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8/9/2019 Notiziario 250 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVIII – n 250 – Gennaio 2015
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S Carlo Borromeo”
dei Frati Minori
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 2
Cena a casa del Fariseo
Anonimo lombardo - Sec XVII - AffrescoConvento di S.Pietro Apostolo, Rezzato (BS)
L’affresco che campeggia nel luminoso refettorio del Convento di Rezzato ci introduce e accoglie in unospazio e un tempo ulteriore a quello della quotidianità, il tempo del Vangelo. Anche in questo caso l’arte si faalimento, companatico per i frati che nel refettorio si nutrono.
Aperto il sipario di due rosse cortine siamo invitati a partecipare al banchetto che si offre nella casa del ricco fariseoSimone. ((Lc 7, 36-50) La scena si svolge in un fastoso vestibolo colonnato che immette su un cortile. Chiude ilfondale un monumentale arco oltre il quale si può vedere un’esedra barocca che raccoglie lo sguardo in una fugaprospettica centrale, verso un viale alberato. L’architettura e l’impianto prospettico, l’alternato susseguirsi di spazichiusi e aperti, creano una prospettiva del tutto barocca che ingombra la parte superiore del dipinto invitandol’occhio a scoprire sempre un oltre, verso l’infinito.Occupa il centro della scena un tavolo quadrato che corrisponde prospetticamente al sovrastante soffitto acassettoni. La scansione prospettica del soffitto è infranta dalle linee asimmetriche della cortina e da quelle curvedel cordone che la trattiene. All’estremità del cordone una robusta nappa riconduce lo sguardo sulla tavola dovestanno poche stoviglie e vivande. Al fasto architettonico che attornia la tavola non corrisponde una gran generositàdi alimenti, simbolo della formale accoglienza che Gesù rimprovera a Simone. Attorno all’ampia tavola che appare
spoglia nel candore della tovaglia stanno tre gruppi di personaggi: sul lato del tavolo opposto all’osservatorestanno quattro canuti ospiti, in primo piano sulla destra sta il padrone di casa con due servi e sulla sinistra staseduto Gesù e ai suoi piedi la donna peccatrice. I quattro anziani ospiti si appoggiano accigliati alla tavola,alternandosi nelle pose enfatiche e nelle delicate gradazioni degli abiti. Il primo a sinistra unisce le mani e volge latesta per capire cosa sta succedendo ai piedi del tavolo, al suo fianco un altro volge lo sguardo dalla parte oppostaper non vedere e innervosito brandisce un pane come pietra da scagliare sulla peccatrice. Il terzo con gesto teatralesembra volersi alzare per guardare cosa combina questa donna o per andarsene. Il quarto anch’ egli inclinato versosinistra appoggia la testa annoiato all’avambraccio destro mentre con la mano sinistra impugna minacciosamenteun coltello. L’asimmetria di questa quinta umana distoglie lo sguardo dal punto focale proposto dall’impiantoprospettico per condurlo al centro drammatico che prende luogo sulla sinistra della scena. Alla destra in primopiano sta sontuosamente vestito il fariseo Simone, padrone di casa. Egli indossa una tunica verde dal panneggio
spigoloso, allacciata sul davanti. Anche l’ampia cappa azzurrina che lo ricopre si caratterizza per un panneggiotagliente e rigido. Le forme taglienti e i colori freddi che caratterizzano gli abiti di Simone possono farciimmaginare la sua personalità e ospitalità. I suoi piedi sono calzati in eleganti pantofole di cuoio e il capo è cinto daun ampio turbante rosso come l’imbottitura dell’importante sedile su cui siede. Indispettito dal gesto della donnaSimone alza una mano in segno di distanza e volge lo sguardo altrove verso il servo che gli sta alle spalle. Ildomestico, vestito in giallo si accosta allo schienale del padrone per ascoltare gli ordini che questo gli rivolge.Completa questo gruppo di persone un paffuto paggio in abiti secenteschi con tanto di gorgera e calzamaglia. Egliprocede in primissimo piano dall’estrema destra portando una brocca e si volge incuriosito ad osservare l’insolitascena che prende luogo nella casa del suo padrone.Sul lato opposto sta Gesù, ritratto in un’iconografia ordinaria, con tanto di aureola. Egli indossa una tunica dallesfumature rosacee che alludono in maniera delicata al più comune rosso, simbolo di regalità e di umanità. Lo
avvolge un ampio e morbido mantello azzurro, delicato blu, che simbolicamente allude alla sua divinità. Adifferenza del padrone di casa Gesù è seduto su uno sgabello con una semplice decorazione, e se con il bracciosinistro si appoggia all’angolo del tavolo, con il destro alzato esprime la sorpresa e l’apertura al gesto della donna.E’ lei la protagonista della scena, prostrata per terra, sulle ginocchia in primissimo piano. Vestita di una delicata eleggera veste azzurra e di un manto dorato che le sfugge dalla schiena, sta china con i capelli sciolti ma divisi inciocche. Il suo viso che sta per toccare il piede di Gesù che ella tiene nella mano destra, appoggiandosi sul gomito.Nella mano sinistra tiene il prezioso vaso di unguento che le servirà per ungere Gesù .E’ dal basso che questa donna accoglie Gesù, riconoscendo il proprio peccato e la propria condizione davanti a Lui.Lacrime baci e unguento; contrizione , affetto e cura. Così l’affresco suggerisce ai frati di accogliere l’ospite , ilfratello, e in essi Gesù, alla propria tavola e nelle propria vita: non nell’ostentazione e nell’opulenza ma nell’umileservizio.
