+ All Categories
Home > Documents > MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Date post: 20-Jan-2017
Category:
Upload: lythuy
View: 221 times
Download: 3 times
Share this document with a friend
15

Click here to load reader

Transcript
Page 1: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre1958Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 14, No. 2 (MARZO - APRILE 1959), pp. 99-112Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757056 .

Accessed: 15/06/2014 08:46

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

.

Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 2: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA 30 novembre - 18 dicembre 1958

(Relazione a cura del dott. Teobaldo Filesi(*)9 Capo dell9 Ufficio Studi dell9 Istituto Italiano per V Africa)

PREMESSA

L'Organizzazione di una Missione economica italiana nel- l'Africa Occidentale è. stata intrapresa dall'Istituto Italiano per l'Africa subito dopo il I Convegno sui Rapporti econo- mici col continente africano, tenuto presso la Fiera del Le- vante nel settembre 1957.

Avvalendosi della collaborazione accordatagli dal Ministero degli Affari Esteri e del concreto contributo del Ministero del Commercio con 1' Estero e dell' Istituto Nazionale per il Commercio Estero, Y Ente africanista predisponeva un programma di massima che trovava la sua formulazione de- finitiva in occasione del II Convegno sui Rapporti economici e commerciali col continente africano, svoltosi sempre presso la Fiera del Levante nei giorni 18 e 19 settembre 1958 e dedicato in particolare all'Africa Occidentale.

Il Convegno vedeva riuniti rappresentanti ufficiali ed ope- ratori italiani interessati alla Missione, e Delegazioni tecniche ad alto livello della Liberia, Ghana, Nigeria e Camerún me- ridionale. Lo scambio diretto di idee, di informazioni e di programmi fra italiani ed africani preparava il terreno più idoneo al lavoro che la Missione avrebbe svolto a poco più di due mesi di distanza nei Paesi sopracitati.

L'impostazione della Missione è stata concepita secondo una formula nuova, tale da conciliare quanto più possibile le esigenze dei vari settori economici. Accanto alla parte ufficiale (Ministero degli Affari Esteri, Ministero del Com- mercio con l'Estero, I.C.E., Confindustria, Istituto Italiano per l'Africa) e ai grandi gruppi industriali (Fiat, Eni, Italconsult, Elettroconsult, Finmeccanica, Impresit, Ansaldo, Necchi) han- no trovato così posto anche rappresentanti delle medie indu- strie, dei settori commerciali, del credito e dei trasporti.

La Missione ha lasciato Roma il 30 novembre su un qua- drimotore DC. 6B dell' Alitalia, appositamente noleggiato per tutta la durata del viaggio, ed è rientrata in Italia il 18 di- cembre dopo una sosta di tre giorni in Liberia, di quattro nel Ghana e di nove in Nigeria. La componevano 27 persone sotto la guida del Senatore Teresio Guglielmone, Presidente dell'Istituto Italiano per l'Africa.

Prima della partenza da Roma il Senatore Teresio Gu- glielmone è stato ricevuto in udienza dal Presidente della Repubblica e tutta la Missione è stata ricevuta dal Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri On. Fanfani e dal Ministro del Commercio con 1' Estero On. Colombo.

LIBERIA

DATI ESSENZIALI

La Liberia è una Repubblica indipendente e sovrana fon- data nel 1847 e retta di un Governo democratico. L'autorità e le funzioni sono divise fra i tre poteri, legislativo, esecu-

tivo e giudiziario. Il potere esecutivo è esercitato dal Presi- dente della Repubblica, quello legislativo da due Camere - Camera dei Rappresentanti (35 membri) e Senato (10 mem- bri) - e quello giudiziario da una Suprema Corte.

Superficie: 111.370 Kmq. Popolazione: valutata in 2 milioni circa. Stranieri: 1.500 circa europei ed americani; 2.000 circa liba-

nesi e siriani. Capitale: Monrovia (40 mila abitanti). Lingua ufficiale: inglese. Moneta corrente: dollaro U.S.A. con conii liberiani da 50,

25 e 10 cents. Pesi e misure: sistema britannico.

L'economia liberiana si basa essenzialmente sull'agricoltura e sulle risorse minerarie.

Fra i prodotti agricoli principali: la gomma (piantagioni della Firestone e della Goodrich) con una produzione di circa 80 milioni di libbre all'anno; piassava, cacao, caffè, legname. Fra i prodotti minerarii minerali di ferro ad alto tenore (già estratti dalla Liberia Mining Co. e in via di estrazione da parte della LAMCO), diamanti.

Scambi commerciali: 1956 1957 (migliaia di dollari U.S.A.)

Esportazioni 44,537 40,362 Importazioni 26,799 38,255

Saldi + 17,738 + 2,107

Tra le esportazioni figurano al primo posto la gomma (30,257 milioni di dollari nel 1956 e 27,457 nel 1957), i minerali di ferro (rispettivamente -8,140 milioni e 8,456 milioni), i diamanti (rispettivamente 2,436 e 2,656).

Tra le importazioni: macchinari e materiale da trasporto (6,455 milioni di dollari nel 1956 e 11,395 milioni nel 1957), tessili (rispettivamente 8,578 e 10,471), alimentari (rispettiva- mente 2,568 e 5,550) manufatti (rispettivamente 3,427 e 4,653).

Fra i Paesi fornitori della Liberia: Stati Uniti (16,700 mi- lioni di dollari nel 1956 e 19,222 nel 1957), Germania Occ. (rispettivamente 2,700 e 4,098), Gran Bretagna (rispettiva- mente 3,000 e 3,359), Olanda (rispettivamente 1,582 e 1,671), Giappone (rispettivamente 537 e 1,020).

Fra i Paesi importatori dalla Liberia: Stati Uniti (34,911 milioni di dollari nel 1956 e 30,830 nel 1957), Olanda (rispet- tivamente 2,188 e 2,911), Germania Occ. (rispettivamente 2,063 e 2,597), Gran Bretagna (rispettivamente 1,276 e 1,395), Belgio (rispettivamente 1,904 e 1,090).

Scambi con l'Italia: 1956 1957 (migliaia di dollari U.S.A.)

Esportaz. verso l'Italia .... 85,8 188,6 Importaz. dall'Italia .... 341,5 3.893,1

Saldi per la Liberia ... - 255,7 - 3.704,5

(*) Per questa relazione il compilatore si è avvalso anche di dati forniti da altri componenti della Missione, ai quali porge il suo ringraziamento,

99

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 3: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Le principali voci di esportazioni verso l'Italia riguardano: minerali di ferro, rottami di ghisa, ferro e acciaio, cacao. Quel- le dell'esportazione verso la Liberia: prodotti meccanici, natan- ti, tessili, alimentari.

L'Italia gode della clausola della nazione più favorita. Le importazioni sono libere. (*)

VISITA DELLA MISSIONE (1-3 DICEMBRE 1958)

La Missione economica italiana è giunta all'aeroporto di Robertsfield (Monrovia) nella tarda sera del 30 novembre, ri- cevuta dal Ministro dell'Agricoltura e Commercio, John W. Cooper, dall'Ambasciatore di Liberia a Roma, Nathan Barnes, e dall'Ambasciatore d' Italia a Monrovia, dott. Franco Montanari.

L'I dicembre la Missione ha reso visita al Segretario di Stato ed è stata poi ufficialmente ricevuta dal Presidente della Repubblica di Liberia.

Successivamente, presso il Palazzo del Museo, il Ministro dell'Agricoltura e Commercio ha pronunciato un discorso di orientamento sulle possibilità e sulle prospettive economiche offerte dalla Liberia, per lo sviluppo delle quali sarebbe gradita l'assistenza tecnica e la partecipazione italiana. Alla seduta era presente anche il Ministro dei lavori pubblici Thomas E. Bu- chanan.

Si è quindi avuto un ampio scambio di idee fra i rappre- sentanti liberiani ed i membri della Missione italiana, i quali, per ragioni di tempo e di funzionalità, si sono divisi in gruppi di lavoro, iniziando subito i contatti con i vari uffici gover- nativi competenti per ciascun settore.

Gruppo dei beni di consumo e durevoli

Questo gruppo ha svolto il suo lavoro con l'assistenza del Consigliere economico e finanziario, Dennis, del Direttore Ge- nerale della Corporazione del Credito per l'agricoltura e l'in- dustria, Parker, e dall'Addetto all'Ufficio del censimento e sta- tistica, Turay, ed ha avuto riunioni e contatti personali con operatori locali nelle giornate del 2 e 3 dicembre.

In questo settore si è potuto constatare che per quanto la Liberia si presenti, anche a causa della sua non rilevante po- polazione e del basso tenore di vita delle popolazioni dell'in- terno, come un mercato di scarso assorbimento, esiste una ten- denza all'incremento dei consumi come conseguenza dell'impulso dato in questi ultimi dieci anni allo sviluppo del Paese.

L'Italia è quivi rappresentata dalla TRADEVCO (Trade De- velopment Corporation), filiazione della Mediobanca di Milano e dalla LIGENCO (Liberian General Entreprise Co.), le quali svolgono un buon lavoro anche nel settore commerciale, quali rappresentanti della grande industria italiana.

Possibilità, sia pure molto limitate, di vendite dirette si pre- sentano per automobili, autocarri, frigoriferi industriali, pom- pe ed elettrodomestici. Le condizioni climatiche del Paese giu- stificano un consumo abbastanza rilevante di frigoriferi ad uso domestico e di condizionatori di aria, ma la concorrenza ameri- cana è qui intensissima. Si è constatata, tuttavia, una certa richiesta di frigoriferi funzionanti a petrolio che, a quanto pare, gli Stati Uniti non producono. Con l'introduzione del- l'impiego dei gas liquidi ad uso domestico, si è anche aperto un mercato per i fornelli a gas, la cui vendita dovrebbe però essere effettuata dalle stesse Case che distribuiscono i gas li- quidi. Per gli elettrodomestici va tenuto presente che la cor- rente elettrica viene erogata in Liberia a 110 Volts, 60 periodi. Favorevoli prospettive si presentano per i materiali da costru- zione e articoli igienico-sanitari.

Un certo interesse è stato mostrato per la fornitura di motori marini e di gruppi ausiliari per azionare gli im- pianti frigoriferi di bordo, nonché per i piccoli gruppi elettro- geni per azionare elettrodomestici e per Pilluminazione dei villaggi.

Non sono invece mai stati trattati dai nostri operatori taluni prodotti, per mancanza di notizie dirette del mercato locale e di relazioni dirette fra esportatori italiani e importatori libe- riani. Favorevoli prospettive si presenterebbero pertanto nel set- tore dei saponi, degli alimentari (farina, conserva di pomodoro

(*) Per notizie più dettagliate e dati statistici relativi alla Liberia si rimanda agli Atti del II Convegno di Bari (n. 5 della rivista "Africa"), alla Guida del Commercio Africano, 1958, edi- ta dall'Istituto Italiano per l'Africa, e alla relazione sulla Missio- ne in Liberia, Ghana e Nigeria, pubblicata a cura dell' Istituto stesso e della Confederazione Generale dell' Industria Italiana,

e pelati, pasta, legumi in scatola, carne in scatola, riso, sale). La pesca* attualmente esercitata dagli armatori italiani con buoni risultati (sia per quanto concerne il collocamento del pescato sul posto sia per la parte trasportata in Italia) presenta notevoli possibilità di sviluppo e potrebbe, con il necessario aiuto delle autorità locali, portare anche alla creazione di una industria per la lavorazione dei prodotti ittici in Monrovia.

Nel campo dei tessili, la Liberia importa quantità esigue di tessuti di cotone greggio. Nelle importazioni di tessuti in pezza predominano i tessuti stampati che vengono di preferenza im- portati in altezza di 48" e da 36" e in pezzette da 6 a 12 yards. I principali fornitori sono gli Stati Uniti, seguiti dal Giappone, Regno Unito e Olanda; di recente anche la Cina continentale si è presentata sul mercato con tessuti greggi di cotone a prezzi concorrenziali con quelli giapponesi, e gli stessi americani, a seguito della recessione economica, hanno offerto prodotti a prezzi non superiori a quelli giapponesi e cinesi. L'Italia non può reggere alla concorrenza per tali prodotti, e le uniche, limitate possibilità potrebbero essere quelle di for- nire articoli stampati su greggi importati in temporanea. Buone possibilità si presentano invece per i tessuti ricamati a mac- china (produzione del Gallaratese) e per i tessuti peluches. Nel campo dei tessuti di rayon e di fibre sintetiche la concorrenza giapponese e americana appare troppo forte.

Limitatamente a quello che può essere l'assorbimento del mercato liberiano, i nostri operatori hanno avuto richieste per scarpe da uomo e donna, reti da pesca, perle, ecc. Modesto l'assorbimento di insetticidi per uso domestico e non ancora conosciuto da parte dei nativi l'uso di fertilizzanti.

Naturalmente ogni possibilità in questi settori è subordinata ad una idonea organizzazione sul posto sia nella fase di avvia- mento che in quella di sviluppo, con personale idoneo fisso ed ispettivo coadiuvato eventualmente da elementi locali.

Gli operatori di questo gruppo, presenti nella missione, hanno potuto raccogliere elementi precisi di carattere normativo ed ambientale, e stabilire i necessari contatti ed intese per l'avvia- mento di iniziative in taluni settori e per la trattazione di af- fari immediati.

Gruppo delle materie prime tropicali

Questo gruppo ha svolto i suoi lavori con l'assistenza del Ministro dell'Agricoltura e Commercio, Cooper, dell'assistente segretario all'agricoltura, Dukuly, e dell'addetto all'Ufficio Fo- reste, Sayeh. Le possibilità forestali della Liberia risultano di notevolissima entità, ma di esse non si conosce ancora l'effet- tiva consistenza qualitativa e quantitativa. Esistono nove mi- lioni di acri coperti da foresta tropicale dei quali circa tre e mezzo controllati dall'apposito Ufficio Forestale. Le qualità di legname sono fatte ascendere a 150-200 qualità, tra le quali alcune varietà di mogano (« whismore », « red-cedar », « blak gum », « white mahogani »).

Il gruppo delle materie prime tropicali ha effettuato una ricognizione nelle foreste oltre le miniere di ferro di Borni Hills, visitando la segheria della Liberia Mining Co., il luogo di abbattimento delle piante, il piazzale di caricamento dei tronchi.

Gli operatori presenti hanno mostrato notevole interesse per lo sfruttamento di concessioni forestali e per la lavorazione sul posto del legname, anche in considerazione del fatto che, malgrado le ingenti disponibilità esistenti, la Liberia è costretta attualmente ad importare prodotti lavorati del legno dall'estero.

Gruppo grandi lavori e opere pubbliche in genere

Questo gruppo ha potuto giovarsi nei suoi contatti della guida del Ministro dei lavori Pubblici, Buchanan, e del Sotto- segretario Borland.

In questo settore si è potuto rilevare che il piano di svi- luppo della Liberia prevede una spesa annua di dieci milioni di dollari fino al 1962. Di questa somma circa la metà grava sul bilancio dello Stato e viene destinata al finanziamento di lavori edilizi (tre-quattro milioni di dollari), mentre il rima- nente si riferisce ai crediti concessi dalle ditte assegnatarie dei lavori.

Le ditte che attualmente operano nel settore stradale sono la Vianini Liberia Co., la Raymond Concrete Pile e la Le Tourneau, alle quali sono stati affidati i due principali tron- chi che dovrebbero costituire le nuove arterie stradali della Liberia.

100

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 4: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Oltre al contributo per le ricerche e l'assistenza tecnica dato dall' International Cooperation Administration degli Stati Uniti, la Liberia ha di recente ottenuto 2 prestiti pubblici americani, uno di 22,5 milioni di dollari dal Loan Development Fund ed uno di 15 milioni di dollari della Export Import Bank.

Il primo prestito, al 3,5% rimborsabile in 40 anni, è desti- nato in massima parte (18 milioni di dollari) a lavori pubblici e in particolare alla rete delle telecomunicazioni; il Governo Liberiano sta svolgendo gli opportuni passi per una elevazione della somma a 50 milioni di dollari.

