+ All Categories
Home > Documents > Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter...

Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter...

Date post: 05-Oct-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
6
Newsletter Progetto Collaborativo Valutazione dell’efficacia di un intervento integrato per la razionalizzazione della prescrizione e il controllo della spesa farmaceutica nel territorio della ASL di Bergamo Numero 20 - Giugno 2008 In questo numero DIABETE. La “saga” continua Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva: Profilassi antibiotica perioperatoria. Reazioni avverse da SSRI. Broncodilatatori negli anziani e effetti avversi. Il farmacista in pronto soccorso. DALLA APRTE DEI CITTADINI: Cambiare stile di vita MEDICINA E INORMATICA: Google Health BACHECA SITI INTERNET UTILI: “Talk about rx” Bergamo: la Città Alta DIABETE, TRIAL CLINICI ED END-POINT SURROGATI La “saga” continua. Meno di un quinto dei trial clinici sul trattamento del diabete utilizzano come misure di outcome primario end-point con una diretta ricaduta sul paziente e più della metà non li considera in alcun modo. Questi sono i risultati a cui sono giunti gli autori di uno studio pubblicato recentemente su JAMA 1 . Gli autori hanno eseguito una ricerca sui tre più grossi registri di trial clinici internazionali (ClinicaTrials.gov, International Standard Randomized Controlled Trial Number Register e Aystralian New Zeland Clinical Trials Registry) per selezionare tutti i trial clinici sul diabete e verificare i tipi di outcome utilizzati per la stima dei risultati. Gli studi identificati sono stati quindi selezionati in 3 gruppi principali in relazione al tipo di outcome: studi con outcome rilevanti per il paziente (es. mortalità, qualità della vita, eventi cardiovascolari maggiori), studi con outcome surrogati (end-point che possono indicare il progredire della malattia o che possono aumentare il rischio di altri eventi, come per es.: emoglobina glicosilata, livelli di colesterolemia,ritardata guarigione delle ferite, infezioni, disturbi alla vista) e outcome fisiologici e di laboratorio es, livelli di insulina, peptide- C). Sono stati identificati 2.019 trial clinica potenzialmente eligibili, di cui 965 sono stati esclusi in quanto non-randomizzati o perché non includevano pazienti affetti da diabete, lasciando 1.054 studi eligibili. Tra questi gli autori hanno randomizzato un campione pari al 50% (527 studi) da cui sono stati poi esclusi quelli registrati prima del 2004.Dei 436 studi inclusi nelle analisi, la maggior parte erano studi di fase 3 o 4 e testavano farmaci per pazienti adulti con diabete di tipo 2 ed erano condotti in Europa o nel nord America. La maggior parte (69%) aveva terminato la fase di arruolamento dei pazienti, mentre nel 25% dei casi esso era ancora in corso e nel 6% non era ancora iniziato. Solo in 78 (18%) studi gli autori hanno identificato come outcome principale un end-point appartenente al primo gruppo, quello delle misure di outcome rilevanti per il paziente, mentre nel 61% dei casi venivano impiegati end- point surrogati. La scelta di outcome poco rilevanti per il paziente era correlata alla numerosità dei pazienti inclusi e alla durata dello studio. Gli autori concludono con il richiamo alla necessità di definire degli standard per la pianificazione e la realizzazione di trial clinici in pazienti con diabete in grado di fornire ai clinici risposte su end-point rilevanti per la salute del paziente. I risultati di questo studio sono ancora più significativi nel panorama del dibattito recentemente aperto e tuttora in atto sul rischio dei nuovi antidiabetici orali e dai risultati di due recenti trial pubblicati sul NEJM, gli studi ADVANCE 2 e ACCORD 3 che hanno indirettamente confermato i dubbi e i rischi messi in luce dagli autori dell’articolo di JAMA. I risultati dei due studi citati hanno infatti dimostrato che se da un lato il controllo più intensivo della glicemia riduce il rischio di nefropatia migliorando gli outcome “microvascolari”, non sarebbe in grado, almeno sul breve periodo, di migliorare gli outcome “macrovascolari” e quindi le complicanze cardiovascolari maggiori. Sebbene il miglioramento del controllo della glicemia con un approccio più aggressivo possa avere effetti sulle complicanze microvascolari, la mancata riduzione degli eventi vascolari maggiori dovrebbe far pensare ad un effetto additivo di altri fattori di rischio come ipertensione, iperlipidemia e ipercoagulabilità e alla conseguente necessità di utilizzare negli studi quegli end-point clinicamente rilevanti per il paziente, come sottolineato dallo studio di JAMA. 1. Gandhi GY.JAMA 2008; 299: 2543-2549. 2. ADVANCE. NEJM 2008; 358: 2560-2572. 3. ACCORD. NEJM 2008; 358: 2630-2633. RISULTATI PRELIMINARI SUI FARMACI IMPLICATI NEL PROGETTO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLA PRESCRIZIONE A BERGAMO Il 30 giugno terminerà il progetto che da 2 anni vede impegnati la ASL, L’AO Ospedali Riuniti di Bergamo e l’Istituto “Mario Negri” di Milano per implemetare strategie integrate ospedale territorio per razionalizzare la prescrizione farmaceutica. Nello specifico sono state considerate 4 arre terapeutiche evidenziate in fase di avvio come critiche (antibioticoterapia, antipertensivi, FANS e IPP) e per le quali sono stati attivati 4 gruppi di lavoro interdisciplinari. Sono attualmente in corso le analisi dettagliate a cui verrà dedicato un numero della Newsletter. La figura che segue mostra attraverso tre indicatori (DDD/assistibile, Spesa lorda/assistibile e costo medio DDD prescritta) le variazioni (delta %) emerse dal confronto tra l’anno precedente l’inizio dello studio (2004) e il 2007.
Transcript
Page 1: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

