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n. 4 NOVEMBRE 2017 2017 - 2018 Auguri · di mondiali per atleti con sindrome di down) nonché alla...

Date post: 19-Oct-2018
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ROTARY INTERNATIONAL Distretto 2071 Italia Segreteria Telefonica h24: 348/8092099 [email protected] www.rotarysienaest.com N.H. Hotel Excelsior La Lizza, 1 Siena 0577.382111 Conviviali 2° e 4° Martedì altre riunioni 1° e 3° Martedì n. 4 NOVEMBRE 2017 ANNATA 2017 - 2018 notizie Auguri
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ROTARY INTERNATIONAL

Distretto 2071 Italia

Segreteria Telefonica h24:

348/8092099

[email protected]

www.rotarysienaest.com N.H. Hotel Excelsior

La Lizza, 1 — Siena

0577.382111

Conviviali

2° e 4° Martedì

altre riunioni

1° e 3° Martedì

n. 4

NOVEMBRE 2017

ANNATA

2017 - 2018

noti

zie Augu

ri

2

Governatore 2017/2018 Distretto 2071: Giampaolo Ladu

Presidente: PAOLO FREZZOTTI

Vice Presidente: Raffaele Bonanni

Presidente Incoming: Silvia Trapassi

Past President: Steven Verhelst

Segretario: Nicola Ghini

Prefetto: Stefano Burroni

Tesoriere: Marco Fabbri

Consiglieri: Rodolfo Donzelli, Stefano Fabbri, Claudio Magagnoli, Alfredo Mandarini

Commissioni:

Amministrazione del Club: Claudio Magagnoli (Presidente), Marco Fabbri, Nicola Ghini

Sviluppo Effettivo: Paolo Nannini (Presidente), Curzio Mazzi, Ettore Pellegrini

Fondazione Rotary: Paolo Almi (Presidente), Piero Florio, Vincenzo Pagano Progetti: Stefano Fabbri (Presidente), Andrea Capotorti, Alessandro Gabbiai

Pubbliche Relazioni: Andrea Santini (Presidente), Antonio Cinotti, Rodolfo Donzelli, Claudio Giomini, Ettore Pellegrini

Redazione:

Antonio Cinotti - Rodolfo Donzelli - Claudio Giomini - Ettore Pellegrini - Andrea Santini

Hanno collaborato a questo numero: Raffaele Bonanni

Fotografie: Claudio Giomini, Stefano Burroni, Silvia Trapassi

Impaginazione e grafica: Andrea Santini

in questo numero

2 Organigramma e indice

3 Lettera di Dicembre del Governatore Giampaolo Ladu

4, 5 Visita al Castellodi Staggia e alla Fortezza di Poggibonsi

5 Riunione di caminetto del 7 Novembre

6 Riunione di caminetto del 21 Novembre

7, 8 Conviviale del 14 Novembre

10, 11 Assemblea del 28 Novembre

12, 13, 14 Rotary Foundation

15 Congratulazioni

16, 17 “La scomparsa di Maria Callas” di Raffaele Bonanni

18 Ricorrenze

19 Programma Dicembre

3

4

4 Novembre

“L’evoluzione dell’architettura militare tra medie evo e rinascimento: il Castello di Stag-

gia e la Fortezza di Poggio Imperiale a Poggibonsi”

da Brunelleschi a Sangallo, nasce in Val d’Elsa la moderna scienza delle fortificazioni

Visita guidata a cura di Ettore Pellegrini

Oggetto della visita due siti

(colpevolmente) poco conosciuti, proprio

da chi, come noi, ne è vicino: il Castello

trecentesco di Staggia e la Fortezza rina-

scimentale di Poggibonsi. Esempi di for-

tificazione e di quell’evoluzione di difesa

dovuta alla rinnovata balistica delle armi

di età “moderna”. Il tutto illustrato da

guide locali ed integrato ed approfondito

dal nostro Ettore Pellegrini. Ettore, gran-

de esperto di fortificazioni difensive pre-

rinascimentali e rinascimentali, ha saputo

illustrare tutto ciò che in quel periodo ha

riguardato l’avvento e il successivo svilup-

po delle armi da fuoco nelle difese mura-

rie. Ha spiegato come erano fatte e come

si sono evolute le armi da difesa

dell’epoca, come erano introdotte e im-

piegate nelle fortificazioni in muratura.

Forse se ci fosse stato del tempo, sareb-

be stato interessante visitare anche le

fortificazioni di Colle Val d’Elsa, esempio

difensivo della città in periodo di transi-

zione. Ci permettiamo di lanciare la pro-

posta per una successiva escursione.

(A.S.)

