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MESSALE E LEZIONARIO PARROCCHIA SAN CRISTOFORO

Date post: 30-Mar-2016
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MESSALE ROMANO E LEZIONARIO DELLA PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Celebrazioni Eucaristiche proprie di: - SAN CRISTOFORO MARTIRE - SANT'AGATA VERGINE E MARTIRE - SANTA ROSALIA VERGINE
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M M M E E E S S S S S S A A A L L L E E E R R R O O O M M M A A A N N N O O O E E E L L L E E E Z Z Z I I I O O O N N N A A A R R R I I I O O O D D D E E E L L L L L L A A A P P P A A A R R R R R R O O O C C C C C C H H H I I I A A A S S S A A A N N N C C C R R R I I I S S S T T T O O O F F F O O O R R R O O O ALLE ALLE ALLE ALLE SCIARE CIARE CIARE CIARE DELLA ARCIDIOCESI DI DELLA ARCIDIOCESI DI DELLA ARCIDIOCESI DI DELLA ARCIDIOCESI DI CATANIA CATANIA CATANIA CATANIA CELEBRAZIONI EUCARISTICHE PROPRIE DI: SAN CRISTOFORO martire SOLENNITÀ PATRONO DELLA PARROCCHIA E DEL CORPO AUTOMOBILISTICO, 25 LUGLIO COLORE LITURGICO ROSSO SANTAGATA vergine e martire SOLENNITÀ PATRONA DELLA CITTÀ E DELL’ARCIDIOCESI DI CATANIA, 5 FEBBRAIO COLORE LITURGICO ROSSO SANTA ROSALIA vergine FESTA COMPATRONA DELLA PARROCCHIA E TITOLARE DELLA OMONIMA CAPPELLA/CRIPTA PARROCCHIALE 4 SETTEMBRE COLORE LITURGICO BIANCO
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Page 1: MESSALE E LEZIONARIO PARROCCHIA SAN CRISTOFORO

MMMMMMMMMMMMEEEEEEEEEEEESSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAALLLLLLLLLLLLEEEEEEEEEEEE RRRRRRRRRRRROOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNNNOOOOOOOOOOOO

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CELEBRAZIONI EUCARISTICHE PROPRIE DI:

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Page 2: MESSALE E LEZIONARIO PARROCCHIA SAN CRISTOFORO

ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 2 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

Stampato in proprio © Parrocchia San Cristoforo alle Sciare, marzo 2012

Impaginazione e grafica del parroco: Sac. Ignazio Coco – www.doneziococo.it

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 3

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 4 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

SSSSSSSSAAAAAAAANNNNNNNN CCCCCCCCRRRRRRRRIIIIIIIISSSSSSSSTTTTTTTTOOOOOOOOFFFFFFFFOOOOOOOORRRRRRRROOOOOOOO mmmmmmmmaaaaaaaarrrrrrrrttttttttiiiiiiiirrrrrrrreeeeeeee SSOOLLEENNNNIITTÀÀ PATRONO DELLA PARROCCHIA E DEL CORPO AUTOMOBILISTICO, 25 LUGLIO COLORE LITURGICO ROSSO ��� Cristoforo visse nel III secolo nella regione chiamata, secondo la geografia del mondo antico e romano, Licia (Asia Minore). La tradizione raccolta e divulgata in Occidente, ci presenta Cristoforo che abita presso un fiume e svolge il lavoro di traghettatore: accompagna e porta i viandanti da una riva all’altra del fiume. Ad un certo punto della sua vita Cristoforo entra nell’esercito imperiale, viene denunciato come cristiano, condannato e decapitato nella persecuzione di Decio. Nel Medioevo la devozione a San Cristoforo si estende dall’Oriente a tutta l’Europa: è invocato come aiuto contro i pericoli dei fiumi, della strada e dei briganti da pellegrini e viandanti. Il Breve Pontificio del 4 novembre 1954, affidando gli autieri alla protezione di San Cristoforo, li ha volutamente accostati – loro, pellegrini della strada – agli antichi cristiani pellegrini che chiedevano al Santo forza, difesa e sicurezza.

RITI DI INTRODUZIONE

CANTO D'INGRESSO oppure ANTIFONA D’INGRESSO Questo è un martire della fede, che sparse per Cristo il suo sangue; non temette le minacce dei giudici e raggiunse il regno del cielo. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il popolo risponde: Amen. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Il popolo risponde: E con il tuo spirito. Segue l’atto penitenziale. Il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste parole o con altre simili.

Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. Si fa una breve pausa di silenzio.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 5

Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, e battendosi il petto dicono:

per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Assoluzione del sacerdote:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Il popolo risponde: Amen. ℣. Signore, pietà. oppure: ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison. ℣. Cristo, pietà. ℣. Christe, eléison. ℞. Cristo, pietà. ℞. Christe, eléison. ℣. Signore, pietà. ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 6 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. Terminato l’inno, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Preghiamo. ORAZIONE COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno, che al tuo Santo martire Cristoforo hai dato la forza di sostenere fino all’ultimo la pacifica battaglia della fede, concedi anche a noi di affrontare, per tuo amore ogni avversità e di camminare con entusiasmo incontro a te, che sei la vera vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 7

Oppure:

Concedi, o Dio onnipotente, che celebrando la nascita al cielo del beato Cristoforo, tuo martire per sua intercessione veniamo confermati nell’amore verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

LITURGIA DELLA PAROLA PRIMA LETTURA Mi hai liberato secondo la tua grande misericordia.

Dal libro del Siràcide 51, 1-12 (gr. 1-8) Ti glorificherò, Signore mio re, ti loderò, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome, perché fosti mio protettore e mio aiuto ed hai liberato il mio corpo dalla perdizione, dal laccio di una lingua calunniatrice, dalle labbra che proferiscono menzogne. Di fronte a quanti mi circondavano sei stato il mio aiuto e mi hai liberato, secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome, dai morsi di chi stava per divorarmi, dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita, dalle molte tribolazioni di cui soffrivo, dal soffocamento di una fiamma avvolgente, e dal fuoco che non avevo acceso, dal profondo seno degli ìnferi, dalla lingua impura e dalla parola falsa.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 8 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re. La mia anima era vicina alla morte, la mia vita era alle porte degli ìnferi. Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava; mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano. Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore, e delle tue opere che sono da sempre, perché tu liberi quanti sperano in te, li salvi dalla mano dei nemici. Ed innalzai dalla terra la mia supplica; pregai per la liberazione dalla morte. Esclamai: «Signore, mio padre tu sei e autore della mia salvezza, non mi abbandonare nei giorni dell’angoscia, nel tempo dello sconforto e della desolazione. Io loderò sempre il tuo nome; canterò inni a te con riconoscenza». La mia supplica fu esaudita; tu mi salvasti infatti dalla rovina e mi strappasti da una pessima situazione. Per questo ti ringrazierò e ti loderò, benedirò il nome del Signore. Parola di Dio.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 9

SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 33 ℞. Il Signore è mia forza e mia salvezza. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino. ℞. Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto E da ogni timore mi ha liberato. ℞.

Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. ℞. L’angelo del Signore si accampa attorno a quello che lo temono e li salva. Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. ℞.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 10 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

SECONDA LETTURA Portiamo nel nostro corpo la morte di Gesù.

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corìnzi 4,7-15 Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciàti; siamo sconvolti, ma non disperàti; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. Animàti tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: “Ho creduto, perciò ho parlato”, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio. Parola di Dio. CANTO AL VANGELO Cfr. 1 Cor 1,18 ℞. Alleluia, alleluia. La parola della croce è stoltezza per quelli che non credono, ma per noi è potenza di Dio.

℞. Alleluia.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 11

VANGELO Chi perderà la propria vita per me, la salverà.

Dal vangelo secondo Luca 9,23-26

In quel tempo, Gesù diceva a tutti: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.

Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi».

Parola del Signore.

OMELIA Il sacerdote spiega la parola di Dio appena letta. Dopo l'omelia è opportuno un breve silenzio.

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CREDO

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,

Alle parole: e per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo, tutti si inchinano.

e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 13

PREGHIERA DEI FEDELI

Fratelli carissimi, imploriamo la misericordia del Padre, per l’intercessione di San Cristoforo martire che ha testimoniato l’adesione a Cristo, nell’esercizio della carità eroica. Preghiamo insieme e diciamo: ℞. Santifica il tuo popolo, Signore.

