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Natale “archeologo” della solidarietàNon si tratta di dati puramente di im-magine ma di dati...

Date post: 22-Jul-2020
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Natale “archeologo” della solidarietàdi Giorgio Vicini

Il Natale giunge an-cora una volta a ri-

chiamare tutti ad un sistema di vita più

ragionevole e pulito dove lavoro, sacrifi cio

e reciproca tolleran-za prendano il posto

dell’apatia e del-l’intolleranza verso il

prossimo.Sia il Natale l’”archeo-logo” capace di ripor-

tare alla luce il miraco-lo nascosto della

solidarietà umana.

Amici, stiamo velocemente cor-rendo verso le festività natali-zie e di fi ne anno.

Come ogni anno di questi tempi, si fanno bilanci di ciò che è stato fatto e di quello che abbiamo rimandato all’anno prossimo. Si fanno statisti-che di donazioni e donatori raffron-tandole a quelle degli anni passati e si stilano previsioni per l’anno che deve venire.Non si tratta di dati puramente di im-magine ma di dati che ci servono per poter programmare il nostro futuro in un mondo che cambia le regole con estrema velocità. Com’è ormai sua consuetudine, l’A-vis di Cesena darà anche vita alle ini-ziative tipiche del tempo che ci accin-giamo a vivere. Ma perchè le nostre azioni non fi niscano con l’appesantir-si nell’abitudine non ci sembra fuori luogo soffermarci a rifl ettere sul sen-so di una festa che anche quest’an-no giunge in un mondo ulteriormente aggravato da problemi sociali, politi-ci ed economici. In alcuni momenti pare quasi che la tensione stia per raggiungere il punto di rottura, senza lasciare spazio a possibili soluzioni di segno pacifi catore.

Sul piano morale, marciano di pari passo con le diffi coltà materiali ele-menti disgregatori che minacciano di travolgere tutto un patrimonio di cultu-ra, di civiltà, di tradizioni faticosamen-te costruito nel corso degli anni.Che certe strutture abbiano bisogno di una profonda revisione è fuor di-dubbio, ma non è giusto che una cie-ca forza distruttrice minacci di travol-gere tutto. Gli uomini sembrano aver dimenti-cato soprattutto umiltà e coesione. Ecco, dunque, che il Natale giunge ancora una volta a suggerire proprio il rifi orire dei valori più saldi, nell’inte-resse comune. Ostinarsi nella via della violenza, nel-la ricerca di un benessere precario, nell’egoismo più ottuso, porta inevita-bilmente al fallimento. Il Natale è un richiamo ad un sistema di vita più ragionevole e pulito, dove il lavoro, il sacrifi cio e la reciproca tol-leranza prendano il posto dell’apatia e dell’intolleranza verso il prossimo. È il momento di provvedere a regi-strare la nostra stessa vita sul model-lo di una esistenza più razionale ed umana. Le buone qualità dell’uomo non sono morte, ma giacciono sotto una coltre di indifferenza, e a volte di cinismo che è andata a formarsi nel corso di questi ultimi anni come la pa-tina del tempo che ricopre i capolavori dell’arte antica.Sia il Natale l’”archeologo” capace di scavare a fondo e di riportare alla luce il miracolo nascosto della solida-rietà umana.A tutti voi che ci leggete regolar-mente in queste pagine vadano i migliori auguri di un Buon Natale ed un sereno Anno Nuovo!!

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Sangue a Cesena e dintorniNon dobbiamo mai smettere di divulgare il messaggio sull’importanza del dono del sangue. Tutta la popola-zione deve rendersi conto che il problema sangue è un problema di tutti e tutti devono fare qualcosa perchè il sangue sia suffi ciente ai bisogni di Ospedali e Case di Cura della Romagana

È da poco terminata l’estate e con essa sono terminate tutte le nostre iniziative che hanno

coinvolto tanti volontari. Ovunque invitati siamo andati a portare il nostro messaggio sull’importanza del dono del sangue. Siamo alla costante ricerca di nuovi donatori per amplia-re la nostra base associativa, per aumentare la raccolta e per garantire un ricambio ai donatori che cessa-no la donazione in modo defi nitivo per età. Potrà sembrare ripetitiva la nostra azione di sensibilizzazione ma ciò che la rende sempre attuale è la richiesta di sangue e di plasma che ci viene tutti i giorni dagli Ospedali e Case di cura della Romagna.L’autosuffi cienza è da sempre il no-stro obiettivo e questo vogliamo rag-giungere garantendo, con il controllo clinico e di laboratorio dei donatori e del sangue raccolto un prodotto sano, portatore di energia e di speranza di vita. Nei primi 10 mesi di quest’anno ci siamo riusciti? Se guardiamo i dati di Cesena e dintorni abbiamo un -38 di sacche di sangue intero raccolte

rispetto allo stesso periodo del 2011. Se allarghiamo i dati a tutto il ter-ritorio dell’Azienda Usl di Cesena, abbiamo un +190 si sangue raccolto. Il dato complessivo è positivo ma noi dobbiamo tenere sempre presenti anche i piccoli campanelli d’allar-me prima che essi si trasformino in situazioni di diffi coltà più diffi cilmente gestibili.Perché a Cesena si è verifi cato un calo nelle donazioni?Da sempre in estate si registra una minore disponibilità alla donazione di sangue; ma quello che possiamo anche supporre è che la crisi eco-nomica che sta coinvolgendo tutto il mondo abbia molto infl uenzato le no-stre zone. Anche il mondo del volon-tariato è stato certamente infl uenzato da questa crisi. In questi momenti si è meno disponibili ad aiutare gli altri perché presi dalle preoccupazioni personali e a volte non ci rendiamo conto che, anche in momenti di crisi, c’è sempre qualcuno che ha bisogno di sangue per tornare in buona salute e, a volte, alla vita.

Per questi motivi la nostra azione per acquisire nuovi donatori non deve rallentare.Tutta la popolazione si deve rendere conto, però, che il problema sangue non deve essere ritenuto un problema dei soli addetti ai lavori ma deve riguar-dare tutti ed ognuno di noi deve fare il suo piccolo ma signifi cativo passo.Ognuno di noi si deve porre di fronte alle proprie responsabilità, si deve porre di fronte alla scelta dell’indif-ferenza o del dono generoso del proprio sangue per stimolare ciascu-no a compiere un gesto di altruismo disinteressato, gratuito ed anonimoPer noi donatori di sangue l’invito è quello di essere noi stessi testimoni dell’importanza del dono del sangue.Ecco pertanto il proposito per il 2012: mantenere l’attuale impegno alla donazione regolare e di sensibilizza-zione proposto da Avis; farsi cassa di risonanza per diffondere in famiglia, fra gli amici e nei luoghi di ritrovo, ricreativi, culturali e lavorativi il mes-saggio di Avis.

La Direzione di Avis Cesena

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2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

Bulgarnò 19 15 36 31 55 46 -9 21 15 7 6 28 21 -7 0 0 83 67 -16

Calisese 53 56 286 282 339 338 -1 47 47 36 35 83 82 -1 0 0 422 420 -2

Cesena 3.178 3.114 348 388 3.526 3.502 -24 1.072 1.059 19 19 1.091 1.078 -13 0 0 4.617 4.580 -37

Cesena Città 137 129 26 26 163 155 -8 54 56 0 0 54 56 2 0 0 217 211 -6

Grillo 14 18 1 2 15 20 5 4 3 0 0 4 3 -1 0 0 19 23 4

Longiano 44 35 92 98 136 133 -3 23 18 11 10 34 28 -6 0 0 170 161 -9

Pievesestina 58 57 40 32 98 89 -9 37 28 2 5 39 33 -6 0 0 137 122 -15

Quartiere Ravennate 55 52 83 98 138 150 12 20 19 7 4 27 23 -4 0 0 165 173 8

Roncofreddo 12 14 22 22 34 36 2 10 10 3 3 13 13 0 0 0 47 49 2

S.Carlo 50 48 4 8 54 56 2 17 18 6 3 23 21 -2 0 0 77 77 0

S.Giorgio 39 46 36 32 75 78 3 17 12 5 6 22 18 -4 0 0 97 96 -1

S.Mauro in Valle 65 57 10 7 75 64 -11 31 25 0 0 31 25 -6 0 0 106 89 -17

S.Vittore 85 89 16 15 101 104 3 38 30 0 0 38 30 -8 0 0 139 134 -5

TOTALE 3.809 3.730 1.000 1.041 4.809 4.771 -38 1.391 1.340 96 91 1.487 1.431 -56 0 0 6.296 6.202 -94

2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

Alfero 3 10 186 186 189 196 7 4 3 1 1 5 4 -1 0 0 194 200 6

Cesenatico 35 45 883 1.007 918 1.052 134 30 37 155 215 185 252 67 0 0 1.103 1.304 201

Fiumicino 1 3 45 52 46 55 9 2 1 8 5 10 6 -4 0 0 56 61 5

Gambettola 103 96 139 159 242 255 13 85 65 19 19 104 84 -20 0 0 346 339 -7

Gatteo 14 13 146 137 160 150 -10 17 14 50 48 67 62 -5 0 0 227 212 -15

Mercato Saraceno 46 39 337 352 383 391 8 5 11 132 121 137 132 -5 0 0 520 523 3

Montiano 18 13 77 72 95 85 -10 17 10 23 19 40 29 -11 0 0 135 114 -21

S.Mauro Pascoli 12 16 286 282 298 298 0 15 17 55 64 70 81 11 0 0 368 379 11

S.Piero in Bagno 2 5 562 576 564 581 17 0 2 58 56 58 58 0 0 0 622 639 17

Sarsina 20 27 151 159 171 186 15 18 14 28 17 46 31 -15 0 0 217 217 0

Savignano 37 27 691 719 728 746 18 34 34 149 169 183 203 20 0 0 911 949 38

Sogliano 1 3 48 35 49 38 -11 3 1 5 1 8 2 -6 0 0 57 40 -17

TOTALE 292 297 3.551 3.736 3.843 4.033 190 230 209 683 735 913 944 31 0 0 4.756 4.977 221

2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

Comunale di Cesena 3.809 3.730 1.000 1.041 4.809 4.771 -38 1.391 1.340 96 91 1.487 1.431 -56 0 0 6.296 6.202 -94

Altre Sezioni 292 297 3.551 3.736 3.843 4.033 190 230 209 683 735 913 944 31 0 0 4.756 4.977 221

TOTALE 4.101 4.027 4.551 4.777 8.652 8.804 152 1.621 1.549 779 826 2.400 2.375 -25 0 0 11.052 11.179 127

TOTALEdonazioniAltre Sezioni

del cesenate

SANGUE INTEROTotale

donazionisangueintero

Diff.11/10SIT ESTERNO

PLT SITDiff.

