+ All Categories
Home > Documents > NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e...

NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e...

Date post: 15-Feb-2019
Category:
Upload: buixuyen
View: 229 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
18
1 NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO Quale modello è più idoneo per minimizzare il conflitto industriale? Esame in Sociologia del Lavoro in Europa a.a. 2014/2015 Tesina di Elena Bellettati
Transcript
Page 1: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

1

NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO

Quale modello è più idoneo per minimizzare il conflitto industriale?

Esame in Sociologia del Lavoro in Europa

a.a. 2014/2015

Tesina di Elena Bellettati

Page 2: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

2

INDICE

INTRODUZIONE …………………………………………………………………………..pag 3

CAPITOLO I

- La teoria dell’azione razionale collettiva e la teoria dello scambio ……………...pag 4

- Varietà dei sistemi di relazioni industriali ……………………………………...…pag 6

- Modelli di regolazione del lavoro …………………………….…………………….pag 6

CAPITOLO II

- La metà degli anni ’70 del ‘900 …………………………………….……………....pag 10

- La fine degli anni ’80 del ‘900 ……………………………………………….……..pag 13

CONCLUSIONI …………………………………………………………...…………..……pag 16

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA…………..…………………………………………….pag 18

Page 3: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

3

INTRODUZIONE

Quando si parla di regolazione del lavoro si intende una serie di “pacchetti di norme e di pratiche

finalizzati a proteggere le lavoratrici e i lavoratori da un serie di rischi”1. Nella maggior parte dei

casi queste norme nascono da esperienze concrete che avvengono sui luoghi di lavoro, dalle

trattative tra il lavoro e il capitale.

La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando

ancora esistevano le gilde. Come fa notare Colin Crouch nel suo testo “Relazioni industriali nella

storia politica europea”, testo di riferimento in questa tesina, ogni Stato-nazione ha seguito una

strada diversa ed è stato caratterizzato da meccanismi di regolazione diversi.

Qui si cercherà di capire se il modello neocorporativo sia più idoneo del modello pluralista a

minimizzare il conflitto tramite l’analisi dei sistemi di regolazione del lavoro di tre paesi, prendendo

in considerazione il periodo che va dal 1975 al 1990. In quegl’anni l’Europa fu investita da una

terribile crisi inflazionistica a cui i paesi risposero essenzialmente in due modi diversi: da una parte

i paesi anglosassoni, ritenendo responsabili della crisi le associazioni dei lavoratori, hanno portato

avanti politiche economiche di stampo liberista che non prevedevano il coinvolgimento dei

lavoratori; dall’altra parte i paesi continentali e meridionali, i quali hanno deciso di muoversi verso

il modello neocorporativo scandinavo in quanto sembrava essere il più idoneo ad affrontare la crisi.

I tre paesi scelti sono la Finlandia, unico paese a riuscire ad adottare negli anni della crisi il modello

neocorporativo; la Gran Bretagna e l’Italia, entrambi paesi caratterizzati dalla contrattazione

collettiva pluralista ma in un contesto politico e sociale molto diverso.

Le variabili che prenderò in considerazione per questa analisi sono: gli sviluppi istituzionali,

l'articolazione e la forza delle organizzazioni sindacali, lo sviluppo economico e il conflitto nel

paese.

La tesina è divisa in due parti importanti: la prima racchiude alcuni argomenti teorici, nello

specifico le due teorie che stanno alla base del testo di Colin Crouch, la varietà dei sistemi di

relazioni industriali e infine la descrizione dei due modelli presi in considerazione.

Nella seconda parte, troviamo una panoramica dei tre paesi che può aiutarci a rispondere alla

domanda di partenza. Al termine le conclusioni dove proverò ad esporre una risposta personale.

1 www.unite.it/...php/.../De-regolazione_del_mercato_del_lavoro_1.doc

Page 4: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

4

CAPITOLO 1

- La teoria dell’azione razionale collettiva e la teoria dello scambio

La base teorica sulla quale si fonda il lavoro di Crouch fa riferimento a due importanti approcci: la

teoria dell’azione razionale collettiva e la teoria dello scambio.

La prima fa riferimento ai lavori di Mancur Olson sulla logica dell’azione collettiva, il quale

teorizzò che solo un incentivo separato e selettivo stimolerà un individuo razionale in un gruppo

latente ad agire in un modo orientato-al-gruppo, ciò significa che gli individui agiranno in maniera

collettiva solo se questo porterà ad ottenere dei beni privati2.

Nella teoria di Olson i piccoli gruppi organizzati possono ottenere vantaggi interferendo con le

forze di mercato senza doverne subire le conseguenze negative, dato che l’impatto generale

all’esterno è molto piccolo, ma non è così per le organizzazioni più ampie.

