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MENTE Il cuore e il suo ineguagliabile simbolismo tra fede, arte e … · 2014-03-05 · in seguito...

Date post: 18-Mar-2020
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1 G ITAL CARDIOL | VOL 12 | MARZO 2011 Il cuore e il suo ineguagliabile simbolismo tra fede, arte e scienza Renzo Lodi, Corrado Lavini Dipartimento ad Attività Integrata di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena G Ital Cardiol 2011;12(3):000-000 Le parole ci stancano, risalgono da un’acqua lapidata; forse il cuore ci resta, forse il cuore ...Salvatore Quasimodo INTRODUZIONE Nell’epoca in cui viviamo, disincantata e dominata da un tecni- cismo senza precedenti, nell’immaginario quotidiano, nono- stante la deriva relativista, le espressioni simboliche che coin- volgono il cuore raggiungono punte impensabili per l’entità di cui ne è compartecipe la nostra esistenza. Esse compaiono in ogni forma dei rapporti umani e delle culture universali. Spa- ziano dalla poesia alla letteratura, dall’arte ai simboli della fede e delle immagini sacre, per giungere ai gioielli, agli arredi, alla fil- mografia, alla musica ed approdare alle carte da gioco, ai fran- cobolli, ai ricordi ed agli scritti per ricorrenze, festività, per scam- bi degli auguri, fino al lessico comune. Di conseguenza è quasi inevitabile riflettere e chiedersi: perché l’umanità ha scelto il cuo- re come simbolo tangibile per esprimere sentimenti, passioni, sensazioni di gioia, ma anche di dolori e di sofferenze? Alcuni riscontri si trovano raccolti nel pregevole lavoro di Nouber Bayadjian 1 , un cardiologo di origine belga. Qui le più si- gnificative immagini delle numerose evocazioni simboliche ri- ferite al cuore, sono state descritte ed illustrate da Bayadjian in una sontuosa pubblicazione, stampata a suo tempo in france- se, inglese, tedesco e spagnolo, ma poco segnalata in Italia. IL CUORE NELLA STORIA Stando a quanto ci viene tramandato, risulta che i più remoti ri- ferimenti evocativi di espressioni simboliche attribuite al cuore, sono riportati nel poema epico sumerico dedicato alla dea Ishtar, datato intorno al 2500 a.C. In questo poema, in alcuni passi, compaiono “cuori colmi di gioia” e “cuori spezzati dal dolore”. Ma nondimeno molteplici impulsi di buoni o di cattivi auspici, espressi simbolicamente attraverso il cuore, li troviamo ripetutamente annoverati anche nel Libro dei Libri: la Bibbia. Tuttavia incuriosisce il fatto che, nelle più antiche forme di medicina, come quella tradizionale cinese e quella non meno tradizionale maya, il cuore veniva assimilato al “sole” dell’or- ganismo umano. Comunque non si può non rammentare che presso gli an- tichi egizi il cuore era tenuto in tale considerazione da essere preservato intatto nei procedimenti di conservazione dei corpi dei defunti mediante la mummificazione. Il “Libro egiziano dei Morti” è una raccolta di testi funebri del 1600 circa a.C., in cui vengono riportate notizie anatomiche riferite al cuore. Anche nel papiro di Ebers, datato 1550 a.C., compare una descrizio- ne schematica del cuore umano. Rimane tuttora un enigma per i suoi incogniti caratteri figurativi, il cuore precolombiano, scol- pito nella pietra, appartenente alla civiltà olmeca e datato tra il 1300 ed il 1200 a.C. Per gli antichi egiziani i defunti potevano continuare a vi- vere nell’eternità solo se il loro corpo fosse rimasto conserva- to. Per questo motivo li imbalsamavano secondo un procedi- mento piuttosto complesso. Gli organi interni venivano aspor- tati. Di questi il cuore era preservato ed alloggiato in un’urna introdotta nel sarcofago accanto alla mummia, insieme ai suoi oggetti personali indispensabili per la vita nell’aldilà. Ma per potere approdare alla vita eterna, l’anima del defunto dove- va superare il severo giudizio del tribunale di Osiride. La sen- tenza definitiva veniva formulata solo dopo avere pesato il cuore, mentre veniva messa una piuma sul piatto del con- trappeso (psicostasia). Se le ingiustizie e le iniquità commes- se erano tali da rendere il cuore più pesante della piuma, sim- bolo della verità, il defunto veniva sacrificato e non entrava nell’eternità. Se invece il cuore pesava come la piuma il for- tunato defunto traghettava nell’eternità del regno dei morti (Figura 1). © 2011 Il Pensiero Scientifico Editore Ricevuto 31.01.2011; nuova stesura 17.02.2011; accettato 18.02.2011. Gli autori dichiarano nessun conflitto di interessi. Per la corrispondenza: Dr. Corrado Lavini Via Mazzini 9, 41051 Castelnuovo Rangone (MO) e-mail: [email protected] INFORMALMENTE ... riflessioni, racconti, esperienze Figura 1. Psicostasia. Libro dei Morti di Ani, XIII secolo a.C.
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Page 1: MENTE Il cuore e il suo ineguagliabile simbolismo tra fede, arte e … · 2014-03-05 · in seguito la mistica morì più tardi in Alba de Tornes, un picco-lo villaggio vicino a Salamanca.