• Perché la Chiesa, piena dello Spirito scaturito dalla morte pasquale del Cristo, proclami e viva la beatitudine promessa a tutti i perseguitati per la fede, preghiamo. ℞.

• Perché il Signore conceda alla santa Chiesa pastori secondo il suo cuore, docili alla voce dello Spirito, fedeli dispensatori della Parola e dei sacramenti, preghiamo ℞.

• Perché la famiglia, consacrata dal patto nuziale, diventi scuola di vita evangelica e vivaio di speciali vocazioni al servizio del popolo di Dio, preghiamo. ℞.

• Perché i giovani, portatori di speranza, sentano il desiderio della santità, come primavera dello Spirito, preghiamo. ℞.

• Perché gli inabili, i malati e tutti i sofferenti vivano l’esperienza del dolore in unione con Cristo, medico dei corpi e delle anime, preghiamo. ℞.

• Perché noi tutti, membri del popolo di Dio, fedeli agli impegni del Battesimo, esprimiamo nel rifiuto del male e nelle opere della carità l’imitazione di Cristo uomo nuovo, preghiamo. ℞.

Padre santo, guarda la tua Chiesa alle cui mani hai affidato il Vangelo del tuo Figlio, fa’ che non le manchi mai il frutto e il segno della santità, perché possa annunziare con la forza dello Spirito la parola che illumina e che salva. Per Cristo nostro Signore.

℞. Amen.

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LITURGIA EUCARISTICA

Si esegue il canto di offertorio, mentre i fedeli presentano il pane ed il vino. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore. Il diacono, o il sacerdote, versa nel calice il vino, con un po’ d’acqua, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore. Il sacerdote, inchinandosi, dice sottovoce: Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te. Il sacerdote, a lato dell’altare, si lava le mani dicendo sottovoce: Lavami, Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato. Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 15

Il popolo risponde: Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. ORAZIONE SULLE OFFERTE Scenda come rugiada la tua benedizione, Signore, sull’offerta che ti presentiamo e ci confermi nella fede, che il Santo martire Cristoforo testimoniò a prezzo della vita. Per Cristo nostro Signore. Amen. Oppure:

Accogli, o Signore, i nostri doni e le nostre preghiere, purificaci, te ne preghiamo, con questi misteri celesti, ed esaudiscici o Dio clemente. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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PREFAZIO

℣. Il Signore sia con voi ℞. E con il tuo spirito.

℣. In alto i nostri cuori. ℞. Sono rivolti al Signore.

℣. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. ℞. É cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre ed in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Nella festosa assemblea dei Santi risplende la tua gloria, e il loro trionfo celebra i doni della tua misericordia. Nella vita di San Cristoforo, ci offri un esempio, nell’intercessione un aiuto, nella comunione di grazia un vincolo di amore fraterno. Confortati dalla sua testimonianza, affrontiamo il buon combattimento della fede, per condividere al di là della morte la stessa corona di gloria. Per questo, uniti agli Angeli e agli Arcangeli ed a tutti i Santi del cielo, cantiamo senza fine l’inno della tua lode:

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 17

oppure: PREFAZIO

℣. Il Signore sia con voi ℞. E con il tuo spirito.

℣. In alto i nostri cuori. ℞. Sono rivolti al Signore.

℣. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. ℞. É cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre ed in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. A imitazione del Cristo tuo figlio, il santo martire Cristoforo ha reso gloria al tuo nome ed ha testimoniato con il sangue i tuoi prodigi, o Padre, che riveli nei deboli la tua potenza e doni agli inermi la forza del martirio per Cristo Signore nostro. E noi con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto, e proclamiamo insieme la tua gloria:

SANTO

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 18 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

PREGHIERA EUCARISTICA II

Il sacerdote con le braccia allargate, dice:

CP Padre veramente santo, fonte di ogni santità,

congiunge le mani, e tenendole stese sulle offerte, dice:

CC santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

perché diventino per noi il corpo e � il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

Congiunge le mani.

Egli, offrendosi liberamente alla sua passione,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il pane e rese grazie, lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Presenta al popolo l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 19

Poi continua:

Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice

CP Mistero della fede.

Il popolo acclama dicendo:

Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Poi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

CC Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 20 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

1C Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: ___________________________________________________________________________

�DOMENICA Si può dire in tutte le domeniche ad esclusione di quando c’è un ricordo proprio

† e qui convocata nel giorno in cui il Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale: ___________________________________________________________________________

rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l'ordine sacerdotale. 2C Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.

Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli, San Cristoforo martire e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: congiunge le mani e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.

CP Per Cristo, con Cristo e in Cristo, o a te, Dio, Padre onnipotente, CC nell'unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.

Il popolo acclama: Amen.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 21

RITI DI COMUNIONE

Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire:

Con le braccia allargate, dice insieme al popolo:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Solo il sacerdote con le braccia allargate, continua:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l'aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

Congiunge le mani. Il popolo conclude la preghiera con l’acclamazione:

Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 22 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice ad alta voce:

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unita e pace secondo la tua volontà.

Congiunge le mani.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Il popolo risponde: Amen.

Il sacerdote, allargando e ricongiungendo le mani, dice:

La pace del Signore sia sempre con voi.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Il diacono o il sacerdote aggiunge:

Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

E tutti si scambiano vicendevolmente un segno di pace. Il sacerdote prende l’ostia e la spezza sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:

Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

Intanto si canta o si dice:

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 23

Il sacerdote, con le mani giunte, dice sottovoce:

La Comunione del Tuo Corpo ed il Tuo Sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia, sia rimedio di difesa dell’anima e del corpo.

Genuflette, prende l’ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena, rivolto al popolo dice ad alta voce:

Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

Assieme all’assemblea, il sacerdote dice:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato.

Il sacerdote, rivolto all’altare, dice sottovoce:

Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

E con riverenza si comunica al Corpo di Cristo. Poi prende il calice e dice sottovoce:

Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna. ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Io sono la vera vite e voi i tralci», dice il Signore; «chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto». Gv 15,1.5

Prende poi la patena o la pisside e si porta verso i comunicandi. Nel presentare a ognuno l’ostia, la tiene alquanto sollevata e dice:

Il Corpo di Cristo.

Il comunicando risponde:

Amen.

E riceve la comunione.

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Il sacerdote, dalla sede o dall’altare dice:

Preghiamo.

E tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento. Po il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

O Dio , che in questi santi misteri Rinnovi la Chiesa, donaci di imitare la meravigliosa fortezza di San Cristoforo, per ottenere il premio promesso a chi soffre a causa del tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Oppure:

Fa’, te ne preghiamo, o Signore Dio nostro, che come ci rallegra quaggiù festeggiare il ricordo del tuo santo martire Cristoforo, così ci allieti di contemplarti eternamente in cielo. Per Cristo nostro Signore.

RITI DI CONCLUSIONE

BENEDIZIONE SOLENNE

Il sacerdote con le braccia allargate, rivolto verso il popolo, dice:

Il Signore sia con voi.

Il popolo acclama:

E con il tuo spirito.

Il diacono rivolto al popolo dice:

Inchinate il capo per la benedizione

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 25

Il sacerdote con entrambe le braccia distese, dice:

Dio nostro Padre, che ci ha riuniti per celebrare oggi la solennità di San Cristoforo martire, patrono della nostra comunità parrocchiale e del corpo automobilistico vi benedica e vi protegga, e vi confermi nella sua pace.

℞. Amen

Cristo Signore, che ha manifestato in San Cristoforo martire la forza rinnovatrice della Pasqua, vi renda autentici testimoni del suo Vangelo.

℞. Amen

Lo Spirito Santo, che in San Cristoforo martire ci ha offerto un segno di solidarietà fraterna, vi renda capaci di attuare una vera comunione di fede e di amore nella sua Chiesa.

℞. Amen

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio � e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

Il diacono rivolto al popolo dice:

Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.

Il popolo acclama:

Rendiamo grazie a Dio!

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CORONCINA A SAN CRISTOFORO

I. Glorioso San Cristoforo, che, appena convertito alla fede, vi applicaste con uno zelo instancabile a spargere nei popoli della Licia la luce delle verità, e carcerato per la causa di Gesù Cristo, convertiste quelle femmine sfrontate che ardirono di sollecitarvi ad un abominevole delitto, impetrate a noi tutti la grazie di lavorare instancabilmente per la Gloria della Religione, e di trionfare generosamente di tutti i nostri nemici, ma specialmente delle lusinghe e delle seduzioni della carne.

