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Non vi è che una tristezza, quella di non essere santi ... · tomba di fratel Carlo Carretto,...

Date post: 29-Jul-2020
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Anno X, numero 3, Santi 2018 Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi, fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. TONINO BELLO Non vi è che una tristezza, quella di non essere santi. (Jacques Maritain) Madonna in Maestà, di Simone Martini - Sala del Consiglio, Palazzo Pubblico di Siena
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Anno X, numero 3, Santi 2018

Siate soprattutto uomini.Fino in fondo.Anzi, fino in cima.Perché essere uomini fino in cimasignifica essere santi.TONINO BELLONon vi è che una tristezza, quella di non

essere santi.(Jacques Maritain)

Madonna in Maestà, di Simone Martini - Sala del Consiglio, Palazzo Pubblico di Siena

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Scattidivitaparrocchiale

FESTA DELL'ADESIONE AZIONE CATTOLICA 8 dicembre 2016

ANNO 9 numero 1 NATALE 2016

Giornata con i seminaristi – PAG. 4

Giubileo, la Lettera delPapa – PAG. 6 e 7

LO SPECIALE – Il NATALE della Parola

AC: ecco il nostro Sì! - PP. 13-16

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DON BERNARDO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□

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UN INVITO ALLA SANTITÀ

Carissimi, l’inserto di questo numero èdedicato alla canonizzazione di Papa Paolo VI e Mons. Romero avvenuta in Piazza SanPietro il 14/10/2018 insieme ad altricinque Santi. Ho pensato di proporvi come riflessione leparole di Papa Francesco sui santi; ci serviràcome impegno d i v i ta c r i s t i ana eparrocchiale.“I santi non sono super uomini, non sono natiperfetti - ha detto il Papa - sono come noi,persone che prima di raggiungere la gloriadel cielo hanno vissuto una vita normale, con

Gli appuntamenti da ricordare:

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la loro vita al servizio degli altri, hannosopportato sofferenze e difficoltà, senzaodiare e rispondendo al male col bene,diffondendo gioia e pace. Tutti siamo chiamati a camminare sulla viadella santità e questa via ha un nome e unvolto quello di Gesù. Lui nel Vangelo ci mostrala strada: quella delle beatitudini. Il Regno deiCieli infatti è per coloro che scelgono l’amoredi Dio, per quelli che hanno un cuore semplice,umile non pensano di essere giusti e nongiudicano gli altri, sanno soffrire con chi soffree gioire con chi gioisce, non sono violenti ma

2 N o v e m b r e : I n c o n t r odiocesano Giovani "Adoro ilvenerdì"

- 30 Novembre : incontrodiocesano Adulti di AC "3xTE"

- 8 Dicembre: Serata diocesanadi festa per i 150 anni di AzioneCattolica

- 9 Dicembre: Pranzo AzioneCattolica in parrocchia

- 9 Dicembre: ore 14 aSant'Egidio S. Messa conMons. Giovanni D'Ercole perinaugurazione della chiesa dilegno

- 14 Dicembre: Incontrodiocesano Giovani "Adoro ilvenerdì"

- 15 Dicembre: Giornatadiocesana ACR ragazzi delleMedie

- 24 Dicembre: S. Messe ore22.30 a Monsampolo, ore24.00 a Stella

- 25 Dicembre: S. Messe ore10 a Monsampolo, ore 8,11.15, 18.30 a Stella

Gli appuntamenti da ricordare:

gioie e dolori, fatiche esperanze”.La differenza con ilr e s t o d e l l ' u m a n i t àconsiste nel fatto che“ q u a n d o h a n n oconosciuto l’amore diDio, lo hanno seguitocon tutto il cuore, senzaesitazioni, hanno speso

m iser i cord ios i ecercano di favorirela riconciliazione e lapace . I San t i c idicono fidatevi delSignore perché Luinon delude, è unnostro amico e nondelude mai”.

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Le Chiese di Monsampolo e i loro tesori

MARIO PLEBANI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□

Chiesa parrocchiale Maria SS. Assunta (già chiesamatrice prepositurale dei SS. Maria e Paolo).I maestri lombardi Giovanni di Andrea e Donato diAlessandro furono incaricati nel 1572 dal Comunedella fabbrica della nova Ecclesia fuori dalla mura e fuu l t imata ne l 1577, come at tes ta la datacommemorativa sull’architrave del portale principale.La fabbrica fu sopraelevata nel 1600 e dopo l’invasionenapoleonica del 1798-99 ebbero inizio gli ultimi lavoridi restauro e ampliamento e la costruzione delmaestoso campanile, che portarono alla configurazioneattuale. La chiesa si connota e spicca proprio per l’unitàcronologica e stilistica del suo arredo, tutto di questaetà, fra ‘500 e ‘600. All’interno sono visibili i segni delbarocco sia sugli altari che sulle stuccature. All’esternodegni di nota sono i due portali d’ingresso. È a navataunica con abside semicircolare ed è caratterizzata daun altare centrale e da quattro laterali un tempoamministrati dalle confraternite del Ss. Sacramento,del S. Rosario, della Buona Morte e del Nome di Gesù.Sugli altari si conservano ancora opere d’arte dipregevole fattura, come le quattro pale raffigurantil’Ultima Cena di P. Gaia (1596), Regina SanctorumOmnium dei fratelli G.B. e F. Ragazzini da Ravenna(1583), la Deposizione di A. Vitali (sec. XVI-XVII), laCirconcisione di P. Gaia (1616). Tra le opere lignee si segnalano la Pietà (fine sec. XV), iltabernacolo architettonico (1616) in legno dorato edipinto, il crocifisso ligneo policromo (sec. XV-XVI).Menzione particolare merita la croce astile in argentocon applicate due superbe piccole sculture di recenteattribuite a Pietro Vannini (sec. XV). A tanta floridezza artistica contribuì certamentel’anomala posizione civile ed ecclesiastica in cuiMonsampolo si venne a trovare, con la giurisdizioneascolana ma, fino al 1965, sotto la Diocesi di Teramo.Questa particolare situazione fu molto utile a diversivescovi di Teramo che utilizzarono il paese come luogodi rifugio in caso di difficoltà con la corte di Napoli,come nel caso di Mons. F. Monti nel 1669, o con ilCapitolo di Teramo, come nel caso di Mons. L. Cassianiche dal 1770 al 1785 governò la diocesi daMonsampolo. Proprio in corrispondenza del portaled’ingresso alla sacrestia vi è la lapide commemorativacon il ritratto del vescovo Cassiani, qui sepolto neltransetto laterale sinistro. Tra le tante reliquieconservate nella chiesa matrice si segnalano la S.Croce e il corpo di S. Teopista.

