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Date post: 11-Nov-2015
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Miti vari sulla creazione
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1 I MITI DELLA CREAZIONE NELLE TRADIZIONI DEI POPOLI Traduzione di Nicola Fiore (2011) In copertina: Diego Rivera, particolare de La Creaciòn. ISTITUTO CINTAMANI Via S. Giovanni in Fiore, 24 – 00178 Roma Tel. 067180832 www.istitutocintamani.org [email protected]
Transcript
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    I MITI DELLA CREAZIONE NELLE TRADIZIONI DEI POPOLI

    Traduzione di Nicola Fiore (2011)

    In copertina: Diego Rivera, particolare de La Creacin.

    ISTITUTO CINTAMANI Via S. Giovanni in Fiore, 24 00178 Roma Tel. 067180832

    www.istitutocintamani.org [email protected]

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    INDICE I

    I MITI DELLA CREAZIONE NELLE TRADIZIONI DEI POPOLI IL GRANDE MISTERO LORIGINE DELLE ERE UN RINNOVAMENTO CONTINUO IL FILO RADIOSO DEL MITO EGIZIO UN SOGNO CHE CI SOGNA ANTICO QUANTO IL TEMPO AFFINCHE LUOMO POTESSE NASCERE LO SPAZIO LUMINOSO FIGLIO DELLO SPAZIO NERO

    p. 4 10 15 19 25 31 34 39

    II

    LUOMO NEL COSMO, IL COSMO NELLUOMO I FIGLI DELLARCOBALENO IL CALDERONE DEGLI DEI IL PELLEGRINO SACRO NEL PENSIERO GRECO LA CATENA DELLA VITA: DALLA PIETRA ALLA DIVINITA IL LAVORO DEL KARMA ATTRAVERSO LE NASCITE E LE MORTI

    47 52 57 63 69 75

    III

    RINASCITA SPIRITUALE

    LA RICERCA: DA SEMPLICE SCIOCCO A SERVITORE DEL GRAAL MORTE MISTICA: MATRIMONIO E RINASCITA IL CICLO INIZIATICO GLI ANTICHI MISTERI: Una Grande Luce, Una Forza per il Bene RISVEGLIO E FENOMENI LINCESSANTE VIAGGIO VERSO IL SOLE IL DESTINO DELLUOMO NEL MITO LA NASCITA DELLUOMO

    82 90 96 100 108 114 119 124

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    I

    I MITI DELLA CREAZIONE NELLE TRADIZIONI DEI POPOLI

    Creation Myths in World Traditions

    Ristampato da Sunrise magazine, novembre 1976 Copyright by Theosophical University Press

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    IL GRANDE MISTERO

    The Great Mistery

    di Blair A. Moffett

    Nel 1 Chuen nostro Signore estrasse da se stesso la sua Divinit, e cre il cielo e la terra. Nel 2 Eb1 egli cre la prima scala per discendere nel mezzo del cielo e dellacqua. La Divinit e il Potere produssero la grande Pietra del Dono Divino, dove prima non cera alcun cielo; e da essa nacquero Sette pietre sacre, Sette guerrieri sospesi nello spirito del vento, Sette fiamme, e poi sette volte furono accese le misure della notte. 2 Nel 1898 il linguista ed etnologo americano Jeremiah Curtis, nel suo Libro I Miti della Creazione dellAmerica Primitiva,3 fece osservare che i racconti degli Amerindi sulla nascita e levolversi del cosmo e del sistema solare formano una storia completa fornendo un quadro molto dettagliato sullorigine di questo mondo e di tutte le cose, e delle creature che esso contiene incluso luomo. Il modo in cui fu immaginato quel processo variava da cultura a cultura, ma ununit di prospettiva, che forma quella che potremmo definire una storia della creazione emisferica, la possiamo rintracciare in tutti i racconti, persino quando ne abbiamo soltanto dei frammenti. Dove stata conservata una tradizione pi completa e dettagliata, come nel Popol Vuh dei Maya Quiche dellAmerica Centrale o nel Libro degli Hopi, proveniente dagli Stati Uniti sud-occidentali, la portata della visione spirituale sbalorditiva, e colpisce per la bellezza delle sue concezioni, del tutto paragonabili in termini di raffinatezza e complessit ai maggiori poemi epici mondiali sulla creazione. Questa teosofia degli Amerindi vive ancora e prospera in molte comunit indigene, nonostante i secolari tentativi fatti dallimmigrazione europea per annientarla. I suoi concetti archetipici rispecchiano loriginario modo di vivere profondamente religioso perseguito dagli Amerindi tradizionali. In alcuni di questi racconti millenari si sono innestati formalismi e superstizioni. E, nel caso specifico del periodo della Conquista degli Aztechi del Messico e di una o due altre trib, assistiamo a una determinante

    1 Nel complesso calendario Maya, i glifi Chuen ed Eb rappresentano alcuni giorni dellanno. Il ciclo Tzolkin era un calendario religioso basato su due cicli pi brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20; poi ricominciava la numerazione dei giorni; combinando questi due cicli si formava un ciclo di 260 giorni (1320 = 260). Chuen, preceduto da un numero, significa scimmia, Eb, preceduto da un numero, significa ginestra. Ovviamente, come nella Bibbia cristiana, un giorno rappresenta lunghi periodi o cicli. n. d. t. 2 Libro de Chilam Balam de Chumayel, che Antonio Mediz Bolio tradusse dal linguaggio Maya in spagnolo nel 1930. 3 Creation Myths of Primitive America, pp. xi e seg.

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    degenerazione e perversione; ma queste sono eccezioni rare. Attualmente le altre grandi popolazioni indiane del Messico disprezzano i barbarici Aztechi che sono venuti dopo, come gente indegna che ha travisato le proprie tradizioni sacre ed caduta in unincredibile disumanit di comportamento. Mettendo da parte ogni formalismo, vediamo i nativi americani come un momento veramente puro e pieno di quel flusso universale ed esoterico di saggezza, o dottrina segreta, che ha formato dappertutto il cuore dellumano dramma spirituale fin dai nostri inizi sulla terra. Come possiamo sperare che un cos breve articolo sia in grado di descrivere tutto questo, o rendere piena giustizia ai suoi ideali cosmici? Possiamo solo cercare di sintetizzare alcuni dei suoi aspetti principali, avvalorandoli con immagini e riferimenti presi da alcune opere meglio conosciute e almeno pi accessibili, scritte dagli stessi Amerindi o da ricercatori di razza bianca che le hanno elaborate direttamente dagli originali. La visione dei nativi americani comincia con un Qualcosa, spesso chiamato il Grande Mistero, il Cuore del Cielo, il Signore che dappertutto, o da qualche nomenclatura similare che indica una sorgente o matrice infinita, eterna e indescrivibile, di tutte le cose manifestate. Questo Qualcosa, cos com raffigurato, non il creatore diretto, ma delega il compito a un suo aspetto, o figlio. Per le popolazioni Sioux, Wakan-Tanka, il Grande Spirito, sia Nonno che Padre. Come Nonno, il Grande Spirito indipendente della manifestazione, incondizionato ed illimitato equivalente al Tat hindu QUELLO lIllimitato. Come Padre, il Grande Spirito creatore, identico al Brahma hindu.4 I Maya Quiche avevano il loro Cabahuil, il Cuore del Cielo, lo Sconosciuto che, come successiva deit creatrice, prendeva il nome di Hunracan. 5 Per i Nahuatl del Messico, Tloque Nahaque, il Signore che Dappertutto, rappresentava linfinito immanifestato, mentre Ometeotl, il Padre-Madre degli di, degli di, era il principio creatore, la divinit dalla quale veniva in esistenza tutto quanto era nel sistema solare. Gli Hopi dellArizona hanno il loro Taiowa, lInfinito che dimora nello spazio illimitato, che delegava a suo nipote Sotuknang il compito di manifestare luniverso.6 Pur essendo unUnit, questo creatore o energia divina, tuttavia visto come androgino o bipolare: sia spirito che materia (o cielo e terra o acqua, e spesso rappresentato sotto laspetto di due gemelli. la causa o la sorgente della dualit che imprime il marchio su tutta la manifestazione. Per gli Amerindi il processo creativo sempre unemanazione, un evoluzione: i mondi intermedi e tuttavia inferiori, sono portati fuori dalla sfera superiore, la dimora della deit procreativa. Inoltre, sono tutti successivi nel tempo e nello spazio a quel mondo originario dellUno Manifestato. I racconti dei nativi americani affermano ripetutamente che luniverso o il sistema solare si compongono di una serie di piani, mondi, o sfere al di sopra e al di sotto, che includono il nostro piano

    4 Joseph Epes Brown, The Sacred Pipe, 1953. 5 Rafael Girard, Esotericism of the Popol Vuh. 6 Frank Waters, Book of the Hopi, 1963.

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    terrestre, il mondo, tutti emanati da quellandrogino divino. I manoscritti maya e messicani parlano di tredici cieli o mondi superiori, e di nove inferni, cio nove oltretomba. Gli indiani Lenni-Lenape di Delaware avevano i loro dodici cieli, e gli Hopi ne contavano nove, essendo la terra il cielo pi basso, con almeno un oltretomba. Nelle storie pubbliche o exoteriche si dice che ciascuna di queste sfere o piani sia la dimora di di particolari. Ma gli indiani dAmerica avevano ed hanno un esoterismo che nasconde la loro visione spirituale con il simbolo, il mito, lallegoria e la parabola; e in questo essi non sono diversi dalla maggior parte delle altre popolazioni tradizionali nel mondo. Quegli individui, il cui sviluppo caratteriale li qualificava allesoterismo, potevano fornire un ulteriore chiarimento. Altri, anche se incapaci a beneficiarne, erano nondimeno aiutati a migliorare spiritualmente mediante parabole e allegorie. Nelle loro logge e templi, scuole di istruzioni segrete, i molteplici di del popolo erano rivelati agli Amerindi come tante trasformazioni dellunit divina che nella sua totale emanazione compone il sistema solare e tutte le sue vite. Questa la divinit o forza creativa; il cuore spirituale e divino del sistema, e si riveste del sole materiale che noi vediamo. Gli Amerindi non identificavano mai il sole fisico con il sole reale, interiore, il sole sorgente di vita. Questo, nella storia dei Navajo, illustrato in maniera molto affascinante dai gemelli divini, Nayenezgani e Tohbachischen, il cui padre era il sole. I gemelli decisero di andare a vederlo. Ma quando arrivarono, trovarono il sole stesso appeso ad un uncino alla porta del Palazzo Turchese (il mondo interiore o spirituale) mentre lo Spirito del sole il loro padre viveva allinterno di quel Palazzo.7 Difficilmente la percezione dei Navajo poteva essere esemplificata in modo pi esplicativo! Per gli Hopi, il sole, il dio solare del nostro universo, pur essendo il Padre di Tutto nel suo sistema, soltanto il volto attraverso il quale si specchia Taiowa, lInfinito.8 Cos, per questi popoli tutto il nostro sistema stellare gerarchico emana da una sorgente celestiale, il luogo o il punto nello spazio e nel tempo dove inizia la dualit della manifestazione: ogni essere e ogni cosa vivente che esso contiene nella sua essenza una scintilla o raggio di quella sorgente cosmica. Io, il Grande Mistero, ho anche celato nel cuore di ciascuno di voi una sfida. L ho collocato il seme che riflette Me Stesso. Cercatelo, e scoprirete voi stessi, e Mi vedrete riflesso in tutte le cose create. Aiutandovi reciprocamente e riconoscendo il Mio spirito in ciascuno di voi, vi si apre dentro la porta segreta del vostro lignaggio naturale. Colui che serve un suo fratello, serve ed onora me. 9