1G ITAL CARDIOL | VOL 12 | MARZO 2011

Il cuore e il suo ineguagliabile simbolismotra fede, arte e scienza

Renzo Lodi, Corrado Lavini

Dipartimento ad Attività Integrata di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena

G Ital Cardiol 2011;12(3):000-000

“Le parole ci stancano,risalgono da un’acqua lapidata;

forse il cuore ci resta, forse il cuore ...”Salvatore Quasimodo

INTRODUZIONE

Nell’epoca in cui viviamo, disincantata e dominata da un tecni-cismo senza precedenti, nell’immaginario quotidiano, nono-stante la deriva relativista, le espressioni simboliche che coin-volgono il cuore raggiungono punte impensabili per l’entità dicui ne è compartecipe la nostra esistenza. Esse compaiono inogni forma dei rapporti umani e delle culture universali. Spa-ziano dalla poesia alla letteratura, dall’arte ai simboli della fedee delle immagini sacre, per giungere ai gioielli, agli arredi, alla fil-mografia, alla musica ed approdare alle carte da gioco, ai fran-cobolli, ai ricordi ed agli scritti per ricorrenze, festività, per scam-bi degli auguri, fino al lessico comune. Di conseguenza è quasiinevitabile riflettere e chiedersi: perché l’umanità ha scelto il cuo-re come simbolo tangibile per esprimere sentimenti, passioni,sensazioni di gioia, ma anche di dolori e di sofferenze?

Alcuni riscontri si trovano raccolti nel pregevole lavoro diNouber Bayadjian1, un cardiologo di origine belga. Qui le più si-gnificative immagini delle numerose evocazioni simboliche ri-ferite al cuore, sono state descritte ed illustrate da Bayadjian inuna sontuosa pubblicazione, stampata a suo tempo in france-se, inglese, tedesco e spagnolo, ma poco segnalata in Italia.

IL CUORE NELLA STORIA

Stando a quanto ci viene tramandato, risulta che i più remoti ri-ferimenti evocativi di espressioni simboliche attribuite al cuore,sono riportati nel poema epico sumerico dedicato alla deaIshtar, datato intorno al 2500 a.C. In questo poema, in alcunipassi, compaiono “cuori colmi di gioia” e “cuori spezzati daldolore”. Ma nondimeno molteplici impulsi di buoni o di cattiviauspici, espressi simbolicamente attraverso il cuore, li troviamoripetutamente annoverati anche nel Libro dei Libri: la Bibbia.

Tuttavia incuriosisce il fatto che, nelle più antiche forme dimedicina, come quella tradizionale cinese e quella non meno

tradizionale maya, il cuore veniva assimilato al “sole” dell’or-ganismo umano.

Comunque non si può non rammentare che presso gli an-tichi egizi il cuore era tenuto in tale considerazione da esserepreservato intatto nei procedimenti di conservazione dei corpidei defunti mediante la mummificazione. Il “Libro egiziano deiMorti” è una raccolta di testi funebri del 1600 circa a.C., in cuivengono riportate notizie anatomiche riferite al cuore. Anchenel papiro di Ebers, datato 1550 a.C., compare una descrizio-ne schematica del cuore umano. Rimane tuttora un enigma peri suoi incogniti caratteri figurativi, il cuore precolombiano, scol-pito nella pietra, appartenente alla civiltà olmeca e datato tra il1300 ed il 1200 a.C.