L’Altare di S. Teopista V.M: Il 14 giugno 1665Don Giovan Battista Corradi, “Servo di Dio”, una dellepiù importanti figure del seicento marchigiano,

vissuto tra Roma e il Piceno, fa traslare nel suopaese natio il corpo reliquia di Santa Teopista dalleCatacombe di Priscilla (Roma) alla Chiesaprepositurale dei SS. Maria e Paolo, dove ancoraoggi è custodita in un’urna sotto il primo altaresinistro. Teopista è una di quelle martiri cristianevissute sotto l’Imperatore Valeriano (III-IV sec. d.C.). La tradizione vuole che la giovane abbia preferito ilmartirio alle attenzioni di un patrizio. Il 5 giugno1667 il Consiglio Comunale stabilì di onorare evenerare la Santa come Avvocata e Protettrice diMonsampolo e di festeggiarla il 14 Giugno.

La cripta, il cimitero della comunità: Recentilavori di restauro e scavi archeologici hannoconsentito di rinvenire, nella cripta, numerose fossegranaie medievali; alcune di queste sono state, conl’edificazione della chiesa, trasformate in ossari perl’antico cimitero della comunità. Con lo svuotamento dell’ossario della Cappella della Buona Morte sonostati portati alla luce oltre venti corpi mummificati,con ancora indosso gli abiti, riconducibili al cetopopolare del Piceno (secc. XVI I I -X IX) . Lostraordinar io r invenimento ha consent i tol’allestimento in loco del Museo della cripta ove èpossibile visionare i corpi mummificati e gli abitioriginali maschili e femminili che si sono conservati eche talvolta sono arricchiti da ricami, bottoncini emerletti. Completano l’esposizione alcune opere diarte sacra ad uso devozionale rinvenute negli ossarie legate ai riti della confraternita della Buona Morte. La chiesa della Madonna Addolorata.All’inizio di Corso Vittorio Emanuele III sorge lachiesa della Confraternita dell’Addolorata. Unmattone della chiesa, collocato in Via SerafinoBalestra, riporta un’iscrizione che attestal ’ intervento del sacerdote Leonardo Binninell’erezione del tempio mariano ad esclusivo usodella venerabile Confraternita dei Sette Dolori dellaBeata Vergine Maria, nell’anno giubilare 1751, inricordo della straordinaria concessione giubilare “adistar” fatta da papa Benedetto XIV alla città di Ascoli.Il nuovo oratorio, provvisto di accessori votivi e sacresuppellettili, fu consacrato il 17 febbraio 1754. Lachiesa ancora oggi è retta dalla Confraternitadell’Addolorata ed è stata ampliata e modificata piùvolte negli anni. Al suo interno si conservano unaMadonna dei Sette Dolori (sec. XVIII), l’altare ligneodel 1919 progettato da L. Schiocchetti ed opere diartisti contemporanei, tra cui A. Sergiacomi, C.Marchetti e U. Ferretti. Un’interessante Deposizionedi Cristo del sec. XVI proveniente dalla chiesa èprovvisoriamente conservata presso il Museo Civico.

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Le Chiese di Monsampolo e i loro tesoriLe immagini per l’articolo di Mario Plebani,

pubblicato a pag. 4 di questo numero

L’altare della Madonna Addolorata

Interno della Chiesa di Maria Ss. Assunta

La Madonna dei sette dolori

Pieta lignea policroma del sec. XV

Museo della Cripta,cappella dellaConfraternita

della Buona Morte

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DON PAOLO SIMONETTI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

UN NUOVO DONO PER IL MIO SACERDOZIO

L'esperienza di don Paolo come sacerdote con la comunità di Monsampolo

Ringrazio Dio per avermidonato le Comunità di Stella edi Monsampolo. A pocadistanza dal mio pr imoa n n i v e r s a r i o n e l l ameravigliosa Parrocchia diStella (24 Settembre 2017)sono stato chiamato a servirea n c h e l a C o m u n i t à d iMonsampolo (9 Settembre2018). Sono passati quasidue mesi e ho già vissutoesperienze straordinarie.Una delle esperienze è stata quella dicoinvolgere i ragazzi e bambini all’internodella parrocchia con il ripristino delle attivitàcatechistiche, incominciando dai luoghi cheessi frequentano: bar, giardino e strada. Hoavuto modo poi di incontrare la gente delpaese e di intrattenermi con loro sullapiazza parlando del più e del meno,cercando di fare loro compagnia. Con ildesiderio di tanti e la passione profonda che

ho nel cuore per le “cose di Dio”, desideroassicurare sempre più la celebrazione dellaSanta Messa, la vita sacramentale espirituale per l’intero popolo monsampolese.Da oggi va inteso sia nel suo essere“Comune”, sia nel suo essere “Parrocchia”non più due ma un solo popolo, una solacomunità come una è la Chiesa di Cristo purmantenendo in ciascuna la vitalità dellapropria identità.

Fraternamente in Cristo

Scatti del Campo Scuola “In che senso?”organizzato dal 18 al 22 Luglio presso "CasaGioiosa", Montemonaco, dall'Azione Cattolica

diocesana.

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vivocomunità

RICERCA IN CORSO

MATTIA CAPRIOTTI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□

Una due giorni per Giovani sul discernimento vocazionale

Ad un certo punto del nostro percorso di vita e difede, ci fermiamo per interrogarci sulla stradapresa per capire se sia ciò che realmente il nostrocuore cerchi; questa è la domanda che i giovanidelle parrocchie Maria SS. Madre della Chiesa e S.Giacomo della Marca si sono chiesti in questigiorni di spiritualità, il 15-16 settembre, accoltinella casa delle suore del Sacro cuore di Gesù eMaria a Bettona, vicino ad Assisi.

Il brano biblico (Marco 8,27-35) che ci haaccompagnati, racconta come Gesù interroghi isuoi discepoli con la domanda: “chi dite che iosia?”.Attraverso il discernimento, cercando di capire ciòche è bene per ciascuno, ascoltando la Parola eguardando la realtà anche noi possiamorispondere alla domanda posta da Gesù aidiscepoli. Chi è Lui nella mia vita? Come orientarmial bene personale e comunitario attraverso lescelte che faccio?

Abbiamo riscoperto quanto sia importantenutrire il nostro cammino con una vitaspirituale intensa e concreta e come siano lerelazioni vere a fare da specchio alle nostrescelte, ai nostri sogni.

Con le varie attività proposte dagli animatori,ci siamo soffermati anche sulla storia dellanostra associazione, l'Azione Cattolica,facendo un passaggio anche a casa SanGirolamo, a Spello, polmone spirituale di tuttal'AC, dove abbiamo sostato in preghiera sullatomba di fratel Carlo Carretto, della comunitàdei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld epresidente della Gioventù di Azione Cattolicanell'immediato dopo guerra. La sua vita ciracconta di come il discernimento sia unostrumento necessario ad ogni età perverificare il proprio cammino e per capire sestiamo rispondendo al desiderio di felicità cheDio ha per ciascuno di noi.

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ALESSIA CAPRIOTTI □□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□

SOGNA E STAI DESTO!