    7 Hasteen Klah, Navajo Creation Myth. 8 F. Waters, Book of the Hopi, 1963. 9 David Villasenor, Tapestries in Sand.

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    Nella filosofia spirituale dei nativi americani il processo creativo di emanazione prende un corso devoluzione ciclica: questo concetto si applica per analogia al sistema solare, alla terra, e alle razze dellumanit che lhanno popolata. Nelle sue affermazioni pi complete vi sono sette fasi distinte o stadi ciclici: ognuna di queste fasi sottoposta a sette periodi evolutivi di trasformazione, per un totale di quarantanove passi o stadi in un ciclo completo. La versione Maya tratta dal Libro Chilam Balam di Chumayel stata messa allinizio di questarticolo. Gli Hopi dicono che lumanit passa attraverso i sette mondi successivi di ciascuno dei sette universi successivi, nel corso dei quarantanove stadi della sua esistenza totale.10 Gli Indiani Seneca di New York hanno la loro leggenda dei Sette Mondi, rivelata soltanto a quei pochi che conoscono le tradizioni orali della loro Nazione Iroquois.11 Questo schema settuplo evidenziato in tutta la tradizione Amerinda, poich le sue applicazioni e permutazioni sono molteplici. Le note quattro direzioni degli Amerindi in realt fanno parte nella loro idea delle sei direzioni: le quattro, pi lo zenith e il nadir. A loro volta, queste direzioni diventano sette, perch il punto centrale sintetizza ed include gli altri sei. Per i nostri scopi, applicato sia al cosmo solare che allo stesso uomo, quel settimo punto lUno manifestato il dio o la forza creativa nel cuore di entrambi. Vediamo che questo centro generatore egli stesso, quindi, settuplo. Tra i Maya, infatti, la cui storia, come narrata nel Popol Vuh, forse la pi completa su questo soggetto, la divinit creatrice, Hunracan, spesso chiamata semplicemente il Dio Settuplo, che concepito come un essere unitario composto di sette aspetti o ipostasi, ed incompleto se non sono presenti gli altri sei.12 Lo stessa esposizione, sia pure con qualche espressione diversa, si trova nella leggenda Navajo dei sette immortali che crearono il primo mondo.13 importante notare che spesso gli indiani infrangono questa concezione in uno schema quadruplo e triplo, che in genere non evidenziato come tale; comunque, ancora una volta il Popol Vuh e le tradizioni riferite ai Maya ci danno forse il resoconto pi completo. Per ricapitolare: Cabahuil, il Cuore del Cielo, crea lUno manifestato Hunracan i cui sei aspetti sono: Tzakol, Bitol, Alom e Cajolom; e infine, Tepeu e Gucumatz.14 Sono questi i Sette guerrieri, le Sette Pietre del Dono di Dio e le loro permutazioni causano tutti i quarantanove stadi del ciclo totale di manifestazione. Ora, Tzakol, Bitol, Alom e Cajolom sono associati ai quattro quarti o direzioni. Comunque, nel Popol Vuh, la vera evoluzione non pu cominciare finch gli altri tre (Tepu, Gucumatz, e Hunracan, come sintesi) non diffondano la loro luce sui quattro. I tre sono relazionati alle tre posizioni del sole diurno; il sole che sorge, il sole allo zenith, e il sole al tramonto. Sono quindi solari o spirituali in natura come nellantica dottrina di Vishnu identificato nel sole, specialmente quando 10 Waters, op. cit. 11 Brad Steiger, Medicine Talk. 12 Girard: Esotericism of the Poul Vuh. 13 Franc Johnson Newcomb, A Study of Navajo Symbholism. 14 Girard, op. cit.

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    occupa successivamente le tre stazioni dellorizzonte orientale, quello meridiano, e lorizzonte occidentale. Nei racconti dei Maya Quiche quel momento chiamato la comparsa della Parola o Verbo: cio, quando la forza spirituale o solare produce e vivifica gli aspetti materiali dellessere lunione del Padre e della Madre. Le applicazioni di questidea nel pensiero dei nativi americani sono troppo numerose per includerle qui. Ma si possono riferire alluomo, considerato come unentit settupla che riflette la natura essenzialmente settupla del suo creatore cosmico: senza i tre principi o aspetti superiori, i suoi quattro principi inferiori restano un guscio vuoto. Questa una prospettiva che fa anche parte della teosofia moderna, in cui spesso allegorizzata dal simbolo grafico del triangolo sul quadrato. Il concetto del quattro materiale e del tre spirituale che compongono il sette stato simbolizzato in molti modi anche dagli Amerindi. Per lindiano dAmerica, luomo sempre figlio sia del cielo che della terra: ha un lignaggio spirituale e biologico. Infine, gli Amerindi credono di sapere a che stadio si trovano nel procedere di questo grande processo evolutivo. La nostra umanit sulla terra, essi dicono, ha attraversato soltanto una parte del corso complessivo. Le tradizioni dei nativi americani parlano di quattro grandi Ere razziali e geologiche, sottolineando a volte che la nostra Era attuale la quinta. I Maya e i Nahuatl raccontano di quattro soli precedenti, o cicli, e che il nostro sole attuale, il quinto, sar sostituito da un altro.15 Gli Zuni del Nuovo Messico affermano di essere nel quinto mondo, mentre gli Hopi dellArizona dicono di avere solo un piede nel quinto mondo. Gli Incas andini dellepoca della conquista, circa quattrocento anni fa, avevano una tradizione di quattro rune (uomo, razza, umanit) anteriori, culminanti nelapparizione dei popoli Ayar-Inca della nostra epoca.16 I Winnebago del Viscosin si tramandano una tradizione di quattro cicli maggiori nella loro preistoria,17 come fanno i Sioux delle pianure degli Stati occidentali, che parlano della Bufala Bianca, il loro avatar o grande istruttore. Si racconta che questo personaggio abbia detto ai loro antenati che egli racchiudeva quattro Ere, e che aveva visitato lumanit di ciascuna di queste Ere, e alla fine della presente Era sarebbe ritornato18 presumibilmente allinizio della prossima sesta Era. Tutti questi racconti sembrano confermare in qualche modo che lumanit ora vicina, o gi dentro, alla quinta fase del settuplice percorso. Questa tradizione concorda ancora una volta, in maniera lampante, con i moderni insegnamenti teosofici di sette grandi razze, o razze-radice, poich si dice che la nostra attuale umanit appartenga alla quinta razza-radice,19 anche se composta di popoli sia dellantecedente quarta razza, che della quinta. La maggior parte delle versioni degli Amerindi riguardo questa tradizione tacciono sulle future esperienze razziali, sebbene

    15 Laurette Sejourne, Burning Water: Thought and Religion in Ancient Mexico, 1956. 16 Felipe Guaman Poma de Ayala, Nueva Cornzica y Buen Gobierno. 17 Paul Radin, The Road of Life and Death. 18 Brown, op. cit. 19 Pi precisamente, secondo gli Insegnamenti dei Maestri e di H. P. B., noi siamo la quinta sottorazza della Quinta Razza-Radice. _ n. d. t.

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    vi siano implicitamente connesse. Solo gli istruttori degli Hopi sembrano affermare chiaramente che vi sono ancora parecchi di questi mondi o lunghi cicli razziali davanti a noi, finch tutta lumanit o almeno quella parte meritevole possa ritornare al piano o mondo del creatore, lUno Manifestato, prima di passare nel Grande Mistero dei mondi pi elevati.

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    LORIGINE DELLE ERE

    Origin of Ages

    di Elsa-Brita Titchenell

    La maggior parte della poetica dellEdda pi antica chiamata Voluspa (la Profezia della Sibilla): La volva, o sibilla, rappresenta lindelebile traccia del passato, dove giacciono i semi del futuro. Odino, il Padre di Tutto, consulta questa testimonianza per conoscere linizio, la vita, e la fine del mondo. Nel suo responso, la sibilla si rivolge a Odino identificandolo in una pluralit di esseri santi, per sancire lonnipresenza del principio divino in tutte le forme della vita. Accenna allo sviluppo della consapevolezza conquistata da tutte le entit viventi, che la imparano durante il pellegrinaggio evolutivo attraverso sfere di esistenza. Ascoltatemi, o tutti voi santi esseri, figli maggiori e minori di Heimdal! Volete che vi narri le opere del Padre di Tutto, i pi antichi racconti che io conosca sulle origini? Ricordo i giganti nati in passato, quelli che un tempo mi nutrirono. Nove mondi io ricordo, nove alberi della vita, prima che questalbero del mondo crescesse dal terreno. Parafrasato, questo responso potrebbe essere interpretato cos: Imparate, tutti voi, entit viventi, impregnati dellessenza divina di Odino, voi, figli pi o meno evoluti della divinit solare (Heimdal) che sorveglia i mondi manifestati del sistema solare e il regno della coscienza divina. Voi volete apprendere ci che stato prima. Io sono la testimone di lunghe Ere passate (i giganti), che impressero la loro esperienza su di me. Ricordo nove periodi di manifestazione che precedettero lattuale sistema di mondi. Essendo il tempo inestricabilmente un fenomeno della manifestazione, le Ere dei giganti si riferiscono al lato materiale della creazione. I giganti rappresentano epoche di una durata talmente vasta che, nonostante la loro estensione nello spazio e nel tempo sia limitata, di una portata che pu essere definita gigantesca. Cicli minori allinterno di quello maggiore sono raffigurati nei miti norreni come le figlie del loro padre-gigante. Heimdal la divinit solare nel segno dellAriete gli inizi del nostro sistema i cui figli abitano e compongono il suo dominio. Prima della nuova manifestazione di un mondo, sia esso un cosmo o un sistema minore, tutta la sua materia congelata in uno stato dimmobilit, che nellEdda allegorizzata come un gigante di ghiaccio. Gli di le coscienze sono isolati nella