11/10

PLASMA

Diff.11/10

SIT

TOTALI

SANGUE INTEROTotale

donazionisangueintero

Diff.11/10SIT ESTERNO

Diff.11/10

PLASMA TOTALEdonazioni

Totaledonazioni

plasma Diff.11/10

PLT SIT

SIT ESTERNO

Diff.10/09

PLT SIT

Totaledonazioni

plasmaSIT ESTERNO

SIT ESTERNO

Totaledonazioni

sangueintero

Diff.10/09

SANGUE INTERO

ESTERNOComunale di

Cesena

TOTALEdonazioni Diff.

10/09

PLASMA Totaledonazioni

plasma

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La situazione

Donazioni: 1 gennaio - 31 ottobre

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Donare sangue... è una scelta del cuoreCESENA - via IX febbraio, 7/9

TELETHON 2011 da venerdì 16 a domenica 18 dicembre

La Banca Nazionale del Lavoro e l’Avis Comunale di Cesena partecipano anche quest’anno, in qualità di

sponsors uffi ciali, alla maratona Telethon, la manifestazione di solidarietà organizzata per la raccolta di fondi a favore della ricerca scientifi ca sulla prevenzione

e la diagnosi delle malattie genetiche.

In concomitanza con la maratona televisiva RAI l’Avis di Cesena raccoglierà le offerte del pubblico

da venerdì 17 a domenica 19 dicembre nei seguenti punti commerciali

Per l’intera giornata di sabato 17 dicembre presso i locali della banca BNL di Cesena verranno offerti gratuitamente crocchette di pollo, pasticcini, ciambella e vino.

Si ringraziano Apofruit, Amadori, Cantina Sociale di Cesena e Savignano sul R. e le pasticcerie: Romagna, Elvis, Fagioli di Cesena e Casadei di Gambettola

Ambulanti di piazza del Popolo CONAD di Ponte AbbadesseA&O di Martorano COOP di via CerveseA&O di San Mauro in Valle ECONOMYBanca BNL di via IX febbraio IPER COOP Lungo SavioCONAD di Case Finali Centro Commerciale MONTEFIORECentro Commerciale FAMILA Centro Commerciale CALISESE

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La ricerca scientifi ca fi nanziata da Telethon e da Avis continua a fornire ottimi risultati. Ne è un vali-do esempio la scoperta della causa genetica di una

rara malattia ereditaria dovuta alla forte carenza di piastri-ne, gli elementi del sangue responsabili dell’arresto delle emorragie. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Human Genetics, è stato coordinato dal prof. Carlo Balduini, direttore della Clinica medica III della Fondazione Irccs Policlinico “San Matteo” e docente dell’Università di Pa-via. Lo studio ha avuto la collaborazione di altri ricerca-tori storicamente impegnati con Telethon nello studio dei difetti della coagulazione, tra cui Anna Savoia (Università Trieste-Irccs), Burlo Garofolo, Marco Seri dell’Università di Bologna e Silverio Perrotta della Seconda Università di Napoli. “Sono dieci anni che studiamo questa malattia - spiega Balduini - e la diffìcoltà più grande stava nel fatto che, a differenza di quanto accade in altre piastrinopenie eredita-rie note, le piastrine di questi hanno un aspetto pressoché normale. Improvvisamente, quando per esempio sono sottoposti a un banale trattamento dentistico, continuano a perdere san-gue”. Nel mondo vi sono circa 20 tipologie di piastrinopenie e alcune di esse sono presenti solo in pazienti italiani. Nello studio di queste patologie, la Clinica medica III di Pavia è all’avanguardia e ogni anno sono circa 25 i casi seguiti nel dettaglio. Presso i suoi laboratori è stato, inoltre, istituito dal 2006 il Registro italiano per la Malattia MYH9-correlata. Il registro, consultabile all’indirizzo www.registromyh9.org, vanta, infatti, la più ampia casistica al mondo di pazienti caratterizzati per la loro specifi ca mutazione genetica (circa 200 casi in tutto).

“La nostra ultima scoperta - prosegue Balduini - era molto diffi cile da diagnosticare, perché non sapevamo di fatto che cosa andare a cercare. Questo ha fatto sì che in passato molti pazienti abbiano ricevuto trattamenti non solo inadat-ti, ma anche dannosi con terapie a base di cortisone o su-bendo l’asportazione della milza. L’identifi cazione del gene responsabile - Ankrd-26 - segna quindi un punto di svolta per questi malati”. Chi soffre di questa malattia del sangue è apparentemen-te sano, ma nel caso di traumi e interventi dentistici può andare incontro a sanguinamenti improvvisi e abbondanti, talvolta così pericolosi da mettere in pericolo la stessa esi-stenza.Le donne, inoltre, sono ulteriormente a rischio quando par-toriscono o addirittura nel corso del ciclo mestruale men-sile. Il prossimo passo è comunque chiarire quale sia la funzione del gene Ankrd-26, ancora poco nota. Da Baldui-

ni arriva un ringraziamento sincero a Telethon ed Avis: “Noi abbiamo fi nanziamenti dal 2000. Senza questo supporto, non avremmo potuto fare davvero nulla. Oltre alle scoperte su Ankrd-26 e rimanendo sempre nell’am-bito delle piastrinopenie, ricordo che nel 2010 abbiamo provato per la prima volta un farmaco per via orale chia-mato eltrombopag, che nell’80% dei casi alza il livello delle piastrine e fa cessare il sanguinamenta. Si tratta di una scoperta davvero molto importante. In questo modo, i pazienti che devono essere sottoposti a trattamento chirurgico, una volta ingerita la pastiglia, non necessitano più del cospicuo numero di trasfusioni di cui avevano bisogno in passato e le sacche raccolte possono essere utilizzate per altri bisogni clinici”.

A cura di Filippo Cavazza, Uffi cio stampa Avis nazionale (da Avis SOS, marzo 11)

Grandi passi contro la piastrinopenia

Telethon

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Come si presenta l’emicrania? Si conoscono le cause che la fanno scatenare? E’ possibi-

le curarla? A queste e ad altre domande cerchere-mo di dare delle risposte, certamente non assolute ma che possono servire da guida per chi soffre di questa malattia spesso addirittura perenne.

I vari tipi di emicrania.Le sinusiti, l’ipertensione arteriosa, le otiti, le affezioni dentarie, le meningiti, il fumo, l’alcol sono le più frequenti cause delle emicranie cosiddette seconda-rie. Rappresentano il 10% di tutti i mal di testa e sono così chiamate perché è chiara la causa primitiva e la conse-guente terapia. Il restante 90% è rappresentato dalle emicranie primarie, mal di testa di cui non è possibile stabilire con chiarezza la causa. L’emicrania primaria è suddivisa princi-palmente in 4 tipi individuati per la diver-sa frequenza di insorgenza e per i vari sintomi che li distinguono uno dall’altro: vediamoli.Emicrania comuneQuesto è il mal di testa più frequente, caratterizzato da momenti di assenza e da periodi anche lunghi di remissione. Due sono i sintomi principali: il dolore e la nausea. Il primo insorge spesso in una parte della testa e tende a diffon-dersi via via in tutto il corpo; in molti casi è violento e pulsante mentre in altri è sordo e continuo; l’individuo, quando il male è molto forte, cerca di riposarsi mantenendo la testa in un’unica posi-zione, premendola con la mano o con il cuscino sovente al buio. La durata del dolore è molto variabile: può essere di minuti oppure di ore, fi no ad un’intera giornata. Il secondo sintomo dell’emi-crania comune è sempre la presenza della nausea. Questa si manifesta an-che solamente con il rifi uto del cibo e se la persona arriva a vomitare non di rado cessa l’attacco. Vi sono altri sin-

tomi non sempre però presenti, come un aumento della lacrimazione oculare con bruciore, sonnolenza, aumento del muco nasale, sensazioni di capogiro e di instabilità nel cammino, irritabilità alla luce e ad alcuni odori e suoni. Si può ben comprendere come questo vario corredo di sintomi può indurre a ingan-nare sia la persona sia il medico, tanto da arrivare a consultare gli specialisti dei vari organi o apparati, come otorini, oculisti, psichiatri eccetera. E’ necessario precisare a questo pun-to che l’emicrania comune è un’entità di malattia ben defi nita e che i sintomi sopra descritti le appartengono in esclu-siva. E’ vero anche che, ad esempio, si può riscontrare tra chi soffre d’ansia anche l’emicrania comune e così in chi ha il raffreddore una certa frequenza di mal di testa, ma non è vero che tutti gli emicranici sono ansiosi, hanno una rini-te allergica, una congiuntivite, una labi-rintite e così via. Ecco dunque quanto è importante un attento studio clinico della persona per fare una giusta diagnosi di “emicrania comune”. Emicrania classicaDa diversi studi statistici l’incidenza di questo tipo di emicrania risulta essere compresa tra l’uno e il due per cento della popolazione. Quello che defi nisce l’emicrania classica (o emicrania oftal-mica) è la presenza di un caratteristico sintomo premonitore: l’aura. Essa si presenta soprattutto come alterazione della vista: come lampi, opacità di una parte del campo visivo, fl ash scintillanti della durata di pochi minuti. Tuttavia non tutte le persone che pre-sentano emicrania classica patiscono sempre di mal di testa: vi sono infatti casi in cui la manifestazione della malat-tia è distinta più dall’aura che dal dolore. In quest’ultima circostanza le alterazioni percettive possono comunque essere estremamente invalidanti, soprattutto dal punto di vista psicologico, per la loro imprevedibilità e variabilità temporale.Nevralgia emicranica (cefalea a grap-

