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Monitor dei distretti italiani 2012

Date post: 12-Jan-2015
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Servizio Studi e Ricerche Dicembre 2012
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Monitor dei Distretti Servizio Studi e Ricerche Dicembre 2012
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Monitor dei Distretti Servizio Studi e Ricerche Dicembre 2012

Executive Summary 2 

1. L’export dei distretti industriali nel terzo trimestre del 2012 4 

1.1 Un primo bilancio 4 

1.2 L’evoluzione per sbocco commerciale 6 

1.3 L’evoluzione per regione 9 

1.4 Gli ammortizzatori sociali e l’avanzo commerciale 11 

2. La geografia dei distretti industriali 12 

2.1 La mappa delle performance dell’export 12

2.2 Il planisfero delle esportazioni 19

3. La CIG nei distretti industriali tradizionali 20 

4. I 20 poli tecnologici 24 

4.1 L’evoluzione delle esportazioni nel terzo trimestre 2012 24

4.2 La Cassa Integrazione Guadagni 25

4.3 La geografia dei poli tecnologici 27

5. Approfondimenti 30 

Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo 30

Abbigliamento abruzzese e napoletano 35

6. Il Cruscotto dei distretti “tradizionali” 41 

Appendice Metodologica 48 

 

Monitor dei Distretti

Dicembre 2012

Nota trimestrale n. 40

Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

Industry and Banking

De Michele CristinaEconomista Giovanni Foresti Economista

Serena FumagalliEconomista

Caterina RiontinoEconomista

Ilaria Sangalli Economista

Stefania TrentiEconomista

Database management Angelo Palumbo

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

2 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Executive Summary

Il terzo trimestre del 2012 si è chiuso con una nuova crescita delle esportazioni dei distretti industriali: si tratta del decimo risultato utile consecutivo per i 143 distretti tradizionali mappati e monitorati da Intesa Sanpaolo. Nel periodo luglio-settembre, infatti, l’export distrettuale ha messo a segno un aumento tendenziale dell’1,3%.

Pur rallentando, hanno continuato a crescere anche i 20 poli tecnologici, trainati dai settori aeronautico e farmaceutico. Ha, invece, accusato un calo l’export dei settori dell’ICT e del biomedicale, negativamente condizionato dal crollo delle esportazioni del polo di Mirandola, drammaticamente colpito dai forti sismi di fine maggio.

Sono questi in estrema sintesi i principali risultati del 40° numero del Monitor dei distretti.

Tra i distretti tradizionali, in evidenza, soprattutto, il settore agro-alimentare in progresso del 7,5%. Dodici dei trenta distretti a più alta crescita nel terzo trimestre del 2012 appartengono a questa filiera. In evidenza soprattutto i dolci di Alba e Cuneo, l’alimentare di Parma, l’ortofrutta romagnola, il lattiero-caseario lombardo, le mele dell’Alto Adige, il caffè e la pasta napoletana, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i dolci e la pasta veronesi, le conserve di Nocera, il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese, i vini del Chianti, le carni e i salumi di Cremona e Mantova. In tutti questi distretti è evidente il traino offerto dai mercati maturi, ma anche il peso contenuto ma crescente dei nuovi mercati.

Nel terzo trimestre del 2012 hanno mostrato segnali positivi le produzioni del sistema casa: i distretti specializzati in prodotti e materiali da costruzione, infatti, hanno registrato un aumento tendenziale delle vendite estere del 5,1% grazie al traino del marmo di Carrara e delle piastrelle di Sassuolo. E’ stata poi positiva l’evoluzione delle esportazioni distrettuali di elettrodomestici (+2,1%). Hanno chiuso il terzo trimestre del 2012 in crescita anche le vendite estere di mobili, grazie soprattutto ai buoni risultati ottenuti dalla Brianza che si è affacciata con successo in Cina e Arabia Saudita. Tra i distretti del mobile segnali di recupero sono evidenti anche per le cucine di Pesaro che hanno ripreso a correre in Russia. Pertanto, dopo anni caratterizzati da un contesto competitivo sempre più acceso e da condizioni di domanda sfavorevoli su alcuni mercati avanzati colpiti dalla crisi del settore immobiliare, alcuni distretti del sistema casa iniziano a mostrare primi segnali positivi. E’ ancora presto però per dire se il peggio sia stato superato. Negli altri principali distretti del settore, infatti, la situazione congiunturale è rimasta molto critica.

La variabilità dei risultati resta alta anche nelle altre più importanti filiere distrettuali: il sistema moda e la meccanica. Nel sistema moda alle buone performance dell’oreficeria di Arezzo, dell’occhialeria di Belluno, della pelletteria e delle calzature di Arezzo e di Firenze, della concia e le calzature di Santa Croce sull’Arno si contrappongono le difficoltà incontrate da Biella e Prato. Analogamente nella meccanica si sono messi in evidenza i distretti delle macchine per l’imballaggio di Bologna, i ciclomotori di Bologna e le macchine utensili di Piacenza, ma hanno sofferto cali di export la componentistica e termoelettromeccanica friulana e la meccanica strumentale del Bresciano.

In questo contesto altamente differenziato, hanno mostrato una sostanziale stabilità le esportazioni distrettuali verso i mercati maturi. A pesare su questo risultato sono stati gli arretramenti subiti in alcuni importanti mercati di sbocco (Germania, Spagna e Grecia su tutti), quasi del tutto compensati però dalle buone performance conseguite negli Stati Uniti (+15,6%), in Giappone (+25,2%) e nel Regno Unito (+5,5%).

Se in Spagna e Grecia la crisi della domanda interna ha causato un calo quasi generalizzato delle esportazioni distrettuali, in Germania l’evoluzione dei distretti industriali è stata molto differenziata: quasi la metà delle aree italiane ad alta specializzazione distrettuale ha, infatti, continuato a crescere su questo mercato.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 3

Nel terzo trimestre del 2012 hanno proseguito la loro corsa le esportazioni italiane dirette verso il Giappone e gli Stati Uniti, confermando quanto di buono è stato fatto nel recente passato. Da un paio d’anni, infatti, si sono riaccesi questi due tradizionali motori della crescita distrettuale italiana. In particolare, negli Stati Uniti si è assistito al decimo trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra delle esportazioni dei distretti.

Sul piano competitivo i risultati conseguiti negli Stati Uniti sono molto importanti e danno un’idea di quanto siano reattivi i distretti italiani nello sfruttare le occasioni di crescita che si presentano sui mercati internazionali. Nel terzo trimestre del 2012 sul mercato americano sono cresciuti gran parte dei distretti italiani. Per performance di crescita si sono messi in evidenza alcuni distretti della metalmeccanica, del sistema casa, del sistema moda e dell’agro-alimentare. Sembra dunque che le imprese distrettuali italiane stiano cogliendo le opportunità offerte da questo mercato, che si sta caratterizzando anche per una ripresa della domanda di beni strumentali e intermedi, segnale forse di un processo di re-industrializzazione che potrà contribuire a ridisegnare le rotte degli scambi internazionali nel prossimo futuro.

In Giappone sono cresciuti e molto i distretti del sistema moda: il lusso italiano continua dunque a fare la differenza anche su un mercato che negli ultimi mesi ha conosciuto un calo dei consumi. Nel terzo trimestre del 2012 le esportazioni dei distretti sono cresciute a ritmi sostenuti anche in alcuni mercati emergenti. Dopo Stati Uniti e Giappone, infatti, i paesi che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle esportazioni distrettuali sono stati Emirati Arabi Uniti, Libia, Algeria, Russia, Messico e Tailandia. Grazie al traino di questi paesi, le vendite estere dei distretti nei nuovi mercati hanno registrato un aumento tendenziale del 4%.

E’ rimasto apparentemente fermo il motore cinese, dove ha pesato il rallentamento di alcuni importanti distretti della metalmeccanica dopo la corsa degli scorsi anni. Sono, invece, cresciuti a tassi sostenuti i distretti specializzati in beni di consumo, con in testa la moda, seguita dall’agro-alimentare e dal sistema casa. Sembra, pertanto, che le imprese italiane siano in grado di sfruttare la transizione di questa economia verso un modello di sviluppo più basato sui consumi.

Dalla lettura dei dati di commercio estero emerge pertanto un quadro a luci e ombre, con distretti ancora in salute e distretti in difficoltà, penalizzati dal difficile momento congiunturale e, in alcuni casi, da debolezze/criticità strutturali che da alcuni anni hanno innescato profondi processi di ristrutturazione produttiva.

Che il momento congiunturale non sia dei più facili è evidente anche dai dati sugli ammortizzatori sociali. Nei primi undici mesi del 2012 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni si è mantenuto su livelli storicamente elevati, soprattutto per la componente straordinaria, attivata per situazioni di crisi strutturale delle imprese, e per quella in deroga, utilizzata dalle piccole e piccolissime imprese non coperte dalla CIG ordinaria. Il deterioramento e l’incertezza del quadro congiunturale esterno hanno poi portato a un nuovo aumento della CIG ordinaria, richiesta dalle imprese nelle fasi di ripiegamento ciclico.

Al contempo, però, i distretti italiani hanno mostrato incoraggianti segnali di competitività, riuscendo a superare le difficoltà incontrate in alcuni mercati con i progressi fatti segnare in altri mercati, più o meno nuovi. Grazie a questi risultati e al contemporaneo forte calo delle importazioni, l’avanzo commerciale dei distretti industriali è tornato ad ampliarsi, portandosi sui 39,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2012 (+3 miliardi rispetto al corrispondente periodo dell’anno del 2011), un livello solo di poco inferiore al massimo storico toccato tra gennaio e settembre del 2008.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

4 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

1. L’export dei distretti industriali nel terzo trimestre del 2012

1.1 Un primo bilancio

Il terzo trimestre del 2012 si è chiuso con una nuova crescita delle esportazioni dei distretti industriali: si tratta del decimo risultato utile consecutivo per i 143 distretti mappati e monitorati da Intesa Sanpaolo. Nel periodo luglio-settembre, infatti, l’export distrettuale ha messo a segno un aumento tendenziale dell’1,3% (Fig. 1.1).

Fig. 1.1 – Evoluzione dell’export dei distretti (variazione % tendenziale)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel periodo luglio-settembre è, inoltre, tornato a salire il numero dei distretti in crescita tendenziale sui mercati esteri, portandosi a quota 86 (Fig. 1.2). Siamo lontani dai picchi toccati tra il 2010 e il 2011, ma quella era una fase di rimbalzo dopo il crollo del 2009.

Fig. 1.2 – Numero di distretti in crescita tendenziale sui mercati esteri

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

In evidenza, soprattutto, il settore agro-alimentare in progresso del 7,5%. Dodici dei trenta distretti a più alta crescita nel terzo trimestre del 2012 appartengono a questa filiera (Tab. 1.1). Tra questi i dolci di Alba e Cuneo in forte espansione in Cina e Russia, nonché in molti altri mercati emergenti, come Emirati Arabi Uniti, Singapore, Turchia, Corea del Sud e Messico, e negli Stati Uniti. Bene anche l’alimentare di Parma (Germania, Francia e Giappone su tutti), l’ortofrutta romagnola (Germania, Regno Unito, Polonia), il lattiero-caseario lombardo (Stati Uniti), le mele dell’Alto Adige (nuovamente in forte crescita in Germania), il caffè e la pasta napoletana (Stati Uniti, Giappone, Germania), il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (Germania, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Canada), i dolci e la pasta veronesi (Germania, Regno Unito), le conserve di Nocera (Regno Unito, Ghana), il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese (Svizzera, Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti, Canada), i vini del Chianti

2,0 1,4

-1,6

3,1

10,06,9 8,3

14,410,8

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1,1 2,6 0,9

-1,2

-7,0

-21,4-23,7

-20,9-16,9

0,0

12,415,1

18,916,6

12,9

8,34,7

2,4 1,9 1,3

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73 6976

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A cura di Giovanni Foresti

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(Canada, Svizzera, Giappone, Stati Uniti, Cina), le carni e i salumi di Cremona e Mantova (Francia, Belgio, Stati Uniti, Russia). In tutti questi distretti è evidente il traino offerto dai mercati maturi, ma anche il peso contenuto ma crescente dei nuovi mercati.

Tab. 1.1 – I 30 distretti con la crescita delle esportazioni più elevata (in milioni di euro) nel terzo trimestre del 2012 Milioni di euro Var. % tendenziali

3° trim. 2011 3° trim. 2012

Differenza tra3° trim. 2012 e 3° trim . 2011

3° trim. 2012 gen-set 2012

Totale, di cui: 19.375,1 19.626,9 251,9 1,3 1,8Macchine per l'imballaggio di Bologna 450,3 538,4 88,1 19,6 9,8Oreficeria di Arezzo 352,2 412,9 60,7 17,2 14,1Occhialeria di Belluno 377,0 434,4 57,3 15,2 13,0Legno e arredamento della Brianza 335,8 369,7 33,9 10,1 6,6Dolci di Alba e Cuneo 260,3 290,4 30,2 11,6 11,3Pelletteria e calzature di Arezzo 86,2 114,3 28,1 32,6 35,6Pelletteria e calzature di Firenze 563,6 591,3 27,7 4,9 9,9Marmo di Carrara 125,6 151,1 25,5 20,3 10,6Oreficeria di Vicenza 325,2 346,7 21,5 6,6 6,1Alimentare di Parma 126,4 147,3 20,8 16,5 10,5Piastrelle di Sassuolo 591,6 611,3 19,7 3,3 3,3Ortofrutta romagnola 158,1 176,5 18,4 11,7 6,8Ciclomotori di Bologna 80,3 97,0 16,7 20,8 24,4Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno 222,9 239,6 16,7 7,5 4,6Elettrodomestici di Inox valley 254,5 270,9 16,4 6,5 7,3Meccanica strumentale di Vicenza 282,4 298,8 16,4 5,8 0,6Lattiero-caseario lombardo 183,7 198,6 14,9 8,1 6,2Mele dell'Alto Adige 87,3 101,9 14,6 16,7 -1,2Concia di Arzignano 369,6 383,7 14,1 3,8 2,7Caffè e pasta napoletana 65,7 79,1 13,4 20,4 14,1Oreficeria di Valenza 186,3 199,4 13,1 7,0 -3,7Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 89,2 102,1 12,9 14,4 10,8Dolci e pasta veronesi 75,2 87,6 12,4 16,4 17,1Conserve di Nocera 180,8 192,9 12,1 6,7 9,5Caffè, confetterie e cioccolato torinese 63,5 74,5 11,0 17,2 19,9Vini del Chianti 111,2 121,7 10,5 9,5 7,3Carni e salumi di Cremona e Mantova 36,8 46,6 9,8 26,6 24,5Macchine utensili di Piacenza 20,6 29,7 9,1 44,2 29,0Macchine tessili e per mat. plastiche di Bergamo 155,8 163,6 7,8 5,0 2,3Metalmeccanico del basso mantovano 163,7 171,5 7,8 4,8 4,9

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel terzo trimestre del 2012 hanno mostrato segnali positivi le produzioni del sistema casa: i distretti specializzati in prodotti e materiali da costruzione, infatti, hanno registrato un aumento tendenziale delle vendite estere del 5,1% grazie al traino del marmo di Carrara (balzo dell’export di pietre lavorate negli Stati Uniti e in Arabia Saudita, e di pietre grezze e anche lavorate in Cina) e delle piastrelle di Sassuolo (molto bene Stati Uniti e Russia). E’ stata poi positiva l’evoluzione delle esportazioni distrettuali di elettrodomestici (+2,1%): la crescita dell’Inox Valley (Germania, Regno Unito, Polonia), infatti, ha più che compensato il nuovo arretramento delle cappe aspiranti e degli elettrodomestici di Fabriano. Hanno chiuso il terzo trimestre del 2012 in crescita anche le vendite estere di mobili, grazie soprattutto ai buoni risultati ottenuti dalla Brianza (+10,1%). Oltre al balzo delle esportazioni negli Stati Uniti, in Svizzera e nel Regno Unito, è proseguita l’espansione in Cina e nell’Arabia Saudita. In questi ultimi due mercati nel periodo luglio-settembre del 2012 l’export delle imprese del legno-arredo della Brianza ha rispettivamente toccato la cifra record di 15,6 milioni di euro e di 12 milioni di euro, consentendo a questi due paesi di scalare rapidamente la classifica dei principali sbocchi commerciali del distretto (sono ora al settimo e al nono posto). Al contempo le imprese della Brianza dimostrano di avere un’eccezionale capacità di sfruttare le occasioni di crescita che si presentano di volta in volta sui mercati internazionali, evidenziando, ad esempio, repentine accelerazioni delle vendite in Qatar, Nigeria e Brasile e in molti altri mercati emergenti. Tra i distretti del mobile segnali di recupero sono evidenti anche per le cucine di Pesaro (+9,4% nel periodo luglio-settembre 2012) che hanno ripreso a correre in Russia e hanno registrato un

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balzo in Libia tra aprile e settembre del 2012. Pertanto, dopo anni molto difficili e contraddistinti da un contesto competitivo sempre più acceso e da condizioni di domanda sfavorevoli su alcuni mercati avanzati colpiti dalla crisi del settore immobiliare, alcuni distretti del sistema casa iniziano a mostrare primi segnali positivi. E’ ancora presto però per dire se il peggio sia stato superato. Nel settore, infatti, è in atto un profondo processo di selezione e ristrutturazione. Anche i distretti più dinamici sono lontani dal pieno recupero di quanto perso negli anni passati. Inoltre, negli altri principali distretti del settore la situazione congiunturale è rimasta molto critica, con l’imbottito della Murgia e le sedie e tavoli di Manzano nuovamente in significativo calo.

