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natural mind n. 6 2012

Date post: 26-Mar-2016
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La nuova rivista online per gli amanti della natura e del bello. Completamente gratuita
52
1 Econotizie per gli amanti della natura e del bello Anno 2012 • N. 6 in collaborazione con FAITA natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata La Puglia, terra di primati RECEPTION Apologia del mare STILI DI VITA Death Valley fra miraggio e realtà ITINERARI DI Bikando, bikando SFIDE & SPORT
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Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Anno 2012 • N. 6

in collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITA

natural-mind.it

Magazine prodottocon energia certifi cata

La Puglia, terra di primatiRECEPTION

Apologia del mareSTILI DI VITA

Death Valleyfra miraggio e realtà

ITINERARI DI

Bikando, bikandoSFIDE & SPORT

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3GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.

Caro lettore,

se il buon giorno si vede dal mattino ed è l’abito a fare il monaco, il caldo torrido con il quale si è preannunciata l’estate lascerebbe presagire una stagione turistica eccezionale. Ma non sempre i proverbi sono la saggezza dei popoli. Ad essi va aggiunto quel tanto di spietata concretezza che rende le situazioni più reali-stiche. Il sole c’è, il mare anche, pure bello e calmo. Quel che manca, ahimé, sono i soldi per andare loro incontro spensie-ratamente come si faceva una volta. O, forse, qualche soldo in giro c’è ancora, ma manca l’ardimento di spenderlo. In tempi di carestia, meglio formiche che cicale. E così le vacanze rimango-no un’incognita, almeno per quel 50% degli italiani che dichiara di non farle fuori casa. In cambio, si vedono degli stranieri in giro per le nostre città d’arte e per le nostre spiagge. Cara liretta, che permetteva a milioni di tedeschi di fare le vacanze in Italia con 5 marchi al giorno! Ma, per stare ai proverbi, non fasciamoci la testa prima della botta! Noi facciamo del nostro meglio per allie-tare il vostro inizio estate, anche se rimanete a casa. In questo numero troverete articoli interessanti che riguardano la Death Valley, il turismo in bicicletta, la passione per il mare e quella per le auto, il turismo all’aria aperta, la storiella per i junior di casa e molto altro.

Buona lettura.

La redazione

Se il buon giorno si vede dal mattino…

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20RECEPTION• FAITA HOME BY IRM

Tecnologia avanzata per un miglior comfort• CAMPING CA’ SAVIO FIAT DUCATO

Il campeggio su misura per i camper Ducato• LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA:

La Puglia, terra di primati• ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE:

Gargano, un autentico mondo a sé

42SFIDE & SPORTBIKANDO, BIKANDOL’etica della mountain bike

51IL CLUB NATURAL MINDLA POSTA DEI LETTORI

ITINERARI DI 6

46JUNIOR CLUBI VARANI DI KOMODOLe avventure di Luc, Lazo e Full

DEATH VALLEY FRA MIRAGGIO E REALTÀViaggio nel luogo più caldo della terra

natural mind®

Econotizie per gli amantidella natura e del belloPeriodico online del Club

‘natural mind’

Anno 2012 • N. 6

REDAZIONE,COORDINAMENTO E PUBBLICITÀDall’esperienza ultraventennale di

marketing, comunicazione ed edizionedi Make Tailored Advertising Srl

[email protected]

FOTOGRAFIEiStockphoto, Fotolia,

archivi privati,Fototeca Puglia Promozione

PROGETTO GRAFICOMake Tailored Advertising Srl

Desideri una copia stampata?La puoi ricevere per posta al costo di

euro 3 cad. (escl. spese di spedizione postale).L’off erta è subordinata

alla richiesta di almeno 100 copietotali (minimale di stampa).Se vuoi ricevere una copia

stampata, clicca qui indicandol’uscita desiderata, il numero di pezzi e

l’indirizzo per la spedizione.

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UNA NUOVA GENERAZIONE DI SOLARI PER GLI AMANTI DELL’ABBRONZATURA

16SALUTE & BELLEZZA

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APOLOGIA DEL MAREPiù familiare della montagna

RICETTE AMERICANEBison steak al barbecue

PICCOLA STORIA DELL’AUTOIl marchio Audi

L’ETA’ DEL NONNOCiao Lorenzo: come nasce un libro

12STILI DI VITA

E-SHOPPING48

A GUSTO MIO36

PASSIONI 38

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ITINERARI DI

6

L’estate verso la quale siamo largamente avviati è sinonimo di caldo ed il caldo può essere

amato od odiato. Ma anche se si ama il caldo alla follia, c’è comunque un posto dal quale, in estate, è meglio tenersi alla larga. Questo posto è la Death Valley, la Valle della Morte, al confi ne fra vari stati stelle e strisce e, per questo, porta d’ingresso alle due grandi epopee americane ottocente-sche: il “Far West”, cioè l’emigrazione dei pionieri verso il West, e la “Gold

Rush”, la corsa all’oro. La Death Val-ley è il luogo dove è stata registrata la temperatura più alta che abbia mai affl itto la terra che ha conosciuto l’uo-mo: +56,7°C all’ombra, misurati il 10 luglio 1913. Per l’imprecisione degli strumenti dell’epoca, questo valore non poté essere uffi cialmente omo-logato come record e fu sostituito da un minore ma pur sempre consistente +54°C registrato nel luglio 2005, sem-pre e comunque nella Death Valley. Il ché da un idea di questa anticamera

“…una terra di illusione, un posto nella mente, un miraggio tremolante di ricchezze,

di mistero e di morte” (Richard Lingenfelter, 1893)