Fr. Carlo Cavallari
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 3
Indice
Diocesi di Bergamo 4Questionario sulla vita consacrata
Comunicato del Comitato interreligioso 14della Famiglia Francescana francese
Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia 16 Milano 9-10 gennaio
Dalla Provincia 19Dal Definitorio 19
FilmiAmo 21Due giorni, una notte
Notizie di Casa 24
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DIOCESI DI BERGAMO
Questionario sulla Vita Consacrata
PREMESSA:
-
Chi sono gli intervistati: persone tutte impegnate pastoralmente nella Chiesa locale
- Vicariati coinvolti: 28 è stata piena e molto apprezzata la disponibilità dei sacerdoticontattati, pronti a rispondere su questo tema
- Consigli pastorali: Diocesano, 8 Vicariale, 18 Parrocchiale
- Quanti sono gli intervistati: 520 di cui 295 maschi, il 56%206 femmine, il 40%19 questionari non è indicato se m/f, il 4%
Sposati: 271 il 52% non sposati: 127 il 24%
Catechisti: 103 il 20%Sacerdoti: 66 il 13%
Consacrati: 15 il 3%
- Fasce di età:
i giovanissimi (18-25 anni): 15 3%
i giovani adulti (26-40): 70 13%
dai 41 ai 60 anni: 172 33%
oltre 61: 224 43%
n.r. 139
-
Scopo del questionario: cosa pensano dei Consacrati le persone impegnate;come li vedonoiniziative di preghiera in Parrocchia per le vocazioni
Le risposte qui sintetizzate si riferiscono ai consacrati presenti in Diocesi, in riferimentoall’esperienza vissuta. Molto spesso sono state recuperate le stesse risposte per la rilettura
dei dati acquisiti.
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1.1 Conosci Consacrati nativi della tua Parrocchia, tuttora viventi?
I “sì” sono 85%: questo denota che in passato (e con riflessi anche sul presente) c’è statafioritura di vocazioni in Diocesi.(NB.: Anche per i giovanissimi la risposta è sì!).
1.2
Certamente nella tua vita avrai incontrato persone consacrate a Dio in forma speciale:cosa hai ammirato in loro (laico/a; suora; religioso/a; monaco/a).
Le risposte, nella stragrande maggioranza, sonopositive. Ha colpito anzitutto lo spirito di servizio chei consacrati hanno nel rapportarsi con le persone:semplicità, disponibilità, ascolto, laboriosità, il donarsisenza aspettarsi un ricambio o un grazie. Attraversoquesto, si coglie bontà e umanità.
“Il modo speciale di rapportarsi con gli altri, lo stile di vita pervaso dall’amore di Colui che li ha chiamati. Nei piùanziani si coglie pacatezza, sapienza, intuizione dei bisogni;nei più giovani traspare la bellezza di vita”.Il 44% ha sottolineato il richiamo a verticalizzare lavita: la preghiera, il vivere appellandosi al Vangelo, lospirito di fede e di abbandono alla Provvidenzadanno senso al loro vivere e al loro donarsi: ecco, allora, in loro la bellezza di sguardi pulitie puri, occhi gioiosi, spirito accogliente.
La serenità nel leggere la vita quotidiana non in termini di distacco, ma di capacità acogliere l’essenza positiva di ogni accadimento e a vedere nelle persone dei fratelli, perchéabitati da Dio: quindi non semplice filantropia, ma vero amore cristiano che si fadedizione. “Lo stile di vita è pervaso dall’amore di Colui che li ha chiamati. La capacità di staresoli , anche se a contatto con tanti”.Interessante sottolineare, infine, che un buon 33% ha colto nei Consacrati serenità, gioia,entusiasmo, saggezza, pienezza di vita e coraggio: siamo nello spirito dell’ Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
1.3
Che ricordi e messaggi conservi di tali incontri?
Questo passaggio è stato voluto per verificare se i motivi di ammirazione nei riguardi deiConsacrati, espressi nella precedente domanda, erano frutto di semplici impressioni, didesiderio di parlare comunque bene, di frasi raccolte presso altri, quindi scritte in mododistaccato e anche disinteressato, oppure frutto di esperienza vissuta.Ebbene: le risposte dicono che è esperienza vissuta. Quindi si conferma tutto quanto di buonoè stato espresso precedentemente. Infatti, quasi tutte le risposte sottolineano latestimonianza di servizio che i Consacrati danno nella loro quotidianità: un servizio vissuto
nella serenità e basato sulla gratuità.
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Dicono pure che motivazione di fondo per questo loro stile di vita è la fede nel Dio cheseguono incontrandolo nella preghiera, ascoltandolo nella Parola e seguendolo nella caritàevangelica. E gli intervistati dicono che incontrando e/o stando con tali persone hannotrovato pace, serenità, fiducia, coraggio e soprattutto “adultità nella fede”.
“Mi ha sempre interessato la vita religiosa, la fortuna e la fatica di vivere insieme, la voglia di
conoscere la loro storia di ieri e di oggi. … Il fascino di una vocazione vissuta coerentemente, ilcontagio di una testimonianza credibile, ancora attuale… Lo sguardo reale sul mondo, l’invito alla
pazienza pastorale, l’invito a stare in ginocchio davanti al Signore, la custodia e la testimonianza dellavita comunitaria.
1.4 Che cosa non hai gradito?
Ci sono anzitutto due tipi di risposte chiare: il 24% degli intervistati risponde
semplicemente di non aver nulla da dire.E’ forse da intendere: “Nulla di negativo da dire”? E’ possibile ammettere che sia così!Un altro 16% non risponde a questa domanda. Anche qui è possibile accettare laprecedente interpretazione, ma non è inverosimile conservare il dubbio che non abbianovoluto esprimersi su questo punto, considerandolo delicato.Comunque: di un buon 40% (202 schede) degli intervistati non conosciamo il pensiero suciò che non gradiscono nei Consacrati.Quanti hanno risposto sottolineano tre aspetti:- problemi riguardanti le singole persone: poca sensibilità, senso di superiorità, rigidità
mentale, superficialità, pettegolezzo e gelosia.- problemi imputabili all’Istituto: difficoltà nella vita comunitaria, troppa chiusura e pocalibertà, attenzione esagerata alla vita economica, distacco dal reale.- problemi riguardanti la pastorale: difficoltà con il Clero (7 questionari).
Utile riportare le seguenti risposte: “Non ho gradito, soprattutto da parte di alcune Suore, il tononell’esprimere i propri concetti, come se fossero standardizzati, come se dovessero rispondere a uncliché ”. “Il percepire da parte di alcune persone il peso e la fatica del “dover fare”, trascurando ilcuore, la preghiera, la relazione con le persone”. “I Consacrati?... molti insignificanti, pochispeciali”!
2.1 Si dice che il Consacrato è segno per le persone.
Cosa significa?
