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Rev. 0 marzo 2015
MODELLO DI ORGANIZZAZIONE
E GESTIONE EX D.LGS. 231/2001
DELL' AZIENDA TERRITORIALE
PER L'EDILIZIA RESIDENZIALE
DELLA REGIONE UMBRIA
AZIENDA TERRITORIALE PER L'EDILIZIA RESIDENZIALE
DELLA REGIONE UMBRIA
Sede Legale: Via Galileo Ferraris 13, 05100 Terni
Tel.: 0744 4821
e-mail: [email protected]
e-mail PEC: [email protected]
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PARTE GENERALE
INDICE
1. Il decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231
1.1 La responsabilità amministrativa degli Enti
1.2 Le “linee guida” di FEDERCASA
1.3. Le tipologie dei reati presupposto
1.4 Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01
2.1 ATER UMBRIA.
2.2 Le certificazioni di Ater Umbria
2.3 Finalità dell’adozione del Modello
2.4 Destinatari del Modello
2.5 Struttura del Modello di ATER UMBRIA.
2.6 Modalità di gestione delle risorse finanziarie
3. Modelli di organizzazione ex D.Lgs. 231/2001, Piani di prevenzione ex L. 190/2012,
programmi di trasparenza ex D.Lgs. 33/2013 e inconferibilità ed incompatibilità degli
incarichi ex D.Lgs. 39/2013.
4. Organismo di Vigilanza
4.1 Nomina e attribuzioni
4.2 Requisiti dell’Organismo e dei suoi componenti
4.3 Cause di ineleggibilità e/o decadenza
4.4 Funzionamento dell’Organismo di Vigilanza
4.5 Referente aziendale
4.6 Flussi informativi
4.7 Gestione delle segnalazioni
5. Pubblicizzazione del Modello
5.1 Comunicazione del Modello
5.2 Formazione del Personale
5.3 Verifiche periodiche
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PARTE GENERALE 1.Il decreto legislativo 231/01
In attuazione degli obblighi previsti da atti internazionali dell’Unione Europea e dalla
Convenzione OCSE stipulata a Parigi nel settembre 1997, è stato promulgato nel nostro
Paese il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 titolato: “Disciplina della responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di
personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”.
Il Decreto Legislativo n. 231 dell'8 Giugno 2001 (d’ora in avanti D.Lgs. 231/01 o Decreto)
ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano il concetto, del tutto innovativo, della
responsabilità in sede penale delle società per fatti illeciti compiuti dai propri amministratori
e/o dipendenti nell'esercizio della propria attività, ferma restando la penale responsabilità
dell'illecito commesso dalla persona fisica.
Il suddetto decreto legislativo, più precisamente, ha introdotto nell’ordinamento giuridico
italiano un regime di responsabilità amministrativa, a carico delle persone giuridiche e
degli altri enti sopra specificati, che va ad aggiungersi alla responsabilità della persona
fisica che ha realizzato materialmente il fatto costituente reato e che mira a coinvolgere,
nella punizione del medesimo, l’ente nel cui interesse od al cui vantaggio tale reato sia
stato commesso.
I destinatari del D.Lgs. 231/2001 sono le persone giuridiche private (enti ed associazioni
forniti di personalità giuridica), ivi comprese le fondazioni, le società di capitali e quelle
cooperative, gli enti (società di persone ed associazioni) anche sprovvisti di personalità
giuridica, gli enti pubblici economici.
Risultano invece espressamente non obbligati lo Stato, gli enti pubblici territoriali, le
pubbliche amministrazioni, gli enti pubblici non economici e gli enti che svolgono funzioni
di rilievo Costituzionale.
Quanto sopra vale sia che il reato sia commesso da soggetti in posizione apicale che da
soggetti sottoposti all’altrui direzione, inclusi i soggetti non necessariamente in
organigramma, come consulenti o procacciatori. L'Ente non risponde, per espressa
previsione legislativa (art. 5, comma 2, D.Lgs. 231/2001), se le persone indicate hanno
agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.
L’ampliamento della responsabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti penali
il patrimonio degli enti e, in definitiva, gli interessi economici dell’azienda, i quali, fino
all’entrata in vigore della legge in esame, non pativano conseguenze dalla realizzazione di
reati commessi, con vantaggio dell’ente, degli amministratori o dipendenti. Il principio di
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personalità della responsabilità penale li lasciava, infatti, indenni da conseguenze
sanzionatorie, diverse dall’eventuale risarcimento del danno, se ed in quanto esistente
(quasi sempre, tra l’altro, “coperto” da polizze assicurative).
Sul piano delle conseguenze penali, infatti, soltanto gli artt. 196 e 197 C.P. prevedono
un’obbligazione civile per il pagamento di multe o ammende inflitte, in caso d’insolvibilità
dell’autore materiale del fatto.
L’innovazione normativa, perciò, è di non poco conto, in quanto né l’organizzazione, né
l’ente possono dirsi estranei al procedimento penale per reati commessi a vantaggio o
nell’interesse dell’organizzazione. Ciò, ovviamente, determina un interesse di quei soggetti
che partecipano alle vicende patrimoniali dell’azienda, al controllo della regolarità e della
legalità dell’operato dell’ente.
Il legislatore ha previsto la possibilità per l’organizzazione di sottrarsi totalmente o
parzialmente all’applicazione delle sanzioni, purché siano state rispettate determinate
condizioni.
L’art. 6 e l’art. 7 del D.Lgs. 231, infatti, contemplano una forma di “esonero” da
responsabilità dell’organizzazione se si dimostra, in occasione di un procedimento penale
per uno dei reati considerati nel decreto, di aver adottato ed efficacemente attuato Modelli
di organizzazione, gestione e controllo (d'ora in avanti M.O.G.) idonei a prevenire la
realizzazione degli illeciti penali contemplati dalla norma, come verrà illustrato di seguito.
Lo scopo del presente documento, quindi, è quello di descrivere il Sistema di Gestione
della Responsabilità Amministrativa dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale
dell’Umbria (d'ora in avanti anche solo ATER UMBRIA o ATER), che costituisca anche
adozione ed efficace attuazione dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo di cui
agli artt. 6 e 7 del Decreto Legislativo 8.6.2001 n. 231.
Il fine del presente Modello di organizzazione e gestione è quello di descrivere le modalità
con cui viene valutato il livello di rischio di compimento dei reati presupposto da parte di
ATER in ordine all’applicazione della normativa ex D.Lgs. 231/01. L’obiettivo è quello di
garantire l’identificazione dei processi a rischio di illecito (e delle relative attività),
individuando le modalità di controllo dei c.d. punti critici al fine di predisporre adeguate
attività di monitoraggio e/o adeguamento degli stessi processi, atte a prevenire la
realizzazione di un reato presupposto.
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1.1 La responsabilità amministrativa degli Enti
Il D.Lgs..231/01 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti e società per
comportamenti illeciti commessi dai soggetti c.d. “apicali” e/o dai dipendenti
condizionandola alla presenza di tre condizioni:
a) che sia stato commesso uno dei reati specificatamente previsti dal decreto (chiamati
“reati presupposto” ed il cui elenco è riportato più avanti);
b) che il reato sia stato commesso nell’interesse dell’ente o che comunque questo ne
abbia tratto vantaggio;
c) che il reato sia stato commesso da una delle due categorie dei seguenti soggetti:
• persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione
dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e
funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il
controllo dello stesso (i c.d. "soggetti in posizione apicale");
• persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati (i
c.d. "soggetti subordinati").
Il Decreto prevede agli artt. 6 e 7 condizioni specifiche per l'esonero dell'Ente dalla
responsabilità distinguendo il caso di reato commesso da soggetti in posizione apicale dal
caso di reato commesso dai loro sottoposti.
Per espressa previsione legislativa l'ente non risponde dei reati c.d. presupposto sia nel
caso in cui i soggetti apicali e/o subordinati, che hanno commesso il reato, abbiano agito
nell'esclusivo interesse proprio o di terzi sia nel caso in cui l'ente provi che:
- l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del
fatto, modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire reati della specie di
quello verificatosi;
- il controllo sul funzionamento e l'osservanza dei modelli ed il relativo aggiornamento sia
stato affidato ad un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo
(il c.d. Organismo di Vigilanza e Controllo, d'ora in avanti O.d.V.);
- le persone che hanno commesso il reato hanno eluso fraudolentemente i modelli di
organizzazione gestione e controllo;
- non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo di vigilanza.