Tre giornate di formazione per educatori

-ne, una ricchezza e una bellezza unica per chi è riuscitoa viverle, grazie soprattutto alla diocesi di Milano che hafortemente creduto e voluto questo progetto,finanziando economicamente tutte le quote deglieducatori come scelta di vicinanza e sostegno allediocesi colpite dal sisma. Il primo passo è stato quello della ri-scoperta di alcunipersonaggi dei 150 anni di storia dell’Azione Cattolicacome Alberto Marvelli, Vittorio Bachelet, Carlo Carretto,Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, per andare arecuperare il passato della nostra associazione eguardare le loro vite fatte di una santità quotidiana a cuitutti possiamo tendere. Con Claudia d’Antoni,Consigliere Nazionale ACR, ci siamo immersi nell’AC dioggi; siamo partiti dal ricordo del volto di chi ci hachiamati a svolgere questo servizio e di chinell’associazione si è preso cura di noi. Si è arrivati allaconclusione che l’educatore è chiamato a GENERARE, aGustare la bellezza del Vangelo, a guardare all’Essere enon all’apparire, a portare Novità, ad essere in Equilibriocercando un mix perfetto tra il fare di Marta e lacontemplazione di Maria nel brano del Vangelo che ciaccompagnerà durante questo anno, ad essere capace

di Ricordare le proprie origini e fare memoriadi come tutto è iniziato, ad Ascoltare eAccogliere, a Riscoprirsi bello anzi prezioso, inquanto qualcuno ci ha generati e voluti cosìcome siamo e infine a guardare all’Essenziale.Il giorno finale grazie all’aiuto di ClaudiaD’Angelo, della commissione itinerari formatividell’ACR nazionale, si è approfondito l’itinerario

annuale 2018-2019, “Ci prendo Gusto!”, mentre conLuca Girotti, ricercatore in Pedagogia Sperimentaledell’Università di Macerata e delegato di AC per laregione Marche, si è analizzata l’emergenza educativatra i giovani e i giovanissimi. Nelle tre giornate ci sono stati momenti di ascolto,preghiera, condivisione e gioco. La bellezza, di queste esperienze, è conoscere nuoverealtà diocesane, persone di diverse città con le qualisi condivide un progetto comune anche se più lontani.La bellezza è inoltre essere con gli educatori dellastessa diocesi, con i quali si hanno meno rapporti, percreare legami più forti. La bellezza è infine scoprireposti meravigliosi, quali Rieti e Greccio, conoscendo inmaniera approfondita la storia dei posti visitati.Un'esperienza da vivere assolutamente e daraccontare a tutti, veramente “bella è l’ACR!”.

“Sogna e stai desto!” è proprio l’invito che hascandito le giornate di formazione del 28-29-30Settembre a Contigliano (RI), il luogo che havisto intrecciare le vite e le diocesi di Milano,Rieti, Camerino - San Severino Marche e AscoliPiceno. “Sogna” perché l’associazione puntasempre in alto, “stai desto” perché, oltre alsogno, l’AC ha uno sguardo attento alle realtà incui viviamo, con il desiderio di portare quei sognianche nelle periferie. Questi sono alcuni deiprincipi alla base di queste giornate di formazio-

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Il coraggio della Santità

□□□ ORNELLA CAPITANI ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□

ì

In quel tempo, vedendo lefolle, Gesù salì sul monte: sip o s e a s e d e r e e s iavvicinarono a lui i suoidiscepoli. S i m i s e a p a r l a r e einsegnava loro dicendo:«Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno deicieli. Beati quelli che sono nelpianto, perché sarannoconsolati. Beati i miti, perchéavranno in eredità la terra.Beati quelli che hanno famee sete della giustizia, perchésaranno saziati. Beati im iser i cord ios i , perchétroveranno misericordia.Beati i puri di cuore, perchévedranno Dio. Beati gl ioperatori di pace, perchésaranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per lagiustizia, perché di essi è ilregno dei cieli. Beati voiquando vi insulteranno, vip e r s e g u i t e r a n n o e ,mentendo, diranno ognisorta di male contro di voiper causa mia. Rallegratevied esultate, perché grande èla vostra ricompensa neicieli».

Dal Vangelo Dal Vangelo di Matteo (5, 1-12)di Matteo (5, 1-12)

LE BEATITUDINI: LA RISPOSTA DI DIO ALLA RICHIESTA DI FELICITÀ DELL’UOMO

Ci sono parole di Gesù che sonorimaste e rimangono nella mente ditutti e vanno oltre le nostre idee e inostri pensieri. Sono le risposte chel’uomo cerca nel profondo del suoessere quando si fa condurre permano dalla sete di verità e di felicità.E le Beatitudini sono un “codice”infallibile della felicità e della santità.Il “beato” è chi leva lo sguardo versol’alto, verso l’eterno e l’infinito, eascolta il messaggio di Gesù,messaggio controcorrente e a volteprovocatorio: poveri, sofferenti, miti,affamati, misericordiosi, puri,artefici di pace, perseguitati sonoconvocati da Cristo come suoidiscepoli, chiamati ad edificare ilregno di Dio.Il messaggio delle beatitudini èrivolto a tutti; Gesù parla sullamontagna: all’inizio lo circondano idiscepoli, mentre alla fine Matteo ci dice che tutta la folla lo acclama.

Tra i numerosi volt i che loguardano c’è il volto comune deicredent i , che asco l tano unmessaggio che spesso purtroppotradiranno, e c’è il volto di ognunodi noi che cammina a fatica per lestrade della storia.Chi ascolta quel messaggio checoinvolge la totalità dell’essere e

della persona e comprende questa difficile lezione e la applica allapropria vita, è santo, è il beato, ilperfetto.Quella delle beatitudini è unalezione diff ici le, del resto laperfezione del Vangelo ha duefacce: una di rinuncia e penitenzaqui e una di pienezza e gioia là. Laparola di Gesù è una spada a duetagli: ferisce e guarisce, esige eregala, addolora e consolaPurtroppo il mondo che ci circondapare stia voltando le spalle a Cristo,lo dimentica e lo deride, ma sevogliamo conoscere la sospiratafelicità che davanti a Dio diventa

Un particolare del “Discorso dellaMontagna”, affresco del BeatoAngelico (1438-1440 circa)

Santi tà, occorre sf iorare lebeatitudini per capire che sono lasola via per la nostra realizzazione;con l’aiuto del Signore avremo laforza di non diventare schiavi delmondo e delle sue mode. Scrivevadon Tonino Bello: “Noi viviamo in unmondo che purtroppo attira con isuoi fascini e inganna con le sue

lusinghe; gli ideali del mondo,ogni attività dovrebbe essere infunzione dei divertimenti, dellafortuna, nella ricerca e nelconseguimento del successo intutte le var ie attr ibuz ion idell’esistenza terrena. Intenti solo a questa caducafinalità, non si fa che tenere gliocchi fissi sulla terra e non sipensa a guardare i l cielo.Allorché invece, si vive secondola fede, quando al mattino alsuono dell’Angelus si innalza ilpensiero a Dio e si invoca ilpatrocinio della Madre Sua, poiin tutte le altre evenienze dellagiornata si è animati da quellaispirazione; allora veramente sipuò dire che la vita è conosciutanella sua beatitudine”. .

