+ All Categories
Home > Documents > Neo Eubios24

Neo Eubios24

Date post: 09-Jul-2016
Category:
Upload: steelcat
View: 219 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
64
24 Primi caldi = letteralmente buona vita Editoriale Certificazione acustica degli edifici Certificazione energetica, scale di prestazione a confronto Pareti leggere in edilizia Caratteristiche termiche dinamiche La misura della trasmittanza in opera Isolamento dai rumori da calpestio Casakyoto in 10 mosse Clima e petrolio. Siamo agli sgoccioli? Impianti a funzionamento discontinuo 3 5 10 14 22 27 32 44 50 55 67 68 70 72 , 49 Info Recensioni Corsi Shop 27 27 68 44
Transcript
Page 1: Neo Eubios24

24Trimestrale N° 24 - Anno X - giugno 2008 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

bene et commode vivens

ne

o

ISSN

1825-5515

24Primi caldi

eybio = letteralmente buona vita

Editoriale

Certificazione acustica degli edifici

Certificazione energetica, scale di prestazione a confronto

Pareti leggere in edilizia

Caratteristiche termiche dinamiche

La misura della trasmittanza in opera

Isolamento dai rumori da calpestio

Casakyoto in 10 mosse

Clima e petrolio. Siamo agli sgoccioli?

Impianti a funzionamento discontinuo

3

5

10

14

22

27

32

44

50

55

67

68

70

72

,9

49

Info

Recensioni

Corsi

Shop

2727

68

44

indice24 29-05-2008 21:58 Pagina 1

Page 2: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 2 giugno 2008

Sergio Mammi presidente ANIT Luca Lombroso metereologo e

previsore Gian Vincenzo Fracastoro - Matteo Serraino Politecnico di

Torino Paolo Lazzerini Studio Renato Lazzerini Impianti Termici

Industriali Francesco Leccese - Giuseppe Tuoni Università di Pisa

Manuela Campanale Università di Padova Claudia Salani - Giorgio

Galbusera - Alessandro Panzeri - Matteo

Borghi - Susanna Mammi

TEP tecnologia&progetto

23Trimestrale N° 23 - Anno X - marzo 2008 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

bene et commode vivens

ne

o

ISSN

1825-5515

IIll nnuummeerroo 2233 èè ddiissppoonniibbiilleeoonn--lliinnee ssuu wwwwww..aanniitt .. ii tt

Ab

bo

na

rs

i

H a n n o c o l l a b o r a t o

Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

Neo-Eubiosabbonamento annuale

4 numeri euro 24*

Per abbonarsi effettuare il versamento intestandolo a

TEP srlc/o Banca Intesa San Paolo SpA

Filiale 2115 - Via C. Battisti, 1120122 Milano

c/c bancario n. 000013435104IBAN IT 48 L030 6909 4830

0001 3435 104oppure

su c/c postale n.38879201

con causaleabbonamento Neo-Eubios

*Info e abbonamenti

[email protected]*

L’abbonamento è gratuito per i Soci Anit.

regimiestivi

paginadue24 29-05-2008 16:08 Pagina 1

Page 3: Neo Eubios24

In questi mesi la progettazioneedilizia è stato oggetto del piùimponente cambiamento nor-mativo dal 1991.Molti sono gli aspetti positividi questa che alcuni definisco-no una svolta epocale.Limitandoci al campo energe-tico, vale la pena citare, primofra tutti, l’incentivo fiscale chesembra uno strumento davve-ro efficace per spingere i pro-prietari di casa ad investire sui26 milioni di alloggi inefficien-ti che rappresentano il nostropatrimonio immobiliare.In secondo luogo il Dlgs 192,poi 311, che modifica e comple-ta la legge 10/91 prescrivendoche le case dovranno esserecostruite con criteri di efficienzaenergetica prima sconosciuti eora anche certificate. Non si tratta di vincoli irrag-giungibili che ci allineano inve-ce con le regole in vigore datempo in altri paesi mediterra-nei. Infine è giunta anche l’eli-minazione dei vincoli sulledistanze minime tra edifici cheimpedivano l’isolamento termi-co e il premio di volumetriaper gli edifici efficienti.

Fin qui le buone notizie e lebuone intenzioni, ma veniamoai lati oscuri che purtroppo cisono. Bisogna per prima cosaosservare che partiamo su que-sta strada virtuosa con notevoleritardo. Dal 1991 ad oggi sonostati realizzati oltre quattromilioni di alloggi inefficienti!

Mediamente un alloggio in rego-la con la legge 10 infatti ha unfabbisogno di 140-180 kWh/m2

anno, vale a dire in totale circa70 GWh/anno e quindi unabuona fetta del nostro debitocon la comunità internazionalein base al protocollo di Kyoto: sitratta infatti di circa 12 miliardidi euro, che dovremo pagaretutti, in parte come sanzioni, inparte come acquisto di crediti diemissione, mentre i cittadiniproprietari di tali alloggi hannogià pagato e continueranno apagare in futuro per i maggioriconsumi, nell’ipotesi per altronon sempre verificata, che lalegge sia stata rispettata. A ben guardare dovrebbe inve-ce pagare chi ha causato talesituazione. In particolare chinon ha attuato nei 180 giorniprevisti, e cioè entro giugno1991, quanto richiesto dallalegge 10, che pure era unabuona legge, semplice e allostesso tempo moderna.

Avremmo potuto risparmiarecirca il 50% di tale importo.All’epoca c’erano idee confusesul problema e anche ai massimilivelli. L’impreparazione e lasuperficialità dei nostri funzio-nari è nota, ma sentite questadichiarazione resa adAdnkronos dal direttore dellefonti di energia del Ministerodell’Industria, nel novembre1992, all’indomani della pro-mulgazione della legge 10: “ Lacertificazione degli edificirischia solo di complicare la vitaai notai; alla gente e agli ufficicomunali che sono già intasa-ti…E poi è assurdo perdere iltempo sull’edilizia “vecchia”, colsolo risultato di arricchire glistudi professionali: per cui nonmi darò certo da fare per accele-rare l’attuazione di questa partedella legge”. Fu di parola e infat-ti la Legge 10 non fu mai attuatae nemmeno la certificazione, néfu messo in cantiere alcun prov-vedimento per riqualificare ilparco edilizio esistente. Unesempio comunque seguitoanche da altri, direttori e funzio-nari di diversa levatura cultura-le, ma tutti affratellati dallavolontà di non dare seguito aidecreti di attuazione della leggeo comunque di renderla inno-cua, inefficace, semplicementeformale e non sostanziale.Ci dovrebbe sorprendere poiche siano proprio dei funzionaridello stato a non applicare edichiarandolo, una legge. Provate a farlo voi, semplici cittadini!

neo-Eubios 24 3 giugno 2008

EDITORIALE

“Regole trasparenti,certe e univoche per unmondo piùprofessionale”.

editoriale24 29-05-2008 16:31 Pagina 1

Page 4: Neo Eubios24

Anche il mondo universitario lapensava così. Un noto professo-re di energetica , ebbe a dichia-rare in una intervista alla RAInella trasmissione “AmbienteItalia” che “negli edifici esisten-ti, poco si può fare”. Oggi sappiamo che non è così,ma professore, un poco di lun-gimiranza e due conti Le avreb-bero evitato una così poconobile figura!Oggi le cose sono cambiate, male stesse lobby di allora possonoancora influenzare le scelte chetutti noi invece vorremmo fosse-ro esclusivamente orientateall’interesse del Paese e non diquello di qualche gruppo. Un altro professore ha perfino ilcoraggio di scrivere su autorevo-li quotidiani che è meglio spre-care energia e che l’isolamentotermico è una cosa stupida.Un altro esempio è la prescrizio-ne relativa al contenimento deiconsumi energetici per la clima-tizzazione estiva. Viene richiestauna massa minima per le paretie i tetti. A parte il fatto che ciòrenderà più difficile la realizza-zione di tetti in legno o l’appli-cazione di qualunque altranuova tecnologia, è evidente che

la massa è inutile se non si con-sidera ad esempio la sua consi-stenza rispetto alle superficivetrate, che sono le principalicause del surriscaldamento esti-vo degli ambienti, se non conve-nientemente trattate. Così, con le nuove norme, si puòrealizzare un edificio interamen-te di vetro, ma il tetto dovràessere da 230 kg/m2 e sappiamoche questo è del tutto ininfluen-te ai fini del comportamentoestivo dell’edificio.Non sfugge, anzi è esplicitamentedichiarato sulla GazzettaUfficiale, che questo è stato fattoper “L’importanza per il prodottointerno lordo italiano della filieraedile e le tipicità economiche,architettoniche ed ambientalidel modello costruttivo italianoed in particolare dei metodi dicostruzione, dei materiali e delleprofessionalità che lo caratteriz-zano”. In sostanza non per l’inte-resse del paese e dei cittadinifruitori degli immobili.Ma ad inquinare ulteriormenteil quadro di riferimento vi sonoaltri problemi come ad esempiola clausola di cedevolezza chepotrebbe consentire ad ogniregione di stabilire regole auto-

nome per il risparmio energeti-co e per la certificazione: gliesempi sono purtroppo già invigore. Questo non aiuterà né lelibertà professionali e neppurela certezza e l’univocità dellenorme tecniche, favorendo anziil contenzioso ed il localismo.Varrebbe invece la pena di porremano alla correlazione con altrenorme, come quelle d’igiene osull’acustica e sfrondare l’affol-lamento di regole, talvolta incontrasto tra loro e che sarebbeurgente adeguare.Infine la burocratizzazione delprocesso perde di vista gli obiet-tivi delle leggi. Pensiamo adesempio al fatto che la certifica-zione può essere resa senza nep-pure vedere l’immobile cheviene certificato. E’ infine inutile richiedere laredazione di complesse relazio-ni tecniche e di procedure chenessuno può controllare e i cuirisultati possono essere mani-polati per mezzo di software.Bisognerebbe invece agire sullaprofessionalità degli operatori erichiedere un progetto sostan-ziale che assicuri l’efficienza e lasostenibilità (senza equivoci)degli edifici.

neo-Eubios 24 4 giugno 2008

A lato: modalità a cruscotto.Perchè cambiare il modo di esprimere le classi di efficienza?

editoriale24 3-06-2008 12:50 Pagina 2

Page 5: Neo Eubios24

* L’articolo che segue è statopubblicato anche negli atti del 35°ConvegnoNazionale dell’Associa-zione Italiana di Acustica (Milano11-13 giugno 2008).

IntroduzioneLa recente attivazione nel

nostro Paese del processo di cer-tificazione energetica degli edi-fici ha posto le basi per ipotizza-re, in un non lontano futuro,l’avviamento di una proceduraper la certificazione acusticadegli stessi, data la stretta corre-lazione tra i due requisiti e lacrescente domanda di comfortnelle abitazioni.

L’articolo che segue espone irisultati di una ricerca, effettua-ta da ANIT - AssociazioneNazionale per l’IsolamentoTermico e acustico presso glioperatori del settore edilizio, inmerito a come si pensa debbaessere realizzata tale procedura.Lo studio può essere considera-to come un primo documentoda sottoporre all’attenzione dichi svilupperà norme tecniche odocumenti legislativi sull’argo-mento.

Il questionarioNei mesi di marzo e aprile

2008 è stato attivato sul sitowww.anit.it un questionariocontenente una serie domandeinerenti il processo di certifica-zione acustica degli edifici. Ilquestionario è stato sottopostoall’attenzione dei soci ANIT e

dei tecnici operanti nel settoredell’acustica, sollecitati a parte-cipare attraverso opportunecomunicazioni. Le domandesono state scelte in modo dainvestigare in particolare qualipotranno essere le possibili ana-logie, e quali le necessarie diffe-renze, tra certificazione acusticae certificazione energetica degliedifici.

Le domande sono state sud-divise su 4 differenti argomenti:

- Progettazione acustica, cal-coli previsionali;

- Esecuzione dei lavori;- Classificazione acustica

dell’edificio;- La figura del certificatore

acustico;I quesiti erano a risposta

chiusa. Ognuno presentavacomunque un campo “Note”all’interno del quale l’intervista-to poteva eventualmente indica-re ulteriori precisazioni.

Per dare la maggior signifi-catività possibile alla ricerca èstato richiesto agli intervistati discegliere le risposte in base allapropria opinione sull’argomen-to, svincolandosi da eventualidisposizioni legislative o pareriufficiali già esistenti.

Al questionario hannorisposto in totale 121 personecosì suddivise:

- 87,6 %: progettisti (edili,termici, acustici, ecc.);

- 5,8 %: dipendenti di ditteproduttrici di materiali o sistemiper l’isolamento;

- 3,3 %: tecnici di cantiere;- 1,7 %: dipendenti di enti

pubblici;- 1,7 %: altro;

Il campione così individuatonon può essere considerato rap-presentativo del mercato, tutta-via rappresenta un primo passoper attivare una ricerca piùapprofondita che auspichiamodi realizzare in tempi più lunghi.Purtroppo, come si vedrà, lacomposizione del campione,molto sbilanciata verso una solacategoria sensibile a questetematiche, porta a risultati delquestionario anch’essi poco rap-presentativi in generale, ma tut-tavia non inutili se riferiti a que-sta specifica categoria.

Domande e risposteDi seguito riportiamo l’elen-

co delle domande con le rispo-ste in valore percentuale e, subi-to dopo, alcuni brevi commentisviluppati dall’Associazione.

Progettazione acustica,Calcoli previsionali

1.1 Il processo di certificazioneenergetica prevede di presentare inComune, alla richiesta del permes-so di costruire, una relazione di cal-colo previsionale che indichi ilrispetto dei limiti di legge per l’edi-ficio che verrà costruito. Per il pro-cesso di certificazione acustica sarànecessario o opportuno presentareuna relazione di calcolo previsio-nale prima dell’inizio dei lavori?

neo-Eubios 24 5 giugno 2008

CERTIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI EDIFICIRisultati di una ricerca presso gli operatori del settore edilizio

di

Sergio Mammi, Matteo Borghi

matteo_certificazione 29-05-2008 17:03 Pagina 1

Page 6: Neo Eubios24

Sì 97,5 %No 2,5 %TOT n° risposte: 121

Queste risposte evidenzianola quasi unanime disposizione aconsiderare di fondamentaleimportanza il progetto acustico.Tale progetto consentirà di otte-nere maggiori informazioni perla scelta di materiali e sistemicostruttivi.

1.2 La relazione di calcolo pre-visionale dovrà essere realizzatabasandosi su

- Metodi di calcolo riportatinelle norme tecniche di piùrecente approvazione: 74,8 %

- Metodi di calcolo riportatinel documento legislativo: 25,2 %

TOT n° risposte: 119

Non vi è unanimità nellerisposte. Una buona percentualepreferirebbe l’adozione di meto-di cogenti. Si evidenzia che, se siconsidera la procedura di certi-ficazione energetica attiva inLombardia, il metodo di calcolo,basato su indicazioni riportatenelle norme tecniche, è definitoda un apposito documentoRegionale (DGR 15833 del 13-12-2007).

1.3 Il software per il calcoloprevisionale dei requisiti acusticipassivi e l’eventuale verifica a finelavori dovrà essere realizzato, for-nito e validato dal Ministero?

Sì 47,1 %No 52,9 %TOT n° risposte: 119

Le risposte si dividono ametà. La possibilità di adottaresolo software realizzato, validatoe distribuito dall’Ente Pubblicoavrebbe il pregio di eliminareeventuali discrepanze di risultatitra i programmi, ma elimina insostanza la possibilità di immet-tere sul mercato software svilup-pati da privati.

Una possibile soluzionepotrebbe consistere nell’immet-tere sul mercato software pro-dotti da privati ma “validati”dall’Ente Pubblico.

1.4 Prestazioni dei materiali –È opportuno che il documento dilegge fornisca delle indicazioni inmerito a come debbano essere certi-ficate dai produttori le prestazionidei materiali?

Sì 91,7 %No 8,3 %TOT n° risposte: 120

Risulta chiaro che gliintervistati ritengono opportu-na una maggiore chiarezza inmerito alle prestazioni pubbli-cizzate nei depliant dei pro-duttori di materiali. La proce-dura di certificazione acusticadovrà necessariamente consi-derare anche questo aspetto.

Esecuzione dei lavori2.1 Nel processo di certificazio-

ne energetica il Direttore Lavoriassevera, al termine della costru-zione, che i lavori sono stati esegui-ti adottando materiali e sistemicostruttivi indicati nella relazioneprevisionale di calcolo. Non è obbli-gatorio un controllo in cantiere daparte di un certificatore energetico.

Per la certificazione acustica ènecessario o opportuno prevedereche la DL venga affiancata da unDirettore Lavori per le opere diacustica edilizia?

Sì 66,4 %No 33,6 %TOT n° risposte: 119

La maggioranza degli inter-vistati auspica la presenza incantiere di un responsabile tec-nico per il controllo della corret-ta posa di materiali e sistemi iso-lanti. La ragione è da ricercarsipresumibilmente nell’elevatonumero di “insuccessi acustici”riscontrati presso i cantieri edilidel nostro Paese.

2.2 È opportuno prevedereobbligatoriamente momenti di for-mazione per le maestranze coinvol-te in cantiere?

Sì 83,9 %No 16,1 %n° risposte: 118

Valgono in sostanza lemedesime considerazioni dellarisposta precedente. È necessa-rio migliorare la corretta posa dimateriali e sistemi. Il processodi certificazione acustica dovrànecessariamente considerarequesto aspetto.

2.3 È opportuno prevedere cheil Direttore Lavori asseveri a finelavori la corretta esecuzione delleopere?

Sì 88,2 %No 11,8 %TOT n° risposte: 119

Anche in questo caso dallerisposte emerge che si ritieneopportuno un maggiore control-lo in cantiere sulla corretta posain opera di materiali e sistemicostruttivi. Si auspica una mag-giore presenza in cantiere dellaDirezione Lavori.

2.4 È opportuno prevedere chevengano svolte misurazioni fono-metriche in corso d’opera?

Sì 50,9 %No 49,1 %TOT n° risposte: 116

Le risposte si dividono ametà. Analizzando i contenutidelle “Note” alla domanda siricava che le prove in corsod’opera sono ritenute utili perdare una indicazione di massimasull’andamento dei lavori e cor-reggere eventuali errori grosso-lani, ma non sono ovviamentesignificative per il risultato fina-le. A questo si aggiunge l’ogget-tiva difficoltà a realizzare taliprove. È pertanto possibile ipo-

neo-Eubios 24 6 giugno 2008

matteo_certificazione 29-05-2008 17:03 Pagina 2

Page 7: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 7 giugno 2008

tizzare che il futuro processo dicertificazione acustica possaconsiderare l’opportunità (e nonl’obbligatorietà) di eseguiremisure in corso d’opera.

Classificazione acusticadell’edificio

3.1 Nel processo di certificazio-ne energetica la determinazionedella classe dell’edificio (A, B, C,ecc.) avviene, al termine dei lavori,mediante una relazione di calcolo.La classificazione acustica dovràessere realizzata:

- Mediante relazione di cal-colo: 25,2 %

- Mediante collaudo stru-mentale in opera: 74,8 %

TOT n° risposte: 115

La principale differenza tracertificazione energetica e certi-ficazione acustica risiede nelfatto che quest’ultima può avva-lersi di risultati di prove inopera. Molto più complicato èinvece eseguire collaudi stru-mentali che attestino la classeenergetica di un edificio con-nessa ad un uso standard del-l’immobile.

Dalle risposte si evidenziache, anche se la maggioranzadegli intervistati ritiene oppor-tuno eseguire misure in opera,una parte significativa ipotizza lacertificazione acustica mediantela sola relazione di calcolo. Sievidenzia però che la sola rela-zione non può garantire l’effetti-vo raggiungimento delle presta-zioni in opera. Un futuro succes-sivo collaudo potrebbe smentirei risultati del calcolo. Rimanecomunque la difficoltà di defini-re il numero adeguato e statisti-camente significativo di misurein opera da realizzare.

3.2 In caso di collaudi strumen-tali, è opportuno prevedere control-li periodici sull’attrezzatura pereseguire i collaudi in opera?

Sì 94,9 %No 5,1 %TOT n° risposte: 117

La quasi totalità degli inter-vistati considera necessario pre-vedere controlli sull’attrezzatu-ra, così come già previsto dallalegislazione vigente.

3.3 In caso di collaudi strumen-tali, il collaudo dovrà essere realiz-zato basandosi su:

- Metodi di misura riportatinelle norme tecniche di piùrecente approvazione: 68,9 %

- Metodi di misura riportatinel documento legislativo: 31,1 %

TOT n° risposte: 119

Non vi è unanimità nellerisposte. Il documento legislati-vo potrebbe richiamare specifi-che norme tecniche per render-le cogenti.

3.4 Il software per la determi-nazione della classe acustica dovràessere realizzato, fornito e validatodal Ministero?

Sì 55,6 %No 44,4 %TOT n° risposte: 117

Valgono in sostanza lemedesime considerazioni dellarisposta 1.3

3.5 In caso di collaudi strumen-tali, il software per l’analisi deidati acquisiti da misure fonometri-che dovrà essere realizzato, fornitoe validato dal Ministero?

Sì 43,2 %No 56,8 %TOT n° risposte: 118

Valgono in sostanza lemedesime considerazioni dellarisposta 1.3

3.6 Nel processo di certificazio-ne energetica le classi sono definitein base alla zona climatica doveverrà realizzato l’edificio.

Il medesimo edificio costruitoin zona climatica D o in zona cli-matica F potrà essere caratterizza-to da classi differenti. Per la certifi-cazione acustica può essere sensatodifferenziare le classi in base alclima acustico esterno all’edificio?

Sì 74,4 %No 25,6 %TOT n° risposte: 117

La maggioranza degli inter-vistati ritiene opportuno diffe-renziare le classi in funzione delclima acustico esterno. Sarà sen-sato ipotizzare possibili connes-sioni tra clima acustico dell’areae valore minimo di isolamentoacustico di facciata.

3.7 Nel processo di certificazio-ne energetica la classe è definita inbase al valore di un unico indicato-re (Ad es. Epi). In acustica esistonoinvece differenti indicatori per idiversi “tipi di rumore” (calpestio,rumori dagli ambienti vicini, rumo-ri degli impianti, ecc.). Per il pro-cesso di certificazione acustica èopportuno:

- Indicare nel certificato dif-ferenti classi in base al “tipo dirumore”: 53 %

- Definire un’unica classeraggruppando le prestazioni deidifferenti indicatori: 47 %

TOT n° risposte: 115

Anche in questo caso lerisposte si dividono a metà.Non è chiaro se è preferibileadottare un unico indicatore,più semplice per l’utente fina-le, o se è meglio fornire indica-zioni più dettagliate differen-ziando gli indicatori in funzio-ne del tipo di rumore.

Una possibile soluzionepotrebbe consistere nel realiz-zare certificati che evidenzinoin particolare la classe unica,ma riportino anche le presta-zioni per le singole tipologie dirumore.

matteo_certificazione 29-05-2008 17:03 Pagina 4

Page 8: Neo Eubios24

3.8 In Lombardia la SocietàPunti Energia – CESTEC ha ilcompito di eseguire controlli a cam-pione sulle certificazioni energeti-che depositate. È opportuno preve-dere anche per le certificazioniacustiche che un ente “indipenden-te” esegua dei controlli a campio-ne?

Sì 79 %No 21 %TOT n° risposte: 119

Le risposte evidenziano chela maggioranza degli intervistatiritiene opportuno controlli daparte di un ente esterno indi-pendente. Tale indicazione èritenuta opportuna per evitarepossibili dichiarazioni non cor-rette realizzate da soggetti noncompletamente “terzi” rispettoal costruttore.

3.9 In Lombardia i certificatienergetici depositati vanno a costi-tuire il “Catasto energetico” degliedifici. È opportuno prevedereanche per le certificazioni acustichela realizzazione di un “Catastoacustico”?

Sì 62,1 %No 37,9 %TOT n° risposte: 116

Non è ritenuta di particolareimportanza la realizzazione diun catasto acustico. analizzandoi contenuti delle “Note” si rica-vano pareri contrastanti sull’ar-gomento.

3.10 È opportuno che nel pro-cesso di certificazione acustica ven-gano definite le parcelle dei profes-sionisti e i costi della certificazione?

Sì 72,3 %No 27,7 %TOT n° risposte: 119

La maggioranza preferireb-be la definizione delle parcelle,quantomeno come tariffe mini-me da applicare.

3.11 Se venisse realizzata lacertificazione acustica di un edifi-cio il costruttore può di fatto rite-nersi al riparo da future possibilicontestazioni?

Sì 41,9 %No 58,1 %TOT n° risposte: 117

Le risposte si dividono insostanza a metà. Parte degliintervistati ritiene che la certifi-cazione, basandosi su risultati diprove condotte solo su alcunepartizioni, non potrà esseresignificativa per l’intero edificiose sono stati commessi errori diposa in opera. Una secondaparte ritiene invece che la pro-cedura, agendo in manierasignificativa sull’intero processocostruttivo, determinerà uncomplessivo miglioramentodelle prestazioni in opera equindi maggiori garanzie ancheper i costruttori.

La figura del certificatoreacustico

4.1 Il tecnico che realizzerà larelazione di calcolo previsionaledovrà essere “indipendente” rispet-to a progettista, costruttore, forni-tore di materiali?

