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MINISTERO DELLA SALUTE rendere facili le scelte salutari ... · ALCOL CNESPS WHO COLLABORATING...

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I giovani e l’alcol: istruzioni per l`uso un decalogo per i genitori rendere facili le scelte salutari OSSERVATORIO NAZIONALE ALCOL CNESPS WHO COLLABORATING CENTRE FOR RESEARCH AND HEALTH PROMOTION ON ALCOHOL AND ALCOHOL-RELATED HEALTH PROBLEMS MINISTERO DELLA SALUTE
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I giovani e l’alcol:

istruzio

ni per

l`uso

un decalogo per i genitori

rendere facili le scelte salutari OSSERVATORIO NAZIONALEALCOL CNESPS

WHO COLLABORATING CENTREFOR RESEARCH AND HEALTH

PROMOTION ON ALCOHOL ANDALCOHOL-RELATED HEALTH

PROBLEMS

MINISTERO DELLA SALUTE

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Opuscolo realizzato sulla base della pubblicazioneI giovani e l’alcol: istruzioni per l’usoDieci suggerimenti ai genitori per favorire una scelta respon-sabile dei figliAutori: Emanuele Scafato e Rosaria RussoAnno 2005. Ultima revisione anno 2006

Istituto Superiore di SanitàCentro Collaborativo OMS per la Ricerca e la Promozionedella Salute sull’Alcol e sulle Problematiche AlcolcorrelateCentro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza ePromozione della Salute - Osservatorio Nazionale Alcol

in collaborazione con:Società Italiana di Alcologia, Eurocare ItaliaCentro Alcologico Regionale della Toscana

con il finanziamento del: Ministero della Salute nell’ambito delle azioni di infor-mazione e prevenzione da realizzare ai sensi della L. 125/2001

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I giovani sono un target di popolazione estremamen-te vulnerabile ai rischi legati al consumo di bevandealcoliche. Rischi spesso assunti inconsapevolmente esempre più frequentemente influenzati dalle pressionisociali, mediatiche, pubblicitarie, familiari.

L’alcol, a differenza degli altri principali fattori dirischio, gode di una accettazione sociale e di una fami-liarità e popolarità legate alla cultura italiana delbere, una cultura mediterranea, che poneva, sino adun decennio fa, il consumo di vino come componenteinseparabile dell’alimentazione. Oggi si può afferma-re senza ombra di dubbio che, a fronte delle modifica-te abitudini e modelli di consumo e della più ampiadisponibilità ed offerta di bevande alcoliche, i giovani(e spesso anche gli adulti e tra questi le donne in par-ticolare) hanno adottato modelli di consumo che sepa-rando il bere dalla ritualità dei pasti hanno trasfor-mato il significato originale del bere in un valore com-portamentale prevalentemente legato all’uso dell’alcolin funzione degli effetti che esso è in grado di esercita-re sulle performance personali. L’alcol è usato (e nonconsumato) per sentirsi più sicuri, più loquaci, perfacilitare le relazioni interpersonali, per apparire piùemancipati e più “trendy”, per essere più facilmenteaccettati dal gruppo o, in alcuni casi, per conquistareun ruolo di (presunta) leadership tra i pari.

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Cosa fare per riuscire a “svalorizzare” questerischiose tendenze? Come comunicare ai giovani irischi legati ad una inadeguata adozione di stili diconsumo che danneggiano la salute? Come incremen-tare la capacità critica di individui la cui esperienzanon è tale da assicurare un autocontrollo adeguato suilimiti da non superare?Alcune riflessioni sulle dinamiche legate all’adozione

della cultura giovanile del bere possono essere di aiutoad identificare alcuni punti chiave da proporre ai gio-vani cercando di sollecitare in loro curiosità e, soprat-tutto, una operosa reazione.Le vignette realizzate sintetizzano gli elementi fonda-

mentali di una strategia informativa per la famigliabasati sugli approfondimenti testuali collocati nel for-mato integrale nella seconda parte del libretto. La let-tura insieme ai figli dei punti di riflessione proposti ciauguriamo faciliti il ruolo educativo dei genitori.