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    loro superna ed inimmaginabile astrazione del Non-Essere, chiamata in sanscrito paranirvana. Senza un principio divino che attiva, lo spazio stesso il grande ricettacolo unastrazione puramente teorica dove, in mancanza di qualsiasi impulso energetico che organizzi, la materia non pu esistere. Questa fu lorigine delle Ere quando Ymer cominci a creare. Non cera terra, n mare, e nemmeno le fredde onde. La Terra non era, non esisteva il cielo al di sopra di essa. Solo un Vuoto Abissale, nessuna vegetazione, finch i Figli di Bur sollevarono le tavole [terre] e crearono la bella Midgard [il mondo mediano]. Dal sud il sole splendette sulle pietre dei campi; allora le erbe crebbero verdi sul fertile suolo. Parafrasando ancora: Prima che il tempo avesse inizio, predominava il gigante di ghiaccio (Ymer). Non esistevano gli elementi, perch non vi erano onde n moto, quindi nessuna forma organizzata, n qualche avvenimento temporale, finch le divine forze creatrici furono emanate dallo Spazio (Bur un principio, non una localit ) ed impostarono la sostanza primordiale latente nei corpi celesti (le tavole alle quali gli di banchettarono con lidromele dellesperienza di vita). Tra queste tavole c La Corte Mediana (Midgard), il nostro bel pianeta. Il sole datore di vita sparge le sue energie radianti per attivare alla vita tutti i regni della natura che lo compongono. Durante lEra del gigante di ghiaccio, il Vuoto Abissale (Ginnungagap) non alimenta le fredde onde che attraversano le grandiose profondit. La sostanza non stata ancor creata, per cui non possono esserci le onde, in quanto tutta la materia leffetto del moto organizzato e ondeggiante. Quando arriva il momento per una nuova manifestazione, il ghiaccio della Dimora della Nebbia (Niflhem) si scioglie al calore proveniente dalla Dimora del Fuoco (Muspellshem) apportando vapore nel Vuoto. Questo Ymer, la protosostanza, anche se ancora informe, le nebulose da cui evolveranno i componenti della materia di un nuovo universo, poich il calore vitale degli di scioglie e vivifica il ghiaccio informe ed immobile. Quando la grande Era di Ymer ha completato il suo percorso, allora la vacca Audhumla, simbolo della fertilit, leccando il sale dai blocchi di ghiaccio, scopre la testa di Buri, il primo principio divino. Da questa infinita e primordiale sorgente emanato Bur, i cui figli sono la trinit creatrice: il Divino Padre di Tutto, la Volont e la Santit (Odino, Vile e Vi). Questo potere trino uccide il gigante di ghiaccio trasformandolo nel Primo Suono (Orgalmer), o nota chiave, i cui ipertoni vibrano attraverso i piani dello spazio dormiente, raggruppando la sostanza primordiale latente nelle molteplici forme che saranno usate da tutti gli esseri santi come veicoli per ottenere lesperienza nei mondi della materia. La bella Midgard, il nostro globo fisico terra, non che una delle tavole [terre] sollevate dalla trinit creativa, dove gli di banchetteranno. Il termine Corte Mediana suggestivo, perch le antiche tradizioni collocano il nostro globo in una posizione

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    centrale tra le sfere che comprendono la totalit degli esseri terrestri. Tutte le entit viventi, incluso luomo, racchiudono, oltre al corpo visibile, una quantit di principi e caratteristiche di cui i grossolani sensi fisici non hanno cognizione. Nel Discorso di Grimmer (Grimnismal) in cui Odino, in veste di tormentato prigioniero sulla terra, istruisce un discepolo umano e gli enumera dodici sfere o mondi, tutte invisibili ai nostri organi della vista, tranne una. Riguardo la formazione di Midgard, egli dice: La terra fu formata dalla carne di Ymer, i marosi dal suo sangue, le montagne dalle sue ossa, gli arbusti dai suoi capelli, e il cielo dal suo cranio. Con le sue sopracciglia i poteri benefici per luomo circondarono Midgard; e sicuramente dal suo cervello furono creati tutti i cieli scuri. La trinit dei poteri immanenti organizza Ymer nelle forme in cui essi dimorano, plasmando il caos, il gigante di ghiaccio, in globi viventi sui molteplici piani dellessere. Le sopracciglia che cingono la terra e la proteggono indicano la fascia di Van Allen che protegge il pianeta da radiazioni nocive. fin troppo evidente che il cervello di Ymer il pensare materiale rappresenti latmosfera del pensiero cui luomo partecipa. La formazione del globo fisico descritto come la creazione dei nani forze elementali che plasmano il corpo dellesistenza terrestre ed includono i regni minerale, vegetale, e animale. Allora tutti i possenti di andarono ai loro seggi del giudizio, per deliberare chi doveva creare una schiera di nani dal sangue di Brimir e dalle ossa dei morti. Modsogne era il pi potente di tutti i nani, e secondo era Durin; dalla terra furono creati molti nani con aspetto umano, come disse Durin. Brimir Ymer trucidato, una metafora per le acque dello spazio. Modsogne colui che assorbe la Forza, Durin il Dormiente, e per ultimo viene Dvalin, lEstatico. Essi sono nani coscienze, esseri pi mir che umani in islandese mir significa sia pi piccolo che meno. Scegliendo il primo significato, le credenze popolari li considerano come automi di piccola statura, piuttosto che come una specie naturale meno evoluta che non ha ancora raggiunto la condizione umana di intelligenza e autocoscienza. Durante il periodo di vita o manifestazione di un universo, il gigante (o lEra) che governa chiamato il Suono di Thor (Trudgalmer), la forza vitale che sostiene lattivit attraverso tutto il ciclo dellesistenza. Alla fine di questEra i mondi diventano il Fruitore (Bargalmer). Questo gigante messo su una barca e salvato, o macinato in un mulino. Entrambe le versioni suggeriscono il risultato finale del karma come seme della futura manifestazione, che rimane dormiente per tutto il periodo in cui il gigante torner ad essere ibernato e la materia cosmica verr macinata in una condizione amorfa "senza onde," dissolta nelle acque dello spazio.

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    C uninevitabile dualit di di-giganti in tutte le fasi della manifestazione: gli di cercano esperienza nei mondi della sostanza e banchettano con lidromele alle tavole stellari e planetarie; i giganti, formati in veicoli animati dallimpulso divino, salgono, attraverso i cicli di questa combinazione, sulla scala dellautocoscienza. Tutto evidenzia che lessere relativo e bipolare, e che c unevoluzione senza fine, un legame inevitabile tra il progresso soggettivo e oggettivo degli esseri. Odino, come colui che apre, associato a Orgalmer, la nota chiave su cui costruito il mondo; in qualit di colui che chiude Odino ugualmente equiparato a Bargalmer, il prodotto di un ciclo di vita. Durante luniverso in manifestazione, Odino il Padre di Tutto corrisponde a Trudgalmer, il sostenitore della vita. Una trinit creativa ricopre un ruolo analogico allapparizione dellumanit. Odino resta la divina essenza che tutto permea, mentre a questo livello i suoi fratelli-creatori si chiamano Honer e Lodur, le controparti divine dellacqua o dei liquidi, e del fuoco, o calore vitale, e del moto. Essi trovano sulla spiaggia, inanimati, il Frassino e lOlmo, e infondono in questi esseri di terra le loro rispettive caratteristiche, creando unimmagine umana, un riflesso di se stessi. Questi protoumani, miniature dellalbero del mondo, il Frassino cosmico Yggdrasil in aggiunta alle loro qualit terrene di crescita di forza e sostanza, ricevono gli attributi divini degli di. Da Odino luomo dotato di spirito, da Honer proviene la sua mente, mentre Lodur gli fornisce la volont e la forma simile a quella degli di. Le qualit essenzialmente umane sono quindi potenzialmente divine. Luomo capace di fondersi con la terra, le cui sostanze formano il suo corpo, tuttavia anche in grado di abbracciare nella propria coscienza la visione originaria della sua sorgente divina. Egli di fatto un albero del mondo in miniatura, parte dellalbero universale della vita, Yggdrasil. Ygg, in congiunzione con altre parole, stato variamente tradotto come Eterno, Spaventoso o Terribile, e Antico. A volte Odino chiamato Yggjung, che significa il Sempre-Giovane o Vecchio-Giovane. Come il biblico Antico dei Giorni, un concetto che la mente pu afferrare solo sulla scia dellintuizione. Yggdrasil il destriero o la forca di Ygg, quando Odino montato o crocifisso durante qualche periodo di vita manifestata. Lalbero del mondo radicato nel Non Essere e si ramifica attraverso i piani dello spazio, i suoi rami sono adornati con i globi in cui gli di sincorporano. La sibilla parl della nostra come la decima tra le serie di questi alberi del mondo, e Odino lo conferma nel suo Canto dellAltissimo (Den Hoges Sang): So che fui appeso allalbero lacerato dal vento per nove notti intere, trafitto dalla lancia data a Odino, dal mio s al mio S superiore nellalbero, la cui radice nessuno sa dove cresca. Nessuno mi port del pane, nessuno mi offr da bere. Cercai in profondit, individuai le magiche rune della saggezza, le innalzai con canti, e ancora una volta caddi dallalbero. Nove canti potenti appresi dal saggio figlio di Boltorn, il

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    padre di Bestla; bevvi un sorso del prezioso idromele versato da Odrorer.20 Cominciai a crescere, a crescere saggiamente, a crescere pi grande e a gioire. Numerosi racconti antichi si riferiscono al sacrificio divino e alla crocifissione del Guardiano Silenzioso, il cui regno o protettorato un mondo in manifestazione. Ogni albero della vita, in qualsiasi religione, costituisce la croce sulla quale la divinit compassionevole di quella gerarchia rimane trafitta per la durata del ciclo di vita nella materia. Il motivo delle ripetute incarnazioni allo scopo di ottenere il prezioso idromele chiaro, come pure la legge karmica di causa ed effetto, poich parole ed azioni portano i loro risultati in nuove parole e nuove azioni. Si dice che Yggdrasil abbia tre radici. Una si estende nella terra dei giganti di ghiaccio, dove scorrono dodici fiumi di vite o dodici classi di esseri; unaltra si propaga ed irrorata dal pozzo dellOrigine (Ud) dove le tre Norne, o Parche, tessono i fili del destino per tutte le vite. Una si chiama Origine, la seconda Divenire. Queste due creano la terza, chiamata Debito. Rappresentano lineluttabile legge di causa ed effetto. Sebbene siano state usualmente interpretate come Passato, Presente, e Futuro, il concetto dinamico nellEdda pi profondo e filosoficamente preciso. La terza radice dellalbero del mondo raggiunge il pozzo del saggio gigante Mimer, padrone del pozzo della saggezza. Mimer rappresenta lesistenza materiale e dona la saggezza ottenuta dallesperienza di vita. Odino fu privato di un occhio per il privilegio di essere partecipe di queste acque di vita, per cui egli rappresentato nella manifestazione con un occhio solo ed chiamato il Mezzo Cieco. Mimer, la controparte materiale, riceve contemporaneamente un accesso parziale alla visione divina. Questi concetti rendono molto chiaro che lo scopo dellesistenza, per laspetto-coscienza di tutti gli esseri, di ottenere la saggezza attraverso la vita, ispirando al tempo stesso la parte sostanziale a svilupparsi interiormente in consapevolezza e spiritualit. A livello umano, lautocoscienza e la volont sono risvegliate, dando alluomo la possibilit di progredire volontariamente e deliberatamente verso il suo potenziale divino, aiutato dagli di che hanno percorso quel cammino prima di lui, piuttosto che deviare qua e l lungo la via dellinevitabile evoluzione. Le istruzioni di Odino a un discepolo, Loddfafner, la natura-nanesca nelluomo, si concludono con: Ora cantiamo il canto dellAltissimo nella Sua aula. utile per i figli degli uomini, utile per i figli dei giganti. Salve a colui che ha cantato! Salve a lui che conosce! Gioiscono quelli che comprendono! Felici coloro che ne tengono conto!

    20 Boltorn una delle serie entecedenti al Trudgalmer; Bestla, figlia di Bargalmer, la moglie di Bur. Odrorer il pozzo di Mimer, la sorgente della saggezza divina ottenuta durante la vita.