La variabilità dei risultati resta alta anche nelle altre più importanti filiere distrettuali: il sistema moda e la meccanica. A livello complessivo i distretti specializzati in beni di consumo del sistema moda hanno chiuso il terzo trimestre del 2012 solo in lieve progresso (+0,7% la variazione tendenziale) e quelli che producono beni intermedi della moda (-2,9%) e prodotti della meccanica (-0,8%) hanno addirittura accusato una riduzione delle vendite estere. Tuttavia, all’interno di questi settori coesistono distretti in forte progresso e distretti in evidente difficoltà.

Nel sistema moda, ad esempio, oltre al balzo dell’oreficeria di Arezzo sostenuto anche dalla salita dei prezzi dell’oro, si è messa in evidenza l’occhialeria di Belluno (Tab. 1.1), che è andata molto bene negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito e in Germania e, soprattutto, in alcuni nuovi mercati dove sta conoscendo un crescente successo: in evidenza in particolare la Cina, il Brasile e gli Emirati Arabi Uniti. Bene anche i poli del lusso della pelletteria e delle calzature di Arezzo e di Firenze che hanno conseguito ottimi risultati negli Stati Uniti, in Francia, in Cina, nel Regno Unito (cui si aggiunge il Giappone per il polo fiorentino). Hanno maturato buoni risultati anche i distretti a monte della filiera della pelle, con in testa la concia e le calzature di Santa Croce sull’Arno (Francia e Hong Kong per la concia, Regno Unito e Stati Uniti per le calzature), seguita dalla concia di Arzignano (Portogallo, Svizzera, Stati Uniti, Vietnam). Più in difficoltà, invece, i distretti del tessile-abbigliamento: se, infatti, il serico di Como e il tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno hanno chiuso il terzo trimestre in territorio lievemente positivo, Biella e Prato hanno registrato un calo dei valori esportati intorno al 10%.

Anche nella meccanica (che nel complesso dei distretti ha chiuso il terzo trimestre del 2012 con un dato medio leggermente negativo; -0,8%) molti distretti hanno messo a segno progressi significativi sui mercati esteri. Tra questi spiccano per intensità della crescita le macchine per l’imballaggio di Bologna che hanno addirittura mostrato segnali di accelerazione(+19,6% la variazione tendenziale nel periodo luglio-settembre 2012), posizionandosi al primissimo posto per contributo alla crescita dei distretti industriali italiani (Tab. 1.1), con buone performance in Germania, Indonesia, Brasile, Turchia, Giappone, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Messico. Hanno confermato gli ottimi risultati della prima parte dell’anno anche i ciclomotori di Bologna che hanno registrato un balzo dell’export in Giappone, Brasile e Regno Unito. In forte crescita anche le macchine utensili di Piacenza (soprattutto Cina e Germania). Al contempo, però, vanno segnalati gli arretramenti sperimentati dalla componentistica e termoelettromeccanica friulana e dalla meccanica strumentale del Bresciano.

E’ pertanto un quadro a luci e ombre quello che emerge dalla lettura settoriale dell’andamento dei distretti industriali. Con l’eccezione della filiera agro-alimentare, tutte le produzioni distrettuali sono caratterizzate dalla presenza di distretti in buona salute sui mercati esteri e aree ad alta specializzazione in difficoltà.

1.2 L’evoluzione per sbocco commerciale

In questo contesto altamente differenziato, hanno mostrato una sostanziale stabilità le esportazioni distrettuali verso i mercati maturi (-0,1% la variazione tendenziale nel terzo del 2012; Fig. 1.3). A pesare su questo risultato sono stati gli arretramenti subiti in alcuni importanti mercati di sbocco (Germania, Spagna e Grecia su tutti; Tab. 1.3), quasi del tutto compensati

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 7

però dalle buone performance conseguite negli Stati Uniti (+15,6%; Tab. 1.2), in Giappone (+25,2%) e nel Regno Unito (+5,5%).

Fig. 1.3 – Export dei distretti verso mercati nuovi e maturi a confronto (var. % tendenziale)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Tab. 1.2 – I 10 mercati dove la crescita delle esportazioni dei distretti è stata più elevata (in milioni di euro) nel terzo trimestre del 2012

Milioni di euro Var. % tendenziale

3° trim. 2011 3° trim. 2012Differenza tra 3° trim. 2012 e

3° trim. 20113° trim. 2012 gen-set 2012

Totale, di cui: 19.375,1 19.626,9 251,9 1,3 1,8Stati Uniti 1.309,0 1.513,3 204,3 15,6 15,3Giappone 308,2 386,0 77,7 25,2 20,6Emirati Arabi Uniti 304,2 374,5 70,2 23,1 19,6Regno Unito 1.076,4 1.135,3 58,8 5,5 4,0Libia 8,9 58,3 49,4 556,2 180,6Algeria 108,3 139,1 30,8 28,5 55,2Russia 812,0 837,9 25,9 3,2 5,7Messico 112,9 136,3 23,5 20,8 20,7Tailandia 56,8 78,7 21,9 38,6 18,8Canada 227,5 248,6 21,1 9,3 7,2

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Tab. 1.3 – I 10 mercati dove il calo delle esportazioni dei distretti è stato più pronunciato (in milioni di euro) nel terzo trimestre del 2012

Milioni di euro Var. % tendenziale

3° trim. 2011 3° trim. 2012Differenza tra 3° trim. 2012 e

3° trim. 20113° trim. 2012 gen-set 2012

Germania 2.836,5 2.699,3 -137,3 -4,8 -1,2Spagna 820,9 722,9 -97,9 -11,9 -10,6Grecia 212,1 153,1 -58,9 -27,8 -25,3Romania 329,2 286,9 -42,3 -12,8 -9,5Francia 2.291,7 2.255,2 -36,5 -1,6 -0,5Iran 70,2 42,5 -27,7 -39,5 -26,6Portogallo 187,1 166,5 -20,6 -11,0 -13,3Belgio 497,8 477,8 -20,1 -4,0 -2,0Lituania 67,5 49,7 -17,8 -26,4 -14,5Croazia 97,0 79,8 -17,2 -17,7 -14,6

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Se in Spagna e Grecia la crisi della domanda interna ha causato un calo quasi generalizzato delle esportazioni distrettuali, in Germania l’evoluzione dei distretti industriali è stata molto differenziata: quasi la metà delle aree italiane ad alta specializzazione distrettuale ha, infatti, continuato a crescere su questo mercato. Gli ottimi risultati conseguiti da alcuni distretti della filiera metalmeccanica (macchine per l’imballaggio di Bologna, metalmeccanica del basso mantovano, macchine tessili e per materie plastiche di Bergamo, macchine utensili e per il legno di Pesaro), dell’agro-alimentare (mele dell’Alto Adige, alimentare di Parma, prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, ortofrutta romagnola, salumi del modenese, carni di Verona, dolci e

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Mercati maturi

Mercati emergenti

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pasta veronesi), del sistema casa (Inox Valley e legno-arredo della Brianza), del sistema moda (oreficeria di Valenza, occhialeria di Belluno, serico di Como) sono stati più che controbilanciati dagli arretramenti accusati da distretti con le stesse specializzazioni produttive (metalmeccanica di Lecco, metalli di Brescia, componentistica e termoelettromeccanica friulana, lavorazione dei metalli della Valle dell’Arno per la metalmeccanica, mobili del Livenza e Quartier del Piave, rubinetteria, valvolame e pentolame di Lumezzane, sedie e tavoli di Manzano per il sistema casa, calzature di Fermo, tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno e di Prato, tessile di Biella, oreficeria di Vicenza e calzatura sportiva di Montebelluna per il sistema moda, ortofrutta del barese, vini di Langhe, Roero e Monferrato, lattiero-caseario lombardo per l’agro-alimentare).

Nel terzo trimestre del 2012 hanno continuato a correre le esportazioni italiane dirette verso il Giappone e gli Stati Uniti, confermando quanto di buono è stato fatto nel recente passato. Da un paio d’anni, infatti, si sono riaccesi questi due tradizionali motori della crescita distrettuale italiana. In particolare, negli Stati Uniti si è assistito al decimo trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra delle esportazioni dei distretti (Fig. 1.4). Qualcosa di analogo sarebbe probabilmente avvenuto anche in Giappone senza il terremoto e il successivo tsunami che ha colpito questo paese nel marzo del 2011. Peraltro, l’export dei distretti verso il mercato giapponese, dopo il rallentamento accusato nel secondo trimestre del 2011, ha mostrato segnali di accelerazione successivamente, toccando punte del 27/25% nel corso del secondo e del terzo trimestre del 2012.

Fig. 1.4 – Evoluzione delle esportazioni dei distretti industriali in Giappone e negli Stati Uniti (variazioni % tendenziali)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Sul piano competitivo i risultati conseguiti negli Stati Uniti sono molto importanti e danno un’idea di quanto siano reattivi i distretti italiani nello sfruttare le occasioni di crescita che si presentano sui mercati internazionali. Nel terzo trimestre del 2012 sul mercato americano sono cresciuti gran parte dei distretti italiani. Per performance di crescita si sono messi in particolare evidenza alcuni distretti della metalmeccanica (componentistica e termoelettromeccanica friulana, meccanica strumentale di Vicenza, metalli di Brescia, metalmeccanica del basso mantovano), del sistema casa (piastrelle di Sassuolo, marmo di carrara, rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane, rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia, mobile del Livenza e Quartier del Piave, legno-arredo della Brianza), del sistema moda (pelletteria e calzature di Firenze e di Arezzo, tessile e abbigliamento di Arezzo, calzature di Fermo, abbigliamento del napoletano, concia di Arzignano, tessile e abbigliamento di Schio, Thiene e Valdagno, maglieria e abbigliamento di Perugia, concia e calzature di Santa Croce sull’Arno, serico di Como) e dell’agro-alimentare (lattiero-caseario lombardo, vini di Langhe, Roero e Monferrato, olio di Firenze e di Lucca, caffè e pasta napoletana, vini di Franciacorta). Sembra dunque che le imprese distrettuali italiane stiano cogliendo le opportunità offerte da questo mercato, che si sta caratterizzando anche per una ripresa della domanda di beni strumentali e intermedi, segnale

-3,5

18,3 17,0

25,322,3

10,1 10,5

15,713,5

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-13,3

2,54,6

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8,410,3 11,0 10,1

26,9 25,2

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I 10 II 10 III 10 IV 10 I 11 II 11 III 11 IV 11 I 12 II 12 III 12

Stati Uniti Giappone

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forse di un processo di re-industrializzazione che potrà contribuire a ridisegnare le rotte degli scambi internazionali nel prossimo futuro.

In Giappone sono cresciuti molto i distretti del sistema moda più o meno presenti storicamente su questo mercato (pelletteria e calzature di Firenze, serico di Como, maglieria e abbigliamento di Carpi, abbigliamento di Empoli, concia e calzature di Santa Croce sull’Arno, oreficeria di Valenza, abbigliamento del napoletano, pelletteria del Tolentino, calzatura sportiva di Montebelluna, calzature di San Mauro Pascoli) insieme ad alcuni distretti della metalmeccanica (macchine per l’imballaggio di Bologna, ciclomotori di Bologna, macchine agricole di Modena e Reggio Emilia), dell’agro-alimentare (caffè e pasta napoletana, alimentare di Parma, olio e pasta del barese, conserve di Nocera, vini del Chianti) e del sistema casa (piastrelle di Sassuolo, mobile del Livenza e Quartier del Piave).

Nel terzo trimestre del 2012 le esportazioni dei distretti sono cresciute a ritmi sostenuti anche in alcuni mercati emergenti. Dopo Stati Uniti e Giappone, infatti, i paesi che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle esportazioni distrettuali sono stati Emirati Arabi Uniti, Libia, Algeria, Russia, Messico e Tailandia (Tab. 1.2). Grazie al traino di questi paesi, le vendite estere dei distretti nei nuovi mercati hanno registrato un aumento tendenziale del 4% (Fig. 1.3).

Molto bene l’export in Libia e Algeria, dove è stato recuperato quanto perso nel corso della Primavera Araba. In Libia hanno brillato l’oreficeria di Arezzo e le cucine di Pesaro, mentre in Algeria si sono messi in evidenza soprattutto i distretti della metalmeccanica (macchine per la concia e la pelle di Vigevano, macchine per l’imballaggio di Bologna, metalli di Brescia, componentistica e termoelettromeccanica friulana, meccanica strumentale di Varese, metalmeccanico di Lecco, macchine tessili e per materie plastiche di Bergamo).

In forte crescita anche le esportazioni negli Emirati Arabi Uniti e in Messico. Negli Emirati Arabi Uniti hanno ripreso a correre le esportazioni dell’oreficeria di Arezzo. Da segnalare, inoltre, l’ingresso (e il successo) in questo mercato di alcuni distretti della metalmeccanica (macchine per l’imballaggio di Bologna e metalmeccanica di Lecco), dell’agro-alimentare (dolci di Alba e Cuneo) e, soprattutto, della moda (occhialeria di Belluno, calzature di Fermo, pelletteria e calzature di Firenze). In Messico la crescita è stata guidata dai distretti della meccanica (meccanica strumentale del Bresciano, macchine per l’imballaggio di Bologna, metalli di Brescia), seguiti dai dolci di Alba e Cuneo e dalle piastrelle di Sassuolo.

Infine, è rimasto apparentemente fermo il motore cinese (-2,7% la variazione tendenziale delle esportazioni distrettuali nel terzo trimestre del 2012), dove però 78 distretti hanno registrato performance positive. Senza il fisiologico rallentamento di alcuni importanti distretti della metalmeccanica dopo la corsa degli scorsi anni (macchine per materie plastiche di Bergamo, meccanica strumentale del Bresciano, macchine per l’imballaggio di Bologna, componentistica e termoelettromeccanica friulana), l’evoluzione dei distretti italiani sul mercato cinese sarebbe stata di gran lunga migliore evidenziando una crescita addirittura pari al 16,2% tendenziale. Vanno segnalati, in particolare, gli straordinari risultati conseguiti dai distretti specializzati in beni di consumo, con in testa la moda (occhialeria di Belluno, pelletteria e calzature di Firenze e di Arezzo, tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, calzature di Fermo, tessile e abbigliamento di Arezzo, abbigliamento di Empoli, calzature del Brenta), seguita dall’agro-alimentare (soprattutto dolci di Alba e Cuneo), e dal sistema casa (legno-arredo della Brianza, marmo di Carrara). Sembra, pertanto, che gli imprenditori italiani stiano sfruttando al meglio la transizione dell’economia cinese verso un modello di sviluppo più incentrato sui consumi, realizzando guadagni di quote sull’import cinese di questa tipologia di beni.

1.3 L’evoluzione per regione

A livello regionale hanno mediamente registrato buone performance i distretti dell’Umbria (+7% la variazione tendenziale nel terzo trimestre del 2012), dell’Emilia Romagna (+6,3%) e della Toscana (+5,3%; Tab. 1.4) e del Trentino Alto Adige (+10,8%). Come si è avuto modo di

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osservare in queste regioni si sono messi in evidenza distretti della meccanica (le macchine per l’imballaggio di Bologna in Emilia Romagna), della moda (l’oreficeria di Arezzo, la pelletteria e le calzature di Arezzo e di Firenze in Toscana), del sistema casa (il marmo di Carrara), dell’agro-alimentare (l’olio umbro in Umbria; l’alimentare di Parma e l’ortofrutta romagnola in Emilia Romagna; i vini del Chianti in Toscana; le mele dell’Alto Adige e i vini rossi e le bollicine di Trento in Trentino Alto Adige).

Hanno chiuso il terzo trimestre in territorio lievemente positivo il Piemonte, il Veneto, la Campania e le Marche. In queste regioni il buon andamento di alcuni distretti è stato accompagnato dal ripiegamento di altri. In Piemonte, ad esempio, hanno registrato buoni tassi di crescita le esportazioni di dolci di Alba e Cuneo e delle macchine tessili di Biella, mentre ha sofferto cali di export il tessile di Biella. In Veneto ha brillato l’occhialeria di Belluno e, al contempo, hanno sofferto la calzatura sportiva di Montebelluna e il tessile e l’abbigliamento di Treviso. In Campania hanno sperimentato buoni ritmi di crescita il caffè e della pasta napoletana e le conserve di Nocera, mentre, dopo un primo semestre in positivo, ha subito un calo l’abbigliamento del napoletano. Nelle Marche, infine, le cucine di Pesaro hanno mantenuto una buona dinamica (+9,4% la variazione tendenziale nel terzo trimestre del 2012), mentre le cappe aspiranti e gli elettrodomestici di Fabriano hanno nuovamente chiuso in territorio negativo.