Il prestito della Export Import Bank è destinato invece al programma delle costruzioni stradali e all'acquisto del macchi- nario (americano), occorrente a tale scopo.

Il Governo Liberiano ha inoltre contratto obbligazioni ver- so società estere per lavori pagati in via dilazionata, fino a 5-12 anni dal loro completamento, rilasciando proprie pro- missory notes, riscontabili in Svizzera, negli Stati Uniti, ecc.

La Legislazione liberiana prevede, in base ad un recente emendamento, l'intervento del Governo a garanzia di crediti ipotecari approvati dallo stesso: in caso di insolvenza il Di- partimento della Giustizia agisce per conto del creditore. La Banca di Monrovia dovrebbe costituire un fondo di 500 mila dollari per operazioni di questo tipo. Sembra che il Governo liberiano darebbe garanzia in questa forma, o anche garanzie dirette, per prestiti a medio e lungo termine da parte di istituzioni straniere.

Quanto prima dovrebbe essere costituito un apposito uffi- cio per l'amministrazione del piano di sviluppo, avente il compito di coordinare l'attività dei singoli Ministeri.

Le opere pubbliche sinora eseguite riguardano in primo luogo il settore delle strade e poi quello degli ospedali, scuole, ecc. E' stato quasi ultimato uno studio da parte della Stan- ley Engineering Company di Muscatine, Iowa U.S.A., per la determinazione del piano di produzione di energia idro e termoelettrica, che dovrebbe assicurare 20 mila Kw nel 1960 e 120 mila Kw nel 1970. Le gare di appalto per la costru- zione delle centrali necessarie alla realizzazione del program- ma dovrebbero essere bandite prossimamente.

Fra gli altri lavori da attuare a breve scadenza, sono pre- visti quelli relativi alle reti di acquedotti e fognature e a quelle delle telecomunicazioni (telefoni, telegrafi, ponti ra- dio, ecc), realizzabili, come s'è detto, con il prestito del Loan Development Fund.

Nel campo dei lavori portuali in corso di progettazione o di esecuzione sono da segnalare quelli dei porti di Monrovia, Harper e Sinoe, e quelli del nuovo porto di Lower Buchanan, la cui costruzione fa parte del piano della LAMGO. Il porto di Monrovia consiste attualmente di un bacino artificiale for- mato da due moli foranei che si spingono in mare per circa 1 miglio e mezzo e racchiudono un bacino di 750 acri; un molo di circa 700 metri può ospitare fino a quattro navi del tipo Liberty; i magazzini coperti sono lunghi 250 metri circa per 27 di larghezza. Il porto ha una buona funzionalità e traffico piuttosto intenso; è considerato uno fra i migliori della costa occidentale dell'Africa. I nuovi lavori, di prossima attuazione, porteranno all'allungamento dell'attuale banchina in modo da poter disporre di un nuovo posto di attracco per navi oceaniche di linea. La ferrovia della Liberia Mining Co. porta i minerali di ferro da Borni Hills direttamente al porto di Monrovia, dove una delle banchine è riservata al solo caricamento di essi.

I lavori dei porti Harper e di Sinoe, nella parte più a sud della costa liberiana, tendono a rendere ospitali due porti che fino ad oggi disponevano di- scarsa o di nessuna attrez- zatura.

Nel campo dei trasporti marittimi sono da segnalare taluni sondaggi, intesi a sollecitare il concorso dell'annatona italiana per la costituzione di Società di navigazione dirette a sgan- ciare il Paese dagli attuali monopoli. Iniziative del genere potrebbero, secondo i proponenti, realizzarsi accordando, quale garanzia, alla Società italiana impegnata, la completa gestione dell'impresa per 10 anni ed oltre, cioè fino al completo am- mortamento delle navi, e suddividendo poi gli utili sulla base del fifty and fifty.

Da circa 1 anno si è costituita in Liberia anche una com- pagnia mista liberiana-americana-svedese, la LAMGO, per lo sfruttamento e lo sviluppo delle risorse minerarie, in parti- colare dei minerali di ferro, nel distretto di Sanniquellie (pro- vincia centrale). La LAMGO sta per dare ora inizio alla co- struzione delle infrastnitture di base (una ferrovia di 200 mi- glia circa, una strada, un porto a Lower Buchanan, centrali elettriche, officine, case per operai, uffici, ecc.) per poter avviare poi, nel 1962-63, i veri e propri lavori di estrazione

di minerali di ferro, i cui quantitativi dovrebbero raggiungere i 4 milioni di tonnellate annue.

Per i soli lavori necessari alla creazione dei predetti ser- vizi ed impianti, la LAMGO ha in programma un investi- mento di 200 milioni di dollari. Gli appalti di tali lavori saranno assegnati a partire dall'estate 1959.

I membri della Missione compresi nel gruppo dei grandi lavori hanno effettuato una visita nella zona prendendo contatti con i dirigenti della LAMGO, i quali sono sembrati ben disposti ad una collaborazione italiana per la realizzazione di tali lavori.

Da parte delle autorità di Governo è stato anche segna- lato, per un evidente finanziamento, un progetto di costru- zione di case di abitazione a basso costo (3.000 dollari) che potrebbero interessare ditte italiane. La Missione ha prospet- tato l'idea di associare il progetto di costruzione di case ad un piano di assicurazione sulla vita.

Gruppo del Credito

Questo gruppo è stato guidato dal Consigliere economico e finanziario, Dennis, dal Presidente della Banca di Liberia, Horton, e da rappresentanti della TRADEVGO. Esso ha potuto constatare la situazione esistente in tale settore, nel quale opera, con buoni risultati, la sopracitata TRADEVCO.

Questa, oltre ad esercitare il servizio di Banca a breve termine, finanzia, pure a breve termine, gli imprenditori li- beriani di beni di consumo ed opera in collegamento con la Società Mercantile Internazionale - INTERSOMER - di Milano per l'esecuzione delle operazioni di esportazione. La TRADEVGO concede anche finanziamenti a medio ter- mine (fino a 5 anni) per l'esportazione di materiali italiani da costruzione e potrebbe prendere in esame altre richieste per nuove iniziative industriali italiane in Liberia.

Gli altri Istituti di Credito operanti in Liberia sono: La Bank of Monrovia (filiazione della First National City Bank of New York, costituita nel 1935) che oltre ad operare come banca commerciale, provvede al circolante della Liberia ed è depositada dei fondi governativi. Le sue operazioni sono a breve termine, salvo per la prevista gestione speciale, in rela- zione all'istituendo fondo per i crediti ipotecari, di cui si è detto sopra.

La Bank of Liberia Inc., costituita nel 1956, opera so- prattutto con clienti africani. Salvo una partecipazione pri- vata svizzera del 23%, i suoi azionisti sono liberiani. « Chair- man » della Banca è il Vice Presidente della Liberia Mr. Tolbert. Presidente Mr. Horton, vice consigliere finanziario del Governo.

La International Trust Co. of Liberia, costituita nel 1948, amministra il registro navale per le navi battenti bandiera liberiana, oltre a svolgere attività assicurative e servizi bancari (per trasferimenti di valuta, rilascio di travellers checks, ecc).

Non avendo una propria moneta distinta, la Liberia non è membro del Fondo Monetario Internazionale, né quindi della Banca Mondiale.

Agevolazioni fiscali. Non vi sono norme organiche che regolino l'impianto di industrie da parte di stranieri in Li- beria. La materia viene trattata caso per caso dalle compe- tenti Autorità liberiane e una volta conclusi gli accordi, que- sti otterranno la sanzione del Presidente della Repubblica, previa approvazione del Parlamento. Iniziative di carattere industriale sono in genere incoraggiate dal Governo locale. E' possibile ottenere l'esenzione parziale o totale dai dazi do- ganali per macchinari importati e l'impegno del Governo liberiano per l'imposizione di un eventuale dazio doganale protettivo a favore dei prodotti fabbricati in loco.

Attività degli italiani presenti in Liberia

Secondo dati raccolti sul posto ed accuratamente control- lati, gli italiani presenti in Liberia alla fine del 1958 am- montano a 180 circa, ivi compresi una trentina che eserci- tano l'attività della pesca nelle acque liberiane e che non sono registrati a terra. Questi nostri connazionali operano in diversi settori, da quello dell'industria delle costruzioni a quello del credito, del commercio, della pesca, delle libere professioni e dell'impiego presso uffici governativi o privati. La loro posizione è moralmente e materialmente molto sod- disfacente; essi sono molto apprezzati anche negli ambienti ufficiali e il loro lavoro ben remunerato.

101

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 5: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Neì campo del credito, opera, dal 1955, la già citata . TRADEVGO che ha anche una sezione commerciale attra- verso la quale è stato possibile introdurre nel Paese buoni quantitativi di prodotti italiani. La TRADEVGO è anche agente del Lloyd Triestino e rappresentante o corrispondente di aziende italiane. Il suo lavoro si è rilevato fino ad oggi molto utile agli interessi italiani e bene accetto a quelli libe- riani. Anche la LIGENCO (Liberian General Enterprise Co.) impiantatasi a Monrovia nel 1953 svolge attività di rappre- sentanza commerciale per conto delle maggiori aziende in- dustriali italiane (Fiat, Olivetti, Necchi, Montecatini, Pi- relli, Saffa, Bigi-Chianti, ecc); metà del capitale della LI- GENGO stava però passando, al momento della visita della Missione, dalle mani dell'italiano Isola in quelle dell'italo- americano Trombetta.

Nel campo degli alimentari e della panificazione si può dire che le ditte italiane Sartori (Supermarket) e Galabrò de- tengano il monopolio nella capitale liberiana con ben attrez- zati empori di vendita. Con buoni risultati svolgono la loro attività anche due Società esercitanti la pesca nelle acque liberiane con motopescherecci ed equipaggi italiani; la Me- surado Fishing Co. e la Liberia Fishing Co., i cui prodotti vengono consumati sul mercato locale e trasportati in parte anche su quello italiano.

Nel settore delle costruzioni con strutture di ferro prefab- bricate opera l'impresa Giraudo che ha già eseguito nume- rosi lavori di montaggio di capannoni industriali e ponti di ferro. Di maggior rilievo, comunque, l'attività svolta da im- prese italiane nel campo delle costruzioni edili e stradali. La VIANINI-LIBERIA, fornita di una solidissima struttura tec- nica, finanziaria e organizzativa è oggi, forse, la più impor- tante fra le ditte straniere impegnate in tale settore. Stabi- litasi in Liberia nel 1953, essa ha eseguito, per conto del Governo, importanti opere edili e stradali, sia a Monrovia che nell'interno ed è attualmente impegnata nella costruzione di una della arterie stradali (Tappita - Cape Palmas) destinata ad aprire la parte orientale del paese ai traffici ed agli scambi con la costa. Alle sue dipendenze lavorano oltre una trentina di italiani, tecnici e specialisti. Nel 1956 anche la LISCO (Liberian Industriai & Structural Co.), impresa di costruzioni edili, già affidata alla Fincosit di Genova, è stata incorporata dalla Vianini. Alla LISCO si deve la costru- zione di molti edifici pubblici a Cape Palmas e soprattutto a Monrovia: l'intero quartiere residenziale di Mamba Point e la stessa sede dell'Ambasciata d'Italia sono stati costruiti da questa ditta. Un'altra impresa di costruzioni che stabilitasi a Monrovia agli inizi del 1958 ha saputo immediatamente affermarsi ed è oggi in rapido, progressivo sviluppo, è l'im- presa Franco BUCCIMAZZA. Da una visita ai suoi cantieri, dove sono impiegati una ventina di italiani, è facile e confor- tante rilevare la capacità organizzativa e lo spirito di intrapren- denza che anima questi nostri connazionali. Una delle caratte- ristiche della BUCCIMAZZA è quella di procedere in parte alla fabbricazione sul posto dei materiali occorrenti e di impor- tare per il rimanente materiali esclusivamente italiani, impo- nendo nella struttura e nell'estetica delle costruzioni edili il gusto italiano.

La presenza degli italiani si estende anche al campo dei funzionari governativi, dei professionisti (medici, tecnici, ecc.) e delle imprese straniere (Liberia Mining Co., ecc).

Nel settore dei traffici marittimi la bandiera italiana è ben rappresentata: nel 1957 hanno toccato le coste liberiane, e in particolare il porto di Monrovia, 92 unità per un ton- nellaggio netto di 351.155 tonn, e un carico di 761.381 tonn.

Conclusioni

La visita della Missione economica italiana in Liberia si è svolta in un clima di grande cordialità e di spontaneo inco- raggiamento e vero interesse da parte delle massime autorità di Governo, degli ambienti economici e della stampa locale.

Frequenti sono stati i contatti con lo stesso Presidente della Repubblica, Tubman, con il Vice Presidente, Tolbert, e con vari Ministri. Questi contatti e questa cordiale intesa hanno avuto la loro conclusione ufficiale nella firma di una dichiarazione congiunta del Governo della Repubblica di Li- beria e della Missione economica italiana, con la quale il Governo liberiano accetta la cooperazione tecnica ed econo- mica italiana, attraverso gli Enti e Società appropriati, nei settori di maggiore interesse per lo sviluppo del Paese (al- legato A).

L'impressione ricevuta dalla Missione è stata nel suo com-

102

plesso favorevole, essendosi riscontrate le premesse di ef- fettivo sviluppo di un Paese che, per quanto piccolo, deve ancora in gran parte crearsi le infrastrutture di base, elevare grandemente il tenore di vita delle popolazioni native e met- tere a valore le risorse naturali che esso possiede e delle quali non è stata ancora fatta una sia pure approssimativa ricognizione.

La Missione ha lasciato la Liberia ripartendo dall'aero- porto di Robertsfield alle ore 8,30 del 4 dicembre, accom- pagnata dall'Ambasciatore d' Italia a Monrovia, Montanari, reggente anche la Legazione di Accra.

A salutare la Missione erano il Ministro dell'Agricoltura e Commercio, Cooper, e l'Ambasciatore di Liberia a Roma, Barnes.

GHANA

DATI ESSENZIALI

II Ghana è Stato indipendente, nell'ambito del Common- wealth britannico, dal 6 marzo 1957. Di esso fa parte an- ch^ il Togoland, già sotto mandato fiduciario britannico«

Superficie: 237.248 Kmq. Popolazione: 5.200.000 abitanti circa, dei quali 13.000 non

africani (europei 6.000 circa). Capitale: Accra (136.000 abitanti). Lingua ufficiale : inglese. Moneta corrente: sterlina del Ghana (= 1 sterlina inglese). Pesi e misure: sistema britannico.

L3 economia del Ghana si basa per ora quasi esclusivamente sull'agricoltura e in particolare sulla coltura del cacao (pro- duzione media annua di 240.000 tonnellate), altri pro- dotti agricoli: legname, caffè, semi di palma, arachidi, copra. Le risorse minerarie sono costituite da oro, diamanti, bauxite, manganese.

Scambi commerciali: 1956 1957 (in milioni di sterline)

Importazioni . . . . . . 88,8 96,6 Esportazioni ...... 86,5 91,6

Saldi - 2,3 - 5,0

Tra le esportazioni figurano al primo posto il cacao (52,97 milioni di sterline nel 1956 e 50,87 nel 1957), legname (rispet- tivamente 9,3 milioni e 9,9 milioni), bauxite e manganese (ri- spettivamente 7,3 milioni e 10 milioni), diamanti (rispettiva- mente 7,9 milioni e 8,9 milioni).

Tra le importazioni: manufatti (52,6 milioni di sterline nel 1956 e 34,4 nel 1957), alimentari (rispettivamente 14,1 milioni e 17,4 milioni), macchinari e mezzi di trasporto (rispettiva- mente 17,1 milioni e 8,7 milioni), prodotti chimici (rispettiva- mente 6,2 milioni e 7,1 milioni).