5

Riunione di caminetto del 7 Novembre

“Il Notariato oggi e domani”

Relatore Paolo Nannini

6

Paolo Nannini, forte della sua lunga esperien-

za notarile, ha intrattenuto i soci su alcuni a-

spetti della professione che sempre destano

curiosità e talvolta appaiono nebulosi. Detto

che il termine "notaio" deriva solo impropria-

mente dal latino "notarius", che peraltro indi-

cava una figura che si limitava a prendere ap-

punti di interventi di personalità importanti, sì da potersi identificare quale il moderno stenografo ,il Nan-

nini sugerisce che l'origine deve semmai fare riferimento ai " tabellones", che nel periodo imperiale identi-

ficavano le persone dedicate a stendere documenti ed atti in genere, ed il cui ricordo è rimasto nel sigillo

notarile chiamato " signis tabellonis". Come curiosità ci è stato ricordato che anche i notai hanno un pro-

prio protettore nella "Madonna dei banchetti", cui nel passato è stata edificata una statua ancora presente

alla bocca del casato, in ricordo del luogo ove nel passato erano sistemati i banchi, ove si posizionavano

coloro che svolgevano una simile attività nell'interesse della clientela. In ogni caso il notariato moderno fa

riferimento al codice civile napoleonico, quasi integral-

mente riprodotto nel nostro Paese nel 1864 e poi suc-

cessivamente modificato ,mentre l'ordinamento notari-

le trova una regolamentazione sostanziale nei primi

anni del secolo scorso, con la definizione della figura

del notaio, qualificato come pubblico ufficiale cui fanno

capo gli atti tra i vivi e quelli afferenti le ultime volontà,

dando loro pubblica fede e quindi presunzione di veri-

dicità, a meno che si dimostri la falsità. La meticolosità

e la serietà delle procedure seguite hanno contribuito

ad eliminare quasi del tutto il contenzioso negli atti atti

civili. Il notaio svolge la sua funzione in una sede asegnatagli, anche se ultimamente si è assistito ad un

ampliamento dell'area di competenza che ora si identifica in quella delle corti di appello della magistratura

e si stanno esaminando proposte per determinarne un ulteriore allargamento a tutto il territorio naziona-

le. Oltre che essere un pubblico ufficiale , il notaio è un professionista che svolge l'attività in un numero

chiuso, il cui accesso è possibile tramite concorsi pubblici abbastanza difficili, anche se l'appetibilità alla

carriera sta un poco scemando visto che recenti interventi sulle tariffe hanno ridotto la lucrosità della pro-

fessione. La figura notarile come sopra trateggiata,

che sostanzialmente assolve alla funzione di garan-

zia per i contraenti, esiste in tutti i paesi con legisla-

zione di derivazione latina, mentre è completamen-

te assente in quelli di origine anglosassone. La glo-

balizzazione e lo sviluppo dei commerci internazio-

nali pone ora grandi interrogativi su quello che po-

trà essere il futuro della figura notarile, stretta tra il

garantismo tipico della legislazione latina ed il prag-

matismo insito nella legislazione anglosassone.

(R.D.)

PRESENZE

SOCI: 26

7

Riunione di caminetto del 21 Novembre

“Volontariato Rotariano”

Relatore Elisabetta Guasconi PRESENZE

SOCI: 21

La serata era dedicata al'illustrazione da parte della socia Elisabetta

Guasconi del "Volontariato Rotary" ed il Presidente, al'inizio della riunione,

ha volutamente contenuto le comunicazioni limitandosi a raccomandare

una forte presenza alla prossima assemblea del 28 novembre e ricordan-

do, altresì, che il 5 dicembre alle ore 19,00 è prevista la visita della mostra

del Lorenzetti, al S.Maria della Scala, al termine della quale, sempre in que-

sto prestigioso sito, si terrà la conviviale. E' stato pure accennato che la ce-

na degli auguri è stata fissata per il 19 dicembre e che sono in corso contat-

ti, ancora tutti da definire, con gli esponenti dell'altro Club cittadino, per

organizzare il fine anno, con musica dal vivo balli e ovviamente cena, pres-

so la villa Fagnano, con un costo che dovrebbe aggirarsi sulle €100. Succes-

sivamente Elisa-

betta Guasconi si è soffermata sul tema della

giornata, significando che il "Volontariato Rotary"

a livello distrettuale sta assumendo un ruolo si-

gnificativo anche perché, oltre alle consuete for-

me riguardanti la partecipazione a progetti uma-

nitari in paesi in via di sviluppo e all'offerta della

propria professionalità in favore della comunità

del territorio di competenza è sorta una struttu-

ra che prende il nome di "Unità di Protezione Ci-

vile" che, in forza di un protocollo firmato con la

Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha come

obiettivo il supporto nelle fasi di prevenzione e

soprattutto posteriori ad eventi disastrosi, avvalendosi della professionalità ampiamente presente nel di-

stretto. Più in dettaglio il numero degli iscritti al "volontariato" è passato in un anno da 17 a 132 e svariate

sono state le attività svolte,con particolare riguardo alla partecipazione ai "Trisome games" (prime olimpia-

di mondiali per atleti con sindrome di down)

nonché alla giornata del banco alimentare. Signi-

ficativa ed ampia è stata inoltre la presenza dei

volontari nella realizzazione del progetto distret-

tuale " Adottimpresa" che ha come obiettivo il

sostegno alle piccole imprese, così gravemente

colpite dai noti recenti eventi sismici del Centro

Italia. Al termine della conversazione è stata for-

temente caldeggiata l'iscrizione e numerosi soci,

avvalendosi anche di appositi formulari predi-

sposti dal Segretario, non hanno mancato di a-

derire all'invito. (R.D.)