Per gli antichi egiziani i defunti potevano continuare a vi-vere nell’eternità solo se il loro corpo fosse rimasto conserva-to. Per questo motivo li imbalsamavano secondo un procedi-mento piuttosto complesso. Gli organi interni venivano aspor-tati. Di questi il cuore era preservato ed alloggiato in un’urnaintrodotta nel sarcofago accanto alla mummia, insieme ai suoioggetti personali indispensabili per la vita nell’aldilà. Ma perpotere approdare alla vita eterna, l’anima del defunto dove-va superare il severo giudizio del tribunale di Osiride. La sen-tenza definitiva veniva formulata solo dopo avere pesato ilcuore, mentre veniva messa una piuma sul piatto del con-trappeso (psicostasia). Se le ingiustizie e le iniquità commes-se erano tali da rendere il cuore più pesante della piuma, sim-bolo della verità, il defunto veniva sacrificato e non entravanell’eternità. Se invece il cuore pesava come la piuma il for-tunato defunto traghettava nell’eternità del regno dei morti(Figura 1).

© 2011 Il Pensiero Scientifico EditoreRicevuto 31.01.2011; nuova stesura 17.02.2011; accettato 18.02.2011.Gli autori dichiarano nessun conflitto di interessi.Per la corrispondenza: Dr. Corrado Lavini Via Mazzini 9, 41051 Castelnuovo Rangone (MO)e-mail: [email protected]

INFORMALMENTE ... riflessioni, racconti, esperienze

Figura 1. Psicostasia. Libro dei Morti di Ani, XIII secolo a.C.

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R LODI, C LAVINI

fisso diviene il simbolo dell’infinito amore divino per la redenzio-ne dell’umanità sofferente, assumendo la ragione e la dimen-sione di salvezza per il mondo intero. È in forza di questi princi-pi che il culto del Sacro Cuore di Gesù ha avuto origine agli al-bori della cristianità ed è stato tramandato nei secoli a seguire.

Sembra verosimile che, per le stesse ragioni, il Sacro Cuoredi Gesù sia stato rivisitato da San Francesco d’Assisi (1182-1226) e da Santa Caterina da Siena (1347-1380). Si è comun-que sviluppato come movimento spirituale su più vasta scala apartire dal XVI secolo. Il processo è stato graduale, ma tangibi-le. Infatti, in un crescendo di eventi, l’immagine del Sacro Cuo-re di Gesù ha acquistato il carattere di presenza, testimoniatada molteplici eventi e simboli giunti fino ai nostri giorni. Ne fan-no parte la fiamma ardente, una piccola croce, un raggio di lu-ce, la corona di spine ed una ferita causata da una freccia. Sesi esclude il riferimento con la ferita inferta al costato di Gesùdalla lancia del centurione Longino e da quello più trascen-dentale riportato nelle “Crocifissioni” da Sant’Agostino (354-430) “... voi trafiggerete il nostro cuore con la freccia del vostroamore”, l’attribuzione di cuore realmente “ferito” sembra piut-

Inoltre attraverso i secoli, diversi Santi sono stati identifica-ti come protettori di organi per invocarne la guarigione in ca-so di malattia. Per quanto riguarda il cuore, tra i primi Santiqualificati viene ricordato San Lorenzo protomartire, passato al-la santità per le grandi sofferenze sopportate con il suppliziodella graticola. Tra i Santi protettori del cuore viene annovera-to Sant’Eleuterino, citato come uno dei più virtuosi per avereguarito da calamità cardiache anche un Papa.

Ma l’evento più straordinario, a proposito del cuore, civiene tramandato da una testimonianza di Raimondo da Ca-pua, riguardante Santa Caterina da Siena. La mistica Caterina“... mentre pregava con fervore il Signore, le parve che l’Eter-no Sposo fosse venuto, come di solito a trovarla e, apertole ilpetto a sinistra, le avesse preso il cuore e se ne fosse andato via.Al confessore, che le ripeteva esser impossibile vivere senza ilcuore, Caterina rispondeva che nulla era impossibile al Signo-re. Poi, trovandosi nuovamente nella cappella in preghiera, l’av-volse una luce dal cielo e le apparve il Signore con tra le maniun cuore vermiglio e risplendente. Si avvicinò, le aprì il petto asinistra e, introducendovi il cuore, disse: «Carissima figliola, co-me l’altro giorno presi il tuo cuore, ora ti dono il mio nel qua-le vivrai». Richiuse la ferita, lasciandovi una cicatrice”. Nel 1461Caterina venne canonizzata. Nel 1939, insieme a San France-sco d’Assisi, venne proclamata Copatrona dell’Italia e nel 1970Dottore della Chiesa.

