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Misure ed Errori - - Università degli Studi di Cassino · Ottenne il Premio Nobel per la Fisica...

Date post: 17-Feb-2019
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Transcript

« Nell’ambito della realtà le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono quindi ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso »

PRINCIPIO DI

INTEDERMINAZIONE

(Über quantenmechanische Kinematik und Mechanik, Mathematische Annalen, 1926[1])

Werner Karl Heisenberg (Würzburg, 5 dicembre 1901 – Monaco di Baviera, 1º

febbraio 1976) è stato un fisico tedesco. Ottenne il Premio Nobel per la Fisica nel 1932 ed è

considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica.

Ogni misura, per quanto accurata e precisa, è

affetta da errore.

ERRORE

Errore non è sinonimo di “sbaglio”, ma sta ad indicare proprio che ogni strumento di misura, per diverse cause, ha dei “limiti” nel misurare.

Basta pensare, ad esempio, alla sensibilità. E’

quindi impossibile ottenere il valore “reale”

della misura di una qualsiasi grandezza fisica.

ERRORI GROSSOLANI

• Gli errori grossolani sono quelli che vengono commessi in seguito ad un'inappropriata applicazione del metodo analitico.

Ad esempio, in un laboratorio biochimico-clinico, questi errori derivano dallo scambio di campioni e reagenti, oppure dall'uso scorretto degli strumenti.

• Mentre gli errori grossolani si prevengono con un'accorta organizzazione del laboratorio di analisi, gli errori sistematici e casuali costituiscono oggetto tipico della metodologia statistica.

ERRORI SISTEMATICI () Gli errori sistematici si manifestano nella tendenza deterministica di un dato

metodo a sovrastimare (o sottostimare) il vero valore θ.

Pertanto, l'universo delle misure che si possono virtualmente ottenere quando

con tale metodo si misura θ ha media µ che può differisce dal valore θ, ( =

µ- θ).

= µ - θ

errore sistematico

Media vera del metodo

valor vero

Una misura è tanto più accurata quanto minore è l'entità dell'errore

sistematico () da cui è affetta.

Gli errori sistematici hanno cause ben determinate, inerenti o al

metodo (es.: scarsa selettività del reagente usato per la titolazione di

un certo soluto), o alle condizioni di esecuzione del pro-cedimento

analitico (es.:strumento non calibrato correttamente).

Un errore si dice sistematico se è causato da

uno strumento di misura difettoso. Un

cronometro tarato male, per esempio per

difetto, avrà sempre la tendenza a stimare

misure di tempo eccedenti rispetto alla

realtà. Un righello deformato dal caldo non

può offrire ovviamente una misura corretta.

ERRORI SISTEMATICI ()

ERRORI CASUALI ()

Misurazioni dello stesso valore θ, ripetute in uno stesso procedimento analitico, e in condizioni il più possibile simili, portano spesso a misure differenti: non è possibile ripetere la misurazione in modo del tutto identico.

La somma di tutte le piccole e imprevedibili variazioni nell'esecuzione delle varie operazioni analitiche fa sì che le misure fluttuino attorno a un valore µ, che si scosta più o meno dal valore θ, a seconda dell'entità dell'errore sistematico.

= x - µ

errore casuale

una misura Media vera del metodo

Una misura è tanto più precisa quanto minore è l'entità

dell'errore casuale () da cui è affetta.

IN CONCLUSIONE ...

Per riassumere, l'errore totale di una misura

esente da errori grossolani può essere espresso

come somma di una componente sistematica e

di una componente casuale.

SOMMA DEGLI DEGLI ERRORI Totale Sistematico Casuale (x- θ) = (- θ) + (x-)

Attendibilità Accuratezza Precisione

1

2

3

4

elevata scarsa

Accuratezza S

cars

a

Ele

vata

Pre

cisi

on

e

Risultati di 50 determi-

nazioni analitiche di un

medesimo valore vero θ

eseguite con 4 differenti

metodi:

1- preciso ed accurato

2-preciso ed inaccurato

3-impreciso ed accurato

4-impreciso ed inaccurato

PRECISIONE E ACCURATEZZA

Un errore si dice accidentale se viene

commesso per semplice casualità.