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Tratto da Vatican Insider

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Il coraggio della Santità

LA STANZA DI ROMERO E LA FOTO DI PAOLO VI, SANTI INSIEME!

La stanza di Romero colpisce per la suaessenzialità, non più di due metri quadrati, una piccola scrivania con sopra la copia in gesso diuna pietà, la macchina da scrivere Ibm a tastimeccanici, un registratore Bigston a cassettacon microfono incorporato dove registrava ildiario, una pratica costante di tutta la vita chesolo lo sparo ha interrotto.Un’unica foto sul comodino, un ritrattoclassico di Paolo VI di 10 cm per 15 e allaparete, appeso, un portaritratti in vetrocomune con nove fotografie, tutte di Romerocon il “suo” Papa. Uniti in vita e in morte. Uniti nella santità che un Papa latino-americano haproclamato domenica 14 ottobre. E uniti dal martirio,come afferma il postulatore di Romero, il vescovoitaliano Vincenzo Paglia. Una comparazione moltoindovinata anche per il gesuita padre BartolomeoSorge, perché «uno ha dato la vita per la Chiesapromuovendo il Concilio Vaticano II nonostante lecritiche, le offese, il danno arrecato alla sua persona,l’altro amando Paolo VI e la rotta lungo cui volevaincamminare la Chiesa».Il rapporto di Romero con Paolo VI è di straordinariaimportanza nella vita del santo salvadoregno. Ne trarràispirazione negli anni della gioventù, ne riceveràconforto nei momenti difficili, e difesa dagli attacchi.«Tra loro c’è stata una relazione maestro-alunno», cidice il sacerdote Rafael Urrutia, che ha propiziato peruna vita la conclusione a cui si è giunti oggi con unPapa Francesco. «Romero si era affezionato moltoall ’ insegnamento di Paolo VI, che lo eleveràall’episcopato come vescovo di Santiago de María, poiausiliare e arcivescovo di San Salvador». Urrutia considera che non si possa capire Romerosenza «le tre devozioni che alimentarono il suofruttuoso ministero: il Santissimo Sacramento, la BeataVergine Maria e la Chiesa, che materializzava nella per-

-sona del Papa». Urrutia è parroco di una popolosaparrocchia che oggi porta il nome di Romero. Lìcustodisce archivi importanti che tanto sono servitialla causa di canonizzazione. Estrae qualche foglioda un corposo volume che raccoglie tutte le omeliepronunciate da Romero. «Il 2 luglio 1978,monsignor Romero r iprese la sua sol i tapredicazione domenicale, dopo un viaggio chedovette fare a Roma per chiarire a Papa Paolo VI“alcuni fraintendimenti derivanti da informazioni falseo interessate”», spiega Urrutia. «Gli piaceva moltotrascorrere qualche giorno a Roma con ilsuccessore di Pietro, che gli dava l’opportunità disentirsi con la Chiesa e di vivere molto da vicino lacomunione con il Romano Pontefice, «perché,commentava con i suoi, “là dove sanno già quantoamo e sostengo la Sede del Successore di Pietro,non potrebbero dubitare della mia fedeltà al Papa”».A Roma ebbe un incontro riconfortante con PaoloVI. Le nove fotografie di quella giornata romana conPaolo VI sono quelle appese nella minuscola stanzadove Romero è vissuto gli ultimi anni. Paolo VI emonsignor Romero si videro l’ultima volta il 21giugno 1978, un mese e mezzo prima della morte diMontini.

S u l s u o d i a r i o R o m e r o r i c o r d e r àquell’incontro con particolare affetto. Scriveche il Papa con lui fu «cordiale, generoso,l’emozione di quel momento non mipermette di ricordare parola per parola».Montini gli disse di capire il suo difficilelavoro, «che può non essere compreso,necessita di molta forza e pazienza». Conquell’incoraggiamento finale che tantosostenne Romero: «Anche se so che nontutti la pensano come lei nel suo Paese,proceda con coraggio, con pazienza, conforza, con speranza».

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RITA NARCISI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□

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SAPER GUARDARE AVANTI E LONTANO: PAOLO VI E LA SUA GRANDEZZA

Il coraggio della Santità

Paolo VI in Terra Santa

-rezioni con un fare intuitivo e moderno, affrontandobrillantemente questa difficile prova. Il risultato? Lamediazione fra spinte opposte, l’approdo ad unaChiesa unita, pacificata, più forte e più aperta alcontemporaneo.Diede voce ai princìpi evangelici laddove si stavafacendo la storia, davanti ai capi di Stato delle NazioniUnite: “Lasciate cadere le armi dalle vostre mani [...].Ancor prima che produrre vittime e rovine, generanocattivi sogni [...], arrestano progetti di solidarietà e diutile lavoro, falsano la psicologia dei popoli”. Rifletté sulla dignità del lavoro e sulla centralità dellapersona, davanti agli operai del centro siderurgico diTaranto: “Il lavoro e la religione, nel nostro mondomoderno, sono due cose separate, staccate, tantevolte anche opposte. Ma questa separazione, questareciproca incomprensione non ha ragione di essere.[...] Siamo venuti qua fra voi per dirvi che questaseparazione fra il vostro mondo del lavoro e quelloreligioso, cristiano, non esiste, non deve esistere!”.Abbracciò il patriarca ortodosso di Costantinopoliaprendo, con questo gesto epocale, un nuovoorizzonte di riconciliazione all’interno del mondocristiano. Stupì tutti con la sua enciclica “PopulorumProgressio”, in cui poneva la grande questione dellagiustizia sociale nei rapporti fra nord e sud delmondo; sembrò addirittura rivoluzionaria, nessunPapa prima aveva posto un tale problema in terminiglobali: “Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare diquelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame,della miseria, dell’ignoranza; che cercano unapartecipazione più larga ai frutti della civiltà, una piùattiva valorizzazione delle loro qualità umane; che simuovono con decisione verso la meta di un loro pienorigoglio, è oggetto di attenta osservazione da partedella Chiesa”. Toccò con le sue visite pastorali cinquecontinenti, raggiungendo e facendosi incontro alleperiferie geografiche ed esistenziali della Terra.Scrisse di proprio pugno agli uomini delle BrigateRosse per invocare la liberazione del grande statistae amico Aldo Moro e, dopo che l’appello cadde nelvuoto, dolorosamente arrabbiato ne celebrò i funerali (mai prima un Papa aveva partecipato ai funerali di unlaico) nella basilica romana di San Giovanni inLaterano. Fu anche un grande intellettuale,dimostrando sempre il suo grande interesse perl’arte, anche quella del XX secolo, moderna e spessolegata all’astrazione; la celebrava in quantoespressione dell’interiorità umana, in quantoprocesso di elevazione verso qualcosa di altro e dialto. In quanto manifestazione della Verità, e, diconseguenza, in quanto preghiera più bella.Quanto coraggio, quanta modernità, quantalungimiranza. Soprattutto lungimiranza. Che questogrande e santo uomo sia da esempio per tutti noi,che oggi amiamo fare e disfare, dire e contraddire.Che guardiamo tutto e ovunque... Ma mai abbastanzalontano e abbastanza in Alto, per poter decideredavvero bene.