Viaggio nel luogo più caldo della terra

Death Valley

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ITINERARI DI

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dell’Inferno, ma solo per il calore che sprigiona - come avremo occasione di dimostrare - dove cadono soltanto da 3 a 6 centimetri di pioggia all’anno e dove, da maggio a settembre, la tem-peratura media del giorno è sui +40-45°C, con punte anche oltre i +50°C. Meglio la notte che, comunque, par-la di +30-35°C. E certamente, ancor meglio in autunno/inverno, quando la media delle temperature massime diurne è compresa tra i +24°C di no-vembre ed i +18°C di gennaio, mentre le notti possono anche risultare mol-to rigide, con temperature di gennaio intorno ai +2/+3°C o, addirittura, geli-de, come nel gennaio 1988 quando la temperatura notturna sprofondò fi no a –18°C. Proprio a causa delle eleva-

tissime temperature diurne, duran-te l’estate è altamente sconsigliabile circolare in pieno giorno nella Death Valley. Lo attestano anche i numero-si serbatoi d’acqua disseminati sulla strada ogni 2-3 chilometri per soccor-rere i radiatori infuocati delle pur po-tenti auto americane. Le ore migliori per arrivarci sono quelle del tardo po-meriggio, dalle 17 in poi, o del primo mattino, dalle 4 alle 10. Gli americani preferiscono andarci fuori stagione, soprattutto in inverno o in primavera, periodo in cui, dopo brevi ma intense fasi piovose, è possibile osservare il meraviglioso fenomeno del deserto fi orito. La situazione climatica della Death Valley nasce dalla sua partico-lare conformazione, un vallone lungo

fra miraggio e realtàDeath Valley

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ITINERARI DI

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150 km, sprofondato fra le montagne che, nella sua massima depressione al di sotto del livello del mare (–86 me-tri), prende il signifi cativo nome di Bad Water. Tutto intorno, alte montagne come il Telescope Peak (3.367 metri slm), che rimarcano la profondità di questa fessura della terra e l’asperi-tà, anche fi sica, della sua discesa e ri-salita. La depressione geografi ca che ha dato origine alla valle è nata alcuni milioni di anni fa per effetto dei movi-menti tettonici verso Ovest che han-no causato il sollevamento della ca-tena collinare delle Black Mountains e, di conseguenza, l’abbassamento e l’allargamento della Death Valley. Il fenomeno ha mutato progressiva-mente ed irrimediabilmente il clima,

rendendolo più arido e causando il prosciugamento del lago c.d. Mainly (dal nome del suo teorizzatore) e del-le sue preesistenti ricche forme di vita animale e vegetale, nonché l’erosione che ha prodotto i calanchi oggi visi-bili. Ai nostri giorni, la Death Valley fa parte della zona climatica del Deserto del Mojave, arido come tutti i deser-ti e privo di qualsiasi fi ume o bacino imbrifero. L’unica, piccola sorgen-te perenne locale è Furnace Creek. In cambio di questa attuale penuria d’acqua, nelle ere geologiche la valle ha accumulato una enorme quantità di minerali e sali, in particolare bora-ti oggetto di estrazione e commercio nell’800, lava ed altri detriti vulcanici che le acque termali hanno trascina-

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ITINERARI DI

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to e depositato sul fondale dei laghi allora esistenti, trasformandoli chimi-camente. La successiva evaporazione dell’acqua ha portato completamente in superfi cie queste formazioni nel-la forma di piccole colline o grandi spiazzi pianeggianti, come la salina chiamata Devil Golf Course (Campo da Golf del Diavolo) interamente vi-sibile dal punto più panoramico della valle, il Dante’s View. Emerge, così, in tutta la sua evidenza la fantastica e variegata colorazione di questi ma-teriali, cangiante a seconda del tipo e della luce del sole. Un paesaggio a ca-vallo dell’irreale, oggi noto come Fur-nace Creek Formation, che costitui-sce una strabiliante, unica attrazione per le sue forme, i colori, le impronte

degli animali che una volta abitavano il luogo (cammelli, mastodonti, ca-valli, carnivori ed uccelli), stampate sulla superfi cie assieme a vestigia di erbe e giunchiglie fossili. Malgrado la sua inospitalità, invariata nelle ultime migliaia di anni, la Death Valley reca i segni di insediamenti umani, a co-minciare da quelli di almeno quattro tribù native che hanno qui vissuto fra il 9.000 a.C. ed oggi: i Nevares, i Me-squites, i Saratoga, gli Shoshones. Ma ancora più fantastiche ed interessanti storicamente sono le testimonianze relative al passaggio dei pionieri du-rante le epopee del “Far West” e della “Gold Rush”. L’Hell’s Gate (Cancello dell’Inferno), all’altezza di Stovepi-pe Wells, era lo storico ingresso alla

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ITINERARI DI

Death Valley usato dai convogli dei coloni diretti verso il West in cerca di quell’American Dream che, una volta sbarcati dall’Europa, non avevano tro-vato nell’East, già saturo di emigranti e di affari. Il tratto più stretto della val-le, solo 24 km, cui conduceva l’Hell’s Gate, era il percorso più breve per l’accesso all’altra parte dell’agogna-ta America. Poco contava che fosse il più faticoso ed impervio. Diverso, invece, è il rapporto della valle con i cercatori d’oro provenienti soprattut-

to dalla California. La sua vera storia nasce dal libro autobiografi co di Wil-liam Lewis Manly (“Death Valley ‘49”) che, oltre a narrare la vita dell’autore, guida e pioniere egli stesso, descrive le peripezie di un gruppo di cercato-ri d’oro nell’attraversare i deserti del Nevada e della California durante la “Gold Rush” del 1849. Chiamati col so-prannome fourtyniners (quarantano-vini, da cui il nome della celeberrima squadra di football americano di San Francisco), questi pionieri intraprese-

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ITINERARI DI

ro un epico viaggio nel deserto con poca acqua e poco cibo, scegliendo di attraversare per primi quella che al-lora si chiamava “Deep Valley” (Valle Profonda), nel tentativo di accorciare della metà il percorso rispetto alla via normale. Le peripezie che dovettero affrontare furono così numerose e pe-ricolose che, alla fi ne, Manly stesso at-tribuì alla valle il nome di “Death Valley” che oggi la contrassegna uffi cialmente. In realtà, durante il viaggio durato un in-tero inverno, morì una sola donna, per

giunta già malata da tempo. Il “miraggio tremolante di ricchezze, di mistero e di morte” della Death Valley, così descrit-to nel 1893 dal giornalista Richard Lin-genfelter e celebrato dal fi lm “Zabriskie Point” diretto nel 1970 da Michelangelo Antonioni, vale assolutamente la visita di chi ami combinare storia, folclore e stupenda natura nei propri viaggi. Tanto più che è proprio sulla rotta tradizionale di altre meraviglie come il Grand Can-yon e lo Yosemite Park.