Per Santa Teresa d’Avila (1515-1582), mistica spagnola dicarattere forte ed autoritario, l’attribuzione di Santa protettri-ce del cuore è più che pertinente. Teresa non ha dubbi a testi-moniare nei suoi scritti che, ancora in giovane età, un angelole trafisse il cuore con una freccia dorata. Sembra che al tem-po della visione, Teresa soffrisse di una tanto grave infermitàda essere costretta a letto per lunghi mesi. Riacquistata la salutein seguito la mistica morì più tardi in Alba de Tornes, un picco-lo villaggio vicino a Salamanca. Il suo cuore, dopo quasi 500anni, è tuttora conservato nel convento in Alba de Tornes e pre-senta veramente una ferita nel ventricolo sinistro. La straordi-naria visione e la ferita cardiaca di Teresa d’Avila richiamaronouna rinnovata attenzione sulla ferita del Sacro Cuore di Gesù,e contribuirono a promuovere alcuni attesi cambiamenti nellaChiesa verso il riconoscimento delle percezioni evocative e sim-boliche riferite al cuore, come fonte di comunicativa spirituale.

Anche per gli antichi greci la conoscenza simbolica del cuo-re, come sede di percezioni, passioni, sentimenti o di sofferen-ze e dolori era considerata un evento ben noto. Quantunque sudi un punto tra medici e filosofi non vi era pieno accordo. In-fatti, mentre il grande Ippocrate da Coo (460-377 a.C.), ma an-che Platone da Atene (427-347 a.C.), ritenevano che il cervel-lo fosse la vera sede dell’anima, Aristotele da Stagira-Macedo-nia (384-322 a.C.) ed i discepoli della sua Scuola attribuivanoquesta funzione di competenza del cuore, delegando al cer-vello altri compiti.

È altrettanto vero che, per conoscere la reale configurazio-ne del cuore e della circolazione, è stato necessario attenderealmeno oltre un millennio. Una delle storiche ragioni di questalunga attesa è stata che Claudio Galeno da Pergamo (129-216d.C.) aveva introdotto l’errata, e purtroppo diventata dogma-tica concezione, che l’origine del sangue e della circolazionefosse il fegato e che i polmoni fossero un grande coagulo. Ilprimo a rifiutare questi grossolani errori fu Andrea Cesalpinoda Arezzo (1519-1603), medico, botanico e filosofo, accade-mico prima a Pisa, poi a Roma, chiamato da Clemente VIII, dicui divenne medico personale. Attraverso indagini accurate, Ce-salpino intuì e pertanto scoprì la circolazione del sangue circa60 anni prima di William Harvey da Falkeston (1578-1657), co-me risulta dal suo trattato “Quaestionum Peripateticarum”2.Inoltre precorse Carlo Linneo, naturalista e medico svedese(Carl Von Linné, 1707-1778) nel riconoscimento del sesso de-gli organi riproduttori dei vegetali. A sua volta Harvey si era lau-reato a Padova nel 1602 ed era stato per 13 anni sotto la gui-da di Girolamo Fabrizio d’Acquapendente (1537-1619), sco-pritore delle valvole venose. Tornato in Inghilterra, Harvey nel1628 pubblicò a Francoforte le sue memorie nel “ExercitatioAnatomica de Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus”, in cuiriunì i risultati degli studi dei predecessori insieme a quelli per-sonali, giungendo alla definitiva conclusione che “... il sangueè animato da un movimento circolatorio e la causa unica va ri-cercata nelle contrazioni del cuore”3,4. Nel 1661 Marcello Mal-pighi (1628-1694) nel “De pulmonibus observationes anato-micae” dimostrò che nei polmoni le arterie e le vene erano col-legate da una fitta rete di capillari5. Con la scoperta del circolopolmonare fatta da Malpighi, che Harvey non aveva a suo tem-po interpretato, si completava il ciclo delle conoscenze sulla cir-colazione del sangue. Nel 1663 Nicolaus Steno (Niels Stensen,1638-1686), anatomista svedese, mise in evidenza la naturamuscolare del cuore e fornì le prime dimostrazioni circa l’orga-nizzazione miocitica del miocardio6.

