sostenibili, solidali ed etici

finalizzati a migliorare il bellessere dei

uomini e donne.

TweetTweet 0 0 Share

anta dell'armadio. Anche perchè il riordinare, il buttare, il ripulire è stancante non solo fisicamentema anche psicologicamente. Prima di iniziare il lavoro fate una foto e preparate un cartello con le seguentidomande, da farsi ogni volta che si prende in mano un oggetto:

1. mi piace?2. l'ho mai usato?3. lo ricomprerei?

se la risposta alle prime 3 domande è stata SI, continuate:1. so dove posso metterlo?2. l'oggetto ha una storia, una memoria legata a qualcosa o qualcuno?3. Questo ricordo mi fa star bene o male?

Infine un consiglio: tenete solo i ricordi positivi, eliminate quelli negativi Organizzate delle scatole con scritto:

1. tenere;2. donare, vendere, scambiare, regalare;3. riciclare, riparare;4. isola ecologica, raccolta differenziata;

5ta scatola, la più piccola, la scatola degli oggetti problematici: in transito (mamai più di una settimana)Alla fine del lavoro gratificatevi! godetevi lo spazio vuoto ritrovato, scattate unafoto e confrontatela con la foto del "com'era prima".L'ordine non è uno solo, esistono vari ordini, ognuno deve trovare il proprio, iconfini sono delicati. Un bravo professional organizer aiuta le persone a trovaree gestire il proprio ordine.

Network: connessioni nel mondo

Francesca Pansadoro, è alle Relazioni esterne, si occupa dei rapporti con imedia e i network.Nel programma ha messo diverse collaborazioni per fare rete:

1. con il servizio sanitario nazionale, per migliorare la vita di molti;2. in ambito educativo, con le scuole, gli insegnanti e i genitori;3. rapporti con tv, giornali e web per divulgare e far conoscere la nuova figura

professionale;4. scambi con le associazioni in altri paesi, quasi tutti anglosassoni;5. con le aziende che producono oggetti e strumenti utili.

Infine la dolcissima testimonianza anglosassone di origine guatemalteca

Patty Cruz Fouchard, membro dell'Apdo, The Association of ProfessionalDeclutterers & Organizers Uk, che per rispetto del nostro paese e di noi ospiti, hamemorizzato l'inizio del suo discorso in italiano e aiutandosi con slides e testoscritto narra, sempre in un italiano con accento misto a spagnolo e inglese,della Napo, National Association of Professional Organizers, Associazioneeducativa no profit americana, di cui fanno parte i consulenti di organizzazione,relatori, formatori, autori e produttori di prodotti organizzazione.Racconta della sue esperienza nel Regno Unito, paese che già da anni benconosce il PO e ne fa un grandissimo uso per semplificarsi la vita e risolverequei problemi che in Italia ancora abbiamo timore e un pò di vergogna araccontare o mostrare. Le domande sarebbero ancora moltissime, la sala piena e l'interessedimostrato dal pubblico, sia maschile che femminile e di tutte le età, è statosicuramente gratificante per le fondatrici e le professioniste dell'Apoi.Bologna è puntuale, alle 17:30 l'evento termina, entrano le persone per l'eventosuccessivo.

CHI SIAMO

CONTATTACI

COLOPHON E DISCLAIMER

SETTIMANALE

POLITICHE DI COMUNICAZIONE

ECONOMIA DELLA CONOSCENZA

RETI E SOCIAL NETWORK

APPRENDIMENTO IN EVOLUZIONE

VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

COMPORTAMENTI AZIENDALI

ETICA E BENI COMUNI

AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

SVILUPPO E IDENTITÀ LOCALE

HABITAT DEL TERZO MILLENNIO

DESIGN E GRAFICA

IMMAGINI E REALTA'

1Mi piaceMi piace ShareShare

Page 57: MEDIA KIT APOI · i carichi di lavoro e lo stress; a trovare soluzioni per l’ottimizzazione e la ... migliora la gestione del tempo. ... Jobs Act, cosa (non) cambia per i precari

Officine Einstein18 maggio 2014

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anta dell'armadio. Anche perchè il riordinare, il buttare, il ripulire è stancante non solo fisicamentema anche psicologicamente. Prima di iniziare il lavoro fate una foto e preparate un cartello con le seguentidomande, da farsi ogni volta che si prende in mano un oggetto:

1. mi piace?2. l'ho mai usato?3. lo ricomprerei?

se la risposta alle prime 3 domande è stata SI, continuate:1. so dove posso metterlo?2. l'oggetto ha una storia, una memoria legata a qualcosa o qualcuno?3. Questo ricordo mi fa star bene o male?

Infine un consiglio: tenete solo i ricordi positivi, eliminate quelli negativi Organizzate delle scatole con scritto:

1. tenere;2. donare, vendere, scambiare, regalare;3. riciclare, riparare;4. isola ecologica, raccolta differenziata;

5ta scatola, la più piccola, la scatola degli oggetti problematici: in transito (mamai più di una settimana)Alla fine del lavoro gratificatevi! godetevi lo spazio vuoto ritrovato, scattate unafoto e confrontatela con la foto del "com'era prima".L'ordine non è uno solo, esistono vari ordini, ognuno deve trovare il proprio, iconfini sono delicati. Un bravo professional organizer aiuta le persone a trovaree gestire il proprio ordine.

Network: connessioni nel mondo

Francesca Pansadoro, è alle Relazioni esterne, si occupa dei rapporti con imedia e i network.Nel programma ha messo diverse collaborazioni per fare rete:

1. con il servizio sanitario nazionale, per migliorare la vita di molti;2. in ambito educativo, con le scuole, gli insegnanti e i genitori;3. rapporti con tv, giornali e web per divulgare e far conoscere la nuova figura

professionale;4. scambi con le associazioni in altri paesi, quasi tutti anglosassoni;5. con le aziende che producono oggetti e strumenti utili.

Infine la dolcissima testimonianza anglosassone di origine guatemalteca

Patty Cruz Fouchard, membro dell'Apdo, The Association of ProfessionalDeclutterers & Organizers Uk, che per rispetto del nostro paese e di noi ospiti, hamemorizzato l'inizio del suo discorso in italiano e aiutandosi con slides e testoscritto narra, sempre in un italiano con accento misto a spagnolo e inglese,della Napo, National Association of Professional Organizers, Associazioneeducativa no profit americana, di cui fanno parte i consulenti di organizzazione,relatori, formatori, autori e produttori di prodotti organizzazione.Racconta della sue esperienza nel Regno Unito, paese che già da anni benconosce il PO e ne fa un grandissimo uso per semplificarsi la vita e risolverequei problemi che in Italia ancora abbiamo timore e un pò di vergogna araccontare o mostrare. Le domande sarebbero ancora moltissime, la sala piena e l'interessedimostrato dal pubblico, sia maschile che femminile e di tutte le età, è statosicuramente gratificante per le fondatrici e le professioniste dell'Apoi.Bologna è puntuale, alle 17:30 l'evento termina, entrano le persone per l'eventosuccessivo.

CHI SIAMO

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APPRENDIMENTO IN EVOLUZIONE

VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

COMPORTAMENTI AZIENDALI

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APPRENDIMENTO INEVOLUZIONE

VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

COMPORTAMENTIAZIENDALI

ETICAE BENI COMUNI

AMMINISTRAZIONECONDIVISA

SVILUPPOE IDENTITÀ LOCALE

HABITAT DEL TERZOMILLENNIO

GRAFICAE DESIGN

IMMAGINIE REALTÀ

Professional organizersCreato Domenica, 18 Maggio 2014 10:05Scritto da Cristiana Rinaldi

Ieri, 17 maggio 2014, sono stata in un paese Anglosassone. Sì, potreisintetizzare così la mia giornata al primo evento italiano realizzato da Apoi,Associazione Professional Organizers Italia.Scesa dal treno pensavo di essere atterrata a Stansted, pavimenti puliti,segnaletica chiara, scale mobili funzionanti, altoparlanti comprensibili e bagnilindi.Salendo i tre piani della nuovissima Stazione centrale discendevo verso ilMediterraneo, ma non del tutto. Autobus frequenti, biciclette, pedoni, tutticircolavano senza code o traffico intasato.Certo la giornata era bellissima, calda e soleggiata, così per arrivare allaSalaborsa sono andata a piedi, Bologna è piccola, è accogliente e sotto i portici,perdendomi tra le stradine della zona limitrofa, anche alle due celebri Torri, hoanche cercato un posticino carino dove pranzare velocemente con un piattodella rinomata cucina emiliana, ovviamente seduta.L'evento si svolgeva al piano interrato nell'auditorium Enzo Biagi di Salaborsache è la biblioteca civica multimediale di informazione generale di Bologna.Grande comune quello di Bologna! Complimenti.Qui la funzionalità e la praticità anglosassone si sono mischiate con l'eleganza ela bellezza della storia e dell'arte che si possono trovare solo nel nostro paese:l'Italia.

Puntuali, come da programma, l'evento inizia

Irene Novello, vicepresidente dell'Apoi, presenta la figura del ProfessionalOrganizer, figura che nasce negli Stati Uniti nel 1986 e che è una professione incontinua evoluzione.Il Professional Organizer, anche abbreviato PO, con la propria capacità edesperienza professionale assiste le persone nel ritrovare il proprio equilibrio ea restituire ordine massimizzando le proprie risorse.L'associazione italiana professional organizers è nata dall'esigenza diconoscersi, confrontarsi, fare rete, scambiare idee, ma sopratutto divulgarel'importanza che l'organizzazione personale può avere sulla vita di ognipersona, per semplificarla e migliorarla in termini di qualità.

Stile di vita: ma come si fa a far tutto?

Silva Bucci propone alcuni suggerimenti per migliorare le proprie performance,pianificare i tempi e decidere gli obiettivi. Ci rassicura dicendo che solo il 10,12% della popolazione nasce organizzata.Parla della sindrome di Berthelot e della sindrome dell'Eroe quelli chevogliono far tutto a qualsiasi costo, dell'effetto Colibrì, quelli che iniziano afare mille cose, senza portarle a termine finendo quindi con solo problemiaperti.Ed ancora del "keep my baby", tipico di alcune mamme, ma non solo, che nonaffidano il loro bambino ad alcuno per non fiducia, ovvero non sanno delegare,infine di Mr.Nice Guy, colui che si presenta come il bravo ragazzo.Suggerisce di non affidarsi completamente alla mente, che a volte fa bruttischerzi: ci si deve organizzare.Citando Jacopo Fo:

"La Mente, mente. Altrimenti si chiamerebbe Sincera." Un primo semplice suggerimento è quello di tenere un "diario di bordo" unasorta di "ruolino" su carta, tablet, smartphone o pc, appuntare quando si inizia afare un nuovo lavoro e riappuntare quando si termina.Così si impara e si capisce il valore del tempo.Noi di Officine Einstein lo abbiamo sempre tenuto, prima su carta sulla Scheda

ARCHIVIOIl lavoro con milioni e milioni di

occupati

Il manager sportivo

Change? no! changing.

