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Notiziario Giugno 2012

Date post: 21-Mar-2016
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Insieme Giugno 2012
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Page 2: Notiziario Giugno 2012

Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneDomenico PaternòSalvatore SpitaleAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 71 - 95125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii ooEditoriale pag. 1

Messaggio del Rettor Maggiore » 2

Lettera dell’Ispettore » 5

Formazione » 8

Pastorale Giovanile » 10

Animazione Vocazionale » 11

Animazione Missionaria/VIS» 14

Associazioni » 16

Comunicazione Sociale » 17

Famiglia Salesiana » 19

Momenti di famiglia » 26

Dalle case salesiane » 30

Guardando altrove » 56

Da ricordare » 61

In copertinaAgrigento-Palacongressi: Prima Convention delle Famiglie.

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1Insieme

EEDD

IITTOO

RRIIAA

LLEE

EEddiittoorriiaallee

TToohh!! CChhii ssii rriivveeddee,, llaa SSiicciilliiaa ssaalleessiiaannaa!!

Ad Agrigento e nella sua fastosa Valledei Templi si respira ancora il profumo diDon Bosco e di Madre Mazzarello: la primaconvention delle famiglie ha lasciato un se-gno indelebile, la Sicilia Salesiana c’è, esisteed ha tanto da raccontare e da far conosce-re ad una società chiusa in sè stessa, incapa-ce di reagire e di rialzarsi.

Si è avuta la conferma che le testimo-nianze di chi sta in prima fila, sul campo, la-sciano il segno, poiché provengono da testi-moni credibili e attendibili. Oltre 2000 per-sone hanno saputo ascoltare quelle giovanicoppie che raccontavano la loro vita, il loroessere famiglia poiché parlavano il linguag-gio popolare, della gente comune, senzatrincerarsi dietro alcun “Pulpito”.

Ascoltavamo le loro storie, con un pizzi-co di emozione. Don Bosco da lassù sicura-mente avrà detto: “si sono svegliati nella cal-da e amata di Sicilia; ci sono!”. Abbiamo di-mostrato di esserci, non con un insolito ra-duno di ricordi ma un voler testimoniare unimpegno, una voglia di dire agli altri chepossiamo farcela, cominciando da noi stessi,dalla storia quotidiana che affrontiamo.

Non è tempo di pensare, ma di agire;questa terra di Sicilia è diventata nuovamen-te terra di missione.

Cosa emerge da Agrigento? Che la pre-carietà non sta nelle giovani famiglie, sta inquelle “vecchie” famiglie che non hanno sa-puto gestire e creare bene il futuro alle gio-vani generazioni, ancor più ricche di valoridei loro padri e delle loro madri.

Queste giovani coppie hanno dimostra-to il contrario: un amore solido, fondato subasi solide, oltre il precariato dei loro prede-cessori.

Sì, voglio essere provocatorio, è nel miostile, perché lo reclama questa calda e ama-ta terra di Sicilia. Le testimonianze di queigiovani sul palcoscenico di quel meraviglio-so Palacongressi hanno lasciato un segno:coraggio, rialziamoci! Ve lo diciamo noi gio-vani del precariato, generazione zero euro.

La famiglia è rimasta l’unica ancora disalvezza di questi piccoli eroi disposti a sa-crificarsi, nell’oceano del precariato, tra Mi-lano e Catania per vedere crescere i loro fi-glioletti, per far vedere loro, sin da piccoli,la crudeltà di questo mondo, di questa so-cietà che si è lasciata trascinare dal perbeni-smo e ha fatto sprofondare nella povertà isuoi figli.

Non c’è fatica nel crescere, c’è fatica nelcomunicare ai grandi che il tempo è cambia-to. Incertezza economica, sociale, culturale,relazionale, questi sono dati assodati.

Ma come vogliamo assicurarcelo questofuturo da “adulti”? Non ci si preserva danessun fatica e da nessuna paura, ripartiamoda quelle testimonianze rese sul palco delPalacongressi, lì sta la chiave di lettura diquel vasto movimento di famiglie che vo-gliamo presentare alla società siciliana. Par-tiamo dalle nostre giovani famiglie, dalle lo-ro storie, dai loro sacrifici quotidiani, dal lo-ro assordante silenzio nel compiere il pro-prio dovere per l’amore che nutrono versola famiglia, dilaniata e bombardata dal-l’esterno, fortificata dall’interno, costruitasu una roccia, senza tanto clamore, ma solocon amore!

VV.. MMaarrttoorraannaa

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2 Insieme

Roma, 8 aprile 2012Solennità di Pasqua di Risurrezione

Carissimi confratelli,abbiamo appena concluso la sessione ple-

naria del Consiglio generale, in cui abbiamoriflettuto sul tema e sugli obiettivi del prossi-mo Capitolo Generale. Già prima delle Visite

di Insieme, comeConsiglio, avevamoapprofondito le sfideche riscontravamonella Congregazione;le Visite di Insieme cihanno offerto ulte-riori elementi percomprendere la si-tuazione. Ora, lascelta del tema delCapitolo Generale

intende proprio essere una risposta a tali sfi-de, al fine di aiutare la Congregazione a cam-minare sulle vie che lo Spirito ci indica in que-sto nostro contesto storico.

11.. CCoonnvvooccaazziioonnee ddeell CCGG2277

Nel giorno in cui celebriamo la solenni-tà della Pasqua del Signore sono lieto discrivervi questa lettera, mediante la qualeintendo convocare il Capitolo GeneraleXXVII, a norma dell’articolo 150 delle no-stre Costituzioni.

Esso avrà come tema: “Testimoni dellaradicalità evangelica”. Si tratta di un mo-mento particolarmente importante per noi,essendo il Capitolo «il principale segno del-l’unità della Congregazione nella sua diver-sità» (Cost 146). Avremo modo di rinsalda-re quest’unità riflettendo insieme su comeessere «fedeli al Vangelo e al carisma delFondatore e sensibili ai bisogni dei tempi edei luoghi» (Cost 146). Fin d’ora ci affidia-mo allo Spirito del Cristo Risorto, perché ciillumini e ci accompagni, e a Maria Ausilia-trice, perché ci sia maestra e guida.

Vi invito a guardare a questo evento co-me a una nuova e promettente tappa nella

vita della Congregazione, che dal ConcilioVaticano II ha realizzato un costante e pro-fondo rinnovamento spirituale e pastorale,per essere in grado di rispondere al volere diDio, per un miglior servizio alla Chiesa, infedeltà dinamica a Don Bosco e ai bisogni eattese dei giovani (cf. Cost 146).

Il prossimo Capitolo Generale sarà il27° nella storia della nostra Società. Esso sisvolgerà a Roma presso il “Salesianum” nel-la Casa Generalizia. Avrà inizio il sabato 22febbraio 2014 a Torino, culla del nostro ca-risma; là ci recheremo per respirare aria dicasa, incontrare il nostro padre Don Bosco,attingere alle sorgenti del carisma fondazio-nale, così come abbiamo fatto nel CapitoloGenerale anteriore. Inaugureremo l’assisecapitolare con la concelebrazione Eucaristi-ca nella Basilica di Maria Ausiliatrice e conla visita ai luoghi delle origini salesiane. Par-tiremo quindi per Roma, sede del Capitolo.Come Regolatore del CG27 ho nominatodon Francesco Cereda, che da questo mo-mento ha la responsabilità di accompagnar-ne la preparazione e lo svolgimento.

Il tema scelto riguarda la testimonianzadella radicalità evangelica, che trova nelmotto “lavoro e temperanza” (cf. Cost 18)un’esplicitazione del programma di vita eazione di Don Bosco espresso nel “da mihianimas cetera tolle”. Esso vuole aiutarci adapprofondire la nostra identità carismatica,rendendoci consapevoli della nostra chia-mata a vivere in fedeltà il progetto apostoli-co di Don Bosco. Spesso richiamato nelleVisite d’Insieme, il tema è parso a me e aiConsiglieri generali un elemento essenzialedella nostra spiritualità; la radicalità di vitarappresenta infatti la nervatura interiore diDon Bosco; essa ha sostenuto la sua instan-cabile operosità per la salvezza dei giovani eha consentito il fiorire della Congregazione.

L’argomento è vasto. Vogliamo pertantofocalizzare l’attenzione del CG27 particolar-mente attorno a quattro aree tematiche: vi-vere nella grazia di unità e nella gioia la vo-

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

CCoonnvvooccaazziioonnee ddeell CCGG2277

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3Insieme

cazione consacrata salesiana, che è dono diDio e progetto personale di vita; fare unaforte esperienza spirituale, assumendo ilmodo d’essere e di agire di Gesù obbedien-te, povero e casto, e divenendo ricercatori diDio; costruire la fraternità nelle nostre co-munità di vita e azione; dedicarci generosa-mente alla missione, camminando con i gio-vani per dare speranza al mondo.

11..11.. II ppaassssii ccoommppiiuuttii ppeerr ddeetteerrmmiinnaarree iill tteemmaa

Per la scelta del tema del CG27 siamopartiti dalla vita delle Ispettorie. Infatti inpreparazione alla Visita d’Insieme le Ispet-torie hanno fatto una verifica dell’assimila-zione del CG26 e hanno presentato alcuneprospettive di futuro; esse hanno pure indi-viduato le maggiori realizzazioni degli ultimianni, le sfide più importanti, le risorse perfar fronte al futuro, le difficoltà che stannoincontrando.

Le Visite d’Insieme sono diventate cosìil primo passo di preparazione al CG27,perché ci hanno fatto conoscere lo stato del-la Congregazione nella varietà dei suoi con-testi: i suoi punti di forza e di debolezza, leopportunità e le sfide.

Ricorrente e sentito emergeva il bisognodi vivere con maggiore dinamismo, credibi-lità e fecondità la vita salesiana e la missionegiovanile. Tutto ciò rinviava all’urgenza ditornare a quella radicalità evangelica, che èpropria della nostra consacrazione apostoli-ca e che trova una tipica espressione salesia-na nel binomio tanto caro a Don Bosco “la-voro e temperanza”. Nello stesso tempo,pur con diverse accentuazioni, comparivanoaltre aree tematiche, quali l’inculturazione,le vocazioni, la formazione, il rinnovamentodella nostra presenza educativa pastorale, ilripensamento della pastorale giovanile, lacomunicazione sociale.

Al termine della sessione plenaria delConsiglio Generale del giugno - luglio 2011,ogni Consigliere mi aveva già consegnato lasua proposta in vista del CG27. Anche inquesto caso il tema più indicato, con moti-vazioni e sottolineature diverse, si riferiva albisogno di assicurare maggiore convinzionealla nostra identità («chi siamo»?), alla no-

stra azione («che cosa facciamo»?), alla no-stra proposta educativa pastorale («che cosaoffriamo»?), aspetti tutti che fanno riferi-mento alla radicalità nel vivere la vocazionedi consacrati apostoli.

Il processo per la scelta del tema si èconcluso ora con la riflessione comune, te-nutasi nel raduno straordinario del Consi-glio Generale dal 26 marzo al 4 aprile scor-so. Essa ci ha portato alla definizione del te-ma sopra indicato.

11..22.. OObbiieettttiivvoo ffoonnddaammeennttaallee ddeell tteemmaa

L’obiettivo fondamentale del CG27 èquello di aiutare ogni confratello e comuni-tà a vivere in fedeltà il progetto apostolico diDon Bosco; il CG27 intende quindi, in con-tinuità con il CG26, rafforzare ulteriormen-te la nostra identità carismatica. Tale obietti-vo è esplicitamente presentato negli articoliiniziali delle Costituzioni: noi salesiani infat-ti siamo chiamati a «realizzare in una speci-fica forma di vita religiosa il progetto apo-stolico del Fondatore» (Cost 2); e in questaspecifica forma di vita, «la missione aposto-lica, la comunità fraterna e la pratica deiconsigli evangelici sono gli elementi insepa-rabili della nostra consacrazione, vissuti inun unico movimento di carità verso Dio everso i fratelli» (Cost 3).

La nostra Ratio fundamentalis institutio-nis et studiorum, nel presentare “l’identitàvocazionale salesiana come principio e finedella formazione”, ne fa una sintesi eviden-ziando alcuni tratti fondamentali. Essa dice:«In Don Bosco e nel progetto costituzionalesalesiano emergono gli elementi che defini-scono quello “stile originale di vita e di azio-ne” (Cost 10), che lo Spirito Santo ha susci-tato nella Chiesa, quella “specifica forma divita religiosa” (Cost 2) nella quale “troviamola via della nostra santificazione” (Cost 2)».Tale vocazione fonda tutta la nostra forma-zione (cf. Cost 96).

Sempre secondo la “Ratio”, caratterizza-zione fondamentale della nostra vocazione èdi essere un “progetto di consacrazione apo-stolica”, concretizzato in cinque elementiche definiscono il profilo del salesiano co-me:

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che la nostra regola di vita riconosce la radi-ce della nostra vocazione in Dio e in Cristo,quando afferma che noi salesiani, «aderen-do in modo totale a Dio, amato sopra ognicosa, ci impegniamo in una forma di vita chesi fonda interamente sui valori del Vangelo»(Cost 60).

Evidentemente, la testimonianza perso-nale e comunitaria della radicalità evangeli-ca non è un aspetto che si affianchi agli altri,quanto piuttosto una dimensione fonda-mentale della nostra vita. Per questo saràimportante per noi sviluppare il tema dellaradicalità evangelica, oltre che in riferimen-to alla sequela di Cristo obbediente, poveroe casto, anche tenendo presente gli altriaspetti della nostra consacrazione apostoli-ca.

11..33.. FFrruuttttii aatttteessii ddaallllaa rreeaalliizzzzaazziioonnee ddeell tteemmaa

Come frutti del CG27 ci attendiamo direndere la nostra vita salesiana ancor più au-tentica e perciò visibile, credibile e feconda.Ciò è possibile quando essa si fonda profon-damente e vitalmente in Dio, si radica, concoraggio e convinzione, in Cristo e nel suoVangelo, rafforza la sua identità carismatica.È per questo motivo che, durante il sessen-nio scorso, ci siamo impegnati a tornare aDon Bosco, risvegliando il cuore di ogniconfratello con la passione del “da mihi ani-mas, cetera tolle”. Vivere con fedeltà il pro-getto apostolico di Don Bosco, ossia viverela nostra identità carismatica, ci renderà piùautentici; dalla identità vissuta nascerà visi-bilità, credibilità e fecondità vocazionale.[...]

11..44.. AAllttrrii ccoommppiittii

Oltre l’approfondimento del tema, ilCG27 ha altri compiti particolari. Il primotra questi riguarda l’elezione del RettorMaggiore e dei membri del Consiglio Gene-rale per il sessennio 2014-2020. C’è poil’adempimento e la verifica di alcune richie-ste fatte dal CG25 e dal CG26 o di cambia-menti da essi introdotti. [...]

– educatore e pastore dei giovani anima-to dalla carità pastorale (nn. 30-32);– membro responsabile di una comunità(n. 33);– testimone della radicalità evangelica(n. 34);– animatore di comunione nello spirito emissione di Don Bosco (nn. 35-36);– inserito nella Chiesa, aperto alla storiae in dialogo con la realtà (n. 37).

I recenti Capitoli Generali – e non sitratta ovviamente d’una semplice coinciden-za – hanno sviluppato questi diversi elemen-ti, riconoscendoli come fondamentali. Inparticolare, i CG XXII e XXVI hanno ap-profondito il “progetto di consacrazioneapostolica”: il primo attraverso la redazionedel testo definitivo delle nostre Costituzionie Regolamenti; il secondo cercando di «raf-forzare l’identità carismatica con il ritorno aDon Bosco e risvegliare il cuore di ogni con-fratello con la passione del “da mihi ani-mas”». Tra questi due Capitoli, troviamotutti gli altri elementi caratterizzanti il pro-getto apostolico salesiano: il CG XXIII deli-nea la figura del salesiano come educatorepastore dei giovani; il CG XXIV come ani-matore di comunione nello spirito e nellamissione di Don Bosco; il CG XXV comemembro responsabile di una comunità.

L’ultimo tratto, “inserito nella Chie-sa…”, non è tanto un contenuto specifico,quanto il contesto stesso nel quale il salesia-no vive e lavora. Del resto, ogni CapitoloGenerale si colloca e si realizza dentrol’orizzonte ecclesiale e culturale.

Da questa semplice analisi emerge unacostatazione: l’unico tratto del profilo delsalesiano che non è stato oggetto di appro-fondimento da parte di un recente CapitoloGenerale è il terzo: “testimone della radica-lità evangelica”. In passato la radicalità erariferita prevalentemente ai consigli evangeli-ci di obbedienza, povertà e castità; oggi lateologia della vita consacrata evidenzia cheessa è una chiamata e non una scelta volon-taristica; ha il suo fondamento in Dio e il suoradicamento nel Signore Gesù; si riferisce atutti gli aspetti della vocazione consacrata,comprese la vita fraterna e la missione. An-

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Cari Confratelli e cari amici,vi raggiungo con questo numero di Insie-

me quando ormai l’anno educativo e pastora-le volge al termine e l’attenzione di molti è ri-volta al grande impegno dei Grest, che già da

tempo sta richie-dendo molto im-pegno di organiz-zazione e di pro-grammazione.

Viene sponta-neo un sentimen-to di ringrazia-mento al Signoreper i tanti doniche ha elargito inquesto anno chenon è certamentestato uno dei più

facili. Tante nubi si sono addensate ed altre distanno addensando sul nostro tessuto socialee civile, a seguito della grave crisi economicache stiamo attraversando e che ha richiestosconvolgimenti importanti nel quadro istitu-zionale della nostra nazione. Stiamo vivendomomenti di preoccupazione e di sofferenza eci sforziamo di fare appello alle energie dellafede per continuare a lottare, a stare in fron-tiera, a credere nella necessità ed efficacia del-la missione che il Signore, attraverso don Bo-sco ci ha affidato. Penso in questo momentoai problemi di tante famiglie, legati alla ca-renza di mezzi per vivere, alla crisi del lavoro.Penso soprattutto ai tanti giovani che vedonosfumare le possibilità di trovare un lavoro di-gnitoso e quindi di guardare al futuro con fi-ducia.

È il momento di non mollare, di tenere leposizioni, consapevoli che è il Buon Dio a gui-dare la storia. A volte ciò potrebbero sembra-re contraddittorio, ma è proprio in questi mo-menti di sbandamento che percepiamo quan-to sia importante che non siamo noi, poveriuomini, a determinare il cammino dell’uma-nità e le sorti della nostra Italia.

LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

LL’’oossssaattuurraa ssppiirriittuuaallee ddeell ssaalleessiiaannoo,,sseeccoonnddoo DDoonn BBoossccoo

Vi propongo in questo numero una rifles-sione sul sogno di don Bosco conosciuto comeil sogno dei diamanti. Se ne parlerà abbon-dantemente nel tema pastorale del prossimoanno. Ve ne anticipo alcuni elementi.

LL’’oossssaattuurraa ssppiirriittuuaallee ddeell ssaalleessiiaannoo,, sseeccoonnddooDDoonn BBoossccoo

“Vi predico, e voi scrivetelo ai vostri figliuoli, che la Congregazione fiorirà, si di-laterà miracolosamente, durerà nei secoliventuri [...], infino a tanto che cercherà dipromuovere lo spirito di pietà e di religione,ma specialmente di moralità e di castità”.

(cf. ACS n. 23, pag. 184-185).

“Se potessi imbalsamare e conservare vivi un cinquanta Salesiani di quelli che orasono fra di noi – esclamò un giorno –, da quia cinquecento anni vedrebbero quali stu-pendi destini ci riserba la Provvidenza, sesaremo fedeli. [...] Potrà essere qualche te-sta matta che ci voglia distrutti, ma sarannoprogetti isolati e senza appoggio degli altri.Tutto sta che i Salesiani non si lascino pren-dere dall’amore delle comodità e quindi ri-fuggano dal lavoro”( MB XVII, 645):

IIll SSaalleessiiaannoo vviissiibbiillee ee iill SSaalleessiiaannoo nnaassccoossttoonneell ssooggnnoo ddeeii ddiiaammaannttii

Il sogno dei diamanti è noto a tutti e mioffre lo spunto, anche visivamente efficace,per affrontare il tema della struttura asceti-ca, dell’ossatura del salesiano. Vi rimandoanche al commento che di tale sogno ha fat-to Don E. Viganò, in un noto corso di eser-cizi spirituali. Nel caratterizzare il personag-gio è evidente che Don Bosco riveli una suapreoccupazione fondamentale. Noi lo sap-piamo. Don Bosco non era un teorico, nonera un pensatore speculativo. Amava la con-cretezza, puntava alle realizzazioni possibili.Il personaggio del sogno incarna ciò cheDon Bosco era per i giovani e ciò che desi-derava ardentemente fossero i salesiani.

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“Questo atteggiamento di temperanzava unito a un certo contegno generale disimpatico stile popolano, ricco di buon sen-so e con sufficienti spazi per una sana dosedi furbizia. «Il salesiano – diceva don Rinal-di – deve sapere frenarsi, non va con gli oc-chi chiusi, li apre ma non va più in là: sequesto non sta bene, si ferma. Dominatoredi sé anche nel gioco; misurato con il ragaz-zo che lo fa disperare; capace di tacere, didissimulare, di parlare a tempo debito, di es-sere furbo!»” (Vigano, ibidem).

Ora mi voglio concentrare piuttosto sul-la parte posteriore del manto. Ciò che donBosco ci vuol trasmettere è chiarissimo. Ilcuore oratoriano è il risultato di un cammi-no di ascesi, di conquista di equilibrio, disemplice e profonda spiritualità. Una veracarità pastorale non nasce dal nulla o dasemplici impulsi emotivi o da improvvisi de-sideri di donazione. È il frutto piuttosto diuna vita ben radicata ed orientata in Dio. Al“da mihi animas”, corrisponde direttamenteil “coetera tolle” e vediamo come intendeciò Don Bosco.

Il diamante più splendente sul retro èquello dell’obbedienza. L’obbedienza, perDon Bosco è il centro equilibratore dell’os-satura spirituale del salesiano. Qui è impor-tante sottolineare che la passione giovaniledel salesiano è frutto di un cuore docile, diuna vita non ripiegata su se stessa, ma sinto-nizzata con la volontà di Dio. Con l’obbe-dienza brillano i diamanti della povertà, del-la castità, del digiuno e del premio che, nel-la visione di Don Bosco fanno parte dell’os-satura essenziale della personalità del sale-siano. La carità pastorale, la passione per igiovani trovano la loro linfa in un cuore do-cile (obbedienza), libero (povertà) e indiviso(castità).

È interessante rilevare il significato deldiamante “premio”. La speranza in effetti èsul davanti e chiaramente indica il dinami-smo apostolico nella costruzione del Regnodi Dio…è un elemento visibilissimo. Il pre-mio sta ad indicare l’anelito di cielo, la pro-spettiva del paradiso…”un pezzo di paradi-so aggiusta tutto!

«Nelle fatiche e nei patimenti non di-

“Innanzitutto il protagonista del Sognoè «un uomo di aspetto maestoso» che rap-presenta l’immagine ideale della nostra spi-ritualità. In esso «ogni salesiano, presente efuturo, deve rispecchiarsi». Oggi, a distanzadi un secolo, possiamo comunque affermareche proprio lo stesso Don Bosco «è statosempre in tutta la sua vita l’incarnazione vi-vente di questo simbolico personaggio!».Anzi possiamo ripetere, ancor più suggesti-vamente con don Rinaldi, che «tutti i dia-manti hanno una luce propria, ma tutte que-ste luci non sono che una luce sola: Don Bo-sco!» (Viganò, ACG 300, Profilo del Sale-siano).

