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ISSN 1825-5515 ´ , EUBIOS bene et commode vivens 56 Trimestrale N°56 - Anno XVII - Giugno 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano neo
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EUBIOSbene et commode vivens

56Trimestrale N°56 - Anno XVII - Giugno 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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Foto di copertina: © Susanna Mammi, Commissione europea, Berlaymont Building, Bruxelles 2016.

L’Unione europea (UE) è un organismo internazionale istituito nel 1992 con il trattato di Maastricht allo scopo di coordinare le relazioni tra gli stati membri e i loro popoli, attraverso l’istituzio-ne di un’Unione economica e monetaria e favorendo una politica estera di sicurezza comune.Essa è un’unione politica di carattere sovranazionale che garan-tisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e dei capitali all’interno del suo territorio promuovendo la pace, i valori e il benessere dei suoi popoli lottando contro l’esclusione sociale e la discriminazione. L’Unione europea favorisce il progresso scientifi co e tecnologi-co mirando alla stabilità politica, alla coesione e alla crescita economica, sociale, territoriale e solidale tra i suoi stati membri.Nel 2012 è stata insignita del premio Nobel per la pace, con la seguente motivazione: «per oltre sei decenni ha contribuito all’a-vanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa».All’interno dell’Unione Europea è nata nel 2001 l’Unione econo-mica e monetaria dell’Unione europea con 19 stati dell’Unione aderenti al cosiddetto mercato unico, detto eurozona, regolato da una moneta unica, l’euro, con a capo la Banca Centrale Europea (BCE).

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FondatoreSergio Mammi

= letteralmente, buona vita.

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Recensioni

Corsi

ANIT

Strumenti per i Soci ANIT

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Editoriale.

La qualità dell’aria negli ambienti scolastici.Il progetto Air@School.

Misura dell’isolamento di facciata. Confronto fra norme ISO 140-5:1998 e ISO 16283-3:2016

Progettazione acustica di ambienti per la ristorazione; un approccio basato

sulla capienza acustica.

La riduzione delle trasmissioni lateralisu giunti non omogenei.

Riqualifi cazioni energetiche: non solo minori consumi ma anche maggiore comfort.

Schermature mobili: criticità dei requisiti minimi richiesti e calcolo del g

tot.

Misure di laboratorio dell’isolamento al calpestio di massetti galleggianti su solai in CLT.

Qual’è l’attuale situazione normativain acustica edilizia?.

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nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

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Per abbonarsi con bonifi co bancario, effettuare versamento a:TEP srlConto corrente presso Banca Popolare Commercio & IndustriaIBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886Indicare come causale: abbonamento 4 numeri neo-Eubios.

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� Il numero 55 è on-linesu www.anit.it

neo-Eubios 56 2 giugno 2016

ISSN

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EUBIOSbene et commode vivens

55Trimestrale N°55 - Anno XVII - Marzo 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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Roberto Armani, Massimiliano Busnelli,Associazione Culturale Energia di Classe.

Nicola Granzotto, Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Padova.

Andrea Tombolato, Studio di Acustica, Padova.Gianfranco Quartaruolo, Socio ANIT,

Consulente acustico Norman Disney and Young, Auckland (NZ).Francesco Madonna, Luca Rota,

Ricerca Sistema Energetico – RSE S.p.A.Luca Barbaresi, Dario D’Orazio, Massimo Garai,

DIN, Università di Bologna, Bologna.Gloria Cagali, Ingegnere Libero professionista, Verona.

Elmar Tapfer, TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ).Stefano Benedetti, Staff ANIT.

Alessandro Panzeri, Ricerca e Sviluppo ANIT.Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.

Hanno collaborato:

Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.

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EDITORIALE

colonna sonora

Montezuma, Fleet Foxes • White Nights Oh LandYours Forever, Generationals • Wreckin’ Bar (Ra Ra Ra), The Vaccines

Love Is Won, Lia Ices • On Your Way, Michael Penn GIRLS VOL. 2I’m Going Down, Vampire Weekend • Completely Not Me, Jenny Lewis

I Get Ideas, M. Ward • L8 CMMR, Lily Allen

UN NUOVO AMBIENTELa nuova Milano di Porta Nuova: verde come il bosco verticale o grigia come i grat-tacieli? L’edilizia cambia faccia con-tinuamente e ora più che mai deve fare i conti con l’am-biente.

Per ambiente s’intende la si-tuazione con cui un elemento, fisico o virtuale, si rapporta e si relaziona. In ecologia indica tutto ciò che può influire diret-tamente sul metabolismo o sul comportamento di un organi-smo o specie vivente. Questo significa che uomo e ambiente vanno considerati congiunta-mente ed è per questo sempre più indispensabile porre atten-zione a quello che si progetta e costruisce.

Quando parliamo di comfort in edilizia parliamo di situa-

zioni ambientali adeguate alla vita dell’uomo.

ANIT, in occasione dei suoi 32 anni di vita associativa, pro-pone il suo IV Congresso Na-zionale, un evento unico che si terrà a Milano, il prossimo 24 novembre in cui parlere-mo di ambiente, inteso come ambiente abitativo affacciato sull’ambiente naturale.

L’ambiente abitativo deve es-sere salubre e rispettate l’am-biente naturale circostante.

Cosa significa questo per ANIT? Significa riduzione dei consumi energetici da fonti fossili e riduzioni delle emis-sioni inquinanti; riduzione del-le patologie dannose derivanti da strutture edilizie mal pro-gettate e da edifici mal gestiti e infine riduzione dell’inquina-mento acustico.

Il settore dell’edilizia è tra i più inquinanti sotto tutti i punti di vista. Nelle costruzioni l’atten-zione alle esigenze dell’uomo è stata spesso confusa con l’e-stetica delle finiture anziché al comfort e alla salute. Questo ha portato ad avere unità immobiliari con pavi-menti in marmo e stucchi ve-neziani, ma per niente efficien-ti dal punto di vista energetico, acustico e igrotermico.

Diventa fondamentale ripen-sare l’approccio progettuale delle costruzioni, convinti che tutte le richieste normative e legislative non siano degli ostacoli e dei vincoli assurdi, ma opportunità per garantire, per quanto possibile, un am-biente migliore alle genera-zioni future.

I Decreti 2015 sull’efficien-za energetica in edilizia sono

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un nuovo punto di partenza per il settore delle costruzio-ni italiano. Criticati da molti, potevano forse essere meno complessi, ma il lavoro svolto dagli esperti del settore, tra cui ANIT, che ha portato alla stesura finale, è stato ispirato in primis dalla necessità di mi-glioramento delle condizioni ambientali per tutti.

Il IV Congresso ANIT sarà un momento di confronto con gli esperti e i referenti istituziona-li, dove proveremo a risponde-re ai quesiti dei professionisti con relazioni e tavole roton-de. Proveremo anche a capire cosa significa per un tecnico o un’impresa affrontare la le-gislazione anche dal punto di vista delle responsabilità.

Come si sta preparando il set-tore delle costruzioni per ri-spondere alle nuove esigenze? Costruttori e proprietari im-mobiliari coglieranno le nuove opportunità del DM 26 giugno 2015 e della Classificazione acustica o si fermeranno a ve-derne solo le criticità?

Nuovo o riqualificato, un im-mobile deve garantire presta-zioni termiche, termo igro-metriche e acustiche adeguate all’ambiente circostante. Con-tinuiamo a vivere in edifici poco efficienti e poco confor-tevoli malgrado le tecnologie a nostra disposizione in grado di rispondere anche alle richieste più prestazionali. Diventa quanto mai urgente conoscere le migliori tecni-che e soprattutto garantirne i risultati nel tempo con la mi-gliore posa.

Le aziende ANIT, produttri-ci di materiali e sistemi, sono pronte e preparate per fornire tutte le risposte. Il IV Congres-so ANIT sarà anche un mo-mento di incontro per le azien-de del settore.

Sarà infatti allestita l’Area espositiva “Isolare bene” di 320 mq dove saranno presenti tutte le più importanti aziende del settore con cui confrontarsi agli stand e con appuntamenti privati B2B.

Il IV Congresso ANIT sarà suddiviso in sessioni contem-poranee per rispondere alle domande sui temi:

- Regole per l’efficienza energe-tica: il punto di vista del legisla-tore, le responsabilità e le op-portunità per il professionista- Mercato dell’effi cienza energe-

tica: costi, benefi ci e opportunità- Materiali e sistemi per l’isola-mento: norme, prodotti e stato dell’arte- Isolamento acustico nelle ri-strutturazioni: dalle norme alle misure in opera- Il controllo delle prestazioni estive: schermature, inerzia e rivestimenti

Tre sale con sessioni parallele di interventi e tavole rotonde più un area espositiva al servi-zio dei tecnici.Per avere più riposte e perché crediamo che il confronto sia fondamentale, vi aspettiamo quindi il 24 novembre 2016 a Milano in via columella 36, presso l’Hotel Hilton.

Le iscrizioni sono già aperte sul sito anit.it. A presto!

Ing. Valeria Erba, Presidente ANIT.

“ L’ambiente abitativo deve essere salubre e rispettate l’ambiente naturale circostante

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INTRODUZIONEOggi si parla ancora troppo poco della qualità dell’aria negli am-bienti confi nati e, ancor più grave, si progettano poco soluzioni volte alla riduzione degli inquinanti interni. L’Associazione Culturale Energia di Classe, in collabora-zione con Cantiere Castelleone, ha ideato e sperimentato in questi anni un progetto concreto: “Air@School, la salute è nell’aria”. Un progetto semplice nella sua fi loso-fi a: analizzare la qualità dell’aria all’interno delle aule scolastiche, misurando la concentrazione di CO2, al fi ne di ridurre il rischio di esposizione dei bambini all’in-quinamento indoor, migliorando il loro stato di salute. L’obiettivo generale è creare un metodo di misura facilmente at-tuabile da qualsiasi plesso scola-stico; sensibilizzare le famiglie ed il personale didattico sui rischi correlati e valutare lo stato di sa-lute delle scuole e dei bambini, e lavorare sulle coscienze degli adulti del futuro. In concreto il progetto mira a ridurre i fattori ambientali che causano asma ed allergie, riducendo così l’assen-

teismo dovuto a patologie respi-ratorie e migliorando sia la con-centrazione che la performance scolastica degli alunni. Uno stu-dio del SIDRIA (Studi Italiani sui Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente) individua le malat-tie respiratorie come la terza cau-sa di morte ed i relativi problemi, ovvero le malattie più diffuse nei bambini, sono tra gli effetti clinici più comuni associati all’esposizio-ne a fattori inquinanti presenti in aria indoor. La scelta del soggetto “bambino a scuola” non è casua-le. I bambini sono maggiormen-te a rischio perché il loro sistema immunitario è più immaturo, respirano più velocemente di un adulto, la concentrazione di in-quinanti è maggiore in un corpo di peso minore e c’è una forte evi-denza sull’origine pediatrica delle malattie polmonari nell’adulto. L’ambiente scolastico vede una popolazione eterogenea (corpo insegnante, personale, alunni) che trascorre molto tempo a stretto contatto in ambienti dai volumi ridotti e perlopiù sono edifi ci da-tati soggetti a parziali ristruttura-zioni. In letteratura si può leggere

come gli stessi fattori inquinanti siano presenti in quantità die-ci volte superiori negli ambienti confi nati rispetto all’esterno. Ti-picamente troviamo inquinanti chimici, come i composti organici volatili (VOC) ed idrocarburi po-liciclici aromatici (IPA); i partico-lati, basti pensare che oltre l’80% delle scuole italiane sono localiz-zate in aree urbane; carichi aller-genici, determinati perlopiù dalle condizioni dello stabile ed i me-talli pesanti. Tutte sostanze aero disperse diffi cilmente misurabili in modo diretto. Da quest’ultima affermazione parte il nostro pro-getto: dare un fondamento nume-rico alla conoscenza della natura, immaginando azioni semplici ma con un forte impatto sulla socie-tà. Da sempre in natura, quando un fenomeno non è misurabile si cerca un indicatore. Lo sono stati, ahimè, i canarini nelle mi-niere per il grisù e lo è di fatto la CO2 per gli inquinanti aero dispersi. Di fatto l’anidride car-bonica non è un inquinante, ma un gas incolore ed inodore la cui concentrazione negli ambienti confi nati è considerata un indi-

LA QUALITÀ DELL’ARIA NEGLI AMBIENTI SCOLASTICI.

IL PROGETTO [email protected]

Roberto Armani, Massimiliano Busnelli *

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neo-Eubios 56 6 giugno 2016

catore del livello di ventilazione, per questo può essere usata come indicatore della qualità dell’aria negli ambienti confi nati. La sua correlazione è descritta fi na dal 1882 da Pettenkofer che fi ssava il livello massimo a 1.000 – 1.500 parti per milione, oggi facilmente misurabile.

MATERIALI E METODIIl progetto è articolato in quattro fasi, ciascuna delle quali è carat-terizzata da uno specifi co obietti-vo nel processo di informazione e sensibilizzazione dei bambini. La prima fase, denominata Fase 1, è caratterizzata da un periodo di monitoraggio delle normali con-dizioni di qualità dell’aria delle aule scolastiche. In questa prima fase viene selezionata una classe all’interno di ciascun istituto sco-lastico che volontariamente ade-risce al progetto.

La selezione viene effettuata in-sieme al corpo docente ed alla di-rigenza scolastica. Normalmente vengono individuate classi dove gli studenti sono più propensi a svolgere delle attività pratiche. Durante la Fase 1 viene installato un data logger in grado di misura-re la temperatura dell’aria inter-na [°C], l’umidità relativa [%], e la concentrazione di CO2 [ppm]. La strumentazione utilizzata ha un campo di misura compreso tra 0 ÷ 50 °C con una risoluzio-ne di 0,1 °C e una accuratezza di ± 0,8°C per la temperatura dell’aria; un intervallo di misura incluso tra il 10 ÷ 90% con una risoluzione dell’ 0,1% ed una accuratezza pari a ± 4% per l’u-midità relativa. Per le misure dei livelli di concentrazione di CO2 il sensore di misura ha una riso-luzione di 1 ppm ed una accura-

utile a caratterizzare le loro con-dizione tipiche di esposizione ai diversi parametri ambientali. La Fase 3 inizia chiedendo agli studenti di nominare un air ma-nager all’interno della classe, o in alternativa, di organizzare una rotazione di più air manager (uno air manager differente per ogni giorno di scuola) con il compito di leggere i livelli di CO2 misu-rati e visualizzati dal data logger ad ogni cambio dell’ora. Nel caso in cui lo studente dovesse osser-vare un concentrazione di CO2 superiore alle 1500 ppm, lo stesso ha il compito di aprire le fi nestre dell’aula per tutta la durata del cambio dell’ora, per poi richiu-derle in occasione dell’ingresso dell’insegnate. Durante questa Fase 3 vengono nuovamente mo-nitorate e registrate le condizioni ambientali interne. I dati misurati nella Fase 1 e nella Fase 3 vengo-no poi elaborati e presentati agli studenti in una ulteriore lezione frontale, evidenziando le diffe-renze dei livelli di CO2 misurati emerse tra il periodo di pre e post formazione. Durante la lezione frontale vengono poste alcune domande agli studenti per valu-tare l’impatto che il progetto ha avuto sui loro comportamenti, il

tezza al variare dei livelli di CO2 misurati: ± 40 ppm per concen-trazioni di CO2 inferiori alle 1000 ppm, ± 5% per concentrazioni di CO2 comprese tra le 1000 ppm e le 3000 ppm, ± 250 ppm se i livel-li di CO2 superano le 3000 ppm. I parametri ambientali sono mi-surati con un intervallo temporale di 30 secondi. Lo scopo della Fase 1 è quello di monitorare le condi-zioni ambientali interne dell’aula campione prima dello svolgimen-to del progetto in modo da carat-terizzare il comportamento “as usual” degli occupanti, studenti e docenti.

