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Mr.Book 2

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Mr.Book il giornalino della scuola media di Tesero
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Page 1: Mr.Book 2

Mr. BOOK2^ USCITA 30 NOVEMBRE 201 0

Giornalino della Scuola Secondaria di primo grado G. Alberti di Tesero

Pagina 1

SOMMARIO

PG. 2 NOTIZIE DALLA SCUOLA

PG. 5 L'ANGOLO DELL' INTERVISTA

PG. 6 NOTIZIE DAL MONDO

PG.1 0 NOTIZIE DALL'ITALIA

PG. 1 3 PER GIOCARE UN PO'. . .

PG. 1 5 I NOSTRI SPONSOR

ERRATA CORRIGE DELLA PRIMA USCITA

ERRORI:CORREZIONI :Pagina 3:Alla 32ª riga va tolta la parola secondo

Pagina 3: Alla 40a riga c'è scritto a molti èpiaciuta.Ad alcuni è piaciuto

Pagina 5:Alla 9a riga c'è scritto BayerBayern

Pagina 7:2 ripetizioni dal la 3a riga fino alla 1 0a riga edalla 22a fino all 'ultima riga.

Pagina 3: riga 5 (2009-201 0)(201 0-2011 )

Pagina 5: harterhärter

Cruciverba:gesùGesù

AUGURI DALLA REDAZIONEEccoci al la 2^ uscita del nostro Mr. BOOK!Cogliamo l'occasione per augurarvi un Buon Natale e un fel ice anno nuovo, sprandoche trascorriate delle belle vacanze con le persone a cui volete bene! ! !

Page 2: Mr.Book 2

Pagina 2

NOTIZIE DALLA SCUOLA

Come ben saprete dall 'anno scorso l’ INVALSI provvede alla valutazione degli apprendimenti ditutti gl i alunni del le classi quinte della scuola primaria e di tutte le classi del la scuola secondariadi primo grado, su tutto i l territorio nazionale. L'Invalsi è l ’ istituto nazionale per la valutazione delsistema educativo di istruzione e formazione: un organismo control lato direttamente dalministero dell 'Istruzione. I test Invalsi sono domande di matematica, ital iano e scienze e sonouguali in tutta I tal ia. Non sono fatti per insegnare, ma per misurare i bambini. Anche se alla fine itest servono pure a valutare la bravura delle scuole, a distinguere quelle di serie A da quelle diserie B, e a raccogliere dati su insegnanti e alunni. I test vengono somministrati da insegnanti dialtre classi che non possono rispondere a domande riguardanti i l contenuto dei quesiti ; aibambini non è concesso il prolungamento del breve tempo a disposizione; in nessun caso èconsentito l 'uso del dizionario, l 'uso di gomme per cancellare ed è reso obbligatorio l 'uso dellapenna biro. Ad ogni alunno corrisponde un codice. Poiché i test non tengono conto dellediversità, dei percorsi, dei contesti ambiental i , si creeranno discriminazioni tra le scuole aseconda delle condizioni social i del territorio in cui sono inserite. Approfondimento, creatività,col laborazione rischiano così di divenire elementi secondari ed i bambini con maggiore difficoltàrischieranno di diventare un “problema” per la classe. I test non sono obbligatori, contrastanocon la legge sull ’autonomia, non sono previsti dal la stessa riforma Moratti e nemmeno daldecreto applicativo n.59. L’unico riferimento dei test sono le Indicazioni nazionali , ancoraprovvisorie e mai legittimate dal governo attraverso i necessari passaggi legislativi . Anche alivel lo sindacale, Cobas e CGIL si sono espressi contro l ’obbligatorietà dei test.Le prove si sono svolte secondo il seguente calendario:1 ) 6 Maggio 201 0: prova di ital iano nella I I e V primaria;2) 11 Maggio 201 0: prova di matematica nella I I e V primaria;3) 1 3 maggio 201 0: prova di ital iano e matematica nella I classe della scuola secondaria di primogrado;4) la prova Nazionale per la I I I classe della scuola secondaria di primo grado si svolgerà il giorno1 7 giugno 201 0.

Gli ultimi risultati del test Invalsi indicano che i temi d'ital iano “bocciati” raggiungono il 36,1 % neil icei, i l 69,4 negli istituti tecnici e l '87% nei professionali . Se aggiungiamo gli “appenasufficienti”la percentuale dei l icei sfiora l '80%, mentre nei tecnici e nei professionali supera quota90%.

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Pagina 3

Su cento ragazzi di 1 1 anni, in quattro fumano (3,43%). A 1 3 anni, già diventano 1 4. Bastaentrare nel pianeta adolescenti, a 1 5 anni, e a fumare sono in 33 (32,63%). Quel fi l di fumo èdiventato una nuvola. E un sondaggio rivela che tre ragazzi su quattro sono convinti chesmettere di fumare sia molto facile. Bisogna correre ai ripari, sostiene il Movimento I tal ianoGenitori (Moige), che si al lea con Ministero della Pubblica Istruzione, Istituto I tal iano di MedicinaSociale, Pediatri e Psicoterapeuti. E i l presidente del Moige, lancia in una Conferenza Stampa aRoma una Campagna di informazione nelle scuole ital iane. Un pullman itinerante per tre annicon una mostra multimediale e un teatrino di burattini : una lezione di salute agli studenti dagl i 8ai 1 3 anni. Un giro d’I tal ia per spegnere o non accendere la sigaretta. Una conferma del fumoprecoce viene anche dall ’ Istat: su cento fumatori ed ex fumatori in I tal ia, da 1 4 a 80 anni e oltre,6.2 confessano di aver cominciato a fumare prima dei 1 4 anni. Più maschi (7.5) che femmine(3.7). Le motivazioni al la base del precoce inizio del vizio del fumo disegnate dallopsicoterapeuta infanti le Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell ’ Istituto di Ortofonologia diRoma. “I l preadolescente che fuma – ha evidenziato Bianchi di Castelbianco – vuole fare l ’adultoma allo stesso tempo intende trasgredire al le norme degli adulti”.Quanti preadolescenti fumanooggi. L’ indagine è stata condotta nel 2001 -2002 in 289 scuole ital iane, fra i giovani di 1 1 , 1 3 e 1 5anni. I l dottor Alessio Vieno del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Social izzazionedell ’Università di Padova dice: “I risultati del l ’ indagine sono in fase di elaborazione definitiva.L’abitudine al fumo nei ragazzi è trasversale in tutta I tal ia. Per quanto riguarda le singole realtàstiamo elaborando i dati per macro regioni. Le differenze ci sono ma statisticamente non sonosignificative. A titolo orientativo: nel Nord Ovest fumano 1 0.6 ragazzi da undici a quindici anni sucento; nel Nord Est 7.2; nel Centro 1 2.0; nel Sud 9.5 e nelle Isole 1 0.3”. C’è un dato nazionale:fra i ragazzi di undici anni 3.43 su cento dichiarano di fumare: 0.33 ogni giorno; 1 .32 almeno unavolta al la settimana; 1 .78 meno di una volta al la settimana. Ogni cento ragazzi di tredici anni, 1 4fumano: 3.01 ogni giorno; 4.55 almeno una volta al la settimana; 6.45 meno di una volta al lasettimana. Su cento ragazzi di quindici anni 32.63 dichiarano di fumare: 1 6.07 ogni giorno; 7.42almeno una volta al la settimana; 9.1 4 meno di una volta al la settimana. Fra i ragazzi di undicianni, non c’è differenza fra maschi e femmine; fra quell i di tredici fumano di più i maschi; c’èparità fra quell i di quindici anni. Quando hai acceso la prima sigaretta? L’Istat ha chiesto afumatori ed ex fumatori da 1 4 a 80 anni e oltre quando hanno acceso la prima sigaretta. Lamedia ital iana dei fumatori precoci, e cioè di quanti hanno cominciato a fumare prima dei 1 4anni, è di 6.2. Ecco la geografia dei fumatori precoci: Sardegna (9.0); Campania (8.6); Calabria(7.4); Basil icata (7.3); Puglia e Liguria (6.6); Piemonte (6.5); Sici l ia (6.2); Toscana (6.1 ); Marche(6.0); Molise (5.9); Emil ia Romagna (5.8); Veneto (5.6); Abruzzo (5.5); Lazio e Valle d’Aosta(5.4); Lombardia (5.3). In Trentino Alto Adige l ’ indice dei fumatori precoci è di 4.7 (Trento 5.3 eBolzano 4.2); in Umbria è di 4.5; in Friul i Venezia Giul ia è di 4.2. Fra i giovani dai 1 4 ai 24 anniche hanno confessato all ’ Istat di aver cominciato a fumare precocemente, e cioè prima dei 1 4anni, 7.2 donne aggiungono che in famigl ia fumava solo la madre. I maschi (5.7) hanno dettoche in famigl ia fumava solo i l padre. Quando in famigl ia fumavano entrambi i genitori , hannocominciato a fumare precocemente 6.4 donne e 4.2 uomini. I l Moige ha commissionato unsondaggio al l ’SWG fra i ragazzi da 8 a 1 3 anni. E’ emerso, a sorpresa, che i ragazzi conoscono ipericol i del fumo per la salute ma non sanno, e questo è altrettanto sorprendente, che il fumo dàdipendenza. Anzi, ritengono che smettere di fumare sia molto facile. In grande maggioranzahanno avuto la prima sigaretta da un amico. Trentasette su cento dicono che fumare fa sentirepiù grandi, diciassette confessano di fumare per imitare gl i amici, sei dicono che accendere unasigaretta fa sentire più importanti . Un ragazzo su tre afferma che in sua presenza fumano nonsolo compagni di scuola ma anche insegnanti.