Queste includono tra i propri membri una grossa fetta di cittadini, di “pubblico”, e sono quindi

costrette ad interiorizzare una parte di quella esternalità; l’impatto abbastanza ampio da essere

riconosciuto3.

In altre parole, Olson vuole dimostrare che le organizzazioni di rappresentanza degli interessi hanno

un effetto antiefficientista, cioè l’efficienza economica risente del ruolo delle organizzazioni di

rappresentanza degli interessi. Più le organizzazioni sono grandi più sono alti i costi, quindi è

necessario indebolire la potenza delle organizzazioni intermedie della società perché il mercato

possa funzionare. Però nei paesi scandinavi trova delle eccezioni alla sua teoria e afferma che lì si

sono sviluppate delle associazioni di grandi dimensioni che lavorano in direzione della produzione

di beni collettivi e non minano l’economia. Olson definisce queste associazioni encompassing.

Le associazioni encompassing sono determinate dalla centralità dell’organizzazione interna che al

vertice ha una leadership e dal consenso, dalla coesione interna. Crouch pone all’attenzione queste

due dimensioni spiegando che l’una non può esistere senza l’altra, e questo, soprattutto nel

neocorporativismo, viene spesso tralasciato perché ci si concentra solo sull’aspetto burocratico

senza tener conto del consenso e della coesione interna.

Crouch nel suo testo, invece, parla di articolazione che è intesa come la “capacità di C (capitale) o

L (lavoro) di agire in maniera strategica, con una dirigenza centrale in grado di mobilitare gli

iscritti”4.

2 http://it.wikipedia.org/wiki/Mancur_Olson 3 Colin Crouch [1996] “Relazioni industriali nella storia politica europea”, Ediesse, pag 33 4 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 70

Page 5: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

5

Ogni relazione sociale, quindi anche la regolazione dei rapporti tra capitale e lavoro, prevede

sempre e comunque degli scambi, si dà qualcosa e si prende qualcosa.

L’approccio che usa Crouch ha come punto di partenza il concetto del “puro” scambio, puro nel

senso che ciascuna materia di scambio ha un valore calcolabile. Questo valore può essere definito

tramite un contratto.

La figura 1 ci mostra come l’estensione del calcolo nel rapporto varia a seconda del grado di

separatezza che c’è tra gli attori.

Nella dimensione orizzontale troviamo il grado di separatezza degli attori che può essere pari a

zero, in questo caso siamo di fronte a due perfetti sconosciuti, o molto elevato, caso di perfetta

identità.

Nella società gli attori individuali

possono collocarsi in qualsiasi punto

all’interno di questo continuum. Il grado

di estraneità totale è la non esistenza di

rapporti pregressi e la sicurezza che non

ve ne sanno di futuri, l’identità perfetta tra

due persone non può esistere anche se in

alcuni tipi di relazioni ci sono forme di

comunanze e di identità molto forti, come

in una relazione amorosa o in una setta.

Nella dimensione verticale Crouch colloca la misura in cui lo scambio ha bisogno di un contratto,

che va dall’assenza di contratto al bisogno di un contratto puro.

Come evolve il bisogno di contratto nelle relazioni?

Nell’estraneità totale tra i soggetti c’è assenza di contratto in quanto non avviene scambio, ma se

con un estraneo iniziamo ad avere interazioni ripetute nasce il bisogno di stipularne uno. Questo

bisogno si esaurisce quando viene raggiunto un alto grado di fiducia.

La teoria può essere perfettamente applicata alle relazioni che intercorrono tra il capitale e il lavoro:

quando tra le associazioni sindacali e le associazioni datoriali ci sono pochi scambi non si sviluppa

un alto grado di fiducia e le parti sentono la necessità di stipulare un contratto. Ciò lo ritroviamo

soprattutto nelle grandi aziende, mentre in quelle piccole/piccolissime si instaura un rapporto di

fiducia tra datore di lavoro e lavoratore che smorza la diffidenza.

Il discorso è valido anche per i rapporti tra le singole imprese e i propri fornitori.

Figura 1 Modalità dello scambio sociale

Page 6: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

6

- Varietà dei sistemi di relazioni industriali

Nel suo testo Crouch teorizza un grafico (figura 2) che considera quattro possibilità. Nell’asse

verticale troviamo il potere delle organizzazioni sindacali, indicato da una misurazione della sua

capacità di ottenere concessioni dal capitale, e nell’asse orizzontale si prende in considerazione il

livello di articolazione delle organizzazioni del capitale e del lavoro.