Giovanni Battista Montini, che con il nome di Paolo VIè passato alla storia come “grande Papa, coraggiosocristiano e instancabile apostolo”, è stato proclamato Santo domenica 14 ottobre, diventando così, con lasua missione ed il suo esempio, patrimonio di tutta laChiesa. Ad una folla di oltre settantamila fedeli, PapaFrancesco ha presentato Paolo VI come un “esempio di fede senza mezze misure”, mettendo bene inevidenza tutto quello che ha saputo essere: “profetadi una Chiesa estroversa, capace di guardare ailontani e di prendersi cura dei poveri”, sprone per unsalto in avanti nell’amore, Papa del dialogo con ilmondo.Eletto nel 1963, nei suoi quindici anni di pontificatoquesto grande uomo ha vissuto da vicino e conpassione il cambiamento del mondo contemporaneo.Tutto era in trasformazione: la cultura, gliordinamenti politici, i bisogni, la mentalità. “Cosarimane della nostra religione? Cosa rimane dellaChiesa?”, si interrogava nel 1974. La consapevolezzadi un presente sempre più ostile a Dio eraallarmante; la Chiesa era stata “superata dal mondo”,il suo ruolo era diventato incerto e superfluo. ScrivevaPasolini, intellettuale che seppe cogliere più di ognialtro la drammaticità dei discorsi del Papa nel pienodi questa fase storica: “Paolo VI ha ammessoesplicitamente che il potere reale non ha più bisognodella Chiesa e l’abbandona a se stessa, che i problemisociali vengono risolti all’interno di una società in cuila Chiesa non ha più prestigio, che non esiste più ilproblema dei poveri, cioè il problema principe dellaChiesa [...]”. La realtà si stava rapidamente modificando, non erapiù interpretabile secondo schemi tradizionali.Bisognava soltanto accettare di navigare in un mareaperto e tuffarsi in un mondo incognito.Paolo VI questo ha fatto. Pur trovandosi solo, fragile,in difficoltà di fronte ad anni a fatica interpretabili, hasaputo parlare alla modernità con discorsiestremamente aperti ed ha saputo agire in tante di-

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DANIELA SPURIO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

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OSCAR ROMERO MARTIRE DEI NOSTRI TEMPI

Il coraggio della Santità

“Io vorrei fare un appello particolare agliuomini dell'Esercito e in concreto alla basedella Guardia Nazionale, della Polizia, dellecaserme: Fratelli, appartenete al nostrostesso popolo, uccidete i vostri stessi fratellicontadini; ma rispetto a un ordine diuccidere dato da un uomo deve prevalere lalegge di Dio che dice "Non uccidere".Nessun soldato è tenuto ad obbedire ad unordine contrario alla Legge di Dio. Visupplico, vi chiedo, vi ordino in nome di Dio:cessi la repressione! ".

Romero con San GiovanniPaolo II nel 1978

Con queste parole, pronunciate durante quello chesarebbe stato il suo ultimo appello, Monsignor OscarRomero invitava i soldati a fermare ogni violenza neiconfronti della popolazione del suo Paese. Il giornodopo fu assassinato da un cecchino mentreconsacrava l’eucarestia nella cappella del localeOspedale. Il mandante si rivelò essere il capo delPartito di Regime mentre il capo della Polizia disarebbe poi autoaccusato come esecutore materialedel delitto.Óscar Arnulfo Romero y Galdámez era nato il 15marzo 1917 a Ciudad Barrios, nello Stato di ElSalvador, piccolo paese dell’America Centrale,sconvolto, in quegli anni, da una sanguinosa dittaturamilitare che torturava e uccideva sindacalisti,catechisti, militanti di diritti umani, religiosi, contadinie tutti coloro che chiedevano la fine della repressione.Dopo la vocazione e l’ingresso nel Seminario minoredi San Miguel, fu inviato ad approfondire gli studi invista del sacerdozio a Roma presso la PontificiaUniversità Gregoriana. Venne ordinato lì il 4 aprile1942 e dopo vari incarichi diocesani, divenne vescovoausiliare della diocesi di El Salvador. Nel 1974 funominato vescovo titolare di Santiago de María. Asorpresa nel 1977 fu chiamato a ricoprire il ruolo diArcivescovo della capitale, con grande soddisfazionedel partito al potere e delle famiglie latifondiste checredevano di trovare in lui una “sponda spirituale”,lontana dalla politica e dalla società in quanto aveva lafama di essere un teologo conservatore eparticolarmente dedito all’aspetto spirituale.Di fronte all’esplosione di una violenza inimmaginabilefatta di oppressione e sfruttamento del popolo,osservando gli squadroni della morte, il vescovo capìdi non poter fare a meno di prendere una posizionechiara. Questa esperienza segnò l’inizio del suoimpegno a favore degli oppressi del suo Paese nonsolo tramite la parola scritta e le omelie, diffusetramite i mezzi di comunicazione, ma anche con lapresenza fisica.

L’uccisione del padre gesuita Rutilio Grande, unitaad altri eventi, lo condusse a schierarsiapertamente, forte solo della Parola, contro ilpotere politico e giuridico di El Salvador. Istituì una Commissione per la difesa dei diritti umanimentre le sue Messe cominciarono a diventareaffollatissime; memorabili le sue denunce deicrimini di stato che ogni giorno si compivano. A poco a poco subì un progressivo isolamento pervia della sua scelta preferenziale per i poveri:alcuni vescovi lo accusavano, anche presso laSanta Sede, di incitare «alla lotta di classe e allarivoluzione», mentre veniva malfamato e derisodalla destra come sovversivo e comunista.Romero arrivò al dono della propria vitaponendosi a difesa del suo popolo oppresso:nell’omelia, poco prima di essere ucciso, avevaappena denunciato i metodi barbari con cui ilregime aggiornava le mappe dei campi minatifacendo andare in esplorazione i bambini affinchésaltassero in aria e rivelassero la presenza dimine disseminate dai ribelli. Cosa poté portare unvescovo, che in una dittatura simile avrebbepotuto godere degli agi e privilegi riservati a chi ècomplice e benevolo con gli uomini di potere, aprendere fortemente le distanze da quest’ultimi atal punto da disertare i momenti ufficiali, e amettersi in aperto contrasto con essi? Solol’amore per il proprio popolo può spingere unPastore ad andare contro corrente in un talecontesto politico e sociale, ma per perseverarefino all’estremo sacrificio, il coraggio può giungeresolo dalla fede in Cristo e dalla conseguente piena adesione al Vangelo. Oscar Romero con la sua esperienza di vita harilanciato il senso di una Chiesa che non èarroccata su se stessa ma che si pone al serviziosoprattutto degli ultimi e degli esclusi. PapaFrancesco ha scelto di canonizzarlo assieme aPaolo VI in occasione del Sinodo dei vescovi suigiovani affinché proprio i giovani possano seguirel’esempio di amore di questi due nuovi Santi.

