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no. 9 | Venerdì, 28 gennaio 2011 ///CUMINAIVEL · do che solo grazie a questo spirito è ......

Date post: 28-Jan-2019
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/// CUMINAIVEL Bollettino informativo per tutte le forze di sicurezza impiegate al WEF 2011 /// www.kapo.gr.ch/wef /// www.armee.ch/wef /// Hotline: 081 258 22 22 /// No. 9 | Venerdì, 28 gennaio 2011 Meteo Venerdì -4° / Sabato -6° / Davos Coira Min / Max Venerdì -16° / -3° Sabato -11° / -3° INSIEME A DAVOS Foto: rk.
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///CUMINAIVELBollettino informativo per tutte le forze di sicurezza impiegate al WeF 2011/// www.kapo.gr.ch/wef /// www.armee.ch/wef /// Hotline: 081 258 22 22 ///

no. 9 | Venerdì, 28 gennaio 2011

Meteo

Venerdì -4° / 0°

Sabato -6° / 0°

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Min / Max

Venerdì -16° / -3°

Sabato -11° / -3°

INSIEME A DAVOS

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2 /// Venerdì, 28 Gennaio 2011 CUMINAIVEL

Ospiti nella valle del fiume Landwasser La consigliere di stato Barbara Janom Steiner ha salutato gli ospiti della politica, del mondo economico e dell’esercito alla giornata di visita dell’impiego al WEF. La stretta collaborazione tra le forze di sicurezze civili e militari è stata tematizzata a più riprese.

eg. La consigliera di stato grigionese Barbara Janom Steiner ha dato il ben-venuto ai numerosi ospiti giunti nella sala del Landrat a Davos. Condizioni ideali hanno allietato gli ospiti: sole, cielo privo di nuvole e strade con una sottile coltre di neve. Nel suo discor-so, il landamano Hanspeter Michel ha elogiato lo spirito di Davos, precisan-do che solo grazie a questo spirito è possibile che uno dei presenti possa partecipare sabato al corteo di protes-ta a Davos. Parole di lode sono state pronunciate per il sistema di milizia svizzero dal divisionario Jean-Marc

Halter, comandante dell’impiego sus-sidiario di sicurezza. 90% delle forze militari impiegate a favore del WEF è infatti composto da militi di milizia.

L’accento è sulla collaborazioneLa consigliera di stato Barbara Ja-nom Steiner ha sottolineato a più ri-prese l’ottima collaborazione tra le forze di sicurezza civili e militari. Gli ospiti hanno potuto convincersene direttamente. In un percorso temati-co preparato per l’occasione, militi e agenti di polizia hanno presentato le loro attività. Sono stati presentati gli

impieghi per garantire la sicurezza a terra e in aria. Durante le presentazi-oni è stato possibile porre domande e ricevere le risposte dagli esperti. Infi-ne l’iniziativa «Greener Davos» è sta-ta presentata (vedi l’edizione del fine settimana del 22/23 gennaio). La con-sigliera di stato Janom ha evidenzia-to l’importanza del supporto da parte delle forze di sicurezza militari. Le autorità cantonali sono convinte che la collaborazione con l’esercito rimar-rà anche un futuro un elemento chiave della missione di sicurezza al WEF.

Foto di gruppo dei participanti alla giornata di visita dell'impiego al WEF. Foto: rk.

/// 3 CUMINAIVEL Venerdì, 28 Gennaio 2011

sg. Il Forum economico mondiale è spes-so criticato per la sua natura elitaria. L’ingresso non è libero, ma riservato a una cerchia ristretta e selezionata di persona-lità. Quale risposta alle critiche, il Forum stesso, in collaborazione con la Federazio-ne delle chiese evengeliche della Svizzera, ha fondato l’Open Forum. Questo forum alternativo permette a un ampio pub-blico di discutere sui più disparati temi d’attualità. Caratteristica chiave: nessun invito è necessario per seguire l’Open Fo-rum. Lo stretto contatto con il WEF gio-va all’Open Forum, al quale solitamente partecipano anche VIP venuti a Davos per il WEF. Tali personalità contribuiscono di solito all’Open Forum quali conferenzie-ri, ma non è raro incontrarli anche tra il pubblico.