I RAGAZZI ITALIANI IN UNA NUVOLA DI FUMO

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GITAA TRENTO: AL CASTELLO DEL

BUONCONSIGLIO CON LE CLASSI PRIME !di Beatrice Mich, Alessia Mattiol i e Arianna Barbolini

I ragazzi di prima media i l giorno martedì 09 novembre sono andati a Trento a visitare i l Castel lodel Buon Consigl io. Le due classi sono partite al le ore 8 da piazza Cesare Battisti di Tesero.Sono arrivati a Trento dopo un’ ora e mezza di viaggio. Appena scesi dal pul lman si sono direttiverso il castel lo, sono arrivati e hanno incontrato la guida del museo. Egli , attraversol’osservazione dell ’esterno ha guidato gl i alunni nel la ricostruzione della storia del castel lo; hafatto notare loro, per esempio, che il castel lo era stato costruito su una roccia per renderlo piùsicuro agli attacchi dei nemici e che molte parti del castel lo erano state costruite più volte. Laguida ha fatto notare agli alunni anche altri particolari architettonici come: i merl i e la Loggia insti le veneziano che appartiene ad epoche più recenti (sec. 1 500). La visita è proseguita con deilaboratori didattici sul castel lo medievale: gl i alunni dovevano riconoscere i particolari notatial l ’esterno e ricostruire con una sorta di puzzle un castel lo intero. Poi hanno visitato “TorreAquila” e i suoi meravigl iosi affreschi che rappresentano i mesi del l ’ anno, tranne marzo che èstato rovinato da un incendio. La visita si è conclusa prima perché la guida si è arrabbiata perchéalcuni alunni non si sono comportati bene. Così al le 1 4.00 le due classi sono rientrate a scuola.

USCITAAL MUSEO DEL CARATTERE E DELLA

TIPOGRAFIAdi Lara Eccher e Gloria Vinante

Martedì 1 6 novembre noi del le classi 2^ abbiamo fatto un'uscita al museo del carattere e dellatipografia, con le prof. Baldini Serena e Caruso Mariantonietta.Siamo partiti con il pul lman dalla piazza principale di Tesero alle 7.45. I l viaggio è stato lungo edivertente, anche se a volte le prof. ci sgridavano per i l nostro comportamento scorretto.Siamo arrivati a Cornuda in provincia di Treviso, e siamo scesi dal pul lman mentre pioveva.Siamo entrati nel museo, le guide ci hanno accolto in una sala principale, dove abbiamo lasciatogl i zaini e le giacche. Subito dopo fatto merenda abbiamo iniziato la visita con un laboratorio checonsisteva nel comporre una frase con i caratteri mobil i , riguardante l 'invenzione della stampa.In seguito abbiamo stampato la frase con un torchio tipografico su di un fogl io a fumetti dove eraraccontata la storia del la stampa. Mentre si asciugava l'inchiostro ,abbiamo proseguito la visitaal museo. La guida ci ha portato in una piccola bibl ioteca nella quale ci ha mostrato alcuni tipi dicarattere: gotico, West, ecc. . . . Verso le 1 2.30 siamo saliti in un'altra sala dove abbiamo guardato2 fi lmati sempre riguardanti l 'invenzione della stampa. Finiti i fi lmati siamo scesi nel la sala doveavevamo fatto merenda, e abbiamo pranzato. Infine abbiamo ringraziato le guide e siamoripartiti con destinazione Tesero. Siamo arrivati in piazza stanchi, soddisfatti , fel ici ,ma nellostesso tempo tristi perché era finita l 'uscita. Da questa uscita abbiamo imparato che l'invenzionedella stampa è stata uno degli eventi che ha diffuso la conoscenza che fino alla fine delMedioevo era stato appomaggio dei nobil i e dal la Chiesa . Per la prima volta i l popolo potevaleggere la vita

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Pagina 5

INTERVISTAAD ANTO’

TESERO. È la prima ora di martedì 30 novembre, fuori è molto freddo e sta nevicando. Nonostante tutto ci

concentriamo sulle risposte di Antonio, i l nostro simpaticissimo bidel lo campano. Lo stiamo intervistando durante

un’attività di I tal iano.

Tutti conosciamo il tuo nome, ma qual è i l tuo cognome?

Visciano.

Possiamo chiederti quanti anni hai?

68…

(esclamazione di sorpresa)

… nel senso che sono del ’68… fate voi i calcol i… (42 anni, ndr).

Sappiamo che sei campano, ma qual è i l tuo paese di provenienza?

Boscotrecase, vicino Pompei.

Come si vive nel tuo paese?

Abbastanza bene. Adesso è un paese residenziale di 9.000 abitanti , al l ’ incirca come Lavis, ma una volta, prima che

arrivassero i Cinesi, c’erano industrie tessil i (giubbotti in pel le, jeans…).

Sei mai stato a Napoli?

Sì, certo.

È proprio vero quello che dicono i giornal i su questa città?

Dipende dai quartieri… . Dove c’è la camorra non c’è l ’ immondizia.

Secondo te, perché c’è i l problema rifiuti in Campania?

Innanzitutto per colpa di noi cittadini, che non ci siamo interessati al la raccolta differenziata; poi dei pol itici , che

hanno approfittato dell ’ ignoranza della gente; infine delle industrie del Nord, che hanno inviato in Campania rifiuti

pericolosi e inquinanti .

Come si potrebbe risolvere questo problema?

Sull ’ immediato è sicuramente impossibi le, ma grazie al la raccolta differenziata un giorno le discariche potranno

essere chiuse.

E dei termovalorizzatori cosa ne pensi?

Penso che al momento siano i rimedi più efficaci.

