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MODULO INTEGRATIVO “NAUTICA” CLASSI PRIME … · 3 Le estremità risultano sempre affinate, la...

Date post: 28-Dec-2018
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1 MODULO INTEGRATIVO “NAUTICA” CLASSI PRIME Programma 1. Definizioni di Imbarcazione ( nomenclatura ; il timone ; il remo; Armo di una Lancia a Remi ; comandi ); 2. Manovra di una imbarcazione a remi ( nodi ; ormeggio ); 3. Imbarcazioni a Vela ( nomenclatura ; le vele ; andature ; manovra); Durata: 12 ore Classi Coinvolte : Prima A e B Bibliografia: Esercitazioni Nautiche – G.M.Sassu – Ed Calderini Prof. G. FIORINI Prof. F. GUIDI
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MODULO INTEGRATIVO “NAUTICA” CLASSI PRIME

Programma

1. Definizioni di Imbarcazione ( nomenclatura ; il timone ; il remo; Armo di una Lancia a Remi ; comandi );

2. Manovra di una imbarcazione a remi ( nodi ; ormeggio ); 3. Imbarcazioni a Vela ( nomenclatura ; le vele ; andature ;

manovra);

Durata: 12 ore Classi Coinvolte : Prima A e B Bibliografia:

���� Esercitazioni Nautiche – G.M.Sassu – Ed Calderini

Prof. G. FIORINI Prof. F. GUIDI

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IMBARCAZIONI

Con il termine Imbarcazione, si intendono tutti quei galleggianti minori che vengono utilizzati per:

� Il trasporto di persone e cose; � Il salvataggio delle persone; � La pesca costiera; � Il diporto nautico; � Lo sport nautico.

Le imbarcazioni possono essere, a seconda del loro mezzo di propulsione: a remi; a vela e a motore. Il Materiale da costruzione principalmente usato per le imbarcazioni è il legno e ultimamente con ottimi risultati, la vetroresina. Definizioni Generali Scafo E' la parte che costituisce l’involucro stagno dell’imbarcazione o della nave. E' costituito dalla parte immersa detta OPERA VIVA o CARENA e dalla parte emersa detta OPERA MORTA; per le navi è chiuso superiormente dal PONTE DI COPERTA sul quale poggiano le sovrastrutture. Lo scafo è simmetrico rispetto ad un piano verticale longitudinale detto PIANO DIAMETRALE o di SIMMETRIA. Per un osservatore rivolto nel senso di avanzamento della nave le due parti definite dal longitudinale sono rispettivamente la dritta e la sinistra; la parte avanti è la PRORA o PRUA, la parte addietro è la POPPA.

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Le estremità risultano sempre affinate, la prora per separare la massa fluida, la poppa per colmare il vuoto lasciato dal passaggio della nave e per agevolare la sistemazione del propulsore e degli organi di manovra. tra le due parti affinate se ne trova una pressoché cilindrica detta ZONA MAESTRA (centrale). Fasciame E' il rivestimento esterno dello scafo. Per le navi in acciaio è formato da lamiere fissate su un scheletro strutturale, per le imbarcazioni è costituito da tavole di legno fissate su di uno scheletro interno. Murate Sono la parte emersa dei fianchi della nave. La parte prodiera si dice MASCONE, quella poppiera GIARDINETTO. Chiglia e Ordinate costituiscono lo scheletro strutturale di ogni imbarcazione o nave; la Chiglia funge da “spina dorsale”, le ordinate o Costole (5) conferiscono la forma all’imbarcazione.

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1. PARTICOLARI COSTRUTTIVI DI UNA IMBARCAZIONE IN LEGNO

L’imbarcazione, oltre alle parti strutturali tipiche di ogni scafo in legno (il cui studio è rinviato al secondo anno), possiede delle parti proprie che assumono i seguenti nomi: � Frisata, detta anche falchetta, che è l’orlo superiore delle

murate.(7) � Banchi che servono da sedile per i Vogatori; (8) � Sedili, che sono i piani disposti a prua, a poppa e lungo i fianchi

dell’imbarcazione e vengono utilizzati come sedile dai passeggeri.(9)

� Assecco, è il fondo dello scafo compreso fra le costole e dove si

raccoglie l’acqua eventualmente imbarcata, affluendo attraverso i fori praticati nella faccia inferiore delle costole. Questi fori sono detti Bisce (B).