Sì 34,1 %No 63,9 %TOT n° risposte: 119

4.2 Il tecnico che seguirà laposa in opera in cantiere dovràessere “indipendente” rispetto aprogettista, costruttore, fornitore dimateriali?

Sì 23,5 %No 76,5 %TOT n° risposte: 119

4.3 Il tecnico che realizzerà laclassificazione acustica dovrà esse-re “indipendente” rispetto a proget-tista edile, progettista acustico,costruttore, fornitore di materiali?

Sì 63,5 %No 36,5 %

TOT n° risposte: 115Le risposte da 4.1 a 4.3 evi-

denziano in sostanza che vienerichiesta particolare indipen-denza tra progettista/costruttoree tecnico acustico solo per laclassificazione finale. Le rispo-ste rispecchiano quanto giàindicato da alcuni regolamentiper la certificazione energeticadegli edifici.

4.4 È opportuno prevedere chei tecnici che eseguono calcoli previ-sionali e classificazione acusticadimostrino le proprie competenzenel settore?

Sì 97,5 %No 2,5 %TOT n° risposte: 121Se sì, come? (risposta multipla)- Iscrizione ad ordine, albo,

collegio ecc. da “x” anni: 40/121

- Iscrizione a elenco Tecnicicompetenti in acustica ambien-tale: 81/121

- Titolo di studio: Laurea,diploma, ecc: 48/121

- Partecipazione a corsi dispecializzazione di acustica edi-lizia: 79/121

- Aver sostenuto con esitopositivo esami di acustica edili-zia: 64/121

I tecnici che si occuperan-no di certificazione acusticadovranno necessariamentedimostrare la propria compe-tenza nel settore. Analizzandoi contenuti delle “Note” siosserva che molti intervistatiritengono non esaustiva la solaiscrizione all’elenco deiTecnici competenti in acusticaambientale. Dovrà esseredimostrata anche la competen-za su temi di acustica edilizia.

Considerazioni conclusiveÈ di particolare interesse

notare come, in alcuni casi, gliintervistati abbiano fornito insostanza tutti la medesima rispo-

neo-Eubios 24 8 giugno 2008

matteo_certificazione 29-05-2008 17:03 Pagina 5

Page 9: Neo Eubios24

sta. In altri le risposte si sonodivise esattamente a metà. Diseguito qualche esempio.

Quasi tutti i partecipanti alquestionario ritengono di prio-ritaria importanza:

- prevedere la realizzazionedi calcoli acustici previsionaliprima dell’inizio dei lavori.

- prevedere che un futurodocumento di legge indichi aiproduttori di materiali e sistemiquali caratteristiche debbanoessere certificate

- prevedere che i tecnici acu-stici che operano in ediliziadimostrino le proprie compe-tenze nel settore.

Le risposte si dividono inve-ce a metà se si considerano le

domande sull’utilizzo di softwa-re di calcolo e sul tema degliindicatori da utilizzare per defi-nire la “classe acustica dell’edifi-cio”. Sarà quindi opportunomeglio approfondire questiargomenti al momento di ema-nare un documento sulla certifi-cazione acustica degli edifici.

Infine, volendo fornire unapossibile indicazione su comedovrà essere sviluppato il pro-cesso di certificazione acustica,si evidenzia che, come già ripor-tato e come è noto, le carenzeacustiche di un edificio sonochiaramente e immediatamentepercepibili dall’utenza.

Questo non è altrettantovero nel caso della certificazione

energetica dove l’appartenenzaad una classe o ad un’altra com-porta valutazioni complesse ed irisultati sono affetti da incertez-za in quanto dipendenti inmodo prevalente dal clima e dalcomportamento dell’utenza.

Questa considerazione ciporta ad auspicare che il proces-so di certificazione acusticavenga realizzato in manierasostanziale e non solo formale.Sarà di fondamentale impor-tanza affiancare alle relazionidi calcolo anche controlli sullacorretta posa di materiali iso-lanti e sistemi costruttivi el’esecuzione di prove fonome-triche in opera.

neo-Eubios 24 9 giugno 2008

A lato.Form di compilazione del questionario

sulla Certificazione acustica promosso erealizzato da ANIT.

matteo_certificazione 29-05-2008 17:03 Pagina 7

Page 10: Neo Eubios24

L’INDICATORE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA

Con la DGR 5018 VIII del 26Giugno 2007 e s.m.i., la RegioneLombardia ha scelto come indica-tore, che individua la classe di pre-stazione energetica, l’energia pri-maria per la climatizzazione inver-nale (espressa in kWh) riferitaall’unità di superficie di pavimento(per gli edifici residenziali) o divolume (per tutti gli altri edifici).La scelta di attribuire la classeenergetica al solo riscaldamento ègiustificata dal fatto che:1. si tratta dell’uso finale di energiapiù rilevante all’interno degli edificiresidenziali siti in Lombardia, comesi vedrà più avanti nel dettaglio;2. esiste una normativa di calcoloda tempo ampiamente utilizzataper la stima di questo fabbisogno,che invece per altri usi finali del-l’energia non è presente;3. è l’unico uso finale che oggi hadei vincoli di legge (fattore essen-ziale, come si noterà nel seguito,per definire i valori di confine trauna classe e l’altra del sistema dicertificazione);4. l’analisi non si limita a prenderein considerazione solo l’aspettorelativo all’involucro (come previ-sto da altri standard di certificazio-ne), ma viene estesa anche all’im-pianto termico, con una visionequindi più completa.

LA SCALA DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA

Premesso che la prestazioneenergetica relativa alla climatiz-zazione invernale di un edificioè influenzata da parametri come:1. le condizioni climatiche(come i gradi-giorno),2. le caratteristiche geometrichedell’edificio (come il rapporto S/V),3. la destinazione d’uso (chedetermina il numero di ricambidi ventilazione e gli apportiinterni di calore), il legislatorepuò decidere se far dipendere(in tutto o in parte) la classe diprestazione da queste variabili.La procedura di certificazionedella Regione Lombardia preve-de una differenziazione dellascala di prestazione energetica:1. sulla base della destinazioned’uso (tra edifici residenziali enon, così come avviene per irequisiti minimi di legge edottenendo quindi un indicatoreespresso in kWh/m2 o kWh/m3),2. sulla base della zona climatica.La classificazione è unica perqualunque valore del rapportoS/V. Conseguentemente gli edi-fici di piccola dimensione(monofamiliari con alto rappor-to S/V) dovranno essere caratte-rizzati, ad esempio, da livelli diisolamento maggiori rispetto aquelli previsti per edifici digrandi dimensioni e compatti, alfine di ottenere la stessa classeenergetica di questi ultimi.

La neutralizzazione della variabile climatica

L’indicatore della prestazioneenergetica viene confrontato suuna scala in cui i valori di confi-ne tra una classe e l’altra sonodiversi in funzione della zonaclimatica. Sono state quindipredisposte tre scale di classifi-cazione: una per la zona E (tra2101 e 3000 GG), mentre la zonaF viene suddivisa in F1 (tra 3001e 3900 GG) e F2 (tra 3901 e 4800GG). In questo modo viene inparte “neutralizzata” la variabileclimatica, forse con la volontà diconsentire anche agli edifici sitiin località più fredde di poteraspirare ad una classe caratteriz-zata da elevata efficienza energe-tica (Tabelle 1 e 2). Un’altra modalità, utilizzata daaltri standard di certificazione,per neutralizzare la variabile cli-matica, consiste nel calcolare ifabbisogni con un unico climadi riferimento sulla base delquale classificare l’edificio,avendo comunque cura di ripor-tare anche il valore con i dati cli-matici della località reale.Bisogna tuttavia osservare comeil 97,9 % della popolazione lom-barda risieda in zona E; l’ 1,9 %sia in zona F1 e solo lo 0,2 % siain zona F2 (Figura 1). Questoavrebbe potuto far propendereper la redazione di un’unica clas-sificazione in cui i valori limite trauna classe e l’altra fossero stati

neo-Eubios 24 10 giugno 2008

SCALE DI PRESTAZIONE ENERGETICAConfronti

di

Gian Vincenzo Fracastoro, Matteo Serraino

fracastoro24 29-05-2008 17:15 Pagina 1

Page 11: Neo Eubios24

stabiliti, ad esempio, sulla base diun clima medio regionale, identi-ficato dal valore dei gradi-giorno,medi pesati sul numero di abitan-ti dei diversi comuni, che inLombardia si attesta su 2506 GG.

La definizione dei valori limite tra le classi

Non è stato comunicato dallaRegione Lombardia quale siastato il criterio che ha portato alladefinizione dei valori limite tra lediverse scale della classe di presta-zione. Quello che si può vederedalla classificazione degli edificiresidenziali è che l’ampiezza delleclassi (con l’esclusione della A e

della A+) è praticamente costante,all’interno di una data zona clima-tica. Tale costanza non si ritrovanella classificazione degli edificidiversi dal residenziale.Non esiste neppure un ugualerapporto tra i limiti delle classidegli edifici residenziali e non,che dovrebbe corrispondere inqualche modo all’altezza dipiano. Il principio dell’equispa-ziatura delle classi non è deltutto condivisibile: se si consi-dera che il costo necessario peril miglioramento delle presta-zioni energetiche di un edificiocresce più che linearmente aldiminuire del fabbisogno dienergia (Figura 2), sarebbe

stato infatti più corretto avereintervalli sempre più ampi viavia che gli edifici diventanomeno efficienti.

I VALORI DI CONFINE TRA LEDIVERSE CLASSI DEL

SISTEMA DI CERTIFICAZIONE

Un utile strumento a servizio dellegislatore per la determinazio-ne del valor limite tra le diverseclassi energetiche è costituitodal progetto di norma europeaprEn 15217 che stabilisce:1. che il limite tra la classe B e laC corrisponda al valore limite dilegge (Rr);2. che il confine tra la classe D ela E sia costituito dal valormedio di consumo del parcoedilizio esistente (Rs).Il limite tra le altre classi vieneriportato in Tabella 3.Il confine tra la classe B e la C:

il valore limite di legge

Il primo problema della proce-dura suggerita dalla normaeuropea consiste nel fatto che illimite di legge, tanto a livellonazionale quanto in Lombardia,è variabile con i gradi-giorno econ il rapporto S/V. Non puòessere definito quindi un valorenumerico unico. Ammettendo di voler mantenerel’impostazione della classifica-zione Lombarda (ripartizionedelle classi in funzione della

neo-Eubios 24 11 giugno 2008

Tabella 1 Valori limite delle classi energetiche espressi in kWh/m2 di superfi-cie utile di pavimento riscaldato dell’edificio per anno per gli edifici della

classe E.1 esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme.

Tabella 2 Valori limite delle classi energetiche espressi in kWh/m3 di volumelordo riscaldato dell’edificio per anno per tutti gli altri edifici.

Tabella 3 Valori limite delle classienergetiche proposto dalla

PrEN 15217.

Tabella 4 Determinazione dell’indicatore del fabbisogno di energia primariaper riscaldamento medio del parco edilizio della Regione Lombardia,

con ripartizione tra le diverse zone climatiche.

fracastoro24 29-05-2008 17:15 Pagina 2

Page 12: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 12 giugno 2008

zona climatica) una propostapotrebbe essere quella di ricava-re il valore limite di legge:1. per il valor medio, pesato sullapopolazione, dei gradi-giorno.2. per il valore di S/V più ricorren-te sul territorio regionale.Se il valor medio dei gradi-gior-no è un dato facilmente ricava-bile (ed è riportato in Tabella 4),mancano i riferimenti perpoter determinare agevolmen-te il valore medio del parcoedilizio del rapporto S/V. Ladistribuzione statistica delrapporto S/V si potrà saperesolo tra alcuni anni, a seguitodella formazione del catastoenergetico degli edifici inLombardia. In luogo del valo-re S/V più ricorrente il legisla-tore potrebbe decidere di sta-bilire che sia il valore piùbasso (cioè 0,2) così da avereuna valore di confine tra laclasse B e la C inferiore, inmodo tale da spingere versouna maggiore efficienza deifabbricati, soprattutto dinuova costruzione, raggiun-gendo indicatori di prestazio-ne energetica inferiori ai limitidi legge. Per ora si può soloconstatare che, con un valoredi gradi-giorno della zona E

medio pari a 2488, si ritrova unvalore di 58 kWh/m2, (confinetra la classe B e la classe C)valido per un rapporto S/Vpari a 0,4. Per gli edifici nonresidenziali il rapporto S/Vscenderebbe a solo 0,2 perpoter ottenere il valore di 11kWh/m3, riportato nella scaladi prestazione energetica relati-va. Se si applicasse questa meto-dologia anche agli edifici in zonaclimatica F, poiché il valore limi-te di legge non varia più con igradi giorno, la prima conse-guenza sarebbe l’assenza delledue sotto-zone (F1 ed F2).

Il confine tra la classe D e leE: il valore medio del parco

edilizio esistente

La determinazione dell’ener-gia primaria specifica perriscaldamento, media delparco edilizio, non è sicura-mente semplice sia dal puntodi vista dell’individuazionedella superficie riscaldata,ma ancora di più per quantoconcerne l’energia consuma-ta. A causa delle incertezzesui dati (e delle ipotesi concui vengono elaborati) si puòpervenire a degli indici anche

abbastanza diversi. SSttiimmaa ddeell ccoonnssuummoo mmeeddiioo aa ppaarrttiirreeddaa ddaattii nnaazziioonnaalliiUn primo approccio è quelloproposto da Dall’O’ (Dall’O’ et.al., 2008). In primis si ricavano, alivello nazionale, per gli edificiresidenziali, per l’anno 2001: 1. la superficie di pavimento pari a2,08 milioni di m2 (Istat, 2001);2. il consumo energetico perriscaldamento nel settore resi-denziale è pari a 19,3 Mtep(Enea, 2004).Si ottiene così un valore pari a108 kWh/m2 medi di tutto il ter-ritorio italiano. In seguito, siesegue una proporzione tra igradi-giorno nazionali medipesati sulla popolazione cosìcome stabiliti dall’allegato A delDPR 412/93, pari a 1909 GG, equelli della Lombardia, coneventuale ripartizione anche perle zone climatiche E, F1 e F2. Ilconsumo medio lombardo perriscaldamento risulta pari a 142kWh/m2; si ottengono così gliindicatori energetici del parcoedilizio sia della regione nel suocomplesso sia per le tre zone cli-matiche individuate dal legisla-tore per la certificazione energe-tica (Tabella 4).

Figura 1 Distribuzione della popolazione con i gradi-giorno in Lombardia.

Figura 2 Extra-costo di costruzione in funzione del fabbisogno di energia termica utile per riscaldamento per

diverse tipologie edilizie site a Milano (Arpa Lombardia, 2004).

fracastoro24 29-05-2008 17:15 Pagina 4

Page 13: Neo Eubios24

SSttiimmaa ddeell ccoonnssuummoo mmeeddiioo aa ppaarrttiirreeddaa ddaattii rreeggiioonnaalliiProcedendo per altra via, a livel-lo Regionale (Enea, 2004) sonoforniti i consumi energetici tota-li del residenziale nell’anno2001, a cui è possibile associare idati del censimento, riferiti allostesso anno. I consumi totali delsettore residenziale ammontanoa 6666 ktep. Non sono disponi-bili dei valori disaggregati con-temporaneamente per settore(residenziale) e per uso finale(riscaldamento). Per determinare il valore relati-vo al solo riscaldamento si utiliz-zano i dati Enea a livello nazio-nale che indicano i consumi dienergia riferiti alla superficie dipavimento: 19 kWh/m2 peracqua calda sanitaria, 10kWh/m2 per usi di cucina e 23kWh/m2 per usi elettrici.Poiché dai dati Istat si desumeuna superficie di pavimentodegli edifici residenziali pari a341.342.574 m2, si ottiene unvalore globale di 227 kWh/m2,da cui, sottraendo 19+10+23=52kWh/m2 si ottiene un indicatoremedio regionale per riscalda-mento pari a 175 kWh/m2. Per poter determinare il valormedio delle diverse zone clima-tiche è necessario eseguire, cosìcome con la procedura prece-dente, una proporzione con igradi-giorno medi pesati. I valo-ri sono superiori di circa il 19 %rispetto a quelli ricavati attraver-so la metodologia precedente.Si veda come i valori medi diconsumo (elaborati sia a partireda dati nazionali che regionali)siano superiori a quelli propostidalla procedura Lombarda comelimite tra la classe D e la E. Si ha quindi che un edificiomedio sarebbe caratterizzatodalla classe F, ed il 50 % delparco edilizio finirebbe in que-

sto modo in classe F o G.Il rischio è quello di classificarecon la lettera G larga parte delparco edilizio esistente, senzafornire così delle informazionesupplementari per gli acquiren-ti. L’unica differenziazione traun edificio e l’altro sarà il valorenumerico dell’indicatore, manon la lettera che individua laclasse, che peraltro è il parame-tro che viene comunicato conmaggiore efficacia.

CONCLUSIONI

Il valore del consumo medio delpatrimonio edilizio costituisceun riferimento indispensabileper procedere alla definizionedelle classi di certificazioneenergetica. Entrambi i metodiproposti presentano possibiliinesattezze. Il primo metodo presenta sicu-ramente un errore nell’ipotesidella relazione di linearità fraconsumi e gradi-giorno. Ilsecondo parte dal presuppostoche i consumi per usi non diriscaldamento nel residenziale(acqua calda, cottura dei cibi eusi elettrici) siano gli stessi intutta Italia, in quanto indipen-denti dal clima. Tuttavia, si ritie-ne che il secondo metodo sia dapreferire perché il margine dierrore appare sicuramente infe-riore.In ogni caso, i due meto-di proposti consentono di tro-vare un valor medio di consu-mo specifico, ma non unadistribuzione, cioè non riesco-no a stabilire quanti edificioggi si trovino in una determi-nata classe di consumo. Questo dato servirebbe a defini-re in modo più ragionato i limitidelle classi, contemplando even-tualmente delle sottoclassi checonsentano di fornire una valu-tazione più puntuale delle pre-

stazioni energetiche e a prevede-re con maggior precisione ilpotenziale di risparmio ed i rela-tivi costi degli interventi che sirenderanno necessari per lariqualificazione energetica delpatrimonio edilizio. Per poter avere, oltre al valormedio, anche una distribuzionedel fabbisogno di energia prima-ria per la climatizzazione inver-nale del parco edilizio, sarànecessario attendere alcuni anniprima che il neonato catastoenergetico della Lombardiapossa fornire dati con unanumerosità rilevante da unpunto di vista statistico. Conqueste informazioni, ad ogginon disponibili, e con un’accre-sciuta esperienza sulla certifica-zione energetica sarà forse pos-sibile una revisione, sia tecnicache procedurale, di uno stan-dard che ha visto la luce solo dapochi mesi ed è in continuoaggiornamento.

BIBLIOGRAFIA- Arpa Lombardia. Elaborazione diStandard di Qualità per gli Edifici adAlta Qualità Energetica. Parte secon-da: costi e benefici. Novembre 2004.- Dall’O’ G., Gamberale M.,Silvestrini G., a cura di. Manuale dellacertificazione energetica degli edifici.Ed. Ambiente -Milano, 2008- Enea. Rapporto energia e ambiente,l’analisi. 2004- Istat. 14° Censimento Generale dellaPopolazione e delle Abitazioni. 2001

** GGllii aauuttoorriiGian Vincenzo Fracastoro, inge-gnere, professore ordinario di

Fisica Tecnica Ambientale,Dipartimento di Energetica,

Prima Facoltà di Ingegneria delPolitecnico di Torino (PT). Matteo Serraino, ingegnere,

dottorando, Dipartimento diEnergetica, Politecnico di Torino.

neo-Eubios 24 13 giugno 2008

fracastoro24 29-05-2008 17:15 Pagina 5

Page 14: Neo Eubios24

Introduzione

In Italia la richiesta di un sem-pre maggiore livello di comfortnelle abitazioni durante la sta-gione estiva ha determinato,negli ultimi anni, un sensibileaumento nelle vendite diimpianti di condizionamento esistemi split; attualmente ilmercato di tali impianti ècaratterizzato da un incremen-to annuo superiore al 10%. Come conseguenza di ciò sononotevolmente aumentati i con-sumi elettrici: nell’estate 2001il picco di potenza estivo haeguagliato il picco di potenzainvernale. Il 20 luglio 2007, la potenza dipicco assorbita dalla rete haraggiunto i 56.520 MW recordstorico assoluto dei consumielettrici, superiore di 1000MW al picco di potenza regi-strato il 27 giugno 2006.La Direttiva Europea 2002/91/CE[1] suggerisce strategie perincrementare l’efficienza ter-mica degli edifici nella stagio-ne estiva e raccomanda, inparticolare, l’impiego di tecni-che di raffrescamento passivoallo scopo di migliorare il com-fort termico degli ambienti. Questo comporta la progetta-zione di pareti che non solosoddisfino i limiti di resistenzatermica, precisati nelle norma-tive tecniche, ma che presentino

anche un comportamento intransitorio termico tale daassicurare nell’ambiente inter-no un accettabile livello dicomfort anche in assenza di unimpianto di condizionamento. Queste richieste possono esse-re soddisfatte con facilitàimpiegando pareti pesanti adelevata capacità termica, tipi-che dell’edilizia tradizionale;risulta invece nettamente piùcomplesso soddisfare a questerichieste con pareti di tampo-namento leggere a bassa capa-cità termica. In questo casooccorrerà sopperire alla carenzadi capacità termica con unariduzione della trasmittanzatermica e con una accuratascelta della stratigrafia.Nel presente lavoro, dopo averintrodotto e discusso i para-metri caratterizzanti il com-portamento in transitorio termico delle pareti esternedegli edifici, viene brevementeriassunta la più recente nor-mativa nazionale in tema diisolamento termico in edilizia. Successivamente viene dimo-strato attraverso alcuni esempicome sia possibile soddisfarele richieste della normativaanche impiegando pareti mul-tistrato leggere; il comporta-mento di tali pareti viene para-gonato a quello di paretipesanti tradizionali.

I parametri caratterizzanti ilcomportamento in transitoriotermico delle pareti

Si consideri una parete esternadi un edificio (fig. 1). In condizioni di regime termicoperiodico il campo termicoesterno Te, il campo termicointerno Ti e i flussi termici qi eqe rispettivamente sulla facciainterna ed esterna della pareterisulteranno funzioni oscillantidel tempo con periodo P. Tra la temperatura Ti ed il flussotermico qi e le grandezze analo-ghe Te e qe, sussiste la relazionelineare [2, 3]:

(1)

avendo indicato con E, F, G e Hgli elementi della matrice di tra-sferimento della parete; dettamatrice ha determinante unita-rio per cui risulta:

(2)

Per una parete multistrato, com-posta dalla successione di mstrati omogenei, la matrice ditrasferimento risulterà la pro-duttoria ordinata (dall’internoall’esterno) delle matrici di tra-sferimento dei singoli strati.Generalmente in tale produtto-ria saranno puramente resistiviil primo e l’ultimo strato e risul-terà: r1=ri e rm=re, avendo indicato con ri e re le resistenze

neo-Eubios 24 14 giugno 2008

PARETI LEGGERE IN EDILIZIAGuida all’impiego secondo la più recente normativa nazionale

di

Francesco Leccese, Giuseppe Tuoni*

EH 2 FG = 1

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 1

Page 15: Neo Eubios24

termiche liminari rispettivamen-te interna ed esterna. Per l’n-esimo strato omogeneodi resistenza termica rn (m2K/W)e capacità termica cn (J/m2K) perunità di superficie i corrispon-denti elementi di matrice En ,Fn,Gn, Hn, dipendono da rn, cn e P[2, 3]. La resistenza termica glo-bale R della parete, valutata dal-l’aria interna a quella esterna, ela capacità termica totale C sonodate, ovviamente, da:

con, c1=cm=0. Indicando con dn,rn, kn e cpn, rispettivamente lospessore (m), la densità (kg/m3),la conducibilità termica (W/mK)e il calore specifico a pressionecostante (J/kgK) dello strato n-esimo risulta: rn = dn/kn ;cn = rn dn cpn con n = 1, m.

Si noti che il prodotto tra matri-ci non è, in generale, commuta-tivo; pertanto, per una paretemultistrato, è essenziale l’ordinedi successione degli strati (Nota 1).Nel caso di un locale servito daun impianto di climatizzazionesi può considerare costante latemperatura interna.

In queste condizioni dalla (1)con Ti = 0 si ha:

(3)

Dalle (2 e 3) consegue:

(4)

che rappresenta anche la poten-za termica, per unità di superfi-cie della parete esterna, chel’impianto di climatizzazionedeve fornire per mantenerecostante la temperatura dell’am-biente interno.Dalla (4) appare evidente che laquantità 1/|F| può essere inter-pretata come la conduttanzadinamica UD della parete [2].Ovviamente, in condizioni sta-zionarie, il flusso termico qi0 cheattraversa la parete, dovuto adun salto di temperatura costantepari a |Te|, è dato da:

(5)

avendo indicato con U=1/R latrasmittanza termica della parete.Facendo uso delle (4) e (5) si defi-nisce fattore di decremento(decrement factor) il rapporto [2-5]:

(6)

e risulta: 0 < f < 1.