Tab. 1.4 – Le esportazioni distrettuali nelle regioni italiane nel 3° trimestre del 2012 Milioni di euro Var. % tendenziale

3° trim. 2011

3° trim. 2012

Differenza tra3° trim. 2012 e

3° trim. 2011

3° trim. 2012

gen-set 2012

Nord-Ovest, di cui: 6.088,3 6.039,2 -49,1 -0,8 0,4Piemonte 1.484,1 1.506,2 22,1 1,5 0,8Lombardia 4.598,7 4.528,4 -70,3 -1,5 0,5Nord-Est 8.396,5 8.573,8 177,4 2,1 1,8Emilia-Romagna 2.562,0 2.724,6 162,6 6,3 5,9Veneto 4.429,8 4.538,0 108,2 2,4 2,6Trentino-Alto Adige 262,2 290,4 28,3 10,8 0,1Friuli-Venezia Giulia 1.142,5 1.020,8 -121,7 -10,7 -8,9Centro, di cui: 3.715,2 3.861,4 146,2 3,9 5,4Toscana 2.588,5 2.725,9 137,4 5,3 6,3Umbria 141,0 150,8 9,9 7,0 5,7Marche 966,8 968,3 1,5 0,2 3,3Sud, di cui: 1.175,1 1.152,5 -22,5 -1,9 -1,3Campania 497,7 514,5 16,8 3,4 6,5Sicilia 64,0 69,8 5,9 9,2 -4,1Abruzzo 163,5 144,0 -19,5 -11,9 -3,9Puglia 425,5 395,7 -29,8 -7,0 -10,0Totale 19.375,1 19.626,9 251,9 1,3 1,8

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Più critica la situazione nelle alte regioni ad alta intensità distrettuale, con punte negative in Friuli Venezia Giulia, che risente principalmente della riduzione delle vendite estere della componentistica e termoelettromeccanica friulana, e in Abruzzo, dove ha subito un forte calo l’export dell’abbigliamento del sud abruzzese. Soffrono anche alcuni importanti distretti della Puglia, con in testa l’imbottito della Murgia, l’ortofrutta del barese e le calzature di Casarano. Da segnalare, infine, dopo le brillanti performance del biennio 2010-2011, il lieve ripiegamento per il secondo trimestre consecutivo delle esportazioni dei distretti della Lombardia, causato dalla dinamica leggermente negativa di tre importanti aree della filiera metalmeccanica: i metalli di Brescia (-3,1% sul terzo trimestre 2011), i rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane (-4,7%), la metalmeccanica di Lecco (-2,3%). Nella regione, però, vanno segnalate le brillanti performance di alcuni distretti agro-alimentari (le carni e salumi di Cremona e Mantova e i vini di Franciacorta), del legno-arredo della Brianza, delle macchine per la concia della pelle di Vigevano.

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1.4 Gli ammortizzatori sociali e l’avanzo commerciale

Dalla lettura dei dati di commercio estero emerge pertanto un quadro a luci e ombre, con distretti ancora in salute e distretti in difficoltà1, penalizzati dal difficile momento congiunturale e, in alcuni casi, da debolezze/criticità strutturali che hanno innescato profondi processi di ristrutturazione produttiva.

Che il momento congiunturale non sia dei più facili è evidente anche dai dati sugli ammortizzatori sociali (Fig. 1.5). Nei primi undici mesi del 2012 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni si è mantenuto su livelli storicamente elevati, soprattutto per la componente straordinaria, attivata per situazioni di crisi strutturale delle imprese, e per quella in deroga, utilizzata dalle piccole e piccolissime imprese non coperte dalla CIG ordinaria. Il deterioramento e l’incertezza del quadro congiunturale esterno ha poi portato a un nuovo aumento della CIG ordinaria, richiesta dalle imprese nelle fasi di ripiegamento ciclico.

Fig. 1.5 – Monte ore autorizzate di cassa integrazione guadagni nei distretti industriali (milioni di ore autorizzate)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Inps

Al contempo, però, sono evidenti anche segnali positivi soprattutto tra quei distretti che sono riusciti a superare le difficoltà incontrate in alcuni mercati, con i progressi fatti segnare in altri, più o meno nuovi. Grazie a questi risultati e al contemporaneo forte calo delle importazioni, l’avanzo commerciale dei distretti industriali è tornato ad ampliarsi (Fig. 1.6), portandosi sui 39,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2012 (+3 miliardi rispetto al corrispondente periodo dell’anno del 2011), un livello solo di poco inferiore al massimo storico toccato tra gennaio e settembre del 2008.

Fig. 1.6 – Export, import e avanzo commerciale dei distretti industriali (miliardi di euro)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

1 In questo capitolo sono stati particolarmente enfatizzati i risultati positivi di alcuni distretti. Tuttavia, un buon numero di distretti ha chiuso il terzo trimestre in territorio negativo (56 su un totale di 143).

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11 mesi 2011 11 mesi 2012

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18,8 21,4 19,4

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31,7 32,836,7

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gen-set 2006 gen-set 2007 gen-set 2008 gen-set 2009 gen-set 2010 gen-set 2011 gen-set 2012

Import Export Avanzo commerciale

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12 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

2. La geografia dei distretti industriali

2.1 La mappa delle performance dell’export

In questo paragrafo si vuole fornire un’indicazione visiva dell’andamento dei distretti industriali italiani nei mercati esteri. Sulla cartina geografica dell’Italia sono rappresentati (attraverso dei cerchi) i distretti industriali analizzati nel Monitor dei Distretti.

La dimensione del cerchio indica l’importanza di ogni distretto in termini di fatturato (anno 2008) e di numero di imprese appartenenti al distretto stesso.

Il colore dei cerchi fornisce, invece, indicazioni circa l’andamento delle esportazioni dei distretti nel trimestre indicato, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

In verde i distretti che hanno registrato un aumento delle esportazioni superiore al 5%;

In rosso i distretti che hanno subito un calo delle esportazioni non inferiore al -5%;

In bianco i distretti che hanno maturato una variazione delle esportazioni compresa tra il -5% e il +5%.

Nella prima cartina geografica è illustrato l’andamento di tutti i distretti nel terzo trimestre 2012. Nelle cartine successive è invece rappresentata l’evoluzione dei distretti per filiera produttiva (Metalmeccanica, Sistema casa e Sistema moda).

Nella tavola che segue sono indicati i distretti “tradizionali” rappresentati nelle cartine geografiche dell’Italia.

Angelo Palumbo

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

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Label Distretto Label Distretto 1 Abbigliamento del barese 72 Maglieria e abbigliamento di Perugia 2 Abbigliamento del napoletano 73 Marmo di Carrara 3 Abbigliamento di Empoli 74 Marmo e granito di Valpolicella 4 Abbigliamento di Rimini 75 Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova 5 Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana 76 Meccanica strumentale di Varese 6 Abbigliamento nord abruzzese 77 Meccanica strumentale di Vicenza 7 Abbigliamento sud abruzzese 78 Mele del Trentino 8 Abbigliamento-tessile gallaratese 79 Mele dell'Alto Adige 9 Alimentare di Parma 80 Metalli di Brescia 10 Articoli in gomma e materie plastiche di Varese 81 Metalmeccanica di Lecco 11 Caffè e pasta napoletana 82 Metalmeccanico del basso mantovano 12 Caffè, confetterie e cioccolato torinese 83 Mobile d'arte del bassanese 13 Calzatura sportiva di Montebelluna 84 Mobile del Livenza e Quartiere del Piave 14 Calzatura veronese 85 Mobile dell'Alta Valle del Tevere 15 Calzature del Brenta 86 Mobile imbottito della Murgia 16 Calzature del nord barese 87 Mobile imbottito di Quarrata 17 Calzature di Casarano 88 Mobili di Poggibonsi-Sinalunga 18 Calzature di Fermo 89 Mobili imbottiti di Forlì 19 Calzature di Fusignano-Bagnacavallo 90 Mobili in stile di Bovolone 20 Calzature di Lamporecchio 91 Mobilio abruzzese 21 Calzature di Lucca 92 Mozzarella di bufala campana 22 Calzature di San Mauro Pascoli 93 Nocciola e frutta piemontese 23 Calzature di Vigevano 94 Occhialeria di Belluno 24 Calzature napoletane 95 Olio di Firenze 25 Calzetteria di Castel Goffredo 96 Olio di Lucca 26 Calzetteria-abbigliamento del Salento 97 Olio e pasta del barese 27 Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano 98 Olio umbro 28 Carni di Verona 99 Oreficeria di Arezzo 29 Carni e salumi di Cremona e Mantova 100 Oreficeria di Valenza 30 Cartario di Capannori 101 Oreficeria di Vicenza 31 Casalinghi di Omegna 102 Ortofrutta del barese 32 Ceramica artistica di Bassano del Grappa 103 Ortofrutta del foggiano 33 Ceramica di Civita Castellana 104 Ortofrutta di Catania 34 Ceramica di Sesto Fiorentino 105 Ortofrutta romagnola 35 Ciclomotori di Bologna 106 Pasta di Fara 36 Coltelli, forbici di Maniago 107 Pelletteria del Tolentino 37 Componentistica e termoelettromeccanica friulana 108 Pelletteria e calzature di Arezzo 38 Concia di Arzignano 109 Pelletteria e calzature di Firenze 39 Concia di Solofra 110 Piastrelle di Sassuolo 40 Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno 111 Pomodoro di Pachino 41 Conserve di Nocera 112 Porfido di Val di Cembra 42 Cucine di Pesaro 113 Prosciutto San Daniele 43 Dolci di Alba e Cuneo 114 Riso di Pavia 44 Dolci e pasta veronesi 115 Riso di Vercelli 45 Elettrodomestici di Inox valley 116 Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia 46 Florovivaistico del ponente ligure 117 Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane 47 Florovivaistico di Lucca e Pistoia 118 Salumi del modenese 48 Food machinery di Parma 119 Salumi di Parma 49 Frigoriferi industriali di Casale Monferrato 120 Salumi di Reggio Emilia 50 Gomma del Sebino Bergamasco 121 Sedie e tavoli di Manzano 51 Grafico veronese 122 Seta-tessile di Como 52 Jeans valley di Montefeltro 123 Strumenti musicali di Castelfidardo 53 Lattiero-caseario del sassarese 124 Sughero di Calangianus 54 Lattiero-caseario di Reggio Emilia 125 Termomeccanica scaligera 55 Lattiero-caseario lombardo 126 Tessile di Biella 56 Lattiero-caseario Parmense 127 Tessile e abbigliamento della Val Seriana 57 Lavorazione ardesia di Val Fontanabuona 128 Tessile e abbigliamento di Arezzo 58 Lavorazione metalli Valle dell'Arno 129 Tessile e abbigliamento di Prato 59 Legno di Casalasco-Viadanese 130 Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno 60 Legno e arredamento della Brianza 131 Tessile e abbigliamento di Treviso 61 Legno e arredamento dell'Alto Adige 132 Vetro artistico di Murano 62 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena 133 Vini bianchi di Bolzano 63 Macchine concia della pelle di Vigevano 134 Vini del Chianti 64 Macchine legno di Rimini 135 Vini del Friuli 65 Macchine per l'imballaggio di Bologna 136 Vini del Montepulciano d'Abruzzo 66 Macchine tessili di Biella 137 Vini del veronese 67 Macchine tessili e per materie plastiche di Bergamo 138 Vini di Franciacorta 68 Meccanica strumentale del Bresciano 139 Vini di Langhe, Roero e Monferrato 69 Macchine utensili di Piacenza 140 Vini e liquori della Sicilia occidentale 70 Macchine utensili e per il legno di Pesaro 141 Vini rossi e bollicine di Trento 71 Maglieria e abbigliamento di Carpi 142 Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene

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20 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

3. La CIG nei distretti industriali tradizionali

In questo paragrafo sono presentati i dati di Cassa integrazione guadagni (monte ore autorizzate) per i distretti tradizionali italiani. In particolare, nelle tavole che seguono sono riportati i primi 50 distretti per numero di ore autorizzate di CIG nel periodo gennaio-novembre. Mancano i dati relativi ai distretti agro-alimentari, dal momento che il dettaglio settoriale fornito dalla banca dati INPS in termini di specializzazione produttiva (Ateco 2002 a due digit) non consente di individuare correttamente il fenomeno.

I dati CIG dei distretti sono ottenuti incrociando i dati provinciali con le categorie merceologiche Ateco 2002 a due digit. Poiché i settori di specializzazione a due digit risultano talvolta più ampi degli effettivi settori di specializzazione distrettuali, il calcolo del monte ore potrebbe risultare sovrastimato. Quando la sovrastima che si ottiene è eccessiva, come nel caso dei distretti agro-alimentari, si è preferito omettere il risultato.

La classificazione Ateco 2002 a due digit A.01: Agricoltura, caccia e relativi servizi A.02: Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi B.05: Pesca, piscicoltura e servizi connessi CA.10: Estrazione di carbon fossile, lignite, torba CA.11: Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale e servizi connessi, esclusa la prospezione CA.12: Estrazione di minerali di uranio e di torio CB.13: Estrazione di minerali metalliferi CB.14: Altre industrie estrattive DA.15: Industrie alimentari e delle bevande

DA.16: Industria del tabacco

DB.17: Industrie tessili

DB.18: Confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e confezione di pellicce

DC.19: Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria, selleria e calzature

DD.20: Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero esclusi i mobili; fabbricazione di articoli in materiali da intreccio

DE.21: Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone e dei prodotti di carta

DE.22: Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati

DF.23: Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari

DG.24: Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali DH.25: Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DI.26: Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DJ.27: Metallurgia DJ.28: Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti DK.29: Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici DL.30: Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici DL.31: Fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. DL.32: Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni DL.33: Fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici, di orologi DM.34: Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi DM.35: Fabbricazione di altri mezzi di trasporto DN.36: Fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere K.72: Informatica e attività connesse

Fonte: osservatorio statistico CIG, INPS

Per ogni distretto sono presentati i dati relativi al numero, alla composizione e all’evoluzione delle ore autorizzate di CIG ordinaria (CIGO), in deroga (CIGD) e straordinaria (CIGS).

La CIGO è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali ed artigiane dell’edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l’attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad es. la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi.

A cura di Ilaria Sangalli

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 21

Sono definiti “in deroga” i trattamenti straordinari di integrazione salariale (CIGD) destinati ai lavoratori di imprese escluse dalla CIGS, quindi aziende artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti o industriali con oltre 15 dipendenti che non possono usufruire dei trattamenti straordinari. La CIGD è stata oggetto di rifinanziamento durante tutto il 2011, attraverso fondi gestiti a livello regionale.

