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Date post: 02-Aug-2015
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WWW.INFORMATOREAGRARIO.IT 1 Melo La coltura in Italia La melicoltura italiana nell’ultimo decennio ha subito una contrazione del 16,7% di superficie passando dai 78.000 ha del 1990 ai 65.000 del 1999; di contro, invece, la produzione negli stessi anni è passata da 2.050.700 t a 2.416.175 t con un incremento del 17,8% (grafico 1 e tabella 1); ciò è do- vuto essenzialmente a un notevole au- mento di resa unitaria che è passata dalle 26 t/ha del 1990 alle 37 t/ha del 1999; la causa determinante è stata l’in- tensificazione degli impianti ed il mi- glioramento delle tecniche colturali. La produzione di mele in Italia è lo- calizzata per oltre il 90% nelle aree set- tentrionali (grafico 2), in modo parti- colare in Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna, con una certa evo- luzione a favore delle aree montane tra il 1984 e il 1998. La produzione pie- montese si aggira intorno al 6% e, pur essendo diffusa in tutta la regione, tro- va condizioni ambientali particolar- mente ideali nel cuneese (75% della produzione regionale). In ambito na- zionale, le province più interessate so- no quelle di Bolzano (circa il 38,1% del- la produzione nazionale), Trento (21,1%) e Verona (che, da sola, rag- giunge il 50% della produzione veneta). Il melo nel Meridione La coltivazione del melo nelle aree meridionali riveste limitata importan- za rispetto ad altre specie da frutto, in particolare agrumi, drupacee e uva da tavola; negli ultimi anni ha subito una notevole contrazione, passando dal 7,2% nazionale nei 1994 al 4,7% del 1998. In questo contesto produttivo la Campania (grafico 3) rappresenta an- cora la regione più importante seguita da altre piccole aree sul restante terri- torio. Campania. La melicoltura campana è rappresentata per oltre il 70% dalla cul- tivar Annurca che costituisce una realtà specifica con le sue caratteristi- che e le sue problematiche. Un filo con- duttore lega la melicoltura campana a questa varietà: negli anni 40 essa rap- presentava il 90% della produzione re- gionale, negli anni 60 raggiunse il mini- LISTE VARIETALI DEI FRUTTIFERI 2000 Melo G. Grassi, L. di Marco, S. Pellegrino, S. Sansavini Centro di sperimentazione agraria Azienda Laimburg, Ora (BZ) 215 R. Stainer H.W. e forestale, Laimburg (BZ) Azienda Laces (BZ) 650 Wohlgemuth Istituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Spagnole, 400 A. Bergamini M. Fontanari, Sezione di Trento Castelnuovo Valsugana (TN) M. Bergamaschi Istituto agrario di S. Michele all’Adige (TN) Maso Prati, Cles (TN) 650 M. Comai A. Dorigoni, Maso Maiano, Mezzolombardo (TN) 210 P. Magnago Dipartimento di produzione vegetale Azienda Servadei, Udine 100 G. Costa E. Beltrame, e tecnologie agrarie, Università di Udine R. Testolin G. Comuzzo, R. Frezza, C. Bomben Veneto Agricoltura, Padova (PD) Azienda Sasse-Rami, Ceregnano (RO) 0 L. Schiavon S. Soligo, S. Serra Istituto sperimentale di frutticoltura, Azienda Ponton, S. Ambrogio (VR) 100 G. Bassi G. Colombari Provincia di Verona Regione Lombardia Azienda Dotti, Arcagna (LO) 100 R. Tonesi, L. Folini, T. Eccher ( 3 ) R. Perego Piemonte Asprofrut (CN), Azienda Spinetta, Cuneo 530 S. Pellegrino L. Berra Regione Piemonte Dipartimento di colture arboree, Azienda Cadriano, Bologna 30 S. Sansavini D. Stefanelli, Università di Bologna M. Grandi, S. Lugli, S. Lanzoni Istituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Magliano, Forlì 40 W. Faedi S. Ghetti, Sezione di Forlì C. Rosati Centro ricerche produzioni vegetali, Azienda Modenese, Modena 50 D. Scudellari, S. Caruso, Cesena Cisa M. Neri (Imola) 40 U. Palara S. Colombo Azienda Marani (RA) 0 Regione Abruzzo Azienda agraria Rulli, Vasto (CH) C. Della Penna G. Sardella Istituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Areanova, 60 G. Grassi, P. Rega, Sezione di Caserta Pignataro Maggiore (CE) O. Insero A. De Luca Regione Basilicata Azienda Bosco Galdo, Villa d’Agri (PZ) 600 M. Brandi A. Imperatrice Istituto sperimentale per la valorizzazione ( 1 ) G.C. Pradella ( 2 ), M. Grassi, tecnologica dei prodotti agricoli (MI) P. Eccher Zerbini A. Pienazzola, G. De Colellis GRUPPO DI LAVORO SUL MELO (coordinamento: S. Sansavini) ( 1 ) Unità afferente al Progetto post-raccolta. ( 2 ) Coordinatore del Progetto post-raccolta, del Criof dell’Università di Bologna. ( 3 ) Re- sponsabile scientifico, del Dipartimento produzioni vegetali dell’Università di Milano. Unità operative Aziende sperimentali Altitu- dine (m slm) Responsabili Collaboratori Grafico 1 - Melo: produzioni, superfici e rese in Italia nell’ul- timo decennio 1990 2.500 2.400 2.200 2.100 2.000 1.900 1.800 1.700 Produzioni (.000 t) 80 75 70 65 40 30 Rese (t/ha) e superfici (.000 ha) 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Superficie in produzione Produzione Resa Fonte: Fao. Piemonte 6.504 849 146,1 Valle D’Aosta 430 10 3,4 Lombardia 2.211 138 43,0 Trentino-Alto Adige 30.012 2.180 1.412,3 Bolzano 17.790 1.605 909,5 Trento 12.222 575 502,8 Veneto 9.727 935 329,5 Friuli-Venezia Giulia 1.460 230 45,9 Liguria 124 5 1,1 Emilia-Romagna 8.389 700 229,7 Toscana 917 14 12,7 Umbria 255 12 4,6 Marche 570 53 8,8 Lazio 1.041 21 22,1 Abruzzo 731 12 12,5 Molise 70 0 0,8 Campania 4.452 66 85,5 Puglia 148 29 1,5 Basilicata 370 15 2,9 Calabria 365 17 4,1 Sicilia 826 8 13,8 Sardegna 391 54 3,7 Italia 68.993 5.348 2.384,0 Tabella 1 - Melo: superfici e produzioni in Italia (1998-1999) Fonte: Istat, 1999. Regioni Superficie (ha) totale in alleva- mento Produ- zione (.000 t)
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W W W . I N F O R M A T O R E A G R A R I O . I T 1

Melo

La coltura in Italia

La melicoltura italiana nell’ultimodecennio ha subito una contrazionedel 16,7% di superficie passando dai78.000 ha del 1990 ai 65.000 del 1999; dicontro, invece, la produzione neglistessi anni è passata da 2.050.700 t a2.416.175 t con un incremento del17,8% (grafico 1 e tabella 1); ciò è do-vuto essenzialmente a un notevole au-mento di resa unitaria che è passatadalle 26 t/ha del 1990 alle 37 t/ha del1999; la causa determinante è stata l’in-tensificazione degli impianti ed il mi-glioramento delle tecniche colturali.

La produzione di mele in Italia è lo-calizzata per oltre il 90% nelle aree set-

tentrionali (grafico 2), in modo parti-colare in Trentino-Alto Adige, Venetoed Emilia-Romagna, con una certa evo-luzione a favore delle aree montane trail 1984 e il 1998. La produzione pie-montese si aggira intorno al 6% e, puressendo diffusa in tutta la regione, tro-va condizioni ambientali particolar-mente ideali nel cuneese (75% dellaproduzione regionale). In ambito na-zionale, le province più interessate so-no quelle di Bolzano (circa il 38,1% del-la produzione nazionale), Trento(21,1%) e Verona (che, da sola, rag-giunge il 50% della produzione veneta).

Il melo nel MeridioneLa coltivazione del melo nelle aree

meridionali riveste limitata importan-za rispetto ad altre specie da frutto, inparticolare agrumi, drupacee e uva datavola; negli ultimi anni ha subito unanotevole contrazione, passando dal7,2% nazionale nei 1994 al 4,7% del1998. In questo contesto produttivo laCampania (grafico 3) rappresenta an-cora la regione più importante seguitada altre piccole aree sul restante terri-torio.Campania. La melicoltura campana èrappresentata per oltre il 70% dalla cul-tivar Annurca che costituisce unarealtà specifica con le sue caratteristi-che e le sue problematiche. Un filo con-duttore lega la melicoltura campana aquesta varietà: negli anni 40 essa rap-presentava il 90% della produzione re-gionale, negli anni 60 raggiunse il mini-

LISTE VARIETALI DEI FRUTTIFERI 2000

Melo

G. Grassi, L. di Marco, S. Pellegrino, S. Sansavini

Centro di sperimentazione agraria Azienda Laimburg, Ora (BZ) 215 R. Stainer H.W.e forestale, Laimburg (BZ) Azienda Laces (BZ) 650 WohlgemuthIstituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Spagnole, 400 A. Bergamini M. Fontanari, Sezione di Trento Castelnuovo Valsugana (TN) M. BergamaschiIstituto agrario di S. Michele all’Adige (TN) Maso Prati, Cles (TN) 650 M. Comai A. Dorigoni,

Maso Maiano, Mezzolombardo (TN) 210 P. MagnagoDipartimento di produzione vegetale Azienda Servadei, Udine 100 G. Costa E. Beltrame, e tecnologie agrarie, Università di Udine R. Testolin G. Comuzzo,

R. Frezza, C. Bomben

Veneto Agricoltura, Padova (PD) Azienda Sasse-Rami, Ceregnano (RO) 0 L. Schiavon S. Soligo, S. Serra