Pater, Ave, Gloria.

II. Glorioso San Cristoforo, che, consacrando al bene del vostro prossimo la robustezza delle vostre membra e l'altezza della vostra statura, stabiliste alla sponda di un fiume la vostra abitazione per traghettare all'opposta riva gratuitamente i passeggeri: e in premio di tanta carità così nuova meritaste di portare sulle vostre spalle lo stesso Signore Gesù Cristo in figura di un tenero fanciullo a voi apparso, ottenete a noi tutti la grazia di impiegare sempre a vantaggio dei nostri fratelli bisognosi la nostra persona, per poterci meritare dal Cielo la salvezza eterna.

Pater, Ave, Gloria.

III. Glorioso San Cristoforo, che, per la vostra virtù, per vostri miracoli, e per il martirio tormentosissimo con eroica intrepidezza da voi sofferto, diveniste famoso in tutti i popoli che sperimentarono sempre l'efficacia della vostra intercessione nei bisogni della campagna e nelle desolazioni della pestilenza, deh, da qual raggio di gloria in cui sedete beato, volgete pietoso a noi lo sguardo, e liberateci da ogni pericolo, e preservateci da ogni disgrazia, ma specialmente dal peccato che è l'unico vero male.

Pater, Ave, Gloria.

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ORAZIONE

O Dio Onnipotente, che mirabilmente operasti la conversione del Beato Cristoforo e lo rendesti degno della corona del martirio, concedici propizio, per i suoi meriti, di poter essere sciolti dai lacci del nemico, per poter servire solo Te, ed essere un giorno coronati dal Figliolo Tuo Gesù Cristo, che vive e regna con Te con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. O martire venerando, sii largo a noi miseri dei grati doni di Dio concessi al tuo viso, e così diremo che tu sei il nostro buon protettore.

INNO POPOLARE A SAN CRISTOFORO

Gloria ed inni a Cristoforo forte, Su! Cantiamo con tutto l’affetto, sia nessuno che mostri difetto, acclamando Cristoforo Santo. Con la voce devota e sincera, eleviamo la prece del cuore, celebriamo con molto calore le sue grandi e preclare virtù.

Cristo Signore nostro, Tu, porta alle famiglie, caste siano le figlie, pronte il obbedir. Tu, guida i genitori, modello sia Gesù. Tu, fondi ed accomuna i cuori in un sol cuor. Rit.: Gloria ed inni…

Sia la tua parrocchia, piena di zelo santo, Dio, deh! Lui soltanto regni con la virtù. Dona fortezza ai deboli, salva la gioventù, impetra ai tuoi fedeli premio eterno in ciel. Rit.: Gloria ed inni…

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LE FONTI SULLA VITA DI SAN CRISTOFORO

Il testo più antico dei suoi Atti, in edizione latina, risale al sec. VIII circa e contiene narrazioni intessute di episodi talmente fantastici da spingere qualche critico a dubitare della reale esistenza di questo martire. Ma in un'iscrizione del 452, scoperta ad Haidar-Pacha in Nicomedia, si parla di una basilica dedicata a Cristoforo nella Bitinia. Il Martirologio Geronimiano al 25 luglio pone la festa di Cristoforo in Licia, nella città di Samon, ma sul problema della localizzazione di questa Samon i critici non sono pienamente concordi. Un'altra testimonianza è del 536: tra i firmatari del concilio di Costantinopoli ci fu un certo “Fotino del monastero di S. Cristoforo” non meglio identificato. S. Gregorio Magno, infine, parla di un monastero in onore di questo martire a Taormina in Sicilia. Si tratta di testimonianze sommarie ma per sé sufficienti a dimostrare l'esistenza storica del martire orientale, ucciso, secondo il Geronimiano, nel 250 durante la persecuzione di Decio. Fu comunque l’intenso culto rivolto a san Cristoforo, specialmente in epoca medievale, a determinare il sorgere di una letteratura copiosa e straordinaria (in Italia e in Francia ispirò poemetti e sacre rappresentazioni) caratterizzata da leggende e narrazioni favolose. In tali produzioni letterarie si nota come le leggende orientali differiscano in parte da quelle occidentali. LA TRADIZIONE

Secondo i sinassari, Cristoforo era un guerriero appartenente a una rozza tribù di antropofagi; si chiamava Reprobo (in altri tradizioni è chiamato Adòcino) e nell'aspetto "dalla testa di cane" (come lo definiscono gli Atti) dimostrava vigoria e forza. Il particolare della cinocefalia ha indotto qualche critico moderno a vedere nelle leggende l'influsso di elementi della religione egiziana presi specialmente dal mito del dio Anubis o anche di Ermete ed Eracle. Narra ancora la leggenda che, entrato nell'esercito imperiale, Cristoforo si convertì al Cristianesimo e iniziò con successo fra i suoi commilitoni un'intensa propaganda. Denunciato, fu condotto davanti al giudice che lo sottopose a svariati supplizi. Due donne, Niceta e Aquilina, incaricate di corromperlo, furono da lui convertite e trasformate in apostole (nel Martirologio Romano sono menzionate come martiri al 24 luglio).

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Cristoforo prima fu battuto con verghe, in seguito colpito con frecce, poi gettato nel fuoco e infine decapitato. A rendere celebre Cristoforo in Occidente fu però Jacopo da Varagine (sec. XIII), con la sua Legenda Aurea. Secondo questo testo egli era un giovane gigante che si era proposto di servire il signore più potente. Per questo fu successivamente al servizio di un re, di un imperatore, poi del demonio, dal quale apprese che Cristo era il più forte di tutti: di qui nacque il desiderio della conversione. Da un pio eremita (S. Babila d’Antiochia) fu istruito sui precetti della carità: volendo esercitarsi in tale virtù e prepararsi al battesimo, scelse un'abitazione nelle vicinanze di un fiume con lo scopo di aiutare i pellegrini a passare da una riva all'altra. Una notte fu svegliato da un fanciullo che lo pregò di traghettarlo; il santo se lo caricò sulle spalle ma più s'inoltrava nell'acqua più il peso del fanciullo aumentava e a stento, aiutandosi con un grosso e lungo bastone, riuscì a guadagnare l'altra riva. Qui il bambino si rivelò come Cristo e gli profetizzò il martirio a breve scadenza; inoltre gli disse di piantare a terra il bastone che portava con sé. Così fece Cristoforo e all’improvviso dal bastone germogliò un albero che diede frutti simili a datteri. Dopo aver ricevuto il battesimo, Cristoforo si recò in Licia a predicare e qui subì il martirio. Durante l’esecuzione 40 tiratori scagliarono le loro frecce ma queste rimasero sospese a mezz’aria e poi tornarono verso i tiratori; una freccia colpì l’occhio del re pagano che aveva condannato Cristoforo e che era presente all’esecuzione. Cristoforo suggerì allora al re di porre sull'occhio ferito alcune gocce del suo sangue perché lo avrebbero guarito. L'ingrato re lo fece decapitare e, grazie al sangue di Cristoforo, guarì. In seguito a questo miracolo il re si convertì al cristianesimo e lo fece onorare come santo. Come questa leggenda sia sorta è ancora oggi un problema insoluto. Si sono formulate alcune ipotesi: chi ritiene che il nome Cristoforo (= portatore di Cristo, dal greco) abbia potuto suggerire la leggenda; chi suppone che l'iconografia (Cristoforo con Gesù sulle spalle) sia anteriore alla narrazione di Jacopo da Varagine, per cui la rappresentazione iconografica avrebbe ispirato il motivo leggendario.