Nella totalità gli intervistati danno risposte indicanti cheil Consacrato nella sua vita dà il primato a Dio e così egliè di fatto: “una vetrata che lascia passare la luce divina, unaluce che illumina il presente richiamando i beni futuri”. La
sua vita è chiaramente fuori moda “oggi, apparentementeassurda, però se vissuta con coerenza e nella gioia fa scaturire
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negli altri sia il richiamo dei beni futuri”, sia il bisogno di ricercare l’essenzialità e la radicalità nelquotidiano , sia la certezza che il Regno già lievita in mezzo a noi. Pertanto, nel concreto,“segno” è annuncio di speranza, fiducia, ascolto, apertura, dono. Testimone autentico di unamore che ci precede e ci perdona. Segno di una vita tutta donata a Dio e alle persone; segno di unasapienza che si nutre alla scuola del Vangelo, della preghiera, della conoscenza del cuore umano.
Una voce fuori del coro: “Non credo siano più così necessarie queste forme di consacrazione, comein passato. Serve un ripensamento profondo, come del resto per tutto il mondo ecclesiale”. È un segnoincomprensibile!
2.2 Cosa ti aspetti da una persona consacrata?
Le richieste sono moltissime, tutte peròchiaramente gravitanti attorno a due poli:anzitutto lasciar trasparire la presenza di Dio nel proprio vivere quotidiano e ciò diventaun sicuro e attraente richiamo alla metaultima della nostra vita (quindi: gioia e
bellezza di incontrare Dio; sguardo di fiduciadi Dio su ogni persona e in qualunquesituazione; capacità di leggere la storia congli occhi di Dio); poi: coerente e concreto stiledi vita evangelica (quindi: rettitudine,prossimità, libertà interiore, umiltà, sobrietà,
speranza. Attestazione che è possibile viverein un altro modo!).
Una voce: “ Mi aspetto che sia una persona pienamente realizzata, con le proprie bellezze e grettezze,senza imbarazzi, paure, inibizioni; una persona che si affida davvero al Signore , perché è possibile chel’incontro con Cristo cambi la vita. Sia lo sguardo di fiducia di Dio su ogni persona”.
2.3 Cosa può significare avere in Parrocchia una comunità di religiosi?
Nelle risposte il 72% afferma che avere in Parrocchia una comunità religiosa è una risorsa, una grazia, una ricchezza perché:
1. Tali comunità sono un richiamo visibile e concreto per tutti a dare un orientamentoverticalizzante alla propria vita: “il Vangelo è vivo nella vita di queste persone” e quindi sonoesempio e modello su come rapportarsi con Dio.
2. Sono segno di una vita schiettamente fraterna, in quanto l’esperienza della vitacomunitaria con i suoi momenti di gioia e di sofferenza li allena alla gratuità, allacomprensione, all’apertura, ascolto, spirito di servizio. La fraternità è possibile proprio
dentro i difetti e le divergenze.
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3. Sono un valore aggiunto nella pastorale parrocchiale, collaborando alle varie iniziative,condividendone le linee e mettendosi disponibili verso i fedeli per un confronto e unconforto. Conferma pluralità e ricchezza dei doni dello Spirito, carismi per l’edificazione comune.
Tuttavia, anche se davvero poche, non sono mancate voci di perplessità e di richiamo: “Nella pastorale parrocchiale possono essere un aiuto, ma anche un intoppo se non c’è sinergia. Occorre piùaggiornamento culturale. C’è troppo impegno nella scuola e scarsa presenza nella pastorale”.
2.4 Quale ricchezza può essere l’avere laici consacrati che vivono nel mondo?
Quasi all’unanimità gli intervistati danno pareri di consenso circa la positività e lasignificatività della presenza - oggi - del Laico Consacrato: i primi evangelizzatori dei laici sonoi laici.1. Segno chiaro della infinita fantasia di Dio nel distribuire i suoi carismi. E lo fa con
persone di ogni età, luogo, cultura e professione. Quindi anche oggi Dio si fa carne nella
nostra storia chiamando alla sua sequela persone che vivono nelle case degli uomini, magarianche in situazioni difficili, dove occorre andare controcorrente , ed essere sale e lievito per lacrescita del Regno.
2. Una testimonianza significativa che la santità è una chiamata per tutti , anche per chi vivenel mondo, impegnato nelle varie attività e vicende comuni.
3.
Un insegnamento che il mondo non è da fuggire, criticare, disprezzare in manieraprevenuta, ma da amare come luogo della incarnazione dell’amore di Dio. Pertanto lavita concreta di questi Laici consacrati dice la bellezza di una esistenza illuminata dal Vangeloe capace di contagiare la società.
4.
Sono il futuro della Chiesa perché impegnati a vivere il Vangelo nelle periferie esistenziali.Non mancano alcuni dissensi, pochissimi: “Quella del Laico Consacrato rimane sempre una scelta parziale”. E … “Sono poco visibili nella società!”.
3.1 I religiosi fanno voto di castità-obbedienza-povertà. Secondo te ha ancora senso
oggi? Perché?
I “sì” raggiungono il 95% sulle risposteraccolte. Il “NO” chiaro e secco è espresso dal5%. Su 15 schede i più giovani rispondono sì in12; su 70 giovani adulti, 65 sono per il sì.
Motivazioni che accompagnano il sì:1. Radicalità evangelica: il Vangelo è esigente,
infatti chiede di lasciare tutto per seguire ilSignore senza voltarsi indietro.
2. Misura alta dell’amore cristiano: e ciò dona bellezza, gioia, pienezza alla vita perché le
relazioni con le persone sono vissute congratuità e distacco.
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3. Garanzia di piena libertà: i voti liberano da ogni condizionamento e aiutano arelativizzare gli idoli oggi imperanti. “Hanno senso perché segni profetici, anche secomprenderli e viverli è pura grazia”.
Certo: questa unanimità a favore dei voti è sottoposta a un’unica ma indispensabile condizione: che siano vissuti in pienezza!
Un 10% esprime delle perplessità sulle validità e necessità oggi di questi voti:“Se la vita è fondata sull’amore cristiano, i voti non sono necessari : infatti ama e fa ciò che vuoi! …“Perplessità sulla necessità della castità” … “E’ necessaria una rilettura e una diversa presentazionedi questi voti, alla luce della attuale cultura!”.
3.2 Cosa pensi di chi si consacra nella verginità?
L’assenso per la verginità anche qui è quasi unanime: il 90% dice “sì”.