Ulisse

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STILI DI VITA

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STILI DI VITA

Più familiare della montagna

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Il gusto degli italiani propende più per l’anonimo autore del tradiziona-le canto alpino o per Monti, il poeta

Vincenzo autore di questa auspicata “Liberazione d’Italia” da parte di Na-poleone nel 1800 e non Mario, il pro-fessore in cerca spasmodica di un’al-tra e forse più problematica liberazione dell’Italia nel 2012? Il problema, qui,

è posto in maniera scherzosa, ma ri-specchia il dilemma potenziale che si pongono ogni estate milioni di italia-ni. “Quest’anno andiamo al mare o in montagna?“. Non è facile decidere in un paese fortunato dove le monta-gne sono sdraiate sull’acqua e la gran parte degli abitanti ha la stessa dime-stichezza con le une e con l’altra. In

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STILI DI VITArealtà, la decisione avviene, poi, larga-mente a favore del mare per una serie di ragioni che, tuttavia, nulla tolgono all’alternativa montagna. La più im-mediata di queste ragioni è che il cal-do da sempre reclama l’acqua come principale refrigerio. Bevuta, spruz-zata, tuffata, assaporata attraverso la brezza marina l’acqua, da sola, com-batte il caldo senza richiedere alcuna fatica, alcuno sforzo. Anzi, aggiunge quel sottile ma intenso piacere che si prova quando una sofferenza viene lenìta e pian piano scompare. L’altra ragione è che il mare è “easy”, è faci-le. Se sei già in vacanza e puoi, quin-di, evitare lo spasmo del traffi co per arrivarci ed il sudore per procurarti un ombrellone, lui è lì, ti viene addirittura incontro con le sue onde. Un brivido quando ti tuffi , e poi ti avvolge nel suo morbido, penetrante refrigerio fi no a che non ti senti pronto ad affrontare di nuovo la sofferenza della sabbia e del sole. E ce n’è un’altra di ragione: il mare è familiare, ti fa sentire a casa. Sarà perché la scienza dice che sia-mo nati nel suo grande ventre, il mare

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STILI DI VITAti mette di buon umore, ti fa giocare, ti avvicina agli altri, anche fi sicamen-te. È l’ambiente dove i bambini si tro-vano meglio e fanno più amicizie. E anche gli adulti, che spesso in pochi giorni riescono a conoscere meglio il proprio effi mero vicino d’ombrellone del proprio longevo vicino di casa. In-fi ne, l’ultima ragione, ma forse ce ne sono anche altre. Il mare allarga il tuo orizzonte, anche fi sicamente. Quella striscia lontana, laggiù in fondo, che a fatica demarca l’acqua dall’aria, ti dà l’impressione dell’infi nito, dilata le tue prospettive, i tuoi sogni. Quanti esplo-

ratori, navigatori, disperati in cerca di un’altra vita, sono partiti puntando a bucare quell’orizzonte nella speranza di trovarci, aldilà, ciò che sognavano! Quanti l’hanno trovato e quanti, inve-ce, hanno lasciato oltre quella linea anche il poco che avevano! Ecco, for-se la vera ultima ragione per la quale si preferisce il mare è il suo mistero, il mistero della sua profondità, della sua grandezza, della vita che porta in sé, che è una scintilla della vita, ancor più maestosa e misteriosa, dell’universo.

Tiffany

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1616

SALUTE & BELLEZZA

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L’ORÉAL PARIS, DA SEMPRE IMPEGNATA NELLA RICERCA E NELL’INNOVAZIONE NEL CAMPO COSMETICO, LANCIA IL PRIMO LATTE SOLARE SUBLIMATORE. SOLAR EXPERTISE PROTEZIONE GOLD GARANTISCE CON UN UNICO PRODOTTO UNA PELLE PROTETTA, IDRATATA INTENSAMENTE E UN’ABBRONZATURA PIÙ BELLA, PERFETTAMENTE DORATA, A LUNGA DURATA.

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SALUTE & BELLEZZA

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NOVITA’ 2012

PROTEZIONE GOLDSOLAR EXPERTISE

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RECEPTION

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FAITA Home by IRMTecnologia avanzata per un miglior comfort

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In un mondo dove tutto cambia rapidamente, il camping sente la necessità di trasformarsi in quel-

lo che i francesi, leader di questo tipo di turismo in Europa, chiamano “hôtellerie en plein air”. L’albergo all’aria aperta al quale ci si riferisce è sostanzialmente una struttura re-cettiva dove il comfort ed i servi-zi hanno molta più importanza e spazio di quelli che avevano per lo spartano campeggiatore del pas-sato. Oggi il camping è in larga parte turismo familiare, appetibile non solo per il vantaggio di prez-zo che offre, ma soprattutto per il rapporto che il prezzo ha con la qualità del servizio e del comfort, ormai indispensabili anche per chi ama il piede nudo nella sabbia. E le case mobili, insieme all’accre-sciuta capacità di entertainment del camping sul modello dei villaggi turi-stici, rappresentano la chiave di volta rispetto al passato, essendo in grado di offrire a tutta la famiglia spazi mo-dernamente ottimizzati. Per questo FAITA Nazionale, la Federazione che

raggruppa gran parte dei circa 2.500 campeggi italiani, ha fatto un accordo con il gruppo francese Benéteau per la produzione nel nuovo stabilimento di Bologna di quattro modelli di case mobili studiati apposta per le esi-genze del mercato italiano e, perciò, contrassegnati con il marchio “FAITA

RECEPTION

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Mod. Super Mercure, m. 7,50x4, n. 2 camere

Mod. Super Titania, m. 8x4, n. 3 camere

Page 22: natural mind n. 6 2012

Home by IRM”. Laddove IRM rappre-senta il marchio del gruppo france-se leader nel mercato europeo delle

case mobili. Le nuove “FAITA Home by IRM” rappresentano l’ultimo gri-do in fatto di tecnologia specifi ca, combinando materiali ecologici e du-raturi con soluzioni abitative di gran-de comfort e praticità per la famiglia ospite. Un motivo in più a favore del turismo all’aria aperta, ormai vicino a rappresentare il 20% della formula di vacanza in Italia.