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    UN RINNOVAMENTO CONTINUO

    Renovation Follows Renovation Without Cease

    di Robert Rensselaer

    Il Tao che pu essere espresso non il Tao eterno; Il nome che pu essere definito non il nome immutabile. La Non-Esistenza chiamata lantenato del Cielo e della Terra; LEsistenza la Madre di tutte le cose Queste due sono Identiche come origine e si differenziano quando si manifestano. Il Tao genera lUno; luno genera il due; il due genera il tre; il tre Genera tutte le cose. Tutte le cose sono sostenute dallOmbra (yin) e ricoperte dalla Luce (yang) e armonizzate dal Respiro Immateriale (chi) Grande, Esso (il Tao) passa (con un flusso costante ). Passando, Diventa remoto. Essendo diventato remoto, ritorna (A ci che vi era in Principio). Cos comincia e continua il Tao-te-ching, il noto classico taoista attribuito a Lao-tzu. Alcuni studiosi dubitano che egli sia mai vissuto, ma questa era unidea diffusa in Cina tra i pedanti critici della dinastia Manchu nel diciassettesimo secolo. Uno storico del sesto secolo a. C., Ssema-chien, ci dice che Lao-tzu proveniva da unantica e colta famiglia, e per molti anni fu Sorvegliante degli Archivi Imperiali dei governatori Chu nella loro capitale. Era contemporaneo di Confucio, ma pi vecchio. Vedendo che il regime Chu stava degenerando, Lao-tzu si ritir che era anziano, anche se probabilmente visse fino a tarda vecchiaia, si suppone oltre i novantanni, e lasci un nutrito numero di nipoti. Si racconta che part verso loccidente, diretto ai nevosi altopiani dellAsia Centrale. Al valico occidentale il funzionario responsabile, Yin Hsi, che era Taoista, gli chiese di scrivere un libro prima di riprendere il viaggio, e il risultato fu il conciso Tao-te-ching, poco pi di cinquemila parole. Lao-tzu scomparve, ma si ritiene che si sia reincarnato nelle generazioni successive, in Cina. Loriginale della Via del Tao, il soggetto del suo libro, si era perduto tra le nebbie della Cina preistorica. La tradizione afferma che fu insegnato da Fu Hsi e Huang Ti, due dei cinque leggendari Uomini Veri che si dice abbiano composto la prima dinastia regnante in Cina. Il Tao-te-ching, cio Il Potere Rigenerante della Via, il pi tradotto di tutte le opere cinesi. Tuttavia, una raccolta di studi taoisti, elaborata fino al 1445 d. C., contiene da sola 1.464 opere individuali. Ci dicono che nessun occidentale, e probabilmente nessun orientale, le abbia lette interamente. La gamma completa della filosofia taoista ancora completamente sconosciuta allOccidente.

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    Il Taoismo esprime indiscussamente la visione spirituale propria del genio cinese. Tutte le grandi scuole e culti che sono fioriti in quel paese Buddhismo, Moismo,21 Confucianesimo, e persino il Maoismo del XX secolo sono stati influenzati dal pensiero taoista. Larte e lestetica cinese ne sono uneccellente interpretazione. La religione folcloristica della popolazione, che verte intorno alla divinazione, medicina, magia e cerimoniali quotidiani, fu fatta derivare proprio dal Taoismo, che forma la base del metodo peculiare dei cinesi di conseguire lo yoga o unione della coscienza umana con quella cosmica.22 Il cuore del Taoismo in verit abbraccia la tradizione esoterica defluita nella lunga storia della cultura cinese. sempre stata la linea non ufficiale di pensiero e di pratica, privatamente sostenuta da un gran numero di pensatori e studiosi, a dispetto di qualsiasi filosofia ufficiale promulgata o rafforzata da qualche re o imperatore durante le periodiche Ere di turbolenza del paese. Il Taoismo quindi la pi genuina fonte dinformazione sulla cosmologia di questo grande popolo orientale, la loro dottrina degli inizi cosmici e della creazione. I versi del Tao-te-ching con cui abbiamo aperto questo articolo riassumono il concetto taoista di quegli inizi e del progressivo sviluppo di tutte le cose contenute nelluniverso. Come possiamo comprenderne limportanza? Per cominciare, vi sono due Tao, due Uni. Una volta assodato e memorizzato questo concetto, tutto ci che ha lasciato perplessi i lettori del Tao-te-ching diventa pi chiaro. Il primo Tao quello ancora informe, immutabile, il Grande Qualcosa inesauribile lImmanifestato eterno, il Grande Qualcosa inesauribile, lImmanifestato da cui scaturisce tutta la manifestazione. Lo si pu equiparare a QUELLO, lessenza originaria innominata dei Rishi hindu. Alcuni autori taoisti lo chiamano lAutoesistente, la Purezza, Ci che di per s. Da esso generato il Tao che pu essere nominato il Tao esistente o manifestato. Questo secondo Uno conosciuto come la Madre delle diecimila cose, cio di tutta la creazione. Da questo Tao creativo scaturiscono lo yin e lo yang, o tenebre e luce, gli aspetti bipolari della manifestazione, verificabili attraverso tutto il campo dellessere, che nella nostra cultura siamo abituati a chiamare materia e spirito, o in un contesto diverso sostanza ed energia. Questi Due diventano Tre generando chi: la coscienza di vita. Lagente del Tao manifestato, chi, lintelligenza energetica che pervade e dirige levoluzione di yin-yang. stato identificato con lumanit astratta nel senso di mente (lattributo umano distintivo qui sulla terra) e fa da mediatore tra materia e spirito, ed , sotto un certo aspetto, il loro figlio. Yin-yang considerato come il padre-madre divino dellumanit e di tutte le creature senzienti. Yang, il cui simbolo il cerchio, chiamato Cielo ed associato al sole. Yin, simbolizzato dal quadrato, equiparato alla Terra come principio, e con la luna.

    21 Il Moismo una filosofia sviluppata dai discepoli di Mozi (allincirca 470 391 a. C.) in rivalit con il Confucianesimo. Si basa sullidea dellamore universale. n. d. t. 22 Philip Rawson e Lazslo Legeza: Tao, The Eastern Philosophy of Time and Change.

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    Nel Taoismo questa dualit di spirito e materia (impiegando ancora i nostri temini) inseparabile. Nessun aspetto malvagio o buono, n pu essere separato dallaltro: tutti gli opposti sono mescolati, tutti i contrasti armonizzati. Lo scopo del filosofo taoista era di conseguire lo spirito, ma anche di equilibrare perfettamente i due complementari principi dellessere. Cos non vi era alcun dualismo presente nel suo pensiero. Per lui il Tao, che chiameremmo Divinit, sempre presente in ogni particella o punto del mutevole flusso bipolare delluniverso manifestato. Il Grande Tao scaturisce continuamente in tale manifestazione e poi ritorna al suo stato primordiale incondizionato, il S che . Quindi il Taoismo include un concetto ciclico delluniverso, in cui unespirazione del Grande Tao produce le diecimila cose. Quando il limite di qualsiasi evoluzione raggiunto, sia di creature individuali, mondi o degli stessi universi, si attiva uninspirazione di tutta quella particolare creazione che riporta ad uno stato immanifestato. Yang e yin, in unaltra diversa dimensione di significato, si riferiscono rispettivamente agli aspetti di espansione e contrazione di questo eterno processo, la cui diastola-sistola concepita costantemente in attivit. Il pieno dinamismo di questa filosofia espresso ne I Ching o Libro della Rigenerazione, dove detto: Il Rinnovamento segue il Rinnovamento, e la nascita succede alla nascita continuamente: questo il Cambiamento Supremo che, sempre rinnovandosi e mettendosi in moto, circola attraverso le sei illimitabili direzioni.23 Un grande studioso taoista, il Principe di Huai Nan, scrivendo verso la fine del secondo secolo a. C., applic questo concetto ciclico allumanit stessa: Se luomo soggetto a miriadi di trasformazioni senza fine, morendo e venendo in una nuova vita, questa una fonte di gioia inesprimibile. Decadenza e resurrezione sono sorgenti trionfanti di gioia.24

    Quando un essere umano ha infine ottenuto la conoscenza affidabile del Tao, egli preserva la sua unit dopo la morte e non disperso in sette parti, come si dice comunemente.25 Egli ritornato alla Radice o, come direbbe un mistico occidentale, ha raggiunto una comunione cosciente con la divinit nel cuore. Dalla trinit trascendentale e noumenale del Tao emergono yin e yang come la conseguente quadrupla emanazione (I Quattro Fenomeni). Insieme, compongono unespansione settupla che, secondo la teosofia moderna, caratteristica di ogni manifestazione, siano essi universi unitari, mondi, uomini o atomi. La trinit taoista pu essere identificata nella dottrina teosofica dei tre mondi superiori o informi di esseri, e i quattro fenomeni nei quattro piani inferiori o mondi della forma.26 Il metodo cinese di analizzare il soggetto della trasformazione attraverso i quattro piani 23 Citato in Philosophy of Life, del dr. Chen Li-Fu. 24 Tao: The Great Luminant, articoli di Huai Nan Tzu, con Introduzione e Saggi di Evan Morgan. 25 Ibid. 26 H. P. Blavatsky, La Dottrina Segreta.

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    fenomenali o inferiori dellessere effettuato in termini degli otto e sessantaquattro trigrammi. Ogni trigramma rappresenta un profondo intreccio di rapporti che cambiano tra yang e yin.27 vale a dire, di rapporti proporzionali di spirito e materia attivi in ogni fase manifestata. Come tale, quindi, a livello cosmologico, i trigrammi riguardano levoluzione di energie e sostanze (le diecimila cose) attraverso i vari piani o fasi dei cicli della manifestazione. Nella filosofia cinese spirituale, spazio e tempo erano e sono considerati come fattori essenziali nellevoluzione del Tao Creatore durante i suoi periodi di attivit o espansione, che poi il grande Tao riassorbe nella quiete informe del Non-Essere.

    27 Tao, The Eastern Philosophy of Time and Change.

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    IL FILO RADIOSO DEL MITO EGIZIO

    The Radiant Thread of Egyptian Mith

    di I. M. Oderberg

    Gli antichi egizi credevano che i numerosi di del loro Pantheon fossero emanazioni della Causa Prima di tutta la vita, e che fino al momento della nuova creazione delluniverso rimanevano in riposo, erano cio potenziali nelle primordiali Acque dello Spazio. attraverso questi singoli di che furono manifestate le qualit dellessenza divina. Essi avevano un nome proprio, una raffigurazione, una partecipazione speciale e un dovere nella responsabilit delluniverso, sovrintendendo alla produzione dei loro decreti specifici dei fenomeni e assicurandone la regolarit. Ciascuna di queste deit era rappresentata nelle figure e geroglifici in tre forme:

    1. La figura puramente umana con gli attributi peculiari di un dio; 2. Un corpo umano con la testa di un animale dedicato alla deit a motivo di

    qualche somiglianza simbolica o biologica con i poteri posseduti o espressi dal dio;

    3. Lo stesso animale raffigurato con gli attributi del dio. La vita, procedendo attraverso i fenomeni di nascita, morte, rinascita o resurrezione, e immortalit, era il filo che connetteva molte storie simboliche che arricchirono la mitologia dellEgitto. I miti della creazione hanno un significato sia interiore che esteriore, e sebbene possano differire tra di loro, in effetti hanno ununica identit di pensiero. I segreti dellinterpretazione interiore di questi miti non saranno rivelati, a meno che non vengano inserite le giuste chiavi alle loro serrature, e queste chiavi devono ancora essere trovate per la comprensione delle loro radici religiose e filosofiche. I templi avevano una sezione pubblica e un santuario privato con molte aule e corridoi ricoperti da geroglifici che rivelavano e tuttavia velavano il loro significato essenziale. I Misteri Egiziani ai quali accennavano con cautela Erodoto, Diogene Laerzio, Diodoro Siculo, e in seguito Giamblico ed altri impartivano a gradi le loro istruzioni. Ma la luce del sapere viene soltanto dopo un adeguato training del carattere come pure della comprensione intellettuale. I miti egizi della creazione presentavano le molte entit del cosmo, del mondo e delluomo, come emanazioni dellunico Dio Supremo che era ed senza forma, nascosto, non rivelato. Nel ciclo di Osiride, quel dio era la Faccia Oscura, cos