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SUI PASSI DI RUT

I campi scuola ACR dell'estate 2018

SARA CINCIRIPINI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□

Il camposcuola è tempo eccezionale eprivilegiato di incontro con la Parola che èchiamata a portare frutto.E' un'esperienza per continuare adincontrarsi e a raccontarsi che lascias e m p r e d e l l e e m o z i o n i u n i c h e .Quest'anno i ragazzi dell'Acr hannovissuto un camposcuola accompagnatidalle vicende narrate nel libro di Rutdell'Antico Testamento.Hanno scoperto in Rut l'immagine deldiscepolo che ascolta la parola delSignore e la mette in pratica attraversole sue scelte. Ogni giorno aiutati dalVangelo e dalla storia di Rut, attraverso ipersonaggi di Elimelec, Orpa, Noemi eBooz hanno capito e sperimentatol 'Accoglienza, i l Discernimento, laFraternità, lo Stupore e la Responsabilità.

Sono stati invitati a conoscere la storia della salvezza,costruendo l'Albero genealogico di Gesù. Nella genealogia che si trova alla fine del libro di Rut, lamoabita è un'antenata del Re Davide e di conseguenzadi Gesù. La fedeltà e il coraggio di Rut hanno fatto sì chenel Vangelo di Matteo una delle quattro donne fosseproprio la giovane straniera convertita. Ecco che alloraDio non tiene conto di ciò che è importante per alcuni (lanazionalità, l'etnia ecc.). Dio guarda al cuore e aldesiderio dell'uomo di porsi sui suoi passi.

E come da ogni camposcuola i ragazzi sonotornati a casa con nuove consapevolezze efelici di aver vissuto una bella esperienza fattadi nuovi volti, nuove amicizie.I bambini dai 6 agli 11 anni sono partiti in 61,dalla nostra parrocchia e dalle parrocchie diSan Giacomo della Marca, del CuoreImmacolato di Maria e del Ss. Crocifisso diAscoli Piceno, dal 25 al 29 luglio, verso unabellissima struttura ad Isola del Gran Sasso.I ragazzi delle scuole medie hanno vissutoun'esperienza del tutto nuova partecipando adun camposcuola Diocesano dal 5 all'8 Luglio, aCagnano di Acquasanta. Tra le tante attività svolte durante i giorni dipermanenza, hanno fatto esperienza di caritàmettendosi in gioco, hanno incontrato ilPresidente dell'Unione Ciechi e un gruppo diragazzi con disabilità conoscendo le loro realtà.Da questa giornata ne sono usciti non soloricchi di forti emozioni ma c'è stato, dentro diloro, un cambio di prospettiva che mai sisarebbero immaginati.Hanno riscoperto di essere amati e chiamatida sempre ad essere una "missione su questaTerra", certi che il Signore non li lascia soli, maabita nel loro cuore per guidarli nelle scelte,nelle amicizie, nella scuola e in famiglia.

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vita parrocchiale ragazzivivocomunità “TETRIS”: IL NOSTRO TEMPO MIGLIORE

L'oratorio della parrocchia di Stella che ogni estate anima i pomeriggi di bambini e ragazzi

con divertimento assicurato! CECILIA BENIGNI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

Anche l’estate scorsa, come ormai da diversi anni,noi animatori ci siamo occupati di questa iniziativa.Ogni martedì e giovedì dalle ore 16.00 alle 18.00, lapiazza davanti alla chiesa si è animata di musica eschiamazzi; da Giugno ad Agosto i ragazzi si sonocimentati in giochi diversi, di velocità o abilità, asquadre o singolarmente, con un unico scopo:divertirsi e stare insieme. E quando il caldo ha cominciato a farsi sentire di più,come da tradizione è arrivata l’ora dei “Giochid’Acqua”. E’ forse la giornata più attesa di tuttal’estate, dai ragazzi, ma anche da noi animatori chedopo gavettoni su gavettoni, torniamo a casa zuppie stanchi, ma sorprendentemente felici.Dietro tanta spensieratezza c’è la partecipazionenumerosa dei ragazzi che ogni anno si rinnova, lafiducia dei genitori che ci affidano i loro figli e ladedizione di noi animatori che lavoriamo per labuona riuscita di ogni pomeriggio. E’ vero, il serviziorichiede impegno e volontà ma non è un sacrificiose fatto con entusiasmo. E’ questo lo spirito con cuici prendiamo cura dei più piccoli, nel modo piùsemplice, stando con loro e mettendoci il cuore.La bellezza di Tetris sta nella sua essenzialità e nellapassione di chi lo vive, da animatore o da giovanepartecipante.

Molto può essere fattocon quei piccoli pezzi ebrandelli di tempo cheogni giorno vengonop r od o t t i , e c h e l amaggior parte degliu o m i n i g e t t a v i a ”(C.C.Colton).E’ sempre bello donareil proprio tempo aglialtri, anche se si trattasoltanto di qualche oradi gioco e svago. Ed è proprio grazie a chimette a disposizione ilpropr io tempo cheesiste “Tetris”, l’oratorioper bambini e ragazzidalla 3° elementare alla3° media.

“Non è tanto quello che facciamo, maquanto amore mettiamo nel farlo. Non ètanto quello che diamo, ma quanto amoremettiamo nel dare.” (Teresa di Calcutta)

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ALESSANDRO FINCO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ □□□

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ESSERE CATECHISTA, STRUMENTO NELLE MANI DI DIO.

La testimonianza di Alessandro, catechista nella nostra parrocchia, che accompagna i ragazzi nel cammino verso il sacramento della Confermazione