Fra i Paesi fornitori del Ghana: Gran Bretagna (41,6 mi- lioni di sterline nel 1956 e 40,7 nel 1957), Giappone (rispet- tivamente 8,9 milioni e 10,3 milioni), Paesi Bassi (rispettiva- mente 7,3 milioni e 7,9 milioni), Germania Occ. (rispettiva- mente 4,5 milioni e 5,3 milioni), Stati Uniti (rispettivamente 3,3 milioni e 4,6 milioni).

Fra i Paesi importatori dal Ghana: Gran Bretagna (22,2 mi- lioni di sterline nel 1956 e 34,1 nel 1957), Stati Uniti (rispettivamente 15,9 milioni e 14,4 milioni), Germania Occ. (rispettivamente 14,1 milioni e 11,4 milioni), Paesi Bassi (ri- spettivamente 9,6 milioni e 9 milioni), Russia (rispettivamen- te 2 milioni e 6,2 milioni).

Scambi con Vitalia: 1956 1957 (migliaia di sterline)

Esportazione verso l'Italia . . . 2.474 3.834 Importazione dall'Italia .... 2.032 1.847

Saldo per il Ghana . . . . + 442 + 1.987

Le principali voci di esportazione verso l'Italia .riguardano: cacao, legnami, rottami ferrosi e non ferrosi. Quelle dell'espor-

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 6: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

razione verso il Ghana: conserve di pomodoro e pelati, oggetti cuciti e passamanerie, pneumatici, autoveicoli, prodotti petro- liferi. Non esiste accordo commerciale né accordo di pagamenti con l'Italia. (*)

VISITA DELLA MISSIONE (4-8 DICEMBRE 1958)

La Missione Economica Italiana è giunta all'aeroporto di Accra alle ore 12,30 del 4 dicembre, ricevuta dal Ministro de- gli Affari Esteri, Kojo Botsio, e dal Ministro del Commercio e dell' Industria, P. K. K. Quaidoo.

Nel pomeriggio la Missione ha avuto una prima riunione nella vecchia sala delle conferenze del Primo Ministro, nel corso della quale il Ministro Quaidoo ha presentato agli ospiti la situazione e le prospettive economiche del Ghana accennando inoltre ai timori che l'entrata in funzione del Mercato Comune solleva nel Ghana soprattutto per l'esportazione del cacao, pro- dotto base della economia del Paese. Il Capo della Missione italiana ha dato chiarimenti ed assicurazioni al riguardo.

Anche qui, come nella Liberia, la Missione è stata divisa in gruppi di lavoro, i quali contemporaneamente hanno preso contatto con i Ministeri, Uffici ed Enti competenti.

Gruppo dei beni di consumo e durevoli

Questo gruppo ha avuto riunioni presso la Camera di Com- mercio del Ghana, presente il Vice Presidente, W. A. Wiafe (in assenza del Presidente Osei Bonsu, recatosi al Cairo per la conferenza economica afro-asiatica), con il Presidente delle Ca- mere di Commercio di Accra e della Provincia Orientale, P. Fitz-Gerald, e con gli operatori di Accra. Da questi contatti, dagli elementi raccolti e da un studio del mercato locale, si è potuto rilevare che il Ghana costituisce senza dubbio un mer- cato in espansione particolarmente interessante per l'Italia. La nostra posizione commerciale è al presente poco rilevante a causa della mancanza di una organizzazione commerciale di- retta. Unico tramite di vendita di un certo rilievo di nostri prodotti è la ditta greca Leventis, che ha la rappresentanza della Fiat, della Olivetti e della Innocenti. Con essa sono stati conclusi accordi, in occasione della visita della Missione, per la rappresentanza della Necchi.

In genere il mercato dei beni di consumo e durevoli è monopolizzato da Case inglesi (Commonwealth Trust Ltd; Uni- ted Africa of Ghana, Ltd; John Holt & Co. Ltd; G. B. Olli- vant Ltd.), francesi (Compagnie Française de l'Afrique; Société Commerciale de l'Ouest Africain), svizzere (Swiss African Tra- ding Co. Ltd.; Union Trading Co. Ltd.), greche (A. G. Le- ventis), libanesi (Edward Nassar & Co. Ltd.), miste (Paterson, Zochonis Co. Ltd) che trattano tutte le linee commerciali ap- provvigionandosi dalle rispettive Case madri e vendendo anche al dettaglio in propri « department stores ».

Dai contatti e dallo scambio di idee con i dirigenti di queste grosse Case è risultato che ben poco affidamento si può fare su tali canali per vendite di prodotti italiani e che le sole soluzioni possibili potrebbero trovarsi o nell'avviamento di rap- porti commerciali diretti con ditte ed operatori ghanaensi (cosa questa che presenta d'altra parte considerevoli difficoltà sia per la scarsezza d'uomini d'affari che per le loro limitate dispo- nibilità finanziarie) o, soluzione indubbiamente più idonea, nella creazione sul posto di una organizzazione commerciale italiana sul tipo di quelle inglesi, svizzere e francesi.

Appunto alla scopo di precostituire per l'intanto una base atta ad agevolare i rapporti fra operatori italiani e ghanaensi, è stato firmato dalla Missione, durante la permanenza ad Accra, un impegno con la Camera di Commercio del Ghana per la costituzione di una Camera di Commercio mista italo- ghanaense con sede a Roma, presso 1' Istituto Italiano per l'A- frica e ad Accra presso il Ghana Bank Building.

Attualmente il Ghana è costretto ad importare gran parte dei beni di consumo e durevoli dall'estero e determinato pro- posito del Governo è di favorire l'istallazione di medi e piccoli complessi industriali per la produzione sul posto di tali beni (industrie « pioniere »). Queste prospettive sono state esami-

(♦) Per notizie più dettagliate e dati statistici relativi al Ghana si rimanda agli Atti del II Convegno di Bari (n. 5 della rivista «Africa»), alla Guida del Commercio africano, Ed. 1958, edita dal- l'Istituto Italiano per l'Africa e alla relazione sulla Missione in Liberia, Ghana e Nigeria, pubblicata a cura dell'Istituto stesso e della Confederazione Generale dell'Industria Italiana.

nate con interesse da alcuni degli operatori presenti nella Mis- sione, che hanno già avviato trattative, suscettibili di concreti sviluppi a breve scadenza.

Si è avuta intanto, da parte del Ministero dei Lavori Pub- blici, una richiesta abbastanza consistente di fornitura di pic- coli gruppi elettrogeni per illuminazione, capaci di azionare anche elettrodomestici ed apparecchi radio. Esistono anche pos- sibilità, subordinate alle decisioni che al riguardo saranno adot- tate dagli organi competenti, di forniture per V attrezzatura di gruaggio del porto di Tema, e di forniture nel settore ferro- viario e di motori Diesel per motopescherecci. Moderate pro- spettive di vendita diretta si presentano per automobili, auto- carri, frigoriferi industriali, pompe, motori elettrici. Per gli elettrodomestici valgono le stesse considerazioni formulate per la Liberia, con la sola variante delle maggiori possibilità di assorbimento da parte del mercato del Ghana.

Nel settore degli alimentari potrebbe aversi un incremento nelle nostre esportazioni di conserve di pomodoro, legumi, car- ne in scatola, farina di frumento. Il Ghana ha importato nel 1957 circa 80 mila tonnellate di farina, per un valore di 2 mi- lioni di sterline principalmente dagli Stati Uniti e dal Canada, a prezzi superiori a quelli che potrebbero essere praticati dal- l'Italia.

Buone prospettive di introduzione nel mercato locale si pre- sentano per i materiali da costruzione (mattonelle, piastrelle, mosaici, laminati plastici, rubinetterie, rotture di marmo, im- pianti igienico-sanitari, ecc.) in considerazione del ritmo intenso impresso all'edilizia. V'è anche una notevole richiesta di scarpe per uomo o per donna, di reti da pesca, ferramenta, perle, ecc. I fertilizzanti vengono usati finora in quantità modeste (fosfati); più intenso invece l'uso di insetticidi per uso agricolo (BHC fornito quasi esclusivamente dalla I.C.I, inglese per combattere i parassiti del cacao) e per uso domestico (Flit della Shell inglese). Di quelli per uso domestico anche l'Italia potrebbe essere buona fornitrice, per quanto si presenti ora minacciosa la concorrenza tedesca.

Nel campo dei prodotti tessili il Ghana, come la Liberia, im- porta soprattutto tessuti stampati, seguiti dai tessuti tinti, in pezza e in filo; in quantitativi minori tessuti greggi e candeg- giati. Dal 1956 le importazioni di tessuti greggi e candeggiati, di cotone e di fiocco artificiale, sono esenti da dazio, mentre i tessuti stampati e tinti sono soggetti ad un dazio di 6d per yarda quadrata o 20% ad valorem (viene applicata la tariffa più elevata). Ciò ha portato ad un aumento sensibile, negli ultimi due anni, delle importazioni dei tessuti greggi e can- deggiati.

Anche qui, come negli altri Paesi dell'Africa Occidentale, l'Italia si trova a combattere contro la quasi imbattibile con- correnza giapponese, basata su prezzi bassissimi e su una abi- lissima organizzazione. Buone possibilità, suscettibili di incre- mento, si presentano invece per i tessuti ricamati a macchina e per i tessuti peluches che già l'Italia fornisce regolarmente. Per quanto riguarda i filati, le possibilità sono limitate ai cu- cirini, che vengono normalmente importati dall'Inghilterra, e alle tortiglie per la fabbricazione di reti da pesca. Un piccolo traf- fico di tortiglie con l'Italia esiste già, ma potrebbe essere ampliato.

Occorre, ovviamente, ripetere che ogni incremento delle no- stre esportazioni ed ogni affermazione dei nostri prodotti dipen- derà dalla organizzazione e dalle iniziative che potranno rea- lizzarsi sul posto. Gli operatori interessati al settore dei beni di consumo e durevoli hanno potuto raccogliere in loco tutti gli elementi loro necessari, avviare intese concrete per l'im- pianto di talune attività e concludere, in qualche caso, affari immediati.

Gruppo delle materie prime tropicali

Gli acquisti dei prodotti agricoli principali e le loro esporta- zioni vengono effettuate tramite il Cocoa Marketing Board per il cacao e tramite l'Agricultural Produce Marketing Board per gli altri prodotti (semi di palma, copra, caffè). La ven- dita sui mercati esteri di tali prodotti viene effettuata dalla Ghana Cocoa Marketing Co. Ltd., 5 Buckingham Gate, Lon- don S.W.I. In questo campo i nostri operatori hanno dovuto pertanto limitarsi alla raccolta di notizie e di documentazione ed ai contatti con gli Uffici competenti; in questi sono stati assistiti dal Direttore Generale dell' Agricultural Development Corporation, Mc' Mullan, e dal Presidente del Cocoa Mar- keting Board, Imoru Egala. E' stato anche visitato il centro di produzione del cacao di Tafo, 60 miglia circa a nord di Accra.

103

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 7: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Interessante, per le ingenti riserve disponibili, il settore fo- restale, nel quale si offrirebbero buone prospettive che sono state accuratamente esaminate dagli operatori interessati a questo prodotto, anche attraverso una ricognizione nella zona e al porto di Takoradi, ove avviene l'imbarco del legname per l'esportazione. Naturalmente, trattandosi di un prodotto povero, le prospettive di un'attività in questo campo sono an- che subordinate al reperimento di noli adeguati, per il tra- sporto in Italia.

Gruppo dei grandi lavori, dei lavori pubblici e delle iniziative industriali

Questo gruppo ha potuto giovarsi nei suoi contatti dell'as- sistenza del Ministro dei Lavori pubblici, E. K. Bensah, del Presidente dell'Industriai Development Corporation, Ayeh-Kumi, del Ministro degli alloggi, A. E. Inkumsah, del Ministro del- le Comunicazioni K. Edusei e dei rispettivi funzionari.

La particolare denominazione data a questo gruppo della Missione trova la sua giustificazione nell'orientamento imposto dal Governo del Ghana al secondo Piano di Sviluppo. (Il primo Piano di Sviluppo che avrebbe dovuto coprire il pe- riodo aprile 1951 - giugno 1956, fu poi prorogato fino al giugno 1957 e successivamente di due altri anni). Il secondo Piano di Sviluppo dovrebbe prendere il via col Io luglio 1959. Il suo schema già accettato in linea di massima dal Consi- glio dei Ministri e dell'Industriai Development Corporation (ente governativo creato nel 1947 con lo scopo di promuo- vere la creazione di aziende industriali ed artigianali locali), sarà pronto fra un paio di mesi nella sua redazione defini- tiva. Dalle informazioni raccolte negli ambienti ufficiali il Piano mirerà soprattutto a dare un deciso impulso allo svi- luppo industriale del Ghana. Questo sviluppo dovrebbe con- seguirsi secondo particolari criteri che classificano i progetti e le iniziative in tre categorie: a) progetti che il Governo intende realizzare da solo, come quelli relativi ai pubblici ser- vizi; b) industrie nelle quali potrà aversi la cooperazione fra Governo e imprenditori privati; e) iniziative che saranno in- teramente lasciate all'imprenditoria privata.

Le spese per il secondo Piano di sviluppo si aggirerebbero sui 100 milioni di sterline, per cinque anni; di questi 22 sa- rebbero dedicati alle comunicazioni, 12 ai lavori pubblici, 12 all'industria, 10 alle risorse naturali, 4 alle case di abitazione e il rimanente ai servizi sociali (*).

Le opere pubbliche di cui alla categoria a) sono, in ge- nere eseguite col sistema dei lavori in economia, affidati al Public Works Department; a questa regola fanno, natural- mente, eccezione quei lavori che presentando particolari ca- ratteristiche tecniche richiedono l'intervento di ditte specializ- zate iscritte in due elenchi distinti a seconda che si tratti di ditte locali o straniere. Il Ministro dei Lavori Pubblici ve- drebbe con favore la iscrizione di altre ditte italiane in ag- giunta a quelle che già con successo operano nel Paese (alle- gato B). Le domande dovranno essere accompagnate dai neces- sari elementi d'ordine tecnico, organizzativo e finanziario.

Il Governo del Ghana sarebbe disposto ad offrire parti- colari agevolazioni di carattere fiscale ed assistenza a quegli imprenditori, locali e stranieri, che intendessero impiantare nel Paese industrie comprese fra quelle cosiddette « pioniere » cioè necessarie per soddisfare il fabbisogno della popolazione evitando di fare ricorso per intero alle importazioni dall'e- sterno. Fra queste industrie sono esplicitamente indicate le seguenti: scatolame, olio grezzo e raffinato, biscotti, cemento e suoi sottoprodotti, dolciumi, laterizi, fertilizzanti e sotto- prodotti, scarpe e stivali, prodotti di cuoio, fiammiferi, os- sigeno e acetilene, chiodi, viti e ferramenta in genere, car- ta, tabacchi, saponi, molitorie per farina e sottoprodotti, apparecchi radio, macchinari e strutture di ferro, articoli da toilette e casalinghi, materiale elettrico, refrigeratori e frigo- riferi, rivestimenti per pavimenti, scale, bagni, ecc, vetrerie, sale, materiali di plastica, amido, elementi prefabbricati in cemento, ecc.

Per i grandi lavori, infine, il Governo del Ghana solle- cita da un lato la partecipazione del capitale straniero e dal- l'altro l'intervento di imprese specializzate, necessariamente straniere. Fra i grandi lavori in corso i membri della Mis-

(*) In realtà la cifra complessiva degli stanziamenti per il Piano quinquennale, annunciata nei primi giorni del marzo 1959, è risul- tata enormemente superiore: 350 milioni circa di sterline, dei quali 250 considerati investimenti ordinar! e 100 straordinari, per il settore idrico.

104

sione hanno visitato nella mattina del 6 dicembre quelli del porto di Tema, accompagnati dal Presidente della Corpora- zione per lo sviluppo della città di Tema, Tsibu Darku, e da funzionari della Corporazione stessa e del Ministero delle Comunicazioni.

