Palermo, 1° Convegno Reti delle Reti20 maggio 2016
Reti di Scuole: crediti, esperienze e prospettive di valorizzazione
in funzione dei processi di riforma
E-RETI-CAMENTE: SNV e le Scuole delle Reti
Mirella Paglialunga coordinatrice regionale rete AU.MI.RE.
L’evoluzione dell’AUTONOMIAe l’identità delle RETI
A quasi vent’anni dalla L. 59/97 e dal DPR 275/99
• Diffusione/dispersione, non sempre appropriata, delle esperienze condotte dalle reti
• Moltiplicazione delle reti, spesso dedicate a progetti puntiformi
• Scuole impegnate su molteplici reti
• Reti etero-dirette: standardizzazione e regolamentazione capillare di ogni aspetto dall’esterno
L.56/14
Interessante processo di riforma in corso:
insediamenti territoriali delle pubbliche amministrazioni
L. 107/15
Torna a promuove la costituzione di reti di scuole • Valorizzare le risorse professionali• Gestire in comune funzioni amministrative• Realizzare progetti o iniziative didattiche, sportive,
culturali sulla base di accordi• Definire ambiti territoriali come riferimento alla politica
degli organici: “istituzionalizzazione” delle reti di scuole con funzioni e deleghe che investono funzioni amministrative più estese
due“modalità ” di essere rete
1- La scuola autonoma “filiale” del MIUR: terminale di una catena di comando cui è assegnata una autonomia operativa ed un quadro di responsabilità connesse.
2-La scuola autonoma come “impresa sociale”:• principio di sussidiarietà • produzione di servizio/istruzione• rendiconto ai cittadini stessi.
caratteristiche della prima modalità
Tendenza alla ri-centralizzazione dei meccanismi decisionali dell’amministrazione
Revisione delle strutture decentrate in chiave “funzionale” piuttosto che di articolazione di poteri decisionali.
Caratteristiche della seconda modalità
Rete come interlocutore sociale che supera i limiti che caratterizzano la singola istituzione scolastica:
limiti economici debolezza di:
• risorse• competenze
scientifiche tecnicheprofessionali
Quale ruolo per le reti
Strategia e strumenti per contrastare:
la loro “riduzione” istituzionale
la dispersione puntiforme
la condizione di subalternità al Ministero ed alle “sue” strutture.
• Cosa ha rappresentato e rappresenta la rete regionale AU.MI.RE.
• Quale modello ha interpretato
• Quale significato ha realizzato
• Quali sono le prospettive
Prospettive per LA RETE DELLE RETI
COORDINATE PER LA COSTRUZIONE della RETE DELLE RETI:
logica “reticolare”, interistituzionale, di ricerca, di protagonismo, di esperienza, di confronto, di interlocuzione
1^ coordinata La ricerca di “ ECONOMIA DI SCALA” che consenta alle reti di:
-esprimere livelli di “padronanza” di risorse umane e materiali, economiche ed organizzative
-“agire” un’identità ed una potenza di intervento riconosciuta in campo di ricerca e di sviluppo delle risorse umane (formazione, consulenza, ricerca)
-superare l’orientamento “puntiforme” e la pluralità dispersa di questi anni, senza sacrificarne l’istanza di protagonismo e socializzazione.
2^ coordinata
Scelte di configurazione giuridica appropriata / sussidiarietà e terzo settore: “associazioni professionali” “consorzi”, “fondazioni” “onlus” per ottenere tre presidii strategici:
1-Dare alla rete delle reti i criteri e gli strumenti di gestione (organizzativa ed economica) del Codice Civile, superando i vincoli formalistici del Diritto Amministrativo
2-Configurare le reti come soggetti (composti da enti pubblici) che operano nella società civile (in tema di istruzione e formazione), raccogliendo risorse da essa e “restituendo” forme di rendicontazione sociale che recuperino senso al valore della partecipazione dei cittadini
3-”Sganciare” la rete da logiche di asservimento
3^ coordinata
Dare attuazione concreta ad una affermazione di principio della Costituzione (art.117) che definendo la ripartizione dei poteri legislativi (Stato e Regioni) afferma un ruolo “istituzionale” (fatta salva..) all’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Consolidare e strutturare il “terzo interlocutore” (altrimenti “debole” tra soggetti “forti”) costituisce il senso profondo dell’impegno a qualificare le strutture di rete.
