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Mezzi di lotta agli
insetti in agricoltura
MEZZI MECCANICI
1- RACCOLTA DIRETTA
potature
2- RACCOLTA INDIRETTA
utilizzo di piante esca più attrattive della coltura principale
spazzolamento + scortecciamento delle piante arboree
contro le cocciniglie
interramento degli stocchi contro la piralide
CALORE
- bruciare residui di potatura, ristoppie, nidi
- applicare calore secco alle derrate alimentari e umido per
risanare semi o bulbi
- effettuare la SOLARIZZAZIONE: riscaldamento del
terreno sotto pellicola plastica (40-50°C)
E’ una pratica diffusa in terreni che ospiteranno colture
orticole/floricole e soprattutto nelle zone meridionali o la
Liguria
Spesso si ricorre anche alla FUMIGAZIONE del terreno
con prodotti chimici ad ampio spettro d’azione
MEZZI FISICI
Scelta della varietà: ad esempio le varietà precoci di
ciliegio permettono di evitare l’attacco di Rhagoletis
cerasi oppure varietà precoci di melo permettono di
evitare l’attacco di Cydia pomonella: in questo modo i
frutti sono maturi prima che vi sia il picco di volo di tali
insetti
Impiego di materiale propagativo sano: ad esempio semi
conciati o barbatelle di vite certificate per l’assenza di
virus o altre malattie trasmissibili da parte degli insetti
MEZZI AGRONOMICI
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Potature: per eliminare insetti che vivono a
spese del legno di piante arboree. E’
altrettanto importante, poi, eliminare i residui
di potatura bruciandoli (all’interno dei rami o
della branche vi possono essere uova, larve o
pupe)
Lavorazioni del terreno: per eliminare gli
insetti terricoli (es. grillotalpa, uova di
cavallette, maggiolino, ecc..)
Rotazioni colturali o messa a riposo del terreno
per 1 o più anni
il succedersi per anni di una monocoltura comporta
la riduzione della biodiversità dell’ecosistema e
quindi l’impoverimento dell’ambiente che diventa
più fragile e difficilmente riesce a reagire agli
stress esterni (es. comparsa improvvisa di un
nuovo fitofago)
Caso emblematico è quello della monocoltura di
mais (ad esempio nella Pianura Padana) che
favorisce la pullulazione di piralide e diabrotica
Creazione di “zone-rifugio” per insetti utili
spesso gli insetti utili sono predatori da larve e glicifagi
da adulti
l’assenza di piante spontanee ai bordi dei campi
(forniscono nettare) determina la scomparsa di molti
ausiliari e l’impossibilità di contenimento di insetti dannosi
sulla coltura principale
è importante creare “zone rifugio”, dove gli insetti utili
possono riprodursi e sopravvivere per poi passare alla
coltura principale e attaccare gli insetti dannosi
PER MANTENERE IN SALUTE IL CAMPO COLTIVATO E’ IMPORTANTE GARANTIRE UNA
ELEVATA BIODIVERSITA’
PIANTE COLTIVATE
PIANTE SPONTANEE AI MARGINI DELLA COLTURA PRINCIPALE (es. siepi) O
NELL’INTERFILA
INSETTI UTILI CHE DALLE SIEPI SI SPOSTANO SULLA COLTURA
PRINCIPALE E LA DIFENDONO DAGLI INSETTI DANNOSI
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L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITA’ NEL CAMPO COLTIVATO
gestione agroecologica
+ insetti utili - insetti dannosi
diversificazione habitat
ridotti interventi meccanici
fertilizzazione organica
siepi, policolture, rotazione colturale, colture di copertura
gestione intensiva
lavorazioni meccaniche monocoltura
fertilizzazione chimica
interventi fitosanitari ad ampio spettro
diserbo totale
- insetti utili + insetti dannosi
Le siepi hanno varie funzioni:
• frangivento
• protezione dall’erosione e dagli smottamenti
• trattengono l’acqua nel suolo
• sono corridoi che consentono il passaggio di insetti utili
tra diversi ambienti
• rifugio per piccoli mammiferi, rettili, insetti
• creano un panorama agricolo più naturale
le siepi offrono agli
insetti utili
rifugio
risorse alimentari
(polline e nettare)
siti svernamento
habitat
TRAPPOLE
sono dispositivi per catturare insetti adulti
Gli insetti possono essere attratti dalla LUCE (trappola
fototropica), dai COLORI (trappola cromotropica) e
dalle SOSTANZE CHIMICHE (trappola chemiotropica).
Le trappole sono impiegate per:
MONITORAGGIO e CATTURA MASSALE
MEZZI BIOTCNOLOGICI
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Trappola a capannina per monitoraggio.
Il pannello inferiore è cosparso di sostanza collante e contiene al centro l'erogatore del
feromone
IL MONITORAGGIO
esercitano attrazione
attraverso il colore
La CATTURA MASSALE
serve a catturare il maggior
numero di adulti, soprattutto
maschi, per ridurre il
potenziale riproduttivo di una
specie dannosa e mantenere
la popolazione entro livelli
tali da non costituire un
danno economico per la
coltura
LA CATTURA MASSALE
La lotta biologica è la conservazione e l’uso
di INSETTI UTILI esistenti nell’ambiente
naturale per controllare la densità di
popolazione degli INSETTI DANNOSI
mantenendola al di sotto della soglia
economica di danno.
La lotta biologica non abbatte la popolazione
di un organismo dannoso ma la mantiene
entro livelli tali da non costituire un danno
MEZZI BIOLOGICI
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nel 1888 nacque negli USA la lotta biologica
negli agrumeti della California si stava diffondendo la
cocciniglia Icerya purchasi, proveniente dall‘Australia dove
non causava alcun danno (in California il livello di
infestazione era preoccupante)
dall’Australia fu introdotto la coccinella predatrice Rodolia
cardinalis: essa debellò completamente Icerya in
California
la coccinella fu introdotta in tutte le regioni agrumicole
del mondo
La lotta biologica classica può essere realizzata attraverso 3 metodi:
propagativo: vado a cercare nell’area di origine
di un insetto dannoso quali sono i suoi limitatori e li introduco nell’ambiente in cui il
fitofago è stato importato
inoculativo: introduco periodicamente nell’ambiente piccole colonie di un insetto utile
inondativo: insetti utili lanciati nell’ambiente
come fossero un formulato insetticida
Il ricorso alla lotta biologica in agricoltura è una
conseguenza dell'uso indiscriminato di fitofarmaci a
LARGO SPETTRO D’AZIONE (clororganici,
fosforganici, carbammati), dotati di notevole
PERSISTENZA (clororganici), di elevata TOSSICITA’
(fosforganici, clororganici)
Tra gli aspetti negativi della difesa chimica delle
colture: l'accumulo dei residui ai vertici delle catene
alimentari, il dissesto ecologico dovuto all'inquinamento
delle falde acquifere e dei corsi d'acqua e l'incremento
dei rischi per la salute pubblica
Altri aspetti negativi:
• comparsa di fenomeni di resistenza nelle specie
che si riproducono rapidamente (es. afidi)
• riduzione delle popolazioni di insetti utili
La lotta biologica è efficace se attuata su
ampie superfici: fanno eccezione gli ecosistemi
fisicamente isolati quali le serre
La lotta biologica offre risultati
duraturi nel tempo rispetto alla difesa chimica
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VANTAGGI DELLA LOTTA BIOLOGICA
• controllo efficace delle specie dannose
• controllo di specie resistenti ai fitosanitari
• riduzione dei prodotti fitosanitari
• nessun impatto sull'entomofauna utile selvatica
• stabilizzazione dell'agroecosistema
• no effetti fitotossici-no tempo di carenza
• ambienti di coltivazione sani
• produzioni agricole pulite
COCCINELLE
uovo
larva
pupa
adulto
SIRFIDI
OTTIMI PREDATORI DI AFIDI, MOSCHE BIANCHE
E ALTRI INSETTI DANNOSI originario del continente
americano
le femmine depongono un uovo sul corpo delle giovani
Metcalfa pruinosa
Neodryinus contro Metcalfa
sottrae linfa elaborata ed imbratta la
vegetazione con cera e melata
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L’IMPIEGO DI MEZZI BIOLOGICI DI
LOTTA CONTRO GLI INSETTI DANNOSI
coleottero coccinellide che si nutre delle principali specie di afidi presenti sulle piante arboree,
arbustive ed erbacee
lo sviluppo da uovo ad adulto passa attraverso 4 età larvali e richiede 3 settimane con temperature
attorno ai 20-25 °C
la III e la IV età larvale, insieme agli adulti, sono gli stadi più voraci in grado di divorare fino a 100
afidi al giorno
Adalia bipunctata
le femmine adulte depongono le uova in piccoli gruppi nei pressi delle colonie di afidi
le larve neonate iniziano a nutrirsi di prede, inizialmente ricercando quelle più vicine e di più ridotte
dimensioni
successivamente acquistano grande mobilità ed estendono la loro azione in un raggio più ampio
impiegata soprattutto come larva, su piante ornamentali, frutticole ed ortaggi, con interventi localizzati nei focolai di infestazione, ed anche in
combinazione con altri ausiliari
Adalia richiede un elevato numero di prede per svilupparsi, per cui non è adatta a lanci preventivi in
assenza di prede
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acaro fitoseide predatore di tripidi (Frankliniella occidentalis, Thrips tabaci ed altri) su colture orticole ed
ornamentali
Amblyseius cucumeris
è in grado di utilizzare anche altre fonti di cibo, come il polline
il suo sviluppo è molto rapido e richiede 1-2 settimane
le condizioni ottimali sono 18-20°C ed elevata umidità relativa
occorre adottare un programma di introduzione precoce, prima della presenza visibile dei tripidi puntando sulla
capacità di insediamento del predatore anche in assenza di prede
da 20-30 sino a 100 individui per m2, introdotti in una o più soluzioni
acaro fitoseide originario del mediterraneo orientale, molto adatto alle condizioni climatiche calde
è un predatore generico che si nutre di polline ma anche di uova e forme giovanili di mosche bianche e piccole larve di
tripidi
Amblyseius swirskii
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si insedia facilmente su peperone, melanzana, cucurbitacee ed altre, soprattutto in estate
le sue performance decadono nei periodi invernali
ciclo di sviluppo piuttosto rapido
forte densità di popolazione con
disponibilità di polline o prede vive
è utilizzato contro mosche bianche e tripidi in abbinamento ad altri antagonisti Orius laevigatus
ed Eretmocerus mundus
50 - 100 individui per m2
il più efficace antagonista della psilla del pero in Europa
è un predatore polifago che vive anche su altre
specie
sverna da adulto in luoghi riparati come fessure nella corteccia, legno o foglie secche
quando le temperature minime superano i 10°C la
femmina inizia a deporre le uova nei tessuti sotto l'epidermide
Anthocoris nemoralis 5 stadi giovanili 3 generazioni/anno
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è molto mobile, attivo volatore per cui 5-6 punti di lancio per ettaro, per un totale di circa 1.000-1.500 individui,
sono sufficienti per una buona distribuzione
anticipare l'insediamento di una buona popolazione del predatore nel pereto e limitare lo sviluppo della psilla
Aphidius colemani
parassitoide con impiego prevalente su Aphis gossypii in colture orticole e floricole
è solitario, svolge il ciclo larvale all'interno del corpo dell'afide
le femmine frequentano i siti di insediamento degli
afidi e depongono un uovo all’interno della
vittima
l'afide parassitizzato viene lentamente
svuotato dall'interno sino a che si rigonfia, trasformandosi nella cosiddetta "mummia“
buon livello di parassitizzazione
elevata specificità nei confronti dell'ospite
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la distribuzione dell'insetto avviene in più lanci da 0,5-2 individui/m2
interventi precoci con una serie di lanci a dosi minime ostacolano lo sviluppo degli afidi
predatore molto comune di numerose specie di afidi
Chrysoperla carnea larva
pupa
adulto
utilizzata su afidi come Macrosiphum spp. e Myzus spp., su colture di
peperone, fragola, melanzana, piante ornamentali ed altre
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solo i tre stadi larvali di C.carnea, con l’apparato boccale a forcipe, sono attivi predatori
gli adulti si nutrono di polline, nettare ed altre sostanze zuccherine
le femmine depongono le uova, con il tipico peduncolo, in
prossimità delle colonie di afidi
le larve sono immediatamente in grado di nutrirsi di prede quali afidi, acari, uova di lepidotteri, tripidi, cocciniglie
a circa 25°C occorrono 2-3 settimane per completare lo sviluppo da uovo ad adulto
è molto adattabile anche a condizioni ambientali sfavorevoli
le larve vanno distribuite in maniera accurata sulla vegetazione, anche in più riprese, curando maggiormente le
zone più infestate
il quantitativo di riferimento è di 10-20 larve per m2
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coccinellide predatore di cocciniglie cotonose, utilizzato in tutto il mondo sugli agrumi
Cryptolaemus montrouzieri una femmina in condizioni ottimali (intorno ai 25°C) depone sino a 120 uova
in circa un mese si compie il ciclo da uovo ad adulto attraverso 4 stadi larvali
le uova sono deposte in vicinanza delle prede e le larve possano trovare facilmente cibo in grande quantità
Gli adulti devono essere distribuiti il più possibile vicino ai punti di infestazione delle cocciniglie, così da avere un
rapido contatto con le prede
La capacità di predazione è molto elevata e porta fino ad una completa eliminazione del fitofago
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Diglyphus isaea
imenottero parassitoide efficiente nel controllo di minatori
fogliari del genere
Liriomyza spp.
utilizzato su pomodoro, melanzana, ortaggi, piante ornamentali ed altre colture, anche in pieno campo
le femmine, esplorando la superficie delle foglie, ricercano le larve minatrici che, paralizzate con un colpo di ovopositore, costituiscono poi il cibo per lo
sviluppo delle larve di Diglyphus
le larve mature costruiscono una camera pupale nella mina ed, al termine della metamorfosi un nuovo adulto fuoriesce dalla foglia praticando un foro circolare nell'epidermide
ogni femmina depone dalle 60 alle 100 uova e presenta
elevata capacità di ricerca dell'ospite: questo ne consente l'impiego preventivo
le femmine presentano anche intensa attività di predazione delle larve minatrici
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Diglyphus è in grado di ostacolare anche infestazioni già in atto
Lanci ripetuti, con minime quantità dell'ausiliare, sino ad un totale di 0,5-2 individui al m2,
costituiscono il migliore modo per introdurlo negli ambienti colturali
parassitoide di aleirodidi su colture orticole ed ornamentali
gli adulti, tutte femmine, depongono un uovo all'interno di una
neanide
Encarsia formosa la larva si sviluppa all'interno
dell'aleirodide
l’adulto esce dal pupario dell'ospite attraverso un foro circolare
i pupari parassitizzati assumono, dopo circa 1-2 settimane, una colorazione più scura
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E.formosa è anche un’ottima predatrice di neanidi di aleirodidi
sotto i 15°C ed oltre i 30°C l'attività è ridotta: vive bene nelle stagioni intermedie o nelle serre
climatizzate
lanci settimanali dell'insetto, con quantitativi di 2-4 individui/m2 per ogni lancio
imenottero parassitoide di Bemisia spp
a 25-30°C una femmina adulta vive circa 10 giorni deponendo circa 50uova
Eretmocerus mundus
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a 25-30°C il ciclo da uovo ad adulto dura circa 2 settimane mentre in serre non
riscaldate in inverno può superare il mese
a differenza di E.formosa, l'uovo viene deposto esternamente, al di sotto della neanide
la larvetta neosgusciata penetra immediatamente
dentro il corpo del giovane aleirodide
una neanide parassitizzata diventa più rigonfia e lucida e, dopo lo sfarfallamento dell'adulto di E.mundus, rimane
sull’esuvia svuotata il foro di uscita circolare, che indica la parassitizzazione avvenuta
più introduzioni con quantitativi totali tra i 15 ed i 20 individui/m2 che consentono un
progressivo insediamento del parassitoide
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miride predatore di aleirodidi molto diffuso nel bacino del Mediterraneo
Macrolophus pygmaeus
tutti gli stadi sono molto mobili e possono predare tutte le forme degli aleirodidi (uova, neanidi,
adulti)
il ciclo da uovo ad adulto a 25°C dura meno di un mese
Macrolophus pygmaeus è in grado di sfruttare anche altre fonti di cibo come afidi, acari, larve di agromizidi e uova di
lepidotteri
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deve essere introdotto precocemente, anche se la presenza di aleirodidi è minima, per anticipare il
suo sviluppo nella coltura
lanci ripetuti con piccole quantità a partire dall'inizio della coltivazione sono i più indicati
1 - 3 individui per m2
Nesidiocoris tenuis
predatore molto comune nelle aree mediterranee
tutti i suoi stadi si nutrono di piccoli insetti soprattutto di uova, neanidi ed adulti di mosche bianche
Anche le uova di Tuta absoluta costituiscono una preda
importante
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L'intero ciclo di sviluppo è molto rapido soprattutto nelle stagioni più calde quando può durare anche solo 3 settimane adulti e giovani possono nutrirsi anche di linfa e
possono provocare sintomi quali anellature brune su steli e piccioli, cascola fiorale, sino a decolorazioni e
deformazioni dei frutti
questa azione dannosa diventa significativa solo in assenza di prede…
… pertanto questo predatore può avere un ruolo importante dove le infestazioni di mosche bianche sono gravi e vi è
quindi sempre presenza di prede 1 - 2 individui per m2
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eulofide parassitoide di minatori fogliari come Tuta absoluta
Necremnus artynes la femmina paralizza la larva di Tuta
l’ovipositore, quindi depone un uovo dentro la
mina all’esterno del corpo della larva
la larva di Necremnus si nutre dall’esterno di
Tuta consumandola sino a che muta in pupa dentro la mina dalla quale esce l’adulto
Oltre all'azione diretta di parassitizzazione, il valore di
Necremnus è aumentato dall’attività di predazione delle
femmine, che causa forte mortalità nelle popolazioni di Tuta (riduzione 70% delle
larve)
antocoride predatore utilizzato contro i tripidi (Frankliniella occidentalis)
Orius laevigatus
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la sua principale applicazione di successo riguarda le colture orticole soprattutto peperone, fragola, melanzana ed alcune
ornamentali
tutti gli stadi del predatore si nutrono
possono utilizzare come fonte di cibo alternativo polline ed altri fitofagi, tra cui acari, afidi ed
altri piccoli insetti
come la sua preda, anche Orius laevigatus predilige stazionare nei fiori specialmente
se ricchi di polline, del quale si nutre anche in assenza di prede
a circa 25°C, lo sviluppo da uovo ad adulto richiede un paio di settimane
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eseguire lanci ripetuti, di poche unità/m2, a partire dalle prime osservazioni di tripidi o anche
solo in presenza dei fiori, per anticipare l'insediamento del predatore
fitoseide predatore utilizzato contro il ragnetto rosso (Tetranychus urticae), su colture orticole ed ornamentali,
protette o in pieno campo, come fragola, peperone, melanzana, cucurbitacee
Phytoseiulus persimilis
elevata capacità di ricerca
in grado di esplorare
ampie superfici
importante iniziare il programma di lancio precocemente, già alla presenza dei primi
ragnetti isolati, e mantenere un buon livello di umidità relativa
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5-25 individui/m2
è un batterio sporigeno che ospite del terreno
quando viene ingerito dagli insetti sensibili, sporula nell'intestino dell'ospite
libera tossine in grado di danneggiare il canale digerente delle larve, soprattutto di ditteri e
lepidotteri
su questi ultimi sono attivi soprattutto due ceppi: il Kurstaki e l'Aizawai
Bacillus thuringiensis
le tossine, innocue per l'uomo per una questione di pH gastrico, sono prodotte sotto forma di cristalli, i quali si
dissolvono a pH superiori a 9
le tossine Bt sono perciò estremamente specifiche e danneggiano solo l'intestino di ben determinate specie
d'insetti
dal Bacillus thuringiensis è stato estratto il gene che codifica per la tossina e inserito in piante coltivate quali
soia e mais
B. thuringiensis Kurstaki presenta sei differenti ceppi in commercio: 3A3B, ABTS
351, EG2348, SA11, SA12, HD1
B. thuringiensis Aizawai conta il solo ceppo H7, di cui esistono 4 differenti formulazioni
in commercio
Un solo ceppo, l'NB176, per il B. thuringiensis tenebrionis, attivo sui
coleotteri