Bibliografia sui gruppi

Di venerdì, davanti al camino

La creatività si impara?

Il Focusing, una bussola per le start up

Lo sterminio dei dirigenti

Le migliori aziende per cui lavorare nel

2014

Digitalizzare la manifattura

A che servono le aziende ora che c'è il

web 2.0?

Design nel temporary management

Successo nel temporary management

Temporary manager e cultura

d'impresa

Gli Stati generali della consulenza

italiana

Per saperne di più su ImpresAperta

Migliorare le performance delle

organizzazioni

Il manifesto di ImpresAperta

Modelli di cultura aziendale e creazione

di valore

Cultura aziendale e modelli

organizzativi

Comunitocrazia: la risposta delle

aziende

I diagnostici della cultura aziendale

Auto-imprenditorialità

I messaggi csr per le pmi

Quando la consulenza diventa un

partner

La comunità di pratica in pillole

Diversity management

L'innesto in azienda

Quando le mele erano solo frutti

Customer experience: un percorso

concreto

Crowdsourcing: nuove risorse aziendali

La customer experience in pratica

Come stabilire le priorità?

Appassionarsi!

ARCHIVIORachid, il ragazzo dei fazzoletti

I primi sei mesi di SoloNotiziePositive

Il coraggio di Angela

Il primo evento di SoloNotiziePositive!

progetto, poi sul computer con i primi database progettati in FileMaker 2.1,quando il software ancora era della Claris, ora a volte chiacchierando con gliiPhone.

Imparare a delegare, farsi aiutare da qualcuno, dedicando alla formazione deldelegato il giusto tempo, si possono ottenere ottimi risultati anche da chi menoci aspettiamo possa sostituirci. Saper delegare vuol dire anche entrare incontatto con gli altri.Consiglia di fare qualcosa di meno, di affidare compiti ripetitivi in outsourcing, dilavorare senza distrazioni: è sorprendente quanto si produce di meno avendocontinue richieste di altre cose da fare.A volte anche fare attenzione al troppo perfezionismo, allunga i tempi senzaprodurre risultati che valgono quel tempo in più.Alcune regole da darsi:

1. decidere a priori un determinato tempo per ogni attività da fare nella giornata;2. scrivere quindi una lista, assegnando ad ogni cosa il tempo utile necessario

(tenendo il Diario di bordo, si imparano i tempi con una certa esattezza);3. stabilire le priorità;4. imparare a dire di NO. Se i primi tre punti sono stati pensati e scritti

correttamente, non sarà così difficile dire di NO;5. non si deve essere sempre disponibili, altrimenti ci si deconcentra, quindi

controllare le distrazioni;6. ottimizzare la giornata, ovvero assegnare i compiti più impegnativi nelle ore

della giornata in cui ci si sente più energici, la mattina o la sera a seconda delproprio orologio biologico;

7. usare un timer;8. infine premiarsi, prendendosi cura di se stessi.

Lavoro: multitasking o no?

Sabrina Toscani, presidente dell'associazione, prendendo come dato di fattodefinito da recenti studi neurologici, ci esorta: “Fate attenzione all'Attenzione.”Non è un gioco di parole, vuol dire che l'attenzione non è una risorsa illimitata,si esaurisce.La parola multitasking è stata coniata per un computer che riusciva a fare piùcose contemporaneamente. Con la tecnologia smart è tornata in voga, masiamo sicuri che è funzionale? Ipotizziamo un NO.Anche Sabrina suggerisce:

1. diamoci tempo, facciamo una cosa per volta;2. stabiliamo un tempo anche per fare delle "riunioni con noi stessi", che poi è

un'altra cosa tutta da imparare;3. dividete la giornata in parti;4. abbiamo un solo cervello, non dividiamolo!

Più spazio fisico e mentale: il decluttering e lo spaceclearing

Irene Novello introduce due parole nuove, ancora in inglese, una lingua che hail dono di riassumere una frase in un'unica parola:Decluttering, clutter, confusione, scompiglio, disordine, quindi l'eliminazionedelle cianfrusaglie, delle cose inutili e ingombrantiSpaceclearing, l'arte di fare spazio, ma non solo fisico, anche mentale. Bisogna acquisire consapevolezza del nostro rapporto-con-le-cose, perimparare a selezionare il superfluo.La parola "abitare" viene dal latino, Habitare (habere, avere), che nel sensoproprio è continuare ad avere, ma più comunemente, Aver consuetudine in unluogo, Abitarvi, Avere continua confidenza, Trovarsi a proprio agio.Se le case o gli uffici diventano luoghi disordinati, sono anche ostili, e chi vive olavora non è a proprio agio e non lavora più bene.

Pare che il 6 per cento della popolazione soffre di Hoarding Disorder,Disposofobia o accumulo patologico o accaparramento compulsivo. Un vero eproprio disturbo mentale caratterizzato da un bisogno ossessivo di acquisire,senza utilizzare né buttare via, una notevole quantità di beni, anche se inutili,pericolosi, o insalubri.

Se però parliamo solo di disordine in casa o in ufficio, si può visualizzarne ilvolume, disegnando una pianta e colorando il "clutter", per poi trasformarlo invile denaro e far capire a chi tiene molte cose, che il clutter è economicamentesvantaggioso.Generalmente usiamo solo il 20 per cento delle cose che abbiamo, ancheperchè spesso il restante 80 per cento è dietro, non si vede ed non èraggiungibile.Irene suggerisce di non fare lo sbaglio di affrontare tutta la casa o tutto l'ufficioin un colpo solo. Si deve iniziare con piccoli spazi, un cassetto, una scatola, un

La cultura del positivo

COMPORTAMENTIAZIENDALICi interessa ragionare sull'organizzazione

delle strutture, sulle metodologie, sulle

discipline che regolano le organizzazioni.

Teoria e pratica

Ma ben sappiamo che la modellistica è

poca cosa se non viene applicata, e che per

aver successo deve diventare un

comportamento adottato dalle persone

che costituiscono l'organizzazione.

Rapporto tra qualità e efficienza

Le aziende, non quelle monopolistiche, né

spesso quelle pubbliche, tra le varie forme

organizzative, sono quelle costrette a

dedicare molto impegno per trovare i

modelli organizzativi più sofisticati ed

efficaci. Il corretto rapporto tra qualità e

efficienza ne garantisce la sopravvivenza.

Per il bellessere

Per questo studieremo le aziende per

anticipare comportamenti che potranno

essere declinati per tutte le organizzazioni

che riuniscono risorse e persone per

raggiungere degli obiettivi.

Che per OfficineEinstein devono essere

obiettivi sostenibili, solidali ed etici

finalizzati a migliorare il bellessere dei

uomini e donne.

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anta dell'armadio. Anche perchè il riordinare, il buttare, il ripulire è stancante non solo fisicamentema anche psicologicamente. Prima di iniziare il lavoro fate una foto e preparate un cartello con le seguentidomande, da farsi ogni volta che si prende in mano un oggetto:

1. mi piace?2. l'ho mai usato?3. lo ricomprerei?

se la risposta alle prime 3 domande è stata SI, continuate:1. so dove posso metterlo?2. l'oggetto ha una storia, una memoria legata a qualcosa o qualcuno?3. Questo ricordo mi fa star bene o male?

Infine un consiglio: tenete solo i ricordi positivi, eliminate quelli negativi Organizzate delle scatole con scritto:

1. tenere;2. donare, vendere, scambiare, regalare;3. riciclare, riparare;4. isola ecologica, raccolta differenziata;

5ta scatola, la più piccola, la scatola degli oggetti problematici: in transito (mamai più di una settimana)Alla fine del lavoro gratificatevi! godetevi lo spazio vuoto ritrovato, scattate unafoto e confrontatela con la foto del "com'era prima".L'ordine non è uno solo, esistono vari ordini, ognuno deve trovare il proprio, iconfini sono delicati. Un bravo professional organizer aiuta le persone a trovaree gestire il proprio ordine.

Network: connessioni nel mondo

Francesca Pansadoro, è alle Relazioni esterne, si occupa dei rapporti con imedia e i network.Nel programma ha messo diverse collaborazioni per fare rete:

1. con il servizio sanitario nazionale, per migliorare la vita di molti;2. in ambito educativo, con le scuole, gli insegnanti e i genitori;3. rapporti con tv, giornali e web per divulgare e far conoscere la nuova figura

professionale;4. scambi con le associazioni in altri paesi, quasi tutti anglosassoni;5. con le aziende che producono oggetti e strumenti utili.

Infine la dolcissima testimonianza anglosassone di origine guatemalteca

Patty Cruz Fouchard, membro dell'Apdo, The Association of ProfessionalDeclutterers & Organizers Uk, che per rispetto del nostro paese e di noi ospiti, hamemorizzato l'inizio del suo discorso in italiano e aiutandosi con slides e testoscritto narra, sempre in un italiano con accento misto a spagnolo e inglese,della Napo, National Association of Professional Organizers, Associazioneeducativa no profit americana, di cui fanno parte i consulenti di organizzazione,relatori, formatori, autori e produttori di prodotti organizzazione.Racconta della sue esperienza nel Regno Unito, paese che già da anni benconosce il PO e ne fa un grandissimo uso per semplificarsi la vita e risolverequei problemi che in Italia ancora abbiamo timore e un pò di vergogna araccontare o mostrare. Le domande sarebbero ancora moltissime, la sala piena e l'interessedimostrato dal pubblico, sia maschile che femminile e di tutte le età, è statosicuramente gratificante per le fondatrici e le professioniste dell'Apoi.Bologna è puntuale, alle 17:30 l'evento termina, entrano le persone per l'eventosuccessivo.

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ECONOMIA DELLA CONOSCENZA

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SVILUPPO E IDENTITÀ LOCALE

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DESIGN E GRAFICA

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ANSA16 maggio 2014

RASSEgnA STAMPAWEB

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La Repubblica — Bologna16 maggio 2014

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Libero16 maggio 2014

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Bologna da vivere.com12 maggio 2014

RASSEgnA STAMPAWEBTi piace organizzare la vita degli altri? Fallo per profes-

sione

Vuoi diventre così o vuoi fare dell’organizzazione un tuo punto di forza per recuperare

tempo prezioso?

L’organizzazione non uccide la creatività,anzi ti libera lamente e sei più creativo!

Intervista con Sabrina Toscani, Professional Organizer e presidente APOI ( As-sociazione Professional Organizer Italia).

