RAPPORTO NAZIONALE DIMONITORAGGIO DELL’ASSISTENZA
SANITARIAANNO 2001
Maggio 2004
Ministero della Salute Dipartimento della qualità
Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
Pubblicazione a cura dell’Ufficio VI della Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli
di assistenza e dei principi etici di sistema
Piazzale dell’industria, 20 – 00144 Roma
Hanno collaborato: Stefania Angela Adduce, Silvia Arcà, Rosaria Boldrini, Francesco Bottiglieri, Diego Del Gigante, Rita Germanelli, Lucia Lispi, Maria Teresa Loretucci, Angela Messina, Rosaria Minucci, Franco Pennazza, Claudia Ricerca, Maria Rosaria Sciarrone, Giorgio Valentini, Stefania Vasselli
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
PRESENTAZIONE
In un quadro istituzionale in continua evoluzione, un punto fermo è rappresentato
dall’inderogabilità del principio di garantire, su tutto il territorio nazionale, i livelli essenziali di
assistenza.
Ma garantire significa principalmente “verificare” l’effettiva attuazione degli obiettivi
prestabiliti e rendere pubblici i risultati della verifica stessa.
Questo lavoro nasce proprio con il preciso scopo di far conoscere quale sia l’attuale
situazione, nell’ambito del Paese, della assistenza sanitaria, nonché quale sia il grado di recepimento
dei livelli essenziali di assistenza individuati a livello centrale.
Prende spunto dal decreto 12 dicembre 2001 il quale, stabilendo un insieme minimo di
indicatori e parametri di riferimento rilevanti ai fini del monitoraggio dei livelli di assistenza, nonché
prevedendo specifiche forme di pubblicizzazione degli stessi, ha fornito un valido ed efficace
strumento affinché lo Stato possa, realmente, farsi garante dell’equità sul territorio nazionale e,
contestualmente, rispondere alle richieste di potenziamento dei sistemi di verifica della prestazioni
rese ai cittadini.
Infatti, rendere pubblici dati che riflettono la qualità e la quantità delle prestazioni erogate
significa rendere manifeste le criticità che possono verificarsi proprio al momento dell’erogazione e,
quindi, significa creare la possibilità di intervenire per eliminare le anomalie registrate.
Ma informare vuol dire anche responsabilizzare pienamente le istituzioni ed i soggetti
incaricati di organizzare ed erogare le attività di cura e, ancor più, vuol dire rendere partecipi al
processo di organizzazione e di erogazione tutti coloro che interagiscono con i servizi, compresi i
cittadini.
Il Direttore Generale
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INDICE
INTRODUZIONE pag. 1
1. ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E LAVORO pag. 2
1.1. ATTIVITA’ DI PREVENZIONE RIVOLTE ALLA PERSONA pag. 3
1.2. TUTELA DELLA COLLETTIVITA’ E DEI SINGOLI DAI RISCHI pag. 6
SANITARI NEGLI AMBIENTI DI VITA E DAI RISCHI INFORTUNISTICI
E SANITARI CONNESSI CON GLI AMBIENTI DI LAVORO pag. 6
1.3. SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA pag. 6
1.4. TUTELA IGIENICO SANITARIA DEGLI ALIMENTI; SORVEGLIANZA E
PREVENZIONE NUTRIZIONALE pag. 7
2. ASSISTENZA DISTRETTUALE pag. 7
2.1. ASSISTENZA SANITARIA DI BASE pag. 9
2.2. EMERGENZA SANITARIA pag. 10
2.3. ASSISTENZA FARMACEUTICA pag. 11
2.4. ASSISTENZA SPECIALISTICA pag. 13
2.5. ASSISTENZA RIVOLTA ALLA POPOLAZIONE ANZIANA pag. 15
2.6. ASSISTENZA RIVOLTA A SOGGETTI DIPENDENTI DA SOSTANZE
STUPEFACENTI E PSICOTROPE pag. 16
2.7. ASSISTENZA SANITARIA E SOCIO SANITARIA RIVOLTA ALLE
PERSONE CON PROBLEMI PSICHIATRICI pag. 18
2.8. ASSISTENZA SANITARIA ALLE PERSONE CON DISABILITA’
FISICA, PSICHICA E SENSORIALE pag. 20
3. ASSISTENZA OSPEDALIERA pag. 23
4. RISULTATO E QUALITA’ DEL PROCESSO pag. 35
DISCUSSIONE CONCLUSIVA pag. 45
INDICE TAVOLE pag. 54
TAVOLE INDICATORI
NOTE METODOLOGICHE
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INTRODUZIONE
Chiunque abbia operato nel mondo sanitario non può non riconoscere come l’emanazione del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni ed integrazioni, abbia rappresentato una
svolta epocale nel sistema dell’erogazione dell’assistenza sanitaria. Ed ancor più appare innegabile che
detto provvedimento abbia avuto un effetto dirompente in tema di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
stessa.
E’, forse, la prima volta che si affaccia concretamente la consapevolezza dell’importanza di garantire la
qualità dell’assistenza e, soprattutto, di introdurre una metodologia per la verifica e la revisione della
qualità e quantità delle prestazioni.
Nascono, quindi, gli indicatori di efficienza e di qualità i quali, ben presto, sono diventati, anche nel
disegno progressista del legislatore, uno strumento irrinunciabile di lavoro.
Così, il decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56, con il quale sono state emanate disposizioni in materia
di federalismo fiscale, ha previsto la necessità di attivare le procedure di monitoraggio dell’assistenza
sanitaria effettivamente erogata in ogni regione e del raggiungimento, in ciascuna regione, degli obiettivi
di tutela della salute perseguiti dal Servizio sanitario nazionale.
In questo quadro si innesta il decreto 12 dicembre 2001 che, emanato dal Ministro della salute di concerto
con il Ministro dell’economia e delle finanze, ha stabilito un insieme minimo di indicatori e parametri di
riferimento rilevanti ai fini del monitoraggio dei livelli di assistenza, ed ha previsto specifiche procedure
di pubblicizzazione degli stessi.
Proprio questa forma di pubblicizzazione rappresenta una risposta alla richiesta di ampliamento e
potenziamento dei sistemi di verifica delle prestazioni, e, conseguentemente, della soddisfazione degli
utenti. Inoltre, essa permette di fornire un quadro di insieme del processo di cambiamento che sta
investendo il mondo sanitario, sempre più impegnato a migliorare la qualità dei servizi resi.
Insomma, la misurabilità dei risultati e dell’impatto dei vari interventi è divenuta, nel convincimento
generale, una condizione essenziale per l’efficienza e l’efficacia dell’azione degli erogatori.
Rilevare il livello quantitativo di raggiungimento degli obiettivi e dei benefici finali attesi rende possibile
un intervento tempestivo sulle criticità, e getta le basi per un tentativo di miglioramento delle prestazioni.
Detta misurazione deve, pertanto, rappresentare un appuntamento comune agli erogatori, tutti ugualmente
impegnati a garantire la piena soddisfazione degli utenti.
Comunicare l’informazione diviene un fattore di crescita organizzativa e culturale per chi eroga
prestazioni, perché facendo della conoscenza un patrimonio comune e, quindi, mettendo a disposizione
degli interessati i dati di cui si è in possesso, si può operare una reale attuazione delle norme e tradurre le
stesse in azioni concrete per la modernizzazione dell’intero apparato pubblico.
Un chiaro segnale in tal senso è rappresentato dalla circostanza che la pubblicazione degli indicatori non
solo è una esplicita indicazione del decreto 12 dicembre 2001, ma rappresenta anche un obiettivo fissato
nella direttiva generale del Ministro della salute per l’anno 2003. In particolare, nel definire il quadro
delle priorità politiche e nel tradurre le stesse nell’azione amministrativa, il Ministro ha individuato fra gli
obiettivi operativi proprio la predetta pubblicazione.
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Il documento che si presenta, come più volte si è cercato di chiarire, rappresenta un tentativo di illustrare
in modo preciso e semplice quale sia la attuale situazione della assistenza sanitaria sul territorio
nazionale, e quale sia l’effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza individuati a livello centrale.
Questa breve relazione introduttiva vuole essere una sorta di contenitore per le informazioni primarie,
affinché la comprensione del lavoro di rilevazione effettuato possa essere immediata. Nell’ipotesi, poi,
che l’interesse del lettore sia rivolto ad informazioni più dettagliate, lo stesso potrà essere soddisfatto
attraverso l’esame delle tabelle allegate.
Ciò premesso, è possibile entrare nel vivo dei lavori e procedere al commento dei dati raccolti. Si è
ritenuto preferibile realizzare un esame trasversale, per livello di assistenza, fra le diverse realtà regionali,
evidenziando eventuali particolari carenze, ma non tralasciando di mettere in luce anche specifiche
eccellenze.
Ancora una precisazione appare doverosa. Chiarita la finalità principale di questa pubblicazione, occorre
rammentare che trattasi della prima esperienza nel genere, anche se, è un convincimento di tutti, di certo
rappresenterà l’avvio di un filone destinato ad affinarsi nel tempo.
Non ce ne voglia nessuno, quindi, se qualche volta si è peccato di superficialità e se qualche informazione
risulterà imprecisa.
Dietro questa raccolta c’è, comunque, il grande impegno di un team ministeriale che, con serietà e spirito
di coesione, ha operato per realizzare un lavoro quanto più possibile affidabile e scientificamente corretto.
Tanto più, e ciò anche per accreditare i propri sforzi, che costantemente e con determinazione, sono stati
ricercati la collaborazione e l’ausilio dei referenti regionali.
1. ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
Il primo dei livelli di assistenza previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre
2001 è l’“Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro”.
Tale tipologia di assistenza sanitaria comprende le attività e le prestazioni svolte per la promozione della
salute della popolazione nel suo complesso dal Dipartimento di prevenzione delle Aziende sanitarie
locali.
Il Dipartimento di Prevenzione è una struttura operativa dell’Azienda Sanitaria Locale che garantisce la
tutela della salute collettiva, perseguendo strategie di promozione della salute, prevenzione degli stati
morbosi, miglioramento della qualità della vita, attraverso la conoscenza e la gestione dei rischi per la
salute e la sicurezza, la definizione degli obiettivi e la programmazione delle azioni, la verifica dei
risultati in termini di efficacia ed efficienza.
Nell’anno 2001 mediamente l’87% delle ASL era dotata dei Dipartimenti di prevenzione; tale percentuale
è in tendenziale aumento (83% nel 1999, 86% nel 2000).
E’ possibile riscontrare forti differenze territoriali: solo una delle regioni del Sud, la Basilicata, ha
completato in tutte le ASL il processo di istituzione della citata struttura. Più equilibrata è la situazione
nel Centro, dove il Dipartimento di prevenzione è presente in tutte le ASL di tre regioni (Toscana, Marche
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e Lazio). Al Nord, invece, sono cinque le realtà territoriali che risultano completamente adempienti (Valle
d’Aosta, Lombardia, p.a. di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia).
L’indicatore globale che misura l’incidenza sui costi complessivi del costo sostenuto in ciascuna regione
per assicurare le prestazioni del livello di “Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro”
risulta pari al 3,6%. In tre regioni: Friuli V.G., Lazio e Abruzzo, è pari al 2,9% e in Campania al 2,7% che
sono i valori più bassi. In Basilicata e Sardegna tale incidenza supera il 6%.
Il costo medio pro capite per tutto il livello è pari a 48 euro. In Valle D’Aosta, Molise, Basilicata e
Sardegna esso supera i 75 euro, in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania e Calabria è inferiore a 40
euro.
1.1 ATTIVITA’ DI PREVENZIONE RIVOLTE ALLA PERSONA
Al sottolivello “Attività di prevenzione rivolte alla persona” sono riconducibili le seguenti prestazioni,
garantite dal SSN (DPCM 29/11/2001):
o vaccinazioni obbligatorie e vaccini per le vaccinazioni raccomandate (PSN e Piano nazionale
vaccini) anche a favore dei bambini extra comunitari non residenti;
o programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva in attuazione del PSN e dei PSR;
Gli indicatori del DM 12/12/2001 collegabili a tale sottolivello sono:
o la percentuale di donne sottoposte ad accertamenti per la diagnosi precoce dei tumori dell’apparato
femminile (pap-test, mammografia);
o la percentuale di vaccinati nella popolazione di età < 24 mesi.
In generale la percentuale di donne che si sono sottoposte ad accertamenti per la diagnosi precoce dei
tumori può essere considerato un indicatore di efficacia/appropriatezza del sistema sanitario (nonché di
rispondenza/accettabilità) in quanto misura l’utilizzo di una procedura di provata efficacia (lo screening)
in uno degli ambiti di azione del sistema (la prevenzione).
Negli ultimi anni si sono intensificati i programmi di prevenzione (quali le campagne di informazione e di
screening) relativi a patologie che colpiscono le donne (tumore della mammella e del collo dell’utero,
osteoporosi).
I dati sugli accertamenti per la diagnosi precoce dei tumori sono stati acquisiti mediante un apposito
questionario inviato alle regioni e province autonome e si riferiscono a donne, di età compresa tra i 25 ed
i 65 anni e tra i 45 ed i 69 anni, che hanno effettuato gratuitamente, nel corso dell’anno, rispettivamente il
pap-test e la mammografia. La lettura delle seguenti considerazioni e delle tabelle riportate in allegato
richiede cautela a causa della mancata completezza e della diversa qualità delle informazioni raccolte ad
hoc dalle regioni.
Nel 2001, a livello nazionale, solo il 10,1% della popolazione femminile di età compresa tra 25 e 65 anni
ha effettuato il pap-test, tale frequenza varia notevolmente tra le ripartizioni geografiche, risultando
generalmente più alta nelle regioni del Nord e del Centro, e più bassa in quelle del Sud e delle Isole. Circa
la metà delle regioni si colloca, dunque, al di sotto del valore medio nazionale, mentre le regioni che si
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discostano positivamente da tale valore sono la Valle d’Aosta, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria e
la Basilicata.
Presumibilmente, le differenze territoriali riscontrate sono in parte riconducibili alla disomogeneità
presente nell’offerta assistenziale (in senso lato, cioè considerando anche gli aspetti legati all’accessibilità
alle cure, alla rispondenza, all’equità ecc.) e in particolare nelle campagne di informazione e di
educazione e nei programmi operativi di screening messi in atto nelle varie realtà locali. E’ noto che
anche determinanti non sanitari quali i fattori socio-demografici ed economici (es. età, stato civile, titolo
di studio, professione) e gli stili di vita (abitudine al fumo, attività fisica, ricorso a visite mediche di
prevenzione e in generale adozione di comportamenti salutari, ecc.) esercitano una influenza significativa
sul ricorso al pap-test e più in generale sulla “cultura della prevenzione”. Occorre comunque tenere
presente che le Linee guida concernenti la prevenzione, la diagnostica e l’assistenza in oncologia
(Accordo Stato Regioni 8 marzo 2001) raccomandano l’effettuazione del pap test nella popolazione
bersaglio con cadenza triennale (tale suggerimento è stato accolto dalla legge finanziaria n. 388/2000, per
l’esenzione dal ticket della prestazione di pap-test) e che per raggiungere la copertura completa della
popolazione femminile a rischio sarebbe sufficiente che la percentuale delle donne sottoposte all’esame
per anno fosse del 33% circa. Considerando il fatto che molte prestazioni vengono effettuate in strutture
private, e non sono pertanto rilevabili, occorre cautela nell’interpretazione dei dati.
Nel 2001 il controllo mammografico a titolo gratuito è stato effettuato da quasi il 16% della popolazione
femminile di età compresa tra i 45 e 69 anni.
Analogamente a quanto emerso per il pap-test, anche il ricorso a questo tipo di esame presenta notevoli
differenze territoriali. Le percentuali più basse si registrano nell’Italia meridionale (con tassi che vanno
dal 5,7% in Sicilia al 20% in Abruzzo) rispetto a quelle del Centro (16,5%, con oscillazioni comprese tra
il 9,6% del Lazio e il 25,1% della Toscana) e del Nord (il massimo è rappresentato dall’Emilia con il 30%
di donne sottoposte a mammografia).
Anche per la mammografia valgono le considerazioni fatte per il pap test. Le linee guida sopraccitate
raccomandano l’effettuazione della mammografia nella popolazione bersaglio con cadenza biennale
(anche tale suggerimento è stato accolto dalla legge finanziaria n. 388/2000, per l’esenzione del ticket
della mammografia) e che per raggiungere la copertura completa della popolazione femminile a rischio
sarebbe sufficiente che la percentuale delle donne sottoposte all’esame per anno fosse del 50%. Anche
per questi dati occorre tenere presente che molte prestazioni vengono effettuate in strutture private e non
sono pertanto oggetto di rilevazione
La profilassi delle malattie infettive e parassitarie comprende:
o le vaccinazioni secondo la normativa vigente e nell’ambito di interventi e campagne di prevenzione
collettiva autorizzati con atti formali dalle regioni;
o interventi di profilassi internazionale;
o controllo delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei focolai
Il decreto 12 dicembre 2001 prevede il monitoraggio dei tassi regionali di copertura vaccinale riferiti alla
popolazione di età non superiore a due anni.
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Il calendario vaccinale attualmente in vigore nel nostro Paese prevede che tutti i bambini vengano
vaccinati entro i primi ventiquattro mesi di vita contro 9 malattie (difterite, tetano, pertosse, poliomielite,
epatite B, Haemophilus influenzae tipo b, morbillo, parotite e rosolia). L’Italia ha, infatti, aderito
ufficialmente al “Programma Esteso di Immunizzazione” (EPI) promosso dall’OMS nell’ambito del
Piano “Salute per tutti nell’anno 2000”, il quale fissa una serie di obiettivi strategici per il controllo,
l’eliminazione o l’eradicazione di alcune malattie prevenibili con vaccino.
I dati di base per la costruzione dell’indicatore, relativo alla percentuale di vaccinati, derivano da un
sistema di rilevazione attivo presso il Ministero della salute, basato su una scheda elaborata dalla
Commissione Nazionale Vaccini. L’indicatore viene calcolato, sulla base dei dati forniti da Regioni e
Province autonome, come numero di cicli vaccinali completati nei bambini nati due anni prima dell’anno
di riferimento: la copertura a 24 mesi è dunque intesa come numero di bambini nati in un determinato
anno che risultano adeguatamente vaccinati due anni dopo (ad esempio la copertura dei bambini nati nel
1999 è calcolata nel 2001).
I dati riportati nel presente Rapporto si riferiscono alla copertura al 24° mese per cicli completi (3 dosi) di
difterite, difterite-tetano-pertosse, polio ed epatite B per gli anni 2000 e 2001.
In media, nell’anno 2001, sono stati vaccinati nel nostro Paese circa 95 bambini su 100 per epatite B e
circa 96 su 100 per difterite, tetano e pertosse e per polio. Permangono tuttavia alcune differenze
territoriali: per DT (difterite e tetano) e DTP (difterite, tetano e pertosse) i valori oscillano da un minimo
dell’82,7% del Lazio ad un massimo di copertura totale per Umbria e Valle d’Aosta e 3 sono, oltre al
Lazio, le Regioni che si collocano al di sotto del parametro di riferimento (Toscana, Liguria e provincia
autonoma di Bolzano). Simili caratterizzazioni sul territorio, relativamente alle regioni con coperture
inferiori al 95%, sono rilevabili anche per le vaccinazioni contro poliomielite e contro epatite B (per
quest’ultima alle 4 regioni prima citate si aggiunge la Sicilia); per la prima, le percentuali variano
dall’86,7% del Lazio al 99,5% della Valle d’Aosta, mentre per l’epatite B il Lazio e la Basilicata
rappresentano gli estremi della distribuzione (rispettivamente 83,2% e 99,4%).
Pertanto può considerarsi realizzato, a livello nazionale, l’obiettivo del raggiungimento di una copertura
almeno pari al 95% per le vaccinazioni obbligatorie. Volendo correlare questi dati con l’indicatore di
outcome rappresentato dall’incidenza delle malattie infettive per le quali la vaccinazione è obbligatoria, si
può altresì affermare, sulla base degli ultimi dati disponibili, che l’attuazione di strategie vaccinali sta
avendo nel nostro Paese un impatto rilevante sugli esiti di salute in termini di riduzione dell’incidenza e
della diffusione di alcune malattie infettive. L’Italia è stata infatti certificata, insieme agli altri Paesi della
regione europea, ufficialmente libera da poliomielite il 21 giugno 2002. Anche la difterite può a ragione
essere considerata eliminata (l’ultimo caso si è verificato nel 1998), mentre l’incidenza di tetano ed
epatite B sembra mostrare una chiara tendenza al decremento.
Diversa la situazione per le patologie verso le quali non sussiste obbligo di legge per la vaccinazione; in
particolare, le coperture vaccinali non ancora adeguate nei confronti di morbillo, parotite e rosolia si sono
dimostrate insufficienti a controllare la circolazione degli agenti patogeni di tali malattie, che in Italia
presentano ancora il caratteristico andamento endemo-epidemico delle epoche precedenti all’introduzione
delle vaccinazioni.
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Ai fini del monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di salute e dell’efficacia degli strumenti
previsti a tale scopo, l’analisi dei dati dovrebbe essere estesa a tutte le vaccinazioni, ossia non dovrebbe
escludere quelle raccomandate per le quali sussiste tuttora una evidente disomogeneità a livello
territoriale nei livelli di copertura e si registrano scostamenti dal target del 95% sensibilmente maggiori
rispetto a quelli osservati per le vaccinazioni obbligatorie.
1.2 TUTELA DELLA COLLETTIVITA’ E DEI SINGOLI DAI RISCHI SANITARI NEGLI
AMBIENTI DI VITA E DAI RISCHI INFORTUNISTICI E SANITARI CONNESSI CON GLI
AMBIENTI DI LAVORO
Nel microlivello “tutela della collettività e dei singoli dai rischi sanitari negli ambienti di vita e dai
rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro” sono comprese, in generale, le attività
di accertamento, la vigilanza ed il controllo dei fattori di rischio negli ambienti di vita e di lavoro; il
controllo sul commercio, la vendita e l’impiego dei fitofarmaci e presidi sanitari; il controllo sulle attività
agricole, forestali e della pesca; il controllo della salute dei lavoratori; la promozione della salute dei
minori in ambiente scolare; le certificazioni sanitarie ai fini preventivi e di tutela della salute pubblica;
l’espletamento dei compiti di polizia mortuaria.
Gli indicatori del Decreto ministeriale che descrivono il livello sono:
o il costo medio pro-capite del servizio di igiene e sanità pubblica
o il costo medio del servizio di sicurezza e prevenzione degli ambienti di vita e lavoro sulla
popolazione attiva.
Il costo medio pro-capite sostenuto sul territorio di ciascuna regione per assicurare le prestazioni del
livello di assistenza “igiene e sanità pubblica” per le 18 regioni valutate risulta essere pari a 21,69 euro.
Nella regione Lazio non risulta sostenuto alcun costo, ma ciò potrebbe dipendere dalle difficoltà a
reperire tale informazione. Il valore più basso lo si riscontra in Umbria con 8,98 euro pro-capite, mentre
quello più alto è rilevato in Basilicata e Molise, rispettivamente con 48,21 euro e 43,42 euro.
Il costo medio sostenuto sul territorio di ciascuna regione per assicurare il servizio di prevenzione e
sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro, rapportato alla popolazione in età attiva, è stato in media di 17
euro. Nella regione Lazio il dato risulta particolarmente alto e probabilmente riflette alcune
riclassificazioni ed accorpamento di voci di costo. Altri valori elevati si riscontrano in Piemonte, Valle
D’Aosta, Lombardia, Toscana, Umbria, mentre valori nettamente inferiori nelle regioni Veneto, Friuli
Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Campania, Puglia e Basilicata.
1.3 SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA
La sanità pubblica veterinaria comprende:
o Controllo dell’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche;
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o Sorveglianza epidemiologica e profilassi ai fini della eradicazione delle malattie infettive;
o Vigilanza e lotta al randagismo per il controllo della popolazione canina;
o Vigilanza sulla utilizzazione degli animali da esperimento;
o Vigilanza e controllo sulla preparazione, commercializzazione e impiego dei mangimi e degli
integratori per mangimi.
L’indicatore previsto dal Decreto ministeriale 12 dicembre 2001 considera la popolazione bovino-
equivalente. L’estrema variabilità dei valori regionali relativi alla popolazione animale, anche dovuti a
problemi di definizione, hanno di fatto consigliato l’elaborazione dell’indicatore rispetto alla popolazione
residente.
Pur considerando tutti i limiti dovuti ad un riferimento (la popolazione) non idoneo a descrivere il costo
sostenuto per la sanità animale emerge una sostanziale variabilità a livello regionale. Il costo medio
nazionale pro-capite è pari 12,67 euro e l’incidenza sul totale dei costi per tutti i livelli di assistenza è pari
allo 0,9%.
1.4 TUTELA IGIENICO-SANITARIA DEGLI ALIMENTI; SORVEGLIANZA E PREVENZIONE
NUTRIZIONALE
La tutela igienico-sanitaria degli alimenti è un sottolivello del livello di assistenza di prevenzione
collettiva e comprende:
o Controllo igienico-sanitario nei settori della produzione, trasformazione, conservazione,
commercializzazione, trasporto, depositi, distribuzione e somministrazione degli alimenti e delle
bevande;
o Ricerca di residui di farmaci o sostanze farmacologicamente attive e di contaminanti ambientali negli
alimenti;
o Controllo sulla produzione e sul commercio dei prodotti dietetici e degli alimenti della prima
infanzia;
o Campionamento ed esecuzione dei controlli analitici secondo la tipologia degli alimenti e delle
bevande.
Il costo medio sostenuto dalle Regioni per le attività riguardanti l’igiene degli alimenti e della nutrizione è
stato, nel 2001, di 4,48 euro a persona. A parte la situazione anomala che si riscontra nella P.A. di Trento,
la variabilità regionale risulta piuttosto contenuta.
2. ASSISTENZA DISTRETTUALE
Il secondo livello di assistenza comprende le seguenti attività sanitarie e sociosanitarie:
o l’assistenza sanitaria di base e la pediatria di libera scelta, compresa la continuità assistenziale;
o l’emergenza sanitaria territoriale;
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o l’assistenza farmaceutica convenzionata, erogata attraverso le farmacie territoriali;
o l’assistenza integrativa
o l’assistenza specialistica ambulatoriale;
o l’assistenza protesica;
o l’assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare, che include:
l’assistenza domiciliare integrata e l’assistenza programmata,
le attività per la tutela della salute dell’infanzia, della donna e della famiglia,
le attività sanitarie e sociosanitarie rivolte alle persone con problemi psichiatrici, ai soggetti con
disabilità fisiche, psichiche o sensoriali, ai soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o da
alcool, ai pazienti nella fase terminale, ai soggetti con infezione da HIV;
o l’assistenza territoriale semiresidenziale e residenziale che include le attività sanitarie e sociosanitarie
rivolte agli anziani non autosufficienti, alle persone con problemi psichiatrici, ai soggetti con
disabilità fisiche, psichiche o sensoriali, ai soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o da alcool, ai
pazienti nella fase terminale, ai soggetti con infezione da HIV;
o l’assistenza termale
L’incidenza percentuale del costo sostenuto per le prestazioni ricomprese nel livello di assistenza
distrettuale sul totale del costo sostenuto da ciascuna regione sul proprio territorio, risulta pari a livello
nazionale a 48,2%. Supera il 50% in Liguria (50,3%), Emilia Romagna (51,5%), Marche (55,3%), e in
Campania (51,8%) Il valore più basso si riscontra in Umbria con il 37,9%. La variabilità di questo
indicatore può dipendere da molteplici fattori in quanto al suo interno giocano effetti diversi dovuti
all’incidenza dei costi dell’assistenza di base, dell’assistenza farmaceutica e della specialistica. Le ultime
due componenti sono a forte variabilità territoriale.
Prima di passare alla descrizione degli indicatori dei singoli microlivelli si ritiene opportuno presentare
alcuni indicatori che forniscono informazioni indirette sulla qualità dell’assistenza distrettuale: il primo si
riferisce alla diffusione della “carta dei servizi”, il secondo ai “ricoveri prevenibili per alcune patologie”.
La carta dei servizi sanitari, istituita con DPCM 19/05/95, ha rappresentato l’occasione per una riflessione
delle ASL finalizzata alla rivisitazione dei principali processi organizzativi da cui far derivare, nel rispetto
delle specificità locali, un modello di funzionamento dei servizi orientato all’utenza, nonché uno
strumento concreto di miglioramento continuo della qualità dei servizi stessi.
L’indicatore “percentuale di strutture che hanno verificato e/o aggiornato la carta dei servizi”, che
fornisce una visione solo parziale della realtà nazionale, non essendo disponibili i dati relativi alle regioni
Emilia Romagna, Marche e incompleti quelli della Liguria, Abruzzo, Campania e Sicilia, mostra una
decisa variabilità territoriale ed una lieve discrasia fra le strutture pubbliche e le strutture private
accreditate.
Gli indicatori basati sui ricoveri (ogni 1.000 abitanti) per asma, diabete e scompenso cardiaco misurano
indirettamente la risposta territoriale a queste patologie che richiedono, solo in casi selezionati, il ricovero
in ambiente ospedaliero, e quindi consentono di valutare anche in termini di accessibilità l’assistenza
distrettuale.
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Il tasso dei ricoveri (ogni 1.000 abitanti) per asma, diabete e scompenso cardiaco rivela una maggiore
tendenza al ricorso all’assistenza ospedaliera nel Sud del Paese, almeno per quanto riguarda l’asma ed il
diabete; per lo scompenso cardiaco, invece, la situazione appare ribaltata, registrandosi la percentuale più
alta di ricoveri in Friuli Venezia Giulia.
Mentre diminuisce nel triennio il valore medio italiano dei ricoveri per asma e diabete che passa
rispettivamente da 58,9 a 52,6 e da 145,4 a 141,9 , si alza quello per lo scompenso cardiaco. Per
quest’ultima patologia (valore medio nazionale 300,2) il trend è in crescita in quasi tutte le regioni. La
differenza dei valori tra le varie regioni risulta molto elevata nelle tre patologie: in particolare, per lo
scompenso cardiaco si passa da 170,0 in Sardegna a 503,4 in Friuli Venezia Giulia, per l’asma da 22,9 in
Friuli a 72,7 in Basilicata, per il diabete da 85 in Friuli a 229,7 in Sicilia.
In conclusione, mentre la diminuzione dei ricoveri per asma e diabete può essere attribuita ad un
miglioramento dell’assistenza territoriale anche in termini di accessibilità, l’analisi dei dati relativi
all’incremento di ricoveri per scompenso cardiaco richiede uno studio più approfondito.
Procedendo ad una scomposizione delle diverse tipologie di assistenza rientranti nel livello in questione,
focalizziamo l’attenzione su: assistenza sanitaria di base; attività di emergenza sanitaria territoriale;
assistenza farmaceutica erogata attraverso farmacie territoriali; assistenza specialistica territoriale;
assistenza territoriale (ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale) rivolta agli anziani;
assistenza territoriale rivolta al recupero della tossicodipendenza e alcoldipendenza.
2.1 ASSISTENZA SANITARIA DI BASE
L’assistenza sanitaria di base è erogata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta
convenzionati con le Asl in ottemperanza al contratto collettivo nazionale (DPR n. 270/2000 e DPR
272/2000) integrato da accordi regionali e aziendali.
Il sotto-livello di assistenza include:
o educazione sanitaria;
o visite domiciliari e ambulatoriali a scopo diagnostico e terapeutico; prescrizione di farmaci e richiesta
di indagini specialistiche, proposte di ricovero e cure termali; consulto con lo specialista e accesso
negli ambienti di ricovero;
o vaccinazioni antinfluenzali nell'ambito di campagne vaccinali;
o certificazioni per la riammissione a scuola e l'incapacità temporanea al lavoro, certificazioni di
idoneità all'attività sportiva non agonistica nell'ambito scolastico;
o prestazioni previste come aggiuntive negli Accordi collettivi nazionali;
o visite occasionali;
o continuità assistenziale notturna e festiva.
Il medico di medicina generale assiste i cittadini in età adulta, così come stabilito dal regolamento di
esecuzione dell’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei medici di medicina generale (DPR
n.270/2000), e solo in particolari casi assiste pazienti con meno di 14 anni. Nel citato regolamento è
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stabilito un massimale di 1.500 assistiti per medico prevedendo precise modalità di rientro nei limiti per i
medici che superano tale quota; e comunque, per ciascun ambito territoriale può essere iscritto non più di
un medico ogni 1.000 residenti adulti.
L’indicatore “disponibilità dei medici di medicina generale” esprime la presenza sul territorio dei medici
di medicina generale rispetto alla popolazione residente di età pari a 14 anni e più. L’indicatore permette
di evidenziare situazioni di carenza o di eccessiva disponibilità di medici convenzionati, possibile indice
di non ottimale organizzazione. Nell’interpretazione occorre tener presente anche la struttura morfologica
e la densità abitativa del territorio che potrebbe giustificare un sovradimensionamento rispetto alla media
nazionale.
Analogamente alla disponibilità dei medici di medicina generale, anche l’indicatore sui pediatri di libera
scelta esprime la dotazione di questi a livello regionale (numero di pediatri ogni 1.000 bambini con meno
di 7 anni di età). Fino al compimento dei 7 anni, infatti, i bambini sono presi in carico dal medico
pediatra e, solo in particolari casi di carenza di pediatri, possono essere temporaneamente assistiti dal
medico di medicina generale. Il pediatra può avere, al massimo, 800 scelte mentre, per ciascun ambito
territoriale non può essere iscritto più di un pediatra ogni 600 residenti di età inferiore ai 7 anni. Il
pediatra di libera scelta può assistere il bambino fino al 14° anno di età, per i bambini da 7 a 14 anni può
però essere anche scelto il medico di medicina generale.
Più nel dettaglio, a livello nazionale, si dispone di 0,94 medici di medicina generale ogni 1.000 adulti di
14 anni e più, con un andamento pressoché costante nel triennio 1999 -2001, e di 1,92 pediatri di libera
scelta per 1.000 bambini di età 0 - 6 anni, con un trend leggermente crescente (1,88 nel 1999, 1,91 nel
2000 e 1,92 nel 2001). L’analisi territoriale dei due indicatori denota una lieve variabilità, più accentuata
per la pediatria.
Il costo dell’assistenza per la medicina generale, che comprende il costo dei medici di medicina generale,
dei pediatri di libera scelta e della guardia medica risulta pari a 72,07 euro (rilevato nelle 19 regioni
italiane monitorate). Il valore più alto lo si riscontra in Abruzzo con 97,98 euro e quello più basso in
Friuli V.G. con 63,95 euro. La variabilità di tali costi potrebbe essere determinata da scelte negli accordi
con i medici di base operati e recepiti in tempi diversi nelle varie regioni e dall’incidenza più o meno
rilevante dei costi della guardia medica notturna e festiva, nonché turistica.
2.2 EMERGENZA SANITARIA
Il sotto-livello comprende la ricezione delle richieste di intervento per emergenza sanitaria e il
coordinamento degli interventi nell'ambito territoriale di riferimento attraverso il sistema di allarme
sanitario assicurato da una centrale operativa cui fa riferimento il numero unico telefonico nazionale
“118”. La centrale operativa, organizzata su base provinciale e attiva per 24 ore al giorno, assicura il
radiocollegamento, su frequenze riservate, con le autoambulanze, con gli altri mezzi di soccorso e con il
sistema di emergenza territoriale.
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L’indicatore ”copertura delle centrali operative 118” intende valutare la copertura territoriale delle
Servizio di emergenza/urgenza 118, in termini di percentuale di popolazione servita. Misura quindi
l’attivazione del sistema nelle varie regioni italiane.
Sono solo due le regioni italiane che non hanno provveduto alla copertura del proprio territorio: la regione
Puglia che garantisce il servizio al 77% della sua popolazione e la regione Basilicata che deve ancora
procedere all’attivazione del sistema.
2.3 ASSISTENZA FARMACEUTICA
L’assistenza farmaceutica territoriale è erogata dai servizi farmaceutici territoriali delle Asl e dalle
farmacie, pubbliche e private, convenzionate con le ASL in ottemperanza al contratto collettivo nazionale
(DPR n. 371/1998) integrato da accordi regionali.
Il sotto-livello di assistenza include:
o fornitura di medicinali e prodotti galenici classificati in classe A);
o fornitura di medicinali classificati in classe C) agli invalidi di guerra;
o fornitura di medicinali innovativi non autorizzati in Italia ma autorizzati in altri Stati ovvero
sottoposti a sperimentazione clinica per i quali sono disponibili risultati di studi clinici di fase
seconda; medicinali da impiegare per indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata; (legge n.
648/1996)
L’indicatore sul numero di ricette farmaceutiche prescritte dai medici del SSN sulla popolazione è di
particolare interesse ai fini del monitoraggio del microlivello dedicato all’assistenza farmaceutica. I dati
evidenziano un trend crescente nel tempo in tutte le regioni italiane. Nel 2001 sono state prescritte
mediamente 7,3 ricette a persona; tutte le regioni settentrionali, ad eccezione della Liguria, sono al di
sotto del valore medio nazionale, tutte le regioni centrali e meridionali, ad eccezione del Molise e della
Sardegna sono al di sopra del livello nazionale.
Storicamente il costo sostenuto per l’assistenza farmaceutica, intesa nel 2001 quasi esclusivamente come
erogazione di farmaci tramite le farmacie convenzionate con il SSN, presenta forti differenziazioni
territoriali. Con la legge 405 del 16 novembre 2001 è stato fissato un tetto del 13%, valido a decorrere
dall’anno 2002, per la quota di spesa sanitaria che può essere sostenuta in ogni regione per l’assistenza
farmaceutica a carico del SSN.
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Grafico 1 – Incidenza % dell’assistenza farmaceutica sul totale dei costi nelle regioni italiane
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101112131415161718192021
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Il valore medio nazionale è stato pari, nel 2001, al 15,8%. Il divario con la soglia del 13% è
particolarmente evidente in tutte le regioni meridionali oltre che nel Lazio, in Abruzzo e in Liguria,
mentre nella P.A. di Trento, Valle D’Aosta, Veneto ed Umbria, la situazione reale risulta più vicina al
tetto prefissato.
L’incidenza percentuale di tale costo sul complesso dei costi sostenuti per il livello di assistenza
distrettuale ha un valore medio del 32,7% con una discreta variabilità regionale. Nella provincia
autonoma di Trento si rileva l’incidenza minima, con il 21,2%, in Calabria l’incidenza massima, con il
44%. In generale è evidente un gradiente territoriale crescente Nord-Sud dell’incidenza di tale assistenza.
Il costo pro-capite mediamente sostenuto per l’assistenza farmaceutica sul territorio delle regioni
monitorate è stato 210,87 euro. I valori sono molto diversi tra regione e regione. In Provincia Autonoma
di Trento si rileva il valore più basso, pari a 155 euro, in Campania il valore più alto 254,18 euro.
Complessivamente in 10 regioni il costo medio supera i 200 euro. Anche in questo caso, con l’eccezione
della Liguria per il Nord e la Basilicata ed il Molise per il Sud, si può notare come il costo medio cresce
man mano che si procede dall’area settentrionale all’area meridionale del Paese.
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Grafico – 2- Numero di ricette pro capite e costo pro capite nelle regioni italiane
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4,5 5,5 6,5 7,5 8,5
2.4 ASSISTENZA SPECIALISTICA
L’assistenza specialistica ambulatoriale è erogata dagli ambulatori specialistici direttamente gestiti dalle
ASL e dagli ambulatori privati accreditati del SSN con i quali sono stati stipulati accordi contrattuali. Il
sotto-livello comprende l’erogazione delle prestazioni specialistiche, comprese quelle di diagnostica
strumentale e di laboratorio, individuate dal D.M. 22 luglio 1996.
L’assistenza specialistica ambulatoriale è stata esaminata sotto l’aspetto organizzativo, attraverso
l’indicatore “percentuale delle strutture pubbliche dotate di un centro unificato di prenotazione per le
prestazioni ambulatoriali (CUP)”, sotto l’aspetto dell’attività erogata dagli ambulatori e dai laboratori,
attraverso l’indicatore “prestazioni di assistenza specialistica sulla popolazione”, e sotto il profilo dei
costi, in termini percentuali ed in termini pro-capite.
Le Aziende sanitarie locali, al fine di facilitare le prenotazioni per le prestazioni ambulatoriali, hanno
attivato una serie di centri di prenotazione tra loro collegati e definiti “Centro Unico di Prenotazione”
(CUP) per la prenotazione di visite specialistiche ambulatoriali, domiciliari ed esami diagnostici.
L’indicatore sulle Aziende USL dotate di CUP evidenzia una decisa tendenza ad una progressiva crescita
negli anni 1999 - 2001. Si è passati dal 68% delle Aziende ASL al 76 %. Persistono i valori anomali delle
regioni Lombardia, Sardegna e Calabria.
L’indicatore “prestazioni di assistenza specialistica sulla popolazione” misura l’ammontare delle
prestazioni erogate dagli ambulatori e laboratori separatamente per la diagnostica strumentale, il
laboratorio e le restanti specialità sulla popolazione residente. Nella diagnostica strumentale sono
comprese tutte le prestazioni di diagnostica per immagini, sia di medicina nucleare sia di radiologia
diagnostica; nelle prestazioni di laboratorio sono incluse tutte le analisi chimico cliniche e
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microbiologiche, la microbiologia, la virologia, l’anatomia e istologia patologica, la genetica,
l’immunoematologia e il servizio trasfusionale; nelle altre prestazioni sono ricomprese tutte le prestazioni
erogate dagli ambulatori inerenti alle restanti branche specialistiche. L’indicatore che misura il volume di
attività degli ambulatori e laboratori in ciascuna regione, è senz’altro correlato alla domanda espressa, a
sua volta dipendente dalla struttura demografica regionale. Per il corretto confronto fra i dati regionali
sarebbe più opportuno, così come stabilito nel decreto ministeriale 12 dicembre 2001, rapportare le
prestazioni ad una popolazione opportunamente pesata. La determinazione del sistema di ponderazione
risulta attualmente molto problematica, non essendo disponibili rilevazioni con accettabile grado di
attendibilità che consentano di valutare il ricorso all’assistenza specialistica in base al sesso e all’età.