polo ).Una delle più temibili emicranie per l’e-strema intensità del dolore o per l’asso-luta imprevedibilità è la nevralgia emi-cranica. A differenza degli altri tipi di mal di testa, questa nevralgia si presenta improvvisamente, subito in modo acu-to, dura in genere pochi minuti e nelle 24 ore può insorgere anche 10 e più volte. E’ per questo motivo che viene denominata cefalea a grappolo e, a dif-ferenza delle altre, colpisce di più il ses-so maschile. Il dolore non ha preavviso e si localizza da individuo a individuo in ben precisi punti del corpo: una tempia, a lato di un occhio, dentro il naso o in un orecchio, su una guancia. Chi soffre di questa nevralgia è spesso prostrato e tra un attacco e l’altro vive una situazione di attesa ansiosa, a volte paradossalmente più insopportabile del dolore.Emicrania abitualeVi sono delle persone che non hanno mai quiete dal dolore perché soffrono di mal di testa praticamente tutti i giorni per lunghi periodi di tempo con scarsi momenti di remissione. L’emicrania si presenta al mattino in modo sordo, può aumentare o no durante la giornata e accompagnare l’individuo fi no al riposo notturno per ripresentarsi nuovamente il mattino seguente. Tutto questo per settimane, mesi e pur-troppo per anni. Quali sono le cause dell’emicrania?A tutt’oggi non sono state ancora identi-fi cate con sicurezza le cause del mal di testa. Vediamo ora nell’ampio panora-ma della medicina, cioè quella uffi ciale e quella cosiddetta alternativa, quali sono le principali teorie sulla genesi dell’emi-crania.Medicina uffi cialeDue sono le teorie, quella vasomotoria e quella clinica. Nella prima si osserva inizialmente un aumento del tono sim-patico, cioè quella parte del sistema nervoso responsabile ad esempio della tachicardia o dell’aumento della pres-

Mal di testa: cosa sapere

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La nostra salute

Bastano i nomi di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, e quello del poeta Giacomo Leopardi? Se può con-solare, chi soffre di mal di testa sappia di essere in buona compagnia, nel corso della storia. Si sa che Freud soffriva di frequenti cefalee. Violenti mal di testa affl issero anche Leopardi il quale pare sof-frisse anche di importanti sinusiti. Altro motivo di consolazione: il mal di testa non ha mai compromesso l’attività intellettuale. Le prove? Fredrich Chopin, celeberrimo compositore polacco, soffriva di ricorrenti violente cefalee oltre che di una importante depressione. Dobbiamo anche a queste malattie i suoi struggenti e romantici notturni.Perfi no la micidiale cefalea a grappolo, cioè la cefalea da suicidio, non fermò la grande scrittrice inglese Virginia Woolf la quale cominciò a soffrirne a trent’anni, nel 1912, non appena si sposò. Ma non c’è alcuna certezza che le due cose siano da mettere in relazione tra di loro... Certo è invece che la cefalea portò Virginia vicina al suicidio per abuso di farmaci. Mal di testa anche per grandi scienziati come Chartes Darwin, ma anche per grandi riformatori e rivoluzionari. Girolamo Savonarola ne soffrì sempre molto (ne imputava la causa ad una deformità nasale) e anche Giovanni Calvino nelle sue perenni fughe attraverso tutta l’Europa, ebbe spesso come compagna di viaggio la cefalea. E nell’antichità? Le cose non andavano bene nemmeno nell’Olimpo greco. Per porre fi ne a un ferocissimo mal di testa, secondo il mito, Giove arrivò a chiedere a Vulcano di aprirgli la testa con un colpo di ascia. Una decisione felice, sempre secondo il mito, perché dalla sua testa uscì Minerva, dea della sapienza, con elmo, lancia e scudo. Più documentate, attraverso i papiri, le crisi dolorose del faraone Amenophis IV. Era sposo della splendida Nefer-titi, il cui volto ci è giunto attraverso un busto conservato in un museo di Berlino. Documentate anche le ricerche mediche condotte nell’antichità sul mal di testa. Ippocrate e la scuola medica di Kos ipotizzarono che le infi ammazioni del naso e dell’orecchio potessero essere all’origine del mal di testa ed è del I secolo dopo Cristo una precisa defi nizione dell’emicrania data da Areteo di Cappadocia: “L’emicrania si distingue dalle altre forme di cefalalgia per la sua sede e la sua intermittenza; essa sopraggiunge a intervalli più o meno lunghi e si limita a una sola metà del cranio”.

Da “www.miscoppialatesta.it”

sione arteriosa, tanto da provocare una costrizione dei vasi arteriosi soprattutto sottocutanei della testa. Questa sareb-be la fase responsabile dell’aura, dell’a-gitazione oppure di uno stato generale simile all’ansia, della tensione dei mu-scoli del collo che può precedere il do-lore. A tutto ciò segue un “esaurimento” del tono simpatico, a tal punto da dare una dilatazione abnorme degli stessi vasi provocando così il mal di testa vero e proprio. A sostegno dell’ipotesi sta la reattività, provata in una buona percentuale dei casi, a farmaci vasocostrittori assunti durante il dolore come l’ergotamina e i beta-bloccanti. Nella seconda teoria, quella clinica, i ricercatori hanno riscon-trato in numerosi pazienti un aumento di particolari sostanze appartenenti al sistema nervoso centrale quali l’istami-na, attualmente da molti non più consi-derata, e la serotonina. In defi nitiva la medicina uffi ciale non dà per ora ancora risposte sicure sulle cau-se dell’emicrania ma ha individuato in che modo avviene l’attacco e quali sono

le sostanze in gioco nell’organismo.Medicina psicosomatica.Come già accennato, esiste una Scuo-la Europea di Medicina Psicosomatica che considera l’individuo come un insie-me di mente e corpo non separati ma anzi come facce di una stessa meda-glia. In questa medicina i processi psi-chici e quelli somatici (corporei) sono studiati come processi equivalenti e le malattie appaiono essere la comunica-zione di un disequilibrio della profonda unità psicosomatica individuale. Poiché è di frequente riscontro in chi soffre di mal testa la diffi coltà nel proprio stile di vita di “abbandonarsi”, di “lasciar-si andare”, di “perdere la testa”... ecco allora che l’emicrania sembra rivelare simbolicamente una lotta interiore tra il mondo del capo, il mondo della ragio-ne, con il mondo delle emozioni e degli istinti. A sostegno di questa teoria starebbe il fatto che in molte occasioni la maggior parte degli emicranici è “sul chi vive”, pensa molto e non ama la spensieratez-za, ha uno stile corporeo di movimento

e un linguaggio verbale tutto improntato al controllo di qualsiasi situazione. Infatti da studi sulla personalità queste perso-ne sembrano non amare gli imprevisti e gli incontri inattesi, tendono a program-mare tutto e spesso sono pronte a farsi carico di grandi responsabilità anche a discapito della loro serenità emotiva.Medicina tradizionale cineseAgopuntura: l’antichissima medicina ci-nese defi nisce la salute come “la perfet-ta armonia dell’uomo con se stesso, con la natura e con l’ambiente” e la malattia come “un turbamento o una frattura di questi complessi e molteplici equilibri”. Dunque il mal di testa, come del resto tutte le malattie, è l’espressione di un disequilibrio causato da fattori esterni all’organismo e/o da fattori interni. Un’alimentazione troppo ricca di sale, uno stato psicologico di paura oppure di ansia che dura da lungo tempo causa-no un defi cit dell’energia renale che può presentarsi con un’emicrania. Il dolore è sordo, interno, continuo e può esse-re accompagnato da ronzii all’orecchio, confusione mentale, stanchezza, dolo-

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ri lombari, sensazione di instabilità nel cammino, freddolosità, urine chiare e lingua spesso pallida.Medicina omeopaticaL’omeopatia nasce alla fi ne del Sette-cento per opera del medico tedesco Hahnemann attualmente è diffusa in tutto il mondo ma purtroppo in alcuni Paesi, come l’Italia, non è ancora rico-nosciuta, a differenza dell’agopuntura, come valida ed effi cace medicina. Il sin-tomo, in questo caso l’emicrania, viene considerato come inserito nell’ampio aspetto biologico e psicologico della persona. Esiste dunque un “terreno” di base, una sorta di impronta psicosoma-tica, dove il mal di testa può presentar-si in un modo piuttosto che in un altro. Occorre un lungo interrogatorio dell’indi-viduo, soprattutto per rilevare numerosi sintomi spesso trascurati dalla medicina uffi ciale, perché giudicati non importanti, che accompagnano il dolore. Al termine del colloquio (a volte sono necessari più incontri) il medico omeopata individua il farmaco o i farmaci che agiscono sia sul mal di testa che sul riequilibrio dell’unità psicosomatica di base della persona. Medicina manuale chiropraticaLe manipolazioni vertebrali risalgono ai tempi antichi, e infatti le ritroviamo nel-la storia della medicina cinese, indiana ed egizia. Attualmente esistono in Occi-dente più scuole di manipolazioni ver-tebrali e una su tutte individua con più chiarezza le cause di alcuni tipi di mal di testa: la chiropratica. Questa è una pratica manuale atta al recupero e al mantenimento della salute utilizzando le reazioni tra le strutture scheletrico-muscolari e le funzioni del corpo. Il mal di testa, soprattutto accompagna-to o preceduto da dolori al collo, viene fatto risalire a traumi, abitudini scorrette di posizioni del corpo, al cammino alte-rato, alla malocclusione dentale. Vedia-mone in dettaglio alcuni. Consideriamo in primo luogo i traumi. Il colpo di frusta subito durante un inciden-