L’avvio della Fase 2 ed il termine della Fase 1, inizia con una lezio-ne frontale agli studenti tenuta da alcuni esperti del settore, in accor-do con il corpo docente, sull’im-portanza della qualità dell’aria negli ambienti confi nati. Gli argo-menti trattati nella lezione sono: composizione chimica dell’aria, parametri utilizzati per valutare la qualità dell’aria, qualità dell’a-ria negli spazi confi nati, malattie e intolleranze e rischi sulla salute umana correlate ad esposizioni di lungo periodo in ambienti confi -nati caratterizzati da un basso li-vello di qualità dell’aria, la sindro-me da edifi cio malato (SBS: sick building syndrome), livelli di CO2 e loro effetti sulla salute umana, sulla concentrazione, sui livelli di apprendimento nonché sulla pro-duttività degli studenti durante le ore scolastiche.

Al termine della Fase 2 gli alunni vengono informati per la prima volta della presenza di un senso-re di misura all’interno dell’aula e del fatto che nel periodo prece-dente alla lezione è stata svolta una campagna di monitoraggio

Figura 1: presentazione dei risultati del progetto ai ragazzi di una scuola

media superiore al termine della Fase 3.

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grado di diffusione per voce degli studenti stessi, la percezione di un miglioramento della condizioni ambientali interne e di salute. La Fase 3 si conclude con la con-segna di un lettore di CO2 che ri-mane in dotazione alla classe per tutto l’anno scolastico e per gli anni successivi fi no al completa-mento del ciclo di studio all’inter-no dell’istituto. Ad un anno di distanza dalla campagna di formazione e mo-nitoraggio iniziale viene attua-ta l’ultima Fase, la numero 4. In questa quarta fase, all’insaputa degli alunni, vengono nuova-mente monitorate le condizioni ambientali dell’aula campione. Lo scopo è quello di valutare se gli studenti, a distanza di tempo,

deciso di aderire al progetto sono edifi ci costruiti nell’intorno degli anni settanta, costituiti da un in-volucro tradizionale in laterizio/elementi prefabbricati. Le fi nestre sono generalmente costituite da telai metallici con vetro semplice o doppio non basso emissivo. Tut-te le aule scolastiche sono dotate di tapparelle esterne per l’om-breggiamento degli ambienti. In tutti i casi il sistema di emissione dell’impianto di riscaldamento è costituito da radiatori.

RISULTATI DEL PROGETTOI risultati di progetto sono identi-fi cabili più come spunto di rifl es-sione che come risultati analitici veri e propri. In linea generale tutti le campagne di monitorag-

continuano ad applicare quanto appreso nel progetto Air@school, permettendo di valutare l’impatto che ha avuto il progetto sul com-portamento dei ragazzi.In alcuni casi sono state moni-torare le condizioni ambientali dell’aria esterna durante tutto il periodo di svolgimento del pro-getto, in modo da tener traccia delle condizioni ambientali del mezzo utilizzato (aria esterna) per controllare e migliorare la qualità dell’aria degli ambienti confi nanti.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DELLE SCUOLE CHE HANNO ADERITO AL PROGETTOGli istituti scolastici che hanno

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Tabella 1: caratteristiche geometriche delle aule scolastiche nelle quali è stato sviluppato il progetto.

Figura 2: “classe tipo” Castelleone con indicata la posizione del sensore CO2

Figura 3: “classe tipo” Soresina con indicata la posizione del sensore di CO2

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gio e formazione dei ragazzi han-no raggiunto l’obiettivo e gli sco-pi del progetto. Tutte le classi di tutti gli istituti che anno aderito all’esperienza hanno migliorato la qualità dell’aria interna ridu-cendo mediamente del 20% il nu-mero di ore caratterizzate da alti livelli di concentrazione di CO2. In Figura 4, Figura 5 e Figura 7 sono rappresentati alcuni dei ri-sultati di progetto. In colore più scuro i periodi in cui la concen-

L’andamento dei livelli di CO2 in-terni mostra come gli alunni ab-biano ben recepito il compito da svolgere. In Figura 4: risulati di progetto in un aula campione pri-ma e dopo la nomina dell’air ma-nager Figura 4 e Figura 5 emerge come ci sia stata una importante riduzione del periodo di tempo in cui gli occupanti sono esposti ad atmosfere con una concentrazio-ne di CO2 superiore ai 1500 ppm. Ma anche nel caso in cui, que-

trazione di CO2 supera la soglia dei 1500 ppm; in alcuni grafi ci è rappresentata anche l’andamento della temperatura dell’aria inter-na che, se correlata con la tempe-ratura dell’aria esterna può essere un utile indicatore per ricostruire il comportamento degli alunni.

Nelle fi gure sono messi a confron-to alcuni giorni scolastici prima e dopo la lezione frontale e la con-testuale nomina dell’air manager.

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Figura 4: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.

Figura 5: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.

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sto miglioramento risulta meno percepibile, come in Figura 7, si osserva come gli studenti si siano impegnati ad aprire le fi nestre in tutti i cambi dell’ora disponibili. In quest’ultimo caso, la riduzione del numero di ore con una forte esposizione a livelli di CO2 risulta di modesta entità in quanto l’ora-rio delle lezione è strutturato per avere tutti i giorni un massimo di

te sottoposte ai giovani occupanti una serie di interviste con lo scopo di valutare il grado di percezione del miglioramento delle qualità dell’aria all’interno della scuola e se lo studente informato si è fatto portavoce dell’esperienza raccon-tandolo ad altri ragazzi oppure alla propria famiglia. In Tabella 2 viene riportato il quadro riassun-tivo delle interviste.

tre materie da due ore, riducendo da 5 a 2 il numero di intervalli e cambi dell’ora. Ma nonostan-te questo, in corrispondenza di ogni intervallo si registra un forte decadimento dei concentrazio-ne della CO2, a dimostrazione dell’attuazione di una strategia di lavaggio dell’aria mediante l’apertura delle fi nestre.Al termine della fase tre, sono sta-

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Figura 7: risulati di progetto in un aula campione prima e dopo la nomina dell’air manager.

Tabella 2: quadro riassuntivo delle interviste.

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Essendo il campione compo-sto da ragazzi di giovane età, il risultato delle interviste deve essere interpretato come una indicazione generale dell’im-patto che ha avuto il progetto sui partecipanti, più che come un risultato scientifico rigoro-so. Nonostante questo si ritiene che il progetto, nella maggior parte dei casi, abbia avuto un impatto positivo in termini di divulgazione e percezione da parte degli studenti.

La Fase 4, ovvero il monitorag-gio a distanza di un anno dallo svolgimento della campagna di informazione è stato necessario per valutare se i partecipanti al progetto hanno mantenuto nel lungo periodo traccia di quan-to appreso durante il periodo di svolgimento della campagna di misurazione continuando ad applicare le buone pratiche apprese. In Figura 8 sono mo-strati i risultati per due giorni

tati, tanto da essere replicabile in tutte le scale, in ogni aula ed i ogni istituto. Di recente è entrato a far parte, come best practice, nel programma euro-peo Renew School, su tecniche innovative per la ristruttura-zione e la gestione degli edifici scolastici (www.renew-school.eu ; www.eerg.it). Che fossimo sulla strada giusta lo sapevamo già leggendo le parole tratte dalla IV conferenza dei mi-nistri di ambiente e salute dei 53 paesi della regione europea dell’O.M.S. tenutasi nel 2004 a Budapest: “la qualità dell’a-ria nelle scuole è un dovere di tutti ed un diritto dei bambini”, enfatizzando la problematica relativa alla salute dei bambini e del loro diritto a vivere in am-biente sano.

Durante lo svolgimento del progetto ci si è accorti come in ambienti con un alto indice di affollamento sia particolarmen-

campione sui sette monitorati in due classi di due differenti istituti scolastici.

I trend mostrano come nel caso della classe X, la buona prati-ca sia stata interamente persa, mentre nel caso della classe Y sia stata parzialmente mante-nuta. Infatti nel caso della clas-se X, è stato sostituito il docen-te di riferimento nel passaggio al nuovo anno scolastico, men-tre è stato confermato nel caso della classe Y. Si presuppone appunto che la mancanza del-la persona di riferimento per lo sviluppo del progetto abbia contribuito fortemente all’ab-bandono della buona pratica da parte degli alunni.

CONCLUSIONI E POSSIBILI SVILUPPIAIR@School è un progetto che funziona perfettamente nel metodo e crea un modello cir-colare d’informazioni e risul-

Figura 8: andamento della concentrazione di CO2 in due aule campione (X e Y)ad un anno di distanza dalla conclusione del progetto Air@School.

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neo-Eubios 56 11 giugno 2016

te difficile controllare l’innalza-mento della concentrazione di CO2 e con essa degli agenti in-quinanti ad essa associata. Per rendersene conto è sufficiente osservare la velocità di cresci-ta dei livelli di CO2 in conco-mitanza con dell’ingresso degli alunni alla prima ora del matti-no o dopo un periodo di lavag-gio dell’aria. Bastano infatti circa trenta mi-nuti per attestarsi a concen-trazioni comprese tra le 3000 e 4000 ppm partendo da una concentrazione assimilabile a quella dell’aria esterna, ovvero nell’intorno dei 400-500 ppm. Allo stesso tempo risulta però evidente come bastino pochi minuti di areazione naturale per riportare i livelli di CO2 a valori sotto soglia, inferiori alle 1500 ppm.

In tutte le campagne di moni-toraggio è emerso come il ruolo dell’insegnate sia strategica-mente importante nella buona riuscita del progetto. Insegnan-ti poco attenti e/o sensibili alla tematica rendono più debole il processo di assimilazione da parte del ragazzo del progetto e dei concetti trattati, soprattutto in un’ottica di lungo periodo. Lungo periodo sul quale c’è an-

intervenire con opere edilizie ed impiantistiche sugli edifici scolastici esistenti, sia per pro-blemi di fattibilità tecnica sia per effetto di barriere economi-che.

Questi studi e questi risultati ci hanno permesso di iniziare un percorso di formazione rivol-ta ad una nuova progettazio-ne, più responsabile, che tenga conto anche di questi aspetti, importanti per la salute delle nuove generazioni.

* Ing. Roberto Armani,Ing. Massimiliano Busnelli

Associazione Culturale Energia di Classe.

cora parecchio da lavorare. In-fatti sembrerebbe che gli alunni siano molto propensi a parteci-pare al progetto durante il suo svolgimento, ma che poi tenda-no a perdere la buona pratica nel tempo. Ancora una volta il ruolo dell’insegnate diventa di fondamentale importanza.Ulteriori possibili sviluppi del progetto potrebbero essere il coinvolgimento di personale qualificato in grado di valutare eventuali miglioramenti dei li-velli di attenzione e di appren-dimento degli studenti a fronte di un miglioramento della qua-lità dell’aria, aumentando così la produttività del ragazzo du-rante le ore scolastiche.

Rimane poi da valutare gli ef-fetti che l’apertura controllata delle finestre avrebbe sull’au-mento dei consumi energetici. Attualmente si sta valutando di costruire modelli energetici di simulazione dinamica con lo scopo di quantificare i flus-si termici scambiati per venti-lazione con l’ambiente esterno per quantificare l’impatto sui consumi energetici con e senza l’ausilio di un impianto di ven-tilazione meccanica. Questo passaggio si rende necessario in quanto ad oggi risulta difficile

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1. IntroduzioneL’1 febbraio 2016 è stata pub-blicata la norma ISO 16283-3 [1] (recepita dall’UNI il 7 aprile 2016), relativa alla misura dell’i-solamento di facciata, tale nor-ma va a sostituire la ISO 140-5 del 1998 [2] ritirata in modo anomalo nel 2014 con l’introdu-zione della ISO 16283-1 [3].

La revisione normativa ha in-trodotto alcune modifi che, talu-ne anche di rilevante importan-

za, tali da rendere necessario un approfondimento specifi co.

Vengono di seguito individuate le principali novità introdotte dall’attuale normativa tecnica. Alcune modifi che sono già sta-te introdotte nella norma ISO 16283-1:2014, come ad esem-pio la movimentazione manuale della strumentazione ed il pro-cedimento per la misura delle basse frequenze.

2. Comparazionetra normativeDi seguito vengono riportate le differenze tra le norme ISO 140-5 e la ISO 16283-3 di recente pub-blicazione. L’analisi comparativa viene suddivisa in aspetti generali (Tab. 1), qualità del dato (Tab. 2), misurazione (Tab. 3), misure con movimentazione manuale del mi-crofono (Tab. 4), misure a bassa frequenza (Tab. 5), misura del tempo di riverberazione (Tab. 6), resoconto di prova (Tab. 7).

MISURA DELL’ISOLAMENTO DI FACCIATA. CONFRONTO FRA NORME ISO 140-5:1998 E ISO 16283-3:2016di

Nicola Granzotto *

Tab. 1 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (aspetti generali)

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Tab. 2 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (qualità del dato)

Tab. 3 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misurazione)

Tab. 4 – Differenze fra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misure con movimento manuale)

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Un’altra importante modifi ca è l’introduzione di misure d’angolo (Fig. 3) al di sotto dei 100 Hz per ambienti di piccole dimensioni, con un volume inferiore ai 25 m3 (Tab. 5).

Fig. 2 - Percorso delle scansioni manuale [1]

Tab. 5 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (misure a bassa frequenza)

Fig. 3 - Esempio di una posizione microfonica d’angolo

(1 pareti, 2 soffi tto) [1]

Per ogni angolo dell’ambiente deve essere calcolato L2,Corner:

(1) [dB]

dove:p2

Corner é la più alta pressione so-nora quadratica media derivate da misure d’angolo per la gamma

mediante metodo standard:

(2) [dB]

Per quanto riguarda i tempi di riverberazione e il resoconto di prova le principali differenze sono elencate nelle tabelle 6 e 7.

delle basse frequenze (50 Hz, 63 Hz e 80 Hz) [Pa2];

p20 è la pressione di riferimento al quadrato [Pa2].Il livello di pressione sonora me-dio energetico a bassa frequenza L2,LF viene calcolato combinan-do in modo ponderato il livello L2,Corner con i livelli L2 misurati

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Tab. 6 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (tempi di riverberazione)

Tab. 7 - Differenze tra ISO 140-5 e ISO 16283-3 (resoconto di prova)

ConclusioniIn questo articolo sono state prese in esame le differenze tra le nor-me ISO 140-5, ritirata, e la ISO 16283-3 che va a sostituire. Le principali differenze riguardano le nuove modalità di misura con movimentazione manuale del mi-crofono e le modalità di misura a bassa frequenza. Da evidenziare inoltre la precisazione sulle posi-zioni dei microfoni, due delle quali non devono giacere su uno stesso piano parallelo ad una delle super-

Measurement of sound insulation in buildings and of building ele-ments. Field measurements of ai-rborne sound insulation of facade elements and facades.[3] ISO 16283-1:2014, Acoustics - Field measurement of sound in-sulation in building and of buil-ding elements - Part 1: Airborne sound insulation.

* Nicola Granzotto,Dipartimento di Ingegneria Industriale

Università degli Studi di Padova.

fi ci dell’ambiente. Questo signifi ca che ogni posizione microfonica deve essere scelta modifi cando l’al-tezza del microfono e controllando che non ce ne siano due alla stessa distanza dalle pareti.

Bibliografi a[1] ISO/DIS 16283-3:2016, Acou-stics. Field measurement of sound insulation in buildings and of buil-ding elements. Façade sound insu-lation.[2] ISO 140-5:1998, Acoustics.