Emanuele SCAFATO1

e Rosaria RUSSOIstituto Superiore di Sanità

1 Direttore del Centro Collaborativo WHO per la Ricerca e laPromozione della salute su Alcol e problemi alcolcorrelati.Osservatorio Nazionale Alcol - Centro Nazionale di Epidemiologia,Sorveglianza e Promozione della Salute. ISS. Roma E-mail:[email protected]

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un decalogo per i genitori

Dieci consigli rivolti

ai genitori per aiutare

i figli a scegliere

consapevolmente

quando e come

consumare le bevande

alcoliche

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Igiovani pernatura sonopoco inclini al

conformismo. E’ bene allorasfruttare questa naturalepredisposizione per osservare,ascoltare e “smontare” con lorola pubblicità sugli alcolicitrasmesse dai media. Può essere un ottimo esempio

per incrementare la capacità criticasu ciò che la pubblicità promette e

che poi, di fatto, non può mantenere enon trova riscontro nella realtàquotidiana.

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I I

Iragazzi semprepiù frequentementebevono per superare

difficoltà di relazione eassumere un ruolo all’internodel gruppo. Quando l’alcolacquista un valore di uso,comportamentale, e non di

consumo ai genitori spetta unruolo chiave: dare il buon

esempio, creando un ambientefamiliare in cui la presenza dell’alcolè visibile, ma discreta ed il consumoè sempre moderato.

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I I I

Parlareai giovani,fin da quando

sono bambini, dei danni e deirischi legati all’alcol è basilare.Esordire con questo tipo didiscorsi in età

adolescenziale, quandotutto è soggetto a critica e

identificato dai giovani comefrutto dell’“esagerazione” dei

genitori, può ottenere l’effettoopposto a quello desiderato.

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Insegnareai giovani cheprima dei 15

anni l’apparato digerentenon è ancora in grado di“smontare” l’alcol, perché ilsistema enzimatico non è

completamentesviluppato. Le ragazze

inoltre, e in generale tutte ledonne, sono in grado di eliminare

solo la metà di una dose d’alcol cheriesce a metabolizzare un uomo.

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Sialeadolescenti

che le donne adulte devonosapere che l’alcol nuoce alfeto. Il nascituro non èdotato di sistemi

enzimatici capaci dismaltire l’alcol. Sono

sufficienti due bicchieri dibevanda alcolica al giorno per

pregiudicare la salute delbambino e distruggere ineuroni di un cervello ancora

in formazione.

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Unprecisolimite

separa il consumodall’abuso. E’ bene, dunque,“preparare” i giovani,informandoli su come lo

stato psicofisicoindividuale peggiori sotto

l’influenza di un abusoalcolico. Anche una banale

serata in pizzeria puòtrasformarsi in una situazionea rischio quando si devetornare a casa in motorino.

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Insegnareai ragazzi aleggere le

etichette, discutere eanalizzare con loro le bottigliee le lattine da cui sono attirati

per la forma, il colore e ilsapore emancipa eresponsabilizza i giovani.

Serve anche a far sentire “piùcomplici” genitori e figli e, alcontempo, è un’occasione perevidenziare particolari importanti,spesso trascurati, come, ad

esempio, la gradazionealcolica.

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Spiegareai giovaniche il nostro

organismo richiede nel tempoquantità sempre maggiori dialcol per provare le stesse

esperienze di piacere.L’obiettivo di sentirsi più

disinvolti, loquaci ed euforicie “super” richiede quantità

progressivamente crescenti. Ibicchieri aumentano, si perde ilcontrollo e si diventainevitabilmente dipendenti

dall’alcol.

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Coinvolgere i figlinell’organizzazione diuna festa o di un

semplice incontro può esserel’occasione per dimostrare che ci si può divertire anche

con le sole bevande analcoliche.