La mera adozione del Modello, con delibera dell'organo amministrativo dell'Ente, non
esclude ex lege la responsabilità, essendo necessario che il Modello sia efficacemente
attuato da parte dell'Ente ed effettivamente applicato dall'Ente medesimo.
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A norma dell'art. 6, 2°comma del Decreto, il M.O.G. risulta idoneo ed efficace per la
prevenzione della commissione dei reati se risponde alle seguenti esigenze:
a) deve individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (chiamati,
rispettivamente, “attività o processi sensibili”);
b) deve prevedere specifici protocolli e/o procedure dirette a programmare la formazione e
l'attuazione delle decisioni dell'Ente in relazione ai reati da prevenire;
c) deve individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
commissione dei reati;
d) deve prevedere gli obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a
vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli;
e) deve introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
misure indicate nel modello di organizzazione, gestione e controllo.
In particolare, le lettere a) e b) della citata disposizione si riferiscono espressamente,
sebbene con l’utilizzo di una terminologia ed esposizione estranea alla pratica aziendale,
ad un tipico sistema di gestione dei rischi (risk management).
Inoltre il M.O.G. deve essere sottoposto, al fine di garantire un'effettiva applicazione, ad
una verifica periodica che può determinare una modifica del documento qualora siano
scoperte significative violazioni delle prescrizioni ivi previste, oppure intervengano
mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’Ente, ovvero modifiche legislative.
Nell’ipotesi di commissione dei reati presupposto non basta che l’Ente abbia adottato ed
efficacemente attuato un Modello di organizzazione ma occorre che abbia anche affidato
ad un apposito organo (Organismo di Vigilanza) il compito di vigilare sul funzionamento e
l’osservanza del Modello, e di curarne l’aggiornamento. È altresì necessario che
l’Organismo abbia svolto con cura i compiti di vigilanza e controllo o che il reato sia stato
commesso eludendo fraudolentemente il Modello.
L’adozione di un modello preventivo è una possibilità che la legge ha introdotto,
rimettendola alla scelta discrezionale dell’Ente. Esso, tuttavia, è l’unico strumento che ha
l’Ente per svolgere un’azione di prevenzione dei reati, dimostrare la propria “non
colpevolezza” ed evitare le sanzioni previste dal Decreto.
Con riferimento all’inserimento dei contenuti del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., per quanto
attiene alla prevenzione dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime è
ritenuto valido il Modello quando questo è adottato ed efficacemente attuato assicurando
un Sistema della Sicurezza che risponda ai seguenti obblighi:
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a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti,
luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;
b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e
protezione conseguenti;
c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli
appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per
la sicurezza;
d) alle attività di sorveglianza sanitaria;
e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori;
f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di
lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge;
h) alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate.
Secondo l’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., il Modello organizzativo deve pertanto
includere:
1. un Sistema di registrazione della reale ed avvenuta effettuazione delle attività
sopraelencate sulla base delle dimensioni dell’azienda;
2. un’articolazione delle funzioni tale da garantire adeguate competenze tecniche e poteri
per verificare, valutare, gestire e controllare il fattore rischio e specifico organigramma
della sicurezza sui luoghi di lavoro;
3. un Sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle disposizioni
emanate e delle regole indicate nel Modello;
4. un Sistema di controllo e reporting che valuti l’attuazione e l’implementazione nel tempo
delle condizioni di idoneità delle misure adottate;
5. mirate prassi atte al riesame del Modello in occasione dei controlli effettuati, nel caso di
incidenti di percorso o di violazioni emerse, in occasione di variazioni dell’assetto
organizzativo o sociale dell’azienda e nell’attività di progresso scientifico e tecnologico.
1.2 Le “linee guida” di FEDERCASA
I M.O.G. possono essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti dalle
associazioni rappresentative degli Enti, secondo quanto previsto dal comma 3° dell'art. 6
del Decreto.
La predisposizione del Modello di Ater Umbria si è ispirata alle Linee Guida di
FEDERCASA; difatti il Ministero di Giustizia, a seguito di approfondite valutazioni e sentito
il parere anche di Consob e della Banca d’Italia, con nota del 22 Gennaio 2014, ha
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espresso parere di adeguatezza ed idoneità delle linee guida predisposte da
FEDERCASA per la realizzazione del modello di organizzazione e gestione ai sensi del
D.Lgs 231/2001. Il documento redatto da FEDERCASA è nato con lo scopo di offrire un
supporto concreto alle Aziende di Edilizia Residenziale Pubblica per la elaborazione di
adeguati “modelli di organizzazione e gestione” previsti dall’art. 6 del Decreto e, di
conseguenza, contengono una serie di indicazioni e misure, essenzialmente tratte dalla
pratica aziendale, ritenute in astratto idonee a rispondere alle esigenze delineate dal
D.Lgs n. 231/2001.
Nella definizione del modello di organizzazione, gestione e controllo, le Linee Guida di
FEDERCASA prevedono le seguenti fasi:
-l’identificazione dei rischi, ossia l’analisi del contesto aziendale per evidenziare in quali
aree di attività e secondo quali modalità si possano verificare eventi pregiudizievoli per gli
obiettivi indicati dal Decreto;
- la predisposizione di un sistema di controllo (i c.d. protocolli) idoneo a prevenire i rischi di
reato identificati, attraverso la valutazione del sistema di controllo esistente all’interno
dell’Ente ed il suo adeguamento.
- la nomina di un organismo di vigilanza indipendente, con compiti di controllo e
monitoraggio sul rispetto del Modello.
- la definizione dei meccanismi di comunicazione da parte dell’organismo di vigilanza
verso i vertici della società e viceversa;
- la definizione dei meccanismi di comunicazione da parte dei soggetti destinatari del
Decreto verso l’organismo di vigilanza e viceversa;
- l’adozione di principi etici in relazione ai comportamenti che possono integrare le
fattispecie di reati previsti dal Decreto, contenuti in un Codice Etico;
- previsione di un sistema disciplinare e dei meccanismi sanzionatori, in caso di violazione
del modello organizzativo.
- la comunicazione al personale e sua formazione.
1.3. Le tipologie dei reati presupposto
I reati inizialmente previsti dal Decreto che, sussistendone le condizioni, determinano la
responsabilità amministrativa dell’ente, erano riconducibili alle tipologie della truffa ai danni
dello Stato o di altri enti pubblici ed alla corruzione, ma, con successive leggi, sono stati
aggiunti molti altri reati. Di seguito vengono riportati i titoli degli articoli del decreto che
individuano le tipologie dei reati, a cui sono stati aggiunti di recente altri reati presupposto
(da ultimo il D.Lgs. 4 marzo 2014 n. 39 che ha innovato l’art. 25-quinquies comma 1,
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lettera c) del D.Lgs. 8 giugno 2001 n. 231 introducendo l’art. 609 undecies del Codice
Penale, e cioè l’adescamento di minori; la legge 17 aprile 2014 n. 62 che ha modificato
l’art. 416-ter del codice penale il c.d scambio elettorale politico-mafioso ed infine
l’introduzione il 4 dicembre 2014 dell’art. 648 ter 1) C.P. e cioè il reato di autoriciclaggio).
Art. 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche in danno dello Stato o di un ente pubblico.