Per lo strato liminare interno di

resistenza ri, indicata con Q la

temperatura della faccia interna

della parete (figura 1), si ha

ovviamente:

qi= 2 Q /ri

da cui per la (4) si ottiene:

Q = (ri/F)Te

Si definisce coefficiente di atte-nuazione (wall inner surfacedecrement factor) il rapporto:

(7)

che può essere interpretatocome l’attenuazione dell’oscilla-zione termica esterna sulla fac-cia interna della parete. In condizioni stazionarie si ha: e quindi: e .Dalle (6) e (7) consegue [4]: f = sR/ri per cui risulterà, inogni caso, f > s. Le oscillazionidella temperatura Q avverrannocon uno sfasamento, ovvero conun ritardo temporale (time lag) t,rispetto a quelle della tempera-tura esterna, dato da [2, 3]:

t = (P/2p) arg(F)

avendo indicato con arg(F) l’argomento della quantità complessa F.

neo-Eubios 24 15 giugno 2008

/

0 = ETe + Fqeqi = GTe + Hqe

qi = 2 Te / F

qi0 = U |Te|

f = |qi/qi0| = R/|F| = UD/U

Figura 1 Schematizzazione dellaparete esterna

s = |Q/Te| = ri/|F|

Nota 1 - Si verifica facilmente che il prodotto tra matrici rappresentanti stati puramente resisitivi (con buona approssimazione stratidi isolante termico) e il prodotto tra matrici rappresentanti stati puramente capacitivi (con buona approssimazione strati metallici) sonocommutativi. In generale la commutabilità tra matrici, caratterizzanti strati omogenei diversi, è possibile solo se il rapporto tra capaci-tà e resistenza termica è lo stesso per ogni strato e cioè se cn/rn5 rnkncpn è costante per tutti gli strati.

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 2

Page 16: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 16 giugno 2008

Da quanto precede risulta evi-dente che, per una parete mul-tistrato, i parametri f (ovvero s)e t dipendono da R, da C, dal-l’ordine di successione deglistrati e dal periodo P.Generalmente si assume P = 24h che corrisponde a variazionidi temperatura giornaliere. La parete esterna garantirà unisolamento termico dinamicotanto maggiore, e cioè le condi-zioni interne del locale sarannotanto meno vincolate a quelleesterne, quanto più piccolo è ilfattore di decremento f (ovvero ilcoefficiente di attenuazione s) equanto più grande è il ritardo t(Nota 2). Nella Normativa [5, 6] viene pre-ferito il fattore di decremento f alcoefficiente di attenuazione s

anche se quest’ultimo permettedi valutare direttamente la tem-peratura Q della faccia internadelle pareti costituenti l’involu-cro dell’edificio. La temperatura Q è particolar-mente importante ai fini delcomfort ambientale in quanto gliscambi termici per irraggiamentotra corpo umano e ambientesono determinati proprio dallatemperatura delle pareti che deli-mitano lo spazio interno. Si noti inoltre che se la tempera-tura Q risulta inferiore alla tem-

peratura di rugiada dell’ariaambiente si ha formazione dicondensa superficiale con conse-guente sviluppo di colonie fungi-ne e la comparsa di macchie sullepareti. La conoscenza della tem-peratura Q è poi necessaria per ilcalcolo della temperatura ope-rante interna (UNI 10375, 1995).

La normativa

La Direttiva Europea 2002/91/CE,adottata in Italia con il D. Lgs.vo192/2005 [7], impone dei valorimassimi Umax della trasmittanzatermica delle strutture compo-nenti l’involucro dell’edificio infunzione della zona climatica. In tale decreto, al fine di limita-re i fabbisogni energetici per laclimatizzazione estiva e di conte-nere la temperatura internadegli ambienti, si prescrive (conl’esclusione della zona climaticaF) che la massa superficiale Mdebba risultare non inferiore alvalore limite Mlim=230 kg/m2 seil valore medio mensile dell’in-tensità della radiazione solare,nel mese di massima insolazio-ne, risulti superiore a 290 W/m2.Per massa superficiale M siintende la massa per unità disuperficie della parete compresala malta dei giunti ma esclusi glistrati di intonaco [7].

La stessa norma prevede chequesta condizione sul valoreminimo di M possa anche esseredisattesa qualora, con l’utilizzodi tecniche e materiali innovati-vi, risulti possibile contenere leoscillazioni della temperaturadegli ambienti in relazioneall’andamento dell’irraggiamen-to solare [8-10].Nella pratica edilizia correntevengono impiegate, assai spesso,pareti di tamponamento e solaidi copertura con valori di Manche nettamente inferiori alvalore di 230 kg/m2, di qui lanecessità di prevedere per questestrutture l’uso di materiali adattie di progettarle con opportunestratigrafie ed opportuni valori diU (ovviamente con U < Umax) inmaniera tale da conferire ad esseun comportamento termico incondizioni non stazionarie, carat-terizzato da valori dei parametri fe t pari o migliori di quelli distrutture tradizionali con M=Mlime U= Umax (Nota 3).Per quanto riguarda le normativeregionali è opportuno evidenzia-re, p. e., che nelle Linee Guidaper l’Edilizia Sostenibile dellaRegione Toscana [11], derivanti dalProtocollo Itaca [12], si assume,per un edificio, come indicatoredi prestazione del requisito iner-zia termica, il valore del ritardo

Nota 2 – Per quanto riguarda il ritardo t si osservi che i carichi termici presenti in un edificio sono essenzialmente dovuti alla radiazione solare trasmessa attraverso il finestrato, all’energia richiesta per il trattamento termico dell’aria di ricambio e alla trasmis-sione del calore attraverso la parte opaca dell’involucro dell’edificio. I primi due carichi termici sono sostanzialmente in fase con la sollecitazione termica esterna; una riduzione del carico termico massimo può allora ottenersi progettando le pareti costituenti l’involucro in modo che esse presentino elevati valori di t in modo da ritardare, rispetto alla sollecitazione termica esterna, il carico termico dovuto alla trasmissione del calore.Nota 3 – E’ opportuno ricordare che la massa delle strutture era presente nella normativa termotecnica italiana già dalla fine degli annisessanta. Più precisamente nelle CC. Ministero LL. PP. n. 3151/1967 e n. 6795/1970, che avevano carattere impositivo solo per l’edili-zia sovvenzionata e per l’edilizia scolastica, veniva stabilita una correlazione tra la massa per unità di superficie M (kg/m2) di una datastruttura esterna e la sua trasmittanza termica U. Più precisamente ad ogni valore di M veniva fatto corrispondere un valore limite U0(M)della trasmittanza, una parete di massa M e trasmittanza U rientrava nella norma se risultava: U<U0(M). I valori limiti U0(M) aumenta-vano all’aumentare di M: si tolleravano pareti con trasmittanza termica gradualmente maggiore al crescere della massa. Nella UNI 10375(1995), relativa al calcolo della temperatura interna estiva degli ambienti, la potenza termica trasmessa da una parete opaca in funzio-ne del tempo viene posta in relazione con f e t. Nell’Appendice A alla stessa norma sono riportati, per esempio, i valori di f e t, perpareti ad isolamento ripartito, in funzione della trasmittanza e della massa per unità di superficie della parete.

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 4

Page 17: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 17 giugno 2008

Parete Strato Materialed

(cm)r

(kg/m3)

k(W/mK)

cp(kJ/kgK)

PL1

1 (esterno) Pannello in fibre di legno 1.5 1400 0.20 1.60

2 Intercapedine d’aria 4.0

3 Pannello di legno e leganti organici (OSB) 2.0 600 0.16 1.70

4 Pannello semirigido in lana di roccia 10.0 80 0.035 1.00

5 Pannello di legno e leganti organici (OSB) 2.0 600 0.16 1.70

6 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 10.0 35 0.034 1.40

7 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 6.0 35 0.034 1.40

8 Pannello di legno e leganti organici (OSB) 1.5 600 0.16 1.70

9 (interno) Pannello in gesso rivestito 1.25 1000 0.47 1.00

PL2

1 (esterno) Pannello in materiale composito 3.0 550 0.090 1.40

2 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 6.0 35 0.034 1.40

3 Pannello in lana di legno mineralizzata 5.0 360 0.090 1.55

4 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 12 35 0.034 1.40

5 Pannello semirigido in lana di roccia 5.0 80 0.035 1.00

6 Intercapedine d’aria 8.0

7 (interno) Pannello in gesso rivestito 3.75 1000 0.47 1.00

PL3

1 (esterno) Intonaco 1.0 1600 0.80 1.00

2 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 3.0 35 0.034 1.40

3 Calcestruzzo cellulare 22 500 0.13 0.84

4 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 3.0 35 0.034 1.40

5 (interno) Intonaco 1.0 1600 0.80 1.00

PL4

1 (esterno) Intonaco 2.0 1600 0.80 1.00

2 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 54.0 35 0.034 1.40

3 (interno) Intonaco 2.0 1600 0.80 1.00

neo-Eubios 24 4 giugno 2008

Tabella 1 Stratigrafie delle pareti PL1, PL2, PL3 e PL4

Parete Strato Materialed

(cm)r

(kg/m3)

k(W/mK)

cp(kJ/kgK)

PTC

1 (esterno) Intonaco 1.0 1600 1.0 0.88

2 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 8.0 35 0.034 1.40

3 Blocco in laterizio 25.0 910 0.43 0.84

4 (interno) Intonaco 1.0 1600 1.0 0.88

PTS

1 (esterno) Intonaco 1.0 1600 1.0 0.88

2 Blocco in laterizio 12.0 1000 0.40 0.84

3 Pannello rigido in polistirene espanso sinterizzato 8.0 35 0.034 1.40

4 Blocco in laterizio 12 1000 0.40 0.84

5 (interno) Intonaco 1.0 1600 1.0 0.88

Tabella 1 Stratigrafie dellepareti PL1, PL2, PL3 e PL4

Tabella 2 Stratigrafie delle pareti PTC e PTS

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 5

Page 18: Neo Eubios24

medio . Il valore di t essendodeterminato come media deivalori dei t relativi alle varie pare-ti, diversamente orientate, com-ponenti l’involucro dell’edificio. Viene attribuito all’edificio unpunteggio p variabile da 2 2 a +5confrontando il valore di t conuna data scala di prestazione; siha p = 2 2 per t < 7 h e p = 5 per t >12 h. Recentemente (aprile2007), a seguito di un aggiorna-mento del Protocollo Itaca, nelrequisito inerzia termica è statoaggiunto come indicatore di pre-stazione, anche il fattore didecremento medio f.

Esempi di pareti leggere multistrato

Nel seguito si riportano alcuniesempi di pareti multistrato leg-gere di tamponamento, indicatecon le sigle PL1, PL2 e PL3. Tutte le pareti considerate sonocaratterizzate da valori dellaconduttanza nettamente inferio-ri ai valori limiti imposti dal D.Lgs.vo 192 (a partire dal 1 gen-naio 2010) per tutte le zone cli-matiche italiane.Per le resistenze termiche limi-nari si è considerato (UNI ENISO 6946, 2007): ri = 0.13 e re = 0.040 m2K/W.Le stratigrafie delle pareti PL1(a nove strati), PL2 (a sette strati)e PL3 (a cinque strati) sonoriportate nella Tab. 1 dove sonoprecisati i materiali costituenti ivari strati con le rispettive carat-teristiche termofisiche e i relati-vi spessori d.Il sistema costruttivo della paretePL1 è tipico delle strutture legge-re in legno assai diffusonell’Europa centro-settentrionalee privilegia l’impiego di materialileggeri ed isolanti. La parete ècostituita da elementi portanti inpannelli di legno a fibre orientate

e leganti organici (OSB) alternatia strati di isolante termico e acu-stico: polistirene e lana di roccia.La superficie esterna è rivestitacon pannelli in fibre di legno, lasuperficie interna è rivestita conpannelli in gesso rivestito. Laparete PL1 presenta: spessorecomplessivo D = 38 cm; massasuperficiale M = 68 kg/m2; trasmit-tanza termica U = 0.12 W/m2K ecapacità termica C = 118 kJ/m2K.La parete PL2 è caratterizzata dauna successione di strati aventicaratteristiche di isolamento ter-mico ed acustico (Tabella 1). Ilrivestimento esterno è realizzatoin lastre di materiale compositocostituito da una matrice di sili-ce espansa in granuli unita aresina epossidica. Queste lastresono realizzate con la tecnica“complete panel” che prevedel’applicazione dell’intonaco difinitura, in condizioni norma-lizzate, all’interno dello stabili-mento di produzione. Seguonodall’esterno verso l’interno:strati di polistirene, di lana dilegno mineralizzata, di lana diroccia. L’intercapedine d’aria(verso l’interno) è destinata adospitare le canalizzazione degliimpianti. La finitura interna èrealizzata con lastre di gessorivestito. La parete PL2 presen-ta: D=43 cm; M=82 kg/m2;U=0.13 W/m2K e C=101kJ/m2K.La parete PL3 è costituita dauno strato di calcestruzzo cel-lulare autoclavato posto tra duestrati di materiale isolante,entrambe le facce della paretesono intonacate con malta dicalce (Tabella 1). Una parete diquesto tipo, le cui prestazionisono state studiate dagli autoriin [2-4], è attualmente larga-mente impiegata in USA e inCanada; in Italia trova oggiapplicazioni nella realizzazione

di pareti di tamponamento pre-fabbricate per capannoni indu-striali o nella realizzazione dipareti in cls gettate in opera,largamente utilizzate, questeultime, per realizzare i pianiinterrati degli edifici. La paretePL3 presenta: D=30 cm; M=112kg/m2; U=0.27 W/m2K e C=127kJ/m2K.Infine la parete PL4, a tre strati,può considerarsi la realizzazionepratica di una parete omogenea.La parete è costituita da unostrato in polistirene, entrambe lefacce della parete sono intonaca-te con malta di calce (Tabella 1).La parete PL4 presenta: D=58cm; M=19 kg/m2; U=0.062W/m2K e C=90 kJ/m2K. Datol’elevato spessore tale la parete èdi scarsa importanza pratica ed èstata considerata come casolimite di parete leggerissima.

Confronto tra pareti leggere epareti tradizionali

Il comportamento in transitoriotermico delle pareti leggerePL1, PL2 e PL3 è stato confron-tato con due pareti tradizionali:la PTC con isolamento “a cap-potto” e la PTS con isolamento“a sandwich”. Le stratigrafie delle pareti PTC ePTS sono riportate in Tabella 2dove sono precisati i materialicostituenti i vari strati con lerispettive caratteristiche termofi-siche e i relativi spessori d.La parete PTC è caratterizzata da:D=35 cm; M=230 kg/m2; U=0.32W/m2K e C=223 kJ/m2K; mentreper la parete PTS si ha: D=34 cm;M = 243 kg/m2; U=0.32 W/m2K eC = 234 kJ/m2K. Entrambe le pareti soddisfano ilD. Lgs.vo 192 per tutte le zone cli-matiche (dal 1 gennaio 2010) e pervalori di insolazione anche supe-riori a 290 W/m2.

neo-Eubios 24 18 giugno 2008

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 6

Page 19: Neo Eubios24

In Tab. 3 sono riportati i valoridella massa superficiale M, dellatrasmittanza U, del fattore didecremento f e del ritardo tem-porale t per le pareti PL1, PL2,PL3, PL4 e per le pareti tradi-zionali di confronto PTC e PTS;i valori di f e t si riferiscono a P = 24 h.Dalla Tab. 3 appare evidente chele pareti PL1, PL2, PL3 pur presentando valori di M netta-mente inferiori al valore limitedi 230 kg/m2 sono caratterizzateda valori dei parametri f e t

migliori di quelli relativi allepareti tradizionali PTC e PTS. Pertanto, considerando anche ibassi valori delle trasmittanzedelle pareti PL1, PL2 e PL3 sipuò affermare che tali pareti sod-disfino i limiti imposti dal D.Lgs.vo 192 per tutte le zone cli-matiche italiane e per qualun-que livello di insolazione.Ovviamente anche la parete PL4soddisfa tale decreto ma, a causadel suo elevato spessore, hascarsa importanza nella praticaedilizia.

Nelle Figg. 2 e 3 è riportato, perle sei pareti esaminate in prece-denza, l’andamento, in funzionedel periodo P, rispettivamentedel fattore di attenuazione f edel ritardo temporale t. Si èconsiderato per P l’intervallo10-200 h comprendente oscilla-zioni della temperatura dovute avariazioni dell’irraggiamentosolare durante il giorno, varia-zioni giornaliere della tempera-tura e variazioni della tempera-tura di periodo più lungo comeuna settimana.Dalla Fig. 2 risulta evidente chele pareti leggere, per i valori di Pconsiderati, presentano un com-portamento assai buono: lecurve relative alle pareti PL1 2 4sono assai vicine alla curva rela-tiva alla parete PTC o al piùsono comprese tra quella dellaPTC e quella della PTS. Si notila netta differenza di comporta-mento tra le due strutture tradi-zionali PTC e PTS, pur essendoesse caratterizzate da uno stessovalore di U e valori praticamenteuguali di M: per ogni valore di P

la parete PTC con isolamento acappotto presenta valori di f net-tamente inferiori di quella PTSa sandwich.Dall’andamento delle curveriportate in Fig. 3 si evince chele pareti leggere PL1 2 4, per ivalori di P considerati, presenta-no ritardi temporali significati-vamente maggiori di quelli rela-tivi alle pareti pesanti tradizio-nali PTC e PTS.Si noti infine che anche perquanto riguarda t il comporta-mento delle pareti PTC e PTS ènotevolmente differente, in parti-colare le curve relative alle paretiPTC e PTS si intersecano perP=P0 34 h; per P < P0 è preferi-bile la parete PTS; per P > P0 èpreferibile la parete PTC.

Conclusioni

Dopo avere definito i parametri,fattore di decremento f e ritardotemporale t, caratterizzanti ilcomportamento in condizioninon stazionarie delle paretiesterne degli edifici ed illustratobrevemente il quadro normativonazionale, è stato confrontato ilcomportamento di alcune paretimultistrato leggere con quello dipareti pesanti tradizionali. Più precisamente sono stateconsiderate come riferimentodue pareti tradizionali assaiusate nella pratica edilizia, una,PTC, in laterizio con lo strato diisolante posto sull’esterno (cap-potto) e l’altra, PTS, con l’iso-lante disposto tra due paramen-ti in laterizio (sandwich). Entrambe le pareti sono statedimensionate in modo da sod-disfare completamente lerichieste del D. Lgs.vo 192, pertutte le zone climatiche e perqualunque livello di insolazio-ne, sia per quanto riguarda ilvalore della trasmittanza

neo-Eubios 24 19 giugno 2008

Tabella 3 Confronto tra pareti leggere e pareti tradizionali in laterizio

PareteM

(kg/m2)U

(W/m2K)f

tt(h)

PTC 230 0.32 0.201 9.7

PTS 243 0.32 0.322 10.1

PL1 68 0.12 0.195 11.8

PL2 82 0.13 0.201 11.3

PL3 112 0.27 0.171 11.1

PL4 19 0.062 0.200 13.8

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 7

Page 20: Neo Eubios24

(U = 0.32 < Ulim W/m2K) sia ilvalore della massa superficiale(M > Mlim = 230 kg/m2). Sono state quindi studiate trepareti multistrato leggere condiverse e particolari stratigra-fie: le pareti PL1 (a nove strati)e PL2 (a sette strati) entrambecon M 1/3 Mlim e la paretePL3 (a cinque strati) con M 1/2 Mlim, per le tre paretirisulta ovviamente U < UlimW/m2K per tutte le zone clima-tiche. Si è dimostrato che que-ste pareti, pur presentandovalori di M nettamente inferio-ri al valore limite di normativa,

sono caratterizzate da valori deiparametri f e t migliori di quel-li relativi alle pareti tradiziona-li PTC e PTS e pertanto posso-no essere considerare accetta-bili ai sensi del D. Lgs.vo 192.Nella valutazione dei parametrif e t si è considerato, per ilperiodo P della sollecitazionetermica esterna: P = 24 h, comeesplicitamente richiesto dallanormativa, e l’intervallo 10 <P < 200 h per considerareanche oscillazioni termiche aperiodo minore di 24 h o mag-giore quali, per esempio, quelledi una settimana.

Si è anche evidenziato che èpossibile soddisfare la normati-va con pareti leggerissime, p.e. laparete PL4 con M 1/10 Mlim,ma, in questi casi, il bassissimovalore della trasmittanza richie-sto (U = 0.062 W/m2K), compor-terebbe l’impiego di elevatispessori di materiale isolanteche porterebbero lo spessoredella parete a valori tali da ren-derne problematico l’impiegonella pratica edilizia.

neo-Eubios 24 20 giugno 2008

Figura 3 Andamento delritardo temporale t in funzione del periodo Pper le pareti considerate

Figura 2 Andamento del fattore di attenuazione f in funzione del periodo P per le pareti considerate.

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 8

Page 21: Neo Eubios24

Riconoscimenti

Il presente lavoro è stato svilup-pato dall’Unità di Ricerca diPisa: “Prestazioni dell’involucroedilizio ed altri consumi energetici.Interventi di riqualificazione ener-getica su edifici esistenti e criteriper la certificazione” (Coord.Prof. G. Tuoni) nell’ambito delProgramma di Ricerca scientifi-ca di rilevante InteresseNazionale: “Contributi scientificiper l’applicazione delle proceduredi certificazione energetica degliedifici esistenti: comfort e impattiambientali” (Sede di coordina-mento: Università di Palermo)cofinanziato dal Ministerodell’Università e della Ricercanel periodo 2006-2008.

Bibliografia

[1] Directive 2002/91/EC of theEuropean Parliament and of theCouncil of 16 December 2002on the energy performance ofbuildings (Official Journal of theEuropean Communities, 4January 2003, n. L1, pag. 65).

[2] Ciampi M., Fantozzi F.,Leccese F., Tuoni G., On theoptimization of building enve-lope thermal performance -Multi-layered walls design tominimize heating and coolingplant intervention in the case oftime varying external tempera-ture fields. Civil Engineering andEnvironmental Systems, Taylor &Francis, ISSN: 1028-6608,december 2003, Vol. 20 (4), 2003,pp. 231-254.

[3] Ciampi M., Leccese F., Tuoni G.,Multi-layered walls design to opti-mize building-plant interaction.

International Journal of ThermalScience, Elsevier, ISSN: 1290-0729, april 2004, Vol. 43 (4), pp.417-429.

[4] Tuoni G., Ciampi M., FantozziF., Leccese F., Sul progetto dellepareti esterne opache e dellestrutture interne degli edifici inregime termico dinamico, inAA.VV. “La certificazione ener-getica ed ambientale degli edifi-ci”, Flaccovio Editore, Palermo,2007, pp. 146-166.

[5] UNI EN ISO 13786 (2001),Prestazione termica degli edifici– Caratteristiche termiche dina-miche – Metodi di calcolo.

[6] UNI CTI 10375 (bozza di revi-sione, settembre 2005), Metododi calcolo della temperaturainterna estiva degli ambienti.

[7] D. Lgs.vo n. 192 del 19 agosto2005, Attuazione della direttiva2002/91/CE relativa al rendi-mento energetico nell’edilizia,modificato dal D. Lgs.vo n. 311del 29 dicembre 2006,Disposizioni correttive ed inte-grative al decreto legislativo 19agosto 2005 n. 192, recanteattuazione della direttiva2002/91/CE, relativa al rendi-mento energetico nell’edilizia.

[8] Ciampi M., Leccese F., TuoniG., Sull’impiego delle paretiventilate per la riduzione deicarichi termici estivi. Costruire inLaterizio, Faenza Editrice, ISSN:0394-1590, settembre-ottobre2002, n. 89, pp. 70-75.

[9] Ciampi M., Leccese F., TuoniG., Ventilated facades energyperformance in summer cooling

of buildings. Solar Energy,Elsevier, ISSN: 0038-092X,december 2003, Vol. 75 (6), pp.491-502.

[10] Ciampi M., Leccese F.,Tuoni G., Energy Analysis ofVentilated and MicroventilatedRoofs. Solar Energy, Elsevier,ISSN: 0038-092X, august 2005,Vol. 79 (2), pp. 183-192.

[11] Linee Guida per l’EdiliziaSostenibile in Toscana, RegioneToscana, Giunta Regionale,maggio 2006.