22

Mod. Titania, m. 8x3, n. 2 camere

RECEPTION

Mod. Super Mercure Riviera, m. 7,50x4, n. 2 camere

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RECEPTION

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RECEPTION

Col patrocinio uffi ciale di Faita Fe-

derCamping, la 30° edizione del

Salone internazionale dell’arre-

do e attrezzature per l’esterno presenterà

delle novità importanti a favore del com-

parto turistico all’aria aperta. Non solo,

infatti, si svolgerà la 4^ edizione di Cam-

ping & Village Show, il più grande appun-

tamento italiano riservato ai gestori del-

la ricettività all’aperto e organizzato da

SUN in collaborazione con l’Associazio-

ne Mondo del Campeggio. Agli operatori

del turismo open-air, espositori, visitatori

professionali e tour operator selezionati,

si presenterà uno scenario rinnovato: 5

Padiglioni attigui, praticamente tutta l’ala

Ovest della Fiera di Rimini occupata dal

SUN, saranno esclusivamente dedicati

alle attrezzature per il settore turistico e

Dal 7 al 9 ottobre, alla Fiera di Rimini SUN e Faita ancora insieme

Page 25: natural mind n. 6 2012

ricettivo open-air. Accanto ai padiglioni

dedicati alle case mobili e attrezzature

per il campeggio nella cornice del Cam-

ping & Village Show, ci saranno anche i

padiglioni destinati alle dotazioni per gli

stabilimenti balneari – un comparto che

da solo richiama tra i 6 e gli 8 mila ope-

ratori all’anno e che col mondo del cam-

ping e dei villaggi ha infi nite affi nità di

prodotti e servizi -, il padiglione riservato

ai giochi e allo svago all’aria aperta (gon-

fi abili, giocattoli, castelli, attrezzature per

grandi e piccini), e il percorso espositivo

adibito al benessere ‘in e con l’acqua’,

dove si trovano mini-Spa, idromassaggi,

piscine dentro e fuori terra, sempre più

presenti e apprezzati nelle strutture ricet-

tive. Ciò che si presenterà ai professioni-

sti della fi liera della vacanza all’aria aperta

e in particolare ai gestori della ricettività

all’aperto, sarà quindi un polo espositivo

dal potenziale unico nel Belpaese, all’in-

terno di una fi era che da 30 anni è il più

grande, ricco e completo appuntamento

B2B dedicato ai professionisti dell’arredo

e attrezzature da esterno.

Informazioni sulla fi era SUN:

www.sungiosun.it (solo per operatori, ingresso gratuito

con registrazione cliccando qui)

RECEPTION

25

SUN, 30° Salone internazionale dell’esterno. Rimini Fiera, 7-9 ottobre 201212 padiglioni - 90.000 mq - 700 espositori - 9 comparti espositivi - 25.000 visitatori professionali - operatori da 47 Paesi

Page 26: natural mind n. 6 2012

26

Un’iniziativa unica nella storia dell’o-pen air: Fiat Professional e il Cam-ping Ca’ Savio di Cavallino Tre-

porti (VE) hanno siglato una partnership grazie alla quale per tutta l’estate 2012 la struttura diventerà “Ca’ Savio Fiat Duca-to” e regalerà ai camperisti di Fiat Duca-to vantaggi e servizi esclusivi per godersi una vacanza serena, divertente e senza pensieri. Prima esperienza mai realizza-ta di campeggio a tema dedicato ai mo-torhome, l’iniziativa prevede la presenza di una offi cina mobile all’interno del cam-ping che offrirà check-up gratuiti a tutti i

veicoli allestiti su base Ducato, ed una se-rie di servizi rivolti a tutti gli ospiti, come la navetta gratuita per raggiungere l’im-barco per Venezia e la sponsorizzazione delle attività di animazione a premi. Valori condivisi quelli che hanno spinto Fiat Pro-fessional e Ca’ Savio a stringere questo accordo, all’insegna dell’economicità, della libertà e dell’ecologia, da sempre i principali asset del campeggio. Non è un caso che di recente Fiat Ducato si sia ag-giudicato il 1° e 2° posto del “Green Van 2012”, premio assegnato da due rinoma-te riviste tedesche rispettivamente al Du-

RECEPTION

il campeggio su misura per i camper DucatoCamping Ca’ Savio Fiat Ducato

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DUCATO FREE CHECK-UP

cato 150 Multijet e al Ducato 115 Multijet. Fiat Ducato, dunque, è sempre più vicino al mondo dei camperisti. Grazie alla totale leadership nel settore, Fiat è l’unico co-struttore automotive che ha potuto creare basi motrici, specifi camente progettate per la trasformazione, in sinergia con le aziende produttrici di motorhome, oltre ad essere stato tra i primi a realizzare una gamma di servizi e una rete di assistenza dedicate ai camperisti che viaggiano con Ducato. E oggi, Fiat Professional diventa anche il primo costruttore ad “andare in vacanza” con i suoi clienti. È proprio que-sta la nuova dimensione di servizio che Fiat Professional abbraccia con iniziative come “Ca’ Savio Fiat Ducato”: lasciare al camperista solo il bello della vacanza in

camper, fornendogli un servizio e un’assi-stenza tecnica “su misura”, in qualunque momento e ovunque si trovi. Oggi la va-canza in camper è sempre più ricercata e mostra prospettive più che positive: solo nel 2011 le vendite di camper, nuovi o usa-ti, in Europa hanno superato le 250.000 unità. Un successo commerciale che tro-va conferma nelle affl uenze straordinarie di pubblico ai saloni di settore come quelli di Dusseldorf e di Birmingham.

27

RECEPTION

• Presenza di campagne di richiamo/ri-sanamento sul veicolo

• Scadenze revisione e bollino blu

• Usura pneumatici e verifi ca pressione

• Examiner/Wi Tech centralina iniezione

• Livelli (olio motore, olio freni, liquido raffreddamento e liquido tergicristallo)

• Effi cienza batteria (midtronic)

• Funzionamento luci e indicatori direzione

• Funzionamento tergicristalli e lavavetro

Il personale specializzato Fiat Camper Assistance vi aspetta al Camping Ca’ Savio per offrirvi gratuitamente i seguenti controlli:

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RECEPTION

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RECEPTION

Le oasi del camping in Italia

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Tanto basta ad esprimere l’or-goglio barese o pugliese, in senso più lato, per la

propria terra. Ed in realtà questo orgoglio pog-gia su

solide basi, naturali e storiche. Intanto la Puglia, la regione nella quale ci sof-

fermiamo in questo numero della nostra rubrica dedicata alle oasi

del camping in Italia, vanta la più lon-geva e certifi cata residenza umana.