C'è posto per 250 persone«L’open forum è diventato un appunta-mento fisso del WEF», dice Simon Weber, capo pubbliche relazioni della Federazio-ne delle chiese evangeliche della Svizze-ra. Il successo dell’evento è testimoniato dal numero di partecipanti che segue le sessioni, organizzate nell’Aula magna del Liceo Alpino di Coira. A volte la capacità di 250 persone non è sufficiente per il nu-mero dei convenuti. «È già capitato che ad alcuni abbiamo dovuto negare l’accesso perché tutti i posti erano occupati», rac-conta Weber. «Sempre meglio comunque che un’Aula magna poco frequentata», ag-giunge.Uno sguardo sul programma di quest’anno dimostra che lo spettro dei temi toccati all’Open Forum è molto ampio. Esso in-clude lo stato economico in Europa e la situazione in Afghanistan. Lo sport è di-ventato troppo commerciale? E’ un’altra delle questioni alle quali si è cercato di

dare risposta. Alla discussione sullo stato dell’Euro parteciperà anche Jean-Claude Trichet, il presidente della Banca Centrale Europea. Oliver Kahn, già portiere della squadra nazionale di calcio tedesca, par-teciperà invece alla sessione sullo sport.All’Open Forum il pubblico è molto più che semplice spettatore. È possibile infatti

porre domande e tematizzare le proprie opinioni e preoccupazioni. I collaboratori della televisione svizzera tedesca, per es-empio Susanne Wille e Stephan Klappro-th, della trasmissione 10vor10, modera-no le sessioni. Una parte dell’evento viene ad-dirittura trasmessa live sul canale televisi-vo svizzero tedesco.

Il WEF per il cittadino comuneIl World Economic Forum è limitato a pochi eletti ed è quindi elitario. Le porte dell’Open Forum invece sono aperte a tutti. Tra i partecipanti ci sono anche alcune personalità.

Venerdì, 28 gennaio, 12.30–14.00: È possibile combattere la corruzione? Ospiti: Peter Bakker, CEO TNT; Huguette Labelle, Transparency International; Mark Pieth, professo-re ordinario di diritto penale, Università di Bern; Hu Shu Li, capo redattrice, Caixin Media, China.

Venerdì, 28 gennaio, 19.00-20.30: La fede ha bisogno della chiese? Ospiti: Gottfried Locher, Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera; Adrian Loretan-Sala-din, Professore per diritto delle chiese, Università di Lucerna; Parinas Parhisi, Ministero della Gius-tizia, Integrazione e Europa, Bundesland Hessen; Jon Pult, presidente del PS Grigioni; Rolf Schieder, Professore di teologia pratica e pedogogia della re-ligione, Università di Lucerna.

Sabato, 29 gennaio, 12.30-14.00: Sport: pane e partite, potere e denaro? Ospiti: Sandra Gasser, già atleta di alto livello;

Gunter Gebauer, Professore di Filosofia e Socio-logia dello Sport, Univerisità di Berlino; Oliver Kahn, già portiere della squadra nazionale di calcio tedesca; David Zimmermann, CEO Soci-alutions e capo progetto per il sostegno dei tifosi all’Euro 2008.

Sabato, 29 gennaio, 15.30-17.00: Il Burnout – una malattia alla moda? Ospiti: Toni Bühlmann, capo clinica della clinica privata Hohenegg, Meilen; Ruedi Josuran, Personal Coach per interventi in situazioni di crisi, Zürich; Stephanie Pullings Hart, Vice-presidente Supply Chain and Corporate Services, Nestle – Jenny Craig Inc, USA; Heinz Schüpbach, Direttore della scuola di alti studi di psicologia applicata, Basilea.