1- Dritto di Prua 2- Ghirlanda 3- Palchetto 4- Serrette 5- Costole 6- Pagliuolo 10-dritto di poppa o del timone 11-Specchio di Poppa 12- Femminella 13- Agugliotto 14-

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� Alleggio, che è il foro praticato nell’assecco e che ha la funzione

di vuotare lo scafo dall’acqua imbarcata quando la si “ala” a secco. L’alleggio viene chiuso con un apposito tappo detto tappo d’alleggio o zaffo.

Il Fasciame esterno di queste imbarcazioni a remi può essere: � A paro o fasciame latino, costituito da tavole (corsi) di

fasciame disposti nel senso longitudinale com le tavole accostate tra loro e, pertanto, lo scafo presenta una superficie liscia.

� Clinker o all’Inglese, detto anche a comenti sovrapposti, nel quale i corsi del fasciame sono disposti a scaletta.

� Diagonale o Incrociato, formato da un fasciame doppio, nel

quale quello esterno è disposto in modo che i corsi di tavole vadano dalla falchetta alla chiglia con una inclinazione di circa 45°, mentre il fasciame interno ha inclinazione differente.

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2. IMBARCAZIONI A REMI Il tipo più classico è la Barca, che è una robusta imbarcazione dalle forme piuttosto tozze, sprovviste di ponti, utilizzata per il trasporto di grossi pesi o per la pesca costiera. Lancia – è simile alla barca, ma assai più snella e lunga, dotata di più ordini di remi, utilizzati due per banco da altrettanti vogatori che praticano la voga di “spalla”. Normalmente è attrezzata per poter navigare anche a vela. E’ utilizzata per il trasporto di persone e piccoli pesi. Baleniera – Imbarcazione lunga e sottile caratterizzata dal fatto che la poppa è simile alla prua (aguzza). E’ utilizzata per il trasporto di persone ed è dotata di diversi ordini di remi. Lance di salvataggio – Hanno una forma simile a quella delle baleniere, ma possiedono alcune caratteristiche che le rendono particolarmente adatte al salvataggio della gente di bordo, in caso di abbandono della nave. Jole – Imbarcazione snella e piccola simile alla baleniera. Chiattino – Piccola imbarcazione con poppa quadra, avente il fondo piatto ed i fianchi pressoché verticali, usata principalmente in acque con bassi fondi. Vi sono poi un’infinità di imbarcazioni a remi sia in legno che in sostanze plastiche, utilizzate principalmente per diporto, sport nautici o a bordo di piccoli yacht come mezzo di collegamento tra bordo e terra (tender o battello di servizio). Tra queste ricordiamo il gozzo, il moscone, il catamarano, il canotto, la canoa, la gondola veneziana ( dalla particolare forma pronunciatamene asimmetrica, a fondo piatto e con la presenza a prua del caratteristico “pettine” in metallo per compensare parzialmente il peso del vogatore. Questa imbarcazione viene governata da un solo uomo situato a poppa, in piedi, il quale utilizza un solo remo che si articola in una particolare scalmiera, esercitando una voga tutta particolare e governando l’imbarcazione con lo stesso remo ).

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3. ACCESSORI DELLE IMBARCAZIONI A REMI REMO : è il mezzo di propulsione delle imbarcazioni a remi. Esso è costituito da un’asta di legno pressoché cilindrica, terminante con una parte piatta piuttosto lunga e larga. Il Remo, in meccanica, è considerato una macchina semplice, una leva di 2° genere, e come ogni leva ha un fulcro, una resistenza ed una potenza. Quest’ultima è costituita dalla forza muscolare del vogatore; la resistenza dalla forza che l’imbarcazione oppone al moto; il fulcro dal punto in cui il remo tocca la superficie dell’acqua. Le principali parti del remo sono:

l’Impugnatura (I) : è l’estremità tronco conica che serve appunto ad impugnare il remo; il girone (G) : presente solo nel remo sensile, è quella parte più grossa, a sezione ellittica che viene subito dopo l’impugnatura. Il ginocchio (N) : è la parte a sezione circolare che si articola sullo scalmo attorno al quale gioca il remo. Generalmente questa parte viene protetta con una particolare fasciatura di cuoio, con lo scopo di proteggerlo nello sfregamento e, quindi, dall’usura. Questa fasciatura e detta calaverna (C) ; la pala (P) : estremità piatta e lunga che viene immersa nell’acqua. PRINCIPALI TIPI DI REMO sono: � Remo Sensile, usato principalmente dai pescatori, è

caratterizzato dalla presenza del girone, piuttosto lungo (generalmente quanto il banco dell’imbarcazione);