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    rifulgente di luce, da sembrare misterioso agli esseri inferiori, poich essi non potevano percepirlo e comprenderlo. Cos la creazione era vista come un processo continuativo, e i suoi miti principali sembra che derivassero da quattro religioni rivali, fondate nelle citt che conosciamo attraverso i loro nomi greci Memphi, Eliopoli, Ermopoli e Tebe e c quindi unevidenza di base a suggerire che fossero realmente fasi di un unico grande e continuo filo conduttore. Questo filo conduttore era lanimazione della materia e il suo raffinamento nello spirito alla fine di unEra milioni di anni. Gli egiziani non concepivano che questo nostro universo fosse lunico, destinato a durare per sempre. Raffigurazioni varie, glifi e testi, mostrano, ad esempio, il simbolo del nuovo Sole che allalba della creazione sinnalzava sulla materia inerte (Nun) dello Spazio (Neith), la Madre sempre feconda di tutto, guidato da Maat, il Soffio di Vita. I quattro miti principali della creazione trasmettevano il loro messaggio intrinseco al popolo attraverso rappresentazioni drammatiche dello sviluppo cosmico e universale. Quando gli attori-sacerdoti, nelle loro maschere e vesti, si muovevano in unimponente processione con rituali e cerimonie che comunicavano la nascita dei mondi o degli uomini, era facile per lo spettatore proiettare la sua coscienza in queste storie e identificarsi cos con il loro significato. Da qui deriva limportanza dei sacerdoti-lettori, che leggevano i testi ad alta voce e aiutavano il celebrante a guidare la rappresentazione, in modo che luditorio potesse rispondere interiormente e profondamente. Gli egizi concepivano luniverso non come una creazione improvvisa, ma credevano che fosse portato gradualmente in esistenza dal piano superiore, sviluppandosi progressivamente nelle molteplici operazioni e fenomeni che percepiamo. Tutta la civilt era relazionata al concetto di sistematicit, poich il dovere di Maat Giustizia, Verit e Ordine era di bilanciarla sia nel cosmo che sulla terra, quando lequilibrio naturale veniva disturbato. Lei la Presenza dellinizio e della fine, nei Tempi e in tutti i Mondi ..28 Cos la terra dEgitto e il suo popolo erano rappresentati come organizzati ad immagine del cielo; erano il riflesso del regno soggettivo dellessere, un paradigma dellintero pianeta e dellumanit. Il ciclo associato ad Eliopoli racconta il primo barlume della divinit in movimento: dalle Acque primordiali dello Spazio Caos emerse Ra, il Sole auto-creativo; non il globo fisico ma la sua essenza divina e spirituale. Al suo sorgere, Ra diventa Atum, e sotto questo aspetto emana la prima dualit, i gemelli Shu sia luce che aria29

    28 Isha Schwaller de Lubicz, Her-Back: The Living Face of Ancient Egypt. 29 Qui sintendono le essenze degli elementi, e non le loro controparti fisiche di terra.

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    Come luce [Shu] separa la terra dal cielo, e come aria egli sostiene la volta celeste.30Con questa separazione, Shu-Tefnut genera Geb (la Terra) e Nut (il Cielo); Geb e Nut, a loro volta, procreano Osiride, Iside, Set e Nephtys. Set va visto come il polo inferiore di Osiride-spirito. Egli non era la personificazione del male come intendiamo questo termine nella cultura occidentale. Questi quattro rappresentano quei Neter i poteri causali che operano in natura. Insieme al pi giovane Horus, figlio di Osiride e Iside, essi nacquero successivamente nei cinque giorni intercalari che furono aggiunti allanno ideale di 360 giorni. La nascita di questi cinque Neter, presi dal ciclo dei miti osiridiani, non si riferisce al tempo come tale, ma ai cinque piani cosmici di materialit crescente, cominciando dal pi soggettivo, in cui ciascuno di essi si manifestava o governava. Il campo di questi piani collettivamente si estendeva dal confine del regno dellImmanifestato fino a quello pi sostanziale, il regno di Set e Nephtys il nostro globo nello schema terrestre, luniverso visibile su larga scala. Nel pensiero egiziano la manifestazione avveniva in tre gradi principali di cristallizzazione, che essi chiamavano mondi. Cera il mondo celestiale o cielo, il dominio o la condizione desistenza dei Neter, le qualit inerenti alla Natura. La seconda sfera era il Duat o Dwat, intermedia tra il regno celestiale e la nostra terra pi tangibile. stato descritto come il momento tra la notte e il giorno. la condizione che si crea quando le forze causali passano dalla fase astratta agli aspetti materiali della Natura, per cui abbiamo una vera e propria dualit, che identifica lo stato di unentit che entra in una serie diversa di qualit o livelli desperienza e poi ne riemerge. Il terzo mondo il globo concreto e materiale. il mondo di Ptah il fuoco inerente alla materia terrestre che lo cre, che la forza della sua motivazione segreta e lagente dello sviluppo.31 La Teologia Memphita un termine dato ad una delle pi antiche e profonde formulazioni della creazione che ci siano pervenute dallEgitto, la cui origine stata attribuita al re illuminato che pare abbia riunito un Egitto diviso, e ben noto ai greci come Menes. Dopo aver trasferito la capitale da Thinis a Memphi, Menes riorganizz la classe sacerdotale. Questimponente cosmogonia sicuramente risale alla Prima Dinastia, e la troviamo nella rielaborazione ordinata da Shakaba verso il 700 a. C. Path vi chiamato il Dio Supremo che emerge dalle Acque primordiali dello Spazio, che non sono pi cos inerti come in precedenza, diventando la prima manifestazione soggettiva/oggettiva. Egli proietta il suo Cuore (Horus, il fratello maggiore di tutti gli di successivi, incluso Osiride) e la sua Voce-Mente (Thoth). Laspetto soggettivo o nascosto di Ptah diventa il Ptah attivo, manifestato e creativo il Fuoco colui che sopra la grande (cio primordiale) dimora32 conosciuta

    30 R. T. Rundle Clarck, Myth and Symbol in Ancient Egypt. 31 Schwaller de Lubicz, op. cit. 32 Clarck, op. cit.

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    nella simbologia egizia come Ptah-Tatenen, la Montagna Primordiale, e spesso Egli raffigurato con uno scettro. Questa Montagna rappresenta la prima apparizione della materia altamente raffinata o eterica sulle Acque. Ptah aveva un Ottade, cio una famiglia di otto emanazioni, quattro coppie di Neter [Poteri]. Come Ptah il creatore di tutto ci che sulla terra, sotto laspetto di Ptah-Tanen egli la prima Terra che emerge dal caos. Un componente dellOttade Atum, la cui intelligenza divina Horus, e la cui volont Thoth.33 Ad Ermopoli, Thoth era il Dio Supremo; intervenuto pi tardi nella manifestazione, guidandola attraverso la sua Ottade dei Neter, quattro coppie che creano il globo pi materializzato, appena emerso dallo spazio e dalla sostanza ancora disorganizzata, che Nun. Questo globo ha la forma di un uovo deposto dalluccello cosmico del tempo un concetto molto simile al Kalahansa delle Upanishad che pure genera luniverso sotto forma di un uovo. In questo caso, luccello somigliante al cigno associato al Brahman Immanifestato, lideatore o il creatore-architetto, come pure a Brahma, il creatore oggettivo, attivo, sotto laspetto di hansa-vahana, il veicolo del cigno. Il fatto che esso si muova dentro e fuori dal tempo evoca luccello-sole degli egizi, che illumina il mondo,34 e dice: Io posso vedere attraverso i limiti delle tenebre, io posso scorgere ogni cosa attraverso le Acque Primordiali.35 Il globo che somiglia ad un uovo ora venuto sotto il Sole, lessenza di Ra, e non il corpo solare visibile, che lo organizza nel mondo fisico. In altre parole, Thoth enuncia lidea e Horus organizza forme corrispondenti o copie delle sfere soggettive i modelli delle loro entit e abitanti. Infine, la versione tebana evidenzia il triplice aspetto del Principio Creativo come Amun-Ra-Ptah, i Tre in Uno, il divino, lo spirituale e il materiale. Durante un periodo di oltre cinque secoli, le idee degli gli egiziani sulla creazione si sono infiltrate in altre culture dellarea mediterranea. Percepiamo la loro influenza, spesso sotto vari termini e giri di parole, nelleredit religiosa di quellarea, ed penetrata anche nei nostri modelli culturali dellOccidente. Oltre ai quattro miti principali della creazione che abbiamo enumerato, c una straordinaria testimonianza dellantico Egitto attraverso i greci di Alessandria, e che oggi conosciuta come il Corpus Hermeticum.36 Consiste principalmente delle traduzioni in Greco e anche in Latino del materiale attribuito ad Hermes 33 Schwaller de Lubicz, op. cit. 34 Clarck, op. cit. 35 Leiden Papyrus (citato da Clarck). 36 Ho mescolato le traduzioni di Hans Jonas nel suo The Gnostic Religion, e quelle di Walter Scott nel suo Hermetica. Devo molto anche ad altre opere, specialmente a Iside Svelata di H. P. Blavatsky; a vari libri di Sir Wallis Budge; alle traduzioni del Pert em Hru (Il Libro dei Morti) e alledizione definitiva dei testi dell Hermetica: Hermes Trismegistus, testo, traduzioni in Francese e note di A. J. Festugiere.

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    Trismegistus, il Tre Volte Grande, non un precedente re-filosofo, ma il dio stesso. Alcune consistono in lunghi passi, il resto sono frammenti che i nostri studiosi hanno estrapolato da autori classici, e anche dai primi Padri della Chiesa che ostacolarono accanitamente questi scritti, citandoli nei loro attacchi. A causa del fraseggio tipico dei neoplatonici e dei primi cristiani, eruditi come Festugiere, Ferguson, Scott e Walton scartarono queste scritture come una produzione relativamente recente, pur lodandone i contenuti. Quando Ptolemo Filadelfo favor lo sviluppo della Biblioteca Alessandrina, ordin le traduzioni in Greco delle maggiori opere di cultura scritte in altre lingue. Possiamo ragionevolmente presumere che questo lavoro continu fino alla distruzione della Libreria, nel quinto secolo d. C. Nessuna meraviglia che in vari periodi questi testi abbiano stimolato negli studiosi un grande entusiasmo termine che per Platone significava lispirazione da parte di un dio, ed ora interpretato come unardente eccitazione o interesse. Pieni di unetica sublime e immagini smaglianti dellaspetto causativo della vita e dei suoi fenomeni, gli scritti Ermetici danno una chiara visione della creazione del nostro mondo, e in verit di tutto il cosmo, attraverso la mediazione di Thoth. Il dio benevolo la cui attitudine di risvegliare gli individui ad un livello elevato di umanit pi di quanto lo sia oggi, fu identificato dai greci nel loro Hermes. Egli rappresentato come la Mente Divina, il pensiero incarnato, come lo descrive un commentatore: la Parola vivente, larchetipo del Logos di Platone e il Verbo dei cristiani. Era il primogenito del Grande Dio; al tempo stesso, la Mente e la Parola Divina, la cui intercessione port il cosmo in esistenza. Un testo molto antico in effetti dice: In Principio era Thoth; e Thot era in Atum; e Thoth era Atum negli accessi pi abissali dello spazio primordiale. In termini egiziani, Thoth era considerato: il cuore e il linguaggio di Ra il Supremo cio, non solo la ragione e i poteri mentali del dio Ra, e i significati che furono tradotti in linguaggio, ma piuttosto il Controllore della vita e lo Strumento dellespressione della Volont Suprema. Egli era il Logos nel pieno senso di quel nome misterioso, la Parola Creatrice.37 Il concetto di tutto quello che Thoth si dipana come un filo doro attraverso lintera manifestazione dello spirito creativo contenuto nella mitologia egizia. Egli la Mente Divina rivelata attraverso le aule della Biblioteca Alessandrina e i suoi saggi uomini, nei versi dapertura del Quarto Vangelo, come la sua Parola, Logos o Verbo. Il testo del Pimandro o Poimandres dellHermetica presenta la sua edificante descrizione della creazione come un incessante evento universale che fa rivivere le antiche idee egiziane nellallora tradizionale linguaggio musicale tolemaico e quello greco post-tolemaico. Ci parla anche della struttura settupla delluomo, in cui ciascuna qualit conferita da una deit; del viaggio dopo la morte, quando lanima si spoglia degli elementi che compongono i suoi rivestimenti, uno per uno, durante le relative soste 37 G. R. S. Mead, Trice-Greatest Hermes.