L’intervento di CIGS può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc. La CIGS è destinata ad aziende con in media più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

22 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Tab. 3.1 – La CIG nei distretti (primi 50): cumulato delle ore autorizzate, composizione percentuale per tipologia di Cassa (Ordinaria ORD, Straordinaria STR e Deroga DER) e variazioni tendenziali

Monte ore CIG Composizione CIG nel periodo

Gen-nov 2012 Var.%

Gen-ago 2011 su corrisp. periodo

2010

Var% Gen-nov 2012 su corrispondente periodo 2011

Gen-nov

2009 2009

Gen-nov2010

2010

Gen-nov2011

2011 Gen-nov

2012ORD STR DER

Totale CIG

ORD STR DER

Metalli di Brescia e Lumezzane: rubinetti, valvole e pentolame

19.590.844 21.412.947 21.622.117 22.537.541 14.847.718 15.639.058 15.469.003 41,5% 45,3% 13,2% -30,6% 4,2% 103,4% -25,5% -10,6%

Abbigliamento-tessile gallaratese 8.998.666 9.508.458 8.458.200 9.053.035 7.063.916 7.241.506 8.271.075 61,4% 26,1% 12,5% -20,0% 17,1% 43,9% -19,6% 21,2% Seta-tessile di Como 8.964.951 10.854.533 10.392.636 11.922.358 8.950.016 9.305.686 6.724.799 58,9% 27,5% 13,5% -21,9% -24,9% 45,8% -65,2% 0,2% Tessile e abbigliamento della Val Seriana

4.718.239 5.492.016 7.136.835 7.468.153 6.139.792 6.480.137 6.603.514 31,6% 37,9% 30,4% -13,2% 7,6% 108,3% -34,1% 50,5%

Meccanica strumentale del Bresciano

7.752.796 8.428.783 7.428.190 8.041.787 6.513.759 6.831.359 5.840.421 29,5% 59,4% 11,1% -15,1% -10,3% 101,0% -19,6% -51,5%

Metalmeccanica di Lecco 10.462.077 12.123.659 10.475.915 10.754.754 5.685.045 6.191.999 5.409.874 57,3% 29,9% 12,8% -42,4% -4,8% 84,5% -51,1% -0,2% Abbigliamento e calzature della bassa bresciana

4.139.601 4.637.398 5.554.139 6.265.406 5.601.325 6.102.585 5.353.089 36,3% 43,6% 20,1% -2,6% -4,4% 57,7% -34,4% 32,8%

Articoli in gomma e materie plastiche di Varese

7.671.133 7.927.154 4.364.931 5.606.096 2.289.824 2.553.115 4.438.909 89,9% 6,9% 3,3% -54,5% 93,9% 117,0% -16,7% 67,2%

Mobile del Livenza e Quartiere del Piave

2.300.626 2.546.293 3.548.208 3.893.696 4.292.133 4.941.842 4.349.844 46,1% 31,4% 22,5% 26,9% 1,3% 53,2% -38,7% 29,7%

Componentistica e termoelettromeccanica friulana e Coltelli, forbici di Maniago

3.106.781 3.502.366 5.314.606 5.728.151 3.475.325 4.066.782 3.913.343 26,7% 70,0% 3,4% -29,0% 12,6% 174,5% -7,9% 8,4%

Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena

4.970.005 5.582.026 6.024.951 6.657.982 3.069.846 3.363.327 3.858.713 23,1% 53,3% 23,6% -49,5% 25,7% 91,4% 32,4% -13,3%

Mobile imbottito della Murgia 2.488.282 2.993.026 5.869.402 6.049.240 4.935.841 5.143.274 3.672.479 32,4% 52,0% 15,6% -15,0% -25,6% 97,1% -44,6% -35,4% Legno e arredamento della Brianza 2.466.286 3.181.658 3.989.099 4.149.328 3.455.133 3.689.102 3.665.109 41,5% 33,7% 24,8% -11,1% 6,1% 40,3% -16,8% 2,4% Piastrelle di Sassuolo 3.374.389 3.626.440 5.839.737 6.150.336 3.930.205 4.154.708 3.627.721 17,3% 58,4% 24,2% -32,4% -7,7% 89,7% -15,4% -19,5% Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia

3.639.935 3.875.089 2.598.214 2.764.838 2.374.082 2.539.164 3.566.030 53,1% 36,6% 10,3% -8,2% 50,2% 81,5% 43,8% -13,3%

Tessile di Biella 6.656.210 7.325.736 5.481.350 5.878.317 3.197.044 3.524.844 3.538.392 31,8% 35,7% 32,5% -40,0% 10,7% 74,4% -5,5% -5,4% Lavorazione metalli Valle dell'Arno 8.648.929 9.331.201 10.039.232 10.315.527 4.642.433 4.805.333 3.457.030 64,3% 26,1% 9,6% -53,4% -25,5% 20,3% -50,2% -66,2% Meccanica strumentale di Varese 6.599.625 6.953.438 6.060.297 6.480.901 2.348.564 2.386.852 3.311.296 51,7% 45,0% 3,3% -63,2% 41,0% 23,9% 89,8% -40,5% Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano

3.663.731 3.939.922 3.378.074 3.610.458 2.704.907 2.903.191 3.228.622 21,1% 73,6% 5,3% -19,6% 19,4% 119,3% 4,2% 49,6%

Macchine tessili e per materie plastiche di Bergamo

3.149.781 3.999.460 5.149.952 5.403.974 1.939.319 2.214.578 2.916.775 47,5% 44,3% 8,2% -59,0% 50,4% 111,9% 23,9% -1,4%

Ceramica di Civita Castellana 2.746.461 2.857.083 2.857.067 3.093.560 2.489.234 2.839.372 2.851.597 40,5% 43,1% 16,4% -8,2% 14,6% 9,3% 34,9% -10,3% Calzature di Casarano 3.264.251 3.331.369 2.132.229 2.341.263 2.571.656 3.413.562 2.811.092 4,9% 30,5% 64,7% 45,8% 9,3% -0,2% 5,7% 11,9% Elettrodomestici di Inox valley 3.694.339 3.919.592 4.344.723 4.943.482 3.220.454 3.366.192 2.774.894 11,3% 78,6% 10,1% -31,9% -13,8% 30,6% -19,4% 2,7%

Nota: ordinamento sulla base del monte ore cumulato novembre 2012. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS, osservatorio statistico CIG

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 23

Tab. 3.2 – La CIG nei distretti (primi 50): cumulato delle ore autorizzate, composizione percentuale per tipologia di Cassa (Ordinaria ORD, Straordinaria STR e Deroga DER) e variazioni tendenziali

Monte ore CIG Composizione CIG nel periodo

Gen-nov 2012 Var.%

Gen-ago 2011 su corrisp. periodo

2010

Var% Gen-nov 2012 su corrispondente periodo 2011

Gen-nov

2009 2009

Gen-nov2010

2010

Gen-nov2011

2011 Gen-nov

2012ORD STR DER

Totale CIG

ORD STR DER

Termomeccanica scaligera 1.928.018 2.185.640 4.927.917 5.001.268 1.672.989 1.734.562 2.732.763 23,0% 59,6% 17,4% -65,3% 63,3% 0,4% 117,5% 59,3% Calzature di Fermo e Pelletteria del Tolentino

2.887.871 3.310.182 6.009.015 6.302.203 3.154.757 3.352.015 2.590.826 27,6% 22,2% 50,2% -46,8% -17,9% 40,8% -27,6% -29,8%

Abbigliamento del barese 1.490.441 1.621.612 3.202.969 3.317.208 2.325.037 2.623.771 2.502.781 34,5% 31,0% 34,6% -20,9% 7,6% 17,1% 85,0% -26,0% Maglieria e abbigliamento di Perugia 950.340 1.046.301 2.365.001 2.464.429 1.896.683 1.995.357 2.261.810 24,7% 5,0% 70,3% -19,0% 19,3% 95,8% -41,6% 12,1% Tessile e abbigliamento di Prato 1.817.810 2.042.503 4.060.884 4.269.762 2.484.281 2.580.150 2.177.738 16,4% 19,7% 63,9% -39,6% -12,3% 104,3% -43,2% -10,5% Cucine di Pesaro 804.138 964.859 1.926.420 2.059.079 1.313.997 1.430.361 2.128.740 15,6% 64,2% 20,2% -30,5% 62,0% 75,0% 99,8% -2,3% Mobile d'arte del bassanese e Oreficeria di Vicenza

1.495.094 1.753.434 3.019.684 3.113.934 2.074.731 2.308.791 2.088.566 12,8% 31,3% 56,0% -25,9% 0,7% -4,3% 30,6% -9,8%

Abbigliamento di Rimini 97.990 111.555 705.273 754.275 1.590.807 1.628.560 2.043.053 0,9% 70,7% 28,4% 115,9% 28,4% -56,8% 443,1% -54,7% Tessile-abbigliamnento di Schio-Thiene-Valdagno

2.338.616 2.751.909 4.317.578 4.494.805 2.424.451 2.569.060 1.914.374 20,4% 38,6% 41,0% -42,8% -21,0% 85,9% -41,4% -17,6%

Oreficeria di Valenza 3.329.632 3.619.225 3.344.183 3.503.443 2.625.636 2.695.991 1.679.388 30,4% 9,0% 60,6% -23,0% -36,0% 64,8% -78,3% -37,2% Tessile e abbigliamento di Treviso 1.190.223 1.514.420 3.272.305 3.642.896 2.108.958 2.266.759 1.659.857 20,5% 30,3% 49,2% -37,8% -21,3% 40,3% -52,8% 2,2% Gomma del Sebino Bergamasco 1.531.719 1.832.468 1.792.357 1.842.623 755.278 797.859 1.638.237 44,5% 44,0% 11,5% -56,7% 116,9% 196,3% 170,1% -22,3% Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova

1.718.696 1.908.725 1.947.455 2.102.182 1.113.943 1.208.335 1.610.642 43,6% 17,8% 38,5% -42,5% 44,6% 175,6% -28,4% 35,6%

Maglieria e abbigliamento di Carpi 354.217 495.987 2.426.638 2.597.417 1.474.755 1.577.002 1.578.641 13,4% 22,2% 64,4% -39,3% 7,0% 238,3% 101,0% -17,9% Oreficeria di Arezzo 918.350 1.044.833 1.463.804 1.553.545 2.105.068 2.207.325 1.570.931 18,3% 22,3% 59,4% 42,1% -25,4% -19,0% -30,0% -25,4% Sedie e tavoli di Manzano 951.498 1.264.957 719.814 868.408 1.252.920 1.279.969 1.490.386 10,0% 86,8% 3,2% 47,4% 19,0% 8,1% 21,7% -8,7% Mobilio abruzzese 791.580 872.852 1.181.230 1.190.332 962.843 984.504 1.453.891 14,3% 79,8% 5,9% -17,3% 51,0% -70,1% 408,6% 122,0% Meccanica strumentale di Vicenza 2.535.984 2.907.347 2.697.819 2.799.087 1.834.422 1.869.579 1.345.691 20,0% 51,7% 28,3% -33,2% -26,6% 60,1% -38,2% -29,6% Abbigliamento nord abruzzese 467.880 544.850 933.897 986.659 946.256 963.734 1.337.490 24,0% 56,4% 19,6% -2,3% 41,3% 1,4% 46,5% 128,1% Strumenti musicali di Castelfidardo 488.571 538.677 811.681 859.802 754.899 808.133 1.233.789 29,3% 40,0% 30,7% -6,0% 63,4% 129,6% 68,2% 24,7% Abbigliamento sud abruzzese 1.415.856 1.477.440 1.544.527 1.609.394 1.716.910 1.732.107 1.207.109 36,9% 57,3% 5,8% 7,6% -29,7% 16,3% -9,1% -87,9% Frigoriferi industriali di Casale Monferrato

1.769.562 1.947.747 1.399.893 1.740.406 1.734.318 1.800.042 1.195.977 24,5% 74,3% 1,2% 3,4% -31,0% 42,6% 2,0% -97,8%

Macchine per l'imballaggio di Bologna

3.098.662 3.635.560 3.035.265 3.228.327 1.379.507 1.443.097 1.161.533 43,6% 30,9% 25,5% -55,3% -15,8% 141,9% -46,8% -40,2%

Prodotti in vetro di Venezia 414.774 449.745 590.635 622.334 891.999 929.377 1.131.640 45,9% 25,4% 28,6% 49,3% 26,9% 99,7% -25,8% 33,0% Macchine legno di Rimini 1.056.505 1.086.641 1.231.171 1.344.081 1.044.332 1.160.858 1.084.581 10,8% 79,2% 10,0% -13,6% 3,9% 168,2% 42,3% -72,6% Calzetteria-abbigliamento del Salento

1.233.389 1.319.306 1.093.027 1.629.752 749.660 812.379 1.060.732 41,5% 5,4% 53,1% -50,2% 41,5% 124,3% -76,0% 78,2%

Tessile e abbigliamento di Arezzo 832.470 921.527 1.333.873 1.502.860 1.029.482 1.110.042 1.004.360 13,1% 45,6% 41,3% -26,1% -2,4% 23,0% 15,1% -20,9%

Nota: ordinamento sulla base del monte ore cumulato novembre 2012. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS, osservatorio statistico CIG

MD

2

4

4

Ndetrfadacofo

Fp

Fo

T To T T T T

Fo

Monitor dei DDicembre 201

24

4. I 20 po

4.1 L’evoluz

el terzo trimesel +2,3% (tenradizionali (+1armaceutico (+ati negativi osondizionato daorti sismi di fine

Fig. 4.1- Evoluzpoli tecnologici

onte: elaborazioni In

Tab. 4.1 –L’expo

otale Poli TecnolTotale Poli Farma Polo farmaceut Polo farmaceut Polo farmaceut Polo farmaceutTotale Poli ICT Polo ICT di Mila Polo ICT roman Polo ICT di Tori Polo ICT veneto Polo ICT di Bolo Polo ICT di Cat Polo ICT dell'Aq Polo ICT di Trie Polo ICT di GenTotale Poli Aeron Polo aeronautic Polo aeronautic Polo aeronautic Polo aeronautic Polo aeronauticTotale Poli BiomBiomedicale di PBiomedicale di M

onte: elaborazioni In

Distretti 2

oli tecnolo

zione delle

stre del 2012 ndenziale), seg1,3%). A trai+7,1%). Il buonsservati nei seal crollo delle e maggio.

ione dell’expoi e distretti trad

ntesa Sanpaolo su d

ort dei poli tec

ogici Italia aceutica tico del Lazio tico milanese tico di Napoli tico toscano

ano no ino o ogna e Modena tania quila

este nova nautica co di Varese co di Torino co di Napoli co romano co pugliese edicale Padova Mirandola tesa Sanpaolo su da

ogici

e esportaz

le esportazionguendo una dinare gli scamn andamento dttori dell’ICT (esportazioni d

rt (var. % tenddizionali.

ati Istat

nologici Milioni di euro

219421

74

311

ati Istat

ioni nel te

i dei poli tecndinamica lievembi sono stadi questi è stat(-6,4%) e del del polo di Mi

denziali):confro

o 2011 Co

.584,1 9.370,4 4.693,6 2.806,8

.139,0 731,0

7.530,1 4.056,4

838,1 791,5 595,2 423,0 323,4 250,2 134,1 118,2

3.944,7 .298,8 .053,7 750,2 553,7 288,3 738,9 405,7 333,2

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-11,7 -9,9 10,5 56,4

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A cura di Sere

udi e Ricerch

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125,62,87,98,74,65,95,84,46,03,90,66,72,79,10,08,36,51,34,97,85,56,93,47,11,1

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 25

Tra i cinque poli dell’aeronautica solo il polo del Lazio ha riportato un calo delle esportazioni. Nella farmaceutica si sono registrati andamenti molto differenziati con poli che si sono confermati in territorio negativo (Napoli e Toscana) e aree in crescita. Ancora una volta si è messo in evidenza il polo farmaceutico del Lazio (+19,4% la variazione tendenziale nel terzo trimestre del 2012) che ha continuato a crescere a ritmi sostenuti in Francia (+19,6%) e Germania (+19,1%), primo e terzo mercato di sbocco. Bene le vendite anche verso Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito. Da segnalare inoltre l’intensa accelerazione delle vendite verso gli Stati Uniti, in recupero dopo il calo del 2011.

La divaricazione dei risultati è stata molto elevata anche nei nove poli ICT: alle cinque aree che hanno chiuso il terzo trimestre del 2012 con una riduzione delle vendite estere (ICT di Milano, ICT di Torino, ICT veneto, ICT dell’Aquila, ICT di Genova) si sono contrapposte quattro aree che hanno registrato una crescita dell’export (ICT romano, ICT di Bologna e Modena, ICT di Catania, ICT di Trieste).

Infine, chiude in territorio negativo l’export dei 2 poli del biomedicale (-34,9%), negativamente condizionato dal crollo delle esportazioni del polo biomedicale di Mirandola, drammaticamente e pesantemente colpito dai forti sismi di fine maggio. Le esportazioni hanno registrato cali a due cifre su tutti i principali sbocchi commerciali, con punte del -70% nei primi due mercati di riferimento, Germania e Francia.

4.2 La Cassa Integrazione Guadagni

Nei primi 11 mesi del 2012 si è assistito a un ridimensionamento delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei poli tecnologici del 5,3%. Tale risultato è la sintesi di due tendenze contrapposte, l’incremento della componente ordinaria2 (che si è più che raddoppiata) e il calo di quella in deroga3 (-13,5%) e di quella straordinaria4 (-20,4%). Nel complesso il monte ore si attesta sui 26 milioni circa (rispetto ai 27,5 milioni di ore dello stesso periodo del 2011).

Il quadro complessivo risulta, nonostante un ridimensionamento delle ore di cassa autorizzate, ancora estremamente difficile e fragile. Le ore autorizzate di CIG straordinaria, infatti, nonostante i segnali di inversione di tendenza emersi nel corso del 2012, si sono mantenute su livelli storicamente elevati, a conferma delle difficoltà in cui si trovano ancora molte imprese anche dei settori hi-tech. Il balzo della componente ordinaria, inoltre, segnala la presenza di condizioni di domanda che sono tornate a deteriorarsi soprattutto sul mercato interno, portando molte imprese a ricorrere agli ammortizzatori sociali per far fronte a un quadro congiunturale sfavorevole.

2 La CIGO è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali ed artigiane dell’edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l’attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad es. la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi.

3 Sono definiti “in deroga” i trattamenti straordinari di integrazione salariale (CIGD) destinati ai lavoratori di imprese escluse dalla CIGS, quindi aziende artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti o industriali con oltre 15 dipendenti che non possono usufruire dei trattamenti straordinari. La CIGD è stata oggetto di rifinanziamento durante tutto il 2011, attraverso fondi gestiti a livello regionale. 4 L’intervento di CIGS può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc. La CIGS è destinata ad aziende con in media più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

26 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Fig. 4.3 – Monte ore di CIG autorizzate nei 20 poli tecnologici (milioni di ore)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati INPS

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20

25

30

35

Cig ordinaria Cig straordinaria Cig in deroga Cig totale

gennaio-novembre 2009 gennaio-novembre 2010

gennaio-novembre 2011 gennaio-novembre 2012

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 27

4.3 La geografia dei poli tecnologici

4.3.1 La mappa delle performance dell’export dei poli

In questo paragrafo si offre un‘indicazione visiva dell’andamento dei poli tecnologici italiani nei mercati esteri. La mappa distribuisce sul territorio i 20 poli tecnologici oggetto dell’analisi in questo capitolo. Così com’è stato fatto per i distretti “tradizionali”, ciascun polo è rappresentato sulla mappa da un cerchio.