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RIASSUNTOLe informazioni che ci provengo-no dall’udito contribuiscono, assie-me e al pari delle altre, a modellare la nostra complessiva “esperienza del cibo”. Le più recenti ed inno-vative tendenze nel design di am-bienti per la ristorazione hanno peraltro introdotto una serie di criticità acustiche che richiedono una nuova consapevolezza; l’in-tegrazione della dimensione acu-stica nella progettazione archi-tettonica necessita dell’utilizzo di sofi sticati strumenti tecnici e, an-cor più, deve avvalersi di adeguati paradigmi concettuali; in questo senso, il concetto di Capienza Acustica, immediato, intuitivo e facilmente comprensibile anche dal vasto “pubblico” dei non spe-cialisti, può forse rappresentare un idoneo viatico.

Parole chiave: progettazione acu-stica; acustica architettonica; ri-storanti

1. La percezione del ciboIl nostro apprezzamento del cibo si può defi nire un’esperienza mul-tisensoriale per eccellenza, anche

se noi siamo generalmente portati a pensare che le impressioni che ci colpiscono quando gustiamo una pietanza più o meno raffi nata derivino unicamente dalle “infor-mazioni” che provengono dall’in-terno della bocca o dalla lingua, da quello che costituisce, in buona sostanza, il senso del gusto.Ciò non è corretto; basta pensare, infatti, a quello che accade quan-do siamo congestionati dal raf-freddore: sembra che il cibo non abbia sapore; di fatto, invece, gli odori non riescono a raggiunge-re la mucosa olfattiva all’interno del naso. Quello che chiamiamo il “gusto” del cibo è quindi infl uen-zato, intanto, anche dall’olfatto.Ma la nostra esperienza a tavola è indubbiamente infl uenzata dal-la vista. Numerosi studi scientifi ci dimostrano, ad esempio, che il colore dei cibi gioca un ruolo di assoluto rilievo nel determinare il nostro gradimento (come sa mol-to bene chi si occupa di marketing nel settore agroalimentare). Il co-lore di un oggetto, peraltro, oltre ad essere una proprietà intrinse-ca dello stesso, è anche legato in modo importante alle condizioni

di illuminazione dell’ambiente in cui lo stesso oggetto è collocato.Anche il senso tattile gioca un ruolo importante: pensiamo, ad esempio, alla sensazione che gli esperti chiamano “astringenza”, e che possiamo provare assag-giando dei vini; questa è dovuta alla presenza di tannini, sostanza chimica che produce effetti tattili sul tessuto interno della bocca e a carico dei muscoli della faccia.Anche gli stimoli uditivi giocano un ruolo essenziale, come dimo-strato da numerosi studi più o meno recenti. Si è visto, infatti, che il suono prodotto mangiando infl uenza i nostri giudizi di piace-volezza. La croccantezza del cibo, in particolare, sembra essere la caratteristica che più contribuisce a determinare il nostro giudizio su ciò che stiamo assaggiando. In una ricerca recente [1] Zampini e Spence hanno mostrato che è pos-sibile infl uenzare la valutazione di un alimento modifi candone solo (ed unicamente) il suono, a parità, quindi, di tutte le altre condizio-ni. Altri ricercatori [2] hanno ri-scontrato che la “somministrazio-ne” di rumore (di fondo) bianco

PROGETTAZIONE ACUSTICA DI AMBIENTI PER LA RISTORAZIONE; UN APPROCCIO BASATO SULLA CAPIENZA ACUSTICAdi

Andrea Tombolato *

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determina un’attenuazione della percezione del carattere dolce e salato di una serie di cibi, mentre ne aumenta la croccantezza per-cepita. Un nuovo, e interessan-tissimo, fi lone di ricerca riguarda le corrispondenze (o associazioni) crossmodali [3], vale a dire la ten-denza ad associare aspetti o quali-tà di uno stimolo in una modalità sensoriale con aspetti e qualità di uno stimolo in un’altra modalità sensoriale: ad esempio, uno stimo-lo visivo di colore bianco viene più probabilmente associato ad un suono di tonalità alta, mentre uno stimolo di colore nero è tenden-zialmente associato ad un suono di tonalità bassa.In una serie di studi molto recenti Crisinel e altri [4] hanno dimo-strato che le perso-ne non solo as-sociano particolari sapori o aromi a suoni di tonalità diverse, ma an-che a classi di strumenti musicali differenti, raggruppati in base al loro timbro; la congruenza (cor-retto abbinamento) tra suono (composizione musicale) e aromi (composizione dei sapori) può au-mentare o diminuire la percezio-ne dell’aroma stesso.Scopriamo così che non solo la quantità di energia sonora (di ru-more) presente nella sala di un ri-storante, ma anche aspetti e carat-teristiche estremamente sofi sticati della qualità del suono, giocano un ruolo di notevole rilievo [5].Per analogia crossmodale, si potreb-be dire che la qualità del paesag-gio (landscape) infl uenza la nostra esperienza di un picnic all’aperto esattamente come, che ne siamo consapevoli o meno, la quantità e qualità di suono (indoor soundsca-pe) presente in un ambiente per la ristorazione determina, in modo assolutamente importante, la no-stra esperienza del cibo.

camere riverberanti, anche, e so-prattutto, quando soddisfano i più elevati standard di design e pro-gettazione.

3. Motivi per una possibile svoltaLe tendenze architettoniche testé succintamente delineate hanno determinato una situazione tale per cui, oggi, molti clienti avver-tono e manifestano apertamente disagio, e in un numero sicura-mente importante di ristoranti si verifi cano livelli sonori che posso-no giungere a rappresentare se non un rischio per l’udito del per-sonale di sala, certa-mente un se-rio e “palpabile” pregiudizio per il loro benessere.Non va dimenticato, oltretutto, che nei paesi evoluti, certamen-te nelle nazioni della “vecchia” Europa, l’età media della popola-zione cresce viepiù; superata una certa età, comprendere il parlato (la normale conversazione) richie-de un rapporto segnale-rumore (Signal-to-Noise Ratio, SNR) sempre più favorevole, il che signi-fi ca (a parità di segna-le) abbassa-re il livello del rumore ambientale (ovvero “correggere” altrimenti l’acustica dell’ambiente).Non parliamo qui, ma il tema è di assoluto interesse e si diffonde-rà sicuramente sempre più, della vera e propria “barriera architet-tonica” rappresentata da un risto-rante rumoroso per persone ipou-denti, iperacusiche o anche, solo e semplicemente, non di madre lin-gua (temi affrontati sin dal 1997, nell’ambito della defi nizione dei principi dell’Universal Design, da studiosi della North Carolina Sta-te University) [6].Occorre evitare che gli ambien-ti dedicati alla ristorazione siano troppo rumorosi anche per mi-

2. Le tendenze nella progettazione architettonica delle strutture per la ristorazioneA fronte del magma che si muo-ve - inopinato, e comunque qui appena accennato - nel mondo della ricerca, che cosa succede nel cosiddetto “mondo reale”? Come sono concepiti, realizzati e, soprattutto, fruiti i ristoranti nei quali ci imbattiamo quotidiana-mente nelle nostre città?Allorché poniamo mente locale alle tendenze generalmente affer-matesi negli ultimi anni per i ri-storanti alla moda osserviamo che le note che più frequentemente si riscontrano sono quelle di seguito sinteticamente indicate:1) gli ambienti, spesso comunicanti con bar e cucine, a geometria per lo più regolare, sono aperti e vasti;2) i rivestimenti dei pavimenti sono realizzati con superfi ci dure e rifl ettenti;3) sono presenti ampie e luminose vetrate;4) i soffi tti presentano superfi ci re-golari e rifl ettenti;5) tavoli, sedie, e arredi in genere, sono realizzati in materiale, tipi-camente legno, rifl ettente;6) sono banditi i tendaggi alle fi -nestre e i tappeti a pavimento e, spesso, perfi no le tovaglie;7) da ultimo, sono sempre più sovente installati schermi televisi-vi e/o impianti elettroacustici di diffusione sonora, che contribui-scono ad aumentare il rumore in ambiente.Oltretutto, raramente la proget-tazione prevede la realizzazione di spazi separati o comunque ri-parati. Con toni un po’ apodittici, ma non molto lontani dal vero, si può affermare che i ristoranti più innovativi e alla moda sono, in ultima analisi, vere e proprie

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nimizzare l’effetto Lombard [7], senza per questo dimenticare, d’altro canto, di bilanciare tale ri-chiesta con l’esigenza di garantire la privacy degli avventori; proble-ma, quello della riservatezza della conversazione, che tenderebbe al-trimenti a manifestarsi a sala semi-vuota o parzialmente occupata. A metodi tradizionali, quali il sound masking system, si affi ancano oggi più sofi sticati sistemi di vera e propria correzione attiva dell’am-biente. E’ certamente richiesta maggiore attenzione a questioni squisitamente tecniche e scienti-fi che, come abbiamo già visto in qualche misura: occorre cioè che la progettazione degli spazi per la ristorazione affronti consapevol-mente le tematiche legate a tutte le dimensioni sensoriali, compresa, evidentemente, quella acustico-uditiva [8-10].E’ anche però necessaria una tra-sformazione culturale che, avva-lendosi di appropria-ti paradigmi concettuali, dimostri la possibilità di far emergere i diversi aspetti del “mondo” col-legato al senso dell’u-dito e di fondere il tutto in uno con le altre esperienze sensoriali che formano la nostra “realtà”.

4. Un nuovo criterio per la progettazione: la Capienza AcusticaLa Capienza Acustica o Acoustic Capacity [11-13] è rappresenta-

rumore ambientale originato dal-la conversazione delle altre per-sone; si tratta del fenomeno noto come effetto Lombard, dal nome dell’otorinolaringoiatra france-se che per primo lo osservò nel 1909, e che può essere espresso dalla seguente formula:

dove LN,A è il livello di rumore ambientale.Il campo di validità della formula prevede che il rumore ambientale sia superiore ai 45 dB(A) e che il livello del parlato, o sforzo vocale, sia superiore a 55 dB(A).Ciò premesso, l’algoritmo propo-sto da Jens Holger Rindel per la previsione del li-vello di rumore ambientale generato dal parlato in un luogo quale un ristorante è espresso dalla seguente formula:

dove F, funzione di trasferimento, rappresenta la risposta dell’am-biente (in termini di livello di pressione sonora mediato spazial-mente) all’iniezione di una deter-minata quantità di energia sonora (distribuita nello spazio “disponi-bile”); NS è dato dal numero di parlatori simultanei.Per predire il livello di rumore ambientale occorre quindi cono-scere le due grandezze appena

ta dal “massimo numero di per-sone che possono essere presenti nell’ambiente mantenendo una suffi ciente qualità della comuni-cazione verbale”.Caratterizzare la Capienza Acu-stica in termini oggettivi, e ren-dere in tal modo possibile un percorso ben defi nito dalla pro-gettazione alla verifi ca fi nale, im-plica dirimere due distinti ordini di problemi:1) defi nire un metodo atto alla previsione del rumore ambientale in determinate con-dizioni tipo;2) individuare un opportuno de-scrittore della qualità acustica dell’ambiente con riguardo alla comunicazione verbale.Per affrontare convenientemente la prima questione, occorre pre-viamente introdurre i seguenti concetti fondamentali.In primo luogo, il cosiddetto sfor-zo vocale, che è defi nito dalla norma UNI EN ISO 9921:2004 [14] come il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato A misurato in campo libero ad un metro dalla bocca del parlatore, in simboli LS,A,1m. Sono di seguito riportati, in tabella 1, i valori defi niti dalla 9921.

In secondo luogo, è ben noto che chi si trova in un ambiente affol-lato tende ad aumentare il livello sonoro del parlato (lo sforzo voca-le, appunto) per competere con il

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Tab. 1 – Sforzo vocale come defi nito dalla UNI EN ISO 9921:2004

(1)

(2)

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introdotte NS e F.Con riguardo alla prima, il nume-ro di parlatori non è in generale noto; è però data la capienza fi -sica dell’ambiente N. Conviene quindi introdurre il fattore di gruppo g (group size), defi nito come il numero medio di persone per parlatore, dato dalla formula

Valori tipici di g variano da 2,5 a 5; la scelta va effettuata conside-rando vari fattori quali: (a) il tipo di ristorante e di situazione, (b) l’età media degli avventori, (c) il livello di consumo di alcool, ecc.La funzione di trasferimento F è data dalla formula:

Dove LW,A,1 è la potenza sonora del singolo parlatore e LN,A,1 è il li-vello di rumore ambientale gene-rato dallo stesso singolo parlatore.Utilizzando un modello di simu-lazione acustica, la funzione di trasferimento F è calcolata distri-buendo l’energia sonora del sin-golo parlatore LW,A,1 su tutta l’area occupata dagli avventori. Il livello di rumore ambientale LN,A,1 è cal-colato mediando i livelli su ricetto-ri che coprono la stessa area.Il protocollo proposto da Rindel, derivato da un fi lone di ricerca

linga un rapporto segnale-rumore com-preso tra 3 e 9 è da conside-rare buono, tra 0 e 3 discreto/sod-disfacente, tra - 3 e 0 suffi ciente, inferiore a - 3 insuffi ciente. Nella fattispecie qui considerata, si può pensare (1) di defi nire il rapporto segnale-rumore come la differenza tra il livello al ricettore del suono proveniente da un parlatore ad 1 m di distanza e il livello di rumore ambientale nello stesso punto e (2) di stabilire che il valore SNR così caratterizzato non debba scendere sotto i - 3 dB.Convenendo di ritenere accettabi-le uno sforzo vocale che determi-ni un segnale pari a 68 dB(A) in corrispondenza del ricettore, ciò equivale ad imporre che il rumore ambientale non ecceda i 71 dB(A). Porre un limite al rumore ambien-tale equivale a stabilire un valore massimo al numero di persone e a defi nire in tal modo quantita-tivamente la Capienza Acustica, che può essere espressa in formule come di seguito rappresentato:

In generale, si può quindi pensare di “etichettare” la qualità acustica di un ambiente per la ristorazione considerando il rapporto tra la ca-pienza fi sica e la Capienza Acusti-ca, come evidenziato nella seguen-te tabella 2.

basato sulla teoria classica del campo riverberante, per la quale F è con buona approssimazione uguale a 10*log(A/4), con A area equivalente di assorbimento acu-stico in m2, ne prescinde laddove viene introdotta e calcolata l’ef-fettiva funzione di trasferimento F, caratteristica dell’ambiente in questione, mediante simulazione a calcolatore intesa a rendere conto di un campo acustico non necessa-riamente diffuso.La forma analitica delle equazioni (2) e (4) suggerisce due importanti corollari:a) quando si dimezza il numero di persone presenti (e quindi di par-latori) il livello ambientale diminu-isce di 6 dB (e non di 3);b) quando si raddoppia l’assorbi-mento presente nell’ambiente il livello di rumore ambientale dimi-nuisce di 6 dB (e non di 3).Entrambe le caratteristiche sopra rilevate sono spiegate dall’effetto Lombard.Illustrato nelle sue linee essenziali il metodo per la previsione del ru-more ambienta-le, rimane il pro-blema di individuare un descritto-re atto a qualifi care acusticamente l’ambiente nella situazione tipo di piena occupazione.A tal fi ne, si può pensare di consi-derare il rapporto segnale-rumore (Signal-to-Noise Ratio, SNR). Per persone normoudenti e madre-

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Tab. 2 – Qualità della comunicazione verbale

(3)

(4)

(5)

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5. Accuratezza del metodoL’accuratezza del protocollo qui descritto è correlata principal-mente alla stima, più o meno ben ponderata, del parametro g (group size), che dipende a sua volta da una serie di fattori di di-versa natura, in grado di infl uen-zare la tendenza dei commensali alla conversazione. Considerando che valori plausibi-li di g sono tipicamente compresi tra 2,5 e 5, si evidenzia che, tra i due estremi indicati, vi è una dif-ferenza di 6 dB, comportando, in prima approssimazione, un’incer-tezza del metodo di ± 3 dB.

