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NOI E IL CAVALLO n°59 - Sfogliami.it · sufficiente spazio in queta pagina. L’animale desidera...

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ESPERIENZE CON LA TRAZIONE ANIMALE NOI E IL CAVALLO GRUPPO RICERCA E SVILUPPO AUTUNNO-INVERNO 2010 N°59 Incontri in Piemonte Falciatrici a confronto farmacia fai da te Levier 2010 Fare fieno con i cavalli Dove trovarlo Appuntamenti ed annunci
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esperienze con la trazione animale

NOI E IL CAVALLOGRUPPO RICERCA E SVILUPPO autunno-inverno 2010

n°59

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Incontri in Piemonte

Falciatrici a confronto

farmacia fai da te

Levier 2010

Fare fieno con i cavalli

Dove trovarlo

Appuntamenti ed annunci

2 Autunno-Inverno 2009 N°59

NOI E IL CAVALLOGRUPPO RICERCA E SVILUPPO

In un momento di riflessione mi chiedevo perchè desidero lavorare con i cavalli, quali sono le motivazioni che mi spingono a questa scelta. La risposta non è semplice ma per quello che fino ad ora ho compreso, la parte che più mi attira non è tanto quella del lavoro in sè, anche se offre tantissime soddisfazioni, neanche la possibilità di pensare e realizzare nuove attrez-zature, ma il rapporto che si può instaurare tra uomo ed animale.Questo rapporto va al di là di qualsiasi altra motivazione e si concretizza nello stare insieme, nel comprendere le esigenze dell’animale, nel massimo rispetto e nella convinzione che lui ricambia tutto ciò abbondantemente con la fedeltà la sincerità e la disponibilità alla colla-borazione.

Non sempre ho la possibilità di lavorare con il cavallo, in molti casi sono costretto dai tempi stretti di lavoro ad usare il trattore, e quì sorgono molti altri pensieri che non troverebbero sufficiente spazio in queta pagina.L’animale desidera collaborare, per lui è una gran noia restare nel recinto o nel box, esso è un essere metodico e sapere che ad una certa ora del giorno viene attaccato ad un carro per andare a prendere l’erba, lo rende attivo e partecipe alla vita aziendale.Essendo convinto di ciò e non poterlo attaccare per motivazioni che non dipendono da lui, porta una certa tristezza nel cuore ed uno stimolo a fare sempre più il possibile per rafforza-re la collaborazione tra uomo e cavallo.A volte basta molto poco, una strigliata, un giretto con il carro o la carrozza o semplicemente con l’avantreno,.Un impegno da prendere nella convinzione che c’è solo da guadagnare da questo tipo di rapporto, un rapporto talmente stretto che ci aiuta ad esaminare e capire anche noi stessi.

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NOI E IL CAVALLOGRUPPO RICERCA E SVILUPPO

Una bellissima coppia di buoi di sei e sette anni può introdurre benissimo

il breve resoconto dei due incontri sulla trazione animale che a fine Aprile scorso si sono tenuti in Piemonte.Agri.Bio.Piemonte ci ha chiesto di tenere due incontri sulla trazione animale dove fosse possibile illustrare la situazione odierna dell’uso dei cavalli da tiro in agricoltura e dove poter avere anche un piccolo aspetto pratico.I due incontri dal titolo:”Tutela e conservazione della fertilità del suolo attraverso strategie a basso impatto ambientale, La Trazione Animale” sono stati finanziati dalla regione Piemonte, quindi completamente gratuiti per i partecipanti.Venerdi 16 Aprile il Veterinario Monica Scanu ha fatto una panoramica sulla gestione dell’animale in azienda, la morfologia e razze da lavoro.

Martedi 20 Aprile a Santo Stefano Roero (CN), abbiamo fatto la prima giornata, dove al mattino si sono proiettati dei filmati sulle esperienze fatte in aziende agricole Italiane e quindi un filmato della manifestazione Americana “Horse Progress Days”. Alcuni dei partecipanti già conoscevano la nostra attività, altri sono stati meravigliati e sorpresi dalla quantità di attrezzature e dalle innumerevoli lavorazioni che ancora oggi si possono fare con i cavalli da tiro.Un dibattito ha poi concluso la sezione mattiniera dell’incontro ed il tutto si è spostato al ristorante adiacente , dove si è dato prova ancora una volta del grande valore della preziosa cucina italiana ed in questo caso piemontese.Con la quindicina di partecipanti si è poi ripreso il pomeriggio con l’aspetto pratico della trazione

animale.Nell’azienda agricola di Enrico Cauda abbiamo messo alla prova la cavalla di Enrico e Cristina.Una piccola introduzione sui finimenti americani e svedesi a completamento delle cose spiegate al mattino, quindi la vestiziomne pratica di “Caterina”, prima con il finimento svedese e poi con il finimento americano di Enrico.Le prove in campo con l’aratro hanno fatto notare la necessità di avere un cavallo abituato alla trazione agricola.Infatti, Caterina, la cavalla acquistata in Francia da Cristina è una cavalla che è stata addestrata al tiro ma non ai lavori agricoli.Caterina pur non essendo esperta ha dato prova di buona volontà e con un addestramento adeguato potrà svolgere senz’altro anche dei lavori agricoli.Il secondo giorno si è cambiato paese e anche comune, dalla

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incontri con la trazione animale in piemonte

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provincia di Cuneo alla provincia di Asti.In sostanza al mattino si è ripetuto la presentazione fatta il giorno prima con la proiezione di filmati vari sull’argomento.I partecipanti erano diversi, un pubblico con una forte componente anziana, desiderosa di esternare i propri ricordi e le esperienze fatte in gioventù.Il pomeriggio, dopo il rigoroso abbondante pranzo, sempre con la cavalla di Cristina, si sono fatte ancora delle dimostrazioni di aratura.Purtroppo non c’erano a disposizione varie attrezzature da provare e si è usato solo il piccolo voltaorecchio.Alcuni partecipanti si sono cimentati nella guida dell’aratro constatando che non è un lavoro molto semplice da eseguire, necessita di una certa abilità che si acquista solo con l’esercizio.La coppia di buoi di Davanzo Angelo, che utilizza per rievocazioni storiche e feste di paese, ci ha riportato indietro nel tempo, quando tutte le Langhe e le colline del Roero erano coltivate con l’aiuto di questi stupendi animali.In questa regione c’è un notevole interesse a riguardo della trazione animale, anche per le operazioni di esbosco, ci auguriamo che abbia sempre più sostenitori e persone che si dedicano al lavoro con i cavalli.E’ stato piacevole passare questi due giorni in Piemonte a conferma ancora una volta dell’interesse crescente verso la trazione animale, vista positivamente sopratutto in situazioni collinari, terreni difficili ed aziende agricole di piccole dimensioni.