I resti fossili dell’Uomo di Alta-mura, una forma arcaica

di Homo Nean-derthalen-

“Se Parigi avesse lu mére, sarebbe una piccola Beri...”

La Puglia, terra di primati

FOTOTECA PUGLIA PROMOZIONE

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RECEPTION

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sis, testimoniano che qui si viveva già almeno 250.000 anni fa. Poi ci sono numerosi altri reperti di epoca preisto-rica, tra i quali diversi menhir e dolmen,

antenati dei più conosciuti trulli (dal greco tardo τρούλος –

cupola), le

antiche costruzioni coniche in pie-tra a secco, di origini proto storiche, tipiche ed esclusive della Puglia centro-meridionale ed in particolare di Albe-robello. E che dire della storia, passata attraverso secoli nei quali la Puglia è sempre stata in pri-

ma pagina con le sue colonie greche, la dipendenza dai Romani, che le dettero il nome (Apulia) ma che sul suo territo-rio, a Canne, nel 216 a.C. ricevettero la sconfi tta più cocente ad opera di Anni-bale. E poi, via via, i bizantini, i norman-ni, gli svevi di Corradino, gli Angioini, i Borboni, fi no all’unifi cazione dell’Italia.

Ma la Puglia non detiene soltanto primati storici. È la regio-

ne italiana situa-t a

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più ad est, con quel che ne consegue in termini di assimilazione della cultura orientale. Inoltre, con il Tavoliere e con altri territori minori possiede la secon-da estensione pianeggiante d’Italia, dopo la Pianura Padana, con grandi benefi ci per la propria economia agri-cola. Infi ne, la Puglia possiede uno dei maggiori sviluppi costieri di tutta la

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penisola, con una varietà di situazio-ni che vanno dalla costa rocciosa del Gargano ai lunghi litorali sabbiosi del golfo di Taranto e che rendono grade-volmente balneabile il 98% del terri-torio pugliese. Ciò favorisce il turismo all’aria aperta, malgrado le grandi di-stanze da percorrere per chi arrivi dal nord Italia o, peggio ancora, dall’Euro-pa centrale. La regione, infatti, ospita un numero elevato di campeggi (224, equivalenti all’8,6% del totale nazio-nale), leggermente più piccoli della media italiana, ma comunque in gra-do di offrire oltre 101 mila posti letto (7,4% del totale Italia), prevalentemen-te distribuiti lungo la costiera foggiana. Ad accrescere il fascino della Puglia, c’è poi la tradizionale cucina fatta di sapori ed odori mediterranei e di vini eccellenti, accompagnata da un buon rapporto complessivo qualità-prezzo. Quanto basta per garantire al turista un piacevole soggiorno ed all’econo-mia della regione un valido apporto.

Chaperon

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RECEPTION

Sempre in rotta verso sud, l’estate ci porta nel tacco dello stivale. La Puglia. Regione incantevole, sospesa tra natura, storia, tradi-zione, gusto e spiritualità, da visitare dodici mesi l’anno... Con i

suoi 800 km di coste, la Puglia offre solo l’imbarazzo della scelta.

GARGANO, UN AUTENTICO MONDO A SÉ

Terra di fede, di mare e di natura al limitare della distesa del Tavoliere delle Puglie, il Gargano si presenta come un luogo fuori dal mondo. È uno sperone roccioso ca-ratterizzato dal carsismo, un’area naturale da sempre isolata dagli infl ussi esterni, tanto da essersi guadagnata il primato della biodiversità tra le subregioni italiane; questo angolo di paradiso costituisce uno scrigno di ricchezze storiche, naturali, ar-tistiche e turistiche capaci di rendere completa qualsiasi esperienza di visita. Tutto questo e molto altro ancora è il Gargano, una terra capace di conciliare la sua storia millenaria con un presente in cui il patrimonio naturale e l’eredità storica e religiosa convivono con una sempre più matura ricettività turistica.

• VIESTE, importante centro turistico, è tra le città più antiche della Daunia. Il li-torale nei dintorni è ricco di splendide spiagge dalla sabbia dorata e di anfratti rocciosi, interessanti non solo per il fascino naturalistico, ma anche per le testi-monianze storiche che conservano gelosamente.

• PESCHICI, dall’alto di un promontorio (90 metri s.l.m.) sporge sul mare, dominan-do la spiaggia sottostante. La visita del centro (che deve essere necessariamente fatta a piedi) consente di ammirare scorci panoramici in un dedalo di viuzze e in un groviglio di casette dal caratteristico tetto a cupola di origine orientale.

• LE ISOLE TREMITI sono situate a circa 12 miglia dalla costa del Gargano. Sono co-nosciute anche come “perle dell’Adriatico” per via della lora incantevole natura e della bellezza del mare. La costa è variegata e alterna alte scogliere a calette di sabbia ed a grotte tutte da esplorare.

