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Metti a Emiliano. Storia delle due campagne elettorali a sindaco di Bari

Date post: 21-Aug-2015
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Metti a Emiliano Quello che dicono del sindaco di Bari Roberto Lorusso Pietro Andrea Annicelli
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Metti a EmilianoQuello che dicono del sindaco di Bari

Roberto Lorusso Pietro Andrea Annicelli

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PROPRIETà LETTERARIA RISERVATA Roberto Lorusso, Pietro Andrea Annicelli

Aprile 2010

Edito da: Di Marsico Libri

Copyright © Duc in Altum di Roberto Lorusso,Via De Nicola, 1 - 70010 Valenzano - BariEdizioni dei Corrieri Cosmici di Pietro Andrea AnnicelliCasella postale 196 - 74015 Martina Franca (Taranto)

ISBN 88-89979-15-0

Di Marsico Libriè un marchio della GrafiSystem snc

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Roberto Lorusso

Pietro Andrea Annicelli

Metti a EmilianoQuello che dicono del sindaco di Bari

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«Come definirebbe una leadership?».«Penso di poterla definire così: spingere la gente a esprimere le sue qualità migliori».

Robert Kennedy intervistato da Robert Frost, 2 giugno 1968

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Il desiderio di scrivere questo libro mi è ritornato nell’estate 2009. Ero in montagna, in Val di Fassa, a riposare dalle fatiche del-la lunga campagna elettorale che ha riconfermato Michele Emilia-no sindaco di Bari.

Il libro volevo scriverlo nel 2004 per raccontare cosa era stata quella travolgente campagna elettorale: la prima per me, e penso la prima e unica in Italia, che ha visto migliaia di persone parte-cipare alla definizione del programma insieme al loro candidato. Tornato dalle vacanze ne ho parlato a Pietro, che ha subito gradito essere coinvolto in questo lavoro. Il risultato della nostra collabo-razione ha preso forma mano a mano che le persone ci hanno ri-lasciato la loro intervista.

Il mio racconto delle due campagne elettorali è accompagnato dal ricordo di tanti altri amici che vi hanno partecipato. È un rac-conto intimo che fa da sfondo al pensiero di molti personaggi, noti e meno noti, che ci hanno detto chi è, per loro, Michele Emiliano.

Roberto Lorusso

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L’esperienza amministrativa e politica di Michele Emiliano, dal-la sua discesa in campo alla riconferma a sindaco di Bari, è un mo-mento importante nella vita civile italiana. Smentisce il pregiudi-zio sulla mancata partecipazione popolare alle vicende pubbliche, specialmente in una città del sud. Rende onore, anche, al ripartire da quel che si ha e da quel che si è fissato dal pensiero meridia-no di Franco Cassano, ponendosi in controtendenza a logiche di svuotamento del senso istituzionale e puntando a una dimensione nazionale ed europea.

Roberto ha ideato questo libro. Io ho proposto come farlo e l’ho strutturato. Abbiamo scelto insieme le persone che ho contat-tato e intervistato. Quello che ci hanno detto è il filo conduttore della storia della quale Roberto è il narratore.

Abbiamo delineato l’aspetto emotivo corale con approfondi-menti per far capire le cose importanti, scansando la politica poli-ticante. Alcuni hanno preferito non esporsi. Altri non è stato pos-sibile raggiungerli. Ciò spiega l’assenza di nomi significativi della politica e della vita civile pugliese e barese. Nessuno è stato però trascurato.

Un grazie particolare a Roberto che mi ha chiesto di fare questo lavoro con lui; agli intervistati per la disponibilità; a chi ha contri-buito con delle osservazioni; a Marisa e alle persone a me care per esserci.

Pietro Andrea Annicelli

P.S. Un grazie speciale, di cuore, per il loro dono a Giovanni Sasso che ha realizzato la copertina, ad Arianna Nonnis Marzano per la foto in copertina, a Carlo Barbanente per le vignette.

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Michele Emiliano nasce a Bari il 23 luglio 1959.

Figlio d’un calciatore professionista poi piccolo imprenditore, si trasferisce con la famiglia a Bologna dal 1962 al ‘68. Rientra e si stabilisce definitivamente a Bari, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1983.

Da studente collabora all’attività del padre. Poi lavora come pra-ticante nello studio d’un avvocato. Nel 1985 supera il concorso in magistratura. Fino al 1990 lavora alla Procura di Agrigento dove incontra Giovanni Falcone e Rosario Livatino. In seguito, fino al ‘95, lavora alla Procura di Brindisi occupandosi di lotta alla mafia. Ritorna a Bari come sostituto procuratore della Direzione investi-gativa antimafia (Dia) fino al 2003.

Nel 1988 sposa Elena Vendemiale dalla quale ha tre figli: Giovanni, Francesca e Pietro.

Nel 2004 è eletto sindaco di Bari al primo turno con il Centrosini-stra battendo il candidato del Centrodestra, Luigi Lobuono, con il 53,8% dei consensi. La Lista Emiliano ottiene il maggior numero di eletti in consiglio comunale. Si ripresenta nel 2009 ottenendo il 49,01% al primo turno con circa seimila voti in più del candidato del Centrodestra, l’ex sindaco di Bari Simeone Di Cagno Abbrescia (46,05%). Al ballottaggio vince con il 59,8% e quasi trentatremila voti in più del suo avversario.

È presidente del Partito Democratico della Puglia dopo esserne stato il primo segretario.

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SOMMARIO

Prologo: Magna Charta per un candidato pag. 15

Chi è chi 19

Emiliano, ergo est 29

Dove può portare una partita a friscone 43

Michele, uno di noi 59

Le buone pratiche 75

Ondaaa … 79

Ce hanne ffàtte Roberto Lorusso e Proforma? 97

Cenni a un Metodo in Comune 115

Ce ha ffàtte Emiliane? 121

Punta Perotti va giù, il Petruzzelli sale su 157

Perché Emiliano vince 171

Ma dove vuole andare 187 Una bella avventura di Roberto Savino 221

Note 229

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Prologo: Magna Charta per un candidato

ROBERTO LORUSSO: «Il novembre 2003 e parte di dicembre io e Michele li abbiamo trascorsi insieme per conoscerci in profon-dità. Volevamo sapere, l’uno dell’altro, i motivi che portavano a sceglierci. E scoprire le ragioni che ci portavano a intraprendere un percorso così difficile ma che ci attirava e ci sfidava. Mentre ci assaggiavamo, mi ha fatto incontrare i suoi fedelissimi: quelli con i quali aveva maturato l’idea di candidarsi sindaco. Gli chiesi d’iniziare un percorso che ponesse le basi per una esclusiva can-didatura. Lui accettò l’idea di coinvolgere i suoi più cari tra parenti e amici per permetterci di verificare la solidità di idee e obiettivi. Dopo un costante e significativo impegno di tutti, grazie a una boz-za stesa da Roberto Savino sulla quale iniziammo una riflessione, arrivammo a condividere questo documento che poi fu sottoscrit-to da tutti quelli che hanno collaborato alla campagna elettorale».

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Magna Charta della candidatura di Michele Emiliano

La candidatura di Michele Emiliano a sindaco di Bari, frutto di una feconda spinta dal basso e di un risveglio della società civile bare-se, ha come obiettivo quello di dare un contributo verso:

1. Una politica che liberi le istituzioni dal mercimonio, dalle so-praffazioni, dal favoritismo, dalle discriminazioni e le ripristini come luoghi del servizio e dell’efficienza;

2. Una politica che aiuti i partiti a riscoprire il loro ruolo di cernie-ra fra i cittadini e l’Amministrazione dello Stato per concorrere, insieme ai movimenti e agli organismi della democrazia di base, alla formazione della volontà politica della città e della nazione;

3. Una politica che combatta ogni forma di privilegio e disuguaglian-za, tuteli i più deboli e dia loro la possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni di vita;

4. Una politica che riscopra la centralità della questione morale, intesa come abbandono e superamento dell’occupazione delle istituzioni da parte dei gruppi oligarchici, e che sia separata da-gli affari personali e sia caratterizzata nell’azione amministrativa da imparzialità e buon andamento;

5. Una politica che connoti Bari come città della pace e del dialogo e che riaffermi il principio costituzionale del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

6. Una politica che significhi partecipazione democratica per un ideale di libertà e di giustizia e non si riduca unicamente alla gestione del potere;

7. una politica che sappia coniugare passione civile, correttezza comportamentale e competenze.

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In questo contesto, Michele Emiliano e quanti lo coadiuveranno nel corso del suo lavoro politico, nella consapevolezza dell’intima coerenza e corrispondenza fra la qualità del mezzo, rispetto alla qualità del fine, a garanzia della credibilità del progetto politico che si intende realizzare, formulano le seguenti regole che inten-dono rispettare:

A. Cervello collettivo: pensare e agire in un confronto perma-nente, attraverso la condivisione democratica degli obietti-vi, evitando derive personalistiche o di puro potere, senza privare Michele Emiliano della sua responsabilità politica e decisionale;

B. Trasparenza: riferita sia allo stile personale sia al ruolo di cia-scuno, sia al metodo di fare politica e amministrare la cosa pubblica;

C. Ascolto: come dovere di guardare i volti degli altri, di saper ascoltare le loro voci, nella consapevolezza di non essere de-tentori della verità, non promettendo la risoluzione dei pro-blemi, ma la loro condivisione e il farsene carico. Ascolto come partecipazione responsabile e criterio di riconoscimento e di incontro con gli altri, specialmente con i più deboli e con i più poveri, ai quali non si dà voce. Ascoltare è individuare nel dia-logo il criterio politico che supera la contrapposizione amico-nemico;

D. Rigore: sempre analitico nello studio dei problemi e delle strategie per una loro possibile soluzione, rigore personale nel rispettare gli altri e i diversi impegni di vita personali. Al rigore così inteso devono naturalmente accompagnarsi il senso vigile dei propri limiti, la pacatezza delle risposte, l’en-tusiasmo della partecipazione verso ciò che va realizzato, la capacità di autoironia.

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ROBERTO LORUSSO: «Leggere questo documento apre il cuore. È l’effetto che mi fa perché questi sono i sani e genuini obiettivi che hanno guidato sempre tutto il mio agire durante la collaborazione con Michele».

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Chi è chi

Ludovico Abaticchio, barese, medico, è stato assessore all’Urba-nistica nella prima Amministrazione Emiliano ed è attualmente assessore al Welfare.

Dino Amenduni, barese, collaboratore di Proforma ed esperto in comunicazione, è stato con Fabio Di Fonte il coordinatore di Emilab.

Nino Anaclerio, barese, è responsabile della lista Realtà Pugliese che ha sostenuto Michele Emiliano nel 2009.

Pierluigi Balducci, barese, avvocato, è stato il coordinatore politi-co della prima campagna elettorale di Michele Emiliano e per un breve periodo direttore generale del Comune di Bari.

Lino Banfi, vero nome Pasquale Zagaria, di Andria e cresciuto a Cano-sa (Barletta-Andria-Trani), è tra gli attori italiani più amati e popolari.

Rosina Basso Lobello, barese, insegnante, è stata consigliera co-munale a Bari per la Democrazia Cristiana e candidata sindaco per il Centrosinistra nel 1995.

Paolo Bevilacqua, barese, imprenditore meccanico e siderurgico, ha collaborato alle campagne elettorali di Michele Emiliano.

Tobia Binetti, barese, avvocato, è portavoce della lista Realtà Pugliese.

Nicola Bonerba, barese, costruttore, è presidente del gruppo giova-ni dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) per la Puglia.

Dino Borri, barese, è professore di Tecniche di pianificazione urbana al Politecnico di Bari e presidente dell’Associazione italiana di scien-ze regionali. È stato presidente del piano Strategico BA2015.

Marco Brando, genovese, è stato redattore del Corriere del Mez-zogiorno a Bari ed è caporedattore di City a Milano.

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Marco Bronzini, barese, ingegnere e ricercatore universitario, è capogruppo della Lista Emiliano nel consiglio comunale di Bari.

Carlo Bruni, di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), regista teatrale, è stato consulente nella prima Amministrazione Emiliano. Ha colla-borato con Roberto Lorusso alla prima campagna elettorale.

Danilo Calabrese, barese, lavora nel mondo della comunicazione e collabora a Barilive.it. È stato addetto stampa di Emilab.

Giovanni Campobasso, di Triggiano (Bari), dipendente della Re-gione Puglia, è stato segretario a Bari dei Socialisti Democratici Italiani dal 2004 al ‘09.

Antonio Cantoro, di Galatina (Lecce), barese di adozione, giorna-lista, vicedirettore di Puglia d’oggi, insegna Comunicazione azien-dale e pubblica presso l’Università di Bari.

Cinzia Capano, barese, deputata del Partito Democratico, nella prima Amministrazione Emiliano è stata assessore alle Aziende del Comune, poi all’Economia e al Contenzioso. È stata vicepresidente e tra i fondatori di Città Plurale.

Michele Capriati, barese, professore di Politica economica all’Universi-tà di Bari, ha partecipato alle campagne elettorali di Michele Emiliano.

Donato Carrisi, di Martina Franca (Taranto), è sceneggiatore e scrittore. Premio Bancarella 2009 con il romanzo Il suggeritore, Longanesi.

Franco Cassano, di Ancona, è professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Uni-versità di Bari. È autore di vari saggi. Il pensiero meridiano (Later-za, 1996) è il più noto, Tre modi di vedere il sud (Il Mulino, 2009) il più recente. In Homo civicus, la ragionevole follia dei beni comuni (Dedalo, 2004) si confronta con l’esperienza politica della Prima-vera pugliese.

Domenico Castellaneta, barese, giornalista, è vice caporedattore dell’edizione barese di Repubblica.

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Angelo Cera, di San Marco in Lamis (Foggia), bancario, è deputato dell’Unione di Centro.

Franco Chiarello, di Corsano (Lecce), è professore di Sociologia economica all’Università di Bari e tra i fondatori di Città Plurale.

Graziano Conversano, di Monopoli (Bari), regista, con Gianni Troilo è autore dello spot Metti a Cassano, vota Michele Emi-liano.

Raimondo Cucciola, barese, edita il giornale irriverente Bar Condicio.

Nicola De Bartolomeo, barese, imprenditore edile, è stato presi-dente di Confindustria Puglia.

Antonio De Caro, barese, ingegnere all’Anas, è assessore comunale ai Trasporti e al traffico in entrambe le Amministrazioni Emiliano. È stato eletto consigliere regionale del Partito Democratico.

Fortunata Dell’Orzo, barese, giornalista, è direttore del web gior-nale Barilive.it.

Cinzia De Marzo, barese, avvocato, è stata candidata nel Partito Democratico alle elezioni europee del 2009.

Fabio Di Fonte detto Roccia, barese, web project manager, col-labora con Michele Emiliano dal 2004 e, con Dino Amenduni, ha coordinato Emilab.

Antonio Di Matteo, barese, capotreno di Trenitalia, è presidente dell’Amtab e si occupa dei servizi di mobilità, trasporto pubblico locale, sosta, trasporto disabili, bike-sharing.

Gemma Dipoppa, barese, è stata la più giovane di Emilab.

Simonetta Emiliano, barese, imprenditrice, è sorella di Michele.

Francesco Ferrante, barese, infermiere professionale, dei Sociali-sti Autonomisti, è divenuto nel 2004 presidente della circoscrizio-ne San Paolo Stanic.

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Francesco Fistetti, di Oria (Brindisi), è professore ordinario di Sto-ria della filosofia contemporanea all’Università di Bari. È consiglie-re provinciale a Brindisi per la Sinistra.

Enrico Fornaro, di Cercola (Napoli), conduttore televisivo e radio-fonico, è speaker a Radionorba.

Costantino Foschini, di Barletta, è inviato della sede regionale Rai della Puglia e conduttore del Telegiornale regionale.

Dario Ginefra, barese, avvocato, è deputato del Partito Democra-tico. Proviene dall’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano e ha ricoperto diversi incarichi nel Partito Democratico della Sinistra e nei Democratici di Sinistra, dei quali è stato anche segretario provinciale e consigliere comunale a Bari.

Mario Gismondi, di Binetto (Bari), giornalista, ha diretto il Corriere dello Sport. Nel 1979 fonda il quotidiano Puglia, che dirige attual-mente e che è stato il primo a interrompere a Bari il monopolio della Gazzetta del Mezzogiorno.

Giuseppe Goffredo, di Alberobello (Bari), poeta, scrittore, saggista, con i Seminari di Marzo è stato tra i primi a rilanciare il legame cul-turale tra Europa, Mezzogiorno e Mediterraneo.

Gero Grassi, di Terlizzi (Bari), è funzionario alla Regione Puglia, giornalista, autore di libri. Impegnato nell’associazionismo catto-lico e nella Democrazia Cristiana, nel Partito Popolare Italiano del quale è stato segretario provinciale e nella Margherita della quale è stato segretario provinciale e regionale, è deputato del Partito Democratico. È stato sindaco di Terlizzi.

Eugenio Iorio, di Eboli (Salerno), dirige la comunicazione istituzio-nale della Regione Puglia e insegna Comunicazione politica e pub-blica all’Università di Bari.

Marco Lacarra, barese, avvocato, è assessore ai Lavori pubblici e alla Sicurezza dei cantieri. Già consigliere comunale dei Democra-tici di Sinistra e poi del Partito Democratico, è stato presidente

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della Commissione consiliare lavori pubblici durante la prima sin-dacatura Emiliano. È segretario del Partito Democratico a Bari.

Vito Leccese, barese, funzionario dell’Università di Bari, è stato consigliere comunale, consigliere regionale e deputato dei Verdi. È attualmente direttore generale del Comune di Bari.

Francesco Lenoci, di Martina Franca (Taranto), è titolare dello Stu-dio Lenoci-Management Advisors e docente all’Università Cattoli-ca del Sacro Cuore di Milano.

Adriana Logroscino, barese, è giornalista e redattrice del Corriere del Mezzogiorno.

Fabrizio Lombardo Pijola, barese, avvocato, è presidente dell’emit-tente televisiva barese Antenna Sud.

Antonio Madaro, barese, commercialista, è stato il tesoriere delle campagne elettorali di Michele Emiliano.

Enzo Magistà, di Conversano (Bari), dal 1976 è il direttore di Tele-norba. La rivista Millecanali lo ha definito nel 2005 «l’uomo dell’in-formazione al Sud».

Alfredo Mantovano, di Lecce, magistrato di Cassazione, dal 1996 è stato deputato, senatore e sottosegretario del Ministero degli Interni nel secondo, terzo e quarto Governo Berlusconi, incarico che svolge attualmente.

Biagio Marzo, di Corsano (Lecce), è stato deputato del Partito Socialista Italiano, responsabile dell’organizzazione nazionale e componente della segreteria. È stato presidente della Commissione bicamerale per la ri-strutturazione delle Partecipazioni statali. Ha insegnato Storia contempo-ranea ed Economia pubblica all’Università di Lecce. Giornalista, collabora con varie testate nazionali ed è autore di libri sulla politica e l’economia italiana. È direttore della fiera Città del Libro di Campi Salentina.

Augusto Masiello, barese, attore, è fondatore e presidente del Teatro Kismet.

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Maria Maugeri, di Cosenza, insegnante di Religione nelle scuole superiori, proviene dal volontariato e ha iniziato l’attività di con-sigliera comunale nei Verdi. È stata assessore all’Ambiente nella prima Amministrazione Emiliano ed è, nel Consiglio comunale di Bari, capogruppo del Partito Democratico con delega all’Ambiente.

Michele Mazzarano, di Massafra (Taranto), è stato in Puglia se-gretario dei Democratici di Sinistra e segretario organizzativo del Partito Democratico. Si è dimesso dopo che è stato fatto il suo nome nell’inchiesta giudiziaria sulla sanità pugliese. È stato eletto consigliere regionale.

Susi Mazzei, di Calimera (Lecce), è preside di scuola media e do-cente d’Italiano e Storia alle scuole superiori. È stata assessore alle Politiche sociali nella prima Amministrazione Emiliano.

Domenico Mennitti, di Termoli (Campobasso), politico e giorna-lista, esponente storico della Destra italiana, ha diretto il quoti-diano Roma e dirige Ideazione. Già europarlamentare, dal 2004 a oggi è sindaco di Brindisi.

Nichi Muciaccia, barese, avvocato, è stato tra i protagonisti della discesa in campo di Michele Emiliano.

Gennaro Nunziante detto Genny, barese, è regista, sceneggiato-re e attore. Autore dei testi del duo comico Toti e Tata, riscuote un significativo successo come regista con il film del 2009 Cado dalle nubi.

Rocco Palese, di Acquarica del Capo (Lecce), medico, alla Regio-ne Puglia è stato vicepresidente dell’Amministrazione Di Staso con delega al Bilancio e assessore al Bilancio e alla Programmazione nell’Amministrazione Fitto. Alle regionali del 2010 è stato sconfitto da Nichi Vendola per la presidenza.

Carlo Paolini, barese, è presidente dell’associazione di cittadinan-za attiva L’Arca e consigliere comunale della Lista Emiliano.

Vittorio Parisi, barese, universitario, ha fatto parte di Emilab.

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Lino Patruno, barese, giornalista, ha diretto per tredici anni la Gazzet-ta del Mezzogiorno. Insegna comunicazione all’Università di Bari. È autore di libri soprattutto sulla società, l’economia, la cultura del Sud.

Federico Pirro, barese, giornalista, è stato cronista alla Gazzetta del Mezzogiorno, corrispondente di Repubblica, capo redattore alla Rai di Bari. A lungo militante del Pci, è stato eletto consigliere comunale a Bari nel 2004 nella Lista Emiliano, passando nel 2007 a l’Italia dei Valori.

Adriana Poli Bortone di Lecce, è stata docente liceale di Latino e Greco e di Letteratura latina all’Università di Lecce. Già deputata del Movi-mento Sociale Italiano e di Alleanza Nazionale, ministro per le Politiche Agricole nel primo Governo Berlusconi, eurodeputata, sindaco di Lecce, è senatrice del Popolo delle Libertà. Nel 2010 è stata candidata alla pre-sidenza della Regione Puglia.

Massimo Posca, barese, imprenditore, è consigliere comunale a Bari dal 1995, eletto prima in Alleanza Nazionale, poi nel Popolo delle Libertà. È vice presidente del Consiglio comunale.

Franco Punzi, di Martina Franca (Taranto), è stato sindaco della sua città. Vicepresidente vicario della Federmusica dell’Agis, pre-siede Italia Festival, la Fondazione Paolo Grassi e l’omonimo cen-tro artistico che organizza il Festival della Valle d’Itria.

Enzo Purgatorio, barese, impiegato, è consigliere nazionale e pre-sidente provinciale dell’Acli.

Luigi Quaranta, barese, giornalista e militante storico della Sini-stra, è redattore del Corriere del Mezzogiorno.

Antonella Rinella, barese, docente di Geografia economica all’Uni-versità di Bari, è stata assessore al Personale, servizi demografici, innovazione, toponomastica e decentramento nella prima Ammi-nistrazione Emiliano. Prima dei non eletti nel 2009 per il Pd, è at-tualmente capo di Gabinetto del sindaco.

Elio Sannicandro, barese, ingegnere civile, è presidente del Coni pugliese. È stato assessore allo Sport nella prima Amministrazione

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Emiliano ed è assessore allo Sport e all’Urbanistica nella seconda, con delega al piano strategico BA2015.

Maria Santacroce, barese, è stata eletta per due volte consigliera comunale nella Lista Emiliano.

Alba Sasso, barese, insegnante, è stata deputata dal 2001 al ‘08 nel Partito Democratico della Sinistra e nei Democratici di Sinistra.

Giovanni Sasso, barese, è socio fondatore e direttore creativo di Proforma. Le sue idee sono state fondamentali per l’immagine di Michele Emiliano.

Leonardo Scorza, di Avigliano (Potenza), ingegnere, è presidente dal 2004 della sesta circoscrizione Carrassi-San Pasquale.

Vittorio Sgarbi, di Ferrara, è un critico e storico dell’arte, uomo politico, scrittore, personaggio televisivo e polemista tra i più popolari in Italia.

Ippazio Stefàno detto Ezio, di Casarano (Lecce), medico ematologo, promotore di missioni umanitarie in Africa, è sindaco di Taranto dal 2007. È stato consigliere comunale a Taranto nel Partito Comunista Italiano, poi nel Partito Democratico della Sinistra dove è stato elet-to senatore. Aderisce al Partito della Rifondazione Comunista.

Salvatore Tatarella è stato sindaco della natia Cerignola, vicesin-daco di Bari, consigliere regionale e deputato. Dal 2004 è parla-mentare europeo eletto in Alleanza Nazionale e nel Popolo della Libertà. È direttore politico del bisettimanale Puglia d’Oggi.

Leonardo Tomasicchio, barese, è consulente di marketing e di comunicazione oltre che organizzatore e formatore aziendale. È stato dirigente del movimento cooperativo Conad.

Andrea Troisi, barese, è amministratore unico della Troisi Ricerche che ha curato i sondaggi per Michele Emiliano nel 2009.

Walter Veltroni, romano, giornalista e scrittore, è stato deputato del Partito Comunista Italiano e lo è attualmente del Partito Demo-cratico, del quale è stato il primo segretario nazionale. In preceden-za era stato segretario dei Democratici di Sinistra, vicepresidente del

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Consiglio dei Ministri e ministro dei Beni culturali del primo Gover-no Prodi, sindaco di Roma dal 2001 al ’08. Ha diretto l’Unità.

Nichi Vendola, barese, giornalista, è stato componente della segre-teria nazionale della Federazione Italiana Giovani Comunisti (Figc), deputato del Partito della Rifondazione Comunista dal 1992 al 2005, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia. È stato tra i promotori dell’Arcigay e della Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila). Nel 2005 è stato eletto, contro ogni previsione, presidente della Regione Puglia dopo essere stato scelto nelle pri-marie del Centrosinistra. È stato riconfermato nel 2010.

Marcello Vernola, barese, avvocato patrocinante in Cassazione, è stato consigliere comunale a Bari, presidente della Provincia di Bari e parlamentare europeo eletto in Forza Italia. Attualmente aderi-sce all’Unione di Centro.

Cesare Veronico, barese, è stato capogruppo consiliare della Lista Emiliano durante la prima Amministrazione Emiliano. Attualmente è consigliere provinciale per il Partito Democratico.

Fabrizio Versienti, barese, è responsabile delle pagine culturali e dello spettacolo del Corriere del Mezzogiorno. È autore per Laterza del libro Teatro Petruzzelli, la storia interrotta.

Gianfranco Viesti, barese, è professore ordinario di Economia ap-plicata nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bari. È sta-to assessore regionale nella prima Amministrazione Vendola.

Luciano Violante, nato a Dire Daua, in Etiopia, e cresciuto a Rutiglia-no (Bari), è stato giudice istruttore a Torino. Si è poi occupato nel Ministero della Giustizia e da deputato di terrorismo e di mafia. È stato deputato dal 1979 al 2008, eletto nel Partito Comunista Italia-no, nel Partito democratico della Sinistra, nei Democratici di Sinistra e ne l’Ulivo. Docente universitario di Diritto e Procedura penale, è stato Presidente della Camera dei Deputati dal 1996 al 2001.

Pierfelice Zazzera, di Putignano (Bari), medico specialista nefrolo-go, è deputato dell’Italia dei Valori.

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Emiliano, ergo est

ROBERTO LORUSSO: «Ho conosciuto Michele Emiliano prima che divenisse magistrato. All’epoca lavorava nell’azienda di famiglia. Lo ricordo forte e determinato come lo conosciamo oggi. Una volta si presentò con una bilancia che appoggiò sulla mia scrivania. Mi chiese perché non costruivamo un software per connettere quel tipo di bilancia a un personal computer. L’azienda che amministravo aveva soluzioni con bilance concorrenti a quelle che lui vendeva, e il cliente per il quale gareggiavamo alla fine comprò la nostra so-luzione. Avvenne anche grazie a Michele che, dopo aver capito il limite del suo prodotto, ci aiutò a vendere il nostro. In seguito la sua azienda divenne nostra cliente, e informatizzò i processi di bu-siness con il nostro software gestionale. Ci siamo rivisti nel 2001 al teatro Piccinni in occasione del centenario della casa editrice Later-za: ci fece incontrare Augusto Masiello. Due anni dopo, l’avvocato Fabrizio Lombardo Pijola lo invitò a un corso di formazione sui sette sacramenti dove ero docente. Entrammo in confidenza. Mi parlò della sua intenzione di candidarsi sindaco di Bari».

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Dove può portare una partita a friscone

ROBERTO LORUSSO: «Bari aveva bisogno da molto tempo d’una figura di primo piano nelle istituzioni che non utilizzasse la politica per scopi personali. Quando Michele Emiliano mi ha chiesto di or-ganizzare strategicamente la sua campagna elettorale, c’è stato un momento in cui non ero completamente convinto. Intuivo come poteva cambiare la mia vita professionale, e questo mi lasciava perplesso. Ha vinto il senso di responsabilità verso la comunità barese e la volontà di non delegare ad altri un compito che potevo svolgere in prima persona. Inoltre, la capacità di Emiliano di ren-dersi interprete del bene comune, come ha più volte dichiarato ma anche fatto percepire con il suo modo di essere e di fare, mi ha dato una ragione in più per accettare. C’era la possibilità non solo di fare un buon lavoro, ma di contribuire a rendere migliore Bari».

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Michele, uno di noi

ROBERTO LORUSSO: ROBERTO LORUSSO: «Michele Emiliano nel-le due campagne elettorali, ma in particolare nella prima perché era nuovo alla politica, è stato un candidato sindaco sempre pre-sente. Aveva un suo metodo di lavoro, ma si è sottoposto alle re-gole della learning organisation con l’umiltà di chi vuole vincere, delineando insieme a noi un percorso che lo portava a modificare i suoi comportamenti in funzione della strategia condivisa. Ciò at-traverso continui brainstorming con noi».

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Le buone pratiche

ROBERTO LORUSSO: «Un processo fortemente innovativo e de-stabilizzante per tutti quelli che hanno partecipato alla campagna elettorale del 2009, sia come candidati che come collaboratori, è stato veder chiamare una società tedesca di certificazione, Tuv, perché attestasse la nostra capacità di applicazione della norma internazionale AA1000. È la norma che fa esplicito riferimento al coinvolgimento degli stakeholder, cioè dei portatori d’interesse e quindi dei cittadini in primo luogo, e che noi avevamo declinato nello specifico con l’utilizzo di dieci buone pratiche comunicate a tutti mediante un’apposita conferenza stampa e la pubblicazione sul sito. Questa idea l’ho messa a fuoco e poi confezionata dopo un brainstorming mirato con il mio staff. L’amicizia con Stefano Cuc-curachi ha poi facilitato la firma d’un accordo con la Tuv. Mi piace ricordare le dieci buone prassi: hanno concretizzato alcune idee maturate fin dal settembre 2008. Hanno significato un passaggio culturale molto forte durante tutta la campagna elettorale».

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10 buone pratiche per trasformare la campagna elettorale in un atto d’amore per la città

Dialogo. Promuoveremo una campagna elettorale che non separi ma uni-sca i cittadini, che stimoli un confronto sano e proficuo nel pieno rispetto delle opinioni di tutti. Non attaccheremo gli avversari sen-za motivo: ogni forma di critica dovrà essere documentata.

Equilibrio economico. Ci impegniamo a utilizzare con equilibrio le risorse economiche, cercando di monitorare costantemente i fondi e di far corrispon-dere gli investimenti alle risorse disponibili.

Trasparenza. Tutte le entrate e le uscite saranno visibili sul sito ufficiale www.micheleemiliano.it. Sarà fissato un tetto massimo contributivo per le donazioni.

Gratuità. I volontari firmeranno un documento con il quale si impegnano a donare parte del loro tempo alla campagna elettorale e ad adotta-re un comportamento conforme a queste buone pratiche.

Rispetto dell’ambiente. Per salvaguardare la qualità della vita in città, eviteremo interventi ad alto impatto ambientale come ad esempio le cosiddette vele (camion manifesto) che aumentano inquinamento atmosferico e traffico. Utilizzeremo gli strumenti cartacei in modo razionale, privi-legiando la distribuzione a soggetti che ne facciano espressamente richiesta e che ne garantiscano, a loro volta, una diffusione mirata.

Muri puliti. Non deturperemo i muri della nostra città affiggendo manifesti abusivi.

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Fiducia nel futuro. Nei messaggi della campagna elettorale, eviteremo di utilizzare le leve dell’allarmismo infondato e della paura. La comunicazione privilegerà messaggi costruttivi e di fiducia nel futuro.

Sobrietà. Gli eventi della campagna saranno pensati e realizzati all’insegna della sobrietà e della creatività. Una parte dei fondi raccolti sarà destinata al raggiungimento di obiettivi sociali.

Supremazia della relazione. La campagna elettorale deve diventare un’occasione per confron-tarsi e dialogare con i candidati. Cercheremo dunque di promuo-vere momenti di scambio che trasformino i cittadini da soggetto passivo a soggetto attivo della comunicazione elettorale.

PubbliCITTÀ progresso. Tutte le attività di comunicazione avranno come scopo principale quello di informare il cittadino, di promuoverne la responsabilità, di diffondere messaggi mirati alla crescita sociale.

ROBERTO LORUSSO: «Michele ha dovuto fare diverse telefonate ai candidati di tutta la coalizione perché rispettassero queste rego-le. In particolare, quella dei muri puliti».

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Ce hanne ffàtte Roberto Lorusso e Proforma?

ROBERTO LORUSSO: «Ho sempre pensato a costruire metodo-logie che potessero dare umanità, un senso e un’alta efficacia al lavoro. In questi ultimi anni, nei quali ho avuto modo di comple-tare la mia esperienza professionale lavorando anche con gli enti pubblici, ho perfezionato la seguente filosofia: solo attraverso la partecipazione attiva delle persone, chiamate ad agire secondo un fare creativo e collegiale, le comunità e le organizzazioni possono definire e raggiungere ambiziosi obiettivi di progresso sostenibile. L’innovazione radicale, l’apprendimento continuo e l’uso di tecno-logie e buone prassi per risparmiare risorse, sono gli ingredien-ti di un agire quotidiano che, nel superare le regole imposte dal consumismo, produce la riscoperta e la pratica di un antico valore condiviso: il bene comune».

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LINO PATRUNO: «Lo staff elettorale, Proforma, Roberto Lorusso, hanno contato moltissimo. Questo non vuol dire che il prodotto Emiliano sia stato creato in laboratorio, ma di sicuro è venduto molto bene».

ANTONIO MADARO: «Nella prima campagna elettorale le tre per-sone che, dal mio punto di vista, hanno avuto un ruolo determi-nante sono state Roberto Lorusso, Pierluigi Balducci e Carlo Bruni. Proforma non era conosciuta, e hanno iniziato con un’attività quasi volontaria. Roberto è stato determinante per aver inserito delle pro-cedure tipicamente aziendali, che noi non conoscevamo, nell’orga-nizzare la campagna. Bruni, guidato dalle procedure di Lorusso e dall’intelligenza politica di Balducci, è stato l’elemento più impor-tante sul piano creativo lavorando insieme agli amici di Proforma. La seconda campagna ha avuto una storia diversa. Il ruolo di Roberto è stato meno evidente. Balducci e Bruni non c’erano. È risultata de-terminante Proforma che, essendo cresciuta, ha sostituito nella ge-stione mediatica le capacità politica di Balducci e creativa di Bruni».

PIERLUIGI BALDUCCI: «La prima campagna elettorale rappresentò un mix di competenze specialistiche professionali e di competen-ze di vecchi arnesi della politica. Io rientravo tra questi. C’erano insieme uomini e donne che avevano fatto le campagne elettorali del Pci degli anni Settanta e giovani esperti nella comunicazione. In più Roberto Lorusso, che conosceva le tecniche per aggredire i mercati per conto delle aziende e sapeva applicarle in chiave elet-torale. Avevamo l’esigenza di battere il territorio come nelle cam-pagne elettorali porta a porta degli anni Settanta, e in più di fare della comunicazione che rendesse visibile il candidato. Riuscimmo a coniugare l’Onda e i Forum tematici».

CARLO BRUNI: «Abbiamo fatto una swot analysis individuando i punti di forza e di debolezza del candidato, le opportunità e i rischi per la città. Intorno a questo metodo d’indagine abbiamo organiz-zato dodici Forum tematici su una serie di questioni d’interesse

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generale per i cittadini: cultura, sport, assistenza sociale, e così via. Anche in questo caso sperimentavamo una modalità amministra-tiva. Il Forum diventava non uno strumento di propaganda, ma il prototipo della modalità amministrativa fondata sull’ascolto. Ciò per arrivare alla redazione d’un programma partecipato».

ROBERTO LORUSSO: «I Forum sono stati il risultato di un grande lavoro di gruppo: dalla loro progettazione alla loro realizzazione e documentazione d’uso per il programma elettorale. Dopo la scel-ta dei dodici titoli, Luca Scandale aveva il compito di preparare la base delle conoscenze minime per Michele. Un gruppo guidato da Simonetta, la sorella di Michele, doveva coinvolgere quanti, tra as-sociazioni, cittadini, università, imprese, erano direttamente inte-ressati nel tema da trattare. Qualche giorno prima veniva fatta una pre riunione, cioè un forum ristretto, per verificare gli argomenti e le problematiche eventualmente da trattare. Altre persone gui-date da Antonietta Ragone, che andava per le strade ad avvisare i cittadini che si sarebbe svolta l’Onda di quartiere, contattavano direttamente altri ancora, inviavano e-mail e sms, distribuivano le cartoline e, magicamente, attendevano in reception il giorno del Forum i tanti partecipanti. A loro veniva consegnato un numero e una cartellina con i materiali per poter partecipare attivamente. Lo svolgimento del Forum aveva una sua base scientifica di ap-prendimento. I cittadini, infatti, erano coinvolti mediante tre mo-menti: individuale, di gruppo e collegiale. I Forum si svolgevano così: all’inizio, a luci spente, partiva la video sigla iniziale. Poi c’era la mia intervista a Luca Scandale e a Dino Borri che spiegavano, con parole semplici, il perché del Forum. Michele Emiliano salu-tava e invitava calorosamente a partecipare a risolvere i problemi che si andavano ad affrontare. Io estraevo da un’urna i numeri dei sei cittadini che avrebbero partecipato al lavoro di gruppo con il candidato sindaco e gli esperti. Tutti, però, dovevano fare qualco-sa. I presenti e quelli seduti al tavolo con Michele dovevano fare una swot analysis avente per oggetto il tema del giorno. Quattro post-it di diverso colore contrassegnavano i punti di forza, quelli

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di debolezza, le opportunità e le minacce. I circa trecento presen-ti, e qualche volta sono stati anche di più, posizionavano i post-it nei quattro quadranti disegnati su una bacheca grande nove metri quadri. Era bellissimo vedere e gustare la gioia di partecipare. Io interrogavo il portavoce del tavolo di Michele che mostrava in vi-deo il risultato del loro lavoro. Poi si leggevano i post-it degli altri partecipanti. Ancora più interessante era il dibattito che si andava a sviluppare in seguito. Facevo una fatica da matti a moderare la discussione con tanta gente. Dopo il processo di condivisione, i miei collaboratori annotavano nei pc il risultato, e cosi via. Michele tirava le conclusione della serata. La gente non voleva andar via. Tutti avevano imparato qualcosa. Erano felici di aver partecipato. Il giorno dopo, si trasferiva sul sito il risultato del Forum, incontravo lo staff per fare una verifica e capire se qualcosa andava migliora-to, e si ripartiva per organizzare il Forum successivo».

EUGENIO IORIO: «Io non credo che la vittoria di Emiliano sia stata determinata dalle strategie di comunicazione, ma dalla sua capaci-tà di lobbying e d’intrattenere relazioni direttamente con i portato-ri d’interesse nel territorio. Dal punto di vista della strategia di co-municazione, lui ha fatto quello che era necessario comunicando le cose che aveva realizzato. Ha opportunamente sfruttato il framing, cioè la baresità, giocando sull’immaginario dei baresi. Ha comuni-cato con il giusto linguaggio differenziando i target e le modalità, utilizzando i nuovi media, nelle loro caratteristiche di comunicazio-ne e di linguaggio, come cassa di ridondanza e di esaltazione».

FABRIZIO LOMBARDO PIJOLA: «Roberto Lorusso l’ho presentato io a Michele Emiliano. La prima è stata una campagna rivoluzionaria da tutti i punti di vista, ricca d’invenzioni. Il merito di Emiliano è stato, anche, di affiancarsi a una persona innovativa come Lorusso. Quell’impostazione della campagna elettorale è stata poi replicata in altre parti d’Italia, risultando una pietra miliare per molte altre campagne».

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GIOVANNI SASSO: «Il ruolo di Roberto è farti vedere possibili le cose che sembrano impossibili. Con lui ti spingi al massimo verso quell’obiettivo che tendi fisiologicamente a scartare: lui ti dice che è raggiungibile. Allora il tuo cervello inizia a lavorare con il suo, e l’irrealizzabile diventa possibile. Non è detto, poi, che proprio quell’idea venga realizzata. Però ottieni comunque un ottimo ri-sultato, perché riesci a spostare il cervello collettivo a un livello più alto, ad alzare l’asticella della creatività. Questo atteggiamento aiuta a osare sempre di più, a non accomodarsi sul già visto, sulle soluzioni più convenienti e scontate».

MARCO BRONZINI: «Roberto è stato un simpatico compagno di av-venture, sicuramente più nella prima campagna che nella seconda. Ha ottenuto il grande risultato di richiamarci all’ordine e di tenerci uniti in alcuni momenti in cui era necessario essere squadra».

ROBERTO LORUSSO: «Quando riesci a mettere a fuoco una visione, la devi subito materializzare: la devi descrivere in tutti i suoi parti-colari. La devi rendere visibile a quanti non riescono a vederla. Devi delineare il percorso da fare per poterla realizzare. Questa opera-zione di visualizzazione, che aiuta a costruire l’ordine mentale e temporale, è stata fatta sia nel 2004 che nel 2009. I Gantt che de-scrivevano il percorso da compiere sono stati sempre visibili a tutti quelli che ci hanno frequentato: una parete di circa cinque metri è stata disegnata come un calendario. Sono state descritte le azioni da realizzare ogni giorno: dal primo all’ultimo della campagna elet-torale. Alcune di queste azioni, particolarmente strategiche, sono state scritte in codice. In entrambi i Gantt delle campagne eletto-rali, tutti hanno potuto visionare e avere sempre presenti davanti ai loro occhi le diverse fasi della campagna, comprese quelle in cui lo staff faceva team building e festeggiamenti di piccoli successi secondo le tecniche applicate alle realtà aziendali per ottenere il massimo risultato dai gruppi di lavoro. Oppure ci s’incontrava per verificare gli obiettivi, realizzare conferenze stampa, eccetera. Nel mio lavoro, il metodo è sempre stato al primo posto. Mi sono pre-

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occupato e ho investito più tempo a insegnarlo che a praticarlo, e questo specialmente quando capivo che qualcuno prendeva strade sbagliate, ad esempio nella maniera di reagire a un’azione del con-corrente di Centrodestra. In quella e in altre occasioni ho riunito lo staff e ho spiegato nuovamente la strategia. Ho fatto rivisualizza-re la meta per ritornare sulla strada tracciata, o fare delle varianti necessarie che però avessero sempre l’obiettivo di ritornare sulla rotta principale. Il tutto, sempre con la logica della condivisione e dell’utilizzo dell’intelligenza collettiva. Inoltre, con la capacità di fare interagire le diverse competenze specifiche, anche e soprattut-to al fine di portare tutti a sentirsi utili e coinvolti per un obiettivo che non era solo la vittoria di Michele Emiliano, ma la possibilità, al termine dell’esperienza, di aver imparato qualcosa di più e di nuo-vo per la vita professionale e politica».