Accennavi prima alle discariche…

Potrebbero essere convertite in discariche eco-compatibi l i che producono bio-gas: energia pul ita, per intenderci. Ma

in futuro dovranno essere chiuse.

Hai mai avuto una prova concreta o un’esperienza diretta della camorra?

No, ma indiretta sì , perché le persone che hanno o hanno avuto a che fare con la camorra nel mio paese sono circa

1 /3 della popolazione. Per quanto ne so, i camorristi non ti costringono a fare cose che non vuoi: spetta a te

decidere. Sono soprattutto i giovani che accettano, perché soltanto “facendo il palo” durante lo spaccio di droga

guadagnano molti soldi in poco tempo, cosa che non accade quando lavori onestamente. I l danno è che da quel

momento diventano ricattabil i ed entrano in un giro da cui è diffici le uscire.

Quali sono le altre attività a cui la camorra si dedica?

Le attività commercial i subiscono soprattutto i l “pizzo”, una somma che va pagata mensilmente.

È vero che la camorra è coinvolta nella questione dei rifiuti?

Sì, è intervenuta in questo ambito perché lo non ci ha pensato lo Stato… e poi è un vero e proprio business…

Hai mai visto la trasmissione Vieni via con me su RAI 3?

No… a spezzoni ogni tanto… perché quello che dice Saviano per me non è una novità. È giusto che la gente sappia

certe cose, ma è importante che non si metta in cattiva luce la Campania, una regione bell issima e piena di

lavoratori onesti .

Classe I I I A

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ACQUA PER LA VITA

Coordinate bancarie: Cassa Rurale di Trento, IT 94 O 08304 01 801 00000001 5606Codice fiscale per i l 5x1 000: 96050200227

Amici carissimi,

è in arrivo un altro Natale tragico per Mogadiscio e per parecchie zone della Somalia. A Merka e nelle campagne la

guerra non c’è. Non ci sono più nemmeno rapine e furti . Questo, purtroppo, per “merito” del la Sharìa, strettamente

interpretata ed applicata, che incombe come una cappa di piombo sulla vita quotidiana di tutti , particolarmente delle

donne e delle ragazze. C’è anche crisi economica a causa dell ’ invasione di rifugiati provenienti da Mogadiscio e

dell ’aumento vertiginoso dei prezzi perché sui mercati del la capitale piovono le bombe e perché importazioni e

trasporti sono diventati molto diffici l i e costosi. I l bisogno di sentirsi sostenuti da fuori per conservare un fi lo di

speranza è raddoppiato, e noi stiamo raddoppiando gli sforzi: purtroppo dal Kenya, perché la situazione ci

impedisce di essere fisicamente presenti laggiù. La “distanza” ci pesa molto, ma, oggettivamente, non è del tutto

negativa. Perfino la scomparsa prima di Mana e poi di Mahamuud e ‛Ali ha portato, assieme all ’ immenso dolore, un

frutto straordinario: la responsabil izzazione degli orfani grandi. Sarebbe stata la fine di WFL qualche anno fa,

quando tutti gl i orfani erano bambini e adolescenti. Oggi però, i bimbi più piccoli raccolti nel ’92 hanno 1 7 anni, e la

maggior parte ha superato i 20 anni. Tutti posseggono un diploma di scuola superiore, in prevalenza quello, molto

uti le in regione, del la nostra Scuola Agraria; 280 sono insegnanti e circa altrettanti sono agricoltori o artigiani di buon

livel lo (meccanici, sarte, produttrici di tessuti a mano, decoratrici , falegnami, ferraiol i , muratori, elettricisti , pescatori

ecc.). Hanno creato 20 cooperative, consorziate tra loro. Quello che avevo detto loro sul la tomba di Mana (“nessuno

la potrà sostituire, tranne voi stessi”) l ’hanno preso molto sul serio. Oggi non hanno più bisogno della nostra

presenza: è sufficiente la guida a distanza, resa possibi le dal l ’email e da skype con cui siamo in continuo contatto,

grazie al l ’ impianto internet satel l itare che siamo riusciti ad instal lare a Merka. Al posto di Mana e nostro, ci sono gli

orfani grandi che assistono i piccoli , tramite un comitato elettivo, l ’OCC (Orphan Care Committee), che lavora con

molta serietà e impegno. I l cl ima di fraternità, sol idarietà del Vil laggio Ayuub non mai venuto meno, si è organizzato

e articolato. Persistono anche la democrazia, la laboriosità e l ’ impegno a progredire. Un esempio: al Consigl io

Comunale del vi l laggio (da sempre elettivo) è stato affidato un”fondo a rotazione” di 20.000 euro (i 1 0.000 del

premio Fondazione Langer e 1 0.000 donati dal la PAT). Una commissione composta tutta da orfani grandi ha

assegnato, sul la base di un concorso in piena regola, i primi prestiti a 1 6 giovani coppie. Ciascuna si è costruita una

casetta in muratura ai margini del centro di Ayuub e, a distanza di un anno e mezzo, tutte hanno restituito i l prestito;

ora ne stanno usufruendo altre 1 6 famigl iole. Tutto si è svolto regolarmente, senza contestazioni, in nostra assenza

e senza intromissione di anziani. Lo stesso avviene nell ’amministrazione e nella gestione degli edifici comuni, dei

macchinari e del le attrezzature.E’ qualcosa che gli “esperti di Somalia” non riusciranno a credere. Raccontiamo

poco, per non vedere facce incredule… Merito nostro? Sì, se proprio volete, ma, come ho avuto più volte occasione

dire, nel senso che abbiamo voluto fare poco: pochissime persone presenti in Somalia (anche perché è sempre

stato pericoloso), sussidi cal ibrati per prevenire passività e inerzia; in pratica quanto abbiamo sempre detto: “non il

pesce, ma la lenza, meglio ancora quanto occorre per costruirsela”. E’ doveroso e bello potervi dire che il materiale

e l ’energia per costruire la lenza sono venuti e continuano a venire da voi, carissimi amici, a cui va la riconoscenza

di tutti i nostri ragazzi, che sanno benissimo quanto vi debbono e questa è una delle ragioni del loro impegno. . I l

modello di Ayuub, la fi losofia che i nostri orfani hanno assimilato, le loro esperienze, compresi l ’associazionismo e la

democrazia, non rimangono isolate: si irradiano su tutta la regione. I canali sono:

1 - Le scuole primarie (una “lenza” fondamentale) attive in 36 vil laggi, quest’anno con pochissimo meno di 1 7.000

alunni e con 489 insegnanti, di cui più del la metà sono nostri orfani adulti (ragazzi e ragazze) che portano nelle

campagne i valori acquisiti ad Ayuub. I genitori dicono che sono i più bravi, ed è sicuramente vero almeno per gl i

ottanta di loro che hanno seguito i l corso di aggiornamento a cui abbiamo accennato l ’anno scorso. S’è trattato di un

corso interattivo al computer con CD appositamente preparati dal l ’UNESCO. E’ costato loro grossi sacrifici , perché

si è tenuto nella sede di Merka nel pomeriggio, e la mattina tutti insegnavano nelle loro scuole, molte lontane. I l

corso si è concluso con la consegna di un diploma “prestigioso” per la Somalia, perché controfirmato dall ’UNESCO

e dal Preside della Facoltà di Educazione della Mogadishu University, al la quale abbiamo affidato l ’esame finale per

garantirne l ’oggettività. I diplomati, oltre ad acquisire i principi del la didattica moderna, hanno imparato ad usare il

computer e l ’ internet, ed hanno migl iorato parecchio i l loro inglese, la l ingua dei CD, eccetto che per i l somalo e

l’arabo.