Istituto sperimentale di frutticoltura, Azienda Ponton, S. Ambrogio (VR) 100 G. Bassi G. ColombariProvincia di VeronaRegione Lombardia Azienda Dotti, Arcagna (LO) 100 R. Tonesi, L. Folini,

T. Eccher (3) R. PeregoPiemonte Asprofrut (CN), Azienda Spinetta, Cuneo 530 S. Pellegrino L. BerraRegione PiemonteDipartimento di colture arboree, Azienda Cadriano, Bologna 30 S. Sansavini D. Stefanelli, Università di Bologna M. Grandi,

S. Lugli, S. Lanzoni

Istituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Magliano, Forlì 40 W. Faedi S. Ghetti, Sezione di Forlì C. RosatiCentro ricerche produzioni vegetali, Azienda Modenese, Modena 50 D. Scudellari, S. Caruso, Cesena Cisa M. Neri (Imola) 40 U. Palara S. Colombo

Azienda Marani (RA) 0Regione Abruzzo Azienda agraria Rulli, Vasto (CH) – C. Della Penna G. SardellaIstituto sperimentale per la frutticoltura, Azienda Areanova, 60 G. Grassi, P. Rega, Sezione di Caserta Pignataro Maggiore (CE) O. Insero A. De LucaRegione Basilicata Azienda Bosco Galdo, Villa d’Agri (PZ) 600 M. Brandi A. ImperatriceIstituto sperimentale per la valorizzazione (1) – G.C. Pradella (2), M. Grassi, tecnologica dei prodotti agricoli (MI) P. Eccher Zerbini A. Pienazzola,

G. De Colellis

GRUPPO DI LAVORO SUL MELO (coordinamento: S. Sansavini)

(1) Unità afferente al Progetto post-raccolta. (2) Coordinatore del Progetto post-raccolta, del Criof dell’Università di Bologna. (3) Re-sponsabile scientifico, del Dipartimento produzioni vegetali dell’Università di Milano.

Unità operative Aziende sperimentaliAltitu-dine

(m slm)Responsabili Collaboratori

Grafico 1 - Melo: produzioni,superfici e rese in Italia nell’ul-timo decennio

1990

2.5002.4002.2002.1002.0001.9001.8001.700

Pro

du

zio

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.000

t) 80

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Res

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ha)

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

Superficie in produzioneProduzione

ResaFonte: Fao.

Piemonte 6.504 849 146,1Valle D’Aosta 430 10 3,4Lombardia 2.211 138 43,0Trentino-Alto Adige 30.012 2.180 1.412,3Bolzano 17.790 1.605 909,5Trento 12.222 575 502,8Veneto 9.727 935 329,5Friuli-Venezia Giulia 1.460 230 45,9Liguria 124 5 1,1Emilia-Romagna 8.389 700 229,7Toscana 917 14 12,7Umbria 255 12 4,6Marche 570 53 8,8Lazio 1.041 21 22,1Abruzzo 731 12 12,5Molise 70 0 0,8Campania 4.452 66 85,5Puglia 148 29 1,5Basilicata 370 15 2,9Calabria 365 17 4,1Sicilia 826 8 13,8Sardegna 391 54 3,7Italia 68.993 5.348 2.384,0

Tabella 1 - Melo: superfici eproduzioni in Italia (1998-1999)

Fonte: Istat, 1999.

RegioniSuperficie (ha)

totale in alleva-mento

Produ-zione

(.000 t)

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mo storico del 20% per ritornare suc-cessivamente alle percentuali attuali. Ilrilancio dell’Annurca negli anni 70 fuconseguenza dell’introduzione deiportinnesti clonali e dell’aggiornamen-to delle tecniche colturali; negli anni 80l’introduzione di cloni migliorativi die-de un ulteriore impulso alla sua espan-sione. Questa cultivar gode di partico-lare apprezzamento da parte dei consu-matori campani e in genere in tutto ilMeridione, ma anche nel Lazio.

Nella coltivazione dell’Annurca sipossono riscontrare due realtà con-trapposte. Una, formata da vecchi im-pianti tradizionali, innestati su franco,allevati a vaso, con distanze che arri-vano anche a 10×10 m con la varietàclassica, in assenza d’irrigazione, chedanno un prodotto che necessita dinormale periodo di arrossamento in«melaio» prima del consumo o dellaconservazione. L’altra, composta daimpianti specializzati, più attuali, suportinnesti clonali (per lo più M 26),allevati a palmetta o fusetto, dove pre-vale il clone Annurca Rossa del Sud,dotati di moderni impianti di irrigazio-ne, che danno frutti che necessitano diun breve o brevissimo periodo di ar-rossamento. Negli ultimi anni il pro-dotto proveniente da impianti tradi-zionali, opportunamente valorizzatoda promozioni commerciali che nefanno apprezzare la tipicità, sta suben-do una leggera rivalutazione da partedel consumatore.

Il restante 20-30% della produzionecampana è rappresentato da cultivarper lo più estive o al massimo autun-nali. La comparsa nel panorama varie-tale del gruppo Gala ha suscitato note-vole interesse nei melicoltori, sosti-tuendo in parte la vecchia Ozark Goldche pure aveva un suo spazio. Notevo-le importanza riveste il gruppo GoldenDelicious con particolare riguardo allaGolden B; tra le Red Delicious, il clonepiù diffuso resta Red Chief,mentre Hi Early viene im-piegata per lo più come im-pollinatore di Annurca eGolden Delicious. In alcuniambienti particolari la colti-vazione di Granny Smith ot-tiene risultati accettabili.Sicilia. La coltivazione delmelo in Sicilia non ha maiavuto rilevanza economica:altre specie arboree da frut-to (agrumi, olivo, vite, man-dorlo, nocciolo, ecc.), me-glio si adattano alle condi-zioni pedoclimatiche e col-turali dell’Isola. Le vecchiezone di coltivazione sono lo-calizzate alle falde dell’Etnae dei monti Sicani, in un’a-rea compresa tra le provin-

ce di Palermo e Agrigento, e sono ca-ratterizzate dalla presenza di cultivarlocali o di vecchie varietà.

Negli ultimi anni, soprattutto in rela-zione alla disponibilità di nuove super-

fici irrigue, si è riscontrato un nuovointeresse alla coltura del melo: recentiimpianti sono stati realizzati in provin-cia di Palermo, sulle Madonie, in am-bienti caratterizzati da temperature in-vernali rigide e non eccessivamentecalde d’estate, con panorama varietaleaggiornato (Golden B, Fuji, Galaxy,ecc.), con portinnesti clonali (M9 eM26) e sistemi d’impianto razionali.Tali condizioni lasciano presupporreuno sviluppo della coltura, anche inrelazione al limitato impiego di tratta-menti antiparassitari.Basilicata. La coltivazione del melo inBasilicata ha avuto una notevole affer-mazione alla fine degli anni 70, incenti-vata da politiche di sostegno regionali ecomunitarie. Essa ha trovato miglior re-sa e collocazione nelle aree interne del-la regione. Il 60% della produzione è for-nita dalla Val d’Agri, a un’altitudine dicirca 800 m sul livello del mare; qui, gra-zie anche alla collaborazione di istitu-zioni di ricerca, in particolare dell’istitu-to sperimentale per la frutticoltura – Se-zione di Trento, sono state messe a pun-to tecniche e sistemi di coltivazione chehanno reso la melicoltura degna di at-tenzione per gli aspetti qualitativi equantitativi che esprime. Le varietà piùcoltivate sono: Golden B, Red Chief,gruppo Gala, Yellow Spur, Jonagold,gruppo Red Delicious, Florina e spora-dici casi di Annurca e Granny Smith. Ne-gli ultimi anni si stanno diffondendo lemele a maturazione estiva e quelle tic-chiolatura-resistenti, anche in linea coni regolamenti comunitari, e in particola-re il 2078.Altre aree meridionali. In Puglianegli ultimi dieci anni, in alcune areedell’altopiano delle Murge della pro-vincia di Taranto e nella Valle d’Itria,le particolari condizioni pedoclimati-che e l’impiego di tecniche colturalirazionali hanno consentito di ampliarela coltivazione del melo e di ottenere

prodotto di buone caratteri-stiche organolettiche edestetiche. Anche in Sarde-gna, in alcune aree interne,accanto agli impianti tradi-zionali con varietà locali so-no stati allestiti meleti connuove cultivar. Campi dimo-strativi regionali di coltiva-zione del melo con nuovecultivar e tecniche aggiorna-te sono stati recentementerealizzati nelle aree collinariinterne del Molise; i primi ri-sultati indicano che le condi-zioni pedoclimatiche parti-colarmente idonee alle esi-genze della specie consento-no di ottenere produzioni dielevata qualità. In Abruzzo sisono in passato realizzati ot-

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Melo

Grafico 3 - Melo: produzione nelle regioni meri-dionali (1998)

6

5

4

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% s

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Molise Cam-pania

Puglia Basili-cata

Cala-bria

Sicilia Sarde-gna

Fonte: elaborazione Isf CE su dati Istat.

Grafico 2 - Melo: produzioni regio-nali negli anni 1984, 1994, 1998 (in% su produzione nazionale)

Altre Regioni

Piemonte Lombardia

Trentino-Alto Adige Veneto

Emilia-Romagna Campania

3%

36%

18%

22%

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1984

58%14%

10%

4%6% 6%

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58%14%

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4%6% 6%

2%1994

Fonte: Istat (valori arrotondati).

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timi impianti di melo in provincia diPescara (Valle del Fino).