-
Si tratta di una scelta coraggiosa , dura perché è radicale. Risposta d’amore!- Scelta profetica , è risposta a una precisa chiamata di Dio e sostenuta dalla grazia dello Spirito,
dice una fecondità diversa dal comune.- Scelta d’amore ai fratelli perché porta al dono di sé in forma gratuita e totale.- Scelta provocatoria di fronte al comune sentire , oggi, della gente ben pensante, anche
cattolica.- E’ il silenzio di tutte le cose per far spazio a Dio e ai fratelli.
Il 5% però la pensa diversamente perché la ritiene una scelta difficile da capire considerando
le tendenze della natura umana e il clima creato dalla cultura attuale, ma anche perché, percapire meglio le dinamiche della quotidianità, è necessario avere famiglia.Infine: c’è pure un 11% che non risponde. Perché?
(NB. 3 giovanissimi hanno difficoltà a capire: 6 tra i giovani-adulti, li considerano nonindispensabili).
3.3 Qual è la tua reazione di fronte a un giovane o una giovane che sta decidendo per la
vita di totale consacrazione a Dio?
Due sono gli atteggiamenti dichiarati:
- Ringraziamento a Dio che ancora oggichiama: un grazie che si attua nella preghieraintensa e fervorosa , perché quel “sì” a Dio sirafforzi sempre più e sia costante e fedele.
- Gioia, commozione, stima e desiderio diessere vicino al candidato per testimoniargli il
proprio sostegno e incoraggiamento visto che sitratta di andare controcorrente.
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Solo 5 intervistati dicono di non comprendere tale scelta.Ma che cosa dire in concreto al candidato?
Una risposta c’è, in dialetto:
Pensega so be’, po va ‘ nnac sensa pura e arda mia ndre’!
La risposta dei giovanissimi conferma la consapevolezza di un dono grande, prezioso,fragile che chiede gratitudine, stima, preghiera, accompagnamento, sostegno e sanatrepidazione!“Dio trova sempre i modi per riempire i cuori del suo Spirito e donare il coraggio di servirlo”:conferma che origine di ogni chiamata è Dio e solo Dio chiama, pur servendosi di altri.Tutti pensano per almeno per un istante alla possibilità della consacrazione a Dio, ma spesso è più
facile sfuggire per paura di non essere capace.Considero grazia per me se uno dei miei figli facesse questa scelta di vita.
I giovani: ancora stupore e ammirazione unite a gioia e speranza.
3. 4. Nella tua vita, hai mai pensato di poterti consacrare?
A parte il 16% dei questionari che sono tornati bianchi in relazione a questa domanda, lerisposte sono state per il 40% positive, sì, ci ho pensato; il 44% negative, cioè 229 personenon hanno pensato alla consacrazione come possibilità di scelta nella propria vita.Anche le risposte di sacerdoti e consacrati confermano di aver fatto della consacrazione la
risposta fondamentale al Signore che, unico, può chiamare ad un dono così radicale e totaledi tutta l’esistenza.
I più giovani , sono molto incerti: hanno molte domande sul loro futuro ancora tutto dascoprire, anche se la scelta è molto valutata.Per quanto riguarda i giovani adulti: 31 ci hanno pensato e 36 no.
Una seconda parte a questa domanda: Ti è capitato di proporre questa scelta a qualcuno?
La percezione di annunciare qualcosa di grande , il mistero che avvolge la persona , una realtà molto
personale e delicata non aiuta ad essere voce che propone, che annuncia. 50% conferma che ècapitato; il 49% no.Papa Francesco parlerebbe di contagio, quel contagio naturale che viene dalla pienezza diuna vita felicemente realizzata.Qualche adulto , però, si è trovato a fare questa proposta ai propri figli; c’è chi ha pregatoperché ciò avvenisse nella propria vita… Il Signore ha chiesto altro!Le risposte di sacerdoti e consacrati dicono di averci pensato, e non solo!I più giovani non ne parlano; i giovani adulti sì, il 30% ne parla.
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3.5 C’è nella tua parrocchia di appartenenza un’occasione particolare di preghiera per le
vocazioni?
Sì: 334, cioè il 64% ha risposto che ci sono diverse occasioni di preghiera per le vocazioni
No e Non so: 81 risposte, il 16%; n.r. 105 , cioè il 20%.
I giovanissimi dicono sì 13 su 15; stessa media per i giovani adulti.
Sacerdoti e Consacrati confermano la preghiera frequente e in più occasioni (adorazionesettimanale e mensile…)
Sono molteplici le occasioni di preghiera che vengono esplicitate nelle risposte raccolte:spesso nella preghiera dei fedelinella giornata missionaria,
nella giornata del seminario,nella giornata vocazionale o dedicata alla vita consacrata, 2 febbraionell’adorazione settimanale e mensile,nella messa del giovedì, nel primo venerdìnella domenica del Buon Pastore,in occasione della festa degli anniversari di preti, suore e missionari
E’ opportuno rilevare la necessità pastorale di rivalutare e apprezzare maggiormentel’attenzione al discorso vocazionale, in quanto alcuni Laici hanno risposto che ci sono
occasioni di preghiera, ma poco partecipate e scarsamente incisive, perché nonsufficientemente contestualizzate.Si apre qui una possibilità pastorale da rivalutare e apprezzare maggiormente, con particolareattenzione al discorso vocazionale.Emerge che il 36% non è a conoscenza di intenzioni particolari di preghiera per levocazioni: forse lo si dice poco? o chi ascolta è distratto? Meglio allora, ripetere permantenere viva l’intenzione? Oppure?Certo è, e papa Francesco lo ribadisce, occorre intensificare le richieste a Colui che, padrone dellavigna, può chiamare operai a questo esaltante compito.Occorre ringraziare il Signore perché chiama, e chiama ancora oggi.La preghiera è fra i mezzi più importanti: preghiera gratuita, di lode e di adorazione. È la condizione
perché il vino sia nuovo e non diventi aceto!(alla Plenaria della Congregazione Istituti VitaConsacrata e Società di Vita Apostolica).
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3.6 Hai parlato qualche volta con i ragazzi, gli adolescenti … della vita consacrata?
Sì, ne hanno parlato il 54% , poco o tanto non importa, ma si è trovata l’occasione per farconoscere , per incontrare testimoni , per condividere vissuti e scelte possibili.C’è anche chi non ne parla, non trova l’occasione o non ritiene necessario parlarne, e siamoal 29%.