Il nostro Padre certamente non ha spie-gato il Sogno in questa prospettiva; non glisarà neppur passato per la mente. Ma l’in-terpretazione perspicace di don Rinaldi neprecisa e concretizza il vero significato.

Anche il testo delle Costituzioni rinno-vate ci parla di «Don Bosco, nostro modelloconcreto», asserendo che «il salesiano studiae imita più da vicino Don Bosco, datogli co-me padre da Dio e dalla Chiesa».

Campeggia sul davanti, sulla parte visi-bile, il diamante della carità unitamente allafede ed alla speranza. Abbiamo abbondan-temente sviluppato questo aspetto nelle me-ditazioni precedenti, sintetizzandolo conl’immagine felicissima del “cuore oratoria-no”. Don Rinaldi dice che questa parte del-la personalità del salesiano si riferisce diret-tamente al “da mihi animas”, alla sua attivi-tà, alla sua missione. Sulla spalla destra è po-sizionato il diamante del lavoro e su quellasinistra quello della temperanza.

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VViissiittaa ssttrraaoorrddiinnaarriiaa ddii DDoonn PPiieerr FFaauussttoo FFrriissoollii

Accogliamo fraternamente Don Pier Fausto Frisoli che visi-terà la nostra Ispettoria ISI dal24 settembre all’8 aprile 2013.

Accogliamo in lui il rappre-sentante del Rettor Maggiore.

«corruptio optimi pessima». Ognuno di noi,purtroppo, ha potuto vedere in questi tem-pi con i suoi propri occhi anche «il rovesciodel salesiano», qua e là, in carne ed ossa! Ilrischio che corre la Congregazione non èimmaginario. Certe linee portanti, così in-tensamente coltivate alle origini, come il la-voro e la temperanza, hanno, oggi, lo spes-sore e la chiarezza dei tempi di Don Bosco?

Il clima soprannaturale e la genuinitàdella spinta pastorale, ossia quell’amore cheè dono dello Spirito del Signore, è ancora lavera anima delle nostre attività e l’atmosferaquotidiana delle nostre case? Alla radice ditutti i nostri impegni c’è davvero un motivod’ubbidienza religiosa? Crediamo ancora al-l’indispensabilità di una sana disciplina checi faccia essere nella pratica di ogni giornoautentici discepoli del Cristo casto, povero,ubbidiente?… Meditiamo, dunque, indivi-dualmente e in comunità questo Sogno am-monitore; riflettiamo sull’appello accoratodel giovane; e, soprattutto, entusiasmiamociper i valori della nostra vocazione, coltivia-moli con cura e trasmettiamoli con fedeltà.Consideriamo sempre la crescita della no-stra vocazione come un’iniziativa dell’Alto esentiamoci invitati anche noi a cantare consincera gratitudine: «Non a noi, Signore,non a noi, ma al tuo Nome da’ gloria!»” (Vi-ganò, ibidem).

7Insieme

menticare mai che abbiamo un gran premiopreparato in cielo». È un motivo di fondoche non appare, ma che da all’attività quoti-diana del salesiano la sua dimensione dieternità. Il pensiero del paradiso aiuta a re-lativizzare il presente proiettandolo nel fu-turo di Dio.

Il sogno ha una sua seconda parte che inqualche modo rappresenta il disfacimentodella personalità del salesiano sia nel suoaspetto visibile che nella sua identità pro-fonda e nascosta.

Non ci è difficile oggi interpretare, nelcontesto culturale in cui viviamo gli elemen-ti disgreganti della nostra identità visibile.La fede diventa irrilevante, le motivazioniumane hanno la meglio (lo psicologismo e ilsociologismo di oggi), l’orizzonte è condi-zionato dalle mode culturali e la carità pa-storale può trasformarsi in ricerca di auto-realizzazione. Al lavoro subentra l’ozio e al-la temperanza una vita borghese, allineata,senza grinta e capacità di aggancio e di at-trattiva.

Più in profondità la personalità visibilesi va disfacendo perché crolla la nervatura,la struttura portante: il “cuore” diventa au-tonomo e insofferente, sempre più condizio-nato dalle cose materiali e diviso tra l’amoredel Dio invisibile e l’attrazione delle creatu-re visibili. La prospettiva del paradiso è so-stituita dall’insofferenza di una felicità terre-na che sembra costantemente sfuggire.

“Il contrasto tra la prima e la secondascena del Sogno è veramente drammatico:

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8 Insieme

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EEBBaarrcceelllloonnaa ((SSppaaggnnaa)),, 99--1111 mmaaggggiioo 22001122

IInnccoonnttrroo EEuurrooppeeoo ddeeii ddeelleeggaattiiiissppeettttoorriiaallii ppeerr llaa ffoorrmmaazziioonnee

I temi trattati in questo incontro sonostati tanti e sono stati partecipati con grandeinteresse.

11°° TTeemmaa -- VVooccaazziioonnee ccoonnssaaccrraattaa SSaalleessiiaannaaee llee ssuuee ffoorrmmee

Su questo tema è intervenuto Don A.Bozzolo che ha presentato “I fondamenticristologici e carismatici della vita consacra-ta salesiana” e successivamente “L’Identità ela formazione del salesiano presbitero e coa-diutore”.

Durante questo anno, seguendo la programmazione dell’agenda ispettoriale, vi sono sta-ti tre incontri dei Giovani Confratelli dei primi cinque anni di sacerdozio. Loro stessi hannodesiderato che ad animare questi incontri fosse don Gianni Mazzali su temi ben specifici.

Gli argomenti che sono stati oggetto di profonda e fraterna riflessione sono: verifica del-le motivazioni vocazionali e disciplina religiosa, la vita fraterna, vivere e lavorare insieme.Aspetti inderogabili del nostro essere educatori.

Questi incontri sono stati caratterizzati da una semplice ed esistenziale presentazione deltema, da una comunicazione fra tutti molto coinvolgente e sentita e da una profonda soddi-sfazione di tutti.

Ci auguriamo che il prossimo anno possa essere continuata l’esperienza fatta.

La relazione è stata molto apprezzata edha provocato interessanti approfondimenti.

Don Cereda e Don Lopez hanno parla-to della figura del salesiano coadiutore sia inordine alla revisione della “Ratio”, come al-l’interno agli studi salesiani nella formazionespecifica.

22°° TTeemmaa -- LLaa ffoorrmmaazziioonnee nneell ccoonntteessttoo ddeell““PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa””

Su questo tema sono intervenuti: DonChrys presentandoci le statistiche prodotte

dal dicastero ed alcuni missiona-ri in Europa che ci hanno narra-to la loro positiva esperienza nel-l’impegno di rivitalizzare il cari-sma salesiano in contesti criticidell’Europa.

33°° TTeemmaa -- LLaa ffoorrmmaazziioonnee aallllaaccaassttiittàà ee aallll’’aaffffeettttiivviittàà..LLaa ffoorrmmaazziioonnee iinntteelllleettttuuaallee

Sono stati presentati dal di-castero della formazione: DonCereda e Don Lopez.

Tutti questi temi sono statidibattuti ed approfonditi nelconfronto dei gruppi.

DDoonn AA.. RRuubbiinnoo

IInnccoonnttrrii ddeeii qquuiinnqquueennnniissttii

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AAZZ

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Dal 28 aprile all’1 maggio 2012 si è svol-to presso il noviziato salesiano di Genzanodi Roma, l’incontro nazionale dei prenovizie novizi. Erano presenti in tutto 40 tra novi-zi e prenovizi e circa una ventina di forma-tori. L’evento che si ripete da più anni hamesso in luce la festosa accoglienza del cari-sma salesiano facendoci sentire subito partedi una grande famiglia. L’amore per Cristo ela passione educativa di Don Bosco ci han-no permesso di instaurare amicizie con ra-gazzi che condividono lo stesso sogno.

I momenti cruciali di questo evento so-no stati: la “ruota” tra novizi e prenovizi esuccessivamente l’incontro di questi ultimitra di loro. In tale occasione abbiamo avutoanche la possibilità di visitare i luoghi diDon Bosco nella città capitolina, recandocialla Basilica del Sacro Cuore, per scopriredove posò i suoi passi Don Bosco. Abbiamoanche celebrato la S. Messa all’altare di Ma-ria Ausiliatrice, presieduta da Don FabioAttard. In questi giorni di grazia molti sonostati gli ospiti che con la buonanotte hannodonato momenti di riflessione personale.Con l’impegno di sostenerci nella preghiera,ci siamo salutati con l’augurio che ognunopossa intraprendere la strada che il Signoreha in progetto per ciascuno. RingraziamoDon Luigi Calapaj per averci accompagnatoin questa fantastica esperienza, pregandoper lui affinché possa accompagnare moltigiovani a un chiaro discernimento vocazio-nale.

GG.. CCaarrddaacciioottttoo e AA.. PPaallmmaaPrenovizi

FFaacccciiaa aa FFaacccciiaa

IISSII ee ““PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa””In questi anni nell’Ispettoria della Sicilia in ordine al Progetto Europa si è fatto un progres-

sivo percorso di conoscenza e di coinvolgimento.L’Ispettore ed il Referente per il PE lo hanno presentato ampiamente nel Consiglio Ispetto-

riale, dove si è programmato un piano di comunicazione e dibattito in tutta l’Ispettoria a diversilivelli. Si è presentato e dibattuto con i Direttori delle Comunità, con i vari incaricati dei settori edegli ambienti pastorali ed infine si è chiesto di farlo oggetto di condivisione in tutte le Comuni-tà dell’Ispettoria. L’Ispettore ne ha fatto oggetto di approfondita comunicazione nelle sue letteremensili a tutte le comunità. L’interesse è stato variegato, in quanto non sempre si vedevano chia-ri e ben definiti gli obiettivi che il Progetto Europa si prefigge e gli strumenti e le mete necessari.Comunque possiamo dire che ormai la necessità di promuovere, con rinnovato vigore, il carismasalesiano in Europa è condiviso da tanti confratelli e laici. Infatti anche i Laici collaboratori sonostati coinvolti nella conoscenza di questo progetto e anche loro hanno espresso dubbi e prospet-tive. Tutto questo processo di conoscenza e di mentalizzazione sul PE ha prodotto anche dellepiccole scelte, quali: L’invito di alcuni confratelli spagnoli a predicare gli Esercizi Spirituali ai con-fratelli della nostra Ispettoria.

Ha suscitato il desiderio e la richiesta di un giovane confratello a rendersi disponibile, comemissionario, anche per il PE. A programmare esperienze di gruppi giovanili nel periodo estivo inAlbania. Ora ci aspettiamo che la Congregazione promuova interventi concreti e ci faccia cono-scere quali esperienze sono in atto e quali risultati prospettici si possono già cogliere.

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EEIIttiinneerraarrii iissppeettttoorriiaallii

DDiiaarriioo ddii bboorrddoo ddeellllaa PPGGSi stanno concludendo, dopo la festa di

Pasqua, i vari itinerari ispettoriali che sonostati realizzati lungo tutto l’anno.

Lunedì 23 aprile a San Cataldo c’è stato l’iinn--ccoonnttrroo ddeeggllii iinnccaarriiccaattii ddii OOrraattoorriioo. I temiall’ordine del giorno sono stati i seguenti: siè fatto il punto della situazione sul ProgettoOratorio locale, sono state presentate leesperienze estive e si è lavorato sul tema del-l’emarginazione e del disagio all’interno de-gli oratori di Sicilia offrendo un contributoalla revisione del piano ispettoriale di emar-ginazione e disagio che verrà rielaborato econsegnato ai confratelli a fine agosto.

Il 28-29 aprile si è svolto l’ultimo incontrodel percorso GGRR AADDOO che è stato caratte-rizzato dall’inserimento di questo percorsoall’interno della Giornata Mondiale di pre-ghiera per le Vocazioni celebrata a Catania.I tre gruppi, che ordinariamente si incontra-no al Tabor, ad Alcamo e a Montagna Geb-bia, si sono radunati a Catania per celebrarequesto evento ecclesiale.

Il 5 e 6 maggio si è svolto l’ultimo incontrodel GGRR LLeeaaddeerr accompagnando i ragazzi afare sintesi del percorso vissuto in questoanno e stimolandoli a continuare il loro per-corso di formazione a livello ispettoriale at-traverso i campi estivi e la partecipazionecol nuovo anno ai GR.Contemporaneamente si è svolto l’ultimoincontro del GGRR ddiisscceerrnniimmeennttoo.

L’8 maggio a Palermo e il 29 maggio a Cata-nia si è realizzato l’ultimo incontro di ffoorrmmaa--zziioonnee ggeenneerraallee ppeerr ttuuttttii ii 113355 ggiioovvaannii ddeellSSeerrvviizziioo CCiivviillee, riflettendo in particolar mo-do sul tema della mentalità progettuale e dellavoro di rete sull’esempio di Don Bosco.

Il 12 e 13 maggio si è celebrato a Catania laccoonnsseeggnnaa ddeell ccrroocciiffiissssoo mmiissssiioonnaarriioo aaii vveenn--ttiicciinnqquuee ggiioovvaannii cchhee ppaarrttiirraannnnoo ppeerr lleeeessppeerriieennzzee eessttiivvee andando alcuni in Mada-gascar e altri in Albania, il tutto è avvenutoalla presenza dell’ispettore e all’interno del-l’ultimo incontro di ssccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà.

Sempre nello stesso fine settimana a Roma siè svolta la ccoonnssuullttaa nnaazziioonnaallee MMGGSS. Tra itanti temi all’ordine del giorno, una parteimportante è stata l’elezione della nuova se-greteria nazionale MGS composta da 4 gio-vani. Uno dei quattro giovani eletti è sicilia-no, si chiama Orazio Peluso, dell’oratoriosalesiano di Modica, mentre come coordina-tore nazionale MGS è stato eletto Renato,un giovane laziale che nei prossimi 3 anniguiderà il percorso del MGS Italia.

Dal 15 al 17 maggio sono state realizzate leccoonnssuullttee zzoonnaallii MMGGSS. Due i temi all’ordinedel giorno: la verifica del cammino ispetto-riale e zonale dell’anno e la presentazionedelle attività estive. Le consulte sono staterealizzate a Catania, Messina, Palermo,Mazzarino e Ragusa.

Il 20 e il 21 maggio a Montagna Gebbia èstata celebrata la vveerriiffiiccaa iissppeettttoorriiaallee che hacoinvolto domenica pomeriggio il settoreoratorio e parrocchia mentre il lunedì matti-na si è verificato il settore formazione e fa-miglia salesiana. È stata rinviata, invece, laverifica del settore scuola e CFP che si rea-lizzerà sabato 23 giugno.

Dal 25 al 27 maggio circa 800 persone han-no partecipato al settore “MMiinnii”” ee ““SSccuuoollee””ddeellllee PPGGSSiiaaddii e dal 7 al 10 giugno altre 800persone hanno partecipato al sseettttoorree ““GGiioo--vvaanniillee”” ddeellllee PPGGSSiiaaddii. L’esperienza ha valo-rizzato il calcio, la pallavolo e il basket comeluogo di incontro ed ha offerto un momen-to di formazione sulla figura di Nino Baglie-ri e la celebrazione eucaristica.

Domenica 27 maggio è stata realizzata l’ulti-ma ccoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee MMSSGG all’interno del-la quale si è fatta la verifica dell’anno pasto-rale e la programmazione dell’estate 2012.

Dal 31 maggio al 3 giugno è stato celebratoil ppeelllleeggrriinnaaggggiioo iissppeettttoorriiaallee aaii lluuoogghhii ddiiDDoonn BBoossccoo al quale hanno partecipato 150giovani e adulti provenienti dalle varie casedella Sicilia. (Per maggiori informazioni leg-

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EEgete l’articolo specifico che trovate sempresu questo numero di Insieme)

Prima dell’inizio dei grest sono stati celebra-ti dei mmoommeennttii zzoonnaallii ddii ffoorrmmaazziioonnee aannii--mmaattoorrii ssuullllaa ffiigguurraa ddii GGiioovvaannnnii BBoossccoo aaCChhiieerrii,, mmooddeelllloo ddeellll’’aanniimmaattoorree ssaalleessiiaannoo.La giornata ha avuto come centro la forma-zione attraverso alcuni laboratori interattivisu 3 degli elementi centrali della vita di Gio-vanni Bosco e del buon animatore salesiano:dimensione della preghiera e della spiritua-lità, dimensione del servizio agli altri, di-mensione del sacrificio e dell’impegno. Do-po il momento di formazione gli animatorihanno vissuto un momento di gioco e frater-nità e hanno concluso la serata con una ve-glia di preghiera all’interno della quale han-no ricevuto il mandato animatori.

PPrroossssiimmii aappppuunnttaammeennttii

CCaammppii PPrreeaaddoolleesscceennttii

MGS Ragazzi (V elem. – II media): 13-15giugno; PGS Mini e propaganda: 7-13 lu-glio; PGS Under 14, Under 16: 14-20 luglio; MGS Leaders (II – III media): 9-11 settem-bre.

CCaammppii AAddoolleesscceennttii

MGS Casa Tabor - campo vocazionale: 15-18 giugno; PGS Under 14, Under 16: 15-21luglio; MGS PA S. Chiara - campo lavoro eanimazione: 2-12 agosto; MGS Casa Tabor -campo lavoro e preghiere: 5-12 agosto;MGS Animatori biennio – triennio: 25-28agosto.

CCaammppii GGiioovvaannii -- EEdduuccaattoorrii -- FFaamm.. SSaalleessiiaannaa

MGS CT Librino – animazione: 8 giugno-3agosto; CGS Animatori e tecnici: 28 giugno-1 luglio; PGS Alleducatori e tecnici: 21-29luglio; VIS Madagascar: 24 luglio-22 agosto;VIS Albania: 1-20 agosto; MGS PA S. Chia-ra - campo lavoro e animazione: 2-12 agosto; ASC Esercizi Spirituali Cooperatori: 3-5agosto; MGS Casa Tabor - campo lavoro epreghiera: 5-12 agosto; ASC Campo Fami-glie: 18-21 agosto; ASC Campo Giovani: 23-26 agosto; VIS Settimana di Educazione Al-la Mondialità: 25 agosto-1 settembre; VISHarambée missionario Torino: 29-30 set-tembre.

DDoonn MM.. MMaazzzzeeoo

AAnniimmaazziioonnee VVooccaazziioonnaallee

CCoonncclluussiioonnee iittiinneerraarrii GGRRA conclusione dell’anno pastorale 2011/2012 “Anche io do la mia vita”, di cui rendiamo

grazie al Signore per quanto abbiamo vissuto e condiviso con e per i nostri giovani, desideroconsegnarvi qualche considerazione e alcuni dati che sono stati svolticon grande intensità ed anche con un po’ di fatica. In verità più cheuna conclusione dell’anno pastorale, vorrebbe essere anche una ulte-riore spinta a quanto ancora siamo chiamati a realizzare.

Come tutti già sappiamo, il settore dell’Animazione Vocazionale(AV) della nostra Ispettoria ha offerto diversi itinerari di formazionecristiana e di discernimento vocazionale. Questi itinerari, che sono unelemento essenziale della Pastorale Giovanile, hanno come scopoprioritario quello di aiutare i nostri ragazzi a far scelte responsabili divita alla luce della fede ed a confrontarsi gradualmente con la vita con-sacrata salesiana. La valutazione di questi itinerari è stata positiva e va-riegata negli esiti; per maggiori informazioni a riguardo, vi rimando aidettagli della relazione che l’Ispettore, Don Gianni Mazzali, ha conse-gnato a tutti i confratelli durante la verifica ispettoriale di maggio.

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EE Una prima considerazione riguarda unasollecitazione che il Rettor Maggiore ci con-segna nella Strenna 2012; Don Chavez inco-raggia ciascun salesiano e membro della Fa-miglia Salesiana a “prendersi cura dei giovanidi oggi e ad aiutarli nella ricerca di senso del-la loro vita e soprattutto offrendo percorsi dicrescita nella conoscenza e nell’amicizia con ilSignore Gesù, nell’esperienza di una Chiesaviva, nell’impegno concreto di vivere la lorovita come una vocazione”. È quanto que-st’anno ci siamo prefissati di realizzare of-frendo proposte valide per il loro cammino,le loro scelte di vita e la loro felicità presen-te e futura. Infatti, gli itinerari GR sono tut-ti pensati come un’esperienza forte da vive-re all’insegna dell’ascolto della Parola diDio, della vita sacramentale, della condivi-sione e dell’amicizia per aiutare ogni adole-scente e ogni giovane a pronunciare con laloro vita un grande sì a Dio. Credo di poteraffermare che se da parte nostra (salesiani,educatori e laici) ci fosse una maggiore acco-glienza, conoscenza ed una proposta piùconcreta ai nostri destinatari degli itinerariGR, si favorirebbe di più un consolidamen-to della “cultura vocazionale” nelle nostrecase.

Un dato sorprendente che abbiamo ri-scontrato quest’anno è stato l’ampliamentodegli itinerari GR in tre zone della Sicilia. Leopere salesiane di Alcamo, Montagna Geb-bia e Casa Tabor hanno accolto circa 250partecipanti nei diversi week end dell’anno:

il “GR Leader”, che ha visto coinvolti i prea-dolescenti di 2° e 3° media, è stato l’itinera-rio più numeroso, con una quantità elevatadi partecipanti rispetto al “GR Ado”; que-st’ultimo, invece, ha interessato i ragazzi e leragazze di scuola superiore: vi hanno parte-cipato, in modo costante, un centinaio diadolescenti.

Gli itinerari del “GR Discernimento” edel “GR Scelta” erano concentrati solo a Ca-sa Tabor con un numero esiguo di parteci-panti provenienti da varie parti della Sicilia.

Non mi resta che concludere questo sin-tetico resoconto volgendo il pensiero ai nu-merosi destinatari incontrati quest’anno.Tanti di loro hanno maturato un’idea ferialedi vocazione, capace di dare senso alle pic-cole scelte della vita quotidiana: dai rappor-ti con gli amici alle dinamiche affettive, dal-l’ampliamento delle possibilità espressive aldivertimento, dalla coltivazione del propriopotenziale umano alla ricerca di stili di vitadistintivi. È bello constatare come nei nostridestinatari si sta diffondendo un’idea ferialedi vocazione, capace di “nobilitare” in qual-che modo l’esperienza ordinaria; ma a fian-co di questo orientamento, vi è una chiaratendenza a riconoscere l’importanza di vo-cazioni più impegnative, come una sorta dinostalgia di grandi orizzonti che si produceanche in chi è costretto a vivere nel mare(coinvolgente, anche se limitante) della quo-tidianità.

DDoonn DD.. LLuuvvaarràà

CCaammppoo VVooccaazziioonnaallee 22001122

“Conosciamo Don Bosco… un DONO di Dio per i giovani” è il tema che ha accompagnato i giovani del Campo VOC 2012 e richiama in sintesi uno degli obiettivi del percorsopastorale di quest’anno.

Ad alta quota, fra le pendici dell’Etna, in un clima puro di intensa fraternità, nove giovanihanno riflettuto e dialogato sul senso della vocazione. Erano attrezzati del necessario per lepasseggiate ed il lavoro manuale ma soprattutto per le intense attività del giorno (preghieracomunitaria, ascolto della Parola di Dio, servizio e condivisione quotidiana della pulizia de-gli ambienti, della preparazione della mensa).