Le cultivar

L’assortimento varietale del melo(grafici 4 e 5) è alla ricerca di un nuo-vo equilibrio: viene messo in discus-sione il vecchio duopolio Golden Deli-cious-Red Delicious e il relativo ampiocorollario di cloni che entrambe van-tano sul piano commerciale. Perché?Perché i ricchi mercati europei sonosempre più esposti all’aggressivapenetrazione delle mele di molti Paesiconcorrenti, in particolare dell’altroemisfero (Argentina, Cile, Sud Africa,Nuova Zelanda) che, di fatto, stanno

fortemente influenzando anche lescelte varietali europee: a cominciareda Gala che, da qualche anno, con isuoi nuovi mutanti è ormai divenuta lamela estiva più gradita dai consumato-ri, seguita temporalmente da Brae-burn, Fuji e Pink Lady. Altre varietàsono dietro l’angolo, specialmente sesi considera che anche il Nord Ameri-ca, dopo essersi affidato per alcuni de-cenni al miglioramento «casuale» (at-traverso la scoperta di mutazionispontanee delle citate varietà policlo-nali), con pochissime innovazioni (adesempio, Jonagold) rispetto alle va-rietà classiche (ad esempio, Jonathan,Granny Smith, Rome Beauty, Wine-sap), è ora alla vigilia di una «offensi-va» varietale affidata ai propri pro-grammi di breeding, con alcune va-rietà dotate di caratteristiche diverseda quelle abituali, includendo fra que-ste le mele ticchiolatura-resistenti, an-corché nessuna di queste, finora, ab-bia avuto un significativo successo.

E allora che fa l’Europa e che fa l’I-talia, in particolare?

Per la verità, l’Italia, dal Dopoguerraa oggi, ha pedissequamente seguito gliorientamenti americani, scegliendovarietà a frutti molto appariscenti,grossi, di gusto dolce-aromatico, a pol-pa relativamente fine, succosa, pocoacidula, ma soprattutto tenera a matu-razione. Tutto il Sud Europa ha segui-to questa tendenza. Il Centro-nord Eu-ropa, invece, già orientato verso melesode e acidule, è stato più rapido adassimilare le influenze esercitate dallemele d’importazione. Si è così andato

affermando un tipo di mela i cui piùimportanti requisiti sono rappresenta-ti dalla polpa soda, ma anche moltocroccante e succosa, con gusto equili-brato, dotata di alta serbevolezza econ buona tenuta di conservazione.

L’Italia si trova così a un bivio: tenerconto di queste tendenze internazio-nali o rimanere arroccata nella propriatipologia varietale e di consumo?

È tanto vero questo dubbio che, per inuovi impianti, mentre in Alto Adige laGolden Delicious è scesa al 15% circa,nel Trentino è rimasta a oltre il 60-70%.Solo alcune mele di nuova generazio-ne, come le Gala, sono ben accette e diconservazione fino ai mesi autunnali,mentre altre, come Braeburn, Fuji,Pink Lady, Elstar e le mele ticchiolatu-ra-resistenti, debbono farsi strada allaricerca delle aree geografiche più adat-te alla coltivazione. È certo, tuttavia,che alcune hanno fatto il loro tempo(ad esempio Imperatore- RomeBeauty, Jonathan-Jonagold, GrannySmith, alcune Stayman e Winesap,Ozark Gold in parte Idared, ecc.).

Perdurando tale incertezza di orien-tamento, assistiamo nel frattempo aun graduale spostamento della meli-coltura dalle zone di pianura a quelledi montagna (arco alpino, vallate ap-penniniche, altipiani centro-meridio-nali e insulari), perché è in tali am-bienti che si realizzano assai meglio lecaratteristiche fisiche del frutto (nonnecessariamente associate a un mi-glioramento delle caratteristiche orga-nolettiche) che i mercati internaziona-li oggi sembrano premiare più delle

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Melo

Grafico 5 - Melo: le principali cultivar negli anni 90

1.200

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Pro

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0 t)

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1990

Golden Delicious Red Delicious Morgenduft Granny Smith

Gala Anurca FujiJonagold Stayman

Varietà estiveArlet (•)Delbarestivale (•)ElstarForumPrimgoldTsugaruVarietà autunnaliGruppo Red Delicious

Ace Spur Delicious-Cyberg (•)Oregon SpurRed MIracle (•)Classic Delicious

Gruppo Golden Delicious e similiBelgoldenGala Golden

Gruppo JonagoldJonagoldJonagold HighwoodJonagold WilmutaKing Jonagold

Altre autunnaliDelbard JubileeFalstaff (•)Freedom

GlosterIdared (•)IngolRubinetteSirprize

Varietà invernaliGruppo Fuji

FujiFuji Aki-Fu 1Fuji Cho-Fu 12 (•)Fuji Cmvf Irradiated (•)Fuji Mori-Hou Fu 1Fuji Mori-Hou Fu 3AFuji Sel. 57010-1 (•)Fuji Sel. 57010-2 (•)Fuji Sel. 57010-7 (•)Fuji Sel. 57010-8 (•)

Gruppo StaymanStayman Winesap Lb782

Altre invernaliImperatoreMerano (•)

Tabella 2 - Varietà eliminate dalla lista per giudi-zio negativo di tutte le Unità operative

(•) Varietà eliminate dalla lista nel 2000.

Grafico 4 - Ripartizione varieta-le della produzione italiana dimele (media 1993-1998)

Produzione media 1993-1998:2.082.887 t

Golden Delicious52%

GruppoRed Delicious

17%

Morgenduft11%

Granny Smith5%

Gruppo Gala 4%

Jonagold 3%Annurca 4%

Stayman2%

Altreautunno-invernali

2%

Fonte: Data Bank - Cso Ferrara.

Fonte: Data Bank - Cso Ferrara.

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qualità gustative, cioè sensoriali delfrutto stesso.

Nel complesso, l’evoluzione varieta-le nel melo non è stata così veloce e in-tensa come in altre specie fruttifere(ad esempio pesco), ma è da anni co-stante e continua e si è accentuata nel-l’ultimo triennio. Normalmente, le no-vità varietali interessanti trovano subi-to attenzione e spazio negli ambientitipici di coltivazione e si affermano nelgiro di pochi anni. Le nuove proposte,però, non sempre sono preventiva-mente e a sufficienza valutate e speri-mentate nei diversi ambienti colturaliitaliani, per cui possono talvolta crea-re problemi di carattere agronomico,qualitativo e commerciale, con gravedanno per il frutticoltore. Compitodelle liste di orientamento varietale èquello di evitare simili inconvenienti.

Liste melo 2000

Il gruppo interregionale di valutazio-ne delle varietà di melo coordinato dalMinistero delle politiche agricole e fo-restali (quadro iniziale) ogni anno fa ilpunto della situazione, confrontando idati raccolti in 15 località per aggior-nare la lista di orientamento per i frut-ticoltori.

Leggendo le liste si noterà che alcu-ne cultivar sono state inserite in lista Cnelle aree del Centro-sud e in lista A oB al Nord. Questo perché in certe areedel Nord la valutazione era in corso daun maggior numero di anni (occorro-no infatti almeno tre anni di produzio-ne e cinque di osservazione).

Le liste varietali del 2000 presentanopoche differenze rispetto a quelle del1999; poche sono le cultivar eliminateperché giudicate negativamente datutte le Unità operative (tabella 2), al-lo stesso modo poche sono entrate inlista perché giudicate interessanti.

Mele estiveLe mele estive (tabella 3) continua-

no ad avere un interesse limitato e afornire una produzione di nicchia cheva a inserirsi nei piccoli spazi lasciatiliberi dagli altri, più richiesti, frutti distagione. Le mele estive, che fino aqualche anno fa erano prerogativa del-le zone di pianura, negli ultimi annihanno trovato una certa diffusione an-che in collina e montagna; il gruppoGala, data la particolare adattabilità aidiversi ambienti, in alcune zone mon-tane diventa addirittura un prodottoautunnale precoce con interessantiprospettive di sviluppo di mercato.Gruppo Gala. In effetti le mele delgruppo Gala, alle buone caratteristi-che organolettiche, associano una no-tevole attitudine alla frigoconservazio-ne. Il consenso ottenuto da queste me-

le ha fatto loro toccare una quota del6% della produzione nazionale di mele.Fattori limitanti restano la pezzatura,talvolta insufficiente, e la possibilescarsa colorazione; si deve però evita-re la raccolta anticipata per farne unacommercializzazione precoce che nonconsentirebbe al frutto di raggiungerematurazione e pezzatura ottimali, in-ducendo di conseguenza il consuma-tore a ridurre il gradimento verso lemele in generale. In questo gruppovengono giudicati positivi da quasi tut-te le Unità operative i seguenti cloni:Galaxy, Mondial Gala e Royal Gala e, adistanza, Gala Must; notevole interes-se hanno suscitato anche Delbard Ga-la-Obrogala e, in Alto Adige, le nuovis-sime Brookfield e Schniga Gala che,insieme a Galaxy, sembrano esseremigliorative rispetto a Mondial eRoyal Gala; va però accertato se talicloni, come sembra, manifestano lastessa propensione a regredire nel ca-rattere colore. Solo Gala Must e Obro-gala differiscono nettamente dagli al-tri cloni di Gala per il rosso uniforme oslavato, non striato; la seconda è cer-tamente assai più bella di Gala Must.Altre mele estive. Nessuna cultivarottiene giudizi totalmente positivi. Laloro importanza è limitata alla solaprecocità e quindi si intendono dipronto consumo; quasi sempre le ca-ratteristiche gustative sono mediocri eperciò perdenti rispetto alle stessemele autunno-invernali dell’anno pre-cedente, se ben conservate. Fra questesono in osservazione Earligold, Sunri-

se, Festival e Red Elstar e ancora Gol-den Supreme. Vi sono anche due meleticchiolatura-resistenti (tabella 6)molto precoci, Prime Red (non ancorain lista) e Summerfree, che maturanoai primi di agosto, circa dieci giorniprima che sui mercati giungano le Ga-la, (qualitativamente superiori) chepotrebbero avere un qualche spazionelle aziende rivolte verso il biologico.