Info su www.viaggiareinpuglia.it

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Firenze

Perugia

Roma

Bologna

Venezia

Trieste

Trento

MilanoAosta

Torino

Genova

Ancona

L’Aquila

Campobasso

Napoli

Bari

Potenza

Catanzaro

Palermo

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING LIDOMaccagno (VA) VILLAGGIO CAMPING BOSCOCannobio (VB)

CAMPING VILLE DEGLI ULIVIMarina di Campo (LI)

CAMPING CANAPAIRio Marina (LI)

CAMPING RESIDENCE AMIATACasteldelpiano (GR)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZEMarina di Grosseto (GR)

CAMPEGGIO SUMMERLANDViterbo

HAPPY VILLAGE & CAMPINGRoma

VILLAGGIO CAMPING TESONISMarina di Tertenia (OG)

HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEAPalau (OT)

CAMPING MIRAGEBarano d’Ischia (NA)

CAMPEGGIO EUROPATerracina (LT)

LE PALME VILLAGETerracina (LT)

GREEN VILLAGEMarina di Camerota (SA)

RomaRoma

CAMPING CA’ SAVIOCavallino Treporti (VE)

VILLAGGIO DEL SOLEMarina Romea (RA)

PARCO VACANZE RIVAVERDEMarina di Ravenna (RA)

VILLAGGIO DEI PINIPunta Marina Terme (RA)

HOLIDAY VILLAGE FLORENZLido degli Scacchi (FE)

VILLAGGIO PINETAMilano Marittima Cervia (RA)

BolognaBologna

L’AquilaL’Aquila

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLAMaserno di Montese (MO)

CAMPING VILLAGE DON DIEGOGrottammare (AP)

CAMPING EUCALIPTUSAlba Adriatica (TE)

MilanoMilano

I campeggi preferiti di

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RECEPTION

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Togliere dal frigo le bistec-che di circa 3-4 cm di al-tezza e lasciarle riposare a

temperatura ambiente per circa un’ora in un recipiente ben chiu-so.

Per il condimento usare solo olio di oliva, sale grosso e pepe nero a piacere, ingredienti che con-sentono di apprezzare al meglio la complessità di sapori della carne di bisonte da pascolo.

A GUSTO MIO

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Bison steak al Barbecue

Ricette AMERICANE

Un buon fuoco e delle buone braci sono un ottimo punto di partenza ma non bastano per un barbecue a rego-la d’arte. Gli Americani, i maestri indi-scussi di questo metodo di cottura, lo hanno affi nato nel tempo. Importato dai popoli caraibici che lo introdusse-ro con il nome di barbacoa, il barbe-cue (BBQ in americano) può essere

oggi considerato l’unico stile gastro-nomico nativo e originale del conti-nente d’oltreoceano. Un’esperienza unica fatta di carne, salse e fumo che si sviluppa nel sud degli Stati Uniti d’America. Ecco appunto una ricetta tipica del sud-ovest della nazione a stelle e strisce: la bistecca di bisonte.

Epicuro

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Se si dispone di un barbecue a carbone con coperchio, pre-pararlo disponendo delle mat-tonelle su un lato in modo da lasciare una zona dove non ar-rivi il calore diretto della brace. Sarà pronto quando il carbonci-no sarà coperto da cenere gri-gia. La temperatura ideale per gri-gliare la carne di bisonte è di circa 2 5 0 ° C . Una volta raggiunta tale tem-peratura, p reparare le bistecche cospargendole di olio e sale gros-so (ed eventualmente di pepe). Ungere un canovaccio con abbondante olio, passarlo rapidamente sulla griglia calda e riporre la griglia nel barbecue. Disporci le bistecche e chiude-

re il coperchio per 2 minuti. Gi-rare e rosolare il secondo lato per altri 2 minuti. A questo pun-to, spostare la carne nella zona non riscaldata direttamente e lasciarla cuocere per altri 4/5 minuti per lato sempre a coper-chio chiuso. Quando le bistec-

che saranno pronte, lasciarle riposare a temperatura

ambiente per 10 minu-ti prima di tagliarle e servirle. Non pre-occupatevi: non si raffredderanno perché, per i pri-mi 5 minuti dopo averle tolte dal-

la griglia, l’interno continuerà a cuocere

e se le taglierete prima dei 10 minuti rischierete

che si perdano troppi succhi e che si asciughino. Servitele ac-compagnate con patate o ver-dure. Buon appetito!

A GUSTO MIO

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Da due numeri abbiamo iniziato su natural mind® una breve storia

dell’automobile, quale doveroso

omaggio al mezzo di trasporto

e di lavoro che ha largamente contribuito a cambiare la storia dell’uomo accelerandone, non senza qualche complicazione,

il percorso. Per chi fosse alla

Piccola storia dell’auto

PASSIONI

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“Quando corre Nuvolari mette paura perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura...” (Lucio Dalla, Nuvolari)

Il marchio Audi

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prima lettura, ripetiamo che protagonista della nostra storia è il marchio dell’auto, più che il motore, la linea o altri elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Un po’ come una persona, che s’identifica con un nome e con una propria, particolare ed inimitabile figura corporea. In termini moderni, questa immagine del marchio assume il nome di logo, abbreviazione anglosassone di logotype. Il marchio tende a rimanere identico a se stesso per tutta la vita allo scopo di identificarsi, sempre e con chiarezza, presso il

consumatore al quale si riferisce. Salvo, come nel nostro caso, seguire l’evoluzione societaria e di mercato. Il logo del quale trattiamo oggi, in rigoroso ordine alfabetico, è Audi, creato da August Horch, già fondatore di una sua azienda “Horch” nel 1899. Essendo stato da questa estromesso e volendo proseguire la propria attività nel settore

automobilistico si trovò, così, nella condizione di dover cercare un nuovo marchio. Gli sovvenne un nipote seminarista che tradusse il tedesco

PASSIONI

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in latino. “Horch”, che in tedesco significa “ascolta”, divenne quindi “Audi”. Così, nel 1909, nacque a Zwickau, in Sassonia, la “Audi-Werke”. Le cose andarono bene per un po’ ma quando si affacciò la grande crisi, nel 1928, la Audi venne assorbita dalla DKW e, quattro anni dopo, anche la Wanderer e la Horch decisero di unire le proprie forze al sodalizio che si era formato. Nacque così, nel 1932, la “Auto Union AG”, contrassegnata da uno stemma a quattro cerchi, ciascuno dei quali racchiudeva il marchio di una delle aziende consociate. La Auto Union venne poi acquistata dalla Daimler-Benz nel 1958 e, infine, ceduta nel 1964 al Gruppo Volkswagen, che mantenne la denominazione Audi ed il logo con quattro

cerchi. Alla produzione dell’Auto Union, però, venne affiancato il marchio Audi o DKW, quale identificativo della linea di vetture prodotte. La fortuna più recente del marchio Audi nasce

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PASSIONI

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con Ferdinand Piëch, nipote di Ferdinand Porsche e geniale interprete dell’auto moderna, che assunse la guida del gruppo Volkswagen e dell’Auto Union nel 1980. Sua l’intuizione delle quattro ruote motrici, che portano

le vetture sportive “Audi quattro” alla vittoria nei più importanti rallies degli anni ottanta, guadagnandosi fama di sportività e robustezza. Sua anche la decisione di eliminare, nel 1985, la primigenia denominazione Auto Union per adottare semplicemente il marchio Audi, sempre accompagnato dai 4 cerchi ma, questa volta, senza più alcuna immagine al loro interno. Infine, il 19 aprile 2012, l’ultimo boato Audi: l’acquisto del marchio motociclistico italiano Ducati per 860 milioni di euro. Con questa acquisizione di prestigio il Gruppo Volkswagen entra anche nel mondo delle due ruote, gratificando un’altra grande intuizione di Piëch realizzata solo in forma di prototipo.