M.A.

foto sopra: prova del finimento svedese su Caterina.foto sotto: un intenso momento di concentrazione impegna Beppe Marasso nella guida dell’aratro voltaorecchio.

foto sotto: Caterina pur non essendo addestrata ai lavori agricoli ha dimostrato buona volontà e disponibilità.

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farmacia fai da te

2° PREPARATO CONTRO MOSCHE E TAFANI

-olio essenziale di Myrica gale,1ml-olio essenziale di Geranio, 2ml-olio essenziale Citronella, 2ml-bicarbonato di sodio, 5g-acqua 50g

Lasciare per qualche ora il bicarbonato in un bicchiere d’acqua affinche si sciolga, versare l’acqua in una botti-glietta spray lasciando il residuo di bicarbonato nel fondo del bicchiere.Aggiungere gli olii essenziali nella bottiglietta e agitare bene prima dell’uso

A volte succede che dobbiamo affrontare qualche problema sui nostri cavalli, problemi più o meno complessi che desideriamo magari risolvere senza l’uso di medicinali ma usando prodotti naturali alla portata di tutti.Da qui, l’idea di inserire que-sta paginetta con alcuni con-sigli pratici per aiutare gli animali a superare delle si-tuazioni fastidiose e in alcuni casi dolorose dovute a traumi , parassiti o insetti.Penso che tutti concordano sul fatto che moscerini, mo-sche e tafani siano uno dei maggiori fastidi per i cavalli e sopratutto per quelli che sono impegnati nel lavoro.Due ricette per preparati a base di prodotti naturali per allontanare questi insetti sono descritte qui a fianco, senz’altro ne esisteranno altre e, prendiamo l’occasione per invitare chiunque abbia pro-vato dei rimedi naturali per qualsiasi problema riguardo al cavallo, di inviarcelo per poterlo inserire in questa ru-brica e essere quindi portato alla conoscenza di tutti coloro che desiderano provarlo.

2° PREPARATO CONTRO MOSCHE E TAFANI

-olio essenziale di Menta Piperita, 2ml-olio essenziale di Geranio, 2ml-olio essenziale di Basilico, 1ml-olio essenziale di Lavanda, 3ml-olio essenziale di Litsea, 2ml-olio essenziale di Manuka, 1ml-alcool denaturato, 250 ml

Si può sostituire l’alcool con olio di mandorle dolci che garantisce una maggior durata del prodotto sul mantello dell’animale.Applicare 5-10 gocce della miscela sulle zone critiche (garrese,grasselle, inguine, orecchie, base della coda).

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INTRODUZIONEMentre l’utilizzo della trazione animale gioca ancora un ruolo importante nell’agricoltura in tutto il mondo, lo sviluppo e la produzione di macchine agricole per il traino animale in Europa si e’ arrestata negli anni cinquanta e sessanta. In quegli anni, i cavalli che lavoravano nei campi furono quasi completamente rimpiazzati dai trattori. Questa transizione, da una parte ha costituito un enorme progres-so, mentre da un’altra e’ diretta-mente connessa ad un conside-revole aggravio economico ed ambientale, il cui significato nella sua complessita’ e’ solo ora in via di graduale determinazione.

Negli Stati Uniti - e fino ad un cer-to punto in Europa - comunque, la tecnologia legata alla trazione animale e’ stata ed e’ tuttora con-tinuamente sviluppata, cosi’ che oggi sono disponibili sul mercato attrezzi agricoli moderni adatti al traino animale in grado di soddi-sfare quasi ogni tipo di esigenza agricola.L’esistenza di queste moderne macchine agricole destinate al traino con i cavalli, e’ in ogni caso quasi sconosciuta in Europa. Inoltre, non esistono studi per la raccolta di dati sulle risorse richie-ste e sulla possibile produttivita’, e questo pare costituire l’ostacolo maggiore ad una piu’ vasta diffu-sione di questa tecnologia rispet-tosa dell’ambiente, nell’ambito

Tecnologia moderna per la trazione animale nell’agricoltura biologica, stato attuale e rilevanzaanalisi comparativa tra falciatrici a trazione animale e motorizzatedi Peter Herold & Juergen HessDipartimento di Agricoltura Ecologica dell’Univerità di Kassel (Germania)

traduzione dall’inglese di Chicco Vernocchi

dell’agricoltura condotta secondo criteri biologici.

MATERIALI E METODINel corso di uno studio bienna-le sul campo, diversi modelli di macchine per lo sfalcio dell’erba, a trazione animale o motorizzata, vengono messi direttamente a confronto in una azienda agricola sperimentale dell’Universita’ di Kassel, Hessian State Domain Frankenhausen. Tre diverse macchine a doppia lama (con larghezza di taglio di 1,65 m., 1,90 m. e 2,40 m.) fabbri-cate da Messrs Moertl, Germania, vengono impiegate con un moder-no avantreno. Questo, un Pinton Power Cart fabbricato da Carthorse Machi-nery, UK, e’ equipaggiato con un sollevamento idraulico a tre punti ed una presa di forza (p.t.o.). E’ trainato da una pariglia di castro-ni Ardennesi. La falciatrice da 1,65 m. trae il moto dal rotolamento delle ruote dell’asse posteriore dell’avantreno, mentre i due modelli piu’ grandi da un motore ausiliario da 18 hp montato sull’avantreno. Una vecchia barra falciante da 1,30 m. trainata da cavallo, un trat-tore Fendt con una barra doppia da 2,40 m. ed una falciatrice fron-tale a disco da 2,90 m. vengono studiati in confronto diretto con questi attrezzi.

L’esperimento e’ caratterizzato da uno schema a blocchi randomiz-

zati con 8 trattamenti e 4 repliche. Ogni sezione misura 141 m. di lunghezza per cinque volte la larghezza di lavoro dell’attrezzo. Le sessioni vengono effettuate tre volte ogni anno (2000, 2001, e 2002) nel periodo di fienagione (fine Maggio, inizio Luglio, fine Agosto). I parametri di valuta-zione sono le risorse necessarie (potenza di traino, potenza neces-saria alla presa di forza, consumo di carbuante), resa potenziale (velocita’ di esecuzione del lavoro, larghezza effettiva della lavorazio-ne, area lavorata oraria), risorse necessarie dei cavalli (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea), economia della lavorazione, e qualita’ del lavoro eseguito. In aggiunta, vengono valutati gli effetti di due diversi sistemi di tiratori (tirelle) dei finimenti, per le macchine a trazione ani-male: un set tradizionale in cuoio confrontato con altri realizzati in nylon con un sistema integrato di ammortizzamento dello sforzo di trazione. I risultati serviranno per valuta-zioni ecologiche, energetiche ed economiche.