[12] Istituto per la Trasparenza,l’Aggiornamento e laCertificazione degli appalti(ITACA), Protocollo ITACA sin-tetico per la valutazione dellaqualità energetica e ambientaledi un edificio (Rev.2). Roma,aprile 2007.

neo-Eubios 24 21 giugno 2008

** GGllii AAuuttoorrii

PPrrooff.. GGiiuusseeppppee TTuuoonnii, Professoreordinario di Fisica TecnicaAmbientale presso il Dip.to diEnergetica “L. Poggi”dell’Università di Pisa, Facoltà diIngegneria.IInngg.. FFrraanncceessccoo LLeecccceessee,Ricercatore di Fisica TecnicaAmbientale presso il Dip.to diEnergetica “L. Poggi”dell’Università di Pisa, Facoltàdi Ingegneria.

leccesi24 29-05-2008 17:19 Pagina 9

Page 22: Neo Eubios24

Il consumo energetico per ilcondizionamento estivo è unavoce sempre più importante cheva limitata tramite un’opportunaprogettazione. Attualmente, ilDLgs 311/2006, Allegato I,comma 9, prevede l’installazionedi sistemi schermanti sullesuperfici vetrate, l’ottimizzazio-ne di strutture e spazi per losfruttamento della ventilazionenaturale o, se non sufficiente, ilricorso alla ventilazione mecca-nica e, sotto alcune condizioni,l’utilizzo di strutture ‘pesanti’:

“… il progettista, al fine di limitarei fabbisogni energetici per la clima-tizzazione estiva e di contenere latemperatura interna degli ambienti… verifica, “in tutte le zone clima-tiche ad esclusione della F, per lelocalità nelle quali il valore mediomensile dell’irradianza sul pianoorizzontale, nel mese di massimainsolazione estiva, Im,s, sia mag-giore o uguale a 290 W/m2, che ilvalore della massa superficiale Msdelle pareti opache verticali, oriz-zontali o inclinate sia superiore a230 kg/m2 […]

[...]Gli effetti positivi che si otten-gono con il rispetto dei valori dimassa superficiale. [...] possonoessere raggiunti, in alternativa,con l’utilizzo di tecniche e mate-riali, anche innovativi, che per-mettano di contenere le oscillazio-ni della temperatura degliambienti in funzione dell’anda-mento dell’irraggiamento solare.”

L’applicazione di quest’ultimadisposizione non è chiara e sipresta a interpretazioni diverse.Sembra però che nei decretiattuativi di prossima pubblica-zione verrà introdotto, in alter-nativa alla verifica della massasuperficiale, un limite sullatrasmittanza termica periodica,che dovrà essere inferiore a0,12 W/m2K (il valore non èdefinitivo e ancora soggetto adiscussione). Il metodo di cal-colo della trasmittanza periodicaè descritto nella norma UNI ENISO 13786: 2008 (che ha appenasostituito la versione del 2001).

Basi teoriche

La trasmittanza periodica è unparametro dinamico, cioè calco-lato considerando condizioni ditemperatura e flusso variabilinel tempo sui due lati dellastruttura in esame.Nel caso stazionario, il flusso ècostante in ogni punto dellastruttura e la distribuzione dellatemperatura dipende solo dallaconduttività dei materiali.Invece se consideriamo condi-zioni al contorno variabili neltempo, il flusso varia all’internodel corpo e la distribuzione diflusso e temperatura dipendonoanche dall’inerzia termica deimateriali, cioè dalla loro capaci-tà di accumulare calore per poirilasciarlo successivamente.

Per uno strato omogeneo conconducibilità l, densità r e calo-re specifico c, la distribuzione ditemperatura F e flusso specificoq, si ricavano le equazioni:

Dalla prima equazione si vedeche il trasferimento di caloreaumenta all’aumentare dellaconducibilità e al diminuire dicalore specifico e densità delmateriale. Più precisamente, si definisceprofondità di penetrazioneperiodica d, la profondità allaquale l’ampiezza delle variazionidi temperatura è ridotta di unfattore e (base dei logaritminaturali, e ' 2.718) in un mate-riale omogeneo di spessore infi-nito soggetto a variazioni sinu-soidali di temperatura sulla suasuperficie (vedi Figura1):

Dove T è il periodo dell’oscilla-zione, nel seguito si considere-ranno sempre periodi di 24 h(86400 s).

neo-Eubios 24 22 giugno 2008

CARATTERISTICHE TERMICHE DINAMICHE

di

Claudia Salani

claudia24 29-05-2008 17:25 Pagina 1

Page 23: Neo Eubios24

Se lo strato ha spessore d, sidenota con j il rapporto tra lospessore e la profondità di pene-trazione:

Supponendo quindi di averecondizioni di periodo T sui duelati e sviluppando in serie diFourier la temperatura, si ricavala matrice di trasferimento chepermette di calcolare tempera-tura e flusso su un lato, cono-scendo temperatura e flusso sul-l’altro lato:

I componenti della matrice ditrasferimento sono numeri complessi:

Dove z = j + ij eè l’unità immaginaria.Se lo strato è costituito da un’in-tercapedine d’aria con resisten-za R (con capacità cc ? r trascura-bile) la matrice è:

La matrice di trasferimento distrutture composte da n stratiomogenei viene calcolata comeprodotto delle matrici dei singolistrati, inclusi gli strati liminari:

Dove Z1,…Zn sono le matrici deglin strati, iniziando dal più interno,mentre Zi e Ze sono le matricidegli strati liminari interno edesterno. Indicando con pedice e ivalori esterni e pedice i quelliinterni si ha:

Ricavando dall’equazione soprai flussi in funzione delle tempe-rature, si ottiene:

La matrice Y è detta delle ammet-tenze, i suoi termini Y11 e Y22 sonole ammettenze, rispettivamenteinterna e esterna, cioè il rapportotra il flusso termico periodico cheattraversa l’unità di superficie suun lato del componente e la solle-citazione termica periodica sullostesso lato nell’ipotesi che la tem-peratura sull’altro lato del compo-nente sia costante:

Il termine Y12 (uguale a Y21) è latrasmittanza termica periodica,cioè il rapporto tra il flusso ter-mico periodico che attraversal’unità di superficie su un latodel componente e la sollecitazio-ne termica periodica sull’altrolato nell’ipotesi che la tempera-tura sul primo lato sia costante:Il rapporto tra trasmittanzaperiodica e trasmittanza stazio-naria U è un numero complesso

il cui modulo f è il fattore didecremento o attenuazione e ilsuo argomento Dtf (in ore) è losfasamento:

neo-Eubios 24 23 giugno 2008

Figura 1

claudia24 29-05-2008 17:25 Pagina 2

Page 24: Neo Eubios24

Questo significa che se il com-ponente è sollecitato su di unlato da un’onda termica diperiodo 24 h e ampiezza a, nelpassaggio attraverso la struttura,l’ampiezza dell’onda sarà ridottadi un fattore f e avrà un ritardodi Dtf (vedi Figura 2).Non si parla di limiti di legge perl’attenuazione, ma possiamoipotizzare dei valori ragionevolidi f al fine che siano rispettatisia i limiti di trasmittanza impo-sti dal DLgs 311 (valori 2008), siaquello di 0.12 W/m2K sulla trasmittanza periodica:

Una struttura che verifichi sia ivalori di attunuazione riportatinella tabella sopra, sia i limiti ditrasmittanza del DLgs 311,sicuramente avrà trasmittanzaperiodica inferiore a 0.12W/m2K, ma è possibile che tra-smittanza stazionaria e periodi-ca rispettino i limiti con atte-nuazioni superiori a quelleriportate nella tabella sopra.

Come si è visto, la risposta iner-ziale migliora all’aumentaredella massa e del calore specifi-co e diminuisce al crescere dellaconduttività. Confrontiamo leprestazioni di due materialimolto diversi: un calcestruzzopesante, ma con alta conduttivi-tà e calore specifico non moltoelevato e un polistirene espansosinterizzato leggero ma conbassa conduttività e un calorespecifico non elevatissimo masuperiore a quello del calce-struzzo. In Tabella 1 riportiamole caratteristiche fisiche dei duemateriali e la profondità di

penetrazione periodica d, cherisulta essere leggermente piùbassa per il calcestruzzo. Consideriamo uno strato di 10cm di spessore per ciascuno deidue materiali e confrontiamo leprestazioni (vedi Tabella 2). La trasmittanza U è chiaramen-te molto inferiore nell’EPS eanche la trasmittanza periodicaY12 ha modulo decisamente piùbasso nello strato di materialeisolante. Notiamo però che, essendo tra-smittanza periodica e trasmit-tanza stazionaria del polistirenequasi uguali, il loro rapporto,l’attenuazione, è prossima a 1 eanche lo sfasamento è scarso.

neo-Eubios 24 24 giugno 2008

Zona climatica Coperture Pareti Pavimenti

A 0.29 0.17 0.16

B 0.29 0.22 0.22

C 0.29 0.26 0.24

D 0.34 0.30 0.29

E 0.38 0.32 0.32

Esempi di calcolo

Tabella 1

CLS EPS

rr [kg/m2] 2400 30

cc [J/kg K] 878.64 1255.2

ll [W/m K] 1.9 0.04

dd [m] 0.1574 0.1709

CLS EPS

dd [m] 0.1 0.1

UU[W/m2K] 4.4967 0.3745

||Y1122 ||[W/m2 K]

3.8733 0.3733

ff [-] 0.8613 0.9966

DDtff [h] 2h 27’ 30’

Tabella 2

A sinistra in Tab.1, caratteristichefisiche di CLS e EPS; a destra inTab.2, paramentri dinamici perspessori di materiale di 10 cm.

Figura 2 Attenuazione e sfasamentodell’onda

claudia24 29-05-2008 17:25 Pagina 4

Page 25: Neo Eubios24

Nelle figure 3 e 4 è mostratol’andamento di U, |Y12| e f infunzione dello spessore demateriale, da 1 cm a 1 m.All’aumentare dello spessoreovviamente diminuiscono U,|Y12| e f in entrambi i materiali.Le trasmittanze diminuisconopiù lentamente nel caso del cal-cestruzzo e per arrivare a unatrasmittanza periodica di 0.12W/m2K occorrono 65 cm dispessore mentre bastano 28 cmdi EPS per raggiungere lo stes-so risultato. Il problema con lo strato di solopolistirene è che trasmittanzaperiodica e trasmittanza stazio-naria sono praticamente ugualiper i primi 15 cm e conseguen-temente sfasamento e attenua-zione risultano inadeguati. Accoppiando uno strato di iso-lante a uno di calcestruzzo siottengono, con l’isolante all’in-terno, risultati intermedi traquelli del solo calcestruzzo equelli del solo EPS, mentre iso-lando dall’esterno si verifica unanotevole diminuzione della tra-smittanza periodica e si ottieneil risultato migliore in termini diattenuazione (vedi Tabella 3).

CLS EPSEPS + CLSIsolamento

interno

CLS + EPSIsolamento

esterno

CLS + EPSIsolamento

esterno

d [m] 0.28 0.28 0.14 + 0.14 0.14 + 0.14 0.14 + 0.10

U [W/m2K] 3.1578 0.1395 0.2671 0.2671 0.3645

|Y1122|[W/m2K]

1.2390 0.1195 0.1519 0.0781 0.1093

ff [-] 0.3924 0.8571 0.5688 0.2923 0.3000

Dtf [h] 7h 6’ 3h 23’ 5h 23’ 6h 39’ 6h 13’

neo-Eubios 24 25 giugno 2008

Figura 4 EPS

Tabella 3

Figura 3 CALCESTRUZZO

claudia24 29-05-2008 17:25 Pagina 5

Page 26: Neo Eubios24

Il valore della trasmittanzaperiodica è molto basso accop-piando 14 cm di calcestruzzocon 14 cm di polistirene: è pos-sibile avere |Y12| < 0.12 W/m2Kdiminuendo lo spessore di EPSfino a 10 cm, senza diminuiresensibilmente lo sfasamento.Si verifica che mantenendo lastruttura composta di CLS +EPS, con isolante all’esterno, dispessore costante di 24 cm, èpossibile ottenere risultatimigliori bilanciando meglio glispessori dei due materiali.

In Figura 5 sono visualizzati irisultati per tali strutture alvariare dello spessore dell’iso-lante e del calcestruzzo in modoche lo spessore totale sia sem-pre di 24 cm. Il minimo per latrasmittanza periodica è rag-giunto per 12 cm di isolante,valori inferiori a 0.12 W/m2Kper spessori compresi tra 8 e 16cm. Invece l’attenuazioneminima si ottiene con 3 cm di

isolante, ma rimane accettabilefino a 10 cm di isolante su untotale di 24 in zona E (f < 0.32),fino a 4 cm in zona B (f < 0.22).D’altra parte per ottenere unatrasmittanza nei limiti delDLgs 311 occorrono almeno 8cm di isolante in zona B (U <0.54 W/m2K) e 11 cm in zona E(U < 0.37 W/m2K).In conclusione, la trasmittanzaperiodica è un parametro com-

plesso che dipende non solodalle caratteristiche fisiche deimateriali, ma anche da comesono associati tra loro. Materiali leggeri ma termica-mente isolanti raggiungonobuoni risultati di trasmittanzaperiodica, ma possono risultaremeno efficaci nell’attenuazionedell’onda termica a meno chenon abbiamo un elevato calorespecifico.

neo-Eubios 24 26 giugno 2008

Figura 5

* Tutti i calcoli del presente articolosono stati effettuati con il softwarePAN 3, disponibile gratuitamenteper i soci ANIT 2008 e acquistabileal prezzo di 100 euro + IVA.Maggiori info a pagina 72 oppuresul sito www.anit.it.

claudia24 29-05-2008 17:25 Pagina 6

Page 27: Neo Eubios24

Introduzione La misura della trasmittanza inopera U [W/m2K] è descrittadalla norma ISO 9869; in essaè contenuta la descrizionedelle caratteristiche termichedella strumentazione, gliaccorgimenti necessari allaposa e i metodi possibili per larielaborazione dei dati. La misura riguarda propriamen-te la valutazione della condut-tanza C [W/m2K] dalla quale si ricava la trasmittanza con l’aggiunta delle resistenze limi-nari con i valori descritti nellanorma UNI EN ISO 6946.Nella prima parte è presentatoun caso di studio di una misurache mostra la differenza tra ilregime stazionario ipotizzatogeneralmente nei calcoli delledispersioni energetiche inverna-li e il regime variabile che siverifica in opera. Emerge quin-di la necessità di sviluppare lemisure in adeguati perioditemporali per ottenere risulta-ti affidabili, necessità previstadalla ISO 9869. In questo breve articolo vengo-no presentate considerazionisulle incertezze delle valutazionicomplessive che dipendonodalla strumentazione e dallecondizioni che si sviluppano alcontorno.La valutazione su un’altra misu-ra realizzata spiega l’indicazionenormativa di impiegare una piastra termoflussimetrica che

consenta di misurare e registra-re il flusso termico.Si potrebbe pensare di compie-re delle misure solo delle tem-perature superficiali e dell’ariae quindi di ricavare il flussoconsiderando costanti i coeffi-cienti liminari; dal punto divista fisico-tecnico l’approccioè corretto, ma si scontra con lavariabilità in opera delle resistenze liminari. Infine nella parte conclusivasono riassunte alcune dellemisure condotte durante le sta-gioni 2004-2008 che mostranoqualitativamente lo scarso isola-mento del patrimonio edilizio ela conseguente opportunità diriqualificazione energetica sulterritorio nazionale.

Il regime stazionario e il regime variabile

Per spiegare la necessità di com-piere misure che tengano contodella non stazionarietà dellecondizioni al contorno durantele misure di trasmittanza distrutture di edifici esistenti sipresenta il caso significativo diuna misura condotto per unaparete di un edificio costruitonel 1982 a Milano. Le misuresono state condotte per 50 h (lanorma di riferimento indica inrealtà misure di almeno 72 h opiù) con campionamento deidati realizzato ogni 15 minuti

per un totale di poco più di duegiorni di misura. I valori istantanei del flusso ter-mico misurato e delle tempera-ture superficiali, interne edesterne, sono indicativi di unamisura di buona qualità: il flus-so termico areico è mediamentesuperiore a 6 W/m2 e la diffe-renza di temperatura è sempremaggiore di 10 °C. Tali condizio-ni portano a poter considerare idati di buona qualità.

da cui

Il valore di conduttanza C dellaparete, valutato sulla base deivalori istantanei di flusso termi-co areico f /A e differenza ditemperatura DT portano aun’oscillazione di risultati cheesprime una conduttanza dellastruttura oggetto di esame com-presa tra 0.35 e 0.9 W/m2K. La parete è un doppio tavolatoin mattoni forati. Tale elevatadifferenza tra i valori di condut-tanza istantanea si manifesta trapareti con 6-8 cm di materialeisolante e pareti non isolate.La misura istantanea della tra-smittanza non è quindi affidabi-le poiché le condizioni al con-torno non rendono il regime sta-zionario. Il grafico evidenzia chea seconda dell’istante in cui siesegue la misura si ottengono

neo-Eubios 24 27 giugno 2008

LA MISURA DELLA TRASMITTANZA IN OPERAApprofondimento su alcuni aspetti della misura

di

Alessandro Panzeri

ale_trasmittanza24 29-05-2008 17:28 Pagina 1

Page 28: Neo Eubios24

risultati che possono variarenotevolmente.La norma di riferimento per lamisura della trasmittanza inopera descrive due tipologie dimetodi rielaborativi possibili: ilmetodo delle medie progressivee i metodi matematici. Il metodo delle medie progressi-ve sé descritto dalla seguenteequazione:

Lo scopo della rappresentazionegrafica dei risultati che si otten-gono con il metodo delle medieprogressive è evidenziare il rag-giungimento o meno dell’asinto-to orizzontale che permette diverificare che il valore finale siaeffettivamente rappresentativodel valore medio.

L’incertezza delle valutazioni

L’incertezza delle valutazionifinali sulla conduttanza dellestrutture oggetto di indaginedipende dalla raffinatezza dellastrumentazione impiegata. E’ quindi necessario conoscerel’errore di misura relativo allapiastra termoflussimetrica, allesonde di temperatura e all’ac-quisitore dati. A titolo di esem-pio si evidenziano le caratteristi-che di una strumentazionedisponibile sul mercato comeindicato in Tabella I.Sulla base delle equazioni cheregolano la combinazionedelle incertezze delle grandez-ze fisiche indipendenti è pos-sibile valutare l’incertezzafinale che oscilla intorno a unvalore di 6% con buone diffe-renze di temperatura e flussitermici consistenti.

neo-Eubios 24 28 giugno 2008

Figura 1 Flusso termico specifico

Figura 2 Temperature superficiali

Figura 3 Conduttanza istantanea

Figura 4 Conduttanza

ale_trasmittanza24 29-05-2008 17:29 Pagina 2

Page 29: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 29 giugno 2008

Per ridurre incertezza a parità distrumentazione posso soloaumentare il valore dei datimisurati.

La variabilità dei coefficientiliminari interni

In alternativa alla valutazionedella conduttanza con la stru-mentazione indicata dalla normaISO 9869 è segnalata la possibi-lità di misurare la sola tempera-tura di aria e superficiale dellaparete. Tale approccio prevedela stima del valore dei coeffi-cienti liminari. Se il flusso istan-taneo è considerato costante, sipuò stimarlo misurando tempe-ratura dell’aria Ta nei pressidella parete e temperaturasuperficiale interna della pareteTsi. Ottenuto il valore del flussosi procede quindi secondo lestesse indicazione precedente-mente dettate. L’ipotesi alla basedi questa procedura è che ilcoefficiente liminare interno èmediamente lo stesso di quellodi letteratura che viene ipotizza-to per il calcolo delle parete; taleipotesi è tutt’altro che verificabi-le in opera. A titolo di esempionon esaustivo si rimanda alleFigure 5 e 6, ai grafici di unamisura compiuta su di una pare-te in opera.Nel primo (Figura 5), sonoriportati due curve che descrivo-no il flusso termico misuratocon piastra termoflussimetrica eil flusso calcolato sulla base

delle Ta e Tsi: è evidente che ilrisultato è differente istante peristante, ma più importanteanche mediamente. La valutazione della conduttanzaporta quindi a due valori diversicon stesse misure e sulla stessaparete. Nel secondo grafico(Figura 6), è invece mostrata ladifferenza tra il coefficiente limi-nare calcolato sulla base dellemisure realizzate e di quellomedio da letteratura ipotizzato.E’ evidente che la corretta misu-ra in opera deve essere eseguitain associazione alla piastra termoflussimetrica in accordocon la norma.E’ necessario posizionare lastrumentazione in modo che lamisura sia effettivamente rap-presentativa della sezione

corrente della struttura ogget-to di indagine: devono essereevitati i ponti termici. Alcune tipologie di ponti ter-mici ricorrenti nella nostratradizione costruttiva sonoriconoscibili ed evitabili grazieall’esperienza del professioni-sta: è il caso delle travi dibordo e dei cavedi oppure deipilastri non isolati.

STRUMENTO INCERTEZZA

termocoppie T ± 0.75 %, ± 0.1 K

flusso ± 5 %

acquisitore ± 0.03%

Tabella I

Figura 5

Figura 6

‘la corretta misurain opera deve essere eseguita in associazione alla piastra termoflussimetrica’.

ale_trasmittanza24 29-05-2008 17:29 Pagina 4

Page 30: Neo Eubios24

L’errato posizionamento infat-

ti comporta la misura di valori

non corretti del flusso termico

e delle temperatura superficia-

li interne ed esterne, poichè in

tali zone il flusso termico non

è sensibilmente perpendicola-

re alle superfici.

Impiegando della strumentazio-

ne che consente la valutazione

delle temperature superficiali

per mezzo di sensori sensibili

all’infrarosso (macchine termo-

grafiche o semplici misuratori di

temperatura) è possibile avere

delle immagini che consentano

di valutare l’uniformità o meno

della distribuzione della tempe-

ratura e quindi di valutare le

presenza di ponti termici.

L’opportunità sul territorionazionale

La tabella mostra alcune dellemisure effettuate dal 2004, annoin cui ANIT ha sviluppato incollaborazione con il Politecnicodi Torino l’attività di misuradella trasmittanza in opera, sinoad oggi su edifici di diversanatura: residenziali, scolastici eper uffici, ecc.Le misure evidenziano un fattogià noto, la notevole opportunitàche si presenta sul territorionazionale rispetto a 26 milioni dialloggi energeticamente pocoefficienti; molti di questi posso-no infatti essere occasione diriqualificazione energetica tantopiù che con adeguati accorgi-menti si può ridurre la trasmit-tanza delle strutture fino a 1/3senza difficoltà tecnologiche.Ulteriori informazioni sullastrumentazione per la diagnosi

e certificazione energeticasono disponibili sul sito diAnit nella sezione “strumenta-zione” (Tabella II).

Conclusioni

Da queste considerazioni emer-ge una chiara riflessione:

a) non si possono effettuaremisure né istantanee né di brevedurata (un giorno) che restitui-scano risultati affidabili;

b) l’attività relativa alla misuradella trasmittanza in operarichiede una certa competenzain merito alla fisica tecnica degliedifici sia per le scelta dellastrumentazione (necessità diimpiegare la piastra termoflussi-metrica in accordo con la normaISO 9869) sia per l’applicazionecorretta della strumentazione edella successiva elaborazione.

neo-Eubios 24 30 giugno 2008

In alto a sinistra: immagine termografica di ponti termici.

In alto a destra: dove posizionare la strumentazione.

A lato: ponte termico di pilastro.

ale_trasmittanza24 29-05-2008 17:29 Pagina 5

Page 31: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 31 giugno 2008

STRUTTURATIPOLOGIA

COSTRUTTIVAU [W/m2K]

1920 Parete di villa monofamiliare Varese Blocchi in calcestruzzo forato 1.57

Primi1900

Parete di palazzo di 4 piani - Milano Mattoni pieni di 55 cm 0.93

1967 Parete di palazzo di 3 piani - TorinoDoppio tavolato con mattoni forati

faccia a vista non isolato1.10

anni ’60 Parete palazzina di 7 piani - Milano Doppio tavolato non isolato di 45 cm 0.98

anni ’70Parete scuola materna di 2 piani -

MilanoDoppio tavolato con mattoni forati non

isolato di 30 cm0.98

anni ‘80 Parete palazzina di 6 piani - MilanoDoppio tavolato con dell’isolante

all’interno di 35 cm0.52

anni ’90 Parete villetta a schiera Cremona Laterizio alveolato da 32 cm 0.77

2005Parete di palazzina di 5 piani -

BresciaDoppio tavolato in mattoni forati con 6

cm di isolante0.50

2007Campione di parete leggera -

BolzanoStruttura leggera interamente isolata di

30 cm0.23

Tabella II

Strumentazione per la misura in opera. Termoflussimetro, acquisitore e sonde T.

ale_trasmittanza24 3-06-2008 13:13 Pagina 6

Page 32: Neo Eubios24

Com’è noto, una soluzionetecnologica che consente diisolare in maniera efficace irumori di calpestio è il mas-setto galleggiante. Tale soluzione consiste nel posi-zionare un adeguato materialeelastico tra il massetto di pavi-mento e le strutture adiacentiper limitare drasticamente latrasmissione di vibrazioni equindi di rumori.Il sistema però funziona corret-tamente solo se il massetto ècompletamente svincolato datutte le strutture al contorno. Ilmateriale elastico quindi, posi-zionato sia sulla superficie oriz-zontale del massetto che sulleparti verticali a contatto con lepareti, dovrà costituire una verae propria “vasca”, continua epriva di rotture.Come vedremo, è necessarioprestare particolare attenzioneanche a evitare eventuali colle-gamenti tra pavimentazione edelementi di rivestimento a pare-te. In particolare le piastrelle apavimento non dovranno entra-re in contatto rigido con pia-strelle in verticale o zoccolini.L’assenza di uno o più di questiaccorgimenti comporta un dra-stico peggioramento della pre-stazione di isolamento.Il presente articolo espone irisultati di misurazioni fonome-triche realizzate con lo scopo divalutare l’influenza negativa, perl’isolamento ai rumori da calpe-

stio, del collegamento rigidotra rivestimento a pavimento ezoccolini. La valutazione è stata eseguitarealizzando rilievi fonometriciprima e dopo aver posato il rive-stimento a parete.I rilievi, effettuati presso alcuniambienti abitativi di un edificioin costruzione a Milano, sonostati realizzati adottando le indi-cazioni riportate nella normatecnica UNI EN ISO 140 parte 7(Misurazioni in opera dell’isola-mento dal rumore di calpestio disolai).