Quando qualche anno fa Simonetta mi chiamò al telefonoper dirmi: “Sai, con don Daniele stavamo pensando che tupotresti fare il catechista in parrocchia”, mi si aprirono nellamente mille ragionamenti. Io, che sono impegnato con ilsindacato, faccio parte di un gruppo scout, collaboro conl'associazione Kairos… e dove la mettiamo la famiglia?Insomma, ero in grande imbarazzo, però c’era qualcosa chemi si stava muovendo dentro e che mi diceva: Fallo!!! Perché il Signore quando ti chiama TI CHIAMA e nonguarda ai tuoi impegni, alle tue scuse! Se vuoi, Seguimi! E'questo quello che ti dice: non se puoi... se vuoi!Così è iniziata un’avventura che ancora sta proseguendocon i ragazzi e le ragazze della nostra parrocchia. Hoiniziato con un gruppo di seconda media che mi ha fattoveramente sudare! Ma come? Io che da anni faccio il capo scout e vivo laquotidianità con i giovani, con una una ventina di ragazzi, mitrovo in difficoltà? Mi sono reso conto che semplicementedovevo prendere delle nuove “misure”: cercare di capirli,mettermi in comunicazione con loro e provare atrasmettere la proposta di Dio! Perché è di questo che si tratta! Anche ora, dopo tre anni,con i ragazzi che quest’anno si preparano a ricevere ilsacramento della Confermazione, mi rendo conto che ciòche sto tentando di fare è cercare di proporre quello che ilSignore da sempre ci offre: la voglia di andare incontro aglialtri, di cercare di migliorare un po' questo mondo partendoda noi stessi ma soprattutto di amare chi incontriamo,chiunque esso sia. Facile? Per niente! Peròquesta è la proposta che ci fail Signore, che non addolciscela pillola, ma comprende lenostre fragilità e la nostraumanità e che quindi ci invitaa provare, ad assaporare lasua infinita bontà! Tutto questo con la fatica diogni giorno ma confortatoanche dalla mia famiglia esempre con la gioia di farlo.Allora, lavorare con i ragazziche non sempre ti ascoltano,

che sembra abbiano vogliadi fare tutt’altro che starecon il sacerdote o con ilc a t e c h i s t a , t i f acomprendere invece chec’è sempre e comunque delbello e del buono in loro eche i l S ignore c i s tamettendo del Suo e che tu,semplice catechista, seisolamente uno strumentoche serve a Lui.

vita parrocchiale testimonianza

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associazioni

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BRUNA ROCCHEGIANI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

L’ASSOCIAZIONE “RADICI SOLIDALI”

Una nuova realtà a Stella di Monsampolo

Cari amici, forse non tuttisanno dell’esistenza dacirca un anno del CentroSociale Ricreativo che èn a t o a S t e l l a d iMonsampolo nei presside l la nuova Staz ioneferroviaria nel quartierePierantozziÈ una bellissima iniziativache, con soli quindici eurol’anno (questo è il prezzodella tessera), permette atutti gli iscritti disocializzare e di passareun po’ di tempo insieme inmodo spensierato, lontanodai problemi che spessoassillano e, a volte,rattristano..

È attivo e funzionante tutti i giorni dellasettimana e si organizzano molte attività:partite a carte, tombolate, incontriimportanti che trattano argomenti di variogenere, anche culinari e riguardanti lasalute; inoltre, si è formato un gruppo di

cammino che, il lunedì e il giovedì dalle21:30 in poi, coinvolge giovani e menogiovani in belle e salutari camminate.Per finire, non mancano mai buonemerende, pranzetti, viaggi ed altro.Vi prego di fare presto la tessera e dien t rare a fa r par te de l l a nost raAssociazione.

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associazioni

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a cura del COMITATO SAN MAURO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

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FESTA SAN MAURO 2018: SAGRA GRICIA E AMATRICIANA

E’ tornata anche quest’anno,per la seconda edizione, la“ S a g r a d e l l a G r i c i a edell’Amatriciana”, in onore diSan Mauro Abate, che si ètenuta a Stella di Monsampolonella splendida piazza nuova“Falcone e Borsellino”, dall’8 al12 agosto 2018.La “Sagra del la Gricia edell’Amatriciana” nasce nel2017 grazie all’iniziativa dialcuni membri del ComitatoSan Mauro, i quali volevanoriportare in tavola sapori veri,g e n u i n i , o r i g i n a l i e n o nc o n o s c i u t i d a t u t t i p e rriscoprire le potenzialità delterritorio. Il primo pensieroviene rivolto subito alle località e ai lavoratori dell’entroterra che purtroppo l’annoprima erano stati colpiti dal terremoto. Vienedunque chiesto al titolare de “La vecchia ruota”,ristorante di Grisciano, se volesse collaborare con il Comitato e portare a Stella di Monsampolo laricetta originale della Gricia, per far assaporare almaggior numero di persone questa specialitàdell’omonimo paese. Da allora è nata questasinergia e questa collaborazione che si ècollaudata e ha cercato di dare forza alle personecoinvolte dal terremoto e di portare anche visibilitàalle piccole attività dell’entroterra, danneggiatedall’evento sismico. Quest’anno, infatti, oltre ad avere tra i fornelliparte dello staff de “La vecchia ruota”, è stata datala possibilità di far gustare le birre artigianali SanPancrazio di Grisciano, alcuni degli ingredientiprincipali della Gricia e dell’Amatriciana sono staticomperati direttamente da aziende del reatino, einfine erano presenti anche dei kit fatti a mano dalBotteghino di Grisciano per la preparazione deidue primi piatti, con gli ingredienti e le ricette pereseguire alla perfezione queste specialità.

Si ringraziano quindi in primo luogo il presidentedell’associazione Amici di Grisciano, il Sig. Luigi, e ilpresidente del Comitato San Mauro, GuidoCardinali. Se sulla tavola erano presenti dei grandi piatti,anche sul palco si sono susseguiti dei grandiartisti. La festa è stata aperta dal pianistapesarese Matthew Lee, il giorno successivo spazioalla fisarmonica e ai balli di gruppo con LucaBachetti Group, Mariano Michelessi e MaryMandozzi. Il venerdì si è passato in compagnia de“La magica atmosfera “ e la scuola di ballo diMario e Marco Capriotti e il sabato con la musicadi Zucchero grazie a “OI&B Zucchero CelebrationBand”. La manifestazione è terminata con un gran finale,sul palco è salito il grande musicista chitarristaitaliano Dodi Battaglia. Si ringraziano tutti i componenti del Comitato SanMauro, gli Amici di Grisciano, tutto lo staff e ilpersonale che ha collaborato durante il periododella festa, gli sponsor che hanno creduto inquesta iniziativa e tutti coloro che hannopermesso la riuscita dell’evento.

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a cura della REDAZIONE□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□

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vivoculturaIl recente lavoro di Luigi Girolami

libro

PELLEGRINI E PELLEGRINAGGIDALLE MARCHE MERIDIONALI

Sabato 6 ottobre alle ore 17:00 nellaChiesa della Madonna Assunta diAppignano del Tronto è statopresentato i l l ibro de l nostroconcittadino Luigi Girolami dal titoloPellegrini e pellegrinaggi dalle Marchemeridionali. Le fonti documentarie diAscoli, Amandola, Appignano, Offida,Montalto, Castignano, Ripatransone,Monsampolo e altri luoghi. L’opera, edita da Andrea Livi di Fermo,consta di 383 pagine e di 186immagin i che i l lustrano i var icontenuti, molte delle quali scovate daMario Plebani ne l la Bib l iotecaT o m i s t i c a d i M o n s a m p o l o eprovenienti dal Museo della Cripta(medagliette dei pellegrini lauretani,antoniani e micaelici).Per l’opera, composta in cinque anni dilavoro dopo dieci anni di indagini,l ’ a u t o r e s i è a v v a l s o d e l l acollaborazione del Prof. Emidio Santonidi Appignano (per la ricerca deidocumenti) e della Dott.ssa LauraCiotti, Direttrice dell’Archivio di Statodi Ascoli Piceno (per la trascrizione delmateriale repertato).