Dopo questi primi chiarimenti, la decodifica dell’architettu-ra e della geometria ventricolare miocardica ha tenuto impe-gnati gli anatomisti di tutto il mondo per quasi 500 anni, tan-to da fare esprimere a James Bell Pettigrew (1834-1908) che“... questo sistema sembra semplice da osservare, ma è diffici-le da capire”7. Oggi il cuore è uno degli organi più studiati edè oggetto di approfondite ricerche, impensabili in tempi pre-cedenti, che spaziano dalla sua struttura, alla genetica, alla bio-logia molecolare, con risultati sorprendenti8-14.

I SANTI DEL CUORE

È soprattutto con l’avvento del cristianesimo che al cuore vieneattribuita l’autentica vocazione di simbolismo evocativo di gioiee di dolori. Citato ripetutamente nel Nuovo Testamento dai quat-tro Evangelisti con le parole del Maestro, il cuore di Gesù Croce-

tosto da ascrivere ai grandi mistici e santi di tutti i tempi.

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IL CUORE E IL SUO SIMBOLISMO

In tempi più remoti la Chiesa aveva orientato l’attenzionesull’intelletto come mezzo per interpretare l’autentica spiritua-lità, mentre i raggi di luce provenienti dal Sacro Cuore di Gesùpotevano rappresentare il simbolo della rivelazione attraverso laragione. Ma dopo la visione e la constatata ferita cardiaca diSanta Teresa, venne messo al centro dei riferimenti il cuore tra-fitto da una freccia come immagine simbolica della rivelazionespirituale, attraverso le percezioni e le sensazioni dell’organoche fa pulsare la vita. Circa un secolo dopo l’immagine icono-grafica del Sacro Cuore divenne più completa. Infatti il fervoremistico di Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) resepiù intensa e significativa l’immagine sanguinante del SacroCuore, contornato da una corona di spine, con la fiamma ed unfascio di luce abbagliante. La mistica ebbe in estasi tre visioni diGesù nel 1673, nel 1674 e nel 1675, durante le quali le fu af-fidata la missione di diffondere la devozione del Sacro Cuore edi fare istituire una festa in suo onore il primo venerdì dopol’ottava del Corpus Domini. La missione della mistica giunse acompimento più tardi e in seguito venne canonizzata nel 1920.

Per buona sorte un merito particolare va riconosciuto a SanJean Eudes (1601-1680) per avere proposto ed introdotto lavenerazione di entrambi i cuori di Gesù e di Maria, contornatida spine. Ma è più tardi che il culto del Sacro Cuore raggiungel’apogeo in seno alla Chiesa, che dedica un giorno di ogni an-no alla festività del Sacro Cuore di Gesù e della Vergine del Per-petuo Soccorso.

Verso la fine del 1700 il culto del Sacro Cuore si diffuse intutta Europa ed in altri continenti. Dovunque sorsero Santuaridedicati, il più celebre dei quali è la Basilica del Sacré Coeur,eretta nel 1914 sulla collina di Montmartre, dalla quale, con lesue cupole bianche, domina Parigi.

LA SIMBOLOGIA DEL CUORE: ASPETTI ANTROPOLOGICI E CULTURALIIl cuore come centro della vita spirituale, emozionale, morale edin passato anche intellettuale degli esseri umani ha rappresen-tato e rappresenta tuttora un simbolo radicato nell’immagina-rio popolare e nella cultura. Come icona il cuore viene definitonel mondo occidentale con un disegno stilizzato, di colore ros-so per collegarlo non solo al sangue ma anche alla passione (Fi-gura 2).

L’origine di questa rappresentazione grafica del cuore, perla verità non del tutto fedele alla reale anatomia, è controver-sa. Alcuni autori la mettono in relazione al seme del silfio, unapianta estinta che nell’antichità veniva utilizzata come anti-concezionale ed abortivo. Altri la collegano alla foglia di edera,che nella cultura greco-romana rimandava alla fedeltà e al-l’amore eterno, altri ancora ad alcune parti del corpo femmini-le come le natiche, le mammelle, il monte di Venere, la vulva.È interessante rilevare come il simbolo occidentale del cuore siasomigliante al geroglifico egizio ib che lo raffigura, rappresen-tato da un piccolo vaso che aveva le funzioni di accogliere l’ani-ma (Figura 3).