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Igenitoridovrebberoattuare un

approccio educativo einformativo lungo tutto ilpercorso di vita dei figli,

orientandoli anche alconsumo alternativo dibevande analcoliche (non

solo a casa, ma anche alristorante o in pizzeria), non

favorendo un consumo precoce edando sempre un esempio di

moderazione.

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I giovani e l’alcol: istruzioni per l’usoDieci suggerimenti ai genitori per favorire unascelta responsabile dei figli

Bere è “normale”, lo si vede nella vitaquotidiana come nella fiction televisiva.I media, la pubblicità propongono indi-

vidui che bevono e hanno successo nellavita, nella coppia, nel lavoro. Come porgere aigiovani elementi di giudizio tali da conferire ilgiusto significato ad un gesto normalizzato dallasocietà? I giovani, gli adolescenti non sono moltoinclini per natura al conformismo; agevolare taleinclinazione e incoraggiare in questo caso unsano anticonformismo può contribuire a faremergere e maturare la loro personalità e ad evi-tare di attribuire all’alcol un “valore” che non ha.I giovani a volte hanno bisogno di essere provo-cati sulla sbandierata capacità giovanile di pren-dere la vita e le scelte nelle proprie mani. Se tuttibevono, dov’è l’originalità? se tutti seguono lastessa tendenza, dov’è la novità? Chi mostra aipari la capacità di non adeguarsi passivamente

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alle cattive abitudini imposte dalle dinamiche delgruppo connota una personalità forte, determi-nata e responsabile e non è detto che non possagiungere a rappresentare un punto di forza e diriferimento per il gruppo stesso. Bere non serve adimostrare o ad affermare la propria superioritàal contrario smentisce e conferma una intrinseca,individuale debolezza e incapacità di proporre edaffermare sé stessi come individui dotati di unaindipendente capacità di giudizio; proporre que-sti concetti ai giovani può far scattare la molla cheattiva una riflessione ed una reazione.Osservare e “smontare” con i giovani la pubbli-cità degli alcolici trasmessi tramite i media puòessere un esempio da seguire per incrementare lacapacità critica su ciò che la pubblicità promettee che, di fatto, non trova riscontro nella esperien-za quotidiana. Sottolineare con i giovani che nes-suno può essere sollecitato al bere sulla base dimessaggi che dicono che bere “fa bene” (anchequelli dei telegiornali e delle riviste) perché allequantità di consumo indicate come “favorevoli”ad una malattia corrisponde contemporaneamen-

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te un maggior rischio di altre condizioni patolo-giche e sociali è indispensabile per sollecitare unacultura basata sulla informazione valida e corret-ta da pretendere e valutare per conformare leproprie scelte. Scegliere senza conoscere non èmai un grande vantaggio.

Ascoltando i giovani è sempre più fre-quente rilevare il ricorso al bere come

ad una ritualità connotata da un precisovalore comportamentale: bere agevola il supera-mento di difficoltà di relazione o di inserimentonel gruppo e conferisce sicurezza. Tale convin-zione, che è alla base della nuova cultura del beregiovanile e il ricorrere al bere offre in moltesituazioni (percepite come difficili) una scorcia-toia agevole ma insidiosa per la salute dei giova-ni; soluzione adottata per rispondere al disagio oa problemi personali e relazionali che andrebbe-ro identificati (o meglio anticipati) attraverso ildialogo e la comunicazione soprattutto da partedei genitori. Il ruolo chiave dei genitori, oltre chenel dialogo, dovrebbe essere esercitato ricorren-