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� Remo a Palelle, privo di girone e usato principalmente su imbarcazioni lunghe, tipo lance o baleniere. Viene usato nella voga di spalla;

� Remo da corsa, è il remo utilizzato nelle imbarcazioni sportive ed è caratterizzato dalla sua lunghezza e dalla pala curva simile ad un cucchiaio.

� Remo alla battana, che presenta un ginocchio e una pala a ciascuna estremità.Tale remo viene impugnato al centro e lo si usa immergendolo alternativamente a dritta ed a sinistra. E’ usato nelle canoe e imbarcazioni simili.

� Pagaia, un remo piuttosto corto che, impugnato con ambedue

le mani, viene usato immergendo la pala alternativamente a dritta e a sinistra.

� Il remo da Bratto è un remo che viene utilizzato nella voga da bratto, che consiste nel battere l’acqua (brattare) ora a dritta ora a sinistra. Tale remo viene armato al centro della poppa.

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Il remo si articola nello scalmo o nella scalmiera che sono di varie forme ( a forcella, fissa, a caviglia) e vengono infisse sull’orlo superiore della falchetta o praticate nella falchetta stessa.

Con lo Scalmo a Caviglia il remo viene assicurato con un particolare nodo detto “stroppo da remi”. Con le scalmiere il nodo non è necessario perché la loro forma è tale che il remo vi si alloggia in modo sicuro. IL TIMONE Al fine di poter dirigere l’imbarcazione , a poppa, centralmente, è incernierato al dritto di poppa, mediante agugliotti e femminelle, il timone.

Le parti principali del timone sono l’Anima (A), che è l’asse che contiene gli agugliotti (Ag) e le femminelle(F) ; la parte superiore dell’anima si chiama testa (T). A poppavia dell’anima c’è una parte piuttosto larga che è la pala (P); la sua parte posteriore è detta spalla. Sulla testa del timone si infila la barra che, impugnata, serve a spostare il timone a dritta o a sinistra.

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Particolari dell’incastro del timone

Effetti evolutivi del Timone

Barra del Timone a centro (cioè lungo l’asse longitudinale dell’imbarcazione ) la barca procede dritta.

Barra del Timone da un lato (dritta o sinistra) la barca accosta (a sinistra o a dritta rispettivamente) La Forza “Ft” che agisce sulla pala è generata dalla pressione esercitata dai “filetti fluidi” che investono la pala stessa. Può essere decomposta in due componenti : una componente Ff (forza frenante che rallenta la

barca nel suo moto di avanzamento) ed una Fl (forza laterale o deviante che è quella che imprime la rotazione della prua )

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GANCIO DI ACCOSTO Nelle manovre di attracco o di allontanamento a una banchina o nave, per poter pescare un cavo o agguantare una boa o gavitello, a bordo delle imbarcazioni si usa un apposito attrezzo detto mezzo marinaio o alighiero o gaffa o semplicemente gancio di accosto, formato da un’asta in legno in cima alla quale è fissato un gancio semplice o doppio.

IL BUGLIOLO

Il Bugliolo è un secchio di tela impermeabile (tela Olona) o di plastica, viene utilizzato per vuotare fuoribordo (sgottare) l’acqua eventualmente imbarcata. Per facilitare tale operazione si utilizza la sassola, particolare cucchiaio di legno o plastica.

PARABORDI L’imbarcazione ormeggiata, a causa del vento o del moto ondoso, andrebbe inevitabilmente ad urtare contro la banchina o contro le imbarcazioni vicine.

