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N 2 foscolonews 2013 14

Date post: 01-Apr-2016
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N.2/anno 4° del giornale online "FoscoloNews" dell'Istituto Comprensivo "Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
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Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO 4°, N. 2 Alunni redazione Laboratorio Giornalismo e Repubblica@scuola: Mattia Aliquò, Carmelina Alesci, Fabio Alosi, Renata Aragona, Noemi Benvegna, Erika Biondo, Maria Tindara Biondo, Antonino Calderone, Riccardo Chillemi, Veronica Cosentino, Laura Giorgianni, Katia Giunta, Alessia Isgrò, Martina Liuzzo, Luca Marretta, Maria T. Elena Mirabile, Jacopo Paratore, Bouchra Rahbib, Milena Santangelo, Alberto Torre. Tutti gli alunni del Laboratorio Giornalismo delle classi prime guidato dalla Prof.ssa Lara Alesci. Docente Caporedattore: Prof.ssa Michaela Munafò. Hanno collaborato a questo numero anche gli alunni del corso PON “Foscolonews” sotto la guida del docente esperto Rinaldo Anastasi e delle docenti tutor Michaela Munafò e Maria Triolo. Contributi anche di altri alunni della Scuola secondaria di I grado Stampato in proprio Marzo 2014 DONNE (pag. 2-4) di Giulia Palella LA REDAZIONE Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri LA STRAGE SILENZIOSA All’interno Molti uomini, anche in Italia, hanno un brutto, anzi orrendo, modo di pensare nei confronti delle donne: sono maschilisti, spesso violenti al punto di arrivare all’o- micidio. Questa è una tragedia perché le donne vittime di uomini anche a loro “cari” sono sempre di più - 128 in Italia nel 2013 tra i 15 e gli 89 anni secondo i dati di Telefono Rosa - e gli uomini che scatenano la loro violenza o si suicidano o difficilmente vengono puniti come meri- tano. Ma questo è solo l’ultimo passo, la punta dell’iceberg… Le donne che su- biscono le violenze quotidiane o raptus improvvisi sono centinaia: vengono pic- chiate, maltrattate, perseguitate, rifiutate e sfruttate senza aver fatto niente di male. Si sente molto spesso parlare di donne massacrate di botte che lottano tra la vita e la morte o che ci hanno già lasciato per- ché uccise da uomini che scatenano su di loro la propria gelosia, la propria rabbia, e ciò, secondo me, nasce dalle sbagliate convinzioni di superiorità di molti maschi. Essi considerano le donne infe- Una Festa delle Donne all’insegna delle violenze riori, il che non è vero perché tutti abbia- mo gli stessi diritti e la stessa dignità, e si sentono autorizzati a maltrattarle e a far loro tutto quello che gli pare. Questi uomini sono convinti che le donne non servano a niente e quindi non si meritano tutto quello che hanno. Allora le sfrutta- no, tanto non servono a niente e non sanno fare niente, così almeno si rendono utili a qualcosa. Secondo me è un modo di pensare orrendo. Ma a che scopo credere che le donne siano inferiori e non servano a niente? Esse valgono molto di più di quello che appaiono a queste persone ignoranti e stupide! In fin dei conti sono loro che fanno i salti mortali per crescere i loro figli, a cui gli uomini possono dare vita solo grazie a loro. Non esisterebbe vita senza l’esistenza di tutte e due gli esseri. I maschilisti, invece, non danno tregua, non hanno pietà e picchiano, ucci- dono e poi neanche si pentono! Restano sempre convinti che quello che hanno fatto sia stato buono, sia stato giusto, anche se sono ricercati dalla legge. Tutto questo perché? Perché essi non pensano prima di agire, non riflettono che, in fondo, quelle donne non gli hanno mai fatto niente o che, anche se li hanno rifiu- tati o se ne sono andate per essere final- mente libere, non per questo devono esse- re punite con la morte. Così quindi non va, non si può continuare! E’ facile pen- sare: ma sì, dai, maltrattiamole, picchia- mole, uccidiamole, tanto non valgono niente, tanto devono pagare per essersi ribellate, non meritano nulla! No, così non è più accettabile! (CONTINUA A PAG.2) Le App sono pericolose! In questi giorni è molto diffusa la notizia che dichiara che due applicazioni parec- chio scaricate sui cellulari sono pericolo- sissime! “My Talking Angela” e altre app come “My talking Tom” si dice che siano controllate da pedofili o hacker che spia- no attraverso l’occhio della gattina, chie- dendo notizie personali. Nell’occhietto del gattino, infatti, si può notare un’im- magine che ritrae appunto una stanza e, a volte, comprare pure un uomo che dovrebbe essere appunto l’hacker. Pensare che un semplice gioco sia così pericoloso è veramente allarmante! Io prima avevo l’app di “My talking Tom”, ma subito dopo l’ho disinstallata poichè lo trovavo noioso e un po’ inquietante proprio perché, dal nulla, si accendevano le lucine e richiedeva foto. Dopo questa notizia adesso ho paura a scaricare qual- siasi app e consiglio a tutti di stare molto attenti!! di Maria Tindara Elena Mirabile FOIBE (pag. 5) ATTUALITA’ (pag. 6-7) DALLA SCUOLA(pag.8-10) RIFLESSIONI (pag. 11-17) MUSICA E TV (pag. 18-19) GIOCHI (pag. 20) CYBERBULLISMO
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GGiioorrnnaallee ddeellll’’IIssttiittuuttoo CCoommpprreennssiivvoo ““FFoossccoolloo””ddii BBaarrcceelllloonnaa PPoozzzzoo ddii GGoottttoo ((MMEE))

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Alunni redazione LaboratorioGiornalismo e Repubblica@scuola:Mattia Aliquò, Carmelina Alesci,Fabio Alosi, Renata Aragona, NoemiBenvegna, Erika Biondo, MariaTindara Biondo, Antonino Calderone,Riccardo Chillemi, VeronicaCosentino, Laura Giorgianni, Katia

Giunta, Alessia Isgrò, Martina Liuzzo,Luca Marretta, Maria T. ElenaMirabile, Jacopo Paratore, BouchraRahbib, Milena Santangelo, AlbertoTorre. Tutti gli alunni del LaboratorioGiornalismo delle classi prime guidatodalla Prof.ssa Lara Alesci. DocenteCaporedattore: Prof.ssa Michaela

Munafò. Hanno collaborato a questonumero anche gli alunni del corsoPON “Foscolonews” sotto la guida deldocente esperto Rinaldo Anastasi edelle docenti tutor Michaela Munafò eMaria Triolo. Contributi anche di altrialunni della Scuola secondaria di Igrado St

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DONNE (pag. 2-4)di Giulia Palella

L A R E D A Z I O N E

Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria OliveriDirettore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri

LA STRAGE SILENZIOSAAAllll’’iinntteerrnnoo

Molti uomini, anche in Italia, hanno unbrutto, anzi orrendo, modo di pensare neiconfronti delle donne: sono maschilisti,spesso violenti al punto di arrivare all’o-micidio. Questa è una tragedia perché ledonne vittime di uomini anche a loro“cari” sono sempre di più - 128 in Italianel 2013 tra i 15 e gli 89 anni secondo idati di Telefono Rosa - e gli uomini chescatenano la loro violenza o si suicidano odifficilmente vengono puniti come meri-tano. Ma questo è solo l’ultimo passo, lapunta dell’iceberg… Le donne che su-biscono le violenze quotidiane o raptusimprovvisi sono centinaia: vengono pic-chiate, maltrattate, perseguitate, rifiutatee sfruttate senza aver fatto niente di male.Si sente molto spesso parlare di donnemassacrate di botte che lottano tra la vitae la morte o che ci hanno già lasciato per-ché uccise da uomini che scatenano su diloro la propria gelosia, la propria rabbia, eciò, secondo me, nasce dalle sbagliateconvinzioni di superiorità di moltimaschi. Essi considerano le donne infe-

Una Festa delle Donne all’insegna delle violenze

riori, il che non è vero perché tutti abbia-mo gli stessi diritti e la stessa dignità, e sisentono autorizzati a maltrattarle e a farloro tutto quello che gli pare. Questiuomini sono convinti che le donne nonservano a niente e quindi non si meritanotutto quello che hanno. Allora le sfrutta-no, tanto non servono a niente e nonsanno fare niente, così almeno si rendonoutili a qualcosa. Secondo me è un modo dipensare orrendo. Ma a che scopo credereche le donne siano inferiori e non servanoa niente? Esse valgono molto di più diquello che appaiono a queste personeignoranti e stupide! In fin dei conti sonoloro che fanno i salti mortali per crescerei loro figli, a cui gli uomini possono darevita solo grazie a loro. Non esisterebbevita senza l’esistenza di tutte e due gliesseri. I maschilisti, invece, non dannotregua, non hanno pietà e picchiano, ucci-dono e poi neanche si pentono! Restanosempre convinti che quello che hannofatto sia stato buono, sia stato giusto,anche se sono ricercati dalla legge. Tuttoquesto perché? Perché essi non pensanoprima di agire, non riflettono che, infondo, quelle donne non gli hanno maifatto niente o che, anche se li hanno rifiu-tati o se ne sono andate per essere final-mente libere, non per questo devono esse-re punite con la morte. Così quindi nonva, non si può continuare! E’ facile pen-sare: ma sì, dai, maltrattiamole, picchia-mole, uccidiamole, tanto non valgononiente, tanto devono pagare per essersiribellate, non meritano nulla! No, cosìnon è più accettabile! (CONTINUA APAG.2)

Le App sono pericolose!

In questi giorni è molto diffusa la notiziache dichiara che due applicazioni parec-chio scaricate sui cellulari sono pericolo-sissime! “My Talking Angela” e altre appcome “My talking Tom” si dice che sianocontrollate da pedofili o hacker che spia-no attraverso l’occhio della gattina, chie-dendo notizie personali. Nell’occhiettodel gattino, infatti, si può notare un’im-magine che ritrae appunto una stanza e, avolte, comprare pure un uomo chedovrebbe essere appunto l’hacker.Pensare che un semplice gioco sia cosìpericoloso è veramente allarmante! Ioprima avevo l’app di “My talking Tom”,ma subito dopo l’ho disinstallata poichèlo trovavo noioso e un po’ inquietanteproprio perché, dal nulla, si accendevanole lucine e richiedeva foto. Dopo questanotizia adesso ho paura a scaricare qual-siasi app e consiglio a tutti di stare moltoattenti!!

di Maria Tindara Elena Mirabile

FOIBE (pag. 5)

ATTUALITA’ (pag. 6-7)

DALLA SCUOLA(pag.8-10)

RIFLESSIONI (pag. 11-17)

MUSICA E TV (pag. 18-19)

GIOCHI (pag. 20)

CYBERBULLISMO

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SPECIALE FESTA DELLA DONNA

(CONTINUA DA PAG.1)Ma in che mondo viviamo? Secondo mesi dovrebbe proprio cambiare un certomodo di pensare. Ci vuole più rispetto perle donne e accettazione del loro valore daparte di tutti gli uomini. Ma ci vuole,soprattutto, la volontà da parte di tutte levittime di denunciare i propri persecutoriper evitare che le prossime violenze ditrasformino nelle ultime. Come detto daLuciana Littizzetto a Sanremo lo scorsoanno “Non abbiamo mica sette vite comei gatti, noi donne: ne abbiamo una e ce ladobbiamo tenere cara!”

di Erica BiondoGiorno 8 marzo è la Festa delle Donne. Inquesto giorno ogni anno si ricordano leconquiste fatte dalle donne e purtroppoanche le violenze che quotidianamenteesse continuano a subire. Ecco, è propriodi questo che io voglio parlare.Continuamente si sentono storie di vio-lenze e di solito sono i partner o gli ex chenon accettano la fine della storia d’amoreo che, sopraffatti dalla gelosia, perdono illume della ragione e abusano della donna.In genere iniziano con piccoli schiaffi e, ilpiù delle volte, finiscono per uccidere. Iocredo che queste persone non abbiano il

diritto di decidere e gestireo la vita di unaltro essere umano. Le donne che sub-iscono violenze dovrebbero parlarne conqualcuno e denunciare queste situazioni,che spesso vengono tenute nascoste e giu-stificate con incidenti. Ma adesso basta,non se ne può più! Ogni anno solo inItalia muoiono la media di 120 donne. LaFesta delle Donne ci deve ricordare che lavita è un bene prezioso e non va danneg-giata o tolta a nessuno. Spero che questiepisodi diminuiscano sempre di più fino ascomparire del tutto, perchè altrimentisignifica che l’uomo è tornato una bestia.

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IL FEMMINICIDIO

di Marica GenoveseOrmai da tempo il fenomeno del femmi-nicidio è diventato un argomento all’ordi-ne del giorno che quasi non fa più notizia.Questo fenomeno è esistito da sempre, dasempre uomini violenti scatenavano sulledonne la loro furia bestiale, soltanto cheprima rimaneva tra le mura domestiche,mentre oggi, grazie alle tante informazio-ni che ci giungono dai mass media e alletante associazioni che sono nate in aiutodelle donne, questa nota stonata si sta unpo’ debellando, o quanto meno condan-

nando duramente, al punto da esserediventata reato punibile dalla legge.Questi uomini che compiono gesti delgenere sono soltanto, o almeno lo si speraperché altrimenti sarebbe ancora più diffi-cile da accettare, ”malati di mente” chesfogano la propria rabbia ed il propriorisentimento sulle persone più deboli chegli stanno accanto, cioè le loro compagne.Ma è da queste che deve nascere la ribel-lione, dalla denuncia e dalla punizione dichi sicuramente non è capace di amore.

Un nuovo termine è entrato tristemente nella quotidianità

HA ANCORA SENSOL’8 MARZO?

di Laura HasajOgni 8 marzo, come ogni anno, si festeg-gia la festa Internazione delle donne. Essasi celebra per ricordare le grandi conqui-ste politiche e sociali che la donna haottenuto, ma soprattutto per ricordare lastrage delle tante donne morte lavorandoin una fabbrica di camicie a New York nel1908. La Festa delle donne venne festeg-giata la prima volta nel 1909 negli StatiUniti d’America e pian piano si diffuse intutto il resto del mondo. Ma ora mi chie-do… Questa festa ha ancora realmente unsenso? Oggi le donne vengono maltratta-te nei peggiori modi possibili, vengonouccise, picchiate, violentate e danneggia-te quindi fisicamente e psicologicamente.La cosa peggiore è che queste donne chesubiscono violenza, per mancanza dicoraggio o per paura, non denunciano imaltrattamenti che subiscono e il piùdelle volte sono costrette a tacere. Ladonna va amata e rispettata e per questocredo che potremmo finalmente festeg-giare la Festa delle Donne solamentequando questi principi verrano rispettati!