ConclusioniLa formulazione qui presentata è valida per persone normoudenti e madrelingua; la sezione 5.1 della UNI EN ISO 9921:2004 stabili-sce che persone con lievi proble-mi di udito o non madrelingua necessitano di un migliore rap-porto segnale-rumore, indicativa-mente aumentato di 3 dB.A differenza del tempo di river-berazione o del livello sonoro in decibel, la Capienza Acustica, in virtù della sua formulazione diret-ta ed intuitiva, costituisce un’infor-mazione in grado di infl uenzare orientamenti e comportamenti di un gran numero di persone.

Bibliografi a[1] Zampini, M., Spence, C. (2004). The role of auditory cues in modulating the perceived crispness and staleness of potato chips. Journal of Sensor Studies, 19, pp. 347-363.

[2] Woods, A. T., Poliakoff, E., Lloyd, D. M., Kuenzel, J., Hodson, R., Gonda, H., et al., Effect of background noise on food perception. Food Quality

bility in dining spaces. Applied Acoustics, 63, pp. 1315-1333.

[10] Luzzi S., Rogers A., Busa L., Recenti S., La progettazione acustica degli spazi pubblici, Rivista Italiana di Acustica, vol. 37, n. 3-4 (2013), pp. 35-42.

[11] Rindel, J. H. (2010). Verbal communication and noise in eating establishments. Applied Acoustics, 71, pp. 1156-1161.

[12] Lazarus, H. (1987). Predic-tion of verbal communication noise. A development of genera-lized SIL curves and the quality of communication (Part 2). Ap-plied Acoustics, 20, pp. 245-261.

[13] ANSI ASA S3.5:2012, Methods for calculation of the speech intelligibility index.

[14] UNI EN ISO 9921:2004, Ergonomia. Valutazione della comunicazione verbale.

* Andrea Tombolato, Studio di Acustica, Padova.

and preference. 22, 42-47 (2011).

[3] Crisinel, A., Composing with cross-modal corresponden-ces-music and smells in concerts. University of Oxford (2012).

[4] Crisinel, A., Cosser, S., King, S., Jones, R., Petrie, J., Spence, C., A bittersweet symphony - Sy-stematically modulating the taste of food by changing the sonic properties of the soundtrack playing in the background. Food Qual. Prefer. 24, 201-204 (2012).

[5] Reinoso Carvalho, F., Van Ee, R., & Touhafi , A. (2013). TASTE - Testing Audi-tory Solu-tions Towards the Improvement of the Tasting Experience. In 10th International Symposium on Computer Music Multidi-sciplinary Research. (Vol. 1, pp. 795-805). (Proceedings; No. 1). Marseille, France: Publications du L.M.A..

[6] Story M. F., Mueller J. L., Mace R. L., The Universal De-sign File - Designin for people of all ages and abilities, The Center For Universal Design, North Ca-rolina State University, 1998.

[7] Lombard, E (1911). Le signe de l’élévation de la voix. Ann. Mal. Oreil. Larynx 37, pp. 101-119.

[8] Astolfi A., Filippi M., Good Acoustical Quality in Restau-rants: a Compromise Between Speech Intelligibility and Privacy, Proceedings of International Confer-ence on Acoustics, ICA (invited paper). Kyoto, Japan (20004).

[9] Kang, J (2002). Numerical modeling of the speech intelligi-

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PremessaIl presente caso di studio illustra una soluzione pratica al problema delle elevate trasmissioni laterali che percorrono il solaio “pesan-te” in presenza di parete divisoria “leggera” ovvero quando il nodo a pavimento è un giunto tra parete leggera a doppio strato e elementi omogenei (UNI EN 12354-1).

La particolarità di questa soluzio-ne è che non implica la realizza-zione del massetto galleggiante, quindi risolutiva in quei casi in cui vi è l’esigenza di creare divi-sori interni tra unità immobiliari senza la possibilità di modifi care

la stratigrafi a del solaio. Il particolare caso di studio é tratto da un intervento edilizio in Nuova Zelanda. Trattasi della re-alizzazione di un complesso resi-denziale di diversi edifi ci con una superfi cie totale di unità abitative di circa 7000 m².

Il solaio consiste in 150mm di ComFlor 80 (immagine 1) con applicato un controsoffi tto in la-stre di gesso rivestito da 13 mm.

Caratteristiche tecniche del solaio• Spessore del solaio 150mm, di cui 70mm di calcestruzzo conti-nuo con incremento di spessore

fi no a 150mm seguendo il profi -lo della lamiera. Peso del solaio: m’=290 kg/m²

• Indice di Potere fonoisolante di laboratorio: Rw=46-48 dB

La parete divisoria tra unità im-mobiliari consiste in una parete a secco in cartongesso, con doppia lastra da 10 mm per lato e doppia struttura in legno (90 mm + 90 mm) distanziate di circa 30mm, per evitare connessioni rigide. In una delle intercapedini è inseri-to un pannello di poliestere da 95mm con densità pari a 10 kg/m³. Immagine 2.

LA RIDUZIONE DELLE TRASMISSIONILATERALI SU GIUNTI NON OMOGENEI

di

* Gianfranco Quartaruolo, Stefano Benedetti

Immagine 1: solaio

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neo-Eubios 56 22 giugno 2016

Caratteristiche tecniche della parete • Spessore della parete: 245 mm• Indice di Potere fonoisolante di laboratorio: Rw=56-58 dB Pur essendo la parete molto per-formante, il punto critico risulta essere la trasmissione di rumore lungo il solaio inferiore data la tipologia di giunto e l’assenza di massetto galleggiante. Le altre trasmissioni di fi ancheg-giamento sono marginali dal mo-mento che le pareti laterali, com-

Le regole da rispettareIn Nuova Zelanda vige la Clau-sola G6 del Building Code (New Zealand Building Code, clause G6 - Airborne and Impact Sound) del Luglio 1992. Esso specifi ca un doppio vincolo per il rumore ae-reo; un vincolo esplicito per cui l’indice STC minimo di labora-torio (sound Transmission Class, analogo al Potere Fonoisolante Rw) per la parete/solaio divisorio deve essere almeno pari a 55 dB e un vincolo implicito per cui il va-

presa la facciata, sono anch’esse a secco, mentre il solaio superiore presenta un controsoffi tto in car-tongesso con lastre da 10mm. Correttamente la parete divisoria va ad attestarsi all’intradosso del solaio andando così a bloccare la trasmissione di rumore all’interno del controsoffi tto e lungo il solaio omogeneo superiore.L’immagine 3, mostra lo schema della trasmissione laterale a pavi-mento oggetto di studio in questo lavoro.

Immagine 2: parete divisoria tra unità immobiliari

Immagine 3: schema trasmissione laterali a pavimento

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lore in opera FSTC minimo (ana-logo al Potere Fonoisolante appa-rente R’w) deve essere almeno pari a 50 dB. Ciò che ha valore legale ai fi ni dell’agibilità è, come in Ita-lia, la prestazione FSTC in opera misurata secondo le procedure americane serie ASTM E-336 e ASTEN E 413, tuttavia, in fase di approvazione del progetto (qui chiamato Building Consent) in assenza di una partizione diviso-ria con un indice STC maggiore o uguale a 55 dB di laboratorio, il progetto non viene approvato.

Trasmissione di rumore di fi ancheggiamento su giunti tra strutture non omogeneeCome tutte le legislazioni, anche quella Neo Zelandese presenta dei limiti (tanto più che è in fase di revisione) poiché, se nella mag-gior parte dei casi con un STC 55 di laboratorio della parete si rie-sce a verifi care in opera un indice FSTC di 50, in alcuni casi parti-colari, come quello in esame la perdita dovuta ai percorsi laterali può essere anche di 10 punti.Previsionalmente, attraverso il software ECHO 7.1, è stata cal-colata la prestazione in opera della parete. Secondo la ISO 12354-1, che propone il metodo

Nell’immagine 5 è mostrata la schermata del software ECHO che riassume in una tabella il po-tere fonoisolante di tutti i percorsi laterali presenti. Il percorso a pavi-mento, che aggira completamen-te la parete divisoria e si propaga attraverso il solaio da un ambiente all’altro, presenta la prestazione minore, circa 47 dB rispetto ai 58-86 dB degli altri percorsi. Il Potere fonoisolante apparente quindi ha un punto debole costituito proprio dalla combinazione tra parete leg-gera e solaio inferiore pesante.

di previsione dei percorsi laterali, il giunto di connessione tra una parete divisoria leggera a secco e un solaio omogeneo in calcestruz-zo (come quello in esame), è quel-lo rappresentato nel’immagine 4:La simulazione conferma in modo prevedibile che nonostante la parete divisoria sia molto performante, il solaio inferiore costituisce un ponte acustico signifi cativo. Infatti da un valore di Rw di partenza della pare-te divioria pari a 58 dB, in opera si stima un Indice R’w pari a 47 dB, una perdita importante di 11 dB.

Immagine 4: giunto tra strutture non omogenee

Immagine 5: potere fonoisolante dei percorsi laterali

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Soluzione tecnologicaPer risolvere il ponte acustico sen-za rinunciare alle tecnologie scel-te, la soluzione proposta in cantie-re consiste nell’agire sul giunto di collegamento tra la parete leggera ed il solaio omogeneo, realizzan-do un cordolo in calcestruzzo ar-mato 20 cm x 20 cm per tutta la lunghezza della parete divisoria. Su questo cordolo viene succes-sivamente realizzata la parete in cartongesso. Come mostra l’im-magine 6, le due strutture in le-gno sono appoggiate sul cordolo, sporgendo però di qualche cm dallo stesso per impedire il contat-to rigido con le lastre. L’intercape-dine tra il cordolo e le lastre viene riempita con fi bra di poliestere.

L’immagine 7 mostra una foto della soluzione, è visibile il cordolo in Cls sotto la parete e il materiale fonoas-sorbente in intercapedine. L’imma-gine 7 mostra la parete chiusa con le lastre in gesso rivestito.La soluzione adottata ha un du-plice vantaggio, quello di modifi -care la tipologia di giunto senza intervenire su tutta la struttura divisoria, e quello di incremen-tare il peso della parete divisoria in prossimità del giunto, entrambi elementi fondamentali per la ri-duzione del ponte acustico.L’immagine 8 illustra il com-portamento di un giunto a T tra strutture omogenee.Questo tipo di giunto, con la massa superfi ciale del cordolo in cls, raggiunge una prestazione di riduzione delle vibrazioni decisa-mente maggiore rispetto al giun-to di collegamento precedente. Il potere fonoisolante della sola partizione divisoria, resta tuttavia invariato, ne consegue un impor-tante incremento del potere fo-noisolante apparente stimato.

Immagine 6: dettaglio del giunto di collegamento tra parete leggera e solaio

Immagine 7: cordolo in cls

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Simulazione con ponteacustico correttoCome previsto, introducendo questa modifi ca nel modello di calcolo precedente, viene con-fermata la riduzione della tra-smissione laterale. L’immagine 9 illustra i percorsi di rumore late-rali oltre a quello diretto e come prima ne riporta i relativi Poteri Fonoisolanti. Il percorso laterale Rij a pavi-mento nel caso di giunto tra pa-rete leggera e solaio omogeneo, nella simulazione precedente, era pari a 47 dB, mentre nel caso di giunto rigido a T tra strutture omogenee raggiunge circa 63 dB come si vede nella schermata di ECHO nell’immagine 9.La realizzazione del cordolo per-tanto ha fatto incrementare la pre-stazione di potere fonoisolante in opera della parete di 6 dB, ovvero da un indice R’w pari a 47 dB con il giunto originale tra strutture non omogenee, ad un indice R’w di 53 dB con il giunto modifi cato tra strutture omogenee.

L’immagine 10 mostra il risul-tato ottenuto, confermando in via previsionale l’effi cacia della soluzione adottata.

Immagine 8: giunto di collegamento a T tra strutture omogenee

Immagine 9

Immagine 10

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neo-Eubios 56 26 giugno 2016

comportamento della modifica al giunto secondo le indicazioni della UNI 12354-1.

• Il costo complessivo dell’in-tervento, considerando anche le assistenze murarie, è inferio-re rispetto alla realizzazione di una parete in blocchi di calce-struzzo

• Lo spessore della parete è molto limitato in relazione all’i-solamento raggiunto

La soluzione proposta, in Nuo-va Zelanda, viene normalmen-te utilizzata con successo nel-le situazioni analoghe al caso studio presentato. In Italia può inoltre risultare risolutiva di molte problematiche relative alla trasmissione laterale sul pa-vimento in tutti i casi in cui non c’è la possibilità di intervenire con un sistema anticalpestio, ad esempio nella ristrutturazione dell’esistente, nei frazionamenti

dove non si riesce a intervenire sul solaio, oppure nei casi di si-stema anticalpestio continuo su tutto il solaio sul quale vengono posate parte divisorie a secco.Il tema introdotto è quello del-la modifica del comportamento del giunto al fine di ridurre le trasmissioni laterali.

È di sicuro interesse, e da tratta-re in futuri approfondimenti, lo studio di questo tema su casi di-versi e con ulteriori misure fono-metriche di collaudo che vadano ad analizzare anche il comporta-mento in frequenza.

* Gianfranco Quartaruolo,Socio ANIT,

Consulente acustico Norman Disney and Young

Auckland (NZ).

Stefano Benedetti,Staff ANIT

Collaudo in operaTrattandosi di una previsione di una prestazione in opera, la conferma dell’effi cacia della so-luzione può arrivare solo attra-verso una misura fonometrica di collaudo al termine dei lavori. I collaudi sono stati eseguiti, e il valore misurato in opera della parete, con il sistema proposto, è risultata pari a FSTC 54 dB (confrontabile con il Potere Fo-noisolante in opera R’w) . La simulazione previsionale quindi restituisce un risultato molto vicino alla realtà.

ConclusioniGli aspetti positivi di questo caso di studio sono molteplici.

• Soluzione del ponte acustico agendo localmente sul giunto di collegamento

• Il modello previsionale im-plementato nel software Echo, predice in modo affidabile il

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neo-Eubios 56 27 giugno 2016

IntroduzioneRidurre i consumi energetici è senz’altro il primo obbiettivo di una riqualificazione energe-tica, ma non è il solo beneficio ottenibile. Molto spesso, infatti, riqualificare si traduce in un in-cremento del benessere termo-igrometrico percepito dagli oc-cupanti. La sensazione di comfort, in-fatti, è fortemente correlata al calore che il corpo umano scambia in modo radiativo con l’ambiente che lo circonda. Da questo punto di vista, coi-bentare fa sì che aumenti la temperatura superficiale inter-na dell’involucro edilizio mini-mizzando la perdita di calore del corpo umano e riducendo il rischio di discomfort localiz-zato dovuto a fastidiose pareti fredde. Anche dal punto di vi-sta impiantistico è abbastanza comune che a seguito di una riqualificazione si abbiano dei miglioramenti sia in termini di nuovi servizi (ad esempio il raffrescamento o la ventilazio-ne meccanica controllata) sia in termini di qualità ed efficien-

za di quelli già erogati. Questi cambiamenti non lasciano in-differenti gli occupanti e pos-sono generare anche modifiche comportamentali. Per mettere in luce questi aspet-ti, RSE, con la collaborazione di ANIT e degli associati che hanno partecipato attivamen-te alla raccolta dati, ha voluto condurre un’analisi empirica somministrando un questiona-rio volto ad indagare la perce-zione del comfort, le modifiche comportamentali e la soddisfa-zione degli utenti a seguito di riqualificazioni energetiche.