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do alle “buone pratiche”; dare il buon esempio,far crescere il giovane in un ambiente familiare incui la presenza dell’alcol è visibile ma discreta edil modello di consumo moderato facilitanol’apprendimento di quelle informazioni cherimarrebbero sterili nozioni se private da un coe-rente atteggiamento da parte di chi le propone. Èdimostrato che lo stile di consumo del capofami-glia influenza quelli dei componenti il nucleofamiliare e che nelle famiglie completamenteastemie è bassa la frequenza di consumatori cheadottano consumi alcolici inadeguati. È anchedimostrato che le quantità consumate dai compo-nenti il nucleo familiare cresce parallelamente aquelle consumate dal capofamiglia. Saperlogiova e l’adozione di un consumo responsabilecontribuisce alla realizzazione del clima di condi-visione di uno stile di vita familiare che connotae consolida il nucleo fondamentale della società.E ciò vale per l’alcol come per il fumo, perl’alimentazione come per l’attività fisica e pertutti i fattori di rischio in cui il comportamentoindividuale è il fattore chiave nel processo di

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salutogenesi. Capiterà di sentire giovani che sca-ricano tutte le responsabilità sugli amici, sulgruppo, o sulla mancanza di adeguati sistemi for-mali di controllo delle situazioni a maggiorrischio (discoteche, pub e luoghi di aggregazionegiovanili); è questa l’occasione migliore peremancipare i giovani richiamando il ruolo fonda-mentale dell’individuo nell’adottare una sceltalibera, matura e responsabile sollecitandone unacapacità critica nei confronti del bere, quellacapacità che possa proteggerlo da stimolazionisociali o mediatiche “devianti”.

Esordire con i giovani sui rischilegati all’alcol in età adolescenziale,

nel momento in cui tutto è “esagera-zione” e tutto soggetto a critica, può

essere penalizzante riguardo la probabilità diottenere reazioni positive sui comportamentiindividuali.Parlare ai giovani fin da quando sono bambinidei danni e dei rischi legati all’alcol e delle conse-guenze che errate abitudini di consumo possono

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arrecare sia in termini di salute che in terminisociali può contribuire ad evitare che le indica-zioni poste dai genitori si ammantino di un valo-re “integralista” o di divieto e faranno accettareprobabilmente con progressiva familiarità il con-cetto di stile moderato.

L’evidenza corrente indica che l’età diavvio al consumo alcolico in Italia è lapiù bassa di tutta l’Europa: 12 anni circa.Prima dei 15 anni, l’apparato digerente non hacompletato la maturazione del sistema enzimaticoche “smonta” l’alcol ed è quindi inevitabile chequalsiasi bevanda alcolica consumata esponga amaggior rischio l’organismo. Il sistema di smalti-mento dell’alcol è, inoltre differente per i due sessiessendo comunque l’organismo femminile dotatodi un sistema capace di eliminare la metà dell’alcolingerito rispetto a quanto avviene per i maschi; daciò ne deriva che le donne sono più vulnerabili eche sperimentano gli effetti negativi dell’alcol conla metà delle quantità ingerite dagli uomini. Lanatura, in questo caso, non conferisce pari oppor-

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tunità. Ogni singola consumazione di bevandaalcolica (un bicchiere di vino, una lattina di birra,una bottiglietta di alcopop o di aperitivo alcolico,un bicchierino di superalcolico) contiene circa 12grammi di alcol. Mentre gli adulti non dovrebberosuperare la soglia dei 40 grammi al giorno per gliuomini e di 20 grammi per le donne (corrisponden-ti a 2-3 bicchieri e 1-2 rispettivamente per i duesessi), per i giovani tali limiti dovrebbero essereulteriormente ridotti in funzione delle condizionifisiologiche che potrebbero essere non completa-mente confrontabili con quelle dell’organismomaturo. In ogni caso è sconsigliabile bere al disotto dei15 anni, la normativa vieta la somministra-zione di bevande alcoliche al di sotto dei 16 anni edè sempre sconsigliabile bere se si deve guidare. Pergli adolescenti in particolare tali indicazionidovrebbero essere sempre comunicate ed in ognicaso verificate con il medico di famiglia che puòdare ulteriori consigli in funzione della conoscenzaspecifica dello stato di salute individuale chepotrebbe sconsigliare il consumo alcolico. Se a tuttiè concesso bere non è detto che tutti possano farlo.