DONNE, VITTIME DI VIOLENZAdi Martina Scilipoti

Sempre più vittime di violenza sono ledonne. Secondo uno studio nell’UnioneEuropea sono 62 millioni quelle chehanno subito violenze fisiche e sessualidall’età di 15 anni. I paesi più ad altorischio di violenze sono la Danimarca, laFinlandia, la Svezia, l’Olanda e anche unpo’ la Polonia. Il direttore dell’agenziaUE Morten Kjaerum ha dato il suo pen-siero su questo problema e ha affermatoche questi dati non devono essere ignora-ti, che la violenza sulle donne è molto dif-fusa in tutta Europa e si deve contrastare,dare uno stop. Secondo un’altra statisticala percentuale di donne dai 15 anni in suvittime di violenza sessuale è del 11%.Purtroppo si devono considerare anche levittime di stalking. Lo stalking è un reatoe si punisce con il carcere. Esso si verifi-ca quando si tengono in maniera ripetitivacomportamenti invadenti, di intromissio-ne, con pretesa di controllo, quando siminaccia qualcuno costantemente, contelefonate e messaggi assidui, apposta-menti, ossessivi pedinamenti. Questo tipodi condotta arreca intenzionalmente allavittima un grave stato di timore per lapropria salute e per la propria sicurezza oper quella di un altro soggetto a lei vicino,tanto da farle alterare, per sfuggire agli

atti persecutori, lo stile di vita quotidiano,con conseguenze quali il cambiamento dilavoro, la rinuncia a svolgere determinateattività, la mancanza di libertà nel decide-re itinerari e mezzi di spostamento, varia-zioni di numero di telefono, ecc.. Unasola minaccia o un isolato episodio di“persecuzione”, anche se invadente, nonsono sufficienti a realizzare il reato di attipersecutori: è necessaria una ripetizionedelle condotte nel tempo. Purtroppo,però, le donne sono le vittime privilegiatedi questa forma di violenza psicologica,esercitata prevalentemente da ammiratorirespinti o ex, che va ad aggiungersi a tuttele varie forme di violenza fisica, maltrat-tamenti e uccisioni che negli ultimi tempihanno fatto coniare il termine “femmini-cidio”. Sperare che esso diminuisca èogni giorno sempre più un’illusione.

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LA DIFFICILE SITUAZIONE DELLE DONNE NEL MONDO

In Cisgiordania è meglio non essere donna

Molte donne in Cisgiordania, ma anche inaltri paesi del mondo, sono costrette a unavita crudele e molte vengono addiritturauccise… Questa, invece, è la storia di unasopravvissuta! Suad è una scrittrice pale-stinese, autrice del libro autobiografico“Bruciata viva”. In questo libro la scrittri-ce racconta la sua terribile storia, a parti-re dalla sua infanzia, vissuta in un picco-lo paese della Cisgiordania, dove non leera permesso andare a scuola ma eracostretta ad eseguire solo duri lavoridomestici. All’età di diciotto anni Suad,per una gravidanza frutto di un amoreclandestino, venne condannata a mortedal padre, il suo padrone, il quale ha dirit-to di vita e di morte su di lei. Il cognato leversò addosso della benzina e le diedefuoco, ma fortunatamente Suad non morì,e miracolosamente riuscì anche a partori-re suo figlio. La giovane ragazza venne

salvata grazie a una organizzazione uma-nitaria europea, che opera proprio edesclusivamente a favore del rispetto per ledonne nei paesi orientali. Così fuggì inEuropa, dove ancora oggi vive in unalocalità segreta, con un marito, due figliee il bambino, ora adulto, che portava ingrembo quando è stata bruciata viva.Suad, che non ha mai smesso di portare lasua testimonianza a conoscenza delmondo, durante le conferenze mantiene ilviso coperto da una maschera bianca acausa del suo volto ustionato. La triste ecrudele realtà del mondo di Suad si basasulla legge degli uomini che odiano, umi-liano e disprezzano le donne. Della testi-monianza di Suad mi ha sconvolto il rac-conto di una vita dedicata al lavoro neicampi ricevendone in cambio non ringra-ziamenti ma solo rimproveri, violenza,odio e minacce di morte. Povere donne,

costrette a vivere una vita così crudele etriste! In Cisgiordania per essere condan-nata non importa se sei grande o piccola,basta solo essere donna… A il mio parerequesti “cattivi” uomini, che svolgonoazioni così crudeli nei confronti di chicredono inferiore, dovrebbero solamentevergognarsi e farsi un esame di coscien-za! Chissà se sono almeno in grado dicapire le loro atrocità! Protestiamo allo-ra…protestiamo…e protestiamo, affinchèquesta crudeltà finisca!

di Iolanda Salamone

SPECIALE FESTA DELLA DONNA

Militante per la causa della giustiziadi Veronica Cosentino

“Sono stata militante per la causa dellagiustizia e per dodici anni non ho avutouna casa né una famiglia”. Queste sono leparole di Rigoberta Menchù, una delletante donne, o meglio dire eroine, chehanno subito gli orrori dei militari che inGuatemala hanno ucciso e raso al suolointeri villaggi. Tra queste persone c’erapure la famiglia di Rigoberta, che ha lot-tato non solo per la sua amata popolazio-ne indigena, ma anche per tutte le donne,per i diritti umani che ognuno di noidovrebbe possedere. Molto spesso ledonne indigene, proprio come è capitato aRigoberta, sono costrette a lavorare ore eore nei campi fin da piccole. Nata nel1959 in una famiglia molto povera e pro-prio per questo motivo costretta ad anda-re a lavorare come bracciante all’età dicinque anni, voi non immaginate neppurecosa abbia fatto questa meravigliosadonna per riscattare le proprie condizionie quella di tutte le altre donne come lei.Nel 1979 si unì al Comité, comitato di

lotta nazionale, nonostante molti membridella sua famiglia e, persino amici, fosse-ro perseguitati. E’ stata una delle pochedonne che ha deciso di reagire, che hadeciso di protestare per i diritti umani e loha fatto con manifestazioni non violente.Come molte altre donne e uomini, infatti,sapeva che non si può ridare l’infanzia ol’adolescenza a chi le ha avute strappatevia in modo indecente, e ha lottato perfare in modo che ragazzini di 4-5 anninon dovessero più andare a lavorare gior-no e notte nei campi o in qualsiasi altroposto. Alla fine Rigoberta è stata premia-ta per tutto ciò che aveva fatto nel 1992con il premio Nobel per la Pace, che si èpienamente meritata. Ma fermatevi un

secondo a riflettere.. Secondo voi questamagnifica donna perché ha lottato cosìtanto? Per quale scopo? Secondo me l’u-nico scopo che aveva e che alcune donne,in generale, hanno ancora oggi è quello dicercare che molti “errori” fatti in passatonon si commettano più. Molte donnehanno lavorato giorno e notte nei campi esanno cosa significa soffrire, sognare cheun giorno tutto questo finisca, SOGNA-RE DI AVERE UN FUTURO! Ma questofuturo non lo sognavano solo per loro, masoprattutto per noi donne, affinché potes-simo fare determinati lavori, scelte, espri-mere determinate, idee giuste o sbagliateche siano, avere una dignità e dei dirittiche nessuno ci deve strappare via!

Rigoberta Menchù

RIGOBERTA MENCHU’, UNA DONNA PER I DIRITTI

BASTA VIOLENZAdi Laura Siragusa

La violenza contro le donne è una cosaINACCETTABILE. Le donne vengonouccise anche per niente e minacciate gra-vemente dagli uomini. In Italia il numerodi donne uccise continua a crescere, non-ostante la legge sul femminicidio. Il 25novembre, in memoria di questi eventi, sisvolge la Giornata internazionale per l’e-liminazione della violenza sulle donne.Questa data fu scelta in memoria dell’as-sassinio delle tre sorelle Mirabal, chementre stavano andando a trovare i loromariti in prigione, furono bloccate sullastrada da agenti del Servizio di informa-zione militare, furono portate in un luogonascosto e furono torturate, massacrate e

strangolate, per poi essere gettate in unprecipizio, a bordo della loro auto, per farfinta che fosse accaduto un incidente. Findagli anni Settanta esistono proprio perquesto delle case che ospitano le donnemaltrattate, o che hanno subito violenze.Ci sono molti eventi accaduti riguardoquesto fenomeno nel 2013, come il casodell’avvocato Lucia Annibali, alla qualefu lanciato in faccia dell’acido da una per-sona incappucciata. Ancora oggi si stasvolgendo il processo e si sospetta l’exfidanzato, che l’aveva minacciata dopoessere stato lasciato.

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Malala Yousafzai è una giovane studen-tessa di sedici anni, nata nel 1997 aMingora in Pakistan, che difende i dirittidei ragazzi, in particolare quello allo stu-dio sia per maschi che per femmine. Il 12luglio 2013, ricevuta all’ONU, ha affer-mato: “Voglio il diritto all’istruzione pertutti i bambini, anche per i figli dei terro-

risti”, e questo dimostra che lei è unaragazza giusta, che pensa ai giovaniragazzi a cui non vengono date molte pos-sibilità e non fa differenze. Nell’anno2012, proprio per il suo desiderio di istru-zione, era è stata gravemente ferita allatesta e al collo da uomini che si trovava-no a bordo del pullman scolastico, contra-ri al fatto che le bambine andassero ascuola. Grazie alla chirurgia plasticaMalala è sopravvissuta, ma il capo dellabanda che l’ha ferita aveva deciso di col-pirla di nuovo perché simbolo della ribel-lione e così Malala venne trasferita a

STORIE DI DONNE STRAORDINARIEMALALA YOUSAFZAI

di Maria Lucia Munafò

Rosa Parks, la "donna che non si alzò"di Noemi Benvegna

Rosa Parks, donna di colore, è nata il 24febbraio nel 1913 in Alabama ed è statauna figura principale del movimento per idiritti civili statunitensi. Rosa è famosa intutto il mondo perchè ha infranto unalegge razziale in vigore fino a quelmomento negli Stati del Sud. Un giorno,infatti, è salita su un autobus sedendosi inun posto riservato ai bianchi. A quelpunto l’autista le ha detto di alzarsi da lì edi andare a sedersi nei posti riservati aineri, ma lei rifiutò, dando origine al boi-cottaggio degli autobus a Montgomery.Questo boicottaggio fu una protesta civi-le e politica che iniziò nel 1955. Quelgiorno, il 1° dicembre, Rosa fu arrestata eincarcerata per condotta impropria e peraver violato le norme cittadine. Da quelmomento fu conosciuta come “thewoman who didn’t stand up” (“la donnache non si alzò”). Dopo l’arresto RosaParks ricevette molte minaccie di morte enon riuscì più a trovare lavoro. Nonpotendo guadagnare neanche una minimasomma di denaro per vivere si trasferì aDetroit, dove per fortuna ricominciò alavorare come sarta. A metà del 1955 ini-

ziò a frequentare un centro educativo peri diritti dei lavoratori e per l’uguaglianzarazziale, quando la sua figura divennesempre più conosciuta in tutto il mondo.Nel 1956 il caso della signora Parks arri-vò alla Corte Suprema degli Stati Unitid’America e fu conosciuta come societàdel movimento per i diritti civili. Il 24ottobre del 2005 la signora Parks è mortaa Detroit all’età di 92 anni legando la suamemoria al gesto di ribellione che l’haresa famosa. Io, da parte mia, la ritengouna donna molto coraggiosa e per questocredo che sarà ricordata nei nostri pensie-ri per moltissimo tempo.

UNA VITA PER LA PACEdi Maria Tindara Biondo

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SPECIALE FESTA DELLA DONNA

Londra, dove era sotto controllo e nonpoteva esser più oggetto ad altri attentati.Per avere difeso le sue idee e avere lotta-to per il diritto allo studio di tutti i bambi-ni, il 1° febbraio 2013 Malala ha ricevutola candidatura al Premio Nobel della Pacee successivamente il Premio Sakharov perla libertà di pensiero. Malala oggi stabene e continua a difendere i diritti deiragazzi cercando di fare loro avere dellepossibilità migliori attraverso l’istruzio-ne. Solo attraverso l’istruzione per tutte lebambine del mondo sarà possibile in futu-ro la vera emancipazione delle donne.

donna fu posta agli arresti domiciliari, daiquali è stata liberata dopo varie vicissitu-dini e pressioni internazionali solo nel2010. Nel 1991 Aung vinse il premioNobel per la pace, ma solo nel 2012 lo hapotuto ritirare, sfruttando i soldi vinti afavore del popolo birmano. Sicuramentel’atto che ha compiuto questa donna èstato davvero strepitoso e coraggioso,perché ha messo da parte il suo orgoglio,la sua famiglia, la sua vita personale per ilbene del suo popolo. Come gli uomini cisono state, quindi, anche donne che hannofatto la nostra storia e che hanno segnatola vita di ognuno di noi. Questo perché inpassato noi donne non avevamo gli stessidiritti che avevano gli uomini, non aveva-mo una dignità e non potevamo esprime-re il nostro giudizio ma, nonostante ciò, cisono state delle donne che hanno lottatoper noi e per il nostro futuro!

Non solo gli uomini sono stati dei grandiesempi per tutti noi di lotta civile, maanche le donne hanno fatto la loro parteper il futuro del pianeta. Una di queste èstata Aung San Suu Kyi. Nacque da unafamiglia nobile in cui il padre era uno deimaggiori esponenti della politicaBirmania, paese ancora sotto il controllobritannico. Per motivi politici il padre fuucciso e il suo successore fu la moglie.Così Aung, che aveva preso come esem-pio la madre, che viaggiava per motivi dilavoro, iniziò a frequentare diverse scuo-le prestigiose, come ad esempio Oxford,dove si laureò e entrò in contatto con ledemocrazie occidentali. Quando la madresi ammalò gravemente, in Birmania, oraMyanmar, prese il potere Saw Maunginstaurando un regime militare che anco-ra tutt’oggi continua ad esistere. Aung hasempre lottato attraverso manifestazioninon violente prendendo esempio daGandhi. Nel 1990 il regime militare chia-mò il popolo alle elezioni e, nonostante lavittoria di Aung fosse chiara, dopo varibrogli le elezioni furono annullate, i mili-tari presero il potere con la forza e la

Rosa Parks

Aung San Suu Kyi

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GIORNO DEL RICORDO

Il 10 febbraio, il Giorno del ricordo, ven-gono ricordate le stragi nelle foibe daparte degli jugoslavi, comandanti dalgenerale Tito. Molti italiani sono statiuccisi negli anni tra il 1943 e il 1945, piùdi 10.000 persone furono massacrate. Lefoibe sono buchi enormi di roccia, dovevenivano gettate persone di qualsiasi età,senza nessuna pietà. Venivano legati colfil di ferro e poi sparavano sulla vittima ecadevano in gruppo; la probabilità che sisalvassero era davvero poca perché,prima di liberarsi dal fil di ferro, ci vole-va un bel po’ di tempo e poi molti eranoferiti; la maggior parte era ancora vivama, non essendoci da bere, non sopravvi-veva. Gli italiani non si aspettavano unastrage cosi grande, pensavano che fosseuna vendetta solo verso i fascisti da parte

UNA STRAGE IN TERRA D’ITALIA

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L'indimenticabile strage delle foibe

di MariaTindara BiondoUn fenomeno che ha caratterizzato la sto-ria dell’Italia è stata la strage delle Foibe.“Infoibare” era un modo per sterminarepiù persone possibili ideato da Tito, il dit-tatore che in quel periodo prese il domi-nio sull’Istria. Egli, come Hitler, volevaripulire la Dalmazia da gente che ritenevasporca, gli italiani, e quindi portarel’Istria alla sua gente slava. Gli italianidovevano essere annientati, e così fu. Nelprimo periodo molti riuscirono a tornarein Italia e a migrare, altri, però, erano tal-mente testardi da non volersi spostare.Era quella la loro terra, lì avevano tutti iricordi, sia belli che brutti e, secondoloro, non ci sarebbe stato uomo che gliavrebbe potuto far cambiare idea.Purtroppo la loro testardaggine fu il lorolasciapassare per morire e porre inizioalla propria fine. Iniziarono le deportazio-ni nelle quali uomini, bambini e donnevenivano caricati su dei camion e traspor-tati in campi di lavoro per essere dopo tra-sportati in luoghi isolati, dove si trovava-no delle grandi cavità sotterranee, le foibeappunto. Una volta arrivati lì essi veniva-no legati in fila e, sparando al capofila infronte, cadevano in queste cavità e mori-vano. Fu una vera e proprio pulizia etni-ca, anche se meno tragica di quella delpopolo ebraico. Tutto questo fu nascostoper molti anni, fin quando, nel 2004, ilParlamento italiano decise di ricordare,ogni 10 febbraio, la strage delle foibe checolpì molti italiani, oltre 350.000, dando-gli il nome della “Giornata del ricordo.”

di Marica Molino

PER NON DIMENTICARE UNA PAGINA OSCURA DI STORIA

degli slavi. Gli jugoslavi, cioè i soldaticomunisti, invece effettuarono questogenocidio dopo la seconda guerra mon-diale e l’inizio del dopoguerra nei con-fronti di tutte le persone di nazionalità ita-liana che si trovavano nel confine dellaVenezia Giulia e la Dalmazia. Esse veni-vano rinchiuse nei campi di concentra-mento e, dopo aver camminato per moltotempo, proprio lì si trovavano le foibe.. Inclasse per ricordare questi momentiabbiamo visto il commovente film “Ilcuore nel pozzo” e un documentario incui si intervistava l’unico sopravvissutoalle foibe. E non dobbiamo dimenticare,poi, i 350.000 italiani che dal 1947 furo-no costretti a lasciare quelle terre per nonrischiare altre stragi, abbabdonando leloro case e le loro cose per sempre.