Mele autunnaliAnche per le autunnali (tabella 4) la

suddivisione in gruppi omogenei faci-lita l’interpretazione dei dati raccolti. Idue gruppi Red Delicious e GoldenDelicious, dominanti, sono rimastipressoché invariati in questi ultimi an-ni nelle loro migliori componenti clo-nali.Gruppo Red Delicious. Nonostantela crescente affermazione dei clonispur (Red Chief, Oregon Spur, ScarletSpur, ecc.) che nel recente passatoavevano costituito un fattore propulsi-vo e innovativo della melicoltura, ilgruppo delle Red Delicious è ora stabi-le o in decremento, specie nelle areedi pianura dove le mele rosse sonosempre più scalzate, sui mercati, dallestesse mele prodotte in montagna(perché più belle, più sode, più croc-canti, più durevoli, anche se menogrosse e talora anche meno dolci); in-fatti anche i cloni standard di monta-gna (ad esempio, Top Red ed Erovan)sono assai più apprezzati delle melespur di piano. Quelle «standard» inpianura sono ormai improponibili per-

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Melo

Varietà estive–49 –55 –45 –42 Earligold® Syngold X X C C–57(**) –50(**) –40 –42 Sunrise C C C C–56(**) –38 –30 –27 Festival C C C C–43(**) –25 –30 Golden Supreme® o

Golden Extreme® Gradigold C C C–23 –21 –23 –25 Red Elstar B B X CGruppo Gala (cloni):–28 –28 –28 –28 Gala Must® Regal Prince (*) B B B C 6, 7–25 –25 –27 –27 Galaxy (*) A A A C 32, 38, 40, 43, 46, 52, 54, 59–25 –25 –27 –28 Mondial Gala® Mitchgla (*) B B B B 15, 32, 36, 38, 40, 43, 52, 53,54, 58–25 –25 –27 –27 Royal Gala® Tenroy (*) B B B B 12, 14, 15, 16, 24, 30, 36, 38–26 –20 –21 Delbard Gala® Obrogala 16, 22, 24, 29, 38, 47, 53, 56

(Ultra Red Gala) (*) C C C

Tabella 3 - Liste melo 2000: varietà estive e gruppo Gala

(1) Data di inizio raccolta (in giorni di differenza rispetto a Golden Delicious): BZ = valli alpine dell’Alto Adige, (**) = Valsugana (TN);CN = collina cuneese, (**) = alto Veneto e alto Friuli; BO = pianura bolognese; CE = agrocampano (Caserta). (2) Valli alpine del Trenti-no-Alto Adige, Valtellina e zone lombarde limitrofe, alto Piemonte e Valle d’Aosta, alte zone appenniniche (es. Val d’Agri). (3) Fon-dovalle alpino, bassa atesina, collina cuneese, alto Friuli, alto Veneto, colline appenniniche. (4) Zone di Ferrara e Verona. (5) Agro cam-pano, zone etnee, bassa Val d’Agri.Le varietà sono ordinate per epoca di maturazione all’interno dei diversi gruppi varietali secondo le date di inizio raccolta riferite al-la collina cuneese. (*) Varietà protetta; ® marchio commerciale.(6) Vivaisti italiani autorizzati alla vendita delle varietà protette da brevetto. I numeri riportati in questa colonna corrispondono alnumero d’ordine della tabella pubblicata a pagina 6.Legenda: A = lista A (cultivar affermate); B = lista B (cultivar di interesse locale); C = lista C (cultivar promettenti); X = cultivar valu-tate negativamente.

Epoca di raccolta (1)

BZ CN BO CECultivar Vivaisti (6)

Zonaalpina

(2)

Zona pedemon-

tana (3)

Pianurapadano-

veneta (4)

Centro-sud(5)

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ché difettano troppo di colore e, nellepiante vigorose, possono presentareanche maggiore incidenza di macula-tura amara, oltre che maggiore suscet-tibilità a patogeni e fitofagi.

Il gruppo Red Delicious, negli ultimianni, ha pertanto subito una notevolecontrazione nei nuovi impianti; diversicloni, anche se non particolarmentevalidi, hanno però conservato un ruo-lo di varietà partner, valida come im-pollinatrice di altre più importanti.Particolare importanza, invece, l’inte-ro gruppo continua a rivestire in Pie-monte ove rappresenta circa la metàdi tutto il prodotto regionale; nelle zo-ne di media collina, infatti, si raggiun-ge un ottimo standard qualitativo, for-se fra i migliori in Italia; altrettanto di-casi per la Valtellina, nella provincia diSondrio.

In complesso, prevalgono ancora lecultivar di tipo spur; Red Chief ottieneconsensi in tutte le aree nazionali,confermandosi la cultivar leader dellerosse, mentre Early Red One e ScarletSpur restano in lista B anche in zone dipianura. Top Red e Hakpe Deliciousconfermano la validità, ma soltanto inzone alpine. Qualche altro nuovo clo-ne risulta promettente in aree pede-montane e di pianura, ma sempre coni limiti propri di tutte le Red Delicious.Qualcuna anche delude; ad esempioRed Miracle viene sconsigliata perchévalutata non positivamente in vari am-bienti colturali (in particolare è sog-getta a rugginosità, soprattutto negliambienti di pianura); stessa sorte è

toccata al suo clone Supreme Red chea un primo giudizio sembrava miglio-rativo. Gruppo Golden Delicious e Gol-den-simili. Questo gruppo rivesteparticolare importanza non solo tra lemele autunnali, ma in tutto il panora-ma nazionale: la produzione è salitadal 44,7% del 1995 al 49,3% del 1999. Ilclone più rappresentativo rimane Gol-den B che ottiene giudizi positivi datutte le Unità operative del Progetto econferma ovunque molti suoi pregi.Smoothee continua ad avere consensiin tutte le aree del Nord e particolar-mente in Trentino ove sono esaltate lesue migliori caratteristiche. Di interes-se particolare (lista B) è la cultivarReinders, di origine olandese, pocosoggetta a rugginosità e con bucciaverde o verde chiaro anche a matura-zione, ma sembra di qualità organolet-tiche inferiori a Golden B. Eliminatodefinitivamente il clone Golden 527per gli insoddisfacenti risultati forniti,così come era stato per Red Golden.Un certo interesse è ora rivolto al nuo-vo clone Pinkgold, per la sua sfaccet-tatura rosa in alta percentuale dei frut-ti ma deve esserne ancora iniziata lasperimentazione di gruppo.

Fra le Golden-simili, citiamo anzitut-to la francese Tentation-Delbush chenon ha ancora convinto abbastanzaper uscire dalla lista C; poi la nuovaGold Chief dell’Università di Bologna,albero ad habitus spur o semispur, lecui mele somigliano a Golden Deli-cious per forma e colore (soffuse di

rosa all’insolazione, ma con colore difondo verde chiaro), ma più sode eserbevoli, di sapore più somigliante aRed Delicious.Varietà ticchiolatura-resistenti.Veniamo ora alle nuove mele ticchio-latura-resistenti, che maturano nellafascia autunnale, gruppo ricco di re-centi apporti del miglioramento gene-tico, soprattutto italiano (Isf di Trentoe Dca di Bologna) (tabella 6).

Nell’epoca di poco successiva a Gol-den Delicious maturano alcune di que-ste mele ticchiolatura-resistenti chehanno già iniziato a diffondersi in varieregioni. Iniziamo con Golden Orange(bella, grossa, di colore giallo-rosato,di qualità accettabile), Golden Lasa(meno buona, ma produttiva, adattaanche a trasformazione industriale),Golden Mira (di pezzatura media o me-dio-piccola, molto produttiva, priva dirugginosità, di mediocri qualità gustati-ve) e Primiera (grossa, giallo-verde amaturazione, succosa e produttiva, didiscreta qualità nell’immediato consu-mo). Resistente è anche la bella Har-monie (rosata), molto buona, caratteri-stica per la forma ellissoidale-subcilin-drica, medio-piccola e poco idonea allaconservazione. Florina, la prima adiffondersi fin dagli anni 80, non sem-bra avere ulteriori possibilità: l’alberoè difficile da gestire, il frutto è grossoma di colore rosso opaco (rimane per-ciò in lista B). In lista troviamo poi To-paz, una mela non molto bella (bicolo-re, un po’ schiacciata e costoluta, nonmolto attraente) ma di buona qualità,forse la migliore del gruppo per carat-teristiche gustative, e infine Nova, pu-re a frutto rosso, recentemente licen-ziata dall’Isf di Trento.

È evidente però che la critica più co-mune che viene fatta alle mele ticchio-latura-resistenti è in generale legata al-le qualità organolettiche inferiori aGolden Delicious e alle altre migliorivarietà autunnali. Va da sé che questenuove varietà vanno giudicate per l’o-riginalità dei propri caratteri, compre-se le qualità organolettiche del frutto,e non per le somiglianze che si vorreb-bero dar loro con le varietà oggi colti-vate: se si pensa solo a questo con-fronto saranno sempre perdenti. Si do-vranno condurre attente valutazionidella qualità nei prossimi anni, anchein relazione alla capacità di conserva-zione.Gruppo Jonagold e altre autunna-li. Il gruppo Jonagold, rappresentatoda Jonagold Novajo e Jonagored, con-tinua a rivestire importanza limitatanelle zone alpine e pedemontane. Pur-troppo Jonagold è molto soggetta aticchiolatura e oidio, e il frutto, dibuon sapore, è relativamente tenero.

