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NOTIZIARIO: DELL'ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICA

Date post: 25-Jan-2017
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NOTIZIARIO: DELL'ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICA Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 10, No. 3 (Marzo 1955), pp. 90-91 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756613 . Accessed: 14/06/2014 23:45 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.126.182 on Sat, 14 Jun 2014 23:45:31 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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NOTIZIARIO: DELL'ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICASource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 10, No. 3 (Marzo 1955), pp. 90-91Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756613 .

Accessed: 14/06/2014 23:45

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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W AFFRICA

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In data 20 febbraio 1901, all'oggetto « Emigrazione a Gibuti » il Ministero dell'Interno indirizzava a tutti i pre- fetti del regno la seguente circolare : « Malgrado le ripe- tute esortazioni fatte, da ultimo colla circolare 31 luglio ultimo scorso, n. 119004-4/162139, per dissuadere i nostri operai dal recarsi a prender parte ai lavori ferroviari lun- go la linea Giburti-Harar, continuano i lavoratori italiani a portarsi in quella regione. Deve perciò lo scrivente inte* ressare le SS. LL. a volere insistere in siffatte raccoman- dazioni ed avvertire poi che d'ora innanzi, come ha richie- sto il Ministero degli Affari Esteri, dovrà essere rifiutato il passaporto per Gibuti ai nazionali minorenni, e ove lo domandino persone maggiorenni si dovrà prima richiede- re una dichiarazione formale, dalla quale risulti la diffida fatta di non recarsi in quella colonia, e la volontà da loro espressa di voler tuttavia, a proprio rischio e pericolo, par- tire a quella volta. Si aggiunge infine, che se le domande di passaporto per Gibuti vengono fatte, non da singole persone, ma da nuclei di individui, il passaporto dovrà es- sere sempre rifiutato ».

Il tono di queste disposizioni lascia capire come il con- tributo italiano ai lavori compiuti in quell'epoca nella So- malia francese sia stato un drammatico contributo di sa- crifici e spesso di vite umane, e per le condizioni dei can- tieri e per le avversità del clima e per la ferocia degli Issa, che da quando (1897) ebbero inizio i lavori della ferrovia, che pur doveva aprire il mare all'Etiopia, assal- tarono e decimarono i gruppi di lavoratori bianchi.

Dalla prima presa di possesso francese (Obok, 1862) fino all'inizio dei lavori della Gibuü-Addis Abeba, la Co- sta Francese dei Somali non aveva attratto grande inte- resse. Ma quando a Gibuti ebbero avvìo i lavori ferrovia- ri, anche questa parte dell'Africa richiamò l'attenzione dei lavoratori italiani.

Sul principio l'afflusso degli operai ed imprenditori italiani a Gibuti dietro il richiamo di buone mercedi non aveva dato luogo a preoccupazioni. Ma poi, quando già si era sviluppata una certa corrente emigratoria, specie dalle provinde di Modena e dell'Aquila, sollecitata dalle lusinghe di un sedicente parigino (il conte di Gallois), il quale, da anni residente in Italia, procurava arruolamenti clandestini per conto di ditte francesi, le Autorità furono messe in allarme e intervennero. Nel 1899, appena il gior- nale «La Provincia» di Modena si occupò delle condi- zioni difficili nelle quali si trovavano gli operai italiani nella Somalia francese, il Conte di Gallois venne denun- ciato all'autorità giudiziaria per truffa e frodi a danno di braccianti di Riolunato e Pievepelago « ingannati a sco- po di lucro con false notizie e inducendoli a emigrare in Africa ». In quell'anno erano addetti ai lavori della ferro- via oltre 200 connazionali, e vi fu anche uno sciopero, poiché l'impresa aveva diminuito fortemente i salari, im- pedendo in tal modo agli operai di mettere da parte per- sino il denaro occorrente per l'eventuale rimpatrio. L'e- sodo determinato da uccisioni di lavoratori, da pericoli e mancanza di garanzie assunse ad un certo momento pro- porzioni rilevanti. Gli operai raggiungevano Aden senza mezzi e qui mettevano il Console italiano in serio imbaraz- zo, sia per il loro mantenimento, sia per il reperimento dei fondi o del modo di rimpatriarli. Talvolta il loro numero era notevole: 64 nel marzo 1899, ad esempio, 58 nel 1900. In quest'ultimo anno, quando lo scaglione raggiun- se Alessandria d'Egitto, per il sostentamento dei rimpa- triandi e la prosecuzione del viaggio dovette intervenire la Società di Beneficenza della nostra collettività in Egitto.