Per quanto riguarda l’attività di laboratorio, le regioni che si collocano nettamente al di sopra del
parametro di riferimento (13.510 prestazioni per 1.000 abitanti a livello nazionale) sono il Veneto, la
Lombardia e la Toscana, mentre quelle con uno scostamento negativo più marcato rispetto al parametro di
riferimento sono le province autonome di Bolzano e Trento, l’Abruzzo e il Molise. Quest’ultime due
regioni registrano uno scostamento negativo anche per gli altri due indicatori di seguito riportati.
A livello nazionale, nel 2001 sono state effettuate 977 prestazioni di diagnostica strumentale ogni 1.000
abitanti, anche in questo caso le regioni con un valore nettamente più alto rispetto a quello nazionale
sono il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana. Per le restanti prestazioni specialistiche (4.214 ogni
1.000 abitanti la media nazionale) è il Lazio a collocarsi molto al di sopra del parametro di riferimento,
con 6.704 prestazioni per 1.000 residenti.
Grafico 3 - Numero di prestazioni specialistiche per 1.000 abitanti distinte per tipologia
-
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
20.000
22.000
24.000
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Diagnostica Laboratorio Altre prestazioni
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Il costo per il livello di assistenza specialistica ha un’incidenza media percentuale del 24,6% sull’intero
livello di assistenza distrettuale. L’incidenza è relativamente bassa nelle regioni meridionali e più alta
della media nelle regioni settentrionali. Piemonte, Emilia Romagna e Marche presentano l’incidenza
maggiore, intorno al 30%, la Calabria l’incidenza minore con il 12,7%.
Il costo pro-capite mediamente sostenuto per l’erogazione delle prestazioni di assistenza specialistica è
stato 159,62 euro. A fronte di tale media vi è una notevole variabilità: in 6 regioni (Piemonte, provincia
autonoma di Trento, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Marche) il costo medio supera i 200 euro, in 9
regioni esso è ricompreso tra i 100 e i 200 euro, nelle restanti 4 regioni (Umbria, Abruzzo, Puglia e
Calabria) è inferiore ai 100 euro.
2.5 ASSISTENZA RIVOLTA ALLA POPOLAZIONE ANZIANA
L’analisi dell’“assistenza territoriale ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale rivolta
agli anziani” è stata operata, in primo luogo, misurando “la percentuale di anziani, di età uguale o
superiore a 65 anni, trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI)”.
Si rammenta che l’intervento di ADI si presenta alternativo al ricovero ed è attivabile per diverse
motivazioni: malati terminali, malattie progressivamente invalidanti e che necessitano di interventi
complessi, incidenti vascolari acuti, gravi fratture in anziani, forme psicotiche acute gravi, dimissioni
protette da strutture ospedaliere.
Lo svolgimento dell’assistenza è fortemente caratterizzato dall’intervento integrato dei servizi necessari,
sia sociali sia sanitari, in rapporto alle specifiche esigenze di ciascun soggetto al fine di evitarne il
ricovero. A livello nazionale solo l’1,9% dei soggetti ultrasessantacinquenni usufruisce dell’ADI: si passa
comunque dallo 0,1% di Bolzano al 7,6% del Friuli Venezia Giulia.
Il livello di assistenza distrettuale agli anziani è stato, altresì, monitorato considerando le strutture
residenziali e semiresidenziali rivolte a tale tipologia di utenti attraverso l’indicatore basato sulle giornate
di assistenza in strutture semiresidenziali e residenziali ogni 1.000 abitanti di 65 anni e più.
Le strutture considerate sono di tipo socio-sanitario, strutture dove è predominante la componente di
assistenza sanitaria, seppur con diversi livelli di intensità. Rientrano in questa categoria i centri diurni, le
residenze sanitarie assistenziali (RSA) e la case protette.
Il ricorso a questi tipi di strutture, che riflette la loro disomogenea distribuzione sul territorio nazionale, è
più evidente nelle regioni del nord Italia, soprattutto, nella provincia autonoma di Trento.
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Grafico 5 – Percentuale di anziani trattati in ADI e giornate di assistenza agli anziani svolte nelle strutture
semiresidenziali e residenziali per 1.000 abitanti anziani
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4
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ADI GG Ass. residenz. e semires.
Il costo pro-capite sostenuto per l’erogazione alla popolazione anziana delle prestazioni di assistenza
territoriale, semiresidenziale e residenziale è stato in media di 197,03 euro. Il valore medio non
rappresenta bene una evidente variabilità regionale. Non si escludono problemi classificatori oltre alle
effettive differenze nei valori indicati.
Un valore effettivamente molto alto rispetto alla media, tanto da poter essere considerato outlier è quello
registrato nella Provincia Autonoma di Trento. Nelle restanti regioni il valore registrato in Lombardia con
366,06 euro e quello registrato in Veneto con 314,95 euro, risultano essere i più alti. Dall’altra parte in
Molise e Puglia si registrano i valori più bassi, in media intorno ai 30 euro.
2.6 ASSISTENZA SANITARIA RIVOLTA A SOGGETTI DIPENDENTI DA SOSTANZE
STUPEFACENTI E PSICOTROPE
L’attività sanitaria e sociosanitaria ai soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o da alcool comprende:
o accoglienza, analisi della domanda e diagnosi, definizione e attuazione di un programma terapeutico-
riabilitativo con supporto psicologico e sociale al paziente e alla famiglia, supporto medico generale
o specialistico ed eventuali terapie farmacologiche; consulenza al medico di medicina generale e ad
altri servizi territoriali; (SERT – livello ambulatoriale e domiciliare)
o accoglienza dei pazienti, valutazione diagnostica multidisciplinare, attuazione di un programma
terapeutico di medio/lunga durata con consulenza e supporto psicologico individuale e/o di gruppo,
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eventuale psicoterapia strutturata, individuale o di gruppo; gestione delle problematiche mediche
correlate (Comunità terapeutiche – livello semiresidenziale e residenziale)
Per questa tipologia di assistenza il decreto 12 dicembre 2001 prevede due indicatori: “utenti dei SERT
trattati nell’anno ogni 1.000 abitanti di età compresa tra i 14 e i 44 anni” e “giornate di assistenza ai
tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche ogni 1.000 abitanti di età compresa tra i 14 e i 44 anni”.
Per il primo indicatore i dati vengono periodicamente trasmessi al Ministero della salute dai SERT e dagli
Uffici regionali competenti. Esso può essere interpretato come una misura dell’accessibilità ai servizi
adibiti al recupero dei tossicodipendenti ma presenta, oltre a problemi tecnici di possibili doppi conteggi
tra una regione e l’altra (specialmente per le regioni ad afflusso “turistico” o stagionale), discrete
problematiche di “bias” di selezione, risultando il numero e le caratteristiche degli utenti strettamente
legati all’offerta terapeutica, a sua volta connessa, in parte, alle caratteristiche della struttura e alla
composizione qualitativa e quantitativa dello staff oltre che alla differente prevalenza del fenomeno
dell’abuso di droghe.
L’indicatore presenta un rilevante trend in crescita, attestando, peraltro, una tendenza già in atto da tempo.
Si conferma anche una evidente variabilità tra le regioni.
Per l’anno 2001 i valori regionali oscillano tra il minimo rappresentato dalla provincia di Bolzano (1,5
utenti per 1.000 residenti) ed il massimo osservato in Liguria (10,1 per 1.000). Le regioni con livelli del
tasso superiori allo standard di riferimento (pari al 6 per 1.000) sono, in ordine decrescente: Liguria,
Umbria, Piemonte, Abruzzo (tutte con valori superiori al 7 per 1.000), Sardegna, Veneto, Valle d’Aosta,
Toscana, Puglia ed Emilia (con valori compresi tra il 6 e il 7 per 1.000).
Il secondo indicatore è dato dal rapporto tra le giornate di assistenza erogate nelle comunità terapeutiche e
la popolazione residente di età compresa tra i 14 e i 44 anni ed è una misura dell’attività svolta dalle
comunità per l’assistenza ai tossicodipendenti.
I dati utilizzati a numeratore dell’indicatore derivano da un flusso ad hoc predisposto dal ministero
proprio in funzione della sperimentazione del set di indicatori previsti nel DM 12 dicembre 2001. Non
sono purtroppo possibili analisi temporali ed inoltre i dati trasmessi da alcune regioni risultano
incompleti.
L’indicatore presenta problemi di “bias” legati alla forte disomogeneità della distribuzione delle strutture
fra le varie regioni e, in parte, alle differenti modalità di pagamento delle strutture e ai contratti stabiliti
con le medesime dalle singole aziende (alcuni prevedono pagamenti “vuoto per pieno” su un numero di
utenti ridotto rispetto alla capienza della struttura). Un ulteriore fattore di confondimento potrebbe essere
legato alla differente struttura dei bilanci regionali, alcuni dei quali prevedono un budget specifico per
queste strutture. Infine, il numero di giornate di assistenza dipende fortemente dal numero di ospiti,
stante la permanenza mediamente molto prolungata (talora pluriennale) tipica di questi programmi di
riabilitazione.
Premesso che l’indicatore presenta i suddetti problemi occorre dire che lo stesso ha evidenziato una forte
variabilità a livello regionale. Valori nettamente superiori alla media nazionale (pari a circa 105 giornate
ogni 1.000 abitanti) si osservano per la Liguria (che rappresenta il picco della distribuzione), l’Abruzzo,
la Lombardia. Una situazione opposta si registra per il Lazio, la provincia autonoma di Bolzano, il Friuli
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Venezia Giulia. Per l’analisi dei dati occorre tener presente che la rilevazione tiene conto dell’attività
svolta dalle comunità terapeutiche a prescindere dalla regione di provenienza dei pazienti. Sarebbe utile
pertanto poter enucleare la parte di utenza extra-regionale. Poiché l’assistenza erogata dalle comunità
terapeutiche si va rapidamente estendendo a tipologie diverse da quelle della classica accoglienza
residenziale, sarebbe anche opportuno valutare specificatamente solo questo tipo di utenti .
Il costo pro-capite sostenuto per garantire le prestazioni di assistenza territoriale, semiresidenziale e
residenziale alle personale affette da problemi di tossicodipendenza ed alcoldipendenza è pari in media a
25,76 euro. In Valle D’Aosta è stato sostenuto il costo pro-capite maggiore, con 49,35 euro, in Provincia
Autonoma di Trento il valore più basso, con 6,65 euro.
2.7 ASSISTENZA SANITARIA E SOCIOSANITARIA RIVOLTA ALLE PERSONE CON PROBLEMI
PSICHIATRICI
L’assistenza sanitaria e sociosanitaria alle persone con problemi psichiatrici ed alle loro famiglie
comprende:
o accoglienza, analisi della domanda e diagnosi, definizione e attuazione di un programma terapeutico
riabilitativo con interventi psichiatrici clinici, supporto psicologico e sociale al paziente e alla
famiglia; consulenza al medico di medicina generale ed altri servizi territoriali; (Centro di salute
mentale – livello ambulatoriale e domiciliare):
o trattamento psichiatrico volontario e obbligatorio (TSO) in regime di ricovero ospedaliero, presso il
Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di aziende o presidi ospedalieri (livello ospedaliero);
o programmi terapeutico-riabilitativi e socio-riabilitativi diurni volti a sperimentare e apprendere abilità
nella cura di sé, nelle attività di vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali e di gruppo (Centro
diurno psichiatrico – livello semiresidenziale e residenziale);
o attività terapeutica-riabilitativa e socio-riabilitativa per il trattamento di situazioni di acuzie o di
emergenza o per fasi di assistenza di medio-lungo periodo, eventualmente successiva al ricovero
(strutture semiresidenziali o residenziali – livello semiresidenziale e residenziale).
Il monitoraggio dell’assistenza territoriale ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale
rivolta alle persone con problemi psichiatrici e alle loro famiglie è stato realizzato sia sotto il profilo delle
“giornate in strutture residenziali e semiresidenziali per l’assistenza psichiatrica ogni 1.000 abitanti di età
maggiore o uguale a 18 anni”, sia tenendo conto della “percentuale di ricoveri di tipo TSO”.
Il primo indicatore, dato dal rapporto tra le giornate di assistenza erogate nell’anno e la popolazione
residente di età maggiore uguale a 18 anni, esprime il volume di attività delle strutture sanitarie pubbliche
e private accreditate.
I limiti interpretativi nell’analisi della distribuzione regionale dell’indicatore sono essenzialmente i
seguenti:
o occorrerebbe verificare l’attendibilità dei dati disponibili in termini di copertura della rilevazione e di
definizione dei criteri di inclusione: da un’indagine ad hoc effettuata, tramite questionario, tra il
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novembre 2001 e il luglio 2002 dalla DG prevenzione del Ministero della salute1 e finalizzata a
censire il personale e le strutture dei Dipartimenti di salute mentale, è infatti emerso uno scostamento
nel numero delle strutture e dei posti letto residenziali e semiresidenziali rispetto al dato rilevato dal
flusso routinario del SIS;
o occorrerebbe stratificare per regione di provenienza del paziente, al fine di misurare quanto incide il
fenomeno della mobilità sanitaria sul volume di attività erogata in ogni regione;
o occorrerebbe disaggregare per regime di erogazione (semiresidenziale, residenziale) al fine di
consentire una lettura più accurata delle prestazioni erogate; l’attività residenziale, in particolare,
potrebbe essere documentata anche dalla degenza media e dal tasso di utilizzo dei posti residenziali,
consentendo in tal modo una valutazione più approfondita dell’efficienza e dell’efficacia degli
interventi erogati. Inoltre, l’analisi dell’indicatore andrebbe inserita in una valutazione complessiva
di tutto l’apparato assistenziale diretto alla cura dei disturbi psichiatrici, al fine di verificare il
funzionamento, nelle singole realtà territoriali, del modello dipartimentale basato sulla centralità del
paziente e sulla garanzia dell’unitarietà, dell’efficacia e della continuità degli interventi rivolti alla
tutela della salute mentale.
Nel 2001 sono state mediamente erogate 106 giornate di assistenza psichiatrica ogni 1.000 residenti in
Italia di età maggiore o uguale a 18 anni; questo dato è in tendenziale aumento, sebbene nel biennio 2000-
2001 si osservi una riduzione per 12 regioni. Anche per questo indicatore si delineano differenze
territoriali: complessivamente, le regioni del Centro hanno un volume di attività (pari a 398 giornate ogni
1.000 abitanti) minore rispetto a quelle del Nord (460 giornate per il Nord Ovest e 595 per il Nord Est) e
del Sud (581). Il minimo e il massimo della distribuzione sono rappresentati rispettivamente dalla
provincia di Trento e dal Friuli V.G.. Al di sopra del parametro di riferimento (pari a 106 giornate) si
collocano 10 regioni, in prevalenza dell’area settentrionale.
Come prevedibile, dal confronto tra le distribuzioni regionali del numero di posti letto residenziali e
semiresidenziali e del numero di giornate di assistenza erogate emerge che, a livello regionale, un
maggior volume di attività si associa generalmente ad una maggiore disponibilità di risorse. Al fine di
ricavare una misura di efficienza, questi indicatori andrebbero inoltre analizzati in relazione al tasso di
utilizzo dei posti letto (rapporto tra numero delle giornate di assistenza effettivamente erogate e numero
delle giornate di assistenza potenziali).
1 Il modello di rilevazione utilizzato nell’indagine verrà inserito nel Nuovo Sistema Sanitario Nazionale. Per la rilevazione effettuata nel 2001 si è assunta, come data di riferimento per la compilazione del questionario, il 30 giugno 2001. I risultatidell’indagine sono pubblicati nella Relazione “Personale e strutture dei Dipartimenti di salute mentale – Rilevazione 2001”
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
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Grafico 5 - Posti letto e giornate di assistenza psichiatrica per 1.000 abitanti
0,00,10,20,30,40,50,60,70,80,9
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posti letto giornate assist. psichiatrica
Fonte posti letto: SIS – “Attività gestionali ed economiche delle Asl e delle aziende ospedaliere – Anno
2001”
Per quanto riguarda, invece, l’altro indicatore, costruito come rapporto tra il numero di ricoveri di tipo
TSO (trattamento sanitario obbligatorio) ed il numero totale dei ricoveri psichiatrici per acuti, è un
indicatore indiretto dell’efficacia terapeutica delle strutture territoriali dedicate ai pazienti con disturbi
psichici. Infatti, essendo il TSO una modalità di intervento da ritenere straordinaria, a fronte di un sistema
assistenziale efficace nella presa in carico “ordinaria” dei pazienti (anche i più gravi), questo indicatore
può essere considerato una misura indiretta di efficacia dei programmi riabilitativi messi a punto dai
Dipartimenti di salute mentale.
Nel 2001 in Italia la percentuale di ricoveri in TSO è stata pari allo 0,25%. Tale valore è in aumento
rispetto all’anno precedente in otto regioni (Valle d’Aosta, Friuli, Liguria, Emilia, Umbria, Marche,
Campania, Sardegna) e nel valore medio nazionale (che nel 2000 è pari allo 0,20%). Gli aumenti più alti
si registrano in Emilia Romagna (da 0,17% a 0,56%) e in Campania (da 0,18% a 0,51%).
2.8 ASSISTENZA SANITARIA ALLE PERSONE CON DISABILITA’ FISICA, PSICHICA E
SENSORIALE
L’assistenza sanitaria e sociosanitaria alle persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale comprende:
o attività ambulatoriale di recupero e rieducazione funzionale di menomazioni e/o disabilità all’interno
di un progetto multidisciplinare globale: rieducazione motoria, fisioterapia, logopedia,
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psicomotricità, terapia occupazionale, riabilitazione internistica, attività neuro-psicologica,
psicologica e pedagogica; (Centri ambulatoriali di riabilitazione - livello ambulatoriale e
domiciliare);
o attività di recupero e rieducazione funzionale di menomazioni e/o disabilità all’interno di un progetto
multidisciplinare globale (rieducazione motoria, fisioterapia, logopedia, psicomotricità, terapia
occupazionale, riabilitazione internistica, attività neuro-psicologica, psicologica e pedagogica) con
carattere intensivo o estensivo, per almeno 3 ore al giorno (Presidi di riabilitazione extraospedaliera a
ciclo diurno e/o continuativo - livello semiresidenziale e residenziale);
o assistenza medica, infermieristica e riabilitativa estensiva a persone con disabilità fisiche, psichiche,
sensoriali o miste a lento recupero, non assistibili a domicilio, mediante interventi a media intensità
sanitaria, e con elevata tutela assistenziale e alberghiera, per periodi prolungati o a permanenza (RSA
per disabili – livello semiresidenziale e residenziale).
I dati che sono stati analizzati relativamente a questo tipo di assistenza si riferiscono a strutture (pubbliche
e private accreditate) di tipo sanitario, quali gli istituti di riabilitazione ex art. 26 L.833/1978, e derivano
dalla rilevazione annuale delle attività gestionali ed economiche delle ASL (DM 23/12/1996).
L’indicatore utilizzato, “giornate per l’assistenza riabilitativa, semiresidenziale e residenziale ogni 1.000
abitanti”, esprime il volume di attività delle strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza
riabilitativa in regime extraospedaliero in rapporto alla popolazione residente.
I limiti interpretativi nell’analisi della distribuzione regionale dell’indicatore sono essenzialmente i
seguenti:
o non si tiene conto della regione di provenienza del paziente cui viene erogata la prestazione, di
conseguenza il rapporto non consente di misurare direttamente il fenomeno della mobilità sanitaria;
o occorrerebbe disaggregare per tipologia di assistenza e per regime di erogazione (semiresidenziale,
residenziale) al fine sia di consentire una valutazione più approfondita degli interventi effettuati
(riabilitazione motoria, neuropsichiatrica, ecc.) e quindi dei sottogruppi di popolazione differenziati
per tipo di disabilita cui tale assistenza si rivolge, sia di analizzare il tipo di assistenza in relazione
alla modalità di erogazione (multidisciplinarietà); entrambi questi aspetti sono rilevanti per il governo
dei LEA, tenendo anche conto dell’importanza di favorire forme di assistenza extraospedaliera e più
in generale di potenziare (quantitativamente e qualitativamente) l’offerta sul territorio anche al fine di
controllare il fenomeno delle ospedalizzazioni improprie.
Nel 2001 sono state mediamente erogate 120 giornate di assistenza riabilitativa ogni 1.000 residenti in
Italia e si è registrato, quindi, un lieve aumento rispetto all’anno precedente. A tale incremento
contribuiscono ben 9 regioni (le differenze più significative riguardano in particolare la provincia di
Bolzano, il Lazio, la Campania e la Basilicata in cui si registrano incrementi relativi tra il 20% e il 40%
circa); al contrario, consistenti diminuzioni del volume di attività nel biennio 2000-2001 si osservano in 7
regioni, con punte massime in Abruzzo (da 230 a 92 giornate ogni 1.000 abitanti) e in Calabria (da 115 a
41).
L’analisi regionale dell’indicatore per il 2001 mostra una notevole variabilità a livello territoriale: i valori
oscillano da un minimo di 13 giornate ogni 1.000 abitanti per l’Umbria ad un massimo di 460 giornate per
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la Basilicata. Al di sopra dello standard di riferimento (pari a 120 giornate) si collocano la Lombardia, la
Toscana, le Marche, il Lazio, la Campania, la Basilicata e la Sardegna; valori bassi si registrano in
particolare in Umbria, in Emilia Romagna, in Veneto e in Piemonte. La Valle d’Aosta non presenta
strutture territoriali di tipo residenziale o semiresidenziale.
La variabilità territoriale riscontrata è presumibilmente da ricondurre, oltre che a differenze nella qualità
dei dati, anche all’esistenza di diversi modelli organizzativi che regolano l’assistenza ai pazienti con
disabilita fisiche e psichiche in ambito extraospedaliero, nonché alla disponibilità e dislocazione regionale
delle strutture in esame.
Analogamente a quanto visto relativamente all’assistenza rivolta a pazienti psichiatrici, esiste una
relazione tra l’indicatore in questione e i dati di offerta (posti letto in strutture residenziali e
semiresidenziali per 1.000 abitanti): le regioni a più intensa attività (es. Basilicata, Lazio, Lombardia,
Marche) sono quelle caratterizzate dalla maggiore disponibilità di posti letto (che generalmente è più
elevata nelle strutture residenziali rispetto a quelle semiresidenziali), mentre le regioni con livelli bassi di
attività (es. Calabria, Umbria, Piemonte, Veneto) sono più carenti sotto l’aspetto dell’offerta quantitativa.
Grafico 6 - Posti letto e giornate di assistenza riabilitativa per 1.000 abitanti
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posti letto giornate di assistenza
Fonte posti letto: SIS – “Attività gestionali ed economiche delle Asl e delle aziende ospedaliere – Anno
2001”
Il costo pro-capite sostenuto per garantire le prestazioni di assistenza territoriale, semiresidenziale e
residenziale a persone con disabilità sia fisica che psichica è stato in media di 35,93 euro. Il valore
minimo è stato rilevato nella provincia autonoma di Trento con 10,56 euro, il valore più alto in Campania
con 64,35 euro pro-capite.
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3. ASSISTENZA OSPEDALIERA
Nel livello di assistenza ospedaliera sono previste le prestazioni erogate in regime ordinario e in day
hospital o day surgery, sia nelle discipline per acuti, sia per la riabilitazione e la lungodegenza. Sono
inoltre comprese le prestazioni erogate in pronto soccorso e gli interventi di ospedalizzazione domiciliare.
All’interno delle strutture ospedaliere sono, pertanto, erogate le prestazioni di carattere diagnostico,
terapeutico e riabilitativo che per loro natura o complessità di esecuzione richiedono un livello di
assistenza medica ed infermieristica continua non attuabile in regime ambulatoriale o domiciliare.
Le regioni assicurano l’erogazione dell’assistenza ospedaliera avvalendosi dei presidi direttamente gestiti
dalle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere, delle aziende universitarie e degli istituti di
ricovero e cura a carattere scientifico, nonché di soggetti accreditati. Il livello di assistenza ospedaliera, a
differenza degli altri livelli di assistenza, dispone di diversi indicatori per essere più che adeguatamente
descritto. Gli indicatori del decreto ministeriale 12 dicembre 2001 possono essere suddivisi secondo 3
dimensioni: domanda di assistenza; risorse (strutturali e umane); attività. Alla prima appartiene il tasso di
ospedalizzazione distinto per la modalità di degenza, ordinaria e day hospital; alla seconda la disponibilità
dei posti letto e l’entità dei costi, espressi entrambi rispetto alla popolazione; alla terza le giornate di
degenza erogate e il tasso di utilizzo dei posti letto. Un aspetto importante nel quale, però, non si hanno
informazioni quantitative adeguate investe il settore dell’ospedalizzazione domiciliare.
Il “tasso di ospedalizzazione” esprime una misura della domanda di assistenza ospedaliera che i cittadini
residenti chiedono alle strutture di ricovero esistenti sul territorio nazionale. Può essere considerata una
misura della propensione al ricovero da parte delle popolazione residente.
Nell’anno 2001 si sono registrati circa 9,5 milioni di ricoveri in modalità di degenza ordinaria, pari ad un
tasso di ospedalizzazione di 161,4 per 1.000 abitanti, e oltre 3 milioni di ricoveri in modalità diurna, pari
ad un tasso di ospedalizzazione del 53,2 per 1.000 abitanti.
Il legislatore ha previsto un parametro di riferimento del 160 per 1.000 complessivo per la degenza
ordinaria e il day hospital sia per le discipline per acuti che per la lungodegenza e la riabilitazione.
L’esame dei dati evidenzia una situazione ancora lontana dai valori di riferimento. Nonostante ciò,
l’analisi del trend mostra una riduzione del numero dei ricoveri complessivi.
Analizzando la situazione del ricovero ordinario a livello regionale si osserva una evidente variabilità. I
valori più elevati si registrano nelle regioni meridionali ed in particolare in Abruzzo, Molise, Puglia e
Calabria.
Il tasso di ospedalizzazione “standardizzato” consente di depurare il dato grezzo dall’effetto della diversa
composizione per età presente nelle diverse realtà regionali e quindi di ottenere un confronto più accurato.
I valori più elevati permangono nelle regioni Puglia, Abruzzo e nella Provincia autonoma di Bolzano, e si
accentuano le differenze territoriali tra il Centro Nord ed il Sud del Paese.
Anche nella modalità assistenziale del ricovero diurno persiste una spiccata variabilità regionale. Il tasso
di ospedalizzazione per day hospital è più elevato nelle regioni Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Sicilia
e Sardegna dove si registrano valori maggiori del 60 per 1.000 e più basso nella p.a. di Bolzano e in
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Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
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Molise dove i valori non raggiungono il 25 per 1.000. La tendenza ad un graduale e progressivo
incremento del regime diurno si evidenzia in tutte le regioni centrali e meridionali.
I posti letto disponibili negli istituti di ricovero e cura sono utilizzati per le discipline cosiddette per acuti
(discipline mediche, chirurgiche e di emergenza) in modalità di degenza ordinaria e in day hospital e/o
day surgery e per le discipline post-acuzie, in modalità di riabilitazione e lungodegenza, unità spinale.
Nell’anno 2001 l’offerta di posti letto per acuti per le attività di degenza ordinaria è risultata costituita da
oltre 236.000 unità, pari a 4,08 ogni 1.000 abitanti e per l’attività di day hospital da quasi 23.180 unità,
pari a circa lo 0,40 per 1.000 abitanti.
I valori di riferimento sono pari a 4,05 per 1.000 per la degenza ordinaria e 0,45 per il day hospital. La
legge 405 del 2001 rivede a 4 per 1.000 l’indicatore dei posti letto per acuti e all’1 per 1.000 quello post-
acuzie.
Dai dati riportati, si evince che l’attuale dotazione di posti letto ospedalieri dedicati all’assistenza
riabilitativa sono ancora inferiori agli standard stabiliti dalla normativa. In realtà, in quest’ambito,
l’invecchiamento demografico e lo sviluppo degli strumenti tecnologici rende del tutto inappropriato
individuare nell’ospedale la sede elettiva delle attività riabilitative. Andranno sviluppate reti integrate di
servizi, a valenza plurispecialistica finalizzati alla continuità e all’efficacia assistenziale, nonché alla
specifica differenziazione in ordine ai problemi di salute.
Grafico 7 - Tassi di ospedalizzazione in degenza ordinaria e in day hospital per 1.000 abitanti
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L’analisi regionale dell’indicatore di risorse più diffuso, “posti letto per 1.000 abitanti”, dimostra una
elevata eterogeneità: si passa dal 3,2 della Campania al 4,8 del Friuli e della p.a. di Bolzano. In generale,
le regioni meridionali ed insulari, ad eccezione della Sardegna e del Molise, dispongono di un numero di
posti letto, rispetto alla popolazione, inferiore alle regioni centro-settentrionali.
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
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Anche la dotazione di posti letto per le attività di day hospital e/o di day surgery è estremamente variabile
a livello regionale.
L’attività ospedaliera erogata nelle discipline di recupero e riabilitazione funzionale, lungodegenza e unità
spinale viene effettuata su quasi 30.500 posti letto. L’ammontare dei posti letto, per degenza ordinaria e
per day hospital, sulla popolazione residente, è pari allo 0,5 per mille. Così, nonostante l’incremento
verificatosi negli ultimi anni, lo standard previsto dalle normative nazionali (1 per 1.000) è ancora
lontano.
Escludendo la p.a. di Trento ed il Lazio, tutte le altre regioni si caratterizzano per un valore
dell’indicatore inferiore all’ 1 per 1.000. Va segnalato che la Valle D’Aosta non ha posti letto dedicati alla
riabilitazione ospedaliera.
Si evidenzia la necessità quindi per molte regioni di pianificare i posti letto per la lungodegenza, tenendo
in considerazione i vari fattori sociali e sanitari, quali la residenza (popolazione urbana o rurale), la
struttura per età, la struttura della famiglia, la tipologia di attività economica prevalente, la disponibilità di
forme di assistenza alternative, che vi incidono in maniera determinante.
Grafico 8 - Posti letto per acuti per degenza ordinaria e day hospital per 1.000 abitanti
2,00
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L’indicatore “giornate di degenza sulla popolazione residente pesata” esprime una misura dell’attività
ospedaliera erogata dalle strutture di ricovero, opportunamente pesata per tener conto della differente
struttura per età della popolazione regionale. Dall’esame dei dati relativi alla degenza ordinaria, si
evidenziano valori particolarmente elevati e al di sopra della media nazionale per le p.a. di Bolzano e di
Trento, e le regioni Veneto, Lombardia, Lazio, Abruzzo e Molise. In media, ci sono 1,2 giorni di degenza
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ospedaliera ordinaria per ogni cittadino italiano (acuti, riabilitazione e lungodegenza) e, più in generale,
si osserva un trend in crescita.
Il “costo percentuale del livello di assistenza ospedaliera” è un indicatore di semplice e significativo
utilizzo quando si voglia quantificare la concentrazione di risorse che i sistemi sanitari regionali dedicano
all’assistenza ospedaliera piuttosto che a quella preventiva e distrettuale. Riflette ovviamente la
preesistente offerta ospedaliera ma in generale dimostra una tendenza alla diminuzione in tutte le realtà
regionali. L’incidenza percentuale media è stata pari nel 2001 a circa il 48%, con il minimo registrato
nelle Marche (41,2%) ed il massimo in Umbria (59%).
Il “costo pro-capite del livello di assistenza ospedaliera”, complessivamente erogata, per il 2001, è stato
di 644 euro, con variazioni comprese fra il minimo di 495 euro delle Marche ed un massimo di 862 euro
della regione Umbria. Valori significativamente superiori alla media nazionale si registrano, oltre che in
Umbria, anche in Abruzzo, Lazio, Valle D’Aosta, Veneto e nella P.A. di Trento.
In altre regioni, quali il Piemonte, Friuli V.G., Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Basilicata e
Calabria invece, il costo pro-capite è inferiore alla media nazionale. Alcune di queste regioni hanno
affrontato negli scorsi anni un processo di riorganizzazione della rete ospedaliera, in alcuni casi ancora in
corso, il quale ha portato ad una razionalizzazione dei costi in termini di performance ospedaliere e di
appropriatezza delle cure.
Il “tasso di utilizzo”, ulteriore indicatore individuato del decreto 12 dicembre 2001, pari a livello
nazionale al 74%, è conforme al parametro di riferimento, stabilito nell’intervallo 70-75%. Valori
inferiori al 65% si registrano in Friuli V.G., Sardegna, Calabria e Basilicata, mentre valori superiori
all’80% sono presenti in Valle D’Aosta, Lazio, Abruzzo e Molise. Valori bassi sono sintomo di scarso
utilizzo delle risorse e di conseguenza di scarsa efficienza, e valori elevati possono essere sentinella di
eventuale sovraccarico delle unità operative ma anche di eccessivo ricorso alla modalità assistenziale di
ricovero ospedaliera.
Dall’esame congiunto del tasso di utilizzo dei posti letto e della dotazione di posti letto in degenza
ordinaria ogni 1.000 abitanti, si osservano situazioni regionali diverse: regioni come il Friuli V.G. e la
Sardegna presentano bassi tassi di utilizzo ed un’alta disponibilità di posti letto, mentre regioni come
l’Umbria, la Campania, la Valle d’Aosta e l’Abruzzo sono caratterizzate da tassi di utilizzo superiori al
75% e una dotazione di posti letto al di sotto del parametro di riferimento. Il Lazio, la Liguria ed il Molise
presentano, invece, un utilizzo di posti letto nettamente superiore al 75% ed una disponibilità di posti letto
superiore allo standard; in Calabria e Basilicata si registra un basso utilizzo dei posti letto pur avendo una
dotazione di posti letto inferiore ai 4 per 1.000 abitanti.
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Grafico 9 - Tasso di utilizzo e posti letto in degenza ordinaria per acuti per 1.000 abitanti
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Puglia
Lazio
Particolarmente importante, nell’ambito del livello dell’assistenza ospedaliera, appare il fenomeno della
mobilità.
Per “mobilità ospedaliera” si intende il fenomeno di migrazione sanitaria verso un ospedale localizzato in
un’altra regione rispetto a quella di residenza sanitaria.
Accanto alla mobilità motivata da ragioni strettamente sanitarie (centri di alta specialità, malattie rare …),
esiste una migrazione correlata ad altri fattori, quali, primi fra tutti, la carenza di servizi essenziali o la
sfiducia verso quelli esistenti. Non vanno trascurate, nemmeno, le motivazioni di carattere prettamente
soggettivo, come, per esempio, ragioni di tipo familiare, o di localizzazione del comune di residenza.
E’ sulla scarsa informazione e sulla componente di sfiducia che aleggia in alcune realtà territoriali, che si
può ovviamente definire “evitabile”, che è possibile e necessario adottare misure di contenimento e
opportune azioni programmatorie.
Infatti la conoscenza dell’entità del fenomeno migratorio, e soprattutto delle ragioni che inducono i
pazienti a richiedere assistenza in strutture al di fuori di quelle localizzate nella propria area di residenza,
è importante ai fini della programmazione degli investimenti e dei servizi a livello nazionale, regionale e
locale.
Per comprendere le dimensioni dei flussi migratori ospedalieri tra le regioni italiane sono stati elaborati
due tipi di indicatori, l’indice c.d. “di attrazione” e l’indice c.d. “di fuga”. Il primo indica la percentuale,
in una determinata regione, dei ricoveri di pazienti residenti in altre regioni sul totale dei ricoveri
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
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registrati nella regione stessa; il secondo misura la percentuale, in una determinata regione, dei residenti
che si ricoverano fuori regione sul totale dei ricoveri (dentro e fuori regione).
E’ da ricordare che detti indicatori possono subire distorsioni interpretative quando la popolazione alle
quali ci si riferisce è di dimensioni demografiche contenute. In questi casi la mobilità attiva (verso
l’interno della regione) può trovare un limite obiettivo nel c.d. “effetto congestione” e cioè nella capacità
recettiva necessariamente limitata di reti ospedaliere che insistono su territori troppo circoscritti. La
mobilità passiva (verso l’esterno della regione) può essere influenzata dal determinarsi di flussi di esodo
da considerarsi fisiologici in quanto inerenti ad una domanda di prestazioni altamente specialistiche, cui
potrebbe essere poco economico rispondere con strutture locali a bacino di utenza eccessivamente
limitato.
Dall’analisi dei dati assunti dagli indicatori emerge che il fenomeno della mobilità risulta più accentuato
nelle regioni di piccole dimensioni (Valle D’Aosta, Trento, Molise e Basilicata), e che l’aspetto di
attrazione è soprattutto una costante dell’area centrale e settentrionale del paese mentre l’aspetto di fuga
contraddistingue, oltre le citate piccole regioni, anche la Calabria, l’Abruzzo e le Marche.
Si segnala il comportamento opposto fra le province di Trento (alta migrazione) e Bolzano (bassa
migrazione). Tale ultimo dato, però, può rappresentare un artificio, conseguente alla migrazione dei
residenti verso la vicina Austria.
L’esame del livello di assistenza ospedaliera non può essere considerato completo se non si analizza il
concetto di “appropriatezza”.
Detto concetto va collocato in uno scenario ideale nel quale i medici agiscono, nel rispetto dei bisogni
individuali dei pazienti, secondo linee guida cliniche e clinico-organizzative con vantaggi certi in termini
sia di esito clinico, sia di equità dell’assistenza prestata.
In realtà, sono state individuate due differenti tipologie nell’ambito del concetto di appropriatezza:
l’appropriatezza clinica o specifica e l’appropriatezza organizzativa o generica. Si parla di appropriatezza
clinica o specifica quando un particolare intervento assistenziale è indicato per il bisogno della persona
che lo riceve. L’intervento viene, quindi, definito appropriato se il margine tra benefici e rischi è
sufficientemente largo da renderlo convenientemente erogabile.
Si parla di appropriatezza organizzativa o generica per gli interventi che soddisfano il principio di
economicità nell’impiego delle risorse quanto a modalità di organizzazione e di erogazione
dell’assistenza. L’appropriatezza generica riguarda, quindi, le componenti organizzative di un servizio o
di una prestazione: il luogo più adatto, il tempo impiegato, le risorse dedicate.
Per quanto riguarda specificamente i ricoveri ospedalieri, possono essere definiti appropriati quei ricoveri
effettuati per problemi clinici che non potrebbero essere affrontati, con pari efficacia ed altrettanta
economicità nell’impiego delle risorse, ad un livello di assistenza meno intensivo.
A tal proposito, si segnala che il d.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di
assistenza” identifica 43 DRG, quali prestazioni incluse nei LEA, che presentano un profilo organizzativo
potenzialmente inappropriato o per le quali occorre individuare modalità più appropriate di erogazione.
Lo stesso decreto invita le regioni a fissare dei valori soglia dei ricoveri ordinari per ciascuno dei 43
DRG, promuovendo forme assistenziali alternative, quali il day hospital e il settore ambulatoriale. Alla
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data attuale 18 regioni hanno fissato i valori soglia, ancora inadempienti risultano la p.a. di Bolzano e le
regioni Liguria e Abruzzo.
Per l’individuazione dei valori soglia sono state seguite diverse metodologie: applicazione di
classificazioni isoseverità e di strumenti di valutazione dell’appropriatezza (APPRO, Disease Staging,
PRUO); riferimenti bibliografici e considerazioni di natura tecnico-epidemiologica; valutazione
dell’attività rilevata e criteri di benchmarking. Nella tabella seguente sono riportate le soglie fissate a
livello regionale per i 43 DRG: ne emerge una estrema variabilità anche per quei DRG sulle quali è
ragionevole immaginare modalità di erogazione abbastanza standardizzate.
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Ciò premesso, occorre dire che gli indicatori utilizzati per descrivere l’eventuale utilizzo improprio delle
risorse ospedaliere investono tanto l’appropriatezza clinica che l’appropriatezza organizzativa.
Quest’ultimo settore viene analizzato, sia considerando la struttura interna dell’ospedale, sia l’utilizzo
inefficace dei servizi sanitari alternativi all’ospedale.
Di seguito, si procede ad una breve illustrazione dei singoli indicatori individuati dal decreto ministeriale
12 dicembre 2001.
La “percentuale dei dimessi con DRG medici da reparti chirurgici” è un indicatore sull’appropriatezza di
utilizzo dei posti letto collocati in unità operative chirurgiche. Il valore medio nazionale considerato come
parametro di riferimento è del 39,4%; la percentuale nelle varie regioni varia da un massimo di 55,6 in
Basilicata al minimo di 28,2 in Friuli V.G..
Nel triennio in esame il valore dell’indicatore si è abbassato di 4 punti percentuali (da 43,4 nel 1999 a
39,4 nel 2001).
Analizzando la situazione a livello regionale risulta una evidente variabilità. I valori più elevati si
registrano nelle regioni meridionali ed in particolare in Basilicata, Calabria e Sicilia dove più del 50 % dei
pazienti dimessi da reparti chirurgici non viene sottoposto durante il ricovero ad alcuna procedura, valori
inferiori al 30% si registrano, invece, in Friuli V.G. e in Emilia Romagna. La spiegazione di tale
variabilità richiederebbe approfondimenti specifici. Difficoltà organizzative, sovraffollamento dei reparti
di medicina generale, ricoveri successivi all’intervento ed altre motivazioni potrebbero apportare elementi
di spiegazione del fenomeno.