Newsletter

Progetto CollaborativoValutazione dell’efficacia di un intervento integrato per la razionalizzazione della

prescrizione e il controllo della spesa farmaceutica nel territorio della ASL di Bergamo

Numero 20 - Giugno 2008

In questo numeroDIABETE. La “saga” continua

Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva: Profilassi antibioticaperioperatoria. Reazioni avverse da SSRI. Broncodilatatori negli anziani e effettiavversi. Il farmacista in pronto soccorso.

DALLA APRTE DEI CITTADINI: Cambiare stile di vitaMEDICINA E INORMATICA: Google HealthBACHECA SITI INTERNET UTILI: “Talk about rx”

Bergamo: la Città Alta

DIABETE, TRIAL CLINICI ED END-POINT SURROGATILa “saga” continua.

Meno di un quinto dei trial clinici sul trattamento del diabete utilizzano come misure di outcome primario end-point con una diretta ricaduta sulpaziente e più della metà non li considera in alcun modo. Questi sono i risultati a cui sono giunti gli autori di uno studio pubblicato recentemente suJAMA1. Gli autori hanno eseguito una ricerca sui tre più grossi registri di trial clinici internazionali (ClinicaTrials.gov, International StandardRandomized Controlled Trial Number Register e Aystralian New Zeland Clinical Trials Registry) per selezionare tutti i trial clinici sul diabete everificare i tipi di outcome utilizzati per la stima dei risultati. Gli studi identificati sono stati quindi selezionati in 3 gruppi principali in relazione al tipo dioutcome: studi con outcome rilevanti per il paziente (es. mortalità, qualità della vita, eventi cardiovascolari maggiori), studi con outcome surrogati(end-point che possono indicare il progredire della malattia o che possono aumentare il rischio di altri eventi, come per es.: emoglobina glicosilata,livelli di colesterolemia,ritardata guarigione delle ferite, infezioni, disturbi alla vista) e outcome fisiologici e di laboratorio es, livelli di insulina, peptide-C). Sono stati identificati 2.019 trial clinica potenzialmente eligibili, di cui 965 sono stati esclusi in quanto non-randomizzati o perché non includevanopazienti affetti da diabete, lasciando 1.054 studi eligibili. Tra questi gli autori hanno randomizzato un campione pari al 50% (527 studi) da cui sonostati poi esclusi quelli registrati prima del 2004.Dei 436 studi inclusi nelle analisi, la maggior parte erano studi di fase 3 o 4 e testavano farmaci perpazienti adulti con diabete di tipo 2 ed erano condotti in Europa o nel nord America. La maggior parte (69%) aveva terminato la fase di arruolamentodei pazienti, mentre nel 25% dei casi esso era ancora in corso e nel 6% non era ancora iniziato.Solo in 78 (18%) studi gli autori hanno identificato comeoutcome principale un end-point appartenente al primogruppo, quello delle misure di outcome rilevanti per ilpaziente, mentre nel 61% dei casi venivano impiegati end-point surrogati. La scelta di outcome poco rilevanti per ilpaziente era correlata alla numerosità dei pazienti inclusi ealla durata dello studio. Gli autori concludono con il richiamoalla necessità di definire degli standard per la pianificazionee la realizzazione di trial clinici in pazienti con diabete ingrado di fornire ai clinici risposte su end-point rilevanti per lasalute del paziente.I risultati di questo studio sono ancora più significativi nelpanorama del dibattito recentemente aperto e tuttora in attosul rischio dei nuovi antidiabetici orali e dai risultati di duerecenti trial pubblicati sul NEJM, gli studi ADVANCE2 eACCORD3 che hanno indirettamente confermato i dubbi e irischi messi in luce dagli autori dell’articolo di JAMA. Irisultati dei due studi citati hanno infatti dimostrato che seda un lato il controllo più intensivo della glicemia riduce ilrischio di nefropatia migliorando gli outcome“microvascolari”, non sarebbe in grado, almeno sul breveperiodo, di migliorare gli outcome “macrovascolari” e quindile complicanze cardiovascolari maggiori.Sebbene il miglioramento del controllo della glicemia con unapproccio più aggressivo possa avere effetti sullecomplicanze microvascolari, la mancata riduzione deglieventi vascolari maggiori dovrebbe far pensare ad un effettoadditivo di altri fattori di rischio come ipertensione,iperlipidemia e ipercoagulabilità e alla conseguentenecessità di utilizzare negli studi quegli end-pointclinicamente rilevanti per il paziente, come sottolineato dallostudio di JAMA.1. Gandhi GY.JAMA 2008; 299: 2543-2549. 2. ADVANCE. NEJM2008; 358: 2560-2572. 3. ACCORD. NEJM 2008; 358: 2630-2633. 1