te stradale, soprattutto in un tampona-mento, mette in moto meccanismi com-plessi di danno su legamenti, muscoli, articolazioni tra vertebre della colonna. Da ciò può conseguire anche a distanza di tempo rigidità e dolore soprattutto lo-calizzato alla nuca con frequente mal di testa spesso accompagnato da nausea e senso di vertigine. C’è poi il problema del cammino altera-to. Una gamba più corta dell’altra, so-prattutto dopo una frattura, i piedi piatti portano a un modo di camminare disar-monico. Nel tempo uno dei segnali di questo disequilibrio è il mal di schiena e via via la cervicalgia con emicrania. Infi ne l’ultima delle cause scatenanti il mal di testa è la malocclusione dentale. Una scoperta recente della chiropratica è l’importanza di una buona occlusione dentale per la salute delle catene mu-scolari della colonna vertebrale. La malocclusione dentale è un difetto, anche di pochi millimetri, del contatto tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore. Alcune emicranie gravi si sono risolte scoprendo e cor-reggendo malocclusioni dentali date da mancanza di denti, da protesi malfatte oppure da atteggiamenti masticatori scorretti.Può essere ereditario?Alcuni dati statistici, da comprovare però con altri studi in corso, affermano che tra i gravi emicranici il 50% ha entrambi i genitori sofferenti di mal di testa, il 30% uno solo e il 20% nessun genitore.Questi rilievi hanno ovviamente stimo-lato ricerche genetiche per stabilire se ci sia erediarietà o no del mal di testa. Ebbene, a tutt’oggi questa ereditarietà non è dimostrata e dunque si parla solo di un’incidenza familiare frequente. Colpisce a ogni età?L’emicrania classica, quella con l’aura, tende a insorgere nell’adolescenza o in-torno ai 18-20 anni, l’emicrania comune dai 30 ai 50 anni, l’emicrania abituale dai 20 anni in avanti.

E’ noto il problema del mal di testa nei bambini, anche per il fatto di non poter utilizzare facilmente i potenti farmaci in commercio. In un recente studio si afferma che in età di scuola elementare più di un quarto della popolazione soffre di mal di testa e di questi bambini ìn età adulta il 60% soffrirà di emicrania. In molti di questi bambini si riscontrano nella storia clini-ca passata attacchi di vomito, di aceto-ne o di attacchi biliari ciclici, ma in molti altri, al contrario, nessuna disfunzione organica giustifi ca il mal di testa. Differenze fra i sessi L’emicrania è presente maggiormente fra le donne. Unica eccezione è il mal di testa a grappolo, caratteristico invece degli uomini. Per spiegare questo dato sono stati invocati fattori ormonali, com-provati dal fatto che spesso in gravidan-za il mal di testa scompare.Soprattutto nei dolori al capo concomi-tanti il periodo ovulatorio e prima delle mestruazioni, l’ipotesi è che gli attacchi siano scatenati da un rialzo di estrogeni insieme ad una diminuzione del proge-sterone. Un’altra ipotesi, sostenuta dalla medicina psicosomatica, è che in epoca moderna si chieda, più che in altri tempi, soprattutto alla donna di “avere testa”, di privilegiare il mondo della ragione e dell’autocontrollo a scapito delle emo-zioni. Per gli psicosdomatisti non sareb-be un caso infatti l’alta incidenza di emi-cranie fra le donne manager, tutte tese ad un’autoaffermazione di sè in quella parte del mondo del lavoro tipicamente maschile.Come prevenirlo e come curarloScopo di questo breve articolo è sola-mente illustrare il mal di testa nelle sue varie forme e cause: la prevenzione e soprattutto la cura dell’emicrania ci por-terebbe in un vasto campo di ipotesi che non possiamo prendere in considera-zione in queste pagine.

Liberamente tratto da:www.mybestlife.com

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Nei giorni a cavallo del Natale, le case degli italiani sono un tri-pudio di tavole imbandite, vini

e squisitezze di ogni tipo. Senza nulla togliere alla tradizione e al piacere di festeggiare con chi si ama, per la linea non è proprio un toccasana.

Qual è allora l’atteggiamento ali-mentare migliore da tenere nei gior-ni di festa?Lo abbiamo chiesto a un dietologo, il dottor Antonio Lice.«Sull’argomento circolano molti pes-simi consigli», ci dice «Uno su tutti è quello di assaggiare i cibi e poi sputarli senza inghiottirli. Niente di più sbaglia-to, naturalmente. Il Natale è un giorno di festa ed è giu-sto onorare la tradizione con un lauto pasto, senza rinunciare a nulla. Tanto più che trattenersi in un’occasione si-mile sarebbe controproducente a livel-lo psicologico. Però ricordiamoci che Natale è il 25 dicembre, e non anche il 26 o il 27. Insomma, un giorno di sre-golatezza va bene, ma non di più.»

E il giorno dopo?«Il giorno successivo sarebbe bene ridurre al minimo le calorie, e pensa-

re a depurarsi con molta acqua e liqui-di caldi, dal brodo al tè, anche per non sovraccaricare di lavoro lo stomaco».Il messaggio sem-bra rincuorante, ma bisogna approfon-dire.

Quali sono i peri-coli maggiori na-scosti sulla tavola di Natale?«Più che i primi e i secondi della tra-dizione, a dare una botta calorica ec-cessiva sono gli extra, i classici cibi che si sgranocchiano tra una portata e l’altra. Gli stuzzichini a base di salse e insaccati, ad esempio. Oppure le semplici olive, che nascon-dono ben 236 calorie all’etto, o la frutta secca, che supera le 500. Ma la lista degli insospettabili comprende anche uvetta, datteri, fi chi secchi e manda-rini. Tutte calorie facilmente evitabili, an-che considerando che mangiandole sovrappensiero se ne trae poca sod-disfazione».

Come sopravvivere al Natale

La nostra salute

E l’eterna diatriba tra pandoro e pa-nettone?«Il pandoro, privo di uvette e canditi, è si-curamente più leggero, ma proprio per questo spesso si tende a mangiarne di più. Se ci si concede solo una fetta, meglio seguire solo il proprio gusto personale».

Già, e dopo il panettone arriva pun-tuale un fastidioso senso di pienez-za. Come si elimina?«Rimedi istantanei non ce ne sono, anzi magnesia e digestivi peggiorano solo la situazione. Meglio evitare di ir-ritare ulteriormente lo stomaco.Piuttosto consiglio di sfruttare l’oc-casione festosa per fare una lunga passeggiata tra le vie addobbate dei centri storici, magari fermandosi in un bar per un tè caldo e poco calorico».

Poi, fi nita la festa, si torna alla nor-malità. Ma dopo una simile abbuf-fata non è più diffi cile riabituarsi?«L’idea che mangiando di più si apra lo stomaco non ha fondamento: è tutta una questione psicologica, superabile con un po’ di buona volontà».E a tutti: buon Natale!!

Da: www.moldrek.com

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Confl ittualità familiariGentile Dott. Blancato,

Il mio problema riguarda una situa-zione che si trascina da anni tra me, mia moglie e la mia famiglia d’origi-

ne. Sono sposato da due anni e il proble-ma è nato già prima del matrimonio quando mia moglie ha cominciato a sentirsi “perseguitata” da mio fratello e dalla sua ragazza, credendo che vo-lessero sminuirla agli occhi dei miei genitori. Si arrabbiava per tutto. Purtroppo con il passare del tempo questa sua mania si è ingigantita. Prima del matrimonio ho svolto, insie-me a mio padre e al mio futuro suo-cero, dei lavori di ristrutturazione nella casa in cui dovevamo andare ad abita-re dopo sposati, e mia moglie si senti-va esclusa perché non la interpellava-mo anche su questioni tecniche. Una volta sposati, ha cominciato a credere che anche i miei genitori ce l’avessero con lei: qualsiasi cosa che succede lei la vede con occhi diffi denti e vede odio nei suoi confronti in ogni situazione. Tempo fa, mia moglie mi ha esternato il desiderio di avere un fi glio, idea da me ben accetta, ma non in un momen-to come questo perché non voglio che mio fi glio venga al mondo in una fami-glia che non sia felice. Anche questa mia volontà è stata interpretata da mia moglie come un’ interferenza dei miei genitori nella nostra coppia. Le liti con mia moglie per questa situazione sono quasi quotidiane, in quanto basta che io riceva una telefonata da qualcuno dei miei familiari, oppure mi rechi da loro per una visita che scoppia un pu-tiferio senza alcuna ragione. Devo dire che questa diffi denza l’ha sempre avu-ta anche con estranei. Se per esempio passeggiando si incrocia una persona extracomunitaria, ma non solo, anche una persona mal vestita o disordinata anche solo per motivi di lavoro, lei ha sempre la preoccupazione che questa ultima possa essere il peggior delin-

quente del mondo, con la convinzio-ne che la gente la voglia truffare o co-munque danneggiare. Nella sua famiglia ci sono state spes-so delle liti e delle incomprensioni tra parenti. Per esempio, sua madre ha litigato e mal sopporta la cognata, e sempre mia suocera alla morte della madre ha litigato (anche se per quel che so avendo ragione) con due suoi fratelli e con suo padre e ormai: da diversi anni, non si parlano più. Sono veramente al limite della rottura con mia moglie anche se i sentimenti che provo per lei sono veramente forti. Abbiamo anche deciso di recarci in un consultorio (per il momento abbiamo avuto una decina di incontri), ma vor-rei avere anche il suo parere, poiché le psicologhe con le quali abbiamo par-lato sembrano sminuire la situazione.Grazie mille.

