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Natale 2019 Nascere Mamma€¦ · La rivista dei nuovi genitori Nascere Mamma Natale 2019 - Anno 4...

Date post: 07-Jul-2020
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copia omaggio La rivista dei nuovi genitori Nascere Mamma Natale 2019 - Anno 4 n. 11 Un gesto d’amore: diventare genitori affidatari BABY NEWS Al lavoro fino al nono mese CRESCERE SANI Un soffo al cuore ‘innocente’ IN VIAGGIO Val d’Ultimo l’Alto Adige nascosto VITA DA BABY Speciale gioco RUBRICHE MONDO NONNI AMICI A 4 ZAMPE APPUNTAMENTI LEGGERE INSIEME
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copia omaggio

La rivista dei nuovi genitori

Nascere Mamma

Natale 2019 - Anno 4 n. 11

Un gesto d’amore: diventare genitori affidatari

BABY NEWS

Al lavoro fino

al nono mese

CRESCERE SANI

Un soffioal cuore ‘innocente’

IN VIAGGIO

Val d’Ultimol’Alto Adigenascosto

VITA DA BABY

Specialegioco

RUBRICHE

MONDO NONNIAMICI A 4 ZAMPE

APPUNTAMENTILEGGERE INSIEME

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zioni forniteci da Enzo Genco, responsabile del Servizio Minori e Famiglie della Divisione Servizi Sociali e della Casa dell’Affidamento del Comune di Torino. Con la biologa chef Maria Paola Dall’Erta, invece, scopriremo se e come gli italiani portano in tavola il pesce, e quali specie dovrebbero essere proposte ai bambini. Parlando di salute, gli articoli spazieranno dal soffio al cuore alle adenoidi, mentre per la sezione ‘Vita da baby’ il con-siglio è continuare a cullare il vostro bambino, perché ben presto vi presenterà il suo primo amico e allora vorrà dire che sta diventando un ometto. Per ‘Spazio cicogna’, sapete cosa è il maternity blues? Tra le rubriche da non perdere, ‘Mondo nonni’: questa volta abbiamo intervi-stato Pierluigi Ramorino, un nonno speciale 2.0. E poi, appuntamento con l’opera per i bambini al Teatro alla Scala di Milano e in biblioteca per le letture natalizie.Natale è però anche il momento dei viaggi: avete tutti i documenti in regola? Nella sezione ‘Baby news’, un articolo è dedicato proprio a questo tema, mentre tra i viaggi vi presentiamo due proposte, una al mare – Genova – e l’altra in montagna – Val d’Ultimo in Alto Adige.

Buone feste a tutti.

In un batter d’occhio siamo arrivati a Natale. Si sa, più si diventa grandi e più il tempo scorre veloce. E non è solo un modo di dire. Secondo studi specifici, tutto di-pende dalla rapidità di elaborazione delle immagini che affluiscono al cervello. A questo si aggiunge il fatto che, con il passare degli anni, diminuiscono anche le ‘prime volte’, cosicché le nuove esperienze diventano meno fre-quenti e si verificano senza lasciare il segno. Avete mai riflettuto sul fatto che, per un bambino, il momento di ricevere e scartare i regali di Natale pare non arrivare mai? Ogni volta è come fosse la prima.Con la nascita di un figlio, per il genitore il tempo sembra mettere ancor di più l’acceleratore. Sarà un susseguirsi di emozioni, è vero: come quando cresceran-no i primi dentini (e se poi si rompono? Ne parliamo in questo numero); quando assaggerà il primo panettone (pronti con la macchina fotografica per immortalare la reazione?); quando toccherà la sua prima neve. Ma il vortice sarà tale che, in un batter d’occhio, vi guarderete indietro e non ricorderete nemmeno più il giorno in cui avete conosciuto il frutto del vostro amore.A proposito di amore, Natale è da sempre sinonimo di solidarietà: è per questo che abbiamo deciso di dedica-re un focus al tema dell’affidamento, grazie alle informa-

Laura SciollaDirettore responsabile

Mamma, quandoarriva Natale?

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EDITORIALE

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Baby news

È con l’amore che si diventa grandi 20

Tutte le ‘carte’ in regola 26

Lavorare fino al nono mese 31

Tutto per il nasino 32

A tu per tu con Assindatcolf 35

Spazio cicogna

Cerco un figlio, il mio peso è giusto? 38

Non riesco a dormire 42

Maternity blues. Un difficile ‘terzo’ giorno 45

Shopping mamma 47

Crescere sani

Aiuto, si è rotto un dentino 50

Soffio al cuore. Se ‘innocente’, niente paura 54

Adenoidi. Sintomi, diagnosi e cura 57

Pillole di benessere 59

Tutti a tavola

Meno pesce in tavola e sempre meno fresco 64

Andiamo al ristorante. Ma saremo pronti? 68

Le ricette dell’inverno 70

Pandoro o panettone? 73

75 Viva la pappa

77 A tu per tu con la food blogger

Vita da baby

80 Silenzio, stiamo giocando

82 Il mio primo amico

84 Lavoretti per Natale

87 Culliamo i nostri bambini

89 Giocolandia

91 A tu per tu con la grafoterapista

In viaggio

94 Pronti per la neve?

96 A spasso per Genova

100 Val d’Ultimo, dove osano le cicogne

107 Turisti si nasce

Rubriche

110 Mondo nonni

113 Amici a 4 zampe

114 Appuntamenti

119 Leggere insieme

124 Idee sotto l’albero

SOMMARIO

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Babynews

Il rapporto di Save the Children Italia ‘Il miglior inizio – Disuguaglianze e opportunità nei primi anni di vita’ è stato diffuso, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico, per sensibilizzare le istituzioni sul tema della povertà educativa. In una nazione in cui l’asilo nido pubblico è garantito soltanto a un bambino su dieci (e in alcune regioni la copertura è pressoché assente), si è rilevato che i bambini che hanno frequentato l’asilo nido hanno risposto in maniera più appropriata ai quesiti posti durante l’indagine rispetto a quelli che hanno frequentato servizi integrativi o che sono rimasti a casa. Una differenza che si fa ancor più marcata per i minori provenienti da famiglie in svantaggio socio-economico (il 44% delle risposte fornite dai

frequentanti contro il 38% delle risposte dei non frequentanti).

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Art 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.Art 2. Il minore temporaneamente pri-vo di un ambiente familiare idoneo, nonostante gli interventi di sostegno e aiuto disposti ai sensi dell’articolo 1, è affidato ad una famiglia, prefe-ribilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicu-rargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno.

È quanto recita la Legge 4 mag-gio 1983, n. 184 ‘Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori’ poi modificata con il titolo ‘Diritto del minore ad una famiglia’. Ed è in questi brevi ma significativi articoli che si riassume il concetto di affido. Abbiamo inter-vistato Enzo Genco, responsabile del Servizio Minori e Famiglie della Divisione Servizi Sociali e della Casa dell’Affidamento del Comune di Torino.

Dunque, il concetto di affidamento nasce con la Legge 184 del 1983?«Torino è stata una città pionieristi-ca fin dal 1976, quando si inizia-rono a gestire i primi affidamenti di minori e di disabili. Ma fu quando venne costituita questa norma spe-cifica sul piano nazionale che, in effetti, si iniziò a pensare a come affrontare la tematica in termini più vasti. E la prima fase fu quella di cercare famiglie volontarie disposte ad accogliere i bambini».

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È con l’amore che si diventa grandidi Laura Sciolla

Cosa significa prendere un bambino in affido? Quale iter bisogna affrontare, quali requisiti è necessario possedere, quali paure possono sorgere, quali soddisfazioni si andranno a raccogliere? Le risposte in questo articolo

baby news

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Cos’accadeva prima?«Nel caso specifico del Comune di Torino, esisteva in collina un istituto dedicato, un brefotrofio, e cioè l’IPIM di corso Giovanni Lanza, che nell’asilo materno ospitava gestanti e madri (le cosiddette ‘ragazze madri’) e nei reparti i neonati e i bambini nati fuori dal matrimonio, quelli che allora venivano chiamati ‘figli illegittimi’. L’istituto era a suo modo autosufficiente, o meglio ‘au-tarchico’, nel senso che i bambini vivevano quasi esclusivamente al suo interno, con scarse relazioni con la città e il mondo sociale. Fu attivo fino agli anni ’80, quando, sull’onda delle Legge Basaglia e del superamento dei manicomi e degli istituti (per disabili, per minori...), si preferì realizzare tante piccole comunità che permettessero ai bambini di vivere in situazioni

maggiormente rispondenti ai loro bisogni, beneficiando di relazioni personalizzate con gli educatori. Queste comunità erano situate in quartieri della città dove i bambini potessero frequentare le scuole di zona, le associazioni sportive, i giardini pubblici e incontrare nuovi amici. Era già un passo importan-te, ma ben presto fu evidente come ciò non fosse sufficiente: il bambi-no ha bisogno di sperimentare una buona relazione di attaccamento con l’adulto che si prende cura di lui e dal quale si sente amato e protetto, un rapporto fondamentale nei primi tre anni di vita, quando struttura la sua personalità. Solo vivendo in una famiglia e speri-mentando il senso di appartenenza alla stessa, egli potrà fare suo il modello, per poi riproporlo nelle relazioni con gli altri. Con questi

presupposti si andò a strutturare l’organizzazione dei Servizi So-ciali, che ha promosso e diffuso la cultura solidale dell’affidamento su-perando le comunità per i bambini fino ai 6 anni di età (le comunità 6/11 anni e 11/17 anni sono tuttora attive, NDR)».

Ha parlato di attaccamento. Un concetto bellissimo e importante ma che, visto con gli occhi del genitore affidatario, può anche essere fonte di paure: come posso prendere un bambino in affido, sa-pendo che me ne dovrò separare?«Una simile riflessione è lecita, anzi necessaria: bisogna prenderla in seria considerazione ma bisogna anche andare oltre. Ciò che deve sviluppare la famiglia affidataria è la consapevolezza della tempora-neità dell’accoglienza di un bambi-

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no: io ti accompagno per un tratto della tua strada pur sapendo che la tua vita sarà altrove, da un’altra parte. Se anche il bambino chiama gli affidatari mamma e papà, lui sa, attraverso gli stessi affidatari, che ha una mamma e un papà che non sono loro e viene perciò reso consapevole della differenza e dei ruoli diversi. Questo è quanto co-munichiamo e raccomandiamo alle famiglie che si propongono per l’affidamento nei corsi di conoscen-za e di preparazione all’affido».

In che senso ‘da un’altra parte’? Chi sono questi bambini?«I minori che vengono tempora-neamente accolti in affido sono bambini o ragazzi che sono stati

temporaneamente allontanati dalle loro famiglie per motivi gravi con provvedimenti dell’Autorità Giu-diziaria; oppure, può trattarsi di neonati non riconosciuti che resta-no in affidamento solo per pochi giorni, giusto il tempo necessario per conoscere le famiglie che li adotteranno. I genitori naturali, però, continuano a essere tali e di solito possono incontrare i figli in luoghi protetti. È per questo che dico che la loro vita è altrove: oggi la legge preve-de che, quando i genitori risultano ‘sufficientemente buoni’ – questa l’espressione tecnica corretta – il bambino debba rientrare nella sua famiglia. Nelle situazioni di allon-tanamento i genitori, assistiti dai

propri avvocati, così come previsto dal cosiddetto ‘giusto processo’, confrontano le proprie istanze e posizioni con l’Autorità Giudiziaria mostrando che hanno compreso e superato le cause che avevano determinato l’allontanamento. Quando il nucleo d’origine non può riaccogliere il proprio figlio si verifica, così come dice la legge, la disponibilità per un’accoglienza nell’ambito della famiglia allargata (nonni, zii, fratelli maggiorenni...). Sono comunque sempre previsti dalla Città interventi atti a prevenire ed evitare gli allontanamenti, op-pure a favorire il rientro dei minori nelle famiglie: l’obiettivo primario è che i bambini possano vivere con i propri genitori».

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Chi decide di offrire la propria disponibilità come affidatario nella zona di Torino può contattare laCasa dell’Affidamento delComune di Torino (corso Unione Sovietica 220/D,numero verde 800254444,[email protected]), oppure i Servizi Sociali del proprio Comu-ne di residenza o di paesi e città limitrofi.

Quanto dura normalmente l’affido?«Il minor tempo possibile. Da pochi giorni, come si diceva per i neonati non riconosciuti, a un massimo di 18/24 mesi. Qualora si superino i 2 anni di affidamento e il minore non possa rientrare nella sua fa-miglia, l’Autorità Giudiziaria deve

autorizzare l’eventuale prosecuzio-ne dell’affido per il tempo necessa-rio affinché il processo arrivi a una sentenza. A noi adulti può sembra-re un tempo breve, ma per un bam-bino è già troppo. Ma non bisogna focalizzarsi sui tempi: gli affidatari svolgono questo ruolo perché con-sapevoli di seminare qualcosa e anche di ricevere molte gratificazio-ni. I bambini sanno come restituire. Inoltre, con la Legge 173/15 sulla continuità degli affetti, si assicura al bambino l’opportunità di man-tenere un rapporto con la famiglia affidataria che lo ha seguito con amore e attenzioni: non sarebbe giusto per lui subire una scissione, ovvero una separazione netta da una parte importante della sua sto-ria di affetti, quella parte che lo ha psicologicamente nutrito in una fase così delicata della sua vita. In qualche modo, è come se gli affidatari diventassero per lui degli

zii. In queste situazioni si deve poter assicurare al bambino una continuità col suo passato positivo, ovvero con la sua storia».

Quali caratteristiche deve avere una famiglia per poter avere un bambino in affido?«Quando si parla di famiglie affida-tarie, ci si riferisce a famiglie con figli, a coppie o a persone singo-le. Anche per quanto riguarda le caratteristiche dell’abitazione non sono richiesti particolari requisiti, come avviene per le comunità: sono sufficienti abitazioni decoro-se e idonee per accogliere coloro che vi abitano. Una delle prime verifiche che si richiedono a chi si propone come affidatario è quella del casellario giudiziale; successi-vamente si procede con incontri di gruppo e colloqui di conoscenza individuali o di coppia, per com-prendere

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Mentre l’affido familiare è un’istituzione dell’ordinamento civile italiano, la casa fami-glia è una vera e propria struttura dedicata a in-terventi socio-assistenziali ed educativi integrativi o sostitutivi della famiglia, la cui attività è soggetta a una disciplina normativa. I requisiti per le strutture di accoglienza residenziale a ca-rattere comunitario sono contenuti nel decreto ministeriale del Ministro per la solidarietà socia-le del 21 maggio 2001 n. 308 e definite dalle Regioni. La casa famiglia per minori è una modalità di accoglienza dei minori in difficoltà, in forma temporanea, caratterizzata da un pro-getto gestionale da parte di una famiglia o di una coppia di adulti, generalmente un uomo e una donna, che assumono funzioni geni-toriali, valutati idonei all’affidamento familiare dai Servizi Sociali, sulla base di un’esperienza pre-gressa, oppure di un percorso di conoscenza da parte dei Servizi. Almeno uno dei due adulti deve anche essere in possesso del titolo di educato-re professionale o appoggiarsi a una persona esterna con tale qualifica.

L’accoglienza in ogni casa famiglia è prevista per un massimo di 6 minori, a cui vanno ag-giunti gli eventuali figli minorenni degli adulti che gestiscono la casa famiglia, fermo restando co-munque il tetto massimo di 8 minori compre-si i figli della coppia.L’accoglienza minima è di 4 minori, esclusi gli eventuali figli minorenni. Anche la casa deve possedere i requisiti mi-nimi sul piano strutturale e cioè quelli previsti dalla legge per le civili abitazioni: camere da letto singole e doppie, dotate di attrezzature e ar-redamento sufficienti a consentire a ciascuno di disporre di uno spazio personale; servizi igienici ogni 4 persone; equilibrio tra i locali utilizzati per la vita in comune e la tipologia di stanze destinate ai minori accolti.La casa famiglia per minori è gestita da un ente legalmente costituito (associa-zione, cooperativa…) che garantisce la forma-zione continua dei propri associati, la qualità dell’accoglienza e il rispetto dello specifico pro-getto di gestione.

Le case famiglia in Italia

le motivazioni e il tipo di disponibilità offerta per eventuali abbinamenti: bambini piccoli o piccolissimi, ragazzini, adole-scenti, bambini anche con disabilità. Ad esempio, si cerca di evitare abbinamenti di neonati con coppie che abbiano deside-rio di realizzare una mancata ge-nitorialità, in modo da non creare aspettative per quel ‘figlio mai arrivato’. Il percorso di conoscenza prevede tre serate di approfondimenti, successivi colloqui con assistenti sociali e psicologi e una visita domici-liare».

Periodicamente lanciate delle cam-pagne di sensibilizzazione...«Ad oggi, a Torino, le famiglie affidatarie sono circa 200, un buon numero se pensiamo che, in alcune regioni italiane, di affidamenti quasi non ve ne sono. Il nostro intento è comunque di sensibilizzare sul tema attraverso una campagna perma-nente, ma riteniamo che i migliori strumenti per ‘conquistare’ nuove famiglie restino il passaparola e affidamenti ben realizzati. Nelle diverse campagne per l’affidamento che abbiamo organizzato sono moltissimi i cittadini che rispondono positivamente, ma poi, quando

vengono informati che dovranno sostenere incontri con i servizi so-ciali, che il bambino ha il diritto di vedere i propri genitori, che biso-gna rispettare la cura della relazio-ne e i valori della famiglia di origine (ad esempio la religione e alcuni suoi principi), in tanti rinunciano al progetto. Diventare affidatari è un impegno serio, faticoso e realmen-te importante, lo sappiamo bene. Ogni bambino ha bisogno non solo di essere mantenuto, educato e istru-ito, ma anche di nutrimento affettivo per crescere: questa può essere una grande occasione per insegnargli a essere amato e ad amare».

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Tutte le ‘carte’in regoladi Carlotta Cordieri

Al certificato di nascita segue, in automatico, il codice fiscale. Quali sono, invece, le procedure per richiedere la carta d’identità di un neonato? E quali per il passaporto?

La nascita di un bambino è un evento così felice che, spesso, fa passare in secondo piano gli adempimenti burocratici. Eppure, ve ne sono alcuni che è meglio non dimenticare. La prima cosa da fare quando nasce un bambino è la denuncia di nascita, di cui è neces-sario occuparsi entro 3 giorni dal parto se ci si trova in ospedale, o comunque entro 10 giorni in tutto, rivolgendosi al Comune di resi-

denza dei genitori (di regola, si fa riferimento al Comune di residenza della neomamma). Al momento della denuncia devono essere presentati l’attestazione di nascita rilasciata dalla direzione sanitaria dell’ospedale dove è avvenuto il parto e un documento d’identità in corso di validità della persona che sta effettuando la denuncia.Successivamente alla denuncia, sarà il Comune a provvedere a

iscrivere il neonato all’Anagrafe: il codice fiscale, che oggi coinci-de con la tessera sanitaria, verrà inviato direttamente a casa alcune settimane più tardi.

La carta d’identità

La carta d’identità, invece, puòessere richiesta in qualunque momento al Comune di residenza portando 3 fototessere del bambino

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e i documenti d’identità dei genitori. Una precisazione: per ottenere il documento non valido per l’espatrio è sufficiente la presenza di uno solo dei genitori munito di carta d’iden-tità. Per il documento valido per l’espatrio occorre invece la presenza

congiunta di mamma e papà oppure di un solo genitore munito di dichia-razione di consenso e fotocopia del documento d’identità dell’altro. Per i neonati, la carta d’identità ha durata triennale, mentre la validità è quinquennale dai 3 ai 18 anni.

Essendo diventata la carta d’identità completamente digitale, bisogna aspettare circa 2 settimane prima di poterla ricevere. Quindi, è bene calcolare i tempi qualora se ne avesse bisogno per uscire dai confini nazionali.