I l diploma apre le porte dell ’università. Per i l programma scolastico incontriamo enormi difficoltà, perché ovviamente

non va a genio ai nuovi padroni. Ma i problemi sono anche economici: i grandi “donatori” sembrano non capire la

vitale importanza della scuola, o forse fa ancora comodo alla Grande Finanza avere, come al tempo delle colonie, i l

I I I mondo ignorante. . . I l WFL ha comunque deciso di continuare caparbiamente a sostenere le scuole, fintanto che

al posto dei grandi ci saranno tanti piccoli donatori molto più sensibi l i e generosi. Per noi l ’ istruzione primaria è un

sacrosanto diritto di tutti i bambini del mondo e siamo convinti che la penna è un mezzo indispensabile ai piccoli

contadini per progredire ed affrancarsi dal lo sfruttamento. In più, per la Somalia oggi, ed è tragico, solo la scuola

può arginare l ’arruolamento di soldati-bambino in certe bande armate. Per sostenere il programma educativo, nel la

situazione somala, è vitale la mensa scolastica. Quest’anno, grazie al la PAT e alle scuole gemelle trentine, è estesa

a tutti i 1 7.000 alunni. I risultati , in termini di frequenza e di profitto (a stomaco vuoto non si impara) sono

inimmaginabil i . Al la fel icità degli alunni (per un pasto di 1 0 centesimi: polenta, fagiol i e un po’ di sugo!) si aggiunge

quella dei genitori , che hanno meno bocche da sfamare. I l programma, a cui partecipa anche il FPS di Mattarel lo,

ha un plus-valore, perché vede coinvolte le comunità dei piccoli agricoltori , i qual i forniscono parte del cibo

sperimentando il vantaggio della vendita diretta dei prodotti e imparando che per realizzarla occorre associarsi in

forme cooperative. La mensa, gestita dai comitati scolastici , aiuta anche le comunità a sentirsi più responsabil i

del l ’educazione dei loro figl i . I l discorso delle “lenza” viene fatto anche a scuola, e non solo in teoria. Infatti , con

l ’aiuto che confidiamo ci arriverà dalla PAT, la cooperativa falegnami di Ayuub costruirà banchi per 1 0.000 alunni:

ora stanno seduti per terra perché non siamo riusciti a tenere il passo con il rapido aumento delle iscrizioni ed

abbiamo dato priorità al l ’ incentivo dei maestri . Abbiamo pensato che è educativo, anche per sensibi l izzare ai

problemi del l ’ambiente, che i bambini partecipino a produrre gl i alberi tagl iati per fare i banchi. I l sistema è il vivaio

che ciascuna scuola ha già al lestito e in cui gl i scolari producono piantine. Queste serviranno per un programma di

riforestazione pronto per partire (anche per questo speriamo in un contributo della PAT) che creerà verde su aree

incolte a causa della salsedine, un guaio dovuto alle esondazioni del Fiume Shabeelle. Gli studenti del la Scuola

Agraria stanno selezionando essenze da legname e da frutto adatte a terreni salati ; tra queste ci sono le casuarine

e le palme da cocco e da datteri.

2 - La scuola agraria, ora con 320 alunni e 1 7 professori, dei qual i 7 sono nostri ragazzi: i diplomati migl iori , che

insegnano dopo 4-5 anni di assistentato. Vi possiamo dire, con molto piacere e con un po’ di orgoglio che dall ’1

gennaio di quest’anno la scuola agraria ha raggiunto l ’autonomia finanziaria: una scommessa vinta. La “lenza” è

stata la fornita dal la PAT: un trattore e altri macchinari. Contribuiscono però anche, cedendo una parte dello

stipendio, gl i insegnati del la scuola che lavorano, part time, in progetti finanziati dal la FAO.

3 - I sanitari di base formati ad Ayuub e dislocati nei vi l laggi. Oltre al lavoro di “medici scalzi”, portano avanti,

assieme alle ostetriche tradizionali cooptate a suo tempo da Mana, la lotta da lei iniziata contro la barbara tradizione

dell ’ infibulazione: per ora capil larmente, data la situazione che impedisce grandi riunioni.

4 – I programmi a sostegno dei piccoli contadini. Decine di nostri orfani agronomi sono diventati maestri di tecniche

irrigue e agricole: organizzano, guidano e supervisionano una serie di grossi progetti che applicano il principio del la

“lenza”, nel la fattispecie i l “cash-for-work”. Al cash provvede la FAO, che ha adottato i l nostro principio. C’è anche

un’altra lenza, che i ragazzi “insegnano a costruire” ed è rappresentata da sementi selezionate, le quali , pur non

ibride o transgeniche, hanno già permesso di produrre sensibi lmente di più. Guidati inizialmente da esperti FAO (“a

distanza”, da Nairobi), ora sono ormai istruttori in progetti analoghi in altre zone. Hanno creato su tre ettari un

modello, che, visitato da molti piccoli agricoltori , viene poi applicato su più vasta scala. I l cash-for-work della FAO ci

ha permesso inoltre di riabi l itare una rete irrigua di oltre 300 km di canali scavati a mano, che verrà ulteriormente

ampliata. Stiamo ripetendo con i nostri ragazzi l ’esperienza con cui quasi 20 anni fa avevamo fermato la tragedia

della fame che stava decimando la popolazione. Prima di augurarvi, carissimi amici, un Natale pieno di gioia e un

nuovo anno di prosperità, vorremmo lanciare un appello pregandovi di diffonderlo. Quanto detto finora potrà

continuare, arrivando a risolvere il problema della fame in Somalia, solo se riusciremo a portare avanti i l programma

scolastico, condizione per qualunque sviluppo, ma questo non sarà sostenibi le senza la mensa scolastica per la

quale, purtroppo, non siamo riusciti ad ottenere alcun finanziamento per l ’anno prossimo. Aiutateci a dare un pasto

a questi bambini: sfamarl i vuol dire anche istruirl i e sottrarl i a sistemi “educativi” dove è facile immaginare cosa si

impara. I maschi, invece di contribuire, domani, al la salvezza del paese, finirebbero nelle bande che lo stanno

distruggendo, mentre per le bambine non ci sarebbe più scuola. Sono 1 0 centesimi al pasto per 1 7.000 bambini per

i 21 0 giorni di scuola. Non è poco, ma tra tutti dobbiamo farcela!

Grazie infinite e fel ice Natale!

Don Elio Sommavil la e la Direzione di WFL

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ACQUA PER LA VITA

Coordinate bancarie: Cassa Rurale di Trento, IT 94 O 08304 01 801 00000001 5606Codice fiscale per i l 5x1 000: 96050200227

Amici carissimi,

è in arrivo un altro Natale tragico per Mogadiscio e per parecchie zone della Somalia. A Merka e nelle campagne la

guerra non c’è. Non ci sono più nemmeno rapine e furti . Questo, purtroppo, per “merito” del la Sharìa, strettamente

interpretata ed applicata, che incombe come una cappa di piombo sulla vita quotidiana di tutti , particolarmente delle

donne e delle ragazze. C’è anche crisi economica a causa dell ’ invasione di rifugiati provenienti da Mogadiscio e

dell ’aumento vertiginoso dei prezzi perché sui mercati del la capitale piovono le bombe e perché importazioni e

trasporti sono diventati molto diffici l i e costosi. I l bisogno di sentirsi sostenuti da fuori per conservare un fi lo di

speranza è raddoppiato, e noi stiamo raddoppiando gli sforzi: purtroppo dal Kenya, perché la situazione ci

impedisce di essere fisicamente presenti laggiù. La “distanza” ci pesa molto, ma, oggettivamente, non è del tutto

negativa. Perfino la scomparsa prima di Mana e poi di Mahamuud e ‛Ali ha portato, assieme all ’ immenso dolore, un