Renetta del Canada conserva la sua

W W W . I N F O R M A T O R E A G R A R I O . I T 5

Melo

Gruppo Red Delicious (cloni)–10 –12 –10 –2 Early Red One® Erovan B B B C–10 –12 –10 Hapke Delicious A B X–10 –12 –10 Hi Early B B X–10 –12 –10 Top Red A B X–6(**) –10 –7 –11 Scarlet Spur® Evasni (*) B B C C 43, 52, 54,0 58–6 –8 –5 –12 Red Chief® Campbell (*) A A A A 2, 4, 7, 14, 15, 16, 17, 18, 20,

21, 23, 25, 29, 30, 31, 35, 38,49, 50, 56, 58, 59, 60

Gruppo Golden Delicious (cloni)19-9 22-9 16-9 15-9 Golden Delicious cl. B A A A A0 0 +2 –1 Golden Reinders® B B B B0 0 0 Smoothee® Yellow Delicious A A AGruppo Golden-simili+3 0(**) –2 Tentation® Delblush (*) C C C 24

+6 Gold Chief (*) C 59Gruppo Jonagold–2 –2 +5 0 Morren’s® Jonagored (*) B B X C 36, 38, 59+4 +5 Jonagold Novajo® B BAltre varietà autunnali–15 –15 –12 Renetta del Canada B B X–2 –2 –3 –1 Corail® Pinova (*) C C C C 11, 38, 40, 43, 54, 54+9 +6 +4 0 Pilot (*) C C C C 38

Tabella 4 - Liste melo 2000: varietà autunnali

Epoca di raccolta (1)

BZ CN BO CECultivar Vivaisti (6)

Zonaalpina

(2)

Zona pedemon-

tana (3)

Pianurapadano-

veneta (4)

Centro-sud(5)

N.B. = Per note e leggenda si rimanda alla tabella 3.

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importanza in Trentino e Valle d’Ao-sta, ma niente di più, anzi sembra pres-soché esclusa nei nuovi impianti. Pec-cato, perché come mela di nicchia, ca-ratteristica di un certo tipo di mela delpassato tuttora apprezzata, dovremmoadoperarci perché rimanga.

Fra le rosse ci sono anche le due me-le tedesche Corail-Pinova (di formaperfetta e colorata di rosso brillante,piuttosto interessante, lanciata da po-co in vari Paesi europei) e Pilot (an-ch’essa rossa, meno bella di Pinova,ma forse di migliori qualità organoletti-che). Le piante sono rustiche, produtti-ve e poco suscettibili a ticchiolatura eoidio e quindi sotto certi aspetti ecolo-giche. Queste due varietà sono per orale migliori uscite (fra una ventina di«lanci») dai programmi di migliora-mento genetico del melo condotti inGermania a Dresda, Pillnitz e Ahren-sburg. Rispetto alle cultivar sopra cita-te, nessuna altra ottiene il consensogenerale di tutte le Unità operative.

Mele invernaliIn generale si può affermare che levecchie cultivar di mele invernali han-no subito negli ultimi anni una contra-zione a favore di cultivar di recente in-troduzione, che comunque trovanoostacoli a una larga diffusione.Varietà tradizionali. La lista dellemele invernali (tabella 5) si apre conle vecchie varietà Granny Smith egruppo Rome Beauty, ormai tolte daalcune zone alpine e rimaste con mol-te riserve in pianura (dove la cv Impe-ratore è stata eliminata). Mantengonoqualche posizione, invece, in lista A eB alcuni cloni di Stayman Winesap (adesempio, Neipling Early Stayman eStaymared), salvo vari abbandoni veri-ficatisi in Abruzzo e Piemonte, mentrela Romagna (Isf Forlì), in controten-denza, ha introdotto un clone miglio-rativo denominandolo Superstayman;in realtà il gruppo Stayman continua adimostrare un interesse limitato allesole zone melicole del Nord.Fuji. Le novità, però, irrompono a for-za: sono in lista le mele Fuji, di cui so-no proposti quattro cloni (Naga Fu 2,6, 12 e Kiku 8). La mela Fuji, diffusa at-traverso numerosi cloni, dovrebbeservire la pianura, la collina e i fondo-valle alpini; meno la montagna, a cau-sa della maturazione tardiva e dell’ele-vato fabbisogno termico. Le Fuji deiquattro citati cloni, pur essendo forte-mente migliorate nel colore rispettoalla mela originaria, difettano estetica-mente di apparenza e attrattività; lamela, infatti, è di tipo tricolore (gialla,verde, rosso striato). Per l’Italia è dun-que più una speranza che una realtà; lapianura emiliana ne ha programmatouna consistente diffusione (cfr. Con-

sorzio «Mela Più» di Ferrara).Le sue caratteristiche qualitative so-

no ottime e inconfondibili: dolce,croccante, succosa, poco aromatica,poco acida, talora vitrescente, moltoserbevole; mantiene questi requisiticome nessun’altra mela a distanza di 6e più mesi dalla raccolta, e ciò si deveprincipalmente alla sua bassa produ-zione endogena di etilene.Braeburn. Ottima mela, di qualità gu-stative anche superiori a Fuji, moltoesigente per l’ambiente di coltivazio-ne, con possibili difetti in campo(screpolature, cascola, difetti di colo-razione), ma eccellenti qualità gustati-ve, senz’altro superiori a Fuji. Se con-servata a lungo perde però succosità ecroccantezza. Non è adatta alla bassapianura. Pink Lady. Da ultimo, si va facendo

largo Pink Lady (e il clone indistingui-bile Pink Rose), che è una novità asso-luta per l’Italia anche in chiave tipolo-gica (mela rosata, di forma molto bel-la, oblunga anche se non grossa), mol-to tardiva e quindi tale da richiedereambiente climatico con periodo vege-tativo molto lungo ad alto gradientetermico (si raccoglie a fine ottobrenella Pianura Padana).Annurca. Fra le altre mele invernaliè importante per l’Italia la cultivarAnnurca che conserva al Sud la suacaratteristica presenza, dovuta abuon apprezzamento mercantile: lamela è soda e buona, e non è coltiva-ta solo in Campania. Purtroppo nonrisulta ancora risolto (attraverso ilportinnesto nanizzante o la tecnicacolturale) il problema del difetto dicolorazione del frutto, cui si provve-

6

Melo

Gruppo Stayman (cloni)+9 +14 +18 Neipling Early Stayman B B B+21 +16 +20 Staymared B B B+21 Stayman Winesap Lb® 781 BGruppo Fuji (cloni)+24 +22 +25 +22 Fuji Kiku (*) 8 X B C C 9, 16, 22, 29, 35, 36, 38, 59+22 +22 +25 Fuji Naga Fu 2 X X B+24 +22 +25 +23 Fuji Naga Fu 6 X B A C+24 +22 +25 +22 Fuji Naga Fu 12 X B A CGruppo Braeburn+11 +8 +20 +14 Braeburn X B X C+8 +8 +20 +14 Hillwell® Hidala (*) X B B C 40, 43, 46, 52, 54Altre varietà invernali+20 +12 +15 Imperatore Dallago X B B+20(**) +12 +20 +4 Law Red Rome Beauty X B B C+18 +18 +25 +30 Annurca X X X A+6(**) +18 +29 +34 Annurca Rossa del Sud X X X A+22 +18 +25 +20 Granny Smith X B B B+35 +32 +45 Pink Lady® Cripps Pink (*) X C C 11, 16, 43, 52, 54

Tabella 5 - Liste melo 2000: varietà invernali

Epoca di raccolta (1)

BZ CN BO CECultivar Vivaisti (6)

Zonaalpina

(2)

Zona pedemon-

tana (3)

Pianurapadano-

veneta (4)

Centro-sud(5)

Varietà estive–28 (**) –29 –6 Summerfree (*) C C C 43, 52, 54, 59Varietà autunnali–7 –5 –8 Topaz (*) B C C 32, 38–4 (**) –2 –10 Golden Lasa (*) C C C 16, 53+7 (**) +4 +5 Primiera (*) C C C 59+5 +5 +10 +4 Querina® Florina B B B A+6 (**) +5 0 +2 Golden Orange (*) C C C C 16, 53+3 +5 –6 Harmonie® Delorina (*) C C C 16, 24, 38, 47Varietà invernali+15 +13 +25 Enterprise C C C+29 +28 +35 GoldRush (*) C B C 6, 7, 17, 18, 22, 25, 32,

43, 52, 54, 59

Tabella 6 - Liste melo 2000: gruppo di mele per la coltivazione bio-logica o integrata (ticchiolatura-resistenti)

Epoca di raccolta (1)

BZ CN BO CECultivar Vivaisti (6)

Zonaalpina

(2)

Zona pedemon-

tana (3)

Pianurapadano-

veneta (4)

Centro-sud(5)

N.B. = Per note e legenda si rimanda alla tabella 3.

N.B. = Per note e legenda si rimanda alla tabella 3.

Page 7: meleinfo

de spesso con le note pratiche di stra-tificazione all’aperto in «melaio». So-lo il mutante rosso (Annurca Rossadel Sud) sembra avvicinare a soluzio-ne il problema e pertanto dovrebbeessere preferito nei nuovi impiantidel Sud e delle isole.

L’Annurca, in Campania, è coltivatasu circa 5.000 ha e rappresenta oltre lametà della produzione regionale e il90% della produzione nazionale delgruppo; le elevate qualità organoletti-che di questa mela, insieme alla buonaattitudine alla frigoconservazione, lafanno considerare sempre molto inte-ressante. I fattori limitanti sono rap-presentati dalla ridotta pezzatura, dal-l’eccessivo vigore della pianta e dall’e-sigenza di conferire una sufficiente co-lorazione in post-raccolta.Cultivar ticchiolatura-resistenti.Terminiamo citando tre nuove varietàinvernali ticchiolatura-resistenti (ta-bella 6): Brina, bella, rossa, grossa,molto interessante; Enterprise, moltogrossa, di migliore qualità rispetto aRome Beauty, cui assomiglia, ma an-che meno produttiva; infine GoldRu-sh, con albero medio-piccolo, facil-mente governabile, molto tardiva, afrutto Golden-simile (ma verdastra amaturazione), molto buona, soda, diottima qualità, salvo possibili screpo-lature in ambienti ad alta umidità.