Lettera fi rmata

Gentile Lettore,

ho letto con attenzione la sua lunga lettera che ho dovuto contenere per motivi di spazio, e non sono rimasto stupito, perché il problema che lei espone rappresenta, purtroppo, uno dei più frequenti disagi di coppia. In-tanto mi solleva il fatto che abbiate deciso di appoggiarvi a un centro spe- cialistico, perché questo, se non l’a-veste fatto, sarebbe stato il mio sug-gerimento ed anche il consiglio fi nale. Sua moglie dà l’impressione di essere una persona che tende al controllo e al possesso: solitamente controllo e possesso sono due desideri che deri-vano dalla percezione di una qualche mancanza, da un vuoto interiore il cui unico modo per colmarlo è rappresen- tato dalla totale appartenenza dell’al-tro a sé. Probabilmente i vuoti che vive sua moglie sono molto profondi, reclu-si nel suo passato, nella sua storia, in

un luogo che non è del tutto accessibi-le al piano della coscienza, quindi non elaborabile senza un aiuto specifi co. Nella maggior parte dei casi, di quella tipologia di vuoti se ne può scordare l’origine, la causa, ma non le emozio-ni e le sensazioni ad essi correlate. In questo modo, si tende ad instaurare un ciclo relazionale patologico dove la o le persone più vicine diventano il bersaglio e il contenitore delle nostre insicurezze e delle nostre paure. Detto in altre parole, è come se sua moglie vivesse un vuoto derivante dal-le sue esperienze passate (infanzia, adolescenza) ma, rimuovendo quel vuoto, è rimasta comunque la paura, che si concretizza nel timore di po-ter perdere l’unica cosa che ha e che conta, cioè lei. A peggiorare il vostro vissuto c’è il senso di persecuzione. È come se sua moglie non avesse solo paura di perderla, ma proprio il terrore che qualcosa o qualcuno possa porta-la via, in primis proprio i suoi parenti, i cui comportamenti sono stati spesso travisati. Va ricordato che noi siamo l’esito delle nostre scelte, delle nostre attitudini, del nostro mondo interiore, siamo anche l’esito dell’ambiente nel quale siamo cresciuti, un ambiente fa-

Dott. Ivan Blancatopsicologo clinico

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L’angolo dello psicologo

miliare che ci forma a livello di norme, valori, credenze, modi di porsi e di af-frontare la vita, ma ci forma anche a livello di non-detto, vale a dire come se i vissuti personali diventassero vis-suti familiari. Così, quando un genitore racconta di un bisticcio, di una lite o di un abbandono, non racconta sol- tanto l’evento, ma racconta anche, a livello di non-detto, la paura che qual-cuno a cui tieni possa abbandonarti e, in aggiunta a ciò, anche la non-elabo-razione di questa paura. Così si può apprendere che “per un liti-gio è possibile sfasciare una famiglia”, e lo si può apprendere o perché lo si è visto accadere oppure perché ce l‘hanno riferito, senza spiegaci, se era-vamo piccoli, la cause e le motivazioni che hanno portato alla rottura. Quello che resta dentro, oltre naturalmente alla paura, è la tendenza a voler esse-re sempre “perfetti in ogni situazione”,

in modo da non essere mai abbando-nati. La perfezione, però, è un arma a doppio taglio, perché alla speranza di essere perfetti si accompagna sempre il timore degli altri, il timore di qualcu-no che ti vuoI far del male o che pensa male di te o che ti giudica senza sa-pere o, come nel caso di sua moglie, il timore di qualcuno che “dall’aspetto poco raccomandabile” possa lederti o crearti problemi. Pertanto il limitarsi a vedere i comportamenti di sua moglie come “eccessivi” è solo il risultato di una lettura sommaria e sbrigativa. Ec-cessivi lo sono davvero, e in quanto tali mettono a dura prova sia lei, che la stessa armonia familiare. Ora, dar vita a una propria famiglia, signifi ca costruire un nuovo nucleo familiare, ma ciò non toglie che quello d’origine rimanga comunque in noi e ci appar-tenga nel bene e nel male, come fonte e radicazione del nostro essere. Sce-

gliere, dunque, tra i vari affetti è una violenza ingiustifi cabile, che nessuno di noi potrà mai meritare. Capisco, pertanto, la sua situazione e come lei possa sentirsi diviso tra affetti recenti e più antichi. Le ribadisco che il comportamento di sua moglie pre-senta, a mio avviso, aspetti particolari che necessitano di un approfondimen-to specialistico, che potrebbe fornire anche a lei qualche utile sostegno, in questo momento di particolare sforzo emotivo. Infi ne, concordo con lei, sul-la scelta di aspettare un po’ prima di avere un fi glio. Un fi glio deve nasce-re senza degli scopi e, in questo mo-mento, forse, lo carichereste di troppi compiti, senza per altro offrirgli un am-biente familiare emotivamente adatto. Mi faccia sapere.

Da “Corriere Avis” di Torino

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Emilia-Romagna, Toscana eVeneto: Africa in pole position

Dall’intervento a Genova della dott.ssa Vanda Randi, medi-co trasfusionista di Bologna, si

evince come dal 2004 i servizi trasfu-sionali dell’Emilia Romagna, in accor-do con l’area sanitaria di Avis regio-nale, realizzino un questionario per i candidati donatori di origine straniera. Alcuni dati: tra il 2003 e il 2009 i do-natori di sangue di Paesi extra Unione Europea sono passati dal 2% al 6%. Il 50% di essi (dati 2009) è di origine africana, il 45% dell’Est Europa, il 3% asiatico e il 2% sudamericano. Caratteristica fondamentale del dona-tore di origine straniera è che sia in possesso di documenti regolari e di regolare iscrizione al servizio sanita-rio nazionale. Se residenti da meno di due anni in Italia sono considerati non idonei. Altra caratteristica importante è la pa-dronanza della lingua italiana. I servizi trasfusionali regionali hanno cercato di standardizzare i criteri generali di selezione, eliminando le variabili le-gate alle interpretazioni soggettive e

introducendo un comportamento il più possibile omogeneo.Secondo quanto emerso nelle recenti assemblee regionali, grazie a una ri-cerca effettuata dalle rispettive Avis, sono in continua crescita i cittadini di

origine straniera anche fra i donatori di Toscana e Veneto. Entrambe le Re-gioni infatti registrano un andamento molto simile: quasi il 3% di presenze sul totale dei propri donatori, con una marcata adesione di donne, specie dei Paesi dell’Est. La Romania è il Paese più rappresentato, seguito da Marocco e Albania. Ben rappresenta-to anche il Brasile e i Paesi dell’Ame-rica Latina, mentre sono più gli avisini indiani in Toscana che in Veneto, re-gione quest’ultima dove sono invece in crescita i cingalesi. Il risultato è frutto di una forte attenzione da parte delle due Avis regionali ai temi dell’im-migrazione e dell’accoglienza. Pochi i cinesi, verso i quali serve, forse, un approccio diverso essendo una comu-nità più chiusa in se stessa.

B.Z. - M.R.Da AVISSOS

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Miscellanea

Non possiamo misurare lo spirito nazionale base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese

sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PiI comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di missili e testate nucleari. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non misura né la nostra arguzia, nè il nostro coraggio nè la nostra saggezza nè la nostra conoscenza nè la no-stra comprensione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vis-suta”.

Robert Kennedy :discorso tenuto

il 18 marzo 1968 alla Kansas University.

Come si misura la ricchezza di una nazione? Da cinquant’anni guardiamo al suo prodotto interno lordo, la som-ma di tutti i beni e servizi prodotti e destinati a usi fi nali moltiplicati per il loro costo. Il PiI, in questo modo, ignora tutte le realtà non economiche e le disugua-glianze tra le persone. Ma come la mettiamo con il tempo li-

bero? L’aria pulita e gli ospedali che funzio-nano o le scuole che insegnano bene? Le attività ed i servizi svolti gratuita-mente dai cittadini riuniti in associazio-ni o dei familiari verso i più giovani o gli anziani? Non sono anch’esse ricchez-za? Non è ricchezza anche la felicità? Ecco allora alcune raccomandazioni elaborate in questi mesi in Francia per meglio valutare il benessere di una nazione: • analizzare i redditi e il consumo

piuttosto che la produzione; • rafforzare l’analisi della ricchezza

focalizzandola sul punto di vista delle famiglie;

• tenere conto dei patrimoni, per distinguere chi spende tutto da chi risparmia producendo benessere futuro;

• dare più importanza alla ripartizione dei redditi;

• estendere gli indicatori alle attività non direttamente legate al mercato, come il pulire la casa o l’accudire i

La felicità è data solo dal Pil?bambini;

• migliorare la valutazione di sanità, educazione e condizioni ambientali;

• valutare meglio le ineguaglianze tra le generazioni e i sessi;

• va lutare la sostenib i l i tà del benessere;

• stabilire indicatori precisi che quantifi chino le pressioni ambientali.

Negli ultimi 10 anni il PiI americano pro capite è cresciuto del 9%, ma il reddito del 50% più povero della po-

polazione è diminuito di un ulteriore 4%. Le misure di perfor-mance economica e di progresso socia-le adottate ancora al giorno d’oggi, sono fi glie della società in-dustriale, di un mondo che non c’è più. Ce lo vuole ricorda-re anche il tema forte scelto quest’ anno dal-la Comunità Europea, il Volontariato, per portare all’attenzione dell’opinione pubbli-ca le attività e la pre-senza dei volontari e il loro contributo alla società, creando una strategia comprensiva

che lo promuova, riconosca, faciliti e sostenga in modo da realizzare la sua piena potenzialità e valorizzandone i progressi fatti fi nora. Più di 100 milioni di europei di tutte le età, convinzioni e nazionalità, sono impegnati in attività di volontariato e, secondo alcune stime, tale settore rappresenta il 5% del PiI delle econo-mie nazionali dell’Unione Europea. Ma misurato come?