frutto straordinario: la responsabil izzazione degli orfani grandi. Sarebbe stata la fine di WFL qualche anno fa,

quando tutti gl i orfani erano bambini e adolescenti. Oggi però, i bimbi più piccoli raccolti nel ’92 hanno 1 7 anni, e la

maggior parte ha superato i 20 anni. Tutti posseggono un diploma di scuola superiore, in prevalenza quello, molto

uti le in regione, del la nostra Scuola Agraria; 280 sono insegnanti e circa altrettanti sono agricoltori o artigiani di buon

livel lo (meccanici, sarte, produttrici di tessuti a mano, decoratrici , falegnami, ferraiol i , muratori, elettricisti , pescatori

ecc.). Hanno creato 20 cooperative, consorziate tra loro. Quello che avevo detto loro sul la tomba di Mana (“nessuno

la potrà sostituire, tranne voi stessi”) l ’hanno preso molto sul serio. Oggi non hanno più bisogno della nostra

presenza: è sufficiente la guida a distanza, resa possibi le dal l ’email e da skype con cui siamo in continuo contatto,

grazie al l ’ impianto internet satel l itare che siamo riusciti ad instal lare a Merka. Al posto di Mana e nostro, ci sono gli

orfani grandi che assistono i piccoli , tramite un comitato elettivo, l ’OCC (Orphan Care Committee), che lavora con

molta serietà e impegno. I l cl ima di fraternità, sol idarietà del Vil laggio Ayuub non mai venuto meno, si è organizzato

e articolato. Persistono anche la democrazia, la laboriosità e l ’ impegno a progredire. Un esempio: al Consigl io

Comunale del vi l laggio (da sempre elettivo) è stato affidato un”fondo a rotazione” di 20.000 euro (i 1 0.000 del

premio Fondazione Langer e 1 0.000 donati dal la PAT). Una commissione composta tutta da orfani grandi ha

assegnato, sul la base di un concorso in piena regola, i primi prestiti a 1 6 giovani coppie. Ciascuna si è costruita una

casetta in muratura ai margini del centro di Ayuub e, a distanza di un anno e mezzo, tutte hanno restituito i l prestito;

ora ne stanno usufruendo altre 1 6 famigl iole. Tutto si è svolto regolarmente, senza contestazioni, in nostra assenza

e senza intromissione di anziani. Lo stesso avviene nell ’amministrazione e nella gestione degli edifici comuni, dei

macchinari e del le attrezzature.E’ qualcosa che gli “esperti di Somalia” non riusciranno a credere. Raccontiamo

poco, per non vedere facce incredule… Merito nostro? Sì, se proprio volete, ma, come ho avuto più volte occasione

dire, nel senso che abbiamo voluto fare poco: pochissime persone presenti in Somalia (anche perché è sempre

stato pericoloso), sussidi cal ibrati per prevenire passività e inerzia; in pratica quanto abbiamo sempre detto: “non il

pesce, ma la lenza, meglio ancora quanto occorre per costruirsela”. E’ doveroso e bello potervi dire che il materiale

e l ’energia per costruire la lenza sono venuti e continuano a venire da voi, carissimi amici, a cui va la riconoscenza

di tutti i nostri ragazzi, che sanno benissimo quanto vi debbono e questa è una delle ragioni del loro impegno. . I l

modello di Ayuub, la fi losofia che i nostri orfani hanno assimilato, le loro esperienze, compresi l ’associazionismo e la

democrazia, non rimangono isolate: si irradiano su tutta la regione. I canali sono:

1 - Le scuole primarie (una “lenza” fondamentale) attive in 36 vil laggi, quest’anno con pochissimo meno di 1 7.000

alunni e con 489 insegnanti, di cui più del la metà sono nostri orfani adulti (ragazzi e ragazze) che portano nelle

campagne i valori acquisiti ad Ayuub. I genitori dicono che sono i più bravi, ed è sicuramente vero almeno per gl i

ottanta di loro che hanno seguito i l corso di aggiornamento a cui abbiamo accennato l ’anno scorso. S’è trattato di un

corso interattivo al computer con CD appositamente preparati dal l ’UNESCO. E’ costato loro grossi sacrifici , perché

si è tenuto nella sede di Merka nel pomeriggio, e la mattina tutti insegnavano nelle loro scuole, molte lontane. I l

corso si è concluso con la consegna di un diploma “prestigioso” per la Somalia, perché controfirmato dall ’UNESCO

e dal Preside della Facoltà di Educazione della Mogadishu University, al la quale abbiamo affidato l ’esame finale per

garantirne l ’oggettività. I diplomati, oltre ad acquisire i principi del la didattica moderna, hanno imparato ad usare il

computer e l ’ internet, ed hanno migl iorato parecchio i l loro inglese, la l ingua dei CD, eccetto che per i l somalo e

l’arabo.

I l diploma apre le porte dell ’università. Per i l programma scolastico incontriamo enormi difficoltà, perché ovviamente

non va a genio ai nuovi padroni. Ma i problemi sono anche economici: i grandi “donatori” sembrano non capire la

vitale importanza della scuola, o forse fa ancora comodo alla Grande Finanza avere, come al tempo delle colonie, i l

I I I mondo ignorante. . . I l WFL ha comunque deciso di continuare caparbiamente a sostenere le scuole, fintanto che

al posto dei grandi ci saranno tanti piccoli donatori molto più sensibi l i e generosi. Per noi l ’ istruzione primaria è un

sacrosanto diritto di tutti i bambini del mondo e siamo convinti che la penna è un mezzo indispensabile ai piccoli

contadini per progredire ed affrancarsi dal lo sfruttamento. In più, per la Somalia oggi, ed è tragico, solo la scuola

può arginare l ’arruolamento di soldati-bambino in certe bande armate. Per sostenere il programma educativo, nel la

situazione somala, è vitale la mensa scolastica. Quest’anno, grazie al la PAT e alle scuole gemelle trentine, è estesa

a tutti i 1 7.000 alunni. I risultati , in termini di frequenza e di profitto (a stomaco vuoto non si impara) sono

inimmaginabil i . Al la fel icità degli alunni (per un pasto di 1 0 centesimi: polenta, fagiol i e un po’ di sugo!) si aggiunge

quella dei genitori , che hanno meno bocche da sfamare. I l programma, a cui partecipa anche il FPS di Mattarel lo,

ha un plus-valore, perché vede coinvolte le comunità dei piccoli agricoltori , i qual i forniscono parte del cibo

sperimentando il vantaggio della vendita diretta dei prodotti e imparando che per realizzarla occorre associarsi in

forme cooperative. La mensa, gestita dai comitati scolastici , aiuta anche le comunità a sentirsi più responsabil i

del l ’educazione dei loro figl i . I l discorso delle “lenza” viene fatto anche a scuola, e non solo in teoria. Infatti , con

l ’aiuto che confidiamo ci arriverà dalla PAT, la cooperativa falegnami di Ayuub costruirà banchi per 1 0.000 alunni:

ora stanno seduti per terra perché non siamo riusciti a tenere il passo con il rapido aumento delle iscrizioni ed

abbiamo dato priorità al l ’ incentivo dei maestri . Abbiamo pensato che è educativo, anche per sensibi l izzare ai

problemi del l ’ambiente, che i bambini partecipino a produrre gl i alberi tagl iati per fare i banchi. I l sistema è il vivaio

che ciascuna scuola ha già al lestito e in cui gl i scolari producono piantine. Queste serviranno per un programma di

riforestazione pronto per partire (anche per questo speriamo in un contributo della PAT) che creerà verde su aree

incolte a causa della salsedine, un guaio dovuto alle esondazioni del Fiume Shabeelle. Gli studenti del la Scuola

Agraria stanno selezionando essenze da legname e da frutto adatte a terreni salati ; tra queste ci sono le casuarine

e le palme da cocco e da datteri.