Ad evitare danni al proprio scafo ed a quelli delle barche vicine vengono disposti fuori bordo ed assicurati allo scafo i parabordi, che un tempo erano delle specie di cuscini di tela imbottiti con stracci e filacce oppure cuscini di cavo intrecciato sempre imbottiti con stracci e filacce. Oggi sono in plastica con all’interno aria.

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BARBETTA o BARGETTA è una cima del diametro di circa 8-10 millimetri, lunga una decina di metri e che viene fissata all’estremità della prora, è utilizzata per l’ormeggio o per prendere rimorchio. CODETTA è una cima simile alla precedente , ma fissata a poppa e che viene utilizzata per ormeggio o per dare rimorchio. ANCORA

Di tipo ad Ombrello e viene impiegata per l’ormeggio di “fonda”. Munita di una cima di adatta lunghezza.

4. ARMAMENTO L’Armamento, cioè l’equipaggio di una imbarcazione è costituito: � dal padrone o capo barca, che è il responsabile e che

normalmente manovra il timone stando seduto a poppa; � dai vogatori che sono le persone destinate alla manovra dei

remi e che siedono sui banchi; � tra essi si distingue il capovoga,che è quello che siede sul

banco di poppa a dritta; � il prodiere, che è il membro dell’equipaggio addetto alle manovre

di attracco e di partenza dalla banchina o dalla nave, e che tiene a portata di mano l’alighiero.

A seconda del numero dei vogatori e del numero e tipi di remi, la voga si distingue in: � voga in piedi, che è quel particolare tipo di voga praticato dai

pescatori; essi impugnano due remi sensili, uno in ogni mano, e stando in piedi al centro del banco, con la faccia rivolta a prua, spingono in avanti i remi distendendo le braccia e tenendo

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divaricate le gambe nel senso longitudinale, allo scopo di mantenere un equilibrio più sicuro;

� voga di punta, che viene praticata con un remo sensile impugnato da un solo vogatore per banco, che voga seduto al centro del banco con la faccia rivolta a poppa;

� voga di coppia, è praticata da un solo vogatore per banco che, seduto al centro dello stesso, con la faccia rivolta a poppa manovra contemporaneamente due remi a palella;

� voga di spalla, praticata da due vogatori per ogni banco, con la faccia rivolta a poppa, ciascuno dei quali manovra con due braccia un remo a palella; è la voga praticata nelle lance di salvataggio e, generalmente, su imbarcazioni di grandi dimensioni.

A seconda della frequenza e dello stile delle palate, la voga si distingue in:

- voga reale, durante la quale, una volta immersa la pala, si sollevano dai banchi portando il corpo indietro e tirando a sé le braccia fino al termine della palata; è un tipo di voga piuttosto pesante e faticoso, che però in compenso, offre alla imbarcazione una discreta velocità;

- voga lunga, consiste nel portare le pale il più possibile verso prua, immergendole e spalando il remo molto a poppa, portando il corpo verso prua e tirando le braccia all’altezza del petto;

- voga corta, che consiste nell’eseguire delle palate piuttosto corte e frequenti, utilizzando soltanto la forza delle braccia.

Comandi della Voga Una volta sistemati i remi al centro dei banchi e disposti in modo che le pale siano rivolte a poppa, si provvederà a mollare gli ormeggi, quindi, con l’ausilio del mezzo marinaio, si scosta l’imbarcazione dalla banchina. Una volta franchi, vale a dire liberi da ostacoli, si da il comando di “alza remi” ed i vogatori sollevano i remi, poggiando l’impugnatura sul pagliolo e tenendo il remo con ambedue le mani, lo