Servizio a cura di Francesco Magarotto

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I donatori non devono essere nè eroi e nemmeno superman, però...

Abbiamo sempre sostenuto che per essere donatori di sangue o di plasma non bisogna essere

dei “Rambo” o dei “Supermen” ma ba-sta essere “persone normali”, in buona salute, dotate di grande senso della so-lidarietà ed attente ai bisogni degli altri: tutto qui. Detto questo, bisogna anche riconoscere che per arrivare a superare

le 100 donazioni bisogna anche avere una certa costanza, uno stile di vita sano e, perchè no, anche una buona salute. Più di una persona ci ha fatto notare che per statuto l’Avis riconosce benemerenze fi no alle 100 donazioni (e 120 quando si smette di donare) ma dopo tale importante “traguardo” sem-bra quasi che l’associazione si dimen-

tichi di questi “grandi” donatori. No cari amici, noi non ci dimentichiamo di coloro che da tanti anni donano una parte di se stessi per il bene degli altri.Per statuto non possiamo dare altre onorefi cenze (delle quali siamo certi i donatori non vanno in cerca), ma sem-plicemente li vogliamo ricordare se pure solo in un elenco: eccoli!

Da 101 a 110 donazioni Fioravanti Fiorenzo 101La Porta Mariano 101Medri Angelo 101Picone Pietro 101Pirastu Cristiano 101Abati Saverio 102Borghetti Giovanni 102Dradi Maurizio 102Battaglia Ivan 103Getti Anna 103Landi Valdes 103Manuzzi Tiziano 103Severi Claudio 103Zammarchi Luciano 104Mariani Sandro 105Mazzotti Marcello 105Savini Stefano 105Piazza Luciano 106Zanelli Raffaele 107Lelli Andrea 108Sbrighi Bruno 108Semprini Silvio 108Aguzzoni Fausto 109Bernabini Gianfranco 110Bigi Luciano 110Casadei Anna 110Mastini Lorenzo 110Severi Oriele 110Tappi Raffaele 110

Da 111 a 120 donazioni Biondi Giampiero 111Magnani Gabriele 111Barberini Moreno 112

Fiuzzi Mario 112Mancini Gabriele 112Raggi William 112Bocchini Mauro 113Brasini Bruno 113Casali Pier Luigi 113Magnani Mauro 113Medri Daniele 113Rossi Giancarlo 113Catania Alvaro 114Garattoni Giuseppe 114Sbrighi Walter 114Migliori Fabio 115Patone Maurizio 115Sirri Paolo 115Brighi Giancarlo 116Foiera Marta 117Bacchi Pier Paolo 118Baiardi Fabrizio 118Basini Oscar 118Gasperini Silvano 118Casadei Colombo 120

Da 121 a 130 donazioniComandini Fabio 121Riguzzi Sergio 121Mambelli Maurizio 123Giannini Maurizio 124Medri Nazario 124Morgagni Lino 124Bernabini Giampiero 125Bolognesi Alberto 125Montalti Gaudenzio 125Valzania Giancarlo 126Casali Angelo 130

Da 131 a 140 donazioniVitali Ortensio 131Garattoni Roberto 132Gobbi Giorgio 132Raffoni Pellegrino 132Mariani Paolo 133Alvisi Pierino 134Coppari Claudio 134Raggi Saverio 135Drudi Bruno 136Foiera Marco 136Baravelli Oriano 139Ceccarelli Fausto 139Macchini Giorgio 139Angeli Stefano 140

Da 141 a 150 donazioni Fiumana Fiorentino 141Marchi Massimo 141Valzania Piero 141Severi Giancarlo 149Zambelli Davide 149Severi Giovanni 150

Da 151 a 160 donazioniCasalboni Carlo 153Motta Nello 155

Da 161 a 170 donazioniMezzanotte Fabrizio 168Casalboni Tarcisio 169

Da 171 a 180 donazioniFoiera Fabio 172Strada Marino 172

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Vita associativa

Memori dell’esperienza positiva dell’anno scorso, anche quest’anno in più occasioni (festa dello Sport di San Vittore, Festa di Martorano, Festa dei burattini di Sorrivoli e Festa di Sant’Egidio), con l’intento di “movimentare” i nostri stand, abbiamo messo in palio, fra i visitatori, tre cellulari e due racchettoni. Non sappiamo se sia stato merito di questo piccolo

concorso o dell’abilità dei nostri volontari, ma il risultato è stato che a San Vittore sono entrate nello stand ben 110 persone, a Martorano sono state una sessantina, a Sorrivoli 32 e a Sant’Egidio un centinaio.In verità, più che il mini concorso, per noi è stato più importante comunicare a tante persone l’importanza di diventare nuovi donatori soprattutto in questo momento di grandi richieste di sangue da parte dei nostri ospedali. Siamo certi che molti visitatori dei nostri stand diverranno anche nuovi donatori e questo certamente sarà stato solo merito dei volontari che si sono adoperati per far conoscere ai partecipanti alle manifestazioni le nostre attività e i bisogni di tanti malati.

Premio ai visitatori

Nella pagina le foto delle fortunate vincitrici del sorteggio:in alto a sinistra Sabina Ambrosini (stand della Festa di Sant’Egidio), a lato Claudia dall’Allara (stand della Fe-sta di Martorano) e qui sopra Giordana Pasini (stand della Festa di Sorrivoli).

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Vita associativa

Sabato 11 giugno scorso, nell’au-la magna del Caps di Cesena, parole e musica sulla donazio-

ne per una serata di spettacolo e so-lidarietà, a favore della donazione di sangue e organi, preziosi gesti di so-lidarietà. Sabato 11 giugno scorso, alle ore 21, nell’Aula Magna del Centro di Addestramento della Polizia di Stato (CAPS, via IV Novembre 303), si è tenuto lo spettacolo “La vita va in sce-na”, promosso dal Comitato Locale Donazione Organi e Tessuti e da AVIS di Cesena, con il patrocinio dell’Ausl di Cesena e del Comune di Cesena. Uno spettacolo-rifl essione, gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, per sen-sibilizzare l’opinione pubblica sull’im-portanza della donazione di sangue e organi per salvare vite umane. L’attore Roberto Mercadini ha letto poesie e brani sul tema della dona-zione, intercalando la recitazione con testimonianze di persone trapiantate e familiari di donatori. Letture e te-stimonianze sono state “inframmez-zate” dalle musiche dell’opera “Lo Schiaccianoci” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, eseguite dall’Orchestra Filarmonica Malatestiana di Cesena, diretta dal Maestro Jader Abbondanza. Sono intervenuti, inoltre, Cesarina Borghi

presidente dell’Associazione nazionale trapiantati di fegato “G. Gozzetti” e Armando Cec-cati, uno degli autori del libro “Il Trattore e la Carriola - un cuore per due”, che racconta la sua storia di una persona trapianta-ta di cuore.La regia dello spettacolo è stata della professoressa Ines Briganti, componente del Con-siglio di Amministrazione della Biblioteca Malatestiana, e dello stesso Roberto Mercadini.Lo spettacolo “La vita va in sce-na” ha concluso le Giornate nazionali per la sensibilizza-zione alla donazione di orga-ni, tessuti e cellule, promosse dal Centro Nazionale Trapianti, dalle Regioni e dalle associa-zioni di volontariato dal 23 al 28 maggio scorsi e durante le quali nel territorio cesenate sono sta-te raccolte 11 manifestazioni di volontà alla donazione di organi nei banchetti allestiti dall’Ausl di Cesena e dalle associazioni di volontariato Aido, Antf, Aned e Amei.Nel 2010 a Cesena sono stati effet-tuati prelievi su 11 pazienti donatori. Numeri che confermano l’ospedale Bufalini tra i primi centri donatori della

La vita va in scena

Regione Emilia Romagna, come av-viene regolarmente da circa quindici anni. Ogni cittadino maggiorenne può essere donatore. Anche le persone anziane con più di 80 anni possono donare, ad esempio, il fegato.

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Giornata mondiale del donatore

Martedì 14 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, promossa dall’Organizza-zione Mondiale della Sanità in collaborazione con

la Federazione Internazionale delle Organizzazioni dei Do-natori di Sangue e la Società Internazionale di Medicina Trasfusionale.Scopo di questa giornata è stato quello di creare un’ampia consapevolezza dell’importanza della do-nazione di sangue volontaria e incoraggiare molte persona a diventare regolari donatori di sangue ma è anche quello di celebrare e ringraziare tutti quelli che donano una parte di se stessi senza alcun compenso eccetto la consapevolezza di aver aiutato a riportare in salute e spesso a salvare tante vite.A Cesena, per motivi di calendario, l’Avis ha celebra-to la festa domenica 12 giugno presso il Parco giochi di Rio Marano. In un bel pomeriggio di sole, come da programma, le squadre di giovani partecipanti al torneo, si sono affrontate a calcetto, calciobalilla, minigolf e pallavo-lo. Alla fi ne degli incontri... tutti a tavola! Infatti, oltre alle coppe ed alla classifi ca, il premio riservato alle squadre dall’Avis di Cesena comprendeva anche un buffet a base di piadina e prosciutto. Le squadre di Avis Budrio e Avis San Vittore si sono aggiudicati il-trofeo che l’organizzazione ha messo a disposizione dei vincitori.

Grazie alla collaborazione dell’autoffi ci-na GELD di Calisese che ha messo a disposizione mezzi incidentati l’Avis di Cesena ha potuto inserire nel program-

ma della giornata un intervento simulato su un incidente stra-dale, dei volontari della Croce Rossa e dei Vigili del Fuoco. Il saggio, seguito da molte persone, ha esaltato le capacità operative del Corpo dei Vigili del Fuoco e del personale pa-ramedico.

Nella serata il gruppo Spettatolo Cesena Danze, ha allietato i numerosi spettatori, con balli classici, moderni e... romagnoli.

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Vita associativa

A sinistra alcune fasi dell’intervento sull’inciden-te stradale simulato.