L’indicatore “percentuale di parti cesarei” è un indicatore di appropriatezza clinica molto utilizzato anche
a livello internazionale. Nonostante l’attenzione che negli anni si è posta al problema, la percentuale di
parti cesarei, in Italia, è ancora molto elevata e in continua crescita.
Il parametro di riferimento stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al 15%, infatti, è, tuttora,
molto distante dalla maggior parte dei valori assunti nelle varie regioni. Il valore medio italiano si attesta
nel 2001 al 33,9%. Solo la regione Friuli Venezia Giulia e la p.a. di Bolzano sono vicini al livello
superiore dello standard (20,3%), mentre in Campania l’indicatore ha un valore pari a 54,3%. I
determinanti di tali differenze potrebbero essere riscontrati nel contesto sociale, culturale e sanitario, nelle
conoscenze e attitudini dei professionisti sanitari, nelle differenze delle condizioni materne e fetali, nelle
differenti modalità di pagamento del ricovero per parto naturale o cesareo, nella numerosità e tipologia di
struttura (privata o pubblica), ecc..
Il “peso medio del ricovero degli anziani” può essere considerato un indicatore di complessità della
casistica trattata in ambito ospedaliero ed è ottenuto rapportando la somma dei pesi DRG dei ricoveri, che
interessano la popolazione ultrasessantacinquenne, sul totale dei ricoveri. Misura se la casistica dei
ricoveri della popolazione con età maggiore di 65 anni, si caratterizza per un più elevato assorbimento di
risorse, rispetto alla media della popolazione generale di riferimento. Il peso medio del ricovero nella
popolazione ultrasessantacinquenne è pari a 1,36; il valore dell’indicatore per tutte le età si attesta su 1,14.
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Si può, comunque, osservare una netta divisione tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali
dove il valore non supera 1,25.
Il “peso medio del ricovero nella popolazione infantile” è invece pari a 0,77, a livello nazionale, e varia
da 0,67 nella p.a. di Bolzano e in Abruzzo a 0,88 del Friuli V.G.. La variabilità a livello regionale può
essere imputata sia ad una diversa organizzazione territoriale, sia all’attrazione che importanti poli
pediatrici esercitano sulla domanda.
L’indicatore “percentuale di ricoveri brevi” fa riferimento ai ricoveri per acuti la cui durata risulta di due
o tre giorni. Il valore medio nazionale è di 28,8% con un incremento di 0,9 in un anno.
Tale indice non è interpretabile in maniera univoca come indicatore di inappropriatezza, poiché il suo
incremento può essere causato sia da un utilizzo più efficiente delle risorse con dimissioni precoci dei
pazienti a seguito di un miglioramento dell’assistenza territoriale sia dallo slittamento in regime di
ricovero di prestazioni diagnostiche precedentemente erogate in day-hospital o in ambulatorio. In
generale, non si osserva una elevata variabilità a livello territoriale: i valori minimi si riscontrano in Valle
D’Aosta, Friuli V.G., Lombardia e Veneto, mentre i valori più elevati contraddistinguono l’Abruzzo, la
Campania, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna.
La “percentuale di ricoveri lunghi” ossia di ricoveri la cui durata di degenza supera i 60 giorni è un
indicatore calcolato sulle discipline per acuti e fornisce pertanto informazioni sulla potenziale
inappropriata permanenza in ospedale dei casi acuti. Il valore medio nazionale è di 0,29, con una
diminuzione di 0,02 rispetto al 2000, e la variabilità tra le regioni è contenuta. Fuori range la regione
V.D’Aosta dove sulla durata della degenza probabilmente incide la mancanza dei reparti di riabilitazione.
In generale i ricoveri lunghi sono più frequenti al centro e al nord, ma l’indicatore risulta poco
significativo se non viene correlato con la valutazione della complessità dei casi trattati.
La durata media della degenza rappresenta uno degli strumenti di misurazione più utilizzati per descrivere
l’efficienza delle strutture ospedaliere. Si è notevolmente ridotta negli ultimi anni attestandosi nel 2001 a
6,8 giorni. I valori più bassi si registrano nell’area meridionale del paese con punte di 5,5 in Campania e
5,6 in Sicilia.
Dal grafico seguente si evidenzia la netta differenziazione tra le regioni del centro Nord caratterizzate da
tassi di ospedalizzazione contenuti e degenze medie superiori al valore medio nazionale e le regioni
meridionali ed insulari con alti tassi di ospedalizzazione e degenze medie basse.
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Grafico 10 – Tasso standardizzato di ospedalizzazione e degenza media
PUG
ABRBOL
MOL
CAL
BAS
CAMSIC
SARITA
LOMTRE
MAR
LAZLIG
VEN
UMB
EMITOSFVG
PIE
VDAR2 = 0,45
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
9,00
10,00
120,00 140,00 160,00 180,00 200,00 220,00Tasso std per 1.000 ab.
Deg
enza
ned
ia in
gio
rni
Un altro indicatore, per misurare l’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera, è dato dal “tasso di
ospedalizzazione nella popolazione anziana per particolari procedure chirurgiche: cataratta, sostituzione
dell’anca e by-pass coronarico e angioplastica”. Esso riveste particolare importanza, dal momento che le
citate procedure costituiscono, fra gli ultrasessantacinquenni, le cause di ricovero più frequenti. Il tasso è
calcolato sui ricoveri dei pazienti residenti nella regione, ovunque gli stessi siano ricoverati. Esso misura,
pertanto, la domanda di ospedalizzazione per queste procedure espressa dai residenti nella regione e
soddisfatta in tutto il territorio nazionale. Occorre però tener presente che in ambito ospedaliero, la
domanda di prestazioni è comunque sovente influenzata dall’offerta e dall’accessibilità ai servizi.
A livello nazionale, nel 2001, i livelli di ospedalizzazione per detti interventi sono aumentati rispetto
all’anno precedente, anche se in modo più significativo per la cataratta (35,24 ricoveri per 1.000 anziani
rispetto ai 31,18 ricoveri del 2000). Per quanto riguarda quest’ultima procedura, esistono realtà regionali,
come le Marche e la Sardegna, in cui il tasso di ospedalizzazione è notevolmente al di sopra della media
nazionale (parametro di riferimento) mentre altre regioni, come la Valle d’Aosta, la Campania e la Sicilia,
presentano valori inferiori al parametro. Analizzando i tassi di ospedalizzazione per sostituzione di anca
emerge che nell’area settentrionale del paese si registrano valori sempre superiori alla media nazionale
con regioni notevolmente al di sopra del parametro di riferimento (provincia di Bolzano e Friuli V.G.,
rispettivamente 9,39 e 7,81 ricoveri per 1.000 anziani). Le regioni con minore incidenza di questo
intervento sono la Sardegna (2,99 ricoveri per 1.000 anziani ) e la Calabria (3,31 ricoveri per 1.000
anziani). Anche per il by-pass coronarico si registra un ricorso ospedaliero maggiore nelle regioni
settentrionali che si collocano tutte, ad eccezione di Liguria, Friuli V.G. e P.A di Trento, al di sopra del
parametro di riferimento (4,67 ricoveri per 1.000 anziani).
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Gli interventi per bypass coronarico e sostituzione di anca hanno una complessità di esecuzione maggiore
rispetto all’intervento di cataratta che è ormai diffusamente eseguito in day hospital ed anche in regime
ambulatoriale per cui, per un corretto confronto territoriale si dovrebbe poter disporre anche degli
interventi eseguiti in ambito extra ospedaliero di cui l’indicatore non tiene conto.
Grafico 11 - Tasso di ospedalizzazione per alcune procedure chirurgiche nella popolazione anziana (per
1.000 abitanti)
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
Piem
onte
Valle
d'A
osta
Lom
bard
ia
P.A.
Bol
zano
P.A.
Tre
nto
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to
Friu
li V. G
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Ligu
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Emilia
R.
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Um
bria
Mar
che
Lazi
o
Abru
zzo
Mol
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Cam
pani
a
Pugl
ia
Basi
licat
a
Cal
abria
Sici
lia
Sard
egna
Italia
T.O. Cataratta T.O. By-pass coronarico T.O. Sostituzione anca
4. RISULTATO E QUALITA’ DEL PROCESSO
Quest’ultimo capitolo è stato inserito per consentire una lettura globale degli indicatori di assistenza
integrando il loro significato con le informazioni relative al risultato finale degli interventi sanitari in
termini di salute o di outcome.
Ovviamente, anche per motivi di pratica applicabilità, il DM si limita a considerare solo alcuni degli
indicatori di efficacia possibili o effettivamente esistenti e utilizzati a livello nazionale ed internazionale,
privilegiando invece gli indicatori sull’assistenza; tuttavia l’obiettivo di monitorare e analizzare
l’assistenza erogata congiuntamente ad una valutazione dei risultati dovrebbe assumere una importanza
prioritaria per verificare il raggiungimento degli obiettivi di salute (in senso lato) stabiliti nel Piano
sanitario nazionale e nei piani sanitari regionali.
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Con la stessa finalità di favorire e supportare una lettura “globale” degli indicatori, sono state incluse nel
DM12/12/2001 anche misure di “stato di salute/contesto”, suddivise in 5 aree relative a: stato di salute,
fattori demografici e socioeconomici, fattori personali e comportamentali, fattori ambientali legati alle
condizioni di vita e di lavoro, indicatori di qualità del processo. Queste ulteriori informazioni non solo
dovrebbero consentire un’interpretazione più completa e corretta dei vari fenomeni sottesi agli indicatori
ma potrebbero anche contribuire ad una migliore comprensione del legame tra inputs, outputs e outcomes
e quindi a far emergere quanta parte dell’outcome è attribuibile all’organizzazione sanitaria (e dunque
misurabile in termini di efficacia e appropriatezza) e quanta parte è invece al di fuori dell’ambito di
azione del sistema e riconducibile ai molteplici fattori (sociali, culturali, economici, ambientali, ecc.) che
possono influenzare significativamente la risposta.
Il “quoziente di mortalità infantile” è uno degli indicatori più utilizzati a livello internazionale per
misurare il livello di sviluppo sociosanitario di un Paese. Il risultato è espresso per ogni mille nati vivi e il
parametro di riferimento è il valore medio europeo, pari al 5 per mille.
Nel 2000 la media italiana è a quota 4,5 per mille, ma la situazione è estremamente disomogenea a livello
regionale; ben 5 regioni hanno valori uguali o superiori al parametro di riferimento e sono tutte al Sud:
Molise (6 per mille), Campania (5 per mille), Puglia (5,8 per mille), Calabria (6,1 per mille) e Sicilia (6,1
per mille). Il valore minimo si registra in Friuli V.G. (2,4 per mille).
La mortalità infantile si correla direttamente, in maniera statisticamente significativa, con il tasso di
disoccupazione ed, inversamente, con il PIL pro capite e con il tasso di attività femminile. Il che,
evidentemente, sta ad indicare che le regioni che presentano alti livelli di mortalità infantile sono quelle in
condizioni di maggiore svantaggio socioeconomico.
Grafico 12 - Prodotto Interno lordo pro-capite e tasso di mortalità infantile
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5
Quoziente di mortalità infantile per 1.000 n.v.
PIL
pro-
capi
te
Italia
Calabria
Sicilia
Molise
Puglia
Friuli VG
Marche
Lazio
Umbria
PiemonteToscana
Campani
Veneto
Abrruzzo
Valle D'Aosta
Basilicata
Sardegna
Liguria
Trentino AA
Emilia R.
Lombardia
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L’indicatore “tasso di mortalità evitabile o per cause selezionate”, riferito alla popolazione residente di età
compresa tra 5 e 64 anni, rappresenta un indicatore di efficacia del Servizio Sanitario Nazionale in
relazione ad un gruppo di cause di morte (tumori maligni del polmone; cirrosi epatica; morti violente;
tumore della mammella; tumore del collo dell’utero; malattie celebrovascolari; bronchiti e polmoniti) che
potrebbero essere evitate o comunque ridotte in seguito all’adozione di interventi, comportamenti, stili di
vita, organizzazione sanitaria atti a prevenire le malattie e la loro evoluzione. Più specificamente, tale
indicatore riguarda sia cause riconducibili alla scarsa efficacia degli interventi di prevenzione primaria
(morti violente, malattie cerebrovascolari, tumore del polmone, cirrosi epatica), sia cause attribuibili a
carenze nella diagnosi precoce e nella terapia (tumore della mammella e del collo dell’utero), sia ancora
decessi evitabili con una buona organizzazione del sistema sanitario (polmoniti e bronchiti).
Soffermandosi, nel dettaglio, sulle singole cause selezionate, si riscontra che i tumori polmonari sono le
neoplasie con incidenza e mortalità più elevate. In particolare, sono quelle più frequenti negli uomini di
quasi tutti i paesi economicamente sviluppati. Il consumo di tabacco rappresenta il principale fattore di
rischio per questa patologia, mentre un ruolo più marginale viene svolto dall’inquinamento ambientale. Si
tratta di tumori molto maligni con tassi di sopravvivenza a 5 anni inferiori al 10%.
Le più recenti analisi temporali hanno evidenziato che, dopo molti decenni di aumento, l’incidenza e la
mortalità di questa neoplasia sono in diminuzione, con un tasso di riduzione di circa il 2% all’anno.
L’incremento della mortalità riguarda in particolare le età anziane (oltre i 75 anni) mentre si evidenzia un
decremento per gli ultraquarantenni e, in misura più ridotta, per i giovani adulti (15-39 anni).
Nell’anno 2000 si sono verificati 31.365 casi di decesso per tumori del polmone nella popolazione
residente in Italia. Per la fascia di età considerata (5-64 anni) i casi registrati sono 8.307, pari a 1,9 per
10.000 abitanti. L’andamento geografico dei tassi grezzi è caratterizzato da un notevole gradiente Nord-
Sud (2,3 per il Nord-Est, 2 per il Nord-Ovest, 1,9 per il Centro, 1,5 per Sud e Isole), con valori massimi in
Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e minimi in Molise, Calabria, Basilicata. Tale
caratterizzazione regionale potrebbe essere ricondotta ad analoghe differenze territoriali nella prevalenza
di fumatori. Sulla base dei dati dell’ultima indagine multiscopo dell’Istat, la più alta percentuale dei
fumatori si osserva infatti nell’Italia Nord-Occidentale e Centrale (26,2%), seguono in ordine decrescente
le Isole (24,5%), il Sud (23,8%) ed il Nord-Est (23,5%). L’analisi della correlazione tra la distribuzione
regionale delle due variabili (percentuale di fumatori e tasso grezzo di mortalità per la causa selezionata)
conferma che i due indicatori hanno un analogo andamento geografico nel senso che le regioni con valori
più elevati di mortalità sono anche quelle in cui si osserva la maggiore prevalenza di fumatori.
Ovviamente, per questa come per le altre cause selezionate, un’analisi più approfondita dei potenziali
fattori di rischio richiederebbe l’utilizzo di altre tipologie di indicatori di esito (incidenza e
sopravvivenza) e l’applicazione di metodologie di analisi multivariata.
Il cancro della mammella è il tumore maligno più frequente nelle donne dei Paesi occidentali. Le cause
del carcinoma mammario non sono note, ma vari studi epidemiologici hanno permesso, nel corso del
tempo, di individuare popolazioni a maggior rischio di ammalarsi e, quindi, di identificare alcuni dei
possibili fattori di rischio (es. la familiarità, la durata del periodo fertile, l’esposizione a radiazioni
ionizzanti, l’uso di contraccettivi, e, più di recente, la dieta).
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Dall’inizio degli anni ‘90 in Italia la mortalità mostra un andamento decrescente mentre l’incidenza e la
prevalenza sono in costante aumento a causa, tra l’altro, dell’invecchiamento della popolazione e
dell’aumento della sopravvivenza. Quest’ultimo dato è in gran parte riconducibile al miglioramento della
diagnostica e all’efficacia delle terapie a disposizione, come anche alla maggiore precocità delle diagnosi
grazie ad attività di screening organizzate o spontanee.
Nell’anno 2000 si sono verificati 11.288 decessi per tumore alla mammella nelle donne residenti in Italia,
il 37% dei quali (4.223 casi) ha riguardato donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni (non si registrano
casi al di sotto di tale fascia di età).
Il valore nazionale dell’indicatore considerato nel decreto 12 dicembre 2001 (5-64 anni) è pari a 1,9 per
10.000 abitanti. I dati risultano piuttosto eterogenei a livello territoriale; le regioni meridionali sembrano
maggiormente favorite (i valori sono pari a 1,6 per Sud e Isole, 2 per il Centro e 2,1 per il Nord) con
valori che oscillano tra 1,3 della Calabria e 1,8 della Sardegna. Ad eccezione del Lazio, tutte le regioni
centro settentrionali presentano valori superiori alla media nazionale, con un minimo in Veneto (1,9) ed
un massimo in Friuli V.G. (2,5).
Il carcinoma del collo dell’utero è dopo il tumore della mammella, il secondo tumore più frequente nelle
donne e si presenta, nei paesi sviluppati, in diminuzione da decenni. La causa principale dell’insorgenza
di questa malattia è l’infezione della cervice con alcuni tipi di papilloma virus (HPV) trasmessi
sessualmente, la quale è probabilmente favorita anche da fattori legati alla povertà (carenze igieniche,
condizioni di vita precarie, gravidanze precoci, elevato numero di parti).
L’incidenza di questo carcinoma può essere drasticamente ridotta mediante programmi di screening
citologici. A tal proposito, vi è da dire, però, che, in Italia, dette campagne preventive non hanno avuto
una copertura uniforme sul territorio e neanche, in molti casi, un carattere di sistematicità. Di converso, si
è manifestata una maggiore propensione delle donne, in particolare di quelle appartenenti alle generazioni
più giovani e con un titolo di studio più elevato, a ricorrere a tali pratiche diagnostiche spontaneamente. Il
che ha consentito una drastica riduzione della mortalità per tumore dell’utero (tra gli anni ’70 e ’80 si è
dimezzata).
Nel 2000, i decessi per tumore del collo dell’utero per le donne residenti in Italia ammontano a 355 casi e
quasi la metà (177 casi) riguarda donne al di sotto dei 65 anni. Non si registrano casi per le età inferiori a
25 anni. Il valore medio nazionale dell’indicatore (5-64 anni) è dunque pari a 0,08 per 10.000 residenti.
Da un confronto territoriale non emerge una situazione molto diversificata tra le varie ripartizioni
geografiche: si può riscontrare solo un lieve svantaggio per il Sud (0,09 per 10.000 contro valori pari a
0,06 e 0,08, rispettivamente, per il Centro e il Nord).
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo
responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in
Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto
con il 13%, dopo i tumori. Dati recenti dimostrano che nonostante l’andamento in discesa della mortalità
nell’ultimo decennio e nonostante la riduzione della letalità, il numero di eventi coronarici e
cerebrovascolari non fatali che si verificano a tutt’oggi è elevato e costituisce quindi un importante
problema sanitario: chi sopravvive a un attacco cardiaco o ad un ictus diventa un malato cronico, la
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malattia modifica consistentemente la qualità della vita e comporta notevoli costi economici per la
società. Da recenti ricerche si evidenzia che in Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità
cardiovascolare è pari al 4,4 per mille e il 23,5% della spesa farmaceutica italiana (pari all’1,34 del
prodotto interno lordo) è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare.
Come è noto, molto può essere fatto per controllare alcuni dei numerosi fattori di rischio della malattia,
quali: abitudine al fumo, obesità, diabete, sedentarietà, ipertensione arteriosa, valori elevati della
colesterolemia. Nella stragrande maggioranza dei casi, malattie come infarto e ictus insorgono in modo
improvviso e spesso senza il tempo necessario per un soccorso adeguato; pertanto la prevenzione resta
l’arma più valida e importante per combattere questo tipo di patologie.
Anche l’analisi di tale fenomeno dovrebbe basarsi sulla lettura congiunta di più indicatori (oltre alla
mortalità anche l’incidenza, il tasso di attacco2, la prevalenza, la letalità) e sull’integrazione con indicatori
più specificatamente adatti a valutare la qualità/appropriatezza dell’assistenza in relazione a tali eventi,
quali la mortalità entro 30 giorni e la mortalità intraospedaliera.
Un indicatore di risultato particolarmente utilizzato a livello internazionale è il “tasso di mortalità
intraospedaliera per infarto del miocardio acuto”. Misura il grado di efficacia e la tempestività
dell’assistenza verso i ricoverati per infarto del miocardio acuto (IMA). Il tasso nazionale è pari nel 2001
a 10,70%, i valori regionali oscillano tra il 4,45% della Basilicata e il 15,57% del Friuli V.G.; se si
eccettuano il Molise (13,04%) e la Sardegna (11,63%), tutte le regioni del Sud presentano valori inferiori
al parametro di riferimento, mentre per le regioni del Nord questo risultato si ha solo per Lombardia
(9,67%) e Valle d’Aosta (9,78%). Nella lettura dei dati regionali occorre prestare particolare cautela in
quanto l’indicatore risente della tempestività dei sistemi di emergenza locali.
Ai disturbi circolatori dell’encefalo (o accidenti cerebrovascolari) spetta il 30% dei decessi dovuti a
malattie del sistema circolatorio. Si tratta di affezioni gravi, associate ad alta letalità ed invalidità
permanente, che colpiscono in prevalenza le persone anziane. In Italia nel 2000 si sono verificati 66.925
decessi per disturbi circolatori dell’encefalo, il 6% (3.801 casi) dei quali ha coinvolto persone di età
compresa tra i 5 e i 64 anni. Il tasso grezzo 5-64 anni è pari allo 0,9 per 10.000 residenti. Sud e Isole
presentano valori mediamente più elevati del parametro di riferimento.
La cirrosi epatica rappresenta la causa prevalente di decesso nell’ambito della mortalità per malattie
dell’apparato digerente (esclusi i tumori). Inoltre, può essere considerata una condizione preneoplastica,
dal momento che circa il 2% dei cirrotici va incontro ogni anno all’insorgenza dell’epatocarcinoma. Le
cause più frequenti di cirrosi sono l’abuso cronico di alcol e la persistente infezione da virus epatici.
In Italia si è assistito, negli ultimi decenni, ad un costante calo della mortalità per cirrosi; tale tendenza
può essere attribuita sia ad una reale riduzione dei nuovi casi, sia ad una aumento della sopravvivenza in
rapporto ad una maggiore efficacia nella diagnosi e nel trattamento delle complicanze.
Nel corso del 2000 si sono verificati 11.222 decessi tra la popolazione residente per cirrosi e altre malattie
croniche del fegato. Un numero pari a 3.670 (33%) ha riguardato la popolazione di età 5-64 anni. Il tasso
2 Attack rate: è la somma di nuovi casi di malattia e di recidive (cioè soggetti sopravvissuti ad un episodio di malattia che ne subiscono un altro) in una determinata popolazione per un determinato periodo di tempo. Generalmente si esprime come l’incidenza, dalla quale differisce solo perché, oltre ai nuovi casi contempla le recidive.
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medio per tali età è quindi pari a 0,8 per 10.000 abitanti. I dati mostrano nel complesso una contenuta
variabilità regionale: i valori oscillano dallo 0,5 delle Marche all’1,4 della Valle d’Aosta; un tasso molto
prossimo al massimo della distribuzione si osserva in Friuli V.G. (1,39 per 10.000), valori superiori all’1
per 10.000 si registrano anche in Campania, Sardegna, Molise, mentre valori bassi caratterizzano le
Marche e l’Umbria (0,50).
Le malattie respiratorie costituiscono le patologie più diffuse nella popolazione italiana e la terza causa di
morte dopo le malattie cardiovascolari ed i tumori. Circa il 60% della mortalità per malattie dell’apparato
respiratorio è attribuibile alle broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) e all’asma bronchiale,
mentre una quota pari al 20% circa è riconducibile alla patologia infettiva (polmonite e influenza). Più del
70% dei decessi per malattie respiratorie globalmente considerate avviene oltre 75 anni. Questa quota
scende sensibilmente considerando solo l’asma, mentre assume valori superiori se ci si limita alle
patologie infettive.
Sebbene l’andamento storico del tasso di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio globalmente
considerate mostri una costante riduzione negli ultimi decenni, nel complesso, le malattie respiratorie
rappresentano ancora oggi un prioritario problema di sanità pubblica.
I fattori di rischio di queste malattie vengono, tradizionalmente, suddivisi in due gruppi principali,
ambientali o esogeni ed individuali o endogeni. Tra i primi quelli più noti e “consolidati” a livello
scientifico sono il fumo di sigaretta, l’esposizione professionale, l’inquinamento atmosferico; tra i fattori
endogeni un ruolo importante è svolto dalla predisposizione genetica, dalla familiarità, dalla iperreattività
bronchiale, ecc.
In Italia, nell’anno 2000, si sono registrati 27.226 decessi per il complesso delle cause selezionate su tutta
la popolazione; di questi 10.523 (39%) sono dovuti a polmoniti e influenza e 16.703 (61%) a bronchite
cronica e non specificata, enfisema ed asma. Limitandosi alla fascia di età presa in esame dal decreto
ministeriale (5-64 anni), il numero di decessi ammonta a 1.572 casi (pari ad un tasso di 0,4 per 10.000
residenti) e si ripartisce nel modo seguente: 675 decessi per polmonite e influenza (43%) e 897 per
bronchiti, asma ed enfisema (57%). La graduatoria per ripartizione geografica vede il Nord in una
situazione più sfavorevole (0,37 per 10.000) ma molto vicina a quella del Sud (0,36), mentre al Centro i
tassi sono più bassi (0,28). Tale differenza è presumibilmente da attribuire a polmonite e influenza (il
tasso per l’insieme di queste due cause è infatti pari a 0,19 per il Nord e 0,12 per il Centro e per il Sud)
poiché il gradiente geografico cambia se si considerano solo le bronchiti croniche (0,19 per 10.000
abitanti al Nord, 0,16 al Centro, 0,24 al Sud).
Le cause accidentali e violente sono la prima causa di morte tra i giovani.
Nel 2000 sono morte per cause legate ai traumatismi e agli avvelenamenti 25.197 persone, pari al 4,4 per
10.000 residenti. Considerando solo la fascia di età compresa tra i 5 e i 64 anni, il numero dei decessi
scende a 10.869 (pari al 43,1% del totale) che corrisponde a 2,4 morti per 10.000 residenti (era 2,9 per
10.000 nel 1998).
Dal punto di vista geografico sembra emergere un leggero gradiente Nord-Sud con prevalenza di regioni
del Sud con valori sotto la media nazionale; i valori estremi si registrano in Campania (1,5 per 10.000) e
in Valle d’Aosta (5,5 per 10.000).
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Detti valori, tuttavia, devono essere assunti con estrema cautela, dal momento che l’indicatore “morti
violente” include tipologie di fenomeni con andamenti temporali e territoriali e con “matrici” causali (es.
incidenti stradali, domestici, omicidi, suicidi) e conseguenze sanitarie (avvelenamenti, ustioni, fratture,
traumatismi) differenti.
La “percentuale di bambini sottopeso”, è un indicatore di risultato molto utilizzato anche a livello
internazionale, per una valutazione della qualità e dell’efficacia dell’assistenza sanitaria durante la
gravidanza. E’ calcolato come rapporto percentuale tra il numero di neonati con peso inferiore a 2.500
grammi e il numero totale dei nati nello stesso periodo: il parametro di riferimento è il valore medio
nazionale pari a 6,4%.
Per l’anno in esame le regioni assumono valori in un range compreso tra il 4% della Sardegna e il 12%
della Basilicata. Valori nettamente superiori alla media si osservano anche in Molise (10%) e Umbria
(9,5%), mentre dati favorevoli si registrano per Abruzzo (5,1%), Campania (5,3%), Veneto e Marche
(5,2%).
Il “tasso di incidenza dell’epatite B e TBC polmonare” è elaborato mediante i dati del sistema di
monitoraggio delle malattie infettive, attivo presso il Ministero della salute, che raccoglie le notifiche
obbligatorie di malattie infettive trasmesse dalle regioni.
L’incidenza di epatite B, in declino già dalla seconda metà degli anni ’80, mostra una diminuzione ancora
più marcata dopo l’applicazione uniforme, su tutto il territorio nazionale, della legge con la quale è stata
introdotta l’obbligatorietà della vaccinazione per nuovi nati ed adolescenti.
Nel 2001, sono stati registrati 1.466 casi di epatite B, pari a 2,5 ogni 100.000 residenti. Si conferma la
tendenza in discesa dell’incidenza della malattia (2,7 nel 1999), ma permangono una notevole variabilità
regionale (i tassi oscillano tra 0 casi in Valle d’Aosta e 5,1 casi per 100.000 nelle Marche) e la presenza di
un marcato gradiente geografico (in nessuna delle regioni meridionali si osservano valori superiori al
parametro di riferimento). Il Sud sembra, quindi, trovarsi in una condizione più favorevole,
presumibilmente anche per effetto di un maggior impatto attribuibile, nel lungo periodo, alle campagne
vaccinali: regioni come la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, in cui si registrano tassi
nettamente inferiori alla media, sono infatti le stesse in cui, prima dell’obbligo di vaccinazione, erano
maggiori la diffusione dell’epatite B e la prevalenza di portatori cronici di HbsAg (hepatitis B surface
Antigen).
Per quanto riguarda, invece, il “tasso di incidenza di TBC polmonare” va ricordato che la tubercolosi è
una patologia la cui frequenza è diminuita in modo costante dall’inizio del secolo fino alla metà degli anni
’80, epoca in cui, in Italia, l’incidenza si è assestata intorno a valori vicini a 6 nuovi casi ogni 100.000
abitanti. A partire dall’inizio degli anni ’90 è stato registrato un lieve aumento da attribuire in gran parte
all’aumentato contributo dei due principali gruppi a rischio (persone con infezione da HIV e immigrati
provenienti da zone endemiche).
Nel 2001 in Italia sono stati notificati 3.258 casi di TBC polmonare, pari a 5,63 per 100.000 residenti. A
livello regionale l’incidenza varia da un minimo di 0,61 per 100.000 in Molise ad un massimo di 8,60 per
100.000 per la provincia di Bolzano; anche per questa patologia si delinea un chiaro gradiente geografico:
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ad eccezione del Friuli (4,96) e della provincia di Trento (5,02), tutte le regioni del Nord presentano
valori superiori al dato nazionale; per le regioni meridionali, invece, ciò avviene solo in Basilicata (6,45).
La speranza di vita alla nascita è uno degli indicatori più utilizzati a livello internazionale per descrivere
sinteticamente le condizioni di salute di una popolazione. Riflette le caratteristiche genetiche della
popolazione, le condizioni ambientali e lavorative, i comportamenti igienici ed alimentari dei singoli, le
strutture e l’assistenza sanitaria di cui dispone.
La “speranza di vita alla nascita” che indica il numero medio di anni che un neonato si può aspettare di
vivere, è pari a 76 anni per gli uomini e 82,1 anni per le donne. E’ tra le più elevate nel mondo, specie
quella femminile. La differenza nei sessi parrebbe attribuibile per il 60% alla minore mortalità delle
donne nell’ambito delle malattie cardiovascolari e dei tumori, che rappresentano oltre il 70% della
mortalità complessiva. Una possibile ipotesi esplicativa (sostenuta da molti) è quella della maggiore
protezione delle donne nei confronti di quei processi morbosi (come appunto le malattie cronico-
degenerative) per i quali è determinante il ruolo svolto dai comportamenti individuali e dalle abitudini di
vita.
L’analisi territoriale, relativa all’anno 1999, mostra per entrambi i sessi un valore minimo per la
Campania (74,7 per i maschi e 80,8 per le femmine) e un valore massimo per le Marche (77,3 per i
maschi e 83,2 per le femmine). Gli uomini che vivono nel Centro-Italia possono contare su una speranza
di vita mediamente più elevata rispetto ai residenti nelle altre ripartizioni geografiche (76,4 anni verso
75,9 del Nord e del Sud e Isole); le donne, dal canto loro, sembrano essere più svantaggiate al Sud (81,4
anni verso 82,5 del Nord e 82,4 del Centro)
Grafico 13 - Speranza di vita alla nascita nei due sessi
80,5
81,0
81,5
82,0
82,5
83,0
83,5
74,5 75,0 75,5 76,0 76,5 77,0 77,5maschi
fem
min
e
Campania Sicilia
Basilicata
MarcheTrentino AA
VenetoUmbria
Friuli VG
Lazio
Sardegna
Piem-Valle D'aosta
Liguria
Lombardia
CalabriaPuglia
ToscanaEmilia R.
Abruzzo - Molise
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La “speranza di vita a 65 anni” per gli uomini italiani è pari a 16,2 anni. I valori regionali oscillano tra
15,3 anni della Campania e 17,2 anni delle Marche.
Come osservato per la speranza di vita alla nascita, le regioni del Centro sono più favorite (16,4 anni
verso 16,2 del Sud e 16,1 del Nord). Le donne sessantacinquenni, invece, possono aspettarsi di vivere
20,2 anni, e anche in questo caso sembra maggiore, in termini di sopravivenza, lo svantaggio dovuto alla
residenza nelle regioni meridionali (19,6 anni verso 20,4 del Centro e 20,5 del Nord). Ad eccezione di
Abruzzo e Molise, tutte le regioni del Sud presentano valori inferiori alla media nazionale.
Accanto alla “speranza di vita alla nascita e a 65 anni”, vi è un ulteriore indicatore, identificabile nella
“speranza di vita libera da disabilità alla nascita e a 65 anni”, che è di particolare interesse per la
descrizione dell’efficacia degli interventi sanitari.
La condizione di disabilità viene misurata in relazione alla capacità dell’individuo di svolgere
autonomamente alcune attività e funzioni ritenute essenziali nella vita quotidiana (le cosiddette ADL,
Activity of Daily Living). La valutazione della disabilità è comunque soggettiva e risente delle condizioni
di salute e del livello sociale e culturale dell’individuo oltre che della sua capacità cognitiva.
In Italia nel 1999, un neonato può aspettarsi di vivere 66,8 anni in assenza di disabilità o meglio in
condizioni di piena autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane. La situazione regionale è
caratterizzata da un chiaro gradiente Nord-Sud: tutte le regioni del Meridione presentano infatti valori
inferiori alla media nazionale (variabili da 64,8 anni della Calabria a 66,7 anni dell’Abruzzo), mentre al di
sopra del parametro di riferimento si collocano le regioni del Centro-Nord (con valori compresi tra 66,9
dell’Umbria e 68,8 della Liguria). Tale dicotomia è ricollegabile alla analoga differenziazione geografica
nella prevalenza di disabilità che è infatti maggiore nell’area meridionale, nonostante al Nord vi siano
tassi di invecchiamento della popolazione più elevati.
Considerando la speranza di vita a 65 anni, a questa età una donna può aspettarsi di vivere mediamente
ancora 20 anni e di questi ben 15,2 in piena autosufficienza, mentre un uomo, rispetto ai 16 anni di vita
totali attesi, ha ancora davanti a sé 13,7 anni liberi da disabilità.
Il vantaggio delle donne sugli uomini nella speranza di vita libera da disabilità è dunque notevolmente più
ridotto rispetto a quello relativo agli anni attesi “totali”, nel senso che le donne hanno una vita media più
lunga ma soffrono comunque più a lungo di limitazioni nelle attività.
Tra gli indicatori di risultato individuati dal decreto 12 dicembre 2001 sono stati inserite le “liste di attesa
per la specialistica e la diagnostica”.
Tale scelta è giustificata dalla consapevolezza del carattere prioritario che ha assunto l’obiettivo della
razionalizzazione delle liste di attesa in un sistema sanitario nazionale mirato all’efficienza e all’equità.
L’inquadramento diagnostico, e le successive terapie, non possono essere ingiustificatamente
procrastinati, con il rischio di compromettere la prognosi e la qualità della vita.
L’indicatore è stato calcolato come percentuale di soggetti che ricevono la prestazione entro 30/60 giorni
dalla richiesta. L’arco temporale di riferimento è l’anno.
Le prestazioni di specialistica e diagnostica monitorate sono state le seguenti:
o TAC del capo;
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o ecografia addominale superiore;
o visita oculistica.
I dati sono stati trasmessi dalle regioni mediante un flusso ad hoc e si riferiscono all’anno 2001. Come
standard di riferimento si è assunto l’intervallo 80-90%. L’analisi degli indicatori in questione presenta
notevoli difficoltà dovute da un lato alla non completezza dei dati pervenuti (per le regioni Marche,
Liguria, Piemonte e P.A. di Trento non è disponibile alcun dato), dall’altra ad una organizzazione non
omogenea nella gestione delle prenotazioni delle prestazioni che rende i dati rilevati difficilmente
confrontabili. Si può, comunque, dire che lo standard di riferimento tra l’80% e il 90% non è stato
raggiunto da nessuno dei tre indicatori considerati i quali si sono attestati su un valore medio nazionale
pari al 45,6% per le visite oculistiche (con valori che variano dall’8,3% della p.a. di Trento al 93,3% del
Molise), al 55,8% per l’ecografia addominale (con valori compresi tra il 13,2% dell’ Umbria e l’86,5%
dell’Abruzzo) e al 78% per la TAC del cranio (con valori compresi tra il 22,5% del Lazio e il 99% della
Valle d’Aosta, Toscana e Basilicata).
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DISCUSSIONE CONCLUSIVA
Per terminare adeguatamente il Rapporto è sembrato opportuno prevedere un capitolo conclusivo in cui è
possibile porre l’accento sugli aspetti più salienti dell’intera trattazione. Ciò dovrebbe permettere ai lettori
di cogliere quei dati che, effettivamente, risultano rilevanti ai fini della misurazione dell’attuazione dei
livelli essenziali di assistenza.
In via preliminare è ragionevole affermare che la qualità delle informazioni fornite è assolutamente
accettabile e, soprattutto, è tale da rendere possibile confronti nel tempo e fra realtà territoriali diverse.
D’altro canto, il livello di attendibilità dei dati trova la sua garanzia nella fonte stessa, posto che essi
derivano dai flussi informativi routinari di questo Ministero, di altre Amministrazioni centrali, e da
indagini effettuate ad hoc dalle regioni per alcuni settori specifici. Anche gli indicatori economici
possono essere considerati attendibili, anche se, è giusto rimarcarlo, appaiono maggiormente consolidati
quelli per macrolivelli. Infatti, proprio se letti sotto il profilo del dato complessivo per macrolivelli, i dati
rilevati rappresentano un riferimento significativo, in termini prospettici, per l’anno 2001 della
distribuzione territoriale delle prestazioni erogate e, soprattutto, un efficace strumento di analisi
comparata fra le diverse realtà regionali.
Tabella B – Costo dei livelli di assistenza
Livelli di assistenza Costo (in migliaia
di euro) *
Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di
vita e di lavoro 2.511.455
di cui Igiene e sanità pubblica 1.019.421
Igiene degli alimenti e della nutrizione 210.473
Prevenzione e sicurezza degli ambienti di
lavoro 618.713
Sanità pubblica veterinaria 662.848
Assistenza distrettuale 33.953.947
di cui Medicina generale e guardia medica 3.769.521
Assistenza farmaceutica 11.094.538
Assistenza specialistica 8.348.249
Assistenza ai tossicodipendenti e agli
alcolisti 581.864
Assistenza riabilitativa ai disabili 1.879.139
Assistenza agli anziani 1.901.324
Assistenza ospedaliera 33.913.232
Totale 70.378.634
Nota * mancano i dati della P.A. di Bolzano e della regione Sicilia
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Va sottolineato che la qualità dei dati è, comunque, migliorata rispetto alla rilevazione dell’anno 2000,
anche se per alcune tipologie di assistenza persistono ancora difficoltà ad acquisire, in modo uniforme ed
omogeneo, i dati stessi. Difficoltà giustificabili, sia in relazione al diverso grado di sviluppo dei flussi
informativi regionali, sia alla differente organizzazione dell’offerta dei servizi. Le varie criticità,
indipendentemente dalla loro stessa natura, sono state, d’altronde, prudentemente, evidenziate nei singoli
capitoli.
L’analisi dettagliata ha previsto una valutazione di ogni livello di assistenza.
Per il primo “Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro”, ci si è soffermati sulla
presenza del Dipartimento di prevenzione nelle Aziende sanitarie locali, quale struttura operativa dedicata
alla tutela della salute collettiva che persegue obiettivi di promozione della salute, prevenzione degli stati
morbosi e miglioramento della qualità della vita. Al di là di evidenti differenze territoriali, c’è un
tendenziale aumento delle realtà regionali che risultano completamente adempienti rispetto alle
indicazioni di legge (circa l’87% delle aziende, nell’anno 2001, risulta dotata dei Dipartimenti di
prevenzione).
Considerando una ulteriore suddivisione in sottolivelli merita particolare attenzione l’attività di
prevenzione rivolte alle persone e in particolare l’esame dei due indicatori: “percentuale di donne
sottoposte ad accertamenti per la diagnosi precoce dei tumori dell’apparato femminile (pap-test e
mammografia)”; “percentuale di vaccinati nella popolazione di età <= 24 mesi”.
Per il primo occorre prestare massima cautela nell’interpretazione dei dati a causa della mancata
completezza e della diversa qualità delle informazioni raccolte ad hoc dalle regioni.
Circa il 10,1% della popolazione femminile ha effettuato il pap-test e circa il 16% il controllo
mammografico a titolo gratuito. Per entrambi gli esami esiste una rilevante variabilità regionale; in
generale le regioni meridionali presentano frequenze più basse rispetto alle regioni centrosettentrionali.
Relativamente al secondo indicatore, i dati riportati nel Rapporto si riferiscono alla copertura al 24° mese
di vita per cicli completi di difterite, difterite-tetano-pertosse, polio ed epatite B per gli anni 2000 e 2001.
A livello nazionale è possibile riscontrare come si sia raggiunta per le vaccinazioni obbligatorie una
copertura pari ad almeno il 95%. Permane qualche lieve differenza territoriale. L’Italia è stata certificata
ufficialmente libera da poliomelite il 21 giugno 2002. Anche la difterite può essere considerata eliminata;
mentre l’incidenza di tetano ed epatite B sembra mostrare una chiara tendenza al decremento.