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Curiosità

Non tutti sanno che, se si è genitori di figli minorenni, per richiedere (o rinnovare) il proprio passaporto è necessario l’assenso dell’altro genitore, non importa se si è coniugati, conviventi, separati, divorziati o genitori naturali. Occorre quindi allegare alla documentazione anche la fotocopia della carta d’identità dell’altro genitore (firmata) e il foglio di assenso all’espatrio, da firmare direttamente in loco o da consegnare firmato in copia originale. Il motivo è ovviamente la tutela del minore.

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Dal 31 gennaio 2019, sulla carta d’identità dei minori è tornata la dicitura ‘madre’ e ’pa-dre’ al posto di genitori, quale modifica al testo approvato nel dicembre 2015. La norma preve-de la sostituzione del termine ‘genitori’ con le parole ‘padre’ e ‘madre’ ogni qual volta esso si presenta nel decreto che predispone le moda-

lità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica. La decisione ha sollevato non poche polemiche sulla discriminazione che ne conse-gue (anche da parte del Garante della Privacy), nel caso ad esempio di un minore affidato non al padre e alla madre biologici ma a chi ne esercita la responsabilità genitoriale.

‘Addio’ genitori

Il passaporto

Il passaporto va richiesto alla Que-stura e ha la stessa durata della car-ta d’identità, cioè validità triennale fino al compimento dei 3 anni d’età e quinquennale dai 3 ai 18 anni.È necessario presentare 2 fototes-sere, un contrassegno telematico di concessioni governative da 73,5 euro e un versamento postale di 42,50 euro per il costo del libretto. Così come per la carta d’identità, se uno dei genitori non può essere presente alla consegna della docu-mentazione, il passaporto rilasciato sarà valido per l’espatrio solo se,

a completamento della richiesta, vengono presentati anche una dichiarazione di assenso all’espa-trio sottoscritta dal genitore assente e una copia del suo documento d’identità.Si precisa che, da giugno 2012, l’iscrizione del minore sul passapor-to del genitore non è più valida. Oggi, infatti, il minore può viag-giare all’estero solo con un docu-mento di viaggio individuale. Per i minori di 12 anni, e quindi anche per i neonati, la procedura prevede che non vengano acquisite le impronte e che non vi sia la firma digitalizzata. Sulle prime pagine

vengono invece riportati i nomi e le date di nascita di entrambi i ge-nitori, con indicazione in italiano, inglese e francese.Attenzione: i minori di 14 anni pos-sono recarsi all’estero con la carta d’identità o il passaporto solo se accompagnati da uno dei genitori o da chi ne fa le veci, a meno che non siano affidati a una persona, a un ente o a una compagnia di trasporto e questo sia certificato da una dichiarazione rilasciata dalla Questura o dalle Autorità consolari. Ecco perché, sui documenti, è ripor-tato il nome dei genitori o di chi ne fa le veci.

Cos’è il codice fiscaleIl codice fiscale è un codice alfanumerico di 16 caratteri, dove i primi 15 sono identificativi della persona, mentre il sedicesimo ha la sola funzione di carattere di controllo. L’attribuzione del codice fiscale è effettuata direttamente dagli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate o, indirettamente, dal Comune di residenza.

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baby news

Da quest’anno, previa autorizza-zione del medico, le future mamme possono scegliere di continuare a lavorare fino al nono mese di gravidanza, in modo da poter poi utilizzare in toto i cinque mesi di congedo previsti nel periodo successivo al parto. Una decisione confermata dalla Legge di Bilancio con l’obiettivo di permettere alla mamma di stare il più possibile con il suo bambino dopo la nascita. Gli esperti hanno però sollevato una perplessità, invitando a riflettere su quanto sia corretto ‘spingere’ una madre a lavorare fino al giorno del parto. Molti ginecologi ritengono che, se non si presentano problemi di salute, una mamma può fare serenamente questa scelta cercando di ridurre le ore di lavoro e facendo pasti regolari, ma senza sottovalu-tare alcuni elementi determinanti,

come la distanza dal luogo di lavo-ro, che rappresenta uno stress non da poco. D’altra parte, molte pro-fessioniste o lavoratrici autonome già scelgono di lavorare (o ci si ve-dono costrette) fino all’ultimo senza alcuna difficoltà. Per la mamma e il bambino, i benefici di ‘quel mese in più’ sono evidenti: pensiamo all’al-lattamento, che, secondo l’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe essere esclusivo fino al sesto mese di vita. D’altro canto, però, viene a mancare l’opportuni-tà, per la donna, di prendersi uno spazio ‘proprio’ prima del parto, che le consenta di concentrarsi su di sé e sulla futura maternità, e di pre-pararsi al cambiamento che andrà a incidere sull’aspetto psicologico, biologico e sociale.Non si deve tralasciare anche la pressione che alcune donne

neoassunte o precarie potrebbero sentire sulle spalle: nel timore di perdere il lavoro, le future mamme potrebbero lavorare oltre le loro forze fisiche e psicologiche. A tal proposito, è diventato virale il post del ginecologo Giusep-pe Battagliarin, in cui il medico mette in guardia le future mamme dalla possibilità di lavorare fino alle soglie del parto: «Non fate le superdonne». Tra le altre cose, il post recita: «Invece di immaginare che avreste tratto grande giovamen-to dalla concessione di un mese in più di congedo retribuito, dopo la nascita del figlio, vi è stato tolto il diritto di godervi l’ultima parte della gravidanza assaporando il piacere di prepararvi a essere madri pur di poter prolungare il periodo di puerperio di un mese in regime di retribuzione».

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Lavorare fino al nono mesedi Carlotta Cordieri

Congedo di maternità: dal 2019 è possibile lavorare fino al nono mese di gravidanza, previa autorizzazione del medico. Ma sono tutti d’accordo sulla nuova disposizione?

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Dal prossimo anno, predisporre la busta paga della babysitter potrebbe diventare assai più com-plicato. Allo studio del Governo c’è infatti una norma che punta a tra-sformare le famiglie che ogni gior-no si affidano alle cure di personale domestico in sostituto di imposta. L’ipotesi nasce da un’esigenza ‘giu-sta’, ovvero quella di contrastare l’evasione fiscale che spesso coin-volge chi lavora come colf, badante o babysitter. Recenti operazioni del-la Guardia di Finanza hanno infatti dimostrato come sia purtroppo dif-fusa la tendenza a non presentare la dichiarazione dei redditi seppur al di sopra della no tax area.Cosa cambierebbe se la norma ve-nisse trasformata in legge? Facen-do leva sulle famiglie, lo Stato potrebbe recuperare parte di quello che oggi non viene di-chiarato, ma a caro prezzo per i datori di lavoro domestico che, in questo modo, sarebbero obbli-gati a trattenere nel cedolino paga le tasse, ovvero l’IRPEF, da versare poi all’Erario. Un’operazione tutt’al-tro che banale e che, al contrario, complicherebbe la già complessa gestione del rapporto di lavoro, au-mentando responsabilità e costi.Una mamma abituata a elaborare in autonomia la busta paga della babysitter sarebbe, infatti, costretta a rivolgersi a un professionista: calcolare l’aliquota da trattenere in busta paga e versarla con apposi-

to modulo allo Stato non è, infat-ti, esattamente un’operazione alla portata di tutti. Ma non solo: oltre al costo del commercialista o del consulente del lavoro, la famiglia si potrebbe trovare nella condizione di dover ‘riequilibrare’ la busta paga della babysitter decurtata dall’IRPEF.Volendo fare un esempio pratico, se oggi la tata percepisce una retribu-zione di 1000 euro al mese, l’IRPEF che il datore dovrebbe trattenere nel cedolino abbasserebbe questo importo. Ipotizzando un’aliquota al 20%, si scenderebbe da 1000 a 800 euro, ed è più che plausibile che la lavoratrice, vedendosi decurtare lo stipendio, possa avanzare la richie-sta al datore di lavoro di coprire questa differenza. Il risultato sareb-be, quindi, un maggior costo sulle spalle delle famiglie. Senza con-siderare che già oggi, su un lordo di 1000 euro, il datore paga circa 1500 euro dovendo anche, ovvia-mente, provvedere al versamento dei contributi, al rateo della tredice-sima e al TFR. In questo caso si po-trebbe arrivare a mettere in conto 1700 euro mensili per pagare una babysitter. Va da sé che, invece di aggredire l’evasione fiscale, si finirebbe per ingigantire le fila dei lavoratori in nero. E non sono pochi. Ecco perché la nostra ‘ricetta’, la stessa che da anni portiamo all’attenzio-ne delle istituzioni e del Governo

nell’interesse delle famiglie, è quella di concedere ai datori di lavoro do-mestico la possibilità di dedurre il costo del personale. Non solo i contributi (come già è possibile fare per un massimo di circa 1500 euro l’anno), ma anche le retribuzioni, che sono anche la voce che più pesa sui bilanci. In questo modo le famiglie sarebbero incentivate ad assumere e potrebbero risparmia-re dai 2 ai 5 mila euro l’anno, in-vertendo finalmente la rotta che at-tribuisce al comparto domestico la maglia nera per lavoro irregolare.

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A TU PER TU CON ASS INDATCOLF

GENITORI E WELFARE FAI DA TEA cura di Teresa Benvenuto

TERESA BENVENUTOSegretario nazionale Assindatcolf

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SPAZIO CICOGNABABY NEWS

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Spaziocicogna

Nel 1986 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha redatto e pubblicato un documento con inclusi i 15 diritti fondamentali della partoriente: la Carta dei diritti della partoriente. Il primo punto è forse, tra tutti, quello che più facilmente viene rispettato: il diritto, garantito alla donna, di una presenza familiare, o comunque di sua scelta, che le stia accanto durante il parto e il diritto a ricevere visite nel periodo immediatamente successivo alla nascita del bambino. Tra i punti meno rispettati, quelli inerenti l’induzione del parto e la pratica dei cesarei e delle episiotomie. Secondo quanto prescritto dall’OMS, non si dovrebbe mai indurre un travaglio o eseguire l’episiotomia se non in vero e comprovato stato di necessità, mentre i cesarei

non dovrebbero superare il 10-15% dei casi. Ma questo non sempre accade, almeno in Italia.

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È ormai confermato da medici e nutrizionisti che peso e salute vanno a braccetto in ogni fase della vita. Questo ‘legame’ si dimostra rile-vante anche nel periodo precon-cezionale: stile di vita e nutrizione diventano fondamentali per una gravidanza regolare e per avere buoni esiti neonatali. Qualche esem-pio? Un peso materno basso (indice

di massa corporea – BMI – inferiore a 18,5) aumenta il rischio di ritardo nella crescita del feto; un valore troppo alto, oltre a confluire spesso in un incremento ponderale ecces-sivo in gravidanza, può facilmente portare a diabete gestazionale, ipertensione, malformazioni conge-nite, anemie post partum.In altre parole, secondo l’opinio-

ne condivisa da molti ginecologi, diventa quasi più importante il ‘come si parte’ del che ‘di quanto si aumenta’. Cominciando una gravidanza con un indice di massa corporea di partenza equilibrato, i rischi di complicazioni si mantengo-no bassi per un ampio intervallo di variazioni di peso.Fatte queste premesse, qualora una

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Si parla spesso dell’aumento di peso durante la gravidanza, che dovrebbe essere graduale e rispettare determinati parametri. E di certo è un elemento rilevante. Ma quale dev’essere il peso nel periodo preconcezionale?

SPAZIO CICOGNA

Cerco un figlioIl mio peso è giusto?di Carlotta Cordieri

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donna stia cercando una gravidan-za e si trovi in condizione di sotto-peso, sarebbe bene che cercasse di raggiungere il peso ideale – seguendo una dieta personalizzata indicata da un dietologo o comun-que da un medico – anche perché l’eccessiva magrezza potrebbe compromettere la fertilità. D’altra parte, in situazioni di sovrappe-so sarebbe meglio rientrare nel proprio peso ‘congeniale’ (definito tale in base all’altezza) prima della gravidanza, seguendo una dieta rigida ma equilibrata e svolgendo attività fisica, almeno mezz’ora ogni giorno.

I consigli

Marconutrienti

In generale, ciò che si suggerisce a chi vuole seguire una dieta equi-librata è di aumentare il consumo di frutta e verdura e di tenere bene a mente quali sono gli alimenti che ‘fanno bene alla salute’. Anche i carboidrati devono essere assunti con regolarità: si possono prediligere pasta, riso, legumi, orzo, riducendo invece il consumo di zuccheri derivati (dolci e bevan-de zuccherate), che favoriscono l’insorgenza di complicazioni come il diabete gestazionale. Non da meno saranno le proteine, che sostengono i tessuti materni e lo sviluppo del peso del feto. Le

proteine animali sono considerate di qualità nutrizionale elevata dato che forniscono tutti e 9 gli ammino-acidi essenziali per il corpo. Se si preferisce seguire una dieta vege-

tariana o vegana, è quindi meglio farsi consigliare da un medico. Anche i lipidi (o grassi) si dimo-streranno fondamentali durante la gravidanza per garantire la

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Non è ancora stato studiato in maniera esaustiva il le-game che potrebbe esserci tra uno stato infiamma-torio del neonato già alla nascita e l’accumulo di massa grassa nella madre durante la gravidan-

za. L’eccesso di adiposità e l’infiammazione corporea a essa legata sono fattori di rischio già noti per le ma-lattie cardiovascolari, e non solo negli adulti. Pertanto gli studi tenderebbero a confermare la correlazione.

Massa corporea e infiammazioni

SPAZIO CICOGNA

SOTTOPESO

<

18,5FINO A

24,9

Indice di massa corporea

FINO A

29,9>

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NORMALE SOVRAPPESO

Come si calcolaPer calcolare l’indice di massa corporea misura il tuo peso e l’altezza. Dividi il peso, espresso in chilogrammi, per il quadrato dell’altezza, in metri: il numero ottenuto è l’Indice di massa corporea, BMI.

OBESITÀ

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Anche durante la gravidanza il peso della mamma dev’esse-re sempre tenuto sotto control-lo.Di seguito riportiamo quale può essere l’aumento medio di peso corporeo della gestan-te durante la gravidanza:

1° TRIMESTRE 1,5-2 kg (500 g al mese) 2° TRIMESTRE 4,5-5,5 kg

(350-450 g alla settimana) 3° TRIMESTRE 2,5-3,5 kg

(200-300 g alla settimana)

In termini assoluti si ritiene normale un aumento di circa 12 kg, in modo graduale, lun-go i 9 mesi.

La curva del pesoin gravidanza

SPAZIO CICOGNA

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crescita sana del feto, ma è importante la loro composizione. I grassi polinsaturi, e in partico-lare l’omega3, ad esempio, sono indispensabili per lo sviluppo del cervello e della retina; inoltre, sono importanti per prevenire l’obesità e riducono i rischi di parto prematuro e di depressione post partum nella mamma. La dieta mediterranea – considerata il massimo esempio di alimentazione equilibrata – indica 5 porzioni di verdura e frutta al giorno; consumo moderato di cereali (preferibilmente integrali), uso dell’olio extravergine di oliva come condimento, legumi e pesce 2 volte la settimana, carne 1 volta la settimana.

Micronutrienti

Per micronutrienti si intendono vitamine e minerali. Durante la gra-vidanza, il fabbisogno di micronu-

trienti aumenta in misura maggiore rispetto a quello dei macronutrienti. Le ultime direttive sanitarie invitano ad assumere l’acido folico già nel periodo preconcezionale (per continuare fino al terzo mese di gravidanza), per prevenire malat-tie come l’anencefalia e la spina bifida. Anche lo iodio è consiglia-to, visto che una sua carenza può essere causa di aborto, di mortalità pre/post nascita, nonché dello sviluppo di malattie congenite; il neonato correrebbe inoltre il rischio di sviluppare ipotiroidismo.Durante la gravidanza, potrebbe infine essere necessario assumere ferro, calcio e vitamina D (sempre su indicazione del medico).

NB Quando si cerca una gravi-danza è consigliabile eliminare il consumo di alcool, fumo e sostan-ze stupefacenti.

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Non riuscire a riposare bene du-rante la notte, si sa, è un problema molto comune. Si parla di 17 milio-ni di italiani che soffrono d’inson-nia. Durante la gravidanza questo disturbo, seppur transitorio, mette a dura a prova la futura mamma, che invece dovrebbe raccogliere tutte le energie possibili prima di affrontare le fatiche del parto e… l’arrivo del

piccolo. L’insonnia in gravidanza porta malessere e nervosismo, fino al punto di diventare, se cronica, causa di malessere fetale. Nel primo trimestre sono nor-malmente gli ormoni a causare i primi cambiamenti nel corpo della mamma: da una parte, svolgono la funzione di regolazione del sonno; dall’altra, ormoni come estrogeni e

progesterone causano nausea, vo-mito, stanchezza. Questo può spin-gere la donna a ricorrere a frequenti riposi diurni e, quindi, ad avere difficoltà a dormire di notte. Gli ormoni portano anche a un aumen-to della minzione, che interrompe il sonno. Iniziano, infine, il mal di schiena, il fastidio al seno, i crampi alle gambe, il bruciore di stomaco.

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Non riescoa dormiredi Lucia Modici

L’insonnia è uno dei disturbi più comuni della gravidanza. Ma perché non si riesce a dormire bene? Esistono rimedi? Lo scopriamo in questo articolo, analizzando cosa cambia durante i tre trimestri

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Per non parlare dell’eccitazione per la novità: le emozioni si succedono con alti e bassi. Durante il secondo trimestre, le cau-se d’insonnia sono invece più legate ai cambiamenti fisici: la pancia acquista volume rendendo difficile trovare una posizione comoda e la crescita del feto aumenta maggior-mente la pressione sulla vescica. Si iniziano a sentire i calci del feto nel-la pancia: chissà perché i bambini si scatenano soprattutto di notte...Nel terzo trimestre di gravidanza la pancia cresce ancora, si inten-sificano il bruciore di stomaco e

i crampi, si percepiscono nuovi dolori dovuti alla postura. Nell’ulti-mo periodo viene inoltre prodotta l’ossitocina, ormone che favorisce le contrazioni del parto ma che, in una prima fase, può portare sensa-zioni di euforia e ansia.

Rimedi

Il cosiddetto cuscino per l’allattamento è utile anche durante la gravidanza, per conciliare il sonno quando si dorme sul fianco. Una tecnica di respirazioneo anche solo una passeggiata e

un bagno caldo prima di coricarsi sono aiuti efficaci. Anche le tisane hanno effettibenefici: bandite bevande o alimenti che contengono caffeina, meglio affidarsi a erbe officinali

come la camomilla, la melissa, il tiglio e la passiflora, efficace contro l’insonnia causata da ansia e problemi dell’apparato gastrointestinale. Importante favorire la digestione

per evitare dolori all’addome e senso di nausea. È consigliato cenare presto la sera senza appesantirsi.

SPAZIO CICOGNA

Gambe senza riposoUn disturbo tipico in gravidanza, e spesso responsabile dell’insonnia, è rappresentato dalle ‘gambe senza riposo’, effetto, ad esempio, di una carenza di ferro. Ciò ha conseguenze anche sul benessere materno-fetale, inducendo rischiose alterazioni cardiovascolari.

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Contro l’ansia, e quindi l’in-sonnia, può essere utile scri-vere le proprie preoc-cupazioni su un diario: un modo per riflettere sulle proprie emozioni in maniera più razionale. Anche rendere partecipe il partner dei propri pensieri è un valido aiuto.