I lavori del porto, che sorge a 17 miglia ad est di Accra, sono iniziati nel 1952 e dovrebbero avere termine entro il 1960. Il progetto per lo sviluppo della città di Tema comprende:

a) il porto propriamente detto; b) la zona industriale; e) la città.

a) I lavori del porto sono stati affidati nel 1954 alla ditta inglese Parkinson Howard & Co. per un ammontare di 16 milioni di sterline, ivi inclusi i lavori della rete ferro- viaria, strade ed acquedotto. Il porto di Tema verrà chiuso da due dighe foranee, una della lunghezza di un miglio e mezzo, che corre verso nord, e l'altra di un miglio, che guarda a sud. Il molo, già ultimato, dispone di quattro at- tracchi e quattro capannoni, di cui uno attrezzato nella parte superiore a stazione marittima, completo di tutti i ser- vizi inerenti al movimento passeggeri (dogana, ecc). Detti capannoni della capacità di 2.500 tonn, ciascuno, per circa 700 mila piedi cubi di volume, serviranno esclusivamente al movimento del carico generale, mentre altri due capannoni, della capacità di 15 mila tonn, ciascuno, saranno usati esclu- sivamente per l'immagazzinamento del cacao in attesa di im- barco. Il porto non è attrezzato di gru, e la soluzione del problema della manipolazione della mercé con mezzi di bordo o gru di terra è tuttora in discussione. Sulla diga sud è stato sistemato un posto di attracco per petroliere, con un fondale di tredici metri circa; il carburante sarà convogliato, a mezzo tubatura, direttamente ai depositi che sorgeranno nella zona industriale. Sono pure in fase di ultimazione due bacini di carenaggio per rimorchiatori e navi costiere di pic- colo tonnellaggio. E' prevista la costruzione, nei prossimi anni, di un altro molo, ed è pure in progetto un ulteriore sviluppo delle banchine fino a permettere l'attracco di 22 navi. Que- st'ultimo progetto è però subordinato alla realizzazione di quello per lo sbarramento del fiume Volta.

II porto è amministrato da un Ente autonomo, i cui mem- bri sono nominati dal Governo; ne fanno parte anche tre rappresentanti del Parlamento. Il porto godrà di un regime speciale di zona franca e l'apertura ufficiale di esso è prevista per il Io gennaio 1961. Con l'apertura di esso tutto il traffico marittimo di Accra (dove lo sbarco viene effettuato su chiat- te dalle navi ancorate in rada) verrà convogliato su Tema, ad eccezione dello sbarco del cemento.

b) La zona industriale, adiacente al porto, dovrebbe com- prendere una centrale termo-elettrica capace di assicurare una potenza totale installata di 105 mila Kw, (il costo del lavoro è previsto in 9 milioni di sterline, e la gara dei primi tre gruppi da 15 mila Kw ciascuno, doveva essere bandita nel gennaio scorso); un complesso per depositi di carburante, una fabbrica di lamiere ondulate di alluminio, un frigorifero per conserve alimentari (pesci, ecc).

e) La città che dovrebbe sorgere quanto prima, in con- seguenza della costruzione del porto e della zona industriale, consisterebbe di quartieri moderni di abitazione, capaci di accogliere in un primo tempo 40 mila persone e successiva- mente fino a 80 mila.

L'Housing Committee del Ghana ha redatto un programma per la costruzione di case popolari (nel cui quadro dovrebbe essere compreso anche il nuovo centro urbano di Tema) che potrebbe interessare le Imprese italiane di costruzione. Per la realizzazione del programma, il Governo del Ghana accetta, infatti, finanziamenti da parte di ditte straniere fino a 5 milioni di sterline, rimborsabili in un intervallo da quattro a dieci anni, a seconda dell'entità della somma prestata, con il paga- mento degli interessi del 5% ed eventuale garanzia da parte del Governo locale.

Il progetto più importante del Ghana resta naturalmente quello della grande diga e centrale elettrica sul fiume Volta, presso Ajena. Il gruppo dei grandi lavori ha effettuato una ricognizione sul posto, accolto e accompagnato dall'Ing. T. D. Casey, Consultant della William Halcrow & Parteners, il quale ha fornito agli ospiti le necessarie informazioni tecniche. Due sono i punti attualmente allo studio per la costruzione della Diga: il primo scelto a suo tempo dagli inglesi, il se- condo, due miglia più a valle, indicato recentemente dagli americani; i due punti sono già stati disboscati e saggiati sulle opposte rive. Nella località indicata dagli americani, il fiume

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 8: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

ha una larghezza di 1100 piedi e la diga dovrebbe misurare 2000 piedi di lunghezza nella parte superiore. Il fiume è in questa località, molto profondo (120 piedi) sulla sponda sini- stra, il che pone taluni problemi tecnici di una certa difficoltà, fra i quali quello di una costruzione assai rapida, fra una piena e l'altra. La centrale sorgerebbe in una piccola insenatura sul lato destro, cioè in quello meno profondo. La caduta di acqua per la centrale sarebbe di 220 piedi. Nel periodo di massima piena il fiume ha una portata di 300 mila piedi cubi al secondo che, nel periodo di magra, scende invece a 15 mila; la media annua è di circa 38 mila piedi cubi al secondo.

Nella località scelta dagli inglesi il fiume è più largo con una piccola isola al centro che verrebbe incorporata nella diga. A differenza della località indicata dagli americani qui il fiume è molto più largo sulla destra (80 piedi di profondità) che non sulla sinistra, dove nei periodi di secca il fondo è quasi affio- rante. La realizzazione del progetto si presenta più facile, ma di mole assai maggiore. La centrale sorgerebbe su una collina a duecento metri dalla sponda sinistra, di fronte alla piccola isola. La diga risulterebbe alta 190 piedi nella parte supe- riore.

La durata del lavoro nell'uno e nell'altro caso è prevista in 5 anni. La costruzione dalla diga porterebbe alla formazione di un invaso di circa 3500 miglia quadrate di superficie. La produzione di energia elettrica dovrebbe raggiungere, nella fase finale, le 600.000 Kw.

Si attendono per i mesi di febbraio-marzo le conclusioni del gruppo di tecnici americani della Società Kaiser, incaricata dal Governo del Ghana di effettuare una, nuova progettazione. Que- sta dovrebbe anche decidere circa la economicità o meno della produzione di energia elettrica, destinata allo sfruttamento dei giacimenti di bauxite e quindi alla produzione di alluminio.

L'originario progetto inglese, nella ultima redazione, preve- deva una spesa complessiva di 156 milioni di sterline per la realizzazione della diga, della centrale, delle fonderie, delle abitazioni per operai, ospedali, scuole, opere di rimboschimento. Eliminando le attrezzature connesse allo sfruttamento della bauxite e le altre « voci di lusso », la spesa per i lavori di ingegneria riferibili alla costruzione della sola diga e centrale termo-elettrica è stata calcolata in 65 milioni di sterline. E' da ritenere che questo sia il progetto che finirà per realiz- zarsi, sempre che sia possibile reperire i capitali necessari.

Gruppo del Credito

Questo gruppo ha avuto contatti con i competenti Uffici ministeriali, ha effettuato visite preordinate alla Barclays Bank ed alla Bank of West Africa Ltd., ed ha avuto scambi di idee con operatori stranieri e locali. Esso ha potuto raccogliere gli elementi desiderati e prendere conoscenza dell'organizzazione esistente.

Il sistema bancario del Ghana è costituito dalla Banca Cen- trale (Bank of Ghana), dalle filiali di due banche inglesi, Bar- clays Bank D.C.O. e Bank of West Africa Ltd., e dalla Ghana Commerciai Bank, di proprietà del Governo.

Costituita nel 1957, la Bank of Ghana emette dal 14 lu- glio 1958 una propria moneta, convertibile alla pari in sterline britanniche. La nuova moneta, la sterlina del Ghana, va sosti- tuendo nel Paese la sterlina dell'Africa Occidentale, già emessa dal West Africa Currency Board (con copertura in sterline britanniche al 100%) quale moneta inglese legale nei possedi- menti inglesi dell'Africa Occidentale.

Al 2 dicembre 1958 oltre 23 milioni di sterline del Ghana erano in circolazione, unitamente a 8 milioni circa di W. A. Lst. (principalmente moneta metallica) non ancora ritirate.

Con il ritiro della W. A. Lst. la nuova moneta viene auto- maticamente acquistando un'integrale copertura in sterline bri- tanniche. L'ordinanza del 1957, costitutiva della Bank of Gha- na, prevede peraltro che la contropartita della emissione possa anche essere rappresentata, fino a Lst. 12 milioni, da titoli dello Stato del Ghana (di cui non oltre Lst. 6 milioni di durata superiore a 2 anni). Oltre a titoli e valori in sterline britan- niche anche l'oro può costituire una contropartita delFemis- sione. Non è invece contemplata la copertura in dollari o in altra valuta pregiata.

La struttura monetaria e creditizia del Paese è ancora ru- dimentale: i depositi bancari si aggirano intorno a Lst. 20 mi- lioni (due terzi del volume medio della moneta in circola- zione), le anticipazioni ed i prestiti bancari intorno a Lst. 5 milioni, mentre gli averi liquidi od investiti all'estero dalle banche commerciali, si aggirano intorno a Lst. 15 milioni.

Le due banche inglesi mantengono un atteggiamento cauto

nella concessione di prestiti, considerando molto limitato il numero dei loro clienti meritevoli di fido.

La costituzione nel 1952 della Bank of the Gold Coast, che nel 1957 ha poi assunto il nome di Ghana Commerciai Bank, fu promossa dal Governo per consentire maggiori facilitazioni creditizie a favore di operatori africani. (Al 30 giugno 1958 le anticipazioni e i mutui concessi ammontavano a Lst. 936.000 circa). Un'ordinanza del 1957 prevede che, dopo la costitu- zione della Banca Centrale, articolata su un dipartimento di emissione ed un dipartimento bancario, la Ghana Commerciai Bank venga assorbita nel dipartimento della Bank of Ghana.

Gli averi in sterline del Governo del Ghana, del Cocoa Mar- keting Board e del sistema monetario e bancario superano at- tualmente i 150 milioni di sterline. Tali riserve sono per la maggior parte investite a Londra in titoli a reddito fisso, ga- rantiti dal Governo britannico. Con l'aumento al 7% del tasso di sconto della Banca d'Inghilterra, nel corso del 1958, il valore di mercato di questi titoli diminuì considerevolmente. Questo fatto indusse il Governo del Ghana ad interessarsi pres- so le autorità monetarie inglesi per assicurare maggiore sta- bilità nel potere di acquisto delle proprie riserve, in vista anche del loro utilizzo per il finanziamento dei piani di svi- luppo. Soprattutto la proposta d'investire negli Stati Uniti o in Germania una parte delle riserve pubbliche, sembra abbia riscosso a Londra un'accoglienza molto fredda.

A fronte di eventuali crediti per forniture ad enti gover- nativi, il Ministro delle Finanze può rilasciare garanzie di pagamento per conto del Governo de Ghana.

Per forniture a privati le Banche inglesi potrebbero dare il loro avallo, anche per crediti a medio termine. Sia la Barclays che la Bank of West Africa ritengono peraltro poco proba- bile un loro intervento in questa forma. E' infatti da ritenere che, in quei rari casi in cui fossero disposte ad assumere il rischio del credito, non avrebbero difficoltà ad assumersi anche il relativo finanziamento.

Regime fiscale e agevolazioni finanziarie

L'imposta sugli utili per le Società ghanaensi è, di regola, di 8 scellini per sterlina di utile netto dichiarato; le Società straniere pagano un'addizionale di 6 pence. La tassazione è comunque ridotta a 4 scellini per sterlina quando gli utili dichiarati non superano le 5.000 sterline annue, e vi sono altre riduzione intermedie. Particolari agevokizioni sono state conces- se per quei privati che intendano dedicarsi allo sviluppo delle già citate industrie « pioniere » : numerose materie prime e prodotti di base sono esenti da dazio doganale; è prevista anche la restituzione di dazi doganali per macchinari impiegati per l'impianto di tali industrie e l'esenzione da qualsiasi tassa sugli affari per un periodo di 5 anni, estensibili a 15 in caso di mancati utili. Il Governo si impegna inoltre a proteggere doganalmente qualsiasi prodotto fabbricato nel Paese per co- prire il fabbisogno locale. La partecipazione finanziaria dello Stato è offerta ai privati sia in sede di formazione del capi- tale azionario sia in sede di finanziamento vero e proprio. La partecipazione statale per favorire le industrie private si esplica attraverso 1' Investment Promotions Board. Una volta avviata l'azienda, lo Stato è però disposto a cedere la propria par- tecipazione.

Attività degli Italiani presenti nel Ghana

Sugli Italiani presenti nel Ghana non è stato possibile rac- cogliere elementi così precisi come per la Liberia e la Nigeria, anche perché solo di recente è stata aperta in questo Paese una nostra Rappresentanza diplomatica, ancora in fase di or- ganizzazione e con una Sede di emergenza.

Il numero dei nostri connazionali è qui valutato in circa 200-250 impegnati in varie attività: dalle costruzioni edili e stradali, all'esercizio delle libere professioni, del commercio, del- la pesca, dei lavori specializzati. Oltre la metà di essi risiede ad Accra ed il rimanente tra Kumasi, Takoradi e le zone mi- nerarie. Per quanto, come si è detto, l'esecuzione della mag- gioranza delle opere pubbliche sia affidata nel Ghana al Public Works Department, le nostre imprese di costruzioni sono par- ticolarmente attive sia nel campo dei lavori privati, sia in quel- lo dei lavori governativi che per particolari caratteristiche tecniche debbono essere affidati ad imprese specializzate. Fra le ditte italiane che hanno eseguito o stanno eseguendo nel Ghana lavori di maggior mole ed importanza Vanno citate le

105

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 9: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

due Ditte Micheletti, la Tonone, ia Comazzì, la Borio, la Micheletti-Polla e TAstaldi. Attualmente oltre alla costruzione di opere stradali e lotti di quartieri residenziali è stata affidata alla Micheletti anche la costruzione di un grande ca- valcavia in cemento precompresso. Il Governo del Ghana avreb- be fatto anche intendere che vedrebbe volentieri una parteci- pazione delle imprese italiane ai primi appalti per la costruzione della diga sul fiume Volta, non appena se ne definissero il progetto e la data di inizio.

La partecipazione di ditte italiane potrebbe anche esten- dersi ai programmi dell'Housing Committee per la costru- zione di case popolari.

Tutti gli Italiani presenti nel Ghana godono di una buona posizione economica e morale; di grande prestigio la posi- zione delle sopracitate imprese di costruzioni che svolgono un lavoro apprezzato e molto remunerativo. Sia in questo campo, in fase di sempre maggiore sviluppo, sia nel settore commer- ciale e della media e piccola industria le favorevoli prospet- tive esistenti potrebbero portare ad un incremento conside- revole della nostra partecipazione e quindi ad un aumento della nostra collettività nei prossimi anni. E' da ritenere che il lavoro e le iniziative promossi in occasione della visita della Missione condurranno a qualche concreto, immediato sviluppo in tal senso.

Conclusioni

La Missione Economica Italiana è stata seguita con molto interesse sia negli ambienti ufficiali che in quelli privati ed ha avuto larga risonanza anche nella stampa locale, malgrado la coincidenza con la Conferenza Panafricana, destinata a polarizzare l'attenzione non solo del Ghana ma di tutta l'A- frica e dell'opinione pubblica internazionale. I lavori della Missione si sono svolti in un'atmosfera di viva cordialità ed a livello sempre molto elevato e qualificato.

Il Capo della Missione con il gruppo di rappresentanza è stato ricevuto dal Primo Ministro Kwame Nkrumah e, prima di lasciare il Paese, ha sottoscritto insieme al Vice Presidente della Camera di Commercio del Ghana, W. A. Wiafe, un impegno per la creazione d'una Camera di Commercio, mi- sta italo-ghanaense (allegato C).