La dimensione del cerchio indica l’importanza del distretto in termini di fatturato (2008) e di numero di imprese appartenenti al distretto stesso.

Il colore dei cerchi fornisce, invece, indicazioni circa l’andamento delle esportazioni dei poli tecnologici nel terzo trimestre 2012.

In verde i distretti che hanno registrato un aumento delle esportazioni superiore al 5;

In rosso i distretti che hanno subito un calo delle esportazioni non inferiore al -5;

In bianco i distretti che hanno maturato una variazione delle esportazioni compresa tra il -5 e il +5.

I 20 poli tecnologici Label Nome polo 1 Biomedicale di Mirandola 2 Biomedicale di Padova 3 Polo ICT dell'Aquila 4 Polo ICT di Bologna e Modena 5 Polo ICT di Catania 6 Polo ICT di Genova 7 Polo ICT di Milano 8 Polo ICT di Torino 9 Polo ICT romano 10 Polo ICT veneto 11 Polo aeronautico di Napoli 12 Polo aeronautico di Torino 13 Polo aeronautico di Varese 14 Polo aeronautico pugliese 15 Polo aeronautico romano 16 Polo farmaceutico del Lazio 17 Polo farmaceutico di Napoli 18 Polo farmaceutico di Milano 19 Polo farmaceutico toscano 20 Polo ICT di Trieste

A cura di Angelo Palumbo

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Monitor dei DDicembre 201

28

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29

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Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 30

5. Approfondimenti

Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo5

Il distretto del mobile imbottito di Forlì si colloca nel territorio del comune di Forlì e in misura minore anche in alcuni comuni adiacenti, quali Castrocaro, Meldola, Predappio, Bertinoro, Forlimpopoli, e nel comune di Cesena.

Nel forlivese vengono prodotti mobili imbottiti destinati per lo più a una fascia prezzo-qualità media e medio-alta, costruiti con cura artigianale utilizzando pellami, e, più di recente, anche stoffe o microfibre, come l’alcantara. Si produce una vasta gamma di modelli di divani, poltrone e pouf, componibili, letti imbottiti.

Forlì, insieme ai distretti della Murgia e di Pistoia, è una delle aree italiane a più alta specializzazione nel mobile imbottito. Nel 2011 l’export del distretto è stato pari a 172 milioni di euro, il 2,1% del totale italiano (Tab. 1) e il 33% circa del fatturato distrettuale.

Tab. 1 - I principali distretti in termini di export nell’industria italiana del mobile, 2011 Milioni di euro In % Italia Export Import Saldo

commerc. Export Import Saldo

commerc. Italia di cui: 8.061 1.789 6.271 100,0 100,0 100,0

Livenza e Quartiere del Piave 2.076 81 1.995 25,8 4,5 31,8 Brianza 1.504 257 1.247 18,7 14,4 19,9 Udine 462 68 393 5,7 3,8 6,3 Pesaro 311 27 284 3,9 1,5 4,5 Murgia 421 77 344 5,2 4,3 5,5 Vicenza 307 35 273 3,8 1,9 4,3 Padova 225 27 198 2,8 1,5 3,2 Forlì 172 8 164 2,1 0,4 2,6 Pistoia 140 10 130 1,7 0,6 2,1 Verona 98 39 59 1,2 2,2 0,9 Perugia 55 7 48 0,7 0,4 0,8

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Nel biennio 2010-11 il distretto di Forlì ha evidenziato un buon andamento del fatturato. Gli altri principali distretti italiani del mobile, al contrario, hanno accusato pesanti perdite di fatturato e sono ben lontani dal giro d’affari del 2008. Soffrono, in particolare, gli altri due poli ad alta specializzazione nell’imbottito, la Murgia e Pistoia, tra i più in ritardo insieme a Pesaro.

La buona evoluzione recente di Forlì è spiegata dalla crescita delle vendite all’estero: nel biennio 2010-2011, infatti, il distretto ha registrato la migliore performance tra i poli italiani specializzati nell’industria del mobile (Fig. 1). In particolare, Francia e Cina sono i mercati dove le esportazioni distrettuali sono aumentate di più, toccando nel 2011 i 91,1 milioni di euro nel primo paese (uguagliando il massimo storico del 2001) e gli 8,6 milioni di euro nel secondo paese. La crescita delle imprese del distretto sui mercati internazionali è stata quasi generalizzata, evidenziando sia progressi da parte dei soggetti con una presenza consolidata all’estero, sia la rapida affermazione di aziende capaci di spostare in pochi anni una quota significativa delle proprie vendite dal mercato interno a quello estero.

5 Estratto da “Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo”, Studi sui distretti industriali, Servizio Studi e Ricerche, Intesa Sanpaolo, novembre 2012.

A cura di Giovanni Foresti

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 31

Fig. 1 – Export dei principali distretti italiani del mobile a confronto (variazioni % medie annue)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Meno positiva è, invece, la lettura che emerge dal confronto delle condizioni reddituali, che vede le imprese di Forlì agli ultimissimi posti per EBITDA margin, lontane dai livelli mediani registrati nella Brianza, di gran lunga il miglior distretto italiano per marginalità (premiato, molto verosimilmente, da un buon posizionamento in termini di qualità e design), e poco al di sopra di Manzano e Pistoia. Tra i distretti più in difficoltà vi è anche la Murgia.

Forlì, inoltre, insieme a Pistoia è il distretto che tra il 2008 e il 2011 ha accusato il più pronunciato ridimensionamento dell’EBITDA margin. Su questo risultato hanno pesato le difficoltà incontrate dalle imprese di piccole e piccolissime dimensioni. Le microimprese, infatti, nel tentativo di mantenere inalterato il loro giro d’affari (che tra il 2008 e il 2011 è aumentato seppur di poco; Fig. 2), hanno subito una pesante perdita di margini (Fig. 3). Meglio sono andate le imprese di medio-grandi dimensioni, che, grazie anche a un buon progresso del fatturato sui mercati esteri, hanno rafforzato il proprio EBITDA margin, portandolo al 6,7% (dal 4,3% del 2008), un livello significativamente superiore a quello delle imprese più piccole che prima della crisi del 2009 presentavano condizioni reddituali migliori. Anche tra le imprese di dimensioni maggiori, tuttavia, ve ne sono alcune che hanno patito un deterioramento della redditività.

Fig. 2 – Mobile di Forlì: evoluzione del fatturato (var. % a prezzi correnti; mediane)

Fig. 3 – Mobile di Forlì: EBITDA margin (margine operativo lordo in % fatturato; mediane)

49 Micro imprese: meno di 2 milioni di euro di fatturato nel 2008; 33 Piccole imprese: fatturato del 2008 compreso tra 2 milioni di euro e 10 milioni di euro; 10 imprese Medio-grandi: almeno 10 milioni di euro di fatturato nel 2008. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

49 Micro imprese: meno di 2 milioni di euro di fatturato nel 2008; 33 Piccole imprese: fatturato del 2008 compreso tra 2 milioni di euro e 10 milioni di euro; 10 imprese Medio-grandi: almeno 10 milioni di euro di fatturato nel 2008. Fonte: ISID (Intesa Sanpaolo Integrated Database)

Le piccole e piccolissime imprese hanno tentato di contenere la riduzione dei margini cercando di tenere sotto controllo il costo del lavoro, anche attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali,

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Forlì Perugia Pesaro Livenza eQuartierdel Piave

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2002-2007 2008-2009 2010-2011

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Totale Medio-grandi Piccole Micro

2008 2009 2010 2011

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

32 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

come è evidente dal balzo delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni in deroga, che può essere attivata prevalentemente dai subfornitori e terzisti. L’attenzione al costo del lavoro non è stata però sufficiente per evitare l’erosione dei margini, che, molto verosimilmente, è la conseguenza della concorrenza di prezzo esercitata dai produttori cinesi locali e del tentativo da parte delle imprese capofila distrettuali di contenere i costi di esternalizzazione della produzione, spinte in questo dalle forti pressioni sui prezzi da parte della distribuzione.

Il distretto vive oggi una fase di trasformazione: per reggere alla concorrenza le risposte attuate dalle imprese sono diverse, in relazione al prodotto trattato. In particolare, le imprese produttrici di prodotti propri di fascia medio-bassa tendono sempre più a esternalizzare la produzione a minor valore aggiunto all’imprenditoria cinese presente in loco. A partire dal biennio 2003-04, infatti, il distretto dell’imbottito di Forlì si è progressivamente internazionalizzato al proprio interno. Nel terzo trimestre 2012 nelle imprese individuali del distretto il 23,4% delle persone con cariche sociali era di etnia cinese (Tab. 2). La metà di queste imprese produce poltrone e divani, mentre l’altra metà è specializzata in taglio, cucitura, montaggio e tappezzeria di mobili imbottiti. Negli altri distretti italiani il fenomeno è meno diffuso. A Forlì, inoltre, si è assistito a un impiego crescente di maestranze straniere (il 18% del totale) soprattutto cinesi. La diffusione di questi fenomeni si spiega in parte con il calo di attrattività del settore per le giovani generazioni locali.

Tab. 2 – Numero di cariche (persone) nelle imprese attive del mobile della provincia di Forlì-Cesena Persone con nazionalità extra-UE Persone con nazionalità cinese 3° trim. 2009 3° trim. 2012 3° trim. 2009 3° trim. 2012

Numero Totale, di cui: 38 53 28 39

Imprese individuali 23 41 18 32 Società di persone 10 7 8 4 Società di capitale 4 5 2 3

In % persone con cariche sociali nell'industria del mobile della provincia di Forlì Totale, di cui: 5,3 8,2 3,9 6,0

Imprese individuali 17,0 29,9 13,3 23,4 Società di persone 2,8 2,5 2,2 1,4 Società di capitale 1,9 2,2 0,9 1,3 In % persone extra-comunitarie con cariche

sociali nell’industria del mobile in Italia In % persone cinesi con cariche sociali

nell’industria del mobile in Italia Totale, di cui: 3,6 5,1 13,1 18,5

Imprese individuali 5,3 9,2 10,9 18,1 Società di persone 3,4 2,8 29,6 50,0 Società di capitale 1,2 1,5 9,5 13,0

Nota: i dati si riferiscono al settore Ateco 2007:31. Fonte: elaborazioni ufficio statistica e studi della Camera di Commercio di Forlì-Cesena su dati Infocamere Stockview

Il distretto di Forlì, inoltre, negli anni risulta essersi concentrato prevalentemente sulla produzione, mentre evidenzia difficoltà nel presidiare la parte iniziale della catena del valore – l’innovazione, l’ideazione e la progettazione del prodotto – e, soprattutto, la parte finale della catena del valore, ovvero la commercializzazione dei propri prodotti fino al consumatore finale. In particolare, dai risultati di un’indagine condotta nei mesi estivi del 2012 su un campione rappresentativo delle imprese del distretto emerge che sono soprattutto le aziende che non esportano quelle più in ritardo nell’adozione di politiche di branding, design e innovazione. Tuttavia, anche tra le imprese con una buona propensione a esportare sono poche quelle altamente innovative.

Innovare significa investire in ricerca e sviluppo e in collaborazione con designer, centri di ricerca e università, e, soprattutto, introdurre in azienda la cultura dell’innovazione, abituando l’organizzazione e il personale tutto, anche attraverso l’utilizzo di incentivi, a proporre

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 33

continuamente novità tecnologiche e produttive che, molto spesso, si possono tradurre in innovazione informale e incrementale.

In prospettiva, pertanto, i salottifici e poltronifici del distretto per mantenere alta la competitività e contrastare con successo l’avanzata commerciale e la leadership mondiale nel comparto dell’imbottito dei produttori cinesi, ma anche la concorrenza nelle fasce alte di mercato della Germania, dovranno operare costanti investimenti nell’innovazione di prodotto, per differenziare la propria offerta, puntando su design, ricerca di nuovi materiali, comodità, funzionalità, qualità ed eco-compatibilità del prodotto. Le imprese finali, inoltre, dovranno cercare di accrescere la propria visibilità sul mercato, attraverso investimenti in politiche di marchio e distributive. Questo può essere attuato attraverso strategie di integrazione a valle con il retail, per la ricerca di un maggiore controllo della catena del valore, la comunicazione ai consumatori del valore del brand e il monitoraggio dei gusti dei consumatori.

Solo così potranno essere colte pienamente le opportunità che vengono dai mercati esteri e potrà essere ridotta l’elevata dipendenza del distretto da un solo mercato, la Francia, che assorbe il 50% dell’export di Forlì. L’analisi evidenzia come per il comparto italiano dell’imbottito il maggiore potenziale di crescita sia offerto dalla Francia, ma anche dagli Stati Uniti, dalla Germania, dal Regno Unito, da alcuni “nuovi mercati” come la Russia, la Cina e il Medio Oriente. Sul mercato americano i produttori italiani dovranno cercare di trovare spazio nel comparto dell’imbottito di alta qualità, dopo la rapida affermazione negli anni Novanta nelle produzioni di qualità medio-bassa e l’altrettanto veloce crollo nel decennio successivo. La sfida è difficile anche nei nuovi mercati e, in particolare, in Cina, dove una più capillare presenza richiede la costruzione di network distributivi attraverso mirati processi di internazionalizzazione commerciale, con l’apertura di filiali che consentono di stabilire un contatto diretto con la clientela.

Anche le imprese di subfornitura dovranno investire per rafforzare il proprio posizionamento competitivo. In particolare, dovranno puntare sulla modernizzazione, organizzazione e razionalizzazione dei processi produttivi, attraverso ad esempio l’automazione della produzione, la ristrutturazione logistica, aprendo l’azienda a processi di crescita dimensionale e di collaborazione strategica verticale lungo la filiera. Le imprese di fase, inoltre, dovranno divenire anche più proattive in termini di innovazione di prodotto e prestare attenzione a ridurre il proprio grado di dipendenza da poche aziende committenti locali, con l’individuazione di nuovi mercati geografici di sbocco. Nel distretto esistono casi di successo che dimostrano come questa strada sia percorribile.

Il rilancio del distretto passa anche attraverso strategie collettive tanto auspicate da alcuni attori del distretto. Finora, però, la crisi che sta investendo il settore italiano del mobile è stata affrontata dalle imprese del distretto con risposte disorganizzate e spesso conflittuali. Così, proporzionalmente allo sgretolarsi del sistema di relazioni, si riducono le possibilità di rilanciare il settore attraverso la creazione di reti in grado di internalizzare il valore aggiunto che il sistema locale fa fatica a trattenere. In prospettiva, la grande sfida per il distretto di Forlì e, più in generale, per l’industria del mobile italiana è quella di dare finalmente vita a uno o più attori (anche attraverso la costruzione di reti di impresa) di rilevanza mondiale nella distribuzione di prodotti del sistema casa.

Un ruolo di primo piano potrebbe essere assunto dalle istituzioni, locali e non, che devono porsi l’obiettivo di risolvere le criticità che le imprese incontrano nella ricerca di capitale umano qualificato, dagli operai specializzati (modellisti, tappezzieri, cucitrici con esperienza,…) alle figure professionali impegnate nella progettazione tecnica e nello sviluppo di nuovi prodotti. Tuttavia, almeno secondo i giudizi espressi dagli imprenditori, nel territorio mancano adeguate scuole di formazione, centri di design e di ricerca. Si tratta di criticità serie e gravi che vanno

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

34 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

assolutamente superate, eventualmente attivando collaborazioni e/o partnership istituzionali con centri di ricerca e di design presenti in altri distretti italiani del mobile, più o meno vicini. Vanno, inoltre, adottate misure idonee a superare i problemi di concorrenza sleale che rischiano di rompere gli equilibri competitivi all’interno del distretto (costringendo a uscire dal mercato i fornitori e i terzisti di qualità), e che nel medio lungo termine rappresentano una minaccia alla tenuta sociale interna e alla competitività dell’area.

Le istituzioni locali, insieme agli attori imprenditoriali, dovranno, inoltre, seguire l’esperienza del “marchio italiano di qualità ambientale” che è partito in via sperimentale nel distretto del mobile del Livenza nel luglio del 2012. Il successo di questa iniziativa dipenderà molto dalla capacità delle istituzioni e delle imprese di trasmettere ai consumatori finali, in Italia e all’estero, i “valori ambientali” del marchio in termini di ricadute positive sull’ambiente ma anche di garanzia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla salute delle persone.