L’icona del cuore a partire dal XV secolo compare anche co-me seme nelle carte da gioco francesi (Figura 4).

Dal 1400 troviamo il simbolo del cuore anche in alcune fi-ligrane utilizzate dai fabbricanti di carta per identificare i loroprodotti15 (Figura 5).

In epoca rinascimentale il simbolo del cuore venne utilizza-to anche in araldica, inserito all’interno di stemmi di famiglie edi gonfaloni di città (Figura 6).

L’icona del cuore stilizzato appare ancora ai nostri giorniin tutte le rappresentazioni popolari e folcloristiche correlateall’amore, nell’iconografia dei due cuori appaiati o anche tra-fitti dall’immancabile freccia che rimanda alla figura di Cupi-do, figlio di Venere e dio romano della bellezza e dell’eroti-smo.

Un’ultima e ben radicata attribuzione della simbologia delcuore è quella connessa alle espressioni scritte e verbali. Il cuo-re è sicuramente l’organo del corpo umano che più di tuttiviene riportato nel lessico corrente, grazie alla valenza simbo-lica complessa che racchiude. Viene pertanto chiamato in cau-sa per definire la passione (“affari di cuore”, “due cuori eduna capanna”), l’amore materno (“cuore di mamma”), la pau-ra (“sentirsi il cuore in gola”), il dolore (“avere il cuore infran-

Figura 4. Carte francesi da po-ker, seme cuore.

Figura 3. Il geroglificoegizio ib che indicava ilcuore.

Figura 2. Il tradizionalesimbolo del cuore.

Figura 5. Filigrane di maestricartai (XV-XVI secolo). Tratta da Bowman15.

Figura 6. Gonfalone del Comunedi Corato (BA).

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to”, “sentirsi spezzare il cuore”, “morire di crepacuore”),l’emozione (“sentire un tuffo al cuore”). Ma al cuore vengo-no attribuite anche altre accezioni come la crudeltà (“avereun cuore di pietra”, “essere senza cuore”), la freddezza (“ave-re un cuore di ghiaccio”), la generosità (“avere un cuore gran-de o d’oro”, “essere di buon cuore”), la superficialità (“pren-dere una cosa a cuor leggero”), la rabbia (“mangiarsi o ro-dersi il cuore”), la preoccupazione (“avere una spina nel cuo-re”), la rassegnazione (“mettersi il cuore in pace”), la sinceri-tà (“parlare a cuore aperto o col cuore in mano”), il coraggioe l’audacia (“avere un cuore impavido o di leone”, “gettare ilcuore oltre l’ostacolo”) o al contrario la viltà (“avere un cuoredi coniglio”).

Altrettanto vasta è la serie dei proverbi sul tema, da “oc-chio non vede cuore non duole” a “lontano dagli occhi lonta-no dal cuore”, a “cuor contento il ciel l’aiuta” per rammentaresolo i più conosciuti.

IL CUORE NELLE ARTI MAGGIORI E MINORI

Del cuore abbiamo fondamentalmente due tipi di rappre-sentazioni nell’ambito delle arti maggiori e minori: una se-colare, legata ai sentimenti che il cuore richiama, ed una sa-cra, che fa parte della tradizione cristiana e che è connessatanto al Sacro Cuore di Gesù e della Vergine quanto ai santidel cuore.

In letteratura al cuore venne intitolato un famoso romanzoscritto da Edmodo De Amicis che, pubblicato nel 1886, fu peranni uno dei testi più popolari della letteratura per ragazzi evenne tradotto in molte lingue straniere. Il libro, con lo stile re-torico del tempo, insegnava alle nuove generazioni le virtù daperseguire come l’amore per la patria, l’altruismo, la generosi-tà, la pietà, l’eroismo.

Nelle arti figurative le rappresentazioni del cuore sono perla maggior parte a sfondo sacro. Vengono soprattutto raffigu-rati il Sacro Cuore di Gesù, meno frequentemente quello dellaVergine o di entrambi assieme.