Il questionario e il campione analizzato I quesiti proposti spaziano dal comfort alla gestione dell’edi-ficio e degli impianti, dal com-portamento dell’utenza alla soddisfazione verso quanto re-alizzato. Per i quesiti in cui ciò è rilevante è stata richiesta una doppia risposta: in riferimento all’edificio attuale e rispetto alla situazione ex-ante.Il questionario è stato distribu-ito a oltre quaranta utenze di

edifici monofamiliari e condo-miniali. La quasi totalità degli edifici è stato oggetto di riqualificazioni energetiche: in alcuni casi si è trattato di ristrutturazioni pro-fonde che, talvolta, hanno per-messo di trasformare l’edificio in NZEB (nearly zero energy building); in altri casi, invece, l’utenza ha semplicemente re-alizzato un singolo intervento quale il rinnovamento dell’im-pianto termico, la sostituzione dei serramenti o l’isolamento dell’involucro opaco.

Per comodità, nel seguito si raggrupperanno gli edifici in tre categorie:• “AE”: edifici a energia quasi zero o edifici ad elevata pre-stazione (classi A e A+) in cui l’unico vettore energetico uti-lizzato è l’energia elettrica (All Electric).• “A-A+”: edifici a energia quasi zero o edifici ad elevata prestazione che non rientrano nella categoria “AE”.• “B-G”: edifici in classe ener-getica B o peggiore.

RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE: NON SOLO MINORI CONSUMI

MA ANCHE MAGGIORE COMFORT

di

* Francesco Madonna, Luca Rota, Alessandro Panzeri

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neo-Eubios 56 28 giugno 2016

Per molti di questi edifici sono stati raccolti anche i consumi teorici valutati in base all’atte-stato di prestazione energetica e i consumi reali, entrambi sia nel periodo precedente la re-alizzazione degli interventi di riqualificazione sia nel periodo successivo. Ciò ha permesso di apprezzare anche il reale be-neficio in termini di risparmio energetico e confrontarlo con quello atteso.

I risultati

ComfortDall’indagine emerge che il risultato di un maggior benes-sere termo-igrometrico è stato ampiamente raggiunto in tutti gli edifici, con un netto miglio-ramento rispetto alla situazio-ne ex-ante, specie nel periodo invernale e nelle mezze sta-gioni. Nella stagione estiva, invece, seppur sia comunque presente un generale migliora-mento rispetto alla situazione ex-ante, sono tuttavia presenti numerosi casi in cui il comfort percepito è “medio” o “scar-so”. Analizzando questo aspet-to più nel detaglio si osserva che i risultati meno buoni si hanno per gli edifici “A-A+”, mentre è decisamente positiva la risposta negli edifici “AE”.Una possibile spiegazione ri-siede nella difficoltà di dissipa-re il calore endogeno e di ma-trice solare.

Difatti si tratta di edifici che presentano problemi di surri-scaldamento in assenza di im-pianti di climatizzazione esti-va o di sistemi di ventilazione meccanica (mentre gli edifici “AE” sono generalmente dota-

freddamento dell’edificio per il periodo estivo. L’energia so-lare deve essere respinta con un’adeguata schermatura sulle superfici trasparenti.

Infine, per quanto concerne il comfort acustico, si eviden-zia un miglioramento nei casi in cui è stato realizzato un buon intervento di isolamento termico dell’involucro. Con-seguentemente le risposte mi-gliori si hanno per le categorie “A-A+” e “AE”.

Gestione dell’edifi cio e degli impiantiDal questionario emerge che il numero di ore di accensio-ne giornaliera dell’impianto di riscaldamento è rimasto inva-riato a seguito della riqualifi-cazione in circa metà dei casi analizzati, mentre nel 40% si è ridotto. Per quanto concer-ne la temperatura impostata al termostato si osserva, invece, che in quasi i due terzi degli edifici il valore è stato ridotto, mentre nel 30% dei casi è ri-masto invariato.

Incrociando questa informa-zione con i risultati dei quesi-ti sul comfort appare evidente come il miglioramento della qualità dell’edificio, specie l’in-volucro edilizio, è tale da com-pensare un uso meno intenso dell’impianto di riscaldamento e da garantire, allo stesso tem-po, un maggior benessere ter-mo-igrometrico. Probabilmen-te è proprio la coibentazione dell’involucro che ha positive ripercussioni sulla tempera-tura media radiante e, più in generale riduce il discomfort dovuto a pareti fredde.

ti di tali impianti). Da segnala-re, inoltre, che le risposte degli utenti sono fortemente condi-zionate dalla loro percezione nella situazione ex-ante e, pro-prio nel caso di edifici nella categoria “A-A+” la situazione di partenza è spesso di “qualità energetica” discreta.Il maggiore isolamento e la risoluzione dei ponti termi-ci ha un effetto benefico an-che rispetto ai fenomeni della condensa o della formazione di muffe ed è evidente come la presenza della ventilazione meccanica elimini completa-mente il problema.

Per la maggior parte degli in-terventi, il tipo di corpo scal-dante scelto (radiatori, pannel-li radianti, impianti ad aria) risulta essere idoneo e non comporta problemi non avere terminali ad alta temperatura. Ulteriore aspetto da considera-re è la percezione che gli uten-ti hanno della rapidità con cui l’edificio è in grado di riscal-darsi in inverno e raffrescarsi in estate. Per effetto delle ca-ratteristiche di coibentazione precedentemente esposte, i risultati del questionario deli-neano una situazione per cui nella stagione invernale tutte le tipologie di edificio hanno un comportamento pienamen-te soddisfacente, mentre nella stagione estiva gli occupanti degli edifici “AE” lamentano lentezza nel raffrescamento. In generale in edifici isolati per il comportamento invernale (con trasmittanze termiche ugua-li e inferiori di quelle intro-dotte nel 2005 dal DLgs 192) non si può pensare di usare le superfici come sistema di raf-

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In tutti i periodi dell’anno e per tutte le tipologie di edificio è sentita l’esigenza di aprire i serramenti. L’eccezione è rappresentata dagli edifici dotati di ventila-zione meccanica (generalmen-te appartenenti alla categoria “AE”). Chiaramente, la presta-zione energetica dell’edificio è solo uno dei fattori da cui di-pende questa necessità, legata anche a sensazioni e percezio-ni personali.

da parte degli occupanti. An-che grazie a questa attitudine la gestione dell’edificio in se-guito agli interventi di riqua-lificazione non viene percepita come impegnativa.

Aspetti generali e di carattere economicoIl campione di persone inter-vistato è costituito da utenze particolarmente attente alle problematiche di tipo energeti-co, in certi casi disposte anche

Altro fattore importante per il benessere degli occupanti e su cui l’utente ha modo di incidere è il contributo dell’e-nergia solare. Anche in questo caso gli utenti dichiarano di essere sensibili e agiscono per limitare in estate e favorire in inverno l’ingresso della radia-zione solare, ciò è in linea con la tendenza per cui al crescere delle prestazioni dell’edificio corrisponde un aumento della preparazione e dell’attenzione

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neo-Eubios 56 31 giugno 2016

a spendere di più pur di avere un edificio più efficiente. La quasi totalità si sente di consi-gliare edifici a basso consumo e il 90% ne renderebbe obbli-gatoria la costruzione e ripete-rebbe l’intervento o l’acquisto. A conferma di ciò, negli edifi-ci più performanti, i dati par-lano di un’utenza totalmente convinta dell’investimento so-stenuto e soddisfatta dei costi sostenuti per la gestione e la manutenzione dell’edificio.

*Francesco Madonna, Luca Rota,

Ricerca Sistema Energetico – RSE S.p.A.Alessandro Panzeri,

ANIT

ConclusioniIn conclusione, dalla lettura dei risultati del questionario, si evince che nelle riqualifi cazioni più profonde il comfort abitati-vo migliora notevolmente grazie agli interventi di effi cientamen-to, che i consumi diminuiscono grazie all’aumento delle presta-zioni dell’edifi cio e che tutto ciò avviene senza che l’utenza deb-ba profondere un impegno note-vole o modifi care radicalmente il suo comportamento.

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neo-Eubios 56 32 giugno 2016

IntroduzioneIl DM 26/06/2015 ha introdot-to requisiti minimi più restrittivi sulla progettazione delle chiusure trasparenti per gli edifi ci di nuo-va costruzione, per interventi di ristrutturazione importante e per gli interventi di riqualifi cazione energetica su edifi ci esistenti. Tra-scurando le diffi coltà legate all’in-dividuazione dell’ambito di appli-cazione e alla rappresentatività o meno del modello di calcolo semistazionario per il fabbisogno energetico per il raffrescamento delle zone termiche, il presente articolo ha un doppio scopo: evi-denziare da una parte le criticità legate al soddisfacimento dei nuo-vi requisiti e dall’altro indicare le possibilità di calcolo per il rispetto di tali requisiti. La prima parte è un approfon-dimento del tema “chiusura tra-sparente – schermatura mobile – sistema oscurante” alla luce proprio del recente decreto. La seconda parte è dedicata all’ap-profondimento dell’equazioni che propongono metodi di valutazio-ne del fattore di trasmissione sola-re ggl+sh in riferimento alla norma-

tiva tecnica: UNI TS 11300-1 e UN EN 13363 (norme richiama-te direttamente nell’Allegato del DM 26/06/2015).Si propone infatti una sintesi che individui quando sono presenti i requisiti e come si realizzano i calcoli che possa servire al pro-fessionisti per la parte di chiusure trasparenti.

PARTE 1. I requisiti minimi delle chiusure trasparenti nel DM 26/06/2015L’immagine 1 sintetizza con il linguaggio della guida ANIT di-stribuita agli associati (scaricabi-le dal sito dalla sezione GUIDE ANIT) gli ambiti di applicazione del DM (le icone degli edifi ci) e i requisiti in cui è richiesta la pa-dronanza della valutazione delle chiusure trasparenti e della loro schermabilità. Requisito A: indici di prestazione energetica Il DM 26/06/2015 nel caso di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione, ampliamento vo-lumetrico di una certa entità con nuovo impianto e ristrutturazione

importante di primo livello chie-de di verifi care che gli indici di prestazione energetica dell’edifi -cio siano inferiori ai valori limite di legge calcolati con il metodo dell’edifi cio di riferimento. Nello specifi co:1. EPH,nd < EPH,nd,limite

2. EPC,nd < EPC,nd,limite

3. EPgl,tot < EPgl,tot,limite

Dove:EPH,nd : è l’indice di prestazione termica utile per il riscaldamento [kWh/m2]EPC,nd : è l’indice di prestazione termica utile per il raffrescamen-to [kWh/m2]EPgl,tot : è l’indice di prestazione energetica globale dell’edifi cio to-tale (ovvero siarinnovabile che non rinnovabile) [kWh/m2]. I primi due indici si valutano sul fabbisogno energe-tico utile del solo involucro e per il loro calcolo si utilizza la norma UNI TS 11300-1 che considera nei guadagni solari le dimensioni del vano del serramento, l’esposi-zione, gli ombreggiamenti esterni fi ssi, il fattore telaio e il fattore di trasmissione solare globale della parte vetrata ggl.

SCHERMATURE MOBILI: CRITICITÀ DEI REQUISITI MINIMI RICHIESTI E CALCOLO DEL gtot

di

Alessandro Panzeri, Daniela Petrone *

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neo-Eubios 56 37 giugno 2016

Immagine 1: quadro sinottico requisiti minimi per le chiusure trasparenti in relazione alla guida Anit

La parte di schermatura mobile si può calcolare in accordo con una tabella semplifi cata della norma oppure con le valutazioni più dettagliate della norma dedicata alle schermature mobili: UNI EN 13363 1 o 2. Nel metodo di calco-lo della norma UNI TS 11300-1 è rilevante segnalare che il guada-gno solare dipende in ogni mese dal coeffi ciente ggl e dal coeffi -ciente ggl+sh che vengono pesati rispetto a una frazione di tempo di utilizzo che dipende dal mese e dall’esposizione. Il coeffi ciente ggl+sh è quindi indicativo del com-portamento dell’insieme “parte vetrata + schermatura mobile” in utilizzo. Il rispetto dei requisi-ti di indice di fabbisogno è legato alla progettazione di un edifi cio che sia almeno di pari effi cienza di quello di riferimento. L’attua-le modello di calcolo prevede che

verso un’ attenzione mirata e ocu-lata nella progettazione dell’in-volucro in modo da mettere in campo tutte quelle strategie pro-gettuali atte a ridurre la richiesta di energia nei mesi estivi.Ridurre la necessità di climatizza-re vuol dire evitare l’ingresso del-la radiazione solare diretta estiva all’interno degli ambienti, da una parte riducendo le dimensioni delle aperture, compatibilmente con le necessità legate anche alle altre norme vigenti, dall’altra ri-correndo alle schermature mobili.Il parametro limite è un numero che si calcola come rapporto tra l’area solare equivalente estiva Asol,est e la superfi cie utile Asup utile dell’edifi cio di progetto.Il limite dipende dalla destinazione d’uso dell’edifi cio:- per il residenziale Asol,est / Asup utile < 0.030

la leva per il rispetto del requisito sia di tenere sotto controllo nelle superfi ci trasparenti oggetto di ir-raggiamento solare il parametro di riferimento di ggl+sh = 0.35.

Requisiti H: l’area solare equivalente estivaSempre nel caso di nuova costru-zione, demolizione e ricostruzione, ampliamento volumetrico di una certa entità con nuovo impianto e ristrutturazione importante di pri-mo livello, il Decreto chiede di ve-rifi care anche ulteriori parametri di progettazione e controllo della radiazione solare estiva. Nello spe-cifi co è richiesta la verifi ca dell’A-rea solare equivalente estiva.Il requisito di area solare equiva-lente introduce una prescrizione ben defi nita (non più rapportato all’edifi cio di riferimento) con l’o-biettivo di guidare il progettista

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- per gli altri edifi ci Asol,est / Asup utile < 0.040

dove:Fsh,ob è il fattore di riduzione per ombreggiatura relativo ad elemen-ti esterni riferito al mese di luglio (mese di massimo soleggiamento).ggl+sh è la trasmittanza di energia solare totale della fi nestra quando la schermatura è utilizzata.FF è il fattore telaio.Aw,p è l’area del vano fi nestra [m²]Fsol,est è il fattore di correzione per l’irraggiamento incidente, ricavato come rapporto tra l’irradianza me-dia del mese di luglio e l’irradianza media annuale sul piano orizzon-tale riferita alla località di Roma.

Il parametro di area solare equiva-lente è strutturato per avere diver-se leve di ombreggiamento. Si può esprimere in estrema sintesi, che più area vetrata ho, maggiore è la necessità di oscurarla e ombreg-giarla con tutti i parametri che ho a disposizione: schermature fi sse, mobili, trattamento del vetro.

Requisito I: effi cacia delle chiusure trasparentiIn caso di sostituzione dei compo-nenti fi nestrati, il DM 26 giugno 2015 prevede, sia che l’intervento ricada nell’ambito di applicazione della ristrutturazione importante di secondo livello sia nell’ambito della riqualifi cazione energetica, le seguenti verifi che e pratiche:1. verifi ca della trasmittanza limi-te in base alla tabella 4 app. A 2. verifi ca del fattore di trasmis-sione solare ggl+sh per componenti fi nestrati con orientamento da Est a Ovest passando per Sud (tabella 6 app. A)3. al punto 2.2 comma 1 delle

fi care qualcosa di cui non è certo (presenza di schermature)- il produttore di serramenti che non potrebbe vendere singolar-mente il suo prodotto se non as-sociato a qualcuno che propone schermature- l’utente fi nale che si trova a dover fare un lavoro ulteriore non previ-sto e che solitamente si occupa di schermare dall’irraggiamento so-lare estivo in modo autonomoSi sottolinea che tale indicazione incide anche nella pura sostitu-zione del vetro. Per il punto 3 essendo la sola so-stituzione di infi ssi normalmente considerata manutenzione or-dinaria (meno frequentemente come manutenzione straordina-ria) rientra quindi in quelle atti-vità di edilizia libera non soggetta a particolari obblighi di comu-nicazione al Comune. In questo caso quindi la stesura di una re-lazione tecnica sarebbe solo una carta protocollata senza nessuna valenza specifi ca. Ma soprattut-to tale relazione, che va eseguita da un tecnico abilitato, potrebbe avere un costo superiore all’inter-vento stesso disincentivando così la sua esecuzione. Inoltre anche per le detrazioni fi scali del 65% non viene ad oggi richiesta nes-suna pratica comunale ma basta l’attestazione del produttore o di un tecnico che accerti il rispetto dei requisiti minimi.