RISULTATI PRELIMINARI SUI FARMACI IMPLICATI NEL PROGETTODI RAZIONALIZZAZIONE DELLA PRESCRIZIONE A BERGAMO

Il 30 giugno terminerà il progetto che da 2 anni vede impegnati la ASL, L’AOOspedali Riuniti di Bergamo e l’Istituto “Mario Negri” di Milano per implemetarestrategie integrate ospedale territorio per razionalizzare la prescrizionefarmaceutica.Nello specifico sono state considerate 4 arre terapeutiche evidenziate in fase diavvio come critiche (antibioticoterapia, antipertensivi, FANS e IPP) e per le qualisono stati attivati 4 gruppi di lavoro interdisciplinari.Sono attualmente in corso le analisi dettagliate a cui verrà dedicato un numero dellaNewsletter. La figura che segue mostra attraverso tre indicatori (DDD/assistibile,Spesa lorda/assistibile e costo medio DDD prescritta) le variazioni (delta %) emersedal confronto tra l’anno precedente l’inizio dello studio (2004) e il 2007.

Page 2: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

La realtà, come è ben documentato da molti lavori di letteratura (1, 2, 3), non è così e non si possono negare delle difficoltà a modificareconvinzioni o abitudini radicate, o a rispondere alla preoccupazione del medico di non fare il meglio per i propri malati che può portare asomministrazioni non giustificato dell’antibiotico o per tempi eccessivamente lunghi.Un’ultima considerazione. Le linee guida costituiscono uno strumento di tutela del cittadino che si rivolge alle strutture sanitarie ed ai suoiprofessionisti. Ne è ben consapevole l’Unione Consumatori americana che ha lanciato una campagna per rendere pubblici i dati sull’applicazionedelle linee guida di profilassi chirurgica ed ha ottenuto l’obbligatorietà della loro diffusione in molti Stati USA. Per questi Stati, i dati di adesionealle linee guida sono consultabili, ospedale per ospedale, sul sito www.consumersunion.org.Ma le linee guida, quando correttamente applicate, possono essere anche uno strumento a tutela del professionista che può dimostrare di averoperato secondo le più aggiornate conoscenze della medicina.

Riferimenti bibliografici• Cabana MD., Rand C S, R. Powe NR., Wu AW., Wilson MH., Abboud P-AC., Rubin HR.: Why Don't Physicians Follow Clinical Practice Guidelines? A Frameworkfor Improvement JAMA 1999;282:1458-1465• Michie S., Lester K.: Word matter: increasing the implementation of clinical guidelines Qual Saf Health Care 2005; 14: 367-370• Moulding NT, Silagy CA, Weller DP: A framework for effective management of change in clinical practice: dissemination and implementation of clinical practiceguidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183

Newsletter Numero 20 - Giugno 2008

Dalla letteratura… e non solo: pillole di buona pratica prescrittiva

PROFILASSI ANTIBIOTICA PERIOPERATORIA: ESPERIENZA SUL CAMPOE. Bombana, G. Delvecchio, F. Locati, A. Piccichè, D. Valsecchi, A. Goglio, F. Suter, C. Sileo