La prima struttura esaminata èun solaio divisorio tra le sale diingresso di due appartamentiresidenziali. Le due sale risulta-no identiche per dimensioni eforma e perfettamente sovrap-poste tra loro.Gli ambienti hanno le seguentidimensioni geometriche: area24,7 mq, perimetro 21 m, altezza2,7 m, volume 66,7 m3. Il solaioha una struttura portante inlaterocemento, unostrato rivestimentoimpianti in calcestruz-zo alleggerito, uno stra-to di materiale elasticoper l’isolamento airumori da calpestio(risvoltato anche inverticale), massetto insabbia e cemento erivestimento in pia-strelle in ceramica.

Il primo rilievo, realizzato primadella posa dello zoccolino cera-mico, ha fornito i risultati ripor-tati in Tabella 1.

L’n,w (CI) = 62 (-4) dB

L’assenza dello zoccolino hapermesso di constatare che lepiastrelle risultavano distaccatedalle pareti verticali e che, adeccezione delle soglie di ingres-so al locale, non vi erano colle-gamenti rigidi con altre struttu-re.Successivamente, dopo circa 3settimane dalla posa dello zoc-colino ceramico, è stato eseguitoun secondo rilievo. Il rivestimento risultava rigida-mente collegato con le piastrellea pavimento (Figura 1). La nuova misurazione ha fornitoi seguenti risultati (Tabella 2):

L’n,w (CI) = 66 (-6) dB

neo-Eubios 24 32 giugno 2008

ISOLAMENTO DAI RUMORI DI CALPESTIOL’influenza della corretta posa degli zoccolini

di

Matteo Borghi

Figura 1

matteo_calpestio 29-05-2008 17:34 Pagina 1

Page 33: Neo Eubios24

La Figura 3 rappresenta il con-fronto tra i due grafici.La posa errata dello zoccolinoha determinato, per l’ambientein esame, un incremento dellivello di rumore da calpestio di4 dB. Il grafico di confronto evi-denzia un sensibile peggiora-mento della prestazione alle altefrequenze.La seconda struttura esaminataè il solaio divisorio tra le camereda letto matrimoniali dei mede-simi appartamenti. Il solaio ha lamedesima stratigrafia dell’esem-pio precedente. Anche in questocaso gli ambienti risultano iden-tici per dimensioni e forma oltreche sovrapposti tra loro. Ledimensioni geometriche dellecamere sono: area 15 mq, peri-metro 16,4 m, altezza 2,7 m,volume 40,5 mc. Il primo rilievo ha fornito iseguenti risultati:

L’n,w (CI) = 63 (-6) dB

Il secondo rilievo, realizzatonelle medesime condizioni del-l’esempio precedente ha deter-minato i seguenti risultati(Tabella 3):

L’n,w (CI) = 67 (-8) dB

La Figura 4 rappresenta il con-fronto tra i due grafici.Anche in questo caso la posa noncorretta evidenzia un incrementodel livello di rumore da calpestiodi 4 dB e un sensibile peggiora-mento della prestazione in parti-colare alle alte frequenze.Un’ultima struttura esaminataè il solaio divisorio tra camereda letto matrimoniali di altriappartamenti, adiacenti aiprimi esaminati.In questo caso i due ambienti, diforma rettangolare, risultano

simili per dimensioni e forma equasi completamente sovrappo-sti tra loro. L’ambiente sopra-stante ha area di 11,4 m2, mentrel’ambiente al piano sotto hasuperficie 10,1 m2. I due localicoincidono quasi perfettamenteuno sull’altro ad eccezione di unlato. Per l’esecuzione di questirilievi la macchina da calpestio èstata posizionata unicamentesulla superficie comune.

La stratigrafia del solaio è iden-tica alla precedente ad esclusio-ne del rivestimento superficiale,in questo caso realizzato a par-quet. Anche gli zoccolini, posatisuccessivamente, risultavano inlegno.La prima misura, realizzata sulparquet non lamato, ha determi-nato i seguenti risultati:

L’n,w (CI) = 56 (-2) dB

neo-Eubios 24 41 giugno 2008

Tabella 1

Tabella 2

matteo_calpestio 29-05-2008 17:35 Pagina 2

Page 34: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 42 giugno 2008

Il secondo rilievo, eseguito sulparquet finito, ha fornito i datiseguenti (riassunti in Tabella 4):

L’n,w (CI) = 57 (-3) dB

La Figura 5 riporta il confrontotra i due grafici.Si nota come la posa di uno zoc-colino in legno, di per sé giàdistaccato dal rivestimento apavimento, non comportisostanziali aumenti del livello di rumore da calpestio.L’incremento alle alte frequen-ze, in questo caso, può esserestato determinato anche dallaperfetta planarità della superfi-cie nella seconda misura.

I rilievi mostrano ancora unavolta come la corretta esecuzio-ne di un massetto galleggiantenon si limiti alla sola posa del“materiale isolante” a pavimen-to. Un errore nella posa deglielementi al contorno può deter-minare una forte perdita di pre-stazioni oltre al non raggiungi-mento dei limiti di isolamentoimposti per legge (DPCM 5-12-1997).

La corretta posa dell’interosistema costruttivo richiedequindi di prevedere attenti con-trolli in cantiere per differentifasi della costruzione. Si eviden-zia infine che sul sitowww.anit.it (sezione Documentie Leggi – Acustica) è possibilescaricare gratuitamente unmanuale di corretta posa inopera dei massetti galleggiantirealizzato dal Gruppo di lavorodi Acustica di ANIT.

Tabella 3

Tabella 4

Figura 2

matteo_calpestio 29-05-2008 17:35 Pagina 4

Page 35: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 43 giugno 2008

Figura 3

Figura 4

a gg.

mag

gio

20

08

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

CORRELAZIONE DEI REQUISITIdi risparmio energetico e acustica

SINTESI DELDPCM 5-12-1997Determinazione dei requisiti

acustici passivi degli edifici

SINTESI DEL DLGS 311

Rendimento energetico in edilizia

GUIDA AGLIINCENTIVI

Detrazioni 55% e premivolumetrici

A lato.Sintesi della CORRELAZIONE DEI REQUISITI di risparmio energetico eacustica a cura di ANIT e in distribuzione gratuitamente ai partecipanti dei

convegni, dei corsi, e degli incontri tecnici di aggiornamento ANIT.La dispensa contiene una pratica guida alla consultazione del

Decreto 5-12-97 per la determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici.

matteo_calpestio 29-05-2008 17:35 Pagina 5

Page 36: Neo Eubios24

La ventilazione meccanica controllata

L’impianto di ventilazione mecca-nica controllata all’interno delprogetto Casa Kyoto gioca unruolo fondamentale sia nel perio-do di riscaldamento, sia nel perio-do estivo.Nel periodo invernale, con uninvolucro altamente efficiente,aumenta l’incidenza sul bilancioenergetico della componente lega-ta ai ricambi d’aria dell’edificio;per tale motivo è necessaria l’ado-zione di un impianto di ventilazio-ne meccanica controllata conrecupero di calore. Si noti che taleimpianto risulta essere comunquegià indispensabile al fine di garan-tire il corretto ricambio d’ariaall’interno degli ambienti; infattile sempre migliori prestazioni ditenuta all’aria dei serramentideterminano un basso tasso diinfiltrazione che lascia completa-mente nelle mani dell’utenza ilricambio episodico d’aria degliambienti. In particolare l’impiantodi ventilazione adottato è del tipoa doppio flusso dotato di un recu-peratore di calore a flussi incrocia-ti senza miscelazione di aria conuna efficienza di scambio termicopari circa al 90%. A questo punto,disponendo già di un impiantoche distribuisce un fluido ter-movettore (aria) all’interno degli

ambienti da climatizzare e dati iridottissimi contenuti carichitermici degli ambienti che èpossibile pensare di coprire ilfabbisogno energetico invernaleriscaldando direttamente l’ariamediante l’ausilio di resistenzeelettriche. Questo consente dinon dover installare un ulterioresistema di riscaldamento, ridu-cendo sensibilmente i costi e lacomplessità di impianto.Ciò consente di avere unimpianto di semplice utilizzo ealtamente adattabile ai casi diriqualificazione energetica degliedifici presenti all’interno delpatrimonio edilizio italiano.Pensiamo ad esempio a impiantipreesistenti a radiatori o al pro-blema dei pavimenti e dellaquota interpiano.Per quanto riguarda la regolazio-ne dell’impianto è lasciata unanotevole libertà d’azioneall’utente seguendo l’approccioadattativo di comfort; in taleapproccio gli occupanti di unambiente giocano un ruolo atti-vo nel creare le proprie prefe-renze termiche, attraverso ilmodo in cui interagiscono conl’ambiente, intervengono nelcontrollo climatico, modifica illoro comportamento o gradual-mente adattano le proprie aspet-tative al contesto in cui si trova-no. Ad ogni piano è prevista una

resistenza elettrica comandatada un termostato posizionato inun locale neutro (disimpegno)del piano stesso.Le potenze di picco dei tre pianisono riportate in Tabella 1.

Tabella 1

L’utente può agire ad ogni pianocon facilità sia sull’accensione /spegnimento delle resistenzeelettriche, sia sulla velocità delventilatore in modo da creare lecondizioni di comfort chemeglio preferisce. La scelta di adottare una regola-zione per zona e non per singo-lo locale è stata effettuata per iseguenti motivi:- non ci sono sbilanciamentieccessivi di apporti solari tra ilocali ad esposizione prevalentenord e quelli ad esposizioneprevalente sud; tali sbilancia-menti sono valutati con il soft-

neo-Eubios 24 44 giugno 2008

CASAKYOTO IN 10 MOSSEparte seconda

ZONA PT

Piano terra 1311 W

Piano primo 838 W

Piano copertura

1031 W

TOTALE 3179 W

doniselli24 29-05-2008 17:39 Pagina 1

Page 37: Neo Eubios24

ware di simulazione dinamicaTRNSYS e i risultati ottenutisono quelli riportati in Figura 1;in essa è possibile notare che ladifferenza di temperatura ope-rante tra i locali ad esposizioneprevalente sud e quelli a nordrisulta, nella maggior parte delperiodo invernale (ottobre-apri-le), contenuta al di sotto di 1°C.- la regolazione per singoloambiente avrebbe comportatouna eccessiva complessità diimpianto che non era giustifica-ta per la destinazione d’uso del-l’edificio.Nel periodo estivo l’impianto diventilazione deve garantire ilricambio d’aria nelle ore diurnequando le finestre rimangonochiuse; la portata di ingresso del-l’aria e sempre di 0,35 vol/h è loscambiatore di calore viene bypas-sato quando la temperatura del-l’aria esterna è inferiore di 26°C.Le condizioni di comfort termi-co estivo vengono ottenutemediante ventilazione naturalenotturna; il modello di comfort,come detto in precedenza, èquello adattativo previsto dalrapporto ASTM 55-2004 che uti-lizzando i dati climatici di

Milano Malpensa porta ad averele temperature di comfort ripor-tate in Tabella 2.La temperatura di comfort èottenuta dalla seguente formula:

Tcomf = 0,31 x Tae + 17,1 °C

dove la Tae è la temperatura

media mensile.

Il range di comfort è calcolato apartire dalla temperatura dicomfort con una tolleranza di:+/- 2,5°C per garantire una per-centuale di persone soddisfattedel 90%;+/- 3,5°C per garantire una per-centuale di persone soddisfattedell’80%.

neo-Eubios 24 45 giugno 2008

MESETae Tcomf

[°C] [°C]

Mag 15.7 22.7

Giu 19.2 23.7

Lug 22.5 24.8

Ago 21.4 24.4

Set 18.1 23.4

Figura 1

Tabella 2 Tabella 3

doniselli24 29-05-2008 17:39 Pagina 2

Page 38: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 46 giugno 2008

La verifica del rispetto delle condi-zioni di comfort è condotta con ilsoftware TRNSYS suddividendol’edificio in tre zone (tre piani), ipo-tizzando gli apporti interni previstidalla norma UNI 10375 (vedi Tab.3).Per quanto riguarda la ventila-zione sono adottati i seguentiricambi d’aria:0,35 vol/h garantiti dall’impiantodi ventilazione meccanica, fino aquando la temperatura internadegli ambienti si mantiene al disotto dei 24°C;7,50 vol/h ipotizzati, con riferi-mento alla norma UNI 10375,nel caso di ventilazione naturaledovuta a finestre contrapposte(Tabella 4).Le considerazioni che seguonosono riferite al piano copertura(vedi Figura 2) che risulta esseremaggiormente critico dal puntodi vista del surriscaldamentoestivo.Come è possibile notare dallaTabella 4 le condizioni di com-fort estive sono rispettate nellamaggior parte del periodo esti-vo; in particolare dalla Tabella 4,si nota come il comfort termicosia garantito nel:

- 89% a Giugno- 82% a Luglio- 87% ad Agosto- 93% a Settembre

Una rappresentazione grafica diquanto detto sopra è riportatanei grafici 3 e 4. Dato che la percentuale di ore dicomfort e sempre superioreall’80% è possibile ritenereaccettabile il comportamentoestivo dell’edificio che dunquenon necessita di alcun impiantodi climatizzazione estiva.Tale era l’obiettivo che ci si prefigge-

va. Infatti la sola presenza di unimpianto di climatizzazione finiscecon il provocare eccessivi consumielettrici per l’inevitabile adattabilitàdell’utenza a condizioni di discom-fort discontinue. Per maggiore completezza

dell’informazione bisognadire che “Casakyoto” è ancheun laboratorio di sperimen-tazione dal vivo e quindi èstato predisposto un sistemaimpiantistico flessibile dove di fatto sarà possibile speri-

Giu Lug Ago Sett

Tcomf - 2.5 21.24 22.27 21.94 20.92

Tcomf + 2.5 26.24 22.7 26.94 25.92

< Tcomf - 2.5 0% 1% 0% 0%

comfort 89% 82% 87% 93%

> Tcomf + 2.5 11% 17% 13% 7%

Tmin 21.22 23.4 21.55 20.85

Tmax 28.61 30.13 31.18 27.97

Figura 2

Tabella 4

doniselli24 29-05-2008 17:39 Pagina 4

Page 39: Neo Eubios24

mentare anche soluzioni diraffrescamento (e riscalda-mento) differenti, come adesempio l’impiego di pompedi calore di vario tipo, geo-termia, ecc.

Impianto solare termico

L’impianto solare termico nelprogetto Casa Kyoto è asservitounicamente alla produzione diacqua calda sanitaria; esso ècostituito da:- n° 3 collettori a tubi sottovuotodi superficie totale 9,66 m2 (coef-ficiente di perdita ottica=0,718,coefficiente di perdita termica diI° ordine= 0,974 W/m2K, coeffi-

ciente di perdita termica di II°ordine= 0,005 W/m2K2);- un serbatoio di accumulo dicapacità pari a 750 litri con resi-stenza elettrica ausiliaria di 1kWdi potenza.La simulazione del comportamentodell’impianto è condotta mediantel’utilizzo del software Tsol.Da essa è ottenuta la coperturaannuale del fabbisogno per la pro-duzione di acqua calda sanitariariportata in Figura 3.La quota globale di copertura delfabbisogno di ACS è pari all’81,3%è l’energia fornita dalla resistenzaelettrica ausiliaria è pari a 844kWh/anno.

Impianto fotovoltaico

Nella falda con orientamentosud-ovest sono previsti circa 34m2 di moduli fotovoltaici in sili-cio monocristallino con una effi-cienza del 16,1%.Tale impianto è connesso allarete elettrica nazionale in regi-me di scambio sul posto; la suaproduttività annua prevista è dicirca 4950 kWh/anno.Questa produttività garantisce lacopertura lungo l’anno dei consu-mi di energia elettrica necessaria a:- riscaldamento elettrico;- ausiliare elettrico del bollitoreper la produzione di acqua caldasanitaria;

neo-Eubios 24 47 giugno 2008

Grafici 3 e 4

Figura 3

doniselli24 29-05-2008 17:39 Pagina 5

Page 40: Neo Eubios24

- ventilatori dell’impianto diventilazione.Tale copertura è riportata inFigura 4.

Pompa di calore

Come detto al punto riguar-dante la ventilazione meccani-ca controllata, il riscaldamentodell’aria avviene totalmentecon le resistenze elettrichepreviste ai vari piani. Tuttavia è stata predispostaanche una batteria idraulica dipreriscaldamento, a valle del-l’unità ventilante, servita dauna pompa di calore geotermi-ca che verrà installata in unafase successiva della sperimen-tazione. La pompa di calore è del tipoad espansione diretta; in prati-ca un fluido frigorifero inseritonella captazione orizzontalesotto il giardino che funge daevaporatore e un circuitoidraulico interno alla casa perla diffusione del calore.Il calore viene dunque preleva-to dal suolo per mezzo di unarete di sensori in rame, rivesti-ti in polietilene, a forma di ser-pentina, interrati nel giardinoad una profondità di circa 60cm, su una superficie di circa90 m2. Tale pompa di calore hail compito di pre-riscaldarel’aria portando ad utilizzare leresistenze elettriche esclusiva-mente nelle condizioni dipicco solo se ritenuto necessa-rio dall’utenza.In questo modo è possibile uti-lizzare la pompa di calore almassimo della sue potenzialitàcon una temperatura di man-data pari a circa 35°C; questoporta ad avere un COP mediopari a 4,09.

Domotica

La domotica rappresenta un ulte-riore valore aggiunto nel progettoCasakyoto, in quanto consente didisporre di un sistema “intelligen-te” che garantisce l’ottimizzazionedell’utilizzo e della gestione degliimpianti presenti. In particolareper il risparmio energetico sonostate adottate i seguenti accorgi-menti:

- IMPIANTO DI RISCALDA-MENTO-VENTILAZIONE: E’ prevista per ogni piano unapulsantiera a 4 canali in grado diagire sulla velocità del ventilatore;da essa è possibile anche spegne-re completamente l’impianto(ventilatore + resistenza elettri-che).Questo facilità molto l’utiliz-zo dell’impianto è consenteall’utente di regolare la tempera-tura ambiente in base alle sueaspettative. Infatti come detto inprecedenza noi pensiamo diridurre al minimo l’automazionenella regolazione dell’impianto diriscaldamento credendo forte-mente nell’approccio del benes-sere adattativi;

- IMPIANTO DI ILLUMINA-ZIONE: Sono previsti nei locali di pas-saggio, come scale e disimpegnie scale, dei sensori di movimen-to che attivano in automatico lerispettive luci. Inoltre nel localesoggiorno, posizionato al pianoterra, sono state previste delleluci dotate di dimer; questodispositivo, accoppiato ad unrilevatore di illuminamento,consente di regolare in automa-tico il flusso luminoso in uscitadalle lampade in funzione delilluminamento naturale garanti-to delle finestre. Questi sempliciaccorgimenti consentono direndere l’impianto di illumina-zione altamente efficiente evi-tando sprechi dovuti a dimenti-canze.

- SCHERMATURE SOLARI LOG-GIA AL PIANO COPERTURA: E’ prevista una tenda motorizzataregolata da un sensore di irradia-zione solare che consente di otti-mizzare la schermatura del pianocopertura evitando problemi disurriscaldamento estivo.

neo-Eubios 24 48 giugno 2008

Figura 4

doniselli24 29-05-2008 17:39 Pagina 6

Page 41: Neo Eubios24

Casakyoto in 10 mosse, dall’edificio esistente alla casa

efficiente.

Sul nostro territorio nazionale èpresente un’opportunità note-vole di contribuire alla riduzio-ne di emissioni di CO2, operan-do sugli edifici esistenti.

Lo spirito di Casakyoto è contri-

buire alla riduzione di emissioni

attraverso una o più soluzioni

tecniche dei partner sul sistema

edificio-impianto del nostro

patrimonio esistente tenendo

bene a mente che lo scopo degli

edifici è garantire il comfort

agli utenti e non avere un basso

consumo.

Le soluzioni presentate sono

state realizzate presso l’edificio

prototipo di Casakyotoq a

Gavirate (VA).

Il prototipo è visitabile e sonostati predisposti corsi di aggior-namento professionali chevedranno coinvolti i professioni-sti della diagnosi e certificazioneenergetica.

Per ulteriori informazioni èpossibile visitare

www.casakyoto.eu

neo-Eubios 24 49 giugno 2008

A lato: operatori Casakyotoq al lavoro.In basso: vista del prototipo Casakyotoq

a Gavirate (VA).

doniselli24 3-06-2008 12:58 Pagina 7

Page 42: Neo Eubios24

Il processo di riscaldamento glo-bale è inequivocabile e moltoprobabilmente la causa è nelleattività umane. La conseguenzaè un processo di cambiamentoclimatico che ha ripercussionidiverse, ma quasi sempre negati-ve, su tutti gli ecosistemi maanche e soprattutto sull’uomo esulle sue attività, incluse quelleeconomiche, sociali, e di vitaquotidiana. Naturalmente ildiscorso è assai più lungo ecomplesso, ma per un approfon-dimento rimando a quanto giàabbiamo visto insieme inEUBIOS n.22 (a pag.55), nel-l’articolo Cambiamenti climatici: èil momento di agire. E a propositodi agire, sempre in Eubios, neln.23 ( a pag.12), abbiamo parlatodel come e perché agire a pro-posito del piano cosiddetto“Europa 20 20 20 2020”. Laragione, val la pena di ricordar-lo, è che l’Unione Europea ritie-ne che se il processo di riscalda-mento supera i 2°C rispettoall’era preindustriale il cambia-mento assumerebbe, per ilnostro continente, proporzionicatastrofiche. Ricordo peraltroche un grado ce lo siamo giàmangiato, essendosi il nostropianeta riscaldato di 0.74°Cnegli ultimi 100 anni e che que-ste previsioni, o meglio scenari,non vanno viste come “catastro-fiste”, o “allarmiste” ma comeprevenzione, come “briefing disicurezza per il pianeta Terra”.

Nel piano “20 20 20 2020” l’UEritiene necessario ridurre leemissioni del 20% attraverso un20% di ulteriore ricorso a fontirinnovabili e un 20% di rispar-mio energetico, il tutto da attua-re entro il 2020, vale a dire, vistoil ritardo che abbiamo soprattut-to in Italia al proposito, pratica-mente domani. Ma c’è un’altravalida ragione per risparmiareenergia ed è nell’energia stessa esoprattutto nel principale “ali-mento” della vorace societàmoderna, che pure tante cosebuone ha comunque portato: ilpetrolio ed il gas naturale. Ricordo vagamente in propositouna notizia che si rincorreva neitelegiornali degli anni 1970 “nel2000 finirà il petrolio”. Questanotizia mi è rimasta impressacome una previsione sbagliatafino a pochi anni fa, quandodopo la lettura di alcuni libri misono associato ad ASPO Italia(www.aspoitalia.net) sezioneItaliana dell’AssociazioneInternazionale di studio delpicco del petrolio e del gas natu-rale fondata dal geologo di origi-ne tedesca Colin Campbell.Questa notizia è un classicoesempio di disinformazione,non so quanto voluta o involon-taria, giornalistica. La notizia,presa così, è catastrofista e sicu-ramente sbagliata. Ma il fatto sucui si basava è diverso e sicura-mente reale, pur con le dovuteprecisazioni.

La notizia vera doveva esseretitolata, più, o meno, così:““aattttoorrnnoo aall 22000000 iill ppeettrroolliioo rraagg--ggiiuunnggeerràà iill ppiiccccoo ddii pprroodduuzziioonneeoppure ddooppoo iill 22000000 iill ppeettrroolliioo iinnii--zziieerràà iill ssuuoo ddeecclliinnoo ee pprrooggrreessssiivvaa--mmeennttee nnoonn bbaasstteerràà ppiiùù””.