Un sostegno importante alle imprese del distretto e dell’industria italiana del mobile potrà venire anche dal rilancio della proposta di regolamento europeo sul Made in per la tracciabilità delle merci di provenienza extracomunitaria. Sarebbe, ad esempio, un risultato già positivo riuscire a introdurre un regolamento che impedisce di apporre la dicitura “made in Italy” a chi realizza prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione non hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale. Le ricadute positive in termini di riconoscibilità del prodotto non sarebbero trascurabili e si potrebbero davvero costruire politiche di marketing di sistema dirette a comunicare ai consumatori finali italiani e internazionali la garanzia di qualità italiana offerta dai prodotti che utilizzano il marchio “made in Italy”.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 35

Abbigliamento abruzzese e napoletano6

In questo approfondimento sono analizzate tre distretti del Sistema Moda del Mezzogiorno: le aree del sud e nord abruzzese e del napoletano. Le aree del sud abruzzese e del napoletano, pur con un diverso posizionamento competitivo, si sono sviluppate nel tempo avvalendosi di alcuni asset strategici che le hanno contraddistinte nel panorama del Sistema Moda meridionale: presenza di subfornitura di qualità e competenze artigianali nella lavorazione dei capi, alto standard qualitativo delle produzioni, produzioni sartoriali, sviluppo della rete distributiva. In queste aree sono emersi alcuni leader distrettuali con rinomati brand a livello nazionale e internazionale. Il nord abruzzese ha basato invece inizialmente il proprio vantaggio competitivo sulla flessibilità produttiva e su una gamma di prodotti molto ampia ma di media qualità che, nel tempo, ha manifestato i propri limiti a causa della forte pressione competitiva esercitata dalla concorrenza estera anche all’interno del distretto (forte presenza di imprenditoria cinese). Alcune aziende del distretto hanno puntato sul riposizionamento qualitativo della loro offerta adottando anche mirate strategie di marchio.

Il distretto dell’Abbigliamento sud abruzzese si caratterizza per avere al proprio interno imprese di medie e grandi dimensioni e una popolazione di piccole imprese di subfornitura. Negli ultimi anni le imprese distrettuali hanno accusato forti flessioni di fatturato, ma sono riuscite a mantenere discrete condizioni reddituali (Fig. 1).

Fig. 1 - Abbigliamento sud abruzzese: EBIT Margin ed evoluzione del fatturato tra il 2008 e il 2010

Nota: 26 aziende con 662 milioni di fatturato. La dimensione dei cerchi indica l’importanza dell’impresa in termini di fatturato nel 2008. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali

In particolare l’internazionalizzazione produttiva prima e la crisi poi di una grande impresa locale hanno avuto pesanti ricadute sui subfornitori distrettuali. Nell’area le imprese finali medio-piccole hanno conseguito risultati migliori.

Il sistema locale sud abruzzese manifesta un’elevata propensione all’export e l’andamento delle esportazioni ha seguito una dinamica positiva dalla fine degli anni Novanta (pur con qualche rallentamento) fino al 2007. Dopo il picco di export registrato nel 2007, il distretto ha subito un crollo delle esportazioni che, nel 2011, risultano quasi dimezzate rispetto al 2007 (passando da

6 Estratto da “Abbigliamento abruzzese e napoletano”, Studi sui distretti industriali, Servizio Studi e Ricerche, Intesa Sanpaolo, novembre 2012.

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A cura di Cristina De Michele

Il distretto dell’Abbigliamento sud abruzzese

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

36 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

451,5 milioni di euro nel 2007 a 244,4 nel 2011) a causa dei forti cali subiti sui principali mercati di riferimento europei (Germania in primis; Tab. 1).

Negli ultimi anni, dopo i pesanti arretramenti subiti sui principali mercati di riferimento europei, alcune imprese hanno messo in atto una politica di ricerca di nuovi mercati di sbocco, indirizzandosi in particolare verso l’Est europeo e i Paesi asiatici.

Tab. 1 – Evoluzione delle esportazioni dell’Abbigliamento sud abruzzese (milioni di euro) 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Totale, di cui: 352,1 378,9 374,4 354,9 393,5 451,5 406,8 297,1 265,1 244,4Russia 8,0 9,6 11,7 19,1 22,6 33,1 36,1 25,6 20,6 28,2Germania 96,8 85,0 79,1 53,3 50,1 54,1 41,5 34,5 30,4 24,7Stati Uniti 31,8 39,0 44,5 42,0 44,3 42,2 38,3 23,8 21,3 21,8Francia 40,3 46,9 42,3 40,1 46,1 41,5 35,4 24,1 23,9 20,2Regno Unito 46,2 56,1 48,6 39,4 38,2 43,6 36,6 25,7 21,7 20,0Spagna 26,6 29,7 33,4 36,6 46,9 54,0 43,0 33,4 28,3 19,6Svizzera 9,2 11,8 13,5 13,2 12,2 11,8 11,0 9,4 11,9 12,1Cina 0,3 0,2 0,1 0,4 0,8 4,8 7,4 6,5 7,6 9,0Grecia 8,0 10,0 10,7 10,4 12,5 18,1 17,8 15,8 11,7 7,6Hong Kong 1,4 1,3 1,2 1,8 2,1 5,0 5,9 4,4 4,9 6,7Portogallo 3,7 2,8 4,8 4,6 6,7 9,3 8,1 7,5 7,2 6,5Belgio 13,1 12,9 13,8 12,1 14,7 14,0 11,4 9,0 7,0 5,0Ucraina 1,5 2,3 2,7 3,6 4,3 7,9 7,0 4,5 3,2 4,7Giappone 3,5 5,8 6,2 5,0 6,8 7,5 6,6 4,2 4,6 3,8Paesi Bassi 12,5 12,8 11,8 9,2 9,1 9,4 10,7 7,0 5,0 3,6Emirati Arabi Uniti 1,6 2,6 1,4 2,3 4,3 4,9 5,0 4,5 2,5 3,4Canada 1,6 5,0 3,3 4,4 4,6 5,2 5,8 4,4 6,0 3,3Turchia 0,4 0,9 1,1 1,9 2,8 5,4 4,5 2,8 2,1 3,1

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Il distretto, inoltre, presenta alcune criticità tra cui una forte dipendenza delle imprese subfornitrici alle esigenze delle aziende committenti. La filiera distrettuale non è completamente strutturata, in quanto mancano alcuni attori fondamentali, quali le imprese della meccanica strumentale o i fornitori di servizi per il distretto. Un altro punto di debolezza del distretto è la carenza di attori istituzionali in grado di guidare in modo strategico il polo produttivo supportando le imprese attraverso l’erogazione di servizi (come quelli ad esempio di sostegno all’internazionalizzazione). Nell’area si avverte la necessità di servizi adeguati per la formazione di nuove figure professionali soprattutto per quanto riguarda alcune funzioni strategiche (marketing, logistica, ideazione di prodotti, internazionalizzazione commerciale e produttiva).

La genesi del distretto dell’Abbigliamento nord abruzzese è in parte simile a quella del distretto sud abruzzese (presenza di grandi imprese nell’area, diffusione di laboratori di subfornitura, incentivi pubblici, dotazione di infrastrutture). L’offerta produttiva è ampia, tuttavia tendono a prevalere prodotti standardizzati di qualità media, in particolare jeans, destinati soprattutto al mercato nazionale. Nel distretto non si sono affermate grandi imprese leader con marchi rinomati e il tessuto produttivo locale è costituito prevalentemente da imprese di piccola dimensione e alcune (poche) imprese di medio-grandi dimensioni. Nell’area sono presenti alcuni terzisti che lavorano per griffe rinomate extra-distrettuali (come Liu-Jo, Armani, Dolce e Gabbana, Hugo Boss).

L’area nord abruzzese ha sperimentato un sostenuto calo del fatturato nel 2009 non pienamente recuperato negli anni successivi. Tuttavia, alcune imprese medio-piccole più dinamiche sono riuscite a conseguire buone performance nonostante la crisi del 2009 (Fig. 2).

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Studi e Ricerc

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Monitor dei Distretti Dicembre 2012

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Il distretto dell’Abbigliamento del napoletano si compone di due aree, l’area di Grumo Nevano e l’area di San Giuseppe Vesuviano, e si caratterizza per una molteplicità di prodotti confezionati: abito classico da uomo di alta sartoria, abito da donna e da uomo di qualità alta, produzioni di fascia media di prêt-à-porter (Grumo Nevano), capi di abbigliamento casual in genere, jeans e prodotti tessili del segmento del “pronto moda”, produzioni di fascia prezzo-qualità medio-bassa (San Giuseppe Vesuviano). La filiera distrettuale del napoletano si è maggiormente sviluppata rispetto alle aree distrettuali abruzzesi e comprende fornitori di materie prime, imprese subfornitrici, lavoranti a domicilio, produttori di accessori, imprese di servizi (autotrasporti, pubblicità, packaging, ecc.).

L’Abbigliamento del napoletano presenta delle realtà imprenditoriali con alti tassi di esportazione, anche se tradizionalmente i clienti del distretto sono localizzati in prevalenza in Italia. Nell’ultimo decennio il distretto ha sperimentato un progressivo rafforzamento dell’export che ha raggiunto i valori massimi nel 2011 (Tab. 3).

Tab. 3 – Evoluzione delle esportazioni dell’Abbigliamento del napoletano (milioni di euro) 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Totale di cui: 260,7 250,6 233,6 263,0 279,8 294,4 305,7 257,9 305,8 320,1Stati Uniti 39,8 49,9 43,9 45,0 38,4 32,0 28,6 22,5 28,4 38,3Spagna 21,3 5,6 5,8 9,7 10,7 17,3 18,5 21,1 30,0 32,2Russia 17,5 18,6 20,0 31,5 33,7 39,1 37,4 19,3 15,8 19,1Francia 28,0 32,6 15,2 12,6 14,0 13,5 17,1 15,1 17,3 19,0Germania 17,2 14,5 18,6 16,0 15,1 15,5 19,6 16,1 15,6 16,8Hong Kong 2,2 1,3 1,3 2,6 4,0 4,8 4,9 4,5 6,9 11,9Grecia 10,1 7,8 10,8 14,1 13,2 13,3 15,4 14,7 13,5 11,8Paesi Bassi 3,1 3,4 4,4 4,3 5,7 5,1 6,3 9,1 11,4 11,3Albania 9,7 10,5 9,8 11,2 10,7 11,2 10,9 9,4 9,8 10,5Giappone 10,9 11,4 10,8 15,3 13,5 12,4 10,1 8,1 9,8 10,3Svizzera 5,0 4,5 5,8 7,1 5,5 4,2 4,6 5,8 8,0 9,0Belgio 3,5 2,9 2,8 3,1 3,1 3,0 3,5 5,4 8,4 7,9Tunisia 6,6 5,5 5,7 7,7 8,3 9,5 9,7 13,1 11,6 7,4Regno Unito 7,0 5,6 5,7 5,3 3,8 3,7 4,4 3,7 5,6 5,8Ucraina 1,4 2,8 3,4 3,5 7,4 16,4 11,9 4,2 3,8 5,7Portogallo 1,3 1,5 1,4 1,7 2,6 3,1 3,4 4,0 5,0 4,0Niger 1,5 0,8 1,9 0,8 1,1 3,1 2,8 2,0 5,6 4,0Cina 0,2 0,1 0,3 0,7 0,9 0,7 1,2 1,4 1,9 3,8Guinea 4,7 2,6 1,2 0,7 0,4 0,7 1,3 1,4 2,6 3,7Nigeria 3,8 6,3 6,7 5,3 1,4 1,5 1,5 1,5 2,2 3,5Austria 2,9 2,3 3,0 2,0 1,6 2,9 2,7 2,0 3,3 3,4India 0,3 0,4 0,7 0,7 1,0 0,7 1,0 1,6 2,1 3,2

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Il mercato asiatico è considerato strategico e alcune griffe distrettuali hanno potenziato la propria rete distributiva effettuando aperture di nuovi punti vendita in quest’area.

Il tessuto produttivo locale è costituito prevalentemente da imprese di piccolissima e piccola dimensione, alcune imprese medie e una grande impresa (Imap Export). L’Abbigliamento del napoletano si posiziona nel 2010 ai primissimi posti tra i distretti italiani del sistema moda per margini unitari. Le imprese più competitive e più attive in termini di qualità, innovazione e politiche commerciali nella crisi hanno mediamente mostrato una migliore tenuta del fatturato e buoni livelli di redditività.

Il distretto dell’abbigliamento del napoletano

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 39

Fig. 3 - Abbigliamento del napoletano: EBIT Margin ed evoluzione del fatturato tra il 2008 e il 2010

Nota: 71 aziende con 452 milioni di euro di fatturato. La dimensione dei cerchi indica l’importanza dell’impresa in termini di fatturato nel 2008. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali

I punti di debolezza comuni alle varie aree di localizzazione dell’abbigliamento napoletano possono essere riconducibili innanzitutto a problemi dimensionali delle imprese. Un altro fattore di debolezza è rappresentato dalla forte presenza di lavoro sommerso, problema che si unisce alla presenza di criminalità e alla carenza di infrastrutture. Inoltre, il problema della successione generazionale e il passaggio a una gestione manageriale dell’impresa familiare, non supportato da percorsi di formazione per la classe dirigente, pongono in evidenza il problema più generale dell’inadeguatezza del sistema formativo nell’immettere sul mercato figure professionali rispondenti alle esigenze delle imprese. L’area di San Giuseppe Vesuviano, che si caratterizza maggiormente per il contenuto qualitativo delle produzioni e la presenza di manodopera poco qualificata, risente maggiormente della concorrenza dei paesi asiatici, India e Cina in primis, e della concorrenza interna al distretto dove si è localizzato un folto gruppo di imprese cinesi.

Mettendo a confronto le tre aree distrettuali dal punto di vista dimensionale emerge che l’Abbigliamento del napoletano è la realtà distrettuale più rilevante con 3.100 unità locali e un totale di 11.530 addetti (sul sistema nazionale il distretto pesa per il 4,9% in termini di unità locali e per il 2,5% in termini di addetti). Le altre due aree produttive hanno dimensioni più piccole: nel nord abruzzese il numero complessivo di unità locali è di 900, per un totale di 8.200 occupati, mentre il distretto sud abruzzese conta 685 unità locali per 7.561 addetti. A partire dagli anni Novanta e nel corso degli anni Duemila i distretti presi in esame hanno sperimentato un progressivo e consistente calo degli addetti.

L’analisi dei dati di bilancio consente di avere una fotografia aggiornata dello stato di salute dei distretti: nella tabella 4 si può osservare come l’Abbigliamento napoletano abbia complessivamente tenuto, nonostante la fase di crisi, sia in termini di crescita che di redditività. La variazione mediana del fatturato risulta in territorio negativo nel 2009, ma recupera nel 2010 (+2,8%), e la performance reddituale rimane buona lungo tutto il periodo 2008-10.

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I tre distretti a confronto

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40 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Tab. 4 - I distretti dell’Abbigliamento abruzzesi e del napoletano: EBIT Margin e variazione % del fatturato

Sud abruzzese (a) 2008 2009 2010EBIT Margin aggregato 6,4% 8,2% 2,0%EBIT Margin mediana 6,9% 4,7% 4,7%Var. % fatt. aggregato - -20% -11%Var. % fatt. mediana - -18,4% 5,1%Nord abruzzese (b) EBIT Margin aggregato 1,3% 1,5% 3,0%EBIT Margin mediana 4,8% 3,5% 4,3%Var. % fatt. aggregato - -15% 2%Var. % fatt. mediana - -13,1% 1,6%Napoletano ( c) EBIT Margin aggregato 9,0% 7,6% 5,8%EBIT Margin mediana 5,1% 4,0% 4,5%Var. % fatt. aggregato - -1,6% 1,6%Var. % fatt. mediana - -5,2% 2,8%

Nota: (a) numero di imprese 23; (b) numero di imprese 43; (c) numero di imprese 70

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali

Presenta alcune criticità il distretto dell’Abbigliamento sud abruzzese che accusa forti cali di fatturato nel 2009 e nel 2010, ma riesce a mantenere discrete condizioni reddituali. Nel distretto soffre una grande impresa (Sixty SpA) e questo determina ricadute sui subfornitori/terzisti distrettuali che sono anche penalizzati dall’internazionalizzazione produttiva del Gruppo. Ottengono migliori risultati le imprese finali medio-piccole del distretto (ad esempio Mario De Cecco Confezioni SpA, Industria adriatica Confezioni SpA).

L’Abbigliamento nord abruzzese sperimenta un sostenuto calo del fatturato nel 2009 e un lieve recupero nel 2010 e consegue discreti risultati reddituali. Nel distretto mancano vere aziende leader, ma sono presenti alcune medio-piccole imprese molto dinamiche che sono riuscite a conseguire buone performance nonostante la crisi del 2009 (ad esempio Fegi Manifatture, DFP International, Dress Line).

Dall’analisi dei primi dati disponibili sui bilanci aziendali del 2011 emerge un rafforzamento delle imprese distrettuali del napoletano e del sud abruzzese in termini di fatturato e di redditività, mentre il nord abruzzese, che pure registra un incremento del fatturato, sperimenta un calo della redditività.