FOIBE

Il 10 febbraio è anche detto “Giorno delRicordo”, ovvero il giorno in cui si ricor-da la strage di italiani da parte deglijugoslavi, comandati dal generale Tito, unfolle che diede inizio alle persecuzionianti-italiane e al massacro già dal 1943.Questo genocidio venne chiamato conl’espressione di “massacro delle foibe”.Foibe: anche solo nominare questa parolaincute terrore a tutti gli italiani, soprattut-to a coloro che vissero durante quell’orri-bile evento. Le foibe erano, sono, dellefosse rocciose tipiche delle zone carsichee dove venivano uccisi gli italiani.Venivano gettati in gruppo, tutti legati tradi loro col fil di ferro in modo da nonpotersi muovere, poi uno solo venivaucciso con un colpo di pistola, per rispar-miare colpi, e gli altri, in balia del peso,cadevano insieme alla vittima e morivano

per l’impatto. Si dice che gli jugoslaviattuarono il genocidio, dopo la secondaguerra mondiale, come vendetta contro ifascisti, ma in realtà esso fu attuato controcoloro che rappresentavano lo Stato ita-liano in quelle terre che il nuovo regimecomunista jugoslavo rivendicava. Fucomunque imperdonabile che un popolointero sia stato sterminato in questa cru-dele maniera. Ciò perché ai circa 10.00morti “infoibati” si devono aggiungerecirca 350.000 giulio-dalmati che, dopo itrattati di pace, per paura di nuove stragi,lasciarono tutto e si trasferirono in Italia,dove, tra l’altro, non furono accolti affat-to bene e dove soffrirono per moltotempo. Oggi, dopo tanto oblio voluto dal-l’alto, noi italiani non dobbiamo dimenti-care mai questa orribile strage contro ilnostro popolo.

di Carmelo Fazio

10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDOdi Denise Antonuccio

Lo sapete cosa succede ogni 10 febbraio?Dal 2004 ogni 10 febbraio ricordiamo lastrage dei foibe o dei inghiottitoi carsiciavvenuta alla fine della seconda guerramondiale e durante il dopoguerra, daquando i tedeschi incominciarono adoccupare Trieste e Fiume, i partigiani laregione del Friuli Venezia Giulia e i sol-dati di Tito occuparono tutta al Croazia.Gli italiani che si trovavano tra la VeneziaGiulia e la Dalmazia venivano rastrellati euccisi. Questa fu una vera e propria stra-ge. Gli jugoslavi sequestrarono migliaiadi italiani dalle loro case e li portavanodavanti a queste foibe, che sono delle

cavità naturali che si trovano nel Carso.Là le persone venivano legate e gettate inqueste grandi cavità sotterranee. Molti diloro morivano durante la caduta e chirimaneva in vita moriva lo stesso permancanza di acqua. Nel 1947, dopo ilTrattato di pace con la Jugoslavia la stra-ge finì, ma tutti gli italiani che non eranomorti, oltre 350.000, lasciarono la propriaterra e si trasferirono in Italia, dove, perònon furono accolti affatto bene. Il 10 feb-braio, allora, dobbiamo ricordarci di loroe del loro dolore, affinchè drammi comequesto, da chiunque compiuti, non sianopiù nascosti o sminuiti.

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ATTUALITÀ

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VENTI DI GUERRA SULL’EUROPAdi Fabio Alosi

dell’Ucraina, invece, vuole avvicinarsi edentrare nell’Unione Europea, e in questomodo il paese risulta diviso in due parti,ognuna con delle idee diverse. La situa-zione, già preoccupante dalla divisionedel paese, è stata resa molto più pericolo-sa dall’occupazione russa dei territoridella Crimea, che rappresenta un atto unpo’ forzato. Infatti, anche se la popolazio-ne risiedente nella penisola aveva dato ilproprio sostegno alla Russia, il governoUcraino non aveva ancora autorizzato laFederazione Russa ad annettere i territoridesiderati. Le armate rosse sono quindiillecitamente intervenute sotto l’ordine diPutin. Il paese, passato subito dalla rivol-ta alla divisione, sta attraversando questimomenti con molta apprensione perchéc’è la paura che possano nascere degliscontri che potrebbero portare a una suc-cessiva guerra. Tutto il mondo segue conil fiato sospeso l’evolversi della situazio-ne perché, da una semplice situazioneinterna si è passati ad altro e, da una occu-pazione territoriale con l’appoggio dellapopolazione locale, può nascere un’ideamaligna di allargare la conquista, comeaccadde in passato all’inizio della secon-

Ormai da un po’ di giorni sentiamo allatelevisione le preoccupanti notizie chevengono dalla Crimea, penisola ucrainache si trova sul Mar Nero, dove le trupperosse di Putin, presidente dellaFederazione Russa, hanno occupato tutti ipalazzi pubblici e preso il potere. Il paeseera già molto danneggiato dalle rivolteche lo insanguinavano nei mesi preceden-ti, soprattutto nella capitale Kiev, dove sisvolgevano gli scontri e le proteste piùanimate con lo scopo di far rassegnare ledimissioni al presidente. Così molte per-sone residenti in Crimea, stanche dellecontinue rivolte e vicine alla Russia,hanno deciso di chiedere la protezione,l’appoggio e l’ammissione al territoriorusso ignorando, però, il no del governoprincipale dell’Ucraina. La restante parte

da guerra mondiale, quando Hitler occu-pò la striscia di Danzica. Infatti l’ipotesiche il mondo si trovi immerso in unanuova guerra mondiale non è da esclude-re e i molti capi del governo delle nazionipiù forti e più ricche hanno già avvertitoPutin dei rischi che la sua azione può faravverare e l’hanno consigliato di agirecon prudenza, seguendo le linee delladiplomazia, agendo non con le armi macon le parole. Lo scoppio di una terzaguerra mondiale sarebbe un’apocalisse.Quasi tutto il mondo possiede armi ingrado di distruggere l’intero pianeta e ilmondo non sopporterebbe un conflittodistruttivo. Sarebbe davvero la fine delmondo, la fine di tutto ciò che abbiamo eche amiamo, la fine di tutto… Un mondoin cui c’è una guerra è un mondo di odioe di tutti quei sentimenti negativi che loformano, un mondo dove non esiste pace,un mondo in cui tutti sono perdenti e tuttisono vittime e dove nessuno sfugge aisuoi orrori. Spero che la situazione inCrimea non peggiori e non sfoci in un’ul-teriore guerra perché, se ci fosse un con-flitto allargato a più paesi, sarebbe vera-mente la fine del pianeta.

SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERIdi Veronica Cosentino

Un problema che caratterizza l’Italia,soprattutto in questi ultimi anni, è ilsovraffollamento delle carceri. Da comesi è sentito dire quasi tutte le carceri ita-liane hanno un numero eccessivo di dete-nuti, che per altro vivono in condizionispesso non dignitose, quasi inumane. Damolto tempo si cerca di risolvere questoproblema, magari spostando chi si è mac-chiato di delitti meno gravi agli arrestidomiciliari, esclusi, logicamente, i bossdella mafia e altre persone che hannocommesso atti gravi. Si sa che là dentro idetenuti non vengono trattati nel miglioredei modi e questo, secondo me, da unaparte è sbagliato perché tutti noi siamo

uguali e, anche se abbiamo sbagliatodurante la nostra vita, ognuno ha gli stes-si diritti, soprattutto quello alla dignità.Tutti i partiti, e in particolare la Lega,stanno cercando in tutti i modi di cambia-re qualche “regola”, se così si può defini-re, iniziando dal cercare di capire chi farrimanere in cella o chi mandare agli arre-sti domiciliari. Per meglio dire stannocercando di stabilire chi merita davvero ladetenzione e chi no, mettendo comunquea ogni detenuto un braccialetto elettronicoper sapere dove si trova e poterlo control-lare in qualsiasi momento della giornata,evitando che questi controlli dei domici-liari li debba svolgere la polizia. Già il

carcere non è il luogo più bello del mondoper vari motivi ma, anche se chi sbagliadeve pagare e, quindi, se si commettonoatti abbastanza gravi non ci devono esse-re sconti di nessun tipo, il sovraffolla-mento e le condizioni in cui vivono tutti idetenuti al momento aggrava le tensioni epuò portare ad esplosioni di violenzaimprevedibili.

CINESI, IL POPOLO INVISIBILEdi Antonino Calderone

Gestiscono il ristorante vicino a casa,oppure lavorano nel bazar dietro l’angoloo sulle bancarelle del mercato, dove ven-dono dagli abiti ai gioielli agli oggetti tec-nologici. Tutto a pochi euro, per la dispe-razione degli altri commercianti che nonriescono a reggere la loro concorrenza esono spesso costretti a tirare giù le serran-de. I cinesi sono ormai una presenza fortenelle città italiane, di cui occupano interiquartieri. Eppure incontrarne uno perstrada è quasi più difficile che trovarel’acqua nel deserto. Il motivo? La comu-

nità con gli occhi a mandorla è la piùriservata tra quelle registrate sul territo-rio, presente ovunque ma poco appari-scente, non ama mescolarsi agli altri, inItalia come negli altri Paesi in cui emigra.Mantengono contatti sociali solo tra diloro, mangiano il loro cibo, lavoranoinstancabilmente anche la domenica, dif-ficilmente hanno tempo per altro.Insomma pur essendo numerosissimiriescono ad essere così autonomi all’in-terno della società da risultare quasi invi-sibili.

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ATTUALITÀ

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La crisi si è purtroppo diffusa già in tuttoil mondo e i problemi che causa questa“calamità” sono tanti. I negozi vanno inbancarotta e in piedi rimangono solo i dis-count. Ma tra le conseguenze vi sonoanche vari suicidi di persone disoccupateche avendo prso e non trovando più lavo-ro vanno in disperazione, togliendosi lavita. I disoccupati purtroppo sono tanti,circa cinque milioni. Un altro problemarelativo alla crisi sono le tasse. Esse sonotroppo alte e i cittadini non riescono apagare le cifre esorbitanti, ad esempio perl’affitto o la spazzatura. Il governo parlasempre di risolvere questa situazione maancora oggi la disoccupazione attanagliaanche tanti cittadini italiani che vivono lasituazione in modo disperato. Ogni gior-no tutti i TG aprono le loro edizioni conparole apocalittiche su quello che accadenei mercati finanziari. Gli abitanti di ognicittà, di ogni parte del mondo, non sannopiù come risolvere questo apocalitticoproblema. Come ho detto poc'anzi, i TGci informano su ciò che accade, ma que-sto non basta. Al mondo serve una svolta,qualcosa che faccia cambiare totalmentela situazione che noi tutti stiamo vivendo.I politici dicono sempre che questa situa-zione ben presto cambierà, ma questoancora non avviene; dicono sempre chemanterranno la parola data, ma ciò,secondo la maggior parte dei cittadini,provenienti da ogni luogo, non succedemai. Insomma per scacciare via questa“epidemia” bisognerebbe avere più postidi lavoro perchè, se tutte le persone aves-sero un lavoro, secondo alcuni sì forse lacrisi ancora ci sarebbe, ma almeno sareb-be di meno e sicuramente ci sarebberomeno suicidi. E a questo punto ci sareb-bero due problemi in meno nel mondo.

MORTI BIANCHEOrmai, in questi ultimi anni, dai telegior-nali sentiamo molto spesso parlare di“morti bianche”, ovvero incidenti mortaliche si verificano sul lavoro. L’aggettivoallude all’assenza di una mano formal-mente responsabile dell’accaduto, anchese una causa reale esiste. Infatti tantissimioperai all’anno muoiono a causa di un’in-curanza del datore di lavoro sulle normedi sicurezza. Purtroppo è molto più comu-ne l’uso del plurale “morti bianche” per-ché, parallelamente ad una riduzionedegli incidenti mortali, questo eufemismoè apparso sulla stampa legato al movi-mento dei lavoratori. Questa definizione si è diffusa all’internodel movimento operaio italiano a partiredagli anni ’60 per indicare con un’espres-sione “forte” le responsabilità dei datoridi lavoro ed in generale di ogni sistema disfruttamento dei lavoratori in campo edi-lizio, nelle miniere e nel settore industria-le. Nel 2013 le “morti bianche”, se si aggiun-

di Iolanda Salamone

FERMATE I CROLLI A POMPEI!

Pompei, una città di epoca romana som-mersa dall’eruzione del Vesuvio del 79d.C, dal 1997 Patrimonio dell’Umanitàdell’Unesco, rappresenta uno dei maggio-ri talloni di Achille dei ministri dei BeniCulturali italiani che si sono avvicendati.Alle 9:34 di domenica 9 marzo un altrocrollo a Pompei nell’arco di poche ore hariportato l’attenzione sullo stato di degra-do del sito archeologico napoletano. Tuttoquesto è dovuto a una alluvione verifica-tasi un po’ di anni fa e che negli ultimicinque anni provoca continui crolli edegrado. I primi importanti preavvisi ocampanelli d’allarme arrivarono nel2009. Il 6 novembre 2010, con il crollodella Domus dei Gladiatori, sbriciolatasisotto il peso di un tetto in cemento arma-

to e per le infiltrazioni d’acqua dovutealla pioggia, arrivarono le polemiche etutte le accuse caddero sull’allora mini-stro dei Beni Culturali Sandro Bondi.Pompei è una città davvero antica che hasopportato parecchie calamità, tra cuiappunto la disastrosa eruzione delVesuvio, che è considerato il vulcano tra ipiù rovinosi nella storia. A quei tempi leconoscenze erano limitate e di certo nonsi sapeva indagare all’interno di un vulca-no per scoprire se fosse attivo o meno. Inquel periodo non si dava troppa importan-za a queste cose, non si capiva il pericolopossibile e la gente viveva tranquilla,ignara di essere su una bomba naturale.Fortunatamente c’era chi sosteneva lapresenza di un vulcano a Pompei, come lo

studioso Plinio il Vecchio, ma ciò nonimportava a nessuno e l’insistenza di chicredeva nel pericolo, non visibile mareale, aumentava gradualmente; ma allostesso tempo aumentava il menefreghi-smo della gente. Quando infine, un belgiorno, il Vesuvio eruttò, rilasciando ton-nellate di cenere e lapilli incandescentiche uccise tutta la popolazione di Pompei.La storia di questa antichissima città èquindi impressionante e non c’è da stupir-si se, per così tanto tempo, essa sia riusci-ta a resistere al tempo con le sue testimo-nianze, rimaste quasi intatte per secolisotto la cenere. Ma questo ora non basta.Perchè l’incuria, la disorganizzazione e ildisinteresse dei governi nei confronti diun patrimonio artistico così importante,che potrebbe essere la ricchezzadell’Italia, purtroppo da qualche annostanno distruggendo pezzo a pezzo ricor-di antichi e scampoli di passato che maipiù torneranno. Si può essere più stupidi?

di Lidia Costa

L’Italia lascia degradare il suo patrimonio

LA CRISI ECONOMICA di Sofia Giorgianni

gono i morti sulle strade diretti al posto dilavoro, sono state più di 350. Mentre 173sono state le morti sul lavoro, tra cui il32,3% in edilizia, il 31% in agricoltura, il17,5% nei servizi, il 6,5% nell’autotra-sporto e infine il 5,5% nell’industria. Considerando queste cifre il problemanon è affatto trascurabile e sembra assur-do che ai giorni nostri il lavoro debbaessere ancora causa di morte e che moltilavoratori escano di casa al mattino senzasapere se torneranno la sera! Allora biso-gna fronteggiare questo dramma senzapiù sentirlo chiamare “morti bianche”,come se dietro a esse non ci fosse alcunaresponsabilità. Diciamolo chiaro: sono morti sul lavoro.E in qualche caso veri e propri omicidi icui colpevoli solo raramente vengonopuniti e pagano per la loro imperizia e pernon avere applicato le norme di sicurezzache la legge prevede!