Le sessioni avranno luogo nell’Aula magna del Li-ceo Alpino a Coira. L’ingresso è libero; l’Aula ma-gna apre 30 minuti prima dell’inizio delle sessioni.

il programma dell’open Forum

Il ministro della difesa tedesco zu Guttenberg all'Open Forum. Foto: zvg

4 /// Venerdì, 28 Gennaio 2011 CUMINAIVEL

La storia dell'uniforme della poliziaSe i primi gendarmi erano costretti ad indossare camicie dal colletto inamidato, gius-tacorpi rigidi e pantaloni di tessuto grezzo, i loro successori possono vantare unifor-mi in tessuto moderno che rispondono alle esigenze attuali del servizio di polizia.

dz. A partire dalla sua fondazione nel 1804 e fino al 1993, le uniformi della Polizia cantonale dei Grigioni hanno ricalcato nel-la foggia quelle in dotazione all’esercito. Questa lunga tradizione è finita nell’anno in cui l’esercito ha decisamente svecchiato le proprie uniformi, per adeguarle ai mo-derni dettami del servizio. Due anni dopo l’esercito, anche la Polizia cantonale ha rimodernato il suo guardaroba. Fino alla fine del 19.esimo secolo l’uniforme della Polizia cantonale era confezionata con un tessuto di colore grigio, a cui subentrò suc-cessivamente il verde. Il primo passo ver-so un’uniforme propria, distinta da quella dell’esercito, avvenne nel 1995, quando il colore blu sostituì il verde d’ordinanza. Una mezza rivoluzione si verificò nella primave-ra del 1985, quando agli aspiranti della Scuo-la di Polizia 1984/1985 venne consegna- to un giubbotto anorak di colore blu. Dal 2001 uniformi OstpolIl cambiamento più grande ha avuto luogo nel 2001, anno in cui i Corpi di polizia della

Svizzera orientale hanno deciso di dotarsi di un’uniforme identica, ad esclusione del-lo stemma cantonale. Nel corso degli anni successivi, l’uniforme ostpol è stata mig-

liorata sia nei tessuti che nella fattura e si è arricchita di altri capi. Ultima arrivata è una polo che nei mesi estivi ha sostituito la camicia a maniche corte.

ld. Nelle prossime settimane l’hockey club Pflaschterchäschte di Seewen (SZ) dovrà rinunciare a due elementi importanti: i fratelli Oberholzer, per-ché sono entrambi in servizio al WEF. È quasi una routine, considerando che quest’anno vi partecipano per la quarta volta. Entrambi sono contenti di essere impiegati al WEF e di rivedere came-rati di tutta la Svizzera. Ma mentre Phi-lipp, il più vecchio, è in servizio come Press and Information Officer (PIO) del bat fant mont 29, Christoph è qui perché inviato dal suo datore di lavo-ro: la polizia cantonale di Svitto. L’uno è in grigioverde l’altro in blu. Le atti-

vità dei due fratelli sono però simili: entrambi indossano una «taz» e sono stati istruiti all’utilizzo della masche-ra a gas. Le differenze sono evidenti quanto si domanda loro qual è stato finora il momento più intenso vissuto al WEF. All’agente della polizia vie-ne alla mente una dimostrazione not-turna della zona di sicurezza a Davos. «Eravamo pronti ad ogni evenienza», racconta con tono convinto. Il milite si ricorda divertito della visita di team di giornalisti russi che non riuscivano a capacitarsi di come potesse funzionare un esercito di milizia.

Personalità del giorno: i fratelli oberholzer - uno agente di polizia, l’altro ufficiale di milizia

Foto: ld.

Presente e passato: Marco Giacometti indossa l'attuale uniforme, mentre la bambola da

museo mostra la giaccia rigida utilizzata nel 19esimo secolo. Foto: dz.