In estrema sintesi dallo studio emerge che i tre distretti si trovano a dover affrontare diverse sfide competitive. Una di queste riguarda la qualificazione e formazione delle risorse umane per aumentare la competitività delle imprese locali su fattori “non price” e sviluppare nuove figure professionali soprattutto nell’ambito delle funzioni direzionali (progettazione prodotti, gestione organizzativa, logistica, marketing). Occorre che le imprese distrettuali puntino maggiormente su asset quali l’innovazione, la qualità, la differenziazione dei prodotti e il servizio alla clientela. Per l’area del nord abruzzese, in particolare, emerge l’esigenza di innalzare il livello qualitativo delle produzioni. A questo proposito le imprese distrettuali delle tre aree sarebbero avvantaggiate da una maggiore interazione tra mondo produttivo e centri universitari presenti in loco. Complessivamente, all’interno delle aree distrettuali, appare ancora inadeguata l’azione degli attori istituzionali soprattutto per quanto riguarda la promozione del distretto e l’internazionalizzazione delle imprese (in particolare nel distretto nord Abruzzese) che sono ancora poco presenti sui mercati esteri, soprattutto su quelli emergenti ad alto potenziale.

Le sfide competitive da vincere

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 41

6. Il Cruscotto dei distretti “tradizionali”

Nelle tavole che seguono viene riportata l’evoluzione delle esportazioni dei distretti qui monitorati al massimo livello di disaggregazione (terza cifra della classificazione Ateco 2007). I vari distretti sono stati suddivisi in base alla loro localizzazione geografica: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud.

Note alle tavole che seguono:

(a) Variazioni tendenziali.

(b) La rilevanza dei distretti è definita come il rapporto percentuale tra le esportazioni provinciali di una determinata produzione e l’export provinciale di manufatti e beni agricoli. Questo indicatore, calcolato per il 2011, rappresenta una misura sintetica dell’importanza ricoperta, all’interno di una provincia, dalle esportazioni di una determinata produzione distrettuale. Esso, pertanto, non tiene conto della rilevanza complessiva di un distretto in quanto non considera il fatturato realizzato sul territorio italiano (che non è disponibile a livello provinciale).

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

42 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Cruscotto dei distretti (Nord-Ovest - parte I)

2011 Ge n.-S e t .'12 (a ) Lug.-Se t .'12 (a )

Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana Brescia Abbigliamento 164 15,9 -12,8 -14,8 1,2Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana Brescia Maglieria esterna 120 13,0 -18,7 -21,5 0,9Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana Brescia Calzature 131 5,8 -10,2 -15,9 1,0Abbigliamento-tessile gallaratese Varese Tessuti in cotone 250 -0,6 -9,9 -15,8 2,7Abbigliamento-tessile gallaratese Varese Abbigliamento 244 9,7 -0,3 -11,4 2,6Abbigliamento-tessile gallaratese Varese Maglieria esterna 48 -2,1 -6,0 1,6 0,5Articoli in gomma e materie plastiche di Varese Varese Artic. in gomma e materie plast. 721 8,7 -0,5 -2,2 7,7Caffè, confetterie e cioccolato torinese Torino Altri prodotti alimentari 268 24,1 19,9 17,2 1,5Calzature di Vigevano Pavia Calzature 85 15,5 14,1 9,9 2,4Calzetteria di Castel Goffredo Mantova Calzetteria 532 1,6 -13,0 -10,9 9,9Carni e salumi di Cremona e Mantova Cremona Carni e salumi 47 1,5 7,5 5,4 1,5Carni e salumi di Cremona e Mantova Mantova Carni e salumi 98 22,5 33,1 37,4 1,8Casalinghi di Omegna Verbano-Cusio-Ossola Casalinghi 63 4,0 7,1 14,9 11,0Dolci di Alba e Cuneo Cuneo Prodotti da forno e farinacei 149 -5,1 -5,9 -4,7 2,3Dolci di Alba e Cuneo Cuneo Altri prodotti alimentari 715 9,7 15,2 14,6 11,2Florovivaistico del ponente ligure Imperia Colture agricole non permanenti 45 -2,4 2,5 -24,8 12,5Florovivaistico del ponente ligure Savona Colture agricole non permanenti 41 -39,4 -94,4 19,3 2,7Florovivaistico del ponente ligure Savona Riproduzione delle piante 74 0,3 -5,7 -13,3 4,8Frigoriferi industriali di Casale Monferrato Alessandria Frigoriferi industriali 243 8,5 6,3 4,8 5,2Gomma del Sebino Bergamasco Bergamo Gomma 391 12,5 -2,8 -6,4 3,2Lattiero-caseario lombardo Mantova Formaggi 163 25,5 4,1 -1,8 3,0Lattiero-caseario lombardo Cremona Formaggi 105 19,9 22,8 18,9 3,2Lattiero-caseario lombardo Brescia Formaggi 132 11,5 0,2 6,1 1,0Lattiero-caseario lombardo Bergamo Formaggi 116 14,2 13,0 28,9 0,9Lattiero-caseario lombardo Pavia Formaggi 170 5,9 -1,3 -0,7 4,9Lavorazione ardesia di Val Fontanabuona Genova Lavor. Ardesia 5 -6,1 -0,6 -21,4 0,1Lavorazione metalli Valle dell'Arno Varese Carpenteria metallica 15 18,9 6,8 -15,5 0,2Lavorazione metalli Valle dell'Arno Varese Prodotti in metallo 144 27,4 -3,2 -23,0 1,5Lavorazione metalli Valle dell'Arno Varese Coltelleria, posateria, pentole 348 23,3 2,4 -1,7 3,7Legno di Casalasco-Viadanese Cremona Legno 23 -12,2 -8,1 1,5 0,7Legno di Casalasco-Viadanese Mantova Legno 70 11,7 -2,3 2,4 1,3Legno e arredamento della Brianza Como Mobili camera e soggiorno 532 2,1 1,2 4,7 10,4Legno e arredamento della Brianza Milano Mobili camera e soggiorno 972 5,3 9,6 13,0 2,2Macchine concia della pelle di Vigevano Pavia Macchine concia/pelle 200 8,5 13,0 15,5 5,7Macchine tessili di Biella Biella Macchine tessile 97 -4,7 13,3 22,1 6,3Macchine tessili e per materie plastiche di Bergamo Bergamo Macchine tessili e per mat.plast. 630 -0,8 2,3 5,0 5,1Meccanica strumentale del Bresciano Brescia Macchine tessili e per mat.plast. 934 19,3 -13,8 -7,6 7,0Meccanica strumentale di Varese Varese Macchine utensili 210 5,6 10,3 17,2 2,3Meccanica strumentale di Varese Varese Macchine tessili e per mat.plast. 650 12,6 7,4 -2,7 7,0

Dist re t to P rov inc ia S pe c ia lizza z ioneE xpor t nomina le ne l

2011 (milioni di e uro)

Va r . % nomina le e xpor t Rile va nza Dist re t to (b)

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 43

Cruscotto dei distretti (Nord-Ovest - parte II)

2011 Gen.-Se t .'12 (a ) Lug.-Se t .'12 (a )

Metalli di Brescia Brescia Siderurgia 1.185 56,9 13,3 1,3 8,9Metalli di Brescia Brescia Lavor. a freddo acciaio 195 39,4 -9,3 -16,5 1,5Metalli di Brescia Brescia Lavor. metalli non ferrosi 1.376 19,3 -5,1 -7,8 10,3Metalli di Brescia Brescia Fonderie 14 -7,8 0,9 -0,8 0,1Metalli di Brescia Brescia Carpenteria metallica 49 13,2 11,8 8,2 0,4Metalli di Brescia Brescia Prodotti in metallo 341 -1,3 6,3 6,5 2,5Metalmeccanica di Lecco Lecco Tubi, condotti, profilati cavi in acciaio 207 15,2 19,3 15,4 5,9Metalmeccanica di Lecco Lecco Lavor. a freddo dell'acciaio 369 31,0 -11,1 -15,0 10,5Metalmeccanica di Lecco Lecco Carpenteria metallica 31 124,4 -49,2 -33,2 0,9Metalmeccanica di Lecco Lecco Prodotti in metallo 167 -9,2 1,2 17,8 4,7Metalmeccanica di Lecco Lecco Viterie e bullonerie; Posateria e pentolame 436 20,3 -6,4 -9,2 12,4Metalmeccanica di Lecco Lecco Meccanica 805 29,5 9,7 -0,9 22,9Metalmeccanico del basso mantovano Mantova Carpenteria metallica 7 3,1 65,4 23,0 0,1Metalmeccanico del basso mantovano Mantova Organi di trasmissione 204 37,1 -1,1 -11,1 3,8Metalmeccanico del basso mantovano Mantova Impianti sollevam. e trasporto 456 9,0 7,6 14,2 8,5Metalmeccanico del basso mantovano Mantova Macchine agricole 83 15,9 0,1 -4,7 1,5Nocciola e frutta piemontese Cuneo Colture permanenti 279 20,2 -9,2 -5,2 4,4Oreficeria di Valenza Alessandria Orafo 864 53,6 -3,7 7,0 18,3Riso di Pavia Pavia Riso 193 -5,1 -2,0 2,5 5,5Riso di Vercelli Vercelli Riso 161 2,0 -2,5 -1,9 9,2Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia Novara Rubinetteria e valvolame 852 -0,5 1,8 1,2 20,6Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia Verbano-Cusio-Ossola Rubinetteria e valvolame 50 5,2 10,5 -2,8 8,7Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia Vercelli Rubinetteria e valvolame 290 1,3 -7,0 -5,4 16,6Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane Brescia Coltelleria, posateria, pentole 1.176 14,1 -0,8 -2,4 8,8Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane Brescia Rubinetteria 1.702 17,4 -1,6 -6,3 12,7Seta-tessile di Como Como Tessuti in seta 622 5,0 3,6 4,3 12,2Seta-tessile di Como Como Abbigliamento 418 13,2 -3,9 0,6 8,2Tessile di Biella Biella Filati in lana 377 14,4 -17,4 -25,1 24,7Tessile di Biella Biella Tessuti lana 475 18,7 1,7 -4,5 31,1Tessile di Biella Biella Abbigliamento 148 10,8 8,2 4,0 9,7Tessile e abbigliamento della Val Seriana Bergamo Filati in cotone 100 11,9 1,7 2,9 0,8Tessile e abbigliamento della Val Seriana Bergamo Tessuti in cotone 201 7,1 5,4 9,5 1,6Tessile e abbigliamento della Val Seriana Bergamo Abbigliamento 240 2,2 -12,8 -18,8 1,9Vini di Franciacorta Brescia Spumanti 121 -0,3 10,1 17,2 0,9Vini di Langhe, Roero e Monferrato Alessandria Vino 132 25,8 9,3 18,4 2,8Vini di Langhe, Roero e Monferrato Asti Vino 243 14,3 -1,3 -5,7 18,7Vini di Langhe, Roero e Monferrato Cuneo Vino 704 11,0 -2,7 -8,3 11,0

Rile vanza Dist re t to (b)

Dist re t to P rov inc ia S pe cia lizzaz ioneE xpor t nomina le ne l

2011 (milioni di euro)

Va r . % nomina le e xpor t

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

44 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Cruscotto dei distretti (Nord-Est - parte I)

2011 Gen.-S e t .'12 (a ) Lug.-S e t .'12 (a )

Abbigliamento di Rimini Rimini Abbigliamento 519 9,8 10,5 3,8 28,1Alimentare di Parma Parma Prodotti da forno e farinacei 291 7,8 9,6 17,7 5,4Alimentare di Parma Parma Altri prodotti alimentari 209 0,0 11,7 14,8 3,9Calzatura sportiva di Montebelluna Treviso Calzature sportive 918 4,9 -11,0 -14,6 8,6Calzatura veronese Verona Calzature 388 3,4 -6,9 -5,9 4,4Calzature del Brenta Padova Calzature 331 16,8 -2,7 0,4 4,0Calzature del Brenta Venezia Calzature 378 13,1 3,4 -0,7 10,1Calzature di Fusignano-Bagnacavallo Ravenna Calzature 32 21,1 -28,9 -22,4 0,9Calzature di San Mauro Pascoli Forli-Cesena Calzature 224 14,9 13,1 4,7 8,1Carni di Verona Verona Carni e salumi 230 17,1 17,0 9,9 2,6Ceramica artistica di Bassano del Grappa Vicenza Ceramica artistica 37 -1,1 6,4 22,2 0,3Ciclomotori di Bologna Bologna Ciclomotori 397 22,6 24,4 20,8 3,6Coltelli, forbici di Maniago Pordenone Coltelli e forbici 82 3,0 14,1 8,1 2,4Componentistica e termoelettromeccanica friulana Pordenone Componentistica e termoelettromeccanica 1.323 8,8 -1,8 -1,8 39,0Componentistica e termoelettromeccanica friulana Udine Componentistica e termoelettromeccanica 2.052 5,6 -21,4 -23,7 38,4Concia di Arzignano Vicenza Concia 1.735 14,2 2,7 3,8 12,0Dolci e pasta veronesi Verona Prodotti da forno e farinacei 125 7,2 15,7 10,7 1,4Dolci e pasta veronesi Verona Altri prodotti alimentari 177 11,2 18,1 21,0 2,0Elettrodomestici di Inox valley Pordenone Elettrodomestici 298 5,6 16,0 17,6 8,8Elettrodomestici di Inox valley Treviso Elettrodomestici 714 1,0 3,7 1,3 6,7Food machinery di Parma Parma Macchine per ind. alimentare 390 15,2 13,6 -0,4 7,3Grafico veronese Verona Grafico 94 18,6 -7,5 -7,4 1,1Lattiero-caseario di Reggio Emilia Reggio-Emilia Formaggi 219 10,0 3,2 4,0 2,6Lattiero-caseario Parmense Parma Parmigiano 155 11,1 12,2 2,6 2,9Legno e arredamento dell'Alto Adige Bolzano-Bozen Taglio e piallatura del legno 23 -4,3 -3,0 2,8 0,6Legno e arredamento dell'Alto Adige Bolzano-Bozen Prodotti in legno 85 10,1 8,7 6,2 2,3Legno e arredamento dell'Alto Adige Bolzano-Bozen Mobili 85 -1,2 2,7 7,8 2,3Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena Modena Macchine agricole 194 16,8 -40,1 -34,1 1,9Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena Reggio-Emilia Macchine agricole 452 22,8 6,1 9,8 5,4Macchine legno di Rimini Rimini Macchine legno 221 21,7 -1,4 -2,2 12,0Macchine per l'imballaggio di Bologna Bologna Macchine per l'imballaggio 2.001 15,2 9,8 19,6 18,3Macchine utensili di Piacenza Piacenza Macchine utensilli 106 36,6 29,0 44,2 4,0Maglieria e abbigliamento di Carpi Modena Abbigliamento 509 7,4 -2,2 -5,6 5,0Maglieria e abbigliamento di Carpi Modena Maglieria esterna 158 3,3 -18,5 -19,8 1,6Marmo e granito di Valpolicella Verona Marmo e granito 358 5,2 3,9 3,3 4,0Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova Padova Manuf. plastica per consumo 340 10,2 -3,0 -3,7 4,1Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova Treviso Manuf. plastica per consumo 358 12,3 -3,0 -1,0 3,4Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova Vicenza Manuf. plastica per consumo 455 9,2 -5,7 -7,6 3,1Meccanica strumentale di Vicenza Vicenza Macchine utensili e per il legno 380 40,9 6,4 8,1 2,6Meccanica strumentale di Vicenza Vicenza Macch. ind.alimentare, sist.moda, mat.plast. 858 26,0 -1,9 4,9 5,9

Dist re t to P rov inc ia S pe cia lizzaz ioneE xpor t nomina le ne l

2011 (milioni di e uro)

Va r . % nomina le e xpor t Rile vanza Dist re t to (b)

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 45

Cruscotto dei distretti (Nord-Est - parte II)