Conviviale del 14 Novembre

“Enzo Tortora: un uomo libero”

Relatrice: Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora, Senatore della Repubblica dal 1994 al 2001, giornalista

8

Con questa frase di

Enzo Tortora inizia

l’intervento di France-

sca Scopelliti, la stes-

sa che troviamo sulla

copertina del libro ap-

pena pubblicato, che

riassume ed è il com-

mento finale, a tutta la tragica storia di un

“crimine giudiziario” e non solamente un, sep-

pur terribile, errore giudiziario. Questa diffe-

renza é, tra le tante, la cosa che lascia ancor

più esterrefatti, facendo emergere la carenza

di volontà di voler giudicare in maniera serena

un uomo, del tutto innocente, travolto dalle

dichiarazioni di pluriomicidi e psicopatici, sen-

za verificare minimamente la veridicità delle

accuse. Ripercorrendo l’intera storia, la sensa-

zione, paradossale e drammaticamente grot-

tesca, è che si sia voluto dare corso ad un pro-

cesso che poggiava su vari equivoci, oltre che

su calunnie gratuite, solo per

“partito preso”, per non voler

riconoscere di essere incorsi in

un tragico errore; un colpevole

atteggiamento che porterà a

conseguenze terribili e che se-

gnerà indelebilmente la vita di

Enzo Tortora e delle persone

che a lui erano vicine. Tutto

l’iter processuale mostra que-

sto atteggiamento inquisitorio

come se la sentenza fosse già

stata scritta in anticipo sui tem-

pi. Furono trovati 17 collabora-

tori di giustizia, che rilasciarono

deposizioni-fotocopia, forse

concordate, sicuramente di

“dubbia” attendibilità, fino ad

arrivare alla inspiegabile chiamata di uno sco-

nosciuto procuratore, esterno alle indagini, a

ricoprire l’incarico di pubblica accusa. A que-

sto aggiungiamo una inspiegabile gogna me-

diatica per la quale,

a dispetto del più

elementare spirito

garantistico, si volle

prescindere dalla

sacrosanta presun-

zione di innocenza,

c o n d a n n a n d o

l’imputato, ancor

prima che si arrivas-

se alla sentenza. Va-

rie furono le prese di posizione di intellettuali,

giornalisti, politici, che intervennero sui media

sia pro che contro il noto personaggio. Evi-

dentemente Enzo Tortora non era molto sim-

patico ai suoi colleghi, nonostante questo

molti furono coloro che presero le sue difese

evidenziando le storture dell’indagine, ma al-

trettanti accolsero la sua condanna come una

vittoria. Ma una vittoria di chi? Semmai una

enorme sconfitta per la giustizia, per la magi-

stratura e infine per lo stato.

A seguito di questa disav-

ventura, Tortora si fece e-

sempio e paladino della ma-

lagiustizia e promosse, con il

Partito Radicale, il referen-

dum per la responsabilità

dei giudici, che riscosse un

grande successo (84% di voti

favorevoli), al quale seguì

una legge inapplicata e inap-

plicabile, che tradì del tutto

lo spirito del referendum.

Oggi Francesca Scopelliti è

impegnata in iniziative volte

ad evitare che ciò che è suc-

cesso al “suo” Enzo non deb-

ba accadere mai più, anche

attraverso la campagna per una legge che

sancisca finalmente la separazione delle car-

riere dei magistrati. (A.S.)

“Solo i bimbi, i pazzi e i magistrati non rispondono dei loro crimini”

9

OSPITI DEL CLUB: 1

OSPITI DI SOCI: 3

CONIUGI: 12

SOCI: 35

10

28 Novembre

ASSEMBLEA ORDINARIA

ELEZIONI

CONVIVIALE

L'appuntamento è stato debitamente onorato dai soci, in buon numero inter-

venuti a questa importante giornata che, come di consueto, si propone di fare il

punto sullo stato del Club, fornendo notizie sull'evolversi dell'annata, prendere

visione del consuntivo economico del decorso anno ed eleggere i soci che sa-

ranno chiamati ad assumere nel prosieguo ruoli di responsabilità nell'associazione. Per quanto attiene al primo punto, il Presidente ha

rappresentato la soddisfazione per la buona presenza registrata in questo scorcio di annata nelle conviviali e nei caminetti ed ha dato

notizia delle dimissioni in questi giorni intervenute per motivi di lavoro da parte di Carlo Pierli, che si aggiungono a quelle nel giugno

scorso presentate, in dipendenza del suo stato di salute, dal socio fondatore Luigi Bocchi. Inoltre è stata comunicata la decisione del

N.H. Hotel di richiedere, al pari di tutti i Club Service operanti in quella sede, un ritocco del costo delle conviviali. In proposito l'assem-

blea ha dato mandato al Presidente di prendere contatti con tutte le altre associazioni interessate ai fini di avere un confronto con i

responsabili dell'albergo, volto a verificare le motivazioni del cennato incremento ed avere elementi utili per successive valutazioni.

Dopo alcune indicazioni sui prossimi appuntamenti, più in dettaglio illustrate nel programma mensile di prossima diffusione, Claudio

Magagnoli, che come noto ormai da lungo tempo ha svolto con encomiabile ed

impeccabile impegno la funzione di Tesoriere, ha rappresentato il consuntivo

economico della precedente annata, che si è chiusa in pareggio, evidenziando

peraltro una significativa vitalità del Club, mostrata da un incremento record

delle spese per service, che hanno raggiunto l'importo di oltre 25.000 euro,

oltre che a quelle per conviviali e caminetti, rese possibili da un parimenti

elevato incremento delle entrate, derivanti da contributi e sponsorizzazioni

varie, oltre che dall'introito assicurato dal cospicuo numero di nuovi soci. La

commissione elettorale nominata dall'assemblea, nelle persone di Antonio Cot-

tini, Rodolfo Donzelli ed Elisabetta Guasconi, ha poi assicurato il buon anda-

mento delle votazioni che hanno visto eleggere all'unanimità dei consensi a Presidente per l'annata 2019/20 Mario Lorenzoni, mentre

la squadra che affiancherà Silvia Trapassi per la prossima annata sarà composta da WEduardo Motolese (Vice Presidente) , Paolo Almi

(Segretario), Elisabetta Guasconi (Prefetto), Marco Fabbri (Tesoriere), Curzio Mazzi, Vincenzo Pagano, Steven Verhelst e Luigi Verre

consiglieri. (R.D.)