Non sono mancati dei riferimenti espliciti alla vita di Don Bosco e alla sua capacità di sognare in grande il suo futuro; inoltre, sono state offerte due belle riflessioni bibliche voca-zionali tenute da Don Paolo Fichera. Per facilitare ciò sono stati consegnati alcuni testi e sus-

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sidi utili per l’approfondimento e la rifles-sione personale. Il Campo si è svolto dal 15al 18 giugno presso il centro di spiritualità“Casa Tabor”. I partecipanti provenivanoda vari contesti: erano presenti coloro cheavevano frequentano i percorsi GR (Ado eScelta) ed alcuni che se-guono un cammino for-mativo e spirituale neigruppi parrocchiali, asso-ciativi e oratoriani in cuiemergono caratteristichedi profonda spiritualità,disponibilità al servizio eall’animazione.

Come è stato accen-nato prima, non sonomancati momenti di pre-ghiera personale in silen-zio, di fraternità, di con-divisione, di servizio gra-tuito, di svago, di collo-qui individuali con i sale-siani presenti e l’incontroreciproco così come losperimentare concreta-mente il significato di undonarsi per il Signore e il prossimo.

L’ultimo giorno del Campo, durante lacelebrazione dell’Eucaristia, Don MarcelloMazzeo ha invitato i presenti ad essere coraggiosi apostoli in mezzo ai coetanei egioiosi testimoni della Verità anche quando

seguire il Signore e il Vangelo diventa diffi-cile e arduo. Ad ognuno di loro è stata consegnata un’icona di Don Bosco come ricordo del Campo.

Infine, i campisti sono stati stimolati adavere un cuore docile, un cuore pronto in

ascolto della voce di Dio, pronti ad acco-glierla con adesione generosa e fedele. I gio-vani oggi hanno delle antenne molto svilup-pate nella capacità di percepire una vita chesa farsi DONO e SERVIZIO per gli altri.

DDoonn DD.. LL..

é Pedara: Foto di gruppo - Campo VOC 2012.

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EEAAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa -- VVIISS

SSccuuoollaa ddii MMoonnddiiaalliittàà::uunn mmoonnddoo ddaa ssccoopprriirree

Volge al termine la oltre ventennale edi-zione della Scuola di Mondialità a cura delVIS Sicilia che anche questa volta è riuscitaa coinvolgere tante persone, soprattutto gio-vani, presso i Salesiani di Don Bosco conl’intento di sensibilizzare i partecipanti sultema della migrazione. Tale esigenza nascedalla constatazione che ancora oggi milionidi persone vivono in condizioni di estremapovertà e di abbandono sociale, e dunquedalla voglia di venir loro in aiuto. Prima ditutto rifiutando la logica dello scarica barilee impegnandosi ad approfondire le realicause del sottosviluppo. In secondo luogo,cercando di intervenire in maniera efficacecon soluzioni adeguate.

Il primo incontro ha visto protagonistialcuni profughi africani ospitati a Piazza Ar-merina. Essi hanno raccontato la loro perso-nale esperienza di fuga dai rispettivi Paesid’origine (Ciad e Nigeria), denunciando leangherie subite: estorsioni, violenze, prigio-nia. Storie di ordinaria crudeltà che il piùdelle volte non trovano spazio nei media na-zionali, preoccupati solo di creare un falso edisonesto allarmismo, paventando una fan-tomatica invasione di immigrati venuti a ru-

barci il lavoro. A questo riguardo, partico-larmente illuminante è stato l’intervento deldiacono Santino Tornesi, direttore dell’Uffi-cio Migrantes della diocesi di Messina, ilquale ha presentato il Dossier Statistico Mi-grantes 2011 illustrando le cause delle mi-grazioni, l’entità dei flussi migratori, le pro-venienze e le destinazioni dei migranti.

Al terzo incontro si è passati a quella chepotremmo definire un’ inversione dei ruoli.Tramite le testimonianze di Don GiovanniCorselli e di Valentina Mazzeo, abbiamo po-tuto apprendere da due diverse posizioniquale impatto ha avuto e continua ad averesu di loro l’esperienza missionaria: il primoè un pioniere delle missioni salesiane in Ma-dagascar, mentre Valentina è stata volontariainternazionale per un anno, anche lei in Ma-dagascar, prestando le sue competenze inqualità di medico. Come dicevo prima af-frontando il tema delle migrazioni da questaprospettiva si ha un capovolgimento deiruoli. In questo caso, il punto di vista non èpiù quello di persone povere che scappanodalle loro case natie nella speranza di mi-gliorare le proprie condizioni di vita e rag-giungere mete in cui il benessere è cosa co-

mune, bensì di due personeche abbandonano le loro po-sizioni “privilegiate” di citta-dini di uno Stato ricco perarrivare a condividere la po-vertà e le sofferenze dellagente di un Paese economi-camente insignificante.

Durante il quarto ed ulti-mo incontro sono stati dav-vero preziosi i contributi del-l’Ispettore dei Salesiani di Si-cilia, Don Gianni Mazzali, diDon Paolo Fichera e del sale-siano Taban Charles del SudSudan. L’intervento di DonGianni si colloca in un’ampiaFoto di gruppo - Scuola di Mondialità.

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EEsfera che racchiude le sfumature dei terminiglobalizzazione, multiculturalità, intercultu-ralità, integrazione, dialogo etnico, ecc…Traendo spunto dai documenti della Chiesa,Don Gianni ha posto l’accento sul fatto di“considerare i migranti non come mera for-za lavoro, bensì soggetti di diritti fondamen-tali e inalienabili che vanno rispettati in ognicaso. L’opera educativa deve aiutare a supe-rare paure, pregiudizi e diffidenze, promuo-vendo la mutua conoscenza, il dialogo e lacollaborazione. La comunità cristiana educaa riconoscere in ogni straniero una personadotata di dignità inviolabile, portatrice diuna propria spiritualità e di un’umanità fat-ta di sogni, speranze e progetti”.

Don Paolo ha proseguito illustrando iltema delle migrazioni nella Bibbia,interpretandone i parallelismi conla vita di oggi, riservando un focusparticolare all’attuale condizionedello straniero. Infine, riprendendoil pensiero dei padri del deserto hacosi concluso il suo intervento: “IlCristo dai cieli, dal seno del Padre,si è fatto straniero per noi sulla ter-ra […] Farsi anche materialmentestranieri in mezzo a genti di lingua,cultura, mentalità, costumi diversidai nostri è un modo di mettersi piùradicalmente nelle mani del Signoree di sperare di essere afferrati piùtotalmente dal suo amore”. La testi-monianza di Don Charles ha messoin risalto come la vocazione sia an-che un riconoscimento d’amore neiconfronti del Signore, il quale ci guida lun-go il cammino stretto e tortuoso che condu-ce alla Vita eterna.

A pochi giorni dalla sua conclusione, miè stato chiesto di scrivere le mie impressionisulla Scuola di Mondialità, della partenzaper il Madagascar che raggiungerò insiemead altri compagni di viaggio con i quali hoiniziato questo cammino. Io stesso mi chie-do se e a cosa mi è servito frequentare laSdM. Vi sono tanti motivi. Primo fra tutti laSdM è stata l’occasione per sentirmi davve-ro in comunione con persone speciali, ognu-na a suo modo. Ciascun incontro, oltre ad

essere un momento di formazione, ha rap-presentato anche l’occasione per fare nuoveconoscenze, per trascorrere piacevoli seratedi fraternità. Ho potuto sperimentare la ric-chezza spirituale dell’incontro con altri checome me credono e vogliono contribuireumilmente a gettare le basi per un mondomigliore, più equo, più solidale e più rispet-toso dei diritti umani.

Non sono mancati momenti di commo-zione di fronte alle testimonianze reali deimigranti. Ma anche per questo sento di do-ver esprimere il mio grazie. Vivere tutti gliincontri della SdM è stato per me fonte digioia. Anche quando non mi era ancora pie-namente chiaro il significato di quelle testi-monianze. Mi sono reso conto di quanto sia

fondamentale mettersi prima di tutto inascolto dell’altro, capirne i bisogni, nonsempre strettamente materiali. L’azione èuna conseguenza quasi naturale. Non riesco,pur sforzandomi, a trovare degli aspetti“critici” o delle cose negative. Chissà, forseal mio ritorno dal Madagascar potrò lamen-tare qualche mancanza nella preparazione,ma per adesso il mio pensiero è proiettatoverso quello che è per me il significato delcrocifisso missionario che mi è stato conse-gnato, cioè rendere più sopportabile il pesodella croce delle persone cui vado incontro.

GG.. VVeenneezziiaannoo

é I partenti 2012 per il Madagascar e l’Albania.

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EEAAssssoocciiaazziioonnii -- PPGGSS

PPGGSSiiaaddii rreeggiioonnaalliiLe Pigiessiadi regionali, organizzate dal

Comitato regionale delle Polisportive Giova-nili Salesiane, si confermano una manifestazio-ne di spessore per confronto sportivo e capa-cità di coinvolgere numerosi giovani in una ve-ra relazione educativa.. Millequattrocento ipartecipanti alle competizioni del 25 maggio edel 7 giugno articolate nelle diverse categoriedel settore giovanile e dell’attività di base ne-gli sport a squadra tradizionali del calcio a cin-que, volley, basket. Dopo tre edizioni consecu-tive dominate dal Comitato di Catania, que-st’anno è la volta del Comitato di Messina chesi aggiudica per la prima volta il Trofeo SiciliaPgs, assegnato per avere conseguito il maggiornumero di titoli ( cinque su nove) con le squa-dre della rispettiva provincia.

La prima sessione, riservata alle categoriePropaganda e Mini, ha visto alla ribalta i giova-nissimi atleti provenienti da tutte le provincesiciliane, impegnati nelle diverse gare. Nel Mi-ni calcio spiccano la Giovanni Paolo II diMessina e l’Orsa Barcellona; nel mini volleysono le piccole pallavoliste dell’Ilga di Palago-nia a fare la differenza. Nel calcio propagandafa la differenza l’Orsa Barcellona, seguita dalSanta Chiara di Palermo e dai ragazzi del DonBosco di Catania. Nel volley propaganda l’I.F.Cral di Palermo ha la meglio sull’Ardor Gela.Molto agonismo nell’attività scolastica che havisto impegnati Scuole medie e Licei di Cata-nia e Palermo (S. Francesco di Sales e MariaAusiliatrice di Catania, Don Bosco Ranchibilee Maria Adelaide di Palermo): stravincono iragazzi del Don Bosco Ranchibile sia nei tor-

nei di pallavolo che di calcio a cinque, benenella pallacanestro il Maria Ausiliatrice di Ma-rio Condorelli.

Seconda sessione. Trionfa il Savio Messinanella pallavolo femminile aggiudicandosi i ti-toli Under 14, Under 16 e Under 20. Bene nel-la libera femminile il Sirio Barcellona che laspunta nel girone unico sul Trinacria Acireale,ben guidato da Luciano Zappalà. Nel volleymisto si conferma la supremazia della Pallavo-lo Bronte. Nel calcio a cinque, la sfida più en-tusiasmante è stata nella categoria Libera dovela finale è stata disputata tra la Vigor San Ca-taldo e la Informagiovani di Valverde. La Vi-gor si conferma campione regionale batendo4-2 in finale gli etnei. Derby tutto modicanonell’Under 15 dove la finale ha visto prevalerel’Happy Panda sull’Orsa Modica per 3-2.L’unico oro a Trapani arriva grazie al successodel Madre Teresa di Marsala nell’Under 17 chebatte in finale ai rigori il S. M. Salette. L’Under19 vede protagonista la Pgs Savio Messina gui-data da Enzo Timpano, in un combattivo giro-ne dove spiccano il Sales Catania e il SantaChiara di Palermo. Centralità è stata anche da-ta alla formazione nell’esperienza del villaggio.Infatti, tutti i gruppi si sono soffermati a riflet-tere sul valore della vita grazie all’esperienzadel giovane Nino Baglieri, il cui cammino dibeatificazione è iniziato lo scorso marzo. Lohanno fatto attraverso dei break formativi cu-rati dal Don Marcello Mazzeo e Sr. Assunta DiRosa, responsabili della pastorale giovanile deiSalesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice inSicilia. A curare la presenza carismatica cihanno pensato i due referenti delle Congrega-zioni Don Edoardo Cutuli e Sr. Rosetta Calì.

Soddisfatto il Presidente regionale Mauri-zio Siragusa per l’impegno profuso da tutti icomitati territoriali nel corso dell’anno sporti-vo che ha consentito una così ampia e motiva-ta partecipazione a queste finali regionali: “Inun momento storico come quello che stiamo vi-vendo, in cui la crisi economica sfibra in manie-ra consistente il tessuto sociale, affermare conforza il valore dello sport come esperienza posi-tiva di leale competizione e occasione di con-fronto ci conforta e ci impegna a continuare nel-la nostra opera educativa”.

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A un anno di distanza, i Delegati per laComunicazione Sociale delle Ispettorie sale-siane d’Europa si sono ritrovati a Lisbonaper fare il punto della situazione. Tra l’atten-zione all’evoluzione della comunicazione,soprattutto nell’ambito digitale, e la condi-visione di alcune iniziative è emerso un temanuovo: la spiritualità del salesiano comuni-catore.

“Siamo interessati a conoscere e condi-videre la spiritualità del salesiano comunica-tore non come nuovo contenuto, ma comeesperienza interiore di chi si occupa dellacomunicazione. – ha sottolineato don Fili-berto Gonzalez, Consigliere per la Comuni-cazione sociale – Salesiani, e negli ultimitempi sempre più laici, sono impegnati inquesto campo che come ogni abito pastora-le comporta un impegno e, a volte, un affa-ticamento interiore. Non è secondario pernoi, impegnati nella comunicazione sociale,ricordare costantemente le nostre due pas-sioni: Dio e i giovani”.

Ampio spazio è stato dedicato alla pre-sentazione del lavoro che si svolge nelle 23Ispettorie rappresentate a Lisbona presso lacasa delle “Irmãs Franciscanas Hospitalei-ras da Imaculada Conceição”. Sono interve-nuti, in qualità di ospiti un salesiano e unalaica dell’Ispettoria brasiliana di Recife.

È il terzo anno che il Dicastero per laComunicazione Sociale promuove gli incon-tri dei Delegati CS a livello europeo al finedi offrire una visione ed un contributo con-tinentale.

È emerso un quadro variegato di cam-mini e iniziative che evidenzia da una parteun forte impegno di alcune ispettorie e dal-l’altra un raffreddamento e un calo d’inte-resse di altre nell’ambito della comunicazio-ne. Diverse sono risultate anche le qualità ele modalità di collaborazione all’interno del-le Ispettorie tra gli ambiti della missione sa-lesiana: pastorale giovanile, missioni e co-municazione sociale. Se da una parte è bensviluppata la presenza delle Ispettorie nelweb (siti istituzionali e delle opere) e la mis-sione giovanile (siti mgs e riviste multime-

diali), dall’altra mancaun’azione mirata alla for-mazione iniziale e, so-prattutto, permanentedel salesiano.

Dalle relazioni pre-sentate è emerso l’impe-gno in alcune Ispettorienel presentare e applica-re il Sistema Salesiano diComunicazione Socialerinnovato e presentatopoco più di un anno fa.

Da: ANS, Lisbona 7 maggio2012.

IInnccoonnttrroo aa LLiissbboonnaa

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II SSaalleessiiaannii iinn EEuurrooppaa::““PPrrooffeettii ddeell VVaannggeelloo””

All’assemblea USG (26-28 maggio2010), Don Pascual Chavez, Rettor Maggio-re dei salesiani, ha messo in risalto la con-traddizione che l’Europa sta vivendo: si ri-conosce nelle istituzioni fondate nel cattoli-cesimo, ma le disattende come se le stessefossero “senza religione e senza Dio”.

L’impegno precipuo della congregazio-ne salesiana è nel “Progetto Europa”, pro-iettato a rilanciare la presenza salesiana nelvecchio continente.

Il tessuto sociale dell’Europa vive unacrisi profonda poiché è «caratterizzato dallairrilevanza della fede, dalla privatizzazionedella religione, dalla disaffezione verso laChiesa, dalla dissoluzione della famiglia,dalla rottura degli anelli della trasmissionedella fede e dei valori». Siamo di fronte al«rifiuto di tutto quanto possa dirsi cattoli-co». La fede, il Vangelo, la vita consacratasono un dono di Dio per la Chiesa e per ilmondo. «Io mi auguro, ha concluso donChavez, che possiamo uscire da questo mo-mento storico, convinti che abbiamo un fu-turo, perché questa Europa ha bisogno piùche mai del Vangelo, anche se esplicitamen-te lo rifiuta». Esso è un dono di Dio per laChiesa e per il mondo è il viatico contro il ri-fiuto sistematico della fede e dei suoi princi-pi.

Nell’incontro dei referenti (4-6 maggio2012), a Lisbona, in cui erano rappresentate19 ispettorie, è stata proposta la rivitalizza-

zione dei principi fondamentali attraverso iquali si deve rilanciare il carisma salesianonel vecchio continente.

“Vita Consacrata in Europa: impegnoper una profezia evangelica” è il tema prin-cipale dell’incontro in cui si è relazionatoquanto si sta realizzando nelle singole Ispet-torie. Tutto a seguito dell’incontro di Gen-zano di Roma (2011): divulgare e dare am-pia conoscenza delle attività e realtà presen-ti nelle varie regioni d’Europa.

Il Consigliere per le Comunicazioni So-ciali, Don Filiberto Gonzalez, animatoredell’incontro, ha ribadito che l’impegnoprincipale della Congregazione in Europa èl’educare e l’evangelizzare i giovani, com-prendendo le nuove condizioni storiche,culturali e socio economiche dell’Europa.

L’evangelizzazione è la vocazione uni-versale e sempre urgente del “Progetto Eu-ropa”: il continuo impegno nel dibattito so-ciale inerente i problemi attuali, la “sequelaChristi”, l’operato tra i giovani sono le sfideche i salesiani sono chiamati ad affrontare.Certi i risultati puntando nella formazionedei giovani attraverso la qualità, la testimo-nianza del credo salesiano e la «formazionedel cuore» (cfr. Deus Caritas est, 31).

“Credo, scrive Fr. José Rodríguez Car-ballo, Ministro generale OFM, in una vitaconsacrata europea che con una visione delfuturo, fantasia e creatività evangeliche, siacapace di aprire presenze inedite di testimo-nianza, collocandosi in posizioni di avan-guardia evangelizzatrice, come sale della ter-ra, luce del mondo e lievito nella massa, an-nunciando Cristo ai vicini e ai lontani, da ciòche ha visto e udito (cf. 1Gv 1,13), e intro-ducendo gli uomini e le donne nel misterodell’amore di Dio. Una vita religiosa cheavendo saziato la sua sete alla sorgente cheestingue definitivamente la sete, come la sa-maritana, diventa messaggio”.

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VVeerrssoo uunn mmoovviimmeennttoossaalleessiiaannoo ddii ffaammiigglliiee

Il profumo di don Bosco ha invaso, per laseconda volta consecutiva, la Valle dei Tem-pli di Agrigento dove si è svolta, domenica22 aprile, la “1a Convention delle Famiglie”,organizzata dalla Consulta Regionale dellaFamiglia Salesiana di Sicilia al Palacongressidi Villagio Mosè, sul tema: “Famiglia, è tem-po di… rispondere alla sfida educativa”.

Oltre duemila persone presenti al Pala-congressi di Agrigento con la famiglia nelcuore. La Città dei Templi ancora una voltaal centro del mondo salesiano dell’isola.

La Convention è stata organizzata dallaConsulta Regionale della Famiglia Salesianadi Sicilia rappresentata da Suor Anna Razio-nale, Don Gianni Mazzali, Don EdoardoCutuli e Franco Parrino in sinergia con irappresentanti della Famiglia Salesiana agri-gentina, Suor Maria Lavenia e Mario LiCausi.

Grazie al loro sforzo organizzativo, adAgrigento sono convenuti circa duemilapartecipanti appartenenti a tutti i rami dellaFamiglia Salesiana operanti in Sicilia. Nu-merose e qualificate le presenze dei rappre-sentanti delle istituzioni e della Famiglia Sa-lesiana, oltre a quelli già citati.

Presenti nella gremitissima Sala Concor-dia del Palacongressi il Sindaco della Città,Marco Zambuto e il Presidente del Consi-glio Comunale, Francesco Alfano, il Que-store Giuseppe Bisogno, l’On. Michele Ci-mino, il Vice Presidente della Provincia,

Paolo Ferrara, il Presidente della Federazio-ne Sicula Exallievi Don Bosco, Pino Orlan-do, nonché il 1° Presidente dell’UnioneExallievi Don Bosco di Agrigento, EnzoLauretta. È stata una bella giornata vissutanella gioia tipicamente salesiana, con l’obiet-tivo puntato sulle famiglie, sulla famiglia,culla della vita, grembo di umanizzazione,cellula di una società che lotta per la giusti-zia e la pace. I partecipanti sono stati accol-ti dai canti e le suggestive coreografie della

meravigliosa Corale “Miaramandeha” di Pe-dara, diretta da Tommaso Pezzino.

La Giornata è stata condotta da un pre-sentatore d’eccezione: Salvo La Rosa di An-tenna Sicilia, coadiuvato egregiamente daValerio Martorana, entrambi Exallievi diDon Bosco. Martorana, in particolare, ha in-

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tervistato in video e dal vivo alcune coppiedi giovani fidanzati e di sposi sui problemidi coppia e della famiglia (Agostino e CinziaSella di Piazza Armerina; Tonino e RosariaSolarino di Ragusa; Daniele ed Eliana diModica.

I coniugi, Cooperatori Salesiani, FrancoParrino e Carmela Labita hanno introdottoi lavori seguiti dai saluti della Ispettrice del-le Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor AnnaRazionale e dall’Ispettore dei Salesiani di Si-cilia, Don Gianni Mazzali nonché del Sinda-co Marco Zambuto.

Dopo il Concerto del Coro Santa Ceci-lia, diretto dal Maestro Alfonso Lo Presti,

che ha eseguito alcuni brani tratti dal suovasto repertorio, l’Arcivescovo di Agrigen-to, S.E. Mons. Francesco Montenegro hapresieduto sul palco della Sala Concordia laCelebrazione Eucaristica, concelebrata dauna folta rappresentanza di Salesiani e ani-mata dal prestigioso Coro Polifonico Regio-nale Salesiano di San Cataldo, diretto daDaniele Riggi.

Nel pomeriggio, i partecipanti si sono ri-trovati ancora nella Sala Concordia per as-sistere al Recital della Corale “Miaramande-ha” e ascoltare il Messaggio conclusivo adue voci della 1a Convention delle Famiglieletto da Suor Anna Razionale e Don GianniMazzali. Più che di un commiato, si è tratta-to di un arrivederci, come un ponte di fidu-cia e di speranza verso il domani. Don Maz-zali, quindi, ha letto il messaggio beneaugu-rante del Rettor Maggiore dei Salesiani, DonPascual Chàvez Villanueva, rivolto alla As-semblea.

Nell’area archeologica della Valle deiTempli, gli improvvisati turisti salesiani sonostati condotti per mano da una Guida di lus-so: l’Exallievo Pippo Alaimo, che da par suoha illustrato i principali monumenti dellaValle. La meravigliosa ed impareggiabileGiornata Salesiana si è conclusa ai piedi delTempio della Concordia con la preghiera eaffidamento delle Famiglie a Maria Ausilia-trice, guidata da Don Gianni Mazzali.

VV.. MMaarrttoorraannaa

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PPrriimmaa ccoonnvveennttiioonn ddeellllee ffaammiigglliieeCCoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee ddeellllaa FFSS ssiiccuullaa

Desideriamo catturare la passione gran-de e la gioia profonda di questa giornata conun breve messaggio a due voci. Un commia-to, piuttosto un arrivederci come un pontedi fiducia e di speranza verso il domani.