Non appaiono, invece, ancora adeguate le coperture vaccinali per quelle patologie (morbillo, parotite e
rosolia) verso le quali non sussiste un obbligo di legge per la vaccinazione.
Per quanto riguarda gli altri sottolivelli della sezione dedicata all’assistenza sanitaria collettiva, l’esame è
stato, essenzialmente, limitato all’aspetto economico.
L’estrema variabilità che si riscontra a livello regionale, probabile effetto di differenti criteri di
allocazione delle voci di costo per livelli di assistenza, non consente di rilevare significative evidenze
nella erogazione dell’assistenza sanitaria. A grandi linee si spende mediamente a persona 21,7 euro per
igiene e sanità pubblica, circa 13 euro per la sanità veterinaria, 4,5 euro per l’igiene degli alimenti e
nutrizione e 17 euro per il servizio di prevenzione degli ambienti di lavoro (per soggetto attivo).
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Per l’esame complessivo del secondo livello di assistenza “assistenza distrettuale”, si è evidenziato
l’indicatore riportante l’incidenza percentuale del costo sostenuto per le prestazioni ricomprese nel livello
di assistenza distrettuale sul totale dei costi. Esso risulta pari al 48,2% a livello medio nazionale. Il
minimo è assunto dalla regione Umbria con il 38% mentre il massimo è dato dalla regione Marche con il
55,3%. La variabilità regionale dell’indicatore è imputabile a molteplici fattori, come, ad esempio, i costi
dell’assistenza di base, dell’assistenza farmaceutica e della specialistica.
Passando ad un’analisi dettagliata delle diverse tipologie di assistenza rientranti nel secondo livello di
assistenza meritano rilievo l’assistenza di base, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza specialistica e le
altre tipologie di assistenza rivolte a particolari utenti.
Per l’assistenza sanitaria di base, oltre ad un indicatore di tipo strettamente economico, sono stati presi
in considerazione altri due indicatori, “disponibilità dei medici di medicina generale” e “disponibilità dei
pediatri di libera scelta”, entrambi idonei ad evidenziare situazioni di carenza o di eccessiva disponibilità
dei medici convenzionati. I valori assunti dagli indicatori (0,94 medici di medicina generale per 1000
adulti; 1,92 pediatri di libera scelta per 1000 bambini compresi tra 0 e 6 anni), mostrano una sostanziale
stabilità temporale e geografica per quanto riguarda i medici di medicina generale ed un lieve trend
positivo per i pediatri di libera scelta.
Per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica territoriale gli indicatori di interesse riguardano il
numero di ricette farmaceutiche prescritte dai medici del SSN” e l’”incidenza percentuale del costo
dell’assistenza farmaceutica”. Il primo ha evidenziato un trend crescente nel tempo in tutte le regioni
italiane. L’incidenza percentuale media nazionale del costo si attesta intorno al 15,8%. Il divario con la
soglia del 13%, fissata con la l. n. 405/2001, è particolarmente evidente nelle regioni meridionali. Il costo
pro capite è di circa 211 euro, con sensibile variabilità tra regione e regione (minimo 155 della P.A. di
Trento e massimo 254 della regione Campania).
L’assistenza specialistica ambulatoriale, è stata esaminata sotto l’aspetto organizzativo, attraverso
l’indicatore “percentuale delle strutture pubbliche dotate di un centro unificato di prenotazione per le
prestazioni ambulatoriali (CUP)”, sotto l’aspetto dell’attività erogata dagli ambulatori e dai laboratori,
attraverso l’indicatore “prestazioni di assistenza specialistica sulla popolazione”, e sotto il profilo dei
costi, in termini percentuali ed in termini pro-capite.
L’indicatore sulle Aziende USL dotate di CUP evidenzia una decisa tendenza ad una progressiva crescita
negli anni 1999-2001 (circa il 76% delle Aziende risulta dotato di tale modalità organizzativa).
L’indicatore sulle prestazioni di assistenza specialistica erogate alla popolazione viene distinto per la
diagnostica strumentale, il laboratorio e le restanti specialità.
L’indicatore che misura il volume di attività degli ambulatori e laboratori in ciascuna regione, è senz’altro
correlato alla domanda espressa, a sua volta dipendente dalla struttura demografica regionale. Nell’anno
2001 risulta un aumento di tutte le tipologie di prestazioni specialistiche: vengono mediamente effettuate,
ogni 1.000 abitanti, 977 prestazioni di diagnostica strumentale, 13.510 prestazioni di laboratorio e 4.214
di altre prestazioni specialistiche.
Per quanto riguarda l’attività di laboratorio, le regioni che si collocano nettamente al di sopra del valore
medio nazionale sono il Veneto, la Lombardia e la Toscana, mentre quelle con uno scostamento negativo
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più marcato sono le province autonome di Bolzano e Trento, l’Abruzzo e il Molise. Quest’ultime due
regioni registrano uno scostamento negativo anche per le altre tipologie di prestazioni specialistiche.
L’incidenza percentuale del costo dell’assistenza specialistica sul totale del costo dell’assistenza
distrettuale è stata pari al 24,6% ed in generale risulta più alta nelle regioni centrosettentrionali e minore
nelle regioni meridionali.
Oggetto specifico di monitoraggio sono state le tipologie di assistenza rivolte a specifiche categorie di
soggetti, anziani, tossicodipendenti e disabili.
L’analisi dell’“assistenza territoriale ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale
rivolta agli anziani” è stata operata misurando “la percentuale di anziani trattati in assistenza
domiciliare integrata (ADI)” e le ”giornate di assistenza in strutture semiresidenziali e residenziali ogni
1.000 anziani” .
A livello nazionale solo l’1,9% dei soggetti ultrasessantacinquenni usufruisce dell’ADI: si passa
comunque dallo 0,1% di Bolzano al 7,6% del Friuli Venezia Giulia.
Il ricorso alle strutture residenziali e semiresidenziali degli ultrasessantacinquenni riflette la loro
disomogenea distribuzione sul territorio nazionale, ed è pertanto più evidente nelle regioni del nord Italia,
soprattutto, nella provincia autonoma di Trento. Il costo sostenuto per l’erogazione alla popolazione
anziana delle prestazioni di assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale è stato in media di
197,00 euro per soggetto anziano con una rilevante e sconcertante variabilità regionale.
Per l’assistenza sanitaria rivolta a soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o da alcool il d.M. 12
dic. 2001 prevede i seguenti indicatori: “utenti dei SERT trattati nell’anno ogni 1.000 abitanti”, “giornate
di assistenza ai tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche ogni 1.000 abitanti” e il “costo pro-
capite”.
Per il primo indicatore i dati vengono periodicamente trasmessi al Ministero della salute dai SERT e dagli
Uffici regionali competenti. Può essere interpretato come una misura dell’accessibilità ai servizi adibiti al
recupero dei tossicodipendenti ma presenta diversi “bias” di selezione, risultando il numero e le
caratteristiche degli utenti strettamente legati all’offerta terapeutica, a sua volta connessa, in parte, alle
caratteristiche della struttura e alla composizione qualitativa e quantitativa dello staff oltre che alla
differente prevalenza del fenomeno dell’abuso di droghe.
L’indicatore presenta un rilevante trend in crescita, a conferma di una tendenza già in atto da tempo ed
una evidente variabilità tra le regioni. Si passa ad un minimo di 1,5 utenti per mille abitanti della P.A. di
Bolzano ad un massimo di 10,1 utenti per mille abitanti della Liguria.
Una maggiore cautela richiede la valutazione dell’altro indicatore sopradescritto. Ai problemi di “bias”
legati alla forte disomogeneità della distribuzione delle strutture fra le varie regioni e, in parte, alle
differenti modalità di pagamento delle strutture e ai contratti stabiliti con le medesime dalle singole
aziende si aggiunge l’incompletezza delle informazioni trasmesse da alcune regioni.
Il monitoraggio dell’assistenza territoriale ambulatoriale, domiciliare, residenziale e
semiresidenziale rivolta alle persone con problemi psichiatrici e alle loro famiglie è stato realizzato
sia con le “giornate in strutture residenziali e semiresidenziali per l’assistenza psichiatrica ogni 1.000
abitanti di età maggiore o uguale a 18 anni”, sia con la “percentuale di ricoveri di tipo TSO”.
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Il primo indicatore, che esprime il volume di attività delle strutture sanitarie pubbliche e private
accreditate risente del fenomeno della mobilità sanitaria (del quale non si tiene conto) e della
aggregazione delle modalità di erogazione delle prestazioni ( residenziale e semiresidenziale). Nel 2001
sono state mediamente erogate 106 giornate di assistenza psichiatrica ogni 1.000 residenti in Italia di età
maggiore o uguale a 18 anni; questo dato è in tendenziale aumento, sebbene nel biennio 2000-2001 si
osservi una riduzione per ben 12 regioni.
L’altro indicatore, costruito come percentuale di ricoveri di tipo TSO (trattamento sanitario obbligatorio)
sul totale dei ricoveri per acuti, è un indicatore indiretto dell’efficacia terapeutica delle strutture territoriali
dedicate ai pazienti con disturbi psichici. Nel 2001 in Italia la percentuale di ricoveri in TSO è stata pari
allo 0,25% e risulta in aumento rispetto all’anno precedente.
I dati relativi all’assistenza sanitaria e sociosanitaria alle persone con disabilità fisica, psichica e
sensoriale si riferiscono alle strutture pubbliche e private accreditate, quali gli istituti di riabilitazione ex
art. 26 L.833/1978.
L’indicatore “giornate per l’assistenza riabilitativa, semiresidenziale e residenziale ogni 1.000 abitanti”,
esprime il volume di attività delle strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza riabilitativa in
regime extraospedaliero in rapporto alla popolazione residente e purtroppo non considera il fenomeno
della mobilità e la disaggregazione per tipologia di assistenza e per regime di erogazione
Nel 2001 sono state mediamente erogate 120 giornate di assistenza riabilitativa ogni 1.000 residenti in
Italia, registrandosi, quindi, un lieve aumento rispetto all’anno precedente.
L’analisi regionale dell’indicatore per il 2001 mostra una notevole variabilità a livello territoriale:
variabilità, presumibilmente, da ricondurre, oltre che a differenze nella qualità dei dati, anche all’esistenza
di diversi modelli organizzativi che regolano l’assistenza ai pazienti con disabilità fisiche e psichiche in
ambito extraospedaliero, nonché alla disponibilità e dislocazione regionale delle strutture in esame. Esiste
una relazione tra l’indicatore in questione e i dati di offerta (posti letto per 1.000 abitanti): le regioni a più
intensa attività sono quelle caratterizzate dalla maggiore disponibilità di posti letto, mentre le regioni con
livelli bassi di attività sono più carenti sotto l’aspetto dell’offerta quantitativa.
Il livello di assistenza ospedaliera, disponendo di diversi indicatori, può essere descritto in maniera più
accurata. In particolare, gli indicatori del decreto ministeriale 12 dicembre 2001 possono essere suddivisi
secondo diverse dimensioni: domanda di assistenza; risorse (strutturali, umane ed economiche); attività;
qualità. Alla prima appartiene il “tasso di ospedalizzazione” distinto per la modalità di degenza, ordinaria
e day hospital; alla seconda la disponibilità dei posti letto e l’entità dei costi, espressi entrambi rispetto
alla popolazione; alla terza le giornate di degenza erogate e il tasso di utilizzo dei posti letto, alla quarta la
mobilità e gli indicatori di appropriatezza. Si riportano di seguito alcune osservazioni di maggiore
rilevanza.
Il “tasso di ospedalizzazione” esprime una misura della domanda di assistenza ospedaliera che i cittadini
residenti chiedono alle strutture di ricovero esistenti sul territorio nazionale.
Nell’anno 2001 si sono registrati circa 9,5 milioni di ricoveri in modalità di degenza ordinaria, pari ad un
tasso di ospedalizzazione di 161,4 per 1.000 abitanti, e oltre 3 milioni di ricoveri in modalità diurna, pari
ad un tasso di ospedalizzazione del 53,2 per 1.000 abitanti. Pur essendo ancora lontani dal parametro di
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riferimento (160 per 1.000) l’analisi del trend mostra una riduzione del numero dei ricoveri complessivi.
Persiste una grossa variabilità a livello regionale sia nella modalità ordinaria che nel ricovero diurno.
Le stesse considerazioni permangono per l’analisi regionale dell’indicatore “posti letto per mille
abitanti”. Posto che la legge n. 405 del 2001 rivede a 4 per 1.000 l’indicatore dei posti letto per acuti e
all’1 per 1.000 quello post-acuzie, occorre evidenziare che nell’anno 2001 l’offerta di posti letto per acuti
per le attività di degenza ordinaria è risultata pari a 4,08 ogni 1.000 abitanti e per l’attività di day hospital
pari a circa lo 0,40 per 1.000 abitanti.
I posti letto dedicati alla riabilitazione risultano a livello nazionale pari a 0,5 e si ribadisce l’estrema
esiguità delle risorse che in generale vengono assegnate a tale modalità assistenziale.
Di qui la necessità di una migliore pianificazione dei posti letto per la lungodegenza, che tenga conto dei
fattori sociali e sanitari, quali la residenza (popolazione urbana o rurale), la struttura per età, la struttura
della famiglia, la tipologia di attività economica prevalente, la disponibilità di forme di assistenza
alternative, che vi incidono in maniera determinante.
L’indicatore “giornate di degenza sulla popolazione residente” esprime una misura dell’attività
ospedaliera erogata dalle strutture di ricovero, opportunamente pesata per tener conto della differente
struttura per età della popolazione regionale. In media, ci sono 1,2 giorni di degenza ospedaliera ordinaria
per ogni cittadino italiano e, più in generale, si osserva un trend in crescita.
Il “costo percentuale del livello di assistenza ospedaliera” è un indicatore di semplice e significativo
utilizzo quando si voglia quantificare la concentrazione di risorse che i sistemi sanitari regionali dedicano
all’assistenza ospedaliera piuttosto che a quella preventiva e distrettuale. Riflette ovviamente la
preesistente offerta ospedaliera ma in generale dimostra una tendenza alla diminuzione in tutte le realtà
regionali. L’incidenza percentuale media è stata pari nel 2001 a circa il 48%.
Il “costo pro-capite del livello di assistenza ospedaliera”, complessivamente erogata, per il 2001, è stato
di 644 euro, con variazioni comprese fra il minimo di 495 euro delle Marche ed il massimo di 862 euro
dell’Umbria.
Il “tasso di utilizzo”, pari a livello nazionale al 74%, è conforme al parametro di riferimento, stabilito
nell’intervallo 70-75%. Valori bassi possono essere sintomo di scarso utilizzo delle risorse e di
conseguenza di scarsa efficienza, e valori elevati possono essere sentinella di un eventuale sovraccarico
delle unità operative.
Una particolare attenzione è stata poi rivolta al fenomeno della mobilità, posta l’importanza che la stessa
riveste nell’ambito di tale livello di assistenza. Nel dettaglio, si è evidenziato come la conoscenza
dell’entità del fenomeno migratorio, e soprattutto delle ragioni che inducono i pazienti a richiedere
assistenza in strutture al di fuori di quelle localizzate nella propria area di residenza, sia fondamentale ai
fini della programmazione degli investimenti e dei servizi a livello nazionale, regionale e locale.
Dall’analisi dei dati emerge che il fenomeno della mobilità risulta più accentuato nelle regioni di piccole
dimensioni, e che l’aspetto di attrazione è soprattutto una costante dell’area centrale e settentrionale del
paese.
Nel rapporto è stato inoltre analizzato il fenomeno dell’“appropriatezza delle prestazioni erogate”, sia
sotto l’aspetto strettamente clinico che sotto l’aspetto organizzativo.
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51
La “percentuale dei dimessi con DRG medici” da reparti chirurgici è un indicatore sull’appropriatezza di
utilizzo dei posti letto collocati in unità operative chirurgiche. Il valore medio nazionale considerato come
parametro di riferimento è del 39,4%.Nel triennio in esame il valore dell’indicatore si è abbassato di 4
punti percentuali ma purtroppo sussiste ancora una evidente variabilità a livello regionale.
La “percentuale di parti cesarei” è un indicatore di appropriatezza clinica molto utilizzato anche a livello
internazionale. Nonostante l’attenzione che negli anni si è posta al problema, la percentuale di parti
cesarei, in Italia, è ancora molto elevata e in continua crescita.
Il parametro di riferimento stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al 15%, infatti, è, tuttora,
molto distante dalla maggior parte dei valori assunti nelle varie regioni. Il valore medio italiano si attesta
nel 2001 al 33,9%. I determinanti delle differenze registrate a livello regionale potrebbero essere
riscontrati nel contesto sociale, culturale e sanitario, nelle conoscenze e attitudini dei professionisti
sanitari, nelle differenze delle condizioni materne e fetali, nelle differenti modalità di pagamento del
ricovero per parto naturale o cesareo, nella numerosità e tipologia di struttura (privata o pubblica), ecc..
L’indicatore “percentuale di ricoveri brevi” fa riferimento ai ricoveri la cui durata risulta di due o tre
giorni. Il valore medio nazionale è di 28,8% con un incremento di quasi un punto in un anno.
Tale indice non è interpretabile in maniera univoca come indicatore di inappropriatezza, poiché il suo
incremento può essere causato sia da un utilizzo più efficiente delle risorse con dimissioni precoci dei
pazienti a seguito di un miglioramento dell’assistenza territoriale sia dallo slittamento in regime di
ricovero di prestazioni diagnostiche precedentemente erogate in day-hospital o in ambulatorio.
La “percentuale di ricoveri lunghi” ossia di ricoveri la cui durata di degenza supera i 60 giorni è un
indicatore calcolato sulle discipline per acuti e fornisce pertanto informazioni sulla potenziale
inappropriata permanenza in ospedale dei casi acuti. Il valore medio nazionale è di 0,29, con una lieve
diminuzione rispetto al 2000, e la variabilità tra le regioni è contenuta. In generale i ricoveri lunghi sono
più frequenti al centro e al nord, ma l’indicatore risulta poco significativo se non viene correlato con la
valutazione della complessità dei casi trattati.
La durata media della degenza rappresenta uno degli strumenti di misurazione più utilizzati per
descrivere l’efficienza delle strutture ospedaliere. Si è notevolmente ridotta negli ultimi anni attestandosi
nel 2001 a 6,8 giorni.
L’ultima parte del Rapporto è stata inserita con l’intento di fornire una lettura globale degli indicatori di
assistenza, integrando il loro significato con le informazioni relative al risultato finale degli interventi
sanitari (outcome).
Queste ulteriori informazioni non solo dovrebbero consentire un’interpretazione più completa e corretta
dei vari fenomeni sottesi agli indicatori ma potrebbero anche contribuire ad una migliore comprensione
del legame tra input, output e outcome e quindi a far emergere quanta parte dell’outcome è attribuibile
all’organizzazione sanitaria (e dunque misurabile in termini di efficacia e appropriatezza) e quanta parte è
invece al di fuori dell’ambito di azione del sistema e riconducibile ai molteplici fattori (sociali, culturali,
economici, ambientali, ecc.) che possono influenzare significativamente la risposta.
Il “tasso di mortalità infantile” è uno degli indicatori più utilizzati a livello internazionale per misurare il
livello di sviluppo sociosanitario di un Paese ed è pertanto al di sotto del parametro di riferimento (valore
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medio europeo pari al 5 per mille nati vivi). Nel 2000 la media italiana è a quota 4,5 per mille, ma la
situazione è estremamente disomogenea a livello regionale.
Altri indicatori significativi per descrivere sinteticamente le condizioni di salute di una popolazione, sono
la “speranza di vita alla nascita e a 65 anni”, e la “speranza di vita libera da disabilità alla nascita e a
65 anni”.
Il primo dei predetti indicatori misura il numero medio di anni che un neonato si può aspettare di vivere
(76 anni per gli uomini e 82,1 anni per le donne). E’ tra le più elevate nel mondo, specie quella
femminile. La differenza nei sessi sembrerebbe attribuibile in buona parte alla minore mortalità delle
donne nell’ambito delle malattie cardiovascolari e dei tumori.
Per quanto riguarda la “speranza di vita libera da disabilità alla nascita e a 65 anni” va specificato che la
condizione di disabilità viene misurata in relazione alla capacità dell’individuo di svolgere
autonomamente alcune attività e funzioni ritenute essenziali nella vita quotidiana (le cosiddette ADL,
Activity of Daily Living), e quindi la valutazione della disabilità è, comunque, soggettiva e risente delle
condizioni di salute e del livello sociale e culturale dell’individuo oltre che della sua capacità cognitiva.
In Italia nel 1999, un neonato può aspettarsi di vivere 66,8 anni in assenza di disabilità o meglio in
condizioni di piena autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane. La situazione regionale è
caratterizzata da un chiaro gradiente Nord-Sud: tutte le regioni del Meridione presentano infatti valori
inferiori alla media nazionale mentre al di sopra del parametro di riferimento si collocano le regioni del
Centro-Nord. Tale dicotomia è ricollegabile alla analoga differenziazione geografica nella prevalenza di
disabilità che è infatti maggiore nell’area meridionale, nonostante al Nord vi siano tassi di
invecchiamento della popolazione più elevati. Il vantaggio delle donne sugli uomini nella speranza di vita
libera da disabilità è dunque notevolmente più ridotto rispetto a quello relativo agli anni attesi “totali”, nel
senso che le donne hanno una vita media più lunga ma soffrono comunque più a lungo di limitazioni nelle
attività.
Il rapporto dedica un rilevante attenzione alle misure della mortalità evitabile, intese come gruppo di
cause di morte che potrebbero essere ridotte in seguito all’adozione di interventi sanitari, e corretti
comportamenti e stili di vita.
Tra tali cause rivestono un meritorio accenno le neoplasie. I tumori polmonari, tra le neoplasie con
incidenza e mortalità ancora molto elevata, risultano in questi ultimi anni in diminuzione, soprattutto nella
popolazione adulta. L’andamento geografico evidenzia ancora un notevole gradiente Nord-Sud
analogamente a quanto avviene nella distribuzione territoriale della prevalenza dei fumatori. I carcinomi
mammari mostrano una significativa riduzione nella mortalità, anche se risultano in costante aumento
l’incidenza e la prevalenza della patologia. I miglioramenti in termini di sopravvivenza sono senz’altro
riconducibili ai progressi nella diagnostica (screening) e nell’efficacia delle terapie a disposizione.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo
responsabili del 44% di tutti i decessi. Nonostante la riduzione della letalità riscontrata nell’ultimo
decennio, l’entità degli eventi coronarici e cerebrovascolari non fatali risulta ancora molto elevata e
costituisce pertanto un importante problema sanitario. La prevenzione ed il controllo dei fattori di rischio
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(fumo, obesità, diabete, inattività fisica, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia) costituiscono
sicuramente l’arma più efficace.
La frequenza dei bambini sottopeso è un indicatore di risultato molto utilizzato, anche a livello
internazionale, per la valutazione della qualità e dell’efficacia dell’assistenza sanitaria durante la
gravidanza. Il valore nazionale, pari a 6,4%, riassume grossolanamente una consistente variabilità
regionale: valori elevati si registrano in Molise, Umbria e Basilicata, mentre dati più favorevoli
contraddistinguono l’Abruzzo, la Campania, il Veneto e le Marche.
Per concludere, ed in considerazione del particolare rilievo che assume l’aspetto dei tempi di attesa
nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, sono stati analizzati gli indicatori riguardanti le “liste di attesa
per la specialistica e la diagnostica”. Gli indicatori sono stati calcolati come percentuale di soggetti che
ricevono la prestazione entro 30/60 giorni dalla richiesta. L’arco temporale di riferimento è l’anno.
Le prestazioni di specialistica e diagnostica monitorate sono state le seguenti: TAC del capo; ecografia
addominale superiore; visita oculistica.
Lo standard di riferimento tra l’80% e il 90% non è stato raggiunto da nessuno dei tre indicatori
considerati i quali si sono attestati su un valore medio nazionale pari al 45,6% per le visite oculistiche, al
55,8% per l’ecografia addominale ed al 78% per la TAC del cranio.
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INDICE TAVOLE
1° Indicatori DM 12/12/2001 - Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro
Coperture vaccinali nei bambini in età inferiore ai 24 mesi (AC_1) Percentuale di aziende USL dotate di dipartimento di prevenzione (AC_2) Costo pro capite del servizio di igiene e sanità pubblica (AC_3) Costo pro capite del servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione (AC_4) Costo del servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro (AC_5) Costo pro capite del servizio di sanità pubblica veterinaria (AC_6) Costo percentuale del livello di assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro (AC_7) Costo pro capite per il livello di assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro (AC_8)
2° Indicatori DM 12/12/2001 - Assistenza distrettuale
Disponibilità dei medici di medicina generale (AD_9) Disponibilità dei pediatri di libera scelta (AD_10) Costo pro capite per la medicina generale (AD_11) Numero medio di ricette farmaceutiche prescritte dai medici di base (AD_12) Numero di ricette farmaceutiche pro capite (AD_13) Costo percentuale dell’assistenza farmaceutica nell’ambito dell’assistenza distrettuale (AD_14) Costo pro capite per l’assistenza farmaceutica (AD_15) Percentuale di Aziende USL dotate di Centro Unificato di Prenotazione (CUP) (AD_16) Percentuale di strutture che hanno verificato e/o aggiornato la carta dei servizi (AD_17) Copertura delle centrali operative 118 (AD_19) Utenti SERT trattati nell’anno (per 1.000 ab. età 14 – 44 anni) (AD_ 20) Giornate di assistenza ai tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche (per 1.000 ab. Età 14 - 44 anni (AD_21) Costo pro capite per l’assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale rivolta al recupero della tossicodipendenza e alcoldipendenza (AD_22) Giornate di assistenza riabilitativa, semiresidenziale e residenziale ogni 1.000 abitanti (AD_23) Costo pro capite per l’assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale ai disabili (AD_24) Prestazioni di assistenza specialistica sulla popolazione residente (diagnostica, di laboratorio, altre prestazioni) (AD_25) Costo percentuale dell’assistenza specialistica nell’ambito dell’assistenza distrettuale (AD_26) Costo pro capite dell’assistenza specialistica (AD_27) Percentuale di donne sottoposte a screening per la diagnosi precoce dei tumori dell’apparato genitale femminile (pap-test e mammografia) (AD_28) Giornate in strutture semiresidenziali e residenziali per l’assistenza psichiatrica ogni 1.000 abitanti di età 18 anni (AD_29) Percentuale di anziani trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) (AD_30) Giornate in strutture semiresidenziali e residenziali per l’assistenza agli anziani ogni 1.000 abitanti di età di 65 anni (AD_31) Costo pro capite per l’assistenza territoriale, semiresidenziale e residenziale agli anziani (AD_32) Costo percentuale del livello di assistenza distrettuale (AD_33) Percentuale di ricoveri in trattamento sanitario obbligatorio (TSO) (AD_34) Ricoveri prevenibili per diabete, asma e scompenso cardiaco (AD_35)
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3° Indicatori DM 12/12/2001 - Assistenza ospedaliera
Tasso di ospedalizzazione (standardizzato e grezzo) per degenza ordinaria e per day hospital (AO_36) Indice di attrazione (AO_37) Indice di fuga (AO_38) Posti letto per 1.000 abitanti (acuti, riabilitazione e lungodegenza) per degenza ordinaria e per day hospital (AO_39) Giornate di degenza sulla popolazione residente pesata in regime ordinario e day hospital (AO_40) Costo percentuale del livello di assistenza ospedaliera (AO_41) Costo pro capite dell’assistenza ospedaliera (AO_42) Incidenza percentuale del costo del personale ospedaliero sul costo totale del personale (AO_43) Incidenza percentuale del costo del personale ospedaliero sul costo del livello di assistenza ospedaliera (AO_44) Percentuale di dimessi da reparti chirurgici con DRG medici (AO_45) Percentuale di parti cesarei (AO_46) Peso medio del ricovero degli anziani (regime ordinario e day hospital) (AC_47) Peso medio del ricovero dei bambini (regime ordinario e day hospital) (AO_48) Tasso di utilizzo (AO_49) Degenza media grezza e standardizzata per case mix (AO_50) Percentuale di ricoveri brevi (AO_51) Percentuale di ricoveri lunghi (AO_52) Tasso di ospedalizzazione nella popolazione anziana per cataratta, sostituzione anca, e by pass coronarico per 1.000 abitanti (AO_53)
4° Indicatori DM 12/12/2001 - Risultato
Quoziente di mortalità infantile (IR_54) Tasso di mortalità evitabile o per cause selezionate (Tumori maligni del polmone, cirrosi epatica, traumatismi ed avvelenamenti, tumore della mammella, tumore del collo dell’utero, malattie cerebrovascolari, polmoniti e bronchiti) (IR_56) Tasso di mortalità intraospedaliera per infarto del miocardio acuto (IMA) (IR_57) Percentuale di bambini sottopeso (IR_58) Tasso di incidenza per Epatite B e TBC polmonare (IR_59) Speranza di vita alla nascita (in anni) (IR_60) Speranza di vita a 65 anni e speranza di vita libera da disabilita alla nascita (in anni) (IR_61) Liste di attesa per Tac del cranio, economia addominale superiore e visita oculistica (IR_62)
5° Indicatori DM 12/12/2001 - Contesto - Stato di salute e fattori ambientali legati alle condizioni di vita e lavoro
Tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause (CO_1) Tasso standardizzato di mortalità per cause cardio e cerebrovascolari (CO_2) Tasso standardizzato di mortalità per tumori (CO_3) Tasso standardizzato di mortalità per cause violente (CO_4) Tasso di incidenza malattie infettive (CO_5) Tasso di prevalenza per diabete, asma bronchiale e malattie allergiche, artrosi ed artrite (CO_6) Indice di invecchiamento demografico (CO_7) Tasso di fecondità totale (CO_8) Tasso di incremento demografico (CO_9) Percentuale di famiglie mono componente anziano (CO_10)
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Tasso di abortività (CO_11) Tasso di disoccupazione (CO_12) Tasso di attività femminile (CO_13) Prodotto Interno Lordo pro capite (CO_14) Incidenza percentuale della spesa dovuta a servizi sanitari e alla salute (CO_15) Percentuale di fumatori di età uguale o superiore a 14 anni (CO_16) Tasso standardizzato di mortalità per cause in parte attribuibili al fumo (CO_17) Tasso standardizzato di mortalità per cause in parte attribuibili al consumo di alcool (CO_18) Percentuale di popolazione obesa (CO_19) Tasso di ospedalizzazione per incidenti stradali (CO_20) Densità della popolazione (CO_21) Prodotti fitosanitari per uso agricolo (CO_22) Percentuale di costa non balneabile (CO_23) Volume acquistato di benzina senza piombo (CO_24) Tasso di ospedalizzazione per incidenti domestici (CO_25) Tasso di ospedalizzazione per infortuni sul lavoro (CO_26) Percentuale di strutture di ricovero e residenziali dotate di protocolli di dimissione protetta (CO_27) Percentuale di unità operative e strutture residenziali che hanno rilevato il gradimento degli utenti rispetto alla qualità dei servizi (CO_28) Percentuale di segnalazioni e reclami relativi ai tempi di attesa (CO_29)
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TAVOLE INDICATORI
Indicatore Indicatore Indicatore Indicatore Indicatore IndicatoreDT3 e DTP3 POL3 EP3 DT3 e DTP3 POL3 EP3
Difterite, tetano e pertosse Polio Epatite B Difterite, tetano e
pertosse Polio Epatite B
Piemonte 97,2 97,2 97,2 97,2 97,2 97,2Valle D'Aosta 96,8 100,0 98,0 100,0 99,5 97,6Lombardia 98,0 91,7 91,3 97,6 97,5 97,3P.A. Bolzano 97,0 97,0 94,0 92,0 93,3 91,2P.A. Trento 94,5 98,2 75,2 97,9 97,8 96,8Veneto 98,6 98,3 97,8 98,5 98,4 97,8Friuli V.G. 98,9 98,0 93,5 97,4 97,4 96,1Liguria 98,0 99,0 96,0 89,3 89,5 88,9Emilia R. 98,1 98,6 98,1 98,5 98,4 98,0Toscana 94,5 94,2 94,7 86,7 94,6 94,1Umbria 98,5 97,7 98,0 100 97,4 97,1Marche 98,6 97,8 94,1 98,9 98,9 98,8Lazio 75,5 86,0 84,0 82,7 86,7 83,2Abruzzo - 97,5 - 98,8 98,8 98,5Molise 97,4 96,6 99,4 97,5 97,5 97,5Campania 96,0 92,0 96,0 - - -Puglia 83,9 99,0 - 98,1 97,2 97,4Basilicata 99,0 98,1 98,0 99,4 99,4 99,4Calabria - - - - - -Sicilia(*) - - - 98,6 95,7 87,3Sardegna 97,0 98,0 97,0 97,4 97,3 97,4
ITALIA 95,3 96,6 94,1 96,1 96,0 94,7Parametro di riferimento 95% 95% 95% 95% 95% 95%
Nota: (*) La Regione Sicilia ha fornito per l'anno 2001 la copertura a 36 mesi di età
Fonte: Ministero della salute
COPERTURE VACCINALI NEI BAMBINI IN ETA' INFERIORE AI 24 MESI
ANNO 2000 ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
COPERTURE VACCINALI NEI BAMBINI DI ETA' INFERIORE AI 24 MESIANNO 2001
60,0
65,0
70,0
75,0
80,0
85,0
90,0
95,0
100,0
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DT3 e DTP3 POL3 EP3
AC_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Num. Dip. Prev. Num. ASL
Piemonte 91% 95% 91% 20 22Valle D'Aosta 100% 100% 100% 1 1Lombardia 93% 100% 100% 15 15P.A. Bolzano 25% 25% 25% 1 4P.A. Trento 100% 100% 100% 1 1Veneto 100% 100% 100% 21 21Friuli V.G. 100% 100% 100% 6 6Liguria 40% 60% 80% 4 5Emilia R. 100% 77% 85% 11 13Toscana 100% 100% 100% 12 12Umbria 100% 75% 75% 3 4Marche 92% 92% 100% 13 13Lazio 83% 92% 100% 12 12Abruzzo 50% 67% 67% 4 6Molise 25% 75% 50% 2 4Campania 92% 92% 92% 12 13Puglia 100% 100% 92% 11 12Basilicata 40% 80% 100% 5 5Calabria 82% 100% 91% 10 11Sicilia 22% 22% 33% 3 9Sardegna 63% 63% 62% 5 8
ITALIA 83% 86% 87% 172 197Parametro di riferimento 100% 100% 100%
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DEL LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E LAVORO
PERCENTUALE DI AZIENDE USL DOTATE DI DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
PERCENTUALE DI AZIENDE USL DOTATE DI DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE - ANNO 2001
0%
25%
50%
75%
100%
Pie
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Val
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'Aos
ta
Lom
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ia
P.A
. Bol
zano
P.A
. Tre
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Ven
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Ligu
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.
Tosc
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Um
bria
Mar
che
Lazi
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Cam
pani
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Pug
lia
Bas
ilicat
a
Cal
abria
Sic
ilia
Sar
degn
a
AC_02
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatore Costo serv. igiene e sanità pubblica Pop. Resid.
(in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 19,50 83.669 4.289.731 Valle D'Aosta 27,28 3.290 120.589 Lombardia 19,88 181.352 9.121.714 P.A. Bolzano - - -P.A. Trento 15,33 7.327 477.859 Veneto 27,97 126.989 4.540.853 Friuli V.G. 22,79 27.083 1.188.594 Liguria 29,75 48.230 1.621.016 Emilia R. 26,01 104.264 4.008.663 Toscana 26,19 92.917 3.547.604 Umbria 8,98 7.547 840.482 Marche 18,91 27.787 1.469.195 Lazio - - -Abruzzo 20,04 25.676 1.281.283Molise 43,42 14.207 327.177 Campania 16,43 94.994 5.782.244 Puglia 19,71 80.541 4.086.608 Basilicata 48,21 29.158 604.807 Calabria 13,30 27.183 2.043.288 Sicilia - - - Sardegna 22,58 37.207 1.648.044
ITALIA 21,69 1.019.421 46.999.751Parametro di riferimento 21,69
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DEL LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E LAVORO
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE E SANITA' PUBBLICA (in Euro)
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE E SANITA' PUBBLICA (in Euro) ANNO 2001
0,00
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AC_03
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
IndicatoreCosto serv. igiene
alimenti e nutrizione
Pop. Resid.
(in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 5,60 24.035 4.289.731 Valle D'Aosta 5,77 696 120.589 Lombardia 3,93 35.862 9.121.714 P.A. Bolzano - - -P.A. Trento 18,87 9.016 477.859 Veneto 2,63 11.949 4.540.853 Friuli V.G. 2,43 2.891 1.188.594 Liguria 5,53 8.957 1.621.016 Emilia R. 2,03 8.139 4.008.663 Toscana 5,91 20.978 3.547.604 Umbria 9,40 7.897 840.482 Marche 4,05 5.955 1.469.195 Lazio - - -Abruzzo 3,84 4.925 1.281.283Molise 4,81 1.575 327.177 Campania 3,92 22.690 5.782.244 Puglia 5,01 20.469 4.086.608 Basilicata 2,98 1.802 604.807 Calabria 2,57 5.243 2.043.288 Sicilia - - - Sardegna 10,55 17.394 1.648.044
ITALIA 4,48 210.473 46.999.751Parametro di riferimento 4,48
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DEL LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E LAVORO
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE (in Euro)
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE (in Euro) - ANNO 2001
0,00
5,00
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15,00
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AC_04
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatore Costo serv. prev. amb. vita e lavoro
Pop. Resid. età (tra 14 e 65 anni)
(in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 18,05 53.694 2.974.473 Valle D'Aosta 17,15 1.452 84.677 Lombardia 16,64 108.014 6.490.736 P.A. Bolzano - - -P.A. Trento 11,14 3.673 329.665 Veneto 6,22 19.955 3.206.941 Friuli V.G. 5,76 4.749 824.946 Liguria 6,64 7.170 1.079.278 Emilia R. 12,22 33.491 2.741.546 Toscana 28,00 67.848 2.423.573 Umbria 19,12 10.851 567.425 Marche 6,75 6.712 994.632 Lazio 56,32 210.888 3.744.217 Abruzzo 11,45 9.984 871.745 Molise 4,39 961 219.011 Campania 6,04 24.199 4.008.323 Puglia 7,12 20.293 2.849.972 Basilicata 5,59 2.305 412.451 Calabria 13,19 18.463 1.400.044 Sicilia - - -Sardegna 11,76 14.011 1.191.196
ITALIA 16,99 618.713 36.414.851Parametro di riferimento 16,99
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DEL LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E
COSTO DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO (in Euro)
COSTO DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO(in Euro) - ANNO 2001
0,00
10,00
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AC_05
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
IndicatoreCosto sanità
pubblicaveterinaria
Pop. Resid.
(in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 18,70 80.203 4.289.731 Valle D'Aosta 34,29 4.135 120.589 Lombardia 11,42 104.151 9.121.714 P.A. Bolzano - - - P.A. Trento 9,11 4.355 477.859 Veneto 15,63 70.991 4.540.853 Friuli V.G. 7,58 9.008 1.188.594 Liguria 5,61 9.098 1.621.016 Emilia R. 16,97 68.015 4.008.663 Toscana 11,22 39.812 3.547.604 Umbria 17,42 14.644 840.482 Marche 17,36 25.505 1.469.195 Lazio 0,54 2.876 5.302.302 Abruzzo 12,81 16.407 1.281.283 Molise 24,54 8.029 327.177 Campania 8,46 48.929 5.782.244 Puglia 11,13 45.501 4.086.608 Basilicata 23,37 14.134 604.807 Calabria 12,03 24.589 2.043.288 Sicilia - - - Sardegna 43,97 72.466 1.648.044
ITALIA 12,67 662.848 52.302.053Parametro di riferimento 12,67
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DEL LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E LAVORO
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI SANITA' PUBBLICA VETERINARIA (in Euro)
COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI SANITA' PUBBLICA VETERINARIA(in Euro) - ANNO 2001
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
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AC_06
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo livello ass. sanit. coll. amb.
vita e lavoro
Costo totale livelli assistenza
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 4,25% 4,28% 4,01% 241.601 6.026.209Valle D'Aosta 4,22% 4,21% 5,38% 9.573 177.774 Lombardia - - 3,51% 429.379 12.227.163P.A. Bolzano 3,40% 3,29% - - -P.A. Trento 3,44% 3,42% 3,38% 24.371 722.071 Veneto 3,50% 3,76% 3,66% 229.884 6.279.300 Friuli V.G. 3,38% 2,65% 2,86% 43.731 1.531.717 Liguria 3,20% 3,02% 3,03% 73.455 2.425.409 Emilia R. 4,48% 4,50% 3,68% 213.909 5.815.412 Toscana 4,75% 4,87% 4,38% 221.555 5.057.467 Umbria 4,30% 4,76% 3,04% 40.939 1.345.062 Marche 3,95% 3,45% 3,48% 65.959 1.896.177 Lazio 1,88% 2,32% 2,91% 213.764 7.347.138 Abruzzo 2,99% - 2,92% 56.995 1.952.378 Molise 6,85% 6,05% 5,62% 24.772 440.529 Campania - - 2,71% 190.812 7.044.689 Puglia 3,30% 3,40% 3,40% 166.804 4.912.607 Basilicata 3,08% 3,28% 6,19% 47.399 766.008 Calabria 4,67% - 3,24% 75.478 2.330.554 Sicilia - - - - - Sardegna 5,91% 6,40% 6,78% 141.078 2.080.973
ITALIA 3,73% 3,80% 3,57% 2.511.458 70.378.637Parametro di riferimento 3,73% 3,80% 3,57%
Fonte: Ministero della salute
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
ANNO 2001
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO ANNO 2001
0,00%
1,00%
2,00%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo ass. sanit. Ambiente vita e
lavoroPop. Resid.