L'impressione ricevuta dalla Missione circa le possibilità offerte dal Paese è stata abbastanza positiva. Il Ghana si presenta come un interessante mercato di sbocco per quasi tutti i prodotti finiti e non finiti. Come in tutti i Paesi auto- nomi e non autonomi dell'Africa le difficoltà più ardue sono anche qui costituite dai canali di distribuzione che obbligano, al presente, l'esportatore italiano ad appoggiarsi a ditte o a rappresentanze straniere attrezzate all'uopo, ma non molto propense ad interessarsi dei nostri prodotti. Con un lavoro sistematico ed abile di introduzione si potrebbero in parte superare questi ostacoli; ma la soluzione radicale deve trovarsi ovviamente, nella creazione di una nostra organizzazione com- merciale sul posto.

I programmi di investimenti stranieri, incoraggiati dalle facilitazioni offerte dal Governo locale, lasciano, d'altra parte, prevedere la creazione entro un periodo di tempo non troppo lungo di medie e piccole industrie locali in grado di rifornire il mercato di quei prodotti che oggi vengono quasi intera- mente importati. L'impianto di una delle già citate industrie « pioniere » rappresenta oggi, nel Ghana, un affare partico- larmente vantaggioso; secondo gli esponenti bancari locali il capitale investito in imprese industriali viene ammortizzato in meno di tre anni.

Tuttavia si può affermare che una organizzazione commer- ciale ben attrezzata e specializzata in prodotti alimentari, tes- sili, chimici, farmaceutici e della meccanica leggera, potreb- be assicurarsi anche in avvenire risultati soddisfacenti ed utili consistenti.

Anche nel campo delle costruzioni edili e stradali esistono buone possibilità di ampliamento della nostra già ben quo- tata attività, considerato lo sviluppo assunto da tale settore. L'impianto di industrie pioniere ed una più diffusa presenza di nostre imprese di costruzioni presenterebbero anche il van- taggio d'un notevole collocamento di macchinario per le at- trezzature o il lavoro di produzione.

In margine all'attività svolta dalla Missione italiana nel campo strettamente économico-commerciale, va ricordato l'in- vito rivolto al gruppo di rappresentanza di presenziare alla seduta inaugurale della Conferenza Panafricana, tenutasi la mattina del giorno 8 presso il Community Centre; ed uno scambio di idee fra il Capo della Missione, l'Ambasciatore

106

Montanari e il Ministro dell'Educazione del Ghana on. Ny- lander in tema di rapporti culturali fra i due Paesi. Il Mini- stro Nylander ha manifestato particolare interesse alla isti- tuzione in Accra di corsi di lingua italiana per studenti del Ghana, cui dovrebbero seguire scambi di visite e di borse di studio fra studenti e studiosi italiani e ghanaensi.

La Missione ha lasciato il Ghana ripartendo dall'aeroporto di Accra alle ore 14,30 dell'8 dicembre. A salutare la Mis- sione erano rappresentanti del Governo locale e l'Ambascia- tore d'Italia a Monrovia, Montanari, Reggente la Legazione d'Italia ad Accra.

NIGERIA

DATI ESSENZIALI

La Nigeria è una Federazione di territori che godono di una autonomia interna sotto il controllo del' Colonial Office di Londra. Essa acquisterà la piena indipendenza, nell'am- bito del Commonwealth britannico, col Io ottobre 1960. I territori facenti parte della Federazione sono: la Regione Occidentale (capitale Ibadan), la Regione Orientale (capitale Enugu), la Regione Settentrionale (capitale Kaduna), il Ca- merun sotto amministrazione fiduciaria britannica (capitale Buea).

Superficie complessiva: 960.680 Kmq. Popolazione: 35 milioni circa, fra i quali meno di 18.000

non africani. Capitale Federale: Lagos (277.000 abitanti). Lingua ufficiale : inglese. Moneta corrente: sterlina West Africa (= 1 sterlina inglese). Pesi e misure: sistema britannico.

L'economia nigeriana si basa in gran parte sull'agricoltura; non trascurabili, comunque, le risorse minerarie.

Fra i prodotti agricoli principali: il cacao (del quale si esportano in media circa 90.000 tonnellate), le arachidi (pro- duzione annua di circa 500.000 tonnellate), noci di palma, olio di palma, gomma, cotone, legname, pelli bovine. Fra i prodotti minerali: stagno, columbite, carbone, oro.

Scambi commerciali: 1956 1957 (migliaia di sterline)

Esportazioni 134.614 126.589 Importazioni 152.577 151.735

Saldi - 17.963 - 25.146

Tra le esportazioni figurano al primo posto il cacao (23,98 milioni di sterline nel 1956 e 26,03 nel 1957), i semi di ara- chidi (rispettivamente 27,76 milioni e 20,13 milioni), le noci di palma (rispettivamente 20,43 milioni e 1 7,95 milioni) olio di palma (rispettivamente 14,86 e 13,81), stagno (rispettiva- mente 7,22 e 7,03), cotone (rispettivamente 7,11 e 6,33).

Tra le importazioni: macchinari e materiale da trasporto (31,17 milioni di sterline nel 1956 e 32,32 nel 1957), alimen- tari (rispettivamente 16,04 milioni e 18,23 milioni), tessuti di cotone (rispettivamente 14,47 milioni e 14,54 milioni), tessuti di fibre sintetiche ed artificiali (rispettivamente 14,99 milioni e 11,48 milioni) prodotti petroliferi (rispettivamente 6,81 mi- lioni e 7,88 milioni).

Tra i Paesi fornitori della Nigeria: Gran Bretagna (68,34 milioni di sterline nel 1956 e 65,58 milioni del 1957), Giap- pone (rispettivamente 20,22 milioni e 17,60 milioni), Germania Occidentale (rispettivamente 11,73 milioni e 11,18 milioni), Stati Uniti (rispettivamente 5,39 milioni e 8,11 milioni), Paesi Bassi (rispettivamente 5,54 e 7,90).

Fra i Paesi importatori dalla Nigeria: Gran Bretagna (85,26 milioni di sterline nel 1956 e 77,74 nel 1957), Paesi Bassi (rispettivamente 13,15 milioni e 12,47 milioni), Stati Uniti (rispettivamente 12,58 milioni e 7,60 milioni), Italia (rispetti- vamente 6,12 milioni e 6,41).

Scambi con l'Italia: 1956 1957 (migliaia di sterline)

Esportaz. verso l'Italia . . . . 6.125 6.417 Importaz. dall'Italia ..... 4.844 3.127

Saldo per la Nigeria .... +1.281 + 3.290

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 10: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Le principali voci di esportazione verso l'Italia riguardano: semi oleosi, cacao, pelli crude non buone da pellicceria. Quelle dell'esportazione verso la Nigeria: passamanerie, nastri e gal- loni, tessuti di cotone puri o misti, oggetti cuciti di fibre tes- sili vegetali, prodotti siderurgici, filati da cucire, autoveicoli.

Non esiste accordo commerciale né accordo di pagamenti con l'Italia. (1)

VISITA DELLA MISSIONE (8-17 DICEMBRE 1958)

La Missione Economica Italiana è giunta all'aeroporto di Lagos alle ore 17 dell'8 dicembre, ricevuta dal Ministro Fede- rale delle Finanze della Nigeria, Chief Okotie Eboh, dal Con- sole d'Italia a Lagos, dott. Albini, dal Rappresentante dell'Isti- tuto Italiano per l'Africa a Lagos, dott. Camino, da funzionari nigeriani e da esponenti della nostra comunità.

Alle ore 8,30 del giorno successivo la Missione è stata rice- vuta, per un primo breve scambio di idee, dal Ministro Fede- rale delle Finanze e subito dopo dal Ministro Federale del Commercio e dell'Industria della Nigeria, On. Bukar Dipcha- rima Zanna. Questi ha tracciato un quadro panoramico del- l'economia del Paese, dei programmi di sviluppo e delle agevo- lazioni concesse dal Governo per incoraggiare la partecipazione di capitali e di imprese straniere. Ha espresso anch'egli le preoccupazioni già manifestate dalle Autorità del Ghana per l'entrata in vigore del Trattato di Roma sulla Comunità Eco- nomica Europea, preoccupazioni che il Capo della Missione non ha mancato di fugare, prospettando da un lato l'atteggia- mento ufficiale del Governo italiano favorevole all'allargamento del MEC ad una zona più vasta e assicurando dall'altro il proprio personale intervento presso la Assemblea Parlamentare europea di Strasburgo, quale Presidente della Commissione Po- litica dell'Assemblea stessa.

Alle ore 10 il Capo della Missione e il gruppo di rap- presentanza sono stati ricevuti dal Vice Governatore Generale, della Federazione, Sir Ralph Grey, in assenza del Governatore Generale, impegnato nel Camerún Meridionale.

Contemporaneamente gli altri membri della Missione sud- divisi in gruppi, secondo i precedenti criteri, hanno iniziato i loro contatti e le loro visite presso gli Uffici governativi, gli Enti e gli ambienti competenti per i rispettivi settori.

Gruppo dei beni di consumo e durevoli

Questo gruppo si è incontrato con il Direttore del Marke- ting & Exports Department, col Direttore del Commercio e dell'Industria del Ministero Federale del Commercio e dell'In- dustria, con i rappresentanti della Camera di Commercio di Lagos e con operatori nigeriani e stranieri.

Fra i tre Paesi visitati la Nigeria è, senza dubbio, quello che - a causa soprattutto dei suoi 35 milioni di abitanti - si presenta come il mercato di maggiore assorbimento per l'esportazione straniera. Il processo di industrializzazione è solo in fase iniziale : esistono per ora, fra gli impianti d'un certo rilievo, solo uno stabilimento tessile a Kaduna, una fabbrica di cemento a Nkalugu (Regione Orientale) e una fabbrica di ma- teria plastica; e sono in progettò un altro cementificio, un altro stabilimento tessile, una fabbrica di fiammiferi, concerie, ecc. Accanto a questi maggiori complessi stanno sorgendo impianti di proporzioni più modeste (una fabbrica per infìssi metallici, una fabbrica per montaggio di biciclette, una fabbrica di mo- bili, ecc). La Nigeria è pertanto costretta ad importare dal- l'estero la quasi totalità dei prodotti finiti e delle merci occor- renti al fabbisogno sempre crescente della popolazione.

Anche qui, come nel Ghana, molte sono le agevolazioni che il Governo offre per incoraggiare l'iniziativa privata e l'inve- stimento di capitali stranieri. Per il momento esistono possibi- lità potenziali (che un'idonea organizzazione commerciale in loco potrebbe rendere effettive) per la fornitura di gruppi elettrogeni, motori Diesel per uso marino, motori industriali ed agricoli, frigoriferi industriali, pompe ed elettrodomestici, condizionatori d'aria e frigoriferi domestici, (l'energia elettrica viene erogata in Nigeria a 220/240 volts, 50 periodi), automo- bili ed autocarri. Neppure da trascurare è la possibilità di par-

(*) Per notizie più dettagliate e dati statistici relativi alla Ni- geria si rimanda agli Atti del II Convegno di Bari (n. 5 della rivista " Africa "), alla Guida del Commercio Africano, 1958, edita dall'Istituto Italiano per l'Africa, e alla relazione sulla Li- beria, Ghana e Nigeria, pubblicata a cura dell'Istituto stesso e della Confederazione Generale dell'Industria Italiana,

tecipazione a gare per la fornitura di materiale rotabile (so- prattutto carri merci e carrozze ferroviarie, locomotive, ecc.) per il quale è stato chiesto alla Banca Internazionale un pre- stito di 10 milioni di sterline che dovrebbe servire per i se- guenti acquisti: locomotive e relative apparecchiature 2,5 mi- lioni di sterline, carri merci 4,5 milioni, carrozze passeggeri 1,5 milioni, vagoni letto, rotaie, macchinari, officine, ecc. 1,5 milioni.

La richiesta di materiali da costruzione d'ogni genere è in tutta la Nigeria in continuo aumento, a causa del ritmo im- presso ai lavori non solo nel campo delle opere pubbliche ma anche in quello delle costruzioni private, II cemento impor- tato negli ultimi anni ha raggiunto le 400/500 mila tonnellate annue (lo stabilimento della Nigercem a Nkalugu produce circa 100 mila tonnellate annue). E' prevedibile che malgrado il nuo- vo stabilimento progettato nella Regione Occidentale e quello che la Regione Settentrionale desidererebbe veder sorgere uti- lizzando i depositi di marna colà esistenti, la Nigeria avrà an- cora bisogno nei prossimi anni di importare quantitativi rile- vanti di cemento.

Nel campo degli infissi per porte e finestre vengono nor- malmente osservate le misure standard inglesi, e le forniture sono effettuate, anche per questo motivo, in gran parte da ditte specializzate inglesi (una di queste ha recentemente creato un impianto di produzione vicino a Lagos).

Buone possibilità di penetrazione italiana si presentano per gli articoli sanitari e per i laminati plastici che sono sempre più richiesti (nei laminati plastici predomina attualmente la fòrmica inglese prodotta dalla Ditta Thomas de la Rue, oltre ad alcuni tipi tedeschi di bassa qualità e basso prezzo).

Buona accoglienza potrebbero trovare sul mercato nigeriano, fra i non africani e fra le categorie di nativi più evolute, articoli di abbigliamento per uomo e per donna riflettenti il gusto tipicamente italiano (scarpe, maglierie, camiceria, costu- mi da bagno, cravatte, confezioni, bigiotteria, ecc). Già a Lagos l'esperimento è stato tentato da un rappresentante ita- liano con incoraggianti risultati e potrebbe trovare ulteriori sviluppi non solo nella capitale federale ma anche nei princi- pali centri della Nigeria, parecchi dei quali superano i 100 mila abitanti.

Per quanto riguarda in particolare il settore dei prodotti tessili va ricordato, a solo titolo indicativo, che le importazioni hanno per questa voce quasi toccato nel 1957 i 35 milioni di sterline. La domanda di tessuti in fibre artificiali e sintetiche è in costante aumento da oltre sei anni e si ritiene che fra non molto il consumo dei tessuti di fiocco e di rayon sorpas- serà, in valore, quello dei tessuti di cotone. Da rilevare che, mentre nella Regione Settentrionale sono usati soprattutto tes- suti greggi e candeggiati di cotone, in quella Occidentale ed Orientale sono usati in maggioranza tessuti stampati, sia di cotone che di fiocco, e tessuti di rayon ; i « drills » di cotone sono richiesti soprattutto nella Regione Orientale. I principali fornitori di prodotti tessili sono il Giappone e l'India; alcuni tipi speciali di tessuti stampati, come i « wax prints », ven- gono tuttavia importati dall'Inghilterra e dall'Olanda.

Notevole lo sforzo che da un anno a questa parte sta fa- cendo anche la Cina continentale nel campo dei tessuti greggi di cotone, in concorrenza con Giappone ed India. L'Italia che in questo tipo di tessuti non può neppure avvicinarsi ai prezzi praticati da questo Paesi, ha invece qualche possibilità di affer- mazione nei tessuti di un certo pregio e in quelli di cotone ricamati a macchina (su tela o su velluto a coste in altezza 31" e 36" e in pezzette da 10 yards). Nel campo dei filati le possibilità sono limitate, come nel Ghana e nella Liberia, ai cucirini (generalmente importati dalP Inghilterra) e alle torti- glie per la fabbricazione di reti da pesca.

Altra voce molto consistente, fra le importazioni, è quella dei prodotti alimentari, costituiti in primo luogo dal pesce, soprattutto in conserva, e da tutta la restante gamma di pro- dotti scatolati e non. Fra questi l'Italia avrebbe possibilità di intensificare la vendita di conserve di pomodoro, legumi in scatola, carne e soprattutto farina.

Nel campo dei fertilizzanti e degli insetticidi si è constatato, anche per la grande vastità del Paese, un impiego assai mag- giore che nel Ghana e nella Liberia. Fra gli insetticidi il più usato è il BHC e fra i fungicidi il solfato di rame e il Py- retro. In altri termini il mercato è in mano all'industria inglése e in particolare alle Imperiai Chemical Industries, sicché molte difficoltà d'introduzione incontrano i nostri prodotti anche se di buona qualità e di prezzo inferiore.