Leonardo

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PASSIONI

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SFIDE & SPORT

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Ci

sono dei neologismi, provenienti all’italiano da altre

lingue, che attecchiscono più di al-tri. Alcuni perché sono termini pratica-mente intraducibili dalla loro lingua ori-ginale, invariabilmente l’inglese. Come ad esempio computer, così chiamato in tutto il mondo meno che nella super na-zionalista Francia, dove lo chiamano or-dinateur. Altri perché, se tradotti letteral-

men-te, non rendono lo stesso concetto. Uno di questi neolo-gismi è mountain bike, che non è sola-mente una bicicletta da montagna, per scalare pendii ripidi, come vorrebbe la sua traduzione letterale, ma, nella ormai comune accezione, una bicicletta per percorsi diffi cili in genere, come ster-rati e sentieri, in cui il ciclista dilettante ha bisogno di un rapporto ottimale tra le energie da spendere pedalando ed

Bikando, bikando

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il percorso da com-piere. La m o u n t a i n bike è il mezzo di

trasporto

ecologico per eccellenza, ormai largamente fa-vorito da chi desidera co-niugare esercizio fi sico e con-tatto con la natura. Per questa sua caratteristica, si offre ad un mix molto

ampio di soluzioni fra fatica ed am-biente. Così si può decidere di emulare Fausto Coppi scalando lo Stelvio sulla strada statale o, più sommessamente, percorrere un placido e silenzioso sen-tiero di collina in mezzo ai boschi. C’è, tuttavia, un’etica comune che governa l’uso della mountain bike ed il suo ac-

cesso agli appositi percorsi. E’ quel-la rifl essa nelle regole ela-

borate dall’IMBA ( I n t e r -

SFIDE & SPORT

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L’etica della mountain bike

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national Mountain Bicycling Asso-ciation - Associazione Internazionale di Mountain Bike) e riconosciute in tut-to il mondo come il codice di condotta per i mountain bikers, con il compito di promuovere un ciclismo fuoristrada ambientalmente e socialmente respon-sabile.

Ai bikers è raccomandato di:• Percorrere solo sentieri dove è

permesso circolare in bicicletta;• Sceglierli in funzione delle pro-

prie capacità fi siche, tecniche ed atletiche;

• Rispettarne la traccia, valutan-do percorsi alternativi in caso di pioggia o altro;

• Non lasciare tracce evidenti (rifi uti compresi);

• Andare secondo capacità della persona e potenzialità del mezzo;

• Moderare la velocità e guidare con prudenza nei tratti diffi cili;

• Dare sempre la pre-cedenza;

• Notifi care agli altri la propria pre-senza con un tocco di campanello o un saluto;

• Non infastidire gli animali;• Richiudere il cancello dopo essere

transitati nella proprietà di qual-cuno;

• Programmare le uscite senza av-venturarsi in sentieri ignoti;

• Portare con sé un quipaggiamento adeguato (cellulare e kit di emer-genza);

• Indossare sempre il casco.

L’osservanza di queste regole è fonda-mentale per il rispetto dell’ambiente e degli altri praticanti. Ma i mountain bi-kers lo sanno molto bene, al punto di costituire sotto tale profi lo una pattuglia d’avanguardia che sta conquistando un numero sempre maggiore di nuovi adepti. Tra questi, molti bambini, i de-stinatari dell’ambiente di domani.E, da quest’anno, c’è una novità: dalle Dolomiti alla Valle d’Aosta, al posto del-lo skipass invernale c’è il bike pass esti-vo. Se fi nora le funivie erano destinate d’estate a portare in quota gli amanti dei panorami dall’alto, guadagnati sen-

za fatica, ora i mountain bikers pas-

SFIDE & SPORT

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sano il “bip, come per lo skipass, e

accedo-no alle c i m e ,

per affron-tare, impianto dopo impian-

to, lunghi it inerari.

È di q u e s t i giorni la notizia dell’inau- g u -r a z i o n e del Sella-ronda MTB TOUR, attivo fi no al 16 set-tembre. Il mitico giro dei passi nel comprensor io sciistico di Do-lomiti Superski, affrontabile sia in senso orario che antiorario, inanellando il Passo Gar-dena, il Sel-

la, il Pordoi e il Campolongo, è la sfi da dell’estate per gli appassionati di que-sto sport.

Olimpia

SFIDE & SPORT

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JUNIOR CLUB

Le storie di natura che raccontiamo hanno due scopi: diverti-re i junior di casa e presentare situazioni e località nuove, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia raccontata si svolge nell’isola di Komodo, nell’arcipelago indonesiano, dove si trovano degli animali preistorici, i varani.

La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.

