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ML 2 Marted 8 Ottobre 2019 Il «club» degli affari sporchi ...€¦ · perch se vado nei casini...

Date post: 21-May-2020
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ML 2 Martedì 8 Ottobre 2019 Corriere della Sera Primo piano La terra dei fuochi Il video I SEQUESTRI Riempivano di rifiuti illeciti capannoni abbandonati nel Nord Italia e ne seppellivano altri in una cava dismessa in Calabria. Undici persone operanti nel settore dei rifiuti e connesse allo stesso giro criminale che emerse dopo il rogo di Corteolona (Pavia) sono state arrestate ieri dai Carabinieri forestali (nelle foto: i sequestri). Il volume di «affari sporchi» è stato stimato in oltre 1,7 milioni di euro solo per il 2018. I rifiuti provenienti dal Sud finivano a Como, a Varedo (Monza e Brianza) nell’area ex Snia, sito in abbandono da quindici anni, e ancora a Gessate e a Cinisello Balsamo Incendi e rifiuti sotterrati Il «club» degli affari sporchi Angelo Romanello è un ra- gazzo cresciuto a camion, cantieri e ’ndrangheta. Ha 35 anni, è nato a Siderno in pro- vincia di Reggio Calabria, ma la sua vita è a Erba, ai piedi della montagne comasche. Non ha condanne per mafia ma compare ancora giovanis- simo nelle carte dell’inchiesta Infinito del 2010, quando la- vora come imprenditore edi- le. È amico degli Strangio di Natile di Careri, il clan che in- filtra e porta al fallimento il colosso lombardo delle co- struzioni «Perego strade». Il suo nome in questi anni emerge in una serie di indagi- ni grandi e piccole, dove è sempre legato ai «paesani» calabresi. Dalla ’ndrangheta — seppure l’aggravante ma- fiosa non sia stata contestata — ha imparato la spietata de- terminazione negli affari. Il «metodo» delle cosche, mar- chio di fabbrica e garanzia di successo criminale. Il capitale sociale Problemi, Romanello non ne ha mai. Lo dice intercettato quando, dopo che il sito di smaltimento è stato seque- strato, rassicura il «socio» (in realtà era datore di lavoro) Matteo Molinari, titolare della «Smr ecologia»: «No, io non sono in difficoltà. Io ho tre impianti, Matteo». Angelo Romanello è il «dominus», secondo il gip Sara Cipolla, del sistema dei rifiuti che viaggia dalla Campania al Nord e poi ancora verso la Ca- labria. Sfrutta i suoi contatti — il «capitale sociale» — per arrivare al massimo risultato. Estrae dal cilindro Sara Co- stenaro, comasca di 43 anni, consulente ambientale rego- larmente iscritta all’albo che si mette a disposizione per ot- tenere i dissequestri delle di- scariche e falsificare i formu- lari. La professionista è finita ai domiciliari perché per i ma- gistrati aveva la chiara consa- pevolezza di interfacciarsi con un sistema criminale. Lo capi- sce perfino un amico durante una telefonata nella quale la donna si lamenta di non avere mai clienti «regolari»: «Ben- venuta nel club. Ma secondo te, scusa, uno che si mette a fare un lavoro del genere o è un degenerato o un ‘ndran- ghetista....». Lei però ha una teoria precisa: «Esatto, il ri- schio deve valere la candela, perché se vado nei casini per colpa tua devo avere una ren- dita sufficiente a mantenere me e mio figlio quando sarò in galera per te». Romanello progetta di esportare parte dei rifiuti al- l’estero. Non solo in Germania (l’inceneritore di Dusseldorf) e in Croazia, ma anche in Tu- nisia e Turchia. Perché dopo l’editto cinese contro la spaz- zatura straniera del 2017, il mercato del riciclo ha biso- gno di nuove rotte. Quella più redditizia, dopo aver stoccato immondizia «che puzza» al- l’ex Snia di Varedo, nei capan- noni di Gessate e Cinisello Balsamo, porta in Calabria dove il sistema prestanome organizzato dal 34enne smal- tisce, a modo suo, la spazzatu- ra di Napoli. L’investimento a Napoli Con un consorzio si aggiudica l’appalto con la municipaliz- zata napoletana «Sapna» per la raccolta dei rifiuti solidi ur- bani. Parte dell’immondizia finirà anche nel capannone di via Chiasserini a Milano anda- to a fuoco un anno fa. Il resto invece riempie illegalmente le discariche di Gizzeria (Catan- zaro) e la cava Parisi di Lame- zia Terme. Un sito che verrà sequestrato nel corso delle in- dagini. La scena descritta dal giudice Serena Cipolla nell’or- dinanza di custodia cautelare, sembra un brano di «Gomor- ra»: «A dir poco sconvolgente lo scenario rinvenuto in cava e documentato dalle foto del verbale. I rifiuti giacciono nel terreno a fianco di una enor- di Cesare Giuzzi Fiamme Il maxi-incendio doloso del capannone stipato di rifiuti a Corteolona (Pavia) nel gennaio 2018 (Fotogramma) 1 milione Il risparmio di una ditta grazie all’eliminazione illegale di rifiuti
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Page 1: ML 2 Marted 8 Ottobre 2019 Il «club» degli affari sporchi ...€¦ · perch se vado nei casini per colpa tua devo avere una ren-dita sufficiente a mantenere me e mio figlio quando