Non accennano a diminuire gli incidenti sul lavoro

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DALLA SCUOLAAl via un’interessnte progetto di integrazione

TUTTI AL BAU PARKdi Denise Antonuccio e Viviana Genovese

Tra le numerose attività che la scuola pro-pone per migliorare il rendimento deglialunni, uno dei più scelti è il corso PONdi Giornalismo. Il monte ore del PON è dicinquanta ore totali, tra cui venticinqueore specifiche di giornalismo cartaceonelle quali i ragazzi imparano a svolgeretutte le attività giornalistiche vere e pro-prie, dall’impaginazione alla scrittura diarticoli con l’aiuto del professore RinaldoAnastasi e delle docenti tutor. Gli studen-ti oltre che scrivere nel giornale dellascuola possono anche scrivere sul sito“Repubblica scuola”, creato per i giovaniche vogliono sviluppare le loro capacitàscrivendo articoli, mettendo foto e facen-do contributi. Il PON di giornalismo hacomunque degli obiettivi ben precisi, tracui quello di portare a maturazione lecapacità in lingua italiana in modo daconsentire ali alunni di realizzare articolida inserire nel giornale della scuola. Glistudenti già dall’anno scorso sono statipremiati per la loro attività nell’istituto.Inoltre la scuola è arrivata anche primanazionale nel concorso aperto sul sito di“Repubblica Scuola” e molti studentisono stati anche selezionati nelle varietappe ed erano tra quelli che scrivono dipiù. Noi ragazzi partecipanti di questoPON siamo molto contenti, anche perchélavorare in un attività giornalistica non èuna cosa da tutti giorni e poi è molto

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Martedì 25 febbraio 2014 si è tenuto unodei quattro incontri previsti per le classiseconde della scuola secondaria“Foscolo” presso il centro ”Bau Park” diBarcellona Pozzo di Gotto nell’ambito diun progetto, dal titolo “Cane Amico”,rivolto soprattutto ai diversamente abilidelle scuole con il coinvolgimento deicompagni o dei genitori. I ragazzi diver-samente abili, con l’aiuto dei cani, svol-gono delle attività, dette Pet-Terapy, cheli aiutano ad entrare facilmente a contattocon le persone. Gli incontri previsti pres-so il “ Bau Park”, che è anche un centro acarattere sportivo dilettantistico e di pro-mozione sociale, sono stati resi possibiliper i ragazzi della nostra scuola graziealla sensibilità della Ditta dei fratelliBranca e della dottoressa Ketty, che anchequest’anno hanno reso possibile l’integra-zione dei diversamente abili supportando

economicamente l’iniziativa. All’iniziodel primo incontro le classi 2C e 2Bhanno visto dei video in cui i cani veniva-no spesso maltrattati e abbandonati e sivedeva la cattiveria dell’uomo; in altri,invece, si poteva notare come il cane,nonostante tutti i maltrattamenti, aiutassel’uomo ma soprattutto le persone diversa-mente abili. Uno dei video commoventi èstato quello del cane che cercava in tutti imodi di aiutare un bambino disabile.All’inizio questi lo rifiutava, ma dopo itanti tentativi del cane, il bambino hacominciato a stare a stretto contatto conl’animale. Dopo la visione dei video iltutor del centro ha diviso le classi in duegruppi: un gruppo è andato a giocare aminigolf e l’altro gruppo ha fatto dei per-corsi con diversi tipi di cani. Una nostracompagna diversamente abile ha portatoil cane col guinzaglio in giro per il centro,

Gli alunni della 2° C al “Bau Park”

poi un tutor l’ ha accompagnata a vederetutti i tipi di cani che possiedono nel cen-tro ed infine è stata proprio lei a sceglierecon quale cane dovesse fare il giro. Lamattinata è stata molto significativa per-ché abbiamo capito che non si devonoabbandonare o maltrattare cani e che essisono molto utili, sia per la Pet-terapy, laterapia che viene usata per aiutare i ragaz-zi diversamente abili, sia per supportarel’uomo in qualsiasi situazione o aiutarlo avincere la solitudine.

di Iolanda Salamone

bello, perché si può scrivere ciò che sipensa, si possono mettere foto che siritengono appropriate da mettere in unapagina di giornale. A questo punto speria-mo di essere ricompensati anche que-st’anno, come gli anni precedenti, conriconoscimenti di merito per il nostrocostante e duro lavoro.

di Susanna Coppolino

Tra i vari PON molto apprezzato “Foscolonews”

IL PON DI GIORNALISMO

Nella nostra grande scuola “Foscolo” giàda sette anni, si svolgono diversi tipi dicorsi PON. Questi sono progetti finanzia-ti dalla Comunità Europea che favorisco-no lo sviluppo delle competenze di base esono anche amici dei genitori, perchèsono gratuiti!. Ogni alunno è libero di fre-quentare il corso che più gli/le piace. C’èdavvero l’imbarazzo della scelta! Ci sonoinfatti “Computermania”, “English forme 2″, “Sperimentiamo”, “Sportivamente

insieme 1″ e “Sportivamente insieme 2″,“Piccoli artisti tra le melodie”, “Musicamaestro”, “Campioni di rugby”, “Giochimatematici”, “Crescere con i libri interat-tivi” e infine “FoscoloNews”. In ogniPON possono esserci tra i 20 e i 25 corsi-sti. Io quest’anno frequento il corso PONdi giornalismo, che è cominciato il 21gennaio. Questo corso ci aiuta a sviluppa-re le nostre capacità nel campo linguisti-co, le nostre competenze, ci serve anche anon ripetere sempre gli stessi vocaboli, afare meno errori di ortografia e migliorar-ci nel campo della lingua italiana. Ognimartedì pomeriggio noi partecipanti alcorso scriviamo articoli di tutti i tipi peril nostro giornale d’istituto di nome“FoscoloNews” e sulla nostra piattaformadi RepubblicaScuola, ma siamo ancheliberi di collegarci da casa, con la nostrapaswoord e il nostro nickname personale,per scrivere articoli a nostro piacere. Ilprimo giorno del corso di giornalismo miè piaciuto molto perchè noi corsisti abbia-mo conosciuto molti professori, piuttostosimpatici! Il professore Rinaldo Anastasiè l’esperto esterno come il professoreDomenico Gambale. Il professoreAnastasi lo abbiamo già conosciuto ed èmolto simpatico con noi, mentre il profes-sore Gambale lo dobbiamo ancora cono-scere; speriamo sia simpatico anche lui!!Abbiamo conosciuto anche due tutor bra-vissime e molto simpatiche, le professo-resse Michaela Munafò e Maria Triolo,che sono sempre con noi per darci dritte osemplicemente se abbiamo bisogno diaiuto. Questo corso è il più bello secondome, ma anche il più utile, in pratica il miopreferito! E darò il meglio di me, scriven-do sulla piattaforma a più non posso!!!

La redazione di FoscoloNews al lavoro

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DALLA SCUOLA

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Scuola di ieri e di oggi

LA SCUOLA DI TANTI ANNI FAdi Giorgia Elisabeth La Rocca

Tanti anni fa, ai tempi dei miei nonni eanche ai tempi dei miei bisnonni, la scuo-la c’era, ma solo per le prime classi. Nel1861, quando venne proclamato il Regnod’Italia, la scuola elementare era articola-ta su due bienni e obbligatoria nel primobiennio. Nel 1877, l'obbligo scolasticodiventò di tre anni. Poi, nel 1911, venneprolungato fino al dodicesimo anno dietà, ma rimaneva solo sulla carta, in real-tà quasi tutti i bambini abbandonavano lascuola dopo i primi anni. Nel 1923, lariforma Gentile portò l'obbligo dello stu-dio a 14 anni di età, ma anche questarimase lettera morta. Chi proseguiva glistudi dopo le elementari lo faceva perchéla famiglia era benestante e si poteva per-mettere di far proseguire gli studi ai figli,non per rispettare una legge. Dopo le ele-mentari i ragazzi potevano scegliere difrequentare la scuola media inferioredella durata di tre anni, che consentiva laprosecuzione degli studi alle scuole supe-riori, oppure la scuola di avviamento pro-fessionale che immetteva lo studente, al

termine dei tre anni, nel mondo del lavo-ro. Nel 1948, la Costituzione dellaRepubblica stabilì l'istruzione pubblica,gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni,ma ancora una volta la realtà fu ben diver-sa per molti ragazzi italiani. Nel 1962,venne approvata la legge che istituì lascuola media unificata che permetteval'accesso a tutte le scuole superiori. Nellostesso periodo vennero aumentate in Italiale classi miste maschili e femminili, cheprogressivamente avrebbero sostituito leclassi composte esclusivamente da alunnidel medesimo sesso. Questa volta l’obbli-gatorietà della scuola per almeno 8 annivenne recepita dalla maggioranza dellapopolazione scolastica, anche se rimasealta la dispersione, soprattutto al Sud. Nel1999, l’obbligo scolastico venne innalza-to a 15 anni e nel 2007 è arrivato a 16anni. La scuola una volta, per chi la pote-va frequentare, era faticosa e c’eranomolti compiti da svolgere. C'eranopochissimi sussidi e gli ambienti eranomolto poveri.

Una classe di una volta e unRegolamento d’Istituto

IL P-DAY, LA FESTA DEL PI GRECOdi Fabio Alosi

Internazionalmente il giorno 14 marzo èdedicato a un valore numerico piuttostostrano, ma divertente e molto utile: il pigreco. Così venerdì 14 marzo gli alunnidel corso PON FSE C1 “Giochi mate-matici” – ormai in procinto di sostenere lesemifinali di zona dei Campionati inter-nazionali di “Giochi matematici” organiz-zati dall’Università Bocconi di Milano –guidati dalla loro docente esperta Prof.ssaCinzia Catanzaro e dalla loro tutorProf.ssa Carmen Bisignani, alla presenzadel Dirigente Scolastico Prof.ssa FeliciaMaria Oliveri e dei genitori, hannofesteggiato l’importante simbolo mate-matico con gare di logica, giochi matema-tici a squadre e un dolce saluto matemati-co. Il pi greco è un numero usato mon-dialmente nella misura della circonferen-

za e dell’area del cerchio. La sua cartad’identità è piuttosto lunga, poiché hainfinite cifre decimali sulle quali ancora siindaga nella speranza che ci sia una fine;per convenzione, tuttavia, il suo valore èridotto a 3,14. All’apparenza numero stra-no e odioso, che bisogna imparare amemoria per risolvere le formule mate-matiche, nella realtà esso è un numeroaffascinante perché è usato, oltre che neicalcoli, anche in arte o in musica. Ma per-ché dedicargli proprio il 14 marzo? Larisposta sta nell’origine anglosassone diquesta festa, abbastanza diffusa anche inItalia. Infatti in America, dove è nata laricorrenza e si è deciso di dedicare questogiorno al π e successivamente a tutta lamatematica, le date si scrivono al contra-rio, perciò il 14/3 viene scritto 3/14, che èla cifra che indica il pi greco approssima-to. Nel mondo per questa celebrazione siorganizzano giochi logici e matematici, sidimostrano gli studi di logica compiuticon esperimenti, giochi e progetti multi-mediali, si festeggia con piatti e dolci fattiesclusivamente in base a regole matema-tiche. Spero che questa ricorrenza non sidimentichi presto perché, al contrario dicome certi ragazzi la definiscono, lamatematica non è solo un insieme di eser-cizi ed espressioni ma è anche diverti-mento e creatività.

Alle scuole medie il problema principalea cui gli alunni si interessano maggior-mente è quella della breve durata dellaricreazione. Alle scuole elementari laricreazione dura circa venti-venticinqueminuti, mentre alle scuole medie laricreazione dura solo dieci minuti, quindic’è stato un calo di più o meno quindiciminuti. Alle elementari i bambini se laprendevano con più calma, mangiavanolentamente il panino, andavano in bagno,giocavano...e si usciva anche fuori in cor-tile. Invece alle scuole medie non c’ètempo neanche di poter mangiare un pani-no, o di andare in bagno. Ma la cosa piùstressante è che i professori si lamentanodicendo che gli alunni giocano, si scam-biano le figurine, vanno in giro per i cor-ridoi, cose che raramente succedono. Iragazzi non sanno più come fare con que-sto problema, tentano di richiedere piùtempo ai professori ma loro non nevogliono proprio sapere. Anche i profes-sori si lamentano... se la ricreazionedurasse di più nessuno si lamenterebbe!Anche per questo gli alunni sono più svo-gliati, si annoiano e sono molto disattenti.

di Rita de Matteo

La ricreazione dura poco

Un curioso appuntamento si è celebrato alla “Foscolo”

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DALLA SCUOLA - L’INCHIESTA

Realizzata un’inchiesta tra gli alunni delle classi terzeE’ ARRIVATO IL MOMENTO DI SCEGLIERE

di Maria Tindara Biondo e Veronica Cosentinoed energia; il 7,79% all’IndustrialeInformatica e Telecomunicazioni; il6,49% all’Industriale elettronica ed elet-trotecnica; il 6,49% all'Istituto TecnicoCommerciale, all’indirizzo geometra; il6,49% al Commerciale Turismo; il 3,90%al Professionale e il resto ha scelto ilLiceo Classico (Ministeriale o potenzia-to), Scienze Umane (Economico-socialeo ministeriale), Scientifico (informatico eministeriale), Commerciale (amministra-tivo) e Nautico. Nessun alunno ha sceltoil Liceo scientifico ad indirizzo Sportivonè quello ad indirizzo Europeo. Alla domanda: “Credi che questa scuolasia abbastanza valida per i tuoi pro-getti futuri?” il 97,40% ha risposto "Sì",invece solo il 2,60% ha risposto "No",indice di un certo ottimismo per la sceltaeffettuata.Alla domanda: “Perché vuoi iscriverti inquesta scuola?” il 38,96% ha risposto“Perché credo che mi servirà nel futuro; il31,17% ha risposto alla opzione “Uscirefuori dall’Italia e crearmi una vita”; il12,99% “Perché mi piacciono le materieche ci sono”; il 7,99% “Perché mi piace-rebbe lavorare con le lingue”; 1,30% harisposto “Perché posso seguire ogni tipodi università” e l’1,30% ha risposto“Perché non mi piace studiare”.Alla domanda: “Cosa vuoi fare da gran-de?” il 42,86% ha risposto “Altro”, preci-sando ad esempio avvocato, commercian-te, ecc; il 31,17% “Uscire dall’Italia elavorare in un altro Paese”; l’11,69%“Lavorare con l’informatica, aggiustarePC ecc..”; l’11,69% "Lavorare nel campodella medicina"; l’1,30% “Militare” el’1,30% “Impegnarmi nelle aziende agri-cole ecc..”