Il “picco di Hubbert”

Entrando un po’ più nel detta-glio, negli anni 1970, vi fu laprima grave crisi energetica pla-netaria, che possiamo conside-rare un po’ la “prova generale”del futuro prossimo venturo. La causa scatenante fu, indiret-tamente, dovuta proprio al raggiungimento del picco di produzione (http://it.wikipe-dia.org/wiki/Picco_di_Hubbert), della produzione petroliferainterna degli Stati Uniti, avve-nuta attorno al 1971 esattamentecome pronosticato, fra lo scetticismo generale, dal geolo-go Marion King Hubbert(http://it.wikipedia.org/wiki/Marion_King_Hubbert), geofisico statuni-tense dei laboratori di ricercadella compagnia petroliferaShell Oil Company (Houston,Texas – USA). M.K.Hubbert formulò unmodello matematico relativa-mente semplice per stimarel’evoluzione della produzionepetrolifera secondo il quale laproduzione di un giacimento,ma anche, più in generale, diuna nazione o perfino dell’intero

neo-Eubios 24 50 giugno 2008

CLIMA E PETROLIOSiamo agli sgoccioli?

di

Luca Lombroso

lombroso 29-05-2008 18:12 Pagina 1

Page 43: Neo Eubios24

globo segue una curva a campa-na simile ad una curva gaussia-na, ovvero la produzione cresceinizialmente dolcemente, poipiù velocemente, rispondendofacilmente alla domanda di pro-duzione, quindi raggiunge unpicco con una zona piatta equindi inizia un inesorabiledeclino, non improvviso comese si chiudesse un rubinetto, macomunque via via più veloce einesorabilmente la produzionescende al punto che, anche senon esaurito, di fatto non con-viene più estrarre niente dal gia-cimento. La teoria si basava sul-l’analisi dell’andamento dellaproduzione di carbone dellaPennsylvania, opportunamentecorretta con una trattazionematematica. In base alla sua teoria Hubbertcercò di prevedere il futuro dellaproduzione dei 48 stati conti-nentali degli USA. Eravamo nel1956 e la sua stima indicava cheagli inizi degli anni 70, gli USAavrebbero raggiunto il loro“picco di produzione” petrolife-ra. La previsione fu presa negliambienti scientifici ed economi-ci con scetticismo fino a quandoappunto nei primi anni 70 effet-tivamente i 48 stati continentaliUSA raggiunsero il loro picco diproduzione, innescando indiret-tamente le crisi petrolifere del1973 e del 1979.Ora viene da chiedersi: perchéla produzione segue questacurva e ci sarà, e quando, unpicco globale e soprattutto conquali conseguenze? Nessuna diqueste domande è di facilerisposta, anzitutto, il picco di pro-duzione non avviene solo per ilpetrolio ma per quasi tutti iminerali e anche, se sovrasfrut-tate, per alcune fonti teorica-mente rinnovabili come il pesce(famoso il caso dell’olio di balena,

crf.Ugo Bardi, in La fine delpetrolio). I motivi sono diversi: diordine economico e di ordinegeologico, e soprattutto energe-tico: oltre un certo limite infattiuna risorsa mineraria non è piùconveniente sfruttarla; nel casodel petrolio, si arriva insomma aun punto in cui si userebbe piùenergia per estrarlo che quantane viene resa dal suo uso. Più indettaglio questo fatto non è altroche il concetto di EROEI, (oEROI), acronimo inglese che staper Energy Returned OnEnergy Invested (o EnergyReturn On Investment) ovveroenergia ricavata su energia con-sumata; matematicamente è ilrapporto tra l’energia ricavata etutta l’energia spesa per arrivareal suo ottenimento. Una fontedi energia è conveniente sepresenta un valore di EROEImaggiore di 1.“Peak Oil non significa “fine delpetrolio” in senso stretto, maprogressivo ed inesorabile calodella produzione per mereragioni geologiche, economicheed energetiche. Ovvero, è la finedel petrolio facile, economico”.A questo punto viene spontaneochiedersi: se gli USA hanno rag-giunto il loro picco di produzio-ne negli anni 1970, qual è lasituazione mondiale? Hubbert sipose la domanda, e stimò unpicco di produzione globaleattorno al 2000, da qui la previ-sione “millenaristica” dei gior-nali, subito presa per catastrofi-sta dal mondo economico-finan-ziario e politico, ma come è faci-le intuire dall’impennata deiprezzi la previsione di Hubbertfu veramente lungimirante. InFigura 1 possiamo infatti vederecome si è evoluta nel tempo lascoperta e l’uso del petrolio,nonché le proiezioni futuredella produzione.

Il mondo sta viaggiando a“debito petrolifero” fin daglianni 1980, nonostante glienormi investimenti in ricercadi nuovi giacimenti. Insomma, consumiamo piùpetrolio di quanto ne scopria-mo: e ne consumiamo tanto:circa 84 milioni di barili al gior-no nel mondo, 1,7 milioni dibarili/giorni sono usati in Italia,20.6 milioni di barili/giorni negliUSA (dati US EnergyInformation Administration2006); interessante poi notareche la Francia ne consuma 1.9milioni di barili/giorno, piùdell’Italia, nonostante sia unpaese che per la produzioneelettrica usa molto nucleare.Insomma, il nucleare, come èchiaro, non toglie dipendenzadal petrolio.Mentre scrivo questa fra, 1secondo, 1000 barili se nevanno in fumo e qualche gocciaserve pure a scrivere questoarticolo, un’altra piccola parteper gli inchiostri di stampante,rivista stessa che leggete, per laproduzione e trasporto dicarta…e via dicendo. Insomma, anticipiamo già che ilpetrolio non è solo benzina ogasolio per viaggiare, scaldarci eazionare centrali, ma la nostrastessa civiltà, in quanto si trovain oltre 500000 prodotti di usoquotidiano, inclusi molti isolan-ti termoacustici. E i consumisono veramente giganteschi:ogni anno nel mondo se nevanno 30 miliardi di barili, 1000miliardi circa si sono già consu-mati dal XIX secolo a oggi, nerestano circa, secondo le stimepiù attendibili, un altro migliaiodi miliardi, ovvero se la produ-zione rispondesse alla domandaper circa 40 anni.Ma le cose sono più complicate esubdole: da un lato la domanda

neo-Eubios 24 51 giugno 2008

lombroso 29-05-2008 18:12 Pagina 2

Page 44: Neo Eubios24

cresce, dall’altro oggi si consu-mano 4 barili per ogni barilescoperto, e nel 2030 il rapportosarà di 15 consumati e uno soloscoperto. Di conseguenza il calodella produzione è facilmenteintuibile, e il grafico di Figura 2rende evidente il processo delpicco, i pozzi sono ormai spre-muti come arance nello spremiagrumi e più di tanto non posso-no dare. Il declino è innegabileche ci sarà: la domanda è: quan-do inizierà? Sempre dal graficovediamo che il peak oil è colloca-to attorno al 2005-2010, ovvero,sostanzialmente, siamo esatta-mente sopra al picco. Agenziepiù “ottimistiche” prevedono ilpicco del petrolio nel 2020, altrienti e soprattutto l’economianon ne vuol sentire parlare onon lo prende in considerazioneperché “tanto ci pensa la tecno-logia”. Ma la tecnologia richiedetempo, anche fosse il 2020, ecomunque le stime più recenticonfermano che siamo propriosopra al picco o lo abbiamo pas-sato da pochi anni (K.Deffeyesper esempio pone simbolica-mente il picco del petrolio ilgiorno del Ringraziamento 2005,Thanking Day, ovvero il 16dicembre 2005.

Se le cose stanno così, frapochi anni vedremo i primisintomi della discesa di produ-zione e nel 2020 anziché i 115milioni di barili al giornorichiesti dall’economia neestrarremo solo 55-60 milionidi barili. Il primo sintomo c’è già: il prez-zo. Mentre scrivo, 9 maggio 2007ore 14, 125.70$/barile per ilpetrolio WTI al Nymex di NewYork. Di petrolio infatti ne esi-stono diversi tipi: il picco di cuistiamo parlando è quello delpetrolio convenzionale, più faci-le, economico e relativamentemeno inquinante rispetto aipetroli pesanti, a quelli di pozzimolto profondi e quelli polari,per non parlare delle inquinantie scarsamente efficienti perl’estrazione sabbie bituminose. Anche questi petroli però sonodestinati a raggiungere il loropicco entro pochi anni.Dicevamo il prezzo: ormai è ilmassimo storico assoluto, benoltre il valore attualizzato equi-valente a 100$/barile di oggidella crisi del 1979 (conseguentefra l’altro il raggiungimento delpicco interno dell’IRAN).Nessuno, nemmeno i più “cata-strofisti” fra scienziati, esperti e

ambientalisti, pensava oggi alpetrolio così caro: l’aumento èdi quasi il 1000% rispetto al1998, quando oscillava sui 10-15$ di allora, 25$ attualizzati. Ela causa non è solo speculativama congiunturale. Insomma, più o meno probabil-mente siamo nel cosiddetto“plateaux” del picco, la zonapiatta, una sorta di altipiano acui siamo giunti dopo una primametà in cui la crescita di produ-zione (e conseguentemente dimerci e servizi) era veloce e rela-tivamente facile, pur con qualcheincertezza, visibile nella curva,come il rallentamento e lievecalo di produzione durante lagrande depressione del 1929 edurante la crisi energetica deglianni 1970. E’ da notare che inquesti due periodi di recessionepure le emissioni totali di ani-dride carbonica subirono uncerto rallentamento e calo(Figura 3), ma le concentrazio-ni continuarono ad aumentare,segno che anche rallentando lacombustione di combustibilifossili le conseguenze sul climanon terminano immediatamentesia per i processi di accumulo dicarbonio fossile che per l’inerziatermica del nostro pianeta.Inoltre la deforestazione è anco-ra oggi un importante e dimenti-cato 17% delle emissioni globalie col declino petrolifero rischiadi aumentare per varie ragioni,inclusa da folle e disperata corsaai cosidetti “biocarburanti”.Quindi, di combustibili fossiline restano comunque più chea sufficienza per causare ulte-riori danni al clima, ma forsenon più abbastanza per i ritmidei nostri consumi.

neo-Eubios 24 52 giugno 2008

Figura 1 Scoperte e produzione petrolifera nel mondo: produzione pregressa inmiliardi di barili/anno e stime future di produzione secondo ASPO

(www.peakoil.net - www.aspoitalia.net/)

lombroso 29-05-2008 18:12 Pagina 4

Page 45: Neo Eubios24

Quali sono le future conseguenze del picco?

Una volta oltrepassato il “plate-aux”, in cui ancora non ci accor-giamo della reale scarsità dellarisorsa petrolio e in cui però ilsistema ci lancia segnali qualitensioni, prime guerre per ilpetrolio, aumenti dei prezzipetroliferi e degli alimentari,scioperi e tensioni sociali quali losciopero degli autotrasportatoridel dicembre 2007, ecc, inizieràla discesa e sarà via via più bruscae inesorabile e se non azioniamoi “freni” o imbocchiamo “uscitedi emergenza” la transizione saràagitata, secondo alcuni scenarifino a portarci alla vera e propriafine della società industriale“moderna” e imboccando unfuturo del tutto incerto. L’aumento del prezzo è infattisolo la prima, la più vistosa etutto sommato affrontabile, masenza interventi ci troveremo aconvivere con un clima mutato,più caldo, più domanda di ener-gia soprattutto in estate mentrenel contempo il declino dellarisorsa petrolio potrebbe inne-

scare un declino economico ine-sorabile, il ridimensionamentodel trasporto di massa, la finedei voli low cost, problemi peroltre 500.000 prodotti di consu-mo (plastica, detergenti, verni-ci…), prezzi in crescita per ciboe servizi, razionamenti, crisi ali-mentare, per arrivare a scenariche vedono disoccupazione eguerre per l’energia.Infatti NESSUNA energia alter-nativa o rinnovabile può sosti-tuire completamente il petrolio.E nemmeno il gas, infatti alrecente convegno di ASPOItalia (ASPO 2 - Torino, 3 mag-gio 2008) è emerso come il piccodi produzione del gas naturalesia ormai prossimo, e probabil-mente si verificherà attorno al 2013 (http://aspoitalia.blog-spot.com/2008/05/aspoitalia-2-euan-mearns-sulla.html). È importante però questa parolacompletamente: molte sono le“vie di uscita” che possono aiu-tarci a fare diventare l’era postpicco un’opportunità di unmondo migliore, più equo, incui l’uomo vive in armonia con ipropri simili, con l’ambiente e

coi tempi della natura. Le fontirinnovabili legate direttamenteo indirettamente al sole, ovverosolare fotovoltaico e solare ter-mico ma anche eolico e biomas-se (da non confondere coi bio-carburanti, che almeno perquelli di prima generazionesono un vero crimine control’umanità come sostiene l’ONUper la competizione col cibo).l’importanza del risparmioenergetico.Di fronte al quadro prospettatoè chiaro che, sia il picco ora ofosse anche nel 2020, il tempostringe e bisognare agire subito.Clima ed energia, 2 piccioni conuna fava è un titolo di molte mieconferenze e di un precedentearticolo (vedi Eubios n.20). Le fonti rinnovabili da solefaticherebbero a tenere ilpasso dei consumi odierni, ilnucleare non è l’alternativa edecco quindi che una volta dipiù è necessario puntare sulmix risparmio energetico efonti rinnovabili “vere”.Risparmio energetico che puòe deve iniziare dai luoghidove più viviamo: casa nostra,

neo-Eubios 24 53 giugno 2008

Figura 2 Produzione di petrolio inmiliardi di barili all’anno e stimadella produzione futura secondo lestime di ASPO Internazionale. Il picco del petrolio convenzionalesi sta probabilmente verificando inquesti anni, i petroli di acque pro-fonde, quelli pesanti e le sabbiebituminose vedranno il loro piccoentro pochi anni, così come il gasnaturale. Le stime IEA InternationalEnergy Agency sono invece moltopiù ottimistiche. Chi avrà ragione?Non val la pena aspettare…nel dub-bio…meglio agire!

lombroso 29-05-2008 18:12 Pagina 5

Page 46: Neo Eubios24

i nostri uffici, le nostre fabbri-che e le nostre scuole.Occorrerà in particolare sfrut-tare attentamente e oculata-mente il petrolio che resta perquanto può aiutarci in futuro:fonti rinnovabili e molti mate-riali edilizi richiedono infatti,almeno nella fase iniziale, dicombustibili fossili o di petro-lio per produrre i materiali. In futuro quindi occorrerà chie-dersi: che fare? Continuare adusare il petrolio per alimentareun potente SUV o peggio anco-ra per un assetato aereo militare(un F16 consuma anche 16000litri/ora di kerosene!), oppureusarlo per montare turbine eoli-che (che in fase di montaggiorichiedono ovviamente trasportied energia esterna) o ancora permateriali isolanti, coibentazioni,

e per ristrutturare il patrimonioedilizio esistente?Personalmente non ho dubbisulla risposta: meglio al caldo econ elettricità da fonti rinnova-bili domani, che una passerellacon auto di lusso oggi!

Bibliografia e sitografia consigliata

- neoEubios n.20, Clima e risparmioenergetico, due piccioni con una fava diLuca Lombroso, pag. 24;- neoEubios n.22, Cambiamenti cli-matici: è il momento di agire, di LucaLombroso, pag. 55;- neoEubios n.23, Situazione clima2020, l’Europa vara il piano 20-20-20,pag. 12;- La fine del petrolio. Combustibili fos-sili e prospettive energetiche per il ven-tunesimo secolo, Ugo Bardi, EditoriRiuniti 2002;

- Storia Petrolifera del Bel Paese, UgoBardi e Giovanni Pancani, EdizioniLe Balze, 2006;- Beyond Oil: The View from Hubbert’sPeak, Kenneth S. Deffeyes, disponi-bile su AMAZON;http://tinyurl.com/5b6nde;

- Energia oggi e domani.Prospett ive, sf ide, speranze.Nicola Armaroli e VincenzoBalzani, Bup - BononiaUniversity Press , 2004;- La festa è finita. La scomparsa delpetrolio, le nuove guerre, il futurodell’energia. Richard Heinberg, FaziEditore, 2004;- http://petrolio.blogosfere.it;- ASPO Italia - sito: www.aspoita-lia.net - blog: http://aspoitalia.blog-spot.com/;- Blog “Petrolio” di Debora Billiht tp : / /petro l io.b logosfere. i t / ; - Blog “Ecoalfabeta”http://ecoalfabeta.blogosfere.it/;

neo-Eubios 24 54 giugno 2008

Figura 3 Emissioni totali di gasserra espresse in carbonio equiva-lente: le emissioni totali assommanoa cifre enormi, essendo la scala inmiliardi di tonnellate di carbonioequivalente. La curva blu rappre-senta le emissioni provenienti dal-l’uso di combustibili fossili, quellaverde da deforestazione.

A lato: traffico aereo frenetico all’AeroportoInternazionale di Los Angeles. La crisi Alitaliaè stata accelerata dal fortissimo aumento deiprezzi del Kerosene avio che, essendo privo diaccise per i voli internazionali, ha risentito dell’intero aumento petrolifero. IATA evidenziache negli ultimi 12 mesi (maggio 2007-2008)l’aumento è stato del 69%. Una conseguenza delpicco inevitabile sarà il ridimensionamento del-l’aviazione civile e commerciale. (foto LucaLombroso)

lombroso 29-05-2008 18:12 Pagina 7

Page 47: Neo Eubios24

Il presente articolo ha lo scopodi definire quali siano i dati diinput necessari per determinareil rendimento globale medio sta-gionale dell’impianto termico econseguentemente l’energia pri-maria per la climatizzazioneinvernale, valore essenziale siaper la verifica dei requisiti mini-mi di legge sia per la classifica-zione energetica dell’edificio.In questo articolo, suddiviso inparagrafi corrispondenti aidiversi sub-sistemi dell’impian-to termico, si desidera fornirealcune indicazioni a certificatorie progettisti su come ricavare idati di ingresso, non semprecosì espliciti, da inserire all’in-terno del programma di calcolosviluppato dal CENED nella suaversione scaricabile dal sitowww.cened.it aggiornata al 14dicembre 20071.Per ognuno dei dati analizzati siriporta il riferimento al numerodei prospetti, delle formule e deiparagrafi presenti all’interno delDecreto 15833 del 13 dicembre2007 che illustra il procedimen-to di calcolo. Tale procedura èderivata dalla raccomandazionedel Comitato Termotecnico Italiano(CTI) dal titolo: “Prestazioni

energetiche degli edifici.Climatizzazione e preparazioneacqua calda per usi igienico –sanitari. Parte 2: Energia prima-ria e rendimenti per la climatiz-zazione invernale e per la produ-zione di acqua calda per usi igie-nico-sanitari”. Codice diProgetto E02069982 del 9 feb-braio 2007.Per ogni dato di input vieneriportata una tabella, suddivisain tre sezioni:1. “Dati di input”: illustra lamodalità di reperimento del dato;2. “Riferimento”: spiega doveviene menzionata, all’internodel Decreto 15833, la grandezzaanalizzata;3. “Dipendenza”: parla dellegrandezze che discendono, perelaborazione successiva, daldato in esame, qualora nonsiano scontate.

2 Sistema di erogazione del calore

2.1 hheeeeHH: Rendimento di eroga-

zione del calore- Dati di input: 1. Verifica visiva del tipo di terminale2. Misura dell’altezza internadegli ambienti- Riferimento: Formule 51, 52 eProspetti XXI, XXII.

2.2 WWeeHH: Fabbisogno elettrico

dei terminali di erogazione delcalore- Dati di input: Determinazionedella potenza elettrica comples-siva degli ausiliari mediante:1. Lettura da scheda tecnica delproduttore del terminale2. Lettura da targhetta appostasul terminale stesso3. Misurazione della potenzaelettrica tramite pinza ampero-metrica- Riferimento: Formule 53, 54 eProspetti XXIX.

La lettura da scheda tecnica èsicuramente il procedimentopiù usuale nel caso degliimpianti di nuova realizzazione.Nel caso invece di certificazionedi un edificio esistente, un ter-minale caratterizzato da assorbi-mento elettrico, come ad esem-pio un ventilconvettore, deveessere dotato di una targhettache riporti la potenza elettricaassorbita, ai sensi delle normeCEI. Sia la targhetta apposta sulterminale, sia il catalogo del pro-duttore riportano la massimapotenza elettrica assorbita dalmotore, che potrebbe discostar-si da quella assorbita in condi-

neo-Eubios 24 55 giugno 2008

EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI IMPIANTIDati input per il calcolo secondo la Procedura della Regione Lombardia

di

Paolo Lazzerini, Matteo Serraino*

1 Tali dati sono quelli necessari anche in programmi di calcolo diversi da quello sviluppato dal CENED, ma che utilizzano comunque gli algoritmi presenti all’interno della procedura di calcolo prevista dalla Regione Lombardia.

serraino24 29-05-2008 18:25 Pagina 1

Page 48: Neo Eubios24

zioni medie stagionali (soprat-tutto nei sistemi a velocità varia-bile). Tuttavia, poiché i valori dipotenza elettrica sono piccolirispetto a quelli termici, si puòanche accettare tale approssima-zione, che sicuramente nondetermina uno cambiamentonella classe della prestazioneenergetica dell’edificio. Daicataloghi dei produttori si puòvedere come il rapporto trapotenza elettrica massima assor-bita dal motore e potenza termi-ca massima resa dal terminalesia pari a circa 1/130 per termi-nali con temperatura di manda-ta pari a 70 °C e pari a circa 1/80per 50 °C (Figura 1).

3 Sistema di regolazione

- Dati di input: 1. Sistema di regolazione:a) Manualeb) Climaticoc) Di singolo ambiented) Di zona2. Tipologia di regolazione:a) on/offb) Modulante3. Tipologia di terminali diemissione del calore- Riferimento: Formule 51 eProspetti XXIII.

Per quanto riguarda la “tipologiadi regolazione”, si precisa che:

1. per “on/off” si intende unaregolazione che agisce in mododrastico (“tutto” o “niente”) su diuna valvola o su un motore: la val-vola può essere chiusa o comple-tamente aperta, il motore puòessere in moto o fermo, senzaposizionamenti intermedi; il tipi-co organo di regolazione che pro-duce un simile comportamento èil “termostato” che, essendo uninterruttore automatico, può esse-re solo chiuso (e allora azionareun meccanismo) o aperto (e alloraarrestare il meccanismo stesso);2. per “modulante” si intendeuna regolazione che agisce inmodo continuo su di una valvolao su un motore: la valvola puòessere aperta a diverse percentua-li e il motore può essere in motoa diverse velocità di rotazione;per ottenere un simile comporta-mento è indispensabile disporredi un “regolatore” automaticoaccoppiato ad una o più “sonde”(lettori/trasmettitori di tempera-tura.) o, in alternativa, di undispositivo che accorpa le funzio-ni di sonda e regolatore (comeuna valvola termostatica a servi-zio di radiatori).

La regolazione “on/off” agiscetra due soglie di commutazio-ne, separate da un intervallodetto “differenziale”. Un termostato potrebbe, adesempio, aprire una valvola aldi sotto di 19°C e chiuderla aldi sopra di 21°C: in questo casoil differenziale è pari a 2°C e laregolazione produce un com-portamento oscillante intornoal valore medio 20°C.

La regolazione “modulante”reagisce con maggiore o mino-re sensibilità (prontezza diintervento) agli scostamentidella grandezza fisica regolatarispetto al valore desiderato aseconda dell’ampiezza di unparametro, detto “banda pro-porzionale”: più stretta è labanda, maggiore è la sensibilitàdel sistema.

Un sistema molto sensibile èpiù veloce e accurato di unomeno sensibile, ma può dareluogo a instabilità di compor-tamento del processo regolato.Non è possibile stabilire l’am-piezza della banda in assenzadi una scheda tecnica del rego-latore.

neo-Eubios 24 56 giugno 2008

Figura 1 Ventilconvettore dotato diventilatore nella parte inferiore.

(Fonte: documentazione tecnica Baltur)

Figura 2 Termostato ambiente.(Fonte: documentazione

tecnica Caleffi)

Figura 3 Valvola termostatica consensore incorporato con elemento

sensibile a liquido (Fonte: documentazione tecnica Caleffi)

serraino24 29-05-2008 18:25 Pagina 2

Page 49: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 57 giugno 2008

4 Sistema di distribuzione

4.1 hhddHH: Rendimento di distri-

buzione- Dati di input:1. Tipologia di impianto (centra-lizzato o autonomo)2. Nel caso di impianto centra-lizzato:a) tipologia di distribuzione (ver-ticale od orizzontale)b) numero di piani dell’edificio3. Nel caso di installazione diimpianto centralizzato condistribuzione verticale: periododi installazione dei montanti 4. Anno di installazione delsistema di distribuzione nellocale caldaia.- Riferimento: Formule 51 eProspetti XXV.

In merito alla “tipologia diimpianto” è opportuno precisa-re che:1. per “centralizzato” si intendeun impianto organizzato con ununico punto di produzione delcalore (caldaia condominiale,scambiatore del teleriscalda-mento, ecc.), a partire dal qualevengono alimentate tutte lediverse zone termiche;2. per “autonomo” si intende unimpianto organizzato con unpunto di produzione del caloreal servizio di ciascuna zona ter-mica: caso emblematico è quellodelle caldaiette autonome,installate in ciascun alloggio.Con riferimento alla “tipologiadi distribuzione” è opportunosottolineare che:1. per distribuzione “orizzonta-le” (Figura 4, a sinistra) si inten-de la presenza di una rete ditubazioni al servizio esclusivo diuna zona termica; più zone ter-miche possono venire alimenta-

te da diverse reti di questo tipo,tra loro in parallelo, ognunadelle quali si diparte da unpunto di consegna;2. per distribuzione “verticale”(Figura 4 a destra) si intende lapresenza di una serie di colon-ne, messe tra loro in parallelo sudi un circuito comune, ognunadelle quali alimenta corpi scal-danti appartenenti a zone termi-che distinte (diversi piani del-l’edificio).In un edificio a più piani, ladistribuzione “orizzontale” pre-vede che ogni alloggio sia servi-to da una propria rete indipen-dente; il fatto che esistano deicollegamenti verticali, in sensospaziale, per alimentare le diver-se reti a partire da un’unica cen-trale termica, non inficia di persé la definizione di “orizzonta-le”, legata all’indipendenza fisi-ca e funzionale dei diversi sotto-sistemi.