Il suggerimento

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Nasce un bambino e la felicità avvolge un’intera famiglia. Eppure, diventare mamma solleva in ogni donna vissuti emotivi complessi, che talvolta possono sfociare nella co-siddetta depressione post partum. I sintomi più comuni sono sentimenti intensi di incompetenza, tristezza, vergogna, collera, con difficoltà nel sonno e calo dell’appetito. La tristezza può essere così pervasiva da rendere difficile relazionarsi o giocare con il neonato, a tal punto che la madre tenderà a evitare il contatto e la vicinanza, sia fisica sia emotiva.Pur non arrivando a una vera depressione post partum (che dovrà essere affrontata con serietà rivol-gendosi alle strutture sanitarie de-dicate), nei primi giorni di vita del

bambino è facile che la neomamma sperimenti uno stato emotivo di profonda tristezza e affaticamento: è il cosiddetto maternity blues, o ‘sindrome del terzo giorno’. È una fase del tutto fisiologica e comune: la donna manifesta frequenti sbalzi d’umore e crisi di pianto, può essere invasa da ansia, dubbi e preoccupazioni – il più delle volte immotivate – che possono riguarda-re la salute del bambino (sta bene? Cresce bene? È sano?) ma anche le proprie capacità genitoriali (sto facendo bene? Ce la farò?).Il fatto che la società viva la mater-nità come un evento esclusivamente felice, e trovi arduo accettare questi sentimenti, non aiuta la donna, che spesso maschera il suo stato d’animo con una gioia apparente.

Invece, la neomamma dovrebbe sentirsi libera di piangere e sfo-garsi, trovando nel partner, negli amici e nei famigliari una spalla per esprimere i propri dubbi e le proprie paure. Risulta molto efficace per una rapida ripresa il contatto pelle a pelle con il neonato.Per fortuna, questa reazione emo-tiva (che è diffusa tra circa il 60% delle mamme, mentre solo il 20% delle donne che hanno vissuto il ma-ternity blues arriva alla depressione post partum) dura al massimo una decina di giorni e tende a diminuire progressivamente.

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MaternitybluesUn difficile ‘terzo’ giornodi Laura Sciolla

Se la nascita viene interpretata come un evento gioioso per tutti, in realtà per alcune mamme può rappresentare un momentodi grande difficoltà. Ma poi passa

SPAZIO CICOGNA

Il maternity blues è anche chiamato ‘lacrime del latte’, coincidendo con la montata lattea.

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Cam Il mondodel bambino presenta Matic

Matic è il passegginoultraleggero e ultracompatto che si chiude da solo

I genitori moderni sono sempre in movimento, per questo

ricercano prodotti ultraleggeri, ultracompatti e soprattutto

pratici. Cam Il mondo del bambino lo sa bene, per questo

ogni anno propone prodotti nuovi, unici nel design e nelle

funzioni. Quest’anno ha introdotto in gamma un nuovo

passeggino: Matic, perfetto per gli spostamenti, poiché

ultraleggero, ultracompatto (56 cm h / 5,9 kg) e dotato di una pratica borsa da trasporto inclusa.

Matic è un passeggino dal design moderno, ricercato nei

tessuti e nei dettagli, ha maniglione unito e davantino in

ecopelle, una capottina estendibile che diventa parasole,

con possibilità di apertura per aerazione nelle stagioni

più calde e finestra apri/chiudi che consente di vedere il bambino; schienale multiposizione, utilizzabile dalla

nascita e regolabile in 3 posizioni con una mano sola, ampia

e profonda seduta e poggiapiedi regolabile in altezza per

garantire il massimo comfort al bambino.

Tutte le ruote sono dotate di morbide sospensioni, quelle

anteriori sono piroettanti, mentre quelle posteriori sono dotate

di freno centralizzato e cuscinetti a sfera: tutto ciò garantisce

una guida fluida e una maggiore maneggevolezza su

qualsiasi terreno.

Matic ha inoltre una tasca portaoggetti sulla capottina,

perfetta per riporre oggetti del bambino, cellulare e/o chiavi durante le passeggiate e le gite fuori porta, e un ampio cestino.

Infine, tra le caratteristiche che rendono unico questo

prodotto c’è la chiusura automatica: si chiude infatti da

solo e, chiuso, resta in piedi, compatto.

Matic è sicuramente un passeggino completo e funzionale,

adatto a chi ama muoversi in libertà, sia in città che fuori città.

* Tra gli accessori inclusi: la capottina, la borsa da trasporto, il parapioggia e il cestino.

www.camspa.it

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Cresceresani

Tra il primo e il terzo anno di vita, il pediatra può sottoporre il bambino al test di Lang, per lo screening precoce dei difetti della visione stereoscopica, come ambliopia (o ‘occhio pigro’, in cui il bimbo vede prevalentemente da un occhio) e strabismo congenito (in cui vede con un occhio per volta). Abbastanza semplice da eseguire, ne esistono due versioni, di cui lo stereotest 2 è la più diffusa: in un ambiente ben illuminato viene presentata al bambino, alla distanza di 30-40 cm, una cartolina rigida su cui sono disegnati una stella, una luna, un’automobile e un elefante. Il paziente deve dire se e quali disegni vede e, se non sa esprimersi, gli si chiede di afferrarli con le dita. La stella, non presente nello stereotest 1, è visibile anche dai soggetti senza visione binoculare: questo aumenta la specificità dell’esame, in quanto il bambino che non mostra di vederla è inattendibile per scarsa collaborazione; se vede

solo la stella, il risultato è altamente indicativo di patologia.

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CRESCERE SANI

Il trauma dentale è un evento molto frequente nei bambini, fin dai primi anni di vita. Quando il piccolo acci-dentalmente cade, o correndo va a sbattere contro una superficie dura, i suoi dentini sono esposti a diversi rischi: frattura, avulsione (ovvero quando il dente viene completamen-te perso), spostamento, estrusione, intrusione, annerimento.

Al grande spavento, sia del bambino che dei genitori – dovuto anche al fat-to che, spesso, il colpo comporta un taglio al labbro, alla guancia o alla lingua e la perdita di molto sangue – si accompagna la necessità di un intervento tempestivo, che aumenta le possibilità di risolvere positivamente il problema. Innanzitutto, si deve ras-sicurare il bambino, ricordando che

l’agitazione dell’adulto può traumatiz-zarlo più dell’incidente in sé: meglio sforzarsi di mantenere la calma. E poi, ci si deve subito rivolgere al dentista pediatrico, che valuterà se il trauma ha coinvolto i tessuti duri del dente (smalto, dentina, cemento), con o senza interessamento della polpa, oppure i tessuti di sostegno (osso, legamento, gengiva), per poi

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Aiuto, si è rotto un dentinodi Sara Lanfranchini

Il bambino corre, inciampa, cade e sbatte forte il viso, e spesso succede che un dentino ceda (o si sposti, o rientri nella gengiva…): un incidente che capita a tanti durante l’infanzia. Ecco cosa fare quando il trauma coinvolge i denti da latte

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suggerire la soluzione più indicata. L’odontoiatra, inoltre, si comporterà diversamente a seconda che il dente coinvolto sia deciduo (da latte) o permanente. In questa sede analiz-zeremo il primo caso, che interessa i bambini più piccoli (per l’eruzione dei primi denti permanenti si devono aspettare in media i 6 anni, i 12 per una dentatura permanente completa, terzi molari esclusi).

Tipi di trauma

Dente scheggiato o rotto – Ildentista procederà semplice-mente a lucidare eventuali bordi taglienti, per evitare lacerazioni del labbro, e poi fisserà una serie di controlli periodici per monito-rare la situazione ed escludere l’insorgenza di complicazioni.

Avulsione – Quando, a seguito

di un trauma, il dente cade, get-tatelo via poiché, a differenza di quanto succede per i denti perma-nenti, non viene praticato un reim-pianto. Reimpiantandolo, infatti, nella quasi totalità dei casi il dente da latte rischierebbe di diventare anchilosato, cioè la radice potreb-be fondersi con l’osso bloccando l’eruzione del dente permanente che deve ancora crescere.

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CRESCERE SANI

Da una ricerca di Jens O. e Frances M. Andrea-sen si evidenzia un’inciden-za dei traumi in dentatu-ra decidua del 31-40% tra i maschi e del 16-30% tra le femmine a 5 anni d’età: una vera emergenza per l’odontoia-tria pediatrica. Se a queste percentuali si aggiungono i traumi su denti permanenti, scopriamo che, entro i 12 anni, questi interessano il 12-33% dei maschi e il 4-19% delle femmine.

Incidenzadei traumi

dentali

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Spostamento – Anche se la dislocazione è modesta, è bene portare il bambino dall’odonto-iatra: in genere, comunque, si attende un riposizionamento natura-le, oppure il medico potrà proce-dere con qualche lieve manovra correttiva.

Estrusione – Si parla di estrusione quando il dentino scivola in parte fuori dalla gengiva. Escluse eventuali fratture (con radiografia a basso livello di radiazioni, o addi-rittura senza), il dentista potrebbe provare a spingerlo indietro, per riposizionarlo correttamente: in questo caso, una leggera sedazio-ne potrebbe dimostrarsi necessaria.

Intrusione – È l’esatto oppostodell’evento appena descritto: a seguito dell’incidente, il dente è rientrato (interamente o in parte) nella gengiva. Accertata l’assenza di fratture, e se non ci sono altre complicazioni, in genere l’odon-

toiatra non fa nulla: il dentino dovrebbe tornare a scendere da solo. Se non accade, verrà valuta-ta l’eventualità di rimuoverlo (con anestesia o sedazione).

Annerimento – Traumi di entità modesta possono sembrare inizial-mente senza conseguenze, ma dopo qualche giorno un dentino potrebbe cominciare ad annerire: questo significa che è presente una compromissione della radice. Se l’annerimento si accompagna alla formazione di un ascesso, vuol dire che è in corso un processo infiammatorio: il dentista, tenden-zialmente, asporterà il dente.

Complicazioni future

Fortunatamente, non ci sono corre-lazioni automatiche tra un trauma ai denti decidui e conseguenze future su quelli permanenti, come ad esempio un loro posizionamento scorretto. La

posizione dei denti definitivi, infatti, dipende dalla conformazione schele-trica del bambino.Se però il dentino da latte trauma-tizzato rientra nell’osso, si riscontra l’eventualità di alterazioni morfo-logiche sul dente permanente in formazione: quest’ultimo, infatti, è già presente in bocca sin dalla vita embrionale del bambino.

CRESCERE SANI

Igiene del dentetraumatizzato

Una preoccupazione diffusa è l’emergere di carie sul dentino coinvolto dal trauma, ma è un timore infondato: basta continuare a pulirlo con cura, magari utilizzando cotton fioc o garze al posto dello spazzolino e disinfettando con clorexidina 2-3 volte al giorno per una settimana.

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Come suggerisce il nome, il soffio cardiaco è un rumore: una specie di fruscio, frequente in età pedia-trica, dovuto all’elevata velocità del flusso sanguigno attraverso il cuore, laddove, comunemente, tale flusso è del tutto silenzioso.Lo si apprezza all’auscultazione del torace con il fonendoscopio e, nel-la maggior parte dei bambini in cui

viene riscontrato, non è associato ad alcuna malattia o disfunzione:il loro cuore è perfettamente sano.Si parla in questi casi di soffio innocente o funzionale, ovvero di una caratteristica cardiaca fisiolo-gica che, una volta diagnosticata con visite ed esami appositi – ed esclusa l’eventualità di un soffio organico o patologico – non deve

suscitare preoccupazioni poiché non indica la presenza di malattie cardiache.

Cause

Ma perché, a volte, il cuore pro-duce un soffio? Ciò può avvenire per cause diverse: mentre un soffio patologico è in genere conseguenza

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Soffio al cuoreSe ‘innocente’, niente pauradi Nora Cinaschi

Al passaggio del sangue può accadere che il cuore produca un soffio (un rumore lieve percepibile all’auscultazione), ma che sia comunque perfettamente sano. È il cosiddetto soffio innocente o funzionale, una condizione frequente nei bambini e del tutto fisiologica

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CRESCERE SANI

di un difetto congenito (la causa più ricorrente nei bambini affetti da questo disturbo), di problemi alle valvole cardiache (tipici dell’età adulta) oppure di un’infezione, il soffio innocente è invece prodotto da una maggiore velocità di transito del sangue attraverso le valvole, all’in-terno delle camere cardiache o nelle strutture vascolari maggiori poste in prossimità del cuore; in gergo si parla di ‘cuori molto dinamici’.

Caratteristiche

Il soffio innocente è solo sistolico, asintomatico e in genere di debole intensità, è definito ‘musicale’, varia con le fasi della respirazione ed è tendenzialmente ubiquitario, cioè si percepisce su tutti i punti standard di auscultazione. Si tratta, insomma, di semplice rumore, che, oltretutto, in genere con la crescita non si avverte più: la gabbia toracica del bambino aumenta di volume e il soffio diventa impercettibile all’auscultazione.

Diagnosi

Quando, durante una normale visi-

ta di controllo, il pediatra avverte un soffio al cuore del bambino, gli strumenti di cui dispone non sem-pre gli consentono di riconoscerlo immediatamente come innocente o patologico. Prescriverà quindi una visita cardiologica con elettrocar-diogramma, che nella maggior parte dei casi permette già di fuga-re ogni dubbio. Solo se il cardiolo-go lo riterrà opportuno si eseguirà anche un ecocardiogramma; in situazioni particolari verranno pre-scritti anche risonanza magnetica, holter cardiaco o prova da sforzo con ECG.

Cosa fare

In genere nulla. Il soffio cardiaco innocente non richiede alcun tratta-mento specifico. Considerate che, talvolta, non vengono prescritte cure nemmeno in caso di soffio patologico, e il medico raccoman-derà soltanto controlli regolari. Quando invece il soffio è associa-to a una malattia extracardiaca, come anemia o ipertiroidismo, scomparirà curando la patologia sottostante.

Una volta accertata l’‘inno-cenza’ del soffio (o la scarsa rilevanza clinica, in caso di soffi patologici), non esi-stono controindicazio-ni alla pratica sportiva. Al contrario, dall’attività fi-sica il bambino trarrà gran-de giovamento: lo sport è infatti il miglior antidoto all’eccessivo aumento pon-derale e all’obesità – che colpiscono un elevato nu-mero di bambini nel nostro Paese, e, col tempo, pos-sono portare allo sviluppo di malattie cardiache – e un’occasione straordinaria, fin dall’infanzia, per pro-muovere la socialità e una crescita armonica.

Via liberaallo sport

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AdenoidiSintomi, diagnosi e curadi Mattia Lerner

Cosa sono le adenoidi e a cosa servono? Quando creano fastidi e quando è necessario rimuoverle? Scopriamo di più su un problema che interessa molti bambini nei loro primi anni di vita

La voce nasale, il respiro a bocca aperta, il russamento anche in assenza di raffreddore (con possibili apnee durante il sonno), l’abbondan-za di secrezioni nasali, le infiamma-zioni frequenti, i ripetuti episodi feb-brili. Se il vostro bambino presenta questi sintomi, è probabile che soffra di un’ipertrofia adenoidea; o, come si dice gergalmente, di adenoidi. Ma le adenoidi, in realtà, non sono una malattia, bensì un tessuto linfati-co con funzione immunitaria normal-mente presente nel rinofaringe, il cui scopo è produrre anticorpi per difendere dalle infezioni respiratorie. Proprio per assolvere a questo com-pito, in età pediatrica le adenoidi tendono a ingrossarsi, con un picco verso i 3-6 anni, per poi regredire spontaneamente entro i 9-10. In alcuni casi, però, questo aumento di dimensioni diventa eccessivo e irregolare, con la tipica forma a

cavolfiore, andando oltretutto a deter-minare altri disturbi, come otiti medie secretive, calo dell’udito (ipoacusia) e malocclusioni dentali (dovute alla respirazione a bocca aperta). Il bam-bino affetto da ipertrofia adenoidea, inoltre, è spesso assonnato e poco concentrato, talvolta inappetente.Per diagnosticare il disturbo si ricorre a una visita otorinolaringoiatrica, il cui svolgimento, tuttavia, nei primi anni di vita può essere difficoltoso: i bambini, infatti, non amano abbas-salingua ed endoscopio nasale, ma già a 4-5 anni diventano molto più collaborativi.Venendo ai trattamenti, innanzitutto si suggerisce di lavare regolarmen-te il naso con soluzioni saline o fisiologiche, di soffiarlo spesso, di far dormire il bambino con la testa leggermente sollevata, di fargli bere molti liquidi e di usare umidifica-tori ambientali. Se i sintomi sono

importanti, il medico può prescrivere antibiotici, decongestionanti nasali e cortisonici per via aerosolica. Quan-do anche le terapie farmacologiche non danno esiti apprezzabili e l’ipertrofia diventa cronica,l’unica via è chirurgica, con l’aspor-tazione delle adenoidi (adenoi-dectomia), in molti casi associata a quella delle tonsille. L’intervento, possibile a partire dai 18 mesi, si effettua in anestesia generale intro-ducendo dalla bocca l’adenotomo, con cui viene raschiata la parete del rinofaringe fino a eliminare il tessuto adenoideo in eccesso (in alternativa si usa un endoscopio nasale, ma è una tecnica ritenuta generalmente meno efficace). L’asportazione delle adenoidi non riduce le difese immu-nitarie del bambino, che già la sera stessa sta bene, mangia volentieri, riposa tranquillamente e il giorno seguente può tornare a casa.

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Pillole dibenessere

Crema cambio protettivaSpecifica per la pelle arrossata e irritata dal pannolino. Tratta le zone umide del corpo e previene gli arrossamenti grazie all’ossido di zinco e a estratti di calendula e camomilla da coltivazione bio controllata.

Weleda

Succo allattamento ai frutti rossiIdeale per supportare in modo gustoso l’aumentato fabbisogno di vitamine e sali minerali della mamma in allattamento, pronto all’uso, pratico e innovativo.Con ferro, iodio, zinco, vitamina Ce vitamine B1, B2, B6 e B12: per il normale metabolismo energetico.

Hipp

Shampoo ultradelicatoDeterge dolcemente i capelli e la cute sensibile di neonati e bambini, senza irritare gli occhi. Ad altissima tollerabilità, ha un’azione condizionante e protettiva. Ideale per attenuare stati irritativi del cuoio capelluto. Con profumo ipoallergenico.

Triderm

Linea Baby Care Olio gel per il corpo, latte corpo, shampoo e bagno schiuma,crema cambio pannolino e crema per pelli sensibili. Una nuova linea per la cura della pelle del bambino, formulata utilizzando il fucosio, uno zucchero essenziale che si trova nel latte materno. Considerato una fonte di nutrimento fondamentale per la corretta crescita e lo sviluppo del bambino, ha proprietà estremamente benefiche per la pelle.

Ok Baby

Olio per la cura della pellePratico e multifunzionale, è studiato appositamente per trattare diverse problematiche come smagliature, cicatrici e colorito non uniforme; si presta inoltre come prodotto perfetto per la beauty routine di tutte le donne, qualunque sia il tipo di pelle.

Bio-Oil

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Tutti atavola

Nella dieta del bambino, l’acqua va introdotta a partire dallo svezzamento, privilegiando ove possibile quella di rubinetto (in alternativa sono valide anche acque minerali imbottigliate alla sorgente senza trattamenti). La quantità giornaliera ideale varia in base a diversi fattori, ma in lineadi massima va da 800 ml (6-12 mesi) a 1200 ml (1-3 anni), fino a 2 litri in età adulta. Sostenendo di voler favorire l’assunzione gradevole di acqua, il mercato propone succhi, tè zuccherati ed energy drink, ma questi vanno consumati solo occasionalmente, in dosi molto moderate e preferibilmente non prima dei 6 anni. Un modo indiretto ma corretto di assumere liquidi è invece rappresentato da frullati, centrifughe, spremute ed estratti di frutta e verdura di stagione: la spremuta d’arancia e gli

altri ‘frutti da bere’ sono infatti un concentrato di nutrienti, in primis vitamine.