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    planetarie, finch raggiunge i padiglioni purificatori del Sole spirituale, spurgandone i ventricoli per il ritorno sulla terra, in un percorso che riattrae magneticamente le qualit-elementi che comporranno ancora una volta i suoi rivestimenti. Nei Misteri, si diceva che lo splendore culminante fosse lincontro diretto con il proprio S Personale e con le deit. Nel Pimandro, il narratore, figlio di Thoth, riceve questo dono: Una volta, mentre cominciavo a pensare sulle cose che sono, e i miei pensieri si alzarono in volo io credevo di scorgere una presenza dincommensurabile grandezza, che pronunciava il mio nome e diceva: Cosa vuoi udire, vedere, imparare, e pervenire quindi alla conoscenza mediante il pensiero? Chi sei tu? domandai. Ed egli disse: Io sono il Poimandres, il Nous [Mente] della Sovranit [il Potere Assoluto]. Gli risposi: Desidero imparare le cose che sono, e comprendere la loro natura e conoscere Dio Ed egli replic: So quello che tu vuoi, perch in verit io sono con te dappertutto; tieni a mente tutto quello che desideri imparare, ed io ti insegner. Con queste parole, egli mut la sua forma, e subito ogni cosa mi fu rivelata in un lampo, e vidi un panorama sconfinato, ogni cosa divenne luce, una luce leggera e gioiosa. Ed io mi estasiai di quella visione. Allora egli guard le tenebre dellImmanifestato, lagitarsi delle acque della sostanza, e dal cuore profondo dello Spazio vide la nascita delle energie che concretizzarono la formazione dei mondi. Lesaltazione di questa visione trasform e cambi il narratore, cosicch divenne il figlio autentico della Saggezza animata del lato spirituale della natura. Egli aveva osiridificato la sua precedente sterile vita con i verdi germogli di una nuova nascita. Aveva auto-creato se stesso.

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    UN SOGNO CHE CI SOGNA

    A Dream Dreaming Us

    di Ida Postma

    Come vennero in esistenza luniverso, la terra, e lo stesso uomo? Le popolazioni africane hanno le loro concezioni e allegorie della creazione. La conoscenza ancestrale si nasconde spesso sotto storie pittoresche; in alcuni casi, comunque, stata tramandata genuinamente e dettagliatamente, per cui, al di l del velo che la ricopre, possiamo discernere un sistema cosmologico completo. Lo studioso deve procedere con cautela, perch i miti, come le pietre preziose, dopo un lungo uso perdono la nitidezza del loro rivestimento. Le forze cosmiche, personificate come di, tendono ad essere antropomorfizzate ed infine materializzate. Lesaltazione di re ed eroi confonde la linea di divisione tra levento cosmico e le azioni dei mortali deificati. Inoltre, in alcuni periodi una particolare divinit pu essere adorata come il sole creatore, mentre in periodi successivi si costruisce il culto di un dio o una dea diversi in qualit di creatori. Al di l della vastit delle tradizioni africane possiamo, ovviamente, trattare soltanto i miti di poche nazioni. Gli Yoruba della Nigeria meridionale hanno il pi esteso pantheon di tutta lAfrica secondo alcuni, un numero che oscilla tra i 401 e i 2001, personaggi che naturalmente non vanno presi alla lettera. Il capo di questa schiera celeste Olodumare, chiamato anche Olorun (Signore del Cielo), un dio troppo elevato con il quale non si pu comunicare, n rendergli un culto, perch troppo sacro per essere effigiato in una statua. Vi sono comunque delle indicazioni che egli non QUELLO, perch Olodumare il figlio di Ere, il pitone eterno (ouroboros) che port in esistenza luovo del mondo.38 Uninterpretazione del suo nome padrone di Odu, luovo, che contiene i principi di vita. Come padrone, Olodumare pu essere identificato egli stesso in quelluovo del mondo. Il pitone eterno che lo cre il moto eterno che sia nella manifestazione che nel pralaya, il periodo di riposo il solo attributo conoscibile dellInconoscibile. Olorun o Olodumare pu quindi essere definito come lUno Manifestato, lAntico dei Giorni della Kabbala. Egli delega lattuale opera di creazione a Obatalka (in qualche regione chiamato anche Orisha-Nla) il Signore con la Veste Bianca, di solito indicato come figlio di Olodumare. La terra gi esiste, ed un luogo tenebroso di paludi e acqua, il regno della dea Olokun, ed compito di Obatala stabilirvi ordine. Prima di discendere, egli 38 Judith Gleason, Awutunde Aworinde, John Olaiyi Ogundipe, A Recitation of Ifa, Oracle of the Yoruba.

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    consulta Orunmilla, il figlio primogenito di Olodumare e dio della divinazione, in un certo senso paragonabile, in funzione e qualit, allegiziano Thoth, la Saggezza Divina. Secondo la profezia di Orunmilla, il viaggio dee essere intrapreso lungo una catena doro. Poich c bisogno di una gran quantit del prezioso metallo, gli di riuniti donano a tale scopo i loro preziosi ciondoli e cos tutte le divinit contribuiscono alla formazione delluniverso. Nonostante la loro generosit, la catena ancora corta, lasciando Obatala penzolante sulle paludi sottostanti. Fortunatamente, Orunmilla gli aveva detto di portare con s un guscio di lumaca riempito di terreno (o, secondo altre versioni, di ferro) e una gallina con cinque dita, e cos Obatala risolve la situazione quando si ricorda di queste cose, e scaglia il terreno gi, dove esso si dispone in piccoli mucchi. La gallina comincia a lavorare sparpagliando il terreno con le sue dita, finch si trasforma in terraferma. Lintero episodio pu essere visto come quella fase della creazione in cui la materia primordiale, sotto linflusso della forza spirituale, convertita in materia differenziata. Ovviamente, un lungo processo; due volte Olodumare invia il suo messaggero, il camaleonte, per cercare dove la terra abbastanza estesa e asciutta, e solo la seconda volta la risposta affermativa. Fatto questo, Obatala costruisce una casa mescolando materia e spirito, e pianta un seme di palma (anchesso incluso nel suo bagaglio) che si sviluppa in un albero con la miracolosa velocit di tutti gli alberi del mondo. Tuttavia non tutto fila liscio per la creazione, poich la dea Olokun molto incollerita per linvasione del suo territorio e si scuote cos violentemente che bisogna riparare il danno prima che la materia possa procedere oltre. Nei miti di tutto il mondo vi sono delle analogie con questi eventi: le guerre in cielo, le battaglie gli tra di e le forze oscure, uccisori e dragoni, il lupo che viene dalle tenebre come nellEdda e nel suo simbolismo ogni mito ci racconta la storia della materia che si ribella contro lattivit creatrice dello spirito. Evidentemente anche gli Yoruba avevano molta familiarit con questa realt riconosciuta in natura. Olodumare, Orunmilla e Obatala, possono essere assimilati ai tre Logoi; Obatala, come terzo Logos, concorre a realizzare la creazione effettiva. Olodumare, il dio distante, celibe, tuttavia con la sua progenie instaura la dualit, perch leggiamo che Orunmilla aveva una moglie, e Obatala, il dio del cielo, aiutato nei suoi tentativi da Jemuhu, la terra, effettuando cos lunione tra cielo e terra, o spirito e materia. Poich vi era un notevole interscambio tra gli Yopruba e i loro vicini, i Fon di Dahomey sebbene non sempre di natura pacifica vi sono naturalmente molte affinit nei loro rispettivi pantheon e concezioni religiose. Per i Fon, la creazione pi una questione di mettere ordine in una gi esistente situazione caotica, piuttosto che partire de novo ed ex nihilo. Inoltre, essi non considerano levento come unico, perch:

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    I Dahomean credono che, pur essendo vero che il mondo, cos come essi lo conoscono, fu formato da Mawu, tuttavia esistito un essere prima di Mawu, un essere che aveva il potere di creare Mawu Se stimolato a spiegare lorigine definitiva dellUniverso, il filosofo Dahomean replica che vi sono cose che non si possono spiegare ma la sua ragione gli dice che possono esservi stati molti Mawu.39 Questidea potrebbe essere parafrasata con vi sono stati molti Logoi qualcosa con cui concordano completamente le tradizioni della saggezza universale. La deit creativa dei Fon lentit duale Lisa-Mawu (che corrisponde all Obatala-Jemuhu degli Yoruba), essendo Lisa maschio e Mawu femmina, anche se qualche volta sono raffigurati come androgini. Ma per i Fon laspetto femminile preminente, e quindi di solito si riferiscono solo a Mawu, che tacitamente include Lisa. Insieme, essi formano il ritmo della vita, lequilibrio tra gli opposti. Mawu simbolizza la fertilit, la gentilezza, la notte, la luna, il riposo, la gioia, mentre Lisa il potere, la forza, il giorno, il sole, il lavoro e tutte le cose difficili. Ultimi in una serie di creatori, a loro volta essi devono ovviamente provenire da qualche sorgente, ma la mitologia non chiara sulla loro origine. A volte si dice che Mawu sia stato generato da Se o Segmo, un termine astratto per il creatore, ma egli stesso anche chiamato Se.40 Pi spesso, comunque, si ritiene che Mawu sia stato concepito da una divinit, Nana Bulukui che, avendolo generato, si ritir e non partecip pi alla creazione. Come nel caso di Olodumare, Nana Buluku non ha un culto pubblico. Mawu-Lisa sono assistiti, nei loro compiti, dal serpente Da. Questo generoso rettile non un dio, ma una forza di vita equivalente al progenitore di Olodumare, sebbene nel mito egli ricopra un ruolo di gran lunga pi importante. Da esisteva prima di Mawu, e anche prima di Se, ed naturale perch Da il moto eterno stesso. Quando i processi della creazione cominciano, Da, nella sua principale manifestazione come Ayido Hwedo, lArcobaleno, genera tutti gli altri Da. Come Ayido Hwedo, si arrotola intorno alla terra appena abbozzata per renderla capace di solidificarsi, 41e quando la creazione della terra finita, egli la circonda per tenerla ferma, e il numero di spire intorno alla terra di 3.500 sotto e di 3.500 sopra. Ugualmente, mantiene il sole in movimento, come pure il cielo, la dimora degli di, perch la cessazione di questattivit significherebbe la fine di ogni cosa. Il suo cospicuo aiuto a Mawu raccontato nella storia in cui egli trasport Mawu nella sua bocca, ovunque Mawu andasse quando stava creando il mondo. Tuttavia, in tutto questo, Da non ebbe un ruolo predominante, poich un Dahomean cita: Da vita, e Mawu pensiero.42 Se

    39 M. J. Herskovits, citato da P. Mercier, The Fon of Dahomey, in African Worlds, Studies in the Cosmological Ideas and Social Values of African Peoples. 40 Op. cit. 41 Op. cit. 42 Op. cit.