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 49,00 55,00 56,32 241.601 4.289.731 Valle D'Aosta 53,00 60,00 79,39 9.573 120.589 Lombardia - - 47,07 429.379 9.121.714 P.A. Bolzano 49,00 52,00 - - -P.A. Trento 41,00 45,00 51,00 24.371 477.859 Veneto 39,00 47,00 50,63 229.884 4.540.853 Friuli V.G. 38,00 32,00 36,79 43.731 1.188.594 Liguria 38,00 40,00 45,31 73.455 1.621.016 Emilia R. 53,00 57,00 53,36 213.909 4.008.663 Toscana 52,00 61,00 62,45 221.555 3.547.604 Umbria 49,00 58,00 48,71 40.939 840.482 Marche 43,00 42,00 44,89 65.959 1.469.195 Lazio 21,00 30,00 40,32 213.764 5.302.302 Abruzzo 32,00 - 44,48 56.995 1.281.283 Molise 71,00 70,00 75,71 24.772 327.177 Campania - - 33,00 190.812 5.782.244 Puglia 34,00 38,00 40,82 166.804 4.086.608 Basilicata 29,00 38,00 78,37 47.399 604.807 Calabria 46,00 - 36,94 75.478 2.043.288 Sicilia - - - - - Sardegna 60,00 73,00 85,60 141.078 1.648.044
ITALIA 41,00 47,00 48,02 2.511.458 52.302.053Parametro di riferimento 41,00 47,00 48,02
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA
COSTO PRO-CAPITE DEL LIVELLO ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE DEL LIVELLO ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO(in Euro) - ANNO 2001
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore n. medici generici Pop. resid. =>14 anni
Piemonte 0,94 0,95 0,93 3.544 3.808.327 Valle D'Aosta 0,97 0,99 0,98 104 106.120 Lombardia 0,94 0,93 0,91 7.310 8.002.802 P.A. Bolzano 0,56 0,58 0,59 230 390.852 P.A. Trento 0,88 0,92 0,88 360 410.909 Veneto 0,89 0,87 0,89 3.517 3.972.341 Friuli V.G. 0,98 0,97 0,97 1.027 1.063.068 Liguria 0,99 0,97 0,95 1.394 1.462.085 Emilia R. 0,92 0,91 0,90 3.225 3.578.508 Toscana 0,98 0,93 0,97 3.077 3.162.303 Umbria 0,94 0,94 0,95 710 744.837 Marche 0,94 0,93 0,93 1.206 1.292.483 Lazio 1,04 1,03 1,02 4.700 4.603.711 Abruzzo 0,93 0,93 0,93 1.033 1.113.460 Molise 0,99 0,99 0,99 280 283.491 Campania 0,94 0,96 0,95 4.509 4.758.163 Puglia 0,96 0,95 0,95 3.275 3.440.596 Basilicata 1,00 1,09 0,98 506 515.469 Calabria 0,99 1,00 1,00 1.722 1.720.161 Sicilia 0,93 0,92 0,94 3.971 4.241.972 Sardegna 0,92 0,91 0,93 1.327 1.431.876
ITALIA 0,95 0,94 0,94 47.027 50.103.534 Parametro di riferimento 0,95 0,94 0,94
Fonte: Ministero della salute
DISPONIBILITA' DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE (per 1.000 abitanti di età > 14 anni)
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
DISPONIBILITA' DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE (per 1.000 abitanti di età >14 anni) - ANNO 2001
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
1,10
1,20
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore n. pediatri pop. res. < 7 anni
Piemonte 1,76 1,74 1,72 416 241.770 Valle D'Aosta 1,81 1,64 2,01 15 7.450 Lombardia 1,67 1,67 1,68 956 567.402 P.A. Bolzano 0,99 1,09 1,08 41 38.010 P.A. Trento 2,01 2,00 2,06 71 34.407 Veneto 1,78 1,80 1,81 522 288.617 Friuli V.G. 1,61 1,65 1,62 102 63.056 Liguria 2,29 2,22 2,19 171 78.155 Emilia R. 2,17 2,18 2,17 477 220.259 Toscana 2,11 1,99 2,08 396 190.099 Umbria 2,22 2,22 2,21 102 46.205 Marche 2,00 1,98 1,97 169 85.978 Lazio 2,15 2,12 2,09 713 340.450 Abruzzo 2,42 2,51 2,51 196 78.233 Molise 1,79 1,84 1,91 38 19.860 Campania 1,43 1,59 1,61 780 483.835 Puglia 1,94 1,96 1,96 592 302.115 Basilicata 1,66 1,81 1,78 72 40.439 Calabria 1,93 2,03 2,03 295 145.164 Sicilia 2,12 2,16 2,19 845 385.882 Sardegna 2,22 2,28 2,36 230 97.542
ITALIA 1,88 1,91 1,92 7.199 3.754.928 Parametro di riferimento 1,88 1,91 1,92
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
DISPONIBILITA' DEI PEDIATRI DI LIBERA SCELTA (per 1.000 abitanti di età < 7 anni)
ANNO 2001
DISPONIBILITA' DEI PEDIATRI DI LIBERA SCELTA (per 1.000 abitanti di età < 7 anni) - ANNO 2001
0,40
0,90
1,40
1,90
2,40
2,90
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo medicina generale
Pop. Resid.
(in euro) (in euro) (in euro) (in migliaia di euro)
Piemonte 83,00 94,00 69,53 298.272 4.289.731 Valle D'Aosta 78,00 92,00 77,49 9.344 120.589 Lombardia - - 67,44 615.178 9.121.714 P.A. Bolzano 118,00 131,00 - - -P.A. Trento 122,00 129,00 74,31 35.508 477.859 Veneto 92,00 104,00 69,81 316.981 4.540.853 Friuli V.G. 121,00 134,00 63,95 76.014 1.188.594 Liguria 68,00 82,00 64,40 104.388 1.621.016 Emilia R. 80,00 84,00 79,38 318.204 4.008.663 Toscana 127,00 143,00 70,29 249.368 3.547.604 Umbria 140,00 148,00 68,06 57.204 840.482 Marche 108,00 125,00 73,11 107.418 1.469.195 Lazio 70,00 89,00 70,66 374.663 5.302.302Abruzzo 78,00 - 97,98 125.542 1.281.283 Molise 102,00 122,00 91,42 29.912 327.177 Campania - - 79,21 458.035 5.782.244 Puglia 100,00 112,00 69,08 282.311 4.086.608 Basilicata 83,00 92,00 65,41 39.563 604.807 Calabria 90,00 - 73,02 149.204 2.043.288 Sicilia - - - - - Sardegna 95,00 115,00 74,28 122.412 1.648.044
ITALIA 93,00 106,00 72,07 3.769.521 52.302.053Parametro di riferimento 93,00 106,00 72,07
Nota(*) Il costo include la medicina generale, la pediatria di libera scelta e la guardia medica
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PRO-CAPITE PER LA MEDICINA GENERALE * (in euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE PER LA MEDICINA GENERALE(in euro) - ANNO 2001
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001 Indicatore Indicatore Indicatore n. ricette n. medici base
Piemonte 5.583 5.921 7.314 28.963.000 3.960 Valle D'Aosta 5.031 5.220 6.109 727.000 119 Lombardia 5.075 5.398 6.689 55.292.000 8.266 Trentino A.A. - - 6.762 4.747.000 702
P.A. Bolzano 7.003 7.096 - - -P.A. Trento 4.729 4.773 - - -
Veneto 5.580 6.006 7.080 28.595.000 4.039 Friuli V.G. 5.223 5.558 6.685 7.547.000 1.129 Liguria 6.349 6.964 8.426 13.187.000 1.565 Emilia R. 6.332 6.771 7.908 29.275.000 3.702 Toscana 6.260 7.025 7.902 27.443.000 3.473 Umbria 7.058 7.430 8.293 6.734.000 812 Marche 6.547 6.993 8.124 11.171.000 1.375 Lazio 5.858 6.417 7.817 42.316.000 5.413 Abruzzo 6.753 7.172 8.190 10.065.000 1.229 Molise 5.496 5.699 7.198 2.289.000 318 Campania 6.708 6.936 8.724 46.139.000 5.289 Puglia 5.950 6.473 8.019 31.009.000 3.867 Basilicata 5.773 5.770 8.175 4.725.000 578 Calabria 6.249 6.935 8.388 16.919.000 2.017 Sicilia 6.891 7.530 9.205 44.331.000 4.816 Sardegna 5.851 6.350 7.348 11.441.000 1.557
ITALIA 5.995 6.440 7.799 422.915.000 54.226 Parametro di riferimento 5.995 6.440 7.799
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
NUMERO MEDIO DI RICETTE FARMACEUTICHE PRESCRITTE DAI MEDICI DI BASE DEL S.S.N.
NUMERO MEDIO DI RICETTE FARMACEUTICHE PRESCRITTE DAI MEDICI DI BASE DEL S.S.N.ANNO 2001
4.0004.5005.0005.5006.0006.5007.0007.5008.0008.5009.0009.500
Pie
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TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore n. ricette Pop. resid.
Piemonte 5,2 5,6 6,8 28.963.000 4.289.731 Valle D'Aosta 4,9 5,2 6,0 727.000 120.589 Lombardia 4,8 5,1 6,1 55.292.000 9.121.714 Trentino A.A. - - 5,0 4.747.000 943.123
P.A. Bolzano 3,9 4,1 - - -P.A. Trento 4,2 4,4 - - -
Veneto 5,0 5,2 6,3 28.595.000 4.540.853 Friuli V.G. 5,1 5,4 6,3 7.547.000 1.188.594 Liguria 6,3 6,7 8,1 13.187.000 1.621.016 Emilia R. 5,8 6,1 7,3 29.275.000 4.008.663 Toscana 6,1 6,5 7,7 27.443.000 3.547.604 Umbria 6,6 7,0 8,0 6.734.000 840.482 Marche 6,2 6,5 7,6 11.171.000 1.469.195 Lazio 6,1 6,6 8,0 42.316.000 5.302.302 Abruzzo 6,3 6,7 7,9 10.065.000 1.281.283 Molise 5,4 5,6 7,0 2.289.000 327.177 Campania 6,3 6,7 8,0 46.139.000 5.782.244 Puglia 5,7 6,2 7,6 31.009.000 4.086.608 Basilicata 5,8 6,3 7,8 4.725.000 604.807 Calabria 6,2 6,9 8,3 16.919.000 2.043.288 Sicilia 6,4 6,9 8,7 44.331.000 5.076.700 Sardegna 5,4 5,8 6,9 11.441.000 1.648.044
ITALIA 5,7 6,1 7,3 422.915.000 57.844.017Parametro di riferimento 5,7 6,1 7,3
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
NUMERO DI RICETTE FARMACEUTICHE PRO CAPITE
ANNO 2001
NUMERO DI RICETTE FARMACEUTICHE PRO-CAPITEANNO 2001
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
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9,0
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TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo assist. farmaceutica Costo livello
(in migliaia di euro) (in migliaia di euro)
Piemonte 25,2% 25,9% 29,1% 868.994 2.988.540Valle D'Aosta 33,9% 33,4% 27,9% 22.748 81.483Lombardia - - 31,4% 1.827.640 5.816.176P.A. Bolzano 18,2% 18,3% - - -P.A. Trento 17,9% 18,4% 21,2% 73.756 347.932Veneto 27,4% 28,2% 27,8% 801.862 2.888.563Friuli V.G. 30,0% 29,6% 29,5% 218.365 739.774Liguria 34,8% 34,2% 33,4% 407.518 1.219.429Emilia R. 23,2% 23,8% 27,8% 832.390 2.993.343Toscana 23,1% 24,5% 29,0% 730.012 2.520.972Umbria 33,1% 34,4% 32,4% 165.388 510.145Marche 28,3% 28,1% 31,3% 327.956 1.048.907Lazio 37,7% 38,3% 37,2% 1.242.256 3.342.020Abruzzo 42,5% - 35,6% 306.136 860.161 Molise 37,6% 36,9% 37,3% 72.544 194.593Campania - - 35,8% 1.304.604 3.646.324Puglia 36,0% 37,3% 40,7% 943.505 2.319.813Basilicata 37,0% 35,0% 32,4% 122.390 377.765Calabria 40,6% - 44,0% 480.068 1.091.658Sicilia - - - - - Sardegna 32,9% 33,5% 35,8% 346.406 966.349
ITALIA 30,7% 31,2% 32,7% 11.094.538 33.953.947Parametro di riferimento 30,7% 31,2% 32,7%
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PERCENTUALE DELL'ASSISTENZA FARMACEUTICA NELL'AMBITO DLL'ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
COSTO PERCENTUALE DELL'ASSISTENZA FARMACEUTICAANNO 2001
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
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TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo assist. farmaceutica Pop. Pesata
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 124,00 142,00 189,98 868.994 4.574.157 Valle D'Aosta 113,00 128,00 184,21 22.748 123.488 Lombardia - - 200,02 1.827.640 9.137.291 P.A. Bolzano 105,00 121,00 - - -P.A. Trento 99,00 111,00 155,01 73.756 475.818 Veneto 113,00 131,00 176,76 801.862 4.536.536 Friuli V.G. 110,00 117,00 169,95 218.365 1.284.877 Liguria 135,00 154,00 217,69 407.518 1.872.049 Emilia R. 115,00 131,00 190,73 832.390 4.364.128 Toscana 114,00 136,00 188,79 730.012 3.866.864 Umbria 135,00 153,00 180,73 165.388 915.086 Marche 123,00 144,00 209,21 327.956 1.567.577 Lazio 160,00 189,00 237,11 1.242.256 5.239.063 Abruzzo 142,00 - 232,27 306.136 1.317.990 Molise 133,00 152,00 213,31 72.544 340.085 Campania - - 254,18 1.304.604 5.132.664 Puglia 151,00 176,00 248,90 943.505 3.790.698 Basilicata 141,00 143,00 207,23 122.390 590.590 Calabria 157,00 - 248,43 480.068 1.932.409 Sicilia - - - - - Sardegna 149,00 170,00 223,12 346.406 1.552.550
ITALIA 131,00 150,00 210,87 11.094.538 52.613.920Parametro di riferimento 131,00 150,00 210,87
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA FARMACEUTICA (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA FARMACEUTICA(in Euro) - ANNO 2001
80
100
120
140
160
180
200
220
240
260
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TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore n. C.U.P. n. ASL
Piemonte 91% 100% 100% 22 22Valle D'Aosta 100% 100% 100% 1 1Lombardia 47% 40% 33% 5 15P.A. Bolzano 50% 50% 50% 2 4P.A. Trento 100% 100% 100% 1 1Veneto 90% 95% 95% 20 21Friuli V.G. 50% 67% 67% 4 6Liguria 80% 80% 100% 5 5Emilia R. 100% 77% 85% 11 13Toscana 100% 100% 100% 12 12Umbria 100% 100% 75% 3 4Marche 77% 85% 92% 12 13Lazio 67% 75% 100% 12 12Abruzzo 67% 83% 83% 5 6Molise 50% 100% 75% 3 4Campania 31% 54% 62% 8 13Puglia 83% 75% 75% 9 12Basilicata 60% 100% 100% 5 5Calabria 9% 18% 27% 3 11Sicilia 56% 44% 67% 6 9Sardegna 13% 13% 12% 1 8
ITALIA 68% 73% 76% 150 197Parametro di riferimento 68% 73% 76%
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
PERCENTUALE DI AZIENDE USL DOTATE DI CENTRO UNIFICATO DI PRENOTAZIONE (CUP)
PERCENTUALE DI AZIENDE USL DOTATE DI CENTRO UNIFICATO DI PRENOTAZIONE (CUP) - ANNO 2001
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
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TAVOLE INDICATORI
PUBBLICO PRIV. ACCRED.
Indicatore IndicatoreStrutture che
hanno verificato la carta servizi
Totale struttureStrutture che
hanno verificato la carta servizi
Totale strutture
Piemonte 47,4% 26,3% 18 38 10 38Valle D'Aosta 100% - 1 1 - -Lombardia 100% 100% 44 44 77 77P.A. Bolzano 0% 50,0% 0 4 3 6P.A. Trento 100% 100% 3 3 5 5Veneto 91,3% 59,3% 21 23 16 27Friuli V.G. 100% 100% 12 12 5 5Liguria (°) 53,3% 93,3% 8 15 14 15Emilia R. - - - - - -Toscana 100% - 16 16 - -Umbria 100% 100% 6 6 5 5Marche - - - - - -Lazio 22,4% 25,3% 17 76 23 91Abruzzo (°) 100% 46,2% 6 6 6 13Molise 33,3% 100% 2 6 3 3Campania (°) 55,6% - 10 18 - -Puglia 58,8% 1,7% 10 17 1 59Basilicata 75,0% 75,7% 12 16 28 37Calabria 29,8% 70,8% 25 84 114 161Sicilia (°) 31,0% 36,4% 9 29 8 22Sardegna 16,7% 15,4% 2 12 2 13
ITALIA 52,1% 55,5% 222 426 320 577Parametro di riferimento 52,1% 55,5%
Nota: (*) Per strutture si intendono Aziende USL, Aziende ospedaliere, Policlinici Universitari, IRCCS, Ospedali Classificati, Case di cura private accreditate (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PUBBLICO PRIV. ACCRED.
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
PERCENTUALE DI STRUTTURE (*) CHE HANNO VERIFICATO E/O AGGIORNATO LA CARTA DEI SERVIZI
ANNO 2001
PERCENTUALE DI STRUTTURE CHE HANNO VERIFICATO LA CARTA DEI SERVIZIANNO 2001
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
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90%
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PUBBLICO PRIV. ACCRED.
AD_17
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001 ANNO 2002Indicatore Indicatore
Piemonte 53% 100%Valle D'Aosta 100% 100%Lombardia 83% 100%P.A. Bolzano 45% 100%P.A. Trento 100% 100%Veneto 46% 100%Friuli V.G. 100% 100%Liguria 91% 100%Emilia R. 87% 100%Toscana 100% 100%Umbria 87% 100%Marche 43% 100%Lazio 100% 100%Abruzzo 68% 98%Molise 40% 100%Campania - 100%Puglia - 77%Basilicata - -Calabria 58% 100%Sicilia 65% 100%Sardegna 49% 100%
ITALIA 73% 99%Parametro di riferimento 100% 100%
Fonte: Ministero della salute
COPERTURA DELLE CENTRALI OPERATIVE 118
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COPERTURA DELLE CENTRALI OPERATIVE 118ANNO 2002
0%
25%
50%
75%
100%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Utenti SERT Pop. 14-44 anni
Piemonte 6,76 6,43 7,74 13.583 1.754.385 Valle D'Aosta 5,55 4,39 6,49 334 51.454 Lombardia 4,72 4,68 5,80 22.955 3.959.493 P.A. Bolzano 3,93 4,41 1,50 308 205.376 P.A. Trento 2,89 3,24 3,82 808 211.625 Veneto 4,90 4,66 6,58 13.112 1.991.458 Friuli V.G. 4,65 5,41 5,94 2.863 481.943 Liguria 8,27 8,33 10,11 6.192 612.756 Emilia R. 4,54 4,81 6,11 10.010 1.637.759 Toscana 6,11 6,24 6,48 9.285 1.433.871 Umbria 5,62 8,21 9,79 3.328 340.092 Marche 5,80 5,62 5,78 3.503 606.464 Lazio 4,77 4,93 4,72 10.921 2.312.151 Abruzzo 4,14 5,07 7,03 3.845 547.191 Molise 3,81 2,61 2,88 400 138.733 Campania 4,13 4,47 5,92 15.887 2.683.923 Puglia 5,89 6,22 6,45 12.023 1.864.923 Basilicata 2,88 2,75 3,67 991 269.939 Calabria 2,82 3,41 5,09 4.708 924.740 Sicilia 3,38 4,02 4,49 10.112 2.252.509 Sardegna 5,85 5,64 6,82 5.232 766.974
ITALIA 4,88 5,07 6,00 150.400 25.047.759Parametro di riferimento 4,88 5,07 6,00
(*) Utenti SERT di qualunque età
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
UTENTI SERT (*) TRATTATI NELL'ANNO SULLA POPOLAZIONE DI ETA' COMPRESA 14 - 44 ANNI (per 1.000 abitanti)
UTENTI SERT TRATTATI NELL'ANNO SULLA POPOLAZIONE DI ETA' COMPRESA TRA 14 E 44 ANNI(per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
0,001,002,003,004,005,006,007,008,009,00
10,0011,00
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatore Giorni assistenza Pop. Residente 14-44 anni
Piemonte 155,27 272.412 1.754.385 Valle D'Aosta 152,04 7.823 51.454 Lombardia 166,87 660.720 3.959.493 P.A. Bolzano 34,25 7.035 205.376 P.A. Trento 124,82 26.415 211.625 Veneto 62,79 125.038 1.991.458 Friuli V.G. 12,62 6.081 481.943 Liguria 210,57 129.031 612.756 Emilia R. 156,35 256.062 1.637.759 Toscana 126,54 181.440 1.433.871 Umbria 129,46 44.028 340.092 Marche - - -Lazio 35,34 81.718 2.312.151 Abruzzo (°) 169,96 93.001 547.191 Molise 101,53 14.086 138.733 Campania (°) 62,14 166.771 2.683.923 Puglia 73,16 136.430 1.864.923 Basilicata 96,38 26.017 269.939 Calabria 111,01 102.655 924.740 Sicilia (°) 46,77 105.350 2.252.509 Sardegna (°) 158,28 121.393 766.974
ITALIA 104,88 2.563.506 24.441.295Parametro di riferimento 104,88
Fonte: Ministero della salute - Regioni
(°) Dati parzialiNota: Le giornate di assistenza sono state calcolate a prescindere dall'età e dalla Regione di provenienza
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
GIORNATE DI ASSISTENZA AI TOSSICODIPENDENTI NELLE COMUNITA' TERAPEUTICHE (per 1.000 abitanti di età compresa tra 14 e 44 anni)
ANNO 2001
GIORNATE DI ASSISTENZA AI TOSSICODIPENDENTI NELLE COMUNITA' TERAPEUTICHE (per 1.000 abitanti di età compresa tra 14 e 44 anni) - ANNO 2001
020406080
100120140160180200220
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore IndicatoreCosto ass.
tossicodip. e alcodip.
Pop. Resid. tra 14 e 44 anni
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 37,00 42,00 42,43 74.445 1.754.385 Valle D'Aosta 45,00 63,00 49,35 2.539 51.454 Lombardia - - 14,86 58.839 3.959.493 P.A. Bolzano 31,00 35,00 - - -P.A. Trento 6,00 16,00 6,65 1.365 205.376 Veneto 19,00 26,00 30,49 60.716 1.991.458 Friuli V.G. 19,00 23,00 23,68 11.411 481.943 Liguria 35,00 34,00 42,42 25.993 612.756 Emilia R. 26,00 28,00 29,36 48.078 1.637.759 Toscana 31,00 33,00 35,58 51.015 1.433.871 Umbria 23,00 28,00 39,58 13.460 340.092 Marche 20,00 16,00 11,58 7.023 606.464 Lazio 33,00 39,00 20,12 46.515 2.312.151 Abruzzo 16,00 - 30,58 16.731 547.191Molise 7,00 22,00 17,82 2.472 138.733 Campania - - 26,29 70.569 2.683.923 Puglia 12,00 13,00 19,18 35.762 1.864.923 Basilicata 17,00 13,00 22,44 6.058 269.939 Calabria 18,00 - 25,51 23.586 924.740 Sicilia - - - - -Sardegna 18,00 25,00 32,97 25.287 766.974
ITALIA 24,00 29,00 25,76 581.864 22.583.625Parametro di riferimento 24,00 29,00 25,76
Fonte: Ministero della salute
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA TERRITORIALE SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE RIVOLTA AL RECUPERO DELLA TOSSICODIPENDENZA E ALCOOLDIPENDENZA (in Euro)
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA TERRITORIALE SEMIRESID. E RESIDENZIALE RIVOLTA AL RECUPERO DELLA TOSSICODIPENDENZA E ALCOOLDIPENDENZA (in Euro) - ANNO 2001
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore gg. ass. riab. Pop. resid.
Piemonte 34 36 30 128.928 4.289.731 Valle D'Aosta - - - - -Lombardia 239 215 219 1.998.242 9.121.714 P.A. Bolzano 48 57 79 36.858 465.264 P.A. Trento 29 44 50 23.857 477.859 Veneto 22 23 23 102.224 4.540.853 Friuli V.G. 89 81 71 84.117 1.188.594 Liguria 121 93 95 154.086 1.621.016 Emilia R. 25 20 19 77.625 4.008.663 Toscana (**) 135 153 137 487.767 3.547.604 Umbria 26 15 13 10.763 840.482 Marche 154 155 147 216.683 1.469.195 Lazio 196 164 219 1.161.983 5.302.302 Abruzzo 210 230 92 117.674 1.281.283 Molise 5 93 93 30.285 327.177 Campania 139 121 153 882.223 5.782.244 Puglia 89 107 108 441.412 4.086.608 Basilicata 452 380 460 278.280 604.807 Calabria 82 115 41 83.367 2.043.288 Sicilia 103 99 85 431.634 5.076.700 Sardegna 107 124 125 205.604 1.648.044
ITALIA 125 119 120 6.953.612 57.723.428Parametro di riferimento 125 119 120
(**) Dati rielaborati su indicazioni regionali
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
GIORNATE DI ASSISTENZA RIABILITATIVA (*) SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE (ogni 1.000 abitanti)
(*) Svolta nell'anno nelle strutture ex art. 26 Legge 833/1978
ANNO 2001
GIORNATE DI ASSISTENZA RIABILITATIVA, SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE(ogni 1.000 abitanti) - ANNO 2001
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo assistenza ai disabili Pop. resid.
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 7,00 9,00 25,77 110.546 4.289.731 Valle D'Aosta 33,00 21,00 23,98 2.892 120.589 Lombardia - - 26,28 239.725 9.121.714 P.A. Bolzano 13,00 16,00 - - -P.A. Trento 3,00 2,00 10,56 5.046 477.859 Veneto 11,00 12,00 23,30 105.803 4.540.853 Friuli V.G. 15,00 13,00 34,87 41.441 1.188.594 Liguria 43,00 42,00 56,02 90.807 1.621.016 Emilia R. 12,00 13,00 17,41 69.793 4.008.663 Toscana 20,00 22,00 24,28 86.120 3.547.604 Umbria 9,00 13,00 34,79 29.240 840.482 Marche 24,00 23,00 31,77 46.677 1.469.195 Lazio 29,00 31,00 42,88 227.352 5.302.302 Abruzzo 33,00 - 54,57 69.918 1.281.283Molise 35,00 41,00 49,64 16.241 327.177 Campania - - 64,35 372.115 5.782.244 Puglia 31,00 34,00 40,86 166.965 4.086.608 Basilicata 23,00 28,00 61,02 36.903 604.807 Calabria 12,00 - 38,50 78.672 2.043.288 Sicilia - - - - -Sardegna 34,00 34,00 50,29 82.883 1.648.044
ITALIA 20,00 22,00 35,93 1.879.139 52.302.053Parametro di riferimento 20,00 22,00 35,93
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA TERRITORIALE SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE AI DISABILI (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE PER L'ASSISTENZA AI DISABILI (in Euro) - ANNO 2001
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Tot. prest. Pop. resid.
Piemonte 887 883 3.789.654 4.289.731 Valle D'Aosta 970 953 114.867 120.589 Lombardia 1.108 1.071 9.773.424 9.121.714 P.A. Bolzano 1.006 646 300.330 465.264 P.A. Trento 1.156 638 304.978 477.859 Veneto 1.108 1.362 6.182.944 4.540.853 Friuli V.G. 821 815 968.293 1.188.594 Liguria 886 970 1.571.809 1.621.016 Emilia R. 715 737 2.956.226 4.008.663 Toscana (*) 1.024 1.135 4.024.977 3.547.604 Umbria 798 750 630.499 840.482 Marche 994 969 1.423.221 1.469.195 Lazio 604 895 4.747.926 5.302.302 Abruzzo 748 585 750.175 1.281.283 Molise 466 721 235.881 327.177 Campania 884 930 5.376.109 5.782.244 Puglia 618 903 3.688.213 4.086.608 Basilicata 649 661 399.885 604.807 Calabria 761 683 1.395.381 2.043.288 Sicilia 588 782 3.972.503 5.076.700 Sardegna 808 1.107 1.824.949 1.648.044
ITALIA 854 941 54.432.244 57.844.017Parametro di riferimento 854 941
(*) Sono incluse le prestazioni specialistiche effettuate a favore di utenti ricoverati
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
PRESTAZIONE DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE - DIAGNOSTICA (per 1.000 abitanti)
PRESTAZIONE DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE DIAGNOSTICA (per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
-
200
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Tot. prest. Pop. resid.
Piemonte 15.359 14.170 60.783.726 4.289.731 Valle D'Aosta 11.691 11.204 1.351.121 120.589 Lombardia 16.597 16.842 153.626.894 9.121.714 P.A. Bolzano 9.504 5.892 2.741.358 465.264 P.A. Trento 18.146 7.918 3.783.695 477.859 Veneto 16.331 16.903 76.755.089 4.540.853 Friuli V.G. 14.613 14.342 17.046.930 1.188.594 Liguria 13.491 14.055 22.782.662 1.621.016 Emilia R. 12.681 12.946 51.897.849 4.008.663 Toscana (*) 14.675 15.910 56.441.221 3.547.604 Umbria 12.138 11.921 10.019.057 840.482 Marche 15.379 13.929 20.463.926 1.469.195 Lazio 9.765 13.327 70.665.656 5.302.302 Abruzzo 10.327 7.826 10.027.267 1.281.283 Molise 11.612 8.452 2.765.294 327.177 Campania 12.980 12.659 73.200.128 5.782.244 Puglia 10.209 10.387 42.449.171 4.086.608 Basilicata 13.198 10.224 6.183.731 604.807 Calabria 14.610 13.334 27.245.057 2.043.288 Sicilia 10.501 12.511 63.514.159 5.076.700 Sardegna 11.392 11.982 19.747.484 1.648.044
ITALIA 13.454 13.718 793.491.475 57.844.017Parametro di riferimento 13.454 13.718
(*) Sono incluse le prestazioni specialistiche effettuate a favore di utenti ricoverati
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
PRESTAZIONE DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE - LABORATORIO (per 1.000 abitanti)
PRESTAZIONE DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE - LABORATORIO(per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
-
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
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AD_25_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Tot. prest. Pop. resid.
Piemonte 3.637 4.095 17.566.386 4.289.731 Valle D'Aosta 2.935 3.141 378.812 120.589 Lombardia 3.790 4.187 38.189.400 9.121.714 P.A. Bolzano 5.599 4.217 1.962.247 465.264 P.A. Trento 4.030 4.994 2.386.534 477.859 Veneto 4.797 4.922 22.347.902 4.540.853 Friuli V.G. 3.659 3.303 3.926.149 1.188.594 Liguria 2.472 3.040 4.927.451 1.621.016 Emilia R. 3.232 2.753 11.034.359 4.008.663 Toscana (*) 3.464 3.733 13.244.496 3.547.604 Umbria 2.541 2.413 2.028.025 840.482 Marche 4.367 4.375 6.427.926 1.469.195 Lazio 4.614 6.704 35.547.468 5.302.302 Abruzzo 2.116 2.214 2.837.165 1.281.283 Molise 2.445 3.009 984.362 327.177 Campania 3.439 4.024 23.269.537 5.782.244 Puglia 7.272 2.878 11.759.442 4.086.608 Basilicata 3.451 4.377 2.647.002 604.807 Calabria 3.677 4.930 10.073.267 2.043.288 Sicilia 3.925 4.284 21.749.236 5.076.700 Sardegna 5.311 5.649 9.309.430 1.648.044
ITALIA 4.058 4.194 242.596.596 57.844.017Parametro di riferimento 4.058 4.194
(*) Sono incluse le prestazioni specialistiche effettuate a favore di utenti ricoverati
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
(per 1.000 abitanti)
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
PRESTAZIONI DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE ALTRE PRESTAZIONI
PRESTAZIONI DI ASSISTENZA SPECIALISTICA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE - ALTRE PRESTAZIONI (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
-
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
DISTRETTUALE
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo assistenza specialistica
Costo livello assistenzadistrettuale
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 34,4% 33,4% 30,6% 915.281 2.988.540 Valle D'Aosta 14,1% 14,6% 26,4% 21.488 81.483 Lombardia - - 25,7% 1.496.178 5.816.176P.A. Bolzano 32,9% 33,3% - - -P.A. Trento 28,3% 29,0% 27,6% 96.168 347.932 Veneto 21,0% 22,3% 28,2% 813.616 2.888.563 Friuli V.G. 13,1% 13,2% 26,4% 195.525 739.774 Liguria 13,5% 19,7% 27,5% 335.130 1.219.429 Emilia R. 37,5% 38,8% 29,9% 896.398 2.993.343 Toscana 31,2% 30,4% 28,4% 717.059 2.520.972 Umbria 10,9% 11,1% 16,3% 82.899 510.145 Marche 29,9% 33,9% 32,0% 335.170 1.048.907 Lazio 24,6% 22,2% 25,5% 853.543 3.342.020 Abruzzo 9,3% - 14,9% 127.866 860.161 Molise 14,7% 15,2% 17,0% 33.053 194.593 Campania - - 17,7% 646.127 3.646.324 Puglia 17,8% 17,9% 16,5% 382.432 2.319.813 Basilicata 11,5% 14,2% 18,0% 67.986 377.765 Calabria 15,4% - 12,7% 138.564 1.091.658 Sicilia - - - - - Sardegna 24,0% 22,0% 20,1% 193.766 966.349
ITALIA 25,5% 26,4% 24,6% 8.348.249 33.953.947Parametro di riferimento 25,5% 26,4% 24,6%
Nota: Cautela nell'analisi del trend per l'eventuale riclassificazione dei costi per tipologia di assistenza
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
COSTO PERCENTUALE DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA NELL'AMBITO DELL'ASSISTENZA
COSTO PERCENTUALE DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA NELL'AMBITO DELL'ASSISTENZADISTRETTUALE - ANNO 2001
0%
5%
10%
15%
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25%
30%
35%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costospecialistica Pop. resid.
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 349,16 378,25 213,37 915.281 4.289.731 Valle D'Aosta 93,52 111,39 178,19 21.488 120.589 Lombardia - - 164,02 1.496.178 9.121.714 P.A. Bolzano 343,41 394,41 - - -P.A. Trento 303,43 338,28 201,25 96.168 477.859 Veneto 168,20 200,28 179,18 813.616 4.540.853 Friuli V.G. 101,01 110,41 164,50 195.525 1.188.594 Liguria 116,52 198,22 206,74 335.130 1.621.016 Emilia R. 394,61 440,50 223,62 896.398 4.008.663 Toscana 325,32 357,62 202,12 717.059 3.547.604 Umbria 93,64 103,88 98,63 82.899 840.482 Marche 270,08 359,31 228,13 335.170 1.469.195 Lazio 199,24 209,33 160,98 853.543 5.302.302 Abruzzo 61,85 - 99,80 127.866 1.281.283 Molise 104,24 125,93 101,02 33.053 327.177 Campania - - 111,74 646.127 5.782.244 Puglia 133,59 151,22 93,58 382.432 4.086.608 Basilicata 82,32 109,26 112,41 67.986 604.807 Calabria 107,66 - 67,81 138.564 2.043.288 Sicilia - - - - - Sardegna 197,28 203,49 117,57 193.766 1.648.044
ITALIA 221,87 265,27 159,62 8.348.249 52.302.053Parametro di riferimento 221,87 265,27 159,62
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PRO-CAPITE DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA(in Euro) - ANNO 2001
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AD_27
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatore donne effett. pap test età 25-65 anni
pop. fem. di età 25-65 anni
Piemonte 10,0 125.938 1.255.650 Valle D'Aosta 21,2 7.480 35.262 Lombardia (°) 10,3 279.704 2.722.802 P.A. Bolzano 13,8 18.000 130.213 P.A. Trento 8,3 11.250 135.648 Veneto 14,7 195.550 1.330.692 Friuli V.G. 15,2 53.223 350.264 Liguria (°) 4,8 22.639 472.502 Emilia R. 17,7 207.554 1.170.306 Toscana 19,5 201.630 1.033.536 Umbria 19,0 45.199 237.596 Marche - - -Lazio 2,9 45.742 1.590.923 Abruzzo (°) 13,3 47.187 354.584 Molise 9,9 8.717 87.832 Campania (°) 3,6 55.933 1.569.987 Puglia (°) 6,7 75.738 1.133.232 Basilicata 18,9 30.688 162.799 Calabria 7,9 42.735 543.582 Sicilia (°) 7,2 99.675 1.381.659 Sardegna 11,5 55.068 477.842
ITALIA 10,1 1.629.650 16.176.911Parametro di riferimento 10,1
Nota: (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
DELL'APPARATO GENITALE FEMMINILE - PAP-TEST
ANNO 2001
PERCENTUALE DI DONNE SOTTOPOSTE A SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI
PERCENTUALE DI DONNE SOTTOPOSTE A SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI PAP-TEST - ANNO 2001
0
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AD_28_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatoredonne effett.