Abbiamo avuto tutti una buona dose dicoraggio e… con Don Bosco di temerarietà.Ci abbiamo creduto e siamo qui oggi tutti,piccoli e grandi a rendere grazie e ad affer-mare la volontà di impegnarci.

Abbiamo rivolto lo sguardo alla famigliadi oggi, alle nostre famiglie, alle sfide, aiproblemi, alle sofferenze, alle gioie. Voglia-mo abbracciare, in comunione, tutte le fami-glie della nostra terra e del mondo, speciequelle che vivono nel disagio e nel dolore. Visiamo vicini, fratelli e sorelle, e affermiamola nostra sincera volontà di impegnarci percostruire giorno dopo giorno la civiltà del-l’amore.

Oggi i nostri cuori sono nella gioia peraver vissuto una semplice e bella giornatacon l’obiettivo puntato sulle nostre famiglie,sulla famiglia, culla della vita, grembo diumanizzazione, cellula di una società chelotta per la giustizia e la pace.

I nostri occhi e i nostri cuori guardanoin avanti. Vibriamo tutti di speranza. Conforza, con l’energia del cuore e della mente,certi della grazia di Dio, vogliamo impe-gnarci. Oggi questa grande famiglia di fami-glie ci ha ispirati. È una sfida, è una conse-gna.

Desideriamo trapiantare questa espe-rienza di comunità nei nostri ambienti, nelnostro territorio. È tempo di… gruppi di fa-miglie, per aiutarci, per sostenerci, per inco-raggiarci. Sentiamo che Dio ci vuole educa-tori ed evangelizzatori. Consapevoli dei no-stri limiti volgiamo allearci, lavorare insie-me, stimarci ed aiutarci a vicenda.

Guardiamo a Mamma Margherita chenel suo Giovanni ha saputo incontrare tantivolti e tanti cuori di ragazzi discoli e biso-gnosi.

Ci sentiamo chiamati a costruire, senzascoraggiarci delle difficoltà, tante cellule vi-tali di famiglie.

Invochiamo la benedizione di Dio perl’intercessione di Don Bosco, di MadreMazzarello e di tutti i Santi della FamigliaSalesiana, su noi qui presenti, sul Convegnomondiale delle Famiglie, su tutte le famiglie.

Maria, la Madre di Gesù, ci prenda permano e ci faccia sperimentare i miracoli del-l’amore. Amen

DDoonn GG.. MMaazzzzaallii SSrr.. AA.. RRaazziioonnaalleeIspettore SDB Ispettrice FMA

Agrigento, 22 aprile 2012

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In data 18 maggio 2012, presso l’istitutosalesiano “San Francesco di Sales” di via Ci-fali, 7 a Catania, si sono riuniti i Consigli Lo-cali della Famiglia Salesiana di Catania, peril 3° incontro sul tema:: “La pastorale familia-re della Famiglia Salesiana di Catania” con ilseguente ordine del giorno::

1. Accoglienza ore 17.30;2. Introduzione ai lavori (coordinatore);3. Presentazione delle esperienze di for-mazione e di pastorale familiare (coppiedi formatori);4. Presentazione delle attività per le fa-miglie effettuate nei gruppi di FS di Cata-nia (un intervento per ogni consiglio loca-le);5. Confronto e sintesi dei lavori ore19.15.

Al fine di predisporre un quadro di in-sieme per un possibile progetto di pastoralefamiliare come FS di Catania e per una si-gnificativa presenza nella Chiesa e nella Cit-tà di Catania.

Il Direttore della casa Don GiuseppeRuta, ha accolto i partecipanti e dato il ben-venuto a tutti.

Il coordinatore della Consulta PieroQuinci ha introdotto i lavori facendo riferi-mento al programma annuale della Consul-ta per il 2012 e alla 3° assemblea festa di tut-ta la FS di Catania, realizzata il 26 febbraio2012, presso l’Istituto Don Bosco delleFMA di Via Mazzaglia, sul tema “ Sulle or-me di Don Bosco, oggi…”.

Il Coordinatore ha evidenziato altresì ilsignificato dell’incontro dei Consigli Localidella FS di Catania come momento forte didiscernimento e di scelte operative comuniper rendere visibile ed efficace la presenzadella FS nel territorio sia in ambito ecclesia-le sia in ambito civile e il collegamento deltema dell’incontro sulla pastorale familiarecon le indicazioni tematiche della Consultadella FS di Sicilia per il 2012 e con il messag-gio conclusivo della 1° Convention delle Fa-miglie svoltasi ad Agrigento il 22 aprile

2012. Le coppie Angelo Murabito e Graziel-la Patanè, Felice Ricciardolo e Mirella Boc-cafoschi, Filippo Risiglione e Di Caro Giu-seppa, dell’oratorio di Cibali e Mimmi Mo-naco del Centro Tabor, hanno presentato laloro esperienza formativa e apostolica e laloro partecipazione al corso di formazioneper le coppie, promosso dalla Consulta Re-gionale di FS.

I consigli locali presenti hanno rappre-sentato le attività significative che vengonosvolte nei loro ambienti a favore delle fami-glie.

Il coordinatore, dopo il confronto, hapresentato sinteticamente le principali lineeemerse:

– La ricchezza delle risorse e delle di-sponibilità presenti nella FS di Cataniaper la pastorale familiare;– la socializzazione e messa in rete delleiniziative di pastorale familiare presentinelle realtà salesiane di Catania;– le esperienze positive di gruppi di fa-miglie presenti in alcune realtà oratoria-ne;– le esperienze di formazione spiritualeper fidanzati e per coppie al Tabor;– la “festa per la famiglia” e i “CaffèEducativi” in ambiente scolastico;– la preparazione dei Genitori dei bam-bini in catechesi;– la cura di gruppi di fidanzati nelle par-rocchie da parte di coppie provenientidalla FS;– la proposta di realizzare come FS diCatania una Convention per le Famiglie,come ad Agrigento.

L’incontro si è concluso in un clima digrande cordialità e soddisfazione per l’espe-rienza di comunione e di condivisione vissu-ta insieme.

Catania, 18 maggio 2012

PP.. QQuuiinncciiCoordinatore della Consulta

CCoonnssuullttaa CCiittttaaddiinnaa ddeellllaa FFSS ddii CCaattaanniiaa

33°° iinnccoonnttrroo CCoonnssiiggllii LLooccaallii

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SSaalleessiiaannii CCooooppeerraattoorrii

SSvveegglliiaattii oo ttuu cchhee ddoorrmmii

Isola delle Femmine, 25.03.2012

Cari Cooperatori,già ho avuto modo, specie nella Buona

Notte di ieri, di esprimervi le convinzioniprofonde e prospettive che mi orientano nelmio servizio di ispettore. Gli interventi di ie-ri, il lavoro dei gruppi, i momenti di scam-bio e di fraternità ci stanno arricchendo no-tevolmente e ciò potrebbe essere più chesufficiente.

Mi è stato richiesto di sviluppare breve-mente alcuni elementi che si riferiscono inparticolare al rapporto tra Salesiani SDB eSalesiani Cooperatori e alle prospettive cheio intravedo da questo punto di vista.

Il tema potrebbe essere sviluppato in va-ri modi, tenendo presenti i contesti di que-sto rapporto, l’incrociarsi di identità diversee complementari, il convergere nella missio-ne giovanile, la condivisione dei tratti fonda-mentali di una spiritualità, le prospettive e isogni del rinnovamento. Vedete bene cheper ognuno di questi punti si potrebbe am-pliare la riflessione e andare a fondo leggen-do la situazione attuale con i suoi punti for-za e le sue sfide. Non intendo fare questo,piuttosto indicare alcuni punti che speropossano tornare utili anche a definire alcuneprospettive chiare per il futuro ed alcunestrategie.

11.. II ccoonntteessttii iinn ccuuii vveenniiaammoo aa ccoonnttaattttoo

Si tratta per lo più delle opere SDB chesono sparse su tutto il territorio della Sicilia.In molte presenze SDB, intese come comu-nità religiosa o opera affidata ai laici, è pre-sente un centro di Salesiani Cooperatori. Inalcuni casi si tratta di una presenza antica, inaltri di un centro del tutto nuovo, in altri an-cora di una ripresa dopo anni di inattività.Credo importante sottolineare che istituzio-nalmente i SDB desiderano, favoriscono epromuovono la vocazione del SalesianoCooperatore. Ciò non significa che tutti i

confratelli sono entusiasti. Alcuni sono criti-ci, altri indifferenti, ma molti favoriscono eanimano la vostra vocazione e la vostra pre-senza. Credo che questo sia un primo puntosu cui essere chiari. Le comunità ed opereSDB, indipendentemente dalle specifichesensibilità, sono luogo privilegiato di pre-senza, di animazione, di accoglienza e dipromozione della vocazione del SalesianoCooperatore. Le difficoltà che talvolta si ri-scontrano non possono essere sottaciute na-turalmente, ma non costituiscono una lineadi tendenza né tantomeno una strategia. Co-me Don Bosco sentiamo in modo concretola complementarietà della vostra identità edella vostra missione sia a contatto con lacomunità ed opera SDB, sia nel più grandeambito della Famiglia Salesiana.

22.. IIddeennttiittàà ddiivveerrssee ee ccoommpplleemmeennttaarrii

Potrebbe essere una affermazione scon-tata, ma è bene comunque soffermarsi perqualche istante. La diversità e specificitàdelle vocazioni dice ricchezza, dice apprez-zamento, dice rispetto. Lo diciamo e lo dob-biamo ribadire con convinzione che la di-versità è ricchezza e non ostacolo. L’omolo-gazione, la confusione non sono feconde epossono anche creare situazioni di aridità,di disagio e quindi di distanza. I Salesianihanno riflettuto in uno stupendo Capitolo,il CG24, sul ruolo dei laici corresponsabilidella missione. Ma il CG24 deve ancora da-re i suoi frutti maturi. Ci sono ancora diffi-coltà, remore, paradigmi obsoleti da supera-re. Molti di noi Salesiani si devono “conver-tire” da un concetto di collaborazione inte-so come “prestazione d’opera” ad un ap-prezzamento della originalità della vocazio-ne salesiana del Cooperatore, al riconosci-mento di ruoli e di funzioni per la realizza-zione di un progetto condiviso. Se da unaparte i SDB devono applicare concretamen-te le grandi intuizione del CG24, anche voilaici Cooperatori avete un cammino e molto

Intervento dell’Ispettore Don Gianni Mazzali al convegno regionale ASC

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NNAA sfide davanti a voi sotto questo profilo. È fa-

cile da parte vostra “delegare” o preferireun atteggiamento di “dipendenza” o di “tra-sferimento di responsabilità”. La vostra spe-cifica identità dice autonomia matura, diceassunzione di responsabilità, dice volontà didialogo, ma anche dove necessaria dialetticae “rivendicazione” di spazi per la crescitaspirituale e la missione. Ripiegarsi sui SDB esulle garanzie di una grande istituzione è se-gno che si fa fatica a dare pienezza di sensoe di prospettive ad una grande vocazione.

33.. IIll ccoonnvveerrggeerree nneellllaa mmiissssiioonnee ggiioovvaanniillee

Nelle nostre specifiche identità vocazio-nali condividiamo certamente la missionegiovanile nella Chiesa. Questo punto riguar-da una riflessione a tutto campo che qui puòessere semplicemente accennata. Di fronte anoi, come stimolo forte, ci stanno i grandiMovimenti della Chiesa, che stanno pren-dendo sempre più importanza e rilevanzasia nella identità che nella missione dellaChiesa stessa. Come Salesiani Cooperatoridovete sentire sulla vostra pelle l’urgenza,l’importanza, la difficoltà e li innumerevolisfide della missione giovanile. E emerso an-che nelle riflessioni di ieri. È talmente impe-gnativo oggi lavorare per l’evangelizzazioneed educazione dei giovani che se non si lavo-ra come comunità allargate si scava nell’ac-qua. È stata la grande intuizione di don Bo-sco fin dai primi anni del suo sacerdozio.Convocare la gente più svariata e concentra-re la loro attenzione e le loro energie sul-l’obiettivo dei giovani. Preti diocesani, com-mercianti, nobili, donne di famiglia, giovanitutti coinvolti in un grande progetto.

Più ci integriamo e ci coinvolgiamo a vi-cenda più, credo, siamo e saremo in gradodi tentare di affrontare le sfide dei ragazzi edei giovani di oggi. L’accenno fatto ieri seraal “sogno” nel cassetto ci fa capire che èl’ora del coraggio, della fantasia, della gran-de speranza basata sul dono sincero dellenostre energie e sulle sorprese della grazia diDio. L’attenzione che ci viene richiesta ilprossimo anno sociale sulla pedagogia didon Bosco è uno stimolo ulteriore a passareai fatti.

44.. UUnnaa ssppiirriittuuaalliittàà ccoonnddiivviissaa

La carta d’identità ci offre una descrizio-ne della spiritualità, dello spirito salesianoche in cui tutti convergiamo, naturalmentecon i tratti specifici di ciascun ramo. La no-stra spiritualità è la radice più profonda chealimenta la nostra comune missione giovani-le nella Chiesa. Non ci impegniamo sempli-cemente per un ragionamento o perché nericonosciamo l’urgenza. È il Dio di Gesù, ilLiberatore dell’uomo la nostra forza, l’im-pulso che ci guida e ci sostiene nell’impe-gnarci, nello sforzo di apprezzarci e di colla-borare all’unica missione. Una fede sempli-ce e autentica, una testimonianza quotidianacredibile ed umile, un cammino ininterrottodi conversione questi sono gli elementi checi fanno sentire che “abbiamo una marcia inpiù”. Magari la carrozzeria è logora, la stra-da accidentata, ma il motore tiene e si cam-mina, si affrontano nuovi traguardi, si supe-rano gli ostacoli. Nel nostro piccolo, ma im-portante contributo alla salvezza dei giovanisiamo segno che Dio li ama e li salva, anchegrazie alla nostra poca, ma indispensabilecollaborazione.

55.. LLee pprroossppeettttiivvee ee ii ssooggnnii ddeell rriinnnnoovvaammeennttoo

C’è certamente bisogno e voglia di rin-novamento. Lo si percepisce con chiarezza.I centri devono mostrare più vitalità. Glisbocchi vocazionali devono agganciarci allaPastorale Giovanile. C’è bisogno di chiarez-za e di apertura ecclesiale. Bisogna superareil rischio delle chiusure o dell’autoreferen-zialità. C’è bisogno urgente di capire che icammini formativi possono essere differen-ziati pur mantenendo il rispetto e l’unità.C’è bisogno di delegati che percepiscanocon chiarezza il loro ruolo spirituale e chepromuovano la vocazione del SalesianoCooperatore tra i giovani delle nostre opere.C’è bisogno di coraggio, il coraggio di donBosco che continua a dirci sorridendo, macon grande forza: “Per la salvezza delle ani-me io vado fino alla temerarietà. Grazie.

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SSaalleessiiaannii CCooooppeerraattoorrii ddii SSiicciilliiaa

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Salesiani Cooperatori nella Città dell’Uo-mo e dei Giovani d’oggi in Sicilia. I SalesianiCooperatori di Sicilia, riunitisi a Palermo nel2° Convegno, dal 24 al 25 marzo 2012,

CONSAPEVOLI

Che essere Salesiani Cooperatori è un donoe una libera scelta che comporta l’assunzione diuna “responsabilità personale ed associativa”nella Chiesa e nella società;

Che essere Salesiani Cooperatori di Dio, si-gnifica prendersi cura dei tanti giovani fragili,vulnerabili, insicuri, feriti profondamente dal-le loro povertà;

Che essere Salesiani Cooperatori significavivere da testimoni credibili di una gioia vera eprofonda, perché salvati dall’incontro con Ge-sù Buon Pastore;

RIAFFERMANO

La Priorità apostolica di cooperare con Dio econ Don Bosco per dare risposte concrete allagrande emergenza educativa dei nostri tempi,formando persone solide, capaci di collaborarecon gli altri e di dare un senso alla propria vita;

L’urgenza di “Risvegliare” una grande fedeviva e operosa nella corresponsabilità del cari-sma e della comunione nella missione salesia-na, con l’autonomia propria della nostra Asso-ciazione;

SI IMPEGNANO

Ad attuare le seguenti linee orientative peril futuro:

Sul Piano Organizzativo e dell’animazione arazionalizzare l’organizzazione e l’animazioneinterna all’ASC, armonizzando ulteriormente illivello locale e provinciale e sviluppando il li-vello zonale, non come livello intermedio macome espressione di quello provinciale, coin-volgendo i coordinatori locali;

A razionalizzare l’organizzazione e l’anima-zione a livello locale prevedendo accorpamentidi centri vicini con una vita associativa deboleed incoraggiando spontanee iniziative di ge-mellaggio spirituale-apostolico fra i centri;

A porre in essere, sia a livello provincialeche locale, una progettualità dinamica, conti-nuativa ed innovativa;

A curare ulteriormente la formazione neisingoli centri, rendendola più solida sottol’aspetto spirituale e del riferimento alla Paro-la di Dio, prevedendo anche lo scambio forma-tivo fra i centri, nonchè il ricorso a formatori dialtri gruppi della FS o, secondo precise esigen-ze, esterne alla FS;

Curare la formazione dei Responsabili del-l’Associazione e degli Aspiranti, con specifichescuole di formazione;

A sviluppare e intensificare la comunicazio-ne e la condivisione fraterna, spirituale e apo-stolica, nella vita dei centri per far crescere lospirito di famiglia;

Sul Piano dell’Apostolato ad avere una pre-senza solidale e visibile nella realtà sociale ed ec-clesiale capace di operare per il bene delle fa-miglie e dei giovani, promuovendo anche unOsservatorio Educativo Territoriale in sinergiacon la FS di Sicilia;

A promuovere cammini di approfondimentospirituali e di formazione alla cittadinanza atti-va nel sociale e nel politico per il bene comuneanche attraverso “Campi di Lavoro” nei luoghidove sono presenti e si manifestano i bisognidei giovani e delle famiglie;

A raccordare e potenziare ulteriormente laPastorale Familiare e la Pastorale Giovanile a li-vello locale e provinciale;

A rafforzare la presenza nella Chiesa localeapportando il contributo specifico del carismasalesiano laicale;

A rafforzare la condivisione spirituale edoperativa nella FS nelle realtà locali;

AFFIDANO

Al Consiglio Provinciale dell’ASC di Siciliaqueste linee orientative per il futuro, con ilcompito di attualizzarle e verificarle nel tem-po, favorendone la più ampia diffusione e con-divisione a tutti i livelli.

Il presente documento viene votato ed ap-provato, a larga maggioranza, in assemblea peralzata di mano.

Visto: Il coordinatore provinciale Asc; Sin-tesi a cura del DDootttt.. VV.. LLiippaarrii del Gruppo 1 -Mozione.

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““IIoo hhoo sseemmpprree aavvuuttoo bbiissooggnnoo ddii ttuuttttii””Il 31 maggio, partiti da Cata-

nia per andare a trovare il nostroPadre, Maestro ed Amico, carichidi aspettative, mai avremmo cre-duto che non solo sarebbero sta-te colmate ma addirittura supera-te di gran lunga!

Questo è il sentimento cheoggi, a nome dei centocinquantapartecipanti al Pellegrinaggio neiLuoghi di Don Bosco, sento fortee chiaro…

In questi tre giorni di immer-sione al centro del carisma siamopartiti dal luogo della nascita diun bambino, che quasi fuori dalmondo per la povertà e le ristrettezze econo-miche, ha puntato sulla ricchezza del cuore,lasciando lavorare dentro di se un sognoche per molti era solo una perdita di tempo.

Si è fidato ed affidato a Maria, sua Mae-stra diventando così quel Giovannino che aChieri ha riconosciuto la sua strada, la stra-da dell’Amore per i giovani. Soleva Dire “Ioho sempre bisogno di tutti”, ed oggi noi ciriconosciamo in quel “tutti”; siamo noi lesue gambe, le sue braccia, la sua mente, lasua vivacità! In ginocchio davanti alla Ma-donna delle Grazie del Duomo di ChieriGiovannino chiedeva di essere sostenuto

nella sua Missione, e anche noi come lui sot-to lo sguardo affettuoso di Maria abbiamoaffidato i nostri sogni. Il nostro viaggio si èconcluso nella grande Torino, il luogo in cuiil sogno diventa realtà. Il primo oratorio nel-la chiesa di San Francesco d’ Assisi, unospazio piccolissimo, ma un clima e un cuoreaccogliente che ha saputo riconoscere inBartolomeo Garelli il primo seme per ungrande campo. Anche lì, ognuno di noi si èsentito avvolto dall’abbraccio di don Bosco,e il “Sai fischiare?” è diventato un “Sognacon Me”.

Poi Valdocco, la prima dimora fissa. Chespettacolo! Finalmente il nostro viaggio ar-riva alla meta.

Davanti all’urna del nostro Papà, lacommozione e l’emozione ha avuto il so-pravvento. Lì sorridente, sono certa cheavrà pensato: “Benvenuti figli miei, vi aspet-tavo”. La camera, l’ufficio, la cappella, laBasilica. Tutto impregnato di quello stranoprofumo che sa di Santità, di Amore incon-dizionato, di dono totale. Lasciando lì le no-stre preghiere siamo tornati al nostro cam-po, alla nostra terra, certi che quel sogno dicui siamo i figli, oggi continua con noi…econ noi lui ancora oggi sogna.

In Don Bosco,

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Con gioia vi annuncio che sabato 28 aprile, alle ore17.00, nella Chiesa del San Tommaso di Messina, sonostato istituito Accolito. Rendete grazie al Signore insiemecon me per il dono che mi ha fatto e pregate perché pos-sa sempre servirlo e testimoniarlo con Amore!

Una preghiera anche per gli altri cinque confratelliche con me sono stati istituiti accoliti: Frédéric Murin-dangabo (AGL), Vital Nzayisenga (AGL), Samson Pje-traj (IME), Emilio Stasi (IME), Bhushan Paul Xalxo(INN) e i due che hanno ricevuto il ministero del lettora-to nella stessa celebrazione: Charles Taban (AFE Sudan)e Christian Filippo Scuderi (ISI).

Un abbraccio,In Don Bosco, santo

AArrnnaallddoo RRiiggggii ((IISSII))

Il 9 giugno sono stati ordinati diaconi dieci giovani salesiani per l’imposizione delle ma-ni di Sua Eccellenza Mons. Calogero La Piana. Il loro motto è: “Io sono in mezzo a voi co-me colui che serve” (Lc 22,27). Si, perché hanno deciso di rispondere con generosità allachiamata del Signore al servizio della Chiesa e in mezzo ai giovani come portatori della Buo-na Novella. Nell’aria si avverte un clima di festa, di gioia, di gratitudine e di fraterna condi-visione. Infatti, non si tratta della festa di soli dieci nuovi diaconi ma anche è la festa di chi sipone accanto a questi giovani salesiani per condividere uno stile di vita.

Molti giovani e adulti di diverse realtà hanno partecipato alla celebrazione eucaristica chesi è tenuta nella comunità salesiana San Matteo di Giostra, la quale fin dal primo momentoha messo a disposizione persone e locali perché la festa riuscisse nel migliore dei modi. L’ani-mazione liturgica ben curata nei minimi particolari mentre il coro dell’oratorio di Giostra hapermesso che il nostro incontro con Cristo diventasse unico e indimenticabile. Il nostro “ec-comi”, la nostra promessa di obbedienza e la nostra totale donazione a Cristo e al suo Van-gelo sono stati momenti forti che hanno attra-versato la nostra vita. Inoltre Mons. La Piananella sua omelia ha ricordato gli impegni mi-nisteriali del diacono, e in più ha sottolineatola dimensione del servizio indicata e vissuta daDon Bosco: “per voi…”

Infine rendiamo grazie a Dio per le suemeraviglie che compie con noi e attraverso dinoi. Don Bosco ci dice di fare piccoli passi egrandi sogni. Cari amici giovani, questo mes-saggio è per tutti noi. Osiamo fare un passoavanti per scoprire il progetto d’amore di Diogià scritto nel nostro cuore.

