Mordente
Nella musica moderna l’ornamentazione è inglobata nel testo scritto;
Viene anche indicata con segni (simboli) convenzionali;
L’ornamentazione altera melodia, ritmo e armonia
L’ornamentazione è soggetta a «mode e abitudini».
«Prassi esecutiva»
Cos’è la «Prassi esecutiva»?
C. Ph. E. Bach In «Versuch über die wahre Art das Clavier zu spielen» [Saggio sulla vera arte di suonare il clavicembalo] (Berlino, 1753) spiega come debbano essere eseguite le ornamentazioni contenute nell’opera, non solo, traccia anche un profilo estetico, sottolineando l’importanza che l’ornamentazione ricopre nell’ambito dell’esecuzione: «Non è possibile mettere in discussione la necessità degli ornamenti … non sono soltanto utili, ma indispensabili» Più avanti: «Mettono le note in connessione, danno loro vita. Le enfatizzano, ed oltre a fiorir loro accento e significato le rendono grate».
Nell’opera citata incontriamo anche indicazioni di precauzione sull’abuso dell’ornamentazione: «Ma nella stessa proporzione in cui essi rivelano utilità e bellezza quando sono appropriatamente applicati, così possono rivelarsi nocivi se si impiegano quelli errati, o se la loro applicazione non avviene col giusto criterio…»
«Inoltre dovremmo encomiare coloro i quali segnano con chiarezza tutti quegli ornamenti che hanno inteso per i loro brani, invece di lasciarli alla discrezione di un esecutore potenzialmente incompetente.»
Da ciò si deduce che: L’ornamentazione ha forza espressiva e il suo
corretto uso può rafforzare «gli affetti»; Può migliorare l’estetica di una melodia,
arricchendola e rendendola gradevole all’ascolto; L’ornamentazione non deve essere abusata, con
il rischio di rendere il brano pesante; Occorre che il compositore indichi con
particolare attenzione il tipo di ornamento da sviluppare, al fine di evitare che sia l’esecutore ad intervenire in piena libertà;
Prassi esecutiva: L’insieme delle norme che consentono di risalire
all’esatta risoluzione di problematiche legate a: RITMO SVILUPPO delle ORNAMENTAZIONI
Nella prassi esecutiva occorre: Risalire alle fonti originali Manoscritto Stampa
Confrontare più fonti Coeve Ristampe Fonti presenti sotto forma di citazione
Ascolto: T. Albinoni Concerto Op 9 No 11 in sib maggiore Per Oboe e archi Adagio
Italiano: Mordente → abbellimento facente parte dei GROPPI e Tremoli; Acciaccatura. Inglese: Mordent, Beat (Open Shake, Sweetening). Tedesco: Mordant o Mordent, Beisser, Zusammenschlag. Francese: Martellement, Pincement, Pincé, Battement, Mordant
Consiste nel rapido alternarsi di una nota con la nota immediatamente inferiore.
Intervallo di tono o semitono (diatonico). La nota reale regge l’accento (si esegue
prima). Una o più ripercussioni. Non altera il carattere melodico o armonico Si adatta sia allo stile contrappuntistico sia
allo stile armonico. Si può usare anche la nota superiore.
Una definizione: Nicolaus Ammerbach, Orgel – oder Instrument-Tablatur, 1571:
«In una frase ascendente in cui, per esempio, dal mi si va al fa, il mi si alterna col re, ed il fa col mi. In una frase discendente, dal fa al mi, il fa si alterna col sol, ed il mi col fa.»
Ascolto: Elias Nikolaus Ammerbach (1530-1597) Tabulaturbuch 1571, various pieces. Glen Wilson, harpsichord.
Passamezzo Itali - Saltarella
Diruta, «Il Transilvano». 1597 Annovera alcuni mordenti tra i
GROPPI → molto simili alle DIMINUZIONI poiché non si fermano sulla nota reale ma procedono direttamente a quella seguente:
I liutisti chiamavano il mordente Tiret, Pincé, Beat, Beisser.
Playford, «Table of Graces proper to the Viol or Violin» 1654:
Mordente preceduto da appoggiatura
«shaked Beat» Soluzione
J. Ch. Chambonnières, Premiere livre de Pièces, 1670:
Anche La Begue utilizza lo stesso simbolo per indicare il mordente → «Pièces de Clavecin», Parigi 1677.