ML2 Martedì 8 Ottobre 2019 Corriere della Sera

Primo piano La terra dei fuochi

Il video

I SEQUESTRI

Riempivano di rifiuti illeciti capannoni abbandonati nel Nord Italia e ne seppellivano altri in una cava dismessa in Calabria. Undici persone operanti nel settore dei rifiuti e connesse allo stesso giro criminale che emerse dopo il rogo di Corteolona (Pavia) sono state arrestate ieri dai Carabinieri forestali (nelle foto: i sequestri). Il volume di «affari sporchi» è stato stimato in oltre 1,7 milioni di euro solo per il 2018. I rifiuti provenienti dal Sud finivano a Como, a Varedo (Monza e Brianza) nell’area ex Snia, sito in abbandono da quindici anni, e ancora a Gessate e a Cinisello Balsamo

Incendi e rifiuti sotterratiIl «club» degli affari sporchi

Angelo Romanello è un ra-gazzo cresciuto a camion,cantieri e ’ndrangheta. Ha 35anni, è nato a Siderno in pro-vincia di Reggio Calabria, mala sua vita è a Erba, ai piedidella montagne comasche.Non ha condanne per mafiama compare ancora giovanis-simo nelle carte dell’inchiestaInfinito del 2010, quando la-vora come imprenditore edi-le. È amico degli Strangio diNatile di Careri, il clan che in-filtra e porta al fallimento ilcolosso lombardo delle co-struzioni «Perego strade». Ilsuo nome in questi anniemerge in una serie di indagi-ni grandi e piccole, dove èsempre legato ai «paesani»calabresi. Dalla ’ndrangheta— seppure l’aggravante ma-fiosa non sia stata contestata— ha imparato la spietata de-terminazione negli affari. Il«metodo» delle cosche, mar-chio di fabbrica e garanzia disuccesso criminale.

Il capitale socialeProblemi, Romanello non neha mai. Lo dice intercettatoquando, dopo che il sito di smaltimento è stato seque-strato, rassicura il «socio» (inrealtà era datore di lavoro)Matteo Molinari, titolare della«Smr ecologia»: «No, io nonsono in difficoltà. Io ho treimpianti, Matteo». AngeloRomanello è il «dominus»,secondo il gip Sara Cipolla,del sistema dei rifiuti cheviaggia dalla Campania alNord e poi ancora verso la Ca-labria. Sfrutta i suoi contatti— il «capitale sociale» — perarrivare al massimo risultato.

Estrae dal cilindro Sara Co-stenaro, comasca di 43 anni, consulente ambientale rego-larmente iscritta all’albo chesi mette a disposizione per ot-tenere i dissequestri delle di-scariche e falsificare i formu-lari. La professionista è finitaai domiciliari perché per i ma-gistrati aveva la chiara consa-pevolezza di interfacciarsi conun sistema criminale. Lo capi-sce perfino un amico duranteuna telefonata nella quale ladonna si lamenta di non averemai clienti «regolari»: «Ben-venuta nel club. Ma secondote, scusa, uno che si mette afare un lavoro del genere o èun degenerato o un ‘ndran-ghetista....». Lei però ha unateoria precisa: «Esatto, il ri-schio deve valere la candela,perché se vado nei casini percolpa tua devo avere una ren-dita sufficiente a mantenereme e mio figlio quando saròin galera per te».

Romanello progetta diesportare parte dei rifiuti al-l’estero. Non solo in Germania(l’inceneritore di Dusseldorf)e in Croazia, ma anche in Tu-nisia e Turchia. Perché dopol’editto cinese contro la spaz-zatura straniera del 2017, ilmercato del riciclo ha biso-gno di nuove rotte. Quella piùredditizia, dopo aver stoccatoimmondizia «che puzza» al-l’ex Snia di Varedo, nei capan-noni di Gessate e CiniselloBalsamo, porta in Calabriadove il sistema prestanome

organizzato dal 34enne smal-tisce, a modo suo, la spazzatu-ra di Napoli.