Art. 24 bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati Art. 24 ter Delitti di criminalità organizzata Art. 25 Concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e
corruzione Art. 25 bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in
strumenti o segni di riconoscimento Art. 25 bis 1 Delitti contro l’industria e il commercio Art. 25 ter Reati societari Art. 25 quater Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico Art. 25 quater.1 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili Art. 25 quinquies Delitti contro la personalità individuale Art. 25 sexies Abusi di mercato Art. 25 septies Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime con violazione delle
norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro Art. 25 octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita, autoriciclaggio Art. 25 novies Delitti in materia di violazione del diritto di autore Art. 25 decies Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni
mendaci all’autorità giudiziaria Art. 25 undicies Reati ambientali Art. 25 duodecies Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare I reati transnazionali ex Legge146/2006
1.4 Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01
Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01 a carico dell’ente per gli illeciti amministrativi
dipendenti dai reati sopra indicati sono:
• le sanzioni pecuniarie,
• le sanzioni interdittive (che possono essere disposte in via cautelare anche nella
fase inquisitoria), ovvero:
1) l’interdizione dall’esercizio dell’attività,
2) la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla
commissione dell’illecito,
3) il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le
prestazioni di un pubblico servizio,
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4) l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di
quelli già concessi,
5) il divieto di pubblicizzare beni e servizi,
• la confisca del prezzo o del profitto del reato,
• la pubblicazione della sentenza.
Per gli illeciti amministrativi dipendenti dai reati si applica sempre all’ente una sanzione
pecuniaria commisurata in quote, non inferiori a 100 né superiori a 1.000.
Spetta al Giudice determinare sia l’importo unitario delle quote, sulla base delle condizioni
economiche e patrimoniali dell’ente, che il numero delle quote inflitte, entro i limiti previsti
dalla legge, sulla base della gravità del fatto, del grado di responsabilità dell’ente e
all’attività da questo svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto o per
prevenire la commissione di ulteriori illeciti.
Le sanzioni interdittive si applicano in relazione ai reati per i quali sono espressamente
previste (principio di tassatività) e non possono essere di durata inferiore a tre mesi né
superiore a due anni.
La sanzione della pubblicazione della sentenza è disposta solo in caso di comminazione
delle sanzioni interdittive. La confisca è sempre disposta con la sentenza di condanna e
concerne la confisca del prezzo o del profitto del reato.
2.1 ATER UMBRIA.
Con Legge Regionale 3 agosto 2010 n. 19 (da ora in avanti per brevità L.R. n. 19) viene
istituita l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale della Regione Umbria, denominata
Ater Umbria con sede legale ed amministrativa in Terni.
L'Ater Umbria è un ente strumentale della Regione Umbria, di natura economica, ha
personalità giuridica di diritto pubblico, ha autonomia gestionale, organizzativa,
patrimoniale e contabile ed è sottoposta alla vigilanza ed al controllo della Giunta
Regionale.
La struttura organizzativa di Ater è informata ai principi ed alle norme connesse con la
configurazione di un ente pubblico economico inserito nel comparto della confederazione
dei servizi pubblici – CISPEL a cui aderisce Federcasa.
L'Azienda è articolata in due unità operative, Perugia e Terni, che assicurano
l'espletamento delle attività gestionali, amministrative e tecniche. Nell'ambito delle due
Unità Operative sono costituiti i Servizi posti funzionalmente alle dirette dipendenze del
Dirigente di Unità Operativa.
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Il Servizio è una unità organizzativa che assolve ad attività e funzioni finalizzate
all'armonizzazione e all'integrazione di procedure di amministrazione e/o gestione e/o
tecniche implicanti peculiari professionalità.
I Servizi previsti in ciascuna delle due Unità Operative sono:
a) Contabilità e Bilancio: provvede a tutti gli affari di natura economico-finanziaria e fiscale
nella gestione dell’Azienda ed assolve i compiti di riscontro e controllo sull’osservanza
delle norme e delle procedure concernenti la conservazione del patrimonio, l’esatto
accertamento delle entrate e la corretta gestione dei fondi di bilancio, nonché agli
adempimenti di carattere economico, fiscale e previdenziale in materia di personale,
compresa la gestione del relativo contenzioso;
b) Affari Generali: provvede a tutti gli affari che rivestono carattere giuridico-amministrativo
in materia di appalti, personale, contratti, segreteria, economato, funzionamento di servizi
generali ed organizzazione dell'Azienda;
c) Gestione: provvede a tutti gli affari che rivestono carattere giuridico-amministrativo in
materia di gestione dei rapporti con l'utenza di tutto patrimonio immobiliare di proprietà o
amministrato per conto terzi, assegnazione e cessione di alloggi e di immobili in genere,
gestione dell'utenza anche sotto il profilo contabile;
d) Tecnico: predispone e realizza tutte le attività tecniche e tecnico/amministrative
connesse con l’attività istituzionale dell’Azienda dalla fase di programmazione generale
degli interventi a quella dell’entrata in reddito degli immobili.
Alla direzione dei Servizi, Ater ha preposto un impiegato con la qualifica di quadro.
L'attività di Ater è finalizzata, nell'ambito della programmazione regionale, a soddisfare le
esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni socio-economiche
svantaggiate. Infatti la Regione Umbria con la legge regionale n. 19 del 2010 ha inteso
perseguire le finalità volte al raggiungimento degli obiettivi di assicurare ai cittadini umbri il
soddisfacimento del diritto di abitazione, di uniformare gli strumenti di attuazione delle
politiche abitative regionali, di migliorare le modalità di gestione del patrimonio pubblico e
di contenere i costi generali del funzionamento dell'amministrazione regionale ed
endoregionale e al fine di procedere alla semplificazione istituzionale prevista dalla
normativa regionale vigente.
L'organizzazione dell'Azienda, al fine di garantire l'attuazione degli indirizzi generali e
l’espletamento delle attività istituzionali, è disciplinata secondo criteri di efficienza,
efficacia, funzionalità, economicità di gestione e flessibilità.
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Le strutture di Ater sono organizzate in modo da assicurare il collegamento fra le diverse
attività svolte dalle due unità operative competenti per il raggiungimento degli obiettivi
fissati, allo scopo di conseguire la massima interdisciplinarietà fra le diverse funzioni
indipendentemente da ogni suddivisione settoriale per materia.
L’ATER Umbria espleta, nel territorio della Regione Umbria, secondo quanto previsto dallo
Statuto e L.R. n. 19, le funzioni connesse all'incremento ed alla gestione del patrimonio
abitativo pubblico, provvedendo in particolare, nel rispetto degli indirizzi programmatici
della Giunta Regionale:
a) alla realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica, mediante il recupero,
l’acquisto o la nuova costruzione di immobili, destinati alla locazione permanente a favore
delle fasce sociali più deboli;
b) alla realizzazione di interventi di edilizia residenziale, eventualmente assistiti da
contributi o agevolazioni pubbliche, mediante il recupero, l’acquisto o la nuova costruzione
di immobili, destinati alla locazione permanente o temporanea, per un periodo non
inferiore a otto anni;
c) alla gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, anche di proprietà degli
enti locali;
d) alla eventuale alienazione del patrimonio di proprietà, ai sensi della normativa
regionale vigente e dei programmi di vendita adottati dalla Giunta regionale;
e) alla realizzazione, acquisto o recupero, con risorse proprie, di unità immobiliari ad
uso residenziale destinate prevalentemente alla locazione a canone concordato o alla
vendita a prezzi calmierati, allo scopo di soddisfare le esigenze abitative manifestate da
particolari categorie sociali, nonché di unità immobiliari ad uso non residenziale;
f) alla redazione di progetti ed alla realizzazione di interventi edilizi, opere di
urbanizzazione ed infrastrutture affidati dalla Regione, da enti locali e da altri soggetti
pubblici e privati nonché a svolgere ogni altra attività ritenuta proficua per il
raggiungimento dei propri fini istituzionali ed ogni altro compito attribuito da leggi statali o
regionali;
g) alla erogazione di servizi di assistenza e consulenza tecnica ed amministrativa
retribuita agli enti locali ed enti pubblici, per lo svolgimento dell’attività e per la gestione dei
servizi di loro competenza, assumendone anche la diretta realizzazione e gestione;
h) alla partecipazione, quale soggetto promotore e/o attuatore, alle iniziative
riguardanti i programmi di riqualificazione urbana, comunque denominati;
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i) alla esecuzione di interventi sperimentali e programmi di contenuto innovativo con
particolare riguardo alle tecniche costruttive, al risparmio energetico ed all’utilizzo di fonti
di energia rinnovabile nonché alla gestione degli immobili;
j) all’espletamento dei compiti e delle funzioni affidati dalla Regione, ivi comprese le
attività finalizzate a promuovere ed incentivare la locazione di immobili di proprietà privata;
k) alla gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione destinato o
destinabile alla residenza con apposito atto della Giunta regionale;
l) alla partecipazione a fondi immobiliari destinati alla realizzazione di alloggi sociali
ed alla riqualificazione urbana;
Al fine di perseguire i fini istituzionali, ATER UMBRIA può:
a) acquistare terreni fabbricabili e venderli quando risultino esuberanti od inutilizzabili
per i bisogni od i mezzi dell'Azienda;
b) acquistare, costruire o recuperare fabbricati o porzioni di essi da destinare alle
finalità dell'edilizia residenziale o agli usi diversi consentiti;
c) alienare o locare gli alloggi o locali ad uso diverso dall'abitazione siti negli edifici di
cui alla precedente lett. b), in conformità alle disposizioni di legge e agli interessi
dell'Azienda;
d) accettare elargizioni, donazioni, devoluzioni, eredità e legati in qualsiasi forma e
specie che ritenga vantaggiosi;
e) contrarre prestiti con o senza garanzia ipotecaria e, in genere, effettuare tutte le
operazioni bancarie e finanziarie che si rendano necessarie per il conseguimento dei fini
istituzionali con esclusione di ogni negozio a carattere aleatorio.