Dipartimento Prevenzione e Sorveglianza Infezioni, Gruppo Diagnosi e Terapia

La profilassi antibiotica perioperatoria è universalmente riconosciuta come efficace nel ridurre le infezioni del sito chirurgico, i tempi di degenza ei costi della ospedalizzazione.Negli anni sono stati condotti numerosi lavori che hanno portato alla produzione di linee guida basate su prove scientifiche (evidence basedmedicine).Nel 2003 l’Istituto Superiore di Sanità ha predisposto e diffuso le linea guida nazionali “Antibioticoprofilassi perioperatoria nell’adulto”(www.pnlg.it), utilizzando come riferimento ed aggiornando le linee guida prodotte nel 2000 dallo Scottish Intercollegiate Guidelines Network.Nonostante l’autorevolezza e l’evidenza scientifica delle linee guida, sono ancor oggi numerosi i lavori che ne segnalano una scarsaapplicazione.Nel 2005, il Dipartimento Prevenzione e Sorveglianza delle Infezioni (DiPSI) degli Ospedali Riuniti ha avviato un progetto di revisione delle prassiin uso che si è sviluppato in fasi successive:

• presentazione del progetto nell’ambito di specifiche riunioni sulla prevenzione del rischio infettivo in chirurgia;• raccolta dei protocolli in uso nelle singole specialità chirurgiche per le diverse procedure chirurgiche;• confronto interdisciplinare (chirurghi, medici di direzione sanitaria, farmacisti, infettivologi, microbiologi, anestesisti) per la validazione dei

protocolli in uso, in riferimento alla letteratura nazionale ed internazionale;• definizione delle modalità organizzative (responsabilità, sede di somministrazione, registrazione)

Un enorme sforzo, che ha permesso, grazie alla collaborazione e competenza di molti colleghi, di produrre un primo protocollo (revisione 00) cheè stato diffuso in Azienda, sottoscritto da tutti i Direttori delle USC chirurgiche ed anestesiologiche, e pubblicato sul sito intranet. La successivaedizione, modificata sulla base delle osservazioni dei colleghi scaturite dalla prima applicazione (relative soprattutto agli aspetti organizzativi), èstata validata dal sistema aziendale di qualità aziendale ed è consultabile sul sito dell’Azienda (www.ospedaliriuniti.bergamo.it), nella pagina delDiPSI.L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla Direzione Aziendale che ha inserito, tra gli obiettivi delle USC chirurgiche nel 2006, la stesura delprotocollo per le profilassi chirurgiche di competenza e nel 2007 l’applicazione delle stesse.

2

A tal fine, nel 2007, è stata fatta una verificadell’adesione alle linee guida, medianteconsultazione della documentazione clinica(192 le cartelle esaminate, per 195 interventichirurgici), rilevando in particolare:

• concordanza tra indicazione edattuazione della profilassi;

• correttezza della molecola;• tempi di somministrazione preoperatoria

(entro 30’ dall’intervento);• durata della profilassi (di norma non

oltre le 24 ore);• somministrazione di una seconda dose

del farmaco intraoperatoria, perinterventi eccedenti la durata di tre ore.

I risultati hanno evidenziato una sostanzialebuona applicazione in tutto l’Ospedale, con unsignificativo miglioramento rispetto ad unaprecedente rilevazione.La montagna ha partorito un topolino ?Sembrerebbe sufficiente per una buonapratica clinica traslare le migliori conoscenzedel momento e implementarle in tempo realesui luoghi di cura.

Page 3: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

BRONCODILATATORI NEGLI ANZIANI ED EFFETTIAVVERSI

L'asma e le malattie polmonari croniche ostruttive (COPD) sonopatologie comuni, associate a crescenti morbilità e mortalità nellepersone anziane. I broncodilatatori sono ampiamente prescritti inpazienti affetti da tali patologie ma, sebbene usati per inalazione,possono avere effetti sia sistemici che locali.Le persone anziane vanno incontro a più effetti avversi a causa dicambiamenti farmacocinetici e farmacodinamici indotti dall'età e,soprattutto, per colpa di interazioni tra farmaci e di patologieconcomitanti. Le malattie cardiovascolari sono comuni tra le personeanziane ed i beta agonisti hanno effetti isotropi e cronotropi positivi chepossono incrementare il rischio di aritmie e cardiomiopatie. Possonoinoltre aggravare o indurre l'ischemia del miocardio e causare disturbielettrolitici che contribuiscono all'effetto proaritmico. Il tremore è uneffetto avverso ben conosciuto e assai fastidioso, indotto dallasomministrazione di questi farmaci.L'uso a lungo termine dei beta agonisti può essere inoltre associato atolleranza, controllo scadente della patologia, esacerbazioni improvvise,in grado di mettere il paziente a rischio di vita e morti attribuibiliall'asma. Negli osteoblasti sono presenti beta2-adrenocettori funzionalie l'uso cronico di beta agonisti è stato indicato come possibile concausanell'osteoporosi. Gli anticolinergici per inalazione sono in genere ben tollerati mapossono casuare secchezza delle fauci, che può essere problematicanelle persone anziane. Dilatazione della pupilla, visione offuscata eglaucoma acuto possono verificarsi a causa di gocce sfuggitedall'inalatore. Sebbene nei trial randomizzati controllati suglianticolinergici per inalazione a lunga durata non siano stati osservaticambiamenti elettrocardiografici, sono stati registrati dei casi ditachiaritmia sopraventricolare in un trial randomizzato controllato di 5anni, condotto su ipratropio bromuro. La somministrazione dianticolinergici per inalazione, così come accade per i beta agonisti, puòinoltre indurre broncocostrizione paradossa, anche se non è statariportata l'insorgenza di tolleranza. Gli anticolinergici possono inoltrecausare effetti centrali, in particolare riduzione delle funzioni cognitive,effetti notati anche con gli agenti somministrati per via inalatoria. L'impiego di teofillina è limitato dai suoi effetti avversi, che vanno daicomuni disturbi gastrointestinali a palpitazioni, aritmie e casi segnalati diinfarto del miocardio. Sono stati riferiti anche casi di convulsioni, ma sitratta di un effetto raro. Teofillina è metabolizzata primariamente dalfegato e interagisce di frequente con altri medicinali. La suaconcentrazione nel plasma dovrebbe essere strettamente controllata,specialmente negli anziani. Sebbene siano stati condotti molti trial clinici sui bronocodilatatori nellepatologie polmonari croniche ostruttive, i risultati di questi studi vannointerpretati con cautela, in quanto le persone anziane sono spessosottorappresentate e i soggetti con comorbidità sono in genereespressamente esclusi da essi.Fonte : Drugs & Aging 2008; 25:415-443

Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva

Newsletter Numero 20 - Giugno 2008

REAZIONI AVVERSE COMUNI DA ANTIDEPRESSIVI SSRI GIA’ NOTE DAGLI STUDI PRE-REGISTRATIVIQuesta metanalisi si propone di determinare il livello di conoscenza degli effetti collaterali degli SSRI prima della richiesta di registrazione dellaparoxetina.Con uno speciale permesso ottenuto dal Ministero della Salute norvegese gli autori hanno ottenuto i dati di 82 studi clinici presentati dal titolaredell’AIC della paroxetina nel 1989.Sono stati identificati 17 RCT verso placebo in cui globalmente 903 pazienti sono stati trattati con farmaco e 592 con placebo. Sono stati quindicomparati gli eventi avversi registrati con le frequenze indicate nel riassunto delle caratteristiche del prodotto al tempo della registrazione e almomento attuale.Gli autori hanno osservato che al momento della registrazione gli effetti collaterali comuni statisticamente significativi erano 19, ma solo 8 di questierano riportati come eventi avversi comuni nel primo riassunto delle caratteristiche del prodotto presentato nel 1989. Inoltre di quei 19 effetticollaterali, 5 non sono al momento ancora menzionati e tra questi vi sono: cefalea, diminuzione della libido e parestesia.Alcune reazioni avverse frequenti che sono state incluse nell'attuale riassunto delle caratteristiche del prodotto erano quindi evidenti e documentategià nei primi studi che hanno accompagnato la richiesta di AIC nel 1989, mentre altri eventi avversi osservati allora, non sono comunque statiinseriti.Gli autori suggeriscono che le meta-analisi degli effetti avversi dovrebbero essere obbligatorie già allo stadio della prima registrazione di unmedicinale.Fonte: Aursnes I, et al. Common adverse events associated with an ssri: meta-analysis of early paroxetine data. Pharmacoepidemiology and Drug Safety.2008

IMPATTO DELLA PRESENZA DI UN FARMACISTAIN PRONTO SOCCORSO E RIDUZIONE DEGLI

ERRORI PRESCRITTIVIQuesto studio ha valutato la frequenza degli errori relativi all'uso dimedicinali in pronto soccorso (PS) prima e dopo il coinvolgimento diun farmacista con il compito di controllare le prescrizioni. Per ciascuno dei pazienti ammessi al PS di un grosso ospedale, nelperiodo tra il novembre-dicembre 2005 (controlli) o tra il novembre-dicembre 2006 (gruppo di intervento), è stata condotta una revisioneretrospettiva delle cartelle cliniche. Per il gruppo dei controlli non erapresente in pronto soccorso, con il compito di controllare leprescrizioni, un farmacista, che era invece stata introdotta al tempodell'ammissione dei casi. Complessivamente, sono state valutate 490 prescrizioni, riferite a 198pazienti. Il gruppo dei controlli (n=94) e quello di intervento (n=194)non differivano significativamente per età, sesso, razza e numero diprescrizioni.Nel complesso, sono stati identificati 37 errori nel gruppo di controllo e14 nel gruppo di intervento, con tassi di errore, rispettivamente, di16,09 e 5,38 ogni 100 prescrizioni e con una differenza del 66,6%(p=0,0001). I farmacisti dislocati i pronto soccorso avevano fatto 183raccomandazioni, delle quali il 98,6% era stato accolto. Il tasso di errori nell'impiego dei farmaci in PS diminuiscesignificativamente quando un farmacista interviene, rivedendo tutte leprescrizioni prima di avviare le terapieFonte: Am J Health-Syst Pharm 2008; 65:330-333. 3