/// 5 CUMINAIVEL Venerdì, 28 Gennaio 2011

Il mostro delle nevi

Un prezioso supporto in mano alle forze aeree: la stazione radar TAFLIR. La truppa del sistema radar mobile è impiegata a sostegno della centrale d’impiego. Visitiamo la postazione innevata e difficilmente raggiungibile.

mrm. Le curve si fanno via via più strette. Incontriamo il posto di cont-rollo militare. In lontananza vediamo un’enorme parabola radar ruotante. Siamo arrivati al luogo d’impiego del sistema radar mobile TAFLIR. La stazione radar ha un’importanza stra-tegica nel controllo dello spazio ae-reo. È capace di catturare il dettaglio, senza perdere la visione sul quadro d’insieme. Il sistema permette di sorvegliare le basse quote delle vallate. I sistemi ra-dar classici, installati sulle cime del-le montagne, sono infatti in grado di coprirle solo parzialmente. «I lavori di installazione del sistema sono natural-mente molto dispendiosi. Per rendere

il radar operativo è necessaria mez-za giornata» dichiara il I ten Manuel Fischer, capo della stazione, facendo riferimento alla complessità del siste-ma.

Condizioni difficile sulla neveElemento chiave della stazione è il cosiddetto operation shelter. Rappre-senta il crocevia dei dati radar rilevati e garantisce la comunicazione con la centrale d’impiego. La stazione è do-tata di una linea telefonica diretta con la centrale, che permette la coordina-zione nel caso un oggetto volante non autorizzato dovesse violare lo spazio aereo chiuso. Soldati trasmissione garantiscono un servizio continuato

della stazione. «Oltre al dispendioso montaggio e smontaggio della stazi-one, le condizioni meteo avverse rap-presentano una vera e propria sfida», confida Fischer. L’anno scorso la trup-pa ha dovuto vedersela con quantità di neve fino a due metri. L’installazione del radar necessita di 15 veicoli, fra i quali dei camion. Ciò non facilita di certo i lavori in zone remote. «Al WEF la stazione è in servizio per un’intera settimana. Lo sforzo è dunque accettabile. Il tempo di impiego è significativamente più corto negli esercizi», confida Fischer rallegrandosi dell’impiego a favore del WEF.

Con il sistema radar TAFLIR è possibile sorvegliare lo spazio aereo medio e basso. Foto: er.

I meteorologi del sottoboscoI posti di osservazione sono affidabili oggi, come lo erano ieri. Sono distribuiti su tut-ta la zona di sicurezza del WEF, rilevano informazioni meteo importanti e sorvegliano lo spazio aereo alle quote più basse.

mrm. Alla postazione dei soldati d’osservazione Stefan Willi e Fabio Räth l’atmosfera è calma. La loro sta-zione è collocata in modo strategico, leggermente sopraelevata e facilmente accessibile. Ancora più importante: la visuale è ideale. I soldati osservano con attenzione i fenomeni meteo e trasmet-tono ogni ora i dati alla centrale con una radiotrasmittente. La rilevazione della visibilità, della copertura del cielo, del-la temperatura dell’aria, della velocità e direzione del vento avviene secon-do un semplice, ma efficiente schema. Anche fenomeni meteo macroscopici come pioggia o neve vengono registrati e annunciati alla centrale. Naturalmente anche il controllo dello spazio aereo ap-partiene ai compiti dei due soldati. «Sia-mo, per così dire, i corrispondenti degli strati più bassi dello spazio aereo», dice il soldato Räth. Il posto d’osservazione permette di individuare oggetti che volano a basse quote e sono in questo modo complementari ai sistemi radar FLORAKO e TAFLIR. Attraversare lo spazio aereo chiuso diventa così quasi impossibile per un aereo senza autoriz-zazione. I meteorologi sono partner es-senziali dei piloti e rimangono in impie-go fintanto che il traffico aereo è attivo.