IPOTESI DI LAVORO E DISCUS-SIONEMentre prosegue il lavoro di ricerca, nessun risultato definitivo puo’ essere fornito se non ipotesi di lavoro. Ci si attende che gli attrezzi agri-coli moderni per il traino animale

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forniranno una resa superiore unitamente ad esigenze minori sui cavalli, rispetto alle attrezzature di tecnologia piu’ datata, come la barra falciante a lama singola. I tiratori in nylon dotati di sistema di assorbimento cinetico dimi-nuiranno lo sforzo sopportato dall’animale, elevando cosi’ la resa potenziale nel confronto delle attrezzature tradizionali in cuoio.L’utilizzo di una falciatrice mo-torizzata facilitera’ una resa piu’ elevata fornendo la possibilita’ di usare strumenti con una maggiore larghezza di lavoro ed uno sforzo di traino minore in confronto con i sistemi che derivano la potenza dall’attrito volvente delle ruote.Il bilancio energetico del lavoro dei cavalli sara’ molto positivo ri-spetto a quello del trattore, anche laddove venga utilizzato il motore ausiliario di un avantreno moto-rizzato.La qualita’ della lavorazione offerta dalle macchine a doppia lama risultera’ superiore rispetto a quella della falciatrice a dischi, con una resa superiore nel secon-do e terzo taglio. La mole di lavoro prodotta dalle falciatrici trainate da trattore, spe-cialmente per quella a dischi, sara’ sicuramente maggiore rispetto a quella relativa alla tecnologia a trazione animale.

CONCLUSIONICon lo sviluppo delle macchine moderne studiate appositamente per l’utilizzo con trazione ani-male, l’utilizzo dei cavalli da tiro oggigiorno rappresenta sicura-mente un modo completamente nuovo, e non gia’ la ripetizione di un antico metodo tradizionale, di lavorare la terra. Presi adegua-tamente in considerazione i costi degli investimenti necessari, cosi’ pure come i suoi effetti sull’eco-logia, ci si attende che i risultati finali dello studio indicheranno come la tecnologia moderna applicata alla trazione animale sia una reale alternativa per svariati compiti dell’agricoltura biologica. L’interesse del pubblico per que-sta forma di produzione agricola rispettosa dell’ambiente, e’ in cre-

La vegetazione dell’area desti-nata ai test era composta da una miscela di erba e trifoglio semina-ta nel settembre 1999, consisteva principalmente in quattro specie (copertura del suolo espressa in percentuale):Trifolium Pratense (96,66), Tri-folium Repens (1,25), Lolium Perenne (2,00), Lolium Multiflo-rum (0,56).L’altezza della vegetazione era in media di cm. 47,8 con un elevato grado di allettamento (75 %).La resa e’ stata di 41,8 t / ha di massa verde e di 6,3 t / ha di mas-

sa secca. L’umidita’ del suolo (misurata nel-lo strato 0 - 15 cm.) era del 16,3 %.

La potenza di traino delle sessioni effettuate con trazione animale e’ stata misurata con un sensore elet-tronico, ed i dati immagazzinati in un dispositivo di log.Il consumo di carburante delle sessioni a traino animale e con trattore sono stati misurati im-mediatamente dopo la prova sui rispettivi terreni, ripristinando il livello del serbatoio fino al limite prestabilito.

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0T1 T2 T3 T4 T5 T6Cavalli con avantreno a motore Trattore

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T1: falciatrice bilama, 1,65 m, con presa di potenza dalle ruoteT2: falciatrice bilama, 1,65 m, con motoreT3: falciatrice bilama, 1,90 m, con motoreT4: falciatrice bilama, 2,40 m, con motoreT5: falciatrice bilama, 2,40 m, con motoreT6: falciatrice a dischi, 2,90 m

kg

litri/parcella

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1 - Esigenze potenza di traino e consumo di carburante

scita, ma anche la direzione delle politiche agrarie sta progressiva-mente realizzando l’importanza dell’uso moderno del cavallo in agricoltura.

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Diagramma 2: L’area oraria lavorata e’ stata desunta dalla superficie nota di ciascun terreno di test e dal tempo totale misurato impiegato per il taglio. La velocita’ di lavoro nel caso della trazione animale, e’ stata misurata con un sensore collegato alle ruote dell’avantreno Power Cart, ed i dati immagazzinati in un disposi-tivo di log.Per il traino con trattore, la veloci-ta’ di lavoro e’ stata calcolata per la distanza conosciuta ed il tempo di lavoro misurato.I risultati sono mostrati nel dia-gramma 3.

3 - Economia del LavoroIl processo del taglio e’ stato divi-so in tre fasi distinte:1) Il tempo di taglio vero e pro-prio;2) il tempo impiegato per voltarsi alla fine di ciascuna corsa;3) i tempi morti, ad esempio im-piegati per liberare le lame.

Usando un cronometro, si sono registrati accuratamente i tempi di ciascuna delle fasi descritte.La fig. 4 mostra i risultati.

Conclusioni1 - La potenza di tiro media delle falciatrici a motore trainate da cavalli, sono stati entro le capacita’ dei cavalli (10 - 15 % del peso cor-poreo dell’animale come potenza media costante lungo la giornata di lavoro).La sessione effettuata con la mac-china che deriva il moto dall’asse ruote, sembra eccedere lo sforzo che puo’ essere ragionevolmente richiesto ai cavalli per un’inte-

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0T1 T2 T3 T4 T5 T6Cavalli con avantreno a motore Trattore

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2 - Resa-Velocità di lavoro e area lavorata

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0T1 T2 T3 T4 T5 T6Cavalli con avantreno a motore Trattore

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3 - Economia del lavoro con le differenti macchine

superficie lavorata velocità di lavoro

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tempi morti

puro tempo di falciatura

tempo di lavoro calcolato

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ra giornata di lavoro, come e’ chiaramente indicato anche dalla velocita’ di lavoro piu’ bassa.2 - Utilizzando il medesimo tipo di falciatrice (T 4 e T 5), il consu-mo di carburante nell’attacco a trazione animale e’ molto inferiore rispetto all’attacco con il trattore, mentre la resa non si discosta altrettanto vistosamente. Di con-seguenza, anche una macchina trainata da cavalli ma dotata di motore ausiliario, permette un risparmio di carburtante fossile di ragionevole en 3 - La percentuale di tempi morti e’ superiore nelle sessioni a trazio-ne animale, in special modo nel caso della falciatrice che deriva il moto dall’asse ruote. Parte di questo fenomeno, dovuto anche alla cattiva qualita’ della vegeta-zione, e’ ben visibile nei risultati dell’esperimento (vedi frequenza di blocco della lama).4 - Prendendo in considerazione ogni aspetto della ricerca, la barra falciante a doppia lama da 2,40 m. sembra essere l’opzione piu’ efficiente tra quelle esaminate nella prova per l’uso con trazione animale.