Anche i giovanissimi hanno parlato con i più piccoli della consacrazione come scelta divita: 11 su 15;
i giovani adulti , hanno risposto sì in 52 su 70
Alla domanda su come hanno reagito i ragazzi si sottolineano curiosità, interesse versoquesta modalità particolare di seguire il Signore, per qualcuno estrema.Accanto ad ammirazione e rispetto, emerge la paura, la non comprensione, la radicalità e lalimitazione della libertà. Dalla condivisione si coglie ancora, che si ha poco coraggio di proporre, di far conoscere. Si
teme di non essere ascoltati, di non essere capiti, a causa proprio del modo di vivere deiragazzi e dei più giovani di oggi, che appare “superficiale”.Eppure, alla domanda precedente, è stato sottolineato che proprio oggi, ha senso professarei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, perché sono “un richiamo forte alleesigenze del Vangelo , perché rimandano ad un Oltre, perché ricordano che la nostra vita è nelle manidi Dio.C’è chi ne parla così: Il problema è che oggi non si sceglie più”.Dobbiamo forse osare di più?Ci sono questionari dove si è ribadito di aver condiviso la possibilità di una vita consacrata,
con i propri figli… anzi si è pregato perché avvenisse.
Il gruppo catechisti nell’83% ha trovato strategie e modi diversi per presentare, nelventaglio delle vocazioni, quella alla vita consacrata.Anche sacerdoti e consacrati sanno far tesoro degli incontri di catechesi per presentare laconsacrazione come possibile strada per rispondere all’appello di sequela del Signore.
Conclusione
Dall’inchiesta risulta che i più stretti collaboratori in parrocchia hanno un’idea molto alta dellavita consacrata e di grande utilità per la Comunità sia come segno, sia come aiuto prezioso perla pastorale.Risulta molto apprezzata e desiderata la presenza dei Consacrati.Resta anche vera la poca conoscenza della realtà di una vita spesa così!C’è tuttavia, piena consapevolezza del crollo del numero dei consacrati e della situazione diinvecchiamento dei soggetti.È inevitabile allora, interrogarsi su quanto, la vita delle nostre comunità, interpelli, dal punto divista vocazionale, per vocazionale intendo la vita come vocazione, la vita come risposta ad una
chiamata;
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 13
la pastorale nei vari ambiti, età evolutiva, catechesi, scuola, Tempi dello Spirito ecc…, mantieneviva un’attenzione particolare per la domanda sulla pastorale vocazionale in parrocchia, neiVicariati, e a livello associativo.Dall’inchiesta risulta che qualcosa si fa, in particolare sono proposti momenti di preghiera -adorazione, ma non risulta sufficientemente coinvolgente e partecipata.Inoltre gli intervistati sono esitanti nel fare essi stessi proposte vocazionali, sia per la delicatezza
del problema, sia perché non supportati, sia per la cultura oggi diffusa non favorevole a undiscorso di consacrazione per sempre.Sono domande aperte che potrebbero avere il contributo del nostro lavoro in gruppo.
- Come far conoscere e sostenere la dimensione vocazionale nella pastorale dellaDiocesi in generale e in particolare e, attualmente, ha iniziative circa la propostavocazionale?
- Cosa può maggiormente curare la parrocchia:
incontri di preghiera più frequenti? maggiormente coinvolgenti? catechisti: attenzione alla loro formazione? Ricordare e ricordarci che la
vita è chiamata! Incontri formativi per giovani , forse caratterizzando diversamente le
offerte per maschi e femmine Coinvolgere genitori ed operatori pastorali perché non cresca il concetto e il
senso di delega nell’impegno educativo?-
Cosa possono fare gli Istituti religiosi e i Laici Consacrati? incontrare periodicamente i rappresentanti degli organismi regionali CISM, USMI e CIIS, conmodalità e scadenze che verranno precisate.
8/9/2019 Notiziario 250 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 14
COMUNICATO DEL COMITATO INTERRELIGIOSO
DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA FRANCESE
10 gennaio 2015
Quanto è accaduto lo scorso 7 e 9 gennaio 2015 nel nostro paese, nella sua capitale,Parigi, in due luoghi simbolici, l’uno dell’esercizio estremo della libertà d’espressione e l’altrodella vita quotidiana della comunità ebraica, non può essere in nessun caso giustificato oscusato. Si può pensare che un certo umorismo non è affatto divertente, o persino francamenteoffensivo, ma questo non giustifica per niente l’assassinio, che è la sola vera profanazione
religiosa, in questo caso e ovunque questo avviene in nome di Dio.Quanto all’antisemitismo, è una piaga da combattere sempre in tutte le sue forme e con tutte le
nostre forze. Noi siamo solidali con tutte le vittime e denunciamo la violenza ovunque essa sieserciti.
Dall’umorismo ebraico fino ai racconti di Nasreddin Hodja (Joha in Africa del Nord)1
, senzadimenticare Golias2 , vediamo che la dimensione tradizionale dell’autoderisione puo’ essereesercitata nelle società o comunità relativamente omogenee, dove l’identità religiosa èsufficientemente fondata e stabile. Non prendersi troppo sul serio fa parte del cammino
spirituale. L’umorismo è indispensabile per combattere contro ogni forma di religiosità, e piùancora di bigotteria, dove l’Amore dell’Uno rischia di diventare l’odio dell’altro – l’odio delladiversità. Il fondamentalismo ne è il nemico principale.
Ma la caricatura, l’ironia, la derisione non possono esercitare il loro effetto pedagogico,salutare, incisivo, che costitisce il loro valore, se non in un contesto fraterno e relazionale. Per
noi, membri del Comitato interreligioso della famiglia francescana, il rispetto assoluto dellepersone, nella loro storia e nella loro identità, viene prima di ogni altra considerazione, compresa quella di una pretesa libertà che lascerebbe credere che tutto le sia permesso.
Come dice il nostro motto repubblicano, la fraternità equilibra la libertà e a sua volta le dona
la sua ragion d’essere e il suo ambito di esercizio, che è infinito.