Istanze fondamentalidell’autonomia – delle reti
valorizzazione della cittadinanzamiglioramento della produttività della azione amministrativavicinanza ai cittadiniesercizio della funzione di partecipazione controllo
• In tema di istruzione, formazione e cultura, le Reti sono “ponte” tra società civile (interessi, impegni, bisogni, disponibilità individuali e collettive) e le istituzioni.
4^ coordinata
Assicurare protagonismo alle reti nel rapporto con il Ministero e la Pubblica Amministrazione in un dialogo capace di qualificare le reti stesse come soggetti da “tenere in conto”.
PROPOSTA
Le autonome esperienze di autoanalisi e autovalutazione presenti nelle reti qui convenute, possono/devono proporsi come risorse e ausilio per realizzare criticamente il processo e, con il conforto della ricerca e l’ applicazione sul campo, correggere il modello ed il protocollo interpretato e realizzato finora nella costruzione del SNV.
appropriazione della cultura della valutazione
In tale percorso, le reti di scuole in supporto alle istituzioni scolastiche esplorano il versante della “formazione” in diverse direzioni
LA FORMAZIONE
• Dare vita a formazione “mirata” su alcuni elementi di “debolezza diffusa” che sono emersi in questa fase (RAV - indicazione delle priorità - definizione del miglioramento). Se ne indicano ALCUNI temi:
• 1-Formazione ed addestramento alla lettura analitica e diagnostica degli esiti delle rilevazioni INVALSI e del rapporto corretto e pertinente tra la loro lettura diagnostica e la definizione di priorità e processi di miglioramento.
2-Esplorazione del campo relativo alle “competenze di cittadinanza” per ora deserto di indicatori e criteri di valutazione confrontabili a livello sistemico.
3-Interpretazione ed uso non deterministico dei modelli standardizzati di programmazione del miglioramento, riconducendo quest’ultimo alla sua leggibilità sociale e diffusa ed al valore fondamentale della sua rendicontabilità.
4-Anticipare la fase prevista nell’impianto del SNV, dedicata allo sviluppo della Rendicontazione Sociale, per ora lasciata sullo sfondo della tempistica e della definizione di strumenti.
• L’impegno è quello di rielaborare e consolidare ipotesi e “modelli”, anche sulla base di opportune sperimentazioni (già effettuate ed in atto ) in modo di alimentare con il supporto della ricerca sul campo il processo della definizione prevista di un “modello nazionale” e di contribuire ad ovviare ad un doppio rischio:
• La rendicontazione sociale interpretata dalle scuole in termini di adempimento . Rischio inevitabile, nel momento in cui tale impegno si trasmetta come “comando” dal centro alla periferia. In questo caso andando incontro ad una contraddizione esiziale proprio per il significato intrinseco del Bilancio Sociale
• La rendicontazione sociale interpretata semplicemente come “trasparenza e pubblicità” degli atti e delle realizzazioni.
Il rischio di una interpretazione riduttiva che è presente nella pratica amministrativa che trascura la necessità di rendere intellegibile, condivisa, significativa, finalizzata la comunicazione e interazione con i cittadini attraverso la costruzione di strumenti e procedure ad hoc, capaci di superare il formalismo spesso opaco degli “atti pubblici”.
Nella filosofia delle reti
La modalità e lo sviluppo di modelli appropriati di Rendicontazione Sociale rappresenta un elemento fondamentalmente “identitario”
La rete delle reti
Rrisorsa aggiuntiva per l’esplorazione dell’autonomia di ricerca e di innovazione,
• Interlocutore più forte e più riconosciuto da parte delle istituzioni
• Confronto di best practices • Scambio di professionalità e di esperti• Banca dati e di servizi