PARTE 2. Calcolo secondo UNI TS 11300-1Si richiama la parte di calcolo del componente fi nestrato per valutare l’area di captazione che è pari a :

dove:Fsh.gl è il fattore di riduzione relativo

predette prescrizioni generali si stabilisce che, anche in caso di interventi defi niti come riqualifi -cazioni energetiche, va redatta la relazione tecnica di progetto con riferimento alle parti su cui si è intervenuto.E’ proprio il caso della sola sosti-tuzione dei componenti fi nestrati che pone una serie di dubbi inter-pretativi relativi alle prescrizioni minime in materia di effi cienza energetica al fi ne di una corretta applicabilità dei requisiti stessi. In merito al il punto relativo al fattore ggl+sh, è importante eviden-ziare che al professionista è chie-sto di verifi care un parametro che non comprende il contributo di ombreggiamenti fi ssi o di sistemi oscuranti ma dipende dal fattore solare del vetro con il contributo delle schermature mobili. Il pro-gettista dovrebbe quindi certifi ca-re la presenza di schermi che, sulla base dei riferimenti normativi, po-trebbero essere anche delle tende interne scelte dell’utente fi nale. Il valore minimo previsto dal de-creto di ggl+sh pari almeno a 0,35 richiede obbligatoriamente la presenza e installazione di scher-mature necessariamente mobili in modo da ottimizzare gli apporti invernali ed estivi e garantire un buon livello di illuminazione na-turale ma solleva un problema pratico legato alla prassi edilizia. L’intervento di sola sostituzione degli infi ssi ricade spesso nel caso di edilizia libera per cui si crea un rapporto diretto di vendita tra privato e serramentista senza la fi gura intermedia del tecnico per-tanto poiché la valutazione del fattore solare vetro+schermo ri-chiede un calcolo non immediato, potrebbe essere disattesa dai più. Infatti la criticità riguarda:- il professionista che deve certi-

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alle schermature mobiliggl è la trasmittanza di energia solare della parte trasparente del componente.1- FF è il fattore di riduzione do-vuto al telaio dato dal rapporto tra l’area proiettata del telaio e l’area complessiva del componen-te (di default pari a 0.8).Aw.p è l’area proiettata totale del componente fi nestrato (area del vano fi nestra).

Fattore telaio FF

Il fattore di correzione dovuto al telaio è pari al rapporto tra l’area trasparente e l’area proiettata to-tale del componente fi nestrato. In assenza di dati è possibile assumere il valore convenzionale pari a 0.8.

Trasmittanza solare totale degli elementi vetrati ggl

Il valore da attribuire alla par-

te il calcolo è stato quindi reso più raffi nato poiché prima era presente un solo valore medio stagionale pari a 0.9. In tabella 1 un estratto del prospetto 20 della norma.

I valori ggl.n possono essere deter-minati in accordo con la norma UNI EN 410 o si può usare la tabella 2:

ti vetrate trasparenti è dato dal prodotto del valore di trasmit-tanza di energia solare totale per incidenza normale ggl.n e il fattore di esposizione Fw che tiene con-to dell’angolo di incidenza della radiazione e dipende dal mese e dal tipo di stratigrafi a della parte vetrata (vetro singolo, doppio o triplo). Rispetto alla versione preceden-

Tabella 1 - Estratto della tabella con fattori di esposizione Fw. [Fonte: UNI/TS 11300–1, paragrafo 14.3.1, prospetto 20]

Tabella 2 - Valori di trasmittanza di energia solare totale ggl.n proposti dalla norma.[Fonte: UNI/TS 11300–1, appendice B, prospetto B.5]

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Effetto delle schermature mobili ggl+sh / ggl

Per il calcolo dell’effetto delle schermature mobili nei casi di calcolo previsti per le UNI TS 11300-1 le schermature sono applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non libe-ramente smontabili e montabili dall’utente. Il calcolo, in assenza di dati di progetto attendibili o comunque di informazioni più precise, può essere fatto in accor-do con le UNI EN 13363-1 e 2 o, se applicabile, con il prospetto B

dove:ggl è la trasmittanza di energia so-lare totale quando la schermatura non è utilizzata.ggl+sh è la trasmittanza di energia solare totale quando la scherma-tura è utilizzata.fsh.with è la frazione di tempo in cui la schermatura solare è utilizzata pesata sull’irraggiamento sola-re incidente; dipende dal clima. dalla stagione e dall’esposizione come da tabella 4.

6 riportato in tabella 3. Il fattore dovuto a tendaggi è dato dal rap-porto tra l’energia solare media entrante all’interno dell’edifi cio in presenza di tendaggi e quella che potrebbe entrare in assenza di esse.

Gestione delle schermature mobile e fattore di riduzione Fsh.gl

Il fattore di riduzione degli ap-porti solari relativo all’utilizzo di schermature mobili è ricavato dalla seguente espressione:

Tabella 3 - Valori del coeffi ciente di riduzione dovuto al tendaggio installato all’interno o all’esterno della fi nestra.[Fonte: UNI/TS 11300–1, appendice B, prospetto B.6].

Tabella 4 - Valori della frazione di tempo per le schermature mobili. [Fonte: UNI/TS 11300].

Frazioni di tempo per le schermature mobili fsh.with

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Calcolo secondoUNI EN 13363-1Lo scopo della norma è di valu-tare con metodo semplifi cato la trasmittanza solare e luminosa dei dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate. Come si evince dal metodo di calcolo non è necessario ricadere nelle “defi nizioni” del prospetto B.6 per eseguire una valutazione. I casi di calcolo semplifi cati previsti sono

nosa del dispositivo di protezione

Dati in uscita:- trasmittanza solare globale del-la parte vetrata con dispositivo di protezione in uso ggl+sh

E’ possibile stimare i valori indi-cati nelle tabelle anche per dispo-sitivi orientati a 45°C variando i valori in accordo con un’equazio-ne presente nella norma.

quelli indicati in fi gura ovvero per tipologie di protezione solare pa-rallele alla parte vetrata e con po-sizione rispetto alla parte vetrata esterna, interna e tra parti vetrate.

Dati in ingresso necessari:- trasmittanza termica della parte vetrata Uw

- trasmittanza solare globale della parte vetrata ggl

- trasmittanza e rifl essione lumi-

Tabella 6 - Valori di riferimento dei dispositivi di protezione. [Fonte: UNI EN 13363-1, allegato A].

Tabella 5 - Valori di riferimento della parti vetrate. [Fonte: UNI EN 13363-1, allegato A].

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I risultati sono generalmente pru-denziali ai fi ni dei calcoli del fab-bisogno di raffrescamento e quin-di sottostimano l’effi cacia della schermatura.Delle tre situazioni descritte si riporta l’esempio dell’equazione semplifi cata della protezione po-sta all’esterno:Esempio di calcolo di equazione per il calcolo di ggl+sh =

dove:gt è la trasmittanza di energia so-

Segue un esempio di calcolo com-pleto di tapparella:

lare totale quando la schermatura è utilizzataτe,B è la trasmittanza di energia solare della protezione in utilizzog è la trasmittanza solare della parte vetrata sull’irraggiamento solare incidente; dipende dal cli-ma. dalla stagione e dall’esposi-zione come da tabella seguente

Esempio di calcolo con doppio vetro non basso emissivo e con tapparella esterna

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E’ possibile quindi valutare co-noscendo le caratteristiche della schermatura e della parte vetrata il fattore di ggl+sh. Calcolo secondo ALLEGATO H – Regione LombardiaOltre alla procedure semplifi ca-ta delle UNI TS 11300 e al me-todo semplifi cato della UNI EN 13363-1 si segnala che la regio-ne Lombardia ha implementato un metodo di valutazione simile a quello della UNI EN 13363-1. Al punto 3.3.8. della procedura lombarda infatti gli apporti solari mensili attraverso le strutture tra-sparenti esterne sono valutati con delle correzioni simili.

chiama esplicitamente l’applica-zione di elementi schermanti di-sposti sul piano parallelo a quello del sistema trasparente e del se-guente tipo:- tende avvolgibili- tende veneziane- persiane- frangisole a lamelle orizzontali o verticali- tapparelle

Calcolo secondoUNI EN 13363-2Ultima possibilità normativa è of-ferta del metodo dettagliato della norma UNI EN 13363-2. Lo scopo della norma è di valuta-re con metodo dettagliato la tra-

Il fattore di riduzione degli ap-porti solari relativo all’utilizzo di schermature mobili o fi sse com-planari al serramento, si calcola secondo:

con

Rispetto ai calcoli nazionali e alle casistiche della norma UNI EN 13363-1 la regione Lombardia divide il contributo dell’energia diretta e dell’energia diffusa.La regione Lombardia quindi ri-

Tabella 8 - Fattori di peso dell’irraggiamento diretto sul totale fb

Tabella 7 - Riferimenti e denominazione dei parametri nel metodo di calcolo delle UNI TS e di quello della regione Lombardia

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smittanza solare e altri parametri ottici dei dispositivi di protezione solare in combinazione con vetra-te. Il metodo è valido per tutti i dispositivi di protezione solare paralleli alle vetrate, quali tende a bande, veneziane, persiane av-volgibili.

Per quali tipologie di protezioni?- protezioni parallele alla parte vetrata Posizione della protezione?- all’esterno- all’interno- tra le parti vetrateL’intercapedine d’aria tra la pro-tezione e la lastra vetrata è ven-tilata?

La valutazione estiva del comportamento delle chiu-sure trasparenti è oggetto di approfondimento a seguito della pubblicazione del DM 26/06/2015.

Occuparsi del surriscaldamen-to estivo degli ambienti affron-tando il tema della schermatura delle parti trasparenti appare ragionevole. I modelli di calcolo esistenti sono sufficientemente detta-gliati per affrontare molte ca-sistiche base. ANIT ha svilup-pato un applicativo, APOLLO 1.0, dedicato alla valutazione dei componenti trasparenti con implementata la parte di valutazione semplificata delle UNI TS 11300-1 e con il me-todo proposto dalla UNI EN 13363-1. La versione futura di APOLLO affronterà anche il calcolo de-scritto dalla parte 2.

* Alessandro Panzeri,Ricerca e Sviluppo ANIT.

Daniela Petrone,Vice Presidente ANIT.

- può essere valutata per ogni po-sizioni dell’intercapedine

I principi del modello di calcolo sono di descrivere l’insieme di vetrata e protezione solare come una successione di strati omoge-nei costituiti da strati omogenei e da intercapedini d’aria attraversa-ti da un fl usso di calore caratteriz-zato dalla modalità di trasmissio-ne del calore per irraggiamento e convezione. Gli strati solidi sono infatti ipo-tizzati costituiti da una resistenza termica trascurabile. Nei casi di ventilazione dell’intercapedine il metodo di calcolo si riconduce ad un fl usso monodimensionale.

Conclusioni

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1. IntroduzioneLa caratterizzazione acustica dei massetti galleggianti viene normalmente eseguita in labo-ratorio su di un solaio di riferi-mento in cemento armato, se-condo le norme della serie ISO 10140 e non esistono dati di questi massetti su solai in CLT (Cross Laminated Tim-ber). L’articolo presenta i risultati di uno studio, in laboratorio, compiuto su di un solaio in le-gno sul quale sono stati posti in opera 18 differenti combinazio-ni di strati resilienti e massetti a secco o in sabbia e cemento. Si è indagato anche sull’effetto di diversi sotto-fondi alleggeriti. Sono stati inoltre presi in consi-

derazione anche i controsoffitti appesi o vincolati all’intradosso del solaio.Allo stesso tempo si è cercato di trovare una relazione speri-mentale che estenda l’ef-ficacia della relazione di Heckl [1], che lega il potere fonoisolante R dei solai al livello di calpestio normalizzato Ln, anche al di sopra dei 1000 Hz [2].

L’obiettivo è quello contri-buire al miglioramento delle formule previsionali da utiliz-zare su strutture leggere, come il CLT, che non possono essere considerate infinitamente rigi-de come le strutture edilizie co-munemente utilizzate.

2. Identificazione del campione di provaLo studio è stato effettuato pre-disponendo un solaio in CLT dello spessore di 14 cm e di 11,9 m2 all’interno delle came-re di acustiche del Centro In-terdipartimentale di Edilizia e Costruzioni dell’Università di Bologna (Fig. 1).I test hanno previsto la misura del rumore di calpestio nor-malizzato Ln e del potere fo-noisolante R per ognuna delle 18 stratigrafie e dove è stato possibile anche per confi-gura-zioni intermedie nelle quali ad esempio era stato posato solo lo strato di massetto alleggeri-to. In tabella 1 sono mostrate le

MISURE DI LABORATORIO DELL’ISOLAMENTO AL CALPESTIO DI MASSETTI GALLEGGIANTI

SU SOLAI IN CLTArticolo presentato al 43° Convegno Nazionale

dell’Associazione Italiana di Acustica, Alghero 25-27 maggio 2016

di

* Luca Barbaresi, Dario D’Orazio, Massimo Garai, Gloria Cagali, Elmar Tapfer

Figura 1 – Stratigrafi a testate e schema distributivo del laboratorio

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stratigrafie e la tipologia di ma-teriali sottoposti a prova.I massetti galleggianti erano realizzati con lastre a secco o sabbia e cemento, gli strati re-silienti con materiali fibrosi o poliuretano espanso, gli alleg-geriti erano costituiti da inerti sfusi o aggregati con cemento ed additivi. Per tutti i materiali utilizzati sono state compiute verifiche delle proprietà meccaniche e fisiche in funzione della natura degli stessi, in particolare: rigi-dità dinamica, creep, resistività

3. Presentazione dei risultatiI primi test sono stati compiuti su stratigrafie che impiegava-no alleggeriti a base di cemen-to posti sopra il solaio in CLT, in particolare nelle prime 3 a parità di massetto galleggian-te e materiale resiliente è stata variata la densità dell’allegge-rito, mentre per le successive 3 tenendo costante il masset-to alleggerito è stato variato il materiale resiliente a parità di massetto galleggiante.Dal confronto dei risultati ot-tenuti per il potere fonoisolan-

al flusso verifica a taglio e com-pressione, densità. Per la “Stratigrafia 9” è stata verificata anche l’efficacia del controsoffitto installato con li-stelli di legno o profili a “Ω” .L’acquisizione di tutti i para-metri acustici è stata compiuta in conformità alla norma ISO 10140 parte 2, 3, 5 [3] [4] [5]. Per i materiali resilienti sono state usate le norme EN 29052 [6] EN 29053 [7] e EN 1606 [8]. Per la verifica delle pro-prietà meccaniche è stata segui-ta la EN 1015-11 [9]

Tabella 1 – Elenco e descrizione delle stratigrafie sottoposte a prova

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te è possibile vedere come alle basse frequenze esistano diffe-renze principalmente dovute all’incremento di massa degli alleggeriti, mentre alle alte fre-quenze non si notano sostan-ziali cambiamenti.

Gli indici di valutazione del po-tere fonoisolante sono mostrati in tabella 2.

Contrariamente a R, i livel-li di calpestio normalizzati ed in particolare i ΔL calcolati mostrano un diverso compor-

tradizionale in sabbia e cemen-to e 9 con massetto a secco.

Le “Stratigrafie 9bis e 9ter” mostrano il confronto tra due controsoffitti uno con listelli di legno e l’altro con profili a “Ω”.