Tra le opere più importanti da ricordare sul Sacro Cuore se-gnaliamo quella di Pompeo Batoni, pittore toscano del XVIII se-colo, che raggiunse ai suoi tempi un’ottima fama come ritrat-tista. Opere moderne su questo tema sono state eseguite daLuc-Olivier Merson che agli inizi del 1900 decorò a mosaico lavolta del presbiterio della Basilica del Sacro Cuore a Montmar-tre, da Salvador Dalì, grande pittore surrealista spagnolo e daLucio Fontana, artista argentino fondatore del movimento spa-zialista (Figure 7 e 8).

Molto più spesso il tema del Sacro Cuore rientra nell’ambi-to delle rappresentazioni di tipo devozionale e popolare comestatue, dipinti, immaginette votive, che pur appartenendo allecosiddette arti minori non sono prive di espressività ed imme-diatezza.

Qualche volta l’immagine del cuore si trova al centro di re-liquiari che contengono frammenti del cuore di santi, molto piùspesso un cuore, per lo più d’argento, assume le forme di unex-voto. Altre volte appare nell’iconografia della Madonna Ad-dolorata o dei Sette Dolori, trafitto da sette spade (Figura 9).

In qualche raro caso, nell’ambito della pop-art, dell’arteastratta o di quella informale qualche artista della nostra epo-ca ha fornito una lettura essenzialmente laica del cuore, inter-pretandolo come organo bersaglio di passioni o dispiaceri (Fi-gura 10).

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R LODI, C LAVINI

Figura 9. Madonna Addolorata(XX secolo). Statua in gesso poli-cromo. Chiesa di San Sebastiano,Ischia (NA).

Figura 7. Pompeo Batoni. Sacro Cuo-re di Gesù (1767). Olio su rame. Cap-pella del Sacro Cuore, Chiesa del Ge-sù, Roma.

Figura 8. Luc-Olivier Merson. Il Sacro Cuo-re (1920 ca.). Mosaico. Basilica del SacroCuore di Montmartre, Parigi.

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Come immagine secolare il cuore, già dall’epoca dell’Anti-co Egitto, venne riprodotto in amuleti, ciondoli, spille, penden-ti. Considerati beneaugurali e dotati di azione protettiva neiconfronti delle potenze del male, questi monili di produzioneartigianale erano diffusissimi ed estremamente popolari. DalXVIII secolo il simbolo del cuore cominciò a comparire anchenelle ceramiche, nei tessuti, nei ricami in una varietà estesa dimanufatti di grande successo e spesso anche di buona fattura.Ancora oggi il simbolo del cuore si ritrova in numerose produ-zioni artigianali, indice della suggestione che questa icona con-tinua a sprigionare15.

Ancora nell’ambito delle arti è doveroso rammentare la pre-senza consistente del cuore nel cinema. La filmografia sull’ar-gomento è sterminata, dagli sceneggiati o dalle fiction televisi-ve ai prodotti da sala: in tutti questi il cuore, presente nel tito-lo, diventa il filo conduttore dell’intera trama. Tra i tanti ricor-diamo “Cuore” di Duilio Coletti e Vittorio De Sica (1948), trat-to dall’omonimo romanzo, e poi riproposto nel 1984 da LuigiComencini, “Le stagioni del cuore” di Robert Bernton (1984),“Cuore Impavido - Braveheart” di Mel Gibson (1995), “Cuoresacro” di Ferzan Ozpetek (1995), “Scherzi del cuore” di WillardCarroll (1998), “Aprimi il cuore” di Giada Colagrande (2002),“La bestia nel cuore” di Cristina Comencini (2005), “Un cuoregrande” di Michael Winterbottom (2007), “Questione di cuo-re” di Francesca Archibugi (2009), “Segui il tuo cuore” di ZacEfron (2010).

Da ultimo segnaliamo la ricca partecipazione del cuore neilibretti della musica operistica e nei testi delle canzonette: inquest’ultimo caso il termine cuore, assieme a quelli di dolore eamore, continua a farla da padrone, senza voler mostrare ce-dimenti o appannamenti di sorta.