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Meno pescein tavolaE sempre meno frescodi Sara Lanfranchini

Cambiano i consumi ittici degli italiani, che acquistano sempre più prodotti congelati e, per quanto riguarda il pesce fresco, scelgono prevalentemente le specie più comuni e d’importazione. Ne abbiamo discusso con l’esperta di alimentazione Maria Paola Dall’Erta, meglio nota come la Biologa Chef

Lo studio

Condotto nel 2018 da ISMEA(Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), uno studio sul consumo di pesce nel nostro Paese parla chiaro: ci sono net-tamente più salmone e prodotti congelati nel carrello della spesa delle famiglie italiane, a fronte di una decrescita complessiva degli acquisti ittici. Dopo l’aumento registrato nel 2017, pare infatti che nei 12 mesi successivi si sia verificato un calo di quasi il 2%, complice il fatto

che, tradizionalmente, il pesce è tra i prodotti che maggiormente risentono delle oscillazioni del pote-re d’acquisto delle famiglie. In questo quadro generale, i dati ISMEA rilevano però alcune ecce-zioni, sintomatiche dell’orientamen-to dei consumatori verso prodotti di utilizzo più pratico e verso alcune specie particolari. Da un lato, si è registrato un incremento del 2,6% nell’acquisto di pesce surgelato confezionato, in larga parte filetti e bastoncini di merluzzo e platessa; dall’altro, vi sono alcune specifiche tipologie per le quali la domanda

di prodotto fresco è comunque cre-sciuta: innanzitutto salmone (pesce d’allevamento carnivoro alimentato con mangimi a base di pesce pe-scato e antibiotici), persico, orate, merluzzi, spada e alici (quindi solo varietà molto conosciute). Tra le conserve, a fronte di un calo per alici e sardine, cresce l’interesse per il salmone.Per effetto di questi cambiamenti, il consumo domestico del fresco costituisce meno della metà (48%) della domanda complessiva di pe-sce. La GDO (grande distribuzione organizzata) si conferma il canale

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di vendita preferito dalle famiglie (oltre l’80% nel 2018), a discapito dei punti vendita tradizionali. Complessivamente, buona parte del pesce che arriva sulle nostre tavole è di provenienza estera (co-munitaria e, in misura appena mi-nore, extracomunitaria): nel 2018 l’import ha raggiunto 1,35 milioni

di tonnellate, generando esborsi complessivi pari a 5,9 miliardi di euro, circa un terzo in più rispetto all’inizio del decennio.Ciò che questi dati comunicano è il prevalere di abitudini poco vir-tuose in fatto di acquisti ittici: poca conoscenza e consapevolezza nella selezione del fresco, puntan-do soprattutto sulle specie più note e d’importazione, e una predilezio-ne per i prodotti surgelati, ritenuti più facili e veloci da preparare. Per la salute nostra e del mare, sarebbe invece opportuno operare scelte più oculate, come introdurre più volte a settimana il pesce fre-sco, ricco di grassi polinsaturi e proteine nobili, ideali per il benessere anche di bambini e donne in gravidanza. L’importante, ricordano gli esperti, è che il pesce sia il più possibile a ciclo vitale breve, perché meno sovraccarico di contaminanti e metalli pesanti, e di stagione, cioè tale da rispettare i cicli riproduttivi degli animali e, quindi, l’equilibrio dei mari.

I consigli dell’esperta

Per saperne di più e capire come modificare questa tendenza, abbiamo coinvolto Maria Paola Dall’Erta. Mamma ed esperta di alimentazione con una laurea in Scienze Biologiche e, alle spalle, la frequenza di accreditate scuole di cucina, oggi è nota come la Biologa Chef (www.labiologachef.it): tiene corsi di cucina, scrive su testa-te del settore ed è brand testimonial e consulente in programmi televisivi di cucina e salute.

Come si può incrementare il consumo di pesce fresco nel nostro Paese?«In Italia, il consumo di pesce è legato soprattutto alle regioni di mare, mentre nelle altre prevalgo-no tradizioni di terra. Per pro-muovere il cambiamento, il primo passo è inserire il pesce fresco nella propria dieta con regolarità: una piramide alimentare corretta prevede 3-4 porzioni a settimana. Certo resta il problema dell’ap-

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101 alimenti che fanno bene al mio bambino

Dalla penna di Maria Paola Dall’Erta, meglio nota come la Biologa Chef, un libro (Red!, 2019,384 pagine) nato per accompagnare il lettore nella scelta e preparazione dei cibi migliori da proporre ai propri figli: 101 schede illustrate, con aspetti relativi alla produzione degli alimenti, caratteristiche nutrizionali, consigli per l’acquisto consapevole e ricette originali.

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provvigionamento: i pescivendoli sono sempre meno, abbiamo tutti

fretta e finiamo per rivolgerci ai supermercati, dove non sempre la

qualità è alta e il prodotto spesso è decongelato (sulle etichette, però, è tutto indicato). A differen-za del fresco, il decongelato va consumato subito, non si può risur-gelare e presenta alcune carenze: se resta valido per apporto di acidi grassi, proteine, sali minerali e certe vitamine, per altre, quelle termolabili, non si può dire lo stesso (la vitamina K, ad esempio, nel congelamento si denatura). Complessivamente, comunque, il decongelato è un’alternativa da tenere in considerazione».

Altra distinzione importante è quella tra pesce pescato e d’alle-vamento.«Naturalmente, l’ideale è il pesce

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Principi di un’alimentazione varia e bilanciata

Piramide alimentare ispirata alle indicazioni della Società Italiana di Pediatria.

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fresco pescato o proveniente da allevamenti biodinamici, perché privo di antibiotici. A questo proposito, è sempre opportuno verificare anche il mare di pro-venienza, meglio se mare aperto o oceano. Inoltre, suggerirei di alternare pesci piccoli a specie di grandi dimensioni, che hanno un ciclo vitale più lungo e, quindi, presentano un maggior accumulo di nutrienti negativi».

Anche il problema della pulizia del pesce è determinante nella scelta, soprattutto in presenza di bambini.«Pensando ai più piccoli, il mio consiglio è di variare le tipologie tenendo a mente che le più indi-

cate per la fascia 0-3 sono quelle con meno lische, meglio ancora se presentano solo la spina centra-le. In questo senso, acciughe e triglie, nutrizionalmente valide, sono però più difficili da pulire, a differenza di orate, branzini, spada, merluzzi, persici, che sono anche le specie più comunemente in commercio».

E per quanto riguarda il prezzo? Spesso si lamentano costi eccessivi…«È vero, il pesce viene paragonato alla carne e si riscontrano costi superiori. Ma bisogna considerare che la carne venduta dalla GDO spesso ha prezzi bassi perché pro-viene da allevamenti intensivi ed è ricca di estrogeni e antibiotici. La

carne bio, al contrario, deriva da allevamenti virtuosi e il suo prezzo è in tutto paragonabile a quello del pesce. Inoltre, si ricordi che esistono varietà ittiche molto econo-miche: alici, sarde, sgombri…».

Un pesce da riscoprire?«La coda di rospo: ha una spina grossa centrale molto semplice da rimuovere, una carne tenerissima e saporita. È un’ottima alternativa a pesci più noti, come orata o branzino, e si presta a tante prepa-razioni. Non la si trova ovunque, molto più spesso nei posti di mare, il costo è relativamente alto ma suggerisco alle famiglie di provar-la: sarà una bella scoperta anche per i bambini».

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DA 2 ANNI

INGREDIENTI per 4 persone

320 g di fusilli con grano Senatore Cappelli oppure integrali

300 g di tonno fresco 2 cucchiai di sesamo nero 1 zucchina bio ½ finocchio bio 50 g di olio evo sale 1 limone bio non trattato

Pulite e tagliate e dadini il finocchio e la zucchina. Fateli cuocere a vapore. Una volta teneri, frullateli con metà dell’olio e il sale. Mettete da parte. Lessate i fusilli in acqua salata. Tagliate a dadini il tonno fresco, passatelo nel sesamo e scottatelo velocemente in una padella antiaderente. Scolate la pasta e conditela con 2 cucchiai di crema di zucchine. In ogni piatto versate 2 cucchiai di crema, sopra i fusilli e per ultimi i dadini di tonno. Decorate con qualche altra goccia di crema e con l’olio restante.

Fusilli con crema di finocchi e zucchine e tonno scottato con sesamo nero

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Questa è una domanda che, prima o poi, tutti i genitori si pongono. Si affaccia quando la famiglia al completo va per la prima volta a cena fuori (con carrozzina, biberon, e la prontezza a scattare in piedi per placare eventuali pianti) e poi si ripresenta a rate successive, e più critiche, dal momento in cui inizia lo svezzamento. In questa fase, in particolare, la questione problematica riguarda la preparazione casalinga delle pappe, l’accortezza di portare con sé l’occorrente (posatine, bicchiere

col beccuccio, salviette, bavaglino, eventualmente il seggiolone, della cui disponibilità è sempre bene informarsi contattando il locale), ma anche il fatto che a 7, 10, 12 mesi non è detto che il piccolo a tavola ci stia volentieri, e per un tempo prolungato. Senza contare che non pochi bambini si rivelano dei campioni in erba nel lancio del giavellotto, con la pasta al sugo.Se questo già vi pare abbastanza, considerate che sovente il peggio arriva dopo. Da che il bambino inizia ad autonomizzarsi, e prova

gusto nel mangiare da solo (non sempre con le posate), da che comincia a camminare e a non stare più fermo un attimo, le uscite al ristorante, per molte famiglie, ten-dono ad assomigliare a una nuova specie di incubo. Così, le famiglie con figli under 3 spesso rinunciano – o quantomeno lo posticipano – al piacere di pranzare e cenare fuori.Fortunatamente, però, non mancano validi argomenti a supporto di chi decide di non desistere. Innanzi-tutto, tendenzialmente i ristoranti, anche non espressamente family

Andiamoal ristoranteMa saremo pronti?di Nora Cinaschi

Cenare fuori è uno dei piaceri della vita, e concederselo anche in compagnia dei bambini è desiderio di tanti neogenitori. Con qualche accorgimento e un po’ di pazienza, l’impresa si rivelerà tutt’altro che impossibile

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friend, sono abituati e attrezzati ad accogliere le famiglie, offrendo stoviglie apposite e seggioloni, e dimostrandosi decisamente di-sponibili verso i piccoli ospiti e le loro esigenze. Inoltre, da qualche decennio un cambiamento culturale diffuso permea la società: oggi il bambino si allatta e si cambia in pubblico, e lo si porta sempre con sé, senza limitazioni se non quelle dettate dal buon senso e dalle scelte indipendenti di ciascuno. Anche le regole base dell’educa-zione a tavola si sono adeguate ai tempi, diventando meno rigide e restrittive, sebbene non siano tra-

montate: la validità di certe pratiche è attuale oggi come 50 anni fa, poiché da esse dipende il fatto che mangiare fuori insieme sia un bel momento di socialità, rilassante per tutti. Forse, piuttosto, all’idea obsole-ta di regole va sostituito il concetto più moderno (ed educativamente valido) di buone abitudini, che il bambino scopre e adotta a poco a poco, attraverso quel genere di gradualità che facilità e rende più spontaneo ogni processo di crescita e acquisizione di nuove competenze personali e sociali. Ad esempio, gli si potrà chiedere di non alzarsi da tavola a proprio piacere; gli si

insegnerà (col tempo) a usare le po-sate e il tovagliolo; gli si spiegherà che, sì, giocare col cibo e l’acqua è divertente, ma lo si fa a casa, sul balcone o almeno in cucina; lo si inviterà a mantenere un tono di voce moderato e a riporre i giochi quando si mangia (mentre nulla vita che prima e dopo si giochi a tavola, basta non farla diventare un campo minato).A conti fatti, portare i bambini al ristorante non è poi un’impresa così impossibile: il contesto lo consente e, con un po’ di pazienza recipro-ca, queste occasioni conviviali si riveleranno decisamente piacevoli.

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Le ricette dell’invernoDA 6-8 MESI

Stelline di farro con crema di zuccaINGREDIENTI (1 porzione)

100 g di zucca sbucciata a pezzetti 30 g di stelline di farro Alce Nero 300 ml di acqua 1 cucchiaino di olio extra vergine d’oliva Alce Nero 1 cucchiaino di parmigiano

Versate l’acqua e la zucca tagliata a pezzetti in un pentolino. Lessatela per 20 minuti circa, poi frullate il tutto con un mixer fino a ottenere una crema liscia. A parte lessate le stelline di farro seguendo il tempo di cottura indicato sulla confezione. Una volta pronte, scolatele e unitele alla crema di zucca. Aggiungete l’olio e il parmigiano, mescolate e servite.

DA 6 MESI

Pastina al broccolo e carotaINGREDIENTI (1 porzione)

½ vasetto di omogeneizzato al broccolo 100% naturale da Plasmon 2 cucchiai di pastina Sabbiolina Plasmon 200 ml circa di brodo di verdure (patate carote zucchine e spinaci) Plasmon 60 g di carota grattugiata finissima cotta nel brodo ½ cucchiaino di olio extra vergine d’oliva

Raschiate la carota, lavatela e grattugiatela o tritatela nel mixer il più finemente possibile. Preparate il brodo con la carota e cuocete la pastina come indicato sulla confezione. Mescolate l’omogeneizzato al broccolo e l’olio alla pastina, incorporate bene gli ingredienti e servite.

Quattro ricette ideali nei mesi più freddi, pensate per rendere nutrizionalmente equilibrata e gustosa la dieta dei bambini, fin dai primi mesi. Per accompagnarli con naturalezza verso la scoperta dei piaceri della buona tavola

La zucca

Come tutti gli ortaggi di colore arancione, la zucca è ricca di caroteni, che l’organismo utilizza per la produzione di vitamina A e che presentano importanti proprietà antiossi-danti e antinfiammatorie. Contiene quote interessanti di cal-cio, potassio, sodio, magnesio, fosforo e vitamina E, oltre a fibre e amminoacidi. Alla zucca vengono inoltre riconosciute proprietà diuretiche e calmanti. Il suo sapore dolce la rende estremamente gradita ai bambini, fin dallo svezzamento.

Broccoli per l’invernoLa pastina Sabbiolina Plasmon è facile da deglutire ed è ideale per introdurre il bambino nel mondo della masti-cazione, grazie alle sue dimensioni piccolissime. Ha un gusto leggero e delicato, frutto di una selezione di farine adatte a lui, e contiene calcio, ferro e vitamina B. L’omoge-neizzato al broccolo Plasmon mantiene tutte le proprietà nutrizionali dell’ortaggio fresco. È ricco di sali minerali (calcio, fosforo, ferro e potassio), vitamine (C, B1 e B2) e, grazie all’abbondanza di acido folico, stimola efficace-mente il sistema immunitario, migliorando la resistenza ai più tipici mali di stagione: tosse, raffreddore, influenza. Il broccolo, oltretutto, è il perfetto ortaggio invernale: anche se ha fama di essere il più odiato dai bambini, basta po-chissimo per farlo apprezzare anche da loro.

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DA 1 A 3 ANNI

Polpette di omogeneizzatocon carne di vitelloINGREDIENTI (1 porzione)

80 g di omogeneizzato con carne di vitello biologico Humana ½ tuorlo d’uovo 2 cucchiai di pangrattato 2 cucchiai di parmigiano grattugiato

Mettete in una ciotola un intero omogeneizzato con carne di vitello biologico. Aggiungete mezzo tuorlo d’uovo, tutto il parmigiano e un cucchiaio di pangrattato; spargete il pangrattato rimasto su un piatto. Impastate bene il contenuto della ciotola, fino a ottenere un composto omogeneo e ben amalgamato. Formate delle polpettine grandi circa quanto una noce e rigiratele delicatamente nel pangrattato. A questo punto, potete scegliere il tipo di cottura che preferite: potete usare un cestello per cuocere le polpettine a vapore, oppure le potete mettere in forno per una decina di minuti a bassa potenza, girandole di tanto in tanto.

DA 3 ANNI

Dolce merendaINGREDIENTI (4 porzioni )

120 g di riso Originario 1 l di latte Mellin Latte Crescita 4 1 baccello di vaniglia

PER GUARNIRE

Biscotti Mellin Merenda 100% frutta con vitamina C Mellin

Versate il latte in un pentolino antiaderente. Tagliate la vaniglia a metà per il lungo e, con la punta di un coltello, fate ricadere nel latte i semi presenti all’interno. Mettete il latte sul fuoco e, quando sta per bollire, versate il riso. Cuocete per circa 30 minuti mescolando spesso. Versate la crema ottenuta in quattro coppette e lasciatele raffreddare in frigorifero. Potete servirle fredde o a temperatura ambiente. Per un tocco in più, accompagnate con qualche biscotto e guarnite con una purea 100% frutta con vitamina C.

Il consiglioIl riso Originario

Anche a tavola, verso i 2-3 anni, i bambini attraversa-no la cosiddetta ‘fase del no’. Si tratta di un momento delicato per i genitori, ma assolutamente normale nella costruzione dell’identità dei piccoli. Quando il vostro bambino insiste nel rifiutare un alimento, voi non preoc-cupatevi: gli passerà. Badate solo a non cedere subito. È consigliato, invece, continuare a riproporre lo stesso alimento, accompagnandolo con un dialogo positivo e mostrandogli che lo mangiano anche mamma e papà.

Chiamato anche Comune, è una delle varietà di riso più antiche, classificata già negli anni ’20 del secolo scor-so. All’epoca era un prodotto economico e abbondante, utilizzato dalle famiglie per piatti semplici e nutrienti in un periodo di scarse risorse. Oggi lo si impiega innan-zitutto nella preparazione di minestre, arancini, supplì e dolci: le dimensioni ridotte, la forma tondeggiante, una certa callosità e la scarsa tenuta alla cottura lo rendono ideale, in particolare, per la bollitura nel latte, che tanto piace ai bambini.

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Pandoroo panettone?di Mattia Lerner

La sfida si riapre in questi giorni con l’arrivo, sugli scaffali di negozi e pasticcerie, delle prime invitanti confezioni: il sapore del Natale per eccellenza. E che Natale sarebbe senza pandoro e panettone?

Sulla questione, l’Italia si spacca in due: chi adora il panettone e chi mangia solo pandoro. La sfida si ripropone ogni anno e, regolarmen-te, fa salire alle stelle la produzione delle nostre specialità natalizie più tipiche: secondo l’AIDEPI (Asso-ciazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane), nel 2017 (ultimi dati disponibili) sono state prodotte oltre 91mila tonnellate di lievitati per la preparazione dei due dolci e vendute oltre 54 milioni di confezioni, con un +2,2% rispet-to al 2016 e un valore di oltre 650 milioni di euro (+5,2%). Nel 2017 la competizione è stata vinta dalle versioni classiche, primo il panetto-ne e secondo il pandoro tradizio-nale; ma anche le versioni speciali (con mille creme e farciture, glasse, frutti esotici…) hanno registrato una crescita significativa: da +3,5 a +6% a seconda del prodotto. E

mentre gli italiani restano i mag-giori consumatori al mondo, con 3 chili annui pro capite, circa il 10% della produzione nostrana viene esportato.

E i bambini cosa preferiscono? Un sondaggio, probabilmente, non è ancora stato fatto, ma i dati empiri-ci lasciano intendere come la loro predilezione, in genere, vada al pandoro: per la sua morbidezza e, spesso, perché senza uvetta e can-diti. Queste le caratteristiche di un pandoro veronese da intenditori: fondo bruno ma non bruciacchia-to, pasta gialla soffice e nessuna nota acidula o aromatica. Il tipico panettone di Milano, invece, ha la cupola incisa a croce e la crosta dorata ben aderente alla pasta, che dev’essere morbida e di color giallo carico; canditi e uvetta a profusione.