Page 4: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

4

La pressione alta, ipertensione, è determinata in parte da fattori genetici che ci portiamo dietro sin dalla nascita ma è fortementeinfluenzata da fattori ambientali. In particolare dal nostro stile di vita.Vita da ufficio e comodità legate soprattutto alla riduzione del movimento quotidiano sono due nemici dello stare bene e del potersperare di avere una vita lunga. Dovremmo ricordarci delle abitudini di vita dei nostri antenati preistorici, almeno per quanto riguarda l’esercizio fisico.Non si pretende certo che per mettere la cena in tavola si debba andare a caccia nei boschi, però nemmeno limitare il propriomovimento a salire e scendere dall’auto fa bene alla salute!

Newsletter Numero 20 - Giugno 2008

Perchè?Al di là della precisione del calcolo dei benefici tutti sanno che lostile di vita condiziona la propria salute, ma è opinione comune,di medici e degli assistiti, che regolarsi nel cibo e impegnarsi inuna attività fisica sia uno sforzo improponibile.Ecco che allora la chimica viene in aiuto della scarsa forza divolontà: ingoia la pillola e ti levi la seccatura di fare una rampa discale.Ma chi fa parte della folta schiera degli indolenti deverassegarsi? Medici che non si arrendono hanno misurato l’efficacia di alcuniinterventi per promuovere un cambio delle stile di vita. Secondo uno studio pubblicato su BMJ, i risultati migliori siottengono a livello di comunità (quartiere, paese, città) non coninterventi generalizzati, bensì attraverso azioni condotte dalmedico di famiglia mirate a un particolare gruppo di persone (oaddirittura al singolo individuo) motivate, mettendo in evidenza idiretti e specifici benefici che quel gruppo di persone (o il singolo)può valutare direttamente e identificare come importante.In questo modo si è visto che, soprattutto tra coloro chedichiaravano di svolgere al massimo 30 minuti consecutivi diattività fisica rilevante, anche se di intensità moderata, siotteneva il risultato di raddoppiare il tempo dedicato almovimento. Almeno nel breve termine. Certo questo non significa che la buona volontà sia sufficiente,ma sicuramente indispensabile; così da cercare di ridurre oevitare, se possibile e salvo diversa indicazione del propriomedico, il ricorso ai farmaci.

Secondo varie ricerche internazionali infatti il motoè fondamentale per tenere sotto controllo lapressione alta e molte problematiche di salute adessa collegate. Secondo lo studio “PREMIER”, pubblicato suAnnals of Internal Medicine, basterebbero 18 mesiper contrastare l’ipertensione, anche meglio diquanto riescono a fare i farmaci, con il “semplice”cambiamento dello stile di vita.Studiando soggetti con ipertensione e ipertensionedi stadio 1 che non seguivano una terapiafarmacologica, si è visto che quanti cercavano diraggiungere specifici obiettivi relativi all’adozione diuna dieta povera di grassi saturi di origine animalee soprattutto all’esecuzione di esercizio fisicocostante, anche di moderata intensità, registravanouna diminuzione dei valori pressori anche piùelevata di quella generalmente rilevata nei soggettitrattati con farmaci specifici e senza gli effetticollaterali correlati all’uso dei farmaci. Risultati sorprendenti, spesso taciuti o rivelati soloin parte.

Dalla parte dei cittadiniLo stile di vita non si può cambiare. O sì?Fonte: G: Rebuscelli, http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/918

Page 5: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

Newsletter

MEDICINA E INFORMATICA

5

GOOGLE HEALTH: LE CARTELLE CLINICHE PERSONALI SECONDO GOOGLEA cura di Eugenio Santoro, Laboratorio di Informatica Medica, Dipartimento di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”.