Costituiscono organi dell'Azienda:
• il Consiglio di Amministrazione: è composto da cinque membri, compreso il
Presidente, che sono nominati: due dalla Giunta Regionale, due rispettivamente
dai Comuni Perugia e Terni, uno dalla sezione regionale dell'Associazione
Nazionale Comuni d'Italia (ANCI). Il Consiglio di Amministrazione è nominato con
decreto del Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione della Giunta
stessa. Il Presidente, nonché i componenti del Consiglio di Amministrazione
devono essere in possesso di idonei titoli professionali e di comprovata capacità
manageriale, organizzativa e gestionale. I membri del Consiglio di Amministrazione
possono essere riconfermati una sola volta e proseguono le proprie funzioni fino
alla data di costituzione dei nuovi Organi dell'Ente.
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Il Consiglio di Amministrazione opera nell'ambito degli indirizzi stabiliti dalla
Regione in raccordo con la programmazione degli enti locali territoriali e ad esso
compete l'adozione di tutti gli atti di natura istituzionale, organizzativa e
programmatoria che individuano le azioni idonee a conseguire le finalità proprie
dell'Ente, a definire l'organizzazione della struttura ed a individuare i mezzi
economici e finanziari occorrenti allo scopo. In particolare il Consiglio:
a) adotta lo Statuto e le sue eventuali modifiche;
b) stabilisce le linee d’indirizzo generali dell’ATER regionale e gli obiettivi
annuali e pluriennali in armonia con la programmazione regionale in materia di
edilizia residenziale pubblica, verificandone l'attuazione;
c) adotta il bilancio di previsione, le sue variazioni, nonché il conto consuntivo
di ogni esercizio;
d) adotta i regolamenti di cui all'art. 15 comma 1 della L.R. n. 19 (un
regolamento con il quale viene disciplinata la dotazione organica, le modalità di
reclutamento del personale dirigente e non dirigente e le relative attribuzioni e
responsabilità, nonché il funzionamento delle due unità operative e un regolamento
contabile per la gestione finanziaria dell'Azienda);
e) provvede alla nomina del Direttore determinandone il trattamento economico
in conformità al comma 5 art.9 della L.R. 03.08.2010 n. 19, all'eventuale rinnovo
dell'incarico nonché alla revoca o alla risoluzione dello stesso;
f) definisce le competenze delle unità operative di cui all’art.1 del presente
statuto;
g) dispone l’eventuale istituzione del Nucleo per la Valutazione e il Controllo
Strategico nominandone i membri;
h) esercita, con l’ausilio del Nucleo per la Valutazione e il Controllo Strategico
se nominato, le funzioni di verifica e valutazione dell'attività del Direttore e dei
dirigenti, con riferimento agli indirizzi forniti ed ai piani e programmi formulati;
i) approva gli indirizzi generali per l'organizzazione ed il funzionamento degli
uffici e per la gestione del personale secondo moduli di efficienza, efficacia ed
economicità;
j) approva la struttura organizzativa ed adotta la dotazione organica del
personale dell'Azienda nonché le sue eventuali modifiche;
15
k) determina lo stato giuridico ed il trattamento economico del personale
mediante il recepimento, ove occorra, dei contratti collettivi nazionali e la stipula dei
contratti integrativi decentrati, nonché l'adozione degli atti connessi;
l) esercita, fatte salve le funzioni attribuite al Direttore Generale e ai Dirigenti,
tutte le funzioni ad esso demandate dalla vigente normativa in materia di edilizia
residenziale e di gestione aziendale, da regolamenti e dalla contrattazione
collettiva, secondo i contenuti del presente statuto.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre:
a) definisce i piani di intervento sulla base di programmazione regionale in
materia di edilizia residenziale pubblica, individuando le fonti di finanziamento per
l’attuazione dei medesimi;
b) delibera l'aggiudicazione degli appalti, delle forniture e dei servizi, oltre
all'eventuale risoluzione dei contratti, salvo quanto previsto dal successivo art. 7;
c) delibera le operazioni di compravendita, costituzione di servitù e diritti reali,
comodato, permuta e locazione determinandone i corrispettivi, sempre che tali
operazioni non siano disciplinate dalla legge;
d) affida incarichi esterni e determina i relativi compensi limitatamente alle
attività di propria competenza;
e) delibera le convenzioni con gli enti locali, società o privati;
f) delibera, previo nulla osta della Giunta Regionale, la partecipazione a
società, enti o consorzi;
g) delibera in materia di liti attive e passive, rinunce e transazioni, salvo quanto
previsto dal successivo art. 7;
h) ratifica i provvedimenti di urgenza eventualmente adottati dal Presidente ai
sensi dell'art. 6 - comma 1 lett. f) della L.R. n. 19, disciplinando i rapporti derivanti
da detti provvedimenti in caso di mancata ratifica;
i) assume deliberazioni relativamente alle attività di ricerca, documentazione
ed informazione esterna.
• il Presidente: è nominato con delibera dalla Giunta Regionale e svolge le seguenti
funzioni:
a) ha la rappresentanza legale dell'Azienda;
b) convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione;
c) assicura l'attuazione delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione;
d) sovraintende al buon funzionamento dell'Azienda;
16
e) esegue gli incarichi affidatigli dal Consiglio di Amministrazione;
f) adotta, in caso di necessità ed urgenza e sotto la propria responsabilità, le
variazioni al bilancio, le modifiche alla dotazione organica e gli altri atti diversi da
quelli di cui al comma 1 dell'articolo 5 del presente Statuto che sottopone al
Consiglio di amministrazione per la ratifica, nella prima seduta successiva
all’adozione;
g) sottopone al Consiglio di amministrazione per l’approvazione i piani attuativi
d’intervento e per l’adozione il bilancio di previsione annuale, le sue variazioni,
nonché il conto consuntivo.
Inoltre, il Presidente, senza necessità di preventiva autorizzazione consiliare,
provvede al rinnovo e disdetta delle locazioni ed esercita l'azione e resiste in
giudizio in tutti i procedimenti giudiziari relativi alla gestione dei rapporti di
assegnazione di alloggi comunque denominati, salva la facoltà di delegare le
funzioni di cui al presente comma.
• il Collegio dei Revisori dei Conti: è nominato con decreto del Presidente della
Giunta Regionale ed è composto da numero tre dei membri effettivi, compreso il
Presidente, iscritti nel registro dei revisori contabili. I membri del Collegio sono
eletti dal Consiglio Regionale che individua il Presidente, devono partecipare alle
sedute del Consiglio di Amministrazione a norma dell’art. 2405 del Codice Civile.
Il Collegio Sindacale esercita funzioni di vigilanza e controllo generale in conformità
al codice civile ed in particolare verifica l'economicità e l'efficienza della gestione e
ne riferisce al Consiglio di Amministrazione. Qualora riscontri gravi irregolarità nella
gestione dell’ATER Umbria, il Collegio dei Revisori dei Conti ha l’obbligo di riferire
immediatamente alla Giunta regionale. Il Collegio dei Sindaci deve riunirsi almeno
ogni trimestre e delle riunioni deve redigersi processo verbale, che viene trascritto
in apposito libro e sottoscritto dagli intervenuti, riscontrando la consistenza di cassa
e l'esistenza dei valori e dei titoli di proprietà aziendale o ricevuti dall'Azienda in
pegno, cauzione o custodia.