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disporranno ben verticale con le pale orientate nel verso prua-poppa. Tale posizione si assume anche in segno di saluto. “A mare”, tutti i vogatori, tenendo il remo con la mano esterna sul girone e la mano interna sull’impugnatura, faranno ruotare i remi in senso trasversale. Lasciando battere dolcemente la pala in acqua di piatto ed avendo cura di non far sbattere il remo sulla falchetta. Dopo si da il comando di : “Arma remi” e ciascun vogatore farà entrare il remo nella propria scalmiera, tenendo sempre i remi perpendicolari e spalati( pala parallela alla superficie dell’acqua). Successivamente si da il comando: “pale a prua” si portano le braccia ed il corpo in avanti (verso poppa) avendo cura di far fare un quarto di giro al remo in modo da presentare le pale perpendicolari alla superficie dell’acqua. Il remo va impugnato tenendo la mano interna rovesciata, cioè con il dorso rivolto verso il pagliuolo e la mano esterna con il dorso verso l’alto. Le braccia non dovranno essere né molto divaricate né molto ravvicinate, ma conserveranno la stessa apertura delle spalle. In questa posizione si è pronti a vogare, ed il comando che segue è: “voga” , al quale ciascun vogatore immergerà la pala e porterà le braccia al petto con il contemporaneo spostamento all’indietro del corpo (verso prua), fino a quando terminata la palata, spaleremo il remo per riportarlo in modo sollecito nella posizione di pale a prua. Il capo barca darà poi, successivamente, i comandi di “voga“ con dei semplici hop! Oppure con dei colpi di fischietto. Un equipaggio ben affiatato non richiede l’uso continuo di questi comandi, ma sarà sufficiente dare il comando di voga, dopo di che sarà il capo voga a tenere il tempo ed il resto dell’equipaggio si uniformerà a tale andatura. I successivi comandi verranno dati per modificare l’andatura dell’imbarcazione o per concedere qualche pausa all’equipaggio.

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“Agguanta” viene ordinato quando si vuole togliere all’imbarcazione velocità o abbrivio in caso di ostacolo improvviso o di avvicinamento troppo veloce verso la banchina o la nave a cui si vuole attraccare. I vogatori, tenendo ben saldo il remo, lo immergeranno perpendicolarmente alla chiglia, mantenendo la pala verticale. Quando si volesse eliminare totalmente il moto in avanti dell’imbarcazione, dopo il comando di agguanta si dà quello di scia, che consiste nel compiere delle palate in senso contrario alla voga e cioè portando la pala a poppa, immergendola e spingendola verso prua. E’ un comando che viene dato anche per retrocedere l’imbarcazione. “Fila Remi” a questo comando, completata la palata, ciascun vogatore, impugnando il remo con la mano esterna sull’impugnatura, farà uscire il remo dalla scalmiera e lo disporrà fuori bordo. Per effetto della velocità dell’imbarcazione il remo si disporrà parallelamente alla chiglia permettendo all’imbarcazione di superare un passaggio stretto. Se l’imbarcazione fosse dotata di scalmi o di scalmiere mobili , si eseguirà l’operazione di fila remi, semplicemente, lasciando i remi che, per effetto del moto dell’imbarcazione, si disporranno come nel caso precedente. “Rientra Remi” è una posizione di riposo ed ogni vogatore, tenendo il remo trasversalmente all’imbarcazione, lo farà scorrere lungo lo scalmo verso il lato interno dello scafo, poggiando l’impugnatura sul lato opposto a quello in cui sono seduti. “Disarma”, a tale comando i vogatori, terminata la palata, fanno uscire i remi dalla scalmiera sollevandoli e posandoli successivamente al centro dei banchi con le pale rivolte a poppa. Inoltre, allo scopo di evoluire in uno specchio d’acqua ristretto,si possono dare i comandi di voga a dritta e scia a sinistra e di voga a sinistra e scia a dritta; in questi casi l’imbarcazione ruoterà quasi su se stessa,rispettivamente sul lato sinistro e sul lato dritto.

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5. MANOVRA E CONDOTTA

� Attraccare ad una banchina o ad una nave ferma Accostando ad una nave o ad una banchina a cui si deve attraccare, occorre interrompere l’azione della voga in tempo utile per evitare di arrivare con troppo abbrivio a poca distanza dai punti di attracco. La manovra si esegue nel modo seguente:

- a distanza conveniente si incomincia ad inclinare il timone in modo da compiere una evoluzione atta a portare l’imbarcazione con il fianco scelto parallelamente alla banchina; quando si è in prossimità di tale punto, si da il comando di “Alza remi” e successivamente di “Disarma”.

- Per compiere questa manovra bisogna tenere conto delle condizioni del mare, delle correnti e del vento, si farà cioè in modo di presentare sempre la prua rivolta contro il vento , il mare, la corrente.