LEONARDO TOMASICCHIO: «Roberto Lorusso è un ottimo consu-lente che sa come far bene le cose. Coordina, delega e trova le persone giuste. La prima volta fu lui, insieme allo staff di Michele, a coordinare i volontari dell’Onda. Nella seconda campagna elet-torale ha coordinato i ragazzi di Emilab. Sa applicare molto bene le tecniche reticolari dell’organizzazione aziendale».

LUIGI QUARANTA: «Uno degli elementi di grande modernità dell’esperienza politica del 2004 fu l’uso della moderna comu-nicazione politica. È stato un passaggio chiave. La fortuna e l’in-telligenza di Michele e di chi gli stava intorno è stato scegliere cose particolarmente moderne e non provinciali».

FABRIZIO LOMBARDO PIJOLA: «Quella campagna elettorale sarà studiata nei libri specifici del settore per la capacità di fare una comunicazione molto fresca, viva, semplice».

ROBERTO LORUSSO: «Michele Emiliano nel 2009 ci ha fatto soffri-re parecchio. Non tanto nella prima parte in cui è stato veramente disciplinato, quanto nella seconda. Ha saltato alcune riunioni set-

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timanali, ed è arrivato alle conferenze stampa alquanto imprepa-rato. Poche volte si è fermato con noi tutto il tempo necessario a prepararsi bene. Ha fatto un buon uso, direi esageratamente e forse ovviamente, delle sue particolari doti di oratore. Non so come è apparsa all’esterno, ma per noi la campagna elettorale del 2009 è stata molto più complessa di quella del 2004. Basti pensare che abbiamo avuto la necessità di suddividerla in due macro fasi, ciascuna con una sua strategia. La prima macrofase è stata quella che ci ha visto comunicare senza fare campagna elettorale. La se-conda, fare campagna elettorale senza inquinare, senza sporcare e senza spendere molti soldi. L’obiettivo era comunicare con le rela-zioni personali. In molte occasioni lo staff avrebbe voluto l’aiuto di Michele e non lo ha potuto ricevere. Giustamente, direi, visto che lui ha sempre continuato a fare il sindaco ogni giorno».

FABRIZIO LOMBARDO PIJOLA: «Emiliano si contraddistingue, come Berlusconi e Obama, per riuscire ad avere un contatto immediato e diretto con le persone. Sa ascoltare, oltre che parlare. E sa parlare oltre che ascoltare. In tutto questo è stato importante il ruolo di Roberto. Penso all’innovazione dei Forum tematici. Allo studio approfondito dei quartieri e delle loro esigenze. All’incontrarsi con persone comuni per tastare il polso, capire i problemi, verificare le esigenze concrete. All’apertura ai contributi della gente: non one to many, ma many to many sollecitando un rapporto bilaterale o, meglio, bidirezionale».

ROBERTO LORUSSO: «Con Giovanni Sasso abbiamo realizzato tanti materiali, alcuni mai utilizzati. Ricordo ad esempio tutta la strategia della raccolta fondi con i cittadini e la piantumazione degli alberi nei quartieri. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo e le risorse necessarie. E forse da parte di alcuni, mi riferisco in particolare ai candidati delle liste della coalizione, non c’è stata la giusta attenzio-ne e condivisione per le nostre idee innovative. Quello che dispiace, inoltre, è che molti dei materiali realizzati potrebbero essere utiliz-zati durante l’attività di governo, ma non avviene. Peccato, perché mi fa pensare, purtroppo, che quanti sono stati con noi, anche per

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farsi eleggere consiglieri o ambire a qualche incarico nell’Ammini-strazione, in realtà hanno un’idea della politica che poco ha a che fare con i bisogni della gente».

DINO AMENDUNI: «So che Michele non sarebbe molto d’accordo, ma ritengo che i meriti siano da dividere in modo equo tra il suo talento naturale per la politica e la capacità della squadra di fare quadrato intorno a lui. Queste due componenti s’incrociano: se è vero che Emiliano ha un merito enorme nella formazione dei gruppi di lavoro che si occupano della sua immagine, è altrettanto spiccata la componente specialistica dei suoi uomini, spesso gio-vanissimi ma già smaliziati».

ROBERTO LORUSSO: «Nell’esperienza del 2009 Giovanni Sasso è stato per me un solido e grande punto di riferimento. Ci sono stati molti giorni in cui ho avuto problemi di salute e lui si è fatto cari-co di tenere in piedi il gruppo, specialmente nella complicata fase finale di realizzazione del Ce ha ffàtte Emiliane?. Pezzi della stra-tegia li abbiamo pensati nella sua automobile o attraverso un fitto e serrato scambio di e-mail. Lui ha tradotto in grafica tutte le cose che mi passavano per la mente per renderle meglio fruibili a tutti. Non ho mai tenuto una riunione senza avere a disposizione le sue presentazioni powerpoint. Senza Giovanni, questa campagna elet-torale non sarebbe stata possibile».

LUIGI QUARANTA: «Proforma ha dimostrato di essere baresissi-ma, ma anche non provinciale, affermandosi come uno dei punti di riferimento della comunicazione politica in Italia».

MICHELE CAPRIATI: «Da zero a dieci, Proforma merita undici ri-spetto alla comunicazione nell’ultima campagna elettorale. Sono la novità sul piano della comunicazione politica a livello naziona-le. Li ritengo eccellenti da tutti i punti di vista. Sono efficaci, scar-ni. Pochi fronzoli, molto contenuto, in grado capire quali sono le corde giuste e di adattare la comunicazione al contesto specifico.

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Proforma non è mai scontata, e lo si nota nel confronto con la co-municazione degli altri candidati».

MARCO BRONZINI: «Proforma ha contribuito molto alle vittorie di Emiliano, perché il vero problema è la buona comunicazione. Si possono avere mille idee, ma occorre farle conoscere. I costi del comunicare sono alti, quindi deve prevalere l’intelligenza della comunicazione».

ADRIANA LOGROSCINO: «Innegabilmente la comunicazione di Emiliano è stata affidata alla società Proforma. Giovanni Sasso, di-rettore creativo, ha avuto un ruolo fondamentale in tutte le com-petizioni elettorali. Questo non significa che il personaggio sia sta-to costruito a tavolino. Emiliano è quello che si vede, ma Proforma ha dato una forma alle sue idee che ha avuto un impatto notevo-lissimo. Ne sono così convinta da credere che per lui una campa-gna elettorale senza Proforma al suo fianco rappresenterebbe una significativa penalizzazione. Ripeto: l’uomo è quello che si vede, ma Proforma ne ha valorizzato i punti di forza».

GIOVANNI SASSO: «Non gli abbiamo mai suggerito dei compor-tamenti, come invece è avvenuto per altri politici per i quali ab-biamo lavorato. Lui aveva già in sé le caratteristiche per vincere. Abbiamo scelto di farlo riprendere in continuazione nei suoi giri per Bari, e di selezionare e proporre piccoli momenti. Michele è uno che litiga e ti parla in faccia, e affronta gli elettori piuttosto che tentare di circuirli. In un’occasione, ci fu un breve alterco con uno. Decidemmo di mandarlo in onda perché mostrava il suo ca-rattere schietto e sincero. Non abbiamo mai operato tagli o cen-sure. In sei anni di lavoro con lui, mi sono preso una sola cazziata quando abbiamo fatto un fotoritocco a una sua immagine siste-mando le luci e rendendola più luminosa. Mi telefonò incazzato nero dicendomi: come ti sei permesso di ritoccarmi la faccia? Si convinse che andava bene così dopo che sua madre gli ebbe detto che stava benissimo».

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ENZO MAGISTÀ: «Lui assomiglia molto a Berlusconi nel modo di fare politica. Entrambi hanno il pregio della comunicazione. Emi-liano si fa capire, comunica, non sta nelle stanze chiuse, si fa inter-vistare, partecipa alle manifestazioni pubbliche. È l’altra faccia del berlusconismo. Ed essendo più rigoroso nel rispetto delle regole per il suo passato di magistrato, non commette quelle imprudenze che mettono Berlusconi nei guai».

DONATO CARRISI: «Penso che chi ha gestito le campagne di co-municazione elettorale di Michele Emiliano l’abbia fatto in manie-ra eccellente. Lui, penso allo spot Metti a Cassano, vota Michele Emiliano, le campagne elettorali le ha azzeccate tutte. Questo suo riferirsi al territorio di Bari come se ne fosse il legittimo rappre-sentante è stato importante affinché la gente sentisse che è vera-mente così».

GRAZIANO CONVERSANO: «Metti a Cassano, vota Michele Emi-liano è nato in maniera casuale. Un mio amico di Verona lavorava in un’associazione non governativa. Talvolta andava nei Balcani e passava da Bari. Una volta si fermò a prendere un caffè e sentì i baresi che guardavano una partita della Roma e dicevano: metti a Cassano, metti a Cassano. Da allora, ogni volta che ci vedevamo mi sfotteva così: era diventato un tormentone fra noi. Giovanni Sasso chiamò me e Giovanni Troilo proponendoci di seguire Emiliano e inventarci una sorta di campagna elettorale sui generis. Mi venne in mente metti a Cassano perché anche Emiliano era, in quella campa-gna, un campione, un outsider e una scommessa. Presi dalla routine di seguirlo giorno dopo giorno con le telecamere, ci eravamo quasi dimenticati dello spot. Mancavano dieci giorni alla fine della cam-pagna e tornai alla carica: Giovanni, lo facciamo o no? Lo facemmo in mezza giornata con un cast preso dalla strada. Lo girammo nella casa d’un attore dialettale, Mario Mancini, un grande personaggio che vi compare. Giovanni consegnò lo spot alle tv private. Andai a Roma per un fine settimana e il lunedì tornai a Bari: tutti parlavano di questo spot rivoluzionario. Adesso, dopo sei anni, ha portato bene

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a Michele Emiliano ma continua a essere una croce per Cassano. È diventato un modo di dire, e di questo sono veramente contento».

GIOVANNI SASSO: «Quella storia, a parte l’intuizione geniale che ebbe uno dei video maker, la ricordo soprattutto perché dimostra la fiducia enorme che si era creata tra lo staff, noi e Michele. Lo girammo senza neppure raccontargli il soggetto perché lui ci dis-se: andate, non m’interessa, poi lo vedrò in televisione. Divenne la sigla d’un programma di Sky. Negli stadi incominciarono a ve-nir fuori striscioni con scritto: metti a Cassano. Quel lavoro resta memorabile perché, a parte il divertimento, sancì quella specie di patto non scritto tra ragazzi che avevano pochissima esperienza, ma tanta fantasia, e un cliente che fin dall’inizio era stato molto esigente, ma che alla fine si fidava ormai così tanto di noi da non voler neppure leggere la sceneggiatura».

GRAZIANO CONVERSANO: «Quel periodo era veramente magico, e la creatività non aveva confine».

MICHELE CAPRIATI: «Metti a Cassano è stato l’unico strumento di promozione mediatica forte della prima campagna elettorale. I creativi dell’epoca sfruttarono quell’occasione facendo un ottimo lavoro. Per la campagna elettorale si puntò però più sulla presenza nel territorio e sull’ascolto della gente in una logica di ampio de-centramento. L’ultima, al contrario, è stata prevalentemente cen-trata sul messaggio mediatico e sulla presenza nei media piuttosto che nella raccolta d’idee ascoltando la gente. Mi è rimasta molto impressa la foto di questo giovane anziano abbracciato da Emilia-no sulla copertina della pubblicazione Ce ha ffàtte Emiliane?. Del resto, dopo cinque anni di attività amministrativa, il rapporto con il territorio non era più da costruire. Occorreva propagandare quello che l’Amministrazione Comunale aveva fatto. Per questa ragione, Proforma è stata molto più importante della prima volta».

ANDREA TROISI: «Quella del 2009 è stata la mia prima esperienza in una campagna elettorale vissuta da dentro. Non avevo idea che

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occorresse così tanta preparazione e così tanto lavoro, anche fisico, per portarla a buon fine. Sono stato accolto come in una famiglia. La mia esperienza è cominciata nel giugno 2008. Affidarono al mio studio Troisi Ricerche un sondaggio molto particolare. Volevano co-noscere quanti più particolari possibili dai cittadini di Bari. In quella occasione, conobbi Roberto Lorusso. Mi descrisse i suoi obiettivi. Voleva che creassi delle domande nel questionario dalle quali si capisse la vision del cittadino barese riferita a cinque anni prima, al presente e proiettata nel 2015. Il risultato fu la elaborazione d’un questionario di 47 domande somministrato a 1288 cittadini bare-si. Avemmo due risultati: da una parte c’era una buona parte del futuro programma elettorale, dall’altra una previsione elettorale aggiornata al 25 giugno 2008. Avrebbe vinto Di Cagno Abbrescia con sette punti di scarto. Fu un contraccolpo pazzesco per l’organiz-zazione e lo staff di Emiliano. Non c’era un momento da perdere: occorreva muoversi subito. Il gap da correggere era grandissimo e il problema era enorme: non solo Emiliano avrebbe perso con sette punti di scarto, ma Di Cagno Abbrescia non aveva ancora dichiarato la sua candidatura! Per un anno intero ho lavorato spalla a spalla, gomito a gomito, con il suo staff. Ogni mossa era studiata, calco-lata, pesata e soprattutto verificata statisticamente. La macchina era perfetta. Non si poteva sbagliare. Cosa deve fare il sindaco per il Petruzzelli? Semplice: chiediamolo alla gente. Il Capodanno? Dev’essere sobrio o sfavillante? Semplice: chiediamolo alla gente. Tutte le teorie di statistica, di valore atteso, di statistica ponderata studiate all’università, venivano applicate fin nella virgola. Se nella prima campagna elettorale furono utilizzati i Forum tematici per conoscere quello che volevano i baresi, nella seconda lo è stata la statistica applicata. Sapevamo scientificamente cosa doveva dire il sindaco, dove doveva andare e quali erano le richieste dei baresi».

FORTUNATA DELL’ORZO: «Lo staff e Lorusso hanno contato ab-bastanza nella fase d’intercettazione delle richieste dell’elettora-to perché hanno saputo interpretarle. Bari non torna indietro, il claim della seconda campagna, era perfetto: sia graficamente, con

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la freccia da sinistra a destra, che nel contenuto. Lì c’è la capacità professionale di Proforma contro cui si sono scontrati quelli che hanno fatto la campagna elettorale per Simeone Di Cagno Abbre-scia. Di Roberto Lorusso penso che il suo ruolo di organizzatore è stato importantissimo. All’inizio dell’esperienza di Emiliano era il motivatore. Da buon organizzatore, ha trovato le persone giuste al momento giusto. Emilab è un po’ opera sua».

EUGENIO IORIO: «In Emilab non trovo alcuna genialità se non le forme di reclutamento delle persone, molto simili a quelle di Obama. Sono cioè geniali le modalità di reclutamento fondate sulla fiducia e sulla professionalità delle persone coinvolte. Det-to questo, il progetto Emilab aveva una funzione di valutazione e di analisi progettuale diversa e forte. Ha però perso incisività nel momento in cui alcuni di Emilab hanno accettato di costituire e far parte d’una lista elettorale, Bari vai avanti. Emilab doveva fare un’operazione di lettura e di aggiornamento dei sentimenti e dei desideri dei cittadini dei quartieri rispetto alle politiche del primo mandato del sindaco. Emiliano non ha invece capito la rottura epi-stemologica rispetto alla fenomenologia politica, l’idea spontanea ma desiderosa di organizzarsi, e se n’è solo avvalso come cassa di risonanza».

DANILO CALABRESE: «Emilab è stata un’esperienza molto esaltan-te. Gli under trenta sono stati la vera spina dorsale della campa-gna elettorale. Tutto era fondato sul volontariato: un dato molto importante. Emilab aveva due menti, Dino Amenduni e Fabio Di Fonte. Loro hanno coordinato tutta l’attività dei ragazzi tramite il web, lavorando al coordinamento e all’organizzazione degli eventi. Gemma Dipoppa, ventun anni, era la più giovane, e si è occupata della redazione dei testi e della cura dei video collocati sul sito di Michele Emiliano, dove si dava dimostrazione degli errori delle amministrazioni di Di Cagno Abbrescia e dei successi di quella di Emiliano. C’era Vittorio Parisi che ha curato prevalentemente le campagne di adbusting, cioè dei manifesti taroccati. Conduceva

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questa campagna sul web attraverso i social network. Ha curato l’evento più bello della campagna elettorale, la manifestazione al quartiere San Paolo con l’intervento di decine di writers che hanno colorato un muro di circa duecento metri all’estrema periferia di Bari. Poi c’era Niccolò Accettura che era il videomaker: lui ha girato e montato tutti i video di Michele Emiliano nella campagna elet-torale, documentandone gli eventi. La gran parte del lavoro con Emiliano in video è stato fatto da lui».

VITTORIO PARISI: «L’evento al quartiere San Paolo è l’episodio che ricordo con maggiore piacere. Un po’ perché l’ho curato in prima persona, un po’ perché ha riscosso un significativo successo non solo nella partecipazione degli artisti, provenienti anche da fuori Bari e da altre regioni, ma dei cittadini del quartiere, di tutte le età, che sono accorsi incuriositi a osservarli all’opera. Poi, senza dubbio, è stato molto bello e molto intenso il tempo impiegato a reclutare i volontari e a creare la rete. È stato molto bello ragiona-re sul programma, contribuendovi attivamente e proponendo le nostre idee e i nostri progetti».

GIOVANNI SASSO: «Già nel 2004 abbiamo sviluppato una parte della campagna elettorale sul web. Creare un sito interattivo per un politico era un’attività ignota ai più. Fummo riconosciuti da l’Espresso come i migliori in Italia nell’aver realizzato il sito inter-net d’un candidato. Quell’anno ci furono le europee, per cui sba-ragliammo una bella concorrenza».

FABIO DI FONTE: «Nel 2004 Emiliano è stato il campione della so-cietà civile, portato alla ribalta da un rinnovato protagonismo del-le associazioni, dei cittadini e della gente comune. Era noto come magistrato antimafia: rappresentava il volto nuovo della politica barese, la garanzia dello spirito di servizio e del rispetto della lega-lità. Già per questo era un rivoluzionario. Ha fatto una campagna nuova ed emozionante, scegliendo uno staff giovane, età media circa trentacinque anni, e una strategia di comunicazione spregiu-dicata e lontana da ogni consuetudine per il mondo della politica.

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Nel 2009 Emiliano è stato il sindaco uscente e insieme il segreta-rio regionale del Partito Democratico. Aveva perso la sua purez-za, in qualche modo. Anche per questo motivo uno dei principali elementi di comunicazione della campagna era rappresentato da una sua immagine con il claim “il sindaco”. Dovevamo spiegare ai cittadini che lui stava continuando a occuparsi di loro nonostante fosse impegnato nelle elezioni, e contemporaneamente riuscire ad ascoltare il territorio e a far percepire la sua presenza. In questa se-conda tornata la scelta è stata di raccontare i risultati e le scelte di cinque anni di governo cittadino e contemporaneamente affidare a uno staff ancora più giovane rispetto alla precedente esperien-za, età media ventitré anni, tutta la comunicazione web e buona parte dell’organizzazione. Sei ragazzi, tutti sotto i venticinque anni, si sono occupati di trasformare una campagna elettorale nel più innovativo laboratorio politico degli ultimi anni: Emilab. Il labora-torio ha prodotto tantissimi contenuti per la comunicazione web che spesso sono stati utilizzati anche sui media convenzionali. Si è impegnato in una massiccia operazione di ascolto del territorio. Ha conosciuto i baresi, elaborato le loro richieste e riportato al candi-dato le istanze dei cittadini dando spesso dei suggerimenti su come risolvere dei problemi. Un piccolo esercito di centocinquanta ra-gazzi sotto i trent’anni ha invaso la città e il web con la propria for-za e voglia di cambiamento, riconoscendosi nella figura di Michele Emiliano. Emilab ha anche collaborato con la stesura del program-ma elettorale, e successivamente ha partecipato alla realizzazione delle linee programmatiche approvate in consiglio comunale».

DINO AMENDUNI: «Io mi sono occupato moltissimo di comunica-re Michele Emiliano sul web. È stato un lavoro molto evidente, fat-to di costanza e preparazione, ma contemporaneamente oscuro e indecifrabile. Perché se è vero, ad esempio, che tutti potevano os-servare le dinamiche della campagna elettorale sui social network, nessuno può quantificare quanto quel contributo abbia avuto un peso politico o abbia saputo generare consenso. Di sicuro l’uso della comunicazione sul web è riuscito a umanizzare il candidato, a far cono-

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scere Michele Emiliano come persona e non solo il politico e magistra-to. La gente ha bisogno di sentirsi parte d’un progetto di costruzione del senso di comunità attorno a un’istituzione. Questo è un obiettivo difficilmente misurabile, ma che è stato sicuramente raggiunto».