ProspettiveNel corso degli stadi successi-vi dell’esperienza, che saranno effettuati nell’anno in corso e nel successivo, i risultati dovranno es-sere confermati. Inoltre, verranno esaminate l’influenza che ciascuna macchina ha sugli animali, cosi’ come le loro caratteristiche econo-miche ed ecologiche nell’utilizzo moderno della trazione animale.Lo sviluppo cui si e’ assistito durante l’ultima decade indica che l’uso di cavalli da tiro coniugato con tecnologie moderne adatte a questo uso rappresenta una pro-iezione futuribile dell’agricoltura e non solo una rivisitazione di antiche tradizioni.Come risultato della presente ricerca, ci possiamo attendere una positiva valutazione delle pro-spettive economiche, ecologiche e sociali dell’uso moderno della trazione animale nell’agricoltura biologica Europea.

10,009,008,007,006,005,004,003,002,001,000,00

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Cavalli con avantreno a motore Trattore

4 - Consumi

litri/parcella

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Nelle fotografie: tre modelli di-versi di falciatrici a trazione animale.Le fotografie non si riferiscono alle prove descritte in questo ar-ticolo.

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Levier 2010“grattando” la terra di Francia

Levier, regione dello Jurà, la regione più fredda di Francia, la regione con l’estate più corta, la regione del cavallo Comtois.La terza edizione della manifestazione internazionale “Franche Comtè Terre de Traits” si è svolta il 20-21 e 22 Ago-sto scorsi accompagnata da uno splen-dido sole che ha permesso un perfetto svolgimento di tutte le rappresentazio-ni in programma.Due giornate di avvenimenti folclo-ristici e tecnici a tema, manualità, comandi alla voce, gara di aratura e prove di attrezzature in campo, il tutto su una superficie di 60 ettari.

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Sono passati quattordici anni dalla prma edizione della manifestazio-ne che si è tenuta a Levier nel 1996 e quattro dalla seconda, nel 2006.Uno dei pochi avvenimenti in Europa dove è possibile vedere dei cavalli da tiro all’opera, dove è possibile ammirare le capacità di questi stupendi animali, la loro dedizione, la loro volontà e dove si possono trovare le attrezzatu-re più moderne che attualmente si costruiscono per la trazione animale.Occasioni importanti per chi desidera conoscere maggiormente il mondo del cavallo da lavoro (che sono in continuo aumento) e per gli addetti ai lavori, che hanno modo di scambiarsi reciprocamen-te le esperienze.Momenti di contatto, tra curiosi, esperti o meno di più generazioni.La Francia possiede una lunga e consolidata tradizione del cavallo da tiro con un carnet di nove razze nazionali ed un notevole sviluppo per asino e mulo.La manifestazione si è svolta su

un territorio di 60 ettari ed erano previste prove di aratura, ma-nualità con i tronchi, prove di comandi alla voce, gare di abilità nelle lavorazioni sugli ortaggi, maratona, corsa dei carri e prove in campo con le macchine agrico-le, nonchè una presentazione delle ultime novità tecniche.Il sottotitolo “grattando la terra di Francia”, si riferisce alla nostra partecipazione.Siamo stati invitati dalla as-sociazione Hippotese, che ha organizzato la manifestazione, alla partecipazione con le nostre attrezzature e abbiamo così pensa-to di farlo con un piccolo aratri-no voltaorecchio (Multi) ed un coltivatore da pieno campo (Flex) adatto al lavoro con due cavalli., con cui abbiamo fatto delle prove pratiche dando una grattatina appunto alla terra di Francia.E’ stato piacevole e costruttivo incontrare dei professionisti del lavoro con gli animali, ed è stata una buona occasione per imparare e cogliere consigli utili per il mi-

glioramento delle attrezzature da noi presentate, anche se c’è da dire che le esigenze di tutti difficilmen-te si potranno accontentare, ognu-no vorrebbe modificare l’attrezzo secondo le proprie esigenze, la maggior parte comunque si sono riscontrati consigli ed osservazioni preziosi che sarà utile valutare con attenzione.L’atmosfera era piacevole e si respirava un’aria di festa , la festa dei cavalli, infatti erano presenti circa 400 cavalli da tiro delle nove razze francesi, cavalli usati per le dimostrazioni pratiche in agri-coltura, lavori boschivi e sfilate storiche che rievocavano i lavori di un tempo, dalla raccolta delle alghe sulle rive della Bretagna, al trasporto dei tronchi e del latte.Vedendo queste rievocazioni non si è potuto non pensare al gran-dissimo contributo che il cavallo ha dato nei secoli al progresso dell’uomo, ed ora ci stiamo dimenticando quanto siamo in debito verso quest’animale così generoso che ancora ci offre il

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suo aiuto e ci da la possibilità di comprendere l’importanza della sua collaborazione per un nostro ulteriore balzo in avanti.Mi è sempre stato detto da amici stranieri che in Francia ci sono ancora molti appassionati del cavallo da tiro e molti che ancora lo usano, in questa occasione ho avuto l’opportunità di rendermi conto di questa verità, infatti nei contatti che abbiamo avuto, per la maggior parte si trattava di perso-ne esperte e competenti.Il cavallo in Francia, oltre che in orticoltura è molto usato ancora nei lavori boschivi e nella vigna, specialmente nella regione della Borgogna e della Loira, ma anche in tutto il resto del paese.L’articolo su “Equi-Idea” pubbli-cato sul numero 37 della rivista specializzata “Sabots” a cura di Jean Léo Dugast, ci ha fatto conoscere a tutto il paese, anche a Levier molti ci hanno contattato dopo aver letto l’articolo ed erano desiderosi di vedere le attrezzatu-re dal vero ed all’opera.

Foto sopra: il gazebo che l’organizzazione ha messo a nosta disposizione con lo spazio adiacente per l’esposizione delle attrezzature, eravamo veramente in una posizione strategica, da dove tutti i visitatori dovevano passare, infatti l’interesse per le nostre attrezzature è stato notevole.Foto sotto: Bernard Dangeard conduce uno dei suoi Boulonnaise durante una delle prove del nostro aratrino “Multi”, Luigi al comando dell’attrezzo ne mo-stra il funzionamento e l’uso con molta professionalità.