Organizzarsi bene libera tempo, creatività ed energie otre a migliorare laproduttività e la qualità delle proprie competenze. Parola di P.O. ovvero diProfessional Organizer, la nuova etichetta per organizzatori di professione.

Eh sì perché da 1 anno, anche in Italia, le capacità organizzative di una per-sona, sia che vengano sviluppate in famiglia che sul lavoro, vengono in-

Ti piace organizzare la vita degli altri? Fallo per profes-sione

Vuoi diventre così o vuoi fare dell’organizzazione un tuo punto di forza per recuperare

tempo prezioso?

L’organizzazione non uccide la creatività,anzi ti libera lamente e sei più creativo!

Intervista con Sabrina Toscani, Professional Organizer e presidente APOI ( As-sociazione Professional Organizer Italia).

Organizzarsi bene libera tempo, creatività ed energie otre a migliorare laproduttività e la qualità delle proprie competenze. Parola di P.O. ovvero diProfessional Organizer, la nuova etichetta per organizzatori di professione.

Eh sì perché da 1 anno, anche in Italia, le capacità organizzative di una per-sona, sia che vengano sviluppate in famiglia che sul lavoro, vengono in-

canalate in una professione specifica: l’organizzatore professionale. Tuttoquesto grazie a un’associazione l’AIPO, Associazione Professional OrganizersItalia.

Curioso che in America e nei paesi anglosassoni da decenni si riflette, scrive,parla di tempo, organizzazione, produttività, qualità della vita mentre neipaesi latini e, soprattutto in Italia, si crede, talvolta erroneamente, chemigliorare l’organizzazione e creare più struttura significhi perdere creatività,invece, come ci sottolinea Sabrina Toscani, libera la mente e dunque la cre-atività. Sabrina , presidente di APOI – Associazione Professional OrganizersItalia, è la prima Professional Organizer italiana insieme alla vicepresidentedell’associazione Irene Novello e ci racconta cosa fa il PO e la sua Associ-azione.

Chi è il P.O. o Professional Organizers?

Il P.O. è una figura professionale che supporta le persone nell’organizzazionein tutti i campi, sul lavoro o in famiglia. dall’organizzazione degli spazi aquella del tempo, passando per lo stile di vita. Il fattore organizzazione è unfattore trasversale e noi interveniamo sia in aziende o in uffici per migliorarel’organizzazione del lavoro che nelle case per la gestione della famiglia o suisingoli individui per migliorare lo stile di vita, la gestione tempo, l’organizza-zione del calendario, lo smistamento degli impegni.

In Italia è una figura conosciuta o riconosciuta?

In Italia il Professional Organizer è una figura nuova, ma nel mondo an-glosassone e negli Stati Uniti esiste fin dagli anni’80 e mano a mano si stadiffondendo negli altri paesi, anche in Europa ma con ancora grandi marginidi sviluppo nei paesi latini come l’Italia. Noi siamo i primi a chiamarci Profes-sional Organizer in Italia anche se le competenze dell’organizzatore sono im-plicite in alcuni profili professionali. La figura non è giuridicamente ri-conosciuta ma l’associazione è a tutti gli effetti un’associazioneprofessionale. Ad oggi, nati da poco, abbiamo 30 associati e il convegno diBologna in Sala Borsa è la prima occasione nazionale per presentarlo al pub-blico e ai professionisti.

Ci rivolgiamo a quelle persone che stavano già facendo questo lavoro, sia inambito lavorativo ma anche in famiglia e non sanno che si possono far pa-gare proprio per questa peculiare e importante competenza.

L’evento di Bologna è la presentazione ufficiale in Italia dell’associazioneprofessione nata per promuovere l’importanza dell’organizzazione in tutti gliambiti e per far capire quanto l’organizzazione possa incidere positivamentenella vita delle persone.

Quali sono le parole chiave del Professional Organizer?

Produttività, efficienza, serenità, soddisfazione e tante altre; siamo tutti dicorsa, abbiamo tanti ruoli e cose da fare ma il tempo è sempre lo stesso. Pos-siamo adottare dei metodi che ci possono agevolare nella gestione di tuttigli impegni e dello stress giornaliero.

Qual è il fattore più importante quando si parla di organizzazione?

La Funzionalità ….in Italia non siamo abituati a parlarne, siamo abituati apensare che si tratti della ricerca della perfezione ma in realtà una buona or-ganizzazione significa fare in modo che le attività vengano svolte in manierafluida.

Quali sono gli strumenti dell’Organizzatore professionista?

Il calendario cartaceo o online a seconda dei gusti e la lista delle cose dafare non possono mancare nel “bagaglio” del P.O.

Molto utile è evernote una applicazione che cattura tutto quello che si trovaonline, ti permette di fare delle note e la lista delle cose da fare ( vai al blogdi evernote http://blog.evernote.com/it/)

Sabrina ci regali un suggerimento per la gestione delle e-mail che ci portavia un sacco di tempo?

Prima regola è quella di tenere chiuso il client di posta elettronica: aprire lacasella di posta solo in momenti prestabiliti o quando ci serve e poi richiud-erla. Ormai è studiato e comprovato che le e-mail son fonte di distrazioni ese non ben gestite creano una notevole perdita di tempo e produttività.

Seconda regola: svuotare la casella di posta e non tenerla come se fosse unarchivio dei nostri documenti. La cassetta della posta del mondo reale lasvuotiamo pure? Non aspettiamo che si riempia di lettere e volantini primadi svuotarla?!! Per esempio si può decidere di svuotarla ogni 3 ore oppurequando elabori la mail la archivi oppure la inserisci nella lista delle cose dafare se serve e poi la cancelli.

E con i social network come la mettiamo?

Idem come sopra; è necessario dedicare dei momenti stabiliti ai social(dipende dal lavoro che si svolge) in modo che non si venga disturbati daavvisi o suonerie in continuazione mentre si lavora ma anche se non si lavo-ra. Si potrebbe fissare un momento della mattina o del pomeriggio in cui silavora con i social perché non solo è una perdita di tempo e produttività maè cerebralmente stancante.

Ci dai un consiglio per le mamme di Bimbò bambinidavivere.com il nostro

blog e free press per bambini e famiglie?

La gestione del tempo delle mamme dipende dall’età dei figli.

A seconda delle età si sceglieranno strategie diverse per migliorare l’organi-zzazione e magari guadagnare tempo prezioso. Un suggerimento utile perqualsiasi età è quello di insegnare ai bambini ad essere autonomi, respons-abilizzarli, questo aiuta molto l’organizzazione. Un esempio? Si potrebbe in-iziare fin da piccoli insegnando al bambino a mettere via da solo i suoigiochi, mettendo la scatola dei giochi in un posto a lui accessibile scelto in-sieme a lui e magari preferendo una scatola trasparente così può vedere igiochi.

Sei mamma? Qual è la cosa più difficile nell’organizzazione della mamma?

Si ho 2 bambini uno di 3 e uno di 7.

La cosa più difficile è come sempre la gestione lavoro famiglia; io lavoro acasa e ovviamente ho dei vantaggi e degli svantaggi; non perdo tempo neglispostamenti, posso fare altre attività in casa ma mi è difficile tenere separatolavoro e bambini come puoi immaginare.

Sei a favore o no del multitasking ?

Eh bella domanda è proprio il tema del convegno che abbiamo organizzatoin sala borsa sabato 17 maggio 2014 dalle 14.30 alle 17. Potete venire qui

per conoscere la riposta , l’ingresso è gratuito.

sabato 17 maggio ore 14.30-17 Auditorium Biagi Sala Borsa Bologna

evento patrocinato dal Comune di Bologna ingresso gratuito

Possibilità di registrarsi sul sito apoi.it

Programma> 14.45-15: presentazione della figura del Professional Organizer e di APOI acura di Irene Novello, vicepresidente> 15-15.25 Silva Bucci, consigliere: Stile di vita: ma come si fa a far tutto? > 15.25-15.50 Sabrina Toscani, presidente: Lavoro: Multitasking o no? questoè il problema…> 15.50-16.15 Irene Novello, vicepresidente: Casa: più spazio fisico e mentale– decluttering e spaceclearing> 16.15-16.25 Francesca Pansadoro, Relazioni Esterne:Networks: APOI aGeo&Geo e nel mondo> 16.25-16.40 Patty Cruz-Fouchard, relazioni internazionali ass. professionalorganizers Regno Unito: La carriera del professional organizer

> 16.40-17 Sabrina Toscani, presidente: Formazione sull’organizzazione per-sonale e per professional organizer

Per informazioni: www.apoi.it, [email protected]

Posted by: Beatrice // Agenda News, Bologna economica, Miscellanea // May 12, 2014[http://www.bolognadavivere.com/2014/05/ti-piace-organizzare-la-vita-degli-altri-fallo-per-professione/]

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Bologna da vivere.com12 maggio 2014

RASSEgnA STAMPAWEB

canalate in una professione specifica: l’organizzatore professionale. Tuttoquesto grazie a un’associazione l’AIPO, Associazione Professional OrganizersItalia.

Curioso che in America e nei paesi anglosassoni da decenni si riflette, scrive,parla di tempo, organizzazione, produttività, qualità della vita mentre neipaesi latini e, soprattutto in Italia, si crede, talvolta erroneamente, chemigliorare l’organizzazione e creare più struttura significhi perdere creatività,invece, come ci sottolinea Sabrina Toscani, libera la mente e dunque la cre-atività. Sabrina , presidente di APOI – Associazione Professional OrganizersItalia, è la prima Professional Organizer italiana insieme alla vicepresidentedell’associazione Irene Novello e ci racconta cosa fa il PO e la sua Associ-azione.

Chi è il P.O. o Professional Organizers?

Il P.O. è una figura professionale che supporta le persone nell’organizzazionein tutti i campi, sul lavoro o in famiglia. dall’organizzazione degli spazi aquella del tempo, passando per lo stile di vita. Il fattore organizzazione è unfattore trasversale e noi interveniamo sia in aziende o in uffici per migliorarel’organizzazione del lavoro che nelle case per la gestione della famiglia o suisingoli individui per migliorare lo stile di vita, la gestione tempo, l’organizza-zione del calendario, lo smistamento degli impegni.

In Italia è una figura conosciuta o riconosciuta?

In Italia il Professional Organizer è una figura nuova, ma nel mondo an-glosassone e negli Stati Uniti esiste fin dagli anni’80 e mano a mano si stadiffondendo negli altri paesi, anche in Europa ma con ancora grandi marginidi sviluppo nei paesi latini come l’Italia. Noi siamo i primi a chiamarci Profes-sional Organizer in Italia anche se le competenze dell’organizzatore sono im-plicite in alcuni profili professionali. La figura non è giuridicamente ri-conosciuta ma l’associazione è a tutti gli effetti un’associazioneprofessionale. Ad oggi, nati da poco, abbiamo 30 associati e il convegno diBologna in Sala Borsa è la prima occasione nazionale per presentarlo al pub-blico e ai professionisti.