2 - La scuola agraria, ora con 320 alunni e 1 7 professori, dei qual i 7 sono nostri ragazzi: i diplomati migl iori , che

insegnano dopo 4-5 anni di assistentato. Vi possiamo dire, con molto piacere e con un po’ di orgoglio che dall ’1

gennaio di quest’anno la scuola agraria ha raggiunto l ’autonomia finanziaria: una scommessa vinta. La “lenza” è

stata la fornita dal la PAT: un trattore e altri macchinari. Contribuiscono però anche, cedendo una parte dello

stipendio, gl i insegnati del la scuola che lavorano, part time, in progetti finanziati dal la FAO.

3 - I sanitari di base formati ad Ayuub e dislocati nei vi l laggi. Oltre al lavoro di “medici scalzi”, portano avanti,

assieme alle ostetriche tradizionali cooptate a suo tempo da Mana, la lotta da lei iniziata contro la barbara tradizione

dell ’ infibulazione: per ora capil larmente, data la situazione che impedisce grandi riunioni.

4 – I programmi a sostegno dei piccoli contadini. Decine di nostri orfani agronomi sono diventati maestri di tecniche

irrigue e agricole: organizzano, guidano e supervisionano una serie di grossi progetti che applicano il principio del la

“lenza”, nel la fattispecie i l “cash-for-work”. Al cash provvede la FAO, che ha adottato i l nostro principio. C’è anche

un’altra lenza, che i ragazzi “insegnano a costruire” ed è rappresentata da sementi selezionate, le quali , pur non

ibride o transgeniche, hanno già permesso di produrre sensibi lmente di più. Guidati inizialmente da esperti FAO (“a

distanza”, da Nairobi), ora sono ormai istruttori in progetti analoghi in altre zone. Hanno creato su tre ettari un

modello, che, visitato da molti piccoli agricoltori , viene poi applicato su più vasta scala. I l cash-for-work della FAO ci

ha permesso inoltre di riabi l itare una rete irrigua di oltre 300 km di canali scavati a mano, che verrà ulteriormente

ampliata. Stiamo ripetendo con i nostri ragazzi l ’esperienza con cui quasi 20 anni fa avevamo fermato la tragedia

della fame che stava decimando la popolazione. Prima di augurarvi, carissimi amici, un Natale pieno di gioia e un

nuovo anno di prosperità, vorremmo lanciare un appello pregandovi di diffonderlo. Quanto detto finora potrà

continuare, arrivando a risolvere il problema della fame in Somalia, solo se riusciremo a portare avanti i l programma

scolastico, condizione per qualunque sviluppo, ma questo non sarà sostenibi le senza la mensa scolastica per la

quale, purtroppo, non siamo riusciti ad ottenere alcun finanziamento per l ’anno prossimo. Aiutateci a dare un pasto

a questi bambini: sfamarl i vuol dire anche istruirl i e sottrarl i a sistemi “educativi” dove è facile immaginare cosa si

impara. I maschi, invece di contribuire, domani, al la salvezza del paese, finirebbero nelle bande che lo stanno

distruggendo, mentre per le bambine non ci sarebbe più scuola. Sono 1 0 centesimi al pasto per 1 7.000 bambini per

i 21 0 giorni di scuola. Non è poco, ma tra tutti dobbiamo farcela!

Grazie infinite e fel ice Natale!

Don Elio Sommavil la e la Direzione di WFL

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In molti Paesi africani, la coesistenza di culture rel igiose diverse ha dato vita ad interessantiincontri . Ad esempio, in Nigeria, si celebrano le principal i feste delle rel igioni presenti in misuramaggiore. Così, per Natale, le famigl ie si riuniscono attorno agli anziani e tutti i conoscenti,senza far distinzioni tra i culti , sono invitati a partecipare alla cena della vigi l ia. In quella sera,vige infatti l 'abitudine di lasciare aperto l 'uscio di casa per far sì che chiunque si senta i lbenvenuto. La tradizione vuole che ci si scambi regali , spesso consistenti in cibi sia crudi checotti . Ogni famigl ia riceve ed offre molto più cibo di quanto in realtà se ne consumi, e questaabbondanza è considerata di buon augurio. Oltre ai doni al imentari, corre l 'uso di donar vestiti ,specie se i destinatari sono dei bambini.Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, bal lando e

cantando accompagnate da tamburi. Usano annunciarsi con un bigl ietto in cui specificano ilgiorno in cui si esibiranno. Le danze proposte variano in base all ' appartenenza etnica dei varigruppi, come pure i canti , sempre composti nel le l ingue locali . Dal 25 in avanti, invece, è la voltadegli uomini di esibirsi lungo le strade. Con i volti coperti da grosse maschere di legno,raffigurano vari personaggi legati al costume locale. Si dividono in due gruppi: mascheredanzanti, dal l 'aspetto umano, e maschere dall 'aspetto più inquietante, temute da tutti esoprattutto dai bambini. Le stesse maschere possono comparire anche in altri periodi del l ' anno,sempre però legate a particolari eventi , come in occasione di funeral i o altri momenti critici .Nel l 'indossare e personificare le maschere nelle danze ad esse legate si seguono normetradizionali . Esse sono attive sino alla fine dell 'anno; l 'ultima notte, con vari strumenti, girano perle strade facendo un gran chiasso e si interrompono solo al le luci del primo dell ' anno, giorno incui le città sembrano deserte per i l si lenzio assoluto.Mentre i l presepe è una tradizione importata solo di recente, l 'albero è presente nelle

celebrazioni natal izie africane già dai primi tempi del le missioni. Inuti le però pensare al classicoabete europeo. . . La decorazione più frequente, in casa come in chiesa, consiste in un intrecciodi rami di palma, spesso disposti a formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fioribianchi che sbocciano sotto Natale. I fiori , bel l issimi, non vengono coltivati ; sono generalmente ibambini che, al mattino della vigi l ia, tra non poche difficoltà (si tratta di piante rampicanti dal lespine lunghe diversi centimetri), escono per raccoglierl i . Chi invece desidera avere delledecorazioni più durature, che abbell iscano la casa almeno fino a Capodanno, opta per uno deitanti alberi artificial i presenti sul mercato nelle più diverse fogge, oppure arricchisce con nastricolorati e luci un piccolo banano.La sera della Vigi l ia si segue una grandiosa fiaccolata che ha luogo dopo la messa di

mezzanotte e che è caratterizzata dai canti rel igiosi cristiani, quasi sempre in inglese. La nottetrascorre in compagnia fino al mattino, quando si comincia ad allestire un pranzoabbondantissimo: più famigl ie si riuniscono per ammazzare un animale (un agnello, una capra,una pecora o almeno un pollo). I due ingredienti che non possono mancare al pasto principaledel giorno di Natale sono la carne (cucinata in umido) ed il riso bianco; ad essi siaccompagnano altri cibi che appartengono alle tradizioni famil iari e non sono specifici del le feste

Natale in Africa

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VorweihnachtszeitDer Adventskalender

Der Adventskalender hat 24 kleine Fenster, eines für jeden Tag vom 1 . bis zum 24. Dezember.Hinter den Fensterchen kommen Bilder.Am meisten Spaß macht es Adventskalender selbst zu basteln.24 leere Streichholzschachteln in Form eines Tannenbaums übereinander kleben und dann mitSüßigkeiten oder sonstigen kleinen Geschenken fül len.Du benötigst dafür:24 StreichholzschachtelnBuntes PapierKlebstoff, Schere und Stiftroten Filz

Schneide aus dem Papier 24 kleine Rechtecke (1 x2,5 cm).Schreibe auf jedes Papierstück eine Zahl.