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Grande evento per la grande famiglia sa-lesiana di Gela: un giovane ragazzo trenten-ne, cresciuto nel nostro oratorio, diventa sa-cerdote salesiano! Il 26 maggio scorso DonGaetano Marino ha affidato tutta la sua vitaal Signore nel servizio ai giovani con lo stiledi Don Bosco.

Il rito di ordinazione, presieduto da S.E.Mons. Michele Pennisi, Vescovo di PiazzaArmerina, ha visto la partecipazione coraledi tutta la famiglia salesiana di Gela e di tan-tissimi gruppi provenienti da tutta l’Ispetto-ria sicula.

I festeggiamenti si sono svolti nel mesemariano per eccellenza, il mese di maggio, anoi gelesi tanto caro perché veneriamo par-ticolarmente Maria Ausiliatrice, con nume-rose iniziative sia religiose che culturali e ri-creative. Come Don Bosco affidava tutto al-la sua Mamma celeste, anche Don Gaetanoha voluto essere consacrato sacerdote pro-prio all’ombra della Madonna, affidandositotalmente a Lei e alla sua protezione.

Don Gaetano ci ha raccontato, qualchegiorno prima dell’ordinazione, la sua espe-rienza e il suo cammino in un incontro voca-zionale organizzato dalla parrocchia.

La partecipazione dei giovani dei gruppidell’oratorio è stata davvero numerosa edanche se non lo conoscevano (in quanto halasciato l’oratorio più di dieci anni fa per ini-ziare il suo cammino), i nostri ragazzi lohanno potuto apprezzare e prepararsi, inquesto modo, al grande giorno dell’ordina-zione, che hanno animato sia per la liturgiasia per il coro. Dopo la celebrazione, un mo-mento di festa e di agape fraterna, con ungustoso rinfresco preparato dai nostri allievidel settore ristorazione del Cnos-Fap.

L’indomani sera Don Gaetano ha presie-duto la solenne Celebrazione Eucaristica inonore di Maria Ausiliatrice nella nostra par-rocchia salesiana San Domenico Savio diGela.

Erano anni che non vedevo a Gaetano!Ricordo che era un ragazzo timido, riserva-to, educato e disponibile. Conservo una bel-la foto, scattata durante un corso di clowne-ria, dove Gaetano è impegnato nel cimen-tarsi in quest’arte di animazione, vestito daclown. Vederlo adesso celebrar messa, pre-dicare, accogliere giovani per condurli aDio, mi fa riflettere e ringraziare il Signoreche ha davvero compiuto grandi cose in lui!

Gaetano è cresciuto, è matura-to, è un altro Cristo, è DonGaetano, grande figlio di DonBosco.

Grazie Don Gaetano per iltuo coraggio, per la tua testi-monianza, per il servizio ai gio-vani! Grazie Signore Gesù peril dono del sacerdozio a DonGaetano e ai tanti altri giovaniche chiami alla tua sequela!Grazie Don Bosco perchè latua e nostra famiglia cresce an-cora...

Auguri Don Gaetano, siisempre segno credibile del-l’amore di Dio ai giovani!

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Giorno 18 marzo, c. a., domenica, le co-munità parrocchiali di Maria Ausiliatrice, S.Antonio e S. Giovanni B. si sono riuniti nel-la parrocchia di San Giovanni per celebrarela ricorrenza del 50° anno dell’ordinazionesacerdotale di Don Gino Tirrito.

La celebrazione eucaristica è stata pre-sieduta dal Vescovo emerito di Noto, Mons.Malandrino, ed era presente anche DonGianni Mazzali, superiore dei Salesiani diSicilia.

Numerosi i rappresentanti del clero lo-cale nonostante gli impegni legati alle fun-zioni religiose nelle varie parrocchie. Lascelta della chiesa parrocchiale di San Gio-vanni è stata motivata dall’esigenza di darespazio ai numerosi fedeli ed amici di Don

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Gino Tirrito e dei salesiani di poter parteci-pare alla funzione celebrativa.

All’omelia, ma soprattutto al momentoconclusivo sono stati numerosi gli attestatidi stima e di affetto espressi sia dal vescovoe del superiore religioso che dai rappresen-tanti delle varie associazioni parrocchiali.

Alla festa della celebrazione si è giuntidopo una settimana di preparazione di pre-ghiera e di riflessioni sulla figura del sacer-dozio e con una veglia di preghiera la seraprecedente. Nonostante la funzione, iniziataalle ore 11,00, si fosse prolungata fino alle13,00 e oltre, i fedeli sono rimasti fino alla fi-ne ad esprimere la loro gioia riconoscenza alfesteggiato.

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CCaattaanniiaa--BBaarrrriieerraa

II ««ccaappoollaavvoorrii»» mmeeccccaanniiccii eedd eelleettttrroonniicciiIl concorso nazionale dei

«capolavori» realizzati dagli stu-denti in formazione professiona-le nel campo meccanico ed elet-trico-elettronico ha confermatola buona qualità degli studi edelle capacità manuali degli al-lievi dei Cnos-Fap di Barrierache hanno conquistato il primoposto nel settore meccanico e ilterzo in quello elettrico-elettro-nico.

Questi i premiati: 1° nel set-tore meccanico Giovanni Castiglione di Bar-riera; 2° Patrick Vachey di Vigliano Biellese;3° Nicolò Pedini di Perugia.

Per il settore elettrico-elettronico: 1°Serhiy Krayevskyy di Verona; 2° DavideRossi di Cuneo; 3° Gabriele La Marca diBarriera.

La premiazione si è tenuta ieri mattina, aPalazzo della Cultura, nell’ambito di una ce-rimonia condotta dal giornalista PieroMaenza. Sono intervenuti il sindaco Raffae-le Stancanelli, il presidente del consiglio co-munale Marco Consoli, l’ispettore dei Sale-siani Don Gianni Mazzali, l’assessore regio-nale alla Pubblica istruzione e Lavoro MarioCentorrino, il presidente Rotary e tesoriereConfindustria Catania Franco Pitanza, il di-rettore regionale Inail Giovanni Asaro, e al-cuni rappresentanti delle aziende partnerdel mondo imprenditoriale: Filippo Prospe-ri per De Lorenzo, Gianfranco Mereu per

Schneider e di Alberto Caputo per Hein-denhain. Presenti anche i massimi esponen-ti della formazione professionale affidata aiSalesiani d’Italia: Don Basilio Agnello dellafederazione Cnos-Fap; Luigi Coffele, segre-tario settore meccanico; Francesco Zambo-ni, segretario settore elettronico; Don LuigiSansone per il Cnos Sicilia. Soddisfatti gliaccompagnatori provenienti dalla Sicilia edalle regioni Veneto, Lombardia, Friuli, Pie-monte, Lazio, Umbria: Francesco Zamboni,Marco Maschio, Mirko Cazzanica, SalvinoZocco, Massimo De Donatis, Renzo Moro,Palmiero Zangarelli, Dinardo Simmaco.

In questa occasione è stato rinnovatol’allarme sulla condizione in cui versa la for-mazione professionale per i minori in obbli-go scolastico a causa dei ritardi burocratici edella disattenzione della politica regionale.

AA.. BB..Da: La Sicilia, Catania 12 maggio 2012.

G. Castiglione, L. Coffele, M. Zamboni.

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Don G. Mazzali.

L. Sansone.

M. Lo Turco.

F. Pitanza, D. Paternò.

M. Zamboni, G. Castiglione,L. Zappalà, D. Paternò.

L. Coffele, M. Mocciaro, G. Castiglione.

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CCeerriimmoonniiaa ddii pprreemmiiaazziioonnee ddeell““CCoonnccoorrssoo nnaazziioonnaallee CCNNOOSS--FFAAPP””

Si è svolta venerdì 11 maggio, alle ore9.30, nella Sala del Palazzo della Cultura delComune di Catania, nell’ambito del pro-gramma “Concorso Nazionale del CNOS-FAP dei Settori Professionali”, la cerimoniadi premiazione del concorso riservata ai gio-vani della formazione professionale prove-nienti da diverse regioni italiane.

Sono intervenuti Don Gianni Mazzali,Ispettore dei Salesiani di Sicilia; Avv. Raffae-le Stancanelli, Sindaco di Catania; Prof. Ma-rio Centorrino, Assessore Regionale del-l’Istruzione e della Formazione Professiona-le; Dott. Marco Consoli, Presidente delConsiglio Comunale di Catania; Dott. Fran-co Pitanza, Presidente del Rotary Club Ca-tania e tesoriere di Confindustria Catania;Dott. Giovanni Asaro; Don Basilio Agnelloper la Federazione Nazionale CNOS-FAP ealcuni rappresentanti delle aziende partnerdel mondo imprenditoriale: Filippo Prospe-ri per De Lorenzo; Gianfranco Mereu perSchneider Electric e Alberto Caputo perHeindenhain.

Presenti i Segretari Nazionali Ing. LuigiCoffele, del settore meccanico; Prof. Fran-cesco Zamboni, del settore elettro-elettroni-co e Don Luigi Sansone per l’AssociazioneCNOS-FAP Sicilia. La regia dei lavori è sta-

ta affidata al Dott. Piero Maenza, giornali-sta.

I concorsi nazionali dei settori professio-nali Elettrico-Elettronico e Meccanico, svol-tisi presso il Centro di Formazione Profes-sionale dei Salesiani di Catania-Barriera, so-no stati inaugurati martedì 8 maggio alle ore8.30, con il saluto di benvenuto da parte delDirettore del Centro Don Domenico Pater-nò, e gli interventi del Sig. Ispettore dei Sa-lesiani di Sicilia, Don Gianni Mazzali, delPresidente della Provincia di Catania, Dott.Giuseppe Castiglione, del Presidente diFORMA Sicilia Dott.ssa Maria Catena LoTurco.

La competizione articolata in tre itinera-ri paralleli ha impegnato gli allievi delle duearee tecnologiche per una trentina di ore inuna serie di prove teoriche e pratiche sullequali sono stati valutati e classificati da unacommissione tecnica costituita da impresepartner.

La partecipazione di imprese partnerdel progetto nazionale CNOS-FAP ha coin-volto il territorio, inteso come mondo uni-versitario, scolastico, imprenditoriale e isti-tuzionale.

Un aggiornamento tecnico, curato dalleimprese partner, durante lo svolgimento del-

I giovani della Formazione Professionale al “Palazzo della Cultura”della città di Catania.

Foto di gruppo - Settore Elettrico-Elettronico.

M. Consoli, P. Maenza, L. Coffele.

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le prove, è stato offerto ai formatori accom-pagnatori degli allievi ed ai formatori delCentro di Catania-Barriera sulle nuove tec-nologie del CNC e dell’automazione indu-striale.

Si è già arrivati alla sesta edizione dellacompetizione a favore dei giovani che fre-quentano i percorsi formativi triennali, perstimolarli e sostenerli nell’acquisizione dellecompetenze professionali e di cittadinanza.

Catania ha ospitato circa 60 giovani pro-venienti da tutta Italia accompagnati dai lo-ro formatori.

Numerose e qualificate le Aziende Par-tner presenti al concorso che hanno sceltodi collaborare mettendo a disposizione stru-menti didattici e laboratori attrezzati.

Per il settore Meccanico:– DMG che costruisce e commercializza

in ambito internazionale macchine a CNC; – Celada, azienda commerciale con im-

portazione in Italia di tecnologie giappone-si, inglesi e statunitensi nell’ambito dellemacchine utensili e dell’automazione indu-striale (robotica) con la personalizzazione eingegnerizzazione dei processi produttivi;

– Sanvik Coromant che commercializzaattrezzi e utensili per macchine tradizionalie a CNC;

– Heidenhain, azienda di produzionesoftware per macchine a CNC e apparecchiper sistemi per la misurazione;

– Aviter-Seco Italia che costruisce uten-sili per la lavorazione meccanica;

– Vega international System Tools che

costruisce e commercializza attrezzature eutensili per lavorazioni meccaniche;

– ENI che commercializza lubrificanti,oli da taglio e oli per refrigerazioni.

Per il settore Elettrico-Elettronico: – Schneider Electric, specialista globale

nella gestione dell’energia con prodotti e so-luzioni per distribuzione elettrica, automa-zione e controllo, illuminazione e sicurezza;

– De Lorenzo, la prima società italiana arealizzare sistemi didattici per la formazionetecnica;

– Editoriale Delfino, casa editrice spe-cializzata in formazione tecnica per le scuo-le e le aziende.

Gli allievi premiati per il settore mecca-nico sono stati: Giovanni Castiglione delCentro di Catania Barriera come primo clas-

sificato, Patrick Vachey del centro di Viglia-no Biellese, secondo classificato e NicolòPedini del centro di Perugia, terzo.

Per il settore elettrico-elettronico: Kra-yevskyy Serhiy del centro di Verona San Ze-no, primo classificato, Davide Rossi del cen-tro di Fossano, secondo e La Marca Gabrie-le del centro di Catania-Barriera, terzo clas-sificato.

A tutti i giovani partecipanti al concorsoè stato distribuito un attestato di partecipa-zione.

La manifestazione e premiazione finalesi è conclusa con il saluto finale di DonGianni Mazzali e di Don Domenico Paternòe un meritato aperitivo.

Da sin.: M. Centorrino, M. Consoli,F. Zamboni, R. Stancanelli, L. Coffele.

Foto di gruppo - Settore Meccanico.

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LLeetttteerraa ddeellll’’IInngg.. CCooffffeellee aallllaa ccoommuunniittàà ddii BBaarrrriieerraa

Carissimi,un grazie sentito per quanto abbiamo potuto apprezzare e godere in questi giorni di per-

manenza a Catania.E tramite questa lettera, vorrei raggiungere tutti: confratelli, collaboratori docenti e non

docenti, che hanno lavorato per la buona riuscita dell’impresa, nonché i responsabili dellaStruttura di accoglienza della Plaia. Non so citarli per nome, e non vorrei dimenticare proprionessuno, nemmeno coloro che apparentemente si potrebbe dire “centrassero ben poco”.

In realtà la complessità del progetto che avete portato avanti con pieno successo ha richie-sto l’assoluto convincimento di tutti. Ad iniziare dalle cuoche e dal servizio di accoglienza.

I commenti che ho sentito a più riprese non solo dai tecnici e dagli accompagnatori, ma dairagazzi medesimi è stato un coro di soddisfazione. D’altronde mi ero permesso di ricordare airagazzi che è nel DNA della Sicilia, il concetto della accoglienza e della ospitalità virtù sacre findai tempi più antichi. Questo, credo, sia stato da loro recepito.

Un grazie sincero inoltre per l’impegno che i vari insegnanti hanno profuso, sia per la con-duzione delle prove dell’area tecnologica (Test di Tecnologia e disegno, Progettazione CAD,Programmazione CNC), come quelli che si sono resi disponibili per una collaborazione piena,nell’area Operativa-Laboratorio. [...]

Sono certo che questo commento positivo espresso dai colleghi di tutti i Centri presenti,sia motivo di soddisfazione particolare (... quanto sanno essere critici i “tecnici”).

Un rinnovato grazie ed un affettuoso saluto a tutti ed a ciascuno.A presto.

Concorso Nazionale: il capolavoro tra “passato” e “futuro”

Il “Concorso Nazionale dei Capolavori dei Settori Professionali” è un’iniziati-va che si propone almeno tre obiettivi principali: stimolare gli allievi dei CFP del-la Federazione CNOS-FAP a misurarsi su una prova, elaborata di intesa con leimprese del settore, che rispecchia le competenze che l’allievo deve raggiunge-re al termine del percorso formativo; promuovere il miglioramento continuo delsettore e del singolo CFP della Federazione CNOS-FAP, soprattutto dal punto divista tecnologico e della cultura d’impresa; approfondire e consolidare il rappor-to con il mondo della imprese del settore.

Questa proposta, denominata a volte “esercitazione”, altre volte “prova” o“capolavoro”, si colloca nel solco della tradizione salesiana.

Già Don Bosco, con una chiara preoccupazione preventiva e con una esplici-ta finalità pratica – quella di evitare i gravi pericoli morali delle officine della cit-tà e di dare una risposta concreta alla “gioventù abbandonata e pericolante”, bi-sognosa di apprendere un mestiere – aprì tra gli anni Cinquanta e Sessanta del-l’Ottocento, ben sei laboratori: calzolai (1853); sarti (1853); legatori (1854);falegnami (1856); tipografi (1861); fabbri (1862).

Questo approccio eminentemente pratico – un apprendistato, concepito pre-valentemente come preparazione per un’arte o un mestiere manuale medianteconcrete e prolungate esercitazioni di laboratori – è all’origine delle successive“Scuole di arti e mestieri”, ulteriormente ripensate come “Scuole professionali”,che daranno vita ad una visione più organica del lavoro e della formazione cul-turale e professionale dei giovani, come quella perseguita negli odierni Centri diFormazione Professionale.

Il Concorso Nazionale dei Capolavori dei Settori Professionali è giunto allasesta edizione.

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NNoonn ppeerr gguuaaddaaggnnoo mmaa ppeerr oorrggoogglliioo!!

In Italia sono poche le industrie chesvolgono questo tipo di attività, non solo sulpiano del lavoro, ma anche su quello uma-no, per i siciliani è un punto d‘orgoglio per-sonale, agli occhi di chi ci pensa come l’ulti-ma ruota del carro.

L’Acciaierie di Sicilia si distingue dallealtre non solo per la qualità del lavoro e delprodotto ma anche per il rapporto che si in-staura tra dipendente e datore di lavoro,perché non si tratta di dare ordini ma di col-laborare ad un fine comune ovvero ottenerela migliore qualità del prodotto.

Per poter entrare afar parte di questa ca-tena lavorativa, l’Ac-ciaierie di Sicilia nonrichiede la laurea o ildiploma, ma dà op-portunità anche a chiha frequentato corsiprofessionali ,che dan-no un’ottima prepara-zione pratica sul setto-re prescelto. Comespiega la responsabiledelle risorse umane Bi-na Izzo: “Io vengo dauna regione come lavostra in cui ci sonodifficoltà dal punto di vista lavorativo”.

Ma come si fa a restare nel posto in cuisono nato? Si fa con la competenza e con laspecializzazione anche perché la laurea nonsembra una soluzione per il lavoro. E’ neces-sario imparare con umiltà da persone che viinsegnano dal punto di vista tecnico.

Una volta trovata la strada bisogna esse-re proattivi. I profili più ricercati sono: imeccanici e gli elettronici. Dove per mecca-nico si intende anche un operatore addettoalle macchine utensili.

Questo suona come speranza, in un pe-riodo difficile di crisi, di licenziamenti e cas-

sa integrazioni, in cui le aziende chiudono.Soprattutto per i giovani e in particolare perquelli che studiano e frequentano i corsi diformazione professionale in cui si impara asaldare, ad usare le macchine come torni efresatrici, macchine a controllo numerico, aprogrammare e progettare un ciclo di lavo-ro.

Competenze che quindi danno maggioripossibilità di introdursi nel settore indu-striale. Non a caso dei duecento dipendentiche lavorano alle Acciaierie di Sicilia bencentosessantadue sono operai, di questi set-

tantatrè sono periti meccanici ed elettrici;non solo l’età media dei dipendenti è ditrentanove anni. Uno degli aspetti su cuil’azienda punta è la formazione dei suoi di-pendenti, operai, responsabili, dirigenti chesi formano tutto l’anno. L’anno scorsol’azienda ha firmato un accordo con il mini-stero del Lavoro per un totale di 56.000 oredi formazione, sono stati coinvolti 176 ope-rai su temi come: principi di metallurgia,norme di sicurezza, ambiente, manutenzio-ne. E così si aumenta la professionalitàdell‘operaio.

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L’incontro con l’azienda Acciaierie di Sicilia, un’eccellenza siciliana

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II ccoorrssii pprrooffeessssiioonnaallii aapprroonnoollee ppoorrttee aall mmoonnddoo ddeell llaavvoorroo

Abbiamo avuto l’ennesima conferma dicome la scuola prepara la vita al lavoro, in-fatti incontrando due ex-allievi del nostroistituto ci è stato descritto come è avvenutoil passaggio dalla scuola professionale al la-voro. I due ex allievi, il responsabile officinatorneria Giuseppe Gusmano e il responsabi-le manutenzione meccanica reparto lamina-toio, Francesco Trovato, sono due dei tantipilastri dell’acciaieria. Infatti il signor Gu-smano racconta: “Io quando ero ragazzinoavevo solo la passione, e gli insegnamenti,l’educazione, ricevuti a scuola, li ho sempre

portati con me. A 18 anni sono diventato ca-po officina, sempre con la caparbietà di im-parare. Ci si deve attaccare al lavoro.

Una volontà di andare avanti che abbia-mo trasmesso anche agli operai”. Aggiungeil signor Trovato: “Un lavoro come quellonostro si deve amare perché quello che si facon passione si fa bene, perché la soddisfa-zione è l’unica cosa che ti paga”. Infatti, il si-gnor Trovato rappresenta la storia dell’ac-ciaieria e con orgoglio racconta: “Lavoro giàda circa quarant’anni e il gruppo ci ha datoprosperità, sicurezza e avvenire.

Qui un tempo nonc’era nulla, era un panta-no, mancava un luogo do-ve mettere le apparecchia-ture. Per me è stata ed èancora una palestra forma-tiva e professionale. Hoamplificato quello che horicevuto durante l’insegna-mento scolastico perché inun lavoro come il nostronon basta la teoria, biso-gna avere anche la pratica,bisogna saper mettere lemani nelle macchine”.

VV.. GGuugglliieellmmiinnoo

Sicurezza e qualità nel lavoro

La sicurezza e la qualità del lavoro sono due aspetti fondamentali delle Ac-ciaierie di Sicilia. Infatti, l’azienda ha ottenuto la certificazione BS OHSAS18001 (Sistema di gestione della salute e della sicurezza del lavoro).

Come racconta la responsabile delle risorse umane Bina Izzo: “Facciamouna grande opera di organizzazione e di ascolto. Molti dispositivi li compriamosu segnalazione dei lavoratori e le persone sono contente di essere coinvolte”.Aggiunge il responsabile officina torneria Giuseppe Gusmano: “Prima del lavo-ro pensiamo alla sicurezza degli operai perché la vita vale più del lavoro. Nonsolo, anche la qualità e i rapporti tra i lavoratori sono importanti, tutti sonocoinvolti e ciascuno si sente importante e parte di una grande famiglia”.

S. Russo III B (Settore meccanico)

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LLuuccii ddii ssppeerraannzzaa ppeerrllaa ffaammiigglliiaa ffeerriittaaPercorso di formazione del Centro di Accoglienza per la Vita e la Famiglia

Giunge a conclusione, con l’incontrodello scorso 11 maggio, la serie degli appun-tamenti formativi promossi dal Centro di Ac-coglienza per la Vita e la Famiglia che, sottola direzione di validi e illustri relatori, harappresentato, anche quest’anno, una pre-ziosa occasione per interrogarsi e confron-tarsi su temi di rilevante e “scottante” attua-lità: “Luci di speranza per la famiglia ferita:coppie in difficoltà, risposate, divorziate…nella comunità cristiana”. Questo il temadell’incontro al quale hanno preso parte:don Umberto Romeo, sacerdote salesiano edirettore del Centro Psicopedagogico V.Frankl di Messina; padre Gianni Notari, par-roco gesuita presso la Chiesa “Crocifisso deimiracoli” di Catania; una coppia di sposi, iconiugi Gulotta, testimoni del programma“Retrouvaille”.