Gli assassini del 7 e 9 gennaio 2015 sono figli della nostra Repubblica, accolti, allevati, educatiin una nazione che oggi è in lutto e indignata, ci auguriamo a doppio titolo. Perché al di là diquesta indignazione, bisognerà riflettere tutti su un esercizio della libertà più responsabile, sullapresa in carico, nel nostro corpo sociale, delle identità rese fragili non soltanto da una
concezione angusta di laicità , ma soprattutto da disuguaglianze sociali crescenti , fonte dirisentimento, di violenza sorda e di squilibri insopportabili. Era più facile puntare il dito sulterrorismo venuto dall’estero. Cosa dire di quello che nasce nelle nostre famiglie, nelle nostrescuole, nei nostri quartieri, nelle nostre università? Questo dramma ci rimanda alla necessariacostruzione modesta, paziente e responsabile di un nuovo vivere insieme.
Dapprima, molto concretamente, giorno dopo giorno, parola dopo parola, pagina dopopagina, gesto dopo gesto. E poi, in un secondo movimento, attraverso l’elaborazione di una
visione comune del nostro destino collettivo.
1 Nasreddin fu un sufi vissuto nell’attuale Turchia nel XIII secolo; saggio filosofo popolare, è famoso per i suoi racconti spesso
buffi, le battute umoristiche, tanto da diventare un personaggio simbolico dell’arguzia popolare.2 Si fa riferimento all’Apocalissi di Golia, un testo satirico latino del XII secolo, con una feroce satira della gerarchia
ecclesiastica del tempo e dei suoi vizi. Idea ripresa ai nostri giorni da una rivista critico-satirica delle vicende ecclesiali daltitolo Golias.
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 15
Il mondo attende da un paese come il nostro che sappia inventare ancora, anche attraverso ilmezzo della caricatura e dell’autoironia, ma soprattutto grazie al suo motto repubblicano e allesue risorse spirituali, in senso ampio, una maniera di vivere insieme in pluralità che lotrascenda e mostri la via. Noi crediamo che questo è possibile!
Il Comitato interreligioso della famiglia francescana
Amina Maret , musulmana della Scuola Sufi internazionale, Le Plessis-Trévise,Christine Delmas , membro della Fraternità Francescana Secolare, Paris,Emmanuel Ollivier , buddista di tradizione zen, Issy les Moulineaux,Gabriel Hagaï , rabbino cabbalista e universitario, Paris,Gabrielle Marguin , Suora francescana della propagazione della fede, Francheville,
Jasvir Singh , sikh, Bobigny, Jean-Marie Landrin , frate minore francescano, Fontenay s/bois,
Justine Ramon , membro del Mouvement Juif Libéral de France, Torcy,Karim Ifrak , musulmano universitario, Paris,Lucette Anthonioz-Blanc , buddista di tradizione tibetana, Lentigny,
Michel Dubois , buddista di tradizione zen, Montreuil,Pascal Aude , frate minore cappuccino, Villeneuve-Saint-Georges,Rany Rouabah , musulmano della confraternita Al 'Alawiya, Yerres.
Il Comitato esprime il suo sostegno e invita ciascuno a partecipare ad ogni manifestazione pubblica che siterrà particolarmente domenica 11 gennaio in tutta la Francia, in memoria delle vittime di questi odiosi
assassinati.
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 16
Iniziamo alle 9.30 con il momento di preghiera iniziale e un brevescambio di notizie sullo stato di salute di alcuni confratelli.
Incontro con la Commissione preparatoria Capitolo 2016
Fr. Massimo Fusarelli introduce il primo spazio di lavoro, cheoccuperà quasi tutta la giornata di oggi, accogliendo la Commissionepreparatoria del Capitolo 2016, che si è già incontrata il 30 dicembreper elaborare lo Schema dell’Itinerario di preparazione abbozzato nelloscorso CdC. Fra Stefano, presidente della Commissione, presenta laproposta elaborata. Segue uno spazio di discussione. Il clima di lavoroè buono e proficuo, e pian piano comincia a prendere forma il
cammino di preparazione che segnerà per tutti i frati questo nuovoanno fino al Capitolo unitario del maggio-giugno 2016.I lavori proseguono fino al pranzo delle ore 13 e riprendono alle ore14.30. Alle ore 16.30 la Commissione preparatoria viene ringraziata econgedata. Dopo una breve paura, riprendono i lavori del CdC.
Aggiornamento sui Centri di studio
Uno spazio di lavoro viene dedicato all’aggiornamento sui Centri diStudio di Bologna, Venezia e Verona, in vista del discernimento che a
breve bisognerà operare. Il confronto si allarga comunque anche allaimportanza degli studi e della dimensione culturale nella nostra vita,da sempre ritenuta importante insieme alla fraternità, alla carità e allaevangelizzazione.
Calendario liturgico
In vista della costituzione della nuova Provincia bisognerà redigere ilcalendario liturgico unificato e chiederne la approvazione allaCongregazione per il Culto divino. E’ stato fatto un primo lavoro di
unione dei 6 Calendari provinciali, prendendo come base comune ilCalendario liturgico francescano per l’Italia approvato nel 2008. E’necessario tuttavia operare delle scelte generali per quanto riguarda lememorie locali. Dopo la approvazione ed in occasione del Capitolo, illibretto verrà stampato per tutti i frati.
I lavori terminano alle ore 18.55 per poter celebrare la Messa e ilVespro nella cappellina della Curia.
Milano
9-10 Gennaio
2015
Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 17
SABATO 10 GENNAIO
Dopo la celebrazione della Messa e delle Lodi mattutine alle ore 7.30, i lavori riprendono alle9.00.
Libretto preghiere della fraternità
Viene presa in esame la bozza di un libretto contenente le preghiere della fraternità, contenenteoltre alle preghiere di s. Francesco e alle preghiere comuni nel testo latino e nella versioneufficiale della CEI, anche schemi di preghiere per iniziare il tempo della meditazione, o ilCapitolo locale o altri tempi fraterni.Il libretto verrà stampato in occasione del Capitolo 2016 e vuole essere uno strumento percrescere nella unità e nella appartenenza.A breve verrà stampato e distribuito a tutti i frati un cartoncino da inserire nel breviario,riportante la traduzione del “Ti adoriamo” e l’ Angelus Domini nella versione della CEI. Vienesottolineato che quest’ultima preghiera ci è molto cara, in quanto si radica in modo peculiare
nella nostra tradizione francescana.
Progetto Bologna Osservanza
Uno spazio di lavoro viene dedicato al Progetto Missioni ad Gentes – Migranti in cantiere aBologna Osservanza, ed al suo coordinamento con i Centri missionari delle altre Province, alfine di avviare un confronto tra esperienze missionarie non sempre convergenti.