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Foto sopra: un cavallo Comtois azio-na un “tapis roulant” con il quale si mette in moto un tornio da legno e una sega a nastro per il taglio della legna da ardere, tutto questo era all’interno di piccolo “villaggio dell’energia a tra-zione animale”, nel quale si evidenzia-vano le possibilità di ricavare energia con l’aiuto del cavallo.Una giostra su cui si attaccavano due cavalli, girando azionava una piccola trebbia per il grano, un’altra ancora una pompa per il sollevamento dell’ac-qua in una vasca per abbeverare gli animali.Con questi accorgimenti tecnici, anche in zone dove la corrente elettrica non fosse disponibile, si ha la possibilità di utilizzare un notevole numero di apparecchi utili nelle lavorazioni agri-cole ed artigianali. Foto sotto: Il nostro “Flex”, coltivatore da pieno campo, in un test trainato da due meravigliosi muli.Abbiamo apprezzato la calma e la di-sponibilità di questi stupendi anima-li, con il loro passo calmo e sicuro si comportano molto bene sopratutto in lavorazioni di precisione come le sar-chiature degli ortaggi ecc.

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Naturalmente sono stati accon-tentati, e durante le prove pra-tiche hanno potuto valutare le loro caratteristiche costruttive e funzionali.E’ piaciuto molto il coltivatore “Flex”, rivisitazione di un vecchio coltivatore francese costruito un tempo dalla ditta “Puzenat”.E’ stato aggiornato tecnologica-mente ma il principio di funzio-namento è il medesimo, infatti gli agricoltori che ne apprezzavano gli aggiornamenti tecnici, sopra-tutto la possibilità di cambiare l’attrezzo lavorante, dicevano che l’attrezzo funziona senz’altro bene perchè anche per il vecchio mo-dello era così, e tra i due ci sono solo differenze di costruzione ma non di funzionamento.Questo ci ha fatto piacere e si cercherà di migliorarlo ancora con l’aggiunta di attrezzature nella gamma da utilizzare con il mede-simo telaio.Tutte le attrezzature a trazione animale che funzionano senza un mottore a scoppio sono sempre considerate come attrezzature di grande interesse per la loro semplicità sia costruttiva che per quanto ne riguarda l’uso.Senza considerare il fatto che mol-tissimi agricoltori che lavorano con i cavalli desiderano apprez-zare fino in fondo il silenzio e la pace che ci offre la compagnia del cavallo e l’uso di un attrezzo sem-plice e senza rumori molesti.“Franche Comtè Terre de Traits”è impostata per la maggior parte sull’aspetto folcloristico e di man-tenimento delle tradizioni france-si, cuore di questo sono le bellis-sime sfilate di cavalli e attrezzi che mostrano come un tempo era utilizzato il cavallo nei lavori agricoli, boschivi, industriali e nei trasporti.Vecchi carri, attrezzature di un tempo e persone in costume fanno rivivere un mondo scomparso, un mondo in cui il cavallo era primo attore ed insostituibile compagno di lavoro, tutto questo è utile per non dimenticare, per far conoscere alle giovani generazioni che un tempo il lavoro era frutto di un rapporto molto stretto tra uomo e

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animale.Non si sa ncora precisamente quando sarà la prossima edizione di “Franche Comtè Terre de Traits”a Levier, si prevede potrà essere tra quatto anni, nel frattempo per chi desidera seguire questi incontri internazionali, l’anno prossimo a fine agosto sarà il momento an-cora del “Pferde Stark”a Detmold (Germania) www.pferdestark.de (27-28 Agosto 2011) e nel 2012 l’8-9 Settembre l’appuntamento si sposta oltre Manica con il “British Festival of the Working Horse” nel parco di Windsor, www.britishfe-stivaloftheworkinghorse.co.uk.

A.M.

Le prime due fotografie di questa pagi-na mostrano un carro costruito da uno Svizzero, è un carro molto particola-re, alle estremità del bilancino, dove si attaccano i tiratori del cavallo ci sono due sensori che misurano lo sforzo di trazione, quando si è in prossimità di una salita e lo sforzo di tiro inizia ad aumentare e supera un certo valore, i sensori danno il consenso ad un mo-tore elettrico montato sull’assale po-steriore, aiutando così l’animale nella trazione,Il progetto è stato realizzato per veico-li comunali, cioè veicoli che vengono usati nelle città per lavori vari come raccolta dei rifiuti, manutenzione dei giardini , trasporto persone e altri an-cora.Marco Zandonà, il costruttore svizze-ro dal nome italiano, ha già in mente di apportare modifiche ed aggiornamenti atti a migliorare ancora le prestazioni e le caratteristiche costruttive del carro, migliorare il fattore peso e vari dettagli tecnici .A destra nelle due ultime foto, una parte del servizio che Jean Léo Dugast ha fatto su Equi-idea sul numero 37 della rivista francese “Sabot” e che ha fatto conoscere la nostra attività in tut-ta la Francia.

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Fare fieno con i cavalli, solo un sogno ?

Recentemente, durante il mio lavoro di ogni giorno come insegnante in un istituto tecnico superiore, ho assistito ad un corso di addestramento del cosiddetto "programma di addestramento globale" di una delle principali case automobilistiche tedesche. Insieme ad altri 12 colleghi pro-venienti da tre diverse scuole del Lussemburgo, in due giorni ho imparato metodi diagnostici dei sistemi "Telematik"."Telematik" e' una di queste nuove strane parole tedesche che ri-sultano da una combinazione di telecommunication (telecomunica-zione) e informatics (informatica).Non solo mi sono trovato davanti a bizzarri malfunzionamenti elet-tronici, ma anche ad un mucchio di nuove parole che ancora non sono penetrate nel mio piccolo mondo. Sono comparse espressio-ni come "keyless go", un sistema di trasferimento dati senza fili, nel

quale al guidatore e' solo richiesto di toccare con un dito le porte della sua auto per farla aprire, o "hands-free connection", un apparecchio per usare un telefono portatile durante la guida senza toccarlo affatto.