Dopo l’introduzione di don Gaetano Ur-so, che ha ricordato ai presenti l’identità delCentro e le attività da esso promosse, la mo-deratrice Melina Casabianca, volontaria delCentro Accoglienza, presenta i relatori e dàla parola a don Romeo. In qualità di psico-logo, oltre che di sacerdote, egli pratica tera-pia di coppia e familiare e questo gli ha per-messo, nel corso degli anni, di venire a con-

tatto con tante e diverse situazioni, spessoproblematiche, legate al contesto della fami-glia. Partendo dalla innegabile constatazio-ne della profonda complessità della realtàattuale, don Romeo tenta un’analisi della si-tuazione attraverso quattro interrogativi:

“Che tempo fa?” Quello presente è iltempo della complessità… un tempo con-traddistinto dalla cultura del narcisismo, se-

gnata a sua volta dal relativismo, con conse-guente affievolimento del senso etico del-l’esistenza (bene/male) per un’affermazionedel senso estetico (bello-piacere). È il tempodel cambiamento, in cui si sostituisce conestrema facilità ciò che non si può – o non sivuole – “riparare”… e questo, purtroppo,vale anche per le relazioni umane. Nono-stante tutto – ha precisato don Romeo –questo tempo è il migliore, perché è l’unicoche ci è stato dato da vivere adesso: è il tem-po opportuno (kairòs) in cui bisogna inter-venire.

“Che famiglia fa?” Una famiglia di cam-biamento e di crisi. La famiglia oggi è cam-biata, ma non sempre in meglio: cambia-mento, infatti, non significa necessariamen-te evoluzione. Spesso questo cambiamentoha invece creato novità, diversità, desideriodi essere e vivere nell’apparenza, senza piùalcuna certezza (né di modelli, né di leggi

A. Gulotta, d. U. Romeo, p. G. Notari.

é I coniugi Gulotta.

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NNEE che salvaguardino il valore e l’istituto della

famiglia). Questi concetti purtroppo passa-no oggi con difficoltà, specialmente nellecoppie “ferite”…

“Che tempo farà?” Nonostante il qua-dro negativo tratteggiato, ci sono dei segni edei semi di speranza, specie tra i giovani.Cresce infatti proprio in loro (cui noi adultinon abbiamo saputo offrire nuovi linguaggirelazionali) la consapevolezza della dignitàdella persona e, nello specifico, della pari di-gnità tra uomo e donna. Altro elemento po-sitivo è senz’altro quello di una paternità ematernità vissute oggi in maniera più re-sponsabile.

“Che famiglia farà?” Una famiglia mi-gliore, se solo si riconosce che essa è sì unistituto giuridico, ma è anche una realtà sa-cra, in quanto proveniente e voluta da Dio.Una famiglia migliore, se saremo in grado diriscoprire e valorizzare la dimensione della“festa” e il tempo del riposo come momentied occasioni importanti per costruire rela-zioni.

La parola passa quindi ai coniugi Gulot-ta, i quali illustrano il programma “Retrou-vaille”. Si tratta di un’esperienza cristianacattolica, nata in Canada nel 1977, che offreil proprio servizio a tutte quelle coppie (pro-venienti da qualsiasi affiliazione religiosa,idea politica o classe sociale) che soffronodifficoltà relazionali, aiutandole a riscoprireil valore del dialogo, dell’ascolto e del per-dono al fine di ricostruire una relazione au-tentica d’amore.

Da ultimo, padre Gianni Notari esprimela necessità di curare e tutelare maggior-

mente quattro “attenzioni”, strettamente le-gate alla realtà della famiglia. Egli parla in-fatti di: attenzione sociopolitica, lamentandouna vera e propria “latitanza” dello Stato;attenzione culturale: data l’evoluzione antro-pologica e culturale intercorsa, per cui l’es-sere donna oggi è diverso dall’esserlo ieri, ilmaschio dovrebbe maggiormente rivedere ipropri modi di rapportarsi al femminile; at-tenzione psicologica, in cui diviene fonda-mentale la dimensione del dialogo e del-l’ascolto reciproco, in un’apertura alla veritàsenza più alcuna paura, perché solo la veritàrende liberi; attenzione ecclesiale, per cui lafamiglia va oggi aiutata ad entrare in un“progetto” più grande e più importante: ilprogetto di Dio, di cui uomo e donna insie-me sono partecipi e protagonisti! In tuttoquesto naturalmente – ha sottolineato padreGianni – non va dimenticata la grande re-sponsabilità della Chiesa nel suo compito,tanto importante quanto delicato, di incon-trare “i feriti nell’amore”… Il sacerdote, per-tanto, non deve proporsi come l’ “uomo diChiesa” che impone la rigidità della norma,ma come colui che si pone in ascolto di altrifratelli, uomo tra gli uomini, facendosi loroprossimo perché anch’essi si aprano alla spe-ranza e alla riconciliazione.

MM.. CC.. GGaannggeemmii Volontaria Centro Accoglienza

F. ed A. Gulotta, d. U. Romeo,p. G. Notari, M. Casabianca.

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Luci brillanti, colori accesi, costumi cu-rati e sgargianti, musiche d’incanto, caratte-rizzate dalle note dei Pooh, hanno reso en-tusiasmante lo spettacolo presentato dalC.G.S. “Giuseppe Macrì” – Aladin, il musi-cal – che domenica 17 giugno nel cortile del-l’O.C.G “Sacro Cuore” dei Salesiani di Bar-riera ha incantato grandi e piccini, regalan-do emozioni uniche a tutti i partecipanti.

Aladin, un ragazzo scanzonato e genero-so, ma anche disperato quando gli eventi lomettono di fronte ad un amore impossibileper la figlia del Sultano, vivrà una delle piùgrandi avventure insieme all’inseparabileamico Abù. Intorno a lui si muovono diver-si personaggi, perfettamente disegneti ed in-terpretati in tutte le loro sfaccettature, conla più piacevole e divertente spontaneità.

Jasmine, figlia del sultano di Baghdad,non vuole sottostare alle antiche leggi delsuo regno che la vogliono sposa ad un nobi-le entro i suoi 18 anni per garantire conti-nuità al Regno. Il Sultano, annoiatamente li-gio al suo ruolo, indolente ed irascibile nonriesce ad imporre la propria volontà alla fi-glia, assediato dall’indovina Lunatica, dalsuo bizzarrissimo sventagliatoreAndalù e dal gran Visir di CorteJafar. E poi c’è lui, il Genio,adrenalitico e fracassone che fa-rà di tutto per aiutare il suo pa-drone Aladin nelle sue avventu-re. Un’imperdibile spettacoloda favola per tutte le età…

Con un cast accattivante, apartire dalla presenza di un“Genio” d’eccezione reso indi-menticabile da un bravissimoCarmelo Caccamo, che, tra bal-li, canti a ritmo di Samba e bat-tute divertentissime ha reso ilpersonaggio spumeggiante epieno di colore. A seguire unsimpaticissimo Aladin un ragaz-

zo dal cuore puro, un diamante allo statogrezzo, interpretato da un versatile Ivan Va-sta bravissimo sia nei panni di attore nonchédi regista; Jasmine, ragazza forte e volitiva,certo non adatta ad un harem, ma con unagran voglia di vita e libertà è interpretata dauna bravissima e bellissima Ilenia Liardo; eancora Jafar, il gran Visir di Palazzo, un uo-mo “Pessimo” come si definisce lui stesso èinterpretato da un eccentrico Dario Conti;Shadia, affidabile balia di Jasmine, semprepronta a difenderla è resa entusiasmante edavvincente dalla meravigliosa voce di Romi-na Campione, che ha curato anche la regiamusicale dello spettacolo; Il simpatico e gof-fo Abù è impersonato dal giovanissimo Da-nilo Narcisi; la spalla cattiva e sopra le righedi Jafar, Jaga è la brillante Oriana Pannofi-no; il simpaticissimo trio di corte, che ha fat-to diverire tutto il pubblico con la loro sem-plice comicità, il Sultano, Andalù e la svam-pita Lunatica sono stati interpretati rispetti-vamente da Paolo Galeano, Alfio Grasso edAnnalisa Tudisco. Con le coreografie di unagiovanissima ma promettente Noemi Galea-no, con il suo corpo di ballo: Chiara Russo,

AAllaaddiinn,, ii ll mmuussiiccaallCGS “Giuseppe Macrì” - Catania-Barriera

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Creativamente insieme, giovani da Ter-me ospiti all’Oratorio di Barcellona per unpercorso comune.

Madre Teresa di Calcutta diceva “Trovail tempo di essere amico: la strada della feli-cità”. L’impegno sociale e artistico dei ragaz-zi del progetto “Creativamente insieme” diTerme Vigliatore, finalizzato a fornire ai gio-vani del territorio una sede di aggregazionenei locali del Centro sociale comunale, ri-sponde appieno a questo monito di vita.

Una delle molte iniziative del progetto èstato l’incontro di mercoledi scorso con i

giovani dell’Oratorio Salesiano di Barcello-na. Una sorta di gemellaggio tra i due centriaggregativi in cui i ragazzi hanno avuto lapossibilità di partecipare ad un pomeriggiodi festa e giochi, prendendo parte a tornei dicalcio, pallavolo, basket e biliardo e sfrut-tando soprattutto quest’occasione per socia-lizzare tra loro.

L’incontro, promosso dall’Associazione“Oggi Giovane”, ha permesso uno scambiodi conoscenza ed esperienza tra giovani ap-partenenti a realtà diverse, ma animati da unforte spirito di aggregazione e umanita,.“Creativamente insierne” è un progetto pre-visto dal Piano di Zona del Distretto Socio-Sanitario D28 e finanziato dall’AssessoratoRegionale alla Famiglia e alle Politiche So-ciali: quest’attività conta 50 iscritti, tra i 7 ei 20 anni, coinvolti in laboratori artistici,sportivi, socio-musico-culturali e teatrali.

LL.. BBaarrttoolloonnee

Da: La Gazzetta del Sud, Barcellona P.G. 9-6-2012.

TTrraa ggiioovvaannii ddii TTeerrmmee ee BBaarrcceelllloonnaaGemellaggio creativo all’oratorio salesiano guidato da Don Salvino

BBaarrcceelllloonnaa PP..GG..

Martina Puglisi e Viviana Caponnetto;le coloratissime scenografie di Annali-sa Tudisco ed Andrea Pellegrino, cheha curato anche l’audio, insieme ad unattento tecnico, Dario Messina. Altripartecipanti al cast, tra principi, mer-canti, guardie e gente della popolosis-sima Baghdad sono: Andrea Papale,Giulia Galeano, Rosario Papale, Sabri-na Tudisco e Salvo Borgesi.

Merito d’eccezione per i vivacissi-mi costumi realizzati da: Agata Raciti,Alfia Mauro ed Annalisa Tudisco.

Per tutti coloro che si sono persi lamagia della prima possono andarlo a vedere all’Anfitatro di Gravina, Aladin, rientra nel car-tellone estivo Gravinese. Vi Aspettiamo!

II.. VVaassttaa

é Da sin.: C. Caccamo, D. Conti e P. Galeano.

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CCaammppuuss MMaattuurraannddii 22001122Liceo Don Bosco di Catania Cibali

Gli studenti dei quinti annilo avevano chiesto ai Proff. a set-tembre: «Faremo il campus inpreparazione agli Esami di Statocome i nostri compagni l’annoscorso?». Ora eccoli questi ra-gazzi, gli esami alle porte trapaure e speranze, pronti a parti-re per il Campus Maturandi “In-sieme prima degli esami”, unodi quei momenti che non si scor-deranno in un periodo della vitain cui è meglio non restare soli esentire che c’è qualcuno che tista vicino. Per questo e per la

passione educativa, preside e professorihanno coinvolto i maturandi in un periododi studio e fraternità dal 14 al 16 giugno aTrecastagni presso la casa di spiritualità “Tretende”, un modo per stare vicini ai ragazzi,per aiutarli a vivere con serenità quella che èla prima grande prova di studio della lorovita, piena di aspettative e di sogni, ma an-che di timori e incertezze.

Sarà, come negli anni scorsi, un tempodi approfondimenti, lezioni, ripasso, di con-

fronto, di preghiera, ma soprattutto di con-divisione e comunione. Professori e più disessanta studenti insieme, concentrati ospensierati, impauriti o sicuri, ansiosi o de-terminati, e uno di loro ha già detto: «Noistiamo con chi ci vuole bene!».

L’esperienza avrà un’appendice il 19 se-ra, la “notte prima degli esami”, tra musicae pizza, questa volta a scuola e senza faretardi!

MM.. PPaappppaallaarrddoo

é Catania-Cibali: Maturandi 2012 Liceo “Don Bosco”.

CCaattaanniiaa--CCiibbaallii

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FFeessttaa ppeerr ii 112200 aannnnii ddaallllaa ffoonnddaazziioonneeLa mattina di giovedi 10 mag-

gio, per i centoventi anni dellafondazione dell’istituto “S. Fran-cesco di Sales” di via Cifali e nelgiorno esatto in cui la benemeritaopera salesiana della città fu inau-gurata dal beato Cardinale Giu-seppe Benedetto Dusmet, nell’au-ditorium Don Bosco della gloriosaCasa di Cifali, che ospita, oltre al-le scuole elementari, media e liceoclassico e scientifico, anche l’ispet-toria “S. Paolo” dei Salesiani di Sicilia, il di-rettore Don Pippo Ruta, il giornalista dott.Salvo La Rosa, il presidente e il vicepresiden-te dell’Unione exallievi intitolata al compian-to prof. Don Giuseppe Martines, gli avvoca-ti Armando Finocchiaro ed EnzoMartines hanno presentato in unaconferenza stampa il programma ele iniziative per i festeggiamentidel 120° anniversario.

Il sindaco avv. Raffaele Stanca-nelli, exallievo del ginnasio-liceoDon Bosco, visibilmente commos-so, ha dato testimonianza dellaquinquennale presenza in collegioche ha lasciato nella sua vitaun’impronta indelebile. La Rosa,anch’egli exallievo, ha ricordatoalcune delle prestigiose figure della lungaschiera di indimenticabili educatori-docentiscomparsi, quali Don Antonino Amico, DonVittorino Lo Giudice, Don Gaetano Migliaz-

zo e gli illustri professori salesiani presenti,tra i quali i presidi Don Paolo Cicala e DonSalvatore Muratore nonchè gli emeriti DonSalvatore Fronte, Don Giuseppe Vitali, DonGino D’Amico, Don Antonino Munafò, ecc.

I festeggiamenti veri e propri sono inizia-ti domenica 13 nel cortile dell’istituto, con ilsaluto dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gri-stina e con la concelebrazione della S. Messapresieduta dall’ispettore Don Gianni Mazza-li con Don Ruta e i sacerdoti confratelli dellacomunità salesiana, educante ed oratoriana,e animata dal gruppo musicale “Sales SoundSystem” dell’oratorio e dal coro “MammaMargherita” della Scuola Media, con la par-tecipazione del sindaco, del presidente delconsiglio comunale avv. Marco Consoli e delpresidente della Provincia on. Giuseppe Ca-stiglione.

Accanto all’altare campeggiava un ritrat-to con una reliquia del Beato Cardinale Giu-seppe Benedetto Dusmet che volle i Salesia-ni a Catania.

é Don G. Mazzali, Mons. S. Gristina e Don G. Ruta.

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Dopo il tradizionale panino, la grandeFamiglia salesiana, in festoso corteo, si è re-cata nella piazzetta San Giovanni Bosco anti-stante all’istituto (foto in basso), ristrutturataper l’occasione dal Comune con aiuole for-mate da decine di piantine donate dal vivai-sta dott. Alfio Sciacca, per un omaggio flo-reale al monumento del venerato fondatore,padre e maestro della gioventù. L’emozioneera palpabile nei volti di molti. Per tutti è sta-to significativo il breve discorso del primocittadino che dopo quarantanove anni dal

suo ingresso come interno si è ri-trovato ad onorare Don Boscopubblicamente, unendosi all’alle-gria dei ragazzi e al canto coraledell’inno “Giu dai colli” suonatodalla banda musicale dell’istitutofemminile Don Bosco al Canalic-chio, affidato alle suore Figlie diMaria Ausiliatrice formatesi allascuola della Beata Maddalena Mo-rano.

Nella tarda mattinata si è tenu-to un convengo su “L’incidenzaeducativa del S. Francesco di Salesin Sicilia”, presentato dall’avv. Fi-nocchiaro e con la partecipazionedel vicario episcopale per la cultu-ra e professore di storia della Chie-sa Mons. Gaetano Zito, del diret-tore emerito del S. Francesco diSales Don Paolo Caltabiano, delpresidente onorario dell’Unionelocale dott. Emanuele Minneci,

con le conclusioni di Don Ruta.Nel primo pomeriggio sono seguiti gli in-

terventi di un gruppo di studio composto daspecialisti e ricercatori che hanno sviluppato

gli aspetti storici, strutturali e organizzativi,educativi e formativi dell’istituto: Don Ruta,Don Giuseppe Buccellato, Don Cicala, DonPaolo Fichera, Don Giuseppe Raimondo,ing. Giovanni Costanza, sig. Aldo Cultrera,avv. Finocchiaro, dott. Carmelo Florio, prof.Antonino Landro, prof. Marco Pappalardo,prof. Fiorenzo Petralia, prof. Angela Saraniti.

AA.. BB..

Da: Prospettive, Catania 20 maggio 2012.

é Il sindaco di Catania R. Stancanelli e Don G. Ruta.

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LLeetttteerraa ddeell CCaarrdd.. RRaaffffaaeellee FFaarriinnaa

Città del Vaticano, 10 maggio 2012

Reverendo e caro Signor Direttore,L'Istituto Salesiano "S. Francesco di Sales" di Catania festeggia domenica prossima 13 mag-

gio i 120 anni dalla sua inaugurazione, con una serie di manifestazioni che si concluderanno la do-menica 28 gennaio del 2013. L'iniziativa s'inserisce opportunamente nelle celebrazioni mondialidel Bicentenario della nascita di Don Bosco, nel 2015, e in quella della Fondazione dell'Istitutodi Cibali, fino ad arrivare al 2016, come è ben illustrato nel depliant-programma delle feste.

Purtroppo non potrò essere presente alle manifestazioni di tale grande evento.E tuttavia anche a nome della Biblioteca Apostolica Vaticana e dell'Archivio Segreto Vatica-

no, le due istituzioni vaticane cui presiedo, invio la mia cordiale adesione ai festeggiamenti, auspi-cando fruttuosi risultati spirituali e sviluppi soprattutto vocazionali a Catania e in tutta la SiciliaSalesiana.

Vorrei lasciare, anche in vista dei grandi anniversari che ci accingiamo a celebrare, un messag-gio di impegno che credo sia anche di speranza. Prendo lo spunto da una citazione dalla strennadel Rcttor Maggiore del 2008, che riporta l'esortazione rivolta ai Salesiani dal P. Duvallet, Cap-pellano delle carceri e collaborato re dell'Abbé Pierre: "Voi avete opere, collegi, oratori e case peri giovani, ma non avete che un solo tesoro: la pedagogia di don Bosco! Rischiate tutto il resto: nonsono che dei mezzi; ma salvate la sua pedagogia... Cambiate tutto, perdete se è il caso le vostre ca-se, non importa! Ma conservate la pedagogia di Don Bosco, costruendo in migliaia di cuori la ma-niera di amare e di salvare i ragazzi che avete ereditato da Don Bosco!". (AA.VY. Il Sistema edu-cativo di Don Bosco tra pedagogia antica e nuova, Atti del Convegno Europeo Salesiano sul siste-ma educativo di Don Bosco, Tonno, LDC 1974, p. 314).

Lettera di un exallievo a Don AmataCarissimo Don Amata,oggi, ricorrendo i 120 anni della fondazione del S. Francesco di Sales in via Cifali,

siamo stati a scuola per assistere alla celebrazione conclusiva della ricorrenza.Salvatore, che fa parte del coro “Mamma Margherita”, era già là di buon ora per pro-

vare i canti. È stata una cerimonia semplice toccante e familiare nella migliore tradizio-ne di Don Bosco. Una festa pulita di quelle che si facevano quando eravamo ragazzisemplici senza smartphone, tablet e computer.

C’era una piccola banda di ragazzi che alla fine, recatici nella piazzetta Don Bosco,ha suonato giù dai colli... cantata dal coro dei nostri ragazzi e da tutti noi, sindaco exallievo compreso, con ben 4 bis, richiesti a gran voce sia da noi che dagli abitanti delpalazzo sovrastante che erano ai balconi. Che commozione, mi sono passati davanti nel-la mente, don Martines, don Vittorino, don Riggi, don Migliazzo e i tanti salesiani che al-lora erano con noi: don Nicoletti, don Pumbalo, don Fiorenza, don Amico, don Majora-na, don Papa e il giovanissimo catechista del liceo Don Biagio Amata (lo conosce????).Di loro serbo ancora le caricature che disegnavamo!!!

Lei sa quanto io ami i politici, ma Stancanelli stavolta non ha profittato per propa-ganda politico-elettorale, ma era uno come noi, emozionato, semplicemente allegro co-me di solito non lo si vede. Era come se fosse in libera uscita dalla politica nell’oasi sa-lesiana!

Grazie a tutti Voi per tutto ciò che ci avete insegnato, grazie a Lei di tutto.Noi exallievi siamo orgogliosi di Voi, Padri salesiani, che così ci consentite di distin-

guerci dagli altri per onestà morale, senso dell’amicizia e rispetto verso gli altri, coseche purtroppo non esistono quasi più. Avanti quindi Salesiani, che le vostre scuole sia-no sempre piene di ragazzi che migliorino il mondo!!!

Un mio grazie a Lei per tutto tutto tutto!A presto.

G. O.

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Questa conservazione e rinnovazione della pedagogia di Don Bosco, della sua preziosa eredi-tà la possono operare solo i Salesiani, soprattutto con la loro presenza e la loro testimonianza divita. E allora? Allora bisogna moltiplicare i Salesiani, le vocazioni salesiane. Tutti devono acco-gliere questo grido di rinnovamento: vocazioni, numerose vocazioni salesiane! Tutti collaborino:Salesiani, Exallievi, Cooperatori, amici e simpatizzanti dell'opera salesiana e di Don Bosco. Que-sto, caro Direttore, è il messaggio che vorrei lasciare al Suo Istituto e a quanti partecipano alle ce-lebrazioni dei 120 anni dalla sua fondazione.

Con rinnovati sensi di affettuosa stima e cordialità

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AAuugguurrii ddii MMoonnss.. DDaall CCoovvoolloo,, RReettttoorr MMaaggnniiffiiccoo ddeellll''UUnniivveerrssiittàà LLaatteerraanneennssee

Carissimo Direttore, Carissimi Confratelli, Professori e Studenti tutti, con vera gioia facciogiungere i miei più affettuosi auguri per il 120° anniversario della Inaugurazione del Vostro Isti-tuto! Avrei tanto voluto essere qui, con tutti Voi, ma Vi accompagno lo stesso, in questo giorno,con la preghiera al Signore Risorto. Oltre a lodare l’arduo compito che il Direttore, Don Giusep-pe Ruta, e i Professori affrontano ogni giorno come vera e propria missione, vorrei rivolgere an-che un pensiero a Voi studenti: tenete sempre saldo e ìnsito in ognuno di Voi quei valori di amo-re e di difesa della Verità, che sono stati sempre presenti nella vita di San Francesco di Sales e chesi “respirano” nelle vostre aule. Siate frutto del vostro studio, tenete sempre vivo il senso di ap-partenenza alla grande famiglia salesiana perché vi è utile per le scelte, per la vita, soprattuttoquando si fa difficile. Richiamate sempre alla mente la celebre frase di Francesco: «Se sbaglio, vo-glio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore»; agite quindi con disinteresse econ lo sguardo rivolto al prossimo, e quando l’errore sarà il risultato delle vostre azioni ricordateil vostro amico Gesù, che non vi abbandona mai!