È possibile notare come l’ag-giunta di un controsoffitto in cartongesso fissato con i listelli in legno porti ad un peggiora-mento dell’indice di valutazio-ne del potere fonoisolante Rw a causa della riduzione di isola-mento alle basse frequenze.

tamento tra i massetti galleg-gianti con strati resilienti a base di materiali fibrosi e a base di poliuretano espanso. Tutti gli strati resilienti utilizza-ti nelle “Stratigrafie da 1 a 6” avevano uno spessore nominale di 2 cm.

In figura 3 è rappresentato il confronto tra le “Stratigrafie 6, 7, 8, 9, 9bis e 9ter”, dove lo stesso controsoffitto con pen-dini smorzanti in 7 e 8 è stato applicato rispettivamente alle “Stratigrafie 6” con massetto

Tabella 2 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di calpestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)

Tabella 3 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di calpestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)

Figura 2 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra

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Il materiale resiliente a base di agglomerato di poliuretano espanso presente nelle “Strati-grafie 1, 2, 3” è stato testato an-che nelle “Stratigrafie 14 e 15”. A differenza delle precedenti, a parità di massetto galleggiante, nella 14 era presente un sotto-fondo di 10 cm di cemento con densità di 2200 kg/m3, mentre

mostrano particolari effetti po-sitivi. I risultati sono visibili in tabella 4 e figura 4.

4. Previsione del livello di calpestio normalizzatoAvendo a disposizione il pote-re fonoisolante ed il rumore di calpestio per ognuno dei solai sottoposti a prova si è deciso di

nella 15 il materiale resiliente è stato posato direttamente sul solaio in CLT. Il sottofondo di elevata densità ha migliorato l’attenuazione del rumore im-pattivo fino alla frequenza di 1600 Hz. Tuttavia gli indici di valutazione Ln,w sono influen-zati dal comportamento alle alte frequenze e pertanto non

Tabella 4 – Indici di valutazione del potere fonoisolante e del rumore di calpestio ed attenuazione del rumore di cal-pestio (calcolato come differenza tra il solaio grezzo e con la stratigrafia proposta)

Figura 3 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra

Figura 4 – Potere fonoisolante a sinistra ed attenuazione del livello di calpestio a destra

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testare la formula B.4 contenu-ta nella norma EN 12354-2, [2] precedentemente verificata da altri autori su solai in lateroce-mento [11].

La formula, proposta da Heckl nel 1963 [1], lega il potere fo-noisolante al rumore di calpe-stio ed è valida per frequenze comprese tra i 100 Hz e 1000 Hz per strutture omogenee poi-ché se la trasmissione forzata è trascurabile, la somma del po-tere fonoisolante, R, dei rumori aerei e il livello di pressione so-nora di calpestio normalizzato, Ln, per i pavimenti omogenei dipende unicamente dalla fre-quenza:

(1)

[Hz]

Partendo così dai valori speri-mentali di R per tutte le strati-grafie si ricaveranno i valori di Ln e questi ultimi verranno con-frontati con i livelli di calpestio

misurati.Come da relazione (1) i risul-tati calcolati sono equiparabili a quelli misurati fino alla fre-quenza di 800 Hz, superata tale frequenza i dati divergono fortemente (>5 dB). A titolo di esempio si riporta il compor-tamento delle stratigrafie 2 e 4 (figura 5).

Le differenze tra il Livello di calpestio calcolato e misurato nelle prime 6 stratigrafie sono pressoché costanti per bande di terzi di ottava (fig. 6) e sono riconducibili al rapporto empi-rico f/R

(2)

[dB]

introducendo la correzione -f/R nella relazione di Heckl sono i valori calcolati sonotraslati mediamente di 20 dB rispetto ai valori misurati.Pertanto si è proceduto ad una ulteriore modifica della (2) in:

Figura 5 – Confronto tra il livello di calpestio misurato e calcolato con le relazioni (1) (2) e (3) per le stratigrafi e 2 e 4

(3)

[dB]

La relazione (3) è stata elabo-rata sulle prime 6 stratigrafie e poi e stata testata sulle succes-sive stratigrafie dalla 7 alla 15. Dal confronto dei dati è emer-so che, in tutti i casi in cui è presente il controsoffitto (Stra-tigrafie 7, 8, 9bis e 9ter), la relazione non viene soddisfat-ta, mentre per le rimanti stra-tigrafie il livello di calpestio calcolato si avvicina a quello misurato.

A titolo di esempio sono ripor-tati altri 4 confronti, di cui uno con il controsoffitto.

In particolare nella figura 6 è possibile vedere come nel caso della “Stratigrafia 14i” (CLT+sottofondo in CCA da 2200 kg/m3) la relazione (1) venga rispettata fino a 3150 Hz.

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Figura 6 – Confronto tra il livello di calpestio calcolato con la relazione (1) e misurato per tutte le stratigrafie. Le linee tratteggiate sono per i solai con i controsoffitti, le linee tratto punto per i rivestimenti a secco.

La stratigrafia 14i è relativa al solo colai in CLT con sottofondo in CCA.

La relazione proposta ha buoni ri-scontri sia per le stratigrafi e a sec-co sia per quelle con il massetto umido (fi g.6 e 7), per un intervallo di frequenza compreso tra 800 Hz e 3150 Hz. Quanto proposto fi nora deriva da valutazioni pu-ramente empiriche sulla base di confronti di un set di misure rela-tivamente buono (18 stratigrafi e). Il passo successivo è lo studio e la verifi ca supportata dalla teoria per la creazione di un modello di calcolo per validare la relazione

calpestio di differenti stratigrafi e tutte basate su un solaio in CLT di 14 cm, hanno confrontato i dati relativi a diverse tecniche di posa in opera dei massetti galleggianti, sia a secco sia umidi. Hanno inol-tre verifi cato in alcuni casi l’inci-denza dei massetti di sottofondo alleggeriti e non, nell’incremento del potere fonoisolante e nella ri-du-zione del rumore di calpestio, valutando anche la differenza in termini di ΔL ottenibili dall’utiliz-zo di materiali fi brosi e non.

che per ora si basa su rapporto eterogeneo “f/R”. Tuttavia le dif-ferenze tra il metodo proposto e le misure sperimentali del livello di calpestio se valutate attraverso gli indici di valutazione Ln,w, risulta-no ancora più ridotte e contenute in un intervallo di <3 dB e gene-ralmente sempre sovrastimate.

5. ConclusioniGli autori, partendo da una serie di verifi che in laboratorio del po-tere fonoisolante e del rumore di

Tabella 5 - Indici di valutazione del livello di rumore di calpestio normalizzato, misuratoe calcolato con la relazione (3). La “Stratigrafia 14i” è stata calcolata con la relazione (1)

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Figura 7 – Confronto tra il livello di calpestio calcolato con le relazioni (1) e (3) e misuratoper le “Stratigrafie 1, 7, 11, 13”. Nella “Stratigrafia 7” è presente il controsoffitto.

neo-Eubios 56 51 giugno 2016

L’articolo propone una prima ipotesi di estensione della validità della relazione di Heckl che lega il potere fonoisolante al livello nor-malizzato di calpestio. Questo primo tentativo è basato sull’evidenza che superata la fre-quenza di 800~1000 Hz la diffe-renza tra i valori calcolati secon-do la formula di Heckl e quelli misurati presenta una pendenza costante. Partendo da queste con-siderazioni si stanno intrapren-dendo studi rigorosi sulla verifi ca analitica e statistica dei risultati ottenuti.

Luca Barbaresi, Dario D’Orazio, Massimo Garai,

DIN, Università di Bologna, Bologna.Gloria Cagali,

Ingegnere Libero professionista, Verona. Elmar Tapfer,

TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ)

riali per applicazioni acustiche. Determi-na-zione della resistenza al fl usso d’aria.[8] UNI EN 1606:2013 Isolanti termici per edilizia - Determinazione dello scor-ri-mento viscoso a compressione.[9] UNI EN 1015-11:2007 Metodi di prova per malte per opere murarie - Par-te 11: Determinazione della resistenza a fl essione e a compressione della malta indurita.[10] Granzotto, N., Rinaldi, C., “Anali-si del livello di calpestio e potere fonoi-solante di solai con struttura portante in laterocemento, in laboratorio e in opera. Atti del 39° Convegno Nazionale A.I.A., Roma, 2012

7. RingraziamentiGli autori vogliono ringraziare in par-ticolare l’ing Andrea Incerti e l’ing. Ali-ce Paolini per il supporto ricevuto nelle prove sui materiali e Francesca Di Nocco per la preziosa e costante collaborazione nello svolgimento delle misure.

I dati contenuti nell’articolo sono frutto di una consulenza svolta nell’ambito del CIRI Edilizia e Costruzioni - Rete alta tecnologia dell’Emilia Romagna per la TopHaus AG / S.p.A., Bressanone (BZ).

6. Bibliografi a[1] Heckl, M., Rathe, E.J., “Relationship between the transmission loss and the im-pact noise insulation of fl oor structures”, JASA 35 (1963), 1825-1830[2] UNI EN 12354-2:2002 Building Acoustics - Estimation of acoustic per-formance of buildings from the perfor-mance of elements, Part 2: Impact sound insulation between rooms.[3] UNI EN ISO 10140-2:2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isola-mento acustico di edifi ci e di elementi di edifi cio - Part 2: Misurazione dell’isola-mento acustico per via aerea.[4] UNI EN ISO 10140-3:2015 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isola-mento acustico di edifi ci e di elementi di edifi cio - Parte 3: Misurazione dell’isola-mento del rumore da calpestio.[5] UNI EN ISO 10140-5:2014 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isola-mento acustico di edifi ci e di elementi di edifi cio - Parte 5: Requisiti per le appa-recchia-ture e le strutture di prova.[6] UNI EN 29052-1:1993 Acustica. Determinazione della rigidità dinamica. Mate-riali utilizzati sotto i pavimenti gal-leggianti negli edifi ci residenziali.[7] UNI EN 29053:1994 Acustica. Mate-

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neo-Eubios 56 52 giugno 2016

Sul tema dei requisiti acustici passivi esistono documenti di legge che impongono limiti da rispettare e norme tecniche che spiegano come calcolare e mi-surare in opera le prestazioni degli edifici.

Di seguito sintetizziamo l’at-tuale situazione legislativa e normativa. Sul sito www.anit.it , nella sezione Leggi e norme, è possibile consultare gli elenchi normativi sempre aggiornati e scaricare documenti aggiunti-vi. I Soci ANIT inoltre possono approfondire la tematica scari-cando dal sito specifiche GUI-DE ANIT.

Limiti di legge da rispetta-re: DPCM 5-12-1997Il D.P.C.M. 5-12-1997 è il de-creto di riferimento per l’a-custica in edilizia. Definisce i limiti da rispettare in merito a: isolamento dai rumori tra differenti unità immobiliari, isolamento dai rumori esterni, isolamento dai rumori di calpe-stio, isolamento dai rumori de-gli impianti, tempo di riverbero

di aule scolastiche e palestre. Il decreto è attualmente in vigore e i parametri in esso definiti de-vono essere rispettati in opera, ad edificio ultimato.

Segnaliamo che il Governo ha avuto delega dalla “Legge Eu-ropea 2013 bis” per pubblicare, entro il 25 novembre 2016, un decreto legislativo per la “sem-plifi cazione delle procedure au-torizzative in materia di requisi-ti acustici passivi degli edifi ci”.

Come progettare i requisiti acustici passivi e la qualità acustica degli ambienti Le norme UNI EN 12354 spie-gano come progettare le presta-zioni acustiche degli edifici. In particolare la Parte 1 riguarda l’isolamento dai rumori aerei tra ambienti, la Parte 2 l’isola-mento acustico al calpestio, la Parte 3 l’isolamento delle fac-ciate, la Parte 4 la trasmissione del rumore dall’interno all’e-sterno degli edifici, la Parte 5 il rumore degli impianti tecnici e la Parte 6 la qualità acustica

interna degli ambienti (Tempo di riverbero). Il Gruppo europeo CEN/TC 126/WG2 “Prediction of the acoustic performance of buil-dings from the performance of elements” sta revisionando le norme EN 12354.

La pubblicazione delle nuove norme è prevista per la fine del 2016. I modelli di calcolo verranno in parte modificati e questo comporterà la necessità di aggiornare i software di cal-colo in circolazione. ANIT ad esempio adeguerà il software ECHO, a disposizione di tutti gli associati.

Il rapporto tecnico italiano UNI TR 11175 riprende i mo-delli di calcolo delle UNI EN 12354 applicandoli alla tipo-logia costruttiva nazionale. Il gruppo di lavoro UNI SC1/GL4 sta revisionando il docu-mento in funzione delle nuove 12354. In particolare verranno aggiornate le formule di calcolo e sarà ristrutturata la sezione fi-nale (Appendice B) contenente

QUAL È L’ATTUALE SITUAZIONE NORMATIVA IN ACUSTICA EDILIZIA?

A cura dello Staff ANIT

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neo-Eubios 56 53 giugno 2016

GUIDA ANIT REQUISITI ACUSTICI PASSIVI

E CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI EDIFICI

GUIDA ANIT DI APPROFONDIMENTO TECNICO

Giugno 2016

Tutti i diritti sono riservati.

Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o divulgata senza l’autorizzazione scritta di ANIT.

ANIT - Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico www.anit.it

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neo-Eubios 56 54 giugno 2016

LINEE GUIDA SULLE PRESTAZIONI DEI MATERIALI RESILIENTI

GUIDA ANIT DI APPROFONDIMENTO TECNICO

Marzo 2016

Tutti i diritti sono riservati.

Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o divulgata senza l’autorizzazione scritta di ANIT.

ANIT - Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico www.anit.it

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neo-Eubios 56 55 giugno 2016

i “Dati di calcolo”. ANIT sta coordinando i lavori sull’Ap-pendice B.

La norma UNI 11532 spiega invece come determinare le ca-ratteristiche acustiche interne degli ambienti e indica i limiti da rispettare riportati in docu-menti nazionali e stranieri. An-che questa norma è in revisione da parte del gruppo UNI SC1/GL7.

Come classificare acusticamente le unità immobiliariLa UNI 11367 è la norma ita-liana che spiega la procedura per determinare la classe acu-stica delle unità immobiliari e propone, nell’Appendice A, i valori da rispettare per le ca-ratteristiche acustiche interne degli ambienti: tempo di river-bero (T), chiarezza (C50) e in-dice di trasmissione del parlato (STI).

Segnaliamo che è attivo il grup-po internazionale ISO/TC 43/SC 2/WG 29 “Acoustic classi-fication scheme for buildings”, che sta elaborando una norma per la classificazione acustica degli edifici a livello mondia-le. I lavori sono in corso e at-tualmente non si conosce quale sarà la data di pubblicazione del documento.

Come misurare in opera i parametri acusticiLe UNI EN ISO 16283 defi-niscono le tecniche di misura dei requisiti acustici passivi. La Parte 1 riguarda l’isolamento acustico per via aerea, la Par-te 2 l’isolamento dal rumore di calpestio, la Parte 3 l’isolamen-

ConclusioniNei paragrafi precedenti abbia-mo cercato di illustrare come il panorama legislativo e nor-mativo nel campo dell’acustica edilizia stia subendo, in molti casi, varie modifiche e aggior-namenti.

I Soci ANIT sono costantemente informati sull’argomento attra-verso le GUIDE ANIT e specifi -che email informative.

to acustico di facciata. Le nor-me, alcune pubblicate in questi mesi, hanno introdotto nuove specifiche nelle procedure di rilevazione ed hanno sostituito le precedenti UNI EN ISO 140 parti 4, 5, 7 e 14 (in vigore fino a inizio 2014). Il rumore degli impianti tecno-logici può essere determinato utilizzando le norme UNI EN ISO 16032 e UNI 8199. Segna-liamo che la UNI 8199 è attual-mente in revisione. Una bozza di nuova norma italiana sulla misura del rumore da impian-ti verrà molto probabilmente pubblicata nei prossimi mesi.