La distribuzione “orizzontale”consente il sezionamento idrau-lico dell’intero circuito di unazona termica e, cosa moltoimportante, la contabilizzazionerigorosa dell’energia termicaconsumata dalla zona stessa. Nelcaso della distribuzione “vertica-le”, invece, esistono pesanti ecroniche commistioni idraulichetra le zone termiche, per cui nonè possibile sezionare l’impiantodi una zona senza compromette-re le altre e, soprattutto, non èpossibile una contabilizzazionerigorosa dell’energia (Figura 4).Attraverso il periodo di installa-zione si cerca di determinareindirettamente il livello di isola-mento delle tubazioni. Le date riportate fanno riferimento:1. Alla prima legge italiana sul-l’efficienza energetica degli edi-fici (la legge 373/76), anche se inrealtà è ancora una legge qua-dro, i cui principi vengono

Figura 4 Distribuzione orizzontale (a sinistra) e verticale (a destra)

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 4

Page 50: Neo Eubios24

tradotti a lato pratico dal suodecreto attuativo (il DPR1052/77) che per primo prevede-va l’isolamento delle tubazioni;2. Al DPR 412/93, decreto attua-tivo della Legge 10/91, cheriporta nuove prescrizioni in ter-mini di isolamento della rete didistribuzione.La data di installazione non puòessere determinata se non dallamemoria del proprietario.La procedura proposta dalCENED non tratta:1. Le reti di distribuzione nelcaso in cui il generatore di calo-re sia esterno all’edificio;2. Le reti aerauliche, quantun-que tra i terminali siano presen-ti anche le bocchette ad ariacalda, in quanto la raccomanda-zione CTI prevede che in questocaso non possa essere utilizzatoun metodo tabellare, ma sidebba ricorrere ad una procedu-ra di tipo analitico riportataall’interno della norma UNI10347.

4.2 WWEEHH Fabbisogno elettrico

delle pompe a servizio dellarete di distribuzione

- Dati di input: Potenza elettricacomplessiva delle pompe- Riferimento: Formula 58, 59.

L’apparecchiatura elettrica deveessere dotata di una targhetta cheriporti la potenza elettrica assor-bita. Come descritto per il ventil-convettore, questa potenza elet-trica è quella massima assorbita.Anche in questo caso le potenzeelettriche sono piccole2 rispetto aquelle termiche erogate.

5 Sistema di accumulo

5.1 ff’’ss: Perdite del sistema diaccumulo

- Dati di input: Volume del ser-batoio di accumulo- Riferimento: Formula 61 eProspetto XXVII.

Nel caso di questo sub-sistemadi impianto vengono determina-te direttamente le perdite termi-che in funzione della classe divolume del serbatoio e nonattraverso la definizione di unrendimento.Quando non sono soggetti adomologazione, i serbatoi posso-no non avere la targhetta. Inquesto caso l’unico modo distima del volume è la misura inopera delle dimensioni del ser-batoio, ovviamente al netto delrivestimento isolante.Nel caso di più serbatoi lapotenza termica dispersa si rica-va in funzione del volume com-plessivo degli accumuli (e noncome somma delle potenza ter-miche disperse calcolate singo-larmente per ogni serbatoio).

5.2 WWHHSS : Fabbisogno elettrico

della resistenza di back-up opost-riscaldamento a serviziodel sistema di accumulo

- Dati di input: Potenza elettricadella resistenza di back-up opost-riscaldamento- Riferimento: Formula 63.

Questi dati sono certamentecontenuti nella documentazionetecnica normalmente a corredodell’apparecchiatura.

Se tale documentazione non èdisponibile, si può stimare pereccesso la potenza elettrica inbase ai dati di taratura dei siste-mi di protezione elettrica instal-lati, o procedere ad una misuradi assorbimento.

6 Rendimento di produzione

Gli algoritmi presenti all’internodella procedura di calcolo propo-sta dal CENED non possonoessere applicati a rigore ai genera-tori multistadio e modulanti,nonostante quanto specificato alparagrafo E.6.2.4.1. A testimo-nianza di questo si rimanda allalettura della raccomandazione delCTI, da cui la procedura di certi-ficazione lombarda deriva, cheprevede un altro metodo di calco-lo per questi ultimi tipi di sistema.Di seguito vengono elencati idiversi dati di input per i genera-tori on/off di tipo tradizionale eper le caldaie a condensazione.Anche per queste ultime, percome è definito il metodo di cal-colo, si deve fare riferimento asistemi on/off, cosa che però sidiscosta abbastanza dalla realtàdegli attuali prodotti commerciali.

6.1 Generatori di calore on/off

6.1.1 PP’’cchh,,oonn: Perdita termica

percentuale nominale al cami-no a bruciatore acceso [%]

- Dati di input:1. Valore da rilevare in campoattraverso una prova fumi:a) nel caso degli edifici di nuova

neo-Eubios 24 58 giugno 2008

2 Una regola di prima approssimazione suggerisce che le pompe di circolazione abbiano una potenza elettrica non supe-riore ad 1/400 della potenza termica del generatore di calore.

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 5

Page 51: Neo Eubios24

costruzione, eseguita in sede dicollaudo.b) nel caso degli edifici esistenti,qualora l’ultima rilevazione dellaperdita ai fumi a bruciatore acce-so, riportata sul libretto di cen-trale (o di impianto), sia antece-dente di 24 mesi alla richiesta dicertificazione energetica.2. Solo nel caso di mancanza diallacciamento alla rete del gas, ilvalore deve essere desunto dalprospetto XXXIV in funzionedella tipologia del generatore3:a) atmosfericob) ad aria soffiata- Riferimento: Formule 81, 82,83 e Prospetti XXVIII, XXXIV.- Dipendenza: Perdite al caminoa bruciatore acceso in condizio-ni di funzionamento reale(Pch,on).

Contrariamente a quanto preve-deva la raccomandazione CTI, siesclude, nell’ambito della certi-ficazione energetica, anche pergli edifici di nuova costruzione,la possibilità di far riferimento aidati riportati sulla scheda tecni-ca del fabbricante, forse con lavolontà di costringere il certifi-catore a basarsi su indicazioniquanto più possibile vicine alfunzionamento reale dell’im-pianto, in modo che la certifica-zione possa riferirsi all’edificiocosì come costruito (as-built).Poiché il metodo di calcolo,descritto all’interno dell’allegatoE, si applica anche in sede pro-gettuale, per la redazione dellarelazione tecnica, è palese che inquesto caso non si possa faraltro che riportare i dati fornitidal fabbricante.

Il DPR 412/93 così come modifi-cato dal DPR 551/99:1. all’allegato F definisce unmodello per il “libretto di cen-trale” (potenza nominale al foco-lare superiore o uguale a 35 kW)che deve riportare, conforme-mente al punto 9 “risultati dellaprima verifica e delle verificheperiodiche effettuate a cura delresponsabile dell’esercizio e dellamanutenzione”, la perdita percalore sensibile QS espressa in

percentuale (che corrisponde aP’ch,on).

2. all’allegato G definisce unmodello per il “libretto diimpianto” (potenza nominale alfocolare inferiore a 35 kW) chedeve riportare:a) conformemente al punto 4“componenti dell’impianto termico”,se il generatore è a camera aperta(o atmosferico) o a camera stagna(a tiraggio forzato).b) conformemente al punto 7“risultati della prima verifica edelle verifiche periodiche effettuatea cura del responsabile dell’eserci-zio e della manutenzione” la per-dita per calore sensibile QS.

Ai sensi del D.Lgs 311/06, il rap-porto di controllo tecnico, previ-sto a seguito di operazioni dicontrollo e manutenzione(inclusa la prova fumi) e redattodal tecnico incaricato delle stes-se operazioni, deve riportare:1. nel caso di impianti di poten-za nominale al focolare inferiorea 35 kW (modello conformeall’allegato G del decreto) se ilgeneratore è a tiraggio naturaleo forzato (barrando appositacasella).

2. nel caso di impianti di poten-za nominale al focolare superio-re a 35 kW (modello conformeall’allegato F del decreto), latipologia del generatore e delbruciatore (cioè se atmosferico oad aria soffiata, sebbene que-st’ultimo tipo sia sicuramentepiù frequente nel caso di gene-ratori di grande potenza)Il rapporto di controllo tecnicoera già previsto dall’allegato Hdel DPR 412/93 così come modi-ficato dal DPR 551/99 e dovevagià allora contenere l’indicazio-ne sul tiraggio. Se non è dispo-nibile tale documento non èneppure noto il valore della per-dita ai fumi (a meno che nonriportata solamente sul librettodi centrale o di impianto) che èquindi necessario eseguire.

6.1.2 JJggnn,,aavv:: Temperatura

media dell’acqua nel generato-re (media aritmetica tra manda-ta e ritorno) in condizioni difunzionamento reali [°C]- Riferimento: Formule 81, 82, 83- Dipendenza: Valore reale ditutte le perdite del generatore(Pch,on; Pch,off; Pgn,env)

Né dalla raccomandazione CTI,né dalla procedura di certifica-zione della Regione Lombardiasi trova specificato se questecondizioni di funzionamentoreali siano:1. quelle che si hanno durante laprova fumi;2. quelle medie stagionali omensili di funzionamento.Nel primo caso sarebbe necessa-rio eseguire due misure di tem-

neo-Eubios 24 59 giugno 2008

3 Le quattro tipologie di generatore, presenti all’interno del prospetto XXXIV, possono essere ricondottesemplicemente a due, distinguendo solo sulla base di tiraggio: naturale o forzato.

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 6

Page 52: Neo Eubios24

peratura (sulla mandata e sulritorno) in concomitanza con laprova fumi. Tale misura, poichénon richiesta dalla legge, nonviene solitamente eseguita, mapotrebbe diventare una prassiqualora fosse necessaria per lacertificazione energetica.Nel secondo caso la proceduraper la determinazione della tem-peratura media dell’acqua incaldaia (che poiché il program-ma di calcolo richiede un solovalore è forzatamente la mediastagionale) passa attraverso ilmetodo descritto dalla racco-mandazione CTI 03/3 all’appen-dice A in funzione di parametricome la temperatura di mandatadel generatore, la tipologia delsistema di regolazione e le carat-teristiche dei terminali.

6.1.3 FFccnn: Potenza termica al

focolare del generatore [kW]

- Dati di input: 1. Lettura da scheda tecnica delgeneratore2. Lettura da targhetta appostasul generatore3. Lettura da rapporto di con-trollo tecnico.4. Lettura da libretto di centraleo di impianto- Riferimento: Formule 74, 75,78, 80 e Prospetto XXIX.- Dipendenza: 1. Perdite termiche del genera-tore (al camino e al mantello) incondizioni medie di funziona-mento2. Perdite termiche del genera-tore al mantello in condizioninominali (in assenza di dati for-niti dal fabbricante del genera-tore)3. Fattore di carico

La lettura da scheda tecnica delgeneratore è la prassi tipicaadottata in sede di progetto perla compilazione della relazionetecnica. Non esiste scheda tecni-ca che non riporti tale valore. Lealtre modalità di reperimentodel valore della potenza sonoinvece proprie degli impiantiesistenti.Ai sensi del DM 1 Dicembre1975, “Norme di sicurezza perapparecchi contenenti liquidi caldisotto pressione”, così come ripor-tato all’articolo 17 (ribadito dal-l’edizione 2005 della “RaccoltaR” dell’ISPESL), i generatori dicalore con potenza nominale alfocolare superiore a 30.000kcal/h (ovvero 35 kW), devonoessere muniti di targa di costru-zione applicata in modo inamo-vibile su una parte essenziale evisibile del generatore recante lapotenza utile e al focolareespressa in kcal/h.Per generatori di potenza infe-riore potrebbe non esseredisponibile tale indicazione; intal caso il certificatore reperirà ildato in base alle specifiche tec-niche del costruttore per l’appa-recchiatura in esame, dando perscontato che sia sempre possibi-le desumere, da un’ispezionevisiva, almeno marca e modellodell’apparecchiatura stessa,riportati in qualche modo sulrivestimento esterno.Ai sensi degli allegati F e G delD.Lgs 311/06 il rapporto di con-trollo tecnico (obbligatorio adesempio se la prova fumi è stataeseguita dopo l’entrata in vigoredel suddetto decreto) compilatodall’operatore incaricato e con-segnato in copia al responsabiledell’impianto (proprietario, con-duttore, amministratore di con-

dominio o terzo responsabile)deve contenere il valore dellapotenza nominale al focolare. Ai sensi dell’articolo 11 comma9 del DPR 412/93 gli impiantidevono essere muniti di unlibretto di impianto (nel caso dipotenza termica nominale alfocolare inferiore di 35 kW) o diun libretto di centrale (nel casodi potenza termica nominale alfocolare superiore di 35 kW) cheriportano il valore della potenzatermica nominale al focolare. IlDPR 551/99 integra l’articolo delprecedente decreto specifican-do, al comma 11, che il libretto,sia esso di centrale o di impian-to, deve essere conservato pres-so l’edificio in cui è collocatol’impianto termico.

6.1.4 qqaa,,ggnn:: Temperatura media

mensile dell’ambiente ove èinstallato il generatore [°C]

- Dati di input:Si assuma:1. 20 °C nel caso di installazioneall’interno del volume riscaldato2. la temperatura media mensiledell’aria esterna nel caso diinstallazione all’esterno3. un valore ricavato sulla basedel prospetto XXXIII nel caso diinstallazione della centrale ter-mica:a) sotto il piano campagnab) adiacente ad ambiente a tem-peratura controllatac) isolata o adiacente ad ambien-te non riscaldato- Riferimento: Formule 82, 83,85 e Prospetto XXXIII- Dipendenza: Consente di cor-reggere le perdite al camino abruciatore spento e al mantello,passando dai valori nominali

neo-Eubios 24 60 giugno 2008

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 7

Page 53: Neo Eubios24

(P’ch,off e P’gn,env) ai valori medi

rappresentativi delle condizionidi funzionamento reale (Pch,off e

Pgn,env).

Le perdite al mantello sono fun-zione non solo della temperaturadell’acqua in caldaia, ma anchedell’ambiente di installazione,proprio perché legate alla tra-smissione del calore attraversol’involucro della caldaia che èfunzione del salto di temperatura.La temperatura dell’ambiente diinstallazione influisce anchesulle perdite al camino a brucia-tore spento, in quanto è propriol’aria di tale ambiente che, senon arrestata, penetra all’inter-no del generatore per effetto deltiraggio naturale, anche quandonon avviene la combustione, eraffredda l’acqua dell’impiantotanto di più, quanto più basso èil suo valore di temperatura.Nel caso di installazioneall’esterno o in centrale termicail software CENED esegue inautomatico il calcolo della tem-peratura dell’ambiente in fun-zione dei dati climatici inseritinella schermata iniziale.Il termine “isolata” attribuitoalla centrale termica deve essereinterpretato come “isolata daaltri edifici”, non fa riferimentoall’isolamento termico del sud-detto locale, e serve per stabilir-ne indirettamente, ed in manie-ra semplificata, il valore di tem-peratura.

6.1.5 PP’’cchh,,ooffff:: Perdita termica

percentuale nominale al cami-no a bruciatore spento [%]

- Dati di input: Si ricavi tale valore:1. dalla scheda tecnica del fab-

bricante del generatore, o inassenza di questa2. dal prospetto XXX in funzio-ne del tipo di generatore:a) con bruciatore ad aria soffiatacon chiusura dell’aria combu-rente all’arresto.b) con bruciatore ad aria soffiataa premiscelazione totalec) con scarico a pareted) con bruciatore ad aria soffiatasenza chiusura dell’aria comburen-te all’arresto (con altezza del cami-no maggiore o minore di 10 m)e) con bruciatore atmosferico agas (con altezza del camino mag-giore o minore di 10 m)- Riferimento: Formula 82,Prospetto XXX.- Dipendenza: Perdite al caminoa bruciatore acceso in condizio-ni di funzionamento reale(Pch,off).

Nel caso di un impianto esistente,sprovvisto di scheda tecnica delbruciatore, solo un tecnico spe-cializzato (in gergo definito “bru-ciatorista”) sarebbe in grado,mediante una verifica visiva, distabilire se esista la chiusura del-l’aria comburente all’arresto delbruciatore o la presenza di premi-scelazione. Talvolta neppure unaverifica visiva sarebbe sufficiente,ma si dovrebbe smontare il bru-ciatore.

6.1.6 Coefficienti m, n, p da uti-lizzare nel calcolo delle perditepercentuali del generatore [-]

- Dati di input: Si ricavino attraverso il prospet-to XXXII in funzione:1. della circolazione dell’acquain caldaia:2. circolazione permanente diacqua in caldaia.

3. interruzione della circolazio-ne in caldaia a temperaturaambiente raggiunta. La pompaprimaria si ferma alcuni minutidopo il bruciatore ed entrambivengono fermati dal termostatoambiente.2. della capacità termica delgeneratore:a) a pareteb) di acciaioc) in ghisa- Riferimento: Formule 81, 82,83 e Prospetto XXXII.- Dipendenza: Permetteno diottenere il valore medio di tuttele perdite del generatore (Pch,on;

Pch,off; Pgn,env) correggendo così i

valori nominali (P’ch,on; P’ch,off;

P’gn,env)

La circolazione dell’acqua incaldaia è “permanente” nei casiseguenti:1. esiste una pompa primaria,che interessa il generatore dicalore, funzionante in continuo2. non esiste una pompa primaria,ma tutte le pompe del circuitofunzionano in continuo e non visono spillamenti dal generatorecon valvole di regolazione a 3 vie. Solo mediante una verifica incampo, in concomitanza conaccensione/spegnimento delbruciatore, si possono stabilirele modalità di circolazione del-l’acqua in caldaia.Il materiale del generatore sipuò desumere solo dalle schedetecniche del prodotto.

66..11..77 PP’’ggnn,,eennvv:: Perdita termica

percentuale nominale al man-tello del generatore [%]

- Dati di input: Si ricavi tale valore:1. dalla scheda tecnica del fab-

neo-Eubios 24 61 giugno 2008

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 8

Page 54: Neo Eubios24

bricante del generatore, o inassenza di questa.2. dal prospetto XXIX in funzione:a) dell’età del generatore (fino a5 anni, da 6 a 11 anni, superioreai 12 anni)b) della potenza termica nomi-

nale al focolare (Fcn)

- Riferimento: Formula 83 eProspetto XXIX- Dipendenza: Perdite al mantel-lo in condizioni di funziona-mento reale (Pgn,env)

L’età del generatore serve peruna stima indiretta del livello diisolamento termico del genera-tore. L’anno di costruzione del gene-ratore deve essere riportato:1. nel rapporto di controllo tec-nico, in maniera conforme agliallegati F e G del D.Lgs 311/06;2. nel libretto di impianto inmaniera conforme all’allegato Gdel DPR 412/93 e DPR 551/99.Nel libretto di centrale, confor-memente all’allegato F del DPR412/93 e DPR 551/99 è riportatonon propriamente l’anno dicostruzione del generatore, mal’anno di installazione, chepotrebbe essere assunto comedato di input in assenza di indi-cazioni più precise. Interventi dimanutenzione in centrale termi-ca devono comparire all’internodel libretto di centrale.Un generatore di dimensionipiù grandi è anche più compattoe quindi in termini percentualile perdite al mantello si riduco-no. Per tener conto di questo ènecessario inserire anche lapotenza termica al focolare peravere un’indicazione, di tipoindiretto, sulla grandezza delgeneratore.

66..11..88 kkggnn,,eennvv:: Fattore di riduzio-

ne delle perdite al mantello delgeneratore in accordo conl’ubicazione dello stesso [-]- Dati di input: Valori riportatiall’interno del prospetto XXXIin funzione del tipo e dell’ ubi-cazione del generatore:1. generatore installato entro lospazio riscaldato2. generatore di tipo B installatoentro lo spazio riscaldato3. generatore installato in cen-trale termica4. generatore installato all’esterno- Riferimento: Formula 83 eProspetto XXXI- Dipendenza: Perdite al mantel-lo in condizioni di funziona-mento reale (Pgn,env)

Le perdite al mantello venivanogià calcolate in funzione dellatemperatura dell’ambiente di

installazione (qa,gn) che ne defi-

niva l’entità. La funzione del fat-tore kgn,env è invece quella di

tener conto delle perdite recu-perate come riduzione delle per-dite totali.Dai valori del prospetto XXXI sidesume come un generatoreinstallato all’interno dell’ambien-te riscaldato, oltre ad avere delleperdite al mantello ridotte (poi-

ché il valore di qa,gn è comunque

elevato), ne permette un recuperotra l’80 ed il 90 %, che scende soloal 30 % nel caso di installazione incentrale termica (ove si assumeche le perdite consentono unpre-riscaldamento dell’aria com-burente con un miglioramentodella combustione e una riduzio-ne delle perdite al camino a bru-ciatore spento) e che diventanullo per un’installazioneall’esterno (dove, inoltre, a causa

delle basse temperature dell’ariale perdite all’involucro sonomassime).

6.1.9: Potenza elettrica nomina-le del/dei bruciatore/i [kW]

- Dati di input: Il valore della

potenza elettrica del bruciato-

re (presente ovviamente solo

nel caso ad aria soffiata) può

essere desunto:

1. dalla scheda tecnica del bru-

ciatore (caso tipico degli

impianti in progetto)

2. dalla targhetta applicata al

bruciatore (caso tipico degli

impianti esistenti)

- Riferimento: Formula 68

- Dipendenza: Energia elettri-

ca assorbita dal sistema di

generazione.I bruciatori a tiraggio naturalesono anche definiti “atmosferi-ci”, in quanto utilizzano l’ariadell’atmosfera circostante senzal’ausilio di un ventilatore, sfrut-tando la “prevalenza motrice”del camino per vincere le perdi-te di carico. Questi bruciatori sono accop-piati con il generatore di calorein modo da formare un gruppotermico il quale ha di solito unacamera di combustione di formaparallelepipeda in cui la superfi-cie inferiore è occupata dal bru-ciatore. I bruciatori ad aria soffiatahanno un ventilatore che soffiaaria comburente per poter vin-cere le resistenze al moto delgeneratore di calore e, visiva-mente sporge rispetto alla sago-ma della caldaia. La presenza del ventilatoreimplica l’allaccio alla rete elettri-ca per la sua alimentazione.

neo-Eubios 24 62 giugno 2008

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 9

Page 55: Neo Eubios24

Pompe e bruciatori hanno unmotore che, essendo un’appa-recchiatura elettrica, a seguitodelle norme CEI, devono esseredotati di targhetta che riporti lapotenza elettrica assorbita.

6.1.10: Potenza elettrica nomi-nale della/e pompa/e del siste-ma di generazione [kW]- Dati di input: Il valore dellapotenza elettrica delle pompe aservizio del generatore può esse-re desunto:1. dalla scheda tecnica dellepompe (caso tipico degliimpianti in progetto).2. dalla targhetta applicata allepompe (caso tipico degliimpianti esistenti).

- Riferimento: Formula 69- Dipendenza: Energia elettricaassorbita dal sistema di genera-zione. Nel caso di impianto auto-nomo la pompa presente all’in-terno del generatore si occupaanche della circolazione del flui-do all’interno della rete. È indifferente, da un punto divista energetico, attribuire alsistema di generazione o a quel-lo di distribuzione tale potenzaelettrica. È anche possibileavere una situazione di presenzadi pompe a servizio del genera-tore e non a servizio della rete didistribuzione, come nel caso diuno schema con circuito prima-rio e spillamenti.

6.2 Generatori di calore a con-densazione

La determinazione dell’incre-mento di rendimento di ungeneratore a condensazione,rispetto ad uno convenzionale,viene eseguito attraverso lastima della riduzione delle per-dite al camino a bruciatore acce-

so di un termine definito “fatto-re di recupero di condensazio-ne” (R) espresso come percen-tuale della potenza nominale alfocolare. Questo termine può essere cal-colato qualora siano noti:

1. il rendimento termico utiledel generatore nelle condizionidi funzionamento a condensa-

zione h(C)tu;

2. la temperatura media dell’ac-qua nel generatore in condizioni

di test (q(C)gn,test), per cui è stato

ricavato h(C)tu.

In caso contrario (tipico degliimpianti esistenti) si stima con-venzionalmente attraverso laformula 91, di poter recuperareil 75 % del calore latente di con-densazione, per cui è necessarioinserire come dati di input soloil tipo di combustibile, cui corri-spondono dei precisi valori dipotere calorifico superiore(PCS) e di potere calorifico infe-riore (PCI), dati dal ProspettoXXXV.

neo-Eubios 24 63 giugno 2008

Figura 6 Generatore di calore con bruciatore ad aria soffiata. (Fonte: Pubblicazione di ANIMA).

Figura 5 Generatore di calore conbruciatore atmosferico. (Fonte: Pubblicazione di ANIMA)

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 10

Page 56: Neo Eubios24

6.2.1 hh((CC))ttuu: rendimento termico

utile del generatore nelle con-dizioni di funzionamento acondensazione (C) con potenza

al focolare ffcn [%]

- Dati di input:1. Scheda tecnica del produttoredella caldaia2. Rilevazione in campo di per-dita ai fumi secchi, temperaturadei fumi ed eccesso d’aria- Riferimento: Formula 87 - Dipendenza: Determinazionedel fattore di recupero di con-densazione.