mammografia età 45-69 anni
pop. fem. di età 45-69 anni
Piemonte 12,6 92.058 729.220 Valle D'Aosta 22,4 4.303 19.246 Lombardia (°) 23,9 360.000 1.503.189 P.A. Bolzano 18,4 12.000 65.344 P.A. Trento 13,8 9.892 71.892 Veneto 16,0 114.351 713.473 Friuli V.G. 18,7 37.760 202.293 Liguria (°) 20,8 60.209 289.346 Emilia R. 30,3 201.416 664.651 Toscana 25,1 149.616 596.493 Umbria 22,4 30.788 137.489 Marche - - -Lazio 9,6 82.969 864.292 Abruzzo (°) 20,0 38.918 195.006 Molise 13,7 6.660 48.679 Campania (°) 6,1 48.371 787.454 Puglia 6,0 35.646 591.847 Basilicata 14,0 12.113 86.470 Calabria 6,4 18.070 283.250 Sicilia (°) 5,7 41.493 732.981 Sardegna 9,8 24.407 249.160
ITALIA 15,6 1.381.040 8.831.775 Parametro di riferimento 15,6
Nota: (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PERCENTUALE DI DONNE SOTTOPOSTE A SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
DELL'APPARATO GENITALE FEMMINILE FEMMINILE - MAMMOGRAFIA
ANNO 2001
PERCENTUALE DI DONNE SOTTOPOSTE A SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI MAMMOGRAFIA - ANNO 2001
0
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AD_28_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Giorn. Strutt. resid. Semir. Pop. > 18 anni
Piemonte 123 141 142 519.531 3.667.204 Valle D'Aosta - - - - -Lombardia 87 97 119 914.829 7.682.353 P.A. Bolzano 79 2 69 25.452 370.640 P.A. Trento - - 2 629 392.918 Veneto 160 193 187 712.148 3.809.833 Friuli V.G. 201 232 212 217.951 1.026.619 Liguria 226 234 199 282.179 1.416.403 Emilia R. 137 115 125 433.009 3.458.707 Toscana 108 107 103 313.168 3.047.592 Umbria 129 126 152 108.360 714.586 Marche 80 68 83 102.423 1.238.156 Lazio 55 55 60 263.205 4.395.206 Abruzzo 5 53 55 57.863 1.058.364 Molise - - 110 29.471 268.813 Campania 52 67 63 278.686 4.439.768 Puglia 82 74 67 215.309 3.233.195 Basilicata 80 111 138 67.076 485.339 Calabria 30 21 19 31.299 1.610.767 Sicilia 105 110 111 442.135 3.979.844 Sardegna 17 20 18 24.992 1.354.769
ITALIA 97 102 106 5.039.715 47.651.076Parametro di riferimento 97 102 106
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
GIORNATE IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI PER L'ASSISTENZA PSICHIATRICA (ogni 1.000 abitanti di età > 18)
ANNO 2001
GIORNATE IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI PER L'ASSISTENZA PSICHIATRICA (ogni 1.000 abitanti di età > 18) - ANNO 2001
0
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AD_29
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore N. anz. tratt. in ADI Pop. >= 65 anni
Piemonte 1,3 0,9 1,4 12.477 888.678 Valle D'Aosta (°) 3,4 3,5 3,5 806 22.793 Lombardia 1,5 1,8 2,4 39.076 1.619.529 P.A. Bolzano 0,1 0,1 0,1 79 71.978 P.A. Trento 2,3 8,6 0,3 261 86.084 Veneto 1,8 2,3 3,0 24.783 815.669 Friuli V.G. 7,7 8,3 7,6 19.232 252.247 Liguria 2,1 2,1 3,5 14.250 405.018 Emilia R. 1,7 0,7 1,9 16.809 887.710 Toscana 1,5 1,6 1,9 14.686 782.896 Umbria 8,0 7,6 1,5 2.733 187.772 Marche 4,5 4,1 4,1 12.804 315.933 Lazio 2,5 2,0 1,7 15.754 920.233 Abruzzo 0,1 0,7 0,9 2.353 256.622 Molise 3,6 3,8 5,7 3.885 68.330 Campania 0,8 0,7 0,8 6.541 802.669 Puglia 0,9 1,2 1,1 6.791 630.489 Basilicata 1,5 2,1 2,6 2.889 109.712 Calabria 0,7 0,7 0,6 1.999 341.122 Sicilia 0,2 0,5 0,6 5.144 834.257 Sardegna 1,2 0,2 0,5 1.345 256.194
,ITALIA 1,8 1,8 1,9 204.697 10.555.935Parametro di riferimento 1,8 1,8 1,9
(°) dati rielaborati su ulteriori indicazioni regionali
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
PERCENTUALE DI ANZIANI TRATTATI IN ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI)
PERCENTUALE DI ANZIANI TRATTATI IN ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI)ANNO 2001
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore gg. assist. anziani Pop. >= 65 anni
Piemonte 2.525 2.550 2.671 2.373.752 888.678Valle D'Aosta - - - - -Lombardia 9.541 9.384 9.320 15.093.726 1.619.529P.A. Bolzano 6.701 6.726 7.137 513.710 71.978P.A. Trento - - 17.935 1.543.950 86.084Veneto 2.510 8.288 9.751 7.953.437 815.669Friuli V.G. 5.250 7.763 6.537 1.649.025 252.247Liguria 1.051 992 1.220 494.033 405.018Emilia R. 6.182 4.376 2.589 2.298.571 887.710Toscana 3.575 3.571 3.568 2.793.460 782.896Umbria 1.717 1.984 1.991 373.803 187.772Marche 304 773 910 287.345 315.933Lazio 827 816 1.023 941.443 920.233Abruzzo 141 241 27 7.034 256.622Molise - - - - -Campania 38 49 44 35.060 802.669Puglia 79 64 80 50.735 630.489Basilicata - - - - -Calabria 620 554 645 220.082 341.122Sicilia 39 43 57 47.305 834.257Sardegna - 1 1 365 256.194
ITALIA 2.994 3.508 3.542 36.676.836 10.355.100Parametro di riferimento 2.994 3.508 3.542
Fonte: Ministero della salute
(ogni 1.000 abitanti di età > 65 anni)
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
GIORNATE IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI PER L'ASSISTENZA AGLI ANZIANI
ANNO 2001
GIORNATE IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI PER L'ASSISTENZA AGLI ANZIANI (ogni 1.000 abitanti di età > 65 anni) - ANNO 2001
01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000
10.00011.00012.00013.00014.00015.00016.00017.00018.000
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo ass. anziani Pop. >= 65 anni
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 149,00 167,00 174,36 154.946 888.678Valle D'Aosta 92,00 104,00 68,40 1.559 22.793Lombardia - - 366,06 592.843 1.619.529P.A. Bolzano 523,00 611,00 - - -P.A. Trento 721,00 745,00 901,83 77.633 86.084Veneto 343,00 311,00 314,95 256.894 815.669Friuli V.G. 113,00 132,00 178,36 44.991 252.247Liguria 181,00 170,00 169,06 68.472 405.018Emilia R. 206,00 219,00 249,00 221.038 887.710Toscana 160,00 174,00 178,55 139.787 782.896Umbria 82,00 103,00 157,45 29.564 187.772Marche 74,00 55,00 76,18 24.068 315.933Lazio 23,00 45,00 145,91 134.268 920.233Abruzzo 18,00 - 69,96 17.953 256.622Molise 14,00 12,00 28,32 1.935 68.330Campania - - 48,25 38.732 802.669Puglia 13,00 26,00 30,57 19.276 630.489Basilicata 62,00 17,00 68,21 7.483 109.712Calabria 93,00 - 158,92 54.212 341.122Sicilia - - - - -Sardegna 12,00 5,00 61,16 15.670 256.194
ITALIA 143,00 156,00 197,03 1.901.324 9.649.700Parametro di riferimento 143,00 156,00 197,03
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PRO-CAPITE DELL'ASSISTENZA TERRITORIALE, SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALEAGLI ANZIANI (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE DELL'ASSISTENZA TERRITORIALE, SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE, AGLI ANZIANI (in euro) - ANNO 2001
0100200
300400500600700
800900
1.000
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore IndicatoreCosto livello assistenzadistrettuale
Costo totale dei livelli di assistenza
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 45,6% 45,5% 49,6% 2.988.540 6.026.209Valle D'Aosta 27,4% 27,4% 45,8% 81.483 177.774Lombardia - - 47,6% 5.816.176 12.227.163P.A. Bolzano 37,2% 38,5% - - -P.A. Trento 46,2% 45,7% 48,2% 347.932 722.071Veneto 36,8% 37,4% 46,0% 2.888.563 6.279.300Friuli V.G. 35,4% 36,3% 48,3% 739.774 1.531.717Liguria 37,2% 39,2% 50,3% 1.219.429 2.425.409Emilia R. 46,0% 47,1% 51,5% 2.993.343 5.815.412Toscana 48,9% 48,8% 49,8% 2.520.972 5.057.467Umbria 39,4% 39,4% 37,9% 510.145 1.345.062Marche 43,2% 45,4% 55,3% 1.048.907 1.896.177Lazio 37,2% 37,5% 45,5% 3.342.020 7.347.138Abruzzo 31,7% - 44,1% 860.161 1.952.378 Molise 35,5% 36,9% 44,2% 194.593 440.529Campania - - 51,8% 3.646.324 7.044.689Puglia 38,0% 39,5% 47,2% 2.319.813 4.912.607Basilicata 39,1% 33,9% 49,3% 377.765 766.008Calabria 37,0% - 46,8% 1.091.658 2.330.554Sicilia - - - - - Sardegna 41,8% 41,6% 46,4% 966.349 2.080.973
ITALIA 40,5% 41,5% 48,2% 33.953.947 70.378.637Parametro di riferimento 40,5% 41,5% 48,2%
Nota: Cautela nell'analisi del trend per l'eventuale riclassificazione dei costi per tipologia di assistenza
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE ANNO 2001
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIAUFFICIO VIII
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore n. ricoveri tipo TSO n. totale ricoveri (*)
Piemonte 0,18% 0,17% 929 547.541 Valle D'Aosta 0,17% 0,18% 27 15.390 Lombardia 0,15% 0,14% 2.130 1.505.583 P.A. Bolzano 0,20% 0,19% 175 90.168 P.A. Trento 0,07% 0,07% 49 66.486 Veneto 0,12% 0,12% 806 658.391 Friuli V.G. 0,06% 0,09% 144 167.430 Liguria 0,09% 0,10% 271 279.639 Emilia R. 0,17% 0,56% 3.436 608.649 Toscana 0,09% 0,08% 398 524.822 Umbria 0,12% 0,16% 208 130.584 Marche 0,17% 0,21% 491 236.099 Lazio 1,27% 0,69% 5.940 860.039 Abruzzo 0,20% 0,14% 358 259.893 Molise 0,14% 0,09% 62 65.601 Campania 0,18% 0,51% 4.495 883.228 Puglia 0,10% 0,09% 711 768.454 Basilicata 0,07% 0,06% 53 89.572 Calabria 0,13% 0,12% 360 303.209 Sicilia 0,21% 0,19% 1.570 811.391 Sardegna 0,18% 0,21% 522 247.189
ITALIA 0,20% 0,25% 23.135 9.119.358 Parametro di riferimento 0,20% 0,25%
(*) ricoveri per acuti in regime ordinario - strutture pubbliche e private accreditate
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
PERCENTUALE DI RICOVERI IN TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO
ANNO 2001
PERCENTUALE DI RICOVERI IN TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIOANNO 2001
0,00%
0,10%
0,20%
0,30%
0,40%
0,50%
0,60%
0,70%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore dimessi popolazioneresidente
Piemonte 118,34 105,95 4.545 4.289.731 Valle D'Aosta 60,60 123,56 149 120.589 Lombardia 133,93 127,52 11.632 9.121.714 P.A. Bolzano 120,93 130,68 608 465.264 P.A. Trento 171,72 171,60 820 477.859 Veneto 133,97 122,69 5.571 4.540.853 Friuli V.G. 89,82 84,97 1.010 1.188.594 Liguria 134,65 122,33 1.983 1.621.016 Emilia R. 115,77 106,59 4.273 4.008.663 Toscana 91,56 96,85 3.436 3.547.604 Umbria 149,45 123,14 1.035 840.482 Marche 119,38 118,36 1.739 1.469.195 Lazio 150,93 149,63 7.934 5.302.302 Abruzzo 147,01 147,90 1.895 1.281.283 Molise 182,24 187,05 612 327.177 Campania 135,69 132,91 7.685 5.782.244 Puglia 233,56 210,42 8.599 4.086.608 Basilicata 178,70 164,52 995 604.807 Calabria 178,03 182,74 3.734 2.043.288 Sicilia 198,00 229,70 11.661 5.076.700 Sardegna 147,94 133,07 2.193 1.648.044
ITALIA 145,40 141,95 82.109 57.844.017 Parametro di riferimento 145,40 141,95
(*) Ricoveri ovunque effettuati dai residenti della regione
L'indicatore è calcolato per la diagnosi di diabete (cod. 250.xx)
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
RICOVERI PREVENIBILI PER DIABETE - DEGENZA ORDINARIA (per 100.000) abitanti
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
RICOVERI PREVENIBILI PER DIABETE DEGENZA ORDINARIA (per 100.000 abitanti) - ANNO 2001
0
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore dimessi popolazioneresidente
Piemonte 50,44 38,98 1.672 4.289.731 Valle D'Aosta 43,17 29,02 35 120.589 Lombardia 61,32 56,11 5.118 9.121.714 P.A. Bolzano 69,63 53,09 247 465.264 P.A. Trento 52,33 43,53 208 477.859 Veneto 49,82 42,90 1.948 4.540.853 Friuli V.G. 25,02 22,88 272 1.188.594 Liguria 72,13 62,86 1.019 1.621.016 Emilia R. 47,66 45,05 1.806 4.008.663 Toscana 48,64 45,04 1.598 3.547.604 Umbria 70,53 58,06 488 840.482 Marche 46,00 46,08 677 1.469.195 Lazio 56,29 49,88 2.645 5.302.302 Abruzzo 60,62 54,94 704 1.281.283 Molise 48,23 39,43 129 327.177 Campania 79,84 72,41 4.187 5.782.244 Puglia 68,85 58,34 2.384 4.086.608 Basilicata 111,15 72,75 440 604.807 Calabria 54,67 50,56 1.033 2.043.288 Sicilia 56,53 56,02 2.844 5.076.700 Sardegna 62,97 59,83 986 1.648.044
ITALIA 58,90 52,62 30.440 57.844.017Parametro di riferimento 58,90 52,62
(*) Ricoveri ovunque effettuati dai residenti della regione
L'indicatore è calcolato per la diagnosi di asma (cod. 493.xx)
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
RICOVERI PREVENIBILI PER ASMA - DEGENZA ORDINARIA (per 100.000) abitanti
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
RICOVERI PREVENIBILI PER ASMA (per 100.000 abitanti) ANNO 2001
0
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30
40
5060
70
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore dimessi popolazioneresidente
Piemonte 226,74 237,87 10.204 4.289.731 Valle D'Aosta 236,58 233,85 282 120.589 Lombardia 311,57 330,19 30.119 9.121.714 P.A. Bolzano 308,25 291,02 1.354 465.264 P.A. Trento 333,13 339,22 1.621 477.859 Veneto 316,29 337,71 15.335 4.540.853 Friuli V.G. 496,01 503,45 5.984 1.188.594 Liguria 320,06 334,54 5.423 1.621.016 Emilia R. 461,99 447,38 17.934 4.008.663 Toscana 400,42 389,14 13.805 3.547.604 Umbria 277,33 297,33 2.499 840.482 Marche 376,84 402,60 5.915 1.469.195 Lazio 244,17 245,74 13.030 5.302.302 Abruzzo 297,31 303,76 3.892 1.281.283 Molise 452,71 431,88 1.413 327.177 Campania 202,00 207,48 11.997 5.782.244 Puglia 265,33 264,79 10.821 4.086.608 Basilicata 241,13 250,00 1.512 604.807 Calabria 289,86 299,22 6.114 2.043.288 Sicilia 213,59 228,04 11.577 5.076.700 Sardegna 170,49 170,02 2.802 1.648.044
ITALIA 292,60 300,17 173.633 57.844.017Parametro di riferimento 292,60 300,17
(*) Ricoveri ovunque effettuati dai residenti della regione
L'indicatore è calcolato per la diagnosi di scompenso cardiaco (cod. 428.xx)
Fonte: Ministero della salute
RICOVERI PREVENIBILI PER SCOMPENSO CARDIACO, ACUTI - DEGENZA ORDINARIA PER (100.000 abitanti)
LIVELLO DI ASSISTENZA DISTRETTUALE
ANNO 2001
RICOVERI PREVENIBILI PER SCOMPENSO CARDIACO (per 100.000 abitanti)ANNO 2001
0
100
200
300
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AD_35_3
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Tasso grezzo Tasso Standard. Tasso grezzo Tasso Standard.
Piemonte 142,91 137,06 135,10 129,25Valle D'Aosta 152,73 149,62 146,49 143,22Lombardia 163,95 164,10 163,84 164,05P.A. Bolzano 187,44 197,40 184,39 194,97P.A. Trento 169,80 168,93 159,11 158,65Veneto 149,60 148,83 146,11 145,35Friuli V.G. 148,23 136,09 140,27 128,50Liguria 172,18 156,19 171,06 154,26Emilia R. 155,16 142,41 149,33 136,62Toscana 146,13 135,30 141,44 130,46Umbria 158,99 149,24 147,24 138,29Marche 169,44 160,09 163,89 154,42Lazio 156,92 159,63 156,79 159,61Abruzzo 210,59 206,22 209,08 204,55Molise 196,21 191,81 198,60 193,86Campania 171,35 186,55 166,32 182,37Puglia 199,49 211,33 193,08 205,35Basilicata 182,82 186,97 177,92 182,32Calabria 180,58 189,59 182,32 191,80Sicilia 152,66 158,89 169,36 176,43Sardegna 161,89 171,48 155,09 164,53
ITALIA 163,31 163,31 161,42 161,42Parametro di riferimento 160,00 160,00 160,00 160,00
(*) Discipline per acuti, riabilitazione e lungodegenza
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE STANDARDIZZATO E GREZZO (*) REGIME ORDINARIO
ANNO 2001
Indicatore Indicatore
ANNO 2000
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE - REGIME ORDINARIO ANNO 2001
100
120
140
160
180
200
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egna
Tasso grezzo Tasso Standard.
AO_36
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Tasso grezzo Tasso Standard. Tasso grezzo Tasso Standard.
Piemonte 47,97 46,88 50,65 49,02Valle D'Aosta 53,20 52,38 56,41 55,2Lombardia 49,59 49,28 54,77 54,48P.A. Bolzano 16,06 16,33 22,30 22,9P.A. Trento 46,01 46,14 46,87 47,2Veneto 49,63 49,43 54,55 54,31Friuli V.G. 39,98 37,54 40,06 38,53Liguria 71,47 68,98 72,22 69,64Emilia R. 58,86 55,38 62,43 58,63Toscana 43,77 42,16 48,75 46,74Umbria 60,72 58,48 69,22 66,28Marche 43,29 41,85 49,91 48,02Lazio 43,30 43,49 54,6 54,89Abruzzo 42,42 42,28 54,8 54,54Molise 13,93 13,82 15,86 18,51Campania 39,13 41,06 43,06 45,34Puglia 35,39 37,20 42,09 44,47Basilicata 40,22 41,15 47,43 48,61Calabria 38,09 39,16 45,25 46,54Sicilia 49,21 50,41 66,08 67,99Sardegna 62,73 64,64 66,96 69,07
ITALIA 46,72 46,72 53,18 53,18Parametro di riferimento 46,72 46,72 53,18 53,18
(*) Discipline per acuti, riabilitazione e lungodegenza
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE STANDARDIZZATO E GREZZO (*) DAY HOSPITAL
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE - DAY HOSPITAL ANNO 2001
0
10
20
30
40
50
60
70
80
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TASSO GREZZO TASSO STANDARD
AO_36_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Dim. non res. Dim. Totali
Piemonte 6,78 7,20 58.435 812.059 Valle D'Aosta 8,41 8,56 1.892 22.102 Lombardia 8,64 8,98 193.957 2.160.443 P.A. Bolzano 9,95 10,19 10.763 105.594 P.A. Trento 12,49 12,20 12.149 99.570 Veneto 7,64 8,01 78.315 978.061 Friuli V.G. 8,58 9,06 20.518 226.373 Liguria 11,54 11,44 46.742 408.568 Emilia R. 11,40 11,60 108.216 933.268 Toscana 9,74 10,45 76.572 732.984 Umbria 14,78 15,21 30.107 197.982 Marche 8,41 8,61 27.326 317.286 Lazio 8,69 9,00 106.447 1.182.674 Abruzzo 9,91 10,21 35.293 345.779 Molise 21,70 21,94 15.422 70.288 Campania 2,42 2,51 29.847 1.190.670 Puglia 4,56 4,38 42.333 966.361 Basilicata 10,85 10,57 12.560 118.795 Calabria 3,34 3,60 15.418 427.694 Sicilia 1,02 1,45 16.926 1.167.124 Sardegna 1,39 1,47 5.326 363.459
ITALIA 7,17 7,36 944.564 12.827.134Parametro di riferimento 7,17 7,36
Tra i non residenti ci sono anche i cittadini stranieri non iscritti al SSN
Fonte: Ministero della salute
(*) Dimessi di non residenti sul totale dimessi nella regione.
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
INDICE DI ATTRAZIONE (*) (in percentuale)
ANNO 2001
INDICE DI ATTRAZIONE (in percentuale) ANNO 2001
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
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AO_37
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Dim. non res. Dim. Totali
Piemonte 7,67 7,95 65.074 818.698 Valle D'Aosta 19,48 20,11 5.088 25.298 Lombardia 3,91 3,89 79.684 2.046.170 P.A. Bolzano 4,87 4,85 4.829 99.660 P.A. Trento 13,36 14,35 14.651 102.072 Veneto 4,40 4,43 41.755 941.501 Friuli V.G. 6,28 6,89 15.223 221.078 Liguria 9,00 9,88 39.661 401.487 Emilia R. 5,31 5,54 48.363 873.415 Toscana 5,28 5,35 37.068 693.480 Umbria 9,02 9,59 17.806 185.681 Marche 9,58 9,88 31.805 321.765 Lazio 6,30 6,14 70.449 1.146.676 Abruzzo 9,83 9,95 34.321 344.807 Molise 23,53 23,28 16.649 71.515 Campania 7,33 7,64 96.024 1.256.847 Puglia 5,98 6,18 60.857 984.885 Basilicata 24,08 23,75 33.092 139.327 Calabria 12,95 13,60 64.920 477.196 Sicilia 6,71 5,88 71.887 1.222.085 Sardegna 3,68 4,35 16.285 374.418
ITALIA 6,69 6,79 865.491 12.748.061Parametro di riferimento 6,69 6,79
Fonte: Ministero della salute
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
INDICE DI FUGA (in percentuale)
INDICE DI FUGA - (in percentuale) ANNO 2001
-
2,50
5,00
7,50
10,00
12,50
15,00
17,50
20,00
22,50
25,00
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AO_38
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Posti letto Pop. Resid.
Piemonte 4,48 4,19 3,74 16.031 4.289.731 Valle D'Aosta 4,26 3,75 3,89 469 120.589 Lombardia 4,73 4,54 4,42 40.324 9.121.714 P.A. Bolzano 5,24 4,86 4,84 2.254 465.264 P.A. Trento 4,16 4,06 3,73 1.783 477.859 Veneto 4,95 4,33 4,12 18.694 4.540.853 Friuli V.G. 5,21 5,06 4,84 5.750 1.188.594 Liguria 4,86 4,72 4,66 7.546 1.621.016 Emilia R. 4,43 4,26 4,24 17.008 4.008.663 Toscana 4,43 4,40 4,18 14.818 3.547.604 Umbria 4,33 4,05 3,70 3.109 840.482 Marche 5,23 4,80 4,64 6.810 1.469.195 Lazio 4,66 4,53 4,37 23.188 5.302.302 Abruzzo 5,07 4,23 3,89 4.982 1.281.283 Molise 5,05 4,51 4,56 1.493 327.177 Campania 3,50 3,32 3,22 18.642 5.782.244 Puglia 4,76 4,38 4,18 17.070 4.086.608 Basilicata 4,08 3,96 3,90 2.361 604.807 Calabria 4,26 4,16 3,73 7.628 2.043.288 Sicilia 3,90 3,68 3,66 18.605 5.076.700 Sardegna 4,49 5,16 4,66 7.678 1.648.044
ITALIA 4,49 4,26 4,08 236.243 57.844.017Parametro riferimento 4,05 4,05 4,05
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
POSTI LETTO DI DEGENZA ORDINARIA E A PAGAMENTO NELLE DISCIPLINE PER ACUTI (per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
POSTI LETTO DI DEGENZA ORDINARIA E A PAGAMENTO NELLE DISCIPLINE PER ACUTI (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
5,00
5,50
Piem
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AO_39_DO
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Posti letto Pop. Resid.
Piemonte 0,45 0,44 0,45 1.910 4.289.731 Valle D'Aosta 0,37 0,33 0,37 45 120.589 Lombardia 0,37 0,37 0,40 3.665 9.121.714 P.A. Bolzano 0,04 0,22 0,24 111 465.264 P.A. Trento 0,50 0,50 0,49 236 477.859 Veneto 0,52 0,45 0,43 1.973 4.540.853 Friuli V.G. 0,45 0,45 0,46 543 1.188.594 Liguria 0,51 0,49 0,50 813 1.621.016 Emilia R. 0,55 0,56 0,49 1.968 4.008.663 Toscana 0,40 0,43 0,45 1.579 3.547.604 Umbria 0,54 0,63 0,60 506 840.482 Marche 0,32 0,36 0,39 568 1.469.195 Lazio 0,40 0,44 0,49 2.600 5.302.302 Abruzzo 0,40 0,38 0,37 478 1.281.283 Molise 0,07 0,24 0,06 21 327.177 Campania 0,22 0,22 0,24 1.392 5.782.244 Puglia 0,29 0,31 0,31 1.257 4.086.608 Basilicata 0,29 0,27 0,30 179 604.807 Calabria 0,32 0,32 0,32 646 2.043.288 Sicilia 0,35 0,38 0,41 2.088 5.076.700 Sardegna 0,32 0,50 0,36 600 1.648.044
ITALIA 0,38 0,40 0,40 23.178 57.844.017Parametro riferimento 0,45 0,45 0,45
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
POSTI LETTO DI DAY HOSPITAL NELLE DISCIPLINE PER ACUTI (per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
POSTI LETTO DI DAY HOSPITAL NELLE DISCIPLINE PER ACUTI (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
Piem
onte
Valle
D'A
osta
Lom
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ia
P.A.
Bol
zano
P.A.
Tre
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Vene
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Friu
li V.
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Emilia
R.
Tosc
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Pugl
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Basi
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a
Cal
abria
Sici
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Sard
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AO_39_DH
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Posti letto Pop. Resid.
Piemonte 0,87 0,93 0,88 3.763 4.289.731 Valle D'Aosta 0,01 - - - - Lombardia 0,56 0,59 0,59 5.358 9.121.714 P.A. Bolzano 0,42 0,44 0,52 240 465.264 P.A. Trento 1,13 1,34 1,45 693 477.859 Veneto 0,55 0,65 0,59 2.658 4.540.853 Friuli V.G. 0,41 0,30 0,26 312 1.188.594 Liguria 0,16 0,17 0,18 290 1.621.016 Emilia R. 0,74 0,77 0,79 3.152 4.008.663 Toscana 0,29 0,27 0,27 952 3.547.604 Umbria 0,12 0,13 0,14 116 840.482 Marche 0,30 0,33 0,37 545 1.469.195 Lazio 1,27 1,25 1,22 6.488 5.302.302 Abruzzo 0,40 0,30 0,30 388 1.281.283 Molise 0,20 0,32 0,32 106 327.177 Campania 0,34 0,31 0,32 1.840 5.782.244 Puglia 0,19 0,26 0,21 864 4.086.608 Basilicata 0,10 0,11 0,15 92 604.807 Calabria 0,67 0,43 0,78 1.586 2.043.288 Sicilia 0,14 0,17 0,16 795 5.076.700 Sardegna 0,14 0,16 0,14 237 1.648.044
ITALIA 0,51 0,53 0,53 30.475 57.723.428Parametro riferimento 1,00 1,00 1,00
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
POSTI LETTO DI DEGENZA ORDINARIA E A PAGAMENTO NELLE DISCIPLINE DI RIABILITAZIONE E LUNGODEGENZA (per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
POSTI LETTO DI DEGENZA ORDINARIA E A PAGAMENTO NELLE DISCIPLINE DIRIABILITAZIONE E LUNGODEGENZA (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
0,00
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AO_39_ RL
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore N. giorn. Effett. Pop. Pesata
Piemonte 1.039 1.204 5.505.546 4.571.590 Valle D'Aosta 1.196 1.146 141.973 123.835 Lombardia 1.166 1.317 12.003.266 9.116.841 P.A. Bolzano 1.412 1.491 647.978 434.557 P.A. Trento 1.063 1.413 677.573 479.481 Veneto 1.210 1.324 6.031.799 4.554.331 Friuli V.G. 1.046 1.041 1.348.322 1.295.376 Liguria 1.195 1.193 2.250.327 1.885.632 Emilia R. 1.015 1.230 5.426.734 4.412.234 Toscana 1.035 1.071 4.173.689 3.896.139 Umbria 963 940 866.082 921.020 Marche 1.105 1.140 1.799.405 1.578.401 Lazio 1.261 1.498 7.809.143 5.212.956 Abruzzo 1.330 1.394 1.842.642 1.322.090 Molise 1.284 1.399 477.652 341.466 Campania 1.042 1.088 5.542.941 5.094.752 Puglia 1.245 1.236 4.656.899 3.768.297 Basilicata 991 1.011 595.924 589.500 Calabria 1.073 1.164 2.242.711 1.926.340 Sicilia 884 987 4.710.187 4.774.625 Sardegna 1.151 1.101 1.700.554 1.544.554
ITALIA 1.112 1.218 70.451.347 57.844.017Parametro di riferimento 1.112 1.218
Per la costruzione della popolazione pesata vedere note metodologiche
Fonte: Ministero della salute
Fonte: Ministero della salute
(*) giornate erogate nelle strutture di ricovero della regione nelle discipline per acuti e riabilitazione e lungodegenza
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
(per 1.000 abitanti)GIORNATE DI DEGENZA (*) SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE PESATA - REGIME ORDINARIO
GIORNATE DI DEGENZA (*) SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE PESATA - REGIME ORDINARIO (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
-
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AO_40
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore N. giorn. Effett. Pop. Pesata
Piemonte 113 123 563.168 4.571.590 Valle D'Aosta 133 157 19.471 123.835 Lombardia 103 129 1.175.887 9.116.841 P.A. Bolzano 38 56 24.146 434.557 P.A. Trento 183 209 100.002 479.481 Veneto 158 176 800.847 4.554.331 Friuli V.G. 135 135 175.329 1.295.376 Liguria 192 195 367.257 1.885.632 Emilia R. 232 247 1.088.965 4.412.234 Toscana 131 144 561.809 3.896.139 Umbria 181 201 185.535 921.020 Marche 97 112 177.381 1.578.401 Lazio 164 207 1.079.027 5.212.956 Abruzzo 129 151 199.123 1.322.090 Molise 24 25 8.567 341.466 Campania 92 110 562.607 5.094.752 Puglia 77 98 370.994 3.768.297 Basilicata 88 123 72.684 589.500 Calabria 106 132 253.352 1.926.340 Sicilia 145 194 927.984 4.774.625 Sardegna 114 119 183.112 1.544.554
ITALIA 132 154 8.897.247 57.844.017Parametro di riferimento 132 154
Per la costruzione della popolazione pesata vedere note metodologiche
Fonte: Ministero della salute
(*) giornate erogate nelle strutture di ricovero della regione nelle discipline per acuti e riabilitazione
(per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
GIORNATE DI PRESENZA (*) SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE PESATA - DAY HOSPITAL
GIORNATE DI PRESENZA (*) SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE PESATADAY HOSPITAL (per 1.000 abitanti) - ANNO 2001
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo livello assist. osped.
Costo totale livelli assist.
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 50,1% 50,2% 46,4% 2.796.068 6.026.209Valle D'Aosta 68,4% 68,4% 48,8% 86.718 177.774Lombardia - - 48,9% 5.981.608 12.227.163P.A. Bolzano 59,4% 58,2% - - -P.A. Trento 50,3% 50,8% 48,4% 349.768 722.071Veneto 59,7% 58,8% 50,3% 3.160.853 6.279.300Friuli V.G. 61,2% 61,1% 48,8% 748.212 1.531.717Liguria 59,6% 57,7% 46,7% 1.132.525 2.425.409Emilia R. 49,5% 48,4% 44,8% 2.608.160 5.815.412Toscana 46,3% 46,3% 45,8% 2.314.940 5.057.467Umbria 56,3% 55,9% 59,0% 793.978 1.345.062Marche 52,9% 51,2% 41,2% 781.311 1.896.177Lazio 60,9% 60,1% 51,6% 3.791.354 7.347.138Abruzzo 65,3% - 53,0% 1.035.222 1.952.378Molise 57,6% 57,1% 50,2% 221.164 440.529Campania - - 45,5% 3.207.553 7.044.689Puglia 58,7% 57,1% 49,4% 2.425.990 4.912.607Basilicata 57,8% 62,8% 44,5% 340.844 766.008Calabria 58,3% - 49,9% 1.163.418 2.330.554Sicilia - - - - -Sardegna 52,3% 52,0% 46,8% 973.546 2.080.973
ITALIA 55,8% 54,7% 48,2% 33.913.232 70.378.637Parametro di riferimento 55,8% 54,7% 48,2%
Nota: Cautela nell'analisi del trend per l'eventuale riclassificazione dei costi per tipologia di assistenza
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
ANNO 2001
COSTO PERCENTUALE DEL LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERAANNO 2001
0,0%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo livello assist. osped. Pop. Pesata
(in Euro) (in Euro) (in Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 540,00 606,00 611,62 2.796.068 4.571.590 Valle D'Aosta 833,00 955,00 700,27 86.718 123.835 Lombardia - - 656,11 5.981.608 9.116.841 P.A. Bolzano 913,00 986,00 - - -P.A. Trento 593,00 668,00 729,47 349.768 479.481 Veneto 666,00 730,00 694,03 3.160.853 4.554.331 Friuli V.G. 631,00 666,00 577,60 748.212 1.295.376 Liguria 619,00 659,00 600,61 1.132.525 1.885.632 Emilia R. 528,00 559,00 591,12 2.608.160 4.412.234 Toscana 465,00 525,00 594,16 2.314.940 3.896.139 Umbria 581,00 627,00 862,06 793.978 921.020 Marche 530,00 577,00 495,00 781.311 1.578.401 Lazio 695,00 796,00 727,29 3.791.354 5.212.956 Abruzzo 685,00 - 783,02 1.035.222 1.322.090Molise 571,00 636,00 647,69 221.164 341.466 Campania - - 629,58 3.207.553 5.094.752 Puglia 648,00 687,00 643,79 2.425.990 3.768.297 Basilicata 563,00 755,00 578,19 340.844 589.500 Calabria 609,00 - 603,95 1.163.418 1.926.340 Sicilia - - - - -Sardegna 569,00 637,00 630,31 973.546 1.544.554
ITALIA 603,00 662,00 644,31 33.913.232 52.634.835Parametro di riferimento 603,00 662,00 644,31
Nota: Nell'indicatore la popolazione considerata è quella pesata
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
COSTO PRO-CAPITE DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA (in Euro)
ANNO 2001
COSTO PRO-CAPITE DELL' ASSISTENZA OSPEDALIERA (in Euro) - ANNO 2001
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo pers. Ospedaliero
Costo totale Personale
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 63,1% 64,5% 61,0% 1.336.261 2.190.983 Valle D'Aosta 86,2% 86,1% 61,8% 55.141 89.228 Lombardia - - 67,3% 2.512.182 3.734.990 P.A. Bolzano 69,2% 68,7% - - -P.A. Trento 65,2% 65,3% 65,7% 178.210 271.159 Veneto 79,0% 78,2% 69,0% 1.542.107 2.236.096 Friuli V.G. 75,8% 78,1% 66,2% 403.660 609.787 Liguria 81,9% 77,0% 60,2% 421.336 699.357 Emilia R. 61,2% 59,9% 55,0% 1.175.421 2.135.350 Toscana 57,4% 58,2% 57,9% 1.031.266 1.781.334 Umbria 73,8% 73,0% 71,1% 331.806 466.971 Marche 68,4% 66,6% 57,6% 471.459 819.145 Lazio 74,8% 75,0% 69,1% 1.561.490 2.261.127 Abruzzo 88,3% - 67,2% 425.931 634.256 Molise 78,0% 75,6% 68,9% 122.540 177.884 Campania - - 71,0% 1.621.257 2.284.096 Puglia 76,9% 75,4% 70,6% 1.144.828 1.622.528 Basilicata 85,7% 87,9% 70,2% 183.514 261.542 Calabria 79,1% - 75,5% 685.062 907.771 Sicilia - - - - -Sardegna 72,5% 74,4% 68,2% 584.102 856.331
ITALIA 71,5% 70,1% 65,7% 15.787.573 24.039.935Parametro di riferimento 71,5% 70,1% 65,7%
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
INCIDENZA PERCENTUALE DEL COSTO DEL PERSONALE OSPEDALIERO SUL COSTO TOTALE DEL PERSONALE
ANNO 2001
INCIDENZA PERCENTUALE DEL COSTO DEL PERSONALE OSPEDALIERO SUL COSTO TOTALE DEL PERSONALE - ANNO 2001
0,0%
10,0%
20,0%
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40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
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Pie
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P.A
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Costo pers. Ospedaliero
Costo assist. Ospedaliera
(in migliaia di Euro) (in migliaia di Euro)
Piemonte 43,5% 44,5% 47,8% 1.336.261 2.796.068 Valle D'Aosta 52,4% 54,0% 63,6% 55.141 86.718 Lombardia - - 42,0% 2.512.182 5.981.608 P.A. Bolzano 51,7% 49,2% - - -P.A. Trento 52,4% 50,9% 51,0% 178.210 349.768 Veneto 47,2% 47,1% 48,8% 1.542.107 3.160.853 Friuli V.G. 48,5% 50,0% 53,9% 403.660 748.212 Liguria 65,8% 57,2% 37,2% 421.336 1.132.525 Emilia R. 45,2% 45,2% 45,1% 1.175.421 2.608.160 Toscana 50,8% 50,7% 44,5% 1.031.266 2.314.940 Umbria 54,4% 54,2% 41,8% 331.806 793.978 Marche 53,5% 51,6% 60,3% 471.459 781.311 Lazio 37,8% 37,0% 41,2% 1.561.490 3.791.354 Abruzzo 48,1% - 41,1% 425.931 1.035.222 Molise 57,8% 55,8% 55,4% 122.540 221.164 Campania - - 50,5% 1.621.257 3.207.553 Puglia 42,5% 42,8% 47,2% 1.144.828 2.425.990 Basilicata 40,3% 46,2% 53,8% 183.514 340.844 Calabria 53,4% - 58,9% 685.062 1.163.418 Sicilia - - - - -Sardegna 57,3% 57,3% 60,0% 584.102 973.546
ITALIA 47,0% 46,0% 46,6% 15.787.573 33.913.232Parametro di riferimento 47,0% 46,0% 46,6%
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
INCIDENZA PERCENTUALE DEL COSTO DEL PERSONALE OSPEDALIERO SUL COSTO DEL LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
ANNO 2001
INCIDENZA PERCENTUALE DEL COSTO DEL PERSONALE OSPEDALIERO SUL COSTO DEL LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA - ANNO 2001
20%
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AO_44
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Dimessi rep. Chir. con DRG medico
Totale dimessi reparti chirurgici
Piemonte 36,9 35,6 31,3 129.994 415.267 Valle D'Aosta 51,9 51,9 46,1 5.307 11.509 Lombardia 35,9 34,1 31,9 350.987 1.099.858 P.A. Bolzano 42,5 41,9 41,7 22.692 54.391 P.A. Trento 43,1 43,5 35,3 17.424 49.400 Veneto 40,0 38,2 32,0 168.470 526.545 Friuli V.G. 33,9 31,9 28,2 34.002 120.394 Liguria 40,4 39,5 41,9 82.646 197.371 Emilia R. 33,7 34,0 28,0 124.331 443.994 Toscana 41,0 39,7 33,4 129.608 387.880 Umbria 46,3 43,5 38,4 39.958 104.089 Marche 38,8 37,7 32,2 50.879 157.843 Lazio 41,7 40,3 39,5 242.860 614.160 Abruzzo 49,4 46,4 45,8 82.199 179.430 Molise 49,3 45,2 43,4 16.073 37.003 Campania 49,8 47,2 49,0 304.094 621.149 Puglia 51,5 49,7 48,1 240.383 500.255 Basilicata 61,8 57,9 55,6 33.768 60.756 Calabria 54,4 52,6 52,5 116.127 221.159 Sicilia 54,6 51,8 53,4 330.962 619.909 Sardegna 47,5 48,0 45,7 74.324 162.639
ITALIA 43,4 41,7 39,4 2.597.088 6.585.001 Parametro di riferimento 43,4 41,7 39,4
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
PERCENTUALE DI DIMESSI DA REPARTI CHIRURGICI CON DRG MEDICI
PERCENTUALE DI DIMESSI DA REPARTI CHIRURGICI CON DRG MEDICI ANNO 2001
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
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AO_45
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Numero Parti cesarei Numero totale parti
Piemonte 26,4 27,2 28,7 9.640 33.621 Valle D'Aosta 20,2 23,6 23,0 250 1.088 Lombardia 24,5 23,8 25,1 21.619 86.181 P.A. Bolzano 18,4 18,7 14,1 717 5.078 P.A. Trento 21,9 25,7 24,9 1.179 4.742 Veneto 26,1 25,4 26,4 10.806 41.000 Friuli V.G. 20,5 20,4 20,3 1.923 9.458 Liguria 29,3 29,9 30,5 3.388 11.112 Emilia R. 29,9 28,5 29,3 10.038 34.310 Toscana 23,7 24,4 22,9 6.503 28.428 Umbria 26,3 26,6 26,9 1.875 6.980 Marche 34,7 33,3 34,1 4.237 12.428 Lazio 35,5 32,9 36,0 16.349 45.448 Abruzzo 35,8 36,4 35,5 3.503 9.862 Molise 32,9 35,8 39,3 977 2.489 Campania 51,0 53,4 54,3 33.161 61.098 Puglia 37,7 40,6 40,4 16.636 41.157 Basilicata 40,5 40,8 46,5 2.260 4.861 Calabria 36,8 37,6 37,4 6.190 16.567 Sicilia 38,2 42,5 42,0 18.891 44.973 Sardegna 29,7 27,2 32,6 3.825 11.732
ITALIA 32,9 33,2 33,9 173.967 512.613 Parametro di riferimento 15-20 15-20 15-20
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
PERCENTUALE DI PARTI CESAREI
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
PERCENTUALE DI PARTI CESAREI - ANNO 2001
0
10
20
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Somma pesi ricoveri anziani
Numero ricoveri anziani
Piemonte 1,39 1,45 355.455 245.754 Valle D'Aosta 1,34 1,40 9.125 6.511 Lombardia 1,41 1,46 901.448 617.953 P.A. Bolzano 1,27 1,26 44.603 35.339 P.A. Trento 1,32 1,33 45.401 34.132 Veneto 1,39 1,42 424.379 298.683 Friuli V.G. 1,44 1,46 120.459 82.401 Liguria 1,34 1,39 177.250 127.102 Emilia R. 1,44 1,48 442.347 299.148 Toscana 1,41 1,46 357.332 245.454 Umbria 1,32 1,41 79.685 56.646 Marche 1,35 1,38 152.892 110.549 Lazio 1,30 1,33 433.544 326.727 Abruzzo 1,22 1,24 143.216 115.154 Molise 1,21 1,20 34.204 28.470 Campania 1,22 1,24 349.180 281.638 Puglia 1,22 1,25 336.118 269.069 Basilicata 1,19 1,23 45.515 36.870 Calabria 1,15 1,16 146.678 126.510 Sicilia 1,22 1,24 349.273 281.060 Sardegna 1,14 1,17 109.599 93.794
ITALIA 1,33 1,36 5.057.703 3.718.964 Parametro di riferimento 1,33 1,36
(*) Discipline per acuti, riabilitazione e lungodegenza
Fonte: Ministero della salute
PESO MEDIO DEL RICOVERO (*) DEGLI ANZIANI IN REGIME ORINARIO
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
ANNO 2001
PESO MEDIO DEL RICOVERO DEGLI ANZIANI REGIME ORDINARIO - ANNO 2001
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Somma pesi ricoveri anziani
Numero ricoveri anziani
Piemonte 0,91 0,90 65.335 72.878Valle D'Aosta 1,07 1,07 2.524 2.353 Lombardia 0,89 0,88 145.387 164.352P.A. Bolzano 0,94 0,92 2.758 3.002 P.A. Trento 0,96 0,88 6.403 7.275 Veneto 0,86 0,85 74.751 88.385Friuli V.G. 0,94 0,91 13.495 14.755Liguria 0,95 0,96 35.649 37.118Emilia R. 0,90 0,90 90.321 100.057Toscana 0,91 0,89 55.541 62.164Umbria 0,88 0,85 19.308 22.620Marche 0,86 0,86 22.723 26.476Lazio 0,93 0,91 67.447 74.048Abruzzo 0,91 0,90 17.012 18.885Molise 0,95 0,90 983 1.094 Campania 0,91 0,90 41.507 46.159Puglia 0,84 0,85 34.586 40.639Basilicata 0,89 0,90 7.381 8.219 Calabria 0,91 0,93 15.531 16.715Sicilia 0,88 0,89 61.898 69.435Sardegna 0,78 0,72 19.247 26.705
ITALIA 0,89 0,89 799.787 903.334Parametro di riferimento 0,89 0,89
(*) discipline per acuti e riabilitazione
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
PESO MEDIO DEL RICOVERO (*) DEGLI ANZIANI IN DAY HOSPITAL
ANNO 2001
PESO MEDIO DEL RICOVERO DEGLI ANZIANI DAY HOSPITAL - ANNO 2001
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
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AO_47_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Somma dei pesi N. ricov. bamb. (0-6 anni)
Piemonte 0,76 0,77 29.164 38.061 Valle D'Aosta 0,70 0,74 654 880 Lombardia 0,77 0,76 77.589 101.638P.A. Bolzano 0,66 0,67 4.471 6.657 P.A. Trento 0,82 0,80 3.204 4.022 Veneto 0,85 0,86 33.081 38.681 Friuli V.G. 0,87 0,88 5.855 6.624 Liguria 0,85 0,85 17.491 20.594 Emilia R. 0,80 0,83 26.911 32.368 Toscana 0,83 0,86 24.197 28.240 Umbria 0,69 0,70 5.790 8.253 Marche 0,78 0,79 11.726 14.794 Lazio 0,80 0,79 50.321 63.422 Abruzzo 0,69 0,67 10.255 15.406 Molise 0,76 0,74 2.682 3.627 Campania 0,74 0,75 57.505 77.122 Puglia 0,74 0,74 44.900 61.076 Basilicata 0,76 0,77 4.531 5.902 Calabria 0,74 0,75 17.261 23.119 Sicilia 0,71 0,68 45.030 66.702 Sardegna 0,76 0,74 11.427 15.366
ITALIA 0,77 0,77 484.045 632.554Parametro di riferimento 0,77 0,77
(*) Discipline per acuti, riabilitazione e lungodegenza
Fonte:Ministero della salute
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
PESO MEDIO DEL RICOVERO (*) DEI BAMBINI (eta' 0 - 6 anni) - REGIME ORDINARIO
ANNO 2001
PESO MEDIO DEL RICOVERO DEI BAMBINIREGIME ORDINARIO - ANNO 2001
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
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AO_48_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Somma dei pesi N. ricov. bamb. (0-6 anni)
Piemonte 0,72 0,73 6.423 8.844 Valle D'Aosta 0,65 0,60 170 283 Lombardia 0,69 0,68 17.554 25.959 P.A. Bolzano 0,80 0,70 796 1.139 P.A. Trento 0,61 0,60 550 922 Veneto 0,59 0,59 6.690 11.283 Friuli V.G. 0,64 0,63 1.579 2.494 Liguria 0,71 0,69 6.112 8.811 Emilia R. 0,69 0,70 5.827 8.379 Toscana 0,69 0,64 5.270 8.181 Umbria 0,64 0,60 1.585 2.625 Marche 0,68 0,68 2.523 3.722 Lazio 0,73 0,72 21.801 30.093 Abruzzo 0,63 0,62 2.271 3.679 Molise 0,67 1,17 7 6 Campania 0,71 0,69 12.115 17.477 Puglia 0,67 0,68 3.907 5.740 Basilicata 0,62 0,61 396 654 Calabria 0,67 0,69 3.280 4.731 Sicilia 0,65 0,65 13.283 20.479 Sardegna 0,74 0,75 2.721 3.630
ITALIA 0,69 0,68 114.860 169.131 Parametro di riferimento 0,69 0,68
(*) Discipline per acuti e riabilitazione
Fonte:Ministero della salute
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
PESO MEDIO DEL RICOVERO (*) DEI BAMBINI (eta' 0 - 6 anni) - DAY HOSPITAL
ANNO 2001
PESO MEDIO DEL RICOVERO DEI BAMBINIDAY HOSPITAL- ANNO 2001
0,300,400,500,600,700,800,901,001,101,20
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Giornate effettive Giornatedisponibili
Piemonte 77,49 74,52 4.203.690 5.641.059 Valle D'Aosta 86,85 81,98 136.624 166.659 Lombardia 74,55 75,16 10.030.499 13.344.913P.A. Bolzano 73,13 73,47 570.801 776.916 P.A. Trento 71,12 70,17 433.369 617.614 Veneto 78,39 77,98 5.109.289 6.552.275 Friuli V.G. 64,77 61,37 1.229.711 2.003.822 Liguria 80,87 79,54 2.101.319 2.641.917 Emilia R. 73,84 71,87 4.093.621 5.695.502 Toscana 74,33 74,49 3.798.441 5.099.512 Umbria 77,30 75,31 820.782 1.089.812 Marche 71,19 71,31 1.608.828 2.256.180 Lazio 80,10 80,82 6.238.631 7.719.158 Abruzzo 83,21 85,32 1.478.595 1.732.958 Molise 86,60 87,11 437.115 501.804 Campania 79,31 75,21 4.798.207 6.380.026 Puglia 76,15 76,80 4.330.258 5.638.296 Basilicata 66,09 65,49 563.118 859.897 Calabria 68,98 61,72 1.830.873 2.966.551 Sicilia 74,75 71,50 4.513.431 6.312.444 Sardegna 59,47 61,44 1.619.394 2.635.791
ITALIA 75,38 74,34 59.946.596 80.633.106Parametro riferimento 70 - 75 70 - 75
(*) Disciplina per acuti
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
TASSO DI UTILIZZO (*)
TASSO DI UTILIZZO (*) ANNO 2001
50,00
55,00
60,00
65,00
70,00
75,00
80,00
85,00
90,00
95,00
Pie
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Grezza Stand. per Case Mix Grezza Stand. per Case
Mix
Piemonte 8,25 8,07 8,01 7,80 541.576 4.335.394Valle D'Aosta 9,07 8,76 9,23 8,63 15.390 141.973 Lombardia 7,08 7,11 6,83 6,86 1.495.068 10.209.707P.A. Bolzano 6,75 7,16 6,55 7,05 89.435 585.489 P.A. Trento 7,10 6,98 6,97 6,82 66.482 463.429 Veneto 8,17 7,76 7,97 7,58 657.769 5.243.477Friuli V.G. 7,61 7,06 7,55 7,06 167.424 1.263.613Liguria 7,92 7,61 7,72 7,40 279.627 2.158.102Emilia R. 7,09 6,59 7,06 6,51 601.548 4.246.106Toscana 7,49 7,09 7,44 7,01 521.919 3.882.859Umbria 6,26 6,37 6,40 6,35 130.582 835.475 Marche 7,11 6,95 7,00 6,82 236.099 1.652.336Lazio 7,91 8,05 7,82 7,99 821.217 6.417.941Abruzzo 6,71 7,17 6,38 6,87 259.888 1.657.804Molise 6,85 7,23 6,75 7,34 65.601 443.036 Campania 5,77 6,66 5,55 6,40 883.209 4.900.161Puglia 5,88 6,51 5,77 6,40 765.076 4.410.794Basilicata 6,31 6,91 6,43 7,01 89.572 576.294 Calabria 6,30 6,95 6,09 6,82 303.209 1.847.412Sicilia 5,85 6,29 5,63 6,19 811.389 4.566.945Sardegna 6,84 7,54 6,74 7,42 247.179 1.665.867
ITALIA 6,97 6,97 6,80 6,80 9.049.259 61.504.214Parametro di riferimento 6,97 6,97 6,80 6,80
(*) Discipline per acuti
Fonte: Ministero della salute
ANNO 2001ANNO 2000
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
DEGENZA MEDIA GREZZA E STANDARDIZZATA PER CASE MIX (*) REGIME ORDINARIO
ANNO 2001
N. dimissioni N. giornate effettiveIndicatore Indicatore
DEGENZA MEDIA GREZZA E STANDARDIZZATA PER CASE MIX (*) REGIME ORDINARIO - ANNO 2001
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
9,00
10,00
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Grezza Stand. per Case Mix
AO_50
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore N. dimiss. brevi (2, 3 GG.) N. dimissisoni
Piemonte 29,3 30,5 165.129 541.576 Valle D'Aosta 23,9 25,0 3.849 15.390 Lombardia 25,2 25,8 385.892 1.497.797 P.A. Bolzano 27,0 28,0 25.078 89.435 P.A. Trento 29,5 30,0 19.916 66.482 Veneto 26,2 26,5 174.192 657.769 Friuli V.G. 25,8 23,9 40.014 167.424 Liguria 25,9 27,2 76.026 279.627 Emilia R. 27,2 28,0 168.533 601.548 Toscana 27,5 27,5 143.496 521.919 Umbria 24,4 26,1 34.052 130.582 Marche 28,4 28,6 67.574 236.099 Lazio 25,2 25,7 211.391 821.217 Abruzzo 30,1 32,1 83.341 259.888 Molise 26,2 26,5 17.390 65.601 Campania 29,3 30,5 269.104 883.209 Puglia 30,3 31,4 240.031 765.076 Basilicata 25,2 25,2 22.588 89.572 Calabria 29,3 29,7 90.171 303.209 Sicilia 33,1 35,6 288.779 811.389 Sardegna 30,0 31,2 77.012 247.179
ITALIA 27,9 28,8 2.603.558 9.051.988 Parametro di riferimento 27,9 28,8
(*) discipline per acuti, durata della degenza tra 2 e 3 gg.