Dopo i ripetuti annunci che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi e dopo un anno e mezzo necessari per completare il suo sviluppo, lunedì19 maggio Google ha lanciato Google Health (http://www.google.com/health), il suo servizio per la gestione delle cartelle sanitarie personali basatesul web (PHR) (1,2,3).Google è l’ultimo colosso informatico in ordine cronologico ad entrare nel campo delle cartelle sanitarie personali basate sul web, cioè di quelleapplicazioni (illustrate nel precedente numero di questa rubrica) che consentono ai cittadini di centralizzare, aggiornare e controllare direttamente ipropri dati sanitari, affiancando così esperienze come quelle recentemente sviluppate da Microsoft (HealthVault, http:/www.healthvault.com), daAT&T e Intel (Dossia, http://www.dossia.org ) e da WebMD (http://www.webmd.com/health-manager).Per usare Google Health è sufficiente possedere un account su Google (è sufficiente quello creato per usare il sistema di posta elettronica Gmailoppure qualunque altro servizio offerto dal portale di Google). Una volta entrati nel servizio (figura 1), chiunque può creare una nuova cartella clinicae inserire direttamente (laddove possibile attraverso l’uso di dizionari medici aggiornati) i propri dati sanitari tra cui il gruppo sanguigno, il peso,l’altezza, le malattie e le allergie di cui soffre, i farmaci prescritti di volta i volta dai medici che lo visitano, le vaccinazioni, i risultati di esami medici edi laboratorio e gli interventi chirurgici a cui è stato sottoposto. L’ambiente in cui l’utente opera è protetto dai più noti sistemi di sicurezza oggidisponibili che comprendono l’uso di password e la codifica dei dati attraverso algoritmi di criptazione.

Numero 20 - Giugno 2008

Bibliografia1.Lohr S. Google Offers Personal Health Records on the Web. New York Times 20 maggio 2008. http://www.nytimes.com/2008/05/20/technology/20google.html(accesso verificato il 23 giugno 2008).2. Tanne JH. Google launches free electronic health records service for patients. British Medical Journal 2008;336:1207.3. Santoro E. Google Health e le cartelle sanitarie on line: una nuova sfida per Google. Partecipasalute 25 giugno 2008. http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/919(accesso verificato il 26 giugno 2008).4. Mandl KD, Kohane IS. Tecnonic shifts in the health information economy. New England Journal of Medicine 358;16:1732-1737.

Per informazioni: Dr. Eugenio Santoro, [email protected], tel: 02-39014562.

Il vantaggio di Google Health rispetto ai suoiconcorrenti (a parte Microsoft HealthVault) è lapossibilità da parte di un utente diautomatizzare, dietro sua esplicitaautorizzazione, l’aggiornamento della propriacartella clinica consentendo l’importazioneautomatica di dati sanitari provenienti daisistemi informatici degli ospedali, dei laboratorie delle farmacie che hanno stretto unacollaborazione con Google Health. Ciòcontribuisce a rendere più semplice la fase diaggiornamento e a limitare la possibilità dierrori e incompletezze sui dati memorizzati.I dati raccolti in questo modo offrono lapossibilità al paziente di consultare la propriastoria clinica ovunque egli si trovi. Masoprattutto permette ai medici (autorizzati divolta in volta dal paziente) di prenderedecisioni basandosi su dati più completirispetto a quelli che potrebbe ottenere dalleusuali visite mediche. Inoltre, quando nuoveinformazioni vengono aggiunte alla cartellaclinica di un paziente, Google Health è ingrado di controllare se esistono potenzialiinterazioni tra i farmaci che gli sono statiprescritti, oppure se un dato farmaco suggeritoda un medico è incompatibile con le allergie ole patologie di cui il paziente soffre.

Figura. IL SITO WEB DI GOOGLE HEALTH

Altri strumenti permettono ai pazienti di ricevere dei messaggi (anche tramite SMS) per ricordare loro di assumere un determinato farmaco o dipresentarsi a una visita medica di controllo. Altri ancora di attivare servizi personalizzati offerti da partner di Google Health come per esempio larichiesta di un secondo parere da parte di un centro specializzato.Una delle critiche mosse nei confronti di Google Health (e più in generale di tutti i sistemi di PHR che vedono coinvolti colossi informatici) è il fattoche la legislazione che negli Stati Uniti regola la privacy dei dati sanitari (la federal Health Insurance Portability and Accountability Act del 1996) èapplicabile solo a coloro che erogano prestazioni sanitarie e non a coloro che custodiscono e gestiscono tali dati al di fuori del sistema sanitario (4).Google (e gli altri colossi informatici) si troverebbero così proprietarie di archivi dall’inestimabile valore per chiunque volesse fare ricerca medica(senza dover sottostare alle leggi che regolano la ricerca a livello internazionale) e per gli uomini di marketing pronti a vendere qualunque genere diservizio e prodotto collegato alla salute.Se da una parte si chiede a gran voce un aggiornamento della legislazione che prenda in considerazione questi delicati aspetti, dall’altra Google sidifende sostenendo che gli utenti di Google Health rimangono proprietari esclusivi delle informazioni sanitarie che risiedono nelle loro cartellecliniche, che solo loro possono decidere il livello di condivisione con altre persone, e che (per ora) nessuna informazione qui memorizzata è usataper “personalizzare” ricerche nel motore di ricerca di Google, né per presentare nella pagina dei risultati link sponsorizzati che abbiano attinenza conil loro stato di salute.Oltre 20 tra ospedali, società scientifiche, rete di laboratori o di farmacie, e aziende che producono strumenti di misurazione in grado di raccogliere einviare automaticamente a una cartella clinica di Google Health dati sanitari di un paziente (per esempio i valori pressori oppure il livello di glucosionel sangue) hanno finora deciso di collaborare negli Stati Uniti con il nuovo sistema offerto da Google. Sebbene sia dichiaratamente rivolta aicittadini americani, grazie alla natura transnazionale di Google il servizio di Google Health può essere usato (almeno parzialmente) anche dacittadini italiani.