Il mercato nigeriano, come quello del Ghana, appare domi- nato dalle stesse grandi Compagnie inglesi, svizzere, francesi, greche, libanesi, indiane che operano a mezzo di filiali sparse

107

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 11: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

in tutti i principali centri commerciali del Paese (Ibadan, Ka- duna, Enugu, Kano, Port Harcourt, Jos, Zaria, Benin, Onitsha, Ife, Óshogbo, Ogbomosho, Abeokuta, Buea, ecc). La ditta gre- ca Levantis che rappresenta, come nel Ghana, la Fiat, la Inno- centi, la Olivetti, ha raggiunto l'accordo, in occasione della visita della Missione, per la rappresentanza della Necchi. Inserirsi nel sistema in atto appare assai difficile e poco vantaggioso; puntare su ditte levantine e indigene appare d'altro canto troppo aleatorio almeno per ora. L'unica soluzione potrebbe an- che qui trovarsi nella costituzione di una organizzazione com- merciale italiana in loco, affidata a personale competente, che puntasse nella prima fase, sulla introduzione di quei prodotti di sicuro successo, quali ad esempio tutta la gamma di mate- riali interessanti le costruzioni edili e stradali di grande inte- resse per le numerose e ben piazzate imprese italiane.

Ai materiali da costruzione potrebbero abbinarsi le forniture di macchinali e di mezzi di trasporto per le quali occorre però assicurare un rapido rifornimento di parti di ricambio e personale idoneo per l'assistenza (in passato i nostri esperi- menti in questo campo hanno lasciato molto a desiderare). L'addestramento di questo personale va curato in Italia, così come avviene nei maggiori Paesi fornitori.

Il rilascio delle licenze di esportazione ed importazione è demandato in Nigeria alla «The Import-Export Licensing Au- thority » dipendente dal Dipartimento Federale per il Com- mercio e l'Industria. Sia per l'importazione che per l'esporta- zione (escluse le esportazioni controllate dai Marketing Boards) esiste, in pratica, un regime a dogana « Open General Li- cence » che consente la libera introduzione o esportazione della quasi totalità dei prodotti.

Il 70% del volume delle importazioni nigeriane entra nel Paese attraverso il porto di Apapa (Lagos) e il 20% attraverso quello di Port Harcourt; il resto per via aerea e per altri porti.

Gli operatori presenti nella Missione hanno svolto un utile lavoro di informazione e di sondaggio, trattando affari sul po- sto e predisponendo le basi per l'avviamento di attività a carat- tere industriale e commerciale. Sono state effettuate visite ad Ibadan (capitale della Regione Occidentale) e a Kano (mag- giore centro commerciale della Regione Settentrionale) dove gli operatori hanno avuto contatti e raccolto materiale d'infor- mazione e di documentazione presso le Autorità dei Governi locali, i Marketing Boards e le Camere di Commercio.

Gruppo delle materie prime tropicali

Come nel Ghana, il commercio dei prodotti agricoli princi- pali (cacao, arachidi, semi oleosi, cotone, ecc.) è regolato dai Marketing Boards che in Nigeria sono denominati Regional Marketing Boards. Questi hanno il compito di assicurare le migliori condizioni di mercato per i produttori e fissano i prezzi di acquisto in anticipo per ogni stagione, affidandosi per le esportazioni al « Nigerian Central Marketing Board ». Le operazioni di vendita del cacao, delle arachidi, della palma e dei suoi derivati sono effettuate da un organismo dipendente dal Central Board, la « Nigerian Produce Marketing Com- pany Ltd », con sede a Londra, Buckingham Gate, S. W. 1.

I proventi realizzati dalle operazioni di esportazione del Cen- tral Board vengano utilizzati per finanziare i Piani di svi- luppo e quelli di miglioramento della produzione agricola del Paese.

Gli operatori del gruppo delle materie prime tropicali han- no avuto incontri col Direttore del Marketing and Exports Department, col Segretariato della Nigerian Timber Associa- tion, col Direttore del Commercio e dell'Industria del Mini- stero ononimo e con operatori locali. Hanno effettuato anche visite ad Ibadan e a Kano trattando con rappresentanti degli Uffici governativi e degli organismi competenti.

Di notevole interesse appaiono anche in Nigeria le risorse boschive, finora sfruttate su scala piuttosto ridotta. Le maggiori esportazioni provengono attualmente dalla zona di Benin (Re- gione Occidentale) dove esistono buone segherie e dove più agevoli sono le vie di trasporto terrestri e fluviali. Numerose le qualità di legnami teneri e duri; i più noti: Yobeche, Yabura, il sapele, Yiroko, Y afar a, Yagba, Yopepe, ecc.

Buono, anche per la qualità del prodotto, il mercato delle pelli bovine ed ovine (quest'ultime però troppo elevate di prezzo per il nostro mercato). Tra le maggiori ditte esportatrici di pelli figura la Ditta Ambrosini che ne indirizza un buon quantitativo anche verso la zona di Santa Croce in Toscana.

Le esportazioni dalla Nigeria sono generalmente libere e non soggette a dazio, eccetto per i prodotti elencati alle pagine 202/205 del Nigeria Handbook of Commerce and Industry,

108

1957 (banane, pelli, noci di shea, cacao, arachidi, noci di pal- ma, semi di sesamo e di cotone, olii e pannelli di arachidi e di palma, cotone, gomma, alcuni legnami, stagno e minerali di stagno).

Gruppo dei grandi lavori e dei lavori pubblici in genere

Questo gruppo ha avuto, nei giorni 9 e 10, incontri con 11 Direttore dei Lavori Pubblici del Dipartimento Federale dei Lavori Pubblici, col Permanent Secretary del Ministero Fede- rale dei Trasporti, col Ministro degli Affari di Lagos, delle Mi- niere e dell'Energia e con l'Ispettore Capo delle Miniere, col Direttore delle Poste e Telegrafi, col Presidente della Nigerian Ports Authority e col Direttore della Nigerian Railways Cor- poration.

Ha poi visitato nel pomeriggio del giorno 9 il porto e la zona industriale di Apapa ed è partito la mattina del giorno 12 per un giro nelle tre capitali regionali (Ibadan, Enugu e Kaduna) dove ha avuto contatti diretti con i Ministri regio- nali e con gli ambienti economici competenti allo scopo di raccogliere quegli elementi e stabilire le eventuali intese per l'avviamento di iniziative industriali.

Non molto dissimili da quelli del Ghana sono gli orienta- menti del Governo della Nigeria per dare il massimo impulso allo sviluppo del Paese. La sola differenza sostanziale è costi- tuita dalla diversa struttura politico-amministrativa del Paese, per cui il Piano di Sviluppo della Nigeria prevede un pro- gramma di spese del Governo Federale e altrettanti programmi di spese per i tre Governi Regionali e per il Camerún Meri- dionale.

Il Io Piano di Sviluppo della Nigeria fu varato nel 1946 per un periodo di 10 anni. Il secondo Piano di sviluppo copre invece il periodo 1956-1960 ed è pertanto un Piano quinquen- nale. Per esso è stata prevista una spesa complessiva di 309 milioni di sterline (91,75 milioni per il programma del Gover- no federale, 104,86 milioni per quello della Regione Occiden- tale; 21,385 per quella Orientale, 89,22 per quella settentrio- nale e 1,5 milioni per il Camerún Meridionale).

La gran parte di queste somme sono stanziate per l'esecu- zione di opere pubbliche (porti, strade, ferrovie, aeroporti, cen- trali elettriche, telecomunicazioni, edifici ministeriali) e servizi sociali (scuole, ospedali, ecc), atti ad assicurare al Paese l'in- dispensabile infrastruttura di base per il suo sviluppo e per lo sviluppo delle iniziative private.

Il Governo Federale ed i Governi Regionali della Nigeria non seguono di regola il sistema, praticato dal Governo del Ghana, dell'esecuzione dei lavori pubblici in economia a mezzo dei Public Works Departments. Le aggiudicazioni dei lavori avvengono o per invito alle ditte ritenute idonee e registrate in 5 categorie a seconda del loro capitale o attraverso gare internazionali di appalto, soprattutto allorché trattasi di lavori di grande entità. Un campo notevolissimo si apre pertanto alle imprese private di costruzioni sia nel campo edile che in quello stradale, ferroviario, ecc; ed una posizione di primissimo piano occupano attualmente in questo settore le Ditte italiane che operano in gran numero e sono fra le più solide finanziaria- mente (allegato D).

Fra in grandi lavori in corso il principale può considerarsi quello per il prolungamento della rete ferroviaria da Kuru (Jos) a Maiduguri (verso il lago Tchad). La nuova linea ferroviaria avrà la lunghezza di 400 miglia circa e per la sua costruzione il Governo nigeriano ha ottenuto nel maggio 1958 un prestito di 28 milioni di dollari dalla B.I.R.S. Il primo tronco di questa ferrovia, per una lunghezza di 110 miglia, e per una spesa di 10 milioni di dollari, è stato assegnato all'Astaldi Africa, impresa italiana già affermatasi nell'Africa Occidentale oltre che nell'Africa Orientale.

Per lavori ferroviari ed acquisto di relativo materiale rota- bile è prevista fino al 1965 una spesa di 43 milioni di sterline. Importanti lavori sono stati anche progettati o sono in via di esecuzione a Port Harcourt (prolungamento e maggiore pe- scaggio delle banchine di attracco) e nella zona del delta (dra- gaggio dell'Escravos Bar per assicurare un profondo canale di acqua per le navi oceaniche dirette ai porti del delta).

Attualmente il porto di gran lunga meglio attrezzato e quindi più frequentato della Nigeria è il porto di Apapa (sulla terraferma, dinanzi ali' isolotto sul quale sorge Lagos). Es- so dispone attualmente di 9 posti a banchina e 9 capan- noni, di cui i 5 di recente costruzione sono assai capaci e dotati dei mezzi più moderni (pallets e fork lifts) per il trasporto da banchina in magazzino e viceversa della mercé manipolata. Sulla banchina vi sono sistemate 22 gru.

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 12: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Un capannone è attrezzato, nella sua parte superiore, a stazione marittima per il movimento dei passeggeri.

Sul piazzale retrostante alla banchina esiste un capannone per ricevere le arachidi, cacao, ecc., in esportazione, capace di 15.000 tonnellate. La saccheria viene stivata in cataste di 1200 tonn, ciascuna. Un altro consimile capannone e del- la stessa capacità sarà costruito nei prossimi anni.

Il movimento del porto è in media di 7000 tonnellate al giorno su 9 navi. La differenza dei costi di sbarco, a carico della mercé, rispetto a Lagos, non esiste più, in quanto i costi di ritiro a Lagos ed Apapa sono stati livellati ed am- montano a sh 14/6; logicamente anche i sistemi di ritiro sono stati unificati, e la differenza di spesa che il ricevitore di Lagos sostiene nel caso di ritiro della sua mercé ad Apapa, è di sh 2/6. Il lighterage invece da Apapa a Lagos e viceversa è di sh 21.

Il porto sulla laguna di Lagos, chiamato Customs Wharf, dispone di 3 posti di ormeggio quasi sempre impegnati a causa delle numerose navi provenienti dal nord del conti- nente.

Il carico colà sbarcato è destinato all'esclusivo uso della città e non al retroterra, in quanto non dispone di ferrovia, essendo costruita su un'isola.

Altri due progetti di grande portata riguardano la costru- zione di una diga sul fiume Niger, a Jebba, e di una diga sul fiume Kaduna (affluente di sinistra del Niger) in località Shi- roro. La redazione del primo progetto è stata affidata alla So- cietà inglese Balfour Betty and Co. e dovrebbe servire per assi- curare la produzione d'un certo quantitativo di energia elet- trica e per disciplinare insieme le acque del Niger sia agli effetti della navigabilità che dell'irrigazione agricola. I dati precisi del progetto non sono ancora noti.

Il Primo Ministro Federale, Abukaker Balewa, ricevendo la Missione, ha rilevato che un eventuale interesse delle imprese italiane alla realizzazione del progetto di Jebba sarebbe con- siderato con favore dal Governo Federale (il costo dell'opera dovrebbe aggirarsi sui 40/50 milioni di sterline).

Per lo sbarramento del Kaduna a Shiroro è in corso di reda- zione un progetto priliminare da parte della Società inglese Sir Alexander Gibson and Go.

Questo sbarramento ha solo lo scopo di assicurare una produzione di energia elettrica che andrà da un minimo ini- ziale di 70 mila Kw ad un massimo di 105 mila Kw.

Il settore dei grandi lavori e delle opere pubbliche in ge- nere si presenta in grande sviluppo e quindi di grande inte- resse per l'imprenditoria italiana che, in questo campo, non è seconda ad alcuno. La solida posizione di cui godono le nostre imprese di costruzione costituisce d'altra parte la migliore base e la più sicura garanzia per un ampliamento delle nostre iniziative. Oltre ai lavori pubblici sono in continuo aumento anche i lavori commissionati da Enti, Banche e privati, soprat- tutto a Lagos (il nuovo quartiere residenziale di Ikoyi è fra i più pittoreschi ed eleganti), nelle, capitali regionali e in altri centri di maggiore sviluppo (Port Harcourt, Jos, Kano, ecc).

Anche in Nigeria l'orientamento del Governo è diretto a promuovere al massimo lo sviluppo industriale del Paese, fa- cendo leva sull'iniziativa privata e sui capitali stranieri. Tutta una serie di aiuti e di agevolazioni d'ordine fiscale è stata escogitata per l'impianto delle industrie cosidette « pioniere ».

Il « Federai Loans Board » è l'organismo che sovraintende alla parte finanziaria del Piano di Sviluppo. Attraverso esso lo Stato, se richiesto, può partecipare con capitali alla costi- tuzione di industrie « pioniere ». Queste industrie che godono anche di particolari agevolazioni fiscali sono elencate nelle speciale lista riportata alle pagine 170-172 del Nigeria Hand- book of Commerce and Industry, che ne comprende già più di trenta (industria molitaria, dei biscotti, delle conserve ali- mentari, dei dolciumi, della estrazione e raffinazione degli olii vegetali, della carta, dei sacchi, della ceramica, dei laminati di ferro, dei tessili, dei laterizi, della conservazione dei pro- dotti del suolo, delle vetrerie e smalti vetrosi, dei cementifici, delle scarpe con suola di gomma, dei prodotti farmaceutici, ecc.).

Gruppo del Credito

Questo gruppo ha avuto incontri e contatti col Ministro Federale delle Finanze, Chief Okotie Eboh e col suo Perma- ment Secretary, Signor Woodall, con il Governatore della Banca di Stato della Nigeria, Sig. Fenton, con gli Istituti di Credito operanti in Lagos e con gli ambienti economici e com- merciali privati. Anche a Kano il gruppo si è incontrato con

funzionari del Governo regionale, con rappresentanti degli Isti- tuti di Credito e con operatori locali.

L'attività bancaria è regolata in Nigeria da una Legge del 1952.

Nel maggio del 1958 è stata promulgata l'ordinanza relativa alla creazione della Central Bank of Nigeria, II suo Governa- tore, R.P. Fenton (già della Banca d'Inghilterra) prevede che nel corso del Í959 la banca inizierà l'emissione di propria moneta, in sostituzione delle W.A.Lst.

Oltre a fungere da banca di emissione, da banchiere del Governo Federale e delle banche ordinarie, la Banca Centrale può anche agire per conto di enti pubblici e dei Governi re- gionali, acquistare e vendere titoli allo scopo di promuovere lo sviluppo di un mercato monetario e dei capitali e di ren- dere più efficiente il sistema di finanziamento per lo sviluppo economico del Paese.

Per un periodo transitorio di cinque anni le riserve valuta- rie della Banca Centrale dovranno essere non inferiori al 60% della propria emissione ed al 35% dei propri impegni per depositi a vista. Successivamente le riserve dovranno essere non inferiori al 40% dei propri impegni complessivi per mo- neta emessa e per depositi a vista.