Entrambi deliziosi, panettone e pandoro sono però notevolmente calorici (siamo attorno alle 400 Kcal/100 g); tuttavia, a Natale uno strappo alla regola non solo è con-sentito, ma addirittura obbligatorio. Senza esagerare nelle dosi, inoltre, fateli assaggiare anche ai bambi-ni (indicativamente dai 2 anni): li adoreranno ed è giusto che, con le dovute accortezze, possano scopri-re fin da piccoli i sapori tipici della nostra migliore cucina delle feste.

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Vivala pappa

Merende al latte Contengono oltre l’80% di lattee sono ricche di calcio e magnesioper lo sviluppo delle ossa, ideali all’interno di una dieta varia ed equilibrata. Si conservano fuori frigo e sono disponibili in diversi gusti.

Nestlé

Crick dei bambiniSnack a base di verdure per accompagnare il bambino nella scoperta di nuovi gusti e consistenze. Cotti al forno, senza sale aggiunto né olio di palma, confezionati in un pratico sacchetto richiudibile da portare sempre con sé.

Plasmon

Omogeneizzati bioPer crescere bene e secondo natura fin dallo svezzamento, una linea di omogeneizzati prodotti in Italia, in impianti certificati e con materie prime italiane e banana biologica fairtrade. Le ricette della Linea Baby sono semplici: partono da frutta, verdura e cereali biologici coltivati dagli agricoltori che condividono i valori del marchio.

Alce Nero

Omogeneizzati di carne Nuovi omogeneizzati di carne biologica: vitellone di razza marchigiana IGP, manzo di razza romagnola e petto di pollo della Puglia, per rendere unica la pappa del tuo bambino.

Mellin

Fettine di fragola Gustose fragole biologiche sempre pronte da mangiare in qualsiasi stagione: grazie al delicato processo di liofilizzazione, sono croccanti al primo morso, poi si sciolgono lentamente in bocca. Sono 100% biologiche e sempre a portata di mano in una pratica confezione richiudibile.

Hipp

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Nei loro primi anni di vita, i bambini fanno continue scoperte e conquiste, e il gioco è la loro palestra più grande. Così, noi genitori ci troviamo a tra-sformare in gioco ogni nostra azio-ne quotidiana: facciamo canestro nel cesto per riporre i pezzi di costruzioni sparsi sul pavimento, giochiamo a tra-vasare l’acqua asciugando poi gli ine-vitabili schizzi qua e là, cuciniamo a 4 mani. Entrare in cucina con i propri figli è una delle attività più importanti e formative per loro, da molti punti di vista. Sarà infatti un’occasione per ar-ricchire il loro linguaggio: impareran-no i nomi dei vari alimenti che utilizze-rete insieme e che poi ritroveranno nei piatti; scopriranno nuovi verbi e si av-vicineranno anche alla matematica e alle unità di misura («pesiamo 100 grammi di farina»). Inoltre, seguiranno un procedimento completo, la ricet-ta, dall’inizio alla fine: partiranno dagli

ingredienti, proseguiranno con le fasi di preparazione e la concluderanno con il piatto ultimato. Svilupperanno, poi, le loro abilità manuali e si re-sponsabilizzeranno nel portare a ter-mine un compito assegnato: saranno fieri di mescolare gli ingredienti nella ciotola, versarci i liquidi, sbucciare spicchi di aglio o cipolle, impasteranno i loro panetti e si divertiranno insieme a voi a tagliare i loro biscotti. Il tutto avverrà in una parentesi di non poca importanza, ossia il rapporto geni-tore-figlio. Cucinando insieme, gio-cando insieme, imparando insieme, crescendo con il vostro sguardo com-plice, questo rapporto si arricchirà e svilupperà ulteriormente. Da mam-ma-cuoca, ho presto adottato queste ‘ricette’ pedagogiche nel quotidiano insieme a mia figlia Sara, di 2 anni e mezzo, e alla sua sorellina Sofia, nata da poco. Passando un bel po’ di tempo

insieme in cucina, Sara è diventata la mia aiutante per eccellenza: è molto curiosa e propositiva, le piace avere le mani in pasta e assaggia tutti gli ingre-dienti che utilizziamo per i nostri piatti. Ci divertiamo tanto e ci teniamo impe-gnate a lungo senza accorgercene. L’u-nico ‘inconveniente’ è che, a sorpresa, i vostri bambini vi chiederanno: «Pre-pariamo i miei biscotti?». E lì non vi resterà che assecondarli, soprattutto in questo periodo in cui le feste sono vicine e si riscopre il calore della casa e della cucina. Venite con noi a preparare dei deliziosi biscotti per grandi e piccini, senza zuc-chero, perfetti anche da mettere in un pacchetto sotto l’albero?

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A TU PER TU CON LA FOOD BLOGGER

BISCOTTIDI NATALE A 4 MANIA cura di Alessia Aloe

Biscotti alle nocciole e spezie

INGREDIENTI 250 g di farina di farro macinata a pietra, 100 g di nocciole sgusciate e tostate Piemonte IGP, 100 g di bevanda di avena senza zucchero, 35 g di olio evo delicato, 7,5 g di polvere lievitante, 1 cucchiaino di cannella in polvere (facoltativo), ½ cucchiaino di zenzero in polvere (facoltativo), ½ baccello di vaniglia, semi

Frullate le nocciole a farina. In una ciotola, versate tutti gli ingredienti tranne i liquidi. Mescolate. A parte, emulsionate olio e bevanda. Versate nella ciotola e incorporate. Trasferitevi sul piano e lavorate velocemente fino a ottenere un panetto omogeneo. Fate riposare per 15-30 minuti il panetto, avvolto in pellicola, in frigorifero. Accendete il forno a 180°C, modalità ventilato. Stendete una sfoglia spessa 4-5 mm e tagliate i biscotti. Posizionateli sulle teglie rivestite di carta da forno. Infornate e fate cuocere per 10-15 minuti fino a doratura. Estraete e trasferite su una griglia a raffreddare completamente. Conservate in un barattolo di vetro ben chiuso.

TUTTI A TAVOLA

ALESS IA ALOE

Food blogger, autricedel blog www.dirittoincucina.com

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Vitada baby

Spiegano gli esperti che un modo per rinforzare l’autostima dei nostri figli è circoscrivere lodi e rimproveri ad azioni specifiche, piuttosto che estenderli al bambino nella sua complessità; in questo modo, il giudizio non sarà totalizzante (e potenzialmente inibente) ma specifico e contingente. È infatti meglio esclamare «che bel disegno», anziché dire genericamente «sei proprio bravo a disegnare»; meglio rimproverare con un «hai spinto il tuo amico e non è un bel gesto», che sbottare in un «non sei un bravo bambino» (o «sei proprio disubbidiente»): ciò significherebbe solo affibbiargli un’etichetta un po’ troppo definitiva, che certo non lo aiuterà a trovare in sé la

fiducia e le risorse per comportarsi correttamente e migliorarsi.

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Silenzio, stiamo giocandodi Sara Lanfranchini

È proprio vero: il gioco è una cosa seria e i bambini ce lo dimostrano quotidianamente. A noi il compito di creare le condizioni per favorire la spontaneità e libertà di questi momenti, ricordando che qualunque cosa può diventare un gioco

vita da baby

«Mamma, fai silenzio. Stiamo giocando». Abituata più che altro a pronunciarle, queste parole (o parole molto simili), la prima volta che me le sono sentita rivolgere mi sono stupita, e poi ho gioito. Perché prendeva finalmente forma un concetto che avevo sempre amato: l’idea secondo cui il gioco è davvero una cosa seria. Effettiva-mente, parlando, in quel momento stavo disturbando i giochi (serissi-mi) di mia figlia e del suo amichet-to. Mi sono soffermata a osservarli e li ho trovati totalmente coinvolti e

concentrati nelle loro attività. Uno spettacolo in realtà affatto raro, e che proprio per questo get-ta luce sull’importanza del gioco nell’infanzia.Non deve infatti stupire che il tema del gioco sia da sempre al centro degli studi di educatori, pedagogi-sti e psicologi. È infatti evidente la connessione tra gioco e apprendi-mento (di competenze cognitive, motorie, sensoriali), ma anche il legame strettissimo con lo sviluppo di autonomia e individualità nel bambino. Giocare aiuta a cresce-

re e, come genitori, abbiamo il compito di favorire l’atto del gioco e promuovere in particolare il gioco spontaneo, di crearne le condi-zioni e predisporre spazi in cui il bambino possa muoversi in libertà, esplorare in sicurezza e dare voce alla sua fantasia. Ed è esattamente la fantasia, l’immaginazione, l’ele-mento chiave del gioco: grazie alla capacità immaginativa la realtà circostante si trasforma, la stanza diventa un bosco o un castello e gli oggetti, qualunque oggetto, posso-no mutare in qualcosa di diverso.

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Ce lo ricorda il pedagogista Gian-francesco Staccioli in un articolo comparso su UPPA, sottolineando come questo fosse un concetto già caro a Walter Benjamin, il filosofo tedesco che, in ‘Figure dell’infan-zia. Educazione, letteratura, im-maginario’, scriveva: «[I bambini] sono attratti irresistibilmente dai ma-teriali di scarto che si producono in officina, nelle attività domestiche o lavorando in giardino […] Con gli scarti di lavorazione […] tendono a porre i vari materiali in un rapporto reciproco nuovo e discontinuo, che viene loro giocando. I bambini, in questo modo, si costruiscono il proprio mondo oggettuale da sé,

un piccolo mondo dentro a quello grande. E bisognerebbe avere ne-gli occhi le regole di questo piccolo mondo oggettuale quando si voglia creare qualcosa di appositamen-te pensato per loro». Chiarisce Staccioli che, per Benjamin, «il mondo è pieno di cose che posso-no diventare giocattolo. Cambiare la destinazione d’uso di un oggetto e farlo ‘diventare qualcos’altro’ è un esercizio di fantasia, creatività, curiosità, invenzione, resistenza, impegno, coraggio e intelligenza».Partendo da questi assunti, ricordia-mo allora che, oltre ai giochi che regolarmente acquistiamo (e ce ne sono di tutti i tipi tra educativi, senso-

riali, che sviluppano la manualità…), nelle nostre case esistono già molti potenziali ‘giocattoli’. E sono i nostri stessi figli a insegnarcelo: quando afferrano un sacchetto, lo riempiono di patate e se lo portano appresso come un tesoro; quando montano in cima al divano, a cavallo del loro destriero; quando li troviamo imprigionati in una fortezza di sedie o li scoviamo immersi in un mare di coriandoli di carta igienica, per provare l’emozione della neve che cade. Immaginando e giocando, i bambini tracciano i confini di uno spazio che è solo loro, una dimen-sione sia fisica che mentale in cui coltiveranno per anni la loro fantasia.

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vita da baby

Un giocattoloa Natale

Per tradizione, per definizione, per l’amore che ci lega a loro, tutti a Natale compriamo doni per i bambini. Lo facciamo per incuriosirli, appagarli, premiarli con qualcosa di speciale, o anche solo per regalare loro l’emozione della sorpresa. Va sempre ricordato, però, che oltre al giocattolo molto faranno il tempo e l’entusiasmo con cui ci metteremo al loro fianco per giocare insieme.

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Secondo Paul Schwartz, psico-logo ed esperto di educazione e comportamento infantile, sono tanti i risvolti positivi dell’amicizia tra bambini: i piccoli sviluppano prima le loro abilità sociali e la sensibilità verso l’altro, imparano a conversare rispettando i turni e a comportarsi in maniera coerente con la loro età. Avere degli amici, inoltre, accresce l’autostima, cosa che rende i bambini socievoli, capaci di gestire piccoli stress e difficilmente oggetto di bullismo.Ma l’amicizia può nascondere anche delle ombre? E a quale età i bambini stringono i primi rapporti amicali?

Amici già nellaprima infanzia

Spesso si crede che l’amicizia sia un sentimento maturo, o che, quantomeno, faccia la sua com-parsa solo col tempo, ad esempio quando il bambino va già alla scuola primaria. In realtà, può affio-rare e caratterizzare la sua espe-rienza emotiva e sociale fin da età molto precoci, spesso ancor prima dei 2 anni. Verso quest’età, infatti, il piccolo inizia a interagire coi coetanei e non è raro che manifesti un interesse speciale verso uno di loro: che lo preferisca a tutti gli altri – ad esempio in un contesto come

l’asilo nido o il parco – che con lui ami particolarmente giocare e che si dimostri triste quando li si separa per tornare a casa. In questi casi, è legittimo parlare di un legame che è già, in nuce, la prima amicizia vera: il primo amico con cui il bambino stringe una relazione alla pari, scelta in totale autonomia al di fuori dello spazio domestico. Anche lo psicologo e pedagogista Jean Piaget identifica tra i 12 e i 24 mesi il periodo in cui emergono i primi ‘sentimenti spontanei’ verso altre persone, da cui hanno origine simpatie, antipatie e, di conse-guenza, amicizie. È poi a partire dai 3 anni che si rafforzano queste

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Il mio primoamicodi Sara Lanfranchini

Chi trova un amico trova un tesoro. Non c’è verità più grande, per chiunque e a qualunque età. Tuttavia, quando si tratta di bambini, i genitori spesso si preoccupano, soprattutto se l’amicizia si rivela particolarmente intensa o esclusiva

vita da baby

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vita da baby

predilezioni, complice la scuola dell’infanzia che offre occasioni continue di farsi nuovi amici, così come di sperimentare la solida-rietà, il conflitto tra coetanei, la collaborazione e il rifiuto.

Il primo amico com’è?

Spiegano gli esperti che, tenden-zialmente, il primo amico di nostro figlio gli somiglierà: per genere (quando molto piccoli, i maschietti di solito scelgono un maschio, le femmine un’altra femmina), per indole, per tipologia di giochi preferiti. Tra i due saranno evidenti la simpatia reciproca, l’affetto, la

complicità, e li si vedrà cooperare nel gioco con sollecitudine.

Consigli ai genitori

Per accompagnare positivamente il bambino alla scoperta dell’ami-cizia, mamma e papà dovrebbero porsi al suo fianco, osservare le dinamiche relazionali tra i due amici e sostenere la possibilità che trascorrano del tempo insieme. E poiché l’amicizia mette sempre in gioco tante emozioni, i genitori dovrebbero cercare di entrare in contatto con questi stati d’animo, senza giudicare ma offrendo un vocabolario interiore per dare

voce alle tante gioie e ai dolori che sempre accompagnano l’ami-cizia. Non è invece il caso di preoccu-parsi se il legame assume i tratti dell’esclusività. Va infatti ricordato che, mentre alcuni bambini si circondano di tanti amici, altri ne scelgono uno (l’amico del cuore) e tanto basta loro per essere felici. Come spiega la psicologa Judi James, è del tutto normale per i bambini cercarsi un migliore amico con cui ricreare, fuori casa, quel genere di rapporto simbiotico che tra le mura domestiche intrat-tengono con il genitore, fonte di sicurezza e conforto.

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Amici per sempre

Spesso, il migliore amico che ci si sceglie da bambini rimane tale per tutta la vita. Lo conferma un sondaggio condotto qualche anno fa da Fly Research per conto di The Walt Disney Company: il 43% degli intervistati ha infatti raccontato di aver incontrato il proprio miglior amico nell’infanzia (il 76% prima degli 8 anni e il 22% già a 6).

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T U T O R I A L

Lavoretti per Natale

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Per i creativi più giovani, per le loro mamme, i papà, gli zii, le educatrici, i nonni, una carrellata di idee a partire dalle quali realizzare tanti lavoretti in vista del Natale: biglietti di auguri con la tecnica dell’handprint art; originali berretti a forma di renna, ideali per le merende dei più piccoli durante le vacanze natalizie; festoni creativi decorati con le pigne, la cui raccolta costituirà l’occasione perfetta per una breve gita invernale nella natura. Solo creazioni semplici e di sicuro effetto, da realizzare a quattro mani con i vostri bambini.

vita da baby

di Nora Cinaschi

Biglietti di auguri personalizzati

M AT E R I A L I

Colori a dita (bianco) Pennello Fogli di cartoncino formato A4

(1 verde, 1 rosso, 1 rosa) Pennarello indelebile nero 1 coppia di occhietti di plastica Forbici Colla Fogli di giornale

Stendete i fogli di giornale per terra o sul tavolo da

lavoro. Appoggiatevi sopra il cartoncino verde e

piegatelo a metà per creare il vostro biglietto di auguri.

Aprite il tubetto del colore a dita bianco e, con un

pennello, spalmate interamente il palmo della mano

del bambino; aiutatelo a premerla sulla faccia esterna

del cartoncino verde, finché non resta un’impronta ben definita: sarà la barba di Babbo Natale. Mentre il colore

asciuga (per il tempo di attesa seguite le indicazioni

riportate sulla confezione), occupatevi delle decorazioni.

Girate il biglietto con le dita della mano rivolte verso

il basso; ritagliate da un cartoncino rosso un cono

leggermente piegato da un lato (sarà il cappello) e

incollatelo nella parte alta del cartoncino, 2 centimetri

sopra l’impronta della mano; in mezzo incollate gli occhi; dal cartoncino rosso ritagliate un cerchio di 1 centimetro di diametro (sarà il naso), da quello rosa 2 cerchi di 2 centimetri di diametro (saranno le guance) e applicateli

tra gli occhi e la barba; col pennarello nero disegnate la bocca. Riaprite il tubetto del colore a dita bianco,

spalmate il polpastrello dell’indice del vostro bambino e aiutatelo a premerlo sul cartoncino per creare sia il pon-

pon sulla punta del cappello, sia i fiocchetti di lana alla base dello stesso. Il vostro Babbo Natale è pronto. Ora dovete solo scrivere i vostri auguri nella pagina

interna del biglietto, invitando anche il bambino a decorarla con qualche disegno.

Handprint art

Si chiama handprint art l’arte di dipingere con le mani, e ai bambini piace moltissimo: vedersi le manine tutte colorate e scoprirsi in grado, con quelle, di tracciare forme e segni senza difficoltà dà loro un grande senso di libertà. Ma anche il gioco delle impronte dei piedi è fonte di divertimento; oltretutto, se fatto ripetutamente a distanza di qualche tempo, è un modo per collezionare ricordi unici della forma del corpo del bambino mentre cresce di mese in mese.

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vita da baby

Pigne decorative

MATERIALI

Pigne di dimensioni e forme diverse Spago o altro nastro grezzo color verde bosco Spago classico color sabbia Forbici Chiodi e martello

Più che un lavoretto, questa è l’occasione per fare una gita. In una bella giornata di inizio inverno, portate

il vostro bambino a fare una passeggiata al parco (o

ancora meglio, se ne avete l’opportunità, direttamente in un bosco) e dedicatevi insieme alla raccolta di

pigne: sceglietele intatte, di forma, dimensione e sfumature di marrone differenti, solo le più belle; una

ventina sarà sufficiente. Una volta a casa, stabilite il punto in cui volete appendere la decorazione, poi

tagliate un pezzo di spago classico della lunghezza necessaria, stendetelo sul piano di lavoro (o per terra)

e fissate le estremità sotto 2 pile di libri, per lavorare comodamente. Alle squame legnose in cima a ogni

pigna annodate un pezzo di spago verde, lungo circa

40 centimetri; formate un anello con le 2 estremità del

nastro e poi fate un altro nodo (un po’ come si fa con le palline da appendere all’albero di Natale). Legate con un bel fiocco le pigne lungo lo spago, a una decina di centimetri l’una dall’altra. Appendete il vostro festone di pigne nel luogo prescelto, legando con un fiocco le estremità a 2 chiodini fissati nel muro (o su una finestra o altro supporto), avendo cura di non tendere troppo lo spago, ma lasciandolo leggermente morbido.