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    ricordiamo il vecchio detto tibetano Fohat il destriero, e il Pensiero il cavaliere, non dobbiamo sorprenderci che la mitica forza dei Fon altro non che Fohat. Questenergia cosmica, nelle parole di H. P. Blavatsky, fremendo nel seno della Sostanza inerte la spinge allattivit, e guida le sue prime differenziazioni su tutti i Sette piani della Coscienza Cosmica. 43 attraverso Fohat che le idee della Mente Universale simprimono sulla Materia.44 Simile a Da che si differenziato nei sette colori dellArcobaleno, Fohat divisibile nei sette principi, e ha sette figli che sono suoi fratelli,45 e questi Da o sette figli di Fohat, a loro volta sono le origini delle energie come lelettricit, il magnetismo, la coesione, la gravit, ecc. Nei suoi innumerevoli aspetti, questa forza vitale mantiene in esistenza linsieme organico che un universo. Come per Ayido Hwedo che circonda la terra, vengono a mente i gemelli Poqanghoya e Palongawhoya degli indiani Hopi dAmerica, che adempiono alla stessa funzione di far girare il nostro globo, simboli di energia che avanza al Polo Nord e si diffonde attraverso il centro della terra, mentre altre parti si propagano intorno o sopra la sua superficie, ma sempre da nord a sud.46 Il fatto che la somma delle due unit di 3.500 risulti in una cifra il cui componente principale 7, suggerisce che i Fon conoscessero gli antichi insegnamenti della saggezza riguardo la natura settenaria delluniverso. Nel Sudan meridionale, i Dinka, nelle loro descrizioni degli inizi, ci parlano di quando originariamente cielo e terra fossero molto vicini. Cos vicini, che gli agricoltori dovevano stare attenti a non colpire il cielo con la zappa quando seminavano, o con il loro pestello quando tritavano il miglio di cui ricevevano appena un chicco a testa ogni giorno, che per era sufficiente per nutrirsi. Ma una volta successe che una donna avida piant pi di quanto le era concesso, e nella foga alz troppo in alto la zappa, colpendo il dio del cielo. Non avendo pazienza divina, la deit si arrabbi moltissimo e si ritir nella sua attuale distanza dalla terra. Allora fame, malattie e morte cominciarono ad affliggere i popoli che fino a quel momento avevano vissuto felicemente. Sostanzialmente, la stessa storia si trova in tutte le parti dellAfrica. Gli Akan della Costa dOro danno la colpa di questo spaventoso avvenimento a un gran numero di individui che avevano sviluppato abitudini cos rozze come asciugarsi le mani sporche sul cielo, mentre una donna, sentendo fame, avrebbe temerariamente strappato un pezzo di cielo per mangiarlo. Il mito tratta due aspetti molto distanti nel tempo. La separazione si riferisce innanzitutto alle fasi antecedenti, ancor prima che i tre Logoi diventassero attivi. Alla fine del periodo precedente di manifestazione, quando luniverso si ritirato in se stesso, materia e spirito sono diventati uno. Dopo lunghi eoni di riposo, comunque, materia e spirito devono separarsi in due elementi distinti, perch una felice 43 D. S., 1: 328. 44 D. S., i, 85. 45 D. S., I, 145. 46 G. de Purucker, Fountain-Source of Occultism.

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    condizione di unit porta inevitabilmente ad una fine. Tutto questo simbolizzato da coloro che offesero la divinit trasformando felicit e sicurezza in angoscia. Al tempo stesso, il mito allude a unEra in cui gli di e gli uomini erano liberamente mescolati e non vi era sofferenza n morte. Ma quando lumanit cadde nella materia, cio divenne auto-cosciente, gli di si ritirarono, dopo che i mali, le malvagit e le malattie, diventarono la sorte comune. La stessa Natura ne fu influenzata: il clima si fece rigido e, come racconta la Bibbia, luomo da quel momento dovette guadagnarsi il pane con il sudore della fronte. Per molte nazioni africane questa la spiegazione esauriente degli eventi primordiali. Le dottrine degli Akan, in aggiunta, dicono che luniverso manifestato (la Cosa) fu opera di Onyame, Onyankopon e Odomankom, o i tre Logoi. Onyame lEssere Supremo, eterno ed infinito, unigenito, auto-creato e auto-generato.47 Onyankopon il Nyame pi grande pi grande qui indica che egli pi manifestato di Onyame. Nella loro mitologia e tradizioni, personificato come Ananse, il Ragno, che sempre molto ingegnoso ed insegna alluomo le arti e le scienze. Odomankoma, il Dio Infinitamente Multiforme,48 chiamato anche Borebore, lo sterratore, lincisore e larchitetto. Un canto Akan riassume lintero processo della creazione in un caratteristico piccolo guscio di noce, in cui Onyame designato come lUdito, nel senso di linguaggio o parola (Logos): Chi diede la parola. Chi diede la parola? Chi diede la parola allUdito, Perch lUdito parlasse ad Anananse, Perch Anananse parlasse ad Odomankoma, Perch Odomankoma creasse la Cosa?49 Uninteressante descrizione del buio totale primordiale e del primo fremito del desiderio nel Seno di ESSO, come detto nelle Stanze di Dzyan, viene dal Sudafrica. Vusamazulu C. Mutwa, uno zulu di nascita, agli inizi del 1960 raccont quanto sapeva del folclore ancestrale, che gli era stato insegnato principalmente dal nonno materno, tutore della storia della trib e custode delle sue vestigia. Il risultato unaffascinante mescolanza di tradizione e storia sotto un rivestimento di finzione, partendo dal concetto zulu della creazione: Non vi erano stelle l n sole N luna n terra Niente esisteva, soltanto le tenebre Tenebre dappertutto Nulla esisteva, n caldo n freddo,

    47 Eva L. R. Meyerowitzy, The Sacred State of Akan. 48 J. B. Danquah, The Akan Doctrine of God: A Fragment of Gold Coast Ethics and Religion. 49 Ibid., p. 44

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    N Vivi n Morti Il Nulla fluttuava, nessuno sa per quanto a lungo Sulle acque invisibili del Tempo Quel Fiume possente che non ha Sorgente o sbocco Poi un giorno Ma giusto dire un giorno? Il Fiume del Tempo desider il Nulla, Come una bestia di carne e sangue Desidera la sua compagna femmina. E come risultato di questo strano accoppiamento Del Tempo e del Nulla Era nata una debole e quasi invisibile scintilla Di Fuoco vivente Per la scintilla non esisteva niente da alimentare e crescere Cos nutr se stessa E si svilupp come la Madre, il Nulla, E crebbe consapevole della sua malvista presenza E decise di distruggerla.50 E la luce prevalse sulla tenebra, e la Scintilla Vivente, ora sviluppata come la Madre, la divor. Allora il Fiume del Tempo, irato, invi lo Spirito del Freddo e ci fu battaglia tra caldo e freddo, che continuer sino alla fine del tempo, anche se qualche volta la Scintilla a vincere. Dalle ceneri che erano le sue ferite in battaglia, dal desiderio del Grande Spirito, la Grande Madre Ma cre se stessa unaltra vita generando Isis. Oltre questi inizi, c lInconoscibile, e la tradizione universale non dice molto, se non che Esso espira i mondi, i sistemi solari e le galassie, e poi li raccoglie nuovamente, e tutto quanto cera non c pi. Troppo sublimi per la comprensione dei mortali, gli antichi non ritenevano appropriato per luomo contemplare la natura di QUELLO. Laurens van der Post racconta che quando chiese ai suoi informatori boscimani di parlare delle origini, essi sembravano ammutoliti, finch una notte il suo cacciatore favorito, turbato dalla sua insistenza, gli disse: Vedi, molto difficile, perch c sempre un sogno che ci sogna.51 La risposta, nella sua semplicit, ci porta pi vicino alla verit, poich noi saremo per un lungo tempo futuro.

    50 Vusamazulu Credo Mutwa, Indaba, My Children. 51 The Heart of the Hunter.

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    ANTICO QUANTO IL TEMPO

    As Old as Time

    di E. A. Holmes

    La trasformazione lessenza di questo nostro universo: Non esiste nessuna cosa immutabile se non il cambiamento, dichiar Gauthama il Buddha, e lantica tradizione afferma che luniverso come un tutto un piano illimitato, periodicamente il campo di universi innumerevoli che periodicamente si manifestano e scompaiono.52 Naturalmente parliamo in termini di eoni di tempo. Perch mille anni, agli occhi tuoi, sono come il giorno di ieri quand' passato, e come una veglia nella notte, dice il Salmista,53 e poich una notte sempre seguita da un giorno e da unaltra notte, si presume che ci siano stati molti di questi Giorni e Notti di Brahma, come li chiamano gli hindu. Cos, quando si parla di Creazione ragionevole supporre che si tratta di una lunga serie infinita di creazioni, e creazioni dentro le creazioni, includendo la nascita di mondi e di nuove razze umane. Questo il concetto che troviamo nella versione Gallese. LUniverso periodicamente si manifesta e poi si ritira. Vi una parola, adfyd, che significa ri-formazione del mondo, e ci vien detto che originariamente veniva applicata allo stato di ritorno dellAbred .54 Con Abred di solito sintende questo mondo fisico, e possiamo applicare adfyd alla riapparizione del mondo fisico, o alla riapparizione degli uomini sui mondi, o entrambi. A tal proposito, la reincarnazione degli esseri umani nel Cerchio di Abred, nella filosofia druida, considerata come una prova e una punizione per i peccati. Luomo perfetto non si dovrebbe reincarnare sulla terra, a meno che non lo faccia come un Istruttore. La sua dimora il Cerchio di Gwynfid la Beatitudine. Cos abbiamo una raffigurazione dei vecchi e nuovi mondi, e di vecchie e nuove umanit, come pure degli abitanti di altri regni della natura che senza dubbio spaziano tutti dallinfinito passato allinfinito futuro. Ed forse questo che intendeva William Blake quando disse: Nel suo stato pi puro, il Druidismo fior prima di Adamo.