Posti remoti, visite difficiliI due soldati, stazionati nel sottobosco di una foresta nel Canton Grigioni, sono piuttosto lontani dal prossimo posto d’osservazione. «Siamo distribuiti su un ampio settore, dalle valli dei Grigioni fino alla regione del lago di Zurigo», spiega Roman Camenisch, comandante della compagnia d’osservazione 61. No-nostante la comunicazione con i posti d’osservazione è assicurata, il coman-

dante desidera essere vicino alla trup-pa. Questo significa lunghe ore seduto in macchina. «Sono per strada almeno sette ore al giorno e, nonostante ques-

to, riesco a far visita a solo tre posti d’osservazione», confida Camenisch. Una visita a tutte le sue unità richiede dunque una certa pianificazione.

6 /// Venerdì, 28 Gennaio 2011 CUMINAIVEL

I soldati Stefan Willi (s.) e Fabio Räth sorvegliano lo spazio aereo. Foto: er.

sg. Non appena entrati nella sua officina veniamo salutati da un caloroso «buon-giorno». Scambiamo alcune parole con lui e già dopo pochi minuti capiamo che Leo Dumoulin svolge la sua professione con profonda passione. Non solo è res-ponsabile della manutenzione del parco veicoli della polizia, si occupa anche del loro equipaggiamento. Acquistare un veicolo standard non è un’opzione per Dumoulin. «Significherebbe accettare dei compromessi. Io non sono disposto a farlo», confida Dumoulin. Non stupi- sce quindi che i nuovi veicoli siano frutto delle sue idee.Tali idee nascono dall’esperienza degli agenti di polizia che ogni giorno sono in servizio sui veicoli. Dumoulin è un uomo molto affabile e loquace. Tutti lo conosco all’interno del corpo di polizia. Ci dice: «Quando si tratta di equipaggiamen-to mi baso sull’esperienza diretta piut- tosto che sulla teoria».

Dal nulla compare un laptopPer dimostrare quanto detto, Dumoulin ci mostra un furgone della polizia par-cheggiata nell’officina. Valore: 100’000 franchi. «Questa componente è stata prodotta esclusivamente per noi», spiega puntando il dito verso una sezione spe-ciale del veicolo. La macchina è dota-ta di una scrivania ripiegabile, in cui è incorporato un laptop. È stato lo stesso Dumoulin a concepire la scaffalatura della sezione posteriore del veicolo per garantire che l’intero equipaggiamento trovasse il suo posto. Un agente di po-lizia di un altro cantone studia con in-vidia il veicolo. «Gli interni dei nostri furgoni non sono così stabili e funzio-nali», confida il funzionario. Con orgo-glio Dumoulin ci mostra i due riflettori

telecomandabili montati sul tetto dei veicolo. «Ho scoperto questo dispositivo da un produttore italiano. Lo considero estremamente pratico», spiega Dumou-lin. L’implementazione del sistema sui veicoli della polizia cantonale è stata una conseguenza logica.Quando è alla ricerca dell’attrezzatura specialistica Dumoulin ha un occhio di riguardo anche per l’estero. Anche lui si è fatto un nome al di fuori dei confini grigionesi. Dumoulin è infatti il benve-nuto negli altri corpi di polizia cantonali. Sa, per esempio, che a Zurigo i riflettori devono ancora essere montati manual-mente. «È estremamente scomodo ed è una grossa perdita di tempo.». La prati-cità di Dumoulin si fa di nuovo sentire.

Un passato nel mondo delle corseDumoulin è appassionato di automobili fin da piccolo. Ha costruito le macchine giocattolo per sua figlia. Il suo bagaglio di esperienza include anche lavori su macchine da corsa. La sua professione presso la polizia, che esercita ormai da 30 anni, gli ha permesso di coltivare ul-teriormente la sua passione. Nella poli-zia può combinare la sua passione è il suo senso pratico.