Le principali banche commerciali operanti in Nigeria sono la Barclays Bank D.O.C., la Bank of West Africa Ltd. e la British and French Bank, banca inglese di proprietà della Banque Nationale pour le Commerce et l'Industrie. Inferiore è lo standing delle quattro banche locali: la principale è la National Bank of Nigeria Ltd. (appoggiata dalla Regione del- l'Ovest) seguita dalla African Continental Bank Ltd. (appog- giata dalla Regione dell'Est).

I depositi bancari hanno variato tra 48 e 60 milioni di ster- line, le anticipazioni tra 19 e 34 milioni e tendono ad au- mentare. I tassi di interesse praticati si mantengono alti, pro- babilmente a causa del notevole rischio che presentano le ope- razioni di credito non assistite da garanzie specifiche.

Pur non essendo vietato alle banche di effettuare o garan- tire prestiti a medio termine, esse generalmente preferiscono astenersi da questo tipo di operazioni.

Regime fiscale e agevolazioni finanziarie

L'imposta sugli utili per le società nigeriane è, di regola, di 9 scellini per sterlina di utile netto dichiarato (esiste però una graduatoria intermedia); la tassazione sui redditi personali va invece da un minimo di 4,5 scellini per sterlina (per le prime 200 sterline di utile netto) ad un massimo di 15 scellini per sterlina (oltre le 10 mila sterline di utile netto). Vari provve- dimenti legislativi sono stati di recente emanati per accordare facilitazioni a quanti intendano sviluppare le cosiddette indu- strie «pioniere»; sono previste, fra l'altro, la protezione doga- nale a favore delle industrie nascenti, la restituzione dei dazi doganali per determinate materie prime e per i macchinari necessari all'impianto e al funzionamento delle nuove indu- strie, ed esenzioni fiscali nei primi anni di attività allo scopo di agevolare l'ammortamento dei capitali impiegati e facili- tare la costituzione di riserve liquide.

I profitti e i dividendi derivanti da capitali in sterline o al- tra valuta investiti in Nigeria nonché i capitali stessi sono liberamente trasferibili all'estero.

Attività degli Italiani presenti in Nigeria

Gli italiani presenti oggi in Nigeria sono calcolati fra i 500 e i 600, cioè il doppio di quelli presenti qualche anno addietro. Di essi oltre 200 risiedono a Lagos e il rimanente a Kano, Ibadàn, Kaduna, Enugu, Jos, Zaria; un gruppo di circa 30 specialisti è da pochi mesi impiegato nelle perforazioni petrolifere della zona di Port Harcourt. I nostri connazionali si dedicano in piccola parte all'esercizio della libera profes- sione e ad attività di carattere commerciale,, mentre per la maggior parte sono impegnati in lavori di costruzioni edili e stradali.

Nel campo delle rappresentanze commerciali agiscono la GETEX (Sergio Gerino) e l'AMECO (Mario Caronni), in quel- lo dell'abbigliamento per uomo e signora la DANASIL (Caron- ni), in quello della vendita e distribuzione di gas liquidi la NIDOGAS (Dr. Zeno Garroni), in quello dell'esportazione di legnami la POLETTI Bros, e la ROGNONI, in quello del- l'esportazione di pelli la AMBROSINI Ltd., in quello dei coralli e bigiotteria DI GERÓNIMO.

II settore di gran lunga più importante dell'attività dei no- stri connazionali è, come si è detto, quello delle costruzioni,

109

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 13: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

nel quale le imprese italiane hanno saputo imporsi alle altre imprese straniere e conquistare una posizione materiale e mo- rale di primissimo piano. Le ditte italiane regolarmente regi- strate si avvicinano alla ventina, tra le quali sette (G. Cappa Ltd,. Borini-Prono & Co. Ltd., Cappa-D'Alberto Ltd, Astaldi Afri- ca Ltd, Potetti & Co. Ltd., E. M. Micheletti & Son Ltd, d'Al- berto & Bogialla) comprese nella categoria « G », cioè delle grandi ditte (oltre 100.000 sterline). Queste ditte hanno can- tieri di lavoro ed uffici in tutta la Nigeria (da Lagos a Ibadan, a Raduna, Enugu, Port Harcourt, Zaria, Jos, Makurdi, Bukuru) e sono in possesso di attrezzature di primo ordine e di una organizzazione tecnica molto efficiente. Gran parte delle opere pubbliche di maggior rilievo sono state ad esse affidate. Pos- sono ricordarsi a titolo esemplificativo: l'aeroporto internazionale di Kano, l'Università di Ibadan, i collegi di tecnologia di Zaria e di Ibadan, il grande mercato di Onitsha, il grattacielo e il palazzo della Cooperative Bank of Western Nigeria ad Ibadan, il Palazzo della Shell, la Banca Centrale, la Mosaic House, il "nuovo ospedale, la Scuola di addestramento per postelegrafonici, interi quartieri residenziali e per nigeriani a Lagos, la sistemazione della rete stradale e delle fognature di Lagos, migliaia di chilometri di strade e centinaia di chilometri di ferrovie in tutto il Paese.

Il numero di tecnici e di specialisti impiegato da ciascuna di queste nostre imprese oscilla da un minimo di 20 ad un massimo di 60; complessivamente i dirigenti ed i tecnici rag- giungono i 350 circa, quasi tutti provenienti dal Piemonte e in particolare dal Biellese (Roasio e Brusnengo). I lavori manuali sono tutti eseguiti da maestranze native, qualificate e non qua- lificate, le cui presenze giornaliere presso le ditte italiane si calcolano, in media, superiori alle 20 mila, cioè poco meno della metà dell'intera maestranza impiegata in tutta la Nigeria nel settore delle costruzioni. In effetti quasi la metà dei lavori che si eseguono per conto dei vari Governi sono affidati a ditte italiane, e questa percentuale è ancora superiore per quanto riguarda i committenti privati. L'ammontare dei lavori eseguiti ogni anno da queste nostre ditte sembra si aggiri sugli 8-10 milioni di sterline e le rimesse effettuate ogni anno dai connazionali impiegati in questo settore sembra superi il mezzo milione di sterline. Si tratta, d'altra parte, di personale che compie un lavoro molto impegnativo ma ben remunerato; gli stipendi variano, a seconda della qualifica e del grado di espe- rienza acquisita, da un minimo iniziale di 90 sterline ad un massimo di 230-240 sterline mensili, oltre all'alloggio, all'assi- stenza sanitaria, alla assicurazione, ai viaggi di andata e ri- torno. I contratti di lavoro hanno, generalmente, la durata di 18 mesi con diritto ad una licenza pari a 6 giorni per ogni mese di lavoro prestato.

La nostra grande influenza in questo settore può rilevarsi nella stessa terminologia tecnica italiana che spesso si ritrova negli stessi capitolati d'onere diramati dai Public Works De- partments; e dalla posizione di prestigio in seno all'Associa- zione Nigeriana delle Imprese di Costruzione il cui Presidente è da parecchi anni un italiano e il cui Consiglio direttivo annovera 5 italiani su un totale di 9 membri.

Lo sviluppo sempre maggiore che vanno assumendo le co- struzioni in tutto il Paese potrebbe non solo facilitare il collo- camento di nostri macchinari per lavori stradali, edili, por- tuali, ecc. (attualmente forniti da Case straniere meglio attrez- zate per pezzi di ricambio e personale tecnico) ma consentire un ulteriore allargamento di questa attività che si presenta assai remunerativa e per la quale la nostra imprenditoria ha parti- colari predisposizioni. Da ciò potrebbero prendere l'avvio altre iniziative di carattere industriale e commerciale, purché sor- rette dalla indispensabile attrezzatura che consenta loro di competeré con le concorrenti aziende straniere. Tutto lascia comunque prevedere che nei prossimi anni, anche in conse- guenza delle concrete premesse create dalla visita della Mis- sione, si avrà un sensibile incremento della partecipazione ita- liana allo sviluppo della Nigeria, non solo nel campo delle costruzioni ma anche negli altri settori.

Conclusioni

La Nigeria deve considerarsi, per il suo potenziale econo- mico, per il ritmo impresso alle varie attività di carattere pubblico e privato, per l'ampiezza dei Piani di Sviluppo, per la sua sana impostazione finanziaria e per il sempre più ele- vato tenore di vita dei suoi 35 milioni di abitanti, come il più interessante dei tre Paesi visitati. La politica finanziaria del Governo Federale per quanto improntata a molta prudenza è orientata verso la realizzazione di notevoli complessi di opere in tutti i settori.

no

Grazie alle molte risorse naturali le entrate risultano infatti sempre superiori e le uscite inferiori ai preventivi; si tende, inoltre, ad utilizzare, sia pure con cautela, le consistenti ri- serve di cui dispone il Governo. In linea di massima l'istru- zione, l'igiene, le abitazioni, la viabilità minore, l'agricoltura, sono di competenza dei Governi regionali; tutti gli altri set- tori di competenza federale. Lo sviluppo industriale è invece promosso sia su base regionale, sia attraverso il Governo Federale. L'assunzione di prestiti esteri è materia di compe- tenza federale. Attualmente le gare per le più importanti for- niture ad enti pubblici (attrezzature portuali, macchinario elet- trico, macchinario rotabile ecc.) sono effettuate tramite i Crown Agents a Londra e generalmente aggiudicate a ditte inglesi. Un qualche cambiamento in questa prassi potrebbe verificarsi dopo il Io ottobre 1960, con l'indipendenza del Paese.

Data la situazione e l'indirizzo esistenti, può affermarsi che in Nigeria sussistono presupposti favorevoli per gli investi- menti, e che tali presupposti sono validi anche nel settore di mercato, nel senso che le possibilità di assorbimento di un prodotto fabbricato sul posto sono ampiamente assicurate. Ne- gli ambienti bancari di Lagos si fa rilevare che le industrie, sorte solo due o tre anni fa, hanno già potuto ammortizzare il capitale investito, e che tali prospettive sono valide anche per l'avvenire. Non va dimenticato che la popolazione della Nigeria aumenta in ragione di 500 mila unità all'anno e che il potere di acquisto di tale popolazione è in costante incre- mento sia per quanto concerne i prodotti alimentari sia per quelli di consumo e voluttuari. Pertanto nuove organizzazioni sul tipo dei « department stores », oltre quelli già esistenti, o di commercio all'ingrosso, basato su efficienti canali di distribu- zione, possono trovare un campo di attività molto ampio e lucroso.

La Missione ha potuto, durante la sua permanenza a Lagos e nelle visite a Ibadan, Enugu, Raduna, Jos e Kano, com- piere un utile lavoro, facilitato in ciò dalla cordiale acco- glienza e dal sincero incoraggiamento da parte degli ambienti ufficiali, e dai sentimenti di simpatia ovunque manifestati per gli italiani da parte dei nativi. Prima di lasciare la Nigeria, il Capo della Missione e il gruppo di rappresentanza sono stati ricevuti dal Governatore Generale, Sir James Robertson, rientrato dal Camerún, e dal Primo Ministro Federale, On. Alhaji Abubaker Tafawa Balewa, i quali si sono particolarmen- te interessati agli scopi della visita ed hanno assicurato il loro personale incoraggiamento per qualsiasi iniziativa che l'Italia intendesse prendere in ogni settore.

La Missione ha lasciato Lagos il giorno 15 alle ore 14,30 diretta a Kano, dove ho sostato fino alla sera del giorno 17. La partenza alla volta di Roma è avvenuta alle ore 23,30 dall'aeroporto di Kano.

CONSIDERAZIONI GENERALI j Gli scopi che la Missione si prefiggeva erano in sintesi

i seguenti: a) accertare sul posto le possibilità di partecipazione ai

programmi di sviluppo della Liberia, del Ghana e della Ni- geria, attraverso l'esecuzione di grandi lavori e lavori pub- blici in genere;

b) incrementare le forniture, da parte delle nostre indu- strie, di beni strumentali e di consumo;

e) studiare le condizioni migliori per l'importazione di prodotti interessanti la nostra economia.

Questi scopi, si può dire, siano stati, nel suo complesso, raggiunti; in taluni casi i risultati sono andati oltre il pre- visto.

La Missione per quanto un po' numerosa è risultata agile e qualitativamente pregevole. Attraverso essa l'Italia ha potuto presentarsi per la prima volta in quei territori nella maniera più completa possibile, suscitando il più vivo senso di attesa e le più favorevoli reazioni non solo negli ambienti economici ma anche in quelli politici locali. Elemento di prestigio di fronte agli africani e di grande conforto morale per i nostri connazionali è stato anche quello di veder comparire per la prima volta su quegli aeroporti la bandiera aerea italiana.

La visita è venuta a cadere in un momento particolarmente felice per l'inserimento delle nostre iniziative nello sviluppo dei Paesi visitati: la Liberia è, infatti, decisamente lanciata in questi anni nella scoperta e nella valorizzazione delle pro- prie risorse fino a ieri lasciate allo stadio potenziale; il Ghana,

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 14: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

indipendente solo da due anni, è mosso dall'ambizioso obiettivo di darsi una organizzazione politico-sociale ed una struttura economica che possa da un lato essere di incorag- giamento e di esempio a tutta l'Africa al di sotto del Sahara e possa dall'altro essere riguardata con rispetto al di fuori dell'Africa; la Nigeria, già in possesso di un'autonomia interna in tutte e tre le sue regioni cerca di accelerare i tempi per poter avere al momento dell'indipendenza (Io ottobre 1960) un'ossatura che le consenta di proseguire con sicurezza sulla nuova via, grazie alle grandi risorse di cui è provvista.

Dovunque il lavoro della Missione ha potuto svolgersi tra il massimo interesse degli ambienti ufficiali ed in un clima di schietta cordialità e simpatia. I contatti, numerosi e concreti, si sono sempre mantenuti a livello molto alto, seguiti da riu- nioni presso Enti statali o privati, Camere di Commercio, operatori. Ciò ha portato allo stabilimento di rapporti collet- tivi e personali fra le due parti ed alla precostituzione di quelle basi di collaborazione diretta che gli operatori econo- mici di altri Paesi hanno già creato da tempo con risultati ben evidenti. A ciò va aggiunto che per la prima volta i rappre- sentanti dei nostri grandi gruppi industriali ed i nostri ope- ratori hanno potuto rendersi conto dell'ambiente fisico ed uma- no, delle effettive risorse ed organizzazione dei territori visi- tati, e raccogliere sul posto, notizie, documentazione, norme legislative, informazioni personali e riservate, necessarie all'o- rientamento delle loro iniziative nei vari settori.

Vari membri della Missione hanno concluso o avviato affari mentre altri hanno gettato le premesse per una partecipazione diretta ai programmi di opere pubbliche, per forniture di mac- chinari e materiali in questo ed in altri settori, per l'impianto di alcune delle cosiddette industrie « pioniere ». Nei prossimi mesi si avranno certamente i primi sviluppi in tal senso, sia da parte degli operatori che hanno partecipato alla Missione sia da parte di altri che dalla Missione hanno raccolto notizie ed echi interessanti.

Questa prima ricognizione diretta nell'Africa occidentale, effettuata con un programma molto preciso ed intenso, ha consentito, in altri termini, di svolgere quell'azione di rottura senza la quale ai nostri operatori sarebbe riuscito molto diffi- cile dirigersi verso quelle regioni. La Missione ha dimostrato ancora una volta che l'interessamento dei nostri ambienti eco- nomici e commerciali per l'Africa non è meno vivo di quello per altri continenti purché si sappia dare a tali ambienti l'in- dispensabile orientamento e l'opportuna presentazione ufficiale nella fase preliminare.

La constatazione dell'organizzazione che soprattutto nel set- tore commerciale hanno in Africa altri Paesi dell'Occidente (Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Paesi Bassi, Germania, Stati Uniti) del Levante (Grecia, Siria, Libano) e del lontano Orien- te (India, Pakistan, Cina continentale, Giappone), deve con- vincere anche i nostri operatori che servirci di quegli stessi Paesi come intermedian o rappresentanti dei nostri prodotti significherebbe voler contenere i nostri affari nella attuali mo- deste proporzioni. Solo attraverso una nostra organizzazione commerciale diretta, affiancata da qualche Istituto di credito italiano, sarà possibile assicurare ai nostri beni d'uso e stru- mentali quella penetrazione che in molti casi la qualità e il prezzo loro consentono.