Al termine del corso di adde-stramento, l'istruttore ci offri' la possibilita' di esprimere i nostri suggerimenti e le nostre critiche. Alla mia domanda se pensasse veramente che l'umanita' necessiti di tutti questi gadgets, mi rispo-se che nessuno ne ha veramente bisogno, e che ciononostante tutti li vogliono avere. "E' il business", disse, sottolinean-do le sue conclusioni finali con i risultati di alcuni recenti studi.Secondo questi sondaggi, la maggior parte dei possessori di queste auto hanno piu' appun-tamenti dal concessionario per riparazioni che con un dottore per curare la propria salute. Piu' dei due terzi dei gausti in queste auto sono direttamente correlati a

malfunzionamenti dell'elettronica. Inoltre, i costruttori devono tenere in considerazione il fatto che il ciclo vitale dei telefoni cellulari moderni e' di circa sei mesi: si, sei mesi soltanto. Dopo questo periodo, questi piccoli amici non hanno ancora problemi tecnici, ma sono semplicemente "superati" e vengono rimpiazzati da nuovi modelli, per interfacciarsi ai quali le auto richiedono nuove interfac-ce elettroniche adattate.Durante il seminario (devo am-mettere che talvolta i miei pensieri vagavano altrove) ho pensato alla lettera di un lettore che avevo letto il giorno prima nel "Luxemburger Wort", il nostro principale quoti-diano. La lettera al Direttore era intitolata "Affrontare la trappo-la climatica" e chiudeva con la seguente citazione da Don Helder Camara:"Se qualcuno sogna un sogno da solo, e' solo un sogno.Comunque, se tutti sognamo lo stesso sogno insieme, e' l'inizio di una nuova realta'."Bene, io decisamente non sogno

Fare fieno con i cavallisolo un sogno?

di paul schmit-lussemburgotratto dalla rivista Small Farmer’s Journale liberamente tradotto da “chicco vernocchi”

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di avere una di queste iper-auto, imbottite di tutte questa allegra elettronica, che alla fine non fa altro che distrarre le persone dai loro problemi della vita reale. Tornato a casa e pulita la stalla, la sera, guardai una delle nostre cavalle da tiro, e la confrontai con i telefonini cellulari di cui vi dicevo. No, il suo ciclo vitale non si misura in mezzi-anni. No, non la si dovra' semplicemente buttare via una volta svolto il suo dovere. No, non rappresentera' un fardel-lo del passato per le generazioni future. Sarebbe sicuramente poco reali-stico rifiutare tutte le conquiste moderne per tornare a cio' che si puo' illustrare dalla seguente im-magine. Essa mostra la situazione della famiglia durante la Seconda Guerra Mondiale. La ragazzina e' mia madre, che quest'anno ha celbrato il suo 70° compleanno. Le persone sulla sinistra sono i miei nonni. L'uomo sulla destra e' Louis Krupa, un bracciante nato in Polonia nel 1906 che era arrivato in Lussemburgo ancora durante la Prima Guerra Mondia-le. Faceva parte della mia famiglia e ha vissuto nella fattoria dei miei genitori fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1988. Da ragazzo, ammiravao molto le sue abilita' manuali, quando si fabbricava da se' uno dei suoi magnifici attrezzi partendo da un semplice pezzo di legno. Mi insegno' a tagliare l'erba con la falce, e un sacco di gente gli portava la propria perche' la affilasse . Venivano perfino a piedi dai villaggi vicini, una storia im-pensabile per la societa' dell'"usa-e-getta" di oggigiorno.

Il cavallo ardennese sullo sfon-do della fotografia, vestito con finimenti per stanghe, che beve dell'acqua attraverso la finestrella nella pietra difronte alla stalla delle mucche, era l'unica fonte di forza motrice nella fattoria. Oggi io sono fiero che i cavalli da tiro siano di nuovo al lavoro sulle nostre terre. La mia avversione nei confronti della combinazione di cavalli da tiro ed attrezzi da trattore pesanti e poco efficienti,

o addirittura avantreni motoriz-zati, deve essersi fatto sentire nei precedenti articoli.Provate a chiedere ad un contadi-no "moderno" quanti problemi di elettronica ha nel suo trattore op-pure, ad esempio, nella sua nuova imballatrice. Ora interpolate la tecnologia dei recenti avantreni a motore a scoppio per cavalli da tiro, con potenza anche di 100 CV, da qui a una dozzina di anni: sono sicuro che finirete ad affrontare i medesimi problemi di elettronica descritti nell'introduzione.Vediamo di sognare insieme di nuovo un nuovo modo di fare agricoltura con i cavalli da tiro, meno complicato ed in definiti-va piu' efficiente. I pensieri che seguono vi forniranno un'altra piccola tessera per completare il puzzle del nostro approccio all'agricoltura a trazione animale del 21° secolo.

NON C'E' GIOIA SENZA DOLORESpronato dalla necessita' di trova-re il modo migliore di lavorare la terra con i cavalli, passo al vaglio critico costantemente ognoi pezzo del nostro equipaggiamento, anche se lo abbiamo utilizzato per anni. Percio' l'anno scorso in Ger-mania ho acquistato un andanato-re rotativo J&J di seconda mano, allo scopo di confrontare le sue prestazioni con quelle del New Holland a pettini paralleli (vedi foto pagina seguente).Questo attrezzo, modello 5635 ap-partiene ad una delle prime serie di andanatori costruite da J&J a Gap, Pennsylvania, basato sull' AG320/10 della Galfre' di Centallo (Cuneo) in Italia. Anche se ha gia' sulle spalle un po' di anni, la sua tecnologia non e' ancora supera-ta. Con i suoi dieci bracci e fino a quattro doppi rebbi per braccio, non c'e' confronto per nessuno dei moderni girelli per trattore. Questo comunque vale finche' non si prendano in considerazione i voltafieno a due rotori o attrezzi di maggiori dimensioni. La sua larghezza di lavoro tra i pettini e' di circa mt. 2,90, che e' aumentata dallo schermo antivento, offrendo

quattro diverse regolazioni, da 30 cm. a 55 cm. .La regolazione viene tenuta stretta per ammucchiare le andane du-rante la notte e larga per andanare il fieno prima di imballarlo.Una striscia piu' larga permette al fieno di asciugarsi ancora un poco prima di essere raccolto. Con un peso di 532 Kg. e' comparabile al nostro nuovo New Holland "Rolabar 258". Il suo peso reale e' superiore agli originali 350 Kg., poiche' alla J&J Manifacturing si e' dovuto rimpiazzare l'albero della presa di forza che passava all'interno del tubo centrale ed i piccoli pneumatici da 15x.00-6 con un nuovo sistema di trasmissione che prendesse il moto dal terreno 2. Inoltre, l'attacco flessibile a tre punti ha dovuto essere sostituito con una lingua che include il mec-canismo di sollevamento dei rebbi per poter utilizzare l'attrezzo con un avantreno per cavalli.