MARIO LORENZONI

è il Presidente eletto per l’annata 2019/2020

Socio del Club dal 1993, è stato consigliere in varie annate, oltre che membro e Presidente di commissione. Metterà al servizio del Club il suo carisma e la sua pluriennale esperienza di manager.

Il Consiglio che nell’Annata Rotariana 2018/2019, affiancherà il Presidente Sil-via Trapassi nella conduzione del Club. A tutti gli auguri di buon lavoro da parte della Redazione.

11

SOCI VOTANTI: 42

CONIUGI: 2

SOCI: 35

Tutto il Club ringrazia Claudio Magagnoli che per moltissimi anni ha assolto il compito di tesoriere del Club con grande precisione e puntu-alità. I presidenti che si sono succeduti, hanno tratto enorme beneficio dall’opera di Claudio, sempre attento e collaborativo con tutti. Dopo un’annata in cui ha collaborato con lui, passa il testimone a Marco Fab-bri che, siamo certi, sarà all’altezza della situazione. Grazie Claudio e buon lavoro a Marco.

12

ROTARY FOUNDATION

13

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE Per molti versi,la Fondazione Rotary è una presenza invisibile nei nostri club. Per la maggior parte di ciò che facciamo, ogni settimana, non abbiamo un coinvolgimento attivo nella Fondazione. Ma la nostra Fondazione è invisibile nei nostri club nello stesso modo in cui le fondamenta di un edificio sono invisibili a coloro che vi abitano: sol perché non le vediamo non significa che non supportano l’edificio! La Fondazione che consente al Rotary di affrontare la questione della polio rappresenta, per molti versi, le fondamenta sulle quali si basa il nostro service nel Rotary. Per 100 anni, da quan-do la Fondazione è nata grazie a una prima donazione di 26.50 dollari, la Fondazione ha finanziato e rafforzato il nostro service, ha assecondato le nostre ambizioni e ci ha consentito di diventare l’organizzazione che siamo oggi. Si tratta di un incredibile modello efficace che abbiamo al Rotary, un modello non equiparabile a nessun’altra organiz-zazione. Siamo completamente locali e globali: abbiamo competenze, connessioni e conoscenze in oltre 35.000 club, in quasi tutti i Paesi del mondo. Abbiamo una reputazione ben meritata su trasparenza, efficacia e buone prassi aziendali, e grazie al fatto che siamo professionisti preparati oltre che volontari, noi riusciamo ad arrivare a un livello di efficienza che poche altre organizzazioni riescono a raggiungere. Per dirla in parole povere, un dollaro donato alla Fondazione Rotary ha molto più valore di un dollaro donato ad altre organizzazioni di beneficenza. Se desiderate spendere un dollaro per Fare del bene nel mondo, Vi conviene spenderlo con la Fondazione. E non sono solo io a parlarne con orgoglio, ma è una verità inconfutabile, che si riflette nella classifica compilata da organizzazioni di valutazione indipendenti. Durante il centenario della Fondazione, i Rota-riani hanno superato l‘obiettivo di raccogliere 300 milioni di dollari. Se avete fatto parte di questo risultato, avete fatto parte davvero di qualcosa di incredibile. Da qualche parte del mondo, un posto dove non siete mai andati, persone che non vi conosceranno mai adesso vivono una vita migliore grazie a voi. In fondo, è la nostra Fondazione che ci consente di rea-lizzare i nostri obiettivi principali: fare la differenza, perché abbiamo un obbligo a farlo, e lavorare insieme, e nel modo più efficiente possibile, è il solo modo per apportare un cambiamento effettivo e duraturo.

DONAZIONI ONLINE, E PERCHÉ SONO IMPORTANTIDAZIONE

Visto che le nostre attività quotidiane, interazioni e transazioni avvengono sempre più sui nostri com-puter e telefoni cellulari, ha senso che le nostre donazioni per beneficenza si stanno spostando nella sfera del mondo digitale. I contributi online alla Fondazione Rotary sono aumentati costantemente ne-gli ultimi cinque anni. Un totale di 60.827 donatori hanno donato 14,7 milioni di dollari online alla Fon-dazione nel 016/2017, rispetto ai 27.578 donatori che avevano donato 8,1 milioni di dollari online nel 2012/2013. Escludendo la cospicua donazione una tantum di 100 milioni di Dollari della Bill & Melinda Gates Foundation, dal totale complessivo (donazioni di questa portata non vengono fatte con una car-ta di credito online), l’ammontare di donazioni online del Rotary è vicino alla media registrata nel setto-re del 7,2 per cento, come riportato dal Blackbaud Institute for Philanthropic Impact, che pubblica l’Index of Charitable Giving. I donatori si stanno familiarizzando sempre più con i dispositivi mobili. Il tasso di utilizzo dello smartphone per le transazioni di beneficenza si è quasi raddoppiato dal 2014, e oggi rappresenta il 17 per cento delle donazioni online. Di fronte a questi nuovi dati, il Rotary ha reso facile effettuare le donazioni online. Per donare online alla Fondazione Rotary bastano pochi semplici passi, sia da un computer desktop o da un dispositivo mobile. La pagina è disponibile in diverse lingue e si può scegliere una delle tante valute disponibili. È facile anche donare a scopo commemorativo e per fare un tributo.