La nostra presenza risulta dovunque, in Africa, non solo accetta ma particolarmente gradita, per motivi di ordine pra- tico e psicologico insieme.

Nella Liberia, Ghana e Nigeria questa buona predisposizione è emersa in modo ancora più evidente dai precisi inviti e dalle concrete proposte avanzate. Indubbiamente la nostra po- sizione di nazione scevra da preconcetti colonialisti o razzisti, e la prova superlativa fornita dagli italiani che operano in quelle regioni, sono i fattori che maggiormente hanno deter- minato i sinceri sentimenti di simpatia e di apprezzamento nei nostri confronti.

Occorre però che, nello sfruttare il buon successo della Mis- sione, al quale hanno certamente contribuito tali fattori, i nostri uomini d'affari e coloro che si apprestano ad impiantare attività nei tre Paesi visitati trovino anche da parte dei com- petenti Ministeri ed Enti italiani una adeguata assistenza di- retta ed indiretta. Occorrerebbe rafforzare le nostre Rappresen- tanze diplomatiche e consolari nel Ghana e nella Nigeria, at- tualmente affidate a funzionari di riconosciuto valore, per pre- parazione e dinamicità, ma privi di sedi idonee e dei neces- sari collaboratori. L'assegnazione di un Addetto Commerciale ad Accra e l'apertura di un Ufficio dell'I.C.E. a Lagos (sul tipo di quello già funzionante a Johannesburg e di quello di prossima apertura a Léopoldville) potrebbero rivelarsi di gran- de ausilio per i nostri operatori. Si è potuto, d'altro canto,

constatare che i Paesi che detengono le migliori posizioni ecó- nomico-commerciali nel Ghana e nella Nigeria dispongono an- che di Sedi di Rappresentanza di prim'ordine e di quadri di personale assai numerosi; e che i Paesi d'oltre cortina, non solo sono presenti ma molto attivi (la Russia sta attrezzando ad Accra una ambasciata con parecchie decine di funzionari).

Una buona affermazione nel campo dell'economia, accompa- gnata da una opportuna collaborazione nel campo culturale (per il quale questi Paesi hanno dimostrato una particolare sensibilità) ha, naturalmente, i suoi favorevoli riflessi politici. Da molti indizi o da alcuni episodi dei quali si è avuta testi- monianza diretta (ad esempio la Conferenza Panafricana di Accra) si è ricavata la sensazione precisa della battaglia ideo- logica che l'Oriente comunista sta conducendo sul continente africano e della influenza che questa esercita soprattutto sui leaders nazionalisti dei territori non autonomi.

Sarebbe un errore per l'Occidente sottovalutare questo peri- colo che, secondo la nuova tattica del mondo sovietico, si pre- senta oggi come appoggio ai movimenti nazionalisti nel caso dei territori non autonomi e mascherato invece sotto l'aspetto di assistenza economica nel caso dei Paesi che hanno rag- giunto l'indipendenza.

I territori visitati hanno rivelato i componenti la Missione possibilità degne della massima attenzione; e di ciò è sinto- matica riprova l'attivo interessamento che, a così breve distan- za dal rientro dalla Missione, già si nota da parte dei nostri operatori per quei Paesi. Occorre, naturalmente, studiare la situazione ed i mercati locali con cura ancora maggiore tenen- do sempre presente che le posizioni, consolidate da decenni, della Gran Bretagna e di altre Nazioni non possono essere, soprattutto nel settore commerciale, facilmente guadagnate, con un nostro intervento. Questo potrà, semmai, limitare quelle posizioni monopolistiche che hanno reso fino ad oggi difficile l'affermazione di chiunque non disponesse di un'efficiente orga- nizzazione in loco. Per quanto riguarda invece la piccola e media industria, il campo si presenta libero da ostacoli e da concorrenze, almeno per il momento.

Un buon punto d'appoggio potranno essere, specie nella fase iniziale, le nostre imprese di costruzioni in tutti e tre i Paesi e particolarmente in Nigeria, dove esse hanno un peso rilevante nel quadro dell'economia locale. Queste imprese meriterebbero, d'altra parte, maggiori attenzioni e tutele da parte dell'Italia. Alcuni dei maggiori imprenditori operanti in Nigeria hanno manifestato, ad esempio, il loro disappunto di fronte a taluni problemi d'ordine fiscale e cautelativo che potrebbero essere dai nostri organi competenti attentamente esaminati ed avviati forse a soluzione. Citiamo quello della doppia tassazione cui le nostre imprese sono soggette (im- posta societaria e sul reddito individuale in Nigeria e im- posta fissa sui dividendi provenienti dall'estero in Italia) per la mancanza di un accordo bilaterale in campo fiscale; e quello della mancanza di una garanzia da parte del Governo italiano per eventuali nazionalizzazioni dei capitali, garanzia di cui godono invece gli inglesi, i francesi e gli americani.

In definitiva il nome dell'Italia è già ben conosciuto in tutti quei Paesi dove operano nostri imprenditori e nostri tecnici, i quali vanno, peraltro, incoraggiati appunto per l'ot- timo lavoro che compiono, lavoro dal quale anche l'eco- nomia della Madrepatria trae giovamento.

II sistema dell'invio di Missioni d'uomini d'affari, a li- vello elevato, si è dimostrato ancora una volta il più effi- cace sia per l'interesse suscitato nei territori visitati sia per quello che, di riflesso, esso suscita negli ambienti economici italiani. Questo sistema dovrebbe essere, possibilmente, se- guito con criteri programmatici, in maniera da non creare soluzioni di continuità in queste iniziative e da avere un quadro completo della possibilità, delle prospettive e dei programmi che presenta il Continente africano.

All. A DICHIARAZIONE CONGIUNTA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DI LIBERIA E LA MISSIONE ECONOMICA

ITALIANA IN LIBERIA

Poiché dal Io al 4 dicembre 1958 una Missione economica ita- liana ha visitato la Repubblica di Liberia in seguito ad un invito ufficiale del Governo della Repubblica di Liberia al Governo Ita- liano e poiché la predetta Missione economica ha avuto consul- tazioni coi rappresentanti del Governo della Liberia ed ha visi- tato vari progetti per lo sviluppo economico e le attrezzature moderne; si conviene pertanto reciprocamente tra la Missione Italiana e il Governo della Liberia, che il Governo liberiano sarà lieto di accogliere e di accettare la cooperazìone tecnica ed economica italiana, attraverso gli Enti e Società appropriati, nei seguenti campi :

111

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 15: MISSIONE ECONOMICA ITALIANA IN LIBERIA, GHANA E NIGERIA: 30 novembre -18 dicembre 1958

Attività Generale

1. Progetti di lavori pubblici: nel campo dei lavori pubblici si è rimasti intesi che gli Enti e Società appropriati indaghe- ranno il potenziale, la progettazione e la costruzione di strade, ferrovie, porti, edifici, centrali elettriche, impianti d'irrigazione ed altri lavori pubblici connessi;

2. Miniere: è stato accertato che la Liberia ha vari depositi ad alto tenore di minerali ferrosi e non ferrosi, ed è stato con- statato che alcuni gruppi della Missione sono vivamente inte- ressati allo sviluppo dell'industria mineraria, e dei negoziati se- parati verranno iniziati tra il Governo della Liberia e gli appropriati Enti e Società italiani per l'esplorazione e il succes- sivo sfruttamento di depositi di minerali ferrosi e di altri mi- nerali ;

3. Foreste: nel campo dell'industria forestale si è constatato che alcuni gruppi della Missione hanno vivo interesse e dei negoziati immediati e separati saranno iniziati tra il Governo della Liberia e gli appropriati Enti o Società italiani per lo sfruttamento e la lavorazione dei vari tipi di legname liberiano per l'esportazione e il consumo locale;

4. Pesca: La Missione solleciterà ed incoraggerà gli Enti e So- cietà appropriati ad esaminare la possibilità di conservazione e di lavorazione in genere di tali tipi di prodotti ittici per l'espor- tazione ed il consumo locale;

5. Assistenza tecnica: La Missione incoraggerà le industrie e gli Enti interessati ad esaminare la possibilità di concedere assi- stenza tecnica al Governo liberiano nei seguenti campi:

o) risicoltura b) industria lattiero-casearia e) addestramento di piloti e motoristi d) altri settori nel campo sanitario ed agricolo.

6. Energia nucleare: La Missione incoraggerà le industrie e gli Enti interessati ad esaminare la possibilità di accordare assisten- za tecnica al Governo liberiano nel campo dello sviluppo del- l'energia nucleare.

7. Telecomunicazioni: La Missione incoraggerà le industrie e le Società interessate ad esaminare la possibilità di accordare assistenza tecnica al Governo liberiano nel campo delle tele- comunicazioni.

Firmato a Monrovia il 3 dicembre 1958 Per la Missione Economica Italiana:

Teresio Guglielmone, Capo della Missione

Per il Governo della Liberia: John W. Cooper

Ministro dell'Agricoltura e APPROVATO : Commercio

Presidente della Liberia

All. A DICHIARAZIONE CONGIUNTA

(Foreste) Poiché il Governo della Repubblica di Liberia (d'ora in poi

menzionato come « il Governo ») ha adottato una politica della porta aperta in base alla quale il capitale straniero è ben accetto nel paese sotto condizione di reciproca soddisfazione, e

poiché la Missione Economica Italiana incoraggerà, tramite gli appropriati Enti e Società, la partecipazione italiana ai programmi di sviluppo economico della Liberia, colláborando in particolare allo sviluppo dell'industria forestale:

pertanto si è convenuto: 1) La Missione Economica Italiana rappresentata dal Sena-

tore Teresio Guglielmone solleciterà l'invio in Liberia durante il 1959 di un gruppo di tecnici per fare uno studio prelimi- nare e particolareggiato del potenziale dell'industria forestale;

2) All'arrivo di detti tecnici il Governo fornirà loro tutta l'assistenza e la cooperazione necessaria a facilitare lo studio del potenziale dell'industria forestale;

3) Una volta completato tale studio preliminare il Governo e gli Enti e Società appropriati concluderanno un accordo di concessione per lo sviluppo dell'industria forestale, secondo termini e condizioni di mutuo accordo.

Firmato a Monrovia il 3 dicembre 1958 Per Za Missione Economica Italiana:

Teresio Guglielmone, Capo della Missione

Per il Governo della Liberia: John W. Cooper

Ministro dell'Agricoltura e APPROVATO : Commercio

Presidente della Liberia

All. A DICHIARAZIONE CONGIUNTA

(Miniere) Poiché il Governo della Liberia (d'ora in poi menzionato co-

me « il Governo ») ha adottato una politica della porta aperta per la quale il capitale straniero è bene accetto nel paese sotto condizione di reciproca soddisfazione; e

poiché la Missione Economica Italiana incoraggerà, tramite gli appropriati Enti e Società, la partecipazione italiana al pro- gramma di sviluppo economico della Liberia, colláborando in particolare alla prospczione ed allo sfruttamento dei minerali ferrosi e di altri minearli.

Pertanto si è convenuto: 1) Che la Missione Economica Italiana rappresentata dal Se-

natore Teresio Guglielmone incoraggerà l'invio in Liberia du- rante il 1959 di un gruppo di tecnici per fare uno studio preli- minare e particolareggiato del potenziale dell'industria mine- raria.

2) All'arrivo di detti tecnici il Governo fornirà loro tutta la assistenza e la cooperazione necessaria a facilitare lo studio del potenziamento dell'industria mineraria.

3) Una volta completato tale studio preliminare, il Governo e gli Enti o Società appropriati concluderanno un accordo di concessione per lo sviluppo dell'industria mineraria, secondo termini e condizioni di mutuo accordo.

Firmato a Monrovia il 3 dicembre 1958 Per la Missione Economica Italiana:

Teresio Guglielmone, Capo della Missione

Per il Governo della Liberia: John W. Cooper

Ministro dell'Agricoltura e APPROVATO : Commercio

Presidente della Liberia

All. B IMPRESE ITALIANE DI COSTRUZIONE

REGISTRATE NEL GHANA

COMAZZI Bros. Ltd. 157 Cape Coast Road - Ta- koradi

MICHELETTI POLLA Ltd.. P. O. Box 2213 - Accra MICHELETTI F. & CO. P. O. Box 576 - Kumasi MICHELETTI Nino & Son P. O. Box 2282, Tesano Esta-

te - Accra STIRLING ASTALDI Ltd. Private Post Bag, Nmetsobu

(West Africa) Road - Accra TONONE E. and Son. Private Post Bag, Lake Rd.

- Kumasi BORIO E. P. O. Box 3405 - Accra

All. C DICHIARAZIONE COMUNE DEL SIG. N. A. WIAFE M. P., VICE PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DEL GHANA, ACCRA E DEL SENATORE TERESIO GUGLIELMONE,

PRESIDENTE DELL'ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICA

Allo scopo di incrementare gli scambi commerciali fra il Gha- na e l'Italia, si stabilisce in linea di massima la costituzione di una Camera di Commercio mista Ghaniana-Italiana, con sedi ad Accra ed a Roma.

L'Istituto Italiano per l'Africa offre come sede provvisoria la propria sede in Roma, via Ulisse Aldovrandi 16, ed analoga- mente la Camera di Commercio del Ghana offre la propria sede, Ghana Bank Building, Accra.

Verranno prese misure immediate allo scopo di realizzare l'ini- ziativa il più presto possibile, mediante la determinazione dello Statuto Sociale e lo scambio dei nominativi degli aderenti Gha- niani ed Italiani.

Fatto e sottoscritto ad Accra, 8 dicembre 1958 F.to Sen. Teresio Guglielmone F. to Mr. M. A. Wiafe

All. D ELENCO DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONE

ITALIANE REGISTRATE IN NIGERIA Categoria " C " (Lst. 6,001 - Lst. 10,001) TRENCO 6 Olaogun Street, Ebute Metta

Category " E " (Lst. 20,001 - Lst. 50.000) B. VISINONI P. O. Box 37 - Kaduna L. D'ALBERTO & CO. P. O. Box 138 - Ibadan A. G. FERRERÒ & CO. P. O. Box 33 - Makurdi DOLCINO & CO. (NIGERIA) Ltd. P. O. Box 270 - Port Harcourt EMANUELE ROGNONI 2 Psholake Street, Ebute Metta P. COMAZZI P. O. Box 376 - Ibadan O. G. PEDROCCHI P. O . Box 58 - Jos DYS TROCCA VALSESIA & CO. Ltd 91 Apapa Road - Ebute Metta S. G. BONOMI LTD. P. O. Box 227 - Jos

Category " F " (Lst. 50,001 - Lst. 100.000) PETER MICHELETTI & CO. Ltd. P. O. Box 262 - Port Harcourt

Category "G" (oltre Lst. 100.000) POLETTI & BROS. & CO. LTD P. O. Box 25 - Ebute Metta CAPPA & D'ALBERTO Ltd. 72 Campbell Street - Lagos D'ALBERTO & BOGIALLA 62 Bath Road - Kano BORINI PRONO & CO. (Nig) Ltd. P. O. Box 54 - Apapa G. CAPPA LTD. P. O. Box 288 - Ebute Metta E. M. MICHELETTI & SON Ltd. P. O. Box 138 - Enugu ASTALDI AFRICA LTD. P. M. Bag - Bukuru

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 4512 del 27 dicembre 1957 Direttore Responsabile TEOBALDO FILESI Edizione I.P.I. - istituto Propaganda Internazionale - Milano - Via Tadino 62 Tipogr. : Industrie Grafiche Cattaneo - Bergamo

112

This content downloaded from 195.78.108.147 on Sun, 15 Jun 2014 08:46:43 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions


Recommended