- Se si attracca ad una nave alla fonda (ancorata), si deve tener presente che questa presenterà sempre la prua verso la risultante delle forze esterne, ed è chiaro che, se queste hanno sensibile intensità, occorre accostare più sopravvento del punto desiderato in modo che, in seguito, a causa di tali forze l’imbarcazione retrocederà fino al punto desiderato.

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� Attraccare ad una nave in navigazione ma con pochissimo abbrivio

In questo caso occorrerà attraccare dal lato di sottovento e piuttosto verso prora affinché, a causa della velocità della nave, ci si trovi ormeggiati nella posizione voluta. Se però vi fosse mare grosso, occorrerà accostare sempre dal lato di sottovento, ma piuttosto verso poppa, in quanto essa offrirà un discreto ridosso.

� Aggirare un ostacolo e imboccare un porticciolo Le manovre da eseguire per aggirare un ostacolo che si presenta di prua sono: accostare per tempo, manovrando opportunamente il timone in modo da passare ad una distanza tale da evitare che i remi tocchino o passino troppo rasenti all’ostacolo. Se vi è pericolo che i remi tocchino, occorre dare il comando di “fila remi”. Dopo tali manovre occorre scontrare la barra (portarla dalla parte opposta) affinché la poppa dell’imbarcazione non tocchi l’ostacolo. Nell’Imboccare un porticciolo è buona norma non rasentare i bracci delle dighe, al fine di poter avvistare ed evitare per tempo qualche altra imbarcazione che ne stia uscendo. Per imboccare un passaggio stretto occorre avere sufficiente velocità e infilare l’imboccatura al centro ; dopo aver dato il comando di fila remi. Per attraversare un canale o un fiume con discreta corrente occorre rimontare il canale o il fiume, vogando contro corrente ed in vicinanza della riva dove la corrente è minore, per andare più a monte del punto della riva opposta a cui si vuole attraccare. Dopo che si è avanzato obliquamente fino a superare la mezzeria del canale, sarà sufficiente accostare verso la riva che si voleva raggiungere, lasciando che la corrente porti l’imbarcazione nel punto desiderato.

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� Trasporti

Se l’imbarcazione viene utilizzata per trasportare materiali, è bene che questi non siano eccessivi e che non pregiudichino l’esistenza di un bordo libero sufficiente; nel caricare i pesi e bene cercare di distribuirli , per quanto possibile, il più in basso e verso il centro per poter garantire una buona stabilità, soprattutto con mare grosso.

� Atterrare con mare grosso Prima di indicare quale sia il comportamento, dettato dall’esperienza pratica, da osservare nel caso in cui si sia costretti a prendere terra con mare grosso e con onde frangenti, esaminiamo cosa si verifica in tali circostanze. Uno dei maggior pericoli è costituito dal tra versamento dell’imbarcazione seguito dall’inevitabile rovesciamento della stessa; altro serio inconveniente, tanto più grave quanto più piccolo è lo scafo, è che l’onda tenderà a sollevare la poppa e a trascinare l’imbarcazione sulla sua cresta , a volte con velocità considerevole. In tal modo la prua si troverà ad essere immersa nella parte cava dell’onda, mentre la poppa sarà ancora maggiormente spinta in alto ed in avanti con la possibile conseguenza che lo scafo si ribalti (facendo una capriola). Questi sono gli inconvenienti più seri che possono verificarsi e, per evitarli, è buona norma seguire il seguente comportamento:

- aver cura che l’imbarcazione mantenga il suo asse longitudinale parallelo al senso di propagazione delle onde e, se lo scafo a poppa quadra, è consigliabile disporre la prua al mare e la poppa verso terra;

- possibilmente trascinare un’ancora galleggiante o qualcosa che possa sostituirla (come ad esempio due remi legati a croce) allo scopo di assicurare la condizione precedente e per rallentare il moto in avanti dello scafo;

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- fare in modo che i marosi non rompano sulla parte esposta ad essi. Al sopraggiungere dell’onda sarà prudente dare alcune palate in avanti, al fine di eliminare parzialmente il pericolo di essere trascinati in avanti dall’onda;

- aver cura che il timone resti bene al centro nel momento in cui è investito dall’onda.


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