ERRORI ACCIDENTALI

È un errore accidentale la lettura non in

asse di uno strumento a scala, come ad

esempio un termometro analogico.

È un errore accidentale il ritardo nello

starter di un cronometro,

azionato a mano, dovuto al tempo di

reazione di chi esegue la misura.

Le misure ottenute con strumenti di misura, come detto, sono inevitabilmente affette da errori. Esistono però dei metodi, descritti dalla teoria degli errori, che servono a limitare al minimo l’incidenza degli errori stessi sulle misure. Parleremo di Valor Medio, Errore Assoluto, Intervallo di Incertezza, Errore Relativo ed Errore Percentuale.

TEORIA DEGLI ERRORI

Uno strumento di misura affetto è, come

sappiamo, da componente causale di errore.

n

xxxG n

21

MISURA MEDIA

Considerando che questo errore per

definizione è intorno ad un valore centrale si

può calcolare questo ultimo effettuando n

misure di una stessa grandezza

L’insieme delle misure è il seguente:

{x1, x2, … , xn}.

Definiamo Valore Medio G il rapporto

In un insieme di misure {x1, x2, … , xn}c’è

sempre una misura più grande, xmax, ed una

più piccola, xmin.

2

minmax xxea

ERRORE ASSOLUTO

Si definisce Errore Assoluto ea (o

Semidispersione Media) il rapporto

Risulta utile ottenere un intervallo minimo in cui siamo sicuri che ricade la misura esatta. Questo intervallo, detto Intervallo di Incertezza, è il seguente:

aeGx

Dove x indica la misura esatta, G il valore

medio e ea l’errore assoluto.

INTERVALLO DI

INCERTEZZA

Scrivere una misura nel modo seguente:

kgm 02.051.12

significa che il valore della massa m che si

sta cercando è tale che

kgmkg 53.1249.12

ossia che la massa m ha un valore compreso

tra i 12.49 kg e i 12.53 kg.

ESEMPIO DI INTERVALLO

DI INCERTEZZA

Non sempre l’errore assoluto ci offre una

stima efficiente del “peso” dell’errore stesso

sulla misura. È più grave commettere un

errore di 1 cm su 1 m, o di 1 m su 1 km?

Sicuramente è più grave il primo. Perché?

Chiamiamo Errore Relativo er il rapporto:

G

ee a

r

ERRORE RELATIVO

Ora vediamo il perché della risposta precedente. Nel primo caso abbiamo un errore relativo

01.01

01.0

m

mer

mentre nel secondo caso abbiamo

001.01000

1

m

mer

che è più piccolo del primo.

ESEMPIO DI ERRORE

RELATIVO

Quando si fanno tante misure di una

grandezza, siamo in grado di scartare quelle

misure che sono fuori da un intervallo

accettabile. L’Errore Percentuale ep, definito

come segue, ha proprio questo scopo:

100 rp ee

e si esprime come percentuale, cioè col

simbolo “%”.

ERRORE RELATIVO

PERCENTUALE

Tornando alla domanda precedente possiamo

dire che nel primo caso avevamo

ep = 0.01×100 = 1%

mentre nel secondo caso

ep = 0.001×100 = 0.1%

ESEMPIO DI ERRORE

PERCENTUALE

L’errore percentuale serve a stabilire il livello di

confidenza di una misura. Solitamente vengono

scartate tutte quelle misure per le quali l’errore

percentuale supera il 2%.

Questo parametro è fondamentale per quanto

riguarda il controllo di qualità dei prodotti

industriali, ma anche per tutte le costruzioni in

generale; in questo caso si parla di “tolleranza”.