Klebe dann auf jede Streichholz-Lade eine Zahl.

Baue die Schachteln dann wie auf dem Bild zusammenn. . .… und klebe sie aneinander fest.

Klebe dann noch einen Streifen Filz über den Adventskalender.

Jetzt fehlt nur noch, den Adventskalender mit kleinenSüßigkeiten zu fül len.

Der Adventskranz

Am vierten Sonntag vor Weihnachten wird die erste Kerze angezündet. Jeden Sontag kommteine weitere dazu, bis kurz vor dem Heil igen Abend dann alle vier Kerzen leuchten.

„Advent, Advent, ein Lichtlein brennt.Erst eins, dann zwei, dann drei, dann vier.Dann steht das Christkind vor den Tür.“Der Christbaum und die WeihnachtskrippeFür die meisten Deutschen ist ein Weihnachtsfest ohne Christbaum undenkbar.Wird im Wohnzimmer aufgestel lt und geschmückt.In vielen katholischen Familen wird unter oder neben dem Christbaum eine Weihnachtskrippeaufgestel lt.

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SMOGDi Jessica Piazzi, Cristiana Vaia e Alessio Bozzetta

Lo smog tradizionale, detto anche smog di Londra, è una forma di inquinamento atmosferico,diffuso nelle città fredde ed umide, che si presenta in forma nebbiosa negli strati più bassidel l ’atmosfera, ed è ricco di zolfo, che unendosi al l ’acqua forma l’acido solforico. Lo smog ènocivo alla salute dell ’uomo - perché irrita gl i occhi, le vie respiratorie ed è cancerogeno-, aquella degli animali , del le piante e con la sua acidità può corrodere lentamente gl i edifici .Questo fenomeno si sta riducendo perché il carbone, che bruciando produce zolfo, non è piùmolto usato nelle industrie. Per ridurlo ancora di più, si dovrebbero usare auto a metano oppureelettriche, invece che a benzina, anche se il metano non si trova in tutte le stazioni dirifornimento.Negli ultimi anni, però, si sta diffondendo un nuovo tipo di smog, quello fotochimico, che simanifesta nelle giornate di forte insolazione, soprattutto nelle città calde e secche come LosAngeles. Si manifesta soprattutto d’estate, quando grandi quantità di biossido di azoto vengono“scaldate” dal la luce solare. Lo smog fotochimico è una foschia di color gial lo-marroncino chepuò provocare irritazioni di vario genere e, come quello tradizionale, danni a piante ed edifici .

BASTA RIFIUTIdi Alice Iel l ici e Thomas Rossi

L’ emergenza rifiuti in Campania ci ha fatto capire quanto sia importante per l ’ I tal ia la raccoltadifferenziata. Dividendo in categorie i rifiuti , si da una mano al riciclaggio e quindi al l ’ambiente.Inoltre, non facendo la raccolta e dunque ampliando sempre di più le discariche, si mette in seriopericolo la salute delle persone.Dal 1 997 al 2002 in I tal ia la produzione di rifiuti urbani è passata da 26 a 30 tonnellate a causadell ’aumento di consumo usa e getta.Se ai rifiuti urbani si sommano quell i special i , che ammontano a circa 48,6 mil ioni di tonnellate,si superano abbondantemente i 1 00 mil ioni di tonnellate di rifiuti che complessivamente il nostropaese produce ogni anno.Vi sono, poi, i rifiuti inerti provenienti dai cantieri edi l i , che invece di essere buttati in discaricheabusive potrebbero essere riuti l izzati sempre in campo edile per esempio nella preparazione disottofondi stradali o come “riempimenti”; e, infine, i rifiuti provenienti da apparecchiatureelettriche ed elettroniche di cui non esistono dati certi di produzione, ma a detta degli operatoridel settore è prevedibi le una quantità di produzione in aumento. (come se non bastasse! ndr.)Quindi i rifiuti – di qualsiasi natura essi siano- crescono ogni anno.

Su questo argomento nella nostra scuola è stata proposta la mostra dal titolo "Più o meno rifiuti",visitando la quale noi alunni abbiamo potuto capire che più cose si possiedono, più rifiuti siproducono e che quindi sarebbe importante mettere da parte i l portafogl io e comperare di meno,dato che le strategie di prevenzione sono poche e poco efficaci.

VorweihnachtszeitDer Adventskalender

Der Adventskalender hat 24 kleine Fenster, eines für jeden Tag vom 1 . bis zum 24. Dezember.Hinter den Fensterchen kommen Bilder.Am meisten Spaß macht es Adventskalender selbst zu basteln.24 leere Streichholzschachteln in Form eines Tannenbaums übereinander kleben und dann mitSüßigkeiten oder sonstigen kleinen Geschenken fül len.Du benötigst dafür:24 StreichholzschachtelnBuntes PapierKlebstoff, Schere und Stiftroten Filz

Schneide aus dem Papier 24 kleine Rechtecke (1 x2,5 cm).Schreibe auf jedes Papierstück eine Zahl.

Klebe dann auf jede Streichholz-Lade eine Zahl.

Baue die Schachteln dann wie auf dem Bild zusammenn. . .… und klebe sie aneinander fest.

Klebe dann noch einen Streifen Filz über den Adventskalender.

Jetzt fehlt nur noch, den Adventskalender mit kleinenSüßigkeiten zu fül len.

Der Adventskranz

Am vierten Sonntag vor Weihnachten wird die erste Kerze angezündet. Jeden Sontag kommteine weitere dazu, bis kurz vor dem Heil igen Abend dann alle vier Kerzen leuchten.

„Advent, Advent, ein Lichtlein brennt.Erst eins, dann zwei, dann drei, dann vier.Dann steht das Christkind vor den Tür.“Der Christbaum und die WeihnachtskrippeFür die meisten Deutschen ist ein Weihnachtsfest ohne Christbaum undenkbar.Wird im Wohnzimmer aufgestel lt und geschmückt.In vielen katholischen Familen wird unter oder neben dem Christbaum eine Weihnachtskrippeaufgestel lt.

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Chiunque di noi può dare il proprio contributo, modificando le proprie abitudini:1 . ridurre i l più possibi le l ’uso dell ’automobile2. uti l izzare sistemi di condizionamento solo quando èveramente indispensabile, con l ’accortezza di tenere gli ambienti condizionati i l più possibi lechiusi3. in inverno mantenere la temperatura degli ambienti a non più di 20°CProgetto ariaI l progetto, che vede la compartecipazione di diversi enti tra cui la Provincia di Lodi, l ’ARPAregionale e provinciale, l ’ASL, la RegioneLombardia, si propone come monitoraggio ambientaledell a qualità del l ’aria su tutto i l territorio provinciale e la valutazione dei possibi l ieffetti sul la salute umana dell ’esposizione ad inquinanti di varianatura.4. non tenere il motore acceso dell ’auto quando si è in coda o in un ingorgo5. MUOVERSI IL PIU’ POSSIBILE A PIEDI O IN BICICLETTA!! !6. trovare, quando è possibi le un mezzo di trasporto alternativo all ’auto (treno, autobus…) ocercare di non uti l izzare tante macchine per andare nello stesso posto (quando vai al la festa dicompleanno dell ’amico o alla partita di pal lavolo, prendi accordi perché un solo genitoreaccompagni te e i tuoi amici! ) MA, PER UN GIORNO, CONVINCIAMO I GENITORI A LASCIAREA CASA L’AUTOMOBILE E… ANDIAMO A SCUOLAA PIEDI !Terzo passo: attività in classe!Procura una cartina della zona dove si trova lascuola e individua il percorso che normalmente facciamo per arrivarci;Armati di pastel l i e segna sulla cartina con un cerchio arancione le zone più trafficate e con uncerchio rosso quelle più pericolose. Cerca di riconoscere sul la carta dei punti di riferimento noti(negozi o palazzi). Prova a disegnare la mappa delle strade sicure;A proposito di ingorghi … Con del nastro adesivo di carta disegniamo in classe onel corridoio della scuola un percorso stradale cittadino In miniatura. Ad ogni “incrocio” mettiamoun alunno che, svolgendo il ruolo di semaforo, dia i l via l ibera ai compagni dopo 5 o più secondi.Proviamo a fare un giro della “città” camminando e cronometriamo il tempo.Proviamo a farlo quando stanno camminando più bambini (5,7 o 1 0) e misuriamo il tempoimpiegato. Cosa succede quando c’è traffico ?;Rispondi al questionario che segue e verifica in classe quali sono le risposte più frequenti.L’analisi del questionario può evidenziare i motivi principal i per cuimolti bambini non usano abitualmente andare a scuola apiedi. E’ possibi le trovare una soluzione?Scrivi le risposte negli appositi spazi o barra con una croce lacasella vicino alla risposta che preferisci