La procedura di certificazionenon specifica se tale dato debbaessere rilevato in campo oppuredebba derivare da una letturadalla scheda tecnica del produt-tore. Opinione di chi scrive è chequesto sia comunque un rendi-mento istantaneo misurato (incampo o dal produttore) in con-dizioni di pieno carico. La determinazione in campo ditale valore è sicuramente com-plessa in quanto non è sufficien-te definire la perdita ai fumi4 maanche la loro temperatura e l’ec-cesso d’aria. Con questi tre dati,attraverso dei diagrammi comequello riportato in Figura 7, èpossibile determinare il rendi-mento in condizioni di funzio-namento in condensazione.

6.2.2 qq((CC))ggnn,,tteesstt: temperatura

media dell’acqua nel generato-re in condizioni di test, per cui

è stato ricavato h(C)tu [°C]

- Dati di input: Temperature dimandata e ritorno dall’impiantonelle condizioni di test , per cui

è stato ricavato h(C)tu

- Riferimento: Formula 87- Dipendenza: Determinazionedel fattore di recupero di con-densazione.

6.3 Pompe di calore

Qualunque sia la sorgente ter-mica della pompa di calore(acqua o aria) le formulazionipresenti all’interno della proce-dura suggeriscono di inseriredei valori nominali che però nontengono conto del funziona-mento a carichi parziali, diversodalla situazione a massimo cari-co (ma non necessariamente

peggiore), in funzione soprattut-to del tipo di compressore utiliz-zato. Più correttamente si sareb-bero dovuti applicare gli algorit-mi contenuti nella norma UNI10963-2001 oppure nella normaUNI 11135-2004 che fornisconola metodologia per determinarele prestazioni energetiche dellemacchine a potenza ridotta econseguentemente le prestazio-ni medie stagionali. Per nessuntipo di pompa di calore si appor-ta una correzione sulla basedella temperatura dei terminalidi impianto, che potrebbe esserediversa da quella per cui il fab-bricante ha eseguito le prove.

6.3.1 Pompe di calore terra-acqua e acqua-acqua

- Dati di input: Coefficiente dieffetto utile (COP) dichiarato dalcostruttore.- Riferimento: Formule 92 e 93.

neo-Eubios 24 64 giugno 2008

Figura 7 Determinazione della produzione specifica di condensa e quindi del-l’incremento di rendimento del generatore rispetto al valore misurato duran-te la prova fumi.

4 Perché a causa delle caratteristiche degli strumenti di prova non può essere presa in considerazione la quantità di condensa prodotta

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 11

Page 57: Neo Eubios24

6.3.2 Pompe di calore aria-acqua

- Dati di input: 1. Coefficiente di effetto utile(COP) dichiarato dal costruttore2. Temperatura esterna nominale- Riferimento: Formula 94.

La temperatura esterna nomina-le è il valore per cui il fabbrican-te ha eseguito la prova riscon-trando il COP nominale, ricava-bile solo dalla scheda tecnicarelativa.

6.4 Generatori a combustione dibiomassa e teleriscaldamento

- Dati di input: Tipologia di siste-ma di produzione del calore.- Riferimento: Prospetto XXXVI.

In funzione della tipologia delsistema di generazione vieneattribuito univocamente un valo-re di rendimento.L’attribuzione di un valore unicodi rendimento è sicuramenteapprossimato se si considera cheanche le caldaie a biomassalegnosa sono caratterizzate, cometutte le altre, da variazioni di ren-dimento con il carico e con letemperature dell’acqua diimpianto. Il valore univoco puòessere giustificato col fatto chesolitamente questi generatori siusano in grandi impianti per for-nire uno “zoccolo” del carico ter-mico, mentre i picchi sono soddi-sfatti dal altri sistemi.Conseguentemente le temperatu-re dell’acqua sono sempre abba-stanza elevate e il funzionamentoè sempre a pieno carico. Tuttaviase così fosse si pone il problemadi stima del rendimento di unimpianto servito da diversi siste-mi di produzione, per cui nonesiste oggi un metodo di calcolo.

L’attribuzione di 0.75 nel casodi riscaldamento a legna e cip-pato (asserviti ad un vero e pro-prio impianto termico, altri-menti non sarebbe possibileredigere la certificazione) poneil problema di come sia possi-bile il rispetto del valore limitedel rendimento globale mediostagionale previsto nelle nuovecostruzioni o nei nuovi impian-ti, visto che è definito come:

h g, lim = 75 + 3 log (Pn)

Assumere rendimento unitarionel caso di impianto di teleri-scaldamento significa aver presoin considerazione unicamente loscambiatore di calore presenteall’interno dell’edificio (trascu-randone le perdite all’involucro)senza aver esaminato il rendi-mento della centrale di produ-zione del calore.

CONCLUSIONI

La volontà di ottenere il mede-simo valore dell’indicatoreenergetico, sia in sede di certi-ficazione che di redazione dellarelazione tecnica per uno stes-so edificio, ha comportatonecessariamente l’utilizzo delmedesimo metodo di calcolo inentrambi i casi.

Una delle conseguenze, nel caso

di certificazione degli edifici esi-

stenti è il grande numero di dati

di input da prendere in conside-

razione, alcuni dei quali di diffi-

cile stima in campo, in assenza

di schede tecniche del produtto-

re, con inevitabile maggiore

onerosità per il certificatore (in

termini di tempo) e per il com-

mittente (in termini di costo).

Accanto ad un miglioramentodel metodo di calcolo, limitata-mente agli aspetti ancora pocochiari, è anche auspicabile unadifferenziazione della procedu-ra, con una gradazione dell’im-pegno in funzione di parametricome l’ambito di intervento(dalla nuova costruzione finoalla locazione), le dimensionidell’edificio e la complessitàdegli impianti tecnologici inesso installati.

BIBLIOGRAFIA

Legislazione nazionale

- Decreto Ministeriale 1Dicembre 1975, “Norme disicurezza per apparecchi conte-nenti liquidi caldi sotto pres-sione”.

- Legge 30 aprile 1976, n. 373“Norme per il contenimentodel consumo energetico per usitermici negli edifici”.

- Decreto del Presidente dellaRepubblica 28 giugno 1977, n.1052 “Regolamento di esecu-zione alla legge 30 aprile 1976,n. 373, relativa al consumoenergetico per usi termici negliedifici”.

- Decreto del Presidente dellaRepubblica 26 agosto 1993, n.412 “Regolamento recantenorme per la progettazione,l’installazione, l’esercizio e lamanutenzione degli impiantitermici degli edifici ai fini delcontenimento dei consumi dienergia, in attuazione dell’art.4, comma 4, della L. 9 gennaio1991, n.10”.

neo-Eubios 24 65 giugno 2008

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 12

Page 58: Neo Eubios24

- Decreto del Presidente dellaRepubblica 21 dicembre 1999,n. 551 “Regolamento recantemodifiche al decreto delPresidente della Repubblica 26agosto 1993, n. 412, in materia diprogettazione, installazione,esercizio e manutenzione degliimpianti termici degli edifici, aifini del contenimento dei con-sumi di energia”.

- Decreto del Presidente dellaRepubblica 15 novembre 1996,n. 660 “Regolamento per l’attua-zione della direttiva 92/42/CEEconcernente i requisiti di rendi-mento delle nuove caldaie adacqua calda, alimentate concombustibili liquidi o gassosi”.

- Decreto Legislativo 19 agosto2005, n. 192 “Attuazione delladirettiva 2002/91/CE relativa alrendimento energetico nel-l’edilizia”.

- Decreto Legislativo 29 dicem-bre 2006, n. 311 “Disposizionicorrettive ed integrative aldecreto legislativo 19 agosto2005, n. 192, recante attuazionedella direttiva 2002/91/CE, rela-tiva al rendimento energeticonell’edilizia”.

Legislazione regionale

- Delibera di Giunta Regionale(DGR) 20 luglio 2007, n.VIII/5018 “Determinazioni ine-renti la certificazione energeti-ca degli edifici, in attuazionedel d.lgs. 192/2005 e degli art. 9e 25 della l.r. 24/2006”.

- Decreto della Regione

Lombardia 13 dicembre 2007,

n. 15833 “Aggiornamento della

procedura di calcolo per predi-

sporre l’attestato di certifica-

zione energetica degli edifici,

previsto con DGR 5018/2007 e

successive modifiche ed inte-

grazioni”.

Normativa

- Norma UNI 10347-1993“Riscaldamento e raffresca-mento degli edifici. Energiatermica scambiata tra una tuba-zione e l’ambiente circostante.Metodo di calcolo”.

- Norma UNI 10348-1993“Riscaldamento degli edifici.Rendimenti dei sistemi diriscaldamento. Metodo di cal-colo”.

- Norma UNI 10389-1994“Generatori di calore.Misurazione in opera del rendi-mento di combustione”.

- Norma UNI 10963-2001Condizionatori d’aria, refrigera-tori d’acqua e pompe di calore -Determinazione delle prestazio-ni a potenza ridotta.

- Norma UNI 11135-2004Condizionatori d’aria, refrigera-tori d’acqua e pompe di calore -Calcolo dell’efficienza stagionale.

- Raccomandazione 03/3 delComitato Termotecnica Italiano(CTI) Energia e Ambiente.“Prestazioni energetiche degliedifici. Climatizzazione inverna-le e preparazione acqua calda adusi igienico-sanitari”.

- Raccomandazione delComitato Termotecnica Italiano(CTI) Energia e Ambiente.Codice di Progetto E02069982del 9 febbraio 2007. “Prestazionienergetiche degli edifici.Climatizzazione e preparazioneacqua calda per usi igienico –sanitari. Parte 2: Energia prima-ria e rendimenti per la climatiz-zazione invernale e per la produ-zione di acqua calda per usi igie-nico-sanitari”.

neo-Eubios 24 66 giugno 2008

* Gli autoriPaolo Lazzerini, ingegnere, libero Professionista. Studio Renato Lazzerini Impianti Termici Industriali

Matteo Serraino, ingegnere, dottorando. Dipartimento di Energetica. Politecnico di Torino

serraino24 29-05-2008 18:26 Pagina 13

Page 59: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 67 giugno 2008

i n f o

H U N D E R T WA S S E RPresso lo spazio espositivo della FondazioneReinhold Wurth, a Capena, è in corso fino adottobre, la mostra dedicata alla pittura diFriedensreich Hundertwasser - grande artista,architetto, pittore - in occasione dell’80° anniver-sario della sua nascita. L’ingresso è gratuito. Per maggiori info: www.artforumwuerth.itfino al 28 ottobre 2008 - viale della BuonaFortuna 2, Capena (Roma).

ERRATACORRIGE

Si comunica che nelnumero 23 di

neoEubios, a pag.29, èstata erroneamente

omessa la frase: “[...]che sono state rispettatetutte le norme e raccolte

e conservate tutte ledocumentazioni

richieste”. Ci scusiamo per

l’inconveniente con ilettori e i diretti

interessati.

PRIMA UCCIDIAMO GLI ARCHITETTIThe New York Times

Prima mossa:uccidiamo gli architetti.

Tattiche urbane per salvare la città.

info24 29-05-2008 19:50 Pagina 4

Page 60: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 68 giugno 2008

r e c e n s i o n i

Recensione di Manuela CampanaleUniversità di Padova

In questi ultimi anni la questione del risparmio energetico e l’ entrata invigore di nuove normative hanno introdotto parametri sempre più restrittivi per quanto riguarda le dispersioni termiche degli edifici.

L’isolamento termico è diventato quindi un’esigenza irrinunciabile perprogettisti e costruttori che si sono finalmente posti il problema di cosa

significhi isolare correttamente un edificio, tenendo conto anche del contenimento dei costi.

Considero quindi questo testo un validissimo aiuto per tutti gli esperti delsettore e per chi affronta il problema dell’isolamento termico per la prima

volta. Inizialmente vengono fornite le nozioni di base con un linguaggiocomprensibile e chiaro, per consentire anche ai meno esperti di prendere

dimestichezza con concetti a prima vista complessi, come “conduttività termica apparente”, “conduttività termica dichiarata”, ecc. Gli esempi di

calcolo riportati sono indispensabili per chiarire ulteriormente quantodescritto. Successivamente viene riassunta la normativa vigente, elencando

anche le norme attualmente in vigore, con riferimento non solo alla conduttività termica, ma anche alle prove di reazione al fuoco.

Il volume si conclude con un’utile panoramica sui materiali isolanti attualmente sul mercato, sulle loro caratteristiche tecniche e sul loro

utilizzo prevalente, in modo da agevolare la scelta del prodotto più idoneo.I progettisti potranno sicuramente trarre grande utilità da questo

interessante volume.

I materiali isolanti

a cura di S. Mammi, A. Panzeri

ed. TEP 2005, Milano4a ristampa

140 pp, 20 euro

La seduzione del luogo

di Joseph RykwertPiccola Biblioteca

Einaudi, 2008, 366 pp, 26 euro

Da dove nasce il fascino irresistibile di alcune città? Da dove si sprigiona ildisagio alienante di molte altre? Quali fattori ne determinano le sorti?

Lo spartito delle infinite variazioni sul tema urbano è orchestrato da episodi irripetibili e da processi di lungo periodo, da scelte individuali e dapressioni collettive. I mutamenti demografici e le innovazioni tecnologiche

degli ultimi tre secoli, le utopie sociali dell’Ottocento, il potere delleodierne multinazionali e l’evoluzione professionale del design sono solo

alcune delle forze storiche che hanno modellato le città in cui viviamo, neidettagli della loro forma materiale e nell’insieme del loro segno metaforico.Su questa base, sostenuto da una costante tensione critica, Rykwert apre al

lettore il fantasmagorico ventaglio dei paesaggi urbani del globo: Città delMessico e Shanghai, Londra e Parigi, Berlino e Barcellona, Brasilia e

Nuova Delhi, ma anche le onnipresenti baraccopoli, le periferie, le cintureverdi e i quartieri di lusso, i parchi tematici e le città giardino, da

Disneyland all’area milanese della Bicocca; fino, naturalmente, a New York,all’ombra della tragedia dell’11 settembre. Da non perdere.

recensioni_giugno 29-05-2008 20:58 Pagina 2

Page 61: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 69 marzo 2008

r e c e n s i o n i

Il testo affronta con chiarezza un tema di grande attualità, quale èquello dei sistemi solari termici.Nella prima parte viene spiegato il fenomeno fisico della radiazionesolare e vengono dati e riferimenti per reperire dati statistici su diessa. Inoltre viene fatta una doverosa carrellata sulle tipologie e iprincipi di funzionamento dei collettori solari e degli impianti solaritermici a bassa temperatura. La seconda parte invece, contiene il manuale del software SOLENSOL (solar energy solution) allegato al testo. Tale software consente di dimensionare gli impianti solari termici attraverso un’ interfaccia semplice e intuitiva che consente di acce-dere anche a banche dati relative ai dati climatici e ai collettori solaritermici maggiormente diffusi. Nella parte relativa all’analisi economica è possibile ottenere inpochi passaggi il conteggio del risparmio annuo e il tempo di ritornosemplice e attualizzato, oltre al valore attualizzato netto dell’investimento (VAN).Nel complesso un buon testo che fornisce sufficienti informazioniteoriche e pratiche per il dimensionamento degli impianti solari termici.

Sistemi solari termici

di Luca Rubini, Mario DiVeroli e Alfonso Calabria.Dario Flaccovio Editore 2008, Palermo.124 pp (+CD-ROM), 80 euro

Che cosa s'intende per "cambiamenti climatici"? In che modo il riscaldamento globale influenzerà la vita sul pianeta?È questa la causa di uragani sempre più frequenti alternati a periodidi siccità? Il processo che si è messo in moto è inevitabile? Sono domande urgenti e complesse a cui Tim Flannery, scienziatoed esploratore australiano, risponde con grande chiarezza, inserendole nel contesto di una storia del clima che ha inizio milionidi anni fa e che negli ultimi decenni ha subito brusche alterazioni,inimmaginabili se considerate su periodi di così breve durata. Di fatto, la sempre più massiccia emissione di gas nell'atmosfera staaccelerando il surriscaldamento della Terra con conseguenze catastrofiche per la vita del pianeta. Nessun paese può sottrarsi aquesta minaccia, perché l'innalzamento della temperatura è un fenomeno globale, di cui noi esseri umani siamo i principali responsabili. Siamo noi, infatti, i signori del clima e siamo noi con lenostre scelte e con i nostri comportamenti ad avere in mano il futuro del pianeta. Best-seller internazionale.I signori del clima

di Tim FlanneryTEA Editore 2008, Milano.398 pp, 10 euro

recensioni_giugno 29-05-2008 20:58 Pagina 3

Page 62: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 70 giugno 2008

c o r s i

ANIT, in collaborazione con la società di servizi TEP srl, organizzacorsi di aggiornamento per professionisti su temi specifici riguardanti il risparmio energetico e l’acustica in edilizia.

I corsi si svolgono su una o più giornate di lavoro a secondo della tipologia. Le date sono pubblicate con cadenza trimestrale sul sito

web www.anit.it.

Prenotarsi on-line dalla sezione CORSI del sito www.anit.it,selezionando il tipo di corso scelto. Raggiunto il numero minimo di partecipanti, i prenotati vengono contattati dalla segreteriadell’Associazione per confermare la partecipazione ed effettuare il pagamento della quota. La revoca alla partecipazione ad avvenuto pagamento, può avvenire entro 7 giorni lavorativi dall’inizio del corso. Al termine del corso viene rilasciato un attestato di partecipazione e frequenza per gli usi consentiti dalla Legge.

Per informazioni: [email protected].

ISCRIZIONI

Acustica in ediliziaCome progettare i requisiti acustici passivi degli edifici - Durata: 24 ore.DLgs 311 e Calcolo del Fabbisogno energetico EEPPiiIl corso ha l'obiettivo di sviluppare gli strumenti progettuali e diverifica per il rispetto del DLGS 311 - Durata: 24 ore.ARIA, Architetture a Ridotto Impatto AmbientaleProgettazione di edifici a basso consumo energetico, bioclimatici e aridotto impatto ambientale. Durata: 36 ore.La progettazione del benessere estivoMateriali termoisolantiIl corso tratta le caratteristiche dei materiali isolanti e il loro utilizzoper l'isolamento di pareti, coperture, solai e impianti. Durata: 8 ore.L’isolamento termico delle paretiLe caratteristiche dei materiali isolanti e il loro utilizzo per l'isola-mento di pareti. Durata: 8 ore.L'isolamento termico delle copertureLe caratteristiche dei materiali isolanti e il loro utilizzo per l'isola-mento delle coperture. (8 ore)La ventilazione, naturale e meccanica controllataIl ruolo della VMC per il risparmio energetico. Durata: 8 ore.Isolare gli impiantiAcusticamente e termicamente per il benessere indoor degli ambien-ti. Durata: 8 ore.

Programmi dettagliati su www.anit.it.

A CHI SONO RIVOLTIProgettisti, committenti e tecni-

ci del settore edilizio.DOVE

La sede dei corsi varia di voltain volta. Su richiesta si orga-nizzano corsi presso gli Ordini

Professionali o Enti Pubblici.QUANDO

Le date dei corsi sono pubbli-cate con cadenza trimestrale

sul sito www.anit.it, sezione CORSI.

DOCENTIIl corpo docente è costituito

da professionisti altamente specializzati nel settore e

professori universitari.

QUOTALa quota di partecipazione aicorsi prevede la didattica, le

dispense in formato digitale e isoftware di calcolo utilizzati.

I Soci ANIT usufruiscono del20% di sconto.

CCOORRSSII AANNIITT22 00 00 88

corsi23 29-05-2008 21:40 Pagina 1

Page 63: Neo Eubios24

LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI

La certificazione energeticadegli edifici è uno strumentoindicato dalla Direttiva europea2002/91, già presente nellaLegge 10/91 e prescritto dalDLgs 192 che ha l’obiettivo disensibilizzare tutti gli attori delprocesso edilizio in riferimentoalle problematiche energetico-ambientali e introdurre il para-metro di “efficienza energetica”come valore del mercato edili-zio. La certificazione energeticaè il processo con cui il certifica-tore energetico stabilisce il livel-lo di efficienza energetica di unedificio grazie all’analisi del progetto e delle fasi di realizza-zione delle opere.Il complesso di operazioni lega-te al lavoro del certificatore sisviluppa lungo un percorso checomprende la fase di progetta-zione, la realizzazione delleopere in cantiere e la dichiara-zione di fine lavori.

neo-Eubios 24 71 giugno 2008

c o r s i

Corsi DLgs 311 e Calcolo Fabbisogno energetico EPiMILANO

23 - 24 - 25 giugno 2008

Corso per Certificatori energeticiMATERA luglio 2008

Progettazione acustica in ediliziaMILANO giugno 2008

PROSSIMI CORSI

I CORSI PER LA CERTIFICAZIONE ORGANIZZATI DA ANIT

ANIT organizza corsi di 80 ore (8 giornate di lezione e 2 giornate diesercitazione) sviluppando tutti i temi legati al processo di certifica-zione energetica degli edifici (teoria + pratica).I corsi organizzati in Regione Lombardia sono accreditati daCESTEC - PuntiEnergia (secondo le disposizioni del DGR VIII/5018e s.m. in materia di efficienza energetica degli edifici) e abilitanoall’esame per iscriversi all’albo dei Soggetti certificatori lombardi. I corsi organizzati al di fuori della Regione Lombardia sono accredi-tati da SACERT e seguono le modalità stabilite dalla certificazionevolontaria secondo la procedura BestClass.

I corsi organizzati da ANIT si caratterizzano per:- Alto profilo tecnico/scientifico dei relatori.- Lezione sul riconoscimento dei materiali isolanti.- Lezione sulle metodologie e sull’uso degli strumenti per l’acquisizione dati degli edifici esistenti (termoflussimetro, termocamera, termoigrometro, ecc.).- Uso del software PAN per il calcolo delle caratteristiche igro-termiche delle strutture e il calcolo di sfasamento e attenuazione.- Inserimento in un sistema di aggiornamento continuo con assisten-za tecnica post-corso.

Materiale ANIT distribuito al corso:- Software PAN- Volume “I materiali isolanti”- Volume “Il DLgs 311, guida alla nuova Legge 10”- Ultimo numero della rivista neo-Eubios- Sintesi del DLgs 311

Per gli associati ANIT lo sconto sul costo del corso è del 10%.

ANITANITvia Civitali 77 - Milanotel. +39(0)2 40070208 fax. +39(0)2 40070201

[email protected] Prossime date disponibili sul sito www.anit.it, sezione Corsi.

corsi23 29-05-2008 21:40 Pagina 2

Page 64: Neo Eubios24

neo-Eubios 24 72 giugno 2008

s h o p

Strumenti ANIT, di supporto alla professione (software di calcolo e pubblicazioni).

- cc//cc ppoossttaallee n.38879201 intestato a TEP srl - via Civitali 77 - 20148 Milano;

- cc//cc bbaannccaarriioo n. 000013435104 intestato a TEP srlpresso Banca Intesa Spa, ag.15 - via Battisti 11, 20122 Milano - cod. IBAN IT48 L030 6909 4830 0001 3435 104;

- oonn -- lliinnee con pagamento su carta di credito dal sito www.anittep.eu

Ad avvenuto pagamento inviare copia ricevuta via fax (02 40070201) specificando i dati per la fatturazione e il tipo di prodotto acquistato. I software vengono spediti via e-mail.

- Collana sull’Isolamento Termico e acustico

Vol. 1, I materiali isolantiVol. 2, Il Dlgs 311, la nuova Legge 10Vol. 3, Acustica in edilizia - in prep.Vol. 4, Protezione dal fuoco - in prep.

20 euro cad - gratuiti per i Soci 2008

PUBBLICAZIONI

Software per il calcolo dei requisi-ti acustici passivi secondo ilDPCM 5.12.97 (Indice di valutazione);

100 euro + IVA gratuito per i Soci ANIT 2008

Software per il calcolo dei requisitiacustici passivi (per frequenza)secondo il DPCM 5.12.97;

125 euro + IVA

Prestazioni invernali delle struttu-re opache e dei parametri estivi sfasamento e attenuazione;

100 euro + IVA gratuito per i Soci ANIT 2008

Verifica delle prestazioni energetichedelle verande in accordo con ENISO 13790 e 13789;

50 euro + IVA

Verifica delle prestazioni energetichedegli edifici (calcolo EnergyPerformance secondo il Dlgs 311);

400 euro + IVA sconto 20% per i Soci 2008

Calcolo della temperaturainterna estiva degli ambienti secondo la UNI 10375;

400 euro + IVAsconto 20% per i Soci ANIT 2008

SOFTWARE DI CALCOLO

CCOOMMEE AACCQQUUIISSTTAARREE II PPRROODDOOTTTTII

EECCHHOO 44..11 EECCHHOO 55..00

PPAANN 33..00

SSOOLLVVEERR 331111

??

SSOOLLVVEERR 11..00

TTEEMMPPAAIIRR

QQUUOOTTAA AASSSSOOCCIIAATTIIVVAA AANNIITT22000088:: 112200 eeuurroo++IIVVAA

ACUSTICA

TERMICA

shop24 29-05-2008 21:49 Pagina 1


Recommended