Conclusioni

L’ampliamento della piattaforma va-rietale del melo è più teorico che rea-le, in quanto le potenziali scelte varie-tali innovative non interessano cheuna limitata superficie oggetto di rin-novo e poche sono le aree disposte acambiare varietà o a seguire orienta-menti diversi dagli attuali e troppo ri-volti verso i mercati esteri. Per ora so-lo in Alto Adige il problema è stato af-frontato in profondità con un rinnovovarietale che sfiora ormai il 50% deinuovi impianti (perché Golden Deli-cious, in particolare, si è ridotta dra-sticamente). Tutti si stanno peròorientando verso un’apprezzabile, ini-ziale diversificazione, facendo postoalle nuove varietà accanto alle vec-chie. Ciò potrebbe consentire qualchepossibilità di recupero alle aree di pia-nura che si sentono in qualche modomarginalizzate rispetto alla montagnae alla collina o almeno rispetto allearee di queste più privilegiate. Si van-no perciò configurando nuovi modellidi produzione, con tipologie di fruttidi elevata qualità associati a specifi-che aree di produzione. Ne deriva chela produzione di pianura conserveràun suo spazio commerciale solo se sa-prà programmare la sua offerta com-merciale nei 3-4 mesi successivi alla

raccolta, mentre la montagna domi-nerà incontrastata tutto il periodo diconsumo legato alla migliore conser-vazione.

In tale contesto anche il Sud si sperapossa giocare un ruolo importante,non tanto per la precocità, che per ilmelo non interessa, quanto per i suoiambienti collinari e montani, che han-no già dimostrato di poter offrire meledi elevato standard qualitativo e, nelgusti, più consoni alle tradizioni di unavasta area di consumo interna. Rima-ne tuttora aperto un grosso problema,da cui dipende la ragione stessa dellaesistenza dei gruppi di valutazione va-rietale del Mipaf: la strategia che le as-sociazioni produttori vorranno darsi,in tema di scelte varietali, per potercompetere, se non primeggiare, suimercati esteri e guadagnarne di nuovi.Nuove varietà eccellenti non manca-no, ma per imporle sul mercato occor-re preparare e gestire un grosso pro-gramma comune (forse anche di filie-ra) di investimenti e di marketing, lacui disamina esula dai fini di questanota.

PROFILI DELLE CULTIVARINSERITE NELLE LISTE (1)

Braeburn

Albero. Presenta vigore contenuto.La produttività è elevata e costante. Lafioritura è precoce; è sensibile alle ge-late primaverili.Frutto. Il clone standard è bicoloreverde-giallo striato di rosso, di aspettonon sempre attraente. La pezzatura èmedia. La polpa è croccante, succosa,molto acida alla raccolta, ma con ca-ratteristiche gustative eccellenti almomento del consumo. Si segnala lasensibilità a colpi di sole e, limitata-mente ai frutti raccolti oltre i parame-tri ottimali, la butteratura amara, unacerta lenticellosi, il cracking, talvolta

la cascola.Maturazione. Matura 10-20 giornidopo Golden Delicious; l’epoca è mol-to influenzata dall’andamento stagio-nale. L’evoluzione della maturazione èrapida, occorrono due raccolte tempe-stive per ottenere condizioni di omo-geneità indispensabili per una buonaconservazione.Giudizio. Il punto debole del clonestandard è costituito anzitutto dal di-fetto di colorazione. I cloni di più re-cente introduzione potrebbero risol-vere, almeno in parte, questo proble-ma, accrescendo le possibilità di unacultivar dalle eccellenti caratteristichegustative. È questa forse la migliorefra le cultivar classificate del gruppo apolpa acidula, per le sue ottime qualitàgustative. Le si addice commercial-mente un calendario di mercato suc-cessivo a Gala, precedendo le inverna-li a lunga conservazione tipo Fuji.Cloni.� Hillwell® Hidala (*) (nella foto).Presenta colorazione più estesa delclone standard. La rapidità di matura-zione di questo clone restringe ulte-riormente il tempo utile di raccoltanelle annate ad autunno caldo.� Altri cloni. Sono da considerarepromettenti alcuni nuovi cloni appe-na introdotti in Italia: Redfield (*),Lochbuie (*), Mariri Red (*) e Jo-burn (*).

Corail® Pinova (*)

Albero. È di medio vigore. L’attitudi-ne e la distribuzione della fruttificazio-ne sono comparabili a Golden Deli-cious. L’epoca di fioritura è interme-dia, molto scalare, con possibile codadi fioritura estiva che la espone alle in-fezioni di Erwinia. La produttività èapparsa finora elevata e costante. Frutto. È di bella forma tronco-coni-ca, attraente, simmetrica, bicolore:rosso luminoso molto esteso su fondo

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Melo

Foto

: Asp

rofr

ut

CN

Foto

: Asp

rofr

ut

CN

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W W W . I N F O R M A T O R E A G R A R I O . I T

giallo a maturazione di consumo; la di-stribuzione del colore è prevalente-mente sfumata. Maturazione. Precede appena quelladi Golden Delicious. È scalare: su al-beri adulti sono necessarie tre raccol-te. Giudizio. La polpa è croccante, suc-cosa, ma nello stesso tempo di finetessitura. L’acidità è elevata alla rac-colta; al consumo si raggiunge un equi-librio dolce-acidulo con marcata com-ponente aromatica. Buona risulta l’at-titudine alla conservazione e la shelflife.

Elstar

Albero. È molto vigoroso, di precoceentrata in produzione, anche se ten-denzialmente alternante.Frutto. È abbastanza attraente, consovraccolore aranciato striato; polpaconsistente alla raccolta. Il sapore ègradevole, ma acidulo alla raccolta:necessita di alcune settimane di con-servazione per raggiungere l’ottimomerceologico.Maturazione. Normalmente da 20 a25 giorni prima di Golden Delicious.Cloni. � Red Elstar. Non risolve i gravi pro-blemi agronomici e di mercato solle-vati dalla varietà. Se non si troverannocloni migliori la varietà perderà ulte-riormente d’importanza.

Fuji

Albero. È molto vigoroso. Il rivesti-mento di nuovi rami è stentato; legemme basali sono in prevalenza cie-che e la branca assume un portamentoprocombente. L’albero è difficile dagovernare. La produttività è elevata,ma alquanto incostante (per alternan-za). La fioritura è medio-precoce; al-quanto sensibile alle gelate tardive. Frutto. È grosso, di bella forma ma di

brutto aspetto, per essere tricolore edi toni rossastri opachi, mai brillanti;alcuni mutanti fortunatamente rag-giungono livelli accettabili di colore.

L’altitudine (principale ragione del-l’esclusione dalle liste per l’ambientemontano) peggiora la colorazione, ac-centuandone i toni brunastri. La polpaè croccante e succosa, molto dolce,aromatica, di lunga conservazione. Maturazione. Da 20 a 25 giorni dopoGolden Delicious.Giudizio. In Europa Fuji è propostacon l’immagine di frutto «non bello mabuono». Un problema ancora irrisoltosta nell’eterogeneità del tenore zuc-cherino. I frutti difettano di acidità: sela polpa ha meno di 12 °Brix sono insi-pidi e di mediocre qualità.Cloni.� Naga Fu 2 (BC2). Presenta unabuona colorazione striata, nel com-plesso più attraente di Naga Fu 6.� Naga Fu 6. È stato il primo clone diriferimento, con colorazione rossa ap-pena striata, esteso oltre il 60% in pia-nura.� Naga Fu 12. È un clone apprezzatoper le striature rossastre, anche piùestese del clone 6.� Kiku® 8 (*) (nella foto). Di tipostriato, presenta una colorazione piùintensa rispetto ai cloni correnti, este-so anche nelle parti meno esposte;mancano però dati di riferimento perla pianura.

Gala

Albero. È vigoroso durante l’alleva-mento, ma si indebolisce con l’entratain produzione; è di elevata produtti-vità, ma tende all’alternanza. Partico-larmente sensibile a ticchiolatura.Frutto. Risulta di pezzatura notevol-mente inferiore a Golden Delicious. Lacolorazione dipende dal clone e dalgrado di selezione. La polpa, notevol-mente consistente e croccante, habassa acidità e sapore prevalentemen-

te dolce e gradevole già alla raccolta.Maturazione. Varia nei diversi clonifra il 10 e il 30 agosto, circa 16-36 gior-ni prima di Golden Delicious.Giudizio. È senz’altro al momento lamigliore mela estiva, ma non nel cloneoriginale giallo-rosso, ormai da tuttiabbandonato.Cloni. Due problemi generali dei clonidi Gala sono ben noti:

1) l’instabilità genetica dei mutanti,frequente nei cloni striati tipo Mondial(Sansavini et al., Frutticoltura n.10/99): occorre ovviamente molta at-tenzione nel prelievo delle marze, mabisogna anche cambiare la normativadella certificazione genetica, ad esem-pio adottando il modello francese Sé-lecta del Ctifl per non addossare alpropagatore vivaista l’intera responsa-bilità delle eventuali regressioni;

2) la suscettibilità al cracking dellemele conservate, soprattutto se perlungo periodo: a questo propositosembra che un clone, non ancora dif-fuso in Italia (Pacific Gala) sia menosuscettibile, ma non disponiamo di da-ti sperimentali a conferma di tale pos-sibile prerogativa genetica.� Mondial Gala® Mitchgla (*) eRoyal Gala® Tenroy (*). Sono moltosimili fra loro, con frutti di tipo rossostriato con estesa colorazione gialla difondo, indistinguibili. Rappresentanoper qualità merceologica lo standardcorrente della cultivar. La loro quota-zione si è però abbassata in relazionesia alla massa produttiva sia allo stan-dard qualitativo che può essere o è su-perato da nuovi mutanti già commer-cialmente disponibili in Italia.� Gala Must® Regal Prince (*). È unclone che ha perso di interesse, ancor-ché piuttosto stabile, perché la colora-zione non corrisponde più allo stan-dard merceologico preferito dai mer-cati; in Gala Must, infatti, il rosso è sla-vato, soffuso, piuttosto opaco. Secon-do alcuni però la produttività è supe-riore a quella dei cloni striati.