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IL CULTO

La festa di Cristoforo in Occidente è celebrata il 25 luglio (il 27 luglio per l’ordinariato militare), in Oriente il 9 maggio. Non essendo certa la data di morte del santo, il nome di san Cristoforo è stato però eliminato dal nuovo calendario della Chiesa. In ogni caso il culto verso questo santo non è diminuito nei tempi recenti, sebbene abbia subito ovviamente degli adattamenti. Cristoforo fu infatti uno dei santi più venerati nel Medioevo: chiese e monasteri si costruirono in suo onore sia in Oriente sia in Occidente; particolarmente in Austria, in Dalmazia e in Spagna il suo culto fu diffusissimo. Nella Spagna, poi, si venerano molte sue reliquie. Cristoforo godeva speciale venerazione presso i pellegrini e proprio per questo sorsero in suo onore istituzioni e congregazioni aventi lo scopo di aiutare i viaggiatori che dovevano superare difficoltà naturali di vario genere. Fu uno dei quattordici “santi ausiliatori”, cioè uno di quei santi invocati in occasione di gravi calamità naturali, malattie e incidenti: gli altri sono Acacio, Barbara, Biagio, Caterina, Ciriaco, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone, Vito. Questa devozione sorse nel sec. XII e si sviluppò nel sec. XIV: allora il patrocinio di Cristoforo era specialmente invocato contro la peste. La sua immagine, davanti alle chiese o sulle porte delle città, si credeva allontanasse le disgrazie e chiunque avesse posato gli occhi su di essa avrebbe avuto protezione per quel giorno. Se nel Medioevo Cristoforo era venerato soprattutto come protettore dei viandanti e dei pellegrini prima di intraprendere itinerari difficili e pericolosi, oggi il santo è divenuto anche il protettore degli automobilisti e degli autisti (e quindi ferrovieri, tranvieri, barcaioli) che lo invocano contro gli incidenti e le disgrazie stradali. Varie altre categorie si affidano alla sua tutela: i portalettere, gli atleti, i facchini, gli scaricatori e, in genere, coloro che esercitano un lavoro pesante ed esposto a vari rischi. La leggenda del bastone fiorito, dopo il trasporto di Gesù, ha contribuito a dichiararlo protettore dei fruttivendoli e dei giardinieri. Nell’iconografia viene rappresentato come un uomo dalle dimensioni gigantesche, a volte con la pelle scura, nei pressi di un fiume o di un lago; sulle spalle porta un bambino; si appoggia ad un bastone o porta con sé una palma che è anche il suo emblema.

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PREGHIERA DELL'AUTISTA

O Signore, accompagnami nel viaggio. Donami il perfetto controllo della macchina perché, moderando la velocità, non sia di pericolo agli altri e possa tornare sano e salvo presso i miei cari. Amen.

PREGHIERA DELL'AUTOMOBILISTA

Signore! concedimi una mano ferma e un occhio vigilante, affinché non ferisca alcuno quando passo. Tu hai dato la vita ed io ti chiedo che nessuna delle mie azioni sia contro questo dono che viene da te. Insegnami a usare la mia automobile per i bisogni degli altri, a non disprezzare, per amore della velocità le bellezze del mondo che Tu hai creato, affinché possa con gioia e cortesia continuare la mia strada. Cosi sia!

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LA STORIA DI SAN CRISTOFORO NARRATA AI BAMBINI

Chi è il re più potente del mondo?1 Cristoforo era un gigante con una forza spaventosa e un aspetto terribile. Il re del suo paese lo aveva ingaggiato come guardia del corpo, perché a nessuno veniva in mente di attaccar briga con quel gigante che poteva abbattere una grossa quercia con un solo colpo di spada. Ma, un giorno, Cristoforo, si annoiò di proteggere il suo re, che era un gran fifone, e decise di andare a cercare il re più potente del mondo e mettersi al suo servizio. Dopotutto se lo meritava: nessuno era amabile e valoroso come lui. Dopo un lungo pellegrinare, giunse alla corte di un re che raccontava a tutti di essere invincibile. Quando questo re vide il gigantesco Cristoforo, ben volentieri lo prese al proprio servizio e gli consentì di abitare nel proprio castello. Un giorno, un giullare cantava ai piedi del re una canzone in cui veniva spesso ricordato il nome del diavolo. Il re, che era cristiano, ogni volta che sentiva nominare il diavolo, si faceva il segno della croce. Cristoforo se ne meravigliò molto e domandò al re il significato di quel segno. Il re si rifiutò di rispondere, ma Cristoforo disse: «Se non me lo dici, me ne vado!». E il re: «Quando odo il nome del diavolo, cerco sempre protezione in questo segno, perché ho una gran paura del suo malefico potere e non vorrei cadere sotto le sue grinfie». Cristoforo lo guardò deluso, e poi dichiarò: «Se hai tanta paura deel diavolo, vuol dire che il diavolo è più potente di te. Perciò me ne vado davvero, perché ti avevo ben detto che voglio servire il re più potente del mondo. Addio, re. Me ne vado a cercare il diavolo per mettermi al suo servizio».

1 Cfr. Bruno Ferrero, Storie di Natale d’Avvento e d’Epifania, pagine 191-196, edizione LDC, Leumann Torino, Febbraio 2007.

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Un orribile omaccione

Cristoforo lasciò la corte e si mise in cerca del diavolo. Arrivò in un luogo aspro e deserto, dove era accampata una schiera di terribili soldati. Le sentinelle lo fermarono e lo portarono dal loro capo. Questi aveva un volto peloso e crudele, con gli occhi che sprizzavano scintille di cattiveria. «Dove vai?», ringhiò con una voce che metteva la pelle d’oca. «Vado a cercare il diavolo perché voglio mettermi al suo servizio» rispose Cristoforo. L’orribile omaccione sghignazzò, poi disse: «Sono io quello che cerchi». Cristoforo, contento di aver trovato il sovrano più potente del mondo, promise di servirlo per sempre. Ma un giorno, mentre Cristoforo e il diavolo camminavano insieme per una strada, si imbatterono in una croce. Il diavolo divenne paonazzo, cominciò a emettere degli strani grugniti, e poi si mise a fuggire di gran carriera sollevando nuvolette di polvere. Quel che è peggio, costrinse Cristoforo a seguirlo per un sentiero impervio e scomodo, solo per non dover passare davanti alla croce. Quella sera, Cristoforo, ancora sbalordito, chiese al diavolo il perché di quella fuga improvvisa che li aveva costretti ad abbandonare una strada agevole per seguire un brutto sentiero. Il diavolo si rifiutò di rispondere, ma Cristoforo disse: «Se non me lo dirai me ne andrò». Suo malgrado, allora, il diavolo spiegò: «Un uomo chiamato Gesù fu un giorno inchiodato sulla croce. Così tutte le volte che vedo il segno della croce sono costretto a fuggire spaventato». E Cristoforo: «Questo Gesù allora è molto più potente di te, se ti fa tanta paura solo un segno che lo ricorda. E io mi accorgo di non avere ancora trovato il re più potente del mondo. Tu mi avevi mentito. Addio, diavolo. Vado a cercare Gesù».

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Una capanna in riva al fiume

Cristoforo però dovette girare a lungo prima di incontrare qualcuno che potesse indicargli dove trovare Gesù. Finalmente si imbatté in un eremita che gli raccontò la storia di Gesù Cristo, gli fece leggere il Vangelo e gli insegnò le verità della fede. Cristoforo ascoltò tutto con molta attenzione, chiese il Battesimo e promise di servire Gesù fedelmente con tutte le sue forze. «Il re che desideri servire, deve essere onorato con frequenti digiuni» aggiunse l’eremita. «Mi chieda qualsiasi altro servizio, perché in questo non posso servirlo» rispose con franchezza Cristoforo. «Dovrai anche pregare a lungo» continuò l’eremita. «Neppure in questo posso servirlo» disse sinceramente Cristoforo. E l’eremita proseguì: «Vedi quel fiume laggiù in cui molti periscono miseramente quando cercano di attraversarlo?». «Si». «Allora, dal momento che sei così alto e forte, và sulla riva di quel fiume e aiuta i passeggeri ad attraversarlo. Gesù lo considererà certamente un valido servizio e, buono e generoso com’è, può anche darsi che te lo venga a dire». «Questo è un servizio che posso rendergli» disse questa volta Cristoforo. Si recò sulle rive del fiume, che scorreva impetuoso e violento, tagliando in due la pianura, e si costruì una capanna. Con il tronco di un giovane albero si fece un robusto bastone, per camminare meglio nell’acqua, e cominciò a trasportare da una sponda all’altra tutti i viandanti che volevano guardare il fiume. Chi voleva attraversare dava una voce al buon gigante, che si caricava il viandante sulle spalle e poi sfidava la corrente del fiume per portarlo dall’altra parte. Cristoforo adempiva al suo compito con assoluta fedeltà, per servire il suo nuovo re, anche se non lo conosceva ancora.