“L’educazione è cosa di cuore…”. Forse la frase non è di Don Bosco, ma essa esprime al me-glio il rapporto tra educante e educato. Essa ci consegna un onere di notevole impressione, ossial’adeguamento dell’educato all’educante. Quindi la missione dell’educato è proprio quella di edu-care a sua volta, non solo nell’ambiente scolastico, ma anche in quello familiare e sociale.

Vi saluto con molto affetto e vi benedico.++ EE.. ddaall CCoovvoolloo,, SS..DD..BB..

Vescovo tit. di Eraclea

MMeessssaaggggiioo ddeell CCaarrdd.. TTaarrcciissiioo BBeerrttoonnee ee BBeenneeddiizziioonnee ddeell SS.. PPaaddrreeiinn ooccccaassiioonnee ddeeii 112200 aannnnii ddeellll''IInnaauugguurraazziioonnee

A Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Salvatore Gristina Arcivescovo di Cataniain occasione dell’inizio dei festeggiamenti per i centovent’anni dell’inaugurazione dell’istitu-

to salesiano San Francesco di Sales di Catania, il Sommo Pontefice Benedetto XVI rivolge il suocordiale apprezzamento per l’iniziativa volta a riflettere sui frutti abbondanti raccolti da codestaistituzione al servizio delle nuove generazioni nel solco fecondo del carisma di San Giovanni Bo-sco.

Mentre esorta a proseguire con rinnovato entusiasmo l’importante opera di educazione uma-na e cristiana dei ragazzi e dei giovani, capace di incrementare energie morali e religiose per unsempre più valido impegno nella comunità ecclesiale e nella società civile, il Santo Padre invocal’intercessione di Maria Ausiliatrice e dei santi della famiglia salesiana e imparte di cuore a VostraEccellenza, al direttore Don Giuseppe Ruta, agli organizzatori e ai presenti tutti l’implorata be-nedizione apostolica.

CCaarrdd.. TT.. BBeerrttoonneeSegretario di Stato di Sua Santità

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IIoo ee llee NNaazziioonnii UUnniitteeLa storia di come cambiai il mondo in una settimana

È buffo come la vita alle volte ti riservicose inaspettate, come un anno scolasticopossa nascondere un’esperienza indimenti-cabile; per me è stato così quando, in ungiorno di ottobre, mi avvicinai nei pressi diun banchetto accanto al bar scolastico, ban-chetto che tutti ignoravano per andare acomprare la merenda delle 11. Mi avvicinaicurioso leggendo la scritta di un libricino,che recitava: “CHANGE THE WORLDMODEL UNITED NATIONS”. Lo presi eme lo portai in classe, leggendone i dettagli.Fu così che iniziò un percorso che mi avreb-be portato dal 27 marzo al 2 aprile a NewYork City, precisamente al leggendario Pa-lazzo di Vetro delle Nazioni Unite, doveavrei preso parte ad una simulazione mon-diale di una seduta dell’ONU, assieme ad al-tri migliaia di ragazzi provenienti da tutto ilmondo, rappresentando ciascuno uno deicentonovantatrè paesi membri dell’ONU.L’idea mi aveva gasato a tal modo che il gior-no stesso andai alla sede dell’organizzazione(Catanese) che curava l’evento, ebbi un col-loquio con il Presidente e venni ammesso alcorso di base, che sarebbe cominciato dopodue settimane. Dopo cinque incontri dedi-cati alle Nazioni Unite e alla loro organizza-zione, sostenni un Test che mi avrebbe fattoaccedere al Corso Avanzato. Eravamo venti-cinque alunni; tutti ammessi. Ma con miagrande gioia, arrivai primo in graduatoria,ottenendo il diritto di partecipare ad unaparticolare borsa di studio. Ma questa èun’altra storia.

Se pensate che sia stato tutto semplice esenza problemi, vi sbagliate di grosso. Dopola pausa natalizia, a gennaio ripresi il corso,venendomi assegnata la nazione che avreirappresentato: la Nigeria in Assemblea Ge-nerale, avendo come argomento “energierinnovabili e diritti umani”.

Ciò significa parlare del diritto inaliena-bile di ciascun essere umano ad avere pro-prie fonti di energia. A questo punto comin-

ciarono imiei tre me-si di prepa-razione e distudio sullaNigeria, in-sieme allamia compa-gna di dele-gazione Se-rena, unapreparazio-ne dura eallo stessotempo gra-tificante. Francamente, ci sono stati i mo-menti in cui mi sono detto “Cavolo, è unacosa assurda, non ce la potrò mai fare!”. Aquesti momenti rispondevo pensando al-l’importanza di ciò che stavo facendo, a co-sa mi avrebbe lasciato dentro; soddisfazioneinnanzitutto, ma anche lezioni che avrei ca-pito in seguito. Il tempo passava, le lezioni ele ricerche proseguivano (indimenticabile lalettera dell’Ambasciatore Italiano in Nigeriache si metteva a nostra disposizione perqualunque informazione avessimo bisogno),arrivando alla prova generale per New York,la simulazione italiana CRIO-DIMUN del3-4 marzo. Un’esperienza indimenticabileper le straordinarie persone che ho cono-sciuto durante i lavori, così come le avreirincontrate e conosciute a NY.

Entro il 26, avevo preparato quattro di-scorsi ed un sacco di progetti da far esami-nare ai miei paesi amici. Ero carico ed in tre-pida attesa di partire. Poi il giorno arrivò: 27marzo, il giorno della mia partenza, la finedel viaggio di preparazione; da adesso si“gioca” seriamente. Due giorni dopo, unadelle emozioni più grandi della mia vita: en-trare nella vera A.G. e sedermi in uno deisuoi posti, con davanti a me il famoso palcodove i più grandi della storia, da NelsonMandela a Giovanni Paolo II, hanno parla-

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to. Le mie sensazioni sono indescrivibili e la carica che que-sto momento mi ha trasmesso è stata enorme. Ero definitiva-mente pronto per mettermi in gioco. Il 30 marzo comincia-rono i lavori, e devo dire che mi diedi un gran da fare, met-tendo in atto quelle capacità diplomatiche che avevo affina-to nei mesi precedenti per arrivare ad una soluzione concre-ta, rappresentata da una Risoluzione ONU. Ho lavorato perquattro giorni con la mia coalizione, formata da stati del-l’Ovest Africa con il supporto dei miei partners europei(Francia, USA, Regno Unito), ma alla fine abbiamo presen-tato la nostra risoluzione ONU, passata con centosettantatrèsì e venti no. La felicità era ovviamente tanta, ricordo anco-ra il nostro abbraccio di gruppo per la riuscita del nostro du-ro lavoro (e quando dico duro, intendo “veramente diffici-le”…). Basta, l’esperienza era andata bene, la mia felicità(tanta) era bilanciata dalla stanchezza (tanta anch’essa) e non mi aspettavo più nulla, solo ditornare a casa con tanta nostalgia per quei giorni. E invece le sorprese non erano finite. Le“Honourable Mentions” (Menzioni d’Onore) sono nove premi che vengono dati alle novedelegazioni che si erano maggiormente distinte durante la simulazione, diciotto persone suquattrocento. Io e Serena fummo tra questi. Tornare a casa felice, sereno nell’animo e pre-miato tra i migliori. Cosa potevo desiderare di più? Questa è stata la mia esperienza, la mia“settimana da Dio”. Essa mi ha lasciato tante cose dentro ma soprattutto una lezione impor-tantissima: i sacrifici nella vita vengono ricompensati. Sempre!

PP.. PPaarrzziiaannooIV Scient. A “Liceo Don Bosco”, Cibali - Catania

UUnn cciieelloo ddii...... sstteellllee!!Pienamente riuscita ai Salesiani di Cibali la “Serata sotto le stelle 2012”

«Una bellissima serata in pieno stile sa-lesiano». Sotto una luna “Donboschiana”,così il Direttore Don Pippo Ruta ha com-mentato la “Serata Sotto Le Stelle 2012”,presentata dal nostro amico Ruggero Sardo,che ha visto la partecipazione di tutti i gradidella scuola, dalla Scuola d’Infanzia ai Licei,con canzoni, balletti e piccoli sketches perdue ore di assoluto divertimento.

Degna di nota la preparazione dell’even-to, condotta dai Professori Giacomo Falzo-ne, Don Paolo Fichera e Don DomenicoMuscherà, con il sostegno della Professores-sa Mimmi Monaco, impegnatasi nella pre-parazione delle splendide hostess (ragazzedi III e IV anno di Liceo) che hanno illumi-nato la serata grazie alla loro presenza, esi-

bendosi, insieme ai maturandi, in una indo-vinata sfilata di moda, con i capi e accessoridell’Atelier delle exallieve Liana e ValentinaFiorenza. Accurata la sfilata delle mascherelavorate a mano dai ragazzi della Scuola Se-condaria di I grado, coordinata dallaprof.ssa Annamaria Camilleri.

Tra i partecipanti, molto emozionati i ra-gazzi della V Elementare A, guidati dallamaestra Anna Indelicato che hanno intra-preso un coro sulle note di Riccardo Coc-ciante e del suo singolo “Un nuovo Amico”.Queste le parole di uno dei bambini, Giu-seppe Romeo, all’indomani della fantasticaperformance: «Eravamo molto emozionati,stavamo preparando la canzone dal 30 mag-gio. La canzone è molto bella e la maestra

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NNEE l’ha scelta proprio perché ci vogliamo tutti

bene». Una vera attrazione il mix di ballettidelle piccole Chiara, Angelica, Paola, Ludo-vica, Giordana e Paola. Originali lo sketchcomico recitato dalle gemelle Giada e Tiffa-ny su un copione di Mister Bean e la dram-matizzazione interamente inventata da Bea-trice, Monica, Anna, Giulia e Veronica sottola guida della dott.ssa Silvana Petralia.

Neanche riesce a dirci, nella sua vita, ilnumero esatto delle esibizioni il ragazzo delIV Scientifico A, Dario Torrisi, che insiemealla sua “band” ha eseguito due capolavoridei Coldplay: “Every Teardrop is a Water-fall” e “Charlie Brown”. “Non sono mai sta-to un grande fan dei Coldplay”. CommentaDario: «Ma la mia ragazza me li ha davverofatti apprezzare, quindi se ho suonato questipezzi è anche stato grazie a lei! Comunque èstata davvero una bella serata, anche se ab-biamo avuto problemi nella preparazionedella canzone, con solo 2 ore di preparazio-ne». Belle canzoni sono state interpretate daMario Castiglione, Morena Aiello, Elena DiStefano, Martina Terranova e Ludovica Co-pia suscitando applausi e consensi da partedel pubblico. Chicca finale la canzone “Im-maturi” dei magnifici quattro Pierpaolo, Ni-cholas, Gabriele e Jacopo, a nome di tutti imaturandi di quest’anno scolastico2011/2012. L’impegno conta molto, si sa, equesti ragazzi ce ne hanno davvero messotanto.

Tra i tanti numeri che si sono distinti perunicità e stile, spicca il “Musical”, interpre-tato dal Prof. Marco Pappalardo e i ragazzi

dell’Oratorio, che hanno voluto rivivere unospezzone della vita di Don Bosco attraversocanzoni toccanti e simboliche, con l’eccel-lente prova del Professore proprio nel ruolodel fondatore dei Salesiani. «È Don Boscoche abbiamo rivisto attraverso le parti delmusical e che stiamo ricordando in vista deiduecento anni dalla sua nascita che celebre-remo nel 2015. Le nostre stelle, quelle deglieducatori, sono i giovani: li abbiamo vistiesibirsi in vari momenti e performance, condestrezza, sicurezza, autoironia, capacità,impegno, serenità. È sempre commoventeper un educatore vedere ciò di cui sono ca-paci e il modo in cui lo fanno, per questo èimportante mettersi in gioco con loro; così èstato per il musical».

Ha proprio ragione il Prof. Pappalardo:le vere stelle della serata sono i giovani, checontinuano ad illuminare l’Istituto con la lo-ro presenza a Scuola e all’Oratorio, dandogioia e soddisfazione ad ogni educatore.Adesso però il cortile della Scuola sarà vuo-to: per tre mesi non si sentirà il rumore deipalloni o gli schiamazzi dei bambini. Adessoè Estate, tempo di riposo dopo un anno diduro lavoro (tra poco lo sarà pure per i ra-gazzi degli Esami di Stato!). Il cortile del-l’Oratorio, invece, sarà pieno di ragazzi peril GREST animato dai giovani animatoridella Scuola e dell’Oratorio per ricordarcisempre che le vere stelle che brillano conti-nuamente nella volta celeste “salesiana” sia-mo sempre noi, i giovani.

Don Bosco riesce ad accenderci sempre.

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PPrrooggeettttoo ““CCooooppccrreeaarree”” aa SS.. CCrriissttooffoorroo

PPRREEMMEESSSSAA

Il problema più grave del quartiere diSan Cristoforo è la disoccupazione, altissimasoprattutto tra i giovani, i quali non sapen-do come risolvere il problema del lavoro,preferiscono molto spesso impegnarsi in at-tività illecite. In un momento congiunturalecome quello attuale, occorre attivare tutti imeccanismi necessari per stimolare le inizia-tive di lavoro autonomo, favorendo la picco-la imprenditorialità.

In particolare, occorre diffondere la cultu-ra dell’autosufficienza, dell’auto-responsabili-tà, della democrazia, dell’eguaglianza, del-l’equità e della solidarietà. Su tali principi sifonda la formula cooperativa, che può rappre-sentare una concreta ed efficace risposta per igiovani onesti, in cerca di riscatto sociale.

IILL PPRROOGGEETTTTOO

Il progetto “COOPCREARE a San Cri-stoforo: concorso per l’accompagnamento al-la creazione di cooperative” si prefigge di svi-luppare processi di sollecitazione sociale, at-tivazione di cittadinanza e partecipazione alterritorio, attraverso un Concorso di idee im-prenditoriali, finalizzato a supportare lo svi-luppo di imprese cooperative da parte dei re-sidenti nel territorio di San Cristoforo, dentroe/o fuori il quartiere.

L’iniziativa è finalizzata a:- promuovere nei giovani la cultura del-

l’imprenditorialità, intesa come capacità dicreare lavoro autonomo, in particolare al-l’interno del quartiere e tra i suoi abitanti;

- supportare i processi di creazione d’im-presa, fornendo gli strumenti necessari pervalutare i punti di forza e di debolezza del-l’idea, assistendo nella predisposizione deidocumenti e degli adempimenti burocraticinecessari e cercando di ridurre i costi di av-vio;

- diffondere il modello cooperativo, fon-dato sulla cultura della legalità, dell’autosuf-

ficienza, della responsabilità, della democra-zia, dell’eguaglianza, dell’equità e della soli-darietà.

Il concorso di idee intende quindi sti-molare e supportare l’imprenditorialità, tra-mite l’individuazione di tre valide proposteprogettuali, da sostenere attraverso un’azionedi counseling mirata allo sviluppo della busi-ness idea ed alla redazione di un piano d’im-presa. Ai primi tre gruppi classificati saran-no assegnati i seguenti premi:

II ccllaassssiiffiiccaattoo: premiodel valore complessivodi 44..000000,,0000 € (di cui1.500,00 € in denaro,destinato al rimborsodelle spese di costitu-zione della nuova coo-perativa; un valore paria 1.500,00 € per attivitàdi counseling, per losviluppo del businessplan; copertura dellespese di gestione ammi-nistrativa relative al pri-mo anno di attività, perun valore di 1.000,00€).

IIII ccllaassssiiffiiccaattoo: premiodel valore complessivo di 22..550000,,0000 € (di cuiun valore pari a 1.500,00 € per attività dicounseling, per lo sviluppo del businessplan; copertura delle spese di gestione am-ministrativa relative al primo anno di attivi-tà, per un valore di 1.000,00 €).

IIIIII ccllaassssiiffiiccaattoo: premio del valore comples-sivo di 11..550000,,0000 € (valore pari a 1.500,00 €per attività di counseling, per lo sviluppodel business plan).

RREEQQUUIISSIITTII DDII AAMMMMIISSSSIIOONNEE

Possono presentare le proposte proget-tuali i gruppi costituiti da almeno tre sogget-

Concorso per l’accompagnamento alla creazione di cooperative

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ti, con prevalenza di giovani, che intendonoportare avanti un’iniziativa imprenditorialein forma cooperativa. In particolare, il sog-getto proponente deve rispondere ai se-guenti requisiti:

- età compresa tra 18 e 35 anni dellamaggioranza dei partecipanti;

- residenza della maggioranza dei parte-cipanti nel territorio di S. Cristoforo e/o rea-lizzabilità della proposta progettuale nelquartiere.

SSEELLEEZZIIOONNEE DDEELLLLEE PPRROOPPOOSSTTEE PPRROOGGEETTTTUUAALLII

Tra tutte le candidature verranno sele-zionate tre proposte progettuali. La selezio-ne sarà effettuata da un comitato costituitoda cinque membri, partecipanti al ProgettoSan Cristoforo (finanziato da Fondazione

con il Sud) sulla base dei seguenti criteri:fattibilità del progetto, originalità dell’idea,congruità tra competenze dei partecipantied attività da realizzare.

MMOODDAALLIITTÀÀ EE TTEERRMMIINNII DDII PPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE

DDEELLLLEE IIDDEEEE PPRROOGGEETTTTUUAALLII

Le idee progettuali dovranno essere pre-sentate mediante la compilazione del Modu-lo di partecipazione, che potrà essere invia-to via email a:[email protected] o consegna-to a mano presso la sede di ConfcooperativeCatania, Corso Sicilia 24, Catania (tel.095/2503398).

Le candidature devono essere presenta-te entro le ore 12.00 del 30 maggio 2012.

Un calcio non violento e stato dato alrazzismo all’oratorio salesiano di Marsala, inun clima multietnico e colorato che ha vistodue giorni di sport, musica, incontri e cuci-na.

“Un calcio al razzismo” e stata la bellamanifestazione organizzata dal Comitatoprovinciale PGS di Trapani in collaborazio-ne con la Society PGS Madre Teresa di Cal-

cutta di Marsala , in una provincia dove lapresenza degli immigrati e fra le più alted’Italia.

Basti pensare che nella vicina Mazaradel Vallo il 30% della popolazione è di ori-gine nordafricana e che i lavori tradizionali,come la vendemmia e l’estrazione del tufo,vengono svolti per lo più da operai tunisini,rumeni o marocchini. È per questa ragione

che si è voluto creare un mo-mento d’incontro e scambio cul-turale con le diverse comunitapresenti nel territorio.

Bisogna purtroppo smasche-rare la falsa notizia di comunitàperfettamente integrate: si trattain realtà di una mal sopportatatolleranza che spinge ognuna diqueste comunità, una volta finitoil lavoro quotidiano, a tornarenei propri quartieri ghettizzati.

Il fulcro della manifestazione

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SSaalleessiiaannii ddaa 5500 aannnnii aa RRaagguussaa

Proseguono le iniziative per il cinquan-tesimo anniversario dell’arrivo dei Salesiania Ragusa. Domenica prossima, 13 maggio, èil momento della memoria, con la presenzaall’Istituto di corso Italia, dei Salesiani chein questi 50 anni hanno operato a Ragusa.Questi i sacerdoti, e c’è anche un laico con-sacrato, che sono stati invitati: Don FilippoCastrovinci, Don Carmelo Zappalà, DonDomenico Paternò, Don Luigi Costanzo,Don Luigi Sansone, Don Filippo PaganoDritto, Don Salvino Raia, Don Vincenzo Ni-cosiano, Don Angelo Calabrò, Don Dome-nico Maiolino, Don Giovanni Chirdo, DonMichele Emma, Don Rodolfo Di Mauro,Don Franco Di Natale, Don Giuseppe Co-

sta, Don Basilio Agnello, il signor GaetanoInterlandi, Don Ferdinando Iacona, DonGiuseppe Caputo. Alcuni di loro hanno as-sicurato la loro presenza, mentre altri, perimpegni nelle comunità in cui prestano il lo-ro servizio attualmente, saranno vicini con lapreghiera ed il ricordo. Alle 17, in teatro, ri-cordi e testimonianze, facendo memoria an-che dei Salesiani che ormai non ci sono più:Don Franco Solarino, Don Antonino Sam-peri, Don Gianni Pecorella, Don GiorgioRoccasalva, solo per ricordarne alcuni. Alle19 la concelebrazione eucaristica e, in con-clusione, un momento di agape fraterna.

“Fare memoria è riconoscere quantodobbiamo alle generazioni passate e il no-

è stato un triangolare di calcio, dove a “sfidar-si” sono state, oltre alla squadra dell’oratorio,la PGS Madre Teresa di Calcutta per 1’ap-punto, una squadra composta di nord e cen-tro africani e una squadra di giovani dell’est-europeo.

Molti di questi giovani extracomunitari,comunque assidui frequentatori dell’oratorio,sono ortodossi e musulmani che condividonoe rispettano le regole di uno dei pochi centrid’aggregazione della citta, se non il solo.

Dopo le gare combattutissime si è cenatocon i vari piatti tipici, dal cous-cous che accomuna gli arabi e i marsalesi ai dolci con marmel-lata del Montenegro. Di certo il momento di armonia maggiore si è toccato durante il con-certo degli Zaraf, un gruppo di musicisti marsalesi con la passione delle musiche balcanicheed ebraiche. Non è stato uno dei tanti tornei, ma la volontà di creare momenti reali di inte-grazione e non di semplice pacifica convivenza.

Lo scambio di culture culinarie e musicali è risultato un collante prezioso. In piccolo si èsperimentata la formula ideale: da parte degli immigrati il rispetto delle regole di base dellacultura sociale e religiosa del posto che li ospita e da parte degli autoctoni il rispetto per lapersona trattata alla pari, senza tentativi di sfruttamento o di esibizioni di supremazia. Cosapurtroppo che, in questa provincia famosa per la perfetta integrazione (dicono), spesso si ve-rifica.

LL.. GGeessoonnee

Da: Juvenilia, n. 2, Anno LII, 2012.

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stro debito con le generazioni future. Per ilcredente inoltre, significa mettercela tuttaperché il regno di Dio accada oggi, come ie-ri”.