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Un discorso in più va fatto per leadolescenti (e per le donne in gene-re). È sempre più frequente riscontra-re giovani ragazze che si ubriacano o che eccedo-no nel bere. Il fenomeno, da questo punto di vistaè più frequentemente maschile che femminile. Ilfenomeno è piuttosto recente perché in passatoera considerato “sconveniente” per una donnabere e soprattutto in pubblico; il gesto era consi-derato socialmente deprecabile e, per certi versi,categorizzava la donna in maniera negativa. Al dilà della richiamata maggiore vulnerabilità femmi-nile è da porre sempre la questione del rischio digravidanze assolutamente indesiderate maturatea seguito della perdita del controllo delle propriecapacità fisiche e mentali cui un abuso di alcolespone. È inoltre importante fornire alle adole-scenti il concetto che l’alcol nuoce al feto; puòsembrare prematuro rispetto ad un concepimen-to che le statistiche indicano realizzarsi più in lànegli anni ma è basilare per supportare una cul-tura che affermi che se bere è una scelta deveessere anche rispetto di sé e degli altri e soprat-

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tutto, nel caso specifico, del nascituro che non èdotato di sistemi enzimatici di smaltimento del-l’alcol che agisce direttamente come tossico sulcervello in formazione distruggendo i neuroni;due bicchieri di bevanda alcolica sono in questosufficienti a pregiudicare la salute del bambino.

I giovani vanno incoraggiati eaccompagnati nella scoperta dellimite che separa il consumo dall’a-

buso: un calice di vino, una birra, unaperitivo alcolico rendono più spigliati e creativi,favoriscono le relazioni sociali ma abbassano lapercezione del rischio, la lucidità mentale e laprontezza dei riflessi. Questo lato della medaglianon può essere noto a chi non ha esperienza nel-l’uso dell’alcol per cui, evitando di giungere allaclassica, inconsapevole ubriacatura adolescen-ziale è opportuno fornire semplici informazionisulle modificazioni, spesso critiche, delle perfor-mance individuali sotto l’influenza di un abusoalcolico. I giovani tendono ad essere o ad appari-re più di quello che sono: questa caratteristica

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adolescenziale può essere il punto chiave sulquale fare leva per evitare loro l’umiliazione diuna emarginazione dal gruppo o, peggio, dipagare conseguenze inaccettabili anche a seguitodi un singolo episodio di abuso. Le occasionisono tante ed anche una serata in pizzeria puòtrasformarsi in un contesto a rischio se si devetornare a casa in motorino.

Spesso i giovani sono attratti piùdall’apparenza che dalla sostanza;per questa ragione, ben nota a quantisi interessano di marketing, i giovani sono attira-ti da forme, colori e, ovviamente, sapori vicini alloro contesto culturale. Analizzare con loro lebevande alcoliche nelle caratteristiche che a loromodo di vedere sono quelle che attirano mag-giormente la curiosità e l’attenzione può contri-buire ad identificare particolari spesso trascura-ti: la gradazione alcolica. Insegnare ai ragazzi aleggere le etichette e a essere coscienti che quan-do si beve, anche i 4-5 gradi alcolici segnalati sul-l’etichetta sono alcol, li emanciperà come consu-

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matori e li preparerà ad affrontare meglio le scel-te nelle situazioni (tante) in cui il controllo forma-le o familiare non è attivo. Da questo punto divista tutte le bevande alcoliche sono uguali.

Un discorso più delicato, ancheperché lontano dall’immaginariogiovanile, è quello della dipen-

denza da alcol. Spiegare comunquecon chiarezza ai ragazzi che bere inadeguata-mente può predisporre alcuni individui a ricerca-re nella mancanza di “freni” causata dall’alcol unsostegno ed un incoraggiamento per affrontare iproblemi è la base di partenza per introdurre ilproblema dell’alcolismo, malattia da cui è poimolto difficile uscire, molto più che dai problemiche lo hanno determinato. Il nostro organismo èdotato di un meccanismo che richiede nel tempoquantità sempre maggiori di alcol per giungere afornire le stesse esperienze di piacere che accom-pagnano il consumo; ciò significa che mentre nelcorso delle prime esperienze di consumo uno odue bicchieri sono sufficienti per raggiungere

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l’obiettivo di sentirsi più disinvolti, loquaci, eufo-rici, quasi immediatamente scatta il meccanismofisiologico che richiede quantità progressivamen-te crescenti per verificare gli stessi effetti. I bic-chieri diventano tre, quattro, sei e si perde il con-trollo diventando dipendenti dall’alcol. Fermarsi,moderarsi dipende da sé stessi; bere è meglio cheessere bevuti.