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� Delbard Gala® Obrogala (*). Pre-senta colorazione rossa uniforme, par-zialmente striata ma troppo intensa seprodotta in aree alpine; occorre dun-que indirizzare questa produzione ver-so le zone più adatte. In tali condizionila varietà dalla lista C potrebbe passa-re presto in lista B.� Galaxy (*) (nella foto). Le mele so-no di colore rosso intenso e striato,tendenzialmente monocromatico, su-periore a Mondial e Royal che sonostriate ma bicolori. Al momento è unodei cloni meglio accetti dal mercato;anch’esso è però chimerico, cioè sog-getto a possibili regressioni.� Gala Schnitzer® Schniga (*). È l’u-nico clone italiano scoperto in AltoAdige ed è oggetto di interesse per lasua intensa colorazione rosso scura inmontagna. È ancora in osservazione;non si conosce l’attitudine alla regres-sione.� Altri cloni. Sono molto attesi i risul-tati di alcuni cloni in via di introduzio-ne in Italia, di varia origine: Buckeye®

Simmons (*), Gale Gala (*), Crim-son (*), Brookfield® Baigent (*);quest’ultimo clone, molto incoraggian-te per la sua colorazione più marcata esuperiore allo stesso Galaxy, è di tipostriato e sembra anch’esso chimerico.

Gold Chief (*)

Albero. Di ridotta vigoria e habituscompatto di tipo spur o semispur, pro-duttivo, non alternante.Frutto. Riassume le caratteristichedei due genitori (Starkrimson e Gol-den Delicious): la mela è grossa (>200g), di bella forma, somigliante a Gol-den Delicious (sfaccettata di rosa an-che in pianura), ma con colore di fon-do verde chiaro; la forma è tipicamen-te allungata con le 5 prominenze dellaRed Delicious. La buccia e liscia, nonrugginosa. La polpa è più soda di Gol-den Delicious e ha un sapore dolcearomatico più somigliante a Red Deli-cious. Ha una buona serbevolezza e,

se ben conservata, rimane soda, suc-cosa, gradevole anche dopo alcunimesi di frigorifero.Maturazione. Qualche giorno dopoGolden Delicious.

Golden Delicious

Albero. È di medio vigore e buonaproduttività. La tendenza all’alternan-za può essere efficacemente contenu-ta dal diradamento dei frutticini. Frutto. È attraente; è apprezzata, inparticolare, la sfaccettatura di rosa-arancio che assume negli ambienti pe-demontani. Al momento dell’immis-sione in commercio il colore di fondodeve essere virato al giallo-oro. La rug-ginosità dell’epicarpo, difficile da con-tenere in ambienti ad alta umidià at-mosferica, è considerata un fattore ne-gativo.Maturazione. La raccolta viene fattafra la prima decade di settembre (inpianura) e la fine di settembre (inmontagna).Cloni. L’assortimento clonale del grup-po si è sostanzialmente stabilizzato.� Golden Delicious B. È il clone di ri-ferimento per tutte le aree. La polpa èrelativamente croccante e succosa; èconsiderato molto produttivo.� Smoothee®. È ancora meno sensibi-le a rugginosità rispetto al clone B. Èmeno succosa e forse per questo me-no soggetta a perdita di peso in con-servazione.� Golden Reinders® (nella foto). Qua-si esente da rugginosità, presenta unacolorazione verde persistente anche ainizio maturazione; se si attende il vi-raggio al giallo, la polpa subisce uncrollo di consistenza.

Golden Supreme®-GoldenExtreme® Gradigold

Albero. È difficile da gestire, perchéalternante e di portamento assurgen-

te, con scarse ramificazioni fruttifere.Frutto. È molto attraente, Golden-si-mile di ottimo standard, privo di ruggi-nosità con sfaccettatura rosa-aranciobrillante; forma simmetrica, ovoidale-allungata; polpa consistente alla rac-colta, relativamente serbevole per l’e-poca precoce. Il sapore è equilibrato egradevole. Maturazione. Circa un mese primadi Golden Delicious in pianura.Giudizio. La cultivar, per i «gravi» di-fetti agronomici, sembra al momentodifficilmente proponibile per la colti-vazione.

Pilot (*)

Albero. Il vigore è medio-elevato. Lafruttificazione è distribuita su lambur-de e brindilli. La produttività è finoraapparsa elevata e costante. L’epoca difioritura è media.Frutto. Non è particolarmente at-traente: la forma è polimorfica, da ap-piattita a tronco-conica breve (preva-lente) e la buccia presenta rilievi irre-golari. La colorazione è gradevole: ros-so brillante striato, molto esteso, sufondo verde-giallo. Buone per controsono le caratteristiche gustative: lapolpa è molto soda, croccante, succo-sa; l’alto tenore zuccherino, combina-

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to con l’elevata acidità, dà origine, almomento del consumo, a un gustocorposo, pieno, aromatico.Maturazione. 8-10 giorni dopo Gol-den Delicious.Giudizio. A causa dell’apparenza,questa mela appare poco adatta a gran-di canali distributivi; forse è più indica-ta a nicchie di mercato, dove potrebbeconnotarsi come varietà antico-simile.La qualità gustativa e il tipico aroma,intenso e avvolgente, dovrebbero esse-re motivo di valorizzazione, sia purepiù lentamente di Pinova.

Pink Lady® Cripps Pink (*)

Albero. Ha un vigore medio-elevato,associato a basitonia. La ramificazio-ne e la distribuzione della fruttificazio-ne sono ottimali. La produttività è ele-vata e molto costante. Produce rapida-mente su brindilli coronati, rami mistie lamburde. Il fabbisogno in freddo èmoderato. La fioritura è molto preco-ce, circa una settimana prima di Gol-den Delicious. Si segnala l’elevata sen-sibilità a ticchiolatura, oidio e afidegrigio. Frutto. È di aspetto innovativo: forma(cilindrico-allungata, con cavità calici-na e peduncolare di pari ampiezza eprofondità) e colore (rosa-rosso su 40-70% della superficie) sono originali. Labuccia non sempre è liscia; le irregola-rità (ondulazioni) dell’epicarpo, anzi-ché costituire un difetto, possono peròcontribuire alla caratterizzazione delprodotto. Può difettare di colorazionein pianura.

La polpa è soda, consistente, me-diamente croccante e succosa. Il sapo-re è buono, equilibrato. Buona anchel’attitudine alla conservazione, ma inatmosfera controllata, altrimenti puòperdere succosità e croccantezza.Maturazione. È molto tardiva, da 35 a45 giorni dopo Golden Delicious. Su al-beri adulti sono necessari due stacchi.Giudizio. Il lungo ciclo vegetativo laespone a rischi di gelate tardive, per la

fioritura precoce, e di gelate precoci infase di raccolta; è dunque necessarioscegliere attentamente l’ambiente di col-tivazione. Ha mostrato un ottimo adatta-mento alla pianura padano-veneta e an-che al Sud, in considerazione del bassofabbisogno in freddo, potrebbe dunquefornire risultati di tutto interesse.

Red Delicious standard

� Early Red One® Erovan (nella fo-to). Clone affidabile per costanza pro-duttiva; buccia intensamente colorata,con striature marcate, anche se un po’opaca e parzialmente soggetta a colpidi sole. Matura circa 10-12 giorni pri-ma di Golden Delicious. Sono stati os-servati fenomeni regressivi. In Franciaè stato selezionato un clone con colo-re ancora più intenso e luminoso, diprossima introduzione nel circuito vi-vaistico con il nome di Jeromine(*).� Le altre Red Delicious standard, giàin lista gli scorsi anni, non soddisfanoi requisiti di colorazione, consistenza,tenuta di maturazione post-conserva-zione, approvati come standard mer-ceologici dalla filiera piemontese delle«Delicious Rosse». In Alto Adige peròsono ancora valutate molto bene le«vecchie» Top Red e Hapke, tuttorain lista per i nuovi impianti.

Red Delicious spur

Per quanto riguarda il gruppo delleRed Delicious spur esistono problemie possibili evoluzioni.

1) La scelta del portinnesto. L’M9,anche nelle sue «versioni» più vigoro-se, quale il Pajam 2, è adatto limitata-mente a impianti super intensivi e in-cide in ogni caso negativamente sullaforma del frutto, riducendo il rappor-to altezza/spessore.

Tra gli altri portinnesti tradizionalil’M106 è adatto limitatamente a con-dizioni di moderata fertilità e altitudi-ne; ha una influenza positiva sulla for-ma del frutto; presenta però l’incon-veniente della elevata sensibilità almarciume del colletto (Phytophthoraspp.), grave in un contesto di frutti-coltura ecocompatibile (ogni voltaoccorrono deroghe per rientrare neidisciplinari 2.078!).

Fra le possibili alternative, meritadi essere provato il Supporter 4® PI80, che consentirebbe un vigore otti-male della combinazione spur-portin-nesto, insieme alla tolleranza al mar-ciume. Nei prossimi anni daremoinformazioni.

2) La stabilità genetica non presentai problemi del gruppo Gala, ma esisteanche per le Delicious Rosse Spur,specialmente per il clone Oregon Spur(eliminato dalla lista).

3) La colorazione è buona in ambien-ti montani, che in Piemonte superanol’altitudine di 400 m slm. Negli ambientipedemontani anche Red Chief lascia adesiderare, almeno se rapportata aglistandard merceologici migliori.

Per ovviare al problema, si ricerca-no altri cloni, oltra a quelli commenta-ti brevemente di seguito, tra cui Su-perchief® Sandidge, in fase di diffusio-ne nella melicoltura italiana, e ancoraIT® Red Delicious e Morgan Spur®

(mutanti di Red Chief), con colore sepossibile più esteso e intenso di Scar-let Spur e forma apparentemente piùallungata.