Comunque la presenza degli italiani e dei nostri im- prenditori continuò ad accompagnare la prosecuzione della ferrovia da Gibuti a Dire Daua e, dopo alcuni anni di sospensione, da Dire Daua ad Addis Abeba (luglio 1914). In genere, dopo il 1900 le condizioni dei nostri operai migliorarono e il loro lavoro trovò buone retribuzioni. L'ardua impresa di collegare l'Etiopia al mare con una ferrovia di oltre 700 chilometri si richiama dunque, co-r me del resto quasi ogni altra impresa civile in Africa, al lavoro e al sacrificio italiano.

M. G

NO TI Z I ARI O DELL'ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICA

IL SANTO PADRE BENEDICE DIRIGENTI E STUDEN- TI DEI CORSI DELL'ISTITUTO La Segreteria di Stato di Sua Santità ha comunicato,

tramite il Vescovo di Caserta, al Dott. Francesco Russo,. Fiduciario dell'Istituto Italiano per l'Africa, che il Santo Padre ha concesso l'implorata apostolica benedizione ai dirigenti e agli studenti dei Corsi di colonizzazione ed emigrazione indetti dall'Istituto. NELL'AULA MAGNA DELLA FACOLTÀ' DI ECONO-

MIA DELL'UNIVERSITÀ' DI TORINO IL SENATO- RE GUGLIELMONE ESALTA LA MISSIONE ITA- LIANA IN AFRICA Nell'Aula Magna della Facoltà di Economia è stato

inaugurato il 13 febbraio il 2° Corso di Specializzazione Didattica per l'emigrazione e la colonizzazione, organiz- zato dall'Istituto Italiano per l'Africa con la generosa col- laborazione di un gruppo di docenti universitari e di e- sperti di vita e problemi africani. Erano presenti il pre- sidente nazionale dell'Istituto Sen. Guglielmone, il presi- dente della Facoltà Prof. Cansacchi, il direttore del cor- so Prof. Gribaudi e numerose autorità, tra cui il Dott. Astrua Protto in rappresentanza della Provincia, il Col. Micali per la legione dei Carabinieri e P. Chiomeo delle Missioni della Consolata.

Ha preso per primo la parola il col. Zambrini, com- missario regionale dell'Istituto, che ha illustrato la posi- zione dell'Italia nei confronti dell'Africa e la necessità per il nostro Paese di svolgere una azione vasta e ben coor- dinata per riportare, non più sul piano del colonialismo, ma su quello della cultura, degli scambi commerciali, del- le iniziative di lavoro e di sviluppo tecnico-industriale, il nome dell'Italia nel « continente nero ». Dopo un breve intervento per chiarire gli scopi e i risultati del corso, il prof. Gribaudi ha ceduto la parola al prof. Bonferroni, do- cente di igiene coloniale, che ha pronunciato un'interes- sante e documentata prolusione sul tema « La malattia del sonno ».