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Un bambino pesante come il piombo

Passarono così alcuni mesi. Un giorno, mentre si riposava nella sua capanna, Cristoforo udì una voce di bambino che lo chiamava. «Cristoforo, vieni fuori e portami al di là del fiume». Cristoforo uscì fuori, ma non trovò nessuno. Scrollò le spalle e tornò nella capanna. Ma, appena dentro, udì di nuovo la medesima vocina che lo chiamava. Di nuovo corse fuori e non trovò nessuno. Rientrò nella capanna, ed ecco, per la terza volta, una voce di bambino lo chiamò. Per la terza volta corse fuori e questa volta trovò un bambino sulla riva del fiume. Con molto garbo, il bambino chiese a Cristoforo di essere trasportato sull’altra riva. «Scricciolo, sei talmente piccolo che non ti vedevo neppure! Avevo proprio bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe» disse Cristoforo bonariamente. Con una mano sola si mise il bambino in spalla ed entrò nel fiume appoggiandosi al bastone. Ma ecco che l’acqua cominciò a gonfiare e il bambino a pesare come piombo. Cristoforo era dotato di una forza eccezionale, ma ora, quanto più si inoltrava nel fiume, tanto più la corrente diventava minacciosa e il peso del bambino lo schiacciava, piegandogli le ginocchia. Più volte fu sul punto di soccombere. Quella traversata gli sembrò interminabile e gli costò uno sforzo tremendo. Arrancando arrivò sull’altra sponda, depose a terra il bambino e crollò in ginocchio sull’erba, stremato. «Bambino», ansimò il gigante, «mi hai messo in gran pericolo: il tuo peso era tanto grande che mi pareva di portare sulle spalle il mondo intero». Il bambino lo fissò sorridendo. «Non ti meravigliare, Cristoforo» rispose. «Hai portato sulle spalle non solo il mondo intero, ma anche Colui che l’ha creato: io sono Gesù, il re che hai promesso di servire. E perché tu sappia che quanto ti dico è vero, quando avrai di nuovo attraversato il fiume, pianta il tuo bastone vicino alla capanna e domattina lo troverai fiorito e carico di frutti». Detto questo, il bambino scomparve. Cristoforo obbedì. Tornato alla capanna, piantò in terra il bastone e la mattina dopo lo trovò carico di foglie e frutti.

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SSSSSSSSAAAAAAAANNNNNNNNTTTTTTTT’’’’’’’’AAAAAAAAGGGGGGGGAAAAAAAATTTTTTTTAAAAAAAA vvvvvvvveeeeeeeerrrrrrrrggggggggiiiiiiiinnnnnnnneeeeeeee eeeeeeee mmmmmmmmaaaaaaaarrrrrrrrttttttttiiiiiiiirrrrrrrreeeeeeee SSOOLLEENNNNIITTÀÀ PATRONA DELLA CITTÀ E DELL’ARCIDIOCESI DI CATANIA, 5 FEBBRAIO COLORE LITURGICO ROSSO ��� Agata, di nobile e ricca famiglia, viveva a Catania agli inizi del III secolo; le sue ricchezze e la sua straordinaria bellezza giovanile attirarono l’attenzione del console Quinziano che la chiese in sposa. Ma Agata aveva già promesso il suo amore ad un altro sposo, Cristo. Il console non si perse d’animo e ricorse alle arti ammaliatrici di una rinomata mezzana, dal nome significativo di Afrodisia. La donna diede fondo a tutti i suoi artifizi perché Agata s’invaghisse del pretendente. Ma dopo un mese Afrodisia dovette arrendersi alla fede e alla purezza di quella fanciulla. Quinziano però non si dette per vinto. Dall’amore passò all’odio e cercò di intimorire la ragazza prima con minacce che non sortirono alcun esito positivo, poi la consegnò ai carnefici: Agata ne ricevette crudeli e atroci sevizie. Il console s’accanì a far torturare la fanciulla, facendone strappare i seni. È qui che Agata rimprovera il torturatore e proclama la celebre esclamazione: «Crudele tiranno, non ti vergogni di torturare in una donna quello stesso seno dal quale da bambino hai succhiato la vita?». Infine fu distesa sui carboni ardenti e bruciata viva. Riportata in carcere, fu curata e guarita da San Pietro che le apparve durante la notte; dopo rese la sua anima al Padre: era il 5 febbraio del 251. Sant’Agata è invocata come protettrice contro la violenza della lava dell’Etna, il vulcano che più volte è stato fermato in maniera prodigiosa dal velo miracoloso che avvolgeva la vergine consacrata a Cristo. Il corpo di Sant’Agata, prima conservato nella tomba di pietra situata nella chiesa Sant’Agata la Vetere, nel 1040 fu trafugato da Giorgio di Maniace e portato a Costantinopoli. Da lì, il 17 agosto del 1126, dopo 86 anni di assenza, due soldati, Gisliberto e Goselmo, le riportarono a Catania. Il busto reliquiario in argento, opera del sienese Giovanni Di Bartolo (1372) contiene il teschio e alcuni ossicini del corpo di Sant’Agata; invece gli arti inferiori, le braccia e una mammella, insieme al prodigioso velo sono conservati nello scrigno che ogni anno il 4,5 e 12 febbraio e il 17 agosto vengono portati in processione. La festa di Sant’Agata, che ogni anno (particolarmente dal 3 al 5 di febbraio) si svolge nelle chiese e per le vie della città di Catania, è un vero tripudio di popolo che con tanta fede segue le reliquie di Sant’Agata sul fercolo e le candelore (cerei votivi delle varie maestranze), osannando la propria “Santuzza”.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 37

RITI DI INTRODUZIONE

CANTO D'INGRESSO oppure ANTIFONA D’INGRESSO Il Signore riempia di gaudio noi che oggi festeggiamo la beata Agata vergine e martire; della sua gloriosa passione godono gli angeli e lodano con noi il Figlio di Dio.

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il popolo risponde: Amen.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Segue l’atto penitenziale. Il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste parole o con altre simili.

Fratelli e sorelle, qui convenuti per celebrare con gioia la nascita la cielo della beata Agata, vergine e martire, disponiamoci in atteggiamento umile e devoto, all’ascolto della Parola e alla celebrazione dei Santi Misteri. Riconosciamo di essere peccatori e invochiamo con fiducia la misericordia del Padre.

Si fa una breve pausa di silenzio. Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni,

e battendosi il petto dicono:

per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

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ARCIDIOCESI DI CATANIA – PARROCCHIA SAN CRISTOFORO ALLE SCIARE Pagina 38 VIA PLEBISCITO, 353 – 95121 CATANIA

Assoluzione del sacerdote:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Il popolo risponde: Amen.

℣. Signore, pietà. oppure: ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison. ℣. Cristo, pietà. ℣. Christe, eléison. ℞. Cristo, pietà. ℞. Christe, eléison. ℣. Signore, pietà. ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison.

Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 39

Terminato l’inno, il sacerdote, a mani giunte, dice: Preghiamo.

ORAZIONE COLLETTA

O Padre, che tra i segni della tua onnipotenza concedi alla debolezza umana la vittoria del martirio; nella solennità della beata Agata, vergine e martire, donaci sul suo esempio, di perseverare fedelmente nel nostro cammino verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

LITURGIA DELLA PAROLA

PRIMA LETTURA Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi.

Dal secondo libro dei Maccabèi 7, 1-2.3-14

In quei giorni ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi». Il secondo poi, giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna». Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani e disse dignitosamente: «Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo»; così lo stesso re ed i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita».

Parola di Dio.

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SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 30 ℞. Alle tue mani, Signore, affido la mia vita. In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Porgi a me l’orecchio, vieni presto a liberarmi. ℞. Sii per me la rupe che mi accoglie, la cinta di riparo che mi salva. Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi. ℞.

Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. Esulterò di gioia per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria. ℞. Liberami dalla mano dei miei nemici, dalla stretta dei miei persecutori: fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. ℞.

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SECONDA LETTURA

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corìnzi Moribondi, ed ecco viviamo. 6,4-10

Fratelli, in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra ed a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Cfr. Mt. 10,33.