È stata una grande festa di famiglia quel-la vissuta domenica, all’Istituto salesiano dicorso Italia. Nell’ambito delle iniziative peril cinquantesimo anniversario dell’arrivo deiSalesiani a Ragusa, è stata organizzata lagiornata della memoria, con la presenza dialcuni dei tanti salesiani che in questi 50 an-ni hanno ricoperto vari incarichi nell’Istitu-to “Gesù Adolescente”. C’erano, oltre allacomunità attuale, Don Salvino Raia, DonDomenico Paternò, Don Carmelo Zappalà,Don Rodolfo Di Mauro, Don Luigi Sansonee Don Luigi Costanzo. Tanti altri hannomandato un saluto, non essendo possibileloro spostarsi dalla Casa salesiana in cui pre-stano attualmente il loro servizio pastorale.Un primo momento si è vissuto in teatro.Attraverso le foto, il ricordo di quei salesia-ni che non ci sono più, ma che hanno segna-to profondamente la storia dell’Istituto diRagusa. Poi sul palco sono saliti i salesianipresenti, ciascuno ha ricordato un aneddo-to, un’esperienza. Tante riflessioni, con unsentimento comune di gratitudine alla co-munità e alla città di Ragusa. Don Zappalàha ricordato come proprio negli anni in cuisi trovava a Ragusa crebbe in lui la passione

per le Missioni, e in Madagascar ha spesotanti anni della sua vita. Un grazie particola-re è venuto da Don Salvino Raia, che a Ra-gusa ha lasciato, in tantissimi giovani, un ri-

cordo indelebile. E poi Don Paternò, chequi rimase solo un anno, e che ha rivelato:“Ci tornerei volentieri”. Così come il 94en-ne Don Di Mauro, ancora pronto a rispon-dere alla missione che Don Bosco e i suoiSuperiori gli vogliono affidare. “A Ragusa –ha detto – ho trascorso gli anni più belli delmio sacerdozio e della mia attività pastora-le”. Anche Don Luigi Sansone, che a Ragu-sa venne ancora da chierico, ha avuto affet-tuose parole di ricordo per quegli anni tra-scorsi qui. Ultimo Don Luigi Costanzo, perdiversi anni parroco a Ragusa, che con la suaincrollabile allegria ha salutato tutti. A se-guire tutti in chiesa per la celebrazione diringraziamento al Signore e, infine, la cenafraterna in cortile. Ragusa, 14 maggio 2012

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ê Don Giovanni Donzelli sull'Etna, nel 1970,con un gruppo di ragazzi di Ragusa: riconoscibili

padre Paolo La Terra (ora cancelliere in curiavescovile), il 4° ragazzo da destra eAngelo Giurdanella, il 3° da sinistra)

é Ragusa: L'attuale comunità salesiana, ilrecente 3 marzo, con la presenza del vesco-vo e del Rettor Maggiore in visita a Ragusa.

é Ragusa: I confratelli a fine celebrazione.

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giovanile e alla riaffermazione di alcuni valo-ri di legalità su cui si fonda lo sport e la con-vivenza cittadina.

Particolarmente significativi quindi so-no stati, nel corso del torneo, i segnali dicorrettezza sportiva e di amicizia tra le squa-dre, il ricordo della battaglia per la giustiziadi Falcone e Borsellino, fino a dare la vita e

il messaggio della serata finale controogni tipo di sostanza che toglie la vita an-ziché darla.

“Per divertirsi ci vuole un soggettoconsapevole alla base, non una sostanzache ti stordisce. I tuoi amici vogliono in-contrare te, non l’ombra di te...” questo ilmessaggio conclusivo del torneo che hachiamato a testimone il dott. Carmelo

Impera noto per la sua lun-ga esperienza professionalee salesiana di giovani edeventi giovanili.

Nono solo una predicaimprontata alla logica della“riduzione del danno” mauna vera e propria esperien-za provocatoria ed educati-va per questo centinaio digiovani e per cui ringrazia-mo ancora una volta l’Ora-torio.Ragusa, 26 maggio 2012

DDoonn GG.. LL.. GG..

Si è concluso venerdì sera, prima dellamezzanotte, il “torneo delle piazzette” orga-nizzato dall’Oratorio Salesiano di Ragusa edai suoi animatori, coordinati da Don Fran-co Crimì, in particolare Gaetano Schembari,Davide Allocca, Angelo Giurdanella, Gau-denzio Occhipinti, Marco Cassarino e Gian-ni Baglieri.

Non si è trattato solo di un torneosportivo amatoriale seppur giovanile, madi una vera attività educativa e progettua-le finalizzata al superamento di alcunebarriere tradizionali, “le piazzette” di ap-partenenza, al contenimento di alcunigravi segnali del disagio adolescenziale e

DDiivveerrttiirrssii nnoonn èè ssttoorrddiirrssii

éè Ragusa: Premiazione e serata finale.

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PPaalleerrmmoo--RRaanncchhiibbiillee

LL’’OOppeerraa ddii AAnnttiiggoonneeAnche quest’anno il Laboratorio di Tea-

tro Classico dell’Istituto “Don Bosco Ran-chibile” di Palermo ha portato in scena unnuovo spettacolo, L’Opera di Antigone, a cuihanno preso parte cinquanta studenti del li-ceo, diretti dal regista Gianpaolo Bellanca.

L’intuizione fondante della nostra messain scena, infatti, è che la storia della sventu-rata figlia di Edipo possa essere narrata pro-prio come una vicenda dell’opera dei pupi,mantenendo lo statuto drammatico dei per-sonaggi e del racconto. Pertanto i protago-nisti della scena tebana divengono pupi ma-novrati da quattro pupari, personaggi la cuiidentità, così come la lingua che parlano,oscilla fra quella di cuntastorie siciliani e diaedi greci che, di volta in volta, partecipanoalle vicende della casa tebana.

La trama è stata contaminata con alcuniepisodi tratti dai Sette contro Tebe di Eschi-lo, dramma che, in qualche modo, rappre-senta l’antefatto alle vicende di Antigone:così i due fratelli, Eteocle e Polinice, chenella tragedia di Sofocle non figurano inquanto già morti, ricompaiono qui per nar-rare la loro storia e le motivazioni che li han-no condotti all’uccisione reciproca. Inoltrecompaiono le Moire, tre personaggi femmi-nili che rappresentano divinità che, anche inscena, filano il destino degli uomini scan-dendone i momenti essenziali con la lorodanza fatale.

Per quanto, invece, riguarda Tiresia, èstata sottolineata l’ambiguità che caratteriz-za la sua figura e il mondo della profezia ingenere. Quindi il suo personaggio vienesdoppiato in una metà femminile ed unamaschile, di cui la seconda, come kofon pro-sopon (maschera muta della tragedia greca)tace per tutto il tempo, costituendo un pre-sagio di morte con il suo silenzio e la sua in-quietante presenza. La parte femminile, alcontrario, in preda all’estasi divinatoria par-lerà, ma soltanto in lingua greca, in attico econ una forma metrica particolare, riprodu-cendo, così, l’incomprensibilità dell’anticolinguaggio profetico, e accompagnerà le suefuneste rivelazioni con dei movimenti delcorpo convulsi, scanditi dal delirio.

Il coro, costituito dai cittadini tebani, at-traverso l’eliminazione delle quinte, rimarràin scena per tutto il tempo, e i cinque stasi-mi, gli intermezzi corali, oltre ad essere reci-tati, saranno contestualmente cantati e dan-zati, sottolineando, attraverso i movimenti ele parole dei corifei, una precisa idea di fon-do, diversa di volta in volta: la concitazionedella guerra, l’approssimarsi della sciagura,lo sconvolgimento di Eros, il lamento fune-bre e l’estasi dionisiaca. Per la maggior par-te del dramma, inoltre, i corifei volgerannole spalle ad Antigone, così da sottolineareuna presa di distanza dal suo gesto e dallesue parole: tuttavia, l’emarginazione dellafanciulla non è sentita da tutti allo stessomodo, e la drammaturgia di Sofocle ammet-te anche atteggiamenti diversi da parte diqualcuno dei cittadini, consapevole dellaprofondità della scelta di Antigone. Allora,forse sono solo la paura e la viltà a provoca-re l’isolamento di quest’ultima.

Le musiche in scena, tutte composizionioriginali di Paolo Scelfo e Daniele Mosca,verranno eseguite dal vivo da alcune percus-sioni, da un violoncello e da un flauto tra-verso.

L’Opera di Antigone ha preso parte alXVIII Festival del Teatro Classico dei giova-

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CCoonnttrroo llaa mmaaffiiaa aa 2200 aannnnii ddaallllee ssttrraaggiiAlla scuola Don Bosco lezione di legalità con il Procuratore Nazionale

Sabato 5 maggio al “DonBosco” un incontro organiz-zato dall’istituto salesiano in-sieme al centro studi giuridi-ci e sociali Cesare Terranova,presieduto dal magistratoAnna Maria Palma Guarnier.

Un appuntamento in me-moria di Giovanni Falcone ePaolo Borsellino nel venten-nale delle stragi, al qualehanno partecipato ancheDomenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e Alessandra Dino, docente di Sociologiagiuridica dell’Università. Ha partecipato all’incontro il prof. Pietro Grasso, procuratore na-zionale antimafia.

ni a Palazzolo Acreide (SR), organizzato dal-l’Istituto Nazionale del Dramma Antico,mentre nei prossimi mesi lo spettacolo verràallestito nell’ambito di due Rassegne teatralinazionali, la prima a Gravina in Puglia (do-ve, con la messa in scena dello scorso anno,Ecuba, la banalità del male, abbiamo vinto ilPrimo premio per il Miglior Spettacolo equello per la Miglior Regia) e la seconda aCesena, dove, essendo risultati fra le cinquecompagnie finaliste, dopo una selezione fraoltre centocinquanta scuole, con la nostra

Ecuba nel Novembre scorso abbiamo vintoil Primo premio per il Miglior Spettacolo.

Questi traguardi, che hanno colmato digioia ed entusiasmo noi e i ragazzi, rappre-sentano il frutto di un lungo percorso fattodi impegno, prove, lavoro di squadra, masoprattutto, di una grandissima passione peril teatro e per quello che tale espressione ar-tistica può rappresentare per i nostri giova-ni.

MM.. LLeeoonnee -- GG.. BBeellllaannccaa

Studenti del “Don Bosco”, sono stati invitati a partecipare ad una manfestastione presso ilPalazzo del Senato a Roma, in occasione della commemorazione ufficiale delle stragi Falco-ne e Borsellino. Nelle foto: il gruppo degli studenti del “Ranchibile” e l’intervento di una rap-presentante dell’istituto.

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VVii rraaccccoonnttoo uunn ssooggnnoodi Marco Pappalardo

Con un racconto sulla scuola, il prof. Marco Pappalardo, docente di lettere al Don Bosco diCatania e apprezzato intellettuale della città etnea, ha vinto il primo premio del concorso lette-rario-artistico "Accendi una stella", organizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e dal-l'Istituto Toniolo.

L’11 maggio a Torino alle ore 14.30, presso la Galleria d’Arte Moderna, c’è stato l’incontro“Cercatori di futuro”: oltre alla premiazione dei vincitori, c’è stata la testimonianza di persona-lità del mondo imprenditoriale, scientifico, sportivo, che hanno raccontato come sono riusciti arealizzare il loro sogno.

Ecco il racconto premiato del prof Marco.

Carissimi Studenti, oggi desidero raccontarvi un sogno. Sapete, anche i Prof. sognano, quindi dormono, e la

mattina fanno pure fatica ad alzarsi per andare a scuola! Ho sognato di essere in visita diistruzione con voi e di entrare in un negozio che vendeva articoli per la scuola e “tutto per ilProf. che non deve chiedere mai”. Incuriosito, sono entrato, e ho visto un’esposizione di sca-tole con grandi etichette. Il commesso mi mostrò le scatole molto colorate e di formato di-verso. «Questa rossa – disse – contiene un apparecchio che corregge i compiti da solo, senzache lei faccia fatica; questa gialla, invece, ha degli auricolari che le permetteranno di ascolta-re con attenzione solo le domande degli alunni che riterrà opportune e non le solite questio-ni sul senso della vita, sull’amore, ecc.; quella nera è la scatola “delle torture” e vi sono glistrumenti migliori per umiliare uno studente o metterlo in difficoltà; la scatola verde contie-ne un bonus per essere sostituito per metà dell’anno da un collega; grande era la scatola az-zurra che conteneva i migliori strumenti tecnologici del momento per fare lezioni straordina-rie con il minimo sforzo». L’uomo continuò a mostrarmi la merce e persino un aggeggio chepermette di leggere i pensieri degli studenti subito prima di un’interrogazione decisiva o su-bito dopo un cattivo voto! Quando chiesi il prezzo di tutta questa roba, rimasi stupito chefosse tutto gratis tranne la scatola bianca! Era l’unica che non avevo visto, domandai di mo-strarmela e il commesso disse: «Che senso ha? Perché se tutto è gratis, lei vuole vedere pro-prio quella? Non vede che è tutta impolverata e non la vuole mai nessuno? Lasci perdere».

Se una cosa ho imparato da voi, Carissimi Ragazzi, è la sana curiosità e il non essere mol-to ubbidiente, così ho insistito. Leggendo l’etichetta ingiallita cominciai a commuovermi,poiché vi era scritto il nome di ciascuno di voi, dei compagni di altre classi, di quanti sonostati miei alunni in passato e persino di alcuni che non conoscevo. A quel punto tentai diaprirla, ma il commesso mi disse che questa si doveva comprare chiusa e senza sconti. Nonesitai e firmai persino un assegno davanti all’uomo compiaciuto dell’affare fatto, che mi salu-tò: «Complimenti! Non è la prima che vendo e spero non sia l’ultima. Mi auguro non sia pe-sante da portare per lei, poiché ho visto alcuni non farcela e abbandonarla poco dopo». Rin-graziai e uscii; girai l’angolo, mi fermai e sedetti su un muretto per aprirla subito, tolsi il co-perchio e…DRIIIIN!!! Mi sono svegliato puntuale con la sveglia! Vi chiederete se mi dispia-ce non aver visto il contenuto. No, Carissimi Amici, non mi dispiace, poiché ho capito cheogni giorno apro questa scatola nel confronto con voi, ne vedo il contenuto nei vostri sguar-di, nella condivisione di gioie e dolori, dentro e fuori la scuola, studiando e lavorando per voi.Ed è bello sapere che non è un sogno qualunque, ma un sogno con i piedi per terra e lo sguar-do in cielo!

(Primo premio Concorso “Accendi una stella” - sezione insegnanti)

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«E come potevano noi cantare con ilpiede straniero sopra il cuore, fra i mortiabbandonati nelle piazze sull’erba duradi ghiaccio, al lamento d’agnello dei fan-ciulli, all’urlo nero della madre che anda-va incontro al figlio crocifisso sul palo deltelegrafo? Alle fronde dei salici, per voto,anche le nostre cetre erano appese, oscil-lavano lievi al triste vento». Così Salvato-re Quasimodo scriveva in relazione alledolorose vicende della Seconda GuerraMondiale, richiamando il Salmo 137 del-la Bibbia. E noi insegnanti cosa potremodire lunedì a scuola ai nostri alunni dopole bombe di Brindisi? Qualcuno pensache “lo spettacolo debba sempre continuare”, perché bisogna guardare avanti e la vita con-tinua. Ci sono momenti in cui non deve essere così, momenti in cui la scuola, i programmi, iprogetti, le interrogazioni, i compiti, le spiegazioni vanno fermate dinanzi a vite spezzate, tre-mende ferite, dolori incolmabili. Quando io avevo 16 anni, dinanzi al mio liceo, durante la ri-creazione, ci fu un omicidio: tutti sentimmo gli spari, vedemmo quell’uomo per terra, restam-mo senza parole. Tornati in classe il professore della quarta ora fece come se nulla fosse, spie-gò e interrogò dicendo: «Così non ci pensate!». La quinta ora un altro prof. ci vide con i li-bri aperti e ci disse parole che non ho mai dimenticato: «Chi vuol piangere, pianga; chi vuolfare silenzio, si poggi pure sul banco, se qualcuno vuol parlare, io sono qui». Non ricordouna parola della lezione svolta alla quarta ora, ma come docente oggi porto ancora nel cuorel’insegnamento profondo della quinta ora! Nella città di Brindisi ho rivisto la mia Catania, inquella scuola ho rivisto la mia scuola, in quelle ragazze i miei carissimi studenti nel quartod’ora prima della scuola, il più prezioso, il più libero, riservato alle confidenze, ai timori, al-le speranze; e penso alle 8 di ogni mattina e ai volti che incontro e che mi salutano con i lo-ro sorrisi, anche quando sono un po’ assonnati. E penso ai volti che incontrerò lunedì allostesso orario e a quanti mi scrivono in queste ore su Facebook, perché da un prof. qualcherisposta se l’aspettano. In questo momento molti si arrovellano a fare ipotesi su quanto acca-duto e i titoli dei giornali on line cambiano con frequenza, indicando una volta la mafia,un’altra il terrorismo, poi qualche folle e persino non identificati “poteri oscuri”. Il prof. que-sta volta non ha parole che siano adatte, non ha libri che spieghino un perché, ha solo com-mozione, lacrime più o meno nascoste, un registro da appendere ad un salice. Una cosa pe-rò la farà: darà particolarmente ascolto ai ragazzi, sia alle parole che ai silenzi, alla rabbia ealla delusione, alla paura e alla richiesta di giustizia. Insieme sceglieremo quali saranno i com-piti per casa, non solo per loro ma anche per me: crescere nelle relazioni interpersonali, mi-gliorare la capacità critica dinanzi alla realtà, fare della propria esistenza qualcosa di bello persé e per gli altri, studiare per migliorare se stessi e la società, non cedere ai compromessi e aquanto offende la dignità della vita, conoscere la vita di testimoni coraggiosi, combattere ilterrore con l’amore. Saranno cinque ore diverse, ma pur sempre scuola, forse una di quellepoche volte in cui sarà “maestra di vita”. È proprio vero che “il seme che muore, porta frut-to”, che anche le morti più assurde possono non essere vane e diventare segno di speranzasuperata la desolazione. Intanto attendo lunedì in silenzio, scegliendo nel dizionario della vi-ta le uniche parole che mi sembrano significative, quelle delle preghiere.

MM.. PPaappppaallaarrddoo

é Brindisi: Le studentesse dell'istituto“Morvillo Falcone” (foto © Ansa).

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Per aiutare le popolazioni colpite dai terremoti in Emilia Romagna, la Famiglia Salesianalocale si sta impegnando a rimodellare, in pochissimo tempo, il tradizionale progetto del-l’Estate Ragazzi e ad adeguarlo alle mutate esigenze della cittadinanza.

A seguito di vari contatti e consulenze tra religiosi e incaricati di Pastorale Giovanile del-le diverse Diocesi di Ferrara, Bologna e Modena, i responsabili dei Salesiani e delle Figlie diMaria Ausiliatrice (FMA) stanno predisponendo un progetto di Estate Ragazzi – denomina-to “R…Estate Ragazzi” – che, anziché affiancarsi a quelli diocesani (che terminano quasi tut-ti entro il mese di giugno), possa supplire a questi nei mesi di luglio e agosto. [...]

All’iniziativa partecipa attivamente tutta la Famiglia Salesiana: Salesiani d’Italia, FMA,collaboratori laici, Salesiani Cooperatori, Movimento Giovanile Salesiano d’Italia e singoleassociazioni e volontari.

Operativamente, la sede più adeguata per la realizzazione del progetto è stata individua-ta nell’oratorio salesiano di XII Morelli, ma la collaborazione negli oratori estivi potrà essereofferta anche in altri paesi delle diocesi di Ferrara (Gavello, Scortichino e Pilastri) e Bologna(Alberone, Reno Centese). Le attività che verranno proposte sono le più varie – aggregative,

sportive, culturali, turistiche, caritative e formative – e sono previ-sti anche momenti di festa non solo per ragazzi e giovani, ma pureper famiglie e intere comunità, al fine di ridare la voglia di stare se-renamente insieme alla popolazione intimorita dal terremoto.

Per la realizzazione concreta del piano è necessaria, come al so-lito, la partecipazione di giovani animatori volontari. Sul sito delMovimento Giovanile Salesiano di Lombardia ed Emilia è possibi-le ottenere tutte le informazioni necessarie e il modulo per candi-darsi al ruolo di animatori.

Da: ANS, Ferrara 11 giugno 2012.

PPeerr ii cchhiioossttrrii ee llee ssttrraaddee ddeell bbeeaattoo DDuussmmeettUn volume della Libreria Editrice Vaticana

Una biografia per immagini e “per itinerari”, sia materiali che spirituali: nel libroI chiostri e le strade di Dusmet l’architetto Salvatore Di Mauro delinea la figura diGiuseppe Benedetto Dusmet (1818-1894), sacerdote palermitano dell’ordine bene-dettino particolarmente caro alla città di Catania, di cui fu arcivescovo dal 1867 finoalla sua morte. L’autore descrive infatti alcuni luoghi particolarmentc legati alla vitadel cardinale, quali la chiesa di Pedara, l’abbazia di Santa Flavia a Caltanissetta equella dei Santi Severino e Sossio, dove fu priore, e la cattedrale di Catania. Neglianni del suo episcopato Dusmet si distinse per il grande coraggio e la carità con cuiseppe sostenere il popolo nell’affrontare le numerose calamità (dalle eruzioni del-l’Etna alle epidemie) che flagellarono in quel periodo la città e tutta la Sicilia. Nel1931, l’allora arcivescovo di Catania, Carmelo Patanè, iniziò la causa per la sua bea-

tificazione. Il 15 luglio 1965 Papa Paolo VI lo proclamò venerabile, e infine il 25 settembre1988 fu proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II. In quell’occasione la salma fu ricompo-sta in un’urna e posta sotto l’altare della Vergine nella cattedrale etnea. Il libro sarà presenta-to martedì 19 giugno, alle 19, nella Sagrestia Monumentale della cattedrale di Catania, da DonGiuseppe Costa, direttore della Lev, Graziella La Pergola, padre Ildebrando Scicolone (Pon-tificio Istituto Liturgico sant’Anselmo Roma) a Giuseppe Vecchio (università di Catania).

Da: L’Osservatore Romano, Catania 18-19 giugno 2012.

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VVIIII IInnccoonnttrroo mmoonnddiiaallee ddeellllee FFaammiigglliieeSi è concluso a Milano il VII Incontro

Mondiale delle Famiglie sul tema “La fami-glia, il lavoro, la festa” (30 maggio - 3 giugno2012). Si è trattato di un evento straordina-rio per le esigenze e i tempi del lavoro conquelli della famiglia per umanizzare il sensodella festa, specialmente della domenica,giorno del Signore e giorno dell’uomo, gior-no della famiglia, della comunità e della so-lidarietà.

Alla platea sul piano di Presso il Ponte-fice ha detto che la famiglia è “fondata sulmatrimonio tra l’uomo e la donna. Dio hacreato l’essere umano maschio e femmina,con pari dignità, ma anche con proprie ecomplementari caratteristiche” perché, haripetuto il Papa, “i due fossero dono l’unoper l’altro, si valorizzassero reciprocamentee realizzassero una comunità di amore e divita”.

Per il Pontefice: “armonizzare i tempidel lavoro e le esigenze della famiglia, la pro-fessione e la maternità, il lavoro e la festa, èimportante per costruire società dal voltoumano”. Ispirandosi al Vangelo, è possibileformarsi come uomini e donne capaci di fa-re del proprio lavoro una via di crescita persé e per gli altri con piena responsabilità ver-so la costruzione della casa comune in spiri-to di solidarietà verso i più deboli per la pro-mozione e la dignità di ciascuno.

“L’uomo, in quanto immagine di Dio, èchiamato anche al riposo e alla festa” ha ri-cordato a conclusione dell’omelia citando ilracconto della creazione che si conclude:“Dio benedisse il settimo giorno e lo consa-crò. Per noi cristiani il giorno di festa è la do-menica, giorno del Signore, Pasqua settima-nale. È il giorno della Chiesa ma è anche ilgiorno dell’uomo e dei suoi valori: convivia-lità, amicizia, solidarietà, cultura, contattocon la natura, gioco, sport”.

Tendete ad alti ideali e siate santi: il Pa-pa a San Siro, simbolicamente trasformatoin una nave,, ai giovani cresimandi.

«Cari ragazzi, ha esordito il Papa ai cre-simandi, davanti a ottantamila persone, vidico con forza: tendete ