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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del...

Date post: 09-Sep-2018
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POETICA DI HINDEMITH (Continuazione del fase. pree.). Immaginando i suoni quali componenti di una grande famiglia, formata da un capostipite (Stammton) , da figli e da ni- poti, collegati variamente fra di loro me- diante i reciproci rapporti di parentela ma tutti ugualmente potenziati da una particolare energia vitale, conferendo un senso di lotta al loro affermal·si, di gioia al loro libero espandersi e dominare, di sofferenza al loro soccombere e spegnersi, Hindemith ci conduce, attràverso questo tragico mito di creazione e distruzione in- sieme, nel più intimo dramma della dia- lettica musicale. Affascinato dal mistero delle origini ' egli la proprietà che ha il tono più intenso e fecondo di attrarre, come per forza di ' gravità, gli altri suoni che tendono «a ripatriarsi» in lui, lo con- sidera quale unico centro del generarsi e del sussistere dell'armonico sistema e par vederlo, come sole, brillare nel cielo della musica. La tonalità, già ritenuta , quale un ele- mento consunto e superato, appare cosi riconsacrata, sebbene quell'antica parola racchiuda ora in un nuovo concetto, che ne trasfigura il significato tradizio- nale e ne estende ampiamente la funzione nell'ambito armonico. E diffusa opinione che una musica, la quale si valga di aspre dissonanze, di rapporti armonici inconsueti e che si trovi in disaccordo con le leggi del siste- ma fondato sui modi maggiore e minore debba ritenersi atonale. Ma abolita la di- stinzione tra consonanza e dissonanza (mil- le anni di esperienza musicale sono oc- corsi . per raggiungere questo livellamento) trasformata al modo che vedemmo la con- cezione dell'armonia, si ritenne di con- seguenza come necessario il ricercare ed estrarre dagli aggregati sonOrI In appa- rente libertà la radice tonale, perchè me- diante le sue sottili e vaste ramificazioni potesse costituire un legame tra le ·di- verse parti di una costruzione che, per esserle mancati i consueti sostegni, mi- nacciava e rovina. E quindi evidente che la designaziq- ne di atonale, attribuita non senza inten- zione dispregiativa a quella nuova scrit- tura musicale, apparisse non solo inesatta ma tale che, secondo Alban Berg, parte in causa, l'Anticristo stesso non avrebbe potuto inventarne una più diabolica. E cosi, mentre nell'ambito di questi nuovi concetti tonali si inserisce anche quella musièa, che, sfuggendo ad ogni giu- òtificazione dell'armonia scolastica appa- riva concordemente quale tipico esempio di atonalità (si veda l'analisi armonica di Hindemith del Klavierstiick op. 33 a di Arnold Schonberg, a pp. 244-45 dell' Un- terweisung cit.) trovano invece esclusione e d evono quindi considerarsi propriamen- te atonali le èomposizioni di coloro, che, non tenendo alcun conto della proprietà fisica del suono e delle sue leggi relative, inventano nuove ed arbitrarie concatena- zioiu, spinti dalla ricerca di una espl"essio- ne adeguata e aderente al loro sentimento. (Qui davvero dovrebbe soccorrere un esem - _ pio per non incorrere nel dubbio che la musica, la vera musica, non possa essere per definizione che atomile). E col dichia- rare illegittimo anche il procedimento po- litonale, in quanto contraddice all'esposto principio che in ogni aggregato sonoro non possa sussistere che un unico suono fondamentale, Hindemith viene di conse- guenza ad infirmare teoricamente il valore di tante pagine che da Bach a Strawinsky sono a quel modo concepite, ma d'altra ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte
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POETICA DI HINDEMITH (Continuazione del fase. pree.).

Immaginando i suoni quali componenti di una grande famiglia, formata da un capostipite (Stammton) , da figli e da ni­poti, collegati variamente fra di loro me­diante i reciproci rapporti di parentela ma tutti ugualmente potenziati da una particolare energia vitale, conferendo un senso di lotta al loro affermal·si, di gioia al loro libero espandersi e dominare, di sofferenza al loro soccombere e spegnersi, Hindemith ci conduce, attràverso questo tragico mito di creazione e distruzione in­sieme, nel più intimo dramma della dia­lettica musicale.

Affascinato dal mistero delle origini ' egli riscop~e la proprietà che ha il tono più intenso e fecondo di attrarre, come per forza di ' gravità, gli altri suoni che tendono «a ripatriarsi» in lui, lo con­sidera quale unico centro del generarsi e del sussistere dell'armonico sistema e par vederlo, come sole, brillare nel cielo della musica.

La tonalità, già ritenuta ,quale un ele­mento consunto e superato, appare cosi riconsacrata, sebbene quell'antica parola racchiuda ora in sè un nuovo concetto, che ne trasfigura il significato tradizio­nale e ne estende ampiamente la funzione nell'ambito armonico.

E diffusa opinione che una musica, la quale si valga di aspre dissonanze, di rapporti armonici inconsueti e che si trovi in disaccordo con le leggi del siste­ma fondato sui modi maggiore e minore debba ritenersi atonale. Ma abolita la di­stinzione tra consonanza e dissonanza (mil­le anni di esperienza musicale sono oc­corsi . per raggiungere questo livellamento) trasformata al modo che vedemmo la con­cezione dell'armonia, si ritenne di con­seguenza come necessario il ricercare ed

estrarre dagli aggregati sonOrI In appa­rente libertà la radice tonale, perchè me­diante le sue sottili e vaste ramificazioni potesse costituire un legame tra le · di­verse parti di una costruzione che, per esserle mancati i consueti sostegni, mi­nacciava dissolu~ione e rovina.

E quindi evidente che la designaziq­ne di atonale, attribuita non senza inten­zione dispregiativa a quella nuova scrit­tura musicale, apparisse non solo inesatta ma tale che, secondo Alban Berg, parte in causa, l'Anticristo stesso non avrebbe potuto inventarne una più diabolica.

E cosi, mentre nell'ambito di questi nuovi concetti tonali si inserisce anche quella musièa, che, sfuggendo ad ogni giu­òtificazione dell'armonia scolastica appa­riva concordemente quale tipico esempio di atonalità (si veda l'analisi armonica di Hindemith del Klavierstiick op. 33a di Arnold Schonberg, a pp. 244-45 dell' Un­terweisung cit.) trovano invece esclusione e d evono quindi considerarsi propriamen-t e atonali le èomposizioni di coloro, che, non tenendo alcun conto della proprietà fisica del suono e delle sue leggi relative, inventano nuove ed arbitrarie concatena­zioiu, spinti dalla ricerca di una espl"essio-ne adeguata e aderente al loro sentimento. (Qui davvero dovrebbe soccorrere un esem - _ pio per non incorrere nel dubbio che la musica, la vera musica, non possa essere per definizione che atomile). E col dichia­rare illegittimo anche il procedimento po­litonale, in quanto contraddice all'esposto principio che in ogni aggregato sonoro non possa sussistere che un unico suono fondamentale, Hindemith viene di conse­guenza ad infirmare teoricamente il valore di tante pagine che da Bach a Strawinsky sono a quel modo concepite, ma d'altra

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parte involontariamente anche a diino­strare che non una sola ma tutte le vie possono condurre all'opera d'arte.

Con il consueto rigore consequenziario . Hindemith, a completamento della sua trattazione, procede nello studio analitico della melodia, penetrando con occhio in­dagatore nel più sacro e misterioso recesso del tempio della musica.

XXIII

Sinonimo di ispirazione la melodia par­tecipa di quel carattere quasi divino che l'uomo ha sempre amato ,ed ama riconosce­re nelle creazioni dell'arte, ma che in essa sembra trovare un particolare r.isalto, quasi che di tutte le espressioni poetiche questa della musica, l'aggiungendo mag­gior purezza lirica e più viva e diretta intimità spiritmile, sia la più perfetta ed insieme la più reale.

Hindemith lamenta come a differem;a dell'armonia e della ritmica l'arte melo­dica sia rimasta avvolta in una misteriosa oscurità, tale da permettere il sorgere di molti preconcetti di carattere romantico sulla sua natura: non può essere quindi che malamente giudicata come lo pro­verebbe il fatto che molti non sanno ri­trovarla nella musica degli arditi compo­sitori moderni i quali, dopo la loro morte, dovranno pur essere riconosciuti als San-

ger gattlicher Melodien, quali cantori di melodie divine.

Sebbene una simile ricerca metodolo­gica e una tale teoria non siano mai state tentate, la didattica scolastica è tuttavi? solita di proporre all'alliev o, per lo studio del contrappunto, l'esempio di antiche monodic, impartendo inoltre alcune nor­me, che possono essere di guida al lavoro.

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Ma quei «canti fermi» nella loro 'rigida severità costruttiva, nella loro attuale im­personalità non possono essere intesi da ognu:no ed il vero iusegnamento loro, come quello di ogni altro esemplare, non consi­ste nel proporre formule e neppure nell'in­dicare una via da seguire, come vorreb­be la precettistica, ma in alcunchè di più intimo e che si trasmette in modo del tut­to misterioso, come un segreto da anima a anima. Hindemith potrà dunque rive­larci in che consista il quid divinum, il po­tere vitale di una melodia e il segreto del suo apprendimento? .

Le note componenti una melodia pos­sono essere considerate, p'ur nella loro successione, quali e1ementi costitutivi di una serie di accordi i cui relativi Crund­tane corrispondono ai fulcri della linea melodica (es. XXIII).

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Il nuovo Stufengang, che questi a loro volta costituiscono, ha il potere di rive­larci, in conformità delle note leggi sul­le concatenazioni, la struttura armonica di quella melodia, che ci apparirà tanto più chiara e incisiva quanto più semplici sar.anno gli accordi componenti e addirit­tura rudimentale e scarsamente espres­siva, se essa risulterà formata dalla scom­posizione di una triade perfetta 13). M.a tuttavia questa nativa acerbità conferisce alla melodia, ancora avvolta nel suo in­volucro armonico, un fascino cui sono stati

_ sensibili musicisti di ogni tempo, per esser­si tanto sovente valsi di quella elementa­rità tematica, che sembra esprimere la de­cisa volontà di una chiara e possente de­terminazione tonale, (quale trova riscon­tro solo nella cadenza), e di una grandiosa solidità costruttiva. (Si pensi al primo tema dell'Eroica, ma si contano a centi­naia nella musica classica e sino a Wag­nel' e Strauss questi spunti iniziali, che racchiudono nella loro cellula tematica ritmica e melorlico-armonica lo slancio del motivo).

Stabilita una sicura base armonica me­diant~ lo Stufengang, Hindemith ricerca infine quale sia il materiale più idoneo e caratteristico per la costruzione della melodia (das eigentliche Baumaterial del' Melodik) e lo riconosce negli intervalli di «seconda», il cui movimento ascen-

13) Questo metodo di analisi, mediante la riduzione della m elodia allo schema dei suoi elementi essenziali, non è del tutto nuovo. Vedi anche in V. D'INDJ, COUTS de Composition musicale, op. cit., I , p. 42 sgg., ove però questi elementi non vengono determinati dall'importanza della loro funzione armonica, bensÌ dal loro valore ritmico, sono cioè costituiti dalle note ·su cui cadono gli accenti tonici e gli accenti espressivi. La melodia presuppone in­fatti, non meno dell'armonia, il ritmo tanto da non poter sussistere senza di questo: ed inoltre è sempre stato ri­conosciuto il rapporto tonale tra i suoni che la compon­gono ed un suono determinato (tonica). È interessante notare come Hindemith analizzando il tema della Pau­kenschlag-synphonie di Haydn (cfr. op. cit., 211) chiara­mente modulante da Do alla sua dominante Sol, consideri il fa diesis cadenzale quale semplice nota di passaggio (DuTchgangston): perchè non accompagnato, nella succes­sione melodica, da quelle note (la, re) che, indipenden­temente dalla sottintesa interpretazione armonica, avreb-

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dente determina una tensione, una Span­nung, mentre nel discendere, abbandonato ogni sforzo, seguono l'inclinazione natu­rale, che tende al riposo 14).

Viene cosÌ applicato allo studio della melodia un altro modulo desunto dal­l'esperienza armonica, il · Sekundschritt, che avendo la funzione di misurare l'in­tensità del più breve spunto melodico ~d inoltre di reggere l'ordinamento delle più vaste concatenazioni · trova equivalenza nelle «Harmonische Gefiille ».

Ricollegando idealmente le note della melodia, che si trovano tra di loro in rap­porto di «seconda» avremo determinato il Sekungang, cioè il termine di paragone, lo speculum perfectionis dello sviluppo me­lodico e la condizione essenziale per rag­giungere un chiaro e convincente discorso musicale.

Applicando questo criterio analitico ad una autentica e perfetta mélodia qual'è questa prima frase dell'Andante della Quinta di Beethoven, potremo l'icono­scere e ammirare attraverso la proiezione dello . Stufengang il logico svolgersi del suo substrato armonico e mediante la de­terminazione del Sekungang, cosÌ continuo e serrato, il suo coerente sviluppo me­lodico (es. XXIV).

Se tale procedimento può essere utile per conoscere la struttura .anatomica delle melodie preesistenti può ancora offrire, se-

bero determinata la sua funzione modulatoria. « Man sieht also, es kommt nich t darauf an, welche Harmonien man sich einer Melodie unterlegt denkt». La melodia conserva cosÌ una sua indipendenza armonica, che non risulta alterata da una diversa interpretazione tonale del basso. Ci può quindi essere contraddizione tra il Gesatmstufengang e il Melodiestufengang ( .... haufig ist ein Gegeneinanderstehen beider Giinge) come già accadeva a un dipresso nell'antica diafonia dei discanti, che pro­cedevano per successione di quinte parallele. Ma non siamo cosÌ rientrati neIr ambito già bandito della poli­tonalità?

14) Hindemith ricollega al fenomeno della cadenza questo movimento discendente delle «seconde » cui è preclu­so, appunto per questo senso conclusivo, il raggiungi mento di interesse melodico. Tuttavia la forza armonica del « basso» può modificare quell'impressione: quella ten­denza può cioè venire annullata dall'anelito armonico verso una ulteriore e comune soluzione cadenzale.

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condo il suo inventore, un valido aiuto ed una SIcura guida al comporre, quasi fosse consentito il passaggio dall'elaborazione logica alla creazione estetica.

Ed è questo il Regelgeriist, il sistema

XXIV

che . dovrebbe dissipare il mistico arcano che avvolge la melodia, spogliarla dei suoi attributi divini e Tivelarla cosÌ, nuda e

15) Un esempio potrà.i1lustrare meglio il metodo sue­sposto.

Sia data la seguente melodia (es. XXV) la cui strut· tura è tutt'altro che insolita. Un primo esame ci mostra che il realtivo Stufengang procede impacciato al suo

XXV

XXVI

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senza segreti, agli UOmInI di . buona vo­lontà 15).

Il tentativo di stabilire dei principi di causa, il ritrovamento e l'accettazione di

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leggi desunte dalla materia sonora, con­siderata quale una realtà esterna, nono­stante la loro parvenza prettamente na-

armonica si, sol, mi, do diesis. l ' Sekungang sono ancora insufficienti per ,dare all' orecchio il senso di una sicura guida melodica. Trasformato quindi lo Stufengang nel modo seguente e determinate le relazioni di « seconda» (di cui l'esempio presenta uno dei tanti modi possibili)

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inizio per le relazioni di tritono (mi, si bem, fa diesis); il resto sembrerehbe utilizzabile ma è lecito chiedersi se si debba concedere tanta espansione al centro tonale sol (che si estende dalla seconda alla sesta nota dello Stu· fengang) e se convenga mantenere la concatenazione

si ottiene 'così una melodia che pur mantenendo gli stessi motivi della precedente appare più logicamente

costruita (vedi inoltre HINDEMITH, op. cit ., p. 222 sgg. e l'esempio che si riporta n .O XXVI).

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turalistica, ci riconducono invece al mito e alla metafisica col farci supporre una sottostoria celata nel fenomeno acustico e di conseguenza postulare l'esistere di regole assolute, di · verità trascendenti ed estranee alla coscienza umana. In questa sicurezza, ignota allo spirito romantico, per cui ogni tormento di ricerca scompare per dar luogo alla nuova, feconda e serena operosità dell'artigiano, ci sembra consi­stere il maggior fascino di tale angusta dottrina, che reagendo contro la pseudo­espressione del sentimento compie da al­cuni decenni grandi sforzi in tutti i çampi dell'arte per ripristinare il culto e l'av­vento della forma pura.

Simili premesse impongono di proce­dere ad un approfondimento della tecnica, ad una perfezione del mestiere tale da rimuovere ogni ostacolo nel tormentoso passaggio dall' intuizione all' esecuzione, non più considerate indipendenti fra loro, ma operanti ' in cosi perfetto parallelismo da far sorgere il dubbio che l'immagine non risulti per avventura limitata e su­hordinata a quelle stesse possibilità tec­niche, e che infine la musica non 'debba intendersi come dedotta dalle proprietà fisiche del suono.

L'astratta precisione e l'ordinamento della materia secondo i procedimenti mec­canici delle scienze :p.on trovano rispon­denza nel mondo fantastico del senti­mento, nell'animo umano, che solo può dettare leggi alla musica, attività dello spirito, linguaggio purissimo dell' arte e come tale in perpetua creazione e tra­sformazione, risorgente sempre nuova nel­le nuove espressioni, libera di non accet­tare la fissità di regole e di forme presta­bilite e di valersi infine di ogni sua pro­pria e particolare sintassi. Il creatore si esprime secondo gli echi che il mondo esterno desta nella sua anima e nel modo

più adeguato alle necessità della sua in­tuizione; supera i limiti del preesistente linguaggio pur senza porsi in disaccordo con la tradizione ma stor icamente colle­gandosi ad essa in rapporto ' dialettico. Se sussiste questa intima armonia con la storia, in cui la mente umana unica­mente vive e si attua, la coscienza arti­stica dell'innovatore potrà essere tran­quilla. Cosi procedendo da un senso di arbitrio verso una necessità, da un certo disordine a un ordine nuovo sarà assillato da molti problemi i quali potranno co­stituire tutta una scienza, ma rispondente ai suoi particolari bisogni, del tutto per­sonale, praticamente intrasmissibile.

L'Unterweisung comunque, oltre a mo­strarci le tracce di polemiche, di lotte e di sofferti . contrasti interiori, ci offre .con­cetti di orientamento . per conoscere le aspirazioni e la pratica della più moderna composizione; ed è innegabile che dalla complessa analisi compiuta da Hindemith sulla materia della musica se ne possa trarre vantaggi.

L'intento pedagogico da lui perseguito, di ascendere cioè dal relativo all'assoluto e di trasmettere un saldo possesso degli elementi costruttivi dell'arte, suggerisce idee, indicazioni di vie nuove su cui indirizzare ed esplicare il lavoro, apre inoltre allo spirito la visione di infinite e nuove possibilità creative; ma tutte quelle regole e quelle leggi restano pur sempre delle convenzion,i di carattere em­pirico (forse preferibili ad altre anche pos­sibili) impotenti ad investire veramen­te la parte poetica dell'arte. Questa in­fatti non si limita ed esaurisce nei rap­porti formali, e non si apprende soltanto attraverso i sensi, ma rivolgendosi col suo potere d'evocazione alle nostre facoltà più elette, esige piena partecipazione e presuppone la nostra totale e,sperienza.

LUIGI MAGNANI.

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