Dumoulin ammette che la passione non gli riserva però solo gioie. Anche lui ha già dovuto pagare multe per eccesso di velocità, anche se sempre fuori dai con-fini grigionesi, aggiunge con un sorriso. In alcuni casi è stato tradito dalla sua sete di sapere. «Volevo dimostrare che è possibile utilizzare la tolleranza dei ra-dar a proprio beneficio. Purtroppo non sono stato attento fino in fondo», confi-da ridendo. Conseguenza: 20 franchi di multa.

Perfettamente equipaggiatiAnche così si accumulano esperienze. Non a caso è stato Dumoulin a dotare le macchine della polizia di dispositivi speciali per il controllo della velocità. Alla domanda com’è possibile identifi-care le macchine civetta Dumoulin re-agisce in modo professionale. «Oggi le macchine sono talmente ben equipag-giate che non è più possibile distinguer-le a occhio nudo dai veicoli normali». Anche in questo caso il perfezionismo di Dumoulin la fa da padrone, con gran-de gratitudine degli agenti della polizia cantonale. Gli altri corpi della polizia possono solo stare a guardare...

Niente è impossibile nell'auto della poliziaIl responsabile del parco veicoli alla polizia cantonale grigionese è un uomo ricco di risor-se. Ciò ha attirato le invidie degli altri corpi della polizia cantonale.

/// 7 CUMINAIVEL Venerdì, 28 Gennaio 2011

«Non accetto alcun compresso», confida

Leo Dumoulin. Foto: scd.

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8 /// Venerdì, 28 Gennaio 2011 CUMINAIVEL

Quali sono i Suoi compiti al WEF?th. Sono responsabi-

le della sicurezza all’interno del Palazzo dei congressi. Con i miei agenti garan-tisco l’ordine pubblico. Uno dei nostri compiti principali è quello di impedire l’accesso dei non autorizzati.

Cosa La soddisfa di più?Sono contento di essere di nuovo qui, quest’anno è la 15.esima volta che lavoro per il WEF. Il nuovo Palazzo dei con-

gressi è stupendo e mi diverto a lavorare qui. Naturalmente spero che tutto vada per il meglio.

Quali sono, a suo modo di vedere, le maggiori sfi de?Senza dubbio l’ampliamento del Palaz-zo dei congressi. I visitatori e i dipen-denti conoscono i vari processi, che si sono consolidati durante gli anni scorsi. Quest’anno ci saranno numerosi cam-biamenti. Dobbiamo pertanto fare in modo che ognuno si trovi a suo agio nel nuovo Centro.

Impressum

Edizione: Produzione congiunta dellapolizia cantonale dei Grigioni e dell’esercito, cdo reg ter 3Redazione: Polca GR / comca reg ter 3 Hotline Cuminaivel: 081 258 22 22 (orario continuato)Mail: [email protected]

Responsabili: Thomas Hobi, C uffi cio stampa Polca GRcol Edgar Gwerder, C comca reg ter 3

Emissione: 19.1. - 2. 2. 2011

immagine del giorno

«Chi non ne ha diritto, non passa»

Clementin Casaulta (41), di Domat/Ems

Tre domande a

Indovina la personaNumero di giocatori: due o piùMateriale necessario: carta, pen-na, adesivoPreparazione: Tutti i giocatori sie-dono in cerchio e ognuno scrive su un foglio (o un post-it) il nome di una persona famosa. Questo fogli-etto verrà attaccato sulla fronte del vicino di destra, senza che lui possa leggerne il nome. Andamento del gioco: A turno ogni giocatore inizia a fare domande agli altri partecipanti per cercare di sco-prire che personaggio è. Può però solo fare domande alle quali si può rispondere con «si» o «no». Non ap-pena ad una domanda si risponde con «no», il turno passa al giocatore successivo. Vince chi indovina per primo il proprio personaggio.

il passatempo

Josef Ackermann, CEO della Deutsche Bank,

sotto il sole di Davos.

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