L’investimento a NapoliCon un consorzio si aggiudical’appalto con la municipaliz-zata napoletana «Sapna» perla raccolta dei rifiuti solidi ur-

bani. Parte dell’immondiziafinirà anche nel capannone divia Chiasserini a Milano anda-to a fuoco un anno fa. Il restoinvece riempie illegalmente lediscariche di Gizzeria (Catan-zaro) e la cava Parisi di Lame-zia Terme. Un sito che verràsequestrato nel corso delle in-

dagini. La scena descritta dalgiudice Serena Cipolla nell’or-dinanza di custodia cautelare,sembra un brano di «Gomor-ra»: «A dir poco sconvolgentelo scenario rinvenuto in cava edocumentato dalle foto delverbale. I rifiuti giacciono nelterreno a fianco di una enor-

di Cesare Giuzzi

FiammeIl maxi-incendio doloso delcapannone stipato di rifiuti a Corteolona (Pavia) nel gennaio 2018 (Fotogramma)

1milioneIl risparmio diuna ditta grazie all’eliminazione illegale di rifiuti

Page 2: ML 2 Marted 8 Ottobre 2019 Il «club» degli affari sporchi ...€¦ · perch se vado nei casini per colpa tua devo avere una ren-dita sufficiente a mantenere me e mio figlio quando

Corriere della Sera Martedì 8 Ottobre 2019 PRIMO PIANO ML3

Mediatori, forzature bancariee contatti in Tunisia e CroaziaI carichi scortati alle cave:è il metodo della ’ndrangheta«Gioco che vale la candela»

L’indagine

di Gianni Santucci

Le emergenze ambientali

2015 2016 2018 20192017

Totale annoIncendi di rifiuti

56 42 61 63 38

11 8 21 22 7

L’Ego - Hub2015 2016 2018 20192017

L’ANDAMENTO Numero di incendi

632 3

1

415

33

15

34

3

13

Fonte: Prefettura di Milano - DATI AGGIORNATI A LUGLIO 2019

I SOPRALLUOGHIDA MAGGIO 2019

341gli impianti classificati

come ad alto rischio

il 49% dei 703

autorizzati

IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI

RIFIUTI AUTORIZZATI

10% sanzionatiper irregolarità

Impiantoproduttivo

Impianto di trattamentoe gestione

Rifiutiabbandonati

«Che i rifiuti venissero dal-la Campania si capiva dallescritte sui camion e dal dialet-to dei camionisti», raccontaun impiegato a verbale. E unaltro: «Il “materiale” che arri-vava dalla Campania puzzava,e l’altra ditta non li accettò».Ecco perché quel flusso di ri-fiuti dal Sud confluiva a fiumi

su «La Guzza», località coma-sca, nella sede della «SmrEcologia». Oggi quella societàsta al centro di un’inchiestache descrive alla perfezionestruttura e dinamiche del bu-siness illegale dei rifiuti.

Funzionava così: la societàdi Como ha accettato unaquantità di materiale infinita-mente superiore a quella chepoteva gestire (fino a 68 milatonnellate in due anni secon-do un appalto della «Sapna»,la municipalizzata di Napoli).Avrebbero dovuto trattarequei rifiuti prima di mandarliall’inceneritore. Non lo face-vano: 7 mila tonnellate «nontrattate» hanno fruttato 700mila euro di risparmio (illega-le). E questa è la superficietorbida dell’affare. Poi, il 14marzo 2018, la Polizia locale diComo entra nell’impianto etrova 12 mila tonnellate di ri-fiuti: la società ha un’autoriz-zazione per una quantità mas-sima sotto le 4 mila, così scat-ta il sequestro.

A quel punto, il ciclo dei ri-fiuti sprofonda nell’ambitocriminale.

Iniziano a partire camionverso discariche del tutto abu-sive: un pezzo di terra nell’exSnia di Varedo (tra Limbiate ePaderno Dugnano), un capan-

none a Gessate, un capanno-ne a Cinisello Balsamo, unaditta di via Chiasserini (a Mi-lano) che andrà a fuoco il 14ottobre 2018, una società aTrento, una discarica in Cala-bria. Tutto con documenta-zione rigorosamente falsa.Per un risparmio di oltre unmilione sul corretto smalti-mento. Eccolo, il sistema cri-minale che si fonda su unprincipio banale: accettarepiù rifiuti possibile, incassarele somme secondo tariffe delmercato «pulito», trattare osmaltire nella zona grigia ocriminale per aumentare iguadagni. È questo il ponteche porta dai capannoni inta-sati, agli incendi e ai disastriambientali.