Page 6: Newsletter - asl.bergamo.it · guidelines Quality in Health Care, 1999; 8: 177-183 Newsletter Numero 20 - Giugno 2008 ... DiPSI. L’iniziativa è stata fortemente supportata dalla

Le iniziative di formazione

Piano Formativo Aziendale 2008per MMG e PLSII semestre 2008

Per informazioni prendere contatti con il Dipartimento CurePrimarie e Comunità Assistenziale ASL Bergamo

Per approfondire…

Riferimenti utili per l’informazione indipendente sul farmacoE’ possibile avere informazioni indipendenti sui principali problemi nell’uso razionale dei farmacicontattando gratuitamente i seguenti Servizi di Informazione sul Farmaco:

Per l’uso dei farmaci in gravidanza:- Unità di Tossicologia Clinica - Centro Antiveleni AO Ospedali Riuniti di Bergamo. Numero Verde 800 88.33.00Per l’uso dei farmaci in età pediatrica:- Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di

Milano (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 15). Telefono 02.3900.5070Per l’uso dei farmaci negli anziani:- Servizio di Informazione sull’uso dei Farmaci nell’Anziano, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario

Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17). Telefono 02.3570319

Questo numero è stato redatto a cura di Alessandro Nobili, Luca Pasina, Eugenio SantoroIstituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano.

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito a questo numero inviando o segnalando notizie e documentazione.

“Spazio Aperto”all'informazione dell'Industria

Il Dipartimento Funzionale Interaziendale diFarmacologia Clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo,in condivisone con la Direzione Aziendale, dal mese digiugno del 2005 ha istituito presso i locali dell'USCFarmacia un momento di incontro e dibattito settimanale conl'Informazione dell'Industria (farmaci e dispositivi medici)dove il personale sanitario (Medici, Infermieri, Farmacistidell'Ospedale e del Territorio) può accedere in modo libero ecollegiale.L'iniziativa "spazio aperto" all'informazione dell'industria sitiene presso la sala riunioni dell'USC Farmacia.Gli incontri del mese di luglio si svolgeranno nei giorni:

6 - 16 - 23dalle 16,00 alle 17,30

Per ulteriori informazioni e per conferma degliappuntamenti si può contattare la Segreteria dell'USCFarmacia (Tel. 035-269737)

6

BACHECA DEI SITI INTERNET UTILITalk about rx: informati prima di curarti

http://www.talkaboutrx.org (In inglese)

“Informati prima di curarti”, dal più sonoro titolo originale inglese “Educate before you medicate”, è il titolo del sito visitabileall'indirizzo realizzato dal National Council on Patient Information and Education, ente no-profit americano costituito da oltre 125differenti organizzazioni (il riferimento ai siti di molte di esse è riportato nella pagina “Roster of NCPIE”) che hanno come obiettivocomune quello di stimolare e incrementare la comunicazione e l'informazione sull'uso corretto dei medicinali da parte deiconsumatori/pazienti e da parte degli operatori sanitari.Questo portale presenta differenti fonti di informazione (documenti scaricabili, riferimenti di siti web, etc.) facilmente fruibili econsultabili gratuitamente su tematiche quali, prescrizioni, medicinali particolari, uso di medicinali da banco e senza necessità diprescrizione, prodotti dietetici e integratori alimentari, acquisto di medicinali via Internet, influenza e vaccinazioni, uso di antibiotici,farmaci generici e corretta conservazione.La sezione “Special populations” riferisce inoltre su specifici accorgimenti da adottare se si appartiene ad una categoriaparticolarmente a rischio per quanto riguarda l'assunzione di farmaci, come gli anziani, le donne e i bambini.E' anche disponibile una piccola raccolta di documenti scientifici e studi scientifici alla portata del pubblico generalista interessatoad approfondire alcune delle tematiche relative ai farmaci.La sezione “Public Policy and Adherence” propone inoltre alcuni libretti acquistabili su tematiche relative alla spesa pubblica e aicosti della sanità. Infine sono elencati alcuni eventi negli USA dedicati alla diffusione della cultura del corretto uso dei medicinali..Fonte: http://www.partecipasalute.it

Newsletter Numero 20 - Giugno 2008


Recommended