℞. Alleluia, alleluia.

Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, dice il Signore, anche io lo riconoscerò davanti al Padre mio.

℞. Alleluia.

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VANGELO Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo!

Dal vangelo secondo Matteo 10,28-33.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anche io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

OMELIA Il sacerdote spiega la parola di Dio appena letta. Dopo l'omelia è opportuno un breve silenzio.

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CREDO

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,

Alle parole: e per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo, tutti si inchinano.

e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

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PREGHIERA DEI FEDELI

Fratelli e sorelle carissimi, celebrando in letizia la solennità della beata Agata, vergine e martire, eleviamo la nostra ardente supplica a Dio, fonte di ogni santità, che per Cristo suo Figlio e nel suo Spirito ci ha benedetti con ogni benedizione. Preghiamo insieme e diciamo: ℞. Santifica il tuo popolo, Signore.

• Per la Chiesa, corpo del suo Cristo, perché lo Spirito Santo la arricchisca di doni e in essa tutti riconduca a cura reciproca e vicendevole amore, preghiamo. ℞.

• Per coloro che nella nostra Chiesa testimoniano ed annunciano la Parola, per quelli che servono all’altare, per quanti esercitano autorità, perché rispondano generosamente alla gratuità del dono ricevuto, preghiamo. ℞.

• Per la nostra città, perché sappiamo rinnegare il male che la deturpa, impegnarci in opere che la migliorino e rinnovarci secondo i suoi progetti di vita, preghiamo. ℞.

• Perché il rischio della fede vissuto in Sant’Agata, in piena libertà e coraggio, ci spinga a delle scelte coraggiose che cambino radicalmente la nostra vita, preghiamo. ℞.

• Per noi qui raccolti a fare Eucarestia nel gaudio che oggi il suo Spirito ci dona, perché con tutti i santi ci troviamo nella gioia dell’assemblea, preghiamo. ℞.

Padre Santo, che dai alla tua Chiesa la pienezza di ogni dono e nel tuo Spirito la conduci a perfetta santità, concedici, per intercessione della beata Agata, vergine e martire, di vivere secondo il beneplacito del tuo volere a lode della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

℞. Amen.

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LITURGIA EUCARISTICA

Si esegue il canto di offertorio, mentre i fedeli presentano il pane ed il vino. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore. Il diacono, o il sacerdote, versa nel calice il vino, con un po’ d’acqua, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore. Il sacerdote, inchinandosi, dice sottovoce: Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te. Il sacerdote, a lato dell’altare, si lava le mani dicendo sottovoce: Lavami, Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato. Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

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Il popolo risponde: Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. ORAZIONE SULLE OFFERTE Accetta, Padre Santo, i doni che ti presentiamo nella solennità della beata Agata, vergine e martire, e per sua intercessione liberaci da ogni male. Per Cristo nostro Signore.

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PREFAZIO

℣. Il Signore sia con voi ℞. E con il tuo spirito.

℣. In alto i nostri cuori. ℞. Sono rivolti al Signore.

℣. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. ℞. É cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno.

Ai fedeli che hanno testimoniato con il sangue la fede in Cristo, tuo Figlio, prepari, o Padre, una eterna corona di gloria.

E noi, nella solennità della beata Agata, vergine e martire, insieme all’esempio del suo spirito vittorioso sulle torture e le minacce di morte, celebriamo la potenza divina che infondi a chi della propria vita, con libera e invitta volontà, ha fatto per te, un puro olocausto di incorruttibile amore. Per questo dono di grazia, uniti agli angeli ed ai Santi, proclamiamo l’inno della tua lode: SANTO

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

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PREGHIERA EUCARISTICA II

Il sacerdote con le braccia allargate, dice:

CP Padre veramente santo, fonte di ogni santità,

congiunge le mani, e tenendole stese sulle offerte, dice:

CC santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

perché diventino per noi il corpo e � il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

Congiunge le mani.

Egli, offrendosi liberamente alla sua passione,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il pane e rese grazie, lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Presenta al popolo l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

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Poi continua:

Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice

CP Mistero della fede.

Il popolo acclama dicendo:

Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Poi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

CC Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

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1C Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: ___________________________________________________________________________

�DOMENICA Si può dire in tutte le domeniche ad esclusione di quando c’è un ricordo proprio

† e qui convocata nel giorno in cui il Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale: ___________________________________________________________________________

rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l'ordine sacerdotale. 2C Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.

Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli, Sant’Agata vergine e martire e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: congiunge le mani e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.

CP Per Cristo, con Cristo e in Cristo, o a te, Dio, Padre onnipotente, CC nell'unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.

Il popolo acclama: Amen.

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RITI DI COMUNIONE

Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire:

Con le braccia allargate, dice insieme al popolo:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Solo il sacerdote con le braccia allargate, continua:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l'aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

Congiunge le mani. Il popolo conclude la preghiera con l’acclamazione:

Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

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Il sacerdote, con le braccia allargate, dice ad alta voce:

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unita e pace secondo la tua volontà.

Congiunge le mani.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Il popolo risponde: Amen.

Il sacerdote, allargando e ricongiungendo le mani, dice:

La pace del Signore sia sempre con voi.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Il diacono o il sacerdote aggiunge:

Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

E tutti si scambiano vicendevolmente un segno di pace. Il sacerdote prende l’ostia e la spezza sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:

Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

Intanto si canta o si dice:

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

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MESSALE E LEZIONARIO PROPRIO DELLE MESSE DI SAN CRISTOFORO, SANT’AGATA E SANTA ROSALIA Pagina 53

Il sacerdote, con le mani giunte, dice sottovoce:

La Comunione del Tuo Corpo ed il Tuo Sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia, sia rimedio di difesa dell’anima e del corpo.

Genuflette, prende l’ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena, rivolto al popolo dice ad alta voce:

Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

Assieme all’assemblea, il sacerdote dice:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato.

Il sacerdote, rivolto all’altare, dice sottovoce:

Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

E con riverenza si comunica al Corpo di Cristo. Poi prende il calice e dice sottovoce:

Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna. ANTIFONA ALLA COMUNIONE Chi perde la propria vita per me la salverà dice il Signore. Prende poi la patena o la pisside e si porta verso i comunicandi. Nel presentare a ognuno l’ostia, la tiene alquanto sollevata e dice:

Il Corpo di Cristo.

Il comunicando risponde:

Amen.

E riceve la comunione.

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Il sacerdote, dalla sede o dall’altare dice:

Preghiamo.

E tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento. Po il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

Ci sorreggano, o Signore, i sacramenti che abbiamo ricevuto, e per l’intercessione della beata Agata, vergine e martire, lo Spirito Santo ci fortifichi nella professione del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

RITI DI CONCLUSIONE

BENEDIZIONE SOLENNE

Il sacerdote con le braccia allargate, rivolto verso il popolo, dice:

Il Signore sia con voi.

Il popolo acclama:

E con il tuo spirito.

Il diacono rivolto al popolo dice:

Inchinate il capo per la benedizione

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Il sacerdote con entrambe le braccia distese, dice:

Dio nostro Padre, che ci ha riuniti per celebrare oggi la solennità di Sant’Agata, vergine e martire, patrona della città e della Arcidiocesi di Catania vi benedica e vi protegga, e vi confermi nella sua pace.

℞. Amen

Cristo Signore, che ha manifestato in Sant’Agata, vergine e martire la forza rinnovatrice della Pasqua, vi renda autentici testimoni del suo Vangelo.

℞. Amen

Lo Spirito Santo, che in Sant’Agata, vergine e martire ci ha offerto un segno di solidarietà fraterna, vi renda capaci di attuare una vera comunione di fede e di amore nella sua Chiesa.

℞. Amen

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio � e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

Il diacono rivolto al popolo dice:

Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.

Il popolo acclama:

Rendiamo grazie a Dio!