LIVELLO DI CONFIDENZA

• Il valor medio, l’errore assoluto e

l’intervallo di incertezza hanno la stessa

unità di misura della grandezza misurata e,

come tale, è obbligatorio specificarla sempre!

• L’errore relativo e l’errore percentuale, al

contrario, sono numeri “puri”, ossia non possiedono alcuna unità di misura.

UNITA’ DI MISURA DEGLI

ERRORI

Quante cifre bisogna indicare dopo la virgola, in un risultato decimale?

Nel caso di valore ottenuto da uno strumento di misura il problema non si pone essendo lo strumento stesso ad indicarle.

E se durante una misura indiretta (calcoli) otteniamo numeri a più cifre decimali?

In questo caso si scelgono tante cifre quante sono quelle relative alla sensibilità dello strumento col quale si è misurato, operando degli “arrotondamenti”.

ARROTONDAMENTI

Un numero a più cifre decimali può essere sempre arrotondato per eccesso o per difetto.

Si arrotonda per eccesso quando si vuole un valore leggermente più alto di quello che si ha.

Si arrotonda per difetto quando si vuole un valore leggermente più basso di quello che si ha.

ESEMPIO DI

ARROTONDAMENTI

Eccesso e Difetto

1. Si sceglie il numero di cifre decimali da tenere.

2. Si guarda la prima cifra decimale tra quelle da scartare.

3. Se essa è maggiore o uguale a 5 si aumenta di 1 l’ultima cifra decimale da tenere (arrotondamento per eccesso).

4. Se essa è minore di 5 si lascia inalterata l’ultima cifra decimale da tenere (arrotondamento per difetto).

Esempio

Si vuole arrotondare a 3 cifre decimali il numero 11.3567099.

11.3567099

In rosso sono le cifre da tenere. La prima cifra da scartare, il 7 (in blu), essendo maggiore di 5, fa sì che il numero finale diventi

11.357

L’arrotondamento eseguito è per eccesso.

Esempio

Si vuole arrotondare a 2 cifre decimali il numero 15.9523137.

15.9523137

In rosso sono le cifre da tenere. La prima cifra da scartare, il 2 (in blu), essendo minore di 5, fa sì che il numero finale diventi

15.95

L’arrotondamento eseguito è per difetto.

Cifre significative

Si chiamano Cifre Significative di una misura

le cifre “certe” e la prima “incerta”, in

riferimento all’intervallo di incertezza. In

generale, il numero delle cifre significative

si trova contando la cifra incerta e le cifre

che stanno alla sua sinistra fino all’ultima

cifra, se essa è diversa da zero.

Esempi

• 12.45 ha 4 cifre significative

• 47.3 ha 3 cifre significative

• 0.34 ha 2 cifre significative

• 0.340 ha 3 cifre significative

• 23.073 ha 5 cifre significative

• 10.0220 ha 6 cifre significative

• 0.001 ha 3 cifre significative

Quando si eseguono misure indirette, cioè

quando si fanno calcoli con le misure di

grandezze (per esempio calcoli di dispendio

energetico a partire da misure di VO2), gli

errori si propagano nei calcoli. Vediamo

come risultano l’errore assoluto e relativo a

seguito di operazioni matematiche.

PROPAGAZIONE DERGLI

ERRORI

Se X è una misura indiretta, ottenuta dalla somma o dalla differenza di due misure omogenee a e b, allora

ea(X) = ea(a) + ea(b).

Gli errori assoluti di a e b si sommano sempre, indipendentemente dal fatto che la misura X sia ottenuta come somma o come

differenza tra a e b. Il tutto vale anche se le misure sono più di due.

SOMMA E DIFFERENZA

Se X è una misura indiretta, ottenuta dal prodotto o dal quoziente di due misure a e b, allora

er(X) = er(a) + er(b).

PRODOTTO E QUOZIENTE

Gli errori relativi e percentuali di a e b si sommano sempre, indipendentemente dal fatto

che la misura X sia ottenuta come prodotto o come quoziente tra a e b.

Il tutto vale anche se le misure sono più di due.


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