Dopo aver dato una rinfrescata alla vernciatura, sbloccato tutte le parti mobili che erano arruggi-nite negli anni, dal momento che l'attrezzo era stato rimessato al coperto senza piu' essere usato, ho dato un'occhiata piu' da vicino alla trasmissione. L'aggiunta di un po' di buon grasso al litio ad ogni ingrassatore, e la sostituzione dell'olio ossidato del cambio con 2,5 lt. di olio SAE 90 fresco sono state operazioni rapide, seguendo le indicazioni della Galfre'. Sosti-tuire le ruote in acciaio originali della J&J con pneumatici gonfiabi-li, riducendo la resistenza al traino (l'attrito volvente), ha richiesto indagini piu' approfondite. Era stato chiaro fin da principio che il diametro esterno delle nuove ruo-te avrebbe dovuto essere mante-nuto identico a quello delle ruote in ferro originali. Dopo aver frugato in internet in lungo e in largo, alla fine ho trova-to i pneumatici Carlisle20x10.00-8 Super Lug, che con il liro diame-tro di 20" e la larghezza di 10" corrispondono esattamente alle dimensioni desiderate.Due nuovi cerchi sono stati fabbricati su mie specifiche da

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Foto sopra: ranghinatore New Holland a pettini parallel1, paragonabile al nostro “Mainardi” ancora costruito dall’omoni-ma ditta di Milano e distribuito dalla rete di vendita “BCS”.Foto sotto: andanatore della I&J costruito modificando il modello della ditta italiana Galfrè di cuneo.

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Zuschke&Noak in Germania, una ditta specializzata in ruote per trattori da giardino e pneumatici inusuali con ogni tipo di battistra-da e dimensioni. Sarebbe stato meno costoso acquistare qualsiasi altro tipo di pneumatico, dato che, soprattutto per i quad, ne esiste sul mercato una vasta gamma, ma queste gomme hanno sovente un limite nel carico massimo di utilizzo. Inoltre anche la minima variazione nel diametro esterno dei pneumatici, influenzereb-be l'altezza di lavoro dei denti dell'andanatore J&J.Questo non era accettabile, doven-do regolare i pettini in modo che la loro posizione di lavoro risulti abbastanza vicina al terreno ma senza toccarlo, allo scopo di assi-curare un traino leggero dell'at-trezzo ed una operazione efficien-te. Infine, il diametro delle ruote di trazione influenza la velocita' di qualsiasi attrezzo che derivi il moto dal rotolamento.Con grande delusione, fui costret-to a constatare che il diametro dei cerchi da 8 pollici si adattava bene ai mozzi liberi di entrambi i lati dell'assale principale dell'an-danatore J&J, ma lo stresso non accadeva per la profondita' delle flange di montaggio dei cerchi.

Percio' decisi di tagliare sul tornio la porzione centrale delle ruote. Fatto cio', un'officina mi fabbri-co' un paio di dischi in acciaio dello spessore di 8 mm., con un diametro esterno di 170 mm. ed uno interno di 92 mm. Dopo aver praticato i quattro fori di montag-gio, ho allineato accuratamente i nuovi dischi centrandoli sui cerchi e li ho saldati da entrambi i lati. Praticando dei cordoni di sal-datura alternati sui lati, mi sono assicurato che non si verificassero distorsioni dovute al calore della saldatura. Il rimontaggio degli pneumatici ribassati non fu di-vertente, e richiese l'opera di due persone munite di leve perche' tutta la gomma entrasse nel canale del cerchio. Poiche' ero piutto-sto sicuro che il bordo di tenuta della copertura avrebbe sofferto, prima del montaggio inserii una camera d'aria: un metodo contra-rio a qualsiasi buona norma con i pneumatici tubeless, che non avrebbe comunque creato proble-mi di sorta alle basse velocita' dei cavalli.Quest'anno la fienagione e' ini-ziata nuovamente piu' tardi del solito, con il primo taglio effettua-to all'inizio di luglio a causa delle pioggie insistenti dalla primavera.

L'aspetto positivo di tutto cio' e' che l'andanatore J&J e' stato pron-to appena in tempo utile. Alcune uscite con l'attrezzo regolato su settaggi diversi, mi hanno fatto concludere quanto segue. La forma e la sofficita' delle andane erano semplicemente ecceziona-li. Un altro punto favorevole da non sottovalutare dell’andanatore e' costituito dalla possibilita' di ripiegare il telaio su entrambi i lati della macchina. Riponendo i dieci bracci sulla parte centrale del telaio e ruotando verso l'interno lo schermo antivento, l'intera larghezza si riduce ad un ingom-bro trasversale di circa mt. 1,74. Questo ci permette di percorrere strade pubbliche ed entrare in qualsiasi cancello con facilita', il che non e' sempre reso possibile dalla struttura rigida del ranghi-natore a pettini paralleli.In ogni caso, non c'e' gioia senza dolore. Il voltafieno J&J sicura-mente e' piu' adatto ad un tiro a tre piuttosto che ad una pariglia, essendo piu' pesante da tirare rispetto ad un tradizionale ranghi-natore a pettini. Cio' e' dovuto al sistema di trasmissione piu' com-plesso ed al suo funzionamento. La trasmissione di un andanatore a pettini paralleli consiste di una sola coppia conica. L’andanatore rotativo utilizza una scatola con coppia conica ed una trasmissione a ingranaggi a denti dritti, che risulta in un maggiore attrito. Il concetto di azionamento del roto-re sviluppata da J&J e' comunque esemplare per la sua semplicita'.

Paul Schmit si occupa della trazione animale da anni e cerca di curare al massimo l’aspetto del benessere dell’animale curando la progettazione di attrezzature specifiche e facendo seri studi di valutazione sullo sforzo di traino. Assieme stiamo collabo-rando per lo studio di una falciatrice a trazione animale, rivisitando e ammodernando tecnologicamente dove possibile le vecchie macchine di un tempo.Un lavoro non semplice ma sicura-mente necessario nel mondo della trazione animale che non desidera usrae motori a scoppio ausiliari.

Foto sopra: volta andane New Holland “Rolabar 258”è composta da un racco-glitore che carica l’andana su un nastro in gomma che la rivolta e la deposita lateralmente.

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...e per continuare....

...e per continuare l’articolo delle pagine precedenti, si potrebbe ricordare come all’inizio della nostra esperienza con la trazio-ne animale si faceva il fieno, la volontà di fare era indescrivibile e riguardando ora queste immagini ci si chiede come si faceva allora a svolgere tutta quella mole di lavoro.Tempi passati, che forse non ritorneranno, comunque sono esperienze che hanno segnato e rafforzato la volontà di continuare su questa strada.Una strada in salita ma che ha dato e che sicuramente darà anco-ra molte soddisfazioni.