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ORAZIONE DEI CATANESI A SANT’AGATA

O gloriosa vergine e martire sant’Agata, tu che, sin dalla prima età consacrasti a Dio la mente e il cuore; tu che imitasti Gesù, l’Agnello immacolato, nella purezza della vita, nell’esercizio delle più eroiche virtù, nella lotta gloriosa del martirio, intercedi per noi, ed ottienici di rassomigliarti. La fede in Dio sia così profonda da illuminare la nostra mente e dirigere in bene tutta la nostra vita. Donaci il coraggio di testimoniare sempre il nostro cristianesimo con coerenza e senza paura. Accendi in noi un santo zelo ed una sincera carità per essere apostoli del Signore in mezzo ai nostri fratelli. Così per tua intercessione, o Agata buona, possiamo raggiungere quel fine per cui il buon Dio ci creò e ci redense: la beata comunione nel suo Regno. Per Cristo nostro Signore. Amen. Oh eroina del cielo, Agata bella, deh, splendi al mio morir propizia stella. Sant’Agata, prega per noi.

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INNO A SANT'AGATA Inneggiamo alla martire invitta rifulgente di luce divina inneggiamo alla grande eroina presso l’ara cosparsa di fior. Anelante di palpiti sacri si diffonda la gioia nel cielo ed all’ombra del mistico velo sorga l’inno festoso dei cuor Tu che splendi in paradiso coronata di vittoria, o sant’Agata, la gloria per noi prega di lassù.!! (2 volte). Esultante nei duri tormenti luminosa nel carcere oscuro ella affronta con animo puro le minacce di un uomo crudel. Non ascolta le vane lusinghe le promesse d’un sogno radioso vince il fuoco e del cielo armonioso l’innamora l’eterno splendor. Tu che splendi in paradiso coronata di vittoria, o sant’Agata, la gloria per noi prega di lassù.!! (2 volte).

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Sant'Agata vergine e martire, Tela di Francesco Guarini

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SSSSSSSSAAAAAAAANNNNNNNNTTTTTTTTAAAAAAAA RRRRRRRROOOOOOOOSSSSSSSSAAAAAAAALLLLLLLLIIIIIIIIAAAAAAAA vvvvvvvveeeeeeeerrrrrrrrggggggggiiiiiiiinnnnnnnneeeeeeee FFEESSTTAA COMPATRONA DELLA PARROCCHIA E TITOLARE DELLA OMONIMA CAPPELLA/CRIPTA PARROCCHIALE 4 SETTEMBRE COLORE LITURGICO BIANCO ��� Rosalia, nata a Palermo, era stata alla corte della regina Margherita, moglie di re Guglielmo I. Avuto in dono il monte Pellegrino, ivi si ritirò, a fare vita penitente, in una spelonca dove fu sepolta dopo la morte. Il suo corpo fu ritrovato il 15 luglio del 1624.

RITI DI INTRODUZIONE

CANTO D'INGRESSO oppure ANTIFONA D’INGRESSO Al re piacerà la tua bellezza: è il tuo Signore: prostrati a lui. Sal. 44,12 Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il popolo risponde: Amen. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

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Segue l’atto penitenziale. Il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste parole o con altre simili.

Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. Si fa una breve pausa di silenzio. Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, e battendosi il petto dicono: per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Assoluzione del sacerdote:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Il popolo risponde: Amen. ℣. Signore, pietà. oppure: ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison. ℣. Cristo, pietà. ℣. Christe, eléison. ℞. Cristo, pietà. ℞. Christe, eléison. ℣. Signore, pietà. ℣. Kýrie, eléison. ℞. Signore, pietà. ℞. Kýrie, eléison.

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Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. Terminato l’inno, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Preghiamo. ORAZIONE COLLETTA

O Dio, che hai chiamato la beata vergine Rosalia a mistiche nozze con il Figlio tuo, concedi alla Chiesa il dono dello Spirito che la prepari al suo Sposo. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

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LITURGIA DELLA PAROLA PRIMA LETTURA Il mio diletto, ecco viene, saltando per i monti.

Dal Cantico dei Cantici 2,8-14 Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». Parola di Dio.

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SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 62 ℞. Di te, mio Dio, ha sete l’anima mia. O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, come terra deserta, arida, senz'acqua. ℞. Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finchè io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. ℞. Se penso a te nelle veglie notturne, esulto di gioia all'ombra delle tue ali. A te si stringe l'anima mia, la forza della tua destra mi sostiene. ℞.

SECONDA LETTURA Promessi ad un unico sposo per essere presentati a Cristo, come vergine casta.

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corìnzi 10,17-11,2 Fratelli, chi si vanta, si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda. Oh se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Parola di Dio.

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CANTO AL VANGELO Cfr. Mt. 25,1

℞. Alleluia, alleluia.

Il regno dei cieli è simile alle vergini che uscirono incontro allo sposo con le lampade.

℞. Alleluia. VANGELO Le vergini sagge presero anche dell’olio in piccoli vasi.

Dal vangelo secondo Matteo 25,1-13

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano, per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, Signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: Non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno ne l’ora».

Parola del Signore.

OMELIA Il sacerdote spiega la parola di Dio appena letta. Dopo l'omelia è opportuno un breve silenzio.

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PREGHIERA DEI FEDELI

Fratelli e sorelle carissimi, celebrando in letizia la festa di Santa Rosalia, vergine, eleviamo la nostra ardente supplica a Dio, fonte di ogni santità, che per Cristo suo Figlio e nel suo Spirito ci ha benedetti con ogni benedizione. Preghiamo insieme e diciamo: ℞. Santifica il tuo popolo, Signore.

• Per la Chiesa, corpo del suo Cristo, perché lo Spirito Santo la arricchisca di doni e in essa tutti riconduca a cura reciproca e vicendevole amore, preghiamo. ℞.

• Per coloro che nella nostra Chiesa testimoniano ed annunciano la Parola, per quelli che servono all’altare, per quanti esercitano autorità, perché rispondano generosamente alla gratuità del dono ricevuto, preghiamo. ℞.

• Per il nostro quartiere di San Cristoforo, perché sappiamo rinnegare il male che la deturpa, impegnarci in opere che la migliorino e rinnovarci secondo i suoi progetti di vita, preghiamo. ℞.

• Per quanti sono nell’angoscia e nell’emarginazione, nella solitudine, nell’abbandono, nella malattia, nella miseria, per quanti soffrono nel corpo e nello spirito, perché si adempia in tutti la beatitudine promessa, preghiamo. ℞.

• Per noi qui raccolti a fare Eucarestia nel gaudio che oggi il suo Spirito ci dona, perché con tutti i santi ci troviamo nella gioia dell’assemblea, preghiamo. ℞.

Padre Santo, che dai alla tua Chiesa la pienezza di ogni dono e nel tuo Spirito la conduci a perfetta santità, concedici, per intercessione di Santa Rosalia, vergine, di vivere secondo il beneplacito del tuo volere a lode della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

℞. Amen.

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LITURGIA EUCARISTICA

Si esegue il canto di offertorio, mentre i fedeli presentano il pane ed il vino. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna.

Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore.

Il diacono, o il sacerdote, versa nel calice il vino, con un po’ d’acqua, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione, con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza.

Al termine il popolo può acclamare: Benedetto nei secoli il Signore.

Il sacerdote, inchinandosi, dice sottovoce: Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te.

Il sacerdote, a lato dell’altare, si lava le mani dicendo sottovoce: Lavami, Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato.

Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

Il popolo risponde: Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

O Dio, mirabile nei tuoi Santi, accogli i doni che ti presentiamo nella solennità della beata Rosalia vergine, e come ti fu gradita la sua testimonianza verginale, ti sia bene accetta l'offerta del nostro sacrificio. Per Cristo nostro Signore.

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PREFAZIO

℣. Il Signore sia con voi ℞. E con il tuo spirito.

℣. In alto i nostri cuori. ℞. Sono rivolti al Signore.

℣. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. ℞. É cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno:

Tu hai colmato dell'amore del tuo Figlio e riempito del dono del tuo Spirito la beata vergine Rosalia.

Ella visse la solitudine dell'eremo in unione con il suo signore rifulgendo come esempio ai suoi fratelli, povera di spirito, purissima di cuore.

Insieme a Cristo gioiosa offrì se stessa per giungere alla cena dell'Agnello quale sposa pronta per il suo Sposo.

A te inneggiano i cieli, gli Angeli e i Santi in esultanza. Al loro canto concedi che si uniscano le nostre voci nell' inno di lode: SANTO

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

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PREGHIERA EUCARISTICA II

Il sacerdote con le braccia allargate, dice:

CP Padre veramente santo, fonte di ogni santità,

congiunge le mani, e tenendole stese sulle offerte, dice:

CC santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

perché diventino per noi il corpo e � il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

Congiunge le mani.