Ci rivolgiamo a quelle persone che stavano già facendo questo lavoro, sia inambito lavorativo ma anche in famiglia e non sanno che si possono far pa-gare proprio per questa peculiare e importante competenza.

L’evento di Bologna è la presentazione ufficiale in Italia dell’associazioneprofessione nata per promuovere l’importanza dell’organizzazione in tutti gliambiti e per far capire quanto l’organizzazione possa incidere positivamentenella vita delle persone.

Quali sono le parole chiave del Professional Organizer?

Ti piace organizzare la vita degli altri? Fallo per profes-sione

Vuoi diventre così o vuoi fare dell’organizzazione un tuo punto di forza per recuperare

tempo prezioso?

L’organizzazione non uccide la creatività,anzi ti libera lamente e sei più creativo!

Intervista con Sabrina Toscani, Professional Organizer e presidente APOI ( As-sociazione Professional Organizer Italia).

Organizzarsi bene libera tempo, creatività ed energie otre a migliorare laproduttività e la qualità delle proprie competenze. Parola di P.O. ovvero diProfessional Organizer, la nuova etichetta per organizzatori di professione.

Eh sì perché da 1 anno, anche in Italia, le capacità organizzative di una per-sona, sia che vengano sviluppate in famiglia che sul lavoro, vengono in-

canalate in una professione specifica: l’organizzatore professionale. Tuttoquesto grazie a un’associazione l’AIPO, Associazione Professional OrganizersItalia.

Curioso che in America e nei paesi anglosassoni da decenni si riflette, scrive,parla di tempo, organizzazione, produttività, qualità della vita mentre neipaesi latini e, soprattutto in Italia, si crede, talvolta erroneamente, chemigliorare l’organizzazione e creare più struttura significhi perdere creatività,invece, come ci sottolinea Sabrina Toscani, libera la mente e dunque la cre-atività. Sabrina , presidente di APOI – Associazione Professional OrganizersItalia, è la prima Professional Organizer italiana insieme alla vicepresidentedell’associazione Irene Novello e ci racconta cosa fa il PO e la sua Associ-azione.

Chi è il P.O. o Professional Organizers?

Il P.O. è una figura professionale che supporta le persone nell’organizzazionein tutti i campi, sul lavoro o in famiglia. dall’organizzazione degli spazi aquella del tempo, passando per lo stile di vita. Il fattore organizzazione è unfattore trasversale e noi interveniamo sia in aziende o in uffici per migliorarel’organizzazione del lavoro che nelle case per la gestione della famiglia o suisingoli individui per migliorare lo stile di vita, la gestione tempo, l’organizza-zione del calendario, lo smistamento degli impegni.

In Italia è una figura conosciuta o riconosciuta?

In Italia il Professional Organizer è una figura nuova, ma nel mondo an-glosassone e negli Stati Uniti esiste fin dagli anni’80 e mano a mano si stadiffondendo negli altri paesi, anche in Europa ma con ancora grandi marginidi sviluppo nei paesi latini come l’Italia. Noi siamo i primi a chiamarci Profes-sional Organizer in Italia anche se le competenze dell’organizzatore sono im-plicite in alcuni profili professionali. La figura non è giuridicamente ri-conosciuta ma l’associazione è a tutti gli effetti un’associazioneprofessionale. Ad oggi, nati da poco, abbiamo 30 associati e il convegno diBologna in Sala Borsa è la prima occasione nazionale per presentarlo al pub-blico e ai professionisti.

Ci rivolgiamo a quelle persone che stavano già facendo questo lavoro, sia inambito lavorativo ma anche in famiglia e non sanno che si possono far pa-gare proprio per questa peculiare e importante competenza.

L’evento di Bologna è la presentazione ufficiale in Italia dell’associazioneprofessione nata per promuovere l’importanza dell’organizzazione in tutti gliambiti e per far capire quanto l’organizzazione possa incidere positivamentenella vita delle persone.

Quali sono le parole chiave del Professional Organizer?

Produttività, efficienza, serenità, soddisfazione e tante altre; siamo tutti dicorsa, abbiamo tanti ruoli e cose da fare ma il tempo è sempre lo stesso. Pos-siamo adottare dei metodi che ci possono agevolare nella gestione di tuttigli impegni e dello stress giornaliero.

Qual è il fattore più importante quando si parla di organizzazione?

La Funzionalità ….in Italia non siamo abituati a parlarne, siamo abituati apensare che si tratti della ricerca della perfezione ma in realtà una buona or-ganizzazione significa fare in modo che le attività vengano svolte in manierafluida.

Quali sono gli strumenti dell’Organizzatore professionista?

Il calendario cartaceo o online a seconda dei gusti e la lista delle cose dafare non possono mancare nel “bagaglio” del P.O.

Molto utile è evernote una applicazione che cattura tutto quello che si trovaonline, ti permette di fare delle note e la lista delle cose da fare ( vai al blogdi evernote http://blog.evernote.com/it/)

Sabrina ci regali un suggerimento per la gestione delle e-mail che ci portavia un sacco di tempo?

Prima regola è quella di tenere chiuso il client di posta elettronica: aprire lacasella di posta solo in momenti prestabiliti o quando ci serve e poi richiud-erla. Ormai è studiato e comprovato che le e-mail son fonte di distrazioni ese non ben gestite creano una notevole perdita di tempo e produttività.

Seconda regola: svuotare la casella di posta e non tenerla come se fosse unarchivio dei nostri documenti. La cassetta della posta del mondo reale lasvuotiamo pure? Non aspettiamo che si riempia di lettere e volantini primadi svuotarla?!! Per esempio si può decidere di svuotarla ogni 3 ore oppurequando elabori la mail la archivi oppure la inserisci nella lista delle cose dafare se serve e poi la cancelli.

E con i social network come la mettiamo?

Idem come sopra; è necessario dedicare dei momenti stabiliti ai social(dipende dal lavoro che si svolge) in modo che non si venga disturbati daavvisi o suonerie in continuazione mentre si lavora ma anche se non si lavo-ra. Si potrebbe fissare un momento della mattina o del pomeriggio in cui silavora con i social perché non solo è una perdita di tempo e produttività maè cerebralmente stancante.

Ci dai un consiglio per le mamme di Bimbò bambinidavivere.com il nostro

blog e free press per bambini e famiglie?

La gestione del tempo delle mamme dipende dall’età dei figli.

A seconda delle età si sceglieranno strategie diverse per migliorare l’organi-zzazione e magari guadagnare tempo prezioso. Un suggerimento utile perqualsiasi età è quello di insegnare ai bambini ad essere autonomi, respons-abilizzarli, questo aiuta molto l’organizzazione. Un esempio? Si potrebbe in-iziare fin da piccoli insegnando al bambino a mettere via da solo i suoigiochi, mettendo la scatola dei giochi in un posto a lui accessibile scelto in-sieme a lui e magari preferendo una scatola trasparente così può vedere igiochi.

Sei mamma? Qual è la cosa più difficile nell’organizzazione della mamma?

Si ho 2 bambini uno di 3 e uno di 7.

La cosa più difficile è come sempre la gestione lavoro famiglia; io lavoro acasa e ovviamente ho dei vantaggi e degli svantaggi; non perdo tempo neglispostamenti, posso fare altre attività in casa ma mi è difficile tenere separatolavoro e bambini come puoi immaginare.

Sei a favore o no del multitasking ?

Eh bella domanda è proprio il tema del convegno che abbiamo organizzatoin sala borsa sabato 17 maggio 2014 dalle 14.30 alle 17. Potete venire qui

per conoscere la riposta , l’ingresso è gratuito.

sabato 17 maggio ore 14.30-17 Auditorium Biagi Sala Borsa Bologna

evento patrocinato dal Comune di Bologna ingresso gratuito

Possibilità di registrarsi sul sito apoi.it

Programma> 14.45-15: presentazione della figura del Professional Organizer e di APOI acura di Irene Novello, vicepresidente> 15-15.25 Silva Bucci, consigliere: Stile di vita: ma come si fa a far tutto? > 15.25-15.50 Sabrina Toscani, presidente: Lavoro: Multitasking o no? questoè il problema…> 15.50-16.15 Irene Novello, vicepresidente: Casa: più spazio fisico e mentale– decluttering e spaceclearing> 16.15-16.25 Francesca Pansadoro, Relazioni Esterne:Networks: APOI aGeo&Geo e nel mondo> 16.25-16.40 Patty Cruz-Fouchard, relazioni internazionali ass. professionalorganizers Regno Unito: La carriera del professional organizer

> 16.40-17 Sabrina Toscani, presidente: Formazione sull’organizzazione per-sonale e per professional organizer

Per informazioni: www.apoi.it, [email protected]

Posted by: Beatrice // Agenda News, Bologna economica, Miscellanea // May 12, 2014[http://www.bolognadavivere.com/2014/05/ti-piace-organizzare-la-vita-degli-altri-fallo-per-professione/]

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Bologna da vivere.com12 maggio 2014

RASSEgnA STAMPAWEB

Produttività, efficienza, serenità, soddisfazione e tante altre; siamo tutti dicorsa, abbiamo tanti ruoli e cose da fare ma il tempo è sempre lo stesso. Pos-siamo adottare dei metodi che ci possono agevolare nella gestione di tuttigli impegni e dello stress giornaliero.

Qual è il fattore più importante quando si parla di organizzazione?

La Funzionalità ….in Italia non siamo abituati a parlarne, siamo abituati apensare che si tratti della ricerca della perfezione ma in realtà una buona or-ganizzazione significa fare in modo che le attività vengano svolte in manierafluida.

Quali sono gli strumenti dell’Organizzatore professionista?

Il calendario cartaceo o online a seconda dei gusti e la lista delle cose dafare non possono mancare nel “bagaglio” del P.O.

Molto utile è evernote una applicazione che cattura tutto quello che si trovaonline, ti permette di fare delle note e la lista delle cose da fare ( vai al blogdi evernote http://blog.evernote.com/it/)

Sabrina ci regali un suggerimento per la gestione delle e-mail che ci portavia un sacco di tempo?

Prima regola è quella di tenere chiuso il client di posta elettronica: aprire lacasella di posta solo in momenti prestabiliti o quando ci serve e poi richiud-erla. Ormai è studiato e comprovato che le e-mail son fonte di distrazioni ese non ben gestite creano una notevole perdita di tempo e produttività.

Seconda regola: svuotare la casella di posta e non tenerla come se fosse unarchivio dei nostri documenti. La cassetta della posta del mondo reale lasvuotiamo pure? Non aspettiamo che si riempia di lettere e volantini primadi svuotarla?!! Per esempio si può decidere di svuotarla ogni 3 ore oppurequando elabori la mail la archivi oppure la inserisci nella lista delle cose dafare se serve e poi la cancelli.

E con i social network come la mettiamo?

Idem come sopra; è necessario dedicare dei momenti stabiliti ai social(dipende dal lavoro che si svolge) in modo che non si venga disturbati daavvisi o suonerie in continuazione mentre si lavora ma anche se non si lavo-ra. Si potrebbe fissare un momento della mattina o del pomeriggio in cui silavora con i social perché non solo è una perdita di tempo e produttività maè cerebralmente stancante.

Ci dai un consiglio per le mamme di Bimbò bambinidavivere.com il nostro

Ti piace organizzare la vita degli altri? Fallo per profes-sione

Vuoi diventre così o vuoi fare dell’organizzazione un tuo punto di forza per recuperare

tempo prezioso?

L’organizzazione non uccide la creatività,anzi ti libera lamente e sei più creativo!

Intervista con Sabrina Toscani, Professional Organizer e presidente APOI ( As-sociazione Professional Organizer Italia).

Organizzarsi bene libera tempo, creatività ed energie otre a migliorare laproduttività e la qualità delle proprie competenze. Parola di P.O. ovvero diProfessional Organizer, la nuova etichetta per organizzatori di professione.

Eh sì perché da 1 anno, anche in Italia, le capacità organizzative di una per-sona, sia che vengano sviluppate in famiglia che sul lavoro, vengono in-

canalate in una professione specifica: l’organizzatore professionale. Tuttoquesto grazie a un’associazione l’AIPO, Associazione Professional OrganizersItalia.

Curioso che in America e nei paesi anglosassoni da decenni si riflette, scrive,parla di tempo, organizzazione, produttività, qualità della vita mentre neipaesi latini e, soprattutto in Italia, si crede, talvolta erroneamente, chemigliorare l’organizzazione e creare più struttura significhi perdere creatività,invece, come ci sottolinea Sabrina Toscani, libera la mente e dunque la cre-atività. Sabrina , presidente di APOI – Associazione Professional OrganizersItalia, è la prima Professional Organizer italiana insieme alla vicepresidentedell’associazione Irene Novello e ci racconta cosa fa il PO e la sua Associ-azione.

Chi è il P.O. o Professional Organizers?

Il P.O. è una figura professionale che supporta le persone nell’organizzazionein tutti i campi, sul lavoro o in famiglia. dall’organizzazione degli spazi aquella del tempo, passando per lo stile di vita. Il fattore organizzazione è unfattore trasversale e noi interveniamo sia in aziende o in uffici per migliorarel’organizzazione del lavoro che nelle case per la gestione della famiglia o suisingoli individui per migliorare lo stile di vita, la gestione tempo, l’organizza-zione del calendario, lo smistamento degli impegni.

In Italia è una figura conosciuta o riconosciuta?

In Italia il Professional Organizer è una figura nuova, ma nel mondo an-glosassone e negli Stati Uniti esiste fin dagli anni’80 e mano a mano si stadiffondendo negli altri paesi, anche in Europa ma con ancora grandi marginidi sviluppo nei paesi latini come l’Italia. Noi siamo i primi a chiamarci Profes-sional Organizer in Italia anche se le competenze dell’organizzatore sono im-plicite in alcuni profili professionali. La figura non è giuridicamente ri-conosciuta ma l’associazione è a tutti gli effetti un’associazioneprofessionale. Ad oggi, nati da poco, abbiamo 30 associati e il convegno diBologna in Sala Borsa è la prima occasione nazionale per presentarlo al pub-blico e ai professionisti.

Ci rivolgiamo a quelle persone che stavano già facendo questo lavoro, sia inambito lavorativo ma anche in famiglia e non sanno che si possono far pa-gare proprio per questa peculiare e importante competenza.

L’evento di Bologna è la presentazione ufficiale in Italia dell’associazioneprofessione nata per promuovere l’importanza dell’organizzazione in tutti gliambiti e per far capire quanto l’organizzazione possa incidere positivamentenella vita delle persone.

Quali sono le parole chiave del Professional Organizer?

Produttività, efficienza, serenità, soddisfazione e tante altre; siamo tutti dicorsa, abbiamo tanti ruoli e cose da fare ma il tempo è sempre lo stesso. Pos-siamo adottare dei metodi che ci possono agevolare nella gestione di tuttigli impegni e dello stress giornaliero.

Qual è il fattore più importante quando si parla di organizzazione?

La Funzionalità ….in Italia non siamo abituati a parlarne, siamo abituati apensare che si tratti della ricerca della perfezione ma in realtà una buona or-ganizzazione significa fare in modo che le attività vengano svolte in manierafluida.

Quali sono gli strumenti dell’Organizzatore professionista?

Il calendario cartaceo o online a seconda dei gusti e la lista delle cose dafare non possono mancare nel “bagaglio” del P.O.

Molto utile è evernote una applicazione che cattura tutto quello che si trovaonline, ti permette di fare delle note e la lista delle cose da fare ( vai al blogdi evernote http://blog.evernote.com/it/)

Sabrina ci regali un suggerimento per la gestione delle e-mail che ci portavia un sacco di tempo?

Prima regola è quella di tenere chiuso il client di posta elettronica: aprire lacasella di posta solo in momenti prestabiliti o quando ci serve e poi richiud-erla. Ormai è studiato e comprovato che le e-mail son fonte di distrazioni ese non ben gestite creano una notevole perdita di tempo e produttività.

Seconda regola: svuotare la casella di posta e non tenerla come se fosse unarchivio dei nostri documenti. La cassetta della posta del mondo reale lasvuotiamo pure? Non aspettiamo che si riempia di lettere e volantini primadi svuotarla?!! Per esempio si può decidere di svuotarla ogni 3 ore oppurequando elabori la mail la archivi oppure la inserisci nella lista delle cose dafare se serve e poi la cancelli.

E con i social network come la mettiamo?

Idem come sopra; è necessario dedicare dei momenti stabiliti ai social(dipende dal lavoro che si svolge) in modo che non si venga disturbati daavvisi o suonerie in continuazione mentre si lavora ma anche se non si lavo-ra. Si potrebbe fissare un momento della mattina o del pomeriggio in cui silavora con i social perché non solo è una perdita di tempo e produttività maè cerebralmente stancante.

Ci dai un consiglio per le mamme di Bimbò bambinidavivere.com il nostro

blog e free press per bambini e famiglie?

La gestione del tempo delle mamme dipende dall’età dei figli.

A seconda delle età si sceglieranno strategie diverse per migliorare l’organi-zzazione e magari guadagnare tempo prezioso. Un suggerimento utile perqualsiasi età è quello di insegnare ai bambini ad essere autonomi, respons-abilizzarli, questo aiuta molto l’organizzazione. Un esempio? Si potrebbe in-iziare fin da piccoli insegnando al bambino a mettere via da solo i suoigiochi, mettendo la scatola dei giochi in un posto a lui accessibile scelto in-sieme a lui e magari preferendo una scatola trasparente così può vedere igiochi.

Sei mamma? Qual è la cosa più difficile nell’organizzazione della mamma?

Si ho 2 bambini uno di 3 e uno di 7.

La cosa più difficile è come sempre la gestione lavoro famiglia; io lavoro acasa e ovviamente ho dei vantaggi e degli svantaggi; non perdo tempo neglispostamenti, posso fare altre attività in casa ma mi è difficile tenere separatolavoro e bambini come puoi immaginare.

Sei a favore o no del multitasking ?

Eh bella domanda è proprio il tema del convegno che abbiamo organizzatoin sala borsa sabato 17 maggio 2014 dalle 14.30 alle 17. Potete venire qui

per conoscere la riposta , l’ingresso è gratuito.

sabato 17 maggio ore 14.30-17 Auditorium Biagi Sala Borsa Bologna

evento patrocinato dal Comune di Bologna ingresso gratuito

Possibilità di registrarsi sul sito apoi.it

Programma> 14.45-15: presentazione della figura del Professional Organizer e di APOI acura di Irene Novello, vicepresidente> 15-15.25 Silva Bucci, consigliere: Stile di vita: ma come si fa a far tutto? > 15.25-15.50 Sabrina Toscani, presidente: Lavoro: Multitasking o no? questoè il problema…> 15.50-16.15 Irene Novello, vicepresidente: Casa: più spazio fisico e mentale– decluttering e spaceclearing> 16.15-16.25 Francesca Pansadoro, Relazioni Esterne:Networks: APOI aGeo&Geo e nel mondo> 16.25-16.40 Patty Cruz-Fouchard, relazioni internazionali ass. professionalorganizers Regno Unito: La carriera del professional organizer

> 16.40-17 Sabrina Toscani, presidente: Formazione sull’organizzazione per-sonale e per professional organizer

Per informazioni: www.apoi.it, [email protected]

Posted by: Beatrice // Agenda News, Bologna economica, Miscellanea // May 12, 2014[http://www.bolognadavivere.com/2014/05/ti-piace-organizzare-la-vita-degli-altri-fallo-per-professione/]

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Bologna da vivere.com12 maggio 2014

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La gestione del tempo delle mamme dipende dall’età dei figli.

A seconda delle età si sceglieranno strategie diverse per migliorare l’organi-zzazione e magari guadagnare tempo prezioso. Un suggerimento utile perqualsiasi età è quello di insegnare ai bambini ad essere autonomi, respons-abilizzarli, questo aiuta molto l’organizzazione. Un esempio? Si potrebbe in-iziare fin da piccoli insegnando al bambino a mettere via da solo i suoigiochi, mettendo la scatola dei giochi in un posto a lui accessibile scelto in-sieme a lui e magari preferendo una scatola trasparente così può vedere igiochi.

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La cosa più difficile è come sempre la gestione lavoro famiglia; io lavoro acasa e ovviamente ho dei vantaggi e degli svantaggi; non perdo tempo neglispostamenti, posso fare altre attività in casa ma mi è difficile tenere separatolavoro e bambini come puoi immaginare.

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Ti piace organizzare la vita degli altri? Fallo per profes-sione

Vuoi diventre così o vuoi fare dell’organizzazione un tuo punto di forza per recuperare

tempo prezioso?

L’organizzazione non uccide la creatività,anzi ti libera lamente e sei più creativo!

Intervista con Sabrina Toscani, Professional Organizer e presidente APOI ( As-sociazione Professional Organizer Italia).

Organizzarsi bene libera tempo, creatività ed energie otre a migliorare laproduttività e la qualità delle proprie competenze. Parola di P.O. ovvero diProfessional Organizer, la nuova etichetta per organizzatori di professione.

Eh sì perché da 1 anno, anche in Italia, le capacità organizzative di una per-sona, sia che vengano sviluppate in famiglia che sul lavoro, vengono in-

canalate in una professione specifica: l’organizzatore professionale. Tuttoquesto grazie a un’associazione l’AIPO, Associazione Professional OrganizersItalia.

Curioso che in America e nei paesi anglosassoni da decenni si riflette, scrive,parla di tempo, organizzazione, produttività, qualità della vita mentre neipaesi latini e, soprattutto in Italia, si crede, talvolta erroneamente, chemigliorare l’organizzazione e creare più struttura significhi perdere creatività,invece, come ci sottolinea Sabrina Toscani, libera la mente e dunque la cre-atività. Sabrina , presidente di APOI – Associazione Professional OrganizersItalia, è la prima Professional Organizer italiana insieme alla vicepresidentedell’associazione Irene Novello e ci racconta cosa fa il PO e la sua Associ-azione.

Chi è il P.O. o Professional Organizers?

Il P.O. è una figura professionale che supporta le persone nell’organizzazionein tutti i campi, sul lavoro o in famiglia. dall’organizzazione degli spazi aquella del tempo, passando per lo stile di vita. Il fattore organizzazione è unfattore trasversale e noi interveniamo sia in aziende o in uffici per migliorarel’organizzazione del lavoro che nelle case per la gestione della famiglia o suisingoli individui per migliorare lo stile di vita, la gestione tempo, l’organizza-zione del calendario, lo smistamento degli impegni.

In Italia è una figura conosciuta o riconosciuta?

In Italia il Professional Organizer è una figura nuova, ma nel mondo an-glosassone e negli Stati Uniti esiste fin dagli anni’80 e mano a mano si stadiffondendo negli altri paesi, anche in Europa ma con ancora grandi marginidi sviluppo nei paesi latini come l’Italia. Noi siamo i primi a chiamarci Profes-sional Organizer in Italia anche se le competenze dell’organizzatore sono im-plicite in alcuni profili professionali. La figura non è giuridicamente ri-conosciuta ma l’associazione è a tutti gli effetti un’associazioneprofessionale. Ad oggi, nati da poco, abbiamo 30 associati e il convegno diBologna in Sala Borsa è la prima occasione nazionale per presentarlo al pub-blico e ai professionisti.

Ci rivolgiamo a quelle persone che stavano già facendo questo lavoro, sia inambito lavorativo ma anche in famiglia e non sanno che si possono far pa-gare proprio per questa peculiare e importante competenza.

L’evento di Bologna è la presentazione ufficiale in Italia dell’associazioneprofessione nata per promuovere l’importanza dell’organizzazione in tutti gliambiti e per far capire quanto l’organizzazione possa incidere positivamentenella vita delle persone.

Quali sono le parole chiave del Professional Organizer?

Produttività, efficienza, serenità, soddisfazione e tante altre; siamo tutti dicorsa, abbiamo tanti ruoli e cose da fare ma il tempo è sempre lo stesso. Pos-siamo adottare dei metodi che ci possono agevolare nella gestione di tuttigli impegni e dello stress giornaliero.

Qual è il fattore più importante quando si parla di organizzazione?

La Funzionalità ….in Italia non siamo abituati a parlarne, siamo abituati apensare che si tratti della ricerca della perfezione ma in realtà una buona or-ganizzazione significa fare in modo che le attività vengano svolte in manierafluida.

Quali sono gli strumenti dell’Organizzatore professionista?

Il calendario cartaceo o online a seconda dei gusti e la lista delle cose dafare non possono mancare nel “bagaglio” del P.O.

Molto utile è evernote una applicazione che cattura tutto quello che si trovaonline, ti permette di fare delle note e la lista delle cose da fare ( vai al blogdi evernote http://blog.evernote.com/it/)

Sabrina ci regali un suggerimento per la gestione delle e-mail che ci portavia un sacco di tempo?

Prima regola è quella di tenere chiuso il client di posta elettronica: aprire lacasella di posta solo in momenti prestabiliti o quando ci serve e poi richiud-erla. Ormai è studiato e comprovato che le e-mail son fonte di distrazioni ese non ben gestite creano una notevole perdita di tempo e produttività.

Seconda regola: svuotare la casella di posta e non tenerla come se fosse unarchivio dei nostri documenti. La cassetta della posta del mondo reale lasvuotiamo pure? Non aspettiamo che si riempia di lettere e volantini primadi svuotarla?!! Per esempio si può decidere di svuotarla ogni 3 ore oppurequando elabori la mail la archivi oppure la inserisci nella lista delle cose dafare se serve e poi la cancelli.

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Come diventare ProfessionalOrganizer08/05/2014 -

Tra le professioni più nuove presenti nel mercato del lavoro,grande risalto sta avendo negli ultimi tempi quella diProfessional Organizer: molto diffusa in America, la figura di'maggiordomo del tempo', sta prendendo piede anche nel nostropaese.

Il Professional Organizer fa in modo che il tempo sia sfruttato inpieno, evitando che hobby e passioni siano lasciate ai margini. IlProfessional Organizer fornisce informazioni, assistenza eprodotti per aiutare ad organizzarsi. Assiste i clienti a trovareequilibrio, restituire ordine e massimizzare le proprie risorse.

Negli Stati Uniti vari studi mostrano come l'assenza diorganizzazione influenzi molto la produttività: si calcola che unimpiegato viene interrotto ben 11 volte all'ora causando alleaziende statunitensi una notevole perdita a livello economico,così come la disorganizzazione fa perdere a ogni lavoratore duesettimane l'anno nella ricerca di dati e informazioni perse perchémale archiviate.

Il Professional Organizer può lavorare non solo in azienda, maanche in famiglia e per migliorare il proprio stile di vita: taleprofessionista è ora pronto a sbarcare anche in Italia dove ènata la Apoi (Associazione professional organizer italia) che per

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23/09/2014 - Lavoro, Via L’articolo 18: Ma Chi Licenzia Perde Gli Incentivi | 23/09/2014 - Lavoro, Cosa Serve Per Essere Assunti | 23/09/2014 - Trovare Lavoro, Sei Consigli Utili |

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05 MAGGIO 2014

Ecco fatto: una stanza tutta per sè

Lo sapete che cos'è un Professional Organizer? Ammettiamo la nostra ignoranza: fino a qualche mese fa nonconoscevamo questa professione e le sue potenzialità. Girando sul web alla ricerca di una persona competente chepotesse spiegarlo a noi e a voi, abbiamo trovato Irene Novello di Ecco Fatto! che, con nostra grande sorpresa,scopriamo essere una delle fondatrici (con Sabrina Toscani e Silva Bucci) della prima Associazione ProfessionalOrganizers Italia.Dopo aver conseguito una Laurea in Architettura, Irene ha iniziato a lavorare come organizzatrice e produttrice dieventi culturali in Italia e all'estero. Proprio durante un viaggio di lavoro a New York di alcuni anni fa Irene hascoperto l'esistenza della professione di professional organizer portandola in Italia. Leggendo i libri sul campodell'organizzazione degli spazi abitativi, Irene si è resa conto che, inconsciamente, praticava già questo tipo diprofessione per amici e parenti che avevano bisogno di "mettere a posto" la propria casa.Prima di cedere la parola a Irene vi segnaliamo che il 17 maggio a Bologna si terrà il primo incontro italianosul'organizzazione del tempo e della persona organizzato da APOI.

Il Professional Organizer (PO) è una figura professionale che, nata nella metà degli anni 80’ negli Stati Uniti, ediffusa ormai in molti paesi. Il Professional Organizer aiuta a rendere la casa più spaziosa, accogliente efunzionale oltre ad ottimizzare il tempo dedicato alla sua gestione.Seguendo i principi e le linee guidagenerali, assiste la persona nell’individuare e mettere in pratica il proprio metodo organizzativo personale.

Sul lavoro, nelle aziende e nelle organizzazioni il Professional Organizer aiuta ad accrescere laproduttività e aumentare il profitto usando principi ed esperienze testate. Può coordinare un piano di azionepersonalizzato inteso a dare i giusti strumenti organizzativi e ad aiutare a sviluppare abitudini efficaci permantenere l’ordine ed alleggerire le operazioni. Può identificare i punti di forza e di debolezza dell’azienda odell’ufficio in termini di ottimizzazione dello spazio, del tempo, del flusso del lavoro, dei documenti e delleinformazioni e può fornire soluzioni semplici, specifiche ed efficaci.In Italia rappresenta una nuova opportunità e lo scopo di questa iniziativa è anche quello di creare una rete tra tutticoloro che già svolgono questa attività e di fornire a chi sia alla ricerca di una nuova occupazione, un’idea di cosa sipuò fare e di come si possa sviluppare ex-novo questa professione.

Per aiutarci a capire meglio la sua professione Irene ci porta a vedere un locale prima e dopo il suo passaggio.

La richiesta di A., sempre in viaggio per lavoro, era quella di poter riutilizzare la sua stanza degli ospiti: nel tempo eradiventata più che una cantina, dove finiva tutto quello che "…poi lo metto a posto". Il risultato era non avere più unastanza degli ospiti e nemmeno lo spazio per le sue due grandi passioni: cucito e fotografia.Abbiamo quindi iniziato a SVUOTARE, decidendo che cosa fare di ogni singolo oggetto: tenere, regalare, riciclare.Dopo aver studiato la nuova sistemazione dei mobili e della scrivania (che prima era in camera da letto), abbiamospostato i mobili, cercando - pur essendo la stanza piccola - di mantenere una divisione degli spazi: letto-cucito-scrivania. Ora la stanza è molto funzionale, ordinata secondo quello che serviva ad A, e molto accogliente eospitale. E posso proprio dire: Eccofatto!

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Il Professional Organizer (PO) è una figura professionale che, nata nella metà degli anni 80’ negli Stati Uniti, ediffusa ormai in molti paesi. Il Professional Organizer aiuta a rendere la casa più spaziosa, accogliente efunzionale oltre ad ottimizzare il tempo dedicato alla sua gestione.Seguendo i principi e le linee guidagenerali, assiste la persona nell’individuare e mettere in pratica il proprio metodo organizzativo personale.

Sul lavoro, nelle aziende e nelle organizzazioni il Professional Organizer aiuta ad accrescere laproduttività e aumentare il profitto usando principi ed esperienze testate. Può coordinare un piano di azionepersonalizzato inteso a dare i giusti strumenti organizzativi e ad aiutare a sviluppare abitudini efficaci permantenere l’ordine ed alleggerire le operazioni. Può identificare i punti di forza e di debolezza dell’azienda odell’ufficio in termini di ottimizzazione dello spazio, del tempo, del flusso del lavoro, dei documenti e delleinformazioni e può fornire soluzioni semplici, specifiche ed efficaci.In Italia rappresenta una nuova opportunità e lo scopo di questa iniziativa è anche quello di creare una rete tra tutticoloro che già svolgono questa attività e di fornire a chi sia alla ricerca di una nuova occupazione, un’idea di cosa sipuò fare e di come si possa sviluppare ex-novo questa professione.

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Sul lavoro, nelle aziende e nelle organizzazioni il Professional Organizer aiuta ad accrescere laproduttività e aumentare il profitto usando principi ed esperienze testate. Può coordinare un piano di azionepersonalizzato inteso a dare i giusti strumenti organizzativi e ad aiutare a sviluppare abitudini efficaci permantenere l’ordine ed alleggerire le operazioni. Può identificare i punti di forza e di debolezza dell’azienda odell’ufficio in termini di ottimizzazione dello spazio, del tempo, del flusso del lavoro, dei documenti e delleinformazioni e può fornire soluzioni semplici, specifiche ed efficaci.In Italia rappresenta una nuova opportunità e lo scopo di questa iniziativa è anche quello di creare una rete tra tutticoloro che già svolgono questa attività e di fornire a chi sia alla ricerca di una nuova occupazione, un’idea di cosa sipuò fare e di come si possa sviluppare ex-novo questa professione.

Per aiutarci a capire meglio la sua professione Irene ci porta a vedere un locale prima e dopo il suo passaggio.

La richiesta di A., sempre in viaggio per lavoro, era quella di poter riutilizzare la sua stanza degli ospiti: nel tempo eradiventata più che una cantina, dove finiva tutto quello che "…poi lo metto a posto". Il risultato era non avere più unastanza degli ospiti e nemmeno lo spazio per le sue due grandi passioni: cucito e fotografia.Abbiamo quindi iniziato a SVUOTARE, decidendo che cosa fare di ogni singolo oggetto: tenere, regalare, riciclare.Dopo aver studiato la nuova sistemazione dei mobili e della scrivania (che prima era in camera da letto), abbiamospostato i mobili, cercando - pur essendo la stanza piccola - di mantenere una divisione degli spazi: letto-cucito-scrivania. Ora la stanza è molto funzionale, ordinata secondo quello che serviva ad A, e molto accogliente eospitale. E posso proprio dire: Eccofatto!

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Il Journal4 maggio 2014

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Un nuovo lavoro: il ProfessionalorganizerDi Redazione • 04 mag, 2014 • Categoria: ItaliaOrganizzare al meglio il tempo di lavoro degli altri. Ecco il lavoro che offre questa nuovaprofessione che arriva da oltre oceano

C’è un mestiere nuovo di zecca, che arriva dall’America e che sta prendendo piede anche nelnostro paese. E’ quello del Professional Organizer, una specie di maggiordomo che governa iltempo, lo ammaestra, gli dà un senso, lo fa fruttare al meglio e impedisce così che hobby,passioni, talenti in “lista di attesa”, restino nel limbo.

“Vari studi in America, dove la professione del PO è nata – spiega Sabrina Toscani, presidentedell’Apoi, l’Associazione Professional Organizers Italia – dimostrano, ad esempio, che lamancanza di organizzazione incide in modo significativo sulla produttività. Tra i costi delladisorganizzazione c’è la continua interruzione della concentrazione: risulta, ad esempio, che gliimpiegati vengono interrotti 11 volte all’ora, un dato che dalle imprese americane vienequantificato in una perdita di 600 billioni di dollari l’anno. E due settimane a dipendente l’annovanno mediamente sprecate nella ricerca in internet di dati e informazioni che sono andate persiperchè mal archiviati. Ancora, il 56% dei lavoratori trascorre più di 2 ore al giorno, quindi più diun giorno lavorativo alla settimana, a elaborare e-mail».

Il Professional Organizer è insomma una figura professionale che aiuta persone e aziende aorganizzare, ri-organizzare e riordinare gli spazi e i tempi, con l’utilizzo di sistemi personalizzati

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e l’insegnamento di abilità di organizzazione, sia nell’ambito privato che sul lavoro. Il PO aiuta lepersone a trovare equilibrio, a restituire ordine e a rendere più efficaci le proprie risorse. E il 17maggio sbarcherà per la prima volta a Bologna dove si terrà il Primo incontro italianosull’organizzazione del tempo e della persona.

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Melaverdenews.it14 aprile 2014

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Kongnews14 febbraio 2014

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Come ti riorganizzo la scrivania (e non solo)Posted By Carlotta Garancini On 14 febbraio 2014 @ 11:59 In Nuove Tendenze | No Comments

Si chiama Professional Organizer, è una figura che arriva dagli Stati Uniti (dove ormai è una realtàda diversi decenni), ma ora sta prendendo piede anche in Italia e l’associazione Apoi www.apoi.it[1] (fondata meno di un anno fa) ne è la conferma. In una parola chi svolge questa professione sioccupa di organizzazione. Di cosa? Di un cellulare, di un pc, di una scrivania, di un’azienda, di unacasa, di qualsiasi cosa in cui ci sia bisogno di fare ordine (anche solo a livello mentale o dello stiledi vita). E non si tratta di un’incontenibile mania di precisione, di un’ossessione, ma il tutto èvolto allo scopo di aiutare il cliente a vivere più rilassato, sereno, e di facilitarlo nelraggiungimento dei suoi obiettivi. Per capirne di più abbiamo intervistato Sabrina Toscani,Presidente di Apoi.

Come è arrivata la figura di PO in Italia?Posso dire di essere stata una delle prime a occuparsene. Nella vita lavoravo nell’ambitodell’organizzazione aziendale, poi tre anni fa ho scoperto l’esistenza all’estero della professione diOrganizer. Ho iniziato a documentarmi leggendo diversi libri e intanto ho conosciuto persone chegià si dichiaravano PO, altre che non si definivano tali, ma che di fatto lo erano. Così, l’annoscorso, siamo giunti alla fondazione dell’associazione che ha lo scopo di dare al ProfessionalOrganizer la valenza di un vero e proprio lavoro, di condividere le esperienze tra professionisti, diformane di nuovi e di diffondere la conoscenza di questa figura.

Come si diventa PO? Chi vuole avvicinarsi a questo mestiere può contattare la nostra associazione che, dopo avervalutato le motivazioni di ogni candidato, mette a disposizione dei corsi di formazione on line. Ilprimo passo per iniziare a lavorare è costruirsi un proprio sito e trovare un gruppo di clienti: inquesto caso parliamo di PO Junior. Si diventa PO Senior quando, raggiunta una certa esperienza,si inizia a svolgere la professione con Partita Iva e si ottiene visibilità sul nostro sito.

Quali sono i requisiti che deve avere un bravo PO? Per diventare Professional Organizer occorre avere intanto una predisposizione naturaleall’organizzazione, poi servono alcune competenze trasversali. Dal momento che il cliente si apreal PO rivelandogli le sue problematiche e questi deve intervenire in ambiti molto personali checambiano la quotidianità della persona, bisogna possedere anche una certa empatia e una buonacapacità di ascolto.

Quali sono le tariffe di un PO?Su questo stiamo ancora lavorando. Diciamo che dipende molto dal tipo di intervento, su qualiambienti e per quanto tempo è richiesto. Per fare qualche esempio, per mezza giornata di lavoro,si possono chiedere 300-400 euro in un’azienda e 200 euro in un casa.

Quali sono le regole tecniche che un PO deve seguire in generale nel suo lavoro?Una è la regola del bersaglio: nel riorganizzare una cucina, per esempio, gli oggetti che il clienteusa più frequentemente devono essere poste a portata di mano. Non è una cosa così scontata,molte persone non si accorgono che potrebbero migliorare la loro gestualità quotidianaposizionando meglio le cose che utilizzano. O ancora, il nostro motto è “Less is more”: meno cosesi hanno, meno tempo perdiamo ad occuparcene, invece spesso accade che si tengano deglioggetti che non ci servono solo per abitudine o affezione.

Perché una persona dovrebbe richiedere l’intervento del PO?

La nostra convinzione è che le ore a disposizione in una giornata non si possano aumentare e che

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Come ti riorganizzo la scrivania (e non solo)Posted By Carlotta Garancini On 14 febbraio 2014 @ 11:59 In Nuove Tendenze | No Comments

Si chiama Professional Organizer, è una figura che arriva dagli Stati Uniti (dove ormai è una realtàda diversi decenni), ma ora sta prendendo piede anche in Italia e l’associazione Apoi www.apoi.it[1] (fondata meno di un anno fa) ne è la conferma. In una parola chi svolge questa professione sioccupa di organizzazione. Di cosa? Di un cellulare, di un pc, di una scrivania, di un’azienda, di unacasa, di qualsiasi cosa in cui ci sia bisogno di fare ordine (anche solo a livello mentale o dello stiledi vita). E non si tratta di un’incontenibile mania di precisione, di un’ossessione, ma il tutto èvolto allo scopo di aiutare il cliente a vivere più rilassato, sereno, e di facilitarlo nelraggiungimento dei suoi obiettivi. Per capirne di più abbiamo intervistato Sabrina Toscani,Presidente di Apoi.

Come è arrivata la figura di PO in Italia?Posso dire di essere stata una delle prime a occuparsene. Nella vita lavoravo nell’ambitodell’organizzazione aziendale, poi tre anni fa ho scoperto l’esistenza all’estero della professione diOrganizer. Ho iniziato a documentarmi leggendo diversi libri e intanto ho conosciuto persone chegià si dichiaravano PO, altre che non si definivano tali, ma che di fatto lo erano. Così, l’annoscorso, siamo giunti alla fondazione dell’associazione che ha lo scopo di dare al ProfessionalOrganizer la valenza di un vero e proprio lavoro, di condividere le esperienze tra professionisti, diformane di nuovi e di diffondere la conoscenza di questa figura.

Come si diventa PO? Chi vuole avvicinarsi a questo mestiere può contattare la nostra associazione che, dopo avervalutato le motivazioni di ogni candidato, mette a disposizione dei corsi di formazione on line. Ilprimo passo per iniziare a lavorare è costruirsi un proprio sito e trovare un gruppo di clienti: inquesto caso parliamo di PO Junior. Si diventa PO Senior quando, raggiunta una certa esperienza,si inizia a svolgere la professione con Partita Iva e si ottiene visibilità sul nostro sito.

Quali sono i requisiti che deve avere un bravo PO? Per diventare Professional Organizer occorre avere intanto una predisposizione naturaleall’organizzazione, poi servono alcune competenze trasversali. Dal momento che il cliente si apreal PO rivelandogli le sue problematiche e questi deve intervenire in ambiti molto personali checambiano la quotidianità della persona, bisogna possedere anche una certa empatia e una buonacapacità di ascolto.

Quali sono le tariffe di un PO?Su questo stiamo ancora lavorando. Diciamo che dipende molto dal tipo di intervento, su qualiambienti e per quanto tempo è richiesto. Per fare qualche esempio, per mezza giornata di lavoro,si possono chiedere 300-400 euro in un’azienda e 200 euro in un casa.

Quali sono le regole tecniche che un PO deve seguire in generale nel suo lavoro?Una è la regola del bersaglio: nel riorganizzare una cucina, per esempio, gli oggetti che il clienteusa più frequentemente devono essere poste a portata di mano. Non è una cosa così scontata,molte persone non si accorgono che potrebbero migliorare la loro gestualità quotidianaposizionando meglio le cose che utilizzano. O ancora, il nostro motto è “Less is more”: meno cosesi hanno, meno tempo perdiamo ad occuparcene, invece spesso accade che si tengano deglioggetti che non ci servono solo per abitudine o affezione.

Perché una persona dovrebbe richiedere l’intervento del PO?

La nostra convinzione è che le ore a disposizione in una giornata non si possano aumentare e che

dunque occorra trovare il modo per organizzare il tempo al meglio. In questo modo si migliora laqualità della vita diminuendo la quantità di stress, ritrovando il proprio equilibrio e massimizzandole proprie risorse. Insegniamo per esempio a gestire l’enorme mole di informazioni che ci arrivanoquotidianamente dalle mail, dai social, a essere più efficaci nel parlare con una persona, o ancoraaiutiamo a riorganizzare uno spazio in modo che diventi il più funzionale possibile.

E a chi sostiene invece che a fare ordine si perde tempo, mentre il disordine è sintomodi creatività cosa direbbe?Il disordine creativo esiste, ma prima necessita di ordine. Esempio: se su una scrivania hai dellospazio per lavorare, puoi iniziare a ragionare, a concentrarti sul tuo progetto, a fare unbrainstorming. Se invece parti già dal disordine, la tua concentrazione diminuisce e aumental’ansia.

Perché consiglierebbe questa professione?È un lavoro che ti dà una grande libertà, ti permette di gestire i tuoi tempi e, inoltre, essendoancora poco diffuso,ti dà la possibilità di costruirti una carriera su qualcosa di nuovo.

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dunque occorra trovare il modo per organizzare il tempo al meglio. In questo modo si migliora laqualità della vita diminuendo la quantità di stress, ritrovando il proprio equilibrio e massimizzandole proprie risorse. Insegniamo per esempio a gestire l’enorme mole di informazioni che ci arrivanoquotidianamente dalle mail, dai social, a essere più efficaci nel parlare con una persona, o ancoraaiutiamo a riorganizzare uno spazio in modo che diventi il più funzionale possibile.

E a chi sostiene invece che a fare ordine si perde tempo, mentre il disordine è sintomodi creatività cosa direbbe?Il disordine creativo esiste, ma prima necessita di ordine. Esempio: se su una scrivania hai dellospazio per lavorare, puoi iniziare a ragionare, a concentrarti sul tuo progetto, a fare unbrainstorming. Se invece parti già dal disordine, la tua concentrazione diminuisce e aumental’ansia.

Perché consiglierebbe questa professione?È un lavoro che ti dà una grande libertà, ti permette di gestire i tuoi tempi e, inoltre, essendoancora poco diffuso,ti dà la possibilità di costruirti una carriera su qualcosa di nuovo.

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Come ti riorganizzo la scrivania (e non solo)Posted By Carlotta Garancini On 14 febbraio 2014 @ 11:59 In Nuove Tendenze | No Comments

Si chiama Professional Organizer, è una figura che arriva dagli Stati Uniti (dove ormai è una realtàda diversi decenni), ma ora sta prendendo piede anche in Italia e l’associazione Apoi www.apoi.it[1] (fondata meno di un anno fa) ne è la conferma. In una parola chi svolge questa professione sioccupa di organizzazione. Di cosa? Di un cellulare, di un pc, di una scrivania, di un’azienda, di unacasa, di qualsiasi cosa in cui ci sia bisogno di fare ordine (anche solo a livello mentale o dello stiledi vita). E non si tratta di un’incontenibile mania di precisione, di un’ossessione, ma il tutto èvolto allo scopo di aiutare il cliente a vivere più rilassato, sereno, e di facilitarlo nelraggiungimento dei suoi obiettivi. Per capirne di più abbiamo intervistato Sabrina Toscani,Presidente di Apoi.

Come è arrivata la figura di PO in Italia?Posso dire di essere stata una delle prime a occuparsene. Nella vita lavoravo nell’ambitodell’organizzazione aziendale, poi tre anni fa ho scoperto l’esistenza all’estero della professione diOrganizer. Ho iniziato a documentarmi leggendo diversi libri e intanto ho conosciuto persone chegià si dichiaravano PO, altre che non si definivano tali, ma che di fatto lo erano. Così, l’annoscorso, siamo giunti alla fondazione dell’associazione che ha lo scopo di dare al ProfessionalOrganizer la valenza di un vero e proprio lavoro, di condividere le esperienze tra professionisti, diformane di nuovi e di diffondere la conoscenza di questa figura.

Come si diventa PO? Chi vuole avvicinarsi a questo mestiere può contattare la nostra associazione che, dopo avervalutato le motivazioni di ogni candidato, mette a disposizione dei corsi di formazione on line. Ilprimo passo per iniziare a lavorare è costruirsi un proprio sito e trovare un gruppo di clienti: inquesto caso parliamo di PO Junior. Si diventa PO Senior quando, raggiunta una certa esperienza,si inizia a svolgere la professione con Partita Iva e si ottiene visibilità sul nostro sito.

Quali sono i requisiti che deve avere un bravo PO? Per diventare Professional Organizer occorre avere intanto una predisposizione naturaleall’organizzazione, poi servono alcune competenze trasversali. Dal momento che il cliente si apreal PO rivelandogli le sue problematiche e questi deve intervenire in ambiti molto personali checambiano la quotidianità della persona, bisogna possedere anche una certa empatia e una buonacapacità di ascolto.

Quali sono le tariffe di un PO?Su questo stiamo ancora lavorando. Diciamo che dipende molto dal tipo di intervento, su qualiambienti e per quanto tempo è richiesto. Per fare qualche esempio, per mezza giornata di lavoro,si possono chiedere 300-400 euro in un’azienda e 200 euro in un casa.

Quali sono le regole tecniche che un PO deve seguire in generale nel suo lavoro?Una è la regola del bersaglio: nel riorganizzare una cucina, per esempio, gli oggetti che il clienteusa più frequentemente devono essere poste a portata di mano. Non è una cosa così scontata,molte persone non si accorgono che potrebbero migliorare la loro gestualità quotidianaposizionando meglio le cose che utilizzano. O ancora, il nostro motto è “Less is more”: meno cosesi hanno, meno tempo perdiamo ad occuparcene, invece spesso accade che si tengano deglioggetti che non ci servono solo per abitudine o affezione.

Perché una persona dovrebbe richiedere l’intervento del PO?

La nostra convinzione è che le ore a disposizione in una giornata non si possano aumentare e che

dunque occorra trovare il modo per organizzare il tempo al meglio. In questo modo si migliora laqualità della vita diminuendo la quantità di stress, ritrovando il proprio equilibrio e massimizzandole proprie risorse. Insegniamo per esempio a gestire l’enorme mole di informazioni che ci arrivanoquotidianamente dalle mail, dai social, a essere più efficaci nel parlare con una persona, o ancoraaiutiamo a riorganizzare uno spazio in modo che diventi il più funzionale possibile.

E a chi sostiene invece che a fare ordine si perde tempo, mentre il disordine è sintomodi creatività cosa direbbe?Il disordine creativo esiste, ma prima necessita di ordine. Esempio: se su una scrivania hai dellospazio per lavorare, puoi iniziare a ragionare, a concentrarti sul tuo progetto, a fare unbrainstorming. Se invece parti già dal disordine, la tua concentrazione diminuisce e aumental’ansia.

Perché consiglierebbe questa professione?È un lavoro che ti dà una grande libertà, ti permette di gestire i tuoi tempi e, inoltre, essendoancora poco diffuso,ti dà la possibilità di costruirti una carriera su qualcosa di nuovo.

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RaiTre, 3 marzo 2015 Geo & Geo, Sveva Sagramola intervista a Francesca Pansadoro

RaiUno, 24 ottobre 2014 A Conti fatti Intervento di Sabrina Toscani

RaiUno, 9 ottobre 2014 A Conti fatti Intervento di Sabrina Toscani

Tg1 (ore 20:00), 6 luglio 2014 Servizio “I professionisti dell’ordine”, Intervista a Sabrina Toscani e Francesca Pansadoro

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Tg2, 19 giugno 2014 Costume e Società, intervista a Irene Novello

RaiTre, 12 maggio 2014 Geo & Geo, Sveva Sagramola intervista a Francesca Pansadoro

RaiTre, 16 aprile 2013 Geo & Geo, Sveva Sagramola intervento di Francesca Pansadoro

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Radio Insieme, 23 dicembre 2015 intervista Sabrina Toscani https://soundcloud.com/apoiprofessionalorganizer/sabrina-toscana-a-casa-dolce-casa-23-dicembre-2014

Radio Insieme, 21 ottobre 2014 intervista Sabrina Toscani https://soundcloud.com/apoiprofessionalorganizer/radio-insieme-sabrina-toscani-intervistata-a-casa-dolce-casa

Radio 1 Rai, 15 ottobre 2014 Eta Beta, Massimo Cerofolini intervista Francesca Pansadoro

Radio 1 Rai, 4 ottobre 2014 Mary Pop, Giulia Chiodini intervista Sabrina Toscani, Francesca Pansadoro, Silva Bucci e Irene Novello

Radio 1 Rai, 15 agosto 2014 Prima di tutto, intervista a Francesca Pansadoro

Radio Capital, 15 settembre 2014 Ladies and Capital, intervista a Sabrina Toscani

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Rete Due Radio Svizzera, 31 agosto 2014 intervista a Sabrina Toscani

Radio Italia 1, 10 giugno 2014 Lavori in corso, intervista a Marilina Di Cataldo

Radio Capital, 1 giugno 2014 Capital Week End, intervista a Sabrina Toscani

Radio inBlu, 15 maggio 2014 Mattinata inBlu, intervista a Irene Novello

Prima Radio, 15 aprile 2014 intervista a Marilina di Cataldo

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