Nel caso del I quadrante, con il lavoro debole ed entrambe le parti sprovviste di capacità strategica,

è probabile che si preferisca la contrattazione pluralista o la contestazione. Nel II quadrante le

relazioni possono diventare instabili. Il

lavoro, che ha un potere alto e una bassa

capacità strategica, è in grado di

generare conflitti con costi molto elevati

che non possono essere sostenuti dal

capitale. Quest’ultimo, a causa della sua

scarsa articolazione, dovrà cercare di

tenere basso il costo del conflitto e

quindi tenderà ad offrire più concessioni

di quelle che vorrebbe.

Il III quadrante è caratterizzato da un

forte potere delle organizzazioni

sindacali e da una elevata articolazione che permettono il raggiungimento di accordi vantaggiosi per

entrambe le parti, qui ci sono le condizioni del neocorporativismo.

Infine il IV quadrante è un po’ curioso: come può il lavoro avere un’organizzazione ben strutturata

se rimane debole? Nella realtà questo è possibile.

Ci troviamo sempre nel neocorporativismo ma il lavoro è debole, paradossalmente in questa

situazione è più facile raggiungere accordi vantaggiosi per entrambe le parti5.

- Modelli di regolazione del lavoro

Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di pluralismo e neocorporativismo, ma cosa caratterizza

questi due modelli? Quali sono le loro principali differenze?

Ora li guardiamo più nel dettaglio.

5 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 70

Figura 2 Varietà dei sistemi di relazioni industriali

Page 7: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

7

1. Il modello della contrattazione pluralistica

In questo modello i due principi che regolano le attività sono: la regolazione di mercato e la

regolazione associativa.

Diventa importante il ruolo dello Stato, il quale riconoscendo e legittimando le associazioni di

rappresentanza degli interessi, è meno libero di compiere atti di repressione.

Le associazioni qui presenti hanno diverse caratteristiche: sono piccole e numerose, potenzialmente

di numero infinito; hanno interessi molto diversi; sono competizione tra di loro, perché le risorse

sono scarse; sono controllate dalla membership, in quanto i leader non sono liberi di stabilire le loro

strategie perché rispondono in maniera diretta ai loro associati e questo rende le associazioni

incapaci di svolgere il ruolo pubblico di encompassing.

Il modello richiama quello della contestazione instabile dei primi due quadranti di Crouch, perché

affianco alla contestazione e al conflitto si può usare anche la contrattazione. Infatti tutte le

organizzazioni di rappresentanza del lavoro interagiscono tra di loro attraverso il principio della

contrattazione. Difficilmente avvengono scambi a somma positiva.

Non dobbiamo dimenticarci che ci troviamo sempre in un regime di mercato libero e

concorrenziale.

In questo contesto Crouch parla di “collettivismo liberale”; liberale perché il mercato continua ad

esercitare un ruolo fondamentale, collettivismo perché gli attori non si muovono più al suo interno

seguendo strategie individuali ma cercando la soluzione migliore per l’associazione di

appartenenza.

La forma di esito del confronto tra le parti è il contratto, in quanto la fiducia reciproca è bassa, e

assume valore normativo quanto una legge dello Stato.

Le regole sono ancora poche, non ci sono norme dello Stato che definiscono in maniera dettagliata

il rapporto tra le parti, il potere pubblico interviene solo per tutelare il diritto e la libertà.

Questo modello funziona solo se all’interno della società le idee e i valori della libertà di

associazione, della libertà dei soggetti collettivi e individuali, dell’importanza e della legittimità

della rappresentanza degli interessi sono condivisi.

2. Il modello neocorporativo

È un modello abbastanza complesso dove viene fortemente valorizzata l’esperienza associativa. Le

associazioni del modello neocorporativo sono poche, grandi, dove si sviluppa un intenso lavoro di

mediazione, discussione e confronto in quanto raccolgono interessi plurimi. La contrattazione

interna porta al convergere di una domanda aggregata che viene portata avanti dalle parti interessate

tramite lo strumento della concertazione. Sono organizzate gerarchicamente e quanto più questa

Page 8: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

8

gerarchia è articolata tanto più le relazioni tra le parti sono continue e tanto meglio funzionerà

l’associazione.

La leadership ha una autonomia maggiore rispetto al modello pluralista ma in ogni caso deve

condividere e comunicare le scelte che prende con la propria membership, altrimenti non viene

legittimata. Al tempo stesso però deve stare attenta a non diventare ostaggio della propria base, in

questo caso il rischio è quello di non riuscire più a produrre delle scelte di medio-lungo periodo.

Usando le parole della scuola di Francoforte, queste associazioni hanno uno status pubblico in

quando la loro esistenza e il loro funzionamento sono legittimati e in quanto hanno il diritto di

essere consultate nelle decisioni di interesse generale. Possono ricevere deleghe di autorità, ad

esempio dallo Stato.

Lo Stato ha un forte interesse all’esistenza dei corpi intermedi perché gli semplifica e gli riduce

l’impegno per la produzione di regole generali e di politiche di interesse generale, lo Stato quindi

non è neutro ma sostiene e legittima queste associazioni.

Associarsi, come il ricorso alla concertazione e al dialogo, è frutto della libera scelta e della

volontarietà degli attori, non è un percorso obbligato.

La predilezione che questo modello ha nei confronti della concertazione e del dialogo non esclude il

conflitto che qui assume un ruolo diverso rispetto al modello di contrattazione pluralistica. Mentre

nella fase di contrattazione i giochi sono a somma negativa e il conflitto ha lo scopo di strappare

qualcosa alla controparte, in questo modello esso è di tipo simbolico, cioè viene usato dalle

associazioni come strumento per dimostrare il proprio peso.

Come per l’altro modello tutto questo non avviene in un contesto neutro ma sempre all’interno del

libero mercato concorrenziale.

Un elemento un po’ complicato del modello è la selezione degli attori. Infatti gli attori da

coinvolgere bisogna sceglierli di volta in volta perché devono essere adeguati al tema che si vuole

affrontare, poiché solo i rappresentanti di certi interessi specifici sono portatori dell’esperienza

necessaria.

Gli attori però hanno tra di loro una differenza asimmetrica che si ricollega alle tra categorie di

Hirschman: voice, exit and loyalty.

La voice viene esercitata quando non c’è possibilità di exit. Questo accade nelle associazioni

sindacali dove i lavoratori, non potendo uscire dal sindacato perché un lavoratore da solo è troppo

debole per far valere i propri diritti, esercitano la voice per far sentire i propri bisogni.

Per gli imprenditori avviene il contrario, essendo possibile per loro l’exit non solo in modo

permanente ma anche temporaneo, questi hanno meno interesse a far sentire la propria voice a

livello di associazione.

Page 9: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

9

Il risultato è che la loyalty associativa, cioè la disciplina all’interno dell’associazione, è molto più

forte nel sindacato che nelle associazioni datoriali.

Page 10: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

10

CAPITOLO II

- La metà degli anni ’70 del ‘900

Negli anni ’70 del ‘900 la Finlandia cerca di spostarsi verso il modello neocorporativo, come Gran

Bretagna, Irlanda e Italia, ma in questo paese la spinta da parte del governo è più evidente. La

speranza è quella di raffreddare il conflitto, ma nonostante questi sforzi il contesto rimane sempre

quello di una contrattazione conflittuale.

Le divisioni sindacali rendono impossibile la cooperazione all’interno dello spazio politico fino al

1968, anno in cui si ritennero formalmente superate le divisioni e in cui il governo decise di lanciare

le sue iniziative sulle politiche dei redditi. Queste sono iniziative progettate verso una cooperazione

tripartitica ma non mancherà il ricorso all’intervento normativo.

La situazione presente in Gran Bretagna Crouch la definisce “disarticolata”: da un parte abbiamo un

forte riconoscimento a livello aziendale con una contrattazione molto attiva, e dall’altro tentativi di

scambio a livello centrale guidati dal governo e molte iniziative per la cooperazione triangolare,

rafforzate da un intervento normativo. Questi due livelli però non sono articolati tra di loro.

L’esperienza italiana non è molto diversa. Molte forze politiche, sindacali e industriali, sono

impegnate nel tentativo di superare la storica emarginazione del movimento sindacale. Il grado di

sviluppo istituzionale di questa integrazione resta però debole. Il sociologo italiano Pizzorno

definisce “politico” lo scambio tra le parti che avviene in Italia in questo periodo, ma vien presto

criticato da Marin.

Marin infatti parla di scambio politico

generalizzato quando abbiamo una ripetizione

nel tempo delle relazioni tra Stato, capitale e

lavoro. Non può esservi un solo momento di

trattative ma deve esserci un numero costante e

reiterato di incontri per far sì che si crei fiducia

tra le parti e che si possa andare verso giochi a

somma positiva per tutti. Quindi il termine

“scambio politico” non è adatto a definire quello

che succede in Italia6.