Fu Chambonnières ad introdurre il segno per il mordente
Jacques Champion de Chambonnieres (1601-1672)
« Double de la Gaillarde » Françoise Lengelle Clavicembalo
J. J. Rousseau, chiama il mordente «martellement»:
«Il martellement si ha quando il dito che deve sonar una nota batte prima due o tre volte più rapidamente che per il trillo, e più leggermente, rimanendo in seguito sul tasto. Il martellement è sempre inseparabile dall’appoggiatura, perciocché essa deve sempre terminare con un martellement. È un ornamento che si produce naturalmente con la voce per mezzo d’una leggera agitazione della gola nel finire l’appoggiatura, e gli strumenti debbono cercare d’imitarlo.»
Il mordente è un evento che si verifica sovente dopo un’appoggiatura dal basso.
Dopo un’appoggiatura dell’alto è preferibile un trillo.
I contemporanei di Rousseau usavano svolgere le appoggiature nella forma semplice, cioè senza trillo o mordente.
Henry d’Anglebert. Usa una «virgola» posta dopo la nota per indicare un mordente:
Pincé Altro Tremblement et pincé
Jean Henri D'Anglebert (1629 1691)
Suite 3 in d Courante for Harpsichord
Altre spiegazioni Muffat: Florilegium, Augsburg 1695 Purcell: Harpsichord Pieces, 1696
Mordente preceduto da appoggiatura
F. Couperin. Il mordente (Pincé) è molto importante, infatti lo pone al primo posto sia nella tavola degli abbellimenti sia nella prefazione del «Premiere livre de Pièces de Clavicin» (1713) sia nella prefazione del «Methode» (1716)
François Couperin Prelude 5 Robert Hill, Clavecin
«Premiere livre de Pièces de Clavicin» (1713)
«Premiere livre de Pièces de Clavicin» (1713)
«Premiere livre de Pièces de Clavicin» (1713)
«Methode» (1716)
«Methode» (1716)
«Ciascun mordente deve venir formato sulla nota su cui è posato; e per renderlo chiaro io uso l’espressione fermata che qui di seguito è segnata da un asterisco; cosicché le ripercussioni e la nota sulla quale ci si deve fermare, devono essere tutte comprese nel valore della nota reale»:
Francois Couperin “La dilligente” Gustav Leonhardt Clavicembalo
Muffat, «Componimenti» 1735
Inserisce nelle sue spiegazioni indicazioni precise circa l’esecuzione delle note ausiliarie.
Due notazioni per indicare il medesimo mordente.
Come sopra
J. Ph. Rameau, «Pieces de Clavicin», 1731 Usa una virgola per indicare il mordente
(pincé) Lo posiziona a destra della nota (NB: la
stessa virgola posta a sinistra indica una appoggiatura)
Gruppetto
Italiano: Gruppetto, Circolo mezzo Inglese: Turn, Single Relish Francese: Doublé, Cadence, Tour de Gosier, Double-cadence, Cadence sans Tremblement Tedesco: Doppelschlang
STRUTTURA del GRUPPETTO Formato da 4 note
Nel sec. XVI il gruppetto si trova come risoluzione di un trillo.
Esempi in: Ganassi (1535) Diego Ortiz (1553 G. Diruta (1597)
1 2
3
Il gruppetto viene sovente impiegato da solo: come diminuzione chiamato circolo mezzo
In questo caso: 1. Inizia e finisce sulla nota reale 2. Conduce alla terza superiore o inferiore 3. La prima nota si prolunga ed il gruppetto si
svolge nella parte terminale collegandosi al seguito.
Thomas Mace (1676) The Lute Ascending a 3d. Thus. Descending a 3d.
Thus.
«Il Single Relish vien fatto generalmente su Ascensioni e Discensioni di terza»
D’Anglebert
Le prime note formano un
gruppetto che introduce un
trillo
Come prima ma con
gruppetto rovesciato
Gruppetto nella forma antica (inizio
su nota reale discesa di una
terza) seguito da gruppetto che
introduce un trillo
Come il precedente ma
con gruppetto in forma rovesciata che introduce un
trillo
Gruppetto ordinario
utilizzato nel modo comune
Gruppetto ordinario eseguito
appena dopo il battere
Muffat, Florilegium Primum, 1695: «Quando il simbolo del gruppetto è posizionato dopo la nota reale, esso funge da ornamentazione alla seconda parte di questa. La croma re viene così mutata in una semicroma, secondo la regola d’esecuzione delle note brevi dopo il punto. Il trillo seguente comincerà con l’appoggiatura mi.»
Purcell, Lessons for the Harpsichord, 1696
Couperin impiega anche questi segni: indica un trillo che termina con un gruppetto Bach J S:
La combinazione appare anche nella musica di Bach (occasionalmente)
GRAZIE Alla prossima settimana