In basso le squadre parte-cipanti al torneo e alcuni momenti dello spettacolo del gruppo di Cesena Danze.

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Anche quest’anno siamo stati spesso invitati a ma-nifestazioni organizzate da altri (comunità, quartieri, parrocchie, ecc...). Si tratta di eventi che tanti nostri “amici” hanno organizzato ed ai quali noi partecipia-mo sempre volentieri per distribuire, tramite i nostri volontari, materiale informativo dell’associazione. Si tratta di manifestazioni che ci danno, come quel-le organizzate direttamente da noi, comunque la grande possibilità di parlare di noi, delle nostre problematiche e soprattutto della mancanza di san-gue. Sono stati sempre momenti di informazione e di socializzazione ma anche occasioni nelle quali abbiamo sentito vicini alla nostra associazione tanti concittadini. Qui di seguito ricordiamo con le loro locandine questi eventi (scusandoci fi n da ora se ce ne dimenticheremo qualcuna).

Amici nostri

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Giornate di donazione per l'anno 2012Gennaiomartedì 3

domenica 29

Lugliomartedì 3

domenica 29

Febbraiomartedì 7

domenica 26

Agostomartedì 7

domenica 26

Marzomartedì 6

domenica 25

Sett embremartedì 4

domenica 30

Aprilemartedì 3

domenica 29

Ott obremartedì 9

domenica 28

Maggiomartedì 8

domenica 27

Novembremartedì 6

domenica 25

Giugnomartedì 5sabato 23

Dicembremartedì 4

domenica 30

Info: Telefono: Internet:Orario per le donazioni: Avis Cesena - 0547 613193 www.aviscesena.itdalle ore 8,00 alle ore 10,45 Avis Ronta - 0547 379072 [email protected]

Nei martedì riportati in calendario, oltre alle donazioni, si potranno effettuare gli esami annuali, gli esami per gli aspiranti donatori e, solo su appuntamento, le donazioni di plasma.

Gennaiodomenica 15

lunedì 16venerdì 27

Lugliodomenica 8

lunedì 9venerdì 27sabato 28

Febbraiodomenica 12

lunedì 13venerdì 24sabato 25

Agostodomenica 12

lunedì 13venerdì 24

Marzodomenica 11

lunedì 12sabato 24venerdì 30

Sett embredomenica 9lunedì 10sabato 22venerdì 28

Aprilesabato 7

domenica 15lunedì 16

venerdì 27

Ott obresabato 6

domenica 14lunedì 15

venerdì 26

Maggiodomenica 13

lunedì 14venerdì 25

Novembredomenica 11

lunedì 12venerdì 30

Giugnodomenica 10

lunedì 11venerdì 29sabato 30

Dicembredomenica 9lunedì 10

venerdì 28sabato 29

Giornate di donazione per l'anno 2012

Info: Telefono: Internet:Orario per le donazioni: Avis Cesena - 0547 613193 www.aviscesena.itdalle ore 8,00 alle ore 10,45 Avis Calisese - 0547 314281 [email protected]

Nei giorni feriali riportati in calendario, oltre alle donazioni, si potranno effettuare gli esami annuali, gli esami per gli aspiranti donatori e, solo su appuntamento, le donazioni di plasma

Tutte le domeniche dalle ore 8.00 alle ore 10.45 e (su appuntamento) i giovedì dalle ore 15.30 alle ore 18.00

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Vita associativa

“3 Monti Band” in concerto per l’Avis

Il 6 agosto scorso, in una calda serata e in un rinnovato “Giardini Savelli” davanti ad un numeroso pubblico di appassionati si è

svolta la tradizionale serata musicale orga-nizzata dalla nostra Associazione con la par-tecipazione degli amici della “3 Monti Band” di Montiano. Le musiche di questa band, che si può a buon diritto chiamare anche orchestra, hanno spa-ziato dal jazz americano, alle colonne sonore di famosi fi lm, dalle intramontabili canzoni di Fabrizio de Andrè alle arie melanconiche di musica classica. É stato molto apprezzato l’intervento di Simona Benedetti, assessore comunale ai servizi sociali che ha ribadito quanto già detto un attimo prima dal presi-dente Avis Giorgio Vicini e cioè l’importanza di diventare donatori di sangue soprattutto in questo momento di diffi coltà nel rispondere alle sempre più pressanti richieste di sangue da parte degli Ospedali del Cesenate.

9° torneo di maraffoneL’8 gennaio 2012 si svolgerà pres-so il locali del Centro “Hobby 3”, davanti all’Ippodromo di Cesena, il 9° torneo Avis di Maraffone.

Programmaore 15.00 ritrovo presso il Centro “Hobby 3”ore 19.30 cena offerta dall’Avisore 20.00 fi nali e premiazioni.

Iscrizioni: entro il 2 gennaioInformazioni ed iscrizioni: sede Avis di Cesena(tel.0547 613193)

Intervenite numerosi!!

CalendarioAvis 2012

Dal sette di-cembre i dona-tori di sangue potranno riti-rare gratuita-mente il calen-dario Avis del 2012 presso le nostre segre-terie. Si tratta di un calendario che contiene alcu-ni fra i più bei disegni che sono stati ela-

borati dagli alunni delle scuole medie inferiori in occasione del Concorso Avis a loro dedicato nel passato anno scolastico.

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Il primo nucleo abitativo di Cesena sorse con ogni probabilità per ope-ra degli “umbro-etruschi” intorno al

VI-V sec. a.C., e il “taglio” prodotto dal torrente Cesuola si riverbera nel nome dato al piccolo centro, che deve assomigliare a un “Césena”. Secondo altre interpretazioni, il nome le deriva dall’etrusco “Caizna” oppure dal latino “caedo”, in memoria di una particolare tattica usata dai Galli Boi, antichi abi-tatori della Romagna, per sconfi gge-re i Romani nella vicina foresta del Colle Spaziano. In-torno al IV secolo sopraggiungono i Galli, del cui breve dominio rimango-no profonde trac-ce nell’economia, con l’introduzione dell ’al levamento suinicolo, e nella lingua locali.Tuttavia è solo con l’arrivo dei Romani, che fondarono nel 268 a.C. la colonia di “Ariminum” (Ri-mini), che il picco-lo nucleo assume la forma di villaggio. Del periodo re-pubblicano rimane oggi ben visibile la colossale opera di centuriazione alla quale è stato sottoposto il territorio ce-senate, presumibilmente tra il 235 e 220 a.C., che suddivide la campagna in un perfetto reticolato ancora oggi visibile. Successivamente la “Curva Caesena” dell’età imperiale, citata da Plinio il Vecchio come città produttri-ce di ottimo vino, decade con l’Impero Romano ed è sottoposta alle incursio-ni dei barbari. Presa dai Goti di Teodorico, venne ri-conquistata dai Bizantini e, a metà del VI sec., entrò a far parte dell’Esarcato. Dopo le campagne di Pipino il Breve (VIII sec.), Cesena rientrò infi ne nei

Breve storia di Cesenaterritori sotto il controllo pontifi cio, pri-mo nucleo di quello che sarà lo Sta-to della Chiesa. Un ruolo di estrema importanza riveste in questi secoli la fi gura dell’Arcivescovo di Ravenna, feudatario dell’Imperatore, il quale possedeva terreni e castelli nel ce-senate, e deteneva un potere assai ampio.Dopo il Mille crebbero le volontà au-tonomistiche della città, ma solo alla fi ne del XII sec., affrancatasi dall’Arci-

vescovo, Cesena potè dirsi libero Co-mune. Il ‘200, secolo caratterizzato dai continui mutamenti nel governo della città, vide Cesena oscillare tra libertà comunali e sottomissione alla Chie-sa o a signori locali, tanto che Dante, nel Canto XXVII dell’Inferno, nota: “E quella cui il Savio bagna il fi anco,/ così com’ella sie’ tra il piano e il monte,/ tra tirannia si vive e stato franco.” Nel ‘300 la breve Signoria degli Ordelaffi venne bruscamente interrotta dall’intervento del legato pontifi cio Albornoz, che sot-topose la rocca (fi eramente difesa da Cia degli Ordelaffi ) a un lungo assedio (1357). Alla fi ne il cardinale Egidio Al-bornoz riuscì a sottomettere Cesena e la dotò di un nuovo Palazzo del Go-

vernatore (oggi Palazzo Comunale). Di lì a poco, nel 1377, Cesena conob-be l’evento che segnò una sorte di ce-soia nella sua storia: un contingente di soldati mercenari bretoni al soldo di papa Gregorio XI, comandati da Roberto di Ginevra (futuro antipapa Clemente VII) e del condottiero Gio-vanni Acuto (John Hawckwood), mise a ferro e fuoco la città. I cronisti del tempo inorridirono di fronte alla strage e riferirono d’alcune migliaia di morti

e di altrettanti de-portati tra la popo-lazione civile. Fu il momento più buio della città, coinvol-ta suo malgrado nella guerra pro-mossa da Firenze contro il Pontefi -ce (la cosiddetta “Guerra degli Otto Santi”, 1375-78). L’anno seguente al tremendo “Sac-co dei Bretoni”, il nuovo papa Ur-bano VI assegnò infi ne quello che rimase della città al Signore di Ri-

mini Galeotto Malatesta, in vicariato: ebbe inizio per Cesena la Signoria dei Malatesta, quello che sarà il mo-mento di maggior splendore nella sto-ria cesenate. A Galeotto (cui si deve l’inizio dei lavori alla nuova Rocca e alla nuova Cattedrale) succedette nel 1385 Andrea Malatesta, che spianò le pendici del Colle Garampo ottenendo la cosiddetta Piazza Inferiore (oggi del Popolo). Fu poi la volta di Carlo e, nel 1429, di Malatesta Novello. Ap-passionato bibliofi lo, fi ne mecenate, costretto a rinunciare presto alla vita militare, prima fonte di ricchezza per la famiglia, dona alla città la splendida Biblioteca, ricavata all’interno del con-vento dei Frati Francescani. Compiuta