Si è alzato quindi a parlare il Sen. Guglielmone. Egli ha ricordato come nel recente convegno di scrittori e di giornalisti, promosso a Roma dall'Istituto Italiano per l'A- frica, sia stata sottolineata la necessità di interessare i giovani ai problemi africani, di rifare nei giovani una co- scienza africana. I giovani debbono sentire l'orgoglio di mettersi sulla scia di quegli italiani - missionari, genero- si combattenti, tecnici e lavoratori - che hanno scritto pagine gloriose e portato nel « continente nero » la luce di una civiltà superiore. Debbono ricordare che in terra d'Africa vivono e lavorano tuttora 250 mila connazionali, la cui attività rappresenta l'esempio e la garanzia miglio- re per lo sviluppo di altre iniziative, a cui potranno de- dicarsi proficuamente le risorse della nostra manodopera e della nostra capacità tecnica, ed economica. L'epoca del colonialismo sta tramontando, ma si è aperta l'era della collabarazione tra genti di razza diversa e di diversò li- vello civile per il massimo sfruttamento, nel comune in- teresse dell'umanità, delle enormi ricchezze naturali che ancora giacciono inutilizzate. Due problemi preoccupano tuttavia. Che il lavoro italiano si affermi in Africa in di- gnità ed uguaglianza di posizioni con quello degli altri paesi Europei; e che, nell'antagonismo dei popoli che si contendono la supremazia, l'Africa non sia attratta nel- l'orbita di chi intende asservirla per un freddo calcolo di potere. L'Italia deve riguadagnare il tempo perduto, dopo la dolorosa frattura della guerra, nei confronti di altre na- zioni che - come la Germania, l'Olanda, il Belgio e la stessa Francia - hanno saputo organizzare una vasta pe- netrazione commerciale in Africa. Il 23 aprile 1953, quan- do fu approvata la soppressione del ministero dell'Africa, il Governo prese l'impegno di dare con una nuova legge un efficiente assetto all'Istituto Italiano per l'Africa, affin- chè potesse diventare strumento di propulsione e di coor- dinamento di tutte le attività rivolte al « continente nero ». A distanza di due anni il gruppo parlamentare per l'Afri-

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ca, che conta 88 membri, sente il dovere di dare attua- zione a questo impegno; e nei prossimi giorni presenterà un apposito disegno di legge, fidando sull'appoggio e sul consenso del Governo e richiedendo la procedura d'urgenza.

« Da Torino - ha concluso il sen. Guglielmone - par- tono un'iniziativa e un invito di unione di forze, perché attraverso la volontà e l'azione concorde del Governo, del Parlamento, dei cittadini, operatori economici, tecnici, la- voratori, il cammino dell'Italia in Africa riprenda lumino- so, per la civiltà, la pace, il più alto benessere dei popoli ».

INAUGURAZIONE DEL PRIMO CORSO DI CULTURA AFRICANISTA A C ASERTA E RIAPERTURA DEI CORSI DI ROMA, MILANO, GENOVA, BOLOGNA, FIRENZE, NAPOLI CAGLIARI, BARI E TARANTO. Il 27 febbraio, nell'Aula Magna dell'Istituto Magistra-

le di Caserta, si è inaugurato il Corso Superiore di Spe- cializzazione Didattica per l'emigrazione e la colonizza- zione, promosso dall'Istituto Italiano per l'Africa.

Questo Corso, che ha raccolto le adesioni di un nu- mero veramente considerevole di allievi, segna la ripresa anche in questa ridente ed attiva città campana di una serie di iniziative culturali e pratiche, rivolte alla cono- scenza dell'Africa, che le vicende della guerra avevano interotte e che già in molte altre città d'Italia sono sta- te fatte rivivere con successo in questi ultimi anni.