I PROSSIMI 100 ANNI DELLA FONDAZIONE ROTARY Stephanie A. Urchick è la presidente della Commissione Pianificazione strategi-

ca del Rotary e ha ricoperto l’incarico di presidente della Commissione per il centenario della Fondazione Rotary. Oltre alle varie commissioni, Stephanie ha ricpoerto vari incarichi nel Rotary: Amministratore della Fondazione Rotary, Coordinatore Regionale Fondazione Ro-tary e Rappresentante del Presidente a un congresso distrettuale. Stephanie è socia del Rotary Club di Canonsburg Houston Southpointe, Pennsylvania, e Grande donatore, oltre a membro della Bequest Society di 3 º livello. Executive director of the Southpointe CEO Association e consulente per vari ate-nei. Abbiamo intervistato Stephanie Urchickper discutere sul futuro della Fondazione Rotary in questo momento cruciale.

ROTARY FOUNDATION

14

D: Dato il successo riscosso durante l’anno del centenario per migliorare il profilo della Fondazio-ne grazie a eventi e raccolte fondi nei club, come si può fare leva sullo stesso successo per il secondo secolo della Fondazione? Urchick: La vasta gamma di attività realizzate durante l’anno del centenario, oltre al superamento dell’obiettivo di raccolta fondi, è la prova che i Rotariani e il pubblico esterno riconoscono e celebrano il significativo impegno umanitario fornito dalla FR alle persone di tutto il mon-do. È stato meraviglioso vedere tante persone far parte della nostra “storia centennale” grazie alla par-tecipazione attiva in eventi e tramite contributi finanziari alla Fondazione. Il prossimo capitolo della no-stra storia è già in corso, e tutti dovrebbero essere interessati a continuare a far parte della storia della FR. Adesso è nostro compito comprendere come la partecipazione continua offre loro un ruolo centra-le nel nostro prossimo secolo di service. D: Cosa rende unica la Fondazione Rotary? E cosa è necessario perché continui ad esserlo? Urchick: Per me, uno degli aspetti significativi della Fondazione è che i fondi possono essere diretti a club e distretti che l’hanno sostenuta finanziariamente. Esiste un grande numero di enti di beneficenza adesso, e tutti ci chiedono di contribuire, ma la FR è l’unica organizzazione di cui sono a conoscenza che dirige i fondi alle aree che hanno contribuito. La “magia” è che nel Rotary tutto succede a livello di club; dobbiamo assicurarci che i club ne siano coscienti, o dobbiamo ricordarlo loro, che questo è un altro modo per aiutarli a fornire progetti di service alle loro comunità.

ROTARY FOUNDATION

15

L’Oscar europeo all’innovazione, ai brevetti e alla ricerca? Quest’anno a vincere c’è anche un italiano. Anzi, il padre delle più moderne generazioni di vaccini. Il 65enne microbiologo senese, Rino Rappuoli, ha ricevuto, nella suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, lo European Inventor Award per il Lifetime Achievement. Gli European awards sono i premi che, ogni anno, Epo (l’Ufficio europeo per i brevetti) assegna alle migliori innovazioni: si va dai veri e propri brevetti industriali alla ricerca scientifica, dai patents registrati dalle sole Pmi ai “premi alla carriera”. Il premio – appunto – ottenuto da Rappuoli, i cui vaccini, basati sulla genomica e sviluppati a Siena, sono ormai somministrati di routine a milioni di persone nel mondo. A lui si devo-no le prime immunizzazioni di massa che hanno quasi azzerato i casi di difterite, meningite batterica e pertosse nei Paesi avanzati. La Cerimonia di premiazione si è tenuta all’Arsenale di Venezia – forse la prima “fabbrica di innovazione” dell’Occidente, alla presenza di 600 personalità eminenti nel mondo del business, della politica, della proprietà intellettuale, della scienza e della ricerca – ed è stata aperta dal Presidente dello European Patent Office, Benoît Battistelli, e dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. I vincitori sono stati proclamati da una giuria internazionale indipen-dente, presieduta dall’imprenditore italiano Mario Moretti Polegato, che ha selezionato – fra 450 inventori e team – tre finalisti per ciascuna delle 5 categorie del Premio. «I vaccini di Rappuoli – ha sottolineato Battistelli – hanno salvato la vita di milioni di persone nel mondo, hanno sconfitto diver-se malattie e hanno creato un nuovo metodo per la creazione di vaccini» Il personaggio Negli anni ’90 Rappuoli e i suoi collaboratori hanno completamente cambiato il processo di sviluppo dei vaccini. Fino a quel momento il processo seguiva il concetto adottato da Louis Pasteur intorno al 1880: i medici iniettavano versioni “attenuate” o “inattivate” dell’agente patogeno, permet-tendo al sistema immunitario di riconoscerlo e preparare una difesa. Cambiando l’approccio, Rappuoli ha applicato l’ingegneria genetica per creare degli ibridi che contengono proteine e parte del Dna del batterio, in modo da “attirare l’attenzione” del sistema immunitario. Il primo “vaccino coniu-gato” contro la pertosse è divenuto una immunizzazione standard in Italia nel 1993. Per sviluppare quello contro la meningite C, Rappuoli ha invece contattato il pioniere della genomica, Craig Venter, chiedendogli di sequenziare il Dna del batterio. Entrata nelle campagne di vaccinazione in Regno Unito, l’immunizzazione l’ha eradicato. «Ho passato gran parte della mia vita lavorando in centri di ricerca aziendali, così ho potuto andare superare gli ostacoli burocratici e trasformare le scoperte in prodotti reali che possono avere un impatto sulle persone»ha detto il microbiologo, che per soste-nere le vaccinazioni nei Paesi poveri e privi di risorse ha fondato il Novartis Vaccines Institute for Global Health, un’organizzazione senza fini di lucro che sviluppa vaccini per i Paesi in via di sviluppo. Come Chief Scientist della multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines, Rappuoli sta preparando immunizzazioni contro il virus sinciziale respiratorio, il citomegalovirus e altre malattie infettive. E ha concluso: «Credo che nel mondo non esista un lavoro più bello del mio». (...omissis…)