La metafora dello spazio politico viene utilizzata

da Crouch per aiutarci a capire dove individuare

6 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 80

Paese Sindacati affiliati alla principale confederazione

Iscritti in % di

forza lavoro 1950

Iscritti in % di

forza lavoro 1975

Austria 41.78 51.24

Norvegia 36.31 44.80

Svezia 39.78 77.70

Belgio 19.31 31.31

Germania 22.48 24.13

Paesi Bassi 9.87 22.10

Finlandia 15.42 43.36

Irlanda 13.40 34.85

Danimarca 32.15 43.80

Regno Unito 34.63 44.14

Italia 18.24 16.69

Francia 14.21 7.84

Tabella 1

Page 11: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

11

il baricentro, il punto base delle relazioni industriali. Nel suo testo scrive: “[…] dobbiamo

considerare lo spazio politico nei suoi termini propri […]. Nei termini cioè che comprendono le

materie sulle quali vengono prese decisioni generali, di interesse pubblico, all’interno di una data

unità politica; in particolare, quelle decisioni che, secondo gli attori politici, riguardano l’ordine

sociale complessivo. Il campo così definito è variabile, e sarà senza dubbio materia di conflitto

all’interno delle società il limite al quale può giungere tale delimitazione7”. In altre parole lo spazio

politico è un luogo astratto dove si prendono decisioni generali di interesse

pubblico e si incrocia con il baricentro. Nei paesi

pluralisti il baricentro è soprattutto a livello

aziendale, mentre in quelli neocorporativi è a livello

nazionale.

Il numero di finlandesi iscritti ai sindacati (Tab. 1) è

cresciuto esponenzialmente passando dal 15%,

negli anni ’50 del ‘900, al 43% negli anni ’70.

Questo aumento potrebbe essere causato dalla forte

industrializzazione che caratterizzò il paese in

quegli anni e che ebbe come conseguenza un forte

aumento del numero degli operai, quindi di persone

interessate ad iscriversi ad un sindacato.

Nello stesso arco di tempo anche la Gran Bretagna assiste ad un incremento della sindacalizzazione,

passa rispettivamente dal 34% al 44%, rispettando l’andamento che interessa la maggior parte dei

paesi europei presi in considerazione da Crouch. Al

contrario in Italia vediamo un leggero calo del tasso di

sindacalizzazione dal 18,24% passa al 16,69%.

In Finlandia non esiste più la rivalità tra le due

confederazioni sindacali SAJ e SAK, quest’ultima

riconquista una posizione di monopolio, anche se non

ha molto potere sugli scioperi. All’interno della SAK

continuano le tensioni con i gruppi comunisti, dove una

frazione dei delegati di base coordina l’opposizione a

una politica che va indirizzandosi verso un classico

approccio nordico. A livello aziendale c’è una fortissima autonomia settoriale.

7 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 327

Giornate perse per 1000 iscritti

Lavoratori dipendenti Iscritti al sindacato

Belgio 250.92 333.49

Danimarca 451.43 598.16

Finlandia 774.61 904.48

Francia 251.66 1036.92

Germania 61.29 158.17

Irlanda 416.55 767.13

Italia 1405.98 3028.17

Paesi Bassi 40.31 104.13

Norvegia 59.76 80.68

Svezia 99.64 106.03

Regno Unito 661.27 1173.09

Tabella 2

Paese Inflazione Disoccupazione Povertà

Belgio 10.9 3.9 14.8

Danimarca 9.9 3.0 12.9

Finlandia 14.4 2.2 16.6

Francia 10.2 3.4 13.6

Germania 6.7 2.3 9.0

Irlanda 15.9 7.0 22.9

Italia 13.9 5.8 19.7

Paesi Bassi 9.8 3.5 13.3

Norvegia 8.6 1.8 10.4

Svezia 8.5 2.3 10.8

Regno Unito 16.8 3.9 20.7

Tabella 3

Page 12: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

12

La principale confederazione inglese, la TUC, cerca di coordinare la contrattazione all’interno dello

spazio politico ma i movimenti autonomi a livello aziendale mantengono una forma di

contrattazione che fa crescere la tensione tra i delegati di base e la dirigenza sindacale.

Questo succede anche in Italia dove però la CGIL è impegnata, senza molto successo, in movimenti

verso l’unità de facto con le confederazioni “rivali”.

La tabella 2 mostra i dati sul conflitto industriale della prima metà degli anni ’70. Crouch ci dice

che sembra esistere una certa correlazione tra

tesseramento e livelli di conflittualità nei paesi

dove non esistono accordi di tipo neocorporativo

e ci fa notare il basso livello di conflittualità nei

paesi neocorporativi, con eccezione della

Danimarca. Guardando la tabella 3 ci

accorgiamo che le performance economiche

migliori sono nei paesi di tradizione

neocorporativa. Affermazione che trova

conferma nel grafico di figura 3, il quale mette in

relazione l’indice di Okun (misura addizionale

dell’inflazione e della disoccupazione di un

paese, permette di misurarne il grado di povertà) e la densità sindacale, riaffermando che le

perfomance economiche peggiori si hanno quasi sempre nei paesi senza meccanismi stabili e

tradizionali di scambio politico generalizzato che però cercano di realizzarli. In questi anni la

Finlandia, come la Gran Bretagna e l’Italia, passa al II quadrante nello schema sui modelli di

regolazione di Crouch, in quanto il potere sindacale si rafforza ma l’articolazione rimane ancora

debole a causa di due divisioni che permangono, una di carattere verticale e una di carattere

orizzontale.