L’effetto migliore si ha in corrispondenza di una parete ad arco, oppure su una finestra senza tende che resti tendenzialmente chiusa; ma anche appendere il festone in cima a una grande libreria darà subito un senso di

calore e di festa.

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Berretto Renna

M AT E R I A L I

2 cartoncini colorati (1 marrone, 1 marrone chiaro) Pon-pon rosso 1 paio di occhi di plastica Pennarello nero Forbici Colla Nastro adesivo

Ritagliate dal cartoncino marrone una striscia lunga

circa 40 centimetri e larga 12; avvolgetela su se stessa

a formare una circonferenza di diametro pari a quello

della testa del vostro bambino; fissatela col nastro adesivo. Applicate gli occhietti, incollate al posto del naso il pon-pon e sotto disegnate col pennarello la

bocca della renna. Dal cartoncino marrone chiaro ritagliate le corna e applicatele ai lati.

Il vostro berretto-renna è pronto. Se lo realizzerete in più esemplari, sarà perfetto come simpatico gadget per le

merende di Natale dei vostri bambini con i loro amichetti.

Sapevate che...

Volgarmente detta pigna (o cono), il suo nome scientifico è strobilo. A differenza di quanto si crede, in realtà la pigna non è il frutto dei pini; i semi che contiene sono invece edibili e si chiamano pinoli, largamente usati in cucina. E sapete cosa vuol dire l’espressione ‘avere le pigne in testa’? Avere idee bizzarre e stravaganti.

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Una ricerca scientifica ha dimostrato quello che qualunque genitore, in ogni parte del mondo, sa con esatta precisione: se cullati tra le braccia, i bambini si addormentano prima e riposano meglio. E anche la loro memoria ci guadagna

Culliamo i nostri bambinidi Mattia Lerner

È sempre interessante quando la scienza si accorge di alcune pratiche ritenute universalmente valide e decide di indagarle con studi e ricerche speci-fici. È successo anche di recente, con la consuetudine di cullare i bebè: un gruppo di scienziati svizzeri ha voluto esaminarla per stabilire se esistano evi-denze scientifiche che il dondolio tra le braccia di mamma o papà abbia un reale effetto benefico sul bambino, tanto da calmarlo e farlo addormenta-re più in fretta. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cur-rent Biology, si è svolto in un labora-torio del sonno in cui è stato ospitato un gruppo di volontari per due notti: la prima, hanno dormito su letti basculan-ti; la seconda, su letti fermi. Nel primo caso i tester si sono addormentati prima e la fase di sonno profondo, quella più rigenerante, è stata più lunga; inoltre, sottoposti la mattina se-guente a un test della memoria, hanno totalizzato punteggi superiori dopo

essere stati cullati nel letto basculante. Il potenziamento della memoria è infatti coerente con la maggior durata del sonno profondo, ovvero proprio la fase in cui si fissano i ricordi.Sebbene lo studio sia stato compiuto su un gruppo di adulti, ai ricercatori è stato subito chiaro come anche i bambini – i bambini innanzitutto – abbiano bisogno di essere cullati per assicurarsi un sonno di qualità, fon-damentale, tra l’altro, per un corretto sviluppo cognitivo. E se per i piccoli allattati al seno è la prassi addormen-tarsi tra le braccia della mamma – con il suo calore, l’odore, il suono del suo cuore quali strumenti di conforto e viatico per una nanna lunga e serena – anche quando crescono (compa-tibilmente con il peso che aumenta) questa pratica continua ad avere solo risvolti positivi. E lo studio sopracitato lo conferma. Secondo questa scuola di pensiero, dunque, i genitori non devono temere

di viziare i figli: al contrario, tenerli in braccio e cullarli sono abitudini sane, capaci di rassicurarli, di lenire eventuali disagi, di favorire il sonno e prolungarlo, di potenziare la memo-ria e consolidare i ricordi.

Sviluppo cognitivo

Diversi studi recenti hanno stabilito una correlazione positiva anche tra cure materne e volume dell’ippocampo, struttura cerebrale coinvolta in processi emotivi e cognitivi come apprendimento e memoria. Pare infatti che la sua dimensione possa aumentare di oltre il 10% nei bambini che hanno ricevuto attenzioni materne in dosi notevoli: ciò si traduce in più equilibrio emotivo, maggior plasticità del cervello e memoria più efficiente.

vita da baby

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Una linea dermocosmetica semplice e sicura per le pelli delicate dei bambini, ma anche di mamma e papà. A base di amido e olio di riso biologici al 100%, i prodotti AmidoMio offrono soluzioni efficaci per l’igiene quotidiana e la cura del corpo

La nascita di un bambino comporta sempre la nascita

di una nuova donna: la sua mamma. È un momento stupendo, di gioia infinita, ma che può spaventare tantissimo. Perché non esiste un bambino uguale a un altro e non esiste una mamma uguale a un’altra. Per questo non esiste nessuno che possa rispondere a tutte le infinite domande di una madre, su cosa e come fare tutto. Alle domande più grandi e importanti potranno rispondere solo il tempo, l’amore e gli errori. Alle domande più immediate e pratiche di vita quotidiana possono rispondere altre mamme e altri papà, oppure i nonni, che ci sono già passati e sanno già cosa fare. Anche l’esperienza di AmidoMio può essere utile. Con

la sua linea dermocosmetica completa a base di amido di riso, offre tutte le riposte per una cura quotidiana basata sull’efficacia e la sicurezza. I suoi prodotti racchiudono gli ingredienti e la qualità che ogni genitore sceglierebbe per proteggere e preservare la pelle del suo bebè. Sono dermatologicamente testati su pelli sensibili, nelle loro formule non vengono aggiunti conservanti e non si fa uso di vaselina o di olio di vaselina. Inoltre, amido e olio di riso provengono al 100% da agricoltura

biologica. Un impegno importante per garantire il massimo dell’attenzione alle pelli delicate dei bambini, ma anche dei loro genitori.

Per il bagnetto AmidoMio propone prodotti semplici e mirati, perché la pelle del neonato non è ancora del tutto formata e la cute è estremamente soggetta ad aggressioni esterne e a disidratazione. Ecco allora il Dermo Detergente 0-5 anni, idratante e protettivo, la Mousse Bagnetto, per i lavaggi frequenti, il Baby

Shampoo, che non brucia, e l’Acqua di Colonia, per le coccole a fine bagnetto.

Per il cambio pannolino bisogna proteggere la cute del bebè con prodotti assorbenti, protettivi e anti macerazione. Come Pasta Barriera, con ossido di zinco, che previene i fenomeni macerativi e aiuta a riformare la pelle. O il Latte Detergente, che pulisce senza bisogno di risciacquo.

Per le uscite all’aria aperta già dai primi giorni, ci sono la Crema Protettiva, il Gel Polvere e la Crema

Idratante, che proteggono e preservano la pelle del bebè dalle aggressioni esterne con il giusto supporto cosmetico. Olio Corpo, che deterge senza risciacquo, è ideale per la pelle del neonato, che può apparire secca e desquamata, con possibile comparsa di piccoli e temporanei puntini rossi. E aiuta a rimuovere la crosta lattea.

Anche per la mamma ci sono prodotti ideali per la cura del corpo, in particolare per il periodo post parto. Tra tutti, Crema Corpo Smagliature e Intimo Detergente Delicato.

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fantastico mondo della scuola.

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possono anche spingere e trascinare il riccio, che stimola le capacità di coordinamento e le abilità motorie.

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SPAZIO CICOGNAVITA DA BABY

«Il bambino non si perfeziona nel ripe-

tere i gesti della scrittura, ma è ripe-

tendo i gesti che prepara la scrittura»

Maria Montessori

L’apprendimento della scrittura ha un ruolo fondamentale nella crescita del bambino ed è un processo com-plesso che coinvolge il piccolo in tutto il suo essere: mente, corpo, movimen-to ed espressione di sé lavorano in modo sinergico.I bambini che hanno difficoltà gra-fomotorie riscontrano spesso criticità anche nei loro movimenti quotidiani: inciampano, sono precipitosi o lenti nei movimenti, maldestri, disordinati, spesso hanno scarso senso dell’equi-librio e dell’orientamento spaziale; si isolano e possono trovare ostacoli nel-le relazioni con i compagni.Secondo una ricerca condotta dall’As-sociazione GraficaMente nelle scuole dell’infanzia italiane nel periodo 2009-2012, dedicata alle abilità grafomo-torie raggiunte al terzo anno, ovvero l’ultimo, è risultato quanto segue:

59% sufficiente 15% insufficiente 13% lievemente insufficiente 13% gravemente insufficiente

Di questi 41% di insufficienti, alla prova di corsivo della classe seconda della scuola primaria, il 77% presenta-va livelli insufficienti.

Tra le funzioni coinvolte nella grafo-motricità, la motricità fine è fonda-

mentale nei primi anni di vita, dato che ne vengono acquisite le basi dalla nascita fino ai 6 anni d’età e che rap-presenta un allenamento indispen-sabile per l’apprendimento futuro della scrittura.La motricità fine interessa i movi-menti delle mani e delle dita in particolare. Il suo sviluppo è deter-minato dalle esperienze corporee che vive il bambino, ma può essere im-plementato dagli stimoli che riceve dall’ambiente, sia a casa che a scuo-la. È quindi importante che i bambini abbiano la possibilità di mettersi in gioco anche attraverso le loro sensa-zioni e il rilassamento: con le attività di movimento (di coordinazione, di dissociazione delle parti del corpo, di organizzazione prassica) e con i gio-chi di manipolazione su differenti livelli, come spingere e prendere og-getti, svitare bottigliette, prendere og-getti con le pinze, strappare, infilare, vestirsi e svestirsi con abiti semplici, usare le posate, impastare il pongo.Anche le attività pittografiche hanno un ruolo propedeutico per l’appren-dimento della scrittura. Attraverso il piacere della pittura si lavora sulla po-stura, la presa corretta degli strumen-ti e la percezione tattile-cinestetica: i bambini vengono invitati a eseguire delle forme grafiche anche toccandole con le dita, ripassando ad esempio i contorni di una forma, a occhi chiusi, o creandole con le loro stesse mani in modo da facilitare l’automatismo del gesto e la rappresentazione mentale delle forme proposte.

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A TU PER TU CON LA GRAFOTERAPISTA

DAL MOVIMENTOALLA SCRITTURAA cura di Marilena Saracco

MARILENA SARACCOEducatrice del gesto graficoper Grafie in movimentoT 347 [email protected]

COS’È I LGRAFOTERAPISTA?Il lavoro del grafoterapista, o educatore del gesto grafico, consiste nel prevenire le difficoltà del gesto grafico e nel con-solidare le abilità di base, favorendo l’apprendimento della scrittura attraver-so il gioco, il movimento, il ritmo, la manipolazione e la pittura di forme pre scritturali. Questo sia nel ruolo di con-sulente nelle scuole dell’infanzia e nei nidi, sia come organizzatore di labora-tori dedicati.

Asilo Nido Baby Boom di Moncalieri (TO)

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In viaggioSecondo le indagini di settore per il 2019, al primo posto tra le mete scelte dai turisti italiani troviamo l’Isola d’Elba, per il secondo anno consecutivo. Seguono immediatamente dopo le classiche Rimini e Riccione, ideali per le famiglie con bambini. Roma è l’unica meta non balneare presente nella Top 10 delle destinazioni italiane. All’estero, per il medio raggio ci sono Grecia e Spagna come protagoniste dell’estate. Creta, in particolare, sale in cima al podio mentre, per quanto riguarda la Spagna, conquista il secondo posto Maiorca. Cresce l’interesse verso gli Stati Uniti e il Giappone. Le destinazioni tropicali piacciono non solo in inverno, e tanti italiani preferiscono in particolare l’Oceano Indiano: Zanzibar, Kenya, Madagascar e Maldive. Perdono invece posizioni Messico, Sri Lanka e Caraibi. Chissà se queste proiezioni

troveranno conferma nei dati effettivi che verranno diffusi a inizio 2020?

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Pronti perla neve?di Lucia Modici

Arriva la prima neve, i prati si coprono di un soffice manto, e allora… come fare a resistere alla tentazione di giocare, scivolare, costruire sulla neve? Ecco tutto quello che serve ai piccoli per un’esperienza ‘calda’ e divertente

Il freddo e la montagna, d’inverno, mettono a dura prova anche l’orga-nizzazione dei genitori più smart. In effetti, bisogna pensare a coprirsi bene contro le basse temperature, a gestire il cambio pannolino in manie-ra rapida e ‘indolore’, a portare con sé tutto l’occorrente per il gioco e an-che per la pappa. Ma se riflettiamo sul divertimento che attende grandi e bambini sulla neve, non resta che prepararsi in fretta e uscire.

Consigli perl’abbigliamento

Tuta da sci/salopette: per ibambini più piccoli che indossa-no il pannolino, meglio usare le tute intere, in modo che siano più coperti. Dai due/tre anni, la salopette ha il vantaggio di essere regolabile in lunghezza oltre a poter essere tolta più rapi-damente in caso di ‘emergenza’.

Alla salopette si deve abbinare una giacca imbottita. Assicurarsi che l’abbigliamento sia interamente impermeabile – controllate l’etichetta, deve esserci scritto almeno da 5.000 mm in su – e idrorepellente.

Biancheria ‘termica’: per i neonati,body e calzamaglia di lana con-tinuano a essere il must. Appena i bambini iniziano a camminare e muoversi, l’abbigliamento

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tecnico (magliette e pantacalze) protegge dal freddo e contem-poraneamente mantiene il corpo asciutto anche quando sudano.

Berretto in pile o in lana per le giornate più fredde. Quando inizia a fare più caldo, invece, meglio un berretto più leggero ma che protegga comunque le orecchie in caso di vento. Particolarmente comodi quelli dotati di paraorecchie e cordini da legare sotto il mento, che li rendono più stabili. NB non tutti i bambini sopporta-no la lana sulla pelle; valutare se acquistare un modello che, all’in-terno, sia foderato di cotone.

Sciarpa di pile per le giornatefredde, di seta per chi tende a sudare molto.

Guanti idrorepellenti. Sarà unabattaglia farglieli indossare, e poi far sì che il bambino non li tolga. Però sono ‘obbligatori’ se si vuole giocare con la neve, meglio se con l’elastico al polso e, nei primi mesi di vita, con un cordoncino

che colleghi i due capi, per non perderli.

Occhiali da sole con lenti scure, importanti per proteggere gli occhi delicati dei bambini. I piccoli tenderanno a rifiutarli, ma è questione di abitudine. Da preferire i modelli con mon-tatura morbida ed elastico che gira attorno alla nuca, in modo che rimangano più stabili.

Nello zaino

Un cambio completo, che comprenda proprio tutti i capi (dalla biancheria ai guantini).

Crema protezione 50. Una scorta di pannolini

e salviette per il cambio. Palette e secchiello per giocare. Telo impermeabile da appoggia-re per terra a mo’ di tappeto gioco.

Da non dimenticare il bob. A partire dai 2 anni circa, le scivo-late saranno uno dei momenti più esilaranti della giornata sulla neve.

Su 4 ruote

Ormai in commercio si trova-no passeggini e carroz-zine con ruote grandi, idonee per passeggiare sulla neve senza fatica. Lo schienale può essere completato con la pel-le di pecora, la cui lana è da porre a diretto contatto con il bambino: per una sensazio-ne di comfort e calore.

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A spassoper Genovadi Laura Sciolla

Genova, la Superba, famosa in tutto il mondo per Cristoforo Colombo, per i palazzi eleganti e gli stretti caruggi, per le canzoni e il pesto, si presenta come meta ideale per un weekend in famiglia

Il mare in inverno ha sempre il suo fascino. E poi, grazie alle tempe-rature miti, è perfetto anche per i bambini più piccoli. Ma i mesi invernali sono ideali anche per visitare le città d’arte scoprendone storia e bellezze. Ecco, Genova regala questa doppia occasione di vivere un weekend in famiglia tra divertimento e scoperta. E non potrebbe esserci parola più appropriata, visto che è proprio da qui che ha avuto inizio la storia di Cristoforo Colombo (si può anche visitare la casa della sua famiglia, vicino alla medievale Porta Sopra-

na). A lui è dedicata una delle 31 sale del Galata Museo del Mare, uno dei più innovativi musei del Mediterraneo: i bambini potranno salire su una galea o su un bri-gantino, sperimentare il brivido di guidare un’imbarcazione in mezzo a una tempesta, lasciarsi affascina-re da 6 secoli di vita sul mare. Ma il museo è solo una delle attrazioni del Porto Antico: immancabile è la visita all’Acquario di Genova, in cui sono ospitati 15mila animali appartenenti a 400 specie di pe-sci, mammiferi marini, rettili, anfibi e uccelli. Lo spettacolo dei delfini

lascerà a bocca aperta proprio tutti.Se la giornata è limpida, dalla cima del Bigo, l’ascensore pa-noramico che sale a 40 metri di altezza, è possibile ammirare tutto il golfo. Ma i più piccoli già scalpi-teranno per vivere l’avventura della Città dei Bambini: qui, gli ospiti dai 2 ai 12 anni avranno occasio-ne di fare piccole e grandi scoper-te e di avvicinarsi alla scienza e alla tecnologia in modo divertente.Se siete amanti dei panorami, si può salire fino alla Spianata Castelletto, balcone sospeso sul

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Porto Antico - La Biosfera

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centro e sul porto, con vista a 360 gradi: ma nessuna fatica, dato che si raggiunge con uno dei comodi ascensori – questo è in stile liberty – che per tradizione intervallano la città. Altro ascensore davvero pe-culiare è quello che accompagna i visitatori fino al Castello D’Albertis (che oggi ospita il Museo delle Culture del Mondo): si chiama Montegalletto e per un po’ viaggia in orizzontale, come un trenino, per poi salire in verticale, come un ascensore. A proposito di ‘trenini’, Genova è ormai famosa per Pippo, un trenino su ruote che in 45 minuti ti fa scoprire in tutto relax la storia e l’e-

voluzione di Genova. La partenza è prevista dall’Acquario, per prosegui-re tra i caruggi della città effettuan-do diverse fermate: così, mentre i grandi avranno modo di ascoltare le curiosità raccontate dalla voce narrante, i bambini si divertiranno a giocare al capotreno.Visto che siamo in periodo natali-zio, da non perdere i presepi. La tradizione presepiale si è svilup-pata nel capoluogo ligure al punto che Genova si affermò, accanto a Napoli, come uno dei centri più attivi nella produzione di figure da presepe. Il Comune ogni anno pubblica l’elenco delle attrazioni da visitare, tra presepi meccanici,

storici, viventi e artistici. Tutti gli aggiornamenti sul sito dell’ente del turismo.

www.visitgenoa.it

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Delfini all’Acquario di Genova Trenino Pippo

Presepe al Santuario della Madonnetta Spianata Castelletto

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Eventi

Dal 26 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 è di scena il Circumnavigando Festival: sotto il tendone installato al Porto Antico e per i vicoli del centro storico di Genova, un susseguirsi di spettacoli di circo per tutte le età.

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Dove dormireNH Genova Centro NH Genova Centro, di recente ristrutturazione, nasce dall’unione di due edifici storici: l’hotel Plaza e l’hotel Eliseo. Oggi, l’albergo accoglie gli ospiti con 141 camere; tra tutte, spicca la numero 258, che dal terrazzo di 30 metri quadri regala una vista magnifica sulla città. NH Genova Centro fa parte del ‘Families, Welcome’, il cui imperativo è ‘Kids first’. Il Kid’s Corner nel ristorante, per esempio, offre una selezione di prodotti e oggetti per intrattenere i piccoli ospiti, con Nico & Hanna come testimonial. Fino al 31 dicembre è valido un pacchetto pensato

per famiglie con bambini: sconto del 15% sulla migliore tariffa flessibile, pernottamento di due notti in hotel e biglietto di accesso all’Acquario di Genova per ogni componente della famiglia. Il pacchetto include colazione e late check out fino alle 15. I bambini fino a 11 anni soggiornano gratis.