Il «padre» italiano dei vaccini vince l’Oscar dei brevetti

di Laura Cavestri

tratto da:

congratulazioni

al nostro Socio Angelo Riccaboni per il

prestigioso incarico e al nostro Socio

Onorario Rino Rappuoli per l’ennesimo,

meritato riconoscimento.

LA N

AZIO

NE

16

Parigi, sera del 16 settembre 1977: tutti i media del mondo annunciarono, con grande enfasi, la scomparsa di Maria Callas nella

sua casa di Parigi, al secondo piano di avenue Georges Mandel n. 36, dove si era rinchiusa già da alcuni anni dopo la sconcertan-

te e drammatica fine della sua relazione con Aristotele Onassis. A quaranta anni dalla scomparsa desidero raccontare la donna,

a mio avviso la più grande soprano, capace di dividere il mondo degli amanti della lirica, che si impose per la sua straordinaria

personalità dentro e fuori del palcoscenico. Sofia, Cecilia, Anna, Maria Kaloyeropoulos figlia del farmacista

Georges e di Litsa, donna e madre terribile che esercitò sulle due figlie (Maria e Jackie) un potere assoluto,

era nata a New York nel 1923 ove, dall’età di 13 anni, aveva iniziato a studiare canto proseguendo in Grecia

dopo il rientro della famiglia, debuttando a 18 anni nella Cavalleria Rusticana all’ Opera di Atene e successi-

vamente in Italia all’Arena di Verona, in Gioconda, nel 1947. Ma negli anni della guerra, per guadagnare il

sostentamento, si esibiva per le truppe italiane e tedesche ove sembra avesse sfiorato i confini della prosti-

tuzione, nelle quali truppe aveva trovato l’ amore anche la madre con il colonnello Mario Bonalti. Maria si

innamora dapprima del Magg. Attilio De Stasio poi di un certo Piero ed infine, in un locale notturno di piaz-

za Omonia, incontra Angiolo Dondoli di Castiglione della Pescaia, paracadutista della Fol-

gore, con cui ha un rapporto incandescente anche se breve. Narrano i biografi che nel

1956 Maria si recasse a Castiglione per cercare il suo paracadutista che tuttavia non ricordò neanche di averla

avuta tra le braccia! Maria era ormai una ”divina” la sua vita sentimentale era stata travagliata ma per lungo

tempo serena dopo il matrimonio, nel 1949, con Giovanni Battista Meneghini. Galeotta fu la conoscenza, a

Milano in casa di Wally Toscanini, con Aristotele Onassis e l’invito ad una crociera sul Cristina insieme a Win-

ston Churchill; al rientro Meneghini se ne tornò solitario a Sirmione ove seguì un drammatico incontro a tre,

terminato con porte sbattute e l’ingiunzione di portar via anche il cagnolino. Maria voleva sposare Aristotele

dopo aver ottenuto, nel 1966, lo scioglimento del matrimonio, ma l’opposizione di Onassis fu assoluta e da allora iniziò un calva-

rio magistralmente descritto dal suo più grande amico ed estimatore Franco Zeffirelli nel film biografico Callas forever girato nel

2002 ed interpretato da una eccezionale Fanny Ardant ove il regista, parole dell’allora Presidente della Repubblica Ciampi, “ fa

conoscere alle giovani generazioni non solo la voce ma anche la vita, la personalità di questa grande interprete e la sua concezio-

ne dell’arte”. Dicono i critici estimatori che tutto si può condensare nella frase: prima della Callas e dopo la Callas al contrario

dei detrattori che ne evidenziano le imperfezioni della voce pur dovendo ammettere la qualità interpretativa mai raggiunta da

altri soprani. Tecnicamente, per definizione il soprano, dal latino superius, è una voce con e-

stensione sopra le righe (acuti) che spazia normalmente dal DO 3 al DO 5 con eccezioni fino

al FA 5 (foto) e che compare dopo il lungo regno dei castrati affermandosi prepotentemente

alla fine del ‘700 ed ai primi dell’800 con la trasformazione in vera attrice immedesimandosi

nelle problematiche legate alla figura del personaggio interpretato. Si afferma così il sopra-

no dal timbro celestiale e dal registro superiore acutissimo non più legato al virtuosismo

personale ma alla realtà musicale: in altre parole l’orchestra non è più piegata all’artista, ma