Fonte: Ministero della salute
PERCENTUALE DI RICOVERI BREVI (*)
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
ANNO 2001
PERCENTUALE RICOVERI BREVI (*) - 2001
20
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24
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AO_51
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore N. dimiss. Lunghe > 60 gg. N. dimissisoni
Piemonte 0,64 0,55 2.977 541.576 Valle D'Aosta 1,22 1,25 192 15.390 Lombardia 0,26 0,25 3.745 1.497.797 P.A. Bolzano 0,35 0,35 312 89.435 P.A. Trento 0,28 0,27 181 66.482 Veneto 0,44 0,39 2.546 657.769 Friuli V.G. 0,49 0,49 819 167.424 Liguria 0,45 0,44 1.230 279.627 Emilia R. 0,31 0,29 1.753 601.548 Toscana 0,35 0,36 1.865 521.919 Umbria 0,23 0,21 271 130.582 Marche 0,19 0,18 422 236.099 Lazio 0,53 0,52 4.276 821.217 Abruzzo 0,24 0,16 428 259.888 Molise 0,17 0,15 97 65.601 Campania 0,25 0,21 1.816 883.209 Puglia 0,11 0,12 947 765.076 Basilicata 0,13 0,12 110 89.572 Calabria 0,17 0,15 443 303.209 Sicilia 0,13 0,12 1.012 811.389 Sardegna 0,30 0,27 677 247.179
ITALIA 0,31 0,29 26.119 9.051.988 Parametro di riferimento 0,31 0,29
(*) Discipline per acuti
Fonte: Ministero della salute
PERCENTUALE DI RICOVERI LUNGHI (*) (durata degenza oltre 60 gg.)
ANNO 2001
LIVELLO ASSISTENZA OSPEDALIERA
PERCENTUALI DI RICOVERI LUNGHI (*) (durata degenza oltre 60 gg.) ANNO 2001
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
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AO_52
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Dimessi per cataratta
Pop. Resid. >= 65 anni
Piemonte 26,11 31,83 28.291 888.678 Valle D'Aosta 17,58 26,37 601 22.793 Lombardia 36,55 40,15 65.016 1.619.529 P.A. Bolzano 33,26 36,21 2.606 71.978 P.A. Trento 32,94 31,88 2.744 86.084 Veneto 32,56 34,58 28.206 815.669 Friuli V.G. 33,18 36,21 9.135 252.247 Liguria 25,69 29,09 11.781 405.018 Emilia R. 37,21 38,67 34.326 887.710 Toscana 31,68 36,71 28.744 782.896 Umbria 32,07 36,34 6.824 187.772 Marche 43,32 45,93 14.512 315.933 Lazio 29,35 34,99 32.200 920.233 Abruzzo 32,99 37,25 9.558 256.622 Molise 29,01 30,85 2.108 68.330 Campania 24,33 26,78 21.492 802.669 Puglia 32,57 38,87 24.504 630.489 Basilicata 23,01 30,45 3.341 109.712 Calabria 30,38 33,48 11.422 341.122 Sicilia 20,45 28,04 23.394 834.257 Sardegna 41,76 43,64 11.180 256.194
ITALIA 31,18 35,24 371.985 10.555.935Parametro di riferimento 31,18 35,24
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
E DAY HOSPITAL (per 1.000 abitanti)
ANNO 2001
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE NELLA POPOLAZIONE ANZIANA PER CATARATTA - DEGENZA ORDINARIA
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER CATARATTA (per 100.000 abitanti)ANNO 2001
05
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AO_53_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
(per 1.000 abitanti)
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Dimessi per sostituzione anca
Pop. Resid. > =65 anni
Piemonte 5,62 5,66 5.033 888.678 Valle D'Aosta 6,46 6,93 158 22.793 Lombardia 6,17 6,59 10.676 1.619.529 P.A. Bolzano 8,97 9,39 676 71.978 P.A. Trento 6,50 6,49 559 86.084 Veneto 6,76 7,00 5.708 815.669 Friuli V.G. 7,99 7,81 1.970 252.247 Liguria 5,01 5,72 2.318 405.018 Emilia R. 6,09 6,37 5.658 887.710 Toscana 5,46 5,92 4.636 782.896 Umbria 4,79 5,08 954 187.772 Marche 5,08 5,28 1.668 315.933 Lazio 4,50 4,62 4.248 920.233 Abruzzo 4,70 4,62 1.186 256.622 Molise 4,17 4,38 299 68.330 Campania 3,59 3,71 2.981 802.669 Puglia 3,95 4,25 2.679 630.489 Basilicata 3,21 3,75 411 109.712 Calabria 3,09 3,31 1.128 341.122 Sicilia 3,24 3,85 3.210 834.257 Sardegna 2,65 2,99 767 256.194
ITALIA 5,10 5,39 56.923 10.555.935Parametro di riferimento 5,10 5,39
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE NELLA POPOLAZIONE ANZIANA PER SOSTITUZIONE ANCA
ANNO 2001
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER SOSTITUZIONE ANCA(per 100.000 abitanti) - ANNO 2001
0
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AO_53_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
(per 100.000 abitanti)
ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Dimessi By-pass Pop. Resid. >=65 anni
Piemonte 4,88 5,87 5.213 888.678 Valle D'Aosta 4,81 6,10 139 22.793 Lombardia 6,03 6,95 11.248 1.619.529 P.A. Bolzano 5,04 4,95 356 71.978 P.A. Trento 3,78 4,23 364 86.084 Veneto 4,17 4,96 4.047 815.669 Friuli V.G. 3,46 4,09 1.031 252.247 Liguria 3,09 3,79 1.536 405.018 Emilia R. 4,47 5,10 4.530 887.710 Toscana 4,83 5,40 4.230 782.896 Umbria 3,40 3,80 714 187.772 Marche 3,42 3,98 1.258 315.933 Lazio 2,65 3,06 2.818 920.233 Abruzzo 2,75 3,35 860 256.622 Molise 2,30 2,87 196 68.330 Campania 3,79 4,00 3.213 802.669 Puglia 3,44 3,59 2.264 630.489 Basilicata 2,92 4,20 461 109.712 Calabria 2,78 3,08 1.050 341.122 Sicilia 3,58 3,61 3.008 834.257 Sardegna 2,70 2,99 765 256.194
ITALIA 4,11 4,67 49.301 10.555.935Parametro di riferimento 4,11 4,67
Fonte: Ministero della salute
LIVELLO DI ASSISTENZA OSPEDALIERA
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE NELLA POPOLAZIONE ANZIANA PER BY PASS CORONARICO
ANNO 2001
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER BY PASS CORONARICO(per 100.000 abitanti) - ANNO 2001
0
1
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AO_53_3
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 4,8 3,5Valle D'Aosta 5,6 4,3Lombardia 3,7 3,4Trentino A.A. - 3,1
P.A. Bolzano 5,1 -P.A. Trento 4,0 -
Veneto 3,9 3,0Friuli V.G. 1,8 2,4Liguria 3,5 4,5Emilia R. 4,0 3,6Toscana 4,0 3,5Umbria 5,3 4,3Marche 5,4 3,2Lazio 4,7 4,7Abruzzo 5,3 4,0Molise 4,0 6,0Campania 5,7 5,0Puglia 6,4 5,8Basilicata 8,4 4,1Calabria 5,7 6,1Sicilia 7,2 6,1Sardegna 4,6 4,1
ITALIA 4,9 4,5Parametro di riferimento 5,0 5,0
Fonte: ISTAT
QUOZIENTE MORTALITA' INFANTILE (per 1.000 nati vivi)
INDICATORI DI RISULTATO
QUOZIENTE MORTALITA' INFANTILE (per 1.000 nati vivi) ANNO 2000
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
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IR_54
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 2,3 2,3Valle D'Aosta 1,4 2,4Lombardia 2,3 2,2Trentino A.A. - 1,6
P.A. Bolzano 1,3 -P.A. Trento 1,3 -
Veneto 1,9 1,9Friuli V.G. 2,5 1,9Liguria 2,2 2,6Emilia R. 2,3 2,1Toscana 2,1 2,0Umbria 1,8 1,6Marche 1,8 1,6Lazio 2,1 2,0Abruzzo 1,4 1,3Molise 1,4 0,8Campania 1,7 1,8Puglia 1,5 1,4Basilicata 1,2 1,2Calabria 1,1 1,1Sicilia 1,5 1,5Sardegna 1,8 1,4
ITALIA 1,9 1,9Parametro di riferimento 1,9 1,9
(*) Cod. ICD9: 162. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni
Fonte: ISTAT
(per 10.000 abitanti)
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORI MALIGNI DEL POLMONE (*)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORI MALIGNI DEL POLMONE (*) (per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
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IR_56_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 0,9 0,9Valle D'Aosta 1,6 1,4Lombardia 1,0 0,8Trentino A.A. - 0,9
P.A. Bolzano 1,3 -P.A. Trento 1,1 -
Veneto 0,9 0,9Friuli V.G. 1,3 1,4Liguria 1,0 0,9Emilia R. 0,6 0,7Toscana 0,6 0,7Umbria 0,8 0,5Marche 0,6 0,5Lazio 0,7 0,7Abruzzo 0,9 0,7Molise 1,3 1,1Campania 1,2 1,1Puglia 0,9 0,8Basilicata 0,9 0,7Calabria 1,0 1,0Sicilia 0,8 0,8Sardegna 1,0 1,1
ITALIA 0,9 0,8Parametro di riferimento 0,9 0,8
(*) Cod. ICD9: 571. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER CIRROSI EPATICA (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER CIRROSI EPATICA (*)(per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
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IR_56_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 3,5 3,1Valle D'Aosta 4,7 5,5Lombardia 2,8 2,5Trentino A.A. 3,2
P.A. Bolzano 4,0 -P.A. Trento 3,7 -
Veneto 3,2 3,1Friuli V.G. 3,7 3,4Liguria 1,9 1,9Emilia R. 3,4 3,1Toscana 2,3 2,3Umbria 2,9 2,6Marche 2,8 2,9Lazio 2,1 2,3Abruzzo 2,5 2,5Molise 3,2 2,8Campania 2,1 1,5Puglia 2,4 2,1Basilicata 2,4 2,7Calabria 2,4 2,1Sicilia 2,3 1,9Sardegna 3,6 3,1
ITALIA 2,9 2,4Parametro di riferimento 2,9 2,4
(*) Cod. ICD9: 800-999. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI (*)(per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
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IR_56_3
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 2,3 2,0Valle D'Aosta 2,2 2,2Lombardia 2,2 2,2Trentino A.A. 2,0
P.A. Bolzano 1,6 -P.A. Trento 2,1 -
Veneto 2,1 1,9Friuli V.G. 2,5 2,5Liguria 2,0 2,4Emilia R. 2,3 2,2Toscana 1,7 2,1Umbria 2,2 2,2Marche 2,1 1,9Lazio 2,0 1,9Abruzzo 1,8 1,7Molise 1,6 1,4Campania 1,5 1,5Puglia 1,6 1,6Basilicata 1,5 1,6Calabria 1,3 1,3Sicilia 1,5 1,8Sardegna 2,1 1,8
ITALIA 1,9 1,9Parametro di riferimento 1,9 1,9
(*) Cod. ICD9: 174. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni.
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORE DELLA MAMMELLA (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORE DELLA MAMMELLA (*) (per 10.000 abitanti) - ANNO 1998
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
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IR_56_4
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 0,13 0,11Valle D'Aosta 0,22 0,00Lombardia 0,08 0,09Trentino A.A. 0,06
P.A. Bolzano 0,22 -P.A. Trento 0,17 -
Veneto 0,07 0,06Friuli V.G. 0,14 0,14Liguria 0,15 0,00Emilia R. 0,12 0,08Toscana 0,07 0,03Umbria 0,10 0,10Marche 0,06 0,07Lazio 0,09 0,08Abruzzo 0,00 0,10Molise 0,16 0,00Campania 0,08 0,06Puglia 0,11 0,13Basilicata 0,00 0,17Calabria 0,09 0,11Sicilia 0,06 0,07Sardegna 0,09 0,08
ITALIA 0,09 0,08Parametro di riferimento 0,09 0,08
(*) Cod. ICD9: 180. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni.
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORE DEL COLLO DELL'UTERO (*) (per 1.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER TUMORE DEL COLLO DELL'UTERO (*) (per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,00
0,02
0,04
0,06
0,08
0,10
0,12
0,14
0,16
0,18
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IR_56_5
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 1,1 0,9Valle D'Aosta 0,8 1,5Lombardia 1,0 0,9Trentino A.A. 0,6
P.A. Bolzano 0,9 -P.A. Trento 0,9 -
Veneto 0,8 0,7Friuli V.G. 1,1 1,1Liguria 1,0 1,1Emilia R. 0,9 0,8Toscana 0,8 0,8Umbria 0,8 0,8Marche 1,0 0,8Lazio 1,0 0,8Abruzzo 0,9 0,8Molise 1,0 1,1Campania 1,0 1,0Puglia 0,8 0,7Basilicata 1,2 1,1Calabria 0,9 0,7Sicilia 1,1 1,0Sardegna 0,7 0,7
ITALIA 1,0 0,9Parametro di riferimento 1,0 0,9
(*) Cod. ICD9: 430-438. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni.
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER MALATTIE CEREBROVASCOLARI (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER MALATTIE CEREBROVASCOLARI (*)(per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
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IR_56_6
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1998 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 5,3 0,5Valle D'Aosta 5,7 0,4Lombardia 3,5 0,4Trentino A.A. 0,4
P.A. Bolzano 3,3 -P.A. Trento 3,8 -
Veneto 3,6 0,3Friuli V.G. 5,0 0,4Liguria 4,9 0,5Emilia R. 4,8 0,3Toscana 4,7 0,3Umbria 5,2 0,3Marche 4,5 0,2Lazio 3,1 0,3Abruzzo 5,3 0,3Molise 5,0 0,5Campania 4,2 0,4Puglia 4,7 0,3Basilicata 5,0 0,3Calabria 4,3 0,3Sicilia 4,3 0,4Sardegna 3,7 0,4
ITALIA 4,3 0,4Parametro di riferimento 4,3 0,4
(*) Cod. ICD9: 480-487; 490-493. Deceduti in età compresa tra 5 e 64 anni.
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER POLMONITI E BRONCHITI (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO DI MORTALITA' EVITABILE PER POLMONITI E BRONCHITI (*) (per 10.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
0,1
0,1
0,2
0,2
0,3
0,3
0,4
0,4
0,5
0,5
Pie
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IR_56_7
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Indicatore Deceduti per IMA Dimessi per IMA
Piemonte 11,58% 10,03% 11,83% 1.117 9.445 Valle D'Aosta 16,06% 17,99% 9,78% 22 225 Lombardia 10,22% 9,76% 9,67% 2.101 21.716 P.A. Bolzano 11,38% 12,52% 11,99% 106 884 P.A. Trento 12,89% 12,71% 13,13% 159 1.211 Veneto 13,65% 13,44% 15,20% 1.432 9.419 Friuli V.G. 8,01% 14,42% 15,57% 421 2.704 Liguria 13,73% 14,34% 14,02% 572 4.079 Emilia R. 14,99% 13,20% 14,29% 1.577 11.032 Toscana 9,61% 10,09% 11,93% 1.067 8.947 Umbria 12,07% 8,63% 10,06% 204 2.028 Marche 11,33% 11,08% 11,66% 443 3.799 Lazio 12,39% 11,11% 13,09% 1.280 9.775 Abruzzo 8,69% 8,79% 9,39% 245 2.610 Molise 8,03% 7,36% 13,04% 81 621 Campania 5,09% 4,63% 5,33% 456 8.554 Puglia 5,39% 5,34% 6,48% 364 5.617 Basilicata 3,66% 3,78% 4,45% 46 1.033 Calabria 5,52% 7,48% 7,58% 232 3.062 Sicilia 4,67% 4,02% 4,84% 431 8.900 Sardegna 8,49% 8,14% 11,63% 248 2.133
ITALIA 10,00% 9,71% 10,70% 12.604 117.794 Parametro di riferimento 10,00% 9,71% 10,70%
di emergenza(*) L'indicatore è calcolato per la diagnosi principale o secondaria 410.xx
Fonte: Ministero della salute
Nota: Cautela nell'interpretazione dei dati poiché l'indicatore è fortemente influenzato dalle tempestività del sistema
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI MORTALITA' INTRAOSPEDALIERA PER INFARTO DEL MIOCARDIO ACUTO (*) (per 100 dimessi)
ANNO 2001
TASSO DI MORTALITA' INTRAOSPEDALIERA PER INFARTO DEL MIOCARDIO ACUTO (per 100 dimessi) ANNO 2001
0,00%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
10,00%
12,00%
14,00%
16,00%
18,00%
20,00%
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IR_57
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore Nati immaturi Nati totali
Piemonte 6,9% 6,9% 6,7% 2.160 32.441 Valle D'Aosta 6,4% 5,8% 8,5% 85 1.004 Lombardia 6,9% 7,3% 7,4% 5.603 75.728 P.A. Bolzano 6,6% 8,5% 6,7% 373 5.551 P.A. Trento 5,5% 6,9% - - - Veneto 5,3% 5,8% 5,2% 2.107 40.783 Friuli V.G. 4,9% 6,6% 6,6% 590 8.931 Liguria 4,7% 6,0% 7,2% 787 10.970 Emilia R. 5,9% 6,0% 6,0% 2.013 33.655 Toscana 6,6% 7,4% 6,0% 1.597 26.726 Umbria 6,8% 5,6% 9,5% 444 4.654 Marche 6,1% 5,4% 5,2% 615 11.915 Lazio 6,3% 6,8% 6,5% 2.650 40.790 Abruzzo 3,4% 5,5% 5,1% 401 7.833 Molise 5,9% 6,7% 10,0% 164 1.637 Campania 6,5% 5,8% 5,3% 3.047 57.201 Puglia 7,2% 8,3% 7,2% 2.403 33.519 Basilicata 7,8% 9,7% 12,0% 311 2.587 Calabria 5,8% 6,0% 6,3% 1.036 16.530 Sicilia 8,0% 7,3% 7,2% 2.805 39.135 Sardegna 6,0% 6,3% 4,0% 469 11.658
ITALIA 6,4% 6,7% 6,4% 29.660 463.248 Parametro di riferimento 6,4% 6,7% 6,4%
Fonte: Ministero della salute
(*) Neonati con peso < 2500 gr.
INDICATORI DI RISULTATO
PERCENTUALE DI BAMBINI SOTTOPESO (*)
ANNO 2001
PERCENTUALE DI BAMBINI SOTTOPESO (*) ANNO 2001
0,0%1,0%2,0%3,0%4,0%5,0%6,0%7,0%8,0%9,0%
10,0%11,0%12,0%
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Tuberc. Polm. Trachea e bronchiti
Popolazione 1.1.2001
Piemonte 7,37 7,97 342 4.289.731 Valle D'Aosta 13,31 6,63 8 120.589 Lombardia 4,32 7,11 649 9.121.714 P.A. Bolzano 8,67 8,60 40 465.264 P.A. Trento 5,09 5,02 24 477.859 Veneto 6,09 6,32 287 4.540.853 Friuli V.G. 8,27 4,96 59 1.188.594 Liguria 6,63 7,28 118 1.621.016 Emilia R. 7,51 6,04 242 4.008.663 Toscana 6,82 7,08 251 3.547.604 Umbria 5,63 5,47 46 840.482 Marche 5,76 3,54 52 1.469.195 Lazio 7,21 8,32 441 5.302.302 Abruzzo 5,01 4,68 60 1.281.283 Molise 1,22 0,61 2 327.177 Campania 4,61 3,25 188 5.782.244 Puglia 4,80 4,48 183 4.086.608 Basilicata 3,13 6,45 39 604.807 Calabria 3,06 0,93 19 2.043.288 Sicilia 1,65 2,66 135 5.076.700 Sardegna 6,65 4,43 73 1.648.044
ITALIA 5,42 5,63 3.258 57.844.017Parametro di riferimento 5,42 5,63
Fonte : Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI INCIDENZA DI TBC POLMONARE (per 100.000 abitanti)
TASSO DI INCIDENZA DI TBC POLMONARE (per 100.000 abitanti) ANNO 2001
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
9,00
10,00
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IR_59_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2001
Indicatore Indicatore Epatite B Popolazione 1.1.2001
Piemonte 2,61 2,84 122 4.289.731 Valle D'Aosta 3,33 0,00 0 120.589 Lombardia 2,56 2,62 239 9.121.714 P.A. Bolzano 19,52 2,36 11 465.264 P.A. Trento 1,27 2,30 11 477.859 Veneto 2,31 2,22 101 4.540.853 Friuli V.G. 3,29 2,02 24 1.188.594 Liguria 3,31 4,32 70 1.621.016 Emilia R. 4,48 3,44 138 4.008.663 Toscana 3,91 3,13 111 3.547.604 Umbria 4,20 2,74 23 840.482 Marche 1,99 5,10 75 1.469.195 Lazio 4,28 4,41 234 5.302.302 Abruzzo 2,43 2,26 29 1.281.283 Molise 0,00 2,14 7 327.177 Campania 2,66 1,80 104 5.782.244 Puglia 1,86 1,37 56 4.086.608 Basilicata 3,13 1,16 7 604.807 Calabria 1,60 1,17 24 2.043.288 Sicilia 1,71 1,26 64 5.076.700 Sardegna 0,60 0,97 16 1.648.044
ITALIA 2,75 2,53 1.466 57.844.017Parametro di riferimento 2,75 2,53
Fonte : Ministero della salute
ANNO 2001
INDICATORI DI RISULTATO
TASSO DI INCIDENZA DI EPATITE B (per 100.000 abitanti)
TASSO DI INCIDENZA DI EPATITE B (per 100.000 ABITANTI)ANNO 2001
0,000,501,001,502,002,503,003,504,004,505,005,506,00
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IR_59_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine Maschi Femmine
Piemonte - V.D'Aosta 75,3 81,8 75,6 81,8Lombardia 75,0 81,8 75,6 82,4Trentino A.A. 75,7 82,7 76,2 83,2Veneto 75,6 82,7 76 82,9Friuli V.G. 75,0 81,9 75,4 82,3Liguria 75,6 81,9 75,9 82,2Emilia R. 76,0 82,3 76,6 82,7Toscana 76,5 82,4 76,9 82,6Umbria 76,5 82,1 76,9 82,8Marche 76,6 82,6 77,3 83,2Lazio 75,4 81,6 75,7 82,0Abruzzo - Molise 76,6 82,2 76,7 82,6Campania 74,3 80,3 74,7 80,8Puglia 76,0 81,5 76,6 82,0Basilicata 76,0 81,7 76,9 81,7Calabria 76,1 81,5 76,6 81,9Sicilia 75,6 80,5 75,8 80,9Sardegna 75,2 81,8 75,8 82,2
ITALIA 75,5 81,8 76,0 82,1Parametro di riferimento 75,5 81,8 76,0 82,1
Fonte: ISTAT
ANNO 1998
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA (in anni)
INDICATORI DI RISULTATO
ANNO 1999
Indicatore Indicatore
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA (in anni) - ANNO 1999
60
65
70
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maschi femmine
IR_60
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine
Piemonte - V.D'Aosta 15,9 20,1Lombardia 15,8 20,3Trentino A.A. 16,5 21,1Veneto 16,1 20,8Friuli V.G. 15,8 20,5Liguria 16,3 20,4Emilia R. 16,7 20,9Toscana 16,6 20,6Umbria 16,9 20,7Marche 17,2 21,2Lazio 15,8 20,0Abruzzo - Molise 16,7 20,6Campania 15,3 19,0Puglia 16,5 20,1Basilicata 17,1 20,2Calabria 16,9 20,1Sicilia 16,0 19,1Sardegna 16,6 20,2
ITALIA 16,2 20,2Parametro di riferimento 16,2 20,2
Fonte: ISTAT
INDICATORI DI RISULTATO
SPERANZA DI VITA A 65 ANNI (in anni)
ANNO 1999
Indicatore
SPERANZA DI VITA A 65 ANNIANNO 1999
12
13
14
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a
maschi femmine
IR_60_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 67,5Valle D'Aosta 68,2Lombardia 67,3P.A. Bolzano 68,7P.A. Trento 68,2Veneto 67,2Friuli V.G. 68,5Liguria 68,8Emilia R. 67,2Toscana 67,0Umbria 66,9Marche 67,3Lazio 67,2Abruzzo 66,7Molise 66,0Campania 65,4Puglia 66,1Basilicata 65,7Calabria 64,8Sicilia 65,4Sardegna 65,4
ITALIA 66,8
Fonte: ISTAT - Ministero della salute
SPERANZA DI VITA LIBERA DA DISABILITA' ALLA NASCITA (in anni)
INDICATORI DI RISULTATO
SPERANZA DI VITA LIBERA DA DISABILITA' ALLA NASCITA (in anni) - ANNO 1999
60
62
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66
68
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IR_61
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
Indicatore N. prenot. entro 60 gg.