Via Martin Piaggio, 11 – Genova

T 010 83161

[email protected]

Dove mangiare

Sa’ Pesta (via dei Giustiniani, 16/R) è forse la trattoria più famosa del centro storico, in cui assaggiare la farinata. In menù tutte le antiche ricette genovesi.

Antica Friggitoria Carega (via Sottoripa, 13/R), dal 1942, era la preferita di Fabrizio De Andrè ed è l’indirizzo ideale per l’asporto: fritto genovese, alici, frisceu, panissa, ma anche pizza e farinata.

Focaccia e Dintorni (via di Canneto Il Curto, 54-56/R) è il must go per la vera focaccia ligure.

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Percorrendo la statale che da Lana porta verso la Val d’Ultimo, non passano inosservate le belle cicogne in legno che punteggiano la strada. Sono ‘vestite’ di tutti i colori, ognuna con accessori e fogge diverse. Sapen-do che l’Alto Adige è la destinazione family per eccellenza, il primo pensie-ro è: ma quanti family hotel ci sono qui! Le simpatiche cicogne, ci spie-gheranno dopo, non indicano in real-tà un indirizzo ideale per le famiglie,

ma sono l’annuncio di una nascita. A guardar bene, in effetti, si scorgono tante sciarpine azzurre o rosa. Allora, il pensiero diventa: ma quanti bambini nascono in Val d’Ultimo!E non c’è da stupirsi. Questa piccola valle che si sviluppa a partire da Merano è un paradiso naturale, dove vivere all’aperto fa ancora parte della quotidianità; dove tutti si conoscono e ti salutano quando semplicemente vai a comprare il pane; dove i ritmi rallen-

tano per lasciar spazio a tradizioni e costumi antichi.Sono le montagne altoatesine a fare da cornice al paesaggio, sebbene l’altitudine di questi graziosi paesi di montagna raggiunga un massimo di 1190 metri sul livello del mare. Dunque ideale anche per i bambini più piccoli. I più grandicelli, invece, potranno godere delle belle nevicate scivolando lungo le piste del com-prensorio della Schwemmalm.

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Val d’UltimoDove osano le cicognedi Laura Sciolla

Per chi sogna una vacanza all’insegna dell’autenticità. Per chi desidera godere dei comfort di una destinazione family friend. Per chi ama la suggestione dei paesaggi montani. Val d’Ultimo è la soluzione per vivere l’Alto Adige in famiglia, in estate e, soprattutto, in inverno

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Sentiero per ciaspole

Una gara della Ultenal Ross Ski Cross

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Per chi scia

Con l’omonima cabinovia si raggiun-ge la stazione a monte, la Bergsta-tion, a 2169 metri. Qui si diramano diverse piste da sci di varia difficoltà (ma tendenzialmente adatte ai bam-bini, soprattutto per la straordinaria manutenzione garantita sul fondo nevoso). Tra le mete dello Schwem-malm più frequentate dalle famiglie c’è il kindergarten Bärenhöhle, l’asi-lo sulla neve. Gli sciatori alle prime armi, di età compresa tra i 3 e gli 8 anni, possono essere consegnati ai maestri per tutta la giornata: un tapis roulant servirà per il primo approc-cio allo sci; appena saranno più sicuri, invece, verranno portati sulla pista baby per le lezioni collettive.E se sono stanchi? Una luminosaludoteca li accoglierà per momenti di gioco ‘all’asciutto’. Intanto,i genitori potranno visitareil comprensorio, scoprendo i prodot-ti tipici delle malghe e sorseggiando le bevande calde che periodica-mente i ristoratori offrono sulle piste come gesto d’accoglienza.Ben presto, comunque, i campionci-ni si uniranno a papà e mammaper esilaranti discese tutti insieme: come dicono gli esperti maestridi sci della scuola Ultental(www.skischule-ultental.com), questo comprensorio è perfetto per impa-rare e affinare la tecnica. D’altra parte, qui si è allenato anche il cam-pione del mondo Dominik Paris...

Per chi non scia

Chi non ama lo sci da discesa può scoprire la bellezza delle montagne con le ciaspole. I bambini saranno felici di lasciarsi cullare nello zaino di papà lungo i chilometri di sentieri indicati da una cartina apposita.Molto frequentata anche la pista di pattinaggio, proprio alla partenza della seggiovia. Nessuna paura per

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i principianti: due simpatici pingui-ni vi attendono per accompagnare e sorreggere i primi passi.E poi non mancano le piste per gli slittini, com’è tipico dell’Alto Adige. Al Mondo Bimby Schwem-my, ai piedi della stazione per la Schwemmalm, in località Pracupo-la, anche i piccoli possono cimen-tarsi in belle scivolate senza alcun pericolo. I più avventurosi, invece, possono farsi portare, con pochi minuti di auto, alla pista naturale

Moscha: 500 metri di brividi puri (ma in tutta sicurezza) da percorre-re sempre con gli slittini.Una passeggiata da consigliare a tutta la famiglia è poi quella che costeggia la diga, da Santa Val-burga fino a Pracupola. La strada è sempre battuta dagli spazzane-ve, quindi facilmente percorribile anche con i passeggini.Un’ultima chicca: nel momento in cui prenoterete le vostre vacanze invernali in Val d’Ultimo, verificate

quando si svolgerà la Ultner Rosser Ski Cross (normalmente a inizio febbraio). Si tratta di una due gior-ni di gare sulla neve: i cavalli ga-loppano e… gli sciatori si lasciano trascinare, scivolando sulla neve e cercando di mantenere l’equili-brio lungo un percorso fatto di salti e chicane. I cavalli conquisteranno i bambini, ma la peculiarità dell’evento non potrà che affascinare tutti gli ospiti della Val d’Ultimo.

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Dove mangiareHotel Waltershof

Uno dei più noti hotel della valle ospita al suo interno un elegante ristorante dove gustare le specialità della zona con un tocco gourmet. waltershof.it

Äußere Schwemmalm – Sulle piste

Una malga tipica che regala momenti di gusto sulla neve. Per i bambini, gigantesche cotolette impanate e deliziosi würstel, mentre gli adulti non possono perdersi i tradizionali canederli, i formaggi home made e il dolce tipico: il kaiserschmarrn con mirtilli rossi. Ampia terrazza per le giornate di sole. La malga è raggiungibile con gli sci o le ciaspole, in estate tramite sentiero (e c’è anche il parco giochi). Di recente ha ottenuto il riconoscimento ‘Rifugio più bello dell’Alto Adige’.

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Piatto tipico: i canederli

Cabinovia Schwemmalm Kindergarten Bärenhöhle

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Dove dormireFamilienHotel ViktoriaUn hotel a gestione familiare che vi farà sentire come a casa. Le camere sono ampie e luminose, attrezzate, su richiesta, con scaldabiberon, lettino e mangiapannolini. Alla reception sono inoltre disponibili, gratuitamente, passeggini, zaini

portabimbi e zaini per escursioni. Nell’area ristorante non manca mai il menù bimbo, a cominciare dall’angolo degli antipasti a buffet, a misura di piccoli. Tutto il giorno sono a disposizione succhi fatti in casa. Fiore all’occhiello è l’Ulti Kinderclub (Ulti è il gufetto che accompagna l’intero soggiorno, dalle tovagliette alle decorazioni in camera): a partire dai 3 anni i bambini possono essere lasciati nelle mani degli animatori che, ogni giorno, propongono attività e uscite differenti, oltre al pranzo assistito. Una volta alla settimana, anche i piccolissimi (da 0 a 2 anni) potranno godere di un momento d’indipendenza, gestito con attenzione speciale dagli educatori. Vanno infine ricordate la piscina coperta riscaldata e l’area SPA, con un programma coccole pensato sia per le donne in dolce attesa che per i bambini.

Via Principale, 293 – Santa Valburga in Val d’Ultimo

T 0473 796063 – www.familienhotel-viktoria.com

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La piscina riscaldata La sala dell’Ulti Kinderclub

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Come arrivareIn auto

Arrivando da sud, si prosegue da Bolzano verso Merano. La valle si inerpica sulla sinistra; lunga circa 40 chilometri, è intervallata da tipici paesi montani: San Pancrazio, Santa Valburga, San Nicolò, fino ad arrivare a Santa Gertrude. Gli ultimi tre paesi formano il Comune di Ultimo.

In autobus

Comodi bus da Merano (anche dalla stazione dei treni) e da Lana. La Val d’Ultimo fa parte del Parco Naturale dello Stelvio.

Per infowww.suedtirol.info/it | www.merano-suedtirol.it/it/val-d-ultimo.html

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UltentalCard

È la carta vantaggi creata per i turisti dall’Associa-zione Turistica della Val d’Ultimo. Ingresso gratuito ai musei, utilizzo libero dei mezzi pubblici, compresi i treni regionali in alcune tratte indicate, andata e ritor-no alla cabinovia Schwemmalm, sconto sul noleggio sci. Viene consegnata gratuitamente agli ospiti degli hotel aderenti all’iniziativa.

www.ultental.it

Pura qualità di montagnaL’iniziativa designa gli albergatori e i proprietari di malghe e rifugi (di Merano e

dintorni e della Val Venosta) che conducono la loro attività con impegno e dedizione, offrendo autenticità genuina e qualità in montagna.

A disposizione dei visitatori, un’app gratuita che contiene tutte le malghe e i rifugi a cui è stato conferito il riconoscimento, gli itinerari escursionistici e le ricette da provare a casa.

Cosa comprareIl gioco del Rumpler: interamente in legno, si pratica utilizzando un’insolita scatola che rappresenta l’architettura tradizionale di una casa contadina con al centro la stube e ai lati le varie stanze. In ciascuna ci sono dei birilli con diversi punteggi. Il Rumpler prende il nome dal rumore (‘rumpeln’ in tedesco significa rumore, chiasso) che fa la trottolina che, tirata da una corda, gira con l’obiettivo di far cadere i birilli. Tipico gioco dei contadini.

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Salviettine detergentiSalviettine umidificate in morbido tessuto, ideali fin dai primi mesi per il cambio pannolino e la pulizia

di viso e mani. Formulate con ingredienti lenitivi, pantenolo e bisabololo, sono indicate anche per pelli sensibilie facilmente arrossabili. Ipoallergeniche.

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e salviette multiuso 25 pz.

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con all’interno vera piuma. Disponibile nei colori nero, grigio, azzurro e rosa.

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minima pressione sul palato del

bambino. Disponibili in 3 misure: da 0 a 4 mesi, da 4 a 8 e dai 18 mesi.

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RubricheStivaloni neri, giacca e berretto rosso, da cui spuntano chioma e lunga barba bianche. Nell’iconografia classica Babbo Natale viene rappresentato così, come un anziano signore che nella notte della vigilia distribuisce doni ai bambini. Elemento importante della tradizione natalizia di molte culture, dall’Europa all’America e all’Asia orientale, le sue versioni moderne derivano essenzialmente dallo stesso personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, in Turchia), considerato il protettore dei bambini poiché si narra avesse riportato in vita 5 fanciulli rapiti e uccisi da un oste; l’appellativo Santa Claus, in uso nei paesi anglofoni, deriva da Sinterklaas, nome olandese del santo. Nota particolare per l’Islanda: secondo il folklore locale i bambini buoni riceverebbero 13 regali da altrettanti babbi Natale, i folletti Jólasveinar, che ai bimbi cattivi porterebbero,

invece, solo patate.

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Pierluigi Ramorino è un nonno come gli altri. O quasi. Sei nipoti, tanti amici, e un formidabile spirito d’iniziati-va che lo ha spinto a concretizzare quello che fino ad allora (4 aprile 2014, data della fondazione dell’as-sociazione Nonni 2.0) era stato un semplice tema di discussione tra nonni. «Ci trovavamo spesso a parlare dei nostri nipoti: io li porto a scuola, io li tengo per le vacanze... La tendenza era generalizzare descriven-doci come ‘custodi’ privilegiati dei nostri bambini. Ma qualcosa non quadrava. Eravamo davvero meri fornitori di servizi? Iniziò a fiorire l’idea che fosse il momento di superare il concetto di nonno babysitter ‘di lusso’. L’inte-ra società avrebbe dovuto rendersene conto».

Oggi più che mai…«Certamente: sono sempre di più le famiglie che soffro-no situazioni non semplici, tra separazioni e divorzi. È il concetto stesso di famiglia intesa come piedistallo che si sta sgretolando. Guarda caso, l’unico punto fermo restano i nonni, sia in situazioni solide che nei casi in cui la famiglia non esiste più. Nonni che mantengono il loro ruolo educativo e formativo».

Fatta questa riflessione, come avete iniziato a muovervi?«Abbiamo fondato l’associazione Nonni 2.0 per farci promotori di attività culturali: organizziamo incontri sul tema della famiglia, sul cambiamento educativo, abbiamo creato uno sportello di ascolto per i nonni (a Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica, NDR). Pensiamo a tematiche come il bullismo: da una nostra ricerca abbiamo rilevato che i nonni, per il 90%, sono considerati i migliori consiglieri degli adolescenti. E quando riceve una richiesta d’aiuto, un nonno deve saper rispondere ai nipoti».

Quindi, cercate anche di analizzare il mondo che vi circonda.«Certo: l’anno scorso abbiamo lanciato la seconda edizione di un concorso scolastico dal titolo ‘Io e i miei nonni’. Con i 2500 temi ricevuti dalle scuole di tutta Italia, abbiamo costruito un’incredibile fotografia della ‘voce dei nipoti’. Ci è servito per conoscere meglio la realtà con cui interagiamo quotidianamen-te e devo dire che il favore raccolto ha qualcosa di eccezionale. Da poco è stata presentata la seconda edizione, dal titolo ‘I nonni ci dicono’. Sono curioso dei risultati».

Nonni 2.0Educare, consigliare, ricordare

Non è un semplice modo di dire. L’associazione Nonni 2.0 è nata cinque anni fa con l’obiettivo di far comprendere la rilevanza del ruolo del nonno,

offrendo strumenti di riflessione e sostegno alle famiglie. Di qui gli appelli al mondo istituzionale affinché, finalmente, ne riconosca il valore

RUBRICHE | MONDO NONNI

di Laura Sciolla

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E poi, vi siete rivolti al mondo della politica...«Un altro fronte sul quale ci impegniamo riguarda la volontà di lanciare l’appello anche al di fuori della fa-miglia: vorremmo che si riconoscesse l’importanza della figura dei nonni anche da un punto di vista economico. Pensiamo al contributo che il nonno fornisce alle fami-glie nella società contemporanea: la retta per la scuola, la piscina, il corso d’inglese… Due anni fa siamo riusciti a ottenere l’approvazione, nell’ordine del giorno al Se-nato, proprio sulla proposta del riconoscimento fiscale su questi contributi. Ad oggi, però, purtroppo è tutto fermo, ma non demordiamo».

L’associazione conta attualmente 300 soci e 1500 sosteni-tori. Quali sono le problematiche che riscontrate maggior-mente, voi che avete a che fare tutti i giorni con i nonni?«Un tema molto sofferto è la separazione dei genitori: an-che in questi casi, Nonni 2.0 cerca di sostenere il rapporto nonni/nipoti e nonni/figli, grazie ad esempio allo sportello di ascolto a cui accennavo prima. E poi, il processo di adattamento e accettazione che i nonni devono compiere

rispetto all’evoluzione educativa. A fine ottobre abbiamo organizzato un convegno sul problema delle nuove tecnolo-gie: i nonni devono sapere come comportarsi al riguardo, ma, per farlo, devono anche imparare a utilizzare i diversi device in modo da poterli gestire al meglio».

In una società 4.0, i Nonni 2.0 non tralasciano però la memoria…«Mai e poi mai. Noi rappresentiamo quel passato che i nipoti hanno ormai spesso dimenticato; non per cattiva volontà, quanto piuttosto perché non si rendono conto dell’importanza della memoria. Eppure, se ogni generazione ha il compito di riscrivere la storia con accenti propri, non può farlo senza partire dalle proprie origini, poi innovando-le e trasformando il patrimonio che le è stato consegnato. Questo è anche il compito dei nonni: riscoprire per affrontare il futuro. Ma basta osservare quelle piccole bocche spalan-cate dallo stupore di fronte al racconto di un nonno (o di una nonna), per capire che c’è ancora spazio per la memoria».

www.nonniduepuntozero.eu

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RUBRICHE | AMICI A 4 ZAMPERUBRICHE | vivere greenRUBRICHE | AMICI A 4 ZAMPE

Internazionalmente nota come pet therapy, in Italia la terapia dell’animale domestico o d’affezione è indi-cata anche con l’espressione Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Si tratta di una co-terapia che, in ambito sanitario, va ad affiancare le cure tradizionali (psicoterapia, fisioterapia, trattamenti farmacologici…) per favorire in modo dolce un decorso medico positivo e una migliore qualità della vita del paziente. Oggi, inoltre, sono frequenti i casi di IAA attivati in ambiti diversi, educativi e ludici. In entrambi i contesti, comunque, la pet therapy funziona secondo il mede-simo principio: la relazione con l’animale domestico stimola l’attivazione emozionale, il che porta sempre con sé l’apertura a nuove esperienze e nuovi canali di comunicare. Destinatari per eccellenza degli interventi sono i bam-bini (oltre ad anziani e persone con disabilità o distur-bi psichici), per i quali la pet therapy è un toccasana straordinario: poiché l’animale si dona completamen-te, non giudica e non ha pregiudizi, poiché fa sorri-dere con naturalezza, la sua compagnia promuove la socializzazione, l’autostima, la capacità di prendersi cura di un altro essere e la canalizzazione dell’aggres-sività, oltre a velocizzare i processi di apprendimento. È inoltre provato che, attraverso il contatto con l’ani-male, il battito cardiaco rallenta e scemano ansie e paure, tutte cose che favoriscono la piena espressione del bambino e, anche, la sua partecipazione attiva al processo di cura o alle attività educative.Individuare l’animale giusto è il primo passo perché l’intervento di pet therapy abbia successo. Le Linee Guida Nazionali raccomandano di impiegare solo animali da compagnia: innanzitutto cani ma anche gatti, conigli, asini e cavalli. Tipologia ed esemplare specifico vengono selezionati in ragione delle preferen-ze personali del paziente/utente, delle sue capacità psicofisiche, di eventuali fobie o allergie e, ovviamente,

in base alla risposta emotiva riscontrata nelle prime sedute. Ogni animale deve essere certificato e avere i necessari requisiti sanitari, comportamentali, attitudi-nali e di capacità, valutati da un veterinario esperto in pet therapy. Altro, imprescindibile requisito è la rela-zione tra il pet e il suo conduttore, che sarà presente in tutte le sedute di terapia.

I benefici della pet therapyDal contatto con un animale domestico sgorgano solo

emozioni, stimoli e progressi personali positivi. Una relazione straordinaria, diventata la base per una vera co-terapia in

ambito sanitario ed educativo

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di Nora Cinaschi

Le origini

Era il 1953 quando lo psichiatra infantile BorisLevinson teorizzò i benefici della pet therapy nell’ormai famoso libro ‘The dog as co-therapist’. Nel 1975, una coppia di psichiatri americani, i coniugi Corson, diede alle stampe un altro testo fondamentale, la ‘Pet facilitated psychotherapy’.