LUIGI QUARANTA: «Roberto Lorusso è stato molto importante per-ché ha innovato la costruzione dei modelli organizzativi. Paradossal-mente, e ho rimproverato più volte Roberto, non è stata comunicata abbastanza la qualità di quello che stava facendo. I modelli sui quali lui lavora si usano negli Stati Uniti e nei paesi nordeuropei. In Comune ci si è invece impastoiati in una polemica sul motivatore senza sbattere in faccia ai detrattori l’importanza dei modelli di comunicazione nella pubblica amministrazione che sono non solo necessari, ma corrispon-denti ai migliori modelli internazionali».

CARLO BRUNI: «Questa idea della partecipazione che, insieme a Ro-berto e agli altri, abbiamo coltivato, rientra nel concreto valore d’im-presa. Se non limitiamo l’idea d’impresa al liberismo più becero, i gran-di cambiamenti e le evoluzioni della storia sono un’impresa. All’inizio della campagna elettorale, quando incontravamo i rappresentanti di altre coalizioni politiche presentandoci con il nostro metodo parteci-pato, facevamo la figura dei marziani. Ci hanno tollerato fino a quando hanno visto un gran movimento che ha portato Michele a vincere, ma quando si è trattato di entrare nella gestione della città hanno preferi-to ritirarsi nei vecchi giochetti senza rendersi conto di quanta potenzia-lità ha un metodo fondato su valori condivisi. Così il nostro gruppo di lavoro è stato smembrato. Ci si è scontrati con la burocrazia comunale, ma c’è stato anche l’ostruzionismo politico al Metodo in Comune di Roberto Lorusso».

MARIO D’AMELIO: «Confermo l’impressione diffusa che il Metodo in Comune introdotto da Lorusso si sia scontrato con la struttura buro-cratica comunale. Aggiungerei che, quando nella realtà d’un sistema s’introducono metodologie e persone nuove, scatta un meccanismo di conservazione, per cui in una certa misura è comprensibile che dosi massicce d’innovazione facciano scattare elementi di difesa».

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ADRIANA LOGROSCINO: «Roberto Lorusso ha una filosofia che ho la sensazione sia incompresa a Bari. Credo anche che abbia pagato un’ar-retratezza del contesto in cui si è mosso. Le sue idee, il suo metodo, mi sembrano efficaci. Lo dimostra il buon risultato ottenuto fino a quan-do sono stati applicati all’interno del comitato ristretto per le campa-gne elettorali di Emiliano: i Forum tematici, per esempio. Ma quando Lorusso ed Emiliano hanno tentato di portarlo nella gestione dell’am-ministrazione del Comune, questo metodo ha fallito. Colpa, forse, dei meccanismi bizantini che la governano».

MARIO D’AMELIO: «Nonostante le resistenze al Metodo in Comune, in ogni caso parecchio si è innovato. Qualcosa dell’impegno di Lorus-so, quindi, è rimasto. Per esempio, nella gestione amministrativa, la struttura dirigenziale ha capito che la programmazione e gli obiettivi non dovevano solo restare scritti sulla carta. Sostanzialmente la pro-grammazione è stata fatta coincidere con la realtà. Una buona parte degli obiettivi sono stati raggiunti, cosa non normale nella pubblica amministrazione».

PIERLUIGI BALDUCCI: «Roberto Lorusso ha avuto una funzione molto diversa tra la prima e la seconda campagna elettorale. Nella seconda ha avuto una funzione più tecnica e meno generale. Nella prima ha invece avuto una funzione molto positiva e particolare perché dava ai politici e agli amici di Michele un minimo di organizzazione, e in parti-colare un’impostazione aziendale. Ciò, soprattutto, nel senso che sa-pevano di dover fare una determinata cosa in un tempo dato. I partiti non lo sanno fare perché effettuano le campagne elettorali secondo abitudini. Non conoscevo Roberto quando abbiamo iniziato a collabo-rare, e la sua appartenenza all’Opus Dei mi ha messo sul chi va là non appena Michele ce lo propose. Devo invece dire che abbiamo saputo collaborare in maniera molto costruttiva, e oggi c’è un rapporto di reciproca simpatia».

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Cenni al Metodo in Comune

ROBERTO LORUSSO: «Il Metodo in Comune ideato e sperimen-tato al Comune di Bari è stato un mix fra tecnologia informatica e pratica delle organizzazioni che apprendono. Al termine della mia collaborazione, ho pensato di lasciare testimonianza di quello che avevo realizzato mediante la pubblicazione d’un libro. Ciò affin-ché non venissero perse una serie di soluzioni utili a una migliore azione amministrativa. Le parole chiave del cosiddetto Metodo in Comune spiegato nel libro sono: condivisione, partecipazione, trasparenza, creatività. Condivisione delle azioni del programma che il sindaco intende attuare e di tutti gli obiettivi affidati ai diri-genti per portare a termine quelle azioni. Partecipazione di tutti, amministratori, partiti, dirigenti, dipendenti comunali, associazio-ni, cittadini, alle scelte e alle modalità con le quali raggiungere i risultati attesi. Trasparenza per consentire a chiunque di seguire l’andamento e lo sviluppo nel tempo delle attività. Creatività per consentire di fare le solite cose in modo nuovo e cose nuove mai fatte prima, ma tutte utili al bene comune».

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Il libro Per una città governabile, Progedit, 2006, raccoglie ri-flessioni, oltre che di Roberto Lorusso, anche di Michele Emiliano nonché di Mario Marchillo e Aniello De Padova, rispettivamente dirigente e funzionario del Comune di Bari. La prefazione è di Gianfranco Rebora, magnifico rettore dell’Università “Carlo Cat-taneo” (Liuc), mentre la postfazione è di Gianfranco Dioguardi e Salvatore Marzano, all’epoca rispettivamente professore ordi-nario di Economia e Organizzazione aziendale e magnifico retto-re del Politecnico di Bari. Eccone alcuni estratti.

MICHELE EMILIANO: «Pochi giorni dopo il mio insediamento, ho iniziato la pratica della nuova metodologia realizzando un forum, dal titolo Un metodo in Comune. L’obiettivo diretto era quello di ricevere aiuto per meglio definire le qualità che avreb-bero dovuto possedere gli assessori che stavo per scegliere di lì a pochi giorni. Il mio staff aveva perciò progettato una due giorni, alla quale hanno partecipato circa cento persone che rappresentavano il mondo dei partiti e della società civile. I cittadini potevano seguire i lavori in una grande aula dotata di un maxischermo sul quale venivano proiettate le immagini del nostro incontro. Non mi dilungo sulle modalità con cui è stato progettato e realizzato il forum, ma certamente posso dire che questa metodologia mi ha consegnato risultati inaspettati e di grande valore».

MARIO MARCHILLO: «Appena conosciuto il progetto trattato [...] dal sindaco e da Roberto Lorusso – progetto condiviso in una serie d’incontri con i miei colleghi dirigenti – ho subito in-travisto il concretizzarsi del processo di programmazione e con-trollo nel Comune di Bari che, se pur avviato da tempo, non tro-vava concreti strumenti di attuazione».

ANIELLO DE PADOVA: «Perché GovernAzioni10 potesse essere utilizzabile come metodo di lavoro in modo efficiente, era in-dispensabile disporre di uno strumento di raccolta ed elabora-

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zione delle informazioni utile ai vari soggetti coinvolti. Solo in questo modo, infatti, l’intera macchina politico-burocratica po-teva essere costantemente informata sullo sviluppo delle varie attività necessarie all’attuazione del Piano delle Azioni. Occor-reva cioè dotare l’ente di un sistema informativo capace di ca-talogare e rendere fruibili una moltitudine di dati estremamen-te eterogenei che, opportunamente organizzati, consentissero ad esempio: al sindaco, di conoscere lo stato di avanzamento delle singole azioni; al dirigente, di verificare la coerenza e la tempistica dell’operato della propria struttura in relazione alle modalità di sviluppo del Piano delle Azioni; al dipendente, di suggerire eventuali miglioramenti e/o interrelazioni tra eventi e fatti nel più sano spirito del lavoro collaborativo e creativo; al politico, di essere informato su tutto quanto accade allo scopo, ad esempio, di avviare processi autonomi di coinvolgimento e coinfronto fra l’interno dell’ente e la comunità amministrata».

GIANFRANCO DIOGUARDI e SALVATORE MARZANO: «Interpre-tando schumpeterianamente il Comune come una vera e pro-pria impresa, Emiliano e i suoi collaboratori sono impegnati in una costante introduzione di innovazione nei processi che carat-terizzano l’amministrazione della cosa pubblica, sempre consi-derata in primo luogo bene comune, tale da rappresentare “l’in-sieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai singoli cittadini, ai gruppi, alle comunità, di raggiungere meglio e velocemente la propria perfezione”. Così, in quanto sindaco di Bari, Emiliano persegue anche l’efficienza e l’efficacia dell’ammi-nistrazione comunale mai trascurando le motivazioni etiche, per “evitare danni e assicurare vantaggi ai futuri cittadini”. Nasce perciò un vero e proprio Metodo in Comune con connotazioni fortemente innovative che rendono la città di Bari un singolare laboratorio sperimentale di organizzazione della gestione e di governance dell’amministrazione della cosa pubblica. È un me-todo che poggia saldamente su processi informativi che proce-dono dal basso verso i vertici – bottom up – così da poter essere

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resi oggetto di decisioni operative condivise e democratiche da restituire poi alla base secondo sequenze top down. In questo quadro ogni partecipante alla vita operativa pubblica, e in par-ticolare tutti gli assessori delegati allo svolgimento di specifiche funzioni, sono sollecitati a operare alla stregua di imprenditori di se stessi avendo a disposizione gli strumenti conoscitivi utili per impostare la loro azione nella maniera più efficace ed ef-ficiente possibile, tesa sempre al conseguimento del risultato programmato. Con questo obiettivo bene in evidenza, Roberto Lorusso, consulente del sindaco, indica come prima competenza la necessità di praticare l’esercizio dell’ascolto, cioè del “vero ascolto”, “quello che ci mette in relazione con gli altri senza ti-more, perché consapevoli di non essere detentori della verità”. E anche questo insegnamento trae origine dal mondo delle or-ganizzazioni imprenditoriali».