Ad una analisi dei dati emerge una certainnovazione nella scelta tra le nuove pro-poste formative degli Istituti secondari di2° grado, scelta che comunque implicagià un progetto di vita futuro. In calo iLicei ad indirizzo tradizionale, siaClassico che Scientifico, i ragazzi hannopreferito degli indirizzi più aperti alleprofessioni del futuro ma che non vinco-lino la scelta di un percorso universitariodi un certo spessore, sia in ambito scienti-fico (ingegneria, medicina, nuove profes-sioni sanitarie, ecc.) che in ambito umani-stico o linguistico. Sicuramente la stragrande maggioranzadegli alunni nella nostra scuola è stataaiutata nell’orientamento dalle discussio-ni fatte in classe, dagli incontri organizza-ti con le scuole superiori e dal materialeformativo che è stato consegnato.Indispensabili, tuttavia, sono stati sicura-mente i consigli dei familiari e la primavera valutazione e scelta sul proprio futu-ro. Meno, certamente, ha pesato il condi-zionamento di amici e compagni. E alloraa tutti quanti ora non ci resta che augura-re BUONA VITA!

Dopo molte domande e dopo molti incon-tri di orientamento, sappiamo finalmentedove si iscriveranno i 77 alunni delle clas-si terze della “Foscolo” che quest'anno siaccingono a sostenere l'esame di licenza.A questo proposito abbiamo fatto un son-daggio e possiamo esporre con esattezza irisultati.

Alla domanda: “Dove pensi di iscrivertialle scuole superiori di secondogrado?” il 15,58% degli alunni delleclassi terze dell’istituto, ovvero la mag-gioranza, ha deciso di iscriversiall’Istituto Tecnico Industriale indirizzoBiotecnologia sanitaria; il 12,99% alLiceo Linguistico; il 16,99% alloScientifico opzione Scienze applicate. Il9,09% ha deciso di iscriversiall’Industriale meccanica, meccatronica

Un pensiero che in questi giorni mi ritro-vo sempre in testa è che scuola scegliere.Come tutti sappiamo arrivati alla terzamedia dobbiamo fare gli esami e chi lipassa deve scegliere un scuola da fre-quentare. Le domande che ogni adole-scente che deve scegliere una nuova scuo-la superiore si pone sono: “E se non fa perme?, E se non sono portata per questematerie?, E se è una scuola troppo impe-gnativa?” e altre domande simili che, conil passare del tempo, aumentano semprepiù. Per fortuna durante questo periodo diconfusione alcuni istituti fanno gli “OpenDay” questi giorni d’apertura che consi-stono nel mettere la scuola a disposizionedegli alunni che frequentano la terza

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NUOVA SCUOLA, NUOVA VITA

di Susanna CoppolinoCi sono momenti nella mia giornata in cuici penso e capisco che sto crescendo enon mi rendo conto come il tempo siapassato già così in fretta. Sono già un’a-

dolescente? Eppure a me sembra ieriquando giocavo alle giostre o con le mieBarbie preferite, quando ero ancora bam-bina. E adesso che sto crescendo il futuromi fa un po’ paura. L’adolescenza vienevista come gli anni migliori ma ci sonocerti aspetti, diciamo, negativi. Ad esem-pio, a volte mi sento come se non avessiun equilibrio per niente. Ci sono giorni incui sono felicissima e altri invece in cuisono giù. E mi dico “passerà”. Ci sonovolte, invece, in cui voglio crescere mami fa paura il futuro. Non so perché maho paura che io possa ritrovarmi da ungiorno all’altro da adolescente ad adulta,e quindi mi ritroverò sola, senza lamamma e il papà che mi difendono sem-pre, dovrò difendermi da sola, dovròavere io la mia vita sotto controllo. Lacosa giusta da fare, forse, è pensare alpresente e a ciò che devo fare ovvero stu-diare e crescere nella giusta strada, senzapaura di crescere ma nemmeno voglia ditornare bambina. Insomma devo godermiquesto periodo al meglio senza perderminiente.

di Veronica Cosentino media. In questo arco di tempo i ragazzi ele ragazze dell’Istituto dove si fa l’OpenDay ti guidano in modo tale da spiegarecosa si fa in quella determinata scuola eindirizzo. Questi giorni sono molto belli,non perché si perdono ore di lezione maperché, attraverso le testimonianze iragazzi poco più grandi di noi, riusciamoad avere un’idea migliore dell’Istituto inquestione. Per fortuna io sono semprestata libera di scegliere cosa fare, semprenel giusto, quindi spero molto presto diavere un’idea certa di dove iscrivermi e,magari, anche che lavoro fare un giornomolto lontano.

Riflessioni su un momento delicato per ogni adolescente

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TECNOLOGIA

I ragazzi danno la loro opinione sull’uso e abuso della tecnologia

I CELLULARI ROVINANO LA VITA?di Irene Torre

Ormai i cellulari hanno riempito tutte leparti del mondo, ma soprattutto hannoriempito le povere, piccole menti deibambini e ragazzi che non capiscononiente perché sono troppo giovani e con-dizionabili. Perciò tutti questi strumentielettronici, come televisioni, tablet, com-puter, cellulari, Nintendo ecc.. si dovreb-bero usare di meno, ma proprio tutti, per-ché non solo rovinano la mente, ma rovi-nano anche la vista che ci serve per tuttala vita. I telefoni non si dovrebbero usareperché molte delle volte vengono utilizza-ti per cose inutili, come scherzi e altro, enon per emergenze o necessità. Non solo,realizzando questi scherzi danno fastidioalle persone educate, e se non si sannorispettare gli altri non si può vivere insocietà e crearsi una famiglia. Alle perso-ne educate danno molto fastidio le perso-ne dipendenti per questi oggetti tecnolo-gici, perché non si sanno esprimere, nonsanno argomentare e molte volte, soprat-tutto i bambini e ragazzi, quando arrivano

a scuola non sanno più come scrivere inmodo corretto le parole della lingua ita-liana. Chi ha voglia di fare non sta ogniora, ogni minuto, ogni secondo attaccatoal telefono, invece legge, discute per tro-vare la risposta a quello che cerca. Anchequesti usano i cellulari, i computer, ma liusano in modo corretto, senza rovinarsi lamente, perché sanno quanto basta utiliz-zare uno specifico elemento. Secondo meper queste persone non si può fare proprionulla e per questo si possono ritenere inu-tili. Dunque dobbiamo cercare di rimuo-vere tutti questi oggetti e portarli il piùlontano possibile da queste persone, oalmeno fargliele usare molto di meno:solo per cercare risposte o qualsiasi altracosa che non possa rovinare le loro mentie le loro viste, fondamentali per la vita. Etra queste cose c’è anche la televisione,che si dovrebbe guardare meno o, comeminimo, non fare guardare i cartoni stupi-di ai bambini per non farli diventare ottu-si.

LA TECNOLOGIA CI ISOLA DAGLI ALTRI

evoluzione non finirà mai, nonostante lacrisi che aumenta sempre più. I cellularidi ultima generazione arrivano a costareanche ottocento euro e purtroppo la gentecontinua a comprarli, anche se ha piccoliproblemi economici, basta pagarli a rate.La nuova generazione, comunque, èmolto diversa dalle generazione dei nostrinonni e antenati, perché adesso più abbia-mo più chiediamo e i genitori cercano intutti i modi di accontentarci, anche se sot-toposti a piccoli o grandi sacrifici. La tec-nologia ha portato per i giovani anche alladiffusione dei videogiochi e questo haeffetti soprattutto negativi se si utilizzanoper troppo tempo, come succede moltospesso ultimamente. Tra tutti i videogio-chi che vengono utilizzati regolarmentece ne sono alcuni che servono ad appren-dere parole e nuove cose, come Ruzzle,che nell’anno passato ha avuto grandesuccesso, o Quizduello, un gioco che èuscito da poco tempo ma che ha già gran-de successo tra i ragazzi e non solo.Anche i bambini più piccoli adesso utiliz-zano smartphone, tablet e videogiochivari come la PSP, accattivati dai colori edai soggetti dei giochi, e anche loro gio-cano sempre meno tra loro e all’aperto,con grave danno. Insomma questa diffu-sione tecnologica, secondo me, non finiràmai, anzi, peggiorando i suoi aspettinegativi dal punto di vista fisico e socia-le.

di Alessia Isgrò

Il cellulare e i giovanidi Marica Molino

L’utilizzo del cellulare ormai è cresciutosempre più e ogni ragazzo/a avendo untelefonino, si sentono autonomi. Mamolti, utilizzando questi mezzi, hannoperso la creatività perché, restando molteore a giocare, chattare e navigare su inter-net, si perde molto tempo in cui si potreb-bero fare altre cose, come ad esempiouscire con gli amici, fare una bella pas-seggiata ecc.. Molti anni fa, invece, si uti-lizzava il telefono solo per chiamare nelmomento del bisogno, la gente parlavavisualmente e le cose erano molto piùreali. Anch’io ho un telefonino e lo utiliz-zo per chiamare, navigare su internet,avvisare gli amici, ma non perdo l’occa-sione di fare una bella passeggiata. Il tele-fono può essere considerato uno strumen-to importantissimo perché tenersi semprein contatto e aggiornato non fa mai male,ma ci sono molti giovani che, a causa diquesti mezzi elettronici, si rinchiudono incasa e stanno ore e ore davanti ad unoschermo. Secondo me si deve saperloanche usare. Non c’è niente di male nelcellulare ma molti adolescenti lo hannoconsiderato un oggetto indispensabile, equesto è sbagliato.

Molti anni fa il modo di vivere era moltodiverso da quello di oggi. L’invenzionedell’energia elettrica ha portato allo svi-luppo della tecnologia che ha rivoluziona-to e facilitato il nostro modo di vivere,facendo negli ultimi anni numerosi pro-gressi. Ormai non riusciamo praticamentea fare nulla senza la tecnologia, e io perprima non riuscirei a fare nulla senzaessa. E’ anche vero che a volte, soprattut-to noi adolescenti, ne facciamo un usoeccessivo, occupando la maggior partedel nostro tempo libero, utilizzandolasenza neanche accorgercene. Per noiadesso è facile avere la casa illuminata,basta schiacciare un semplice interruttore,viceversa i nostri bisnonni, alla nostra età,illuminavano la casa con le candele, nonpassavano ore ed ore davanti a computer,cellulari e videogiochi ma trascorrevanomolto più tempo a giocare per strada conaltri ragazzi e, soprattutto, parlavano dipersona e non attraverso Whatsapp,Facebook e Twitter. Secondo me questa

Un oggetto molti diffuso tra noi adole-scenti è il cellulare. Credo che questooggetto stia diventando il “miglioreamico” per i giovani. Perché? Perchèsenza di esso i giovani non riescono a farenulla! Ora basta un messaggio per orga-nizzare un’uscita, per sentirsi con qualcu-no, per dichiararsi, per chiedersi scusa,ecc.. Si può dire che la tecnologia hapreso il sopravvento su tutto, anche suisentimenti. Non si riesce a fare più nullase non si possiede un telefono e si perdeanche l’abitudine di parlare. Anch’io, sin-ceramente, come tanti ragazzi, vorrei uniPhone, però sto facendo di tutto permeritarmelo e soprattutto per comprarlocon i miei risparmi e anch’io, se devo direqualcosa, spesso lo faccio tramite mes-saggi, ma credo in futuro metterò piùspesso il telefono da parte e, quando avròqualcosa da dire, lo farò di presenza.

di Maria Tindara Biondo

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CYBERBULLISMO

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DEVASTATA DAGLI INSULTI VIA WEBdi Veronica Cosentino

Sempre più diffuso il bullismo in rete

SOCIAL NETWORK SI’ O NO?di Rita Isgrò

Per me i social network non è che faccia-no bene. E’ vero, si può parlare con gliamici, ma ci si può anche parlare di per-sona che è anche molto meglio. Facciol’esempio di “ASK”, che è un social net-work che io odio da morire. Forse l’avetesentito in telegiornale che una ragazza siè suicidata per colpa di “ASK”, perchéalcuni ragazzi la insultavano e lei non cel’ha fatta più a sopportare. Su questosocial network, infatti, ci sono personeanonime che fanno finta di essere tueamiche o amici, chiedono di incontrarti edopo ti possono fare del male, violentareo persino uccidere. C’è pure “FACE-BOOK”, che è il social network più usatodai ragazzi, ma anche questo non è tantobuono se non lo si sa usare con criterio eattenzione, perché qui tu metti le tueinformazioni e, se non blocchi gli accessi

agli estranei, queste possono essere usateda persone cattive che possono farti delmale; almeno qui lo puoi vedere i nomima a volte li mettono falsi. Ci sono tantis-simi altri social network e anche quellipossono essere pericolosi. Secondo me,comunque, il migliore social network è“whatsapp”. Credo che tutti conoscanoquesta applicazione dove aggiungi tu conchi messaggiare ed almeno sai chi è.Tuttavia penso che sia ancora meglio èparlarsi di persona, perché puoi esprimer-ti come vuoi e chi hai davanti può capirese parli ironicamente o meno, oppurevedere direttamente le reazioni ancheespressive, mentre sui social networkpotrebbero fraintenderti e ci potrebberoessere dei litigi. Quindi per me la cosamigliore è parlare con i propri amici diret-tamente in presenza.

STUPIDA SOCIETÀdi Susanna Coppolino

E’ successo qualche giorno fa a Padova.Una ragazza di quattordici anni si è suici-data buttandosi dal tetto di un albergoabbandonato a Cittadella. Già da tempo lagiovane aveva manifestato sintomi preoc-cupanti nel tagliarsi, ovvero manifestandodi avere intenzioni autolesionistiche edichiarandolo su un social molto in vogaultimamente: Ask.fm, che significa“Chiedi a me”. Infatti questo sito serveper scrivere a chiunque anche in formaanonimi. Gli investigatori, dopo la suamorte, hanno indagato e si è scoperto chela ragazza aveva ricevuto domande anoni-me che la spingevano ad ammazzarsi. Ecosì il 9 febbraio si è gettata da un tetto.Adesso capisco perché lo ha fatto. Chissàcome doveva sentirsi a ricevere continuiinviti ad ammazzarsi, povera piccola..Doveva essere proprio a pezzi per arriva-re a questo punto! Ma perché si è così cat-tivi? Come puoi augurare la morte a qual-cuno? Cosa ha fatto per meritarsi tuttoquesto? La morte non la si augura nem-meno al peggior nemico! Siamo al degra-do, proprio. Che generazione! Che vergo-gna! La gente parla, parla e con le paroleuccide. Dovrebbero eliminare questisocial network dannosi. Magari sono utiliper conoscersi, ma quando si arriva a que-sto punto, no, allora non va più bene!

Nadia era una ragazzina di 14 anni, pro-prio come me, ma l’unica differenza è chelei si è suicidata, si è fatta del male dasola, è stata soffocata dal silenzio, dal suosilenzio, quello che ha provocato la suamorte. Si è lanciata nel vuoto, solo per

uno stupido motivo: per gli insulti daparte dei suoi “amici” su un social net-work molto conosciuto dagli adolescenti.Sto parlando di Ask, uno stupido pro-gramma in cui, creandosi un account, sipossono fare domande in anonimo, si puòdire quello che si vuole e addirittura sipuò insultare in libertà, con l’anonimo,senza nessun problema perché, alla fine,nessuno saprà chi siete. Questa è stata lacondanna di Nadia. Gli insulti ricevuti suquesto social network l’hanno completa-mente devastata. Ovviamente come moltiadolescenti era una ragazza fragile psico-logicamente, non c’è la faceva più, vole-va dare un taglio al suo dolore, volevachiudere per sempre questo capitolo.Soffriva in continuazione, quindi l’unicomodo, secondo la sua debole convinzio-ne, che non l’avrebbe più fatta soffrire eraquello di suicidarsi. Ma, chiusa nel suotormento isolato, l’unica cosa che non hapensato era che questo dolore lei di certonon lo provato più, ma avrebbe lasciatoun enorme vuoto dentro i suoi genitori, ilsuo fidanzatino, i suoi amici e tutte le per-sone che le volevano bene. Ha lasciatoinfatti un vuoto indescrivibile ai suoigenitori che, nonostante la controllassero,non avevano capito niente, non sapevanocosa stava succedendo e, se lo avesserosaputo in tempo, forse sarebbe andatadiversamente. Questo è il pensiero fissoche gira dentro la testa del padre e dellamadre e che non riesce a dargli pace.Nessun suo amico o amica ha provato adaiutarla, almeno penso, anche se, da comesi è detto, la sua scelta è anche stataimprevista, nessuno immaginava cosa

avesse in mente, o forse tutti pensavanoche fosse un periodo di passaggio, undolore momentaneo che forse, un giornoall’altro, si sarebbe colmato. Ma non èstato così, era qualcosa di più di un dolo-re, era disperazione, non sapeva comefare, era una ferita dentro che non sapevaspiegare. Così ha lasciato tutti: un ragaz-zo che le voleva veramente bene, che cer-cava di darle amore, ma quell’amore nonle bastava; ha lasciato i genitori che l’a-mavano e amano tutt’ora, nonostante nonci sia più; ha lasciato tutti i suoi amici chele volevano bene; ha lasciato tutto e tutti!A questo riguardo vorrei dire un mio pen-siero personale. Sono d’accordo con ilpadre: la cosa migliore è quella o di chiu-dere questo social network inutile otogliere l’anonimo che tanto danno puòfare in mano a stupidi o crudeli.L’importante è che questo atto estremoabbia fatto capire agli aguzzini di Nadia ildolore che provocano alcune parole perpersone che sono psicologicamente debo-li e che faccia capire a tutte le stupide per-sone che insultano dietro un inutile scher-mo che alcune volte le parole fanno piùmale di un gesto. Perchè Nadia non torne-rà più indietro…

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CYBERBULLISMO

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Talking Angela è pericolosa?di Aurora Scilipoti

Fidarsi o non fidarsi?di Laura Hasaj

In questi ultimi giorni è venuta fuori dalweb una notizia molto sconcertante!Circolano alcune voci su Istagram,Facebook, Ask e su altri social network,di un’App gratuita per android di nome“Talking Angela”. Ormai credo che laconoscono tutti, vero? E ora conosceremoanche la sua storia… La terribile verità!Praticamente, aguzzando un po’ la vistanella foto, negli occhi della “tenera” gat-tina, c’è il riflesso di una casa. Si vedonoperfettamente un muro, delle finestre edelle specie di mensole. Dietro all’inno-cente gatta si nasconderebbe un hacker. Adir la verità, prima di conoscere questaterribile notizia, questo gioco mi sembra-va carino, ma leggermente inquietanteperchè, all’improvviso, le fotocamereinterne e esterne del mio smartphone sisono accese, come per magia! Questa gat-tina, all’inizio del gioco, ti chiede consen-so per l’accesso al microfono. Ad un certopunto puoi anche fare foto e, grazie allachat che puoi creare con il personaggio

Da un po’ di giorni, sul web, circolanoalcune voci su un app disponibile per IOSscaricabile su iTunes e su App Store lequali dicono di non scaricare per alcunmotivo l’app chiamata “Talking Angela”.Su questa app Angela un gatto, che sitrova su un tavolino esterno di un barParigino, risponde in base alle tue azioni.Apparentemente sembra una normaleapplicazione ma, se si prova a zoomaresugli occhi di Angela, si vede la faccia diun uomo in una stanza; inoltre “Angela lagatta”, una volta scaricata l’app, ti fa unaserie di domande personali e parla anchecon una voce computerizzata. Un’altracosa davvero inquietante è che, all’im-provviso, le fotocamere interne e esternedel tuo smartphone si accendono e, se adesempio ti chiede come ti chiami e turispondi con un nome che non è il tuo,Angela dice:-non imbrogliarmi io socome ti chiami realmente. Io stessa, insie-me a una mia amica, abbiamo verificatose queste voci fossero vere e posso assi-curare che tutto corrisponde. Infatti dallapaura che fosse qualche pedofilo ho dis-installato subito l’app. Si è persino senti-to parlare di persone scomparse dopo averparlato con “Angela”, quindi consiglio atutti quelli che hanno questa app di can-cellarla immediatamente.

APPLICAZIONI A RISCHIO PRIVACYdi Iolanda Salamone

VERITÀ O BUFALA?di Federica Mirabile

Questa persona si può tranquillamentevedere aprendo l’app e facendo lo screeningrandendo l’occhio. A tutti coloro chehanno quest’app chiede: come ti chiami?Quanti anni hai? Dove abiti?….Domandeanche molto private. Una ragazzina moltotosta sapendo il tutto, ha voluto lo stessoprovare quest’app. Quando l’ha aperta eratutto ok, ripeteva tutto quello che dice-va… funzionava normalmente, ma ad untratto inizia con queste domande, leimolto spaventata non risponde e mette lamano sulla fotocamera interna ma il giocole intima: togli quella mano dalla fotoca-mera! Lei spaventata a morte spegne ilcellulare e, non appena aperto di nuovo,disinstalla il gioco. Alcuni pensano chesia una cavolata, una “bufala”, messa in

giro solo per attirare l’attenzione, mentrealtri ci credono perchè l’hanno visto. Unasignora è andata perfino dalla PoliziaPostale. Comunque, se si hanno questeapp istallate nel cellulare vi invito a disin-stallarle, è meglio… Non si sa mai!

Si è diffusa una preoccupante notizia a proposito di una nota applicazione

persona che utilizza il gioco attraverso lafotocamera interna del telefono. Stagirando voce sul web di non scaricareassolutamente l’app. Io non ci credevoall’inizio che dietro questo giochino perbambini si nascondessero hacker, ma,dopo aver sentito una terribile notizia, misono cominciata a preoccupare. A causadi questo gioco, si dice che siano scom-parsi dei bimbi. Non credo che ciò siavero ma credo che ci siano persone chevogliono fare del male ad altre e bisognastare sempre all’erta.

In tutto il mondo e soprattutto tra gli ado-lescenti è molto di moda scaricare sultelefonino applicazioni apparentementeinnocue, ma che in realtà nascondono deibrutti pericoli. Uno di questi giochi è“Talking Angela”, che tratta di una “gra-ziosa” e “tenera” gattina che si trovaseduta su una sedia di un bar parigino mache, dietro allo sguardo dolce, nascondeun bruttissimo pericolo per molti bambinie adolescenti. Infatti, zoomando dentrogli occhi della gattina, si intravede unastanza con dentro mensole e finestre dallequali un hacker spia i movimenti della

del gioco, la gattina ti chiede molto spes-so dove vai a scuola e il nome, e grazie aquesto l’hacker si impossessa delle tueinformazioni private, iniziando a chieder-ti cose ancora più personali, ad esempiochiedendoti in quale parte della casa titrovi. A molte persone è capitato di tro-varsi in bagno e rispondevano di trovarsiin cucina e immediatamente la gattinarispondeva: -“Bugiardo! Tu ti trovi inbagno, hai i capelli… e abiti in via..-” Hosentito anche che molte persone, dopoaver parlato con “Angela”, sono letteral-mente scomparse. Che cosa inquietante!!Ma.. è proprio vero che, di questi tempi,non ci si può più fidare di niente, nemme-no delle semplici applicazioni! Mah…Questa applicazione io l’avevo già dis-istallata da molto tempo, perchè non miconvinceva, ma a chi ancora ce l’havoglio dare un consiglio: cancellatela,cancellatela subito! E’ un rischio ed èsempre meglio star lontani dai rischi. Delres to: meglio prevenire che curare!

Da qualche settimana su due app chiama-te “Talking Angela” e “Talking Tom” siha il sospetto di pedofilia. Questo dubbionasce da quando un certo “outfit7″ hacomprato l’app giorni fa. Da allora nel-l’occhio di questi animali si vede una per-sona al pc e grazie alla nostra fotocamerainterna ci vede e ovviamente ci sente.

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RIFLESSIONI

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legata alla felicità, ma la felicità non con-siste solo nel ridere! Io sono contentaanche quando svolgo delle attività che mipiacciono molto. Ad esempio la danza.Quando ballo il mio umore si rallegraancora di più e mi sento libera, sonomolto contenta e la mia felicità aumenta;ma lo stesso è anche per la musica.Ognuno di noi è felice in un propriomomento speciale. Ad alcuni potrebbesembrare strano, ma io sono di buonumore anche quando faccio i compiti,specialmente temi e problemi di matema-tica. Ma ci sono anche delle persone chesono tutti i giorni tristi e non parlano

Essere felici è la cosa più bella delmondo. Immaginatevi un mondo senzafelicità, come sarebbe?? Secondo me, nonsarebbe molto bello. Ridere vi rallegramolto e ciò fa sì che la felicità aumenti.La maggior parte delle persone ridonoogni giorno e stanno sempre di buonumore. Me compresa. Io rido tutto il gior-no, anche quando sono a scuola, e quandomi viene da dire qualche battuta, ridoancora di più. Non saprei come fare senon esistesse la risata! Tutti ogni giornosarebbero tristi, sempre di malumore eognuno di noi non saprebbe cosa fare.Come ho già detto prima la risata è molto

di Laura Siragusa

La felicità, la cosa più bella del mondo!

un po’ riflettere. Ascoltando le esperienzedei nonni che dicono sempre che unavolta c’era più rispetto, collaborazione siatra i parenti che gli amici, mi rendo contoche oggi si vive in una società falsa, dovetutti ti sono vicini ma nel momento in cuic’è un problema le porte si chiudono per-chè il problema è tuo e te lo devi risolve-re da solo. Si tende sempre più a pensarea se stessi, al proprio io, ad andare avantisenza fermarsi a guardare chi sta male, achi ha bisogno di una parola di conforto.Questo accade anche tra i banchi di scuo-la, dove ci sono quelli che si fanno belli

agli occhi di tutti, che sono circondati datutti, ma che poi in certe situazioni ti gira-no le spalle; altri che sono totalmenteindifferenti a qualsiasi avvenimento; altriancora che sono invidiosi se hai preso unbel voto. So che quello che dico farà pen-sare che sia pessimista, ma io credo pro-fondamente al sentimento dell’amiciziache cresce piano piano, giorno per giorno.Purtroppo devo constatare che gli amicinon sono tutti quelli che ci stanno attorno,ma soltanto uno o due, e che il rapportotra due persone o più persone nasce dal-l’educazione e dai valori ricevuti.

di Antonino Calderone

L'AMICIZIA, GRANDE DONO

L’argomento che voglio affrontare in que-sto articolo è l’importanza della cultura.Noi spesso ci preoccupiamo solo dellabellezza esteriore, nel senso che guardia-mo solo l’esteriorità di un uomo o di unadonna o ai “trucchi”, quindi in sensonegativo e non nel senso positivo, cioè seleggiamo dei libri, facciamo ricerche sulcomputer, ci “arricchiamo l’anima”, nelsenso che ci arricchiamo di cultura. Ilprimo aspetto che voglio trattare è quellodella bellezza di una persona e il suomodo di essere, cioè il fatto che a voltenoi giudichiamo qualunque persona guar-dandola esteriormente e non vedendol’”interno”. E’ stato molto significativo aproposito il discorso sulla bellezza cheLuciana Littizzetto, come promesso, halanciato dal palco dell’Ariston a Sanremodurante il Festival, discorso che ha affron-tato allacciando il tema della bellezza conquello della diversità e della disabilità.Dopo un comico riferimento alla generaletendenza nelle donne a ricorrere al chirur-go estetico per eliminare i segni dell’età einseguire l’eterna giovinezza, ha afferma-to che “per le donne la bellezza sta diven-tando una vera ossessione. Più passa iltempo più vogliono ringiovanirsi e quan-do qualcuno chiede loro “Qual è il segre-

to della tua eterna bellezza?”, la lororisposta è “non faccio niente: vita sana equalche integratore”! Questo invece non èvero e lo si capisce benissimo che certetrasformazioni sono innaturali.Importante, comunque, è stato poi lariflessione sulla “vera bellezza”, nonquella del silicone e dei chirurghi plastici.La Littizzetto ha infatti affermato che “labellezza non è l’omologazione, la norma-lità, un mondo di tutti uguali, un mondodove il nazismo uccideva i deboli e idiversi. La bellezza è Alex Zanardi, chenonostante sia rimasto senza gambe in unincidente ha una forza d’animo incredibi-le e una ricchezza interiore come pochi; labellezza è Lucia Annibali, la donna sfre-giata con l’acido che ha denunciato il suotorturatore e ha saputo ripartire. E tantialtri”. Quanto tempo ci vorrà - si chiededi nuovo la presentatrice del Festival –perché un bambino down appaia in unapubblicità della Nutella o nella famigliatradizionale della Barilla? “Mamma, sefai credere ai tuoi figli che la vita è comei cartoni animati e non sai spiegare perchéun bambino tira i libri alla maestra oppu-re non riesce a parlare, oppure ha un brac-

di Caterina GrassoL’importanza della bellezza interiore

cio solo, non puoi sorprenderti se poi dàfuoco ad un barbone, perché i fiammiferiglieli hai dati tu!”. Secondo me fare riflet-tere su queste cose da un palco tantoimportante è stato significativo per chicrede , soprattutto le adolescenti, chebisogna inseguire un certo canone di “bel-lezza” a tutti i costi, anche digiunando,anche vomitando, anche spendendomigliaia di euro dal chirurgo. Oltre a que-sto non dobbiamo dimenticare che la bel-lezza è anche lo studio, che ci serve perun domani per avere un lavoro e che inquesto momento per noi giovani è moltoimportante. Io penso che la bellezza sidebba apprezzare nel suo insieme e che,più della perfezione, valga l’armonia deltutto.

quasi mai. Non so come facciano, staran-no sempre male e non è molto bello. Perquesto consiglio a tutti di essere felicidurante la giornata, anche dopo le verifi-che ed esami, non importa, basta che sor-ridi in ogni momento e starai semprebene!

L’amicizia è una parola sulla bocca ditutti ma nel cuore di pochi. Capita spessodi avere tanti amici che ti parlano, tiascoltano, ti chiamano e ti aiutano quandoc’è bisogno. Su questo punto dobbiamo

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RIFLESSIONI

L'amicizia, una cosa meravigliosa ma raradi Renata Aragona

L’amicizia è una cosa meravigliosa e,secondo me, una vita senza amici sarebbeuna vita senza senso, le giornate non sicolmerebbero mai di gioia e nel cuoreavremmo tutti un vuoto. Gli amici sonodelle persone che avendo, o non avendo,cose in comune finiscono per provare ilsentimento d’amicizia. Avere un amico èla cosa più bella che si possa avere, unamico è una persona che ti ascolta, unaspalla su cui piangere, è uno scrigno dovechiudere i tuoi segreti sapendo che nonsaranno svelati ad anima viva. L’amiciziaè una cosa preziosa e bisogna saperselatenere ben stretta, perchè è bella quantofragile. Spesso si litiga o si bisticcia, avolte per argomenti seri, ma anche peruna sciocchezza si rischia di rovinare lalunga preparazione del proprio rapportod’amicizia. Come si dice “chi trova unamico trova un tesoro” e questo tesorobisogna saperselo meritare e proteggerlo

come fosse la cosa più bella che si ha. Iocredevo di avere moltissimi amici ma poiho scoperto che bisogna selezionare leproprie amicizie, fare una divisione traveri amici e conoscenti o compagni digioco; molti di quelli che credevo amicimi hanno presto voltato le spalle e questomi ha ferito molto perchè ho scoperto d’a-ver sprecato tempo con persone a cui nonpiacevo e che mi usavano sfruttando lemie capacità a loro comodo. Ma è statoproprio questo a farmi riflettere su qualisono le persone a cui piaccio per quelloche sono, non mi criticano e soprattuttonon mi usano. Ora so di avere meno amicidi quanti credevo ma mi va bene così,perchè quelle sono le persone che miamano davvero e ne sono fiera. Spero checose del genere non capitino a nessuno emi auguro di non avere mai problemi coni miei veri amici in futuro.

Essere ottimistimigliora la vita

di Giulia PalellaOttimismo, bel modo di pensare, spessoin positivo. Secondo me, essere ottimistimigliora la vita perché pensando sempreil bello in ogni cosa, non si hanno rim-pianti; inoltre si è sicuri che si è fattoalmeno qualcosa di buono. Infatti gliavvenimenti brutti nascondono spessoqualcosa di buono e bello, per esempio sesi prende un voto brutto in un compito inclasse, guardando gli errori, si capisce inche cosa si sbaglia e non si rifà lo stessoerrore; oppure , quando ci lascia una per-sona cara, si ha la certezza che vada in unposto migliore, dove starà di sicuromeglio. Essendo ottimisti si risparmianoinfarti e ictus, poiché ansia, rabbia, ostili-tà e depressione fanno male alla salute delcuore. Quindi essere ottimisti fa davverobene alla salute; questo lo dimostra anchela ricerca della Harvard School of PublicHealth di Boston che, confrontando ungruppo di persone che hanno gli stessi fat-tori di rischio per la salute del cuore, il piùottimista ha meno del 50% di rischio dicadere in qualche problema di cuore delmeno ottimista. Hanno fatto molti studi ericerche per dimostrare che essere ottimi-sti fa bene e ci sono riusciti. Secondo me,è tutto vero, perché ci si sente meglio avedere il buono in tutto, e , così si vede lavita come un dono bellissimo a differenzadei pessimisti che vedono il bicchieremezzo vuoto e considerano la vita triste.Insomma essere ottimisti rende davverola vita migliore sia per la salute che per ilpensiero; basta pensare il bello di tuttoperché non manchi mai.

I VERI AMICIdi Laura Giorgianni

Essere felici è bellissimo, è una sensazio-ne che sicuramente tutti avranno provato.Quando lo si è non si pensa altro che aesserlo e ogni cosa che poteva esserebrutta e triste diventa super fantastica edivertentissima. Quando si è felice, disolito, non si sta mai fermi e si è moltomovimentati… Anch’io quando sono feli-ce, cioè quasi sempre, è raro che stiaferma. Insomma, secondo me, essere feli-ci è una sensazione bellissima! Purtroppo,quando qualcuno non è felice, di solito ètriste… A me la tristezza non piace affat-to perché è bruttissimo essere tristi. Disolito, quando qualcuno è triste, sta quasisempre fermo ed è di cattivo umore. Beh,secondo me la tristezza è una cosa bruttae vorrei che essa sia rara nelle persone,perché penso che essa non piaccia a nes-suno.

Nella vita la prima domanda da porsi è:che vita sarebbe senza quegli amici che tifanno sentire a tuo agio, anche con un pic-colo gesto? Beh, in realtà sarebbe come laNutella, senza quella muori dalla vogliadi assaggiarne un po’… Ma, lasciandostare questo,l’amicizia è un sentimentofondamentale per sentirsi a proprio agio,e per vivere momenti stupendi insiemi aipropri amici. Questi sono quelle personeche ti fanno vivere una favola. Nemmenote ne accorgerai ma è davvero così: tifanno sentire sempre di buon umore neimomenti difficili e tristi e, nel momentodi bisogno, loro sono sempre accanto a te,non si stancano mai, sono sempre dispostiad aiutarti. Per lo più attraversi con loroesperienze per meglio dire “indimentica-bili”. Non c’è niente da dire: l’amicizia èla cosa più meravigliosa che esista in que-sto mondo e ringrazio tutti coloro che mihanno dato una mano nel risolvere lecose. Tuttavia ringrazio solo, e dico solo,gli “amici veri” che ogni giorno mi fannosentire bene.

I libri sono stati veramente abbandonati?di Maria Lucia Munafò

Troppa tv e pochi libri: è vera questa ipo-tesi? Secondo molti è così , cioè si pensache ormai i libri da molti siano statiabbandonati e che la maggior parte deltempo libero venga sprecato davanti allatv. La tv se usata in modo scorretto puòprovocare danni: diminuire i gradi dellavista, danni al cervello, pigrizia diapprendere… Secondo alcuni studi, la tvè vista anche solo un’ora in più di quanto

dovrebbe essere vista, causa danni chenon è sempre possibile risolvere.Sembrano delle piccole cose ma se acca-dono sono molto più dannose di quantonoi pensiamo. Siamo arrivati al punto didire che la lettura è ignorata e che è ilmomento di dare una svolta a tutto ciò,iniziando a leggere perché la lettura non èsolo apprendere sulla cultura o sullenostre origini, ma anche divertimento e

svago. La tv deve essere vista ma nontroppo, e invece di sprecare tempo, per-ché non immergersi nel mondo di un librodi qualsiasi genere. W I LIBRI, ABBAS-SO LA TV !

di Beatrice Biondo

LA FELICITA’

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ADOLESCENZA

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I mille problemi delle ragazzedi Carmelina Alesci

diete o cose del genere, perchè non nevale la pena perdere il periodo più bellodella nostra vita, l’adolescenza, per dellenostre paranoie. Un’altro problema, con-trario all’anoressia, è la bulimia, cioè ungrave disturbo alimentare per il quale unaragazza ingurgita una quantità di ciboeccessivo e poi, per non ingrassare, pren-de lassativi, digiuna, si procura il vomitoo fa attività fisica spropositata. Questi,naturalmente, sono solo due dei tanti pro-blemi gravi delle ragazze che non capi-scono la vera importanza della vita e se larovinano per delle false paranoie. Poi cisono quei problemi più banali che cicreiamo anche per stupidità, ma che a noiadolescenti sembrano gravissimi. Noi

ragazze abbiamo in testa tanti pensieri,tante paure, tante preoccupazioni, tanti se,tanti ma, tutto è troppo… tutto gira attor-no alle nostre preoccupazioni banali allequali alle volte si pensa non ci sia rime-dio, quando invece un rimedio a tutto c’èsempre. Beh non posso negare cheanch’io mi preoccupo per cose stupide..Ovviamente non soffro di anoressia obulimia, ma di tutte quelle preoccupazio-ni così banali che, viste dal nostro puntodi vista di adolescenti, sembrano proble-mi gravi… Lo so, si potrebbe dire: supe-rale, fregatene, vai avanti.. Ma è più fortedi te, non ci puoi fare niente, tutto rimanefermo e un sassolino sembra sempre unamontagna. Passerà…

Quanti problemi ci creiamo noi ragazze,tanti…troppi.. Alcune si fanno problemibanali, altre problemi davvero gravi, dacui si diventa ossessionati. Un problemamolto diffuso è l’anoressia, cioè il fattoche le ragazze, per quanto siano magre, siguardano allo specchio e si vedono grassee non si piacciono così come sono, men-tre sono bellissime senza bisogno di fare

L’AUTOLESIONISMO PER SFOGARE IL DOLOREdi Veronica Cosentino

Molte ragazze, soprattutto in questoperiodo, per molti motivi si sentono sole,non sanno con chi sfogarsi e iniziano adentrare in un giro che è peggio delladroga.. Sto parlando dell’autolesionismo.Questo, in poche parole, si verifica quan-do qualcuno si fa del male da solo, adesempio quando ci si taglia, quando sivomita per dimagrire e tanti altri modi, ea questo “rimedio” ricorrono molte ragaz-ze che non riescono a capire la gravitàdella situazione. Alcune si rovinano lavita per il semplice motivo che si sentonosole quando, tutto sommato, non lo sono,perché hanno tutto dalla vita, hanno ami-che e amici che vogliono loro bene, geni-tori e parenti che le amano ecc.. Altre lofanno per un amore o un’amicizia nonfinita bene; altre, addirittura, per diverti-mento. Io sinceramente non so propriocome facciano, non capisco come certepersone si arrendono al minimo ostacolo,senza cercare di superarlo, e alcune voltemi chiedo: “Ma se adesso si fanno delmale per il semplice fatto che, magari,qualcosa non è andato come volevano,insomma per stupidaggini, quando cisono dei problemi veri e propri cosafanno? Si suicidano? Scappano?”. Adessonon sto qui a giudicare chi si taglia o chisi fa del male da solo perché, innanzitutto, non so la loro storia e quindi non

posso giudicare niente, anche se, percompiere dei gesti simili, non c’è nessunagiustificazione o scusa. Io penso, inoltre,che per fare atti così estremi e pericolosisi deve essere davvero disperati e non siriesce neanche a capire che, facendosi delmale, possano rischiare anche di morire,di rovinarsi completamente la vita a 13anni! A questo punto chi sta leggendoquesto articolo e ha questi “problemi”starà pensando di sicuro: “Ma cosa ne saquesta di me e di cosa sto passando!?”Allora posso semplicemente dire chedelle vostre storie non so niente e che, aquesto punto, l’unica cosa che posso con-sigliare è quella di cercare di uscire daquesto giro e di non ricaderci più perché,da come si sente dire in giro, è una cosabruttissima che non augurerei nemmenoal mio peggior nemico!

ADOLESCENTICONFUSI

di Alessandra PillaRAGAZZI VS ADULTI

di Jacopo ParatoreNoi ragazzi in questo periodo stiamoattraversando un momento difficile, l’a-dolescenza. L’adolescenza è un fenomenoche si sviluppa dai 12 anni e i 17-18 annicirca. Praticamente noi ragazzi vediamogli adulti (genitori, professori ecc…)come dei nemici. Ad esempio quando unragazzo o una ragazza vanno a fare shop-ping con i propri genitori, le idee delragazzo/a e dei genitori sono completa-mente diverse poiché si preferisconovestiti più alla moda, mentre i genitoripreferiscono vestiti meno alla moda osecondo le loro idee. Con tutte questi epi-sodi che succedono, come in questo caso,tra i ragazzi e i genitori avvengono deiconflitti, ma è meglio che ragazzi e geni-tori li risolvano con un dialogo in modoche questi conflitti diminuiscano e nonportino a problemi molto più gravi con ilpassare del tempo.

Durante l’adolescenza noi ragazzi comin-ciamo a cambiare, non giochiamo più coni giocattoli, abbiamo più interesse per itelefonini. Questo è un periodo pieno diturbamenti, di grandi dubbi, è il periodopiù difficile di tutta la nostra vita, ancheperchè ci sentiamo incompresi dai nostrigenitori e quindi cerchiamo conforto neinostri più cari amici confidandoci conloro. Viviamo in un mondo tutto nostro,seguiamo la nostra logica e, per questo,assumiamo un comportamento completa-mente diverso da quello che gli adulti siaspettano da noi. Viviamo giorno pergiorno senza pensare a quello che accadràdomani, cosicché alle volte non ci preoc-cupiamo a dire in faccia alle personequello che pensiamo, dando un’impres-sione diversa da quello che siamo in real-tà. La cosa che ci sta più a cuore, comun-que, è l’amicizia che abbiamo con i nostricoetanei e, anche se è una cosa sbagliata,è questo che siamo, e che vogliamo esse-re, piaccia o no ai grandi.

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ADOLESCENZA

Noi ragazze siamo qualcosa di “unico”ma, si sa… Nessuno è perfetto! E nem-meno noi lo siamo, perchè siamo così…complicate! Ci complichiamo troppevolte la vita, praticamente per niente, percose banali, completamente stupide! Conqueste parole non voglio dire che i ragaz-zi, in questo caso siano meglio… Ma diloro non parliamo, vah, che è meglio!Ritorniamo a noi Ragazze… I problemiche ci riguardano sono mille. Siamo pienedi tante ossessioni, tante…, troppe…Tutte queste banali ossessioni, con iltempo, accumulandosi, portano al nostromodo di vivere conseguenze davverogravi, anzi molto pericolose per la nostrasalute! Molte ragazze, secondo me bellis-sime, praticamente perfette, si guardanoallo specchio e la maggior parte di loronon si piacciono, si sentono troppo grassee brutte, cosa che non è per niente vero!Anzi, a dir la verità, guardandomi allospecchio nemmeno io mi piaccio, misento troppo grassa e la cosa non mi va…Inizio spesso la dieta, ma la trascuro sem-pre. Non ho mai avuto un buon rapportocon lei e non ce lo avrò mai! Ma… c’èsempre un “ma”, lei è fondamentale per

mantenere il giusto peso e un giorno mi cimetterò impegno e la rispetterò e trascor-rerò molte giornate con lei, alla ricerca”della linea perfetta”. Beh… chissà se latroverò! La mia dieta ideale consiste nelmangiare cibi sani e fare molto eserciziofisico, per aiutare il mio corpo a dimagri-re, mentre altre ragazze ricorrono ai far-maci… Eh sì, questo può essere pericolo-so, perchè queste ragazze con il tempodiventano malate, ossessionate dalla dietae in testa hanno solo una frase “Devodimagrire, devo diventare bella”. Quantevolte ho sentito questa frase… Eh sì,parecchie volte e, dico la verità, la pro-nuncio spesso anch’io, anzi per esattezzaogni mattina, quando mi alzo, mi guardoallo specchio nella mia camera e la ripe-to… E sapete? Non mi stanco mai di ripe-terla, chissà perchè… Sapete, a volte michiedo: ma come faccio ad essere cosìossessionata, come mai? Si, proprio così,una risposta c’è a tutto. La volete cono-scere? E’… che noi ragazze siamo fattecosì, siamo così complicate!!! Ma passe-rà…forse…, ma credo proprio di no!Questa è la nostra natura! ACCETTATE-LA!

di Iolanda Salamone

NOI RAGAZZE, COSÌ COMPLICATE...

Le false amicizie sono deludentidi Maria Tindara Elena Mirabile

Ai tempi d’oggi, nonostante la mia giova-ne età, posso costatare che l’amicizia veraè un valore che invece di espandersi si staestinguendo. Mi sto accorgendo che lasocietà non è in realtà come credevo. Lamaggior parte delle persone, invece diaiutarti nel momento del bisogno, quandomagari sei un po’ più fragile, coglie l’oc-casione appunto per buttarti già. Sono perla maggior ipocriti invidiosi, che voglio-no tutto ma che, in cambio, non dannonulla. Guardandomi intorno percepiscoche sono poche le persone che veramentemi vogliono bene, mentre le altre sonopresenti solamente quando hanno biso-gno, vogliono una mano d’aiuto e poi nonsi prendono solo la mano, ma tutto il brac-cio. Purtroppo in giro c’è troppa invidia eipocrisia. A volte cerco di parlare conqualche ‘amica’ ma, a parte eccezioni, è

inutile, è come parlare al vento, sembranon le importi nulla. Per questo non hopiù dialogo con lei, anche perchè se neavessi parleremmo solo di cose che lariguardano per quanto è egoista.Purtroppo amici veri in giro ce ne sonopochi..pochi sono quelli autentici e fedeli.Per questo, quando si trovano, si devonotenere stretti come le coperte in una nottegelata.

Every girlis beautiful!di Susanna Coppolino

Perché la bellezza deve essere giudicatadal corpo che una ragazza ha? Ogni corpoè bello! Soprattutto mai giudicare il pesodi una ragazza, perché è proprio il puntodebole di ognuna di esse. E poi non c’è unideale di bellezza! E’solo colpa di questasocietà se adesso noi abbiamo dei com-plessi perché ognuno è bella a modo suo!Siamo condizionate da ciò che la gentepuò dire, pensare, criticare. Ci ritroviamoa guardare foto di ragazze con miliardi dimi piace su facebook e pensiamo “perchénon posso essere lei?”. Per poi andare allospecchio a guardarsi e pensare “Sonoorrenda!” No, ragazza, svegliati tu sei stu-penda, perché sei unica al mondo, nessu-no è uguale a te nel bene e nel male, nes-suno!

cambiati di banco e ci ha messo in secon-da fila, davanti a me c’erano delle ragaz-ze molto simpatiche e feci amicizia conloro. A dirla tutta, il giorno precedente cieravamo conosciute e sembrava fosse giànata un po' di amicizia, infatti furonomolto contente quando noi passammodalla terza fila alla seconda. Ora l’amici-zia con loro è cresciuta tantissimo e civogliamo un mondo di bene.Successivamente feci amicizia con altreragazze delle prime classi e anche loro mistanno molto simpatiche, specialmentequelle che fanno laboratorio con me. Hofatto anche amicizia con i miei compagnidi classe che una volta conosciuti mi sem-brano più simpatici di prima. Per me l’a-micizia è indispensabile e spero di avereamici per sempre.

L'amicizia, è leiche ti rallegra!

di Laura Siragusa

L’amicizia è un sentimento indescrivibile.Gli amici servono proprio a mantenerti dibuon umore, non ti tradiscono mai e tiaiutano nei momenti di difficoltà. Moltepersone ritengono l’amicizia moltoimportante, se ognuno di noi non avesseamici, non sarebbe mai contento. Io homolti amici e da quando li ho conosciutimi sembrano ottime persone.Specialmente ho tre amiche che non miabbandonano mai, e , quando ho bisognodi loro mi aiutano sempre. I primi giornidi scuola li ricordo molto bene, infattirievoco che avevo solo una amica d’in-fanzia. Quando la professoressa ci ha

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Braccialetti rossi, la serie TV più seguita in Italia! di Bouchra Rahbib

Quest’anno, domenica 26 gennaio, èandata per la prima volta in onda la serieTV più commovente mai esistita fino adora: BRACCIALETTI ROSSI. Penso chegran parte della popolazione italiana,durante l’appuntamento settimanale, siastata con le lacrime agli occhi prima

ancora che iniziasse il film. Quest’ultimoè ambientato in un ospedale che racchiu-de tantissime malattie, dalle curabili allepiù gravi. In questo edificio si fonda ungruppo, costituito da sei ragazzi, ciascunocon problemi diversi: Leo, Vale, Chris,Davide, Rocco, Tony…piccoli adolescen-ti che decidono di essere più uniti chemai. Nonostante all’inizio non sia statomolto facile mettersi d’accordo, loro cisono riusciti eccome, grazie al coraggio ealla forza presenti in chi lotta con dispe-razione contro la malattia. Essi sono lega-ti da un braccialetto di colore rosso, cherappresenta la cosiddetta squadra“Watanka”, di cui neanche i protagonisticonoscono a fondo il preciso significato.La situazione messa di più in evidenza è,

La musica che appassiona il mondodi Elena Rando

Una cosa che tutti amano è la musica. Cisono diversi stili, ma uno che è moltofamoso è il rap. A me sinceramente non èche piaccia molto, però dalla maggiorparte delle persone è amato. I cantanti rappiù famosi sono Fedez, Salmo, Emis Killaecc., ma il più famoso di tutti è Eminem,un cantante che fa vero rap e ha cantatocon altri cantanti molto famosi che nonfanno questo genere, tipo Rhianna con lacanzone “The moster” che ha avuto moltosuccesso. Ci sono state poi delle bandfamosissime che hanno fatto delle canzo-ni molto belle e sono i Beatles, i PinkFloyd, i Quenn ecc. I miei preferiti sono iBeatles, una band composta da PaulMccartney, George Harrison, Ringo Stare John Lennon. Sono i miei cantanti pre-feriti proprio per le loro canzoni. Ognibrano è cantato e composto da ognuno diloro, ma quelli che componevano più can-zoni erano due: John e Paul. Parliamo diJohn. Per me la canzone più bella che hacomposto è “Imagine”, nella quale egliimmagina un mondo migliore, ma hascritto molte altre canzoni come “All youneed is love”, “Strawberry fieldes for

ever”, “Lucy in the sky with diamonds”ecc. Poi c’è Paul con “Yesterday”, cheparla di come viveva la sua vita ieri e dicome la vive oggi, ma anche “Imagine”non è male e parla di sua madre mortaquando lui era giovane che gli parla. Edopo le più famose band si parla di attua-lità. C’è una band famosa, ma che a menon piace per niente, che ha colpitomigliaia di fan in tutto il mondo con lesue canzoni e soprattutto con il fascinodei suoi componenti: sono gli OneDirection, con a capo Harry Stiles e i suoicapelli. Una loro canzone molto ascoltataè “The story of my life”. Insomma… lamusica appassiona veramente il mondoed i cantanti che la sfruttano adeguata-mente la rendono qualcosa di più!

LA MUSICA, UNA VALVOLA DI SFOGOLa musica in se è per se è come un amicoche segue gli adolescenti in tutti imomenti della loro vita. Molte volte,infatti, sia nei momenti brutti in cui tuttoti cade addosso o anche nei momenti piùbelli, molti ragazzi e ragazze ricorronoalla musica per sfogarsi, per mettere inmostra i loro sentimenti in base alle can-zoni che si ascoltano. Inoltre alcuni branifanno venire in mente ricordi che moltospesso ti mancano e che, logicamente, tifanno scappare una lacrima o di gioia o didolore. Alcuni giovani, in questo periodo

adolescenziale, si aggrappano alla musicaperché pensano che sia l’unica cosa acapirli e, proprio per questo, trascorronoore e ore ascoltando canzoni che li rispec-chiano, forse perché esse descrivono lasituazione in cui si trovano, o forse per-ché gli piace il ritmo o le parole.Insomma, fatto sta che si sentono a loroagio, si sentono loro stessi. La musica, dacome si è capito, è un modo per sfogarsiper cercare di mettere in mostra i proprisentimenti ed emozioni, belli o brutti chesiano.

di Veronica Cosentino

La fiction della vitadi Aurora Scilipoti

“Braccialetti rossi” è una fiction moltocommovente, che parla di sei ragazzi chesi ritrovano tra le mura di un ospedale,dovendo affrontare seri problemi di salu-te, ma che vanno avanti nonostante gliostacoli della vita. La storia dei sei amiciè raccontata da Rocco, un ragazzino diappena undici anni, in coma da otto mesiper essersi buttato dal trampolino di unapiscina, subendo un brutto impatto conl’acqua. I sei componenti del gruppo, aiquali verrà regalato un braccialetto rossoper ogni intervento subito sono: Leo illeader, Valentino il vice-leader che sareb-be il capo-gruppo se non ci fosse il leader,Toni il furbo, Davide il bello che ha dovu-to lasciare l’ospedale per un interventoriuscito male al cuore, Rocco che è l’im-prescindibile e Chris la ragazza, che sta inospedale per problemi di anoressia. Leo eVale hanno lo stesso problema, cioè quel-lo dell’amputazione a una gamba a causadi un tumore, mentre Toni si trova nell’o-spedale per aver subito un brutto inciden-te in moto ma possiede un dono, quello diparlare con Rocco e di far sapere a tutticomponenti del gruppo “Braccialettirossi” quello che pensa il ragazzino. Ilracconto di queste sei importanti storie èaccompagnato dalle bellissime canzoniche toccano il cuore, come “Io non hofinito”, “Tifo per te”, “Un altra volta”,ecc. Questo film mi è piaciuto molto per-ché è commovente, ma la cosa che più miaffascina di questa fiction è l’amicizia chelega i sei amici e la loro forza di non mol-lare mai, nonostante le mille difficoltà.

senz’altro, quella di Rocco, “l’impren-scindibile”, il bambino che è in coma daotto mesi e con il quale “i colleghi” delgruppo parlano in modo del tutto normalee naturale; Tony, anzi, riesce persino adascoltare ciò che egli dice o pensa, rife-rendolo agli altri. In realtà tra i ragazzinon vi è la massima concordanza, peròriescono sempre a superare insieme, unitie compatti, i momenti più difficili, le crisidovute alle varie malattie, il dolore, losconforto. Inoltre vario è anche il rappor-to che i ragazzi del gruppo hanno con glialtri pazienti, con le famiglie e con imedici, a volte stretto, a volte piuttostodifficoltoso. Insomma questa è una serieche, tra gravi problemi di salute, raffigural’amicizia, nel vero senso della parola!

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MUSICA E TV

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MUSICA ETV

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I reality sono adatti ai ragazzi?di Milena Santangelo

Il reality è un nuovo modo di fare televi-sione ed è iniziato nel 2000, in Italia, conla trasmissione ”Il Grande Fratello”.Questi programmi consistono nel formaredei gruppi di persone comuni o vip che,sotto le riprese di telecamere nascoste,vivono per un periodo di tempo, a secon-da della trasmissione, in una casa, in un’i-sola o conducono un viaggio. I concor-renti, inoltre, vengono sottoposti a sfide,nomination ecc.. e con il televoto del pub-blico vengono eliminati fino a decretare ilvincitore. I reality italiani più diffusi sonostati “Il Grande Fratello”, “PechinoEspress”, “L’isola dei Famosi”, “LaTalpa” e “Amici”, anche se questo èormai più un talent. Quello che seguo dipiù, per ora, è il “Grande Fratello” che èiniziato da poco. Quest’anno presenta ele-menti abbastanza tranquilli. Appena iconcorrenti entrano in casa, uno allavolta, viene raccontata la loro vita, ed èquello che adoro: sapere la loro storia, per

poter scegliere il mio preferito e magaricontribuire con il mio televoto, affinchèpossa rimanere il più a lungo possibile.Quest’ultima serie mi sembra più educati-va: i concorrenti non dicono parolacce,non litigano tra di loro e, anzi, discutonodella loro vita, anche se hanno passatoesperienze spiacevoli. Di questa serie miha appassionato la storia di Valentina, unabellissima ragazza che però si ritrova conuna protesi al braccio destro e quindi,dopo l’incidente, si è dovuta reinventareuna vita diversa. Di questa ragazza miaffascina il fatto che è entrata nella casaproprio per far capire agli altri e al pub-blico a casa che, anche se si vive o si èvissuta una brutta esperienza, non biso-gna arrendersi, ma affrontare la vita sottouna visione positiva. Concludo dicendoche il reality è anche un’opportunità dilavoro, per entrare a far parte del mondodella musica, della danza o della televi-sione.

Alessandra Amoroso, cantante di successo

di Bouchra Rahbib

Alessandra Amoroso nasce a Galatina, inprovincia di Lecce, il 12 agosto 1986.Inizia a cantare da piccola e partecipa adiverse competizioni canore. A diciasset-te anni partecipa al programma “Amici”di Maria De Filippi; fa i primi passi, masfortunatamente non riesce ad andare inonda. Nel frattempo lavora in un negoziodel centro di Lecce. Alessandra non si arrende così facilmentee ritenta ad entrare nella scuola di“Amici” e questa volta, dimostrando ilproprio talento con successo, riesce final-mente, nel 25 marzo 2009, ad essere lavincitrice del talent. Riceve un premio di200 000 euro e una borsa di studio di 50000 euro; con questo denaro continua glistudi con il maestro di “Amici”, LucaJurman. Dopo questo successo ad Alessandraviene data l’opportunità di lavorare con lamusica: supera con passione ed impegnoun tour estivo e, dopo quest’ultimo, a set-tembre esce il suo primo album “Senzanuvole”: un album piacevole, interessantee parecchio apprezzato. Durante la terza e la quarta serata delFestival di Sanremo 2010, Alessandracanta “Per tutte le volte che…” insieme aValerio Scanu, che ne esce vincitore. Nel2010 esce l’album “Il mondo in un secon-do”, nel 2011 “Cinque passi in più” e nel2013 “Amore Puro”. Per quanto riguardala vita privata Alessandra Amoroso, dopoaver raggiunto i propri obiettivi musicali,ora vuole sposare il fidanzato Luca DeSalvatore, con cui sta da tre anni, e vuoleavere almeno un figlio. I due fidanzati hanno la stessa età, 27anni, e Luca è anche l’assistente persona-le di Alessandra, ma questo non creaalcun problema tra loro, anzi lui l’haseguita a Roma, dove Alessandra passa lamaggior parte del tempo per la sua carrie-ra, abbandonando la propria a Lecce.Insomma, dopo tanta gavetta e tanti sacri-fici, finalmente Alessandra ha raggiunto ilmeritato successo e può considerarsi tra iBig della canzone italiana.

Docenti Esperti: Prof. Rinaldo. Anastasi (25 ore di Giornalismo cartaceo) -Dott. Domenico Gambale (25 ore di Giornalismo televisivo). Docenti tutor:Prof.ssa Michaela Munafò e Prof.ssa Maria Triolo.

Con l’Europa, investiamo nel vostro futuro Obiettivo C1: “Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani”.

Competenze in lingua madre.Progetto: “FOSCOLONEWS” (C-1-FSE-2013-1914) - ore 50

Corsisti Redattori: Alosi Fabio,Antonuccio Denise, Biondo MariaTindara, Coppolino Suzana, CosentinoVeronica, Costa Lidia, De Matteo RitaPia, Genovese Verene, GenoveseViviana, Giorgianni Sofia, Giunta

Giusy, Grasso Caterina, Hasaj Laura,Isgrò Rita, La Rocca Giorgia Elisabeth,Mirabile Maria Tindara Elena, MunafòMaria Lucia, Palella Giulia, RandoElena, Salamone Iolanda, ScilipotiAurora, Scilipoti Martina, Torre Irene.

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GIOCHI

RICORDATE!Potete leggere questied altri articoli sulla

pagina diRepubblic@Scuolae su NOI MAGAZINEdella Gazzetta del

Sud

Definizioni:1. Ha grandi strisce.2. Vive di notte.3. Striscia nel prato. 4. Porta fortuna.5. È un mollusco.6. Ha due gobbe.7. Il suo cibo sono le ghiande.8. I suoi tentacoli sono urticanti.9. Animale preistorico.10. È di colore rosa.

CRUCIVERBA ANIMALI

CRUCIPUZZLE ALIMENTARE

di Verene Genovese, Giusy Giunta e Caterina Grasso

di Sofia Giorgianni, Maria Lucia Munafò e Giulia Palella

ANGURIAARANCIAARROSTOBISTECCABROCCOLIBURROCANNELLONICAROTECECICILIEGIACIOCCOLATACORNETTOCOTOLETTACROSTATADATTERIFAGIOLIFOCACCIAFORMAGGIOFRAGOLAFRITTATAGRANITAINSALATA

LASAGNELATTEMARMELLATAMELAMERLUZZONOCIOLIOPANINOPASTAPASTABRISEPATATINEPESCEPISELLIPIZZAPANEPOLLOPOMODORIPROSCIUTTOSALAMESALETAGLIATELLETONNO

Scopri la soluzione ..........................................

Direttore ResponsabileFelicia Maria Oliveri

EditoreI.C. “Foscolo” di Barcellona

Pozzo di Gotto

RedazioneAlunni della Scuola

Secondaria di I Grado“Foscolo” di Barcellona P.G.

Numero chiuso il 18/03/2014

Definizioni:1. Si battono sul ring.2. Attività delle scarpette a punta.3. Corrono dietro un pallone.4. Si fa buca con una pallina.5. Salti e fai un canestro.6. Senza vento è impossibile.7. Partita sul ghiaccio.8. Si pratica su due ruote.9. Può essere a stile libero.

di Verene Genovese, Giusy Giunta e Caterina Grasso

CRUCIVERBA SPORT


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