è l’artista che si integra nel suono, completandolo. Anche gli Autori si adeguano scrivendo o-

pere per il soprano drammatico (Norma, Medea) che, con la seconda metà dell’800, cessa di incarnare figure angelicate ma di-

venta una donna tale e quale vista in versione erotica e sentimentale – il verismo – nel quale il canto è un momento in cui

l’esasperazione del conflitto amoroso porta in sé tensione drammatica e impeti declamatori. Norma, Medea, Violetta, Tosca,

Aida, Turandot, Butterfly, Santuzza, Gilda, Leonora e tante altre sono esempi meravigliosi di grande musica con arie indimenti-

cabili che spesso si sentono fischiettare. In questo quadro, alla fine degli anni trenta, si inserisce Maria Callas con la forza della

sua voce e della sua capacità interpretativa nel palcoscenico, ancora oggi insuperata, sul quale si muoveva seguendo delle linee

bianche tracciate sul pavimento poiché la sua altissima miopia non le consentiva di vedere oltre una certa distanza! Dove sta

dunque la grandezza della “divina” ? Piccolo escursus delle caratteristiche di una voce che si giudica: estensione, intonazione, e-

spressività, fraseggio, timbro, colore, interpretazione e dizione, tenendo conto anche della respirazione che consente la riserva

di Raffaele Bonanni

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di fiato; ebbene tutti possono rendersi conto di queste caratteristiche se si è guidati all’ascolto di più soprani e si può tentare

di riconoscerle per qualche particolarità emersa nel corso della audizione con frequenti errori anche di auditori esperti mentre

una soltanto si riconosce dopo solo poche note: Maria Callas! La sua estensione andava dal LA 2 al FA 5 in un repertorio quan-

to mai vario, dotata di grande espressività, di grandi qualità musicali, varietà del fraseggio aspro o

soavissimo, furente o languido, con ricchezza delle tinte vocali, notevole agilità, volate e gorgheggi

affrontati con suoni aggressivi, scuri e corposi a volte addirittura cavernosi nei bassi con potenza tra-

gica dell’accento e soprattutto grande immedesimazione nei personaggi interpretati. Come Mario

Del Monaco fra i tenori fu definita animale da palcoscenico per la sua capacità di dominare la scena.

Il suo periodo trionfale iniziò a declinare quando con volontà ferrea decise di dimagrire - perse 35

Kg. - per acquistare sofisticazione ed assumere una silhouette di indossatrice da haute couture, ma

la sua voce, purtroppo, declinò sia pure lentamente non consentendole più grandi interpretazioni

nelle sue opere predilette in particolare la Norma, nella quale non ha avuto più antagoniste capaci

almeno di eguagliarla nell’insuperato “casta diva”, come il maestro Riccardo Muti, in una intervista

di Bruno Vespa, alla domanda del perché non dirigesse mai una Nor-

ma rispose: perché non ho la Callas!, eppoi la Tosca il cui “vissi d’arte”,

in particolare quello storico del 1953 alla Scala con De Sabata (che de-

tiene il record di disco lirico più venduto nel mondo) è materia di studio

per le giovani, al drammatico accento violento e dispregiativo “muori,

muori dannato” uccidendo Scarpia, al doloroso Mario, Mario ..è mor-

to! con cui praticamente si chiude il sipario. Da alcuni critici la sua voce

è stata definita “vociaccia”, in realtà a volte stona, è inelegante ma sor-

prendente come entra nel personaggio, come crea emozione nell’ascoltatore in teatro ed in a-

scolto riprodotto, piomba sulle note con rabbia come una tigre, alza ed abbassa i toni con una na-

turalezza sorprendente; in realtà è una passione vivente sul palcoscenico come nella quotidianità

ed il suo canto è come una lama affilata che taglia. Aversano e Pellegrini nel libro “Mille e una Cal-

las” raccontano di voce inconfondibile, tecnica smaliziata, portamento altero, gestualità estrover-

sa e controllata, occhi di fuoco e magnetismo scenico che le consentirono di soggiogare platee e

loggioni di tutti i teatri del mondo. Viene altresì raccontato il suo rapporto con i Registi ed i Diret-

tori d’orchestra del tempo: Serafin, De Sabata, Von Karajan, Giulini non sempre idilliaci ma forieri

di grandi interpretazioni. Racconta Zeffirelli che non volle mai girare una Carmen perché non le

piaceva fare questa zingara, che giudicava una ”prostituta”, così come non le piaceva Butterfly perché la riteneva una

“cretina”; alla fine l’impresario Larry la convinse a girare Carmen ma senza cantare infatti per le scene musicali fu utilizzata una

registrazione di anni prima. In una rievocazione del 2002 Zeffirelli la definì “la più grande artista del secolo, irraggiungibile, un

fenomeno di congiunzioni astrali che difficilmente si ripeterà” e la stessa Fanny Ardant: “è una artista che non ha mai barato,

ha sempre ricercato la perfezione e quando ha capito che non poteva più raggiungerla ha preferito ritirarsi”. In un articolo, nel