Totaleprenotazioni
Piemonte - - -Valle D'Aosta 100,0% 4.094 4.094 Lombardia 97,8% 38.856 39.720 P.A. Bolzano 37,5% 4.500 12.000 P.A. Trento - - -Veneto 88,5% 30.086 33.988 Friuli V.G. (°) 95,7% 12.701 13.276 Liguria - - -Emilia R. 68,7% 18.273 26.581 Toscana 99,3% 7.419 7.475 Umbria 72,7% 2.817 3.877 Marche - - -Lazio 34,5% 4.615 13.378 Abruzzo 91,6% 11.702 12.773 Molise 89,5% 968 1.081 Campania 81,8% 3.971 4.856 Puglia 39,1% 6.663 17.033 Basilicata 99,2% 3.056 3.082 Calabria 92,8% 7.607 8.201 Sicilia (°) 76,7% 5.016 6.540 Sardegna (°) 74,0% 1.275 1.724
ITALIA 78,0% 163.619 209.679 Parametro di riferimento 80 - 90%
Nota: (*) Strutture pubbliche (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
ANNO 2001
INDICATORI DI RISULTATO
LISTE DI ATTESA (*) TAC DEL CRANIO (percentuale di inclusi entro 60 giorni dalla richiesta)
LISTE DI ATTESA - TAC DEL CRANIO(percentuale di inclusi entro 60 giorni dalla richiesta) - ANNO 2001
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%
100%
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)
IR_62_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
IndicatoreN. prenot. entro 60
gg.Totale
prenotazioni
Piemonte - - -Valle D'Aosta 48,8% 420 860 Lombardia 77,7% 175.990 226.358 P.A. Bolzano 29,6% 4.200 14.200 P.A. Trento - - -Veneto 57,3% 55.647 97.043 Friuli V.G. (°) 45,0% 8.516 18.913 Liguria - - -Emilia R. 38,0% 47.339 124.595 Toscana 72,7% 30.667 42.163 Umbria 22,5% 3.990 17.721 Marche - - -Lazio 25,8% 18.947 73.387 Abruzzo 86,5% 35.120 40.610 Molise 76,5% 6.937 9.073 Campania 73,2% 10.415 14.232 Puglia 35,6% 18.781 52.759 Basilicata 77,2% 12.330 15.975 Calabria 32,7% 13.525 41.329 Sicilia (°) 41,0% 11.741 28.608 Sardegna (°) 80,3% 5.534 6.894
ITALIA 55,8% 460.099 824.720 Parametro di riferimento 80 - 90%
Nota: (*) Strutture pubbliche (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
dalla richiesta)
ANNO 2001
INDICATORI DI RISULTATO
LISTE DI ATTESA (*) ECOGRAFIA ADDOMINALE SUPERIORE (percentuale di inclusi entro 30 giorni
LISTE DI ATTESA - ECOGRAFIA ADDOMINALE SUPERIORE(percentuale di inclusi entro 30 giorni dalla richiesta) - ANNO 2001
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%
100%
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(°)
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)
IR_62_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001
IndicatoreN. prenot. entro 60
gg.Totale
prenotazioni
Piemonte - - -Valle D'Aosta 48,9% 5.630 11.518 Lombardia 59,0% 338.574 574.206 P.A. Bolzano 8,3% 2.500 30.000 P.A. Trento - - -Veneto 32,9% 117.175 355.691 Friuli V.G. (°) 18,2% 7.797 42.871 Liguria - - -Emilia R. 29,0% 93.720 323.185 Toscana 46,0% 166.370 361.716 Umbria 34,0% 22.058 64.820 Marche - - -Lazio 31,8% 106.030 333.805 Abruzzo 86,3% 57.502 66.593 Molise 93,3% 26.460 28.345 Campania 64,4% 97.582 151.623 Puglia 52,8% 47.585 90.175 Basilicata 77,8% 27.985 35.958 Calabria 33,6% 31.318 93.276 Sicilia (°) 62,0% 108.160 174.325 Sardegna (°) 28,8% 15.452 53.745
ITALIA 45,6% 1.271.898 2.791.852 Parametro di riferimento 80 - 90%
Nota: (*) Strutture pubbliche (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
INDICATORI DI RISULTATO
LISTE DI ATTESA (*) VISITA OCULISTICA (percentuale di inclusi entro 30 giorni dalla richiesta)
ANNO 2001
LISTE DI ATTESA - VISITA OCULISTICA(percentuale di inclusi entro 30 giorni dalla richiesta) - ANNO 2001
0,0%10,0%20,0%30,0%40,0%50,0%60,0%70,0%80,0%90,0%
100,0%
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Sard
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(°)
IR_62_3
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine Maschi Femmine
Piemonte 113,9 67,3 109,6 65,4Valle D'Aosta 119,8 61,0 121,3 61,4Lombardia 115,7 64,9 111,5 61,0P.A. Bolzano (°) 109,2 60,3 104,3 58,8P.A. Trento (°) 116,6 61,4 107,6 54,4Veneto 112,6 61,5 107,3 53,4Friuli V.G. 118,3 66,0 107,7 60,9Liguria 113,1 64,9 107,4 62,1Emilia R. 108,1 62,1 103,5 59,3Toscana 106,2 62,9 103,6 61,2Umbria 108,8 64,6 98,6 58,2Marche 100,7 59,9 95,7 56,0Lazio 114,3 68,5 108,1 63,0Abruzzo 103,5 63,5 99,5 59,2Molise 106,7 65,9 99,3 57,3Campania 122,9 77,4 119,0 75,2Puglia 108,9 68,9 101,6 64,1Basilicata 102,3 64,8 95,8 60,9Calabria 101,9 68,2 97,6 63,7Sicilia 111,6 76,0 109,4 70,1Sardegna 110,6 66,6 104,5 59,9
ITALIA 111,8 66,5 107,5 63,1
(*) Sono esclusi i morti a meno di un anno di vita
(°) Dati relativi all'anno 1999
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
(**) Dati provvisori
ANNO 1998 ANNO 2000 (**)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER TUTTE LE CAUSE (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER TUTTE LE CAUSE (*) (stima) - ANNO 2000
20,030,040,050,060,070,080,090,0
100,0110,0120,0130,0
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Maschi Femmine
CO_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine Maschi Femmine
Piemonte 44,9 30,5 42,6 27,5Valle D'Aosta 41,0 24,2 45,1 25,3Lombardia 43,8 28,2 41,0 25,5P.A. Bolzano (°) 44,4 29,1 42,4 27,8P.A. Trento (°) 46,8 30,3 44,1 26,0Veneto 43,5 26,7 39,6 24,8Friuli V.G. 42,5 27,6 38,6 24,9Liguria 42,5 27,5 38,3 25,1Emilia R. 42,5 26,4 39,5 24,6Toscana 43,9 28,7 40,8 27,3Umbria 44,9 29,4 39,8 27,4Marche 40,4 27,6 37,6 24,4Lazio 47,6 31,7 43,8 28,2Abruzzo 42,5 30,6 37,4 27,6Molise 46,3 32,5 47,5 29,0Campania 53,0 39,1 52,2 37,3Puglia 41,7 32,1 39,0 29,6Basilicata 45,1 33,6 43,3 30,1Calabria 45,8 36,6 44,7 32,9Sicilia 49,2 39,0 47,5 34,9Sardegna 42,3 29,0 39,4 25,9
ITALIA 45,0 30,6 42,4 28,2
(*) Sono esclusi i morti a meno di un anno di vita - cod. ICD 9 390-459
(°) Dati relativi all'anno 1999
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE CARDIO E CEREBROVASCOLARI (*) (per 10.000 abitanti)
(**) Dati provvisori
ANNO 1998 ANNO 2000 (**)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE CARDIO E CEREBROVASCOLARI(stima) - ANNO 2000
10,0
20,0
30,0
40,0
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Maschi Femmine
CO_02
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine Maschi Femmine
Piemonte 35,4 18,3 33,7 18,6Valle D'Aosta 34,1 17,4 40,4 18,1Lombardia 41,8 20,2 40,8 19,5P.A. Bolzano (°) 34,2 18,1 34,5 17,6P.A. Trento (°) 38,6 17,6 34,9 16,2Veneto 38,3 17,7 37,4 16,9Friuli V.G. 41,1 20,6 36,7 19,5Liguria 36,0 18,0 34,5 17,4Emilia R. 35,6 19,0 34,9 18,4Toscana 35,2 17,4 34,9 17,9Umbria 34,0 17,3 31,5 17,1Marche 31,9 16,6 30,9 17,0Lazio 35,6 18,3 34,2 17,0Abruzzo 28,3 14,9 29,2 14,4Molise 26,5 14,9 25,5 11,7Campania 34,6 16,6 33,2 16,6Puglia 32,3 16,0 30,7 15,2Basilicata 27,8 13,5 23,0 14,2Calabria 25,4 13,3 24,5 13,6Sicilia 28,6 15,5 28,7 14,8Sardegna 33,6 16,5 30,6 15,6
ITALIA 35,1 17,7 34,2 17,3
Nota:(*) Sono esclusi i morti a meno di un anno di vita - cod. ICD 9 140-239
(°) Dati relativi all'anno 1999
Fonte: ISTAT
(**) Dati provvisori
ANNO 1998
INDICATORE DI CONTESTO
ANNO 2000 (**)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER TUMORI (*) (per 10.000 abitanti)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER TUMORI (stima) - ANNO 2000
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
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Cal
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Maschi Femmine
CO_3
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Maschi Femmine Maschi Femmine
Piemonte 7,3 3,2 6,0 2,9Valle D'Aosta 12,1 3,6 7,7 2,2Lombardia 6,2 2,3 4,8 2,0P.A. Bolzano (°) 9,8 2,5 8,1 2,3P.A. Trento (°) 7,6 2,6 6,0 1,2Veneto 7,2 3,2 6,3 3,2Friuli V.G. 8,6 2,7 6,9 2,7Liguria 5,3 2,4 4,7 3,0Emilia R. 7,9 3,0 6,9 2,7Toscana 5,7 2,8 5,1 2,7Umbria 6,6 3,0 5,1 1,7Marche 7,2 2,8 6,7 2,8Lazio 5,8 3,1 5,8 3,3Abruzzo 6,3 3,1 6,9 2,8Molise 7,9 2,7 4,5 2,2Campania 4,7 2,6 3,1 2,3Puglia 6,2 2,6 5,3 2,2Basilicata 5,3 2,7 4,5 2,6Calabria 5,8 2,6 3,8 2,2Sicilia 5,5 2,7 4,5 2,2Sardegna 7,3 3,0 7,5 2,9
ITALIA 6,3 2,7 5,4 2,5
Note:(*) Sono esclusi i morti a meno di un anno di vita - cod. ICD 9 800 - 999
(°) Dati relativi all'anno 1999
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE ACCIDENTALI E VIOLENTE (*) (per 10.000 abitanti)
(**) Dati provvisori
ANNO 1998 ANNO 2000 (**)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE ACCIDENTALI E VIOLENTE (stima) - ANNO 2000
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
Pie
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Maschi Femmine
CO_4
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 2,88Valle D'Aosta 2,51Lombardia 4,56P.A. Bolzano 9,29P.A. Trento 7,06Veneto 3,94Friuli V.G. 6,56Liguria 2,92Emilia R. 5,15Toscana 4,59Umbria 4,05Marche 7,77Lazio 2,50Abruzzo 3,03Molise 1,49Campania 1,54Puglia 2,67Basilicata 2,65Calabria 1,17Sicilia 1,69Sardegna 1,74
ITALIA 3,40
Fonte: Ministero della salute
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI INCIDENZA MALATTIE INFETTIVE (per 1.000 abitanti)
TASSO DI INCIDENZA MALATTIE INFETTIVE(per 1.000 abitanti) - ANNO 1999
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
9,00
10,00
Pie
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Pug
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Bas
ilica
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CO_5
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 38,4Valle D'Aosta 22,0Lombardia 34,3P.A. Bolzano 19,2P.A. Trento 31,4Veneto 39,5Friuli V.G. 31,7Liguria 37,8Emilia R. 37,4Toscana 36,9Umbria 48,0Marche 37,7Lazio 33,7Abruzzo 41,4Molise 43,3Campania 39,0Puglia 41,9Basilicata 45,5Calabria 43,5Sicilia 38,4Sardegna 31,9
ITALIA 37,5
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI PREVALENZA PER DIABETE (per 1.000 abitanti)
TASSO DI PREVALENZA PER DIABETE(per 1.000 abitanti) - ANNO 1999
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
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Sic
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 129,5Valle D'Aosta 139,9Lombardia 141,0P.A. Bolzano 127,9P.A. Trento 143,3Veneto 145,3Friuli V.G. 133,5Liguria 143,0Emilia R. 157,5Toscana 142,6Umbria 153,5Marche 133,0Lazio 141,6Abruzzo 143,3Molise 131,0Campania 93,1Puglia 94,5Basilicata 126,1Calabria 132,2Sicilia 111,7Sardegna 127,6
ITALIA 130,0
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI PREVALENZA PER ASMA BRONCHIALE E MALATTIE ALLERGICHE (per 1.000 abitanti)
TASSO DI PREVALENZA PER ASMA BRONCHIALE E MALATTIE ALLERGICHE(per 1.000 abitanti) - ANNO 1999
50,0
75,0
100,0
125,0
150,0
175,0
200,0
Pie
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Sic
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a
CO_6_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 28,2Valle D'Aosta 26,7Lombardia 24,7P.A. Bolzano 13,1P.A. Trento 11,2Veneto 24,9Friuli V.G. 28,8Liguria 31,5Emilia R. 34,8Toscana 29,5Umbria 32,6Marche 29,0Lazio 26,1Abruzzo 29,3Molise 28,4Campania 20,3Puglia 23,3Basilicata 27,0Calabria 28,5Sicilia 21,6Sardegna 32,7
ITALIA 26,2
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI PREVALENZA PER ARTROSI ED ARTRITE (per 1.000 abitanti)
TASSO DI PREVALENZA PER ARTROSI ED ARTRITE(per 1.000 abitanti) - ANNO 1999
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
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CO_6_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 20,2 20,4Valle D'Aosta 18,6 18,7Lombardia 17,3 17,5P.A. Bolzano 15,2 15,3P.A. Trento 17,9 17,9Veneto 17,6 17,8Friuli V.G. 21,0 21,1Liguria 24,6 24,7Emilia R. 22,0 22,0Toscana 21,8 21,9Umbria 22,1 22,2Marche 21,2 21,3Lazio 16,9 17,0Abruzzo 19,7 19,8Molise 20,4 20,5Campania 13,5 13,6Puglia 14,9 15,1Basilicata 17,5 17,8Calabria 16,1 16,3Sicilia 16,0 16,1Sardegna 15,1 15,3
ITALIA 17,8 18,0
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
INDICE DI INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO (percentuale di popolazione con età > 65 anni)
INDICE DI INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO (% popolazione con età > 65 anni) ANNO 2000
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
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Sard
egna
CO_7
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 1,10 1,15Valle D'Aosta 1,17 1,26Lombardia 1,15 1,20Trentino A.A. 1,44 1,45Veneto 1,16 1,21Friuli V.G. 1,04 1,10Liguria 0,96 1,00Emilia R. 1,09 1,16Toscana 1,05 1,10Umbria 1,11 1,14Marche 1,16 1,18Lazio 1,21 1,17Abruzzo 1,13 1,15Molise 1,17 1,14Campania 1,49 1,47Puglia 1,32 1,34Basilicata 1,22 1,24Calabria 1,25 1,25Sicilia 1,44 1,41Sardegna 1,03 1,06
ITALIA 1,22 1,24
(*) numero medio di figli per donna in età feconda
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI FECONDITA' TOTALE (*)
TASSO DI FECONDITA' TOTALE (*) ANNO 2000
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
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A.A
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CO_08
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte -0,14 0,53 4.287.465 4.289.731 Valle D'Aosta 2,92 2,04 120.343 120.589 Lombardia 4,05 6,21 9.065.440 9.121.714 P.A. Bolzano 6,21 5,88 462.542 465.264 P.A. Trento 8,14 8,75 473.714 477.859 Veneto 5,38 6,46 4.511.714 4.540.853 Friuli V.G. 1,06 2,89 1.185.172 1.188.594 Liguria -4,08 -2,99 1.625.870 1.621.016 Emilia R. 5,40 6,91 3.981.146 4.008.663 Toscana 2,22 3,17 3.536.392 3.547.604 Umbria 3,38 5,98 835.488 840.482 Marche 3,81 5,62 1.460.989 1.469.195 Lazio 1,72 7,26 5.264.077 5.302.302 Abruzzo 1,32 1,77 1.279.016 1.281.283 Molise -3,02 -2,47 327.987 327.177 Campania -2,01 0,22 5.780.958 5.782.244 Puglia -0,29 0,34 4.085.239 4.086.608 Basilicata -2,75 -2,27 606.183 604.807 Calabria -6,90 -3,51 2.050.478 2.043.288 Sicilia -2,05 -2,18 5.087.794 5.076.700 Sardegna -1,56 -2,33 1.651.888 1.648.044
ITALIA 1,17 2,85 57.679.895 57.844.017
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI INCREMENTO DEMOGRAFICO (per 1.000)
Pop. 1.1.2000 Pop. 1.1.2001
TASSO DI INCREMENTO DEMOGRAFICO (per 1.000) ANNO 2000
-4,00
-2,00
0,00
2,00
4,00
6,00
8,00
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abria
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CO_9
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2001Indicatore
Piemonte 15,3Valle D'Aosta 13,4Lombardia 12,7P.A. Bolzano 9,8P.A. Trento 13,2Veneto 12,8Friuli V.G. 15,7Liguria 19,0Emilia R. 13,6Toscana 14,7Umbria 13,2Marche 13,3Lazio 14,3Abruzzo 14,4Molise 18,2Campania 12,1Puglia 11,0Basilicata 12,8Calabria 13,3Sicilia 12,8Sardegna 11,4
ITALIA 13,5
(*) Famiglie di single di 60 anni e più
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
PERCENTUALE DI FAMIGLIE MONOCOMPONENTE ANZIANO (*)
PERCENTUALE FAMIGLIE MONOCOMPONENTE ANZIANO (*) ANNO 2001
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2001Indicatore Indicatore
Piemonte 235,6 311,2Valle D'Aosta 413,4 281,5Lombardia 308,5 272,9P.A. Bolzano 127,5 87,0P.A. Trento 201,5 234,6Veneto 182,2 155,3Friuli V.G. 336,5 239,2Liguria 451,2 328,3Emilia R. 397,1 318,1Toscana 410,8 286,6Umbria 422,4 353,0Marche 260,0 214,0Lazio 381,1 309,7Abruzzo 379,4 255,7Molise 416,8 309,3Campania 215,8 188,5Puglia 520,1 344,4Basilicata 405,3 119,7Calabria 216,6 178,8Sicilia 214,1 172,0Sardegna 282,0 174,4
ITALIA 306,5 248,6
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI ABORTIVITA' (per 1.000 nati vivi)
TASSO DI ABORTIVITA' (per 1.000 nati vivi) - ANNO 2001
0
50
100
150
200
250
300
350
400
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MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore
Piemonte 7,2 6,3 4,9Valle D'Aosta 5,3 4,5 4,2Lombardia 4,8 4,4 3,7P.A. Bolzano 2,5 2,1 1,9P.A. Trento 4,4 3,4 3,3Veneto 4,5 3,7 3,5Friuli V.G. 5,6 4,6 4,0Liguria 9,9 8,2 6,5Emilia R. 4,6 4,0 3,8Toscana 7,2 6,1 5,1Umbria 7,6 6,5 5,3Marche 6,1 5,0 4,6Lazio 11,7 11,0 10,2Abruzzo 10,1 7,8 5,7Molise 16,2 14,0 13,7Campania 23,7 23,7 22,5Puglia 19,0 17,1 14,7Basilicata 17,1 16,3 16,5Calabria 28,0 26,0 25,7Sicilia 24,5 24,0 21,5Sardegna 21,0 20,6 18,7
ITALIA 11,4 10,6 9,5
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI DISOCCUPAZIONE (in %)
TASSO DI DISOCCUPAZIONE (in %) ANNO 2001
0
8
15
23
30
Pie
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CO_12
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore
Piemonte 39,8 41,0 41,0Valle D'Aosta 43,6 45,9 45,9Lombardia 40,3 40,6 41,3P.A. Bolzano 46,2 46,7 48,0P.A. Trento 40,2 41,9 40,8Veneto 39,0 40,0 40,9Friuli V.G. 37,9 38,7 39,6Liguria 34,6 34,8 35,5Emilia R. 43,5 44,0 44,3Toscana 38,8 39,2 39,8Umbria 36,6 37,7 38,3Marche 39,8 39,4 40,6Lazio 34,5 35,3 36,2Abruzzo 32,2 31,2 32,6Molise 32,6 32,5 34,2Campania 27,6 27,8 28,3Puglia 26,7 27,3 27,2Basilicata 30,7 30,7 39,6Calabria 30,6 30,3 32,2Sicilia 26,1 26,7 27,3Sardegna 33,0 32,2 33,3
ITALIA 35,3 35,8 36,4
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI ATTIVITA' FEMMINILE (in %)
TASSO DI ATTIVITA' FEMMINILE ANNO 2001
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Pie
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CO_13
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000 ANNO 2001Indicatore Indicatore Indicatore
Piemonte 21.642,50 22.543,90 23.602,90 Valle D'Aosta 24.509,70 25.118,60 25.467,50 Lombardia 24.514,50 25.125,10 26.174,70 Trentino A. A. 25.007,60 25.372,60 26.839,30 Veneto 21.814,10 22.337,60 23.470,40 Friuli V.G. 20.908,90 21.568,30 22.534,80 Liguria 19.873,90 20.455,50 21.549,90 Emilia R. 23.645,00 24.301,10 25.636,90 Toscana 20.460,10 21.171,60 22.496,60 Umbria 17.785,50 18.509,00 19.534,00 Marche 18.674,60 19.494,70 20.458,80 Lazio 20.657,00 21.174,60 21.991,30 Abruzzo 15.606,70 15.963,10 16.803,10 Molise 14.481,80 14.635,80 15.628,80 Campania 12.078,20 12.468,70 13.080,20 Puglia 12.184,50 12.776,60 13.461,50 Basilicata 13.107,20 13.840,90 14.398,20 Calabria 11.325,70 11.931,40 12.426,90 Sicilia 12.253,10 12.639,40 13.197,70 Sardegna 13.951,20 14.625,40 15.077,80
ITALIA 18.632,70 19.229,30 20.164,90
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
PRODOTTO INTERNO LORDO PRO-CAPITE (in euro)
PRODOTTO INTERNO LORDO PRO-CAPITE (in euro) ANNO 2000
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
Pie
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CO_14
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999 ANNO 2000Indicatore Indicatore
Piemonte 4,66 3,56Valle D'Aosta 4,92 5,39Lombardia 4,49 4,31P.A. Bolzano 4,50 4,11P.A. Trento 4,82 4,03Veneto 3,90 4,77Friuli V.G. 4,05 4,34Liguria 4,22 4,11Emilia R. 4,62 4,82Toscana 3,86 4,02Umbria 4,41 3,63Marche 4,42 3,97Lazio 3,88 3,04Abruzzo 3,67 3,35Molise 4,15 3,84Campania 4,17 3,26Puglia 4,03 3,57Basilicata 4,19 3,16Calabria 4,59 3,77Sicilia 4,00 3,56Sardegna 4,43 3,46
ITALIA 4,26 3,95
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
INCIDENZA PERCENTUALE DELLA SPESA DOVUTA A SERVIZI SANITARI E ALLA SALUTE
INCIDENZA PERCENTUALE DELLA SPESA DOVUTA A SERVIZI SANITARI E ALLA SALUTEANNO 2000
0
1
2
3
4
5
6
Pie
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CO_15
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 24,7Valle D'Aosta 23,6Lombardia 27,3P.A. Bolzano 24,1P.A. Trento 21,4Veneto 21,2Friuli V.G. 23,4Liguria 24,5Emilia R. 26,1Toscana 25,1Umbria 25,7Marche 24,8Lazio 27,5Abruzzo 23,1Molise 22,5Campania 26,4Puglia 21,8Basilicata 21,8Calabria 21,8Sicilia 24,5Sardegna 24,4
Valore nazionale 24,9
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
PERCENTUALE FUMATORI DI ETA' UGUALE O SUPERIORE AI 14 ANNI
PERCENTUALE FUMATORI DI ETA' UGUALE O SUPERIORE AI 14 ANNI ANNO 1999
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
Pie
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Cal
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Sic
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Sar
degn
a
CO_16
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
(per 10.000 abitanti)
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 22,77Valle D'Aosta 22,42Lombardia 23,01Trentino A.A. 22,08Veneto 21,63Friuli V.G. 22,74Liguria 20,17Emilia R. 20,95Toscana 21,27Umbria 23,26Marche 20,65Lazio 23,25Abruzzo 20,10Molise 21,80Campania 28,49Puglia 20,85Basilicata 21,11Calabria 21,61Sicilia 24,57Sardegna 22,47
ITALIA 23,04
Note: * cod.: ICD9 (140-149; 150; 161; 162; 410-414; 430-438; 490-496)popolazione standard: popolazione residente al censimento 1991
Fonte: ISS
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE IN PARTE ATTRIBUIBILI AL FUMO (*)
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE IN PARTE ATTRIBUIBILI AL FUMOANNO 1999
0
10
20
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A.A
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Pug
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Cal
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Sic
ilia
Sar
degn
a
CO_17
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
(per 10.000 abitanti)
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 10,83Valle D'Aosta 13,01Lombardia 10,44Trentino A.A. 9,87Veneto 11,43Friuli V.G. 11,64Liguria 9,35Emilia R. 9,84Toscana 8,96Umbria 8,28Marche 8,57Lazio 9,70Abruzzo 8,48Molise 9,20Campania 11,02Puglia 9,84Basilicata 8,53Calabria 8,23Sicilia 8,91Sardegna 11,05
ITALIA 10,21
popolazione standard: popolazione residente al censimento 1991
Fonte: ISS
Note: Cause attribuibili all'alcol (150; 161; 303, 571; 800-999)
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE IN PARTE ATTRIBUIBILI AL CONSUMO DI ALCOOL
TASSO STANDARDIZZATO DI MORTALITA' PER CAUSE IN PARTE ATTRIBUIBILI AL CONSUMODI ALCOOL (per 10.000 abitanti) - ANNO 1999
0123456789
1011121314
Pie
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A.A
.
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Cam
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Pug
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a
Cal
abria
Sic
ilia
Sar
degn
a
CO_18
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 1999Indicatore
Piemonte 7,4Valle D'Aosta 7,7Lombardia 7,6P.A. Bolzano 6,1P.A. Trento 7,7Veneto 8,7Friuli V.G. 8,7Liguria 8,3Emilia R. 9,7Toscana 6,8Umbria 8,8Marche 8,2Lazio 8,3Abruzzo 10,1Molise 12,8Campania 11,9Puglia 11,2Basilicata 11,2Calabria 10,3Sicilia 10,3Sardegna 8,7
ITALIA 8,9
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE OBESA
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE OBESAANNO 1999
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
Pie
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Sic
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a
CO_19
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte 154,60Valle D'Aosta 95,46Lombardia 243,77P.A. Bolzano 214,05P.A. Trento 266,72Veneto 139,87Friuli V.G. 207,69Liguria 200,01Emilia R. 259,51Toscana 196,47Umbria 106,45Marche 170,36Lazio 207,26Abruzzo 146,47Molise 178,89Campania 189,43Puglia 165,89Basilicata 126,18Calabria 155,60Sicilia 129,19Sardegna 164,79
ITALIA 187,5
(*) Codice ICD-IX tra 800 e 999 in almeno una delle diagnosi registrate e indicazione di "incidente stradale" tra le cause del traumatismo
Fonte: ISTAT - Ministero della salute
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INCIDENTI STRADALI (*) (per 100.000 abitanti)
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INCIDENTI STRADALI (per 100.000 abitanti)ANNO 2000
0
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Cal
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a
CO_20
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte 168,8Valle D'Aosta 36,9Lombardia 382,2P.A. Bolzano 62,9P.A. Trento 77,0Veneto 246,9Friuli V.G. 151,3Liguria 299,2Emilia R. 181,2Toscana 154,3Umbria 99,4Marche 151,6Lazio 308,1Abruzzo 118,7Molise 73,7Campania 425,4Puglia 211,0Basilicata 60,5Calabria 135,5Sicilia 197,5Sardegna 68,4
ITALIA 192,0
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
DENSITA' DELLA POPOLAZIONE (abitanti per Kmq)
DENSITA' DELLA POPOLAZIONE (abitanti per Kmq) ANNO 2000
0
50
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150
200
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350
400
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a
CO_21
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
FUNGICIDI INSETTICIDI ERBICIDI VARI (b)
Kg/Ha Kg/Ha Kg/Ha Kg/Ha
Piemonte 10,44 0,66 2,50 0,08Valle D'Aosta 2,11 3,42 0,35 0,08Lombardia 3,06 0,42 2,34 0,07P.A. Bolzano 28,08 31,54 1,58 0,75P.A. Trento 28,19 11,87 1,11 1,00Veneto 8,14 1,44 1,59 1,55Friuli V.G. 5,59 0,58 1,59 0,07Liguria 11,23 0,95 1,50 1,21Emilia R. 5,80 2,70 1,07 0,50Toscana 5,50 0,24 0,46 0,14Umbria 4,00 0,18 0,55 0,98Marche 3,01 0,27 0,65 0,03Lazio 3,49 0,60 0,74 1,14Abruzzo 5,23 0,52 0,31 0,14Molise 0,96 0,17 0,24 0,12Campania 5,46 1,75 0,83 1,73Puglia 5,64 1,04 0,44 0,17Basilicata 2,71 0,66 0,21 0,42Calabria 2,27 1,96 0,19 0,13Sicilia 2,31 1,06 0,43 2,50Sardegna 2,39 0,34 0,24 0,13
ITALIA 4,95 1,13 0,91 0,69
a) Nella superficie trattabile sono compresi i seminativi (esclusi i terreni a riposo) e le coltivazioni legnose agrarie.b) Compreso i prodotti biologici
Fonte: ISTAT
ANNO 1999
INDICATORE DI CONTESTO
PRODOTTI FITOSANITARI PER USO AGRICOLO (chilogrammo per ettaro di superficie trattabile) (a)
PRODOTTI FITOSANITARI PER USO AGRICOLO (chilogrammo per ettaro di superficie trattabile) - ANNO 1999
0
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FUNGICIDIINSETTICIDIERBICIDIVARI (b)
CO_22
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENRALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte -Valle D'Aosta -Lombardia -P.A. Bolzano -P.A. Trento -Veneto 1,45Friuli V.G. 0,00Liguria 2,12Emilia R. 0,00Toscana 0,15Umbria -Marche 3,01Lazio 3,35Abruzzo 4,21Molise 3,67Campania 15,95Puglia 0,12Basilicata 1,29Calabria 2,01Sicilia 0,42Sardegna 0,12
ITALIA 0,51
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
PERCENTUALE DI COSTA NON BALNEABILE
PERCENTUALE DI COSTA NON BALNEABILE ANNO 2000
0
4
8
12
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a
CO_23
MINISTERO DELLA SALUTE DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte 39,44Valle D'Aosta 15,05Lombardia 90,11P.A. Bolzano 16,37P.A. Trento 20,48Veneto 56,60Friuli V.G. 43,22Liguria 69,54Emilia R. 47,12Toscana 42,95Umbria 21,25Marche 32,22Lazio 74,68Abruzzo 23,55Molise 9,31Campania 54,90Puglia 30,66Basilicata 7,61Calabria 19,27Sicilia 30,67Sardegna 14,26
ITALIA 40,31
Fonte: ISTAT
INDICATORE DI CONTESTO
VOLUME ACQUISTATO DI BENZINA SENZA PIOMBO (tonnellate per Kmq di superficie)
VOLUME ACQUISTATO DI BENZINA SENZA PIOMBO(tonnellate per Kmq di superficie)
ANNO 2000
0
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a
CO_24
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte 125,0Valle D'Aosta 56,4Lombardia 206,9P.A. Bolzano 158,2P.A. Trento 866,8Veneto 95,3Friuli V.G. 54,0Liguria 63,1Emilia R. 257,0Toscana 175,2Umbria 84,5Marche 70,0Lazio 202,3Abruzzo 121,7Molise 169,1Campania 59,8Puglia 82,8Basilicata 40,0Calabria 20,3Sicilia 88,1Sardegna 116,9
ITALIA 138,5
Fonte: Ministero della salute
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INCIDENTI DOMESTICI (*) (per 100.000 abitanti)
Note: (*) Codice ICD-IX tra 800 e 999 in almeno una delle diagnosi registrate, e indicazione di "incidente in ambiente domestico" tra le cause del traumatismo.
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INCIDENTI DOMESTICI(per 100.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0100,0200,0300,0400,0500,0600,0700,0800,0900,0
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a
CO_25
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
ANNO 2000Indicatore
Piemonte 80,7Valle D'Aosta 55,8Lombardia 130,1P.A. Bolzano 210,5P.A. Trento 167,4Veneto 161,1Friuli V.G. 149,9Liguria 72,7Emilia R. 142,9Toscana 93,7Umbria 30,1Marche 92,7Lazio 32,6Abruzzo 79,6Molise 118,8Campania 39,7Puglia 59,6Basilicata 57,9Calabria 35,5Sicilia 43,4Sardegna 46,2
ITALIA 86,7
Fonte: Ministero della salute
INDICATORE DI CONTESTO
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INFORTUNI SUL LAVORO - ETA' 15-64 ANNI - (per 100.000 abitanti)
Nota: Codice ICD-IX tra 800 e 999 in almeno una delle diagnosi registrate e indicazione di "infortunio sul lavoro" tra le
TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE PER INFORTUNI SUL LAVORO - ETA' 15 - 64 ANNI (per 100.000 abitanti) - ANNO 2000
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
Pie
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a
CO_26
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
PUBBLICO PRIV. ACCR.
Indicatore IndicatoreStrutt. prot.dimissione
protettatotale strutture
di ricovero
Strutt. prot.dimissione
protettatotale strutture
di ricovero
Piemonte 70,0% - 42 60 - 38Valle D'Aosta 100% - 1 1 0 0Lombardia - - - - - -P.A. Bolzano 100% 0% 7 7 0 6P.A. Trento 100% 0% 16 16 0 5Veneto 73,8% 25,9% 45 61 7 27Friuli V.G. 100,0% 20,0% 17 17 1 5Liguria (°) 24,1% 6,3% 19 79 1 16Emilia R. 44,2% 31,7% 19 43 13 41Toscana 97,4% - 38 39 - -Umbria (°) 100% 0% 10 10 0 5Marche - - - - - -Lazio 40,8% 40,7% 31 76 37 91Abruzzo (°) 85,7% 7,7% 18 21 1 13Molise 100% - 9 9 - -Campania (°) 9,1% 0,0% 10 110 0 66Puglia (°) 42,9% 9,1% 12 28 1 11Basilicata 95,2% 0% 40 42 0 1Calabria (°) 35,7% 0% 5 14 0 19Sicilia (°) 20,0% 4,3% 13 65 1 23Sardegna 21,2% 0% 7 33 0 13
ITALIA 49,1% 16,3% 359 731 62 380
Nota : ° Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PUBBLICO
ANNO 2001PRIVATO ACCREDITATO
INDICATORE DI CONTESTO
ANNO 2001
PERCENTUALE DI STRUTTURE DI RICOVERO DOTATE DI PROTOCOLLI DI DIMISSIONE PROTETTA
PERCENTUALE DI STRUTTURE DI RICOVERO DOTATE DI PROTOCOLLI DI DIMISSIONE PROTETTA (strutture pubbliche) - ANNO 2001
0,00,10,20,30,40,50,60,70,80,91,0
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Sar
degn
a
pubblico privato
CO_27_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
PUBBLICO PRIV. ACCR.
Indicatore Indicatore
Strutt. resid.prot.
dimissioneprotetta
totale strutture di ricovero
Strutt. resid.prot.
dimissioneprotetta
totale strutture di ricovero
Piemonte - - - - - -Valle D'Aosta n.c. n.c. 0 0 0 0Lombardia - - - - - -P.A. Bolzano 0 0 0 5 0 5P.A. Trento n.c. 0 0 0 0 49Veneto 54,5% 57,1% 6 11 8 14Friuli V.G. 100% 100,0% 17 17 5 5Liguria (°) 80,0% 60,9% 4 5 14 23Emilia R. - - - - - -Toscana - - - - - -Umbria (°) 21,7% n.c. 5 23 0 0Marche - - - - - -Lazio 0% 8,3% 0 2 11 133Abruzzo (°) 100% 0% 2 2 0 10Molise (°) - - - - - -Campania (°) 12,5% 0% 3 24 0 12Puglia (°) 100% 100% 5 5 2 2Basilicata 0% n.c. 0 1 0 0Calabria 0% 46,2% 0 13 6 13Sicilia (°) 27,6% - 16 58 - -Sardegna - - - - - 65
ITALIA 34,9% 13,9% 58 166 46 331
Nota: ° Dati parziali(*) Strutture residenziali a medio-alta intensità assistenziale. Hospice, Centri ex art. 26, RSA riabilitative, centri a
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PUBBLICO PRIVATO ACCREDITATO
INDICATORE DI CONTESTO
ANNO 2001 ANNO 2001
PERCENTUALE DI STRUTTURE RESIDENZIALI (*) DOTATE DI PROTOCOLLI DI DIMISSIONE
PERCENTUALE DI STRUTTURE RESIDENZIALI DOTATE DI PROTOCOLLI DI DIMISSIONE PROTETTA (strutture pubbliche) - ANNO 2001
0,00,10,20,30,40,50,60,70,80,91,0
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Pug
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)
Bas
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Cal
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)
Sar
degn
a
pubblico privato
CO_27_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
PUBBLICO PRIV. ACCR.
Indicatore Indicatoren. U.O. deg.grad. utenti
totale U.O.degenza
n. U.O. deg.grad. utenti
totale U.O.degenza
Piemonte 25,9% 82,5% 410 1.586 132 160Valle D'Aosta 100% n.c. 23 23 - -Lombardia 89,2% 92,2% 1.097 1.230 518 562P.A. Bolzano 75,6% 0% 65 86 - 9P.A. Trento 66,7% - 2 3 -Veneto 55,2% 72,6% 350 634 85 117Friuli V.G. (°) 46,4% 14,3% 85 183 3 21Liguria (°) 69,8% 80,0% 178 255 4 5Emilia R. - - - -Toscana 33,6% - 265 789Umbria (°) 100% 100% 63 63 11 11Marche - - - -Lazio 19,4% 58,6% 238 1.229 133 227Abruzzo (°) 73,2% 9,1% 197 269 8 88Molise 66,7% - 28 42 - -Campania (°) 53,0% 17,9% 211 398 10 56Puglia (°) 60,5% 12,5% 204 337 3 24Basilicata 63,9% 100% 53 83 2 2Calabria 63,6% 36,4% 138 217 32 88Sicilia (°) 62,4% 83,3% 413 662 80 96Sardegna 33,6% 53,3% 84 250 32 60
ITALIA 49,2% 69,0% 4.104 8.339 1.053 1.526
Nota : (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PUBBLICO PRIVATO ACCREDITATO
INDICATORE DI CONTESTO
RISPETTO ALLA QUALITA' DEI SERVIZI
ANNO 2001 ANNO 2001
PERCENTUALE DI UNITA' OPERATIVE DI DEGENZA CHE HANNO RILEVATO IL GRADIMENTO DEGLI
PERCENTUALE DI UNITA' OPERATIVE DI DEGENZA CHE HANNO RILEVATO ILGRADIMENTO DEGLI UTENTI RISPETTO ALLA QUALITA' DEI SERVIZI
ANNO 2001
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pubblico privato
CO_28_1
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA TAVOLE INDICATORI
PUBBLICO PRIV. ACCR.
Indicatore Indicatoren. U.O. deg.grad. utenti
totale U.O.degenza
n. U.O. deg.grad. utenti
totale U.O.degenza
Piemonte 55,6% n.c. 10 18 - -Valle D'Aosta 43,3% 100% 13 30 1 1Lombardia - - - - - -P.A. Bolzano 0% 0% 0 53 0 16P.A. Trento n.c. 14,3% 0 0 7 49Veneto 33,3% 21,9% 30 90 16 73Friuli V.G. (°) 72,2% 1,8% 13 18 1 55Liguria (°) 21,7% 0% 5 23 0 51Emilia R. - - - - - -Toscana - - - - - -Umbria (°) 25,0% - 2 8 - -Marche - - - - - -Lazio - 6,0% 0 2 8 133Abruzzo (°) 100,0% 70,0% 11 11 7 10Molise (°) 100,0% - 2 2 - -Campania (°) 5,0% 0% 1 20 0 9Puglia (°) 100,0% 75,0% 21 21 3 4Basilicata n.c. n.c. 0 0 0 0Calabria 0,0% 62,5% 0 13 5 8Sicilia (°) 20,0% n.c. 12 60 0 0Sardegna - - - - - -
ITALIA 33,7% 10,3% 120 369 48 409
Nota: (°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
PUBBLICO PRIVATO ACCREDITATO
INDICATORE DI CONTESTO
RISPETTO ALLA QUALITA' DEI SERVIZI
ANNO 2001 ANNO 2001
PERCENTUALE DI STRUTTURE RESIDENZIALI CHE HANNO RILEVATO IL GRADIMENTO DEGLI
PERCENTUALE STRUTTURE RESIDENZIALI CHE HANNO RILEVATO IL GRADIMENTO DEGLI UTENTIRISPETTO ALLA QUALITA' DEI SERVIZI - ANNO 2001
0%
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pubblico privato
CO_28_2
MINISTERO DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
TAVOLE INDICATORI
Indicatore Indicatore
PUBBLICO PRIV. ACCREDIT.Segnalazioni
reclami sui tempi di attesa
Totaleseganalazioni
reclami
Piemonte 39,4% - 1.203 3.052 Valle D'Aosta 17,7% - 26 147 Lombardia 5,7% 9,0% 1.584 27.929 P.A. Bolzano 20,4% - 84 411 P.A. Trento (°) 75,9% - 940 1.238 Veneto 27,8% 79,5% 2.385 8.566 Friuli V.G. (°) 15,1% - 368 2.440 Liguria (°) 65,2% - 734 1.126 Emilia R. - - n.r. n.r.Toscana 12,7% 8,6% 632 4.982 Umbria (°) 91,3% - 21 23 Marche - - n.r. n.r.Lazio - - - -Abruzzo (°) 10,0% - 230 2.302 Molise 8,4% - 22 262 Campania (°) 19,8% - 368 1.854 Puglia 61,1% 6,0% 1.412 2.310 Basilicata 3,1% - 99 3.206 Calabria (°) 8,2% - 69 845 Sicilia (°) 16,5% 100,0% 1.161 7.053 Sardegna (°) 11,3% 1,4% 403 3.554
ITALIA 16,5% 10,8% 11.741 71.300
(°) Dati parziali
Fonte: Ministero della salute - Regioni
Nota: Indicatore calcolato complessivamente per le prestazioni ospedaliere e quelle specialistiche
INDICATORE DI CONTESTO
PERCENTUALE DI SEGNALAZIONI O RECLAMI RELATIVE AI TEMPI DI ATTESA
ANNO 2001 ANNO 2001PUBBLICO
PERCENTUALE DI SEGNALAZIONI O RECLAMI RELATIVE AI TEMPI DI ATTESA(strutture pubbliche) - ANNO 2001
0%
20%
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60%
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100%
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CO_29
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
I
NOTE METODOLOGICHE
Ai fini di una corretta interpretazione e lettura degli indicatori si riportano alcune precisazioni
relative alla metodologia di elaborazione dei dati. Tali note rappresentano un utile strumento di lavoro per
le Regioni e Province Autonome e per le Aziende sanitarie che ritengono importante elaborare gli
indicatori sanitari nell’ambito della propria realtà territoriale a supporto delle decisioni di
programmazione sanitaria.
Gli indicatori sono stati elaborati con riferimento all’anno 2001. Per consentire una analisi del
trend, per gli indicatori per i quali erano disponibili i dati di base, sono stati inseriti anche i valori relativi
agli anni 1999 e 2000. Le tavole riportano anche i valori assoluti, indispensabili per un efficace controllo
dei valori assunti dagli indicatori.
La fonte informativa dei dati è costituita dai flussi del Sistema Informativo Sanitario (“Attività
gestionali ed economiche delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere”, “Malattie infettive”,
“Osservatorio per la farmacovigilanza”, “Scheda di dimissione ospedaliera”) e dalle banche dati gestite
direttamente dall’ISTAT e da altri istituti di ricerca. E’ segnalata in ogni tabella la provenienza delle
informazioni di base. Per il dettaglio relativo alle voci contenute nei costi dei livelli di assistenza si può
fare riferimento alle linee guida del modello LA riportate nel documento “Modelli di rilevazione delle
attività gestionali ed economiche delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere” edito dal
Ministero della salute.
La popolazione utilizzata negli indicatori è, contrariamente a quanto stabilito nel decreto
ministeriale, quella relativa al 1° gennaio dell’anno di riferimento. I dati sulla popolazione per regione,
età e sesso provengono dalle statistiche demografiche dell’ISTAT. I dati di popolazione per USL
provengono da elaborazioni effettuate dall’Ufficio di Statistica del Ministero della salute.
Per la determinazione della popolazione pesata sono stati utilizzati i seguenti pesi:
1. Farmaceutica
FASCIA DI ETA'
< 1 anno 1 - 4 5 - 14 15 - 44 (f)
15 - 44 (m)
45 - 64 65 – 74
75 e oltre
PESO 1,000 0,964 0,695 0,771 0,693 2,104 4,176 4,290
2. Ospedaliera
FASCIA DI ETA'
< 1 anno 1 - 4 5 - 14 15 - 24 25 - 44 45 - 64 65 - 74 75 e oltre
PESO 2,39 0,379 0,264 0,396 0,564 1,002 2,125 3,111
I primi sono gli stessi che vengono utilizzati dall’Osservatorio per la farmacovigilanza del Ministero della
salute e derivano da studi intrapresi ai fini della ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale (FSN). I pesi
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
II
utilizzati per l’ospedaliera sono aggiornati annualmente a partire dalle schede di dimissione ospedaliera,
considerando la remunerazione e le prestazioni per età e sesso.
I tassi standardizzati di mortalità sono costruiti dall’ISTAT con metodo diretto utilizzando la
popolazione italiana del Censimento 1991. I dati del 1998 sono definitivi mentre quelli 2000 sono da
considerare provvisori. Per entrambi gli anni sono stati esclusi dal computo i morti nel primo anno di vita.
Per alcuni indicatori è stato necessario rivedere le modalità di costruzione previste nelle schede
indicatore del D.M. 12/12/01. In particolare:
Al posto dell’indicatore “Costo per unità bovino-equivalente del servizio di sanità pubblica
veterinaria” è stato calcolato l’indicatore “Costo pro-capite del servizio di sanità pubblica
veterinaria” ovvero il costo del servizio di sanità pubblica veterinaria è stato rapportato alla
popolazione residente italiana;
L’indicatore sul numero medio di ricette prescritte dai medici di base del SSN è in realtà
costruito con il numero complessivo di ricette prescritte dal S.S.N., a prescindere dalla tipologia
del medico prescrittore;
nell’indicatore ”Utenti SERT trattati nell’anno sulla popolazione di età 14-44 anni” il numero di
pazienti trattati nei servizi è calcolato nel complesso a prescindere dall’età;
negli indicatori sulle prestazioni specialistiche, a causa della scarsa qualità dei dati rilevati dal
SIS, la ricostruzione non permette l’applicazione della popolazione pesata;
per l’indicatori di contesto “Percentuale di famiglie monocomponente anziano” l’ISTAT ha
fornito le informazioni relative alla popolazione con età 60 anni (e non 65).
Salvo quando è diversamente riportato nelle note in calce alle tavole, le giornate di assistenza per i
disabili fisici, per i disabili psichici e per gli anziani, sono quelle erogate dalle strutture nei confronti della
popolazione residente e non residente. Anche i costi dei vari micro livelli di assistenza sono quelli
sostenuti sul territorio regionale indipendentemente dalla residenza dei fruitori delle prestazioni (ossia
contengono la mobilità attiva e non la passiva).
I tassi standardizzati di ospedalizzazione derivano dall’elaborazione con metodo diretto dei ricoveri
per fascia di età (fasce quinquennali ad eccezione della prima e dell’ultima) e applicazione della
popolazione italiana dell’anno come standard. Sono calcolati distintamente per il regime ordinario ed il
day hospital. Gli indicatori che fanno riferimento al livello di assistenza ospedaliera considerano tutti gli
istituti di ricovero e cura pubblici e privati accreditati, salvo quando è diversamente indicato nelle schede
indicatore.
In generale, per alcuni indicatori, l’esiguità di casi nelle regioni di piccole dimensioni, quali la Valle
D’Aosta, le Province Autonome di Bolzano e di Trento e il Molise richiede cautela nella lettura dei dati.
Solo i seguenti due indicatori previsti dal D.M. 12/12/2001 non sono presenti nell’elaborato a causa
della loro scarsa significatività: Percentuale di Aziende ASL dotate di centrale operativa 118 e tasso di
mortalità materna.
Rapporto Nazionale di monitoraggio dell’assistenza sanitaria
Ministero della Salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema
III
La copertura e la qualità delle rilevazioni dei dati di base sono riportate nelle tavole degli indicatori.
Per il significato, le note esplicative e le codifiche nosologiche, quando non riportate nelle tavole, si può
far riferimento alle schede “indicatore” del Decreto ministeriale 12 dicembre 2001.