Norme transitorie Capitolo 2016
Vengono distribuite le Norme Transitorie per il Capitolo 2013 per le ultime variazioni in vistadella consegna in Curia generale per la approvazione.
Livello 3 Missioni al popolo
Viene redatto un elenco di frati che costituiscono il “livello3” del Progetto Missioni al popolo,cioè i frati che concretamente si sono resi disponibili per animare le Missioni al popolo nei
giorni del loro svolgimento effettivo. Si concorda che venga redatta una lettera a questi frati,ringraziandoli per la disponibilità, ed inviata per conoscenza ai rispettivi Guardiani. Il Progetto
Missioni al popolo è infatti strutturato a 3 livelli:
•
Livello 1 (nucleo di 2 frati appositamente dedicati alla progettazione delle Missioni alPopolo) viene identificata come casa il Convento di Rezzato (BS): responsabili e residentiin loco sono fr. Federico Righetti e fr. Michele Montemitro;
• Livello 2 (responsabili locali) per la zona Est viene identificata come casa il Convento diChiampo (VI): i referenti sono fr. Lorenzo Assolani (che risiederà a Chiampo) e fr. Aldo
Pancheri (a Pergine);
• Livello 2 (responsabili locali) per la zona Ovest viene identificata come casa il Conventodi Monte Mesma (NO): i referenti sono fr. Gabriele Cadorin (che risiederà a MonteMesma) e fr. Riccardo Gallina (a Torino s. Antonio).
• Livello 3: sono i frati che collaborano concretamente a realizzare le Missioni nei giorni incui vengono effettuate.
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 18
Lettera di quaresima:
I Ministri scriveranno una lettera unitaria a tutti i frati all’inizio della Quaresima, comeesortazione a vivere con impegno questo tempo forte, e suggerendo una finalità caritativaconcreta a cui destinare i frutti del digiuno e della astinenza.
I lavori si concludono alle 12.52 con il tradizionale Agimus Tibi Gratias.
fr. Stefano Dallarda
Segretario
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 19
Milano
Curia
Provinciale
13 gennaio
2015
Dal Definitorio
I lavori iniziano alle ore 9.00 con la lettura breve di Terza, segue
poi l’approvazione dei verbali del XVI e del XVII Congresso
definitoriale.l Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e ricoverati
in infermeria. Fr. Anacleto Mosconi è stato trasferito nell’Infermeria di
Sabbioncello.
Il Ministro ricorda che l’11 dicembre, a Suisio (BG), fr. Almiro
Modonesi ha partecipato alla celebrazione eucaristica nella ricorrenza
dei 100 anni dalla nascita e dei 25 anni dalla morte di mons. Previtali.
Il 31 dicembre, nella Chiesa di s. Angelo, i frati della Pastorale
giovanile hanno organizzato una veglia di preghiera in attesa delnuovo anno. Hanno partecipato circa 130 persone, per lo più giovani,
con una buon numero di persone che frequentano il corso dei “Dieci
Comandamenti”. La veglia è stata ben preparata ed altrettanto
partecipata. Due ballerini hanno danzato il canto di lode del
Magnificat.
Il 10 gennaio, a Bergamo, fr. Almiro Modonesi ha partecipato ad un
incontro tra il vescovo, Mons. Francesco Beschi ed i superiori
maggiori degli istituti religiosi presenti nella Diocesi. E’ statapresentata la lettera scritta dalla Conferenza Episcopale Lombarda in
occasione dell’Anno della Vita Consacrata. In essa si sottolinea
l’importanza dei religiosi nella vita della comunità diocesana. Anche
se si rischia di vedere la vita consacrata a partire da aspetti funzionali
(presenza nelle scuole, nelle strutture sanitarie, nella catechesi…) e si
fatica ancora a riconoscerne il valore in sè. Nell’incontro è stato
presentato un interessante questionario, compilato da persone che
hanno un ruolo attivo in parrocchia (sacerdoti, catechisti,animatori…), con lo scopo di capire come i laici “vedono” la vita
consacrata. Sono pervenute circa 500 risposte, da queste emerge una
quasi unanime (eccetto 5%) visione positiva della vita consacrata, i
religiosi sono visti come una ricchezza per la vita della comunità.
Il Ministro poi informa circa gli argomenti discussi e le decisioni prese
negli ultimi due incontri del Consiglio di Cooperazione (cfr. Verbali
appositi).
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 20
Fr. Francesco Bravi si sofferma in particolar modo sul lavoro di preparazione del Capitolo di
unione, ricordando che al secondo incontro ha partecipato anche la Commissione di
preparazione del Capitolo. L’Assemblea dei guardiani è stata anticipata al 27-29 settembre 2015
per avere il tempo di lavorare nelle fraternità locale sui Lineamenta (con ausilio di due schede). Il
Consiglio di Cooperazione sta ridefinendo le Norme transitorie per la celebrazione del Capitolo
(la prima bozza è già stata supervisionata dalla Curia generale, che ha inviato alcuneosservazioni).
Gli Statuti particolari della nuova Provincia sono in fase di elaborazione, saranno approvati dal
Capitolo di unione e saranno in vigore per il primo triennio della vita della Nuova Provincia
(una bozza, già visionata dal Consiglio di Cooperazione, sarà presentata all’Assemblea dei
Definitòri 2015; l’approvazione definitiva sarà fatta nel Capitolo di unione).
Si discutono alcune questioni economiche e di legale rappresentanza. Si continua la riflessione
circa la situazione finanziaria della Provincia e i problemi connessi.
Si passa alla programmazione della prossima Assembla economica che, diversamente daquanto precedentemente comunicato, si svolgerà a Sabbioncello il 17 marzo e sarà aperta a
tutti i frati della Provincia. Il Definitorio incarica il CAE di presentare al prossimo Congresso
definitoriale un’ipotesi di lavoro per l’Assemblea.
Il Definitorio, con il consenso del Visitatore generale, elegge per ballottaggio fr. Giuseppe
Dell’Orto quale Guardiano del Convento di Dongo.
Si stabilisce che il prossimo Congresso si terrà il 17 febbraio nel Convento di Dongo.