La prima la ritroviamo nel fatto che il coinvolgimento delle parti nello spazio politico sulle politiche

dei redditi non trova riscontro a livello aziendale e la seconda nella divisione che coinvolge i

sindacati interni alla SAK; una divisione non solo settoriale, ma anche politica. Da una parte questo

non riduce la conflittualità, che confrontata con gli altri paesi rimane elevata, e dall’altra ritarda il

raggiungimento della Finlandia verso una solida struttura di neocorporativismo e di spazio politico

generalizzato.

In più i politici non sono stati in grado di capire il bisogno di articolazione richiesto soprattutto dai

sindacati dei settori non protetti che in Finlandia raccolgono la metà degli iscritti a un sindacato.

Figura 3 Performance economica e forza sindacale 1971-

1975

Page 13: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

13

- La fine degli anni ’80 del ‘900

La Finlandia entra a pieno regime nel sistema scandinavo, è l’unico paese tra quelli “aspiranti

neocorporativi” ad aver proceduto alla piena elaborazione delle istituzioni tipiche dei sistemi di

spazio politico generalizzato.

Il Gran Bretagna il governo di Margaret Thatcher punta alla ripresa economica cercando di limitare

il potere e il coinvolgimento dei sindacati respingendo quasi tutte le strategie di cooperazione

triangolare.

La situazione italiana in questo periodo e particolarmente anomala. Nel nord e nel centro del paese

vi è una notevolissima crescita della contrattazione, con lo sviluppo di agenzie amministrative

triangolari a livello di settore produttivo o regionale, tutto ciò però non è collegato a strutture di

riequilibrio a livello di fabbrica.

Qui non si sviluppa il modello neocorporativo perché le associazioni datoriali e i movimenti

sindacali hanno seguito una politica intermittente al fine di realizzare un tavolo nazionale per il

raggiungimento del consenso, ma sempre all’interno di un sistema contrattuale disorganizzato e

decentralizzato.

In questi anni c’è una forte e generale tendenza

in tutti i paesi a sposare il baricentro delle

relazioni industriali verso il livello aziendale, in

Scandinavia sono le associazioni imprenditoriali

che decidono di preferire una decentralizzazione.

Come vediamo nella tabella 4 il numero di

iscritti ai sindacati declina ovunque tranne in

Finlandia, dove l’iscrizione è una tutela contro la

disoccupazione, e in Irlanda. L’articolazione

resta ancora bassa a causa di continui conflitti tra

diverse correnti interne alla confederazione che lasciano la Finlandia ai confini dei quadranti II e III.

La Gran Bretagna assiste ad un crollo della sindacalizzazione e dell’articolazione dovuto

principalmente al declino della principale confederazione, la TUC, in ogni funzione di livello

statale, e dunque della sua importanza e del suo peso all’interno del movimento.

In Italia ci sono grandi difficoltà. Non solo falliscono tutti i tentativi di unire le varie confederazioni

rivali, ma c’è una forte crescita dei sindacati autonomi di base, completamente svincolati dalle

confederazioni nazionali. È una fortissima crisi dell’articolazione.

Paese Sindacati affiliati alla principale confederazione

Iscritti in % di

forza lavoro 1975

Iscritti in % di

forza lavoro 1990 ca.

Austria 51.24 48

Norvegia 44.80 36

Svezia 77.70 46

Belgio 31.31 31

Germania 24.13 22

Paesi Bassi 22.10 12

Finlandia 43.36 44

Irlanda 34.85 43

Danimarca 43.80 51

Regno Unito 44.14 29

Italia 16.69 14

Francia 7.84 2

Tabella 4

Page 14: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

14

La tabella 5 sul conflitto industriale ci mostra una Finlandia ancora particolarmente conflittuale, ma

con livelli inferiori rispetto agli anni ’70 e ci

conferma che i paesi di stabile e ben radicato

neocorporativismo sono meno conflittuali rispetto a

quelli di stampo pluralista. Basti solo confrontare il

conflitto presente in Svezia, Danimarca o quello

finlandese, anche se più elevato, con paesi come la

Spagna o l’Italia.

L’indebolimento del movimento sindacale inglese si

rispecchia nel conflitto che non è

particolarmente elevato in quanto messo in forte

difficoltà da una legge che il governo vara negli anni

’80, la quale rende legale lo sciopero tradizionale

solo se votato dalla maggior parte dei lavoratori in azienda, quindi anche quelli non

iscritti al sindacato e viene definito illegale lo sciopero di solidarietà.

In Italia il conflitto aumenta ulteriormente rispetto agli anni ’70 staccandosi, insieme alla Spagna,

dalla media europea.

Come Crouch ci fa notare nei paesi neocorporativi scandinavi qualcosa sta cambiando: nei decenni

scorsi le relazioni di tipo neocorporativo e l’articolazione sindacale crescevano in parallelo, ora

invece siamo in una situazione con un alto livello di

scambio politico generalizzato ma con una

articolazione sempre più bassa. Le strutture

neocorporative da sole non possono sostenere gli effetti

associati con il neocorporativismo se si deteriora il

sostegno offerto dalle strutture interne delle

organizzazioni partecipanti.

La stessa Finlandia può essere considerata un paese con

un fragile neocorporativismo dove la pratica non si

condensa nella nascita di istituzioni. La Finlandia entra

nella rosa dei paesi con modello neocorporativo perché

lo pratica, anche se il livello avanzato di spazio politico

generalizzato non può compensare la mancanza di infrastrutture.

Paese Giornate perse per 1000

lavoratori dipendenti iscritti al sindacato

Austria 1.42 2.40

Danimarca 41.24 44.92

Finlandia 401.47 483.13

Francia 65.06 712.51

Germania 4.58 14.11

Irlanda 282.01 457.69

Italia 2499.70 4846.16

Paesi Bassi 12.75 46.65

Norvegia 149.94 226.03

Svezia 132.47 15.38

Spagna 618.11 5645.93

Regno Unito 141.31 288.67

Paese Inflazione Disoccupazione Povertà

Austria 2.19 4.08 6.27

Belgio 2.13 9.58 11.71

Danimarca 3.92 8.64 12.56

Finlandia 4.83 4.32 9.15

Francia 3.09 9.84 12.93

Germania 1.36 5.90 7.26

Irlanda 3.29 16.04 19.33

Italia 5.75 10.64 16.39

Paesi Bassi 0.75 8.90 9.65

Norvegia 6.27 3.46 9.75

Svezia 6.25 1.82 8.07

Spagna 6.46 18.60 25.06

Regno Unito 5.96 8.80 14.76

Tabella 5

Tabella 6

Page 15: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

15

In questi anni i dati sulla disoccupazione e

sull’inflazione (Tab. 6) ci dicono qualcosa di

nuovo: i livelli più bassi di inflazione li

troviamo in Germania ed Olanda, paesi di

tradizione neocorporativa ma che non guidano

la classifica della forza sindacale, mentre nei

paesi neocorporativi ma con un potere sindacale

rilevante non vengono mostrati risultati

significativi, anzi sembrano andare peggio

rispetto alla maggior parte dei paesi con

tradizione di contrattazione collettiva o contestazione come la Gran Bretagna.

Se però guardiamo alla disoccupazione vediamo che la situazione cambia, le performance migliori

sono nei paesi di tradizione neocorporativa “socialdemocratica”, ad esclusione della Danimarca.

Vediamo infatti come i valori sull’inflazione della Gran Bretagna e dell’Italia siano inferiori o in

linea con quelli della Svezia e della Norvegia, ma non con la Finlandia, e come, se guardiamo alla

disoccupazione, la situazione cambi.

Esaminando il grafico di figura 4 Crouch ci fa vedere che i paesi neocorporativi continuano ad

essere i più ricchi e che continuano a limitare le potenziali conseguenze economiche di un alto

livello di tesseramento sindacale. Non c’è una forte correlazione tra forza sindacale e “povertà”

anche se i paesi più poveri non hanno un’alta sindacalizzazione8.

8 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 261- 312

Figura 4 Performance economica e forza sindacale, 1986-1990

Page 16: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

16

CONCLUSIONI

Alla luce dei capitoli precedenti, il neocorporativismo è più idoneo del pluralismo a minimizzare il

conflitto?

In Finlandia il passaggio da un modello di contrattazione collettiva pluralista a uno di

neocorporativismo è accompagnano ad un drastico calo della conflittualità.