Copia di ciascun processo verbale deve essere trasmessa, nel termine di dieci
giorni, al Presidente del Consiglio di Amministrazione ed al Direttore dell'Azienda.
Il Presidente, i membri del Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Revisori dei Conti
rimangano in carica per la durata della legislatura.
Il Consiglio di Amministrazione di Ater nomina tra i soggetti in possesso dei requisiti di cui
all'art. 9 commi 1 e 2 della L.R. n. 19, un Direttore Generale.
17
Il Direttore Generale, il cui rapporto di lavoro è di diritto privato, deve svolgere tutte le
funzioni amministrative di carattere unitario di ATER, compresa l'adozione degli atti
gestionali e amministrativi a rilevanza esterna. In particolare il Direttore:
a) assicura l’unitarietà dell’azione tecnico-amministrativa ed il coordinamento delle
unità operative, garantendo il regolare funzionamento dell'attività degli uffici;
b) attua le deliberazioni adottate dal Consiglio di amministrazione;
c) formula proposte al Consiglio di amministrazione sulle funzioni di competenza del
medesimo;
d) vigila sulla regolare trasmissione degli atti del Consiglio di Amministrazione da
sottoporre al controllo della Giunta regionale.
e) esercita le funzioni di datore di lavoro ai sensi dell’art. 2 comma b) del D.Lgs 81/08
f) presiede le commissioni di gara, nominandone all'occorrenza i componenti;
g) stipula i contratti o individua il suo delegato competente alla stipula;
h) provvede agli acquisti in economia ed alle spese indispensabili per il normale
funzionamento dell'Azienda, nei casi e nei limiti previsti e salvi i poteri di spesa degli altri
dirigenti;
i) firma gli ordinativi di incasso e di pagamento, gli atti e la corrispondenza ascrivibili
ad attività di gestione, salve le competenze attribuite ai Dirigenti;
j) è segretario del Consiglio di Amministrazione alle cui sedute interviene con voto
consultivo obbligatorio, del quale deve farsi menzione nel verbale delle deliberazioni;
k) controfirma e vista i verbali ed ogni altro atto e provvedimento dell'Ente.
Il Consiglio di Amministrazione nomina, su proposta del Direttore, i due Dirigenti delle due
unità operative, a ciascuno dei quali è attribuita la responsabilità dell'andamento della
unità operativa e della gestione del personale assegnato.
Il trattamento giuridico ed economico del personale è stabilito dai contratti nazionali di
lavoro stipulati da Federcasa per il personale non dirigente e da CISPEL per il personale
dirigente.
Ater adotta misure idonee a garantire la pubblicità e l'accesso agli atti, nonché la
partecipazione ai provvedimenti, secondo le modalità e con i limiti previsti dalle leggi
vigenti.
Il patrimonio di Ater Umbria è costituito da:
a) alloggi di edilizia residenziale pubblica realizzati con il contributo dello Stato o della
Regione o a carico totale dello Stato o della Regione;
b) alloggi realizzati con finanziamenti agevolati dello Stato o della Regione;
18
c) alloggi realizzati con fondi propri o con finanziamenti non agevolati;
d) immobili ad uso diverso dall'abitazione;
e) titoli di stato, altre obbligazioni o altri titoli inventariati a norma di legge;
f) lasciti, eredità, donazioni ed elargizioni autorizzati con le modalità previste dalla
legislazione regionale;
g) poste del patrimonio netto, fondi di riserva costituiti e altre riserve comunque
costituite.
h) da tutti gli apporti di carattere patrimoniale conseguenti a disposizioni legislative;
i) da partecipazioni azionarie, da obbligazioni o altri titoli inventariati a norma di legge.
Ater Umbria, al fine di verificare l'adeguatezza delle scelte compiute per l'attuazione delle
direttive e degli altri atti di indirizzo politico-amministrativo degli organi di governo, può
istituire, attraverso la nomina ad opera del Consiglio di Amministrazione, il Nucleo per la
Valutazione e il Controllo Strategico, formato da tre membri esterni in possesso di
comprovata esperienza e professionalità.
L'attività del Nucleo consiste nell'analisi, preventiva e successiva, della congruenza e/o
degli eventuali scostamenti tra le missioni affidate dalle norme, gli obiettivi operativi
prescelti, le scelte operative effettuate e le risorse umane, finanziarie e materiali
assegnate, nonché nella identificazione degli eventuali fattori ostativi, delle eventuali
responsabilità per la mancata o parziale attuazione dei possibili rimedi. Il Nucleo risponde
direttamente al Consiglio di Amministrazione e svolge anche attività di supporto del
medesimo per la valutazione del Direttore Generale e dei dirigenti delle due Unità
Operative.
2.2 Le certificazioni di Ater Umbria
Ater Umbria si è dotata di un Sistema di Gestione per la Qualità (Manuale del Sistema
Qualità UNI EN ISO 9001:2008- ultima rev. 09/07/13) per la gestione del processo di
progettazione di opere di ingegneria civile, l’affidamento e la Direzione dei Lavori di
interventi di edilizia residenziale pubblica, per la gestione dell’attività di manutenzione del
patrimonio gestito e per la gestione del processo di verifiche sulla progettazione ai fini
della validazione condotte ai sensi delle legislazioni applicabili per importi inferiori a 20
milioni di euro. Il Sistema Qualità è stato redatto in conformità ai principi ed ai metodi
descritti dalla norma UNI EN ISO 9001:2008 "Sistemi di gestione per la Qualità - Requisiti"
e dalla norma UNI EN ISO 9004:2009 "Sistemi di gestione per la Qualità - linee guida per
19
il miglioramento delle prestazioni". Inoltre il manuale per la Qualità prende a riferimento la
norma UNI EN ISO 9000:2005 per la terminologia utilizzata.
Mediante l'adozione del Manuale del Sistema Qualità, Ater ha inteso perseguire lo scopo
di ottimizzare la gestione dei processi e porre cliente fornitori, consulenti e utenti e la loro
soddisfazione quale fattore centrale di riferimento.
Al fine di recepire le istanze e le esigenze del cliente e porre lo stesso al centro dell’
attenzione e della strategia del reparto tecnico, la Direzione ed i tecnici controllano il
servizio dopo l’erogazione.
Questo permette di avere un ritorno delle eventuali problematiche in tempi rapidi e di far
percepire al cliente il coinvolgimento della Direzione e dei tecnici in tutto il processo
operativo.
Inoltre, l’ATER UMBRIA attua metodologie tali da garantire che i processi interni
corrispondano pienamente alle specifiche contrattuali e alle leggi di riferimento. A tal fine
assicura che tutte le prescrizioni tecniche siano rispettate, che i processi fondamentali
siano definiti e con esso anche le competenze, che gli elementi in ingresso dei processi
fondamentali siano desunti dalle specifiche e quelli in uscita siano coerenti con esse.
Nella gestione del sistema, la Direzione ha ritenuto importante e strategico il suo diretto
coinvolgimento e quello di tutto il personale a vari livelli al fine del miglioramento
dell'ambiente di lavoro, di aumentare la motivazione del personale e di avere un settore di
progettazione sempre più efficiente. La Direzione, inoltre, ha coinvolto anche i fornitori in
outsourcing nel raggiungimento dei propri obiettivi e nell'effettuazione delle attività in
un'ottica di miglioramento e di uno standard qualitativo del prodotto/ servizio molto elevato.
Tutto il personale Ater Umbria conosce gli obiettivi e la politica per la qualità. Per il
raggiungimento degli obiettivi Ater:
1. monitora le esigenze e le aspettative del mercato in particolare quello che coinvolge
il mondo pubblico;
2. coinvolge il personale nel raggiungimento degli obiettivi;
3. definisce in appositi documenti obiettivi e indici misurabili legati per es, alle non
conformità, ai reclami e alla valutazione dei costi.;
4. individua i momenti di controllo e di riesame degli obiettivi;
5. registra l'attività di pianificazione, di controllo e di riesame;
6. mette a disposizione le risorse necessarie;
7. costruisce un sistema di informazione con il cliente, interno ed esterno, puntuale e
corretto.