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L’angolo culturale

tra 1447 e 1452, ma aperta solo due anni dopo, recò il progetto di Matteo Nuti da Fano, discepolo di Leon Bat-tista Alberti. Alla morte di Novello (1465), Cesena tornò sotto il dominio pontifi cio, ma già nel 1500 le Romagne conobbero un nuovo padrone: Cesare Borgia, detto il Valentino (celebrato da Nicco-lò Machiavelli nel suo “Principe”) che costituì un piccolo ma potente ducato. La città, elevata al rango di capitale, venne visitata da Leonardo da Vin-ci che fece rilievi alla Rocca e fornì il progetto per il porto di Cesenatico. Caduto l’effi mero ducato, Cesena tor-nò defi nitivamente alla Chiesa e a una dimensione locale dominata economi-camente dall’agricoltura.Nel 1724 Pierfrancesco Orsini, già ve-scovo di Cesena dal 1680 al 1686, divenne papa col nome di Benedetto XIII. Inaspettatamente, nel 1775, la città assurse nuovamente agli ono-ri: il cesenate Giovan Angelo Braschi divenne infatti Papa col nome di Pio

VI, dando avvio alla triade di Papi ce-senati (Pio VII Chiaramonti, 1800-23, e Pio VIII Castiglioni, 1829-30, in re-altà marchigiano, ma già Vescovo di Cesena). L’esperienza napoleonica (1797-1814), che vide Pio VI e Pio VII tentare invano di opporsi alle angherie del Corso, privò Cesena di un gran nu-mero di monasteri, conventi e chiese che precedentemente la ornavano. Durante il Risorgimento, Cesena co-nobbe i moti libertari (cui partecipò anche un giovane Maurizio Bufalini, medico che poi si coprirà di onori a Firenze) e la costruzione di un nuovo Teatro Comunale (1843-46). Con l’Unità d’Italia, per Cesena iniziò un periodo di lotte politiche interne fra le componenti liberale moderata (guidata dalle carismatiche fi gure del sen. Gaspare Finali e del direttore del “Cittadino” Nazareno Trovanelli, re-pubblicana (sulle orme del garibaldi-no Eugenio Valzania), socialista (Pio Battistini). Ad un fi ne ‘800 in cui pre-valsero i liberali, seguì un primo ‘900

Il dialetto romagnolo parlato in Ro-magna ha antiche origini neolatine; vi si rivelavano evidenti infl uenze

della lingua celtica ed infl ussi delle parlate germaniche e dei Franchi. Friedrich Schurr, un linguista austria-co che a lungo ha studiato il dialetto romagnolo, afferma che il fatto storico che gli conferì i caratteri distintivi fu il lungo isolamento politico della Roma-gna, durante il periodo dell’Esarcato (circoscrizione amministrativa dell’Im-pero bizantino, n.d.r.) a Ravenna. Esso assunse così la sua specifi cità rispetto ai dialetti del resto della zona padana sotto il dominio longobardo.Il dialetto romagnolo rimase per secoli una lingua orale fi no al 1840, quando l’imolese Morri pubblicò il primo voca-bolario Romagnolo - Italiano. In verità esiste una prima attestazione verso la fi ne del 1500 di un’opera scritta in

romagnolo: “E Pulon matt”, un poema eroi-comico sulla falsa riga dell’Orlan-do Furioso, scritto nel dialetto di San Vittore di Cesena e attribuito al Fan-taguzzi. Ma resta un caso isolato. Nel 1910, Friedrich Schurr si servì dì que-sto pezzo unico della letteratura dialettale per scoprire i muta-menti linguistici del dialetto romagnolo, confrontandolo con le parlate romagnole con-temporanee. Anche grazie al ric-chissimo folklore, il romagnolo si è tra-mandato oralmente di padre in fi glio nella cultura contadina e in

A proposito di dialetto romagnoloforma scritta grazie all’opera tenace di diversi studiosi della Romagna.

Da www.romagnamania.com

repubblicano, segnato dalla fi gura di Ubaldo Comandini. Fu di questo pe-riodo la breve ma luminosissima vita di Renato Serra, morto giovane su Carso (1915), ma già entrato, con “L’Esame di Coscienza di un Lettera-to”, nella storia della nostra critica let-teraria. La Seconda Guerra Mondiale, con la Linea Gotica che correva sul crinale appenninico a pochi chilometri dal-la città, segnò profondamente la vita cittadina. Il dopoguerra assistette alla salita di Cesena a realtà di livello inter-nazionale nel comparto agroalimenta-re, soprattutto in materia di ricerca e biotecnologie. Oggi la città, infi ne, assurta dal 1992 al ruolo di città capoluogo di Provincia unitamente a Forlì, può vantare una posizione di primo piano anche in al-tri settori economici, una vita culturale sempre fervida ed una qualità della vita invidiabile.

www.comune.cesena.fc.it/

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Nella Costituzione Repubblicana del 1947, all’art. 12, si legge:“La bandiera della Repubblica è il tricolo-

re italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”. Perchè Tricolore?La bandiera italiana è una variante della bandiera della rivoluzione francese, nella quale fu sostituito l’azzurro con il verde che, secondo il simbolismo massonico, signifi cava la natura ed i diritti naturali (uguaglianza e libertà). In realtà i primi a ideare la bandiera italiana sono stati due patrioti e stu-denti dell’Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il ros-so delle rispettive città al verde, colore della speranza. Si erano prefi ssi di organizzare una ri-voluzione per ridare al Comune di Bologna l’antica indipendenza perduta con la sudditanza agli Stati della Chiesa. I due presero come distintivo di questa som-mossa la coccarda della rivoluzione francese, ma per non copiarla troppo cambiarono il colore azzurro con il verde. La sommossa, nella notte del 13 dicembre, fallì e i due stu-denti furono scoperti e catturati dalla polizia pontifi cia, in-

sieme ad altri cit-tadini. Avviato il processo, il 19 agosto 1795, Lui-gi Zamboni fu tro-vato morto nella cella denominata “Inferno” dove era rinchiuso insieme con due criminali, che lo avrebbero strangolato per ordine espresso della polizia. L’al-tro studente Gio-vanni Battista De Rolandis fu con-dannato a morte ed impiccato il 23 aprile 1796. Na-poleone la adottò il 15 maggio 1796 per le Legioni lom-barde e italiane. Il

18 ottobre dello stesso anno, il senato riunito a Bologna decreta che sia creata una Bandiera coi colori Nazionali Verde Bianco e Rosso a bande verticali, la quale divenne per i patrioti, simbolo di speranza per un migliore avvenire: con questo valore fu adottato dalla Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797, qualche mese dopo da Bergamo e Bre-scia e poi dalla Repubblica Cisalpina. In quell’epoca le sue bande erano disposte talvolta verticalmente all’asta con quella verde in primo luogo, talvolta orizzontalmente con la verde in alto; a cominciare dal 1° maggio 1798 soltan-to verticalmente, con asta tricolorata a spirale, terminante con punta bianca. Nella metà del 1802 la forma diviene quadrata, con tre quadrati degli stessi colori racchiusi l’u-no nell’altro; questo cambiamento fu voluto dal Melzi (vice presidente della Repubblica Italiana) per cancellare ogni vincolo rivoluzionario legato alla bandiera. Abolito alla caduta del Regno Italico, il tricolore fu ripreso, nella sua variante rettangolare, dai patrioti dei moti del 1821 e del 1831. Mazzini la scelse come bandiera per la sua Giovine Italia, e fu subito adottata anche dalle truppe garibaldine. Durante i moti del ‘48/’49, sventola in tutti gli Stati italiani nei quali sorsero governi costituzionali: Regno di Napoli, Sicilia, Stato Pontifi cio, Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Milano, Venezia e Piemonte. In quest’ultimo caso alla bandiera fu aggiunto nel centro lo stemma sabaudo (uno scudo con croce bianca su sfon-do rosso, orlato d’azzurro). La variante sabauda divenne bandiera del Regno d’Italia fi no al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, quando l’Italia divenne Repubblica e lo scudo dei Savoia fu tolto.

Da www.radiomarconi.com

La bandiera italiana

pbAntica bandiera di Bologna

Antica bandiera di Asti

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L’angolo culturale

Reggio Emilia: Palazzo Comunale “Sala del Tricolore”

Costruita su progetto dell’Architetto Lodovico Bolognini tra il 1772 e il

1787, la Sala, originariamente desti-nata a sede dell’Archivio Generale

della Municipalità, ospitò il Congres-so dei Deputati di Reggio, Modena,

Bologna e Ferrara che, dopo aver proclamato la Repubbli-ca Cispadana, il 7 gennaio 1797 ne adottarono come Vessillo il Tricolore

verde, bianco e rosso.

Dopo 206 anni dalla nascita,vennero codifi cati i toni del nostro simbolo nazionale: verde felce,

bianco acceso e rosso scarlatto della scala dei colori Pantone.

Stendardo del Presidente della Repubblica Italiana

Entrato in vigore dal 4 novembre 2000 (D.P.R. 9 ot-tobre 2000) rappresenta, nel nostro ordinamento ce-rimoniale e militare il segno distintivo del Capo dello Stato e segue perciò il Presidente della Repubblica in tutti i suoi spostamenti.Si ispira alla bandiera della Repubblica Italiana del 1802-1805 e viene innalzato sulle automobili, sulle navi e sugli aeroplani che hanno a bordo il Presiden-te; all’esterno delle Prefetture quando il Capo dello Stato visita una città; all’interno delle sale dove egli interviene uffi cialmente. La sua forma quadrata e la

bordatura d’azzurro simboleggiano le Forze Armate, delle quali il Presidente della Repubblica è Capo.L’esemplare originale è conservato nell’uffi cio del Comandante del Reggimento dei Corazzieri.

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