Il libro, diviso in due parti, illustra gli aspettidel pellegrinaggio e l’odissea dei pellegrinisecondo le fonti comunali, notarili edecclesiastiche della bassa Marca, e, comeuna macchina del tempo, ha la capacitàstraordinaria di accompagnare il lettore neifatti narrati e nei maggiori itinerari dellacristianità, da Santiago di Compostela aGerusalemme.Per quanto riguarda la nostra Parrocchia,Girolami fa chiarezza sulle “false credenze diraggiro” escogitate in passato nel santuario

S. Mauro per “fare quattrini” con leelemosine dei pellegrini, ai quali veniva fattocredere che nel l ’a ltare del la cr iptariposassero i corpi di S. Benedetto da Norcia(morto invece a Montecassino) e S. MauroAbate (deceduto in Francia).Chiunque voglia approfondire la tematica, puòrivolgersi all’Associazione Culturale Amicidella Madonna Assunta di Appignano delTronto, finanziatrice dell’opera, o all’Editore.

Page 19: Non vi è che una tristezza, quella di non essere santi ... · tomba di fratel Carlo Carretto, della comunità dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld e presidente della Gioventù

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INDICE

Prima parteSCATTI DI VITA PARROCCHIALE - Pag. 2

DON BERNARDO,Un invito alla Santità(Editoriale) - Pag. 3

- Date da Ricordare – Pag. 3

MARIO PLEBANI, Le chiese di Monsampolo e i loro tesori - Pag. 4 e Pag. 5

DON PAOLO SIMONETTI, L’esperienza di don Paolo comesacerdote con la comunità di Monsampolo - Pag. 6

- Scatti del Campo Scuola “In che senso?”del 18- 22 Luglioscorsi ("Casa Gioiosa", Montemonaco, AC diocesana) –Pag. 6

MATTIA CAPRIOTTI, Ricerca in corso. Una due giorni perGiovani sul discernimento vocazionale - Pag. 7

ALESSIA CAPRIOTTI, Sogna e stai desto! Tre giornate diformazione per educatori - Pag. 8

Speciale SANTI 2018: Il coraggio della SantitàORNELLA CAPITANI, Le beatitudini: la risposta di Dio allarichiesta di felicità dell’uomo - Pag. 9

(tratto da Vatican Insider), La stanza di Romero e la foto diPaolo VI, santi insieme! - Pag. 10

RITA NARCISI, Saper guardare avanti e lontano: Paolo VI ela sua grandezza - Pag. 11

DANIELA SPURIO, Oscar Romero martire dei nostri tempi -Pag. 12

Seconda ParteSARA CINCIRIPINI, Sui passi di Rut. I campi scuola ACRdell'estate 2018 - Pag. 13

CECILIA BENIGNI,“Tetris”: il nostro tempo migliore.L'oratorio della parrocchia di Stella – Pag. 14

ALESSANDRO FINCO, Essere catechista, strumento nellemani di Dio. La testimonianza di Alessandro - Pag. 15

BRUNA ROCCHEGIANI, Associazione “Radici solidali”.Una nuova realtà a Stella di Monsampolo - Pag. 16

a cura del COMITATO SAN MAURO, Festa San Mauro2018: Sagra Gricia e Amatriciana – Pag. 17

a cura della REDAZIONE, Pellegrini e pellegrinaggi dalleMarche meridionali. Il recente lavoro di Luigi Girolami –Pag. 18

IL FUMETTO DI ELIA VIRGILI – Pag. 20

Puoi leggere tutti i numeri de “L’Uomo Vivo!”on-line sul sito www.parrocchiastella.it

Inv ia a In foaz ionecatto l ica@gmai l .comcommenti, lettere, articoli, riflessioni oquant’altro... saremo felici di pubblicarli sulprossimo numero.

L’UOMO VIVO!Anno 10, numero 3, Santi 2018Periodico quadrimestrale pro manuscriptodella parrocchia di Maria Ss. Madre dellaChiesa di Stella di Monsampolo

Direttore:don Bernardo Domizi

Redazione:Ornella Capitani, Elisa Fioravanti, TeresaImpiccini, Rita Narcisi, Mara Schiavi, DanielaSpurio, Sabrina Stazi.

Impaginazione:Oliver Panichi

Corrispondenti:Ornella Capitani, Rita Narcisi, Mario Plebani,don Paolo Simonetti, Mattia Capriotti, AlessiaCapriotti, Daniela Spurio, Sara Cinciripini,Cecilia Benigni, Bruna Rocchegiani,

Hanno già scritto per noi:Alessia Silvestri, Michela Accettura, DanieleCinciripini, Sara Censori, Emilia De Caro, LucaEsposto, Valentina Spinozzi, Giulia Armillei, LucaCensori, Luigi Girolami, Luca Marcelli, ValentinaPortelli, Chiara Mattioli, Alberto Albanesi, RiccardoCianci, Valerio De Angelis, don Daniele De Angelis,Antonio Accettura, Roberta Esposto, AndreaCapretti, Mimma Capriotti, Marzia Allevi, EnricoNarcisi, Filomena Scipioni, Adriano Vespa, DanielaBruni, Daniele Angellotti, Amedeo Angellozzi,Francesca Mozzoni, Emanuela Spurio, CristinaCoccia, Sergio Schiavi, Lucia Perazzoli, Luca Zanchi,Alessandro Antonucci, Massimo Narcisi, TeresaImpiccini, Martina Capretti, Greta Vagnoni, GianlucaGrilli, Clemente Benigni, Febo Felici, FrancescoAlbanesi, Roberta Stazi, Giuliano Torelli, SofiaMarino, Samuela Torquati, Giulio Petrucci, donAndrea Tanchi, Nazzarena Caioni, Monia Coccia,Marina Stazi, Nicolas di Buò, Mara Orsetti, StefaniaCiotti. Beatrice Filiaggi, Giulia Raimondi Vallesi, EliaVirgili, Caterina De Angelis, Sabina Talamonti,Daniele Macci, Rossana Campitelli, Sabrina Stazi,Alessia Capriotti, P. Ruberval Monteiro, LucaGabrielli, Alessia Ripani, Claudia Fulvi, Pina Laviani,Irene Marzetti, Sandro Straccia, SimonettaSgariglia, Asia Impiccini, Benedetta Conti, AndreaPriori, padre Ermes Ronchi, Mirko Di Girolamo,Simonetta Sgariglia, Emidio Marcelli.

INDICE

Page 20: Non vi è che una tristezza, quella di non essere santi ... · tomba di fratel Carlo Carretto, della comunità dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld e presidente della Gioventù

I fumetti di Elia Virgili


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