20
Ater ha nominato il Responsabile del Sistema di gestione per la Qualità (RSQ) al fine di
garantire l’istituzione, la gestione e l'applicazione del sistema di gestione per la qualità.
Inoltre è stato individuato il Rappresentante della Direzione (RDIR) avente la
responsabilità di riferire alla direzione sul grado di applicazione del SQ al fine di procedere
a riesami dello stesso ed avviare un processo di miglioramento continuo. Ad oggi tale
figura coincide con quella della Direzione.
2.3 Finalità dell’adozione del Modello
Ater Umbria al fine di assicurare condizioni di maggiore correttezza e trasparenza nella
conclusione degli affari e delle attività istituzionali, a tutela della propria posizione ed
immagine, delle aspettative della Regione, del pubblico e del lavoro dei propri dipendenti,
è consapevole dell'importanza di dotarsi di un modello di organizzazione, gestione e
controllo idoneo a prevenire la commissione di comportamenti illeciti da parte dei propri
"apicali" e "subordinati", nonché collaboratori esterni sottoposti a controllo e
coordinamento da parte dell'Ente.
Sebbene l’adozione del Modello non costituisca un obbligo imposto dal Decreto bensì una
scelta facoltativa rimessa a ciascun singolo ente, per i motivi sopra menzionati, Ater
Umbria ha deciso di dotarsi di un proprio Modello, avviando un progetto di analisi dei
propri strumenti organizzativi, di gestione e di controllo, volto a verificare la corrispondenza
dei principi comportamentali e delle procedure già adottate alle finalità previste dal Decreto
e, se necessario, all’integrazione del sistema attualmente esistente.
Il presente Modello è stato adottato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del
04/03/2015
Ater Umbria ha ritenuto conforme alle proprie politiche istituzionali procedere all'adozione
del Modello in linea con le prescrizioni del decreto sulla base delle Linee Giuda emanate
da FEDERCASA. Tale iniziativa unitamente all'adozione del Codice Etico è stata assunta
nella convinzione che l'adozione del Modello possa costituire un valido strumento di
sensibilizzazione nei confronti di tutto il personale di Ater Umbria e di tutti gli altri soggetti
alla stessa cointeressati affinché seguano nell'espletamento dei propri incarichi e attività
comportamenti corretti e lineari tali da prevenire il rischio di commissione dei reati
contemplati nel decreto.
Attraverso l’adozione del Modello Ater Umbria intende perseguire le seguenti finalità:
- migliorare il sistema di gestione aziendale;
21
- determinare in tutti coloro che sono individuati quali "Destinatari del Modello" la
consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate,
nella commissione di illeciti passibili di sanzioni penali comminabili nei loro stessi confronti,
nonché di sanzioni amministrative irrogabili direttamente ad Ater Umbria;
-ribadire che Ater Umbria non tollera tali forme di comportamento illecito e che sono
fortemente condannate dall'Ente, in quanto le stesse (anche nel caso in cui l'Azienda
fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) sono comunque contrarie, oltre
che alle disposizioni di legge, anche ai principi etici ai quali la stessa intende attenersi
nell’esercizio delle attività aziendali;
- informare tutti i Destinatari del Modello che la violazione delle prescrizioni contenute nel
Modello, ancor prima della commissione di condotte costituenti reato, comporterà
l'applicazione di apposite sanzioni che potranno spingersi fino alla risoluzione del rapporto
contrattuale;
-consentire all'Azienda, grazie ad un’azione di monitoraggio sulle aree di attività a rischio,
di intervenire tempestivamente per prevenire o contrastare la commissione dei reati stessi.
2.4 Destinatari del Modello
Le disposizioni del presente Modello sono, dunque, vincolanti per:
1) il Presidente ed i componenti del Consiglio di Amministrazione, del Nucleo per la
valutazione ed il controllo strategico, del Collegio dei Revisori dei Conti, il Direttore
Generale, i Dirigenti, nonché tutto il personale Ater;
2) i collaboratori legati da vincolo di controllo e coordinamento con Ater Umbria a norma
del Decreto.
Con riferimento ai fornitori terzi e ai collaboratori e/o consulenti esterni non rientranti tra i
Destinatari, Ater renderà nota e pretenderà il rispetto del proprio codice etico e procederà
–ove possibile- ad inserire clausole che consentano di cessare il rapporto contrattuale in
presenza di accertamenti definitivi di condotte illecite ai sensi del D.Lgs. 231/2001 da parte
degli stessi.
2.5 Struttura del Modello di ATER UMBRIA.
Il presente Modello Organizzativo è costituito da una "Parte Generale", "Parte Speciale", i
"Protocolli", "Codice Etico" e "Codice Sanzionatorio".
22
Nella presente Parte Generale, dopo un richiamo ai principi del Decreto Legislativo viene
illustrata la struttura di Ater Umbria e in linea essenziale l'O.d.V. , nonché le modalità
utilizzate per la diffusione del Modello.
La Parte Speciale, suddivisa in distinte sezioni, costituisce la concreta attuazione dei
principi del Decreto Legislativo nell’ambito della realtà istituzionale di Ater Umbria.
Nello specifico, nella Parte Speciale sono individuate le diverse fattispecie criminose
rispetto alle quali si è evidenziato un potenziale rischio di commissione dei reati
presupposto nell’ambito dell'Ente. Per ciascuna tipologia di reato la Parte Speciale
contiene una breve descrizione della fattispecie criminosa, individua le attività sensibili,
definisce i principi generali che devono guidare Ater nella individuazione delle regole di
organizzazione e gestione delle attività attraverso la predisposizione di procedure di
prevenzione di condotte delittuose, che sono contenute in appositi Protocolli.
Il Codice Etico ha lo scopo di esplicitare e rendere manifesti, oltre che vincolanti all’interno
di ATER, l’insieme dei principi nei quali l’Azienda si riconosce e di cui esige il rispetto nello
svolgimento delle attività aziendali.
Nel Codice Sanzionatorio è illustrato il sistema disciplinare e sanzionatorio, in relazione
alle misure da adottare in caso di mancata osservanza delle prescrizioni del Modello
Organizzativo stesso.
2.6 Modalità di gestione delle risorse finanziarie
L’art. 6, comma 2, lett. c) del Decreto, dispone che i modelli debbano prevedere “modalità
di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati”.
La disposizione trova la sua ratio nella constatazione che la maggior parte dei reati previsti
dal Decreto può essere realizzata tramite risorse finanziarie dell'Ente (es. costituzione di
fondi extra-contabili per la realizzazione di atti di corruzione), ovvero utilizzando
impropriamente gli strumenti di provvista e attraverso la creazione di cosiddetti “fondi
occulti”.
A norma della L.R. n. 19 e dello Statuto, Ater Umbria provvede al raggiungimento dei
propri scopi mediante:
a) i finanziamenti assegnati dalla Unione europea, dallo Stato, dalla Regione e dagli
enti locali;
b) i canoni di locazione degli immobili di proprietà o in gestione;
c) i proventi derivanti dall'attività tecnica, anche per conto di altri enti;
d) i proventi derivanti dall'alienazione del patrimonio immobiliare;
23
e) i fondi provenienti dall'assunzione di mutui o da qualsiasi altra forma di accesso al
credito;
f) le eventuali altre entrate derivanti da lasciti, legati e donazioni;
g) tutte le ulteriori entrate derivanti dall'attività imprenditoriale.
La gestione aziendale di Ater si ispira ai criteri di efficienza, efficacia e trasparenza, sotto il
vincolo dell'economicità.
I canoni di affitto e i corrispettivi applicati per la fornitura di servizi resi a terzi, di norma,
assicurano la copertura integrale di tutti i costi dei servizi erogati, ferma comunque
l'applicazione delle norme regionali sui canoni relativamente agli alloggi di edilizia
residenziale pubblica.
Il regolamento di contabilità approvato dal Consiglio di Amministrazione sulla base dello
schema tipo deliberato dalla Giunta Regionale D.G.R. n. 339 del 09/04/2001 determina le
modalità, i vincoli, le procedure, gli adempimenti e i controlli attinenti alla gestione
finanziaria dell'Azienda stessa.