L’intera rete del traffico èstata ricostruita in un annodai carabinieri forestali delcomando provinciale di Mila-no, con il procuratore aggiun-to della Direzione antimafia,Alessandra Dolci, e il sostitutoSilvia Bonardi. Undici arresti(due in carcere, altri ai domi-ciliari). Un’inchiesta nata dal-l’incendio di un capannone aCorteolona (Pavia) del 3 gen-naio 2018, che aveva già porta-to a sei arresti lo scorso otto-bre. Da quell’inchiesta, cara-binieri e magistrati hanno

scavato nella relazione (700telefonate in pochi mesi) chelegavano uno degli arrestatiad Angelo Romanello, 35 an-ni, originario di Siderno (Reg-gio Calabria): che in questocaso è emerso nel ruolo cen-trale per ogni traffico crimi-nale, il «mediatore» (tra chiraccoglie i rifiuti — le societàpubbliche — e chi deve smal-tirli e trattarli). Un’indaginefatta di intercettazioni, analisidella documentazione, pedi-

namenti, osservazioni sulcampo. L’inchiesta dimostracome un imprenditore delNord (Matteo Molinari, am-ministratore della «Smr Eco-logia) inizi a navigare nell’ille-galità e chiede servizi agli«esperti» criminali del setto-re. Che mettono a disposizio-ne capitali, soluzione dei pro-blemi, servizi (con tecnici«venduti»), rapporti con le banche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il business del crimineDalla Campaniaalla «zona grigia»Trasporto con i camion, poi lo smistamento illegale

me buca appena realizzata daun escavatore lì presente epronta ad essere richiusa do-po aver ricevuto i rifiuti».

Il socio in CalabriaL’uomo di Romanello in Cala-bria è Maurizio Bova, nato aLocri, 41 anni, anche lui co-munque legato ai clan, e fini-to in carcere. Un suo «inter-mediario», arrabbiato per unaffare che non torna, al telefo-no non nasconde i contatticon le «famiglie»: «Quandovengo su non è che sono soloio, ci sono i cristiani di Platì edi San Luca. Ci sediamo a untavolino, se avete ragionechiudiamo». Bova è un volanoper Romanello. I due ragiona-no nello stesso modo, sonocresciuti parlando lo stesso dialetto. Quando ci sono pro-blemi con l’apertura di unconto corrente, perché leaziende non hanno i requisiti,è lui a trovare la soluzione. Cipensa la moglie Assunta Vilel-la, 45 anni, nata a Voghera. Ladonna si rivolge a un impiega-to del Monte dei Paschi diSant’Eufemia (Lamezia Ter-me). Si chiama Francesco Ian-nazzo e fa parte della cosca del Lamentino guidata da Do-menico Iannazzo. «Domenicoè uscito col conto corrente dal

Monte dei Paschi», comunicaBova alla moglie alla soluzio-ne della vicenda. «Eh, hannofatto una forzatura...», ri-sponde lei al marito che con-ferma: «Sì, sì , sì».

Ai metodi della ‘ndranghe-ta, Romanello si affida anchequando ci sono i camion dascaricare nei capannoni abu-sivi. Utilizza il sistema delle«auto staffetta» per scortare iTir carichi di spazzatura allostesso modo in cui i narco-trafficanti «scortano» le mac-chine che trasportano droga.

Il grande salto nel mondodei rifiuti di Romanello, im-prenditore edile, avviene ne-gli ultimi anni quando il busi-ness dei rifiuti illegali inizia ainteressare la Lombardia. Lasponda è l’amico Riccardo Mi-nerba. Minerba non è unondranghetista, ma un brookerdei rifiuti illegali. È lui il pro-tagonista, poi arrestato, del-l’operazione «Corteolona»: un capannone in provincia diPavia riempito fino al soffittoe poi dato alle fiamme a gen-naio 2018. Minerba dispesaconsigli: «Per far funzionaretutto bene non devono man-care due cose: prima prendi isoldi e poi il materiale. E vaiavanti a lavorare».

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OnlineTutte le notiziele analisie i commenti sul «sistemarifiuti» sul sito internetmilano. corriere.it

L’inchiestaUndici arresti, la rete dei traffici ricostruita inun anno da carabinieri forestali e Antimafia

Il pm

L’indagine sulla rete del traffico illegale ha portato a 11 arresti (in fotoil procuratore Alessandra Dolci)

L’avvio è stato dato dall’incendio di un capannone a Corteolona (Pavia ) avvenuto il 3 gennaio 2018

Il rogoIl 14 ottobre del 2018 è divampato un enorme incendio nel capannone della Ipb in via Chiasserini 104, alla Bovisasca


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