Le UNI EN ISO 3382 spiegano come misurare i parametri acu-stici degli ambienti (ad esempio tempo di riverbero e chiarez-za). In particolare la Parte 1 si applica per le rilevazioni nelle sale da spettacolo, la Parte 2 ri-guarda gli ambienti ordinari, la Parte 3 gli open space.L’indice di trasmissione del parlato (STI) può essere invece determinato seguendo le indi-cazioni della IEC 60268-16.

Posa in opera “acustica” di sistemi costruttiviEsistono due norme che forni-scono indicazioni sulla corretta posa in opera di sistemi costrut-tivi per limitare problematiche di trasmissione dei rumori.La norma UNI 11296 spiega come posare i serramenti per limitare i rumori esterni, la UNI 11516 analizza la posa dei sistemi di pavimentazione gal-leggiante per ridurre i rumori da calpestio.Anche la UNI 11296 è attual-mente in revisione da parte del gruppo UNI SC1/GL8

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r e c e n s i o n i

LE BABUSHKE DI CHERNOBYLdi Holly Morris e Anne Bogart

USA 2015, 70’Vincitore del XIX Festival CinemAmbiente, Torino 2016

Nel trentennale del disastro di Chernobyl, il documentario - Vincitore al XIX Festival CinemAmbiente di Torino - racconta la strenua resistenza delle donne (le babushkas appunto, termine che in russo indica le nonne o, per estensione,

le donne anziane), che caparbiamente e contro ogni divieto o raccomandazione del Governo, sono tornate a vivere nella loro amata terra d’origine.

Si tratta della cosiddetta “dead o exclusion zone” che circonda la celeberrima centrale, teatro dello scoppio dell’altrettanto famoso reattore nel 1986. Qui

trascorrono scanzonate, tra le radiazioni, gli anni che restano loro da vivere.L’approccio originale del documentario gli è valso il plauso delle più autorevoli testate a livello mondiale.

Sebbene le premesse possano risultare angoscianti, il fi lm riesce a far emergere la speranza e la voglia di vivere di chi testardamente continua ad abitare ed essere orgoglioso della propria terra.

Il territorio letale in questione, una delle aree più radioattive del Pianeta, è condiviso con altri clandestini tra cui scienziati, militari o amanti del pericolo, che vi si addentrano inseguendo ciascuno la propria personale

fantasia. Uomini e donne che hanno deciso di tornare in queste terre dopo il disastro, sfi dando le autorità e a rischio della loro stessa vita, e che, come i lupi, le alci e i cinghiali ricomparsi nelle foreste della zona,

sono un vero e proprio simbolo della capacità di sopravvivenza della natura stessa.http://thebabushkasofchernobyl.com/

Letture e visioni consigliate

neo-Eubios 56 56 giugno 2016

EMMA E IL MISTERO DEL CATINO DI CRISTALLOdi Paolo Ghelfi , Federico Platania e Corrado Mastantuono (illustrazioni)Axpo Italia, Genova 2015136 pagine, 4,90 euro (su Amazon.it)ISBN: 979-1220004091

Cosa c’è dietro al criptico messaggio trasmesso da un anonimo hacker al Fab Lab di Lucca? Chi sono i misteriosi uomini che, occultati tra la folla, seguono le mosse di Emma e dei suoi amici? Perché si perdono nei sotterranei di Genova? Che c’entra la leggenda del Sacro Graal con la stampante 3D del laboratorio? Il mondo dei Maker si intreccia con misteri e antiche reliquie, mentre la moderna tecnologia digitale rilegge i simboli degli antichi ordini cavallereschi. Con un fi nale che nessuno è riuscito a prevedere. Nemmeno il saccente e ieratico Maestro della setta. Al movimento dei Fab Lab e dei Maker (artigiani digitali) è dedicato il racconto “Emma e il mistero del catino di cristallo” che raccoglie, nella duplice forma narrativa e informativa, una serie di spunti e osservazioni sul fenomeno stesso e sui più ampi processi economici che anticipa o interpreta. Questa iniziativa editoriale si affi anca a una gara tecnologica internazionale (Smart EMMA - Energy Monitoring & Management Applications) che vede protagonisti proprio i Fab Lab e che ha come tema l’energia. La prefazione del racconto è di Jean Michel Molennaar, Co-Fondatore di Fab Economy e Direttore di Fab Connections, l’organizzazione che promuove lo sviluppo dei laboratori indipendenti e della cultura dell’open-source tecnologico. La postfazione del racconto è invece di Antonio Sileo, ricercatore IEFE-Università Bocconi, direttore dell’Osservatorio Innov-E sull’innovazione energetica dell’I-Com, Istituto per la Competitività, pubblicista ed editorialista della Staffetta Quotidiana.

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r e c e n s i o n i

THE FLOATING PIERSCHRISTO AND JEANNE-CLAUDELago d’Iseo, Italia 2016

Il ProgettoThe Floating Piers, il nuovo progetto di Christo in Italia, reinterpreterà il Lago d’Iseo per 16 giorni dal 18 giugno al 3 luglio 2016. 70.000 metri quadri di tessuto giallo cangiante, sostenuti da un sistema modulare di pontili galleggianti formato da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità, comporranno un’ installazione che si svilupperà a pelo d’acqua seguendo il movimento delle onde.

L’EsperienzaI visitatori potranno fruire del lavoro percorrendo la sua intera lunghezza, che si sviluppa in circolo da Sulzano a Monte Isola e poi fi no all’isola di San Paolo. Dalle montagne che circondano il lago si potrà avere uno sguardo “a volo d’uccello” su The Floating Piers osservandone angoli nascosti e prospettive inaspettate.

Luoghi e Culture

neo-Eubios 56 57 giugno 2016

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neo-Eubios 56 58 giugno 2016

r e c e n s i o n iLuoghi e Culture

Il PontileThe Floating Piers creerà sulle acque del Lago di Iseo un percorso pedonale di 3 kilometri composto da pontili larghi 16 metri e alti 50 centimetri dai bordi degradanti. Il tessuto si svilupperà per altri 1,5 kilometri lungo la strada pedonale tra Sulzano e Peschiera Maraglio.

Il RaccontoTra la primavera e l’estate del 2014 Christo, insieme a Vladimir Yavachev - operations manager, Wolfgang Volz - project manager, Josy Kraft – registrar e curatore, hanno esplorato diversi laghi del nord Italia e, insieme al Project Director Germano Celant, hanno ritenuto che il Lago d’Iseo - a 100 km ad est di Milano e 200km ad ovest di Venezia - fosse il luogo più adatto e di grande ispirazione.The Floating Piers sarà il primo progetto su larga scala dai tempi di The Gates, realizzato da Christo e Jeanne-Claude nel 2005. Come tutti i loro lavori, i fondi per la realizzazione di questa opera provengono interamente dalla vendita delle opere di Christo. Dopo i 16 giorni tutte le componenti dell’opera verranno rimosse e dismes-se attraverso un processo industriale di riciclaggio.Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato in Italia molti progetti nella loro carriera creativa: Wrapped Fountain e Wrapped Medieval Tower a Spoleto, 1968; Wrapped Monuments a Milano, 1970; e The Wall, Wrapped Ro-man Wall a Roma, 1974. Dopo oltre 40 anni dall’ultimo progetto, Christo è entusiasta di poter lavorare ancora in Italia.

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r e c e n s i o n iLuoghi e Culture

Dati del progetto• 220.000 cubi creano i 3 chilometri di The Floating Piers.• 220.000 perni tengono insieme i cubi.• 200 ancore del peso di 5,5 tonnellate l’una mantengono i 16 metri di larghezza del pontile in posizione.• 37.000 metri di corda connettono gli ancoraggi al pontile.• 70.000 mq di feltro ricoprono i pontili e le strade al di sotto del tessuto.• 100.000 mq di tessuto coprono i 3 chilometri di pontile e 2,5 chilometri di strada.• 2,7 milioni di litri d’acqua riempiono le sponde inclinate.

Gli ArtistiChristo (nato nel 1935) e Jeanne-Claude (1935-2009) hanno creato insieme alcune delle opere visivamente più spettacolari del XX e del XXI secolo.Dai primi oggetti impacchettati ai progetti monumentali all’aperto, tra cui ricordiamo Valley Curtainin Colorado (1970-1972), Running Fence in California (1972-1976), Surrounded Islands a Miami (1980-1983), The Pont Neuf Wrapped a Parigi (1975-1985), The Umbrellas in Giappone e in California (1984-1991), Wrapped Reichstag a Berlino (1972-1995) e The Gates a Central Park, New York (1979-2005), gli artisti hanno superato i limiti tradizionali della pittura, della scultura e dell’architettura. Insieme hanno cambiato il concetto stesso di “arte pubblica” creando opere temporanee dalla durata volutamente effi mera.

http://www.thefl oatingpiers.com

© Tutte le immagini del presente articolo sono protette da Copyright Christo 2016 e tratte dal sito www.thefl oatingpiers.com.

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neo-Eubios 56 60 giugno 2016

c o r s i

L’OBBLIGO ALLA FORMAZIONE CONTINUA!

Col 2014 è entrato in vigore l’obbligo alla formazione continua per tutte le categorie professionali a cui sono rivolti gli eventi ANIT, ovvero Ingegneri, Architetti, Geometri e Periti.L’unità di misura della formazione professionale continua è il Credito Formativo Professionale (detto anche CFP).

Di seguito il punto della situazione. • IngegneriDa gennaio 2014 ogni iscritto all’albo deve essere in possesso di un minimo di 30 CFP.Si parte con l’attribuzione forfettaria di 60 CFP a tutti gli iscritti e ogni anno vengono scalati 30 CFP. Le attività che consentono l’ottenimento di CFP riguardano la partecipazione a corsi e convegni accre-ditati dal CNI, ma anche altre attività come l’aggiornamento legato alla propria professione (se dimo-strabile), le pubblicazioni qualificate, le docenze, i brevetti, ecc.ANIT è stata autorizzata dal CNI a svolgere attività formativa (da luglio 2015), le attività in programma consentono pertanto l’attribuzione di CFP a tutti gli ingegneri partecipanti”.

• ArchitettiI nuovi regolamenti sono entrati a regime a gennaio 2014 dopo un inizio sperimentale avviato nell’au-tunno 2013. Ad oggi ogni architetto deve ottenere 60 CFP nel triennio 2014-2016 con un minimo di 15 CFP in ciascun anno di cui almeno 4 CFP all’anno sul tema della deontologia-compensi-ordinamento professionale. I crediti sono attribuiti dal CNAPPC assegnando circa 1 CFP per ogni ora di formazione.Eventi ANIT: ANIT è stata autorizzata dal CNAPPC a svolgere attività formativa (da luglio 2014), le iniziative in programma pertanto consento l’attribuzione di CFP a tutti gli architetti partecipanti.

• GeometriPer i geometri la formazione continua obbligatoria è entrata in vigore dal gennaio 2010. Ogni iscritto deve maturare un certo numero di CFP nell’arco di un quinquennio (il primo va dal 2010 al 2015), col rispetto di un minimo di crediti annuali in funzione degli anni di anzianità di iscrizione all’Albo. L’at-tribuzione di crediti per le singole iniziative formative è subordinata ad un accreditamento delle stesse presso i Collegi territoriali competenti o presso il CNG.Eventi ANIT: abbiamo inviato domanda al CNG per il riconoscimento quale ente di formazione accre-ditati. In caso di risposta positiva sarà possibile attribuire CFP agli eventi in calendario. Segnaliamo che alcune iniziative risultano già accreditate grazie alla collaborazione territoriale con i Collegi provinciali.

• Periti IndustrialiIl CNPI ha approvato il nuovo regolamento sulla formazione obbligatoria che prevede dal 1° gennaio 2014 per ogni perito industriale l’impegno a ottenere nell’arco temporale di 5 anni 120 CFP con un minimo di 15 CFP all’anno di cui 3 CFP all’anno sui temi dell’etica, sulla deontologia e in materia previdenziale.Eventi ANIT: ANIT è stata autorizzata dal CNPI a svolgere attività formativa (da settembre 2014), le iniziative in programma pertanto consento l’attribuzione di CFP a tutti i periti industriali partecipanti.

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neo-Eubios 56 61 giugno 2016

A N I T

APOLLO 1.0APOLLO 1 è il nuovo strumento per gli associati

per valutare i serramenti ai fi ni della valutazione del coeffi ciente di trasmissione solare g

gl+sh e della trasmittanza termica U

w.

CON APOLLO 1 È POSSIBILE:• Progettare e verifi care le caratteristiche termiche e di comportamento rispetto alla radiazione solare dei serramenti per il rispetto dei requisiti

del DM 26/06/2015 e per la redazione dei APE

• Valutare il valore di trasmittanza termica del vano serramento Uw

in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077

• Valutare il valore di coeffi ciente di trasmissione solare totale ggl+sh

con e senza schermature mobili in utilizzo, in riferimento

alle norme UNI TS 11300-1 e UN EN 13363-1

IL SOFTWARE APOLLO 1 DIALOGA INOLTRE CON IL SOFTWARE LETO 3

dal quale è possibile importare il singolo serramento o

un gruppo di serramenti facenti parte dello stesso progetto.

APOLLO 1 È COMPRESO NELLA QUOTA ASSOCIATIVA.

Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.APOLLO 1.0Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente.

Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - [email protected]

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neo-Eubios 56 62 giugno 2016

A N I TStrumenti ANIT di supporto alla professione.

Software ECHO 7

- Progettazione e verifi ca delle caratteristiche acustiche degli edifi ci, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare.

Software PAN 7

- Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache- Trasmittanza EN ISO 6946; - Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786; - Verifi ca termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;

Software LETO 3

Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifi ci secondo UNI/TS 11300 parte 1,2,3 e 4 (aggiornato al DM 26/6/15)La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fi ni della certifi cazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.

Software APOLLO 1

- Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento Uw in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1- Calcolo del valore di coeffi ciente di trasmissione solare totale ggl+sh secondo UNI EN 133363-1

ANIT sviluppa e distribuisce strumenti di supporto alla professione legati all’analisi energetica, igrotermica e acustica dell’edifi cio. I Soci ANIT hanno la possibilità di scaricare la SUITE ANIT, una raccolta di software per la professione comprendente: ECHO, PAN, IRIS e LETO. La SUITE ANIT è attiva durante l’anno di Associazione e si riattiva con il rinnovo. Sono compresi gli aggiornamenti dei singoli software elaborati durante l’anno.

SOFTWARE ANIT PER I SOCI

Software IRIS 3

- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi fi niti- Calcolo del rischio di condensa e muffa

Calcolo dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211.Verifica del coefficiente ψ e del rischio di muffa e condensa.

IRIS 3Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l.

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente.Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - [email protected]

Requisiti acustici passivi e classificazione acustica delle unità immobiliari.

ECHO 7Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l.

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente.Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - [email protected]

Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.PAN 7Software ANIT Sviluppato da TEP s.r.l.

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Chi è ANIT

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ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico.Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati;- promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica;

- assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia;

- effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato;- fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico

ed argomenti affi ni;- organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare

le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico;- diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico;

- realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali.

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Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione.Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc.

Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico.Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli

strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti.

LE PUBBLICAZIONIANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifi ci e per l’effi cienza energetica degli edifi ci, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione

degli incontri e dei convegni ANIT.

I CONVEGNIANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore.

Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia.

Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.

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Periodico trimestraleanno XVII - n. 56Giugno 2016

Direttore ResponsabileSusanna Mammi

RedazioneTEP s.r.l.Via Savona 1/B20144 Milanotel 02/89415126

Grafi ca e impaginazioneClaudio Grazioli

Distribuzionein abbonamento postale

AssociatoA.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata

StampaINGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)

Registrazione Tribunale di Milano n. 524 del 24/7/1999

Tutti i diritti sono riservati.

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