Ater ha adottato un apposito regolamento per l’individuazione e la disciplina dei lavori e
degli acquisti di beni, servizi e forniture che possono eseguirsi in economia sulla scorta
delle vigenti normative regionali o, in via sussidiaria, statali riguardanti le singole materie.
Al fine di verificare l'efficienza, la produttività e il raggiungimento delle finalità istituzionali,
la Giunta Regionale, nei modi e nei termini stabiliti dalla L.R. 19 e successive
modificazioni, esercita la vigilanza e il controllo sugli organi e sugli atti dell'Azienda.
In adempimento a quanto previsto dal D.lgs. 231/2001 Ater Umbria ha regolamentato la
gestione delle risorse finanziarie in una apposita procedura ad hoc denominata “gestione
dei flussi finanziari” allegata al M.O.G. Ater, a cui si rimanda.
3. Modelli di organizzazione ex D.Lgs. 231/2001, Piani di prevenzione ex L. 190/2012,
programmi di trasparenza ex D.Lgs. 33/2013 e inconferibilità ed incompatibilità degli
incarichi ex D.Lgs. 39/2013.
La legge anticorruzione ed i suoi decreti attuativi hanno creato un importante intreccio
normativo tra anticorruzione, trasparenza, tutela dei dati personali e 231/2001.
Con l’approvazione del piano nazionale anticorruzione (P.N.A.) predisposto dal
Dipartimento della Funzione Pubblica, da parte del CIVIT (Autorità Nazionale
Anticorruzione), in data 11/09/2013 sono stati definiti in maniera più ampia i rapporti tra i
piani anticorruzione ed i modelli di organizzazione e gestione di cui al D.Lgs. 231/01,
24
previsti per gli enti pubblici economici, gli enti di diritto privato in controllo pubblico, le
società partecipate e quelle da esse controllate ai sensi dell’art. 2359 C.C..
Da ciò deriva che tutti gli enti pubblici economici e le società partecipate, ad integrazione
dei modelli di organizzazione e gestione ai sensi del D.Lgs. 231/01, devono assicurare che
i propri protocolli siano estesi a tutte le fattispecie di reato previste dalla L. 190/12.
L'intreccio tra anticorruzione e 231/01 si attua sotto più profili che riguardano:
• i soggetti destinatari di ciascuna delle due norme, categorie che talvolta si
sovrappongono;
• l'ambito applicativo di entrambe le norme, che riscontra una sostanziale identità, a
seguito di un processo di espansione integrativa del riferimento corruttivo contenuto nella
legge 190 rispetto a quello oggetto del decreto 231;
• il modello organizzativo 231 che il P.N.A. riconosce come valido contenitore di raccolta
delle specifiche misure di organizzazione e gestione anticorruzione.
Per quanto attiene le prescrizioni di legge di entrambe, la legge 190 ed il decreto 231, si
riscontra un'area di sovrapposizione soggettiva consistente, ma non completa.
Difatti, il P.N.A. statuisce che le situazioni ‘a rischio corruzione’ sono più ampie della
fattispecie penalistica, e sono tali da comprendere non solo l’intera gamma dei delitti
contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale, ma
anche le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza penale -venga in evidenza un
malfunzionamento dell’Amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni
attribuite.
Ai fini del presente Modello, si riportano di seguito gli articoli del codice penale inerenti i
delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I e rilevanti ai fini
della legge 190/2012:
• Art. 314. Peculato
• Art. 315. Malversazione a danno di privati
• Art. 316. Peculato mediante profitto dell'errore altrui
• Art. 316-bis. Malversazione a danno dello Stato
• Art. 316-ter. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato
• Art. 317. Concussione
• Art. 318. Corruzione per l'esercizio della funzione
• Art. 319. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio
• Art. 319-ter. Corruzione in atti giudiziari
• Art. 319-quater. Induzione indebita a dare o promettere utilità
25
• Art. 320. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio
• Art. 322. Istigazione alla corruzione
• Art. 322-bis. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità,
corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e
di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri
• Art. 323. Abuso di ufficio
• Art. 324. Interesse privato in atti di ufficio
• Art. 325. Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione d'ufficio
• Art. 326. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio
• Art. 328. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione di atti di ufficio.
In conclusione, il D.Lgs. 231/2001 e la Legge 190/2012 si pongono lo stesso obiettivo e
cioè quello di garantire un sistema di legalità all’interno delle strutture complesse come
ATER Umbria, sistema che dovrà essere rispettato da tutti i soggetti che vi operano
all’interno o che, a vario titolo, interagiscono con l’Ente.
Il D.Lgs. n.33/2013 ha approvato, in via definitiva, la disciplina degli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle P.A..
Detto documento è consultabile sul sito istituzionale di ATER Umbria.
Il nuovo decreto n.39 del 2013 stabilisce invece una serie articolata di cause di
inconferibilità e di incompatibilità con riferimento alle seguenti tipologie di incarichi:
•incarichi amministrativi di vertice (ad esempio, segretario dell'ente locale o direttore);
•incarichi dirigenziali o di responsabilità, interni e esterni;
•incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico.
Detto documento è consultabile sul sito istituzionale di ATER Umbria.
4. Organismo di Vigilanza
4.1 Nomina e attribuzioni
L’Organismo di Vigilanza, composto da 5 membri nominati dal Consiglio di
Amministrazione di Ater, è l’organismo di controllo dotato di autonomi poteri di iniziativa
che ha il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del M.O.G. nonché di
proporne gli aggiornamenti in caso di necessità.
L’Organismo di Vigilanza (nel prosieguo anche O.d.V.) ha i seguenti compiti:
- vigilare sulla effettiva osservanza del M.O.G. attraverso la verifica della coerenza tra i
comportamenti concreti e quelli da questo previsti nelle aree a rischio di reato;
26
- verificare periodicamente l’adeguatezza del M.O.G., cioè della sua capacità di prevenire i
comportamenti non voluti;
- sottoporre tempestivamente al Consiglio di Amministrazione, tramite il referente
aziendale le proposte per l’aggiornamento del M.O.G. nel caso di modifiche della
normativa o degli assetti organizzativi di Ater o, qualora risulti necessario, a seguito dei
controlli eseguiti;
- sollecitare il Consiglio di Amministrazione, tramite il referente aziendale, alla
predisposizione od integrazione della normativa interna finalizzata alla prevenzione dei
rischi;
- identificare e misurare tutti i rischi individuati o individuabili rispetto ai reali processi e
procedure aziendali procedendo all’aggiornamento dell’attività di rilevazione e mappatura
dei rischi;
- disporre verifiche straordinarie e/o indagini mirate accedendo direttamente alla relativa
documentazione nel caso di segnalazioni ricevute o qualora si siano evidenziate
disfunzioni del M.O.G. o si sia verificata la commissione dei reati presupposto;
- trasmettere al referente aziendale gli elementi per l’eventuale avvio del procedimento
disciplinare nei confronti di colui o coloro che siano incorsi nell’inosservanza delle
disposizioni del M.O.G.
4.2 Requisiti dell’Organismo e dei suoi componenti
Il punto b), comma 1 dell’art 6 del D.Lgs. 231/01 dispone che l’Organismo di Vigilanza sia
dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo. L’indipendenza dell’O.d.V. è garantita
dalla terzietà dei suoi membri, mentre la sua autonomia è assicurata dal budget di spesa
annuale, di cui può liberamente disporre, definito con delibera del Consiglio di
Amministrazione.
Per assicurare la necessaria professionalità dell’operato dell’O.d.V. devono essere
nominati nell’incarico persone munite, anche disgiuntamente, delle sotto indicate
competenze specialistiche:
- approfondita conoscenza delle norme legislative attinenti al D.Lgs.231/01;
- capacità di analisi delle fattispecie di reato individuabili nell’ambito dell’operatività
aziendale e nella identificazione dei possibili comportamenti sanzionabili;
- capacità di analisi dei processi organizzativi;
- capacità di elaborazione delle procedure di prevenzione della commissione dei reati
presupposto adeguate alle dimensioni aziendali,
27
- capacità di effettuare efficaci controlli sulle modalità di svolgimento delle attività relative a
processi sensibili.