Egli, offrendosi liberamente alla sua passione,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il pane e rese grazie, lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO É IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Presenta al popolo l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

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Poi continua:

Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice

CP Mistero della fede.

Il popolo acclama dicendo:

Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Poi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

CC Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

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1C Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l'ordine sacerdotale. 2C Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.

Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli, Santa Rosalia vergine e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi:

congiunge le mani

e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.

CP Per Cristo, con Cristo e in Cristo, o a te, Dio, Padre onnipotente, CC nell'unita dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.

Il popolo acclama:

Amen.

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RITI DI COMUNIONE

Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire:

Con le braccia allargate, dice insieme al popolo:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Solo il sacerdote con le braccia allargate, continua:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l'aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

Congiunge le mani. Il popolo conclude la preghiera con l’acclamazione:

Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

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Il sacerdote, con le braccia allargate, dice ad alta voce:

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unita e pace secondo la tua volontà.

Congiunge le mani.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Il popolo risponde: Amen.

Il sacerdote, allargando e ricongiungendo le mani, dice:

La pace del Signore sia sempre con voi.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Il diacono o il sacerdote aggiunge:

Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

E tutti si scambiano vicendevolmente un segno di pace. Il sacerdote prende l’ostia e la spezza sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:

Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

Intanto si canta o si dice:

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

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Il sacerdote, con le mani giunte, dice sottovoce:

La Comunione del Tuo Corpo ed il Tuo Sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia, sia rimedio di difesa dell’anima e del corpo.

Genuflette, prende l’ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena, rivolto al popolo dice ad alta voce:

Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

Assieme all’assemblea, il sacerdote dice:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato.

Il sacerdote, rivolto all’altare, dice sottovoce:

Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

E con riverenza si comunica al Corpo di Cristo. Poi prende il calice e dice sottovoce:

Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna. ANTIFONA ALLA COMUNIONE Ecco lo sposo, andategli incontro, alleluia. Mt. 25,6

Prende poi la patena o la pisside e si porta verso i comunicandi. Nel presentare a ognuno l’ostia, la tiene alquanto sollevata e dice:

Il Corpo di Cristo.

Il comunicando risponde:

Amen.

E riceve la comunione.

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Il sacerdote, dalla sede o dall’altare dice:

Preghiamo.

E tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento. Po il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

Signore nostro Dio, il mistero a cui ci hai fatto partecipare nella solennità della beata Rosalia, alimenti la lampada della nostra fede e ci conservi vigilanti nell'attesa del tuo Figlio per giungere all'eterno convito nuziale. Per Cristo nostro Signore.

RITI DI CONCLUSIONE

BENEDIZIONE SOLENNE

Il sacerdote con le braccia allargate, rivolto verso il popolo, dice: Il Signore sia con voi.

Il popolo acclama: E con il tuo spirito.

Il diacono rivolto al popolo dice: Inchinate il capo per la benedizione

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Il sacerdote con entrambe le braccia distese, dice:

Dio nostro Padre, che ci ha riuniti per celebrare oggi la festa di Santa Rosalia vergine, compatrona della nostra comunità parrocchiale vi benedica e vi protegga, e vi confermi nella sua pace.

℞. Amen

Cristo Signore, che ha manifestato in Santa Rosalia vergine la forza rinnovatrice della Pasqua, vi renda autentici testimoni del suo Vangelo.

℞. Amen

Lo Spirito Santo, che in Santa Rosalia vergine ci ha offerto un segno di solidarietà fraterna, vi renda capaci di attuare una vera comunione di fede e di amore nella sua Chiesa.

℞. Amen

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio � e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

Il diacono rivolto al popolo dice:

Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.

Il popolo acclama:

Rendiamo grazie a Dio!

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INNO POPOLARE A SANTA ROSALIA

Santa cui diedero bel nome i fiori: o dolce vergine stirpe di re;

tu, puro anelito dei nostri cuori, sei faro vigile di nostra fé.

℞. O Rosa fulgida che in ciel s'indìa o giglio candido, caro al Signor,

fiore freschissimo o Rosalia: accogli i palpiti del nostro amor!

Caverna gelida t'accolse orante e tutta dedita al tuo Signor:

fra tanti ostacoli ci sia costante il tuo presidio e il tuo favor.

℞. O Rosa fulgida…

Tu che sui culmini del Pellegrino levavi all'aure il tuo fervor,

fa' che in ogni anima l'amor divino avvampi fervido, spenga il rancor.

℞. O Rosa fulgida…

Tu che sollecita della tua terra, peste malèfica fugasti un dì,

sempre difendici da fame e guerra, d'ogni contagio che ci colpì.

℞. O Rosa fulgida…

Tu che con l'anima in Dio rapita, sorella agli angeli fosti quaggiù:

fa' che, imitandoti in questa vita, giungiamo in patria, presso Gesù.

℞. O Rosa fulgida…

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PREGHIERA A SANTA ROSALIA O Protettrice ammirabile e vergine Rosalia, che, per viva fede e amore al nostro Redentore Crocefisso, Ti applicasti ad imitarlo con i rigori della più aspra penitenza, impetra a noi tutti la grazia di domare sempre, con l'esercizio dell'evangelica mortificazione, le nostre passioni e fa che Dio ci accordi tempo alla penitenza delle nostre colpe. O cara santa Rosalia, continua la tua santa protezione e ottienici da Gesù la grazia di venire a glorificarlo nel Cielo per tutti i secoli dei secoli. Amen. Gloria al Padre.

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BREVE VITA DI

SANTA ROSALIA Rosalia Sinibaldi, o di Sinibaldo, nasce a Palermo intorno al 1128. La tradizione narra che mentre il re Guglielmo II osservava il tramonto con sua moglie, la regina Margherita, una figura gli apparve dicendogli: «Guglielmo io ti annuncio che, per volere di Dio, nascerà nella casa di Sinibaldo tuo congiunto, una rosa senza spine.», per questo motivo pare che, poco tempo dopo, quando nacque alla bambina venne assegnato il nome Rosalia. Suo padre, il conte Sinibaldo, signore della Quisquina e del monte delle Rose (attuali territori di Santo Stefano Quisquina e Bivona, siti in provincia di Agrigento), faceva discendere la sua famiglia da Carlo Magno. Sua madre Maria Guiscardi era a sua volta di nobili origini ed imparentata con la corte normanna. Da giovane visse in ricchezza presso la corte di re Ruggero, un giorno il conte Baldovino salvò il re Ruggero da un animale selvaggio che lo stava attaccando, il re volle ricambiarlo con un dono e Baldovino chiese in sposa Rosalia. La ragazza, all'indomani dell'offerta si presentò alla corte con le bionde trecce tagliate declinando l'offerta preferendo abbracciare la fede. Inizialmente la ragazza si rifugiò presso il monastero delle Basiliane a Palermo, ma ben presto anche quel luogo fu troppo stretto a causa delle continue visite dei genitori e del promesso sposo che cercavano di dissuaderla dal suo intento. Decise quindi di trovare rifugio presso una grotta nei possedimenti del padre, che aveva visitato da fanciulla, presso Bivona. La sua fama intanto si diffuse presto e la grotta divenne luogo di pellegrinaggio. Un giorno la grotta fu trovata vuota e successivamente si venne a sapere che aveva deciso di tornare a Palermo occupando una grotta sul Monte Pellegrino per sfuggire ai pellegrini e trovare un rifugio silenzioso. Ma anche lì ben presto la sua fama la rese celebre ed iniziarono i pellegrinaggi, il 4 settembre del 1165 venne trovata morta dai pellegrini.

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INDICE Messa di San Cristoforo pag. 4 Coroncina a San Cristoforo pag. 26 Inno popolare a San Cristoforo pag. 27 Le fonti sulla vita di San Cristoforo pag. 28 La preghiera dell’autista pag. 31 La preghiera dell’automobilista pag. 31 La storia di San Cristoforo narrata ai bambini pag. 32 Messa di Sant’Agata pag. 36 Coroncina dei catanesi a Sant’Agata pag. 56 Inno a Sant’Agata pag. 57 Messa di Santa Rosalia pag. 59 Inno popolare di Santa Rosalia pag. 76 Preghiera a Santa Rosalia pag. 77 Breve vita di Santa Rosalia pag. 78 Indice pag. 79

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