Date post: | 25-May-2015 |
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Incontrare l’”Altro” in movimentoAtteggiamenti, comportamenti e vissuti generati dall'incontro con lo
“Straniero” sui mezzi pubblici milanesi
Conferenza stampa
Guido Di Fraia Elisabetta Risi - Alessandra Micalizzi – Valentina Orsucci
Una metafora interpretativa
Vetture di superficie e carrozze del metrò possono essere pensate come:
contenitori itineranti di Storie
storie “di passaggio”
storie “quotidiane”
storie “di vita”
palcoscenici di micro-rappresentazioni drammaturgiche
punti di intersezione e di incontro di “percorsi”, biografie individuali, destini etc
luoghi di contatto obbligati con ‘L’Altro da sé” nelle sue diverse declinazioni
Una metafora interpretativa
L“altro da sé”, inteso come:
“lo straniero” visto attraverso gli occhi del residente italiano
“l’autoctono” visto attraverso gli occhi del migrante
“l’immagine di straniero” che il Migrante percepisce di sé per come
questa gli viene “restituita” dallo sguardo, dagli atteggiamenti (verbali e
non verbali) e dai comportamenti dei residenti
Sulla base di tali metafore, obiettivo del lavoro era quello di esplorare:
i contesti (scenari) all’interno dei quali si generano le storie di passaggio
i vissuti ad essi associati e il ruolo svolto da quest’ultimi sulle trame di tali storie e
i principali processi di categorizzazione e percezione dell’”Altro” incontrato
sui mezzi pubblici utilizzati da Italiani e Stranieri
i risultati di tali processi di categorizzazione in termini di “tipologie” dello
“straniero” riconosciuto come presente sui mezzi
il “genere” delle storie di passaggio che si producono sui mezzi dal contatto tra
Italiani e Stranieri e gli effetti da esse prodotto sulla rappresentazione dell’”Altro”
le relazioni che si generano fra Italiani e Stranieri sui mezzi pubblici, intese come
“cartine tornasole” della più generale storia dell’incontro tra cittadini
Milanesi/Italiani e Migranti stranieri
Obiettivi conoscitivi
Metodologia
La ricerca ha previsto la conduzione di:
15 osservazioni etnografiche sui mezzi di superficie 15 osservazioni etnografiche sulle linee metropolitane
7.30 – 9.30: la mattina, il viaggio verso il lavoro 10.30 – 12.00: la tarda mattinata 13.00 -14.30: la pausa pranzo, il rientro da scuola 18.00 – 20.00: il rientro dal lavoro 21.30 – 23.30: la sera
8 focus group così suddivisi:
3 con italiani (suddivisi per fasce d’età : giovani, adulti e anziani) 3 con stranieri (suddivisi per fasce d’età : giovani, adulti e anziani) 1 con opinion leader (operatori ed esperti di mediazione culturale) 1 focus group “semi-sperimentale” con soggetti italiani e stranieri
60 ore di 60 ore di osservazioneosservazione
“Incontrare l’altro in movimento”
I risultati ottenuti
1. I contesti dell'incontro
Le “storie di passaggio”:
dipendono dalla “disposizione” psicologica e personale del passeggero
lo specifico motivo per cui ha avuto necessità di usare i mezzi pubblici
la particolare situazione in cui il viaggio si colloca nella sua “storia quotidiana”
e “di vita”
il ricordo delle esperienze di trasporto passate
i suoi tratti personali più radicati e profondi (apertura vs chiusura, etc)
1. I contesti dell'incontro
E, come tutte le storie:
avvengono in un contesto:
“dimensione fisico-ambientale” le condizioni effettive in cui
avviene il viaggio
“dimensione prossemica” la presenza, la numerosità e la
disposizione nello spazio
delle altre persone
“dimensione socio culturale”: il macro ambiente storico e
socio-culturale di riferimento
1. I contesti dell'incontro
La dimensione socio-culturale comprende:
Le esperienze “indirette” ascoltate dagli altri (rumors)
Le esperienze e le conoscenze mediali (fatti di cronaca; posizioni politiche;
informazioni di scenario più o meno accurate e corrette etc)
Le influenze esercitate dal “clima d’opinione” (politico, ideologico, ecc.) che
circonda il tema della presenza degli stranieri in Italia e a Milano
1. I contesti dell'incontro
Dalle verbalizzazioni raccolte emerge che, sui mezzi pubblici di trasporto, le dimensioni
contestuali fisiche e prossemiche:
tendono a generare sensazioni emozioni e vissuti che gli intervistati, sia Italiani
che Stranieri, giudicano:
prevalentemente “negative”
talvolta neutre
solo minoritariamente positive
Un risultato in parte prevedibile considerando i processi di memorizzazione selettiva[1] a
cui vanno in genere incontro esperienze di questo tipo
[1] Si tende a non ricordare e quindi a sottostimare le esperienze neutre e a ricordare con maggiore probabilità quelle connotate sul piano emotivo sia in
senso positivo che, come nel nostro caso, negativo
2. Sensazioni, emozioni e vissuti
Italiani Stranieri
Tensione Fastidio
presenza dell’altro: immigrato in quanto tale“soggetto non gradito”:
questuante suonatore
in prevalenza straniero, ma non
solo straniero
Percezione di discriminazione
da parte di: altri passeggeri controllorivissuta con un misto di fastidio e di rassegnazione
<<ti sentirai discriminato, non ti preoccupare, è
normale>>
2. Sensazioni, emozioni e vissuti
Tutti Stranieri Italiani
Apprensione, insicurezza, paura
prevalente in certe ore e su certe tratte
“sindrome” da vettura vuota
ridotta presenza istituzionale” sui mezzi: scarsa presenza personale Atm e/o delle
forze dell’ordine
in senso assoluto
l’effettiva ridotta
numerosità di
passeggeri
in senso etnocentrico
la scarsa numerosità di
Italiani sul totale dei
passeggeri la presenza di un numero
elevato di stranieri
Un duplice processo:
la presenza dell’Altro, soprattutto nelle sue manifestazioni più visibili e percepite come
disturbanti tende a
penalizzare la qualità percepita del trasporto pubblico,
ma, d’altra parte
l’esperienza problematizzante del trasporto,
finisce per generare stati psicologici (irritazione, rabbia, fastidio, ecc.) che
certamente non favoriscono l’incontro con l’”Altro” ma che anzi
possono stimolare la necessità della ricerca di “capri espiatori” rispetto a
cui i Migranti (in alcuni casi e per certi soggetti) rappresentano la soluzione più
immediata e a portata di mano
2. Sensazioni, emozioni e vissuti
3. I criteri di categorizzazione
I processi percettivi e cognitivi che ci permettono di “notare” qualcosa, distinguendola
dallo sfondo, non sono neutri e oggettivi
all’interno di essi un ruolo decisivo è infatti giocato da: i meccanismi di “categorizzazione sociale”
indizi esteriori
esperienze pregresse
pregiudizi e stereotipi
I processi di categorizzazione sono dunque alla base della “distanza” o “visibilità” che gli altri assumono ai nostri occhi delle qualità (caratteriali, culturali, religiose, ecc.) che “Noi” attribuiamo “Loro”
Gli sguardi reciproci tra Italiani e Stranieri sono:
caratterizzati da processi di categorizzazione incentrati su tratti estetici e indicatori di
status (tratti somatici e socio-anagrafici, marcatori socio-culturali, indicatori di status,
oggetti/simboli religiosi, ecc.)
molto orientati dai comportamenti effettivamente messi in atto da certi “personaggi
devianti”
tendenti nel complesso a generare rappresentazioni dell’”Altro” piuttosto stereotipiche
e riduttive:
“Altri” come “personaggi” piuttosto che persone
3. I criteri di categorizzazione
4. Il gioco di sguardi
«leggono di più di noi»
«vestono bene e si sentono superiori»
«menefreghisti e maleducati perché
«se parlano di te se ne fregano se puoi sentirli»
«indaffarati e sempre di corsa»
«sono poco comunicativi e paiono sempre un po’ tristi»
«non rispettano i tempi di salita e discesa dal mezzo»«parlano ad alta voce»«si dimostrano chiusi verso lo straniero»
«i controllori controllano il biglietto solo agli stranieri»
ANZIANI
LAVORATORI RICCHI
LAVORATORI POVERI
STUDENTI
CONTROLLORI
Gli Italiani nella percezione degli Stranieri
4. Il gioco di sguardi
Gli stranieri nella percezione degli stranieri
«fanno paura»
«rubano»
“diversi”
«sono violenti»
«pericolosi»
«devianti»
«violenti»
etnie diverse dalla propria alcune
delle quali
gli “Zingari”
della natura parziale e pregiudiziale delle proprie convinzioni
dell’importanza dei media e delle relative “agende” nella genesi e sedimentazione dei processi di categorizzazione
Gli stranieri sono più consapevoli
Percepiscono come “Altro da sé”
4. Il gioco di sguardi
Gli stranieri nella percezione degli italiani
Totale non accettazione dello straniero a cui attribuiscono comportamenti devianti
Totale accettazione dello straniero “integrato”
Provenienza geografica
presunta
Appartenenza religiosa
presunta
Ricostruzione della figura dell’altro attraverso
Ma anche notevolmente graduata per valenze di giudizio che vanno da:
africani
egiziani
musulmani
cinesi
arabi
studenti “erasmus”
filippini
marocchini
slavi/rom
modelle
peruviani
Lo Straniero secondo l’Italiano
«delinquenti»
- +«li manderei tutti a casa loro» «sono come noi» «gran lavoratori»
«gentili»
«disturbano»
- +«pericolosi» «lavoratori»
«onesti»
«tristi»
- +«indaffarati» «si vestono bene»
«leggono molto»
Lo Straniero secondo lo Straniero
L’italiano secondo lo Straniero
«maleducati»
«diffidenti»
«onesti»
«percezione neutra»
4. Percezioni a confronto
“Lontano”
“Vicino”
“Visibile”“Invisibile”
Lo Script-urato L’estraneo
L’occidentalizzato Il diverso
sonatori
adulto mendicanti stranieri
mendicanti italiani
delinquenti
Ubriachi
mamma bambino stranieri
studenti di seconda generazione
stranieri ben vestiti
stranieri che indossano abiti tipici
donne con il velo
lavoratori/
muratori
studenti erasmusonesti
armatibastardi
furbi violenti
borseggiatori
i meno peggio
turisti
gentili
4. L’”Altro” visto dagli Italiani
puzzano
tossici
bambini stranieri che fanno la questua
coppia donna-bambino stranieri mendicanti
come noi
mendicante straniero disabile
II
IVIV IIIIII
IIII
“Lontano”
“Vicino”
“Visibile”“Invisibile”
Lo Script-urato L’estraneo
Noi Il diverso
suonatorimendicanti
delinquenti
ubriachi
mamma bambino straniero
colletti bianchi
anzianilavoratori
studentituristi
stranieri integrati
rumorosi
indaffarati
tristi
pericolosi
disturbano
maleducati
diffidenti
4. L’”Altro” visto dagli Stranieri
II
IVIV IIIIII
IIII
5. Una mappa sintetica
gli “Altri” più simili (integrati) risultano praticamente “invisibili” e accettati i “Diversi” (ad esempio persone palesemente di altre etnie che magari indossano i
propri vestiti tradizionali, non religiosamente connotati ), sono osservati con curiosità e una certa “tolleranza”
mentre quelli che mettono in atto comportamenti percepiti come “disturbanti” o “devianti” sono vissuti, sia dagli Italiani che dagli Stranieri come “Estranei” (indipendentemente dalla loro provenienza geografica o appartenenza)
rispetto a tali “Estranei” (che possono in realtà essere anche Italiani): entrambi i gruppi
mostrano atteggiamenti fortemente intolleranti auspicano interventi preventivi e sanzionatori finalizzati a ridurre la loro
presenza sui mezzi
gli intervistati Stranieri tendono a sottolineare con molta energia la propria “distanza” da tali
soggetti e a rivendicare e marcare legittimamente la propria appartenenza al
gruppo delle “persone per bene” indipendentemente dalla propria provenienza geografica, in quanto opposto a quello di chi si ritiene non possa essere definito tale (Italiano o straniero che sia)
Le storie di passaggio tre macro-generi:
“storie di non incontro” storie di evitamento o chiusura verso l’altro – storie
non agite
“storie di incontro” storie che attivano comportamenti accuditivi o di
accoglienza primaria verso persone o situazioni di debolezza tenerezza
“storie di scontro” situazioni ben visibili e di manifesta
devianza;
presenza del controllore
soprattutto legate ai rumors più che a evidenze osservate
5. Le Storie prototipiche
5. Le Storie prototipiche di incontro
1. L’interazione con l’anziano
personaggi: anziano Italiano, giovane/adulto Straniero
azione: lo straniero lascia il posto all’anziano
reazione: gratitudine più o meno evidente da parte dell’anziano (non sempre)
2. Il viaggio in gruppo
personaggi: giovani italiani e stranieri (studenti)
azione: intrattenersi reciprocamente, mettersi in cerchio
3. Il viaggio in coppia (I tipo)
personaggi: coppie “miste”
azione: intrattenersi reciprocamente, parlare a voce alta
reazione: attirare l’attenzione (fugace) di italiani
4. Solidarietà femminile
personaggi: gruppi o diadi di donne sconosciute tra loro
azione: scambiarsi uno sguardo di condivisione empatica
5. Viaggio in coppia (II tipo)
personaggi: mamma e figlio/i stranieri
azione: interazione verbale tra mamma e figlio
reazione: attirare l’attenzione (fugace) di italiani
5. Le Storie prototipiche di non incontro
1. “Metro Music” personaggi: suonatori-mendicanti (musicisti, la maggior parte stranieri) azione: richiesta di ricompensa per esibizione canora/sonora reazione: diversificate: da indifferenza ostentata ad ascolto e concessione
della questua (con accettazione e apprezzamenti diffusi)
2. La questua personaggi: mendicanti o mendicanti-suonatori (non musicisti, in prevalenza
stranieri) azione: richiesta di ricompensa per esibizione canora/sonora reazione: diversificate: da indifferenza ostentata ad ascolto e concessione
della questua (accettazione e apprezzamenti molto scarsi)
3. Lettura, sonno, musica personaggi: adulti e giovani italiani e stranieri azione: leggere libri (Italiani) o free-press (Italiani e stranieri), ascoltare
musica, dormire
4. L’arrivo dei controllori (I tipo) personaggi: controllori dell’ATM, utenti stranieri azione: controllare il possesso del biglietto solo ai passeggeri italiani reazione: continuare il viaggio indipendentemente dal possesso del biglietto tempo: tarda serata
5. Le Storie prototipiche di scontro
1. Fastidio/disagio personaggi: individuo o intera vettura verso un soggetto con disagio sociale azione: esprimere giudizi (verbali e non) di intolleranza
2. L’arrivo dei controllori (II tipo) personaggi: controllori dell’ATM, utenti stranieri azione: verificare il possesso del biglietto e scontro verbale reazione: replicare allo scontro verbale dei controllori
3. Minaccia personaggi: passeggero italiano da solo (in senso etnocentrico) azione: adottare posture di chiusura, sedersi vicino all’autista reazione: (eventuale) se donna attirare l’attenzione degli stranieri
4. Salita del “pazzo”/ “ubriaco” personaggi: soprattutto italiani con evidente stato di disordine mentale azione: comportarsi “fuori dal comune” (azioni devianti) reazione: evitare di guardalo, adottare posture di chiusura
Storie di “incontro”:
sono associate a situazioni che hanno al centro persone o situazioni di “debolezza” o
“tenerezza” (la mamma col bambino, l’anziano, lo sguardo di donne) che attivano
comportamenti accuditivi e di accoglienza “primaria”
appaiono in altri termini più probabili quando è chiamata in causa la parte meno
legata alle “sovrastrutture” culturali delle persone: la maternità, la complicità di genere, la cura dell’anziano sono situazioni che mettono le persone di fronte alla vulnerabilità “biologica” ed esistenziale
dell’”Altro” nella cui umanità l’osservatore (Italiano) finisce per riflettersi e per riconoscersi
5. Le Storie prototipiche Una sintesi
In termini più generali, sembra quindi che nei mezzi pubblici prevalga una situazione di
pluralismo: la presenza dell’”Altro” e la sua “diversità”
vengono “tollerate” (e dunque, letteralmente, “sopportate”) se questo non
richiede
alcuna modifica dei propri comportamenti (“sono loro che devono
adeguarsi”) e, soprattutto,
alcuna revisione significativa dei propri modi di pensare
ma non di interculturalismo o multiculturalismo intesi come
riconoscimento della differenza
percezione del suo valore
disponibilità ad una apertura verso l’altro che ne è portatore
5. Le Storie prototipiche Una sintesi
6. Conclusioni
I mezzi di trasporto ATM rappresentano un importante spazio pubblico della relazione
tra culture, tradizioni ed etnie diverse
Le storie di passaggio e le figure dell’”Altro” sono generatori di significati da cui
dipendono le rappresentazioni e le valutazioni degli Stranieri presso i cittadini e
viceversa
A livello relazionale la situazione appare ancora come
un composto complesso
ancora “fluido”
ma prossimo a solidificarsi “in un modo o in un altro”
un fluido altamente sensibile ai “catalizzatori” socio-culturali che incontra
nell’ambiente
6. Conclusioni
al mondo della politica, dei media, delle istituzioni, e della cultura -da cui
dipendono in larga maggioranza tali catalizzatori - ognuno per le proprie competenze
e possibilità, il compito di:
far sì che essi orientino il processo nella giusta direzione
ridurre le situazioni e i toni “dello scontro”
facilitare le occasioni di incontro e di relazione tra cittadini di diversa
provenienza
rinnovando in questo modo la capacità di accoglienza e di che in passato
ha caratterizzato la nostra città
al fine di fare di Milano
una vera città multiculturale
aperta all’”Altro”
in grado di percepire la diversità come valore e fonte di ricchezza