4.3 Cause di ineleggibilità e/o decadenza
Costituiscono cause di ineleggibilità e/o decadenza dalla carica di membro dell’O.d.V.:
1. l’essere stato dichiarato interdetto, inabilitato o fallito o essere stato condannato a pena,
anche non definitiva, che comporta l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici,
oppure l’interdizione, anche temporanea, dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e
delle imprese;
2. l’essere stato condannato ad una pena, anche non definitiva, o averla patteggiata, per
aver commesso uno dei reati previsti dal Decreto;
3 il trovarsi in situazioni che gravemente ledano l’autonomia e l’indipendenza nello
svolgimento delle attività di controllo proprie dell’ Organismo di Vigilanza.
4.4 Funzionamento dell’Organismo di Vigilanza
L’Organismo di Vigilanza, una volta nominato, predispone un documento che regolamenta
le attività di propria competenza. Tale documento deve contenere:
- la pianificazione delle attività;
- la disciplina dei flussi informativi “da e verso” Ater Umbria;
- l’individuazione dei criteri e delle procedure di analisi;
- la verbalizzazione delle proprie riunioni e delle attività di controllo eseguite;
- la gestione delle segnalazioni.
4.5 Referente aziendale
Il referente aziendale dell’O.d.V., cioè colui che ha la funzione di costituire il tramite tra
Ater Umbria e l’Organismo di Vigilanza ha i seguenti compiti:
- indicare all’O.d.V gli interlocutori aziendali cui riferirsi per le proprie attività operative;
- contribuire all’aggiornamento del sistema di prevenzione dei rischi, interessando, di volta
in volta, i responsabili dei presidi organizzativi nei Servizi di competenza, così come
identificati nell’organigramma aziendale;
- comunicare al Direttore Generale le eventuali anomalie riscontrate o la commissione di
fatti rilevanti ai sensi del Decreto;
- informare l’Organismo di Vigilanza, su segnalazione dei responsabili dei Servizi, delle
modifiche organizzative che rendono necessari l’aggiornamento dell’analisi dei rischi;
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- relazionare al Consiglio di Amministrazione sulle attività svolte dall’O.d.V
4.6 Flussi informativi
Affinché il M.O.G. sia efficace strumento di prevenzione dei reati presupposto è
particolarmente importante la regolamentazione dei flussi informativi che devono
intercorrere tra Ater Umbria e l’O.d.V. Tali flussi, salvo casi particolari sotto specificati,
avvengono tramite il Referente aziendale e le singole comunicazioni devono essere
archiviate e protocollate su supporto cartaceo e distinte in base all’area organizzativa di
appartenenza del mittente originario, salvo le segnalazioni anonime che comunque
devono essere anch’esse protocollate.
L’Organismo di Vigilanza può essere convocato dal Presidente del Consiglio di
Amministrazione o dal Consiglio stesso in qualsiasi momento per riferire in merito al
funzionamento del Modello.
L’Organismo di Vigilanza può, inoltre, richiedere un incontro con il Presidente del Consiglio
di Amministrazione o con il Consiglio stesso, per il tramite del Referente, per
aggiornamenti in merito alle attività istituzionali svolte e/o a situazioni specifiche rilevate
nel corso della propria attività.
4.7 Gestione delle segnalazioni
Tutti i destinatari del Modello e del Codice Etico hanno il dovere di segnalare
all’Organismo di Vigilanza comportamenti difformi dal Modello stesso, da chiunque tenuti,
a mezzo lettera o e-mail all’indirizzo: [email protected]
L’Organismo di Vigilanza è tenuto a garantire la dovuta riservatezza sull’origine delle
informazioni ricevute, in modo da assicurare che i soggetti coinvolti non siano oggetto di
ritorsioni, discriminazioni o penalizzazioni. L'O.d.V valuterà le segnalazioni ricevute e le
eventuali conseguenti iniziative a sua ragionevole discrezione e responsabilità, ascoltando
eventualmente l'autore della segnalazione e/o il responsabile della presunta violazione e
motivando per iscritto eventuali rifiuti di procedere ad una indagine interna. L'O.d.V. agirà
in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o
penalizzazione, assicurando altresì la riservatezza dell'identità di chi ha fatto la
segnalazione, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti di Ater Umbria o delle
persone accusate erroneamente e/o in mala fede. Le segnalazioni pervenute all' O.d.V.
sono raccolte e conservate in un apposito archivio al quale è consentito l'accesso solo ai
componenti dell'O.d.V.
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In questa sede si ricorda quanto previsto dall'art. 1, comma 51, della legge n. 190/2012
che ha introdotto una forma di tutela nei confronti del dipendente pubblico che segnala
degli illeciti prevedendo che "fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o
diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il
pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero
riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in
ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una
misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi
collegati direttamente o indirettamente alla denuncia".
5. Pubblicizzazione del Modello
Al fine di garantire l’efficacia del M.O.G. come strumento di prevenzione e controllo, Ater
provvede con modalità idonee ad assicurarne la diffusione e l’effettiva conoscenza da
parte di tutti i destinatari del Modello.
5.1 Comunicazione del Modello
Ater comunica i contenuti del Modello e del Codice etico a tutti i soggetti che ne sono
destinatari attraverso i mezzi ritenuti più opportuni; nello specifico a tutto il personale
dipendente verrà inviata una circolare interna con la quale:
- si informa dell’avvenuta adozione del M.O.G. ai sensi del d.lgs 231/01 da parte
dell'Azienda;
- si invita a consultare copia dello stesso o nel formato elettronico sul sito aziendale o nella
copia cartacea conservata presso la sede dell'Ente.
L'Azienda inoltre comunica l’adozione ed il contenuto del Modello e l'adozione e contenuti
del Codice Etico e sanzionatorio ai principali fornitori, collaboratori esterni e terzi in
generale con i quali collabora abitualmente.
5.2 Formazione del Personale
Tutti i soggetti interni destinatari del M.O.G. devono essere istruiti in merito ai
comportamenti da tenere nelle situazioni a rischio di reato individuate nel Modello.
Il piano di formazione è predisposto dal Referente aziendale con l’ausilio del Datore di
Lavoro ed è comunicato al Presidente del Consiglio di Amministrazione e al Consiglio di
Amministrazione.
Il piano di formazione deve prevedere:
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- un seminario iniziale per l’illustrazione della legge e del M.O.G. rivolto ai dipendenti che
presidiano le diverse aree aziendali;
- corsi di aggiornamento in presenza di adeguamenti del Modello intervenuti a seguito di
modifiche legislative e/o organizzative;
- un monitoraggio continuo del processo formativo;
- l’informativa della vigenza del Modello nella lettera di assunzione.
L’Organismo di Vigilanza verifica, d’intesa con il Datore di Lavoro, che il programma di
formazione sia adeguato ed efficacemente attuato.
5.3 Verifiche periodiche
Il presente Modello è soggetto alle seguenti verifiche periodiche:
a) verifica della coerenza tra i comportamenti concreti dei destinatari del Modello ed il
Modello stesso: tale verifica si svolge attraverso l’istituzione di un sistema di dichiarazioni
periodiche da parte dei destinatari del Modello con il quale si conferma che non sono state
poste in essere azioni non in linea con il Modello ed in particolare che sono state rispettate
le indicazioni e i contenuti del presente Modello;
b) verifica delle procedure esistenti: periodicamente sarà verificato l'effettivo
funzionamento del presente Modello con le modalità stabilite dall’O.d.V.
Inoltre, sarà intrapresa una revisione di tutte le segnalazioni ricevute nel corso dell'anno,
delle azioni intraprese dall’O.d.V. e dagli altri soggetti interessati, degli eventi considerati
rischiosi, della consapevolezza del personale rispetto alle ipotesi di reato previste dal
Decreto, con interviste a campione.
A seguito delle verifiche summenzionate, viene stipulato un report da sottoporre
all'attenzione del Consiglio di Amministrazione di Ater (contestualmente al rapporto
semestrale predisposto dall’O.d.V.) che evidenzi le possibili lacune e suggerisca le
eventuali azioni da intraprendere.