Nel salone dell'Istituto Magistrale Femminile Parifica- to « Patrocinio S. Giuseppe », si sono dati convegno, per la cerimonia inaugurale, Autorità e personalità del mon- do religioso, scientifico, africanista di Napoli e di Caserta. Tra gli altri, il Vescovo Mons. Mangino, il Vice Prefetto Comm. De Luca, il generale Talamonti dell'Associazione Reduci e Combattenti d'Africa, il generale Berni Canard, il col. Bauer, il Ten. Col. De Stasio per la Scuola Specia- listi di Aeronautica di Caserta, il dr. Napoletano, l'Aw. Cigliano della Sede Regionale di Napoli dell'Istituto Ita- liano per l'Africa, il generale Salvatores, il Ten. Col. Cane dell'Accademia di Commissariato di Maddaloni, il Col. Fa- villa, il col. De Caroli, il Preside d'Anna anche in rap- presentanza della Società di Storia Patria, numerosi rap- presentanti degli Enti militari del Presidio, Sindaci, Presidi di vari Istituti, ecc.

Il Dr. Francesco Russo, Fiduciario dell'Istituto Italia- no per l'Africa, di cui è stata istituita una sezione a Ca- serta, ha preso per primo la parola, lumeggiando gli sco- pi e le attività dell'Istituto stesso ed accennando a ta- luni problemi di vitale importanza per il nostro Paese, come quello emigratorio, alla cui impostazione e alla re- lativa preparazione di quadri questi Corsi si rivolgono. Quindi, dopo aver rivolto un saluto a tutti i convenuti, ha dato la parola al Provveditore agli Studi Dr. Raffaele Ferrante, il quale, con chiara ed avvincente sintesi, ha illustrato taluni aspetti della nostra storia coloniale, ac- cennando poi all'importante missione che sono chiamati ad assolvere gli insegnanti che hanno il compito di educa- re le masse di emigranti destinati a portare in terre lon- tane i segni e il patrimonio della nostra civiltà.

Dopo un intervento del Commissario Regionale agli Studi dell'Istituto Aw. Giovanni Masucci, che ha ricordato con calda oratoria le più nobili figure di pionieri, esplo- ratori, navigatori e missionari italiani in Africa e il con- tributo dato dal Paese allo sviluppo di quel continente, ha presola parola il Dr. Mario Dorato, Segretario Gene^ rale dell'Istituto, per svolgere una dotta e interessante prolusione al Corso sul tema: « La grande Africa di do- mani». Egli ha tratteggiato con grande efficacia il pas- sato luminoso della colonizzazione italiana, mettendo in rilievo l'opera dei nostri tecnici e lavoratori, che fu ope- ra squisitamente civile ed umana. Non meno di ieri - ha puntualizzato l'oratore - la grande Africa di domani ha bisogno del contributo di lavoro e di geniale operosità del nostro popolo, che non conosce soste ed è pronto ad affrontare ogni prova impegnativa per ricordare al mon- do che in questa nuova fase di evoluzione e di sviluppo la presenza dell'Italia è una necessità ed un dovere. Il nume- roso pubblico e le autorità presenti, che già avevano e- spresso il loro consenso ai precedenti oratori, hanno se- guito con vivo interesse l'esposizione del Dr. Dorato che e stato, alla fine, molto complimentato e calorosamente applaudito.

Con una numerosa partecipazione di allievi si sono ini- ziati anche a Roma, Milano, Genova, Bologna, Firenze,

Napoli, Cagliari, Bari e Taranto i Corsi di Specializzazio- ne Didattica per l'emigrazione e la colonizzazione. L'inau- gurazione che si è svolta alla presenza di Autorità reli- giose, politiche e militari dei rispettivi capoluoghi e col concorso di dirigenti scolastici, docenti, studiosi e rappre- sentanti dell'Istituto Italiano per l'Africa, ha dato luogo a simpatiche manifestazioni di simpatia e ha ribadito l'in- teresse degli ambienti culturali e della vasta cateogria di insegnanti per il mondo africano e per lo sviluppo dei rapporti e degli scambi migratori fra il nostro Paese e quel continente.