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RUBRICHE | APPUNTAMENTi

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Con l’arrivo dell’autunno riprende il progetto Grandi opere per piccoli del Teatro alla Scala di Milano, dedicato al pubblico dei giovani e giovanissimi: inaugurato nel 2014, si conferma uno dei maggiori successi delle ultime stagioni scaligere. L’idea vincen-te è quella di presentare i grandi titoli del repertorio ridotti e adattati a misura di bambino sia per dimen-sioni temporali che per strutture drammaturgiche: un progetto che ha suscitato un entusiasmo travolgente, con oltre 150 rappresentazioni in cinque anni e più di 250mila spettatori fra bambini, ragazzi, familiari e insegnanti. Per festeggiare questo successo, dall’autunno è tor-nata in scena proprio l’opera con cui il progetto ha debuttato: ‘La Cenerentola per i bambini’ – dall’ope-ra in due atti di Gioachino Rossini su libretto origina-le di Jacopo Ferretti – diretta da Pietro Mianiti per la regia di Ulrich Peter. In cartellone, 25 rappresen-tazioni aperte a scuole e famiglie fino alla prossima primavera; protagonisti, ancora una volta, gli allievi dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici della Scala: nella parte di Angelina, in particolare, si alternano Anna-Doris Capitelli (già sul palco in diverse produzioni scaligere, tra cui il concerto di Natale dello scorso anno, diretto da Diego Fasolis) e Valeria Girardello; con loro, la voce recitante di Michele Nani nella parte di Rossini. Secondo tradi-zione, bambini e ragazzi fino a 18 anni entrano al prezzo simbolico di 1 euro. Dopo l’avvio nel 2014 con ‘La Cenerentola’, il pro-getto delle Grandi opere per piccoli è proseguito con ‘Il flauto magico per i bambini’ e ‘Il ratto dal serra-glio per i bambini’ di Mozart; nel 2017-’18 è poi tornato Rossini (era l’anno del centocinquantenario della sua morte) con ‘Il barbiere di Siviglia per

Bambini alla ScalaTorna ‘La Cenerentola’

Il teatro più prestigioso d’Italia riapre le porte ai giovanissimi per una nuova stagione delle Grandi opere per piccoli: in scena ‘La Cenerentola per i

bambini’, una produzione firmata Teatro alla Scala, dal capolavoro di Rossini

di Sara Lanfranchini / foto Archivio Teatro alla Scala

La Cenerentola per i bambini

di Gioachino RossiniDirettore: Pietro MianitiRegia: Ulrich PeterScene: Luigi PeregoCostumi: Dorothea NicolaiSolisti e orchestra dell’Accademia Teatro alla ScalaUna produzione Teatro alla Scala

Recite per il pubblico

15, 22, 28 dicembre 201919 gennaio; 22 marzo; 4, 5 aprile 2020

Recite per le scuole

16, 18, 19 dicembre 201914, 20, 27 gennaio; 5 febbraio; 4 marzo 2020

Biglietti

Già in vendita per il 2019, dal 28 novembre per le date 2020Interi: da 5 a 48 euro (prevendita inclusa)Minori di 18 anni: 1 euro

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i bambini’, mentre nel 2018-’19 è stata la volta di Donizetti con ‘L’elisir d’amore per i bambini’. In que-sti anni, le Grandi opere per piccoli sono state anche una palestra per giovani direttori, tra i quali nomi di rilievo come Michele Gamba e Maxime Pascal.Ma non si limita all’opera l’offerta scaligera dedicata ai giovanissimi. Durante tutto l’anno, infatti, il cartel-lone della Scala presenta i Concerti per bambini: un

ciclo molto seguito di pomeriggi musicali domenicali, in programma fino all’11 ottobre 2020, animati ogni volta dall’intervento di un attore. Tante occasioni per avvicinare e appassionare gli spettatori più giovani all’opera e alla musica classi-ca, in uno dei teatri più prestigiosi del mondo.

www.teatroallascala.org

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Concerti per bambini

24 novembre 2019

Ensemble BaroccoCon il mezzosoprano Anna-Doris CapitelliMusiche di Durante, Porpora, Händel, Torelli, Caldara, Vivaldi, GaluppiCon la partecipazione di Gioele Dix

1° marzo 2020

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla ScalaDirettore Bruno CasoniCon la partecipazione di Gioele Dix

5 aprile 2020

Sound Music

Piccola Filarmonicadella ScalaDirettore Alessandro FerrariCon la partecipazione di Francesco Micheli

7 giugno 2020

Corni del Teatro alla ScalaMusiche di Vivaldi, Leoncavallo, Elgar, Mendelssohn, Brahms, Menken, Hornes

21 giugno 2020

Ottoni della ScalaDirettore Brian Richard EarlMusiche di Musorgskij

11 ottobre 2020

Cameristi della ScalaMusiche di Stamitz, Sollima

Un po’ di storia

La prima rappresentazione di Gioachino Rossini, intitolata ‘La Ce-nerentola, ossia la bontà in trionfo’, ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma; il contralto Geltrude Righetti Giorgi (già la prima Rosina de ‘Il barbiere di Siviglia’) interpretò il ruolo di Cenerentola. Il libretto originale è di Jacopo Ferretti, basato sulla celebre fiaba di Charles Perrault, ma anche sulle vicende al centro di altre due opere: ‘Cendrillon’ (1810) e ‘Agatina’ (1814).

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RUBRICHE | appuntamenti

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A Milano, il Sogno del Natale Dal 22 novembre al 30 dicembre, per la prima volta a Milano, i bambini potranno vivere l’Ippodromo del Galoppo di San Siro in una nuova veste. Qui, infatti, prenderà forma Il Sogno del Natale, il villaggio di Babbo Natale in versione italiana, un piccolo mondo in cui bambini e famiglie possono scherzare con elfi giocherelloni e ascoltare mille aneddoti natalizi, scoprire i segreti della fabbrica dei giocattoli, recarsi all’ufficio postale per scrivere la letterina e incontrare Babbo Natale in persona, non prima di aver attraversato un percorso fatto di effetti scenici e giochi di luce. Un modo diverso di vivere la magia del Natale.www.ilsognodelnatale.it

Arezzo città del NataleDopo il successo degli scorsi anni, torna la quinta edizione di Città del Natale, ad Arezzo fino al 6 gennaio 2020. Atmosfere natalizie riempiono lo storica cittadina con il gioco di ‘urban lights’ protagonista dell’evento. Mercatini, spettacoli, attrazioni: al Prato sarà allestito il Christmas Village, con atmosfere nordiche, la ruota panoramica, la pista di pattinaggio (con un’area riservata ai bambini) e il planetario. Il bosco attorno alla Fortezza sarà completamente illuminato e ospiterà un albero parlante. All’interno del Palazzo della Fraternita dei Laici sarà invece allestita la Casa di Babbo Natale, con un Santa Claus gigante illuminato da oltre centomila LED.www.arezzocittadelnatale.it

Il Natale delle meraviglie Il 30 novembre partirà la 17a edizione del Natale delle Meraviglie,che con oltre 20 giornate ricche di intrattenimento condurrà all’Epifania. Nel centro storico medievale, un percorso di luci accompagnerà i visitatori alla scoperta dei fiori all’occhiello di questo appuntamento: il mercatino natalizio, gli spettacoli itineranti e le animazioni dedicate ai più piccoli. Il tutto nella cornice di una delle Repubbliche più antiche del mondo. Nella Cava Antica sarà anche predisposto un servizio di accoglienza gratuito per mamme e bambini, in una baita riscaldata e attrezzata per il cambio e la pappa, con fasciatoio, microonde e seggioloni.www.visitsanmarino.com

Natale in GermaniaSe vi trovate in Germania nel periodo delle feste non avrete che l’imbarazzo della scelta: sono tantissimi gli appuntamenti organizzati in occasione del Natale. A Berlino, al FEZ (Centro per il tempo libero e per il relax), nel parco di Wuhlheide, le attività manuali e gli spettacoli teatrali saranno interamente dedicati ai bambini. Ma anche allontanandosi dalla capitale ci sono diverse occasioni per festeggiare l’avvento: nell’Alta Baviera, per esempio, i più piccoli potranno incontrare gli alpaca, sperimentarsi nel bricolage, assistere alla lavorazione del vetro soffiato. Tutto nel vecchio villaggio bavarese del campione olimpico Markus Wasmeier, tra le montagne di Schliersee.www.germany.travel

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La novità

A San Marino

In Toscana

Oltreconfine

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RUBRICHE | LEGGERE insieme

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Che abitiate in una metropoli o in un paese di provincia, che la vostra città abbia una biblioteca per quartiere, in funzione dal lunedì alla domenica, oppure un’unica stanza – ma colma di libri – aperta un solo giorno a settimana, in ogni caso portateci i bambini. Non solo in biblioteca avranno occasione di prendere in prestito molti, interessanti titoli adatti al loro gusto e alla loro età, ma scopriranno anche che, periodicamente, in tutte le biblioteche d’Italia si organizzano incontri per avvicinare i più piccoli al piacere di leggere: letture animate (in genere suddivise per età) a cura di personale appassio-nato, se non di veri e propri attori o ‘lettori ad alta voce’ che sapranno coinvolgere anche l’uditorio più giovane; laboratori, a seguire, in cui i bambini possono disegnare o creare manufatti originali a partire dal tema scelto (e dai libri letti) per la giornata; una golosa merenda (quando gli incontri si tengono nel pomeriggio) da condividere con gli altri bambini, un ottimo modo per fare nuove amicizie.Se non ci siete ancora stati, portate i vostri figli in biblio-teca questo Natale. Troveranno ad accoglierli seggioline e tappetoni su cui mettersi comodi, per ascoltare letture a tema natalizio tratte tanto dai grandi classici del genere quanto da pubblicazioni recenti. E se quanto ascoltato li conquisterà, potranno prendere il libro in prestito, vicever-sa ne sceglieranno altri in base alle loro preferenze: le due settimane di vacanza che li aspettano saranno ancora più ricche e piacevoli in compagnia di nuove storie, tutte da sfogliare e scoprire.

Natale in bibliotecaNon c’è occasione migliore del Natale per portare i bambini in biblioteca.

Tra libri da sfogliare, letture animate e laboratori a tema, gli incontri prefestivi li sapranno divertire e conquistare

di Sara Lanfranchini

Letture per NataleLe mie prime arie classiche di Natale libro sonoro di Emilie Collet, Gallucci, 2018 – da 0 anni

Un albero di Natale molto speciale di Sam Taplin, Edizioni Usborne, 2018 – da 1 anno

Un regalo per Babbo Natale di Alessia Zucchi, Edibimbi, 2016 – da 2 anni

Buon Natale, Mog! Di Judit Kerr, Mondadori, 2017 – da 2-3 anni

La prima neve di Bomi Park, Lupo Guido, 2018 – da 2-3 anni

24 storie per aspettare Natale sotto le stelle di Olivier Dupin, Emme Edizioni, 2017 – da 3 anni

Ollie e la renna di Natale di Nicola Killen, Nord-Sud Edizioni, 2018 – da 3 anni

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Alla ricerca del ciuccioDi Lodovica CimaIllustrazioni di Giorgia AtzeniBacchilega Junior, 2019 // 36 pagine 9 € // Da 1 anno e mezzo

Il primo titolo di una nuova serie di dieci

libretti, le ‘Storie del nido’, dedicati a diversi temi relativi alla quotidianità dei

più piccoli. Qui ci si concentra sul ciuccio

di Matteo, che, dispiaciuto per averlo perso, lo cerca dappertutto nella sua

stanza. Un’esplorazione solitaria che, se fatica a riportare alla luce l’amato succhiotto, non è tuttavia senza frutto: riemergono giocattoli e oggetti cari che il bambino non ricordava di possedere.

Attraverso immagini realistiche e nitide, i lettori più giovani si identificano nella storia del protagonista, osservando e

riconoscendo situazioni familiari

attraverso cui entrare in contatto con le

proprie emozioni.

Stasera sto con papàDi Nadine Brun-Cosme Illustrazioni di Magali Le HucheEdizioni Clichy, 2019 // 24 pagine 6,90 € // Da 2 anni

Nuova edizione, nella collana Carrousel, per l’amato libro di Nadine

Brun-Cosme, autrice parigina diventata celebre per la fortunata serie ‘Lupo & Lupetto’. Al centro della storia, una bambina, Clara, e il suo papà, a casa

da soli una sera in cui la mamma non

c’è. Quindi, questa volta sarannoloro due a fare il bagnetto, a

preparare la cena e a leggere la storia

della buonanotte. E chi l’avrebbe detto che papà, che fa tutto in modo diverso dalla mamma, potesse essere così

divertente? Un modo per ricordare ai bambini (e ai loro genitori) che sia mamma che papà sono speciali per i loro piccoli, ognuno a modo suo.

Piccolo Ghepardoe la sua ombraDi Marianne Dubuc La Margherita, 2019 // 36 pagine 13 € // Da 3 anni

Piccola Ombra è arrabbiata con Piccolo Ghepardo perché cammina davanti a lei, decide dove andare

e, soprattutto, le chiude sempre la coda nelle porte. Certo la

sua non è una vita semplice, ma Piccolo Ghepardo, il suo amico inseparabile, le fa una proposta

davvero allettante: «Camminerai tu

davanti, d’ora in poi». Così i ruoli si

ribaltano e ciascuno dei personaggi

sperimenterà cosa significhi mettersi nei panni dell’altro. Dalla penna dell’illustratrice e scrittrice canadese Marianne Dubuc, una storia di amicizia ed empatia che invita a trovare soluzioni condivise e insegna

il valore della collaborazione.

Per mammee papà

Montessoridalla A alla ZDi Battista Quinto BorghiErickson, 2019 270 pagine // 14 €

Ovvero il ‘lessico della pedagogia

di Maria Montessori’, come si legge nel sottotitolo di questo

nuovo volume dedicato al metodo

educativo probabilmente più

conosciuto al mondo, studiato e

ripreso infinite volte, da infiniti punti di vista, negli ultimi cento

anni. Oggi, i tipi di Erickson danno alle stampe il primo dizionario

del lessico montessoriano, curato

dal presidente della Fondazione Montessori Italia: un testo scaturito dal sistematico studio filologico di una selezione ragionata di

fonti, volto a offrire uno sguardo

globale sul pensiero e i concetti

più importanti dell’indimenticata pedagogista italiana.

Per i bambini

RUBRICHE | LIBRI PER LE FESTE

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Set pappa in bambùSet pappa in bambù per bambini dai 12 mesi,

composto da piattino, ciotola, set posatine e bicchiere. Il bambù è un antibatterico naturale e il set è ecologico,leggero e lavabile in lavastoviglie.

Nuvita

Valigetta LoveUna valigetta regalo con 3 prodotti per l’igienee la cura del bambino: pasta cambio, salviettine multiuso e detergente delicato.

Disponibile in versione oro e argento.

Mustela

Clip in tessuto Clip in tessuto colorato in edizione limitata

per la collezione My Special Christmas, perfetta da abbinare al PhysioForma Gommotto rosso, disponibile in tre fasce

d’età.

Chicco

Idee...

Ollie il gufo Grazie alla tecnologia CrySensor,

se il bimbo piange si attiva e canta una

ninna nanna di Brahms. Emette anche altri 3 suoni rilassanti: battito cardiaco, pioggia e rumore bianco statico.

Ollie, inoltre, crea una luce soffusa

che consente di controllare se il bambino dorme o di calmarlo se si

sveglia durante la notte.

Mayborn

CrabAnello da bagno dotato di apertura

frontale e provvisto di sistema di

sicurezza per evitare che il bambino possa aprirlo autonomamente.

Ha un sistema di fissaggio a ventose adatto a tutte le vasche (tranne quelle con fondo antiscivolo).

Ok Baby

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Set pappa in bambù

composto da piattino, ciotola, set posatine e bicchiere. Il bambù è un antibatterico naturale e il set è ecologico,

Nuvita

... sotto l’alberoPalla massaggiagengiveLe diverse superfici da mordere favoriscono l’eruzione e la crescita dei dentini. Massaggia le gengive, stimola il bambino e favorisce un corretto sviluppo orale. Facile da impugnare grazie al suo particolare design, è realizzata completamente in morbido silicone.Nuby

Girello Giocagiro 3in1Un centro attività, girello e dondolo con luci, suoni e 14 attività per

stimolare tutti i sensi. Il seggiolino

ruota di 360 gradi per consentire al

bambino di giocare con tutti

i giocattoli che lo circondano. Brevi

Cofanetto Defence Hydra5 Limited editionLa sua funzione idratante è particolarmente indicata per la stagione fredda. Il cofanetto

detossinante è composto da Booster, siero idratante intensivo 30 ml, e Opthydra, crema idratante nutriente 50 ml. Bionike

Biberon con tettarella anatomica In poliammide, materiale privo di bisfenolo A, trasparente come il vetro

ma leggero e pratico come la plastica. La tettarella anatomica imita il capezzolo durante la suzione. Disponibile in 3 misure

(150 ml, 270 ml, 360 ml) e per vari tipi di flusso.

Suavinex

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Cam Il mondo del bambino propone Original 4in1, che accompagna il tuo piccoloin ogni fase della crescita. Un prodotto interamente italiano

Original 4in1 è uno dei nuovi prodotti Cam Il mondo del bambino, unico nel suo genere e ideale da 0 a oltre 15 kg.

Original 4in1 rappresenta 4 prodotti in 1: è infatti seggiolone, ideale da 0 a 36 mesi, con seduta girevole per agevolare i genitori (ad esempio nel momento della pappa) e dotato di piedini regolabili in 5 altezze, 3 inclinazioni dello schienale, poggiapiedi regolabile e 2 tavolette removibili.

Allo stesso tempo, può diventare anche una bellissima sdraietta con barra giochi, ideale da 0 a 9 kg, con morbido riduttore in cotone e schienale regolabile in 2 posizioni.

Da 6 a 36 mesi può essere usato come rialzo da sedia, perfetto per la pappa fuori casa grazie al fissaggio universale alla sedia con set di cinghie regolabili, dotato di 4 altezze e base con gommini antiscivolo. È utilizzabile come seggiolone da viaggio con ampia tavoletta per i più piccoli, oppure, senza tavoletta, per i più grandi che vogliono sedere a tavola con mamma e papà. Una volta chiuso, è super compatto e facile da trasportare grazie alla maniglia.

Infine, da 15 kg in poi può essere utilizzato come sedia confortevole, perfetta in casa per i momenti di lavoro, relax e/o riposo.

Sicuramente, un prodotto unico nel suo genere, funzionale, ma allo stesso tempo ricercato e contemporaneo, che rispecchia i trend attuali del design e dell’arredamento, senza tralasciare la qualità del made in Italy, la sicurezza, il comfort e la praticità, valori che contraddistinguono l’azienda Cam Il mondo del bambino da oltre 50 anni.

www.camspa.it

Original 4in1Il nuovo prodotto multifunzionale

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Info aziendeAlce Nero www.alcenero.com

Aptamil www.aptaclub.itAzzurra Design www.azzurradesign.it

Bontempi www.bontempi.comBrevi www.brevi.itCam www.camspa.itChicco www.chicco.it

Colibrì www.colibrifun.itDino Bikes www.dinobikes.comEuphidra www.euphidra.com

Fiocchi di Riso www.fiocchidiriso.comFamosa www.famosa.es

Fisher Price www.fisher-price.comFissan www.fissan.com

Foppapedretti www.foppapedretti.itGlobo www.globo.itHipp www.hipp.it

Huggies www.huggies.itHumana www.humana.itInglesina www.inglesina.it

Lisciani www.liscianigroup.comLulabi www.lulabi.it

Mam www.mambaby.com/itMapom www.maglificiomapom.it

Mafer www.mafer.itMedela www.medela.it

Narhinel www.narhinel.itNestlé www.nestle.com

Ok Baby www.okbaby.itPali www.pali.it

Peg Pérego www.pegperego.comPicci www.picci.it

Plasmon www.plasmon.itSimba www.simbatoys.de/it

Varta www.varta-consumer.it/it-itZero Company www.zeroecompany.com

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Marilena Saracco e Teresa Benvenuto per Assindatcolf

EditingSara Lanfranchini

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