La conflittualità in questo paese è di origini politiche, le divisioni nel movimento sindacale

riguardavano la fondamentale questione delle relazioni geopolitiche con l’Unione Sovietica9. Come

già citato, questo era un elemento di debolezza, anche se la volontà delle elite politiche finlandesi di

plasmare le loro istituzioni sul modello svedese aveva, col passare degli anni, migliorato la

situazione.

In questo periodo assistiamo all’arrivo di un fenomeno nuovo per la Finlandia: la disoccupazione.

Com’è possibile che con l’aumentare della disoccupazione il conflitto si riduca? Inizialmente

pensavo che una possibile spiegazione potesse essere collegata al concetto di “vantaggio differito”.

Ritenevo che il lavoro fatto negli anni per raggiungere un modello di scambio politico generalizzato

fosse stato sufficiente a creare una fiducia tale da spingere i lavoratori a fare dei sacrifici nel

presente per dei vantaggi futuri. Ma una spiegazione del genere presuppone che ci sia una forte

articolazione all’interno delle associazioni di rappresentanza, in Finlandia però non è così.

Una spiegazione più facile e immediata può essere collegata ai programmi di protezione sociale

dalla disoccupazione rivolti ai lavoratori iscritti a un sindacato, in questo caso perché spendere

tempo, energie e costi nel conflitto?

In uno stato non interventista come la Gran Bretagna, che aveva tollerato una crescita sindacale di

tipo non formale e non partecipativa e che aveva pian piano accolto i rappresenti del lavoro

organizzato nell’ormai consolidato sistema di accordi tra “gentlemen”, l’arrivo al governo della

“lady di ferro” Margaret Thatcher fu un punto di svolta nel paese.

Il modello delle relazioni industriali portati avanti dalla lady prevedeva il minimo coinvolgimento

dei sindacati.

Nel pieno della grave crisi inflazionistica che colpì l’Europa negli anni ’70 e ’80, il governo

conservatore fu costretto ad una serie di provvedimenti molto impopolari che portò ad una forte

esplosione del conflitto industriale tra il 1983 e il 1987, la quale venne però bruscamente repressa.

La principale causa del calo del conflitto nel paese sembra proprio essere l’approvazione della legge

che rendeva illegali gli scioperi, a cui vanno aggiunte tutte le azioni del governo volte a indebolire i

sindacati inglesi.

9 Colin Crouch [1996] op. cit, pag 371

Page 17: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

17

C’è un altro elemento che va tenuto in considerazione: la riduzione della classe operaia in termini

quantitativi. Ciò influisce sull’indebolimento di un sistema sindacale che basava la propria forza

sulla pura e semplice dimensione della classe lavoratrice industriale.

Nel complesso questo caso ci mostra che il neocorporativismo non è l’unico modo per raffreddare il

conflitto industriale, ma la strada della repressione non è la migliore.

L’Italia, al contrario degli altri due paesi, non è caratterizzata da un calo della conflittualità, ma da

un suo aumento.

Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, nel paese, nonostante i buoni propositi della

classe dirigente, ritornò ad instaurarsi un sistema particolarista di stampo clientelare. In

concomitanza si affermò l’ascesa al governo del partito “Democrazia Cristiana” che guidò il paese

40 anni.

Con questa specificazione di carattere politico non voglio affermare che la responsabilità della

mancanza di concertazione, di fiducia tra le parti (a parte il caso della “Maxi Trattativa) e l’elevata

conflittualità nel paese sia da attribuire unicamente allo Stato.

Ma se da una parte abbiamo delle associazioni sindacali disarticolate, scoordinate e con un calo di

legittimità, è anche vero che lo Stato non si è mostrato particolarmente interessato a cercare un

dialogo continuo e duraturo con i sindacati, il che avrebbe comportato a un dialogo con

l’opposizione, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria in un

clima di guerra fredda.

In aggiunta il sistema contrattuale era disorganizzato e disarticolato, e vi era una divisione interna

tra il Nord e il Centro del paese e il Meridione che si accentuò negli anni ’80, quando la crescita

della contrattazione interessò solo il Settentrione.

In un contesto dove manca il dialogo tra le parti e dove il conflitto porta a giochi a somma negativa

non è banale trovare una soluzione che possa aiutare ad attenuare le tensioni e gli scontri.

Sembra che il modello neocorporativismo sia più efficace a raffreddare il conflitto industriale, di

quanto faccia il sistema a contrattazione pluralistica.

Page 18: NEOCORPORATIVISMO E PLURALISMO · La regolazione del lavoro ha interessato tutti i paesi europei, e non solo, fin dal Medioevo, quando ... Il III quadrante è caratterizzato da un

18

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

- Colin Crouch [1996] “Relazioni industriali nella storia politica europea”, Ediesse

- www.wikipedia.it

- www.unite.it


Recommended