GIANFRANCO REBORA: «Nell’approccio di Emiliano c’è però una visione politica, prima di tutto, quella di Bari come metropoli euro-mediterranea della pace, e c’è un valore dell’ascolto che orienta le metodologie più specifiche che ricadono dall’azione di governo fino ai molteplici spazi di gestione e amministrazione. [...] I sistemi di gestione integrata delle informazioni e delle co-noscenze esprimono un grande potenziale per il miglioramento organizzativo e quale leva di trasformazione aziendale, proprio in assetti complessi come quello di un grande Comune. Per rag-giungere il risultato richiesto è tuttavia necessario un grande e serio lavoro nel profondo delle strutture organizzative, che por-ta ad affrontare aspetti tecnici e aspetti di comportamento delle persone ai diversi livelli e non può non fare i conti alla fine anche con la trasformazione del sistema di potere che orienta di fatto l’organizzazione. […] È comunque un segnale importante per il nostro Paese che un grande comune del Sud inizi a porsi que-sto ordine di obiettivi. Rassicura che lo faccia con semplicità e pacatezza, partendo dal quotidiano e dall’attenzione ai partico-lari, sviluppando un approccio evolutivo, collegando soprattutto

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il metodo di governo politico dell’ente al metodo di gestione e amministrazione».

ROBERTO LORUSSO: «Come viviamo il presente è ciò che de-termina l’avvenire. La capacità di pianificare è l’arte per la de-terminazione dei futuri desiderati e la cancellazione dei futuri indesiderati. In pratica, la pianificazione è l’utilizzo coerente di tutte le energie in vista di un futuro prescelto. Costruiamo il fu-turo della città di Bari in base alla programmazione che la giunta Emiliano ha fatto e che si appresta a continuare in questi giorni condividendone le azioni con tutti coloro che possono e che de-vono dare il loro contributo. Le azioni condivise daranno vita ad un piano dei tempi di attuazione e un piano di investimenti che determineranno il benessere di domani. Chi ha il dovere di pro-grammare il futuro di una città può offrire ai cittadini un futuro banale, normale, utile, oppure un futuro meraviglioso, fantasti-co, generoso, insomma... ideale. [...] La lista delle amministra-zioni comunali, anche della nostra regione, che hanno fallito i loro obiettivi è lunga e triste. Possiamo immaginare le motiva-zioni: passione esagerata per il passato, per le regole e codici della politica; per la recita dell’abbiamo sempre fatto così; per la paura e l’incapacità di realizzare una innovazione radicale».

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Ce ha ffàtte Emiliane?

ROBERTO LORUSSO: «Realizzare il Ce ha ffàtte Emiliane? è stata una cosa molto complessa: direi anche la cosa che ci ha impegnato maggiormente durante la seconda campagna elettorale. Dopo la raccolta dei materiali, la classificazione in un database struttura-to, vi abbiamo impegnato tutto il nostro tempo della terza parte della campagna elettorale con la paura di non farcela. C’è stato un momento topico che ha dato la svolta alla sua realizzazione: una mia dolce arrabbiatura con conseguente riposizionamento di ruoli e tempi. Poi abbiamo visto la luce. In realtà va anche ricordata una richiesta di Michele che di fatto è stata utile, ma ha costretto Giovanni Sasso a lavorare per altri quattro giorni senza fermarsi un momento».

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Punta Perotti va giù, il Petruzzelli sale su

ROBERTO LORUSSO: «Tutto quello che Michele ha comunicato per Punta Perotti e il Petruzzelli, e lo stile con il quale lo ha fatto, è scaturito da un lavoro collegiale nel pieno rispetto della strategia prevista per quella parte della campagna elettorale».

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Perché Emiliano vince?

ROBERTO LORUSSO: «Io ricordo molto bene queste due vittorie elettorali. Ne traggo insegnamenti e motivazioni esaltanti: spicca-no la sua personalità, le sue capacità relazionali, il desiderio di dar-si tutto a tutti. Sono state vittorie per far vincere i baresi che non contano. Delle altre sue vittorie, ho una visione meno esaltante. Forse perché mi sono apparse soltanto sue».

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Ma dove vuole andare?

ROBERTO LORUSSO: «Dove vuole andare ormai lo sa soltanto lui. Da un po’ di tempo a questa parte, ha smesso di condividere real-mente i suoi obiettivi con altri. Michele ha un modo tutto suo di perseguire il bene comune: forse pensa che immolandosi nei di-versi ruoli che gli vengono proposti, o che lui ambisce a ottenere, possa perseguirlo più rapidamente. È vero che molti di coloro che fanno politica oggi risultano essere dei mediocri, ma lui forse si sente un po’ troppo salvatore della patria. Nel vedere come ha go-vernato questi cinque anni, pur nel rispetto di quello che ha sapu-to realizzare, ritengo che il suo stile risponda più a questo modello mentale che a una visione realmente collegiale e partecipativa».

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Una bella avventuraScritto da Roby per gli amici

di Roberto Savino

Personaggi Interpreti

Groucho Nichi Muciaccia

Comandante Michele Emiliano

Rosso Relativo Pierluigi Balducci

Scarpe Lucide Antonio Madaro

Mustazz Blanche Christian Selvini

Olivolì Olivolà Carlo Sabbà

Mosca Cocchiera Roberto Savino

L’Egiziano Vincenzo Sassanelli

7 colori dell’iride Indagine Arcobaleno

La Monarchia Repubblica

Il Cordì Il Corriere del Mezzogiorno

P2 Silvio Berlusconi

Greens Verdi

Revirement Rifondazione Comunista

Camelia La Margherita

Partito diviso della sinistra Democratici di Sinistra

Il Patriarca Giovanni Emiliano sr.

Lady Franca Franca Lattarulo Emiliano

Il Colonnello Victoria Vittoria Tancredi

(capo della sua cancelleria)

La Fida Iol Iolanda (cancelliera)

Antò Antonio (poliziotto collaboratore)

Angel Mezzacapa Michelangelo (carabiniere di scorta)

Convenzione Arcobaleno Convenzione dei partiti

e delle associazioni di centrosinistra

Il mare a Parigi Baresi per Bari

Via Sparasalsa Via Sparano

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Bastondog Franco Mazzacane

Bim Bum Roberto Lorusso

Alba Rossa Alba Russo

E che so’ Pasquale io Pasquale Martino

Chi sa chi lo sa Michele Losappio

Milli Maurizio Mastrorilli

Ciccillino Francesco Muciaccia

Fully Fulvio Muciaccia

Germano Alto Aldo Muciaccia

Mamma Anchisa Idea Muciaccia

Aronne Alessandro Emiliano

Cucciola Simonetta Emiliano

Fidanzato Raf Raffaele Palumbo

Panzè Angelo Pansini

Luca bambino mio Luca Scandale

Prof.ssa Pinella Antonella Rinella

Laprima Elena Laterza

Chicchiricchì Mario Gallo

Lena Maddalena (segreteria)

Lucy Angela (segreteria)

Golia Alessandro Cucciolla

Volante 1 Addetti alla sicurezza

Volante 2 Addetti alla sicurezza

Lo Scuro Carlo Bruni

Maso Loporchio Augusto Masiello

Ristorante Bufalino Ristorante Provolina

Enzo Zac Enzo Sportelli

La Maestra dalla penna rossa Cinzia Capano

De Aquila and the Sisters Enzo De Falco con Aurora e Lucia

Penelope dalla infinita pazienza Elena Vendemiale Emiliano

Il Maggiore Giovanni Emiliano jr

Franceschina Francesca Emiliano

U mininn minunn detto Mimmo Pietro Emiliano

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Tenore Maria Gabriella Caruso Sassanelli

Maria Maria Sassanelli

Vituccio Vito Sassanelli

Drama Long Marinella Ciocia Savino

Martina Martina Savino

Mi.Ti Maria Teresa Barbarossa Madaro

Marco e Gaia Marco e Gaia Madaro

Lando, Air Bag, Pertica, Willie Renzo Ranieri, Laura Marotti e figli

Zanobina Giovanna (Jenny) Iacovone Balducci

Michelino Michele Balducci

Iannina Chiara Anna Chiara Balducci

Jan Pier Giampiero Scaglione

Nonopoli Monopoli

Il Faro della campagna Porto Giardino

Cassone Franco Cassano

Oscurello Franco Chiariello

Elefante Marino Vittorio Pesce Delfino

Prezzemolo Arturo Cucciolla

Flower Tommaso Fiore

Coiffeur Marco Barbieri

Maz Maz Dino Borri

L’Allievo Nicola Martinelli

Trentatre Luigi Quaranta

Re dell’Epiro Federico Pirro

Lo Smilzo Beppe Ruta

Drinkwater della botte Paolo Bevilacqua

Erreerre Roberto Ricco

Teatro Aspettando Godot Teatro Kismet

A favore della sostanza Proforma

Teatro 13 dicembre Kursaal Santalucia

Mister Gigi Frisini

Gregorio Liborio (Pucci) Mincuzzi

Grissino Piero Fassino

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Sala Peppina Sala Giuseppina

Lilly Palmentura Personaggio interpretato

da Carmela Vincenti

Amica dei viventi non umani Anna Colasante Dalfino

Macrone Nicola Laforgia

Il Pazzo Pasquale Sportelli

Artesiani Fabio Pozzi

Argentini Marco Bronzini

Mama Maria Maugeri

L’Imperatore Cesare Veronico

Barbarossa Luigi Velli

Albergo Non portiamo pena Hotel Ambasciatori

Il Boss Michele (Lino) Capriati

Treccione della Murgia del sud Enzo Lavarra

Storia degli italiani Giovanni Procacci

La Pasta Vincenzo Divella

L’Errante Giovanni Pellegrino

Destro Marcello Mancino

Nelson Maurizio Federighi

La minore delle due sorelle Lucia De Falco

Che si dice al Consiglio di Stato? Umberto Conti

Pollice Antonio Castorani

Il Prode Ettore Sbarra

Il Poeta Nichi Vendola

A cura di Vincenzo Sassanelli

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€ 15,00

Michele Emiliano è protagonista a Bari e in Puglia d’una espe-rienza particolarmente interessante e innovativa nella realtà politica italiana. Ecco i come e i perché raccontati da osserva-tori e protagonisti.

Roberto LorussoNato a Bari, sposato, 5 figli. Imprenditore e consulente per l’in-novazione e l’apprendimento continuo, si occupa di pianificazio-ne strategica per imprese ed enti pubblici attraverso tecniche di Partecipazione creativa e di Dinamica dei sistemi. Ha progettato e guidato le campagne elettorali di Michele Emiliano.

Autore di:

- Informazioni per decidere, Franco Angeli Editore, Milano- Per una città governabile, Progedit Editori, Bari- DePILiamoci, Editori Riuniti, Roma- L’impresa virtuosa, Editori Riuniti University Press, Roma- All’alba della notte bianca, Editori Riuniti University Press, Roma

www.robertolorusso.it

Pietro Andrea AnnicelliNato a Ischia, giornalista, collabora a giornali e riviste tra i quali il Corriere del Mezzogiorno. È direttore e proprietario a Martina Franca del giornale Cronache Martinesi.

www.corriericosmici.it

ISBN 88-89979-15-0


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