LA MISSIONE DEL CUORE

Da quanto passato in rassegna si evince che l’immagine spe-culare e simbolica del cuore, anche passando attraverso i mil-lenni, non ha perso la propria identità di sede non solo dellepiù intime percezioni ed emozioni, ma anche della spiritualità.Il simbolismo riferito al cuore resiste intatto e, nonostante ilmalinconico tramonto attuale di ideali e di valori, rappresentauna singolare forza di coesione e di incontro tra civiltà e cul-ture diverse. Il cuore dunque capta e compone sempre di piùi messaggi e le sinergie di entusiasmo e di gioia, ma anche

quelli di smarrimento, di disperazione e di dolore, tanto da ar-

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1967, presso il GrooteSchuur Hospital di Città del Capo, Christian Neethling Barnard(1922-2001) realizzò il primo omotrapianto ortotopico di cuo-re su Louis Washkanky, un droghiere della città di 57 anni, inscompenso cardiaco ischemico irreversibile e terminale. Ne di-mostrò la fattibilità tecnica e la possibilità di conseguire una so-pravvivenza e, per i casi successivi, anche una buona qualità divita. L’evento elettrizzò l’opinione medica e pubblica mondia-le. Cadevano miti e pregiudizi e nel contempo nascevano nuo-ve e concrete speranze di vita. Sull’onda dell’entusiasmo la giàalta caratura emotiva legata al cuore si potenziò, come sito em-blematico delle percezioni e come mezzo di riconoscimento deisentimenti, tenendo ben presente l’esistenza di inscindibili in-terazioni ed integrazioni tra il cuore ed il cervello e le corri-spondenti reciproche risposte. Ed è così che il cuore trapianta-to riceve ed esprime le emozioni ed i sentimenti propri dellanuova persona che lo ospita.

Forse è ancora prematuro o è solo fantascienza, ma non èimpossibile che in futuro gli impulsi bioelettrici dell’elettrocar-diogramma, attraverso un miracolo dell’elettronica, si possanoconvertire in segnali digitali e poi in note musicali, per tradurrein armonie sentimenti ed emozioni comunicate dal cervello permezzo dei propri mediatori16.

Per queste ed altre ragioni più profonde, il cuore ha con-quistato la fiducia e l’apprezzamento universale e l’umanità loha equiparato a rappresentare la dignità dell’esistenza e comesimbolo di spiritualità. Dal momento in cui gli uomini hannopensato di considerare il cuore il punto di riferimento dei sen-timenti, degli affetti, delle speranze, ma anche dei dolori e del-le sofferenze, hanno conferito a questo organo una nobile fun-zione espressiva e nello stesso tempo comunicativa. Da allora ilcuore è stato la fonte di ispirazione per fior di poeti, di lettera-ti, di grandi artisti in tutto il mondo.

In virtù di qualsiasi movente lo si intenda concepire, la fun-zione del cuore non può essere solo quella nativa di semplicepropulsore del sangue, ma gli è ben appropriata anche quelladi legittimo regista e traduttore della forza dei sentimenti e del-le sensazioni, elaborate in primis in sede cerebrale. Infatti sem-bra che tutto giunga istantaneamente a questo sistema pul-sante, quando l’idea non è ancora pensiero, per rendere per-cettibile ciò che ancora è impercettibile. Inoltre è verosimile che,chi ha fede, senta la necessità di vivere la luminosa icona del Sa-cro Cuore di Gesù nel clima biblico, dove il cuore corrispondealla radice profonda dell’uomo nel suo rapporto con Dio. Conun Dio che “... entra in dialogo con la sua creatura e che si èfatto così vicino agli uomini da volere un cuore di carne, perrendere più tangibile la sua presenza di amore divino”, nellagrandezza della sua Provvidenza, nell’immensità dei suoi mi-steri, ma soprattutto per avvicinare l’infinito al finito nell’ope-ra delle opere, che fa di un Dio un uomo e di una Vergine laMadre di Dio.

Infine questa incessante aspirazione dell’umanità a privile-giare la funzione simbolica del cuore, rimarrà anche per l’avve-nire, la più grande testimonianza dei valori che distinguonol’uomo dalle altre forme di vita, nel razionale del “... grande Di-segno di Colui che ha creato il mondo”17.

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IL CUORE E IL SUO SIMBOLISMO

Figura 10. Arnaldo Pomodoro. Cuore(1981-1982). Bronzo. Collezione pri-vata.

la vita o salvare un’esistenza.di solidarietà fatta col cuore a chi è nel bisogno può cambiare

rivare a subirne le conseguenze dannose e talora fatali. Inbuona sostanza viene comunque confermato che un’offerta

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