A Roma, Milano, Genova, Bari e Taranto le cerimonie inaugurali sono state presenziate dal Segretario Generale dell'Istituto, dott. Mario Dorato. La Direzione dei corsi - che avranno la durata di circa due mesi - è affidata per Milano al Dott. Ing. Giovanni Consolo, per Genova al Prof. Federico Chessa, per Bologna al Prof. Umberto To- schi, per Firenze alla Contessa O. Bargagli Petrucci, per Napoli al Prof. Giuseppe Spano, per Cagliari al Prof. En- rico De Leone, per Bari al Prof. Píer Fausto Palumbo e per Taranto al Prof. Vincenzo Curci; tutti coadiuvati da docenti altamente qualificati per le rispettive materie che formano oggetto di insegnamento. IL IV CONVEGNO ECONOMICO ITALO AFRICANO IN-

DETTO A MILANO COL PATROCINIO DELLO ISTI- TUTO ITALIANO PER V AFRICA E' stato indetto per il 27 aprile 1955, in Milano, il IV Convegno Economico Italo Africano, col patrocinio del-

l'Istituto Italiano per l'Africa e l'adesione dell'Ente Fiera Campionaria Internazionale e della Camera di Commer- cio di Milano.

La manifestazione, inserita nel Calendario Ufficiale della Fiera di Mila/io, ha lo scopo di ribadire ancora una volta l'estremo interesse che l'Africa assume sempre di più per l'Europa in genere e per il nostro Paese in specie, e di far sì che non vengano perdute favorevoli occasioni di proficue iniziative in terra africana. Le relazioni del Convegno verteranno sui . temi : Importazione, Esportazio- ne, Attività bancaria ed assicurativa, Trasporti marittimi ed aerei, Mercati di lavoro in Africa, Valorizzazione agri- cola, Studi economici. Una relazione ufficiale sarà tenuta all'apertura della « Giornata » da Personalità del Governo. SUCCESSO DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE

GIORNALISTI E SCRITTORI AFRICANISTI La costituzione della Federazione Nazionale Stampa dei giornalisti e scrittori africanisti è stata accolta con

entusiasmo dai vari ambienti politici e giornalistici e nel campo della editoria. Anche i giornali stranieri, partico- larmente i giornali francesi, danno risalto alla costituzione della Federazione giornalisti e scrittori africanisti, auspi- cando scambi culturali con la consorella confederazione stampa giornalisti e scrittori d'oltremare da tempo costi- tuitasi in Francia.

La Federazione Nazionale giornalisti e scrittori afri- canisti, ha costituito le Associazioni regionali della Lom- bardia, del Piemonte, della Toscana, della Campania e alcune provinciali come quelle di Pisa, Viterbo, Rieti ed altre in via di costituzione. Si calcola già ad oltre un cen- tinaio il numero di giornalisti professionisti, di scrittori e di pubblicisti che hanno inviato la loro adesione; fra essi anche alcuni parlamentari. La Federazione giornalisti e scrittori africanisti - come è noto - ha la sua sede in Roma, Palazzo Brancaccio, Largo Brancaccio 82, presso l'Istituto Italiano per l'Africa. IL PRESIDENTE DELL'ISTITUTO, SENATORE GUGLIEL-

MONE, ALLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA OSSARIO DI NYERI, NEL KENYA In occasione della cerimonia della consacrazione della

Chiesa Ossario di Nyeri - della quale è data in altra parte della Rivista una cronaca dettagliata - si è recato nel Kenya anche il Senatore ¡Teresio Guglielmone, il quale ha voluto portare, nella sua qualità di Presidente' dell'Isti- tuto Italiano per l'Africa, l'omaggio di commovente soli- darietà di tutti gli africanisti e dei compagni di prigionia dei Caduti. Sul posto era anche la Settimana Incom per la ripresa della pietosa cerimonia e dei luoghi sui quali sorge la Chiesa Ossario di Nyeri.

Il Senatore Guglielmone ha. voluto, nel suo viaggio di ritorno, fare anche una breve sosta al Cairo.

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