Il progetto valuterà questi e altri Redspur nei prossimi anni.� Red Chief® Campbell (*). È il clo-ne spur di riferimento del gruppo RedDelicious. La colorazione è completa-mente striata e la qualità della polpabuona. Il sapore, come tutti i tipi spurdi Red Delicious, lascia però a deside-rare.� Scarlet Spur® Evasni (*) (nella fo-to). È ancora la cultivar di riferimentoper la tipologia di colore rosso scurosoffuso e non striato. Presenta, più diRed Chief, lievi problemi di asimme-tria del frutto (meno allungato) ancor-ché l’impollinazione sia perfetta, dicolorazione che talvolta è opaca esensibile a colpi di sole; presenta an-che moderata sensibilità a rugginositàdell’epicarpo.

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Tentation® Delblush (*)

Albero. Non si discosta sostanzial-mente da Golden Delicious, da cui haereditato il tipo di fruttificazione. Lafioritura è intermedia. La produttivitàè medio-elevata, ma alternante. Frutto. Il frutto è Golden-simile, ilfrutto è di bell’aspetto; si colora digiallo oro, con facilità a sfaccettarsi dirosa-arancio. La pezzatura è media, in-feriore a Golden Delicious, mentre èpiù soggetta di questa a rugginosità. Lecaratteristiche organolettiche sononotevoli: polpa fine, soda e croccante;l’elevato tenore in zuccheri e acidiconferisce sapore e aroma. Si segnalala sensibilità a fisiopatie da conserva-zione.Maturazione. 7-10 giorni dopo Gol-den Delicious. Sono necessari duestacchi.Giudizio. Il giudizio complessivo èancora sospeso. La varietà è diffusa inFrancia solo attraverso contratti dicoltivazione; anche in Italia dovrebbeseguire le stesse strategie di mercato.

Cultivarticchiolatura-resistenti

Enterprise

Albero. È molto vigoroso. La fruttifi-cazione è di tipo Morgenduft, assecon-dando la tendenza a produrre su brin-dilli e quindi a espandere la chioma. Laproduttività per taluni è elevata, peraltri mediocre.Frutto. È di colore rosso violaceo,pruinoso e untuoso dopo maturazione.La serbevolezza è peraltro elevata. Lapolpa è fine, mediamente soda e croc-cante. Alla degustazione la percezioneacida prevale sulla componente dolce.Nell’insieme il sapore è discreto, netta-mente superiore a Imperatore.Maturazione. 15-20 giorni dopo Gol-den Delicious.Giudizio. Cultivar di modesto profiloper il consumo fresco, mentre sono in-teressanti le prospettive della trasfor-mazione industriale, dove potrebbesostituire Morgenduft nella prepara-zione dei «solid pack» e di altri deriva-ti industriali.

Golden Lasa (*)

Albero. È di medio vigore, con porta-mento aperto, basitono, di facile ge-stione. La fruttificazione è simile aGolden Delicious, ben distribuita intutta la chioma. La produttività è ele-vata e costante. L’epoca di fioritura èintermedia; ha mostrato tolleranza al-le brinate primaverili. Frutto. È Golden-simile. La buccia èpiù liscia della cultivar di riferimento,con poche e grandi lenticelle. La for-ma oscilla fra tronco-conica e sferoi-dale-cilindrica. Sono talora presenti ri-lievi longitudinali: il frutto, infatti, as-sume una sezione trasversale legger-mente costoluta. È esente da ruggino-sità. La polpa è soda, con un buon te-nore zuccherino e un’acidità più eleva-ta rispetto a Golden Delicious.Maturazione. Contemporanea a Gol-den Delicious, con serbevolezza e sa-pore però nettamente inferiori.Giudizio. Si segnala l’idoneità a varieutilizzazioni industriali. La crescita

della domanda di baby food a residuocontrollato rende interessante la di-sponibilità di cultivar resistenti e ido-nee alla trasformazione.

Golden Orange (*)

Albero. È di medio vigore. Nel com-plesso il governo dell’albero è un po’meno facile rispetto a Golden Lasa. Laflessibilità dei rami dà origine a bran-che pendule; i frutti si dispongono al-l’esterno della chioma in posizioneben illuminata. La produttività è sod-disfacente e costante. L’epoca di fiori-tura è intermedia, appena posteriore aGolden Delicious. Frutto. È Golden-simile di aspetto at-traente: colore giallo intenso taloracon sfacettatura arancio rosata, assen-za di rugginosità e forma tronco-coni-co oblunga. Si differenzia anche per lostandard di Golden Delicious per labuccia traslucida. La polpa è molto so-da; il sapore è buono, la componenteacidula è più elevata che in Golden. Maturazione. È di circa 10 giorni piùtardiva di Golden Delicious. Giudizio. La conservabilità è apparsamigliore di Golden Lasa; anche in que-sto caso il trasformato è di ottima qua-lità. Questa varietà dovrebbe averemaggiori prospettive di diffusione ri-spetto a Golden Lasa.

GoldRush (*)

Albero. È di scarso vigore. Le foglieun po’ piccole e la vegetazione radaconsentono un’ottima penetrazionedella luce. La fruttificazione è tipoGolden Delicious. La produttività èelevata e costante. L’epoca di fiorituraè medio-precoce.Frutto. Il frutto è una Golden-simile,con forma tronco-conica oblunga osferoidale, simmetrica, regolare. Il ca-libro è stentato, inferiore a Golden De-licious. La polpa è molto consistente,dura, croccante e succosa, ottima-

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mente serbevole. L’elevato tenore zuc-cherino compensa l’alta acidità, dandocorpo al sapore, spiccato e aromatico.Maturazione. Molto tardiva, 30-35giorni dopo Golden Delicious; unifor-me.Giudizio. Una Golden-simile di otti-ma qualità gustativa. L’aspetto delfrutto è caratterizzato da lenticelle evi-denti e rugginose, con il rischio di de-generare in screpolature, frequenti inannate con umidità e piovosità nelleultime settimane che precedono laraccolta.

Harmonie® Delorina (*)

Albero. La vigoria è medio-elevata.La produzione è elevata, ma tende adalternare. La fioritura è tardiva. Frutto. È di bell’aspetto: cilindrico-al-lungato, regolare, di colore rosso vivo-rosato con distribuzione uniforme sfu-mata. Il punto debole è il calibro, me-dio o scarso. La polpa è fine, soda, me-diamente croccante alla raccolta, suc-cosa. Il sapore è buono, equilibrato.Maturazione. Concentrata in un solostacco, segue di 5-10 giorni Golden De-licious. La conservazione non appa-re facile o va incontro a fisiopatie di ri-lievo.

Primiera

Albero. È vigoroso. La produttività èelevata e costante. La fioritura è inter-media, appena più tardiva di GoldenDelicious. Frutto. È attraente; non si discostadallo standard di Golden Delicious (ilcolore verde chiaro vira al giallo oro,solo verso la maturazione, disposizio-ne e numero delle lenticelle sono iden-tiche); l’assenza di rugginosità è un al-tro punto a favore. La polpa è moltosoda, mediamente croccante, quasifondente a maturazione di consumo.Le caratteristiche gustative sono sod-disfacenti, ma decadono nella lungaconservazione (inferiori a Golden De-licious e povere di aroma).Maturazione. Si colloca 5-10 giornidopo Golden Delicious.

Summerfree (*)

Albero. È di vigore medio; di facilegestione. La produttività è medio-ele-vata e costante. Frutto. Presenta colorazione rosso vi-nosa striata, su fondo verde chiaro. Lapolpa è soda, ma fondente. Il sapore èbuono, dolce-acidulo con entrambe lecomponenti marcate; gradevole l’in-tenso sviluppo aromatico. La conser-vazione è parsa soddisfacente per unavarietà estiva.Maturazione. È precoce (una setti-mana circa prima di Gala) e scalare,con media sensibilità a cascola pre-rac-colta che impone stacchi tempestivi.Giudizio. L’aspetto non sembra ri-spondere a canoni estetici affermati;

induce piuttosto a inserirla in una ti-pologia di frutta «antica»; la compo-nente aromatica può rafforzare taleconnotazione.

Topaz (*)

Albero. È di medio vigore, basitono.Fruttifica come una Renetta, ma si ri-veste anche di brindilli. La produtti-vità è apparsa elevata e, finora, co-stante. L’epoca di fioritura è precoce. Frutto. Ha forma appiattita, un po’ co-stoluta; colore rosso-arancio, luminoso,striato, su fondo giallo chiaro al momen-to del consumo. Merceologicamentepuò essere catalogata come una Renettarossa, di gradevole aspetto. La polpa è fi-ne, soda, croccante e succosa. L’aciditàè molto elevata alla raccolta, tanto daprevalere nettamente sulla percezionedella dolcezza; in ogni caso, a matura-zione di consumo, sapore e aroma sonoeccellenti. Dopo conservazione mantie-ne elevate caratteristiche gustative.Maturazione. Scalare, a partire dauna settimana prima di Golden Deli-cious. Giudizio. La resistenza a ticchiolatu-ra, insieme all’aspetto di frutto «anti-co» e al sapore particolare, contribui-scono a tipicizzare la cultivar, facendopropendere per una destinazione dinicchia. Difficile che possa aspirare auna larga fascia di consumatori.

Giorgio GrassiIstituto sperimentale per la frutticoltura

Sezione di Caserta

Luigi di MarcoIstituto di coltivazioni arboree

Università di Palermo

Silvio PellegrinoPiemonte Asprofrut Cuneo

Silviero SansaviniDipartimento di colture arboree

Università di Bologna

Gli autori ringraziano il dr. S. Lugli e il dr.D. Stefanelli per la collaborazione tecnica.

(1) ® = marchio commerciale; (*) = denomina-zione brevettuale.

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