.Ricordo le nostre prime espe-rienze con il voltafieno a forche e poi con il ranghinatore a pettini, quando si lavorava con due cavalli e con i due attrezzi ci sembrava di essere al massimo dell’organizza-zione.Efettivamente vent’anni fa nella realtà di piccole aziende con due cavalli e due attrezzi per lavorare il fieno si poteva fare veramente del lavoro.Naturalmente esistevano già i moderni andanatori e girelli voltafieno, ma non c’erano anco-ra le applicazioni per la trazione

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animale.Ricordo con piacere le prime esperienze nell’azienda di Pio e Nicoletta quando si caricava il fieno a mano con le forche e poi l’avvento del caricafieno, una svol-ta importantissima per la quantità di lavoro che si faceva.Piccoli passi che ci hanno portato ai giorni nostri, ora abbiamo a disposizione macchinari molto più moderni e la produzione gior-naliera ha potuto essere ancora incrementata assieme alla diminu-zione della fatica sia per l’uomo che per l’animale.Sono comunque state esperienze costruite assieme, si stava bene quando ci si ritrovava per questi momenti di condivisione di lavoro e di valori.Le cose vanno avanti, ci saranno senz’altro ancora dei passi da fare nella tecnologia, ci auguriamo che possano essere accompagnati da passi avanti condivisi anche socialmente sia tra uomini che tra uomini e animali. A.M.

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...dove trovarlo...

indirizzi utili

alcuni indirizzi di artigiani che costruiscono finimenti:

finimenti nazionali:

OBERHAUSER RICHARDNiederrasen, 8939030 Niederrasen (BZ)tel. [email protected]

finimenti svedesi:

SVENLJUNGA SADEL MAKERIBorasvagen, 1651253 SVENLJUNGA (Svezia)tel. 0352-12385www.svenljunga-sadelmakeri.se

TARNSJO GARVERI74045 TARNSJO (Svezia)tel. 0292-70750www.tarnsjogarveri.se

FLOBY OVERSKOTTSLAGER41343 BOSTAD (Svezia)tel. 0515-40340www.dlobyoverskottslager.nu

finimenti americani:

CENTER SQUARE HARNESS SHOP246, Forest Hill RoadLeola, Pennsylvania 17540 (USA)tel: 717-656 3381 fax: 717-656 8388

AARON MARTIN HARNESS Ltd4445 Posey Line R.R.#1Wallenstein, OntarioCanada NOB 2S0tel. (519) 698-2754www.aaronmartin.com

commercianti

alcuni indirizzi di commercianti che vendono finimenti:

finimenti americani:

BROADWATER FARMWoodlands Rd, Swainsford, MereWilts BA12 6JT (GB)tel. 01747 860879www.bluehorseequine.co.uk

Erhard SchrollSTARKE PFERDE-Leserservicewei ßer Weg 10932657 Lemgo (D)tel. [email protected]

artigiani-commercianti

alcuni indirizzi di artigiani che acquistano collari in America, e fabbricano il rimanente nel loro laboratorio:

collari americani-finimenti francesi:

JEAN- PIERRE LEOBET7, Place de l’Eglise87300 BLOND (F)tel. 05 55 60 47 02www.harnais-colliers-chevaux.fr

SELLERIE DU MENEURtel. 05 55 65 99 86 54

www.selleriedumeneur.com

Molte persone ci chiedono spesso dove possono acquistare i finimenti per i cavalli da tiro. Questo è un tasto dolente sopratutto se si desiderano finimenti di fattura diversa da quella nazionale.E’ difficile consigliare quale sia il finimento giusto, tutti abbiamo le nostre preferenze anche se ci sono delle ca-ratteristiche che non vanno dimenticate nella scelta del finimento, ovvero: funzionalità, leggerezza, robustezza, semplicità costruttiva.Per aiutare nella scelta di seguito troverete indirizzi di costruttori e distributori di finimenti in Europa oltreo-ceano:

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• E’ in preparazione un ma-nuale di lavoro con il cavallo agricolo, razze, stabulazio-ne, alimentazione, finimenti, attacco singolo e a pariglia, questi alcuni argomenti trat-tati, il manuale sarà ricco di foto e disegni esplicativi per rendere ancora più chiari i passaggi e le operazioni da fare prima di portare il caval-lo al lavoro.A riguardo maggiori infor-mazioni saranno date in se-guito, sia sul sito www.noieil-cavallo.org che sul prossimo numero del giornalino.

• La Fectu sta preparando un catalogo di tutte le attrez-zature che sono disponibili sul mercato per quanto ri-guarda la trazione anima-le, al catalogo è stato dato il nome “Charlie Pinney” in onore dell’amico scomparso tre anni fa, pioniere nella co-struzione di moderne attrez-zature a trazione animale.Sul sito www.fectu.org

se avete annunci o sapete di qualche manifestazio-ne riguardante i cavalli da tiro, oppure avete qual-che vostra esperienza che desiderate sia conosciuta anche da altri, potete inviarcela e verrà inserita nel giornalino.

newsannunci

appuntamenti

•Vendesi cavalla TPR con problemi di laminite e di respirazione, è una cavalla di 16 anni abituata al lavoro agricolo ma non può più fare grandi sforzi, sarebbe adat-ta ad una fattoria didattica o all’ippoterapia.per informazioni:045.527899

•Vendesi puledra TPR appe-na svezzataper informazioni:Giovanni Ricchiardi045.527899

•Vendesi due finimenti ame-ricani praticamente nuovi, per maggiori informazioni:045.527899

•04-07 Novembre 2010a Verona si terrà l’annuale “Fieracavalli” dedicata al ca-vallo in genere ma sopratutto per lo sport e il piacere, l’as-sociazione francese del ca-vallo Comtois sarà presente con alcuni soggetti.

•27-28 Agosto 2011a Detmold in germania si ter-rà la manifestazione interna-zionale “Pferde Stark”.www.pferdestark.de0049-5261 927926

•08-09 Settembre 2012“The British Festival of the Wor-king Horse” è la manifestazio-ne che si terrà in inghilterra organizzata dall’Associazio-ne “British Horse Loggers”.w w w. b r i t i s h f e s t i va l o f -theworkinghorse.co.uk.

noi e il cavalloLa trazione animale oggi

Via Lazzaretto,9837133 Verona

tel. e fax. 045-527899E-Mail [email protected]

www.noieilcavallo.org

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