I lavori si concludono alle ore 16.00 circa.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 21
FilmiAmo…
Scheda
a cura diFr. Davide
Sironi
Due giorni,
una nottedi Luc e
Jean-Pierre
Dardenne
Drammatico
Durata 95 min.Belgio
2014
Due giorni, una notte
Una giovane donna sposata e madre di due figli, dopo un periodo dimalattia, torna al lavoro ma rischia di perde il posto perché il titolaredella piccola impresa di pannelli solari ha chiesto ai suoi dipendenti discegliere se reintegrare Sandrà o avere un bonus di mille euro. Lamaggioranza opta per i soldi, ma la votazione va rifatta per lepressioni del caporeparto. C’è la possibilità di far cambiare opinione aicolleghi. Due giorni e una notte a disposizione. Per la protagonistainizia un viaggio tra la vita degli altri, i loro problemi, le loro ferite,
rabbie, speranze, tra egoismo e solidarietà. Ma un viaggio anchedentro se stessa, le proprie paure, il proprio vuoto, dentro il bisogno direcuperare la fiducia, il sorriso oltre le lacrime.
Lo sguardo dei fratelli Dardenne segue questa volta la vicenda umanae lavorativa della fragile Sandrà – Marion Cotillard: misurata,sensibile, carismatica – una donna che cerca di ritrovare un suo postonel mondo, prima ancora che nella sua azienda. Il film ci presenta temicari e ricorrenti nella filmografia dei due cineasti belgi: il ruolo civile
del lavoro, i limiti di una società vulnerabile e cinica, il desideriodell’uomo di stabilità e affetto.In una cittadina della provincia di Liegi, Sandrà vive con il maritoManu – Fabrizio Rongione - e due figli, e dopo un periodo didepressione sta cercando di riprendere un’esistenza al di fuori dellemura domestiche che sono state rifugio dal mondo esterno ma ancheluogo oscuro, di isolamento. Vorrebbe riprendere il proprio lavoro,reinserirsi nel tessuto sociale, dimostrare di poter ancora essere utile.Ma la maggioranza dei suoi colleghi ha deciso di assicurarsi una
gratifica piuttosto che averla ancora come compagna di lavoro.Aleggia poi il sospetto che Sandrà non possa più essere efficiente comeprima. L’amica Juliette ottiene però dal padrone di rifare le votazioniperché il caporeparto ha influenzato la scelta di alcuni operai. Sandràha la possibilità di far cambiare loro idea, ha un fine settimana perincontrali e parlargli del suo desiderio di tornare a lavorare. Nonvorrebbe, ma viene spronata dall’amica e soprattutto convinta esostenuta dal marito. La sua timidezza e fragilità, il dover affrontaretutte quelle persone e sostenere un confronto, la spaventato e la
bloccano dall’intraprendere questa avventura umana. E’ solo graziealla vicinanza di Manu, al suo credere in lei, al suo amore delicato, cheSandrà riesce ad uscire dalle sue paure e mostrare il suo cuore.
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 22
Sarà un percorso di crescita, di libertà, di condivisione, con alti e bassi, con sorrisi e pianti, conaccoglienze e rifiuti, con comprensione e delusione. Un percorso ancora insinuato dalla fuga nel
buio di una stanza, dal ricorso a psicofarmaci, dalla tentazione di farla finita, ma attraversatoanche dalla voglia di rinascere e soprattutto dall’affetto delle persone care.Sandrà incontra altre situazioni di vita difficili, altre persone in condizioni di necessitàeconomica come la sua. Persone che non hanno votato contro di lei, ma a favore di un aiuto
economico a volte necessario per tirare avanti. La donna entra nelle case degli altri, in altrimondi con le loro complesse vicende e nascosti problemi.Luc e Jean-Pierre Dardenne realizzano un film secondo i loro canoni stilisti, con una macchinada presa incollata alla protagonista, raffigurata nella sua vulnerabilità ed essenzialità.Riprendendo le vite degli altri in quei luoghi marginali, non visti. Mostrano un eterogeneocampionario di umanità attraverso le persone che Sandà incontra, diverse provenienze, diverseculture, persone che cercano di sopravvivere, accumunate dalla preoccupazione di mantenereun lavoro, di rendere un poco migliore la propria esistenza, di abbellire la propria casa, direalizzare i propri progetti. In questa umanità diversifica vive il timore del domani che a volte
pone sulle difensive e vede l’altro come una minaccia, ma dove è possibile trovare ancoravicinanza, solidarietà, la disponibilità a rinunciare a qualcosa per un bene più grande: per ridarevita all’altro. Sandrà, prima raggomitolata sotto le coperte, sotto il peso dell’inerzia e delladisistima in sé, al buio, separata, riscopre passo dopo passo, sotto un luminoso sole, unapostura che esprime una riassaporata dignità. Ritrova il sorriso e questo grazie al voltoaccogliente dell’altro, di chi le ridà fiducia, di chi la accompagna motivandola a vedere se stessae la realtà con speranza. Questo racconto è un inno all’affetto generativo che dovrebbe esserci inuna coppia e in una famiglia. Un inno al coraggio, a non arrendersi, a non avere paura diaffrontare chi non ti ha scelto, chi ha un’altra visione del mondo, il coraggio di essere umili e
trasparenti, di dire le cose che stanno a cuore con semplicità, consegnandosi a chi ti sta di frontecon le proprie vulnerabilità ma con verità.
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Anno XXXVII – n. 250 – Gennaio 2015 23
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Notizie di Casa
A cura di
fr. Enzo
Pellegatta
30 ge nna io
Bergamo
13
Mi lano
19-24
Chiampo(VI )
27
Mi lano
26-28
Arm eno (NO)
Gennaio
Nel corso di un incontro tra il vescovo Mons. Francesco Beschi ed i superiorimaggiori degli istituti religiosi presenti nella Diocesi viene presentata lalettera scritta dalla Conferenza Episcopale Lombarda in occasione dell’Annodella Vita Consacrata. Per la Provincia partecipa fr. Almiro.
Curia provinciale: il Definitorio si riunisce per il XVIII Congresso.
Don Francesco Zenna predica un corso di Esercizi spirituali sul tema “Leconversioni di Pietro”. Partecipano 28 frati; dalla Lombardia fr. ValerianoSandrinelli e fr. Enzo Pellegatta.
Curia provinciale: si riunisce il Consiglio per gli Affari Economici (CAE).
Si svolgono le giornate FoPe con la partecipazione di frati e di clarisse.