Offrire la casa agli amici dei figli ecoinvolgere i figli nella organizza-zione di una festa o di un sempliceincontro può essere l’occasione per dimo-strare che ci si può divertire e ottenere un climaspensierato e allegro anche conl’accompagnamento di bevande analcoliche:l’alcol non è indispensabile per raggiungere que-sti risultati e nel corso dell’adolescenzal’esperienza di una convivialità “analcolica” e ladisponibilità di alternative alle bevande alcolichepuò agire da supporto per l’adozione di compor-tamenti e stili di vita sani del gruppo oltre chedell’individuo.

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Vigilare sui giovani può sembrareun consiglio ovvio ma non superfluo;

situazioni spesso reputate tranquille possonoessere causa di conseguenze impreviste per i gio-vani. Anche nel corso di una serata in pizzeriacon gli amici, specie se raggiunta con il motorino,c’è la possibilità che i giovani ricevano bevandealcoliche (è vietato per legge al di sotto dei 16anni ma non sempre la norma è applicata). Separte dei suggerimenti precedenti fanno parteintegrante della regolare educazionecontinua dei propri figli, l’adolescente “emanci-pato” non dovrebbe trovarsi nelle condizioni dichiedere una bevanda alcolica consapevole deirischi che corre; un ulteriore training in meritospetta tuttavia ai genitori che nelle occasioni diconsumo familiari in un ristorante o in pizzeriacercherà di orientarli al consumo di bevandeanalcoliche non abilitando un consumo precoce efornendo l’esempio della moderazione.

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Al termine di queste dieci riflessioni si sarà realizzato cheil fattore chiave per incrementare i livelli di protezionedella salute dei nostri giovani, dei nostri figli è importan-te mantenere aperti e attivi i canali di comunicazione,privilegiando l’ascolto e dedicando un tempo ben definitoall’analisi delle esigenze e dei loro problemi. È impensa-bile proteggere i giovani 24 ore al giorno da rischi che deri-vano dal comportamento individuale; farli maturare erenderli capaci di autogestire tali comportamenti è l’unicachance da spendere per consentire una partecipazioneattiva del giovane al controllo, mantenimento e migliora-mento della propria salute.Probabilmente, un tono paternalistico serve poco, al paridei “diktat”; stimolare la curiosità, parlare con chiarez-za e fornire una disponibilità e una piena partecipazio-ne “alla pari” alla verifica di soluzioni che richiedono ilsupporto familiare può, nel tempo, mostrarsi come unastrategia vincente e rappresentare il più importanteinvestimento in salute in cui una società moderna possacontare con il contributo di tutti.

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illustrazioni di Ludovica Valori

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Prima Edizione Aprile 2006Quarta ristampa aprile 2010

Grafica impaginazione e stampa:Centro Stampa De Vittoria Srl

Via degli Aurunci. 19 - 00185 Roma

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Numeri utili:Telefono Verde Alcol Istituto Superiore di Sanitàtel. 800 632000

AICAT-Associazione Italiana dei Club degliAlcolisti in Trattamento tel. 089 405484

AA-Alcolisti Anonimi tel. 06 6636620

Gruppi Al-Anon/Alateenper familiari ed amici di alcolisti tel. 800 087897

Consulta anche i siti:www.salute.gov.itwww.epicentro.iss.it/alcolwww.dfc.unifi.it/siawww.alcolonline.it

Info:[email protected]


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