SE DESIDERI, ADESSO, COMPILA IL SEGUENTE QUESTIONARIO1 . Quale classe frequenti? … … … sezione … … …maschiofemmina

2. Dove sei nato/a? … … … … … … … … … … … …3. Quanto tempo impieghi a venire a scuola? … … …4. Sei capace di attraversare una strada da solo/a? NO SI5. Chi ti accompagna a scuola? … … … … … … …6. Quali sono le cose che osservi andando a scuola? … … … … …… … … … … … … … … … … …7. I l percorso casa-scuola presenta dei pericol i? NO SISe sì, qual i? … … … … … … … … … … … … …

8. Quali persone incontri andando a scuola? … … … …9. Nella casa dove abiti o in quella vicina, ci sono altri bambiniche vengono alla tua scuola? NO SI1 0. Qualche volta sei stato a dormire a casa di uno dei tuoicompagni di scuola? NO SI11 . Ti piace camminare? … … … ☺1 2. Vieni a scuola a piedi?Si… … … … … … … … … … … … … … .No perché è distante da casa … … … … … …No perché sono piccolo/a… … … … … … …No perché la cartel la pesa… … … … … … …No perché le strade sono pericolose… … … …No perché non conosco bene la strada e mi perdoNo perché ho paura… … … … … … … … …No perché d’inverno fa freddo… … … … … …No perché i miei genitori sono di fretta … … …No perché i miei genitori non vogliono … … … …1 3. Ti capita di andare da solo in un negozio vicino a casa? NO SI1 4. Chiedi mai ai tuoi genitori di lasciarti andare a fare qualchecommissione da solo/a? NO SI1 5. Ti piacerebbe venire a scuola a piedi? NO SI

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Chiunque di noi può dare il proprio contributo, modificando le proprie abitudini:1 . ridurre i l più possibi le l ’uso dell ’automobile2. uti l izzare sistemi di condizionamento solo quando èveramente indispensabile, con l ’accortezza di tenere gli ambienti condizionati i l più possibi lechiusi3. in inverno mantenere la temperatura degli ambienti a non più di 20°CProgetto ariaI l progetto, che vede la compartecipazione di diversi enti tra cui la Provincia di Lodi, l ’ARPAregionale e provinciale, l ’ASL, la RegioneLombardia, si propone come monitoraggio ambientaledell a qualità del l ’aria su tutto i l territorio provinciale e la valutazione dei possibi l ieffetti sul la salute umana dell ’esposizione ad inquinanti di varianatura.4. non tenere il motore acceso dell ’auto quando si è in coda o in un ingorgo5. MUOVERSI IL PIU’ POSSIBILE A PIEDI O IN BICICLETTA!! !6. trovare, quando è possibi le un mezzo di trasporto alternativo all ’auto (treno, autobus…) ocercare di non uti l izzare tante macchine per andare nello stesso posto (quando vai al la festa dicompleanno dell ’amico o alla partita di pal lavolo, prendi accordi perché un solo genitoreaccompagni te e i tuoi amici! ) MA, PER UN GIORNO, CONVINCIAMO I GENITORI A LASCIAREA CASA L’AUTOMOBILE E… ANDIAMO A SCUOLAA PIEDI !Terzo passo: attività in classe!Procura una cartina della zona dove si trova lascuola e individua il percorso che normalmente facciamo per arrivarci;Armati di pastel l i e segna sulla cartina con un cerchio arancione le zone più trafficate e con uncerchio rosso quelle più pericolose. Cerca di riconoscere sul la carta dei punti di riferimento noti(negozi o palazzi). Prova a disegnare la mappa delle strade sicure;A proposito di ingorghi … Con del nastro adesivo di carta disegniamo in classe onel corridoio della scuola un percorso stradale cittadino In miniatura. Ad ogni “incrocio” mettiamoun alunno che, svolgendo il ruolo di semaforo, dia i l via l ibera ai compagni dopo 5 o più secondi.Proviamo a fare un giro della “città” camminando e cronometriamo il tempo.Proviamo a farlo quando stanno camminando più bambini (5,7 o 1 0) e misuriamo il tempoimpiegato. Cosa succede quando c’è traffico ?;Rispondi al questionario che segue e verifica in classe quali sono le risposte più frequenti.L’analisi del questionario può evidenziare i motivi principal i per cuimolti bambini non usano abitualmente andare a scuola apiedi. E’ possibi le trovare una soluzione?Scrivi le risposte negli appositi spazi o barra con una croce lacasella vicino alla risposta che preferisci

SE DESIDERI, ADESSO, COMPILA IL SEGUENTE QUESTIONARIO1 . Quale classe frequenti? … … … sezione … … …maschiofemmina

2. Dove sei nato/a? … … … … … … … … … … … …3. Quanto tempo impieghi a venire a scuola? … … …4. Sei capace di attraversare una strada da solo/a? NO SI5. Chi ti accompagna a scuola? … … … … … … …6. Quali sono le cose che osservi andando a scuola? … … … … …… … … … … … … … … … … …7. I l percorso casa-scuola presenta dei pericol i? NO SISe sì, qual i? … … … … … … … … … … … … …

8. Quali persone incontri andando a scuola? … … … …9. Nella casa dove abiti o in quella vicina, ci sono altri bambiniche vengono alla tua scuola? NO SI1 0. Qualche volta sei stato a dormire a casa di uno dei tuoicompagni di scuola? NO SI11 . Ti piace camminare? … … … ☺1 2. Vieni a scuola a piedi?Si… … … … … … … … … … … … … … .No perché è distante da casa … … … … … …No perché sono piccolo/a… … … … … … …No perché la cartel la pesa… … … … … … …No perché le strade sono pericolose… … … …No perché non conosco bene la strada e mi perdoNo perché ho paura… … … … … … … … …No perché d’inverno fa freddo… … … … … …No perché i miei genitori sono di fretta … … …No perché i miei genitori non vogliono … … … …1 3. Ti capita di andare da solo in un negozio vicino a casa? NO SI1 4. Chiedi mai ai tuoi genitori di lasciarti andare a fare qualchecommissione da solo/a? NO SI1 5. Ti piacerebbe venire a scuola a piedi? NO SI

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Mr. BOOKgiornal ino della scuola30 Ottobre 201 0DIRETTOREprof. Serena BaldiniIMPAGINAZIONE E STAMPAMartin MichHANNO COLLABORATOin questa uscita

Alessio BozzettaJessica PiazziCristiana VaiaLara EccherGloria VinanteAlice Iel l iciBeatrice MichMartin MichArianna BarboliniAlessia Mattiol iThomas Rossi

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Scrivi qui la soluzione:

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