Anche questa volta Luc, Lazo e Full erano partiti per una località lontana e per un incarico stra-

ordinario e, come al solito, anche un po’ pericoloso. Per conto dei genitori di Luc, tutti e due scienziati che sta-vano lavorando sulla genesi di alcuni animali in Asia, dovevano prelevare dei campioni di saliva di un animale mol-to particolare. Quei campioni sarebbero serviti per determinare il DNA dell’a-nimale e l’età della sua specie, che risaliva ad alcuni milioni di anni fa. L’animale in questione era il varano di Komo- do, detto

a n c h e drago p e r i l suo

aspetto truce ed alquanto minaccioso. Il varano è la più grossa specie viven-te di lucertola, potendo raggiungere in rari casi anche 3 metri di lunghezza e 70 kg circa di peso. Sopravvis-suto all’epoca dei grandi rettili, vive nelle isole indonesiane, in particolare in quella di Komodo ed emette una saliva di colore unico, rossastro che gli serve per lubrifi care il cibo pri-ma d’inghiottirlo. Con questo sistema può addirittura ingurgitare una capra sana. Il compito di Luc, Lazo e Full si presentava complicato ed anche molto pericoloso perché i varani sono car-nivori e sono abituati a cacciare in gruppo, unici della loro specie. Occorrevano, quin-di, la massima attenzio-ne e la massima perizia. Consapevoli dei rischi che correvano, i no-

I varani di KomodoLe avventure di Luc, Lazo e Full

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stri amici si erano attrezzati di conse-guenza e dopo un lungo viaggio erano giunti all’isola di Komodo, sistemandosi nell’hotel più decente che avevano tro-vato. Dovevano fare presto a compiere la missione perché avevano un altro incarico, ugualmente urgente, da svol-gere in un altro posto lontano. Il giorno dopo il loro arrivo, quindi, erano già pronti di mattina presto per la prima battuta di caccia. Trovare i varani non sarebbe stato diffi cile, per-ché ce n’erano molti. Ed infatti, ap-pena inoltrati in un’ampia radura con l’erba alta alle ginocchia, cominciarono a sentire dei soffi che facevano presa-gire la loro presenza. Full, il fi do cane, li individuò subito e portò il resto del-la truppa vicino ad un bel maschio. A questo punto, era il nonno Lazo a do-ver entrare in azione. Come dice il suo nome, Lazo era particolarmente abile a lanciare una corda a cappio e così, al primo tiro, prese per le mascelle il grosso varano. Intrappolato senza via

di scampo, il varano ben presto cominciò a schiumare saliva ros-sa. Era proprio quello che cer-cavano i nostri amici, i quali non persero tempo a rac-coglierla nei loro speciali contenitori. In quattro e quattr’otto avevano già raccolto la saliva di un altro maschio e di due femmine. Man-

cava un ultimo maschio per completare il progetto. Full non tardò ad indi-viduarlo. Ma appena Lazo lo catturò comparvero altri sei-sette esemplari male intenzionati. Quella caccia per loro insensata li aveva molto innervo-siti ed ora cercavano di farla pagare agli intrusi. La partita si metteva male perché i varani erano grossi ed infero-citi ed a nulla serviva la sarabanda di Full per cercare di fermarli. Dovette, allora, intervenire Luc che, nato da quei genitori, aveva un enorme inge-gno. Tirò fuori dalla sua sacca un con-gegno laser di sua invenzione e lo ma-novrò. Dal congegno scaturì un cerchio di fuoco che tenne a bada i sibilanti varani, mentre nonno Lazo recuperava la saliva di quello catturato. Appena l’operazione fu fi nita, con lo stesso laser Luc aprì una strada protetta dal fuoco attraverso la quale arrivarono alla loro auto. An-che questa volta i nostri ami-ci avevano a s s o l t o il loro compito!

Fedro

JUNIOR CLUB

che questa volta i nostri ami-ci avevano a s s o l t o il loro

Fedro

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L’ETA’ DEL NONNOCome nasce un libro

L’età del nonno, dopo quel-la del fi glio e del padre, è l’e-tà defi nitiva. Un’età che,

molto più delle altre, marca il tem-po e che, al suo inizio, può crea-re sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai len-ti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sem-pre più artifi ciali dell’età moderna.L’annuncio del primo nipote in ar-rivo spalanca d’improvviso la pro-spettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamen-te far puntare i piedi nel tentati-vo di fermare il tempo o rallentarlo.Invece, quando ci si accomoda den-tro, si scopre che un nipote rega-la nuovi scopi e traiettorie alla vita,

offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora es-sere. Un fi l rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lo-renzo”, un libro, bello e tenero, ot-timamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da non-no a nipote, dall’ultima generazio-ne della terra alla prima delle stelle.Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi impor-tanti diventando, pagina dopo pagi-na, una sorta di vademecum rigoro-so ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo geni-tori o nonni a fornire risposte con-crete ai tanti perché di fi gli e nipoti.

Friendly

E-SHOPPING

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ACQUISTALO ORA

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Il libro “Ciao Lorenzo” ti verrà spedito per posta entro tre giorni dall’avvenuto pagamento

“Ciao Lorenzo”,una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle.

Inviaci una email a [email protected] con i dati per la spedizione

NE HANNO PARLATO

E-SHOPPING

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Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.

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Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci

no a migliorare il magazine.i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-

LA POSTA DEI LETTORI

IL CLUB NATURAL MIND

Nonostante il caldo leggo volentieri i

vostri articoli.

Mario

Bella rivista.Carlo

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i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.

Carlo

Sono di Gaeta,

ho apprezzato molto l’articolo che ho letto

due numeri fa sulla nostra bella terra.

Venite a torvarci perché questi posti sono

bellissimi. Poi si mangia da signori.

Fra l’altro la tiella è il mio piatto preferito!

Serena

Nonostante il caldo leggo volentieri i

vostri articoli.

Serena

Natural mind è una bella scoperta.Quest’estate sto proprio pensando di andare in campeggio con i miei amici. Mi avete svelato un mondo che non conoscevo. Anna

ho apprezzato molto l’articolo che ho letto

Venite a torvarci perché questi posti sono

Fra l’altro la tiella è il mio piatto preferito!Complimenti, è fatta bene ed i

contenuti sono interessanti.

Cordiali saluti.Sergio

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natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elet-trica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certifi cati con “100% energia pulita Multiutility”.Certifi care i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica in-teramente prodotta da fonte rinnovabile: la certifi cazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certifi cati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’e-missione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio.

Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che ap-pare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutili-ty S.p.A. registrato a livello europeo e che viene conces-so solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®.

natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente

I certi� cati RECS (Renewable Energy Certi� cate System) sono titoli che attestano la produzione di ener-gia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economi-che per continuare a produrre energia "verde". I certi� cati RECS sono distinti dall'erogazione � sica dell'elettricità e la loro emissione consente la com-mercializzazione dei certi� cati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente � nanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimo-niando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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