2011 Ge n.-S e t .'12 (a ) Lug.-Se t .'12 (a )

Mele del Trentino Trento Colture permanenti 67 23,4 -10,1 4,1 2,1Mele dell'Alto Adige Bolzano-Bozen Colture permanenti 513 19,8 -1,2 16,7 14,0Mobile d'arte del bassanese Vicenza Mobile d'arte 308 5,4 -0,4 4,8 2,1Mobile del Livenza e Quartiere del Piave Pordenone Mobili camera e soggiorno 665 8,2 -4,6 -14,3 19,6Mobile del Livenza e Quartiere del Piave Treviso Mobili camera e soggiorno 1.411 4,9 3,6 4,9 13,3Mobili imbottiti di Forlì Forli-Cesena Mobili imbottiti 172 4,6 0,1 -10,4 6,2Mobili in stile di Bovolone Verona Mobili in stile 98 -5,0 9,5 5,9 1,1Occhialeria di Belluno Belluno Occhialeria 1.738 11,4 13,0 15,2 64,5Oreficeria di Vicenza Vicenza Oreficeria 1.313 7,5 6,1 6,6 9,1Ortofrutta romagnola Ferrara Colture permanenti 126 4,3 -3,3 -11,1 5,4Ortofrutta romagnola Forli-Cesena Colture agricole non permanenti 88 17,0 20,2 7,1 3,2Ortofrutta romagnola Forli-Cesena Colture permanenti 130 -7,9 5,6 27,3 4,7Ortofrutta romagnola Ravenna Colture permanenti 136 -13,7 10,3 15,0 3,9Piastrelle di Sassuolo Modena Piastrelle 1.653 0,7 2,6 4,7 16,4Piastrelle di Sassuolo Reggio-Emilia Piastrelle 748 7,6 5,1 0,5 9,0Porfido di Val di Cembra Trento Porfido 38 1,1 -0,5 -3,4 1,2Prosciutto San Daniele Udine Prosciutto 22 -11,5 10,4 45,7 0,4Salumi del modenese Modena Prosciutto 531 10,8 8,3 5,2 5,3Salumi di Parma Parma Prosciutto 253 6,4 6,3 5,3 4,7Salumi di Reggio Emilia Reggio-Emilia Prosciutto 125 4,5 -5,4 4,6 1,5Sedie e tavoli di Manzano Udine Sedie e tavoli 462 -0,8 -1,1 -8,1 8,6Termomeccanica scaligera Verona Termosifoni, caldaie 227 -3,2 -7,2 -0,3 2,5Termomeccanica scaligera Verona Scalda acqua elettrici 166 6,9 -5,7 -4,0 1,9Termomeccanica scaligera Verona Fornaci, bruciatori 809 23,4 0,1 0,9 9,1Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno Vicenza Filati in lana 94 11,0 -1,5 -16,9 0,6Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno Vicenza Tessuti in lana 208 12,8 -9,3 -10,1 1,4Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno Vicenza Abbigliamento 958 4,3 7,4 5,0 6,6Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno Vicenza Maglieria esterna 112 2,1 6,2 -0,9 0,8Tessile e abbigliamento di Treviso Treviso Tessuti in cotone 161 -4,6 -13,8 -8,1 1,5Tessile e abbigliamento di Treviso Treviso Abbigliamento 641 -1,2 -3,9 -4,6 6,0Tessile e abbigliamento di Treviso Treviso Maglieria esterna 122 -8,8 1,4 0,9 1,1Prodotti in vetro di Venezia Venezia Vetro artistico 101 6,5 4,7 0,8 2,7Vini bianchi di Bolzano Bolzano-Bozen Vino 158 11,9 -1,9 11,0 4,3Vini del Friuli Gorizia Vino 18 13,2 17,4 30,2 1,3Vini del Friuli Trieste Vino 19 13,5 15,0 26,3 0,8Vini del Friuli Udine Vino 40 3,5 7,1 8,9 0,7Vini del veronese Verona Vino 732 10,2 10,4 4,2 8,2Vini rossi e bollicine di Trento Trento Vino 324 7,6 3,0 9,1 10,4Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Treviso Vino 350 21,4 10,8 14,4 3,3

Dist re t to P rov inc ia S pe c ia lizza z ioneE xpor t nomina le ne l

2011 (milioni di e uro)

Va r . % nomina le e xpor t Rile va nza Dist re t to (b)

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

46 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Cruscotto dei distretti (Centro)

2011 Gen.-Se t .'12 (a ) Lug.-Se t .'12 (a )

Abbigliamento di Empoli Firenze Abbigliamento 849 13,8 4,8 -0,6 10,5Abbigliamento di Empoli Firenze Maglieria esterna 104 4,0 6,9 3,9 1,3Calzature di Fermo Ascoli Piceno Calzature 1.038 16,8 5,9 0,8 35,9Calzature di Fermo Macerata Calzature 401 7,2 3,3 0,9 26,4Calzature di Lamporecchio Pistoia Calzature 123 32,5 3,7 -3,7 9,6Calzature di Lucca Lucca Calzature 262 4,8 -5,2 7,4 7,6Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano Ancona Cappe aspiranti ed elettrod. 734 -9,0 -3,1 -2,6 21,5Cartario di Capannori Lucca Carta per imball. e uso domest. 449 3,5 -0,7 -3,4 13,1Ceramica di Civita Castellana Viterbo Ceramica 80 -2,9 -11,3 -13,9 31,0Ceramica di Sesto Fiorentino Firenze Ceramica 30 7,5 -10,6 -22,1 0,4Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno Pisa Concia 674 10,2 2,1 3,3 24,6Concia e calzature di Santa Croce sull'Arno Pisa Calzature 284 12,2 10,0 14,3 10,3Cucine di Pesaro Pesaro E Urbino Cucine 311 2,8 10,9 9,4 16,6Florovivaistico di Lucca e Pistoia Pistoia Riproduzione delle piante 210 1,2 5,8 4,8 16,3Jeans valley di Montefeltro Pesaro E Urbino Jeans 126 -9,4 -5,5 -13,9 6,7Macchine utensili e per il legno di Pesaro Pesaro E Urbino Macchine utensili e per il legno 278 11,8 5,4 7,6 14,9Maglieria e abbigliamento di Perugia Perugia Abbigliamento 207 20,3 -0,9 -8,2 9,5Maglieria e abbigliamento di Perugia Perugia Maglieria esterna 95 20,9 27,8 21,9 4,4Marmo di Carrara Massa-Carrara Marmo 263 7,6 9,1 14,0 22,4Marmo di Carrara Massa-Carrara Estrazione marmo 145 6,4 1,1 19,7 12,3Marmo di Carrara Lucca Marmo 107 6,7 22,6 31,4 3,1Marmo di Carrara Lucca Estrazione marmo 23 8,3 26,6 43,7 0,7Mobile dell'Alta Valle del Tevere Perugia Mobile 55 2,0 0,8 5,4 2,5Mobile imbottito di Quarrata Pistoia Mobili imbottiti 140 -13,5 -7,6 -4,7 10,9Mobili di Poggibonsi-Sinalunga Siena Cucine 40 7,1 3,3 -14,3 3,4Olio di Firenze Firenze Olio 165 8,9 8,0 19,7 2,0Olio di Lucca Lucca Olio 194 0,6 1,1 5,3 5,6Olio umbro Perugia Olio 154 31,0 2,9 17,6 7,1Oreficeria di Arezzo Arezzo Oreficeria 1.480 -3,4 14,1 17,2 19,3Pelletteria del Tolentino Ascoli Piceno Pelletteria 209 12,6 3,4 -8,4 7,2Pelletteria del Tolentino Macerata Pelletteria 193 23,0 2,0 -1,2 12,7Pelletteria e calzature di Arezzo Arezzo Articoli in pelle 248 71,6 40,2 41,7 3,2Pelletteria e calzature di Arezzo Arezzo Calzature 114 39,2 25,6 14,3 1,5Pelletteria e calzature di Firenze Firenze Pelletteria e concia 1.572 33,9 10,0 5,0 19,4Pelletteria e calzature di Firenze Firenze Calzature 722 20,5 9,7 4,8 8,9Strumenti musicali di Castelfidardo Ancona Strumenti musicali 33 12,7 19,2 5,4 1,0Strumenti musicali di Castelfidardo Macerata Strumenti musicali 14 0,3 -6,5 -7,4 0,9Tessile e abbigliamento di Arezzo Arezzo Tessuti 55 17,5 -24,9 -20,3 0,7Tessile e abbigliamento di Arezzo Arezzo Abbigliamento 196 20,8 8,9 6,5 2,5Tessile e abbigliamento di Arezzo Arezzo Maglieria esterna 26 25,4 3,5 -7,7 0,3Tessile e abbigliamento di Prato Prato Filati in lana 204 17,1 -10,0 -18,8 9,3Tessile e abbigliamento di Prato Prato Tessuti in lana 715 0,5 -0,9 -7,7 32,5Tessile e abbigliamento di Prato Prato Abbigliamento 445 16,4 -9,1 -11,4 20,3Tessile e abbigliamento di Prato Prato Maglieria esterna 145 5,0 -8,4 -6,7 6,6Vini del Chianti Firenze Vino 215 7,6 10,0 13,4 2,7Vini del Chianti Siena Vino 243 9,4 5,1 6,1 21,0

Dist re t to P rovinc ia Spec ia lizza z ioneExpor t nomina le ne l

2011 (milioni di e uro)

Va r . % nomina le e xpor t Rile vanza Dist re t to (b)

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 47

Cruscotto dei distretti (Sud)

2011 Ge n.-Se t .'12 (a ) Lug.-Se t .'12 (a )

Abbigliamento del barese Bari Abbigl. e biancheria intima 108 8,5 -1,9 -2,4 2,7Abbigliamento del napoletano Napoli Abbigliamento 321 5,1 4,1 -6,0 6,1Abbigliamento nord abruzzese Teramo Abbigliamento 64 3,3 0,2 -11,6 5,5Abbigliamento sud abruzzese Chieti Abbigliamento 125 -20,4 -29,3 -56,0 2,6Abbigliamento sud abruzzese Chieti Maglieria esterna 14 -27,2 -40,0 -36,4 0,3Abbigliamento sud abruzzese Pescara Abbigliamento 105 18,7 6,7 10,4 19,9Caffè e pasta napoletana Napoli Prodotti da forno e farinacei 173 4,4 15,8 25,3 3,3Caffè e pasta napoletana Napoli Altri prodotti alimentari 101 4,3 11,3 12,6 1,9Calzature del nord barese Bari Calzature classiche e sportive 205 8,5 -6,2 0,2 5,2Calzature di Casarano Lecce Calzature 48 10,1 -50,0 -67,6 10,5Calzature napoletane Caserta Calzature 65 24,0 10,3 6,4 6,1Calzature napoletane Napoli Calzature 152 6,0 1,5 -1,4 2,9Calzetteria-abbigliamento del Salento Lecce Abbigliamento 48 20,7 -15,8 -26,7 10,5Calzetteria-abbigliamento del Salento Lecce Maglieria esterna 12 9,3 -31,4 -33,7 2,6Concia di Solofra Avellino Concia 141 -1,7 -0,3 2,0 14,9Conserve di Nocera Salerno Conserve 822 -5,0 9,5 6,7 42,4Lattiero-caseario del sassarese Sassari Pecorino 44 -1,4 6,6 34,3 17,8Mobile imbottito della Murgia Bari Mobili imbottiti 372 -7,2 -11,8 -13,2 9,4Mobile imbottito della Murgia Matera Mobili imbottiti 49 -4,9 -4,2 3,7 20,0Mobilio abruzzese Pescara Mobili per ufficio 8 -19,5 70,9 105,9 1,6Mobilio abruzzese Teramo Mobili per ufficio 78 -0,6 8,3 1,9 6,7Mozzarella di bufala campana Caserta Mozzarella 56 21,9 84,0 35,3 5,2Mozzarella di bufala campana Napoli Mozzarella 109 11,4 -48,6 -33,9 2,1Olio e pasta del barese Bari Olio 67 3,6 5,5 13,6 1,7Olio e pasta del barese Bari Prodotti da forno e farinacei 83 17,7 14,9 11,1 2,1Ortofrutta del barese Bari Colture agricole non permanenti 174 7,7 -39,5 -3,5 4,4Ortofrutta del barese Bari Colture permanenti 378 8,6 -0,8 -5,6 9,6Ortofrutta del foggiano Foggia Colture agricole non permanenti 45 -16,2 12,5 103,6 6,3Ortofrutta di Catania Catania Colture permanenti 104 -0,8 -6,0 14,1 12,6Pasta di Fara Chieti Prodotti da forno e farinacei 113 -1,3 6,8 3,3 2,3Pomodoro di Pachino Ragusa Colture agricole non permanenti 106 -17,6 -8,6 -5,6 41,4Pomodoro di Pachino Siracusa Colture agricole non permanenti 10 -19,9 -28,6 -25,7 0,1Sughero di Calangianus Sassari Sughero 25 5,1 11,5 3,6 10,1Vini del Montepulciano d'Abruzzo Chieti Vino 79 6,3 -3,5 7,8 1,6Vini del Montepulciano d'Abruzzo Pescara Vino 21 5,1 4,5 14,0 4,0Vini e liquori della Sicilia occidentale Agrigento Vino 29 16,7 -5,5 -16,9 21,2Vini e liquori della Sicilia occidentale Palermo Vino 20 -2,7 30,5 25,4 8,6Vini e liquori della Sicilia occidentale Trapani Vino 46 10,1 1,9 20,1 22,1

Dist re t to P rov incia Spe cia lizzaz ioneE xpor t nomina le ne l

2011 (milioni di e uro)

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Monitor dei Distretti Dicembre 2012

48 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Appendice Metodologica

Non è facile monitorare l’evoluzione congiunturale dei distretti industriali. Le uniche informazioni aggiornate disponibili, a livello territoriale (provinciale), riguardano le esportazioni espresse a prezzi correnti (dati trimestrali). Un incrocio province/settori per le esportazioni è disponibile, inoltre, per un numero relativamente limitato di settori. La congiuntura dei distretti può essere pertanto approssimata in un modo molto grezzo, con un maggiore grado di confidenza solo per i distretti fortemente export-oriented (non ci sono, infatti, dati sul mercato interno) e per quelli che producono beni non troppo specifici (non abbiamo statistiche su micro-settori ad esempio come “coltelli e forchette”…).

I distretti analizzati costituiscono una sintesi di quelli individuati dalla Federazione dei distretti italiani, dall’Istat, dalla Fondazione Edison e dalle Leggi regionali che censiscono i distretti stessi.

Nel Monitor dei distretti sono analizzati, oltre a circa 140 distretti tradizionali (principalmente specializzati nel sistema moda, nel sistema casa, nella meccanica e nell’agro-alimentare), 20 poli tecnologici, specializzati cioè in settori ad alta tecnologia (farmaceutica, ICT, aeronautica).

Poiché il presente lavoro ha finalità soprattutto quantitative a livello del sistema distretti nel suo complesso, ci si è concentrati solo sui distretti e poli tecnologici che potevano essere ben rappresentati dai dati Istat disponibili sul commercio estero a livello provinciale. Vale la pena precisare che i dati Istat provinciali si riferiscono alle export, espresse a prezzi correnti e, pertanto, non tengono conto dei fenomeni inflativi, ovvero delle variazioni di prezzo non dovuti a miglioramenti qualitativi dei beni prodotti. Questi dati devono, pertanto, essere valutati con cautela visto che, l’evoluzione positiva (negativa) dell’export può nascondere aumenti (diminuzioni) di prezzo legati all’andamento delle quotazioni delle materie prime.

In questo numero del Monitor l’evoluzione delle esportazioni del 2011 si basa sul confronto tra i dati definitivi del 2011 e quelli definitivi del 2010. Infine, l’evoluzione delle esportazioni nei primi nove mesi del 2012 è calcolata confrontando i dati rettificati del 2012 con i dati definitivi del 2011.

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Le pubblicazioni sui Distretti del Servizio Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani

Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 2003

Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 2003

Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003

Il distretto del tessile–abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003

Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003

Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004

Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004

Il distretto del tessile–abbigliamento di Prato, Marzo 2004

Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004

Il distretto dell’occhialeria di Belluno, Settembre 2004

Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004

Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005

Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005

Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005

Il distretto serico di Como, Agosto 2005

Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005

Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno, Dicembre 2005

Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006

Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 2006

I distretti italiani del mobile, Maggio 2007

Il distretto conciario di Solofra, Giugno 2007

Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di S.Croce sull’Arno (aggiorn.), Settembre 2007

Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 2007

Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 2007

Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 2008

Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 2008

Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 2009

Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 2009

I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 2009

Il distretto della maglieria e dell’abbigliamento di Carpi, Marzo 2010

Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 2010

I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 2010

L’occhialeria di Belluno all’uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 2010

La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 2010

Il comparto termale in Italia: focus Terme Euganee, Giugno 2011

Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: strategie per un rilancio possibile, Luglio 2011

Il distretto della carta di Capannori: Marzo 2012

I distretti industriali e i poli tecnologici del Mezzogiorno: struttura ed evoluzione recente, Giugno 2012

Il mobile imbottito di Forlì nell’attuale contesto competitivo, Novembre 2012

Abbigliamento abruzzese e napoletano, Novembre 2012

Monitor dei distretti e Monitor dei distretti regionali

Trimestrale di congiuntura e previsioni sui principali distretti industriali italiani

Ultimo numero: Dicembre 2012

Economia e finanza dei distretti industriali

Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali

Quinto numero: Dicembre 2012

Monitor dei Distretti Dicembre 2012

50 Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche

Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Ufficio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile Ufficio) 0287962051 [email protected] Stefania Trenti (Responsabile) 0287962067 [email protected] Foresti (Responsabile Analisi Territoriale) 0287962077 [email protected] Cristina De Michele 0287963660 [email protected] Fumagalli 0280212270 [email protected] Palumbo 0287935842 [email protected] Riontino 0280215569 [email protected] Sangalli 0280215785 [email protected] Elisa Coletti (Responsabile) 0287962097 [email protected] Lamieri 0287935987 [email protected] Lucchina 0287935939 [email protected] e Servizi Pubblici Locali Laura Campanini (Responsabile) 0287962074 [email protected] Olivetto 0287962265 [email protected]

Il rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 12 dicembre 2012

Editing: Elisabetta Ciarini

Avvertenza Generale

La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo.


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