    52 H. P. Blavatsky, La Dottrina Segreta, 1,16. 53 Salmi, 90: 4. 54 Rev. Williams ab Itehel, Barddas, 1: xxv.

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    Guardando ulteriormente nel racconto Gallese sulla Creazione, troviamo, senza sorprese, delle affinit con la versione biblica e altre: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio, dice Giovanni.55 La versione Gallese tramandata nel Barddas un po pi forte In principio erano le Tre Esclamazioni: Dio, quando era soltanto Lui in vita e in esistenza, proclam il Suo Nome, e contemporaneamente alla parola tutte le cose viventi ed esistenti esplosero in un grido di gioia; e la voce fu la pi melodiosa che si fosse mai sentita in musica. Contemporaneamente alla voce vi fu la luce, e nella luce la forma; e la voce era di tre tonalit, tre vocalizzazioni, pronunciate insieme nello stesso momento.56 E fu la Morte di Dio, afferma Kenneth Morris, il poeta-filosofo gallese, quando Egli pronunci il suo proprio nome, e tutto ci che era latente venne in esistenza. Poich egli era lEssenza di quella materia che si trova nel Cerchio di Annwn (gli Inferi), cio Cythraul, il nome di un diavolo, e ugualmente Egli la realt dietro i manred (piccoli corsi), o la materia fisica atomica che rimane celata nel Ceugant, lInfinito. Chi sei tu, e qual la tua origine? chiede lIstruttore, e il Discepolo risponde: Io sono un uomo nel Cerchio di Abred, avendo avuto la mia origine in Annwn.57 Nessun uomo ha mai udito la vocalizzazione del Suo Nome, e nessuno sa come pronunciarlo; ma, raffigurato da lettere, pu essere conosciuto nel suo significato, e Colui che rappresenta. Le lettere sono tre segni simili ai raggi del sole: una significa il raggio del sole allalba; una linea verticale sta per il raggio del sole a mezzogiorno; e una terza linea mostra il raggio del sole al vespro. Ma al posto di queste linee, e come sostitute di esse, sono collocate le tre lettere O I W [IL Nome Bardico di Dio] per prevenire la mancanza di rispetto e il disonore nei confronti di Dio, a un Bardo proibito nominarLo, tranne che interiormente e nel pensiero.58 Comunque, se un Bardo dovesse vocalizzare il nome interiormente, risuonerebbe come O-EE-OO. Oeaohoo, dice H. P. Blavatsky, il germe di tutte le cose. Egli luomo incorporeo che contiene in s lIdea divina la creazione della Luce e della Vita, per usare unespressione di Filone Giudeo. Egli chiamato il Dragone Ardente della Saggezza, perch egli innanzitutto ci che i filosofi greci chiamavano il Logos, il Verbo del Pensiero Divino; e secondariamente, perch nella filosofia esoterica questa prima manifestazione, essendo la sintesi o laggregato della Saggezza Universale, Oeaohoo, il Figlio del Figlio, contiene in se stessa le Sette Schiere Creative (il Sephiroth) ed quindi lessenza della Saggezza manifestata.59 Da queste tre lettere

    55 Giovanni, 1: 1. 56 Op. cit., p. 47. 57 K. Morris, The Welsh Story of Creation. 58 W. Ab Ithel, op. cit. 59 D. S., 1: 72, 2.

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    del nome di Dio vengono le scienze dei primi Bardi, e anche un alfabeto che, secondo Robert Graves, pu essersi formato prima di quello classico dei greci.60 Per molti di noi, la storia della creazione particolarmente quella di Adamo ed Eva, un racconto allegorico di come lumanit primitiva mangi il frutto dellalbero della conoscenza; come, in altre parole, gli uomini senza mente furono dotati del fuoco della mente e diventarono esseri umani. Da allora in poi linnocenza infantile della razza fu perduta, e con essa let delloro dellumanit. In un certo senso fu la Caduta dellUomo, ma in un altro senso, fu una fase inevitabile della crescita. Ritengo sia un fatto assodato che un bambino, se non riceve stimoli da qualche parte, da genitori, parenti, insegnanti, il suo sviluppo mentale sar lento e stentato. Cos sarebbe stato per i nostri primi antenati se non avessero avuto insegnanti. Nel mito greco Prometeo rub il fuoco della mente dal cielo, e lo port allumanit. In epoche pre-celtiche, ci fu Gwydion, il primo dei Bardi, che anche Taliesin, il pi stravagante e presuntuoso di tutti i Bardi celtici, riteneva superiore a lui. Il prof. John Rhys, nella Hibbert Lecture del 1886, identificava Gwydion con Ogmios, che era secondo il racconto di Luciano la personificazione del linguaggio, e paragona lirlandese Ogma, inventore della scrittura, ad entrambi. Inoltre, dimostra che Hermes e Mercurio erano lo stesso personaggio sotto nomi diversi, i cui attributi si trovano anche nel norvegese Woden, in Odisseo, e nel Polifemo degli inferi. Anche il dio hindu Indra appartiene allo stesso genere di Gwydion e Woden. In breve, Gwydion, o qualsiasi nome gli si dia, per i nostri antenati, prima che si chiamassero celti, era un personaggio familiare, dal carattere decisamente complesso. Da questi paragoni, il prof. Rhys dedusse che le nazioni ariane, prima della loro separazione, alimentarono una fede in un eroe o dio al quale dovevano tutto il loro benessere durante la vita; era colui che aveva creato il sorgere il sole e il ritmo quotidiano dellAlba; ed era a lui che essi si rivolgevano per il clima che volevano. Era colui che port il fuoco, che insegn ad addomesticare gli animali, e mostr loro le sorgenti dellispirazione. Ma credevano che il loro benefattore, come Prometeo, avesse patito un indicibile sofferenza per i doni fatti agli uomini. Il termine serpente, o dragone, o naga in Sanscrito, stato per lungo tempo un simbolo per un uomo saggio o iniziato. Io sono un serpente, diceva il Druida, e se visitate la cittadina di Callander , nella pianura scozzese, che era un paese celtico, troverete un tumulo costruito dalluomo, di forma serpentina, che si attorcigliava lungo il suo percorso, attraversando un campo fino al fiume. Questi antichi guardiani dellumanit, questi Druidi che esistevano prima di Adamo, negli insegnamenti gallesi sono conosciuti come il Gwynfydolion, il Cerchio della Beatitudine. Quando Dio pronunci il suo nome a tre lettere e luniverso si risvegli, essi furono i primi a risvegliarsi, e guardarono fuori dai picchi di Gwynfid, e videro lontano la Casa di Dio

    60 The White Goddess: A Historical Grammar of Poetic Myth.

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    nel Ceugant (Infinito)61 Erano i Luciferi (letteralmente Portatori di Luce) del cielo, chiamati i Manasaputra o Figli della Mente nella tradiuzione hindu, i quali, per il loro amore verso la nascente umanit, caddero deliberatamente nel Cerchio di Abred, la manifestazione fisica, e si unirono con gli atomi manred degli uomini senza mente. Ecco lUomo: mezzo Dio, mezzo animale; la parte pi nobile di lui il Gwynfydol, mentre lelemento inferiore luomo di fango. E un giorno, nel corso senza tempo delle sfere rutilanti potrebbe diventare il suo destino di emularli, il Gwynfidolion, e prendere il loro posto nello schema evolutivo della vita. Allora egli sar diventato maestro di quel Druidismo che antico quanto il tempo.

    61 Morris, op. cit.

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    AFFINCHE LUOMO POTESSE NASCERE

    That Man Might Arose

    di Andrew Rooke

    Quant meravigliosa la diversit dellapproccio umano alle idee assolute e universali. In tutto il mondo, popoli di tutte le epoche hanno cercato di esprimere il sacro lignaggio delluomo attraverso la luce della simbologia per fare appello ai diversi campi dellesperienza culturale. Spesso si pu perdere la presa del filo doro delluniversalit che si dipana attraverso questo vasto panorama di miti, storie e simboli, se si permette che la silenziosa voce dellintuizione resti imprigionata nei modelli della mente, senza pensare alla lealt verso il proprio retroterra educativo e culturale e alla mancanza di empatia con i nostri fratelli di altre nazioni. Mi sembra che i cosiddetti popoli primitivi sparsi nel mondo abbiano tentato per lungo tempo di raffigurare graficamente le loro dottrine delleredit spirituale delluomo, ma noi abbiamo spesso perduto lopportunit di arricchire la nostra conoscenza nella valanga di pregiudizi e di unenfasi esagerata sulle forme esteriori di ci che abbiamo chiamato civilt. Un validissimo esempio il punto di vista miope di molti occidentali nellavvicinarsi ai miti delle popolazioni native della Nuova Zelanda i Maori. I loro magnifici miti riguardo la creazione del mondo e delluomo hanno una ricchezza di colore e profondit da aggiungere a quanto gi sappiamo delle radici spirituali dellumanit, se non abbiamo occhi per vedere e orecchie per sentire la voce dei tohunga (gli uomini saggi) che raccontano gli antichi karakia, i miti sacri. Questi uomini saggi dicono che prima dellinizio vi fu un lungo periodo di Nulla, Te Kore. Poi venne leternit di Te Po, quando il tempo fu avvolto nella grande Notte, il grande Sconosciuto. Durante questo immenso periodo di tenebre totali, le forze si muovevano lentamente e indistintamente per portare luniverso in esistenza. In alcune tradizioni Maori queste forze universali sono descritte come parti di un grande albero, come lo erano per i caldei, gli scandinavi e gli hindu, che raffiguravano Brahma come il grande albero delluniverso. In altre versioni, a queste forze venivano dati nomi suggestivi, riferiti ai diversi domini di architetti e costruttori delluniverso: Te Kune, il concepitore; Te Pupuke, colui che emana; Te Hihiri, il fiducioso; Te Mahara, il potere di pensare; Te Hinengaro, la mente; Te Manako, colui che desidera.

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    Ad includere e dispiegare queste grandi tenebre, era, ed , Io-matuakore, Io senza Genitori lEssere Supremo che esistito per tutto il tempo, che non cre alcun essere e che tuttavia fu lorigine delluniverso e dei regni degli di inferiori.62 Durante il periodo in cui i Maori aderivano alle antiche usanze, anche pronunciare solo il suo nome era come un sacrilegio, tanto riverito era questo supremo simbolo. Il sacerdozio di Io consisteva di un piccolo numero di iniziati altamente addestrati nelle dottrine e nei rituali esoterici, e tra i loro doveri cera quello di memorizzare e recitare le antiche tradizioni del popolo Maori. Ancor prima della creazione degli di inferiori, venne il primo debole lampo di luce che faticava a diffondersi attraverso loscurit di Te Po. Gradualmente, i cieli divennero luce, e Rangi mui, il Padre Cielo, vedendo che la Madre Terra, Papa tu a nuku, era molto distante sotto di lui, la desider. I primi genitori si congiunsero, e i loro figli furono numerosi (70 in alcune tradizioni) esseri sovrannaturali tutti maschi e tutti rappresentativi delle diverse forze attive e delle varie manifestazioni di vita senziente sulla terra. Ma la creazione era imperfetta, poich le tenebre avvolsero la Madre Terra quando Rangi, il Padre Cielo, era ancora strettamente abbracciato a lei. I figli si aggrapparono al fianco del Padre per un periodo, sognando la luce e la libert negata loro dallunione del cielo e della terra. Dalla prima divisione del tempo fino alla decima, alla centesima e alla millesima divisione, tutto era tenebre. Il cielo nero sovrast la terra e la rese arida, ed invano lei cerc i suoi figli nella parvenza del giorno, o della notte.63 Per un lungo periodo sei degli esseri sovrannaturali generati da Rangi e Papa crebbero stanchi delle tenebre, e discussero animatamente tra di loro se era il caso di separare con la forza i genitori, affinch luomo potesse nascere. Il pi violento tra loro, Tu-matauenga, il dio della guerra (e anche simbolo dello spirito delluomo), fu il primo a parlare suggerendo ai fratelli di uccidere i propri genitori. Ma Tane-mahuta, il dio delle foreste, della crescita e della fertilizzazione, aveva un altro piano: No, non cos. meglio separarli, e lasciare quindi che il cielo si elevi sopra di noi, e la terra stia sotto i nostri piedi. Facciamo in modo che il cielo diventi uno straniero per noi, e che la terra ci rimanga vicina come una madre che allatta.64 Cinque fratelli acconsentirono a questo piano, ma Tawhiri-matea, dio e padre dei venti e delle tempeste, temendo che il suo regno sarebbe stato rovesciato e che la terra sarebbe diventata troppo bella


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