2002, a commento della prima di ”Callas forever”, Lorenzo Arruga esamina psicologicamente certe interpretazioni, la pronun-

cia di certe frasi, l’accento di alcune parole di particolari momenti come la scena della pazzia in Lucia di Lammermoor che nel

delirio immagina l’amore con l’uomo che le è negato dalla sorte, violentando vocalmente l’ “alfin son tua, alfin sei mio” o come

il finale del Trovatore con la frase “prima che d’altri vivere io volli tua morir”. Ma voglio rapidamente ricordare l’altra Maria,

altrettanto famosa ma non per l’arte: quella del devoto Meneghini, quella di Onassis che rifiuta di sposarla pur sapendo della

perdita del bambino concepito e le fa sapere dalla stampa che intende sposare la vedova Kennedy, quella della interruzione

dopo il primo atto della Norma all’opera di Roma, davanti al Presidente della Repubblica, per una violenta contestazione de l

loggione dopo “casta diva” ma si seppe poi che aveva 38 di febbre e aveva voluto cantare lo stesso! Celebre è il triangolo amo-

roso Giuseppe Di Stefano - Maria Girolami Di Stefano - Maria Callas durato dal 1972 al 1977, quando la divina morì a 54 anni e

ben raccontato dalla stessa Maria Di Stefano nel libro biografico “Callas nemica mia“, ménage a trois ben conosciuto nel

mondo dell’epoca… “sempre governato dalle bizze, dall’egocentrismo, dalle insicurezze della Callas, capace di esercitare il suo

potere sul tenore ma anche su una moglie devota e remissiva… fino all’isolamento di Parigi, rinchiusa nella sua casa, giocando

a carte con Elena Pozzan, sua guardarobiera e cuoca, ascoltando continuamente i suoi dischi commentandone

l’interpretazione e ricevendo in ultimo anche alcune visite di Onassis che, nel contempo, accortosi della vera personalità di Ja-

ckline e delle sue mire patrimoniali, si era riavvicinato a Maria. Si rafforza da quel momento il mito che l’aveva già circondata

nei teatri ed il rimpianto per la perdita così precoce di una straordinaria artista sempre alla ricerca di un amore mai davvero

trovato e capace di incredibili superstizioni. Racconta Carla Maria Casanova che mai Maria si separava dal suo talismano, dona-

tole da Meneghini in occasione del debutto con la Gioconda, che portava addirittura nel camerino: un piccolo olio su tavola, o-

pera del settecentesco Giambettino Cignaroli raffigurante la Sacra Famiglia, senza del quale non sarebbe andata in scena come

accadde a Vienna ove, avendolo dimenticato, se lo fece portare d’urgenza con un velocissimo trasporto aereo. Lorenzo Arruga

dice: non è un nome da mettere su un elenco, né in quello dei ricordi, né in quello degli artisti, Maria è qualcosa di più, un pun-

to fermo, una passione che si riaccende costantemente. La grandezza della sua arte? basta ascoltarla. (R.B.)

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1 Arturo Salvatici, Virginia Burroni

8 Irene Almi

9 Claudia Magagnoli

11 Silvia Trapassi

13 Irene Giglioli e Roberto Orvieto

16 Lorenzo Fabbri

17 Francesco Pistolesi

21 Rodolfo Casini

22 Bianca Pannocchieschi d’Elci e Elvira Almi

23 Alice Frezzotti

25 Raffaella Peruzzi

27 Federica Orvieto

28 Carlo Setacci

29 Lorenzo Pistolesi

30 Michele Donzelli

compiono gli anni...

DICEMBRE

1 Alessandro e Tiziana Piccolomini

9 Antonio e Francesca Cinotti

2 Mario e Grazia Lorenzoni

11 Paolo e Linda Frezzotti

30 Stefano e Simonetta Fabbri

buon anniversario a...

Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci

riguarda ancora

(Seneca) Lettere a Lucillo

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PROGRAMMA DICEMBRE

Martedì 5 Dicembre alle ore 19.00:

Visita guidata alla Mostra Ambrogio Lorenzetti e Conviviale presso

Complesso Museale S. Maria della Scala, Piazza Duomo 1

Relatore Dott. Daniele Pitteri, Direttore Santa Maria della Scala

Ore 19.00 Visita guidata alla Mostra Ambrogio Lorenzetti

Ore 20.00 Aperitivo

Ore 20.30 Cena

Martedì 12 Dicembre alle ore 19.00:

Riunione di Caminetto presso NH Hotel

Presentazione del Viaggio di Raffaele Bonanni

Argomenti Rotariani e vita del Club

Sabato 16 Dicembre alle ore 10.30:

Visita guidata e Scambio del Guidoncino con Rotary Club Trieste Nord

Ore 10.30 Visita al Museo dell’Accademia dei Fisiocritici

Ore 12.00 Visita all’Accademia dei Rozzi

Ore 13.00 Pranzo con Scambio del Guidoncino con Rotary Trieste Nord

Per il pranzo è necessaria la prenotazione entro giovedì 7 Dicembre

Martedì 19 Dicembre alle ore 19.30 :

Cena degli Auguri presso NH Hotel

Ore 19.30 Aperitivo

Ore 20.15 Canti di Natale con ChigianaChildren'sChoir

Ore 20.30 Cena

E’ necessaria la prenotazione entro giovedì 14 Dicembre. Per i Signori è richiesto l’abito scuro.

Martedì 26 Dicembre

Attività Sospesa

Domenica 31 Dicembre alle ore 20.30 :

Cenone di Capodanno presso Villa Fagnano, loc. Vagliagli

Il Menù ed il programma della serata è già stato inviato ai Soci con una lettera del Presidente

Prenotazioni tramite la Segreteria telefonica 348 8092099 oppure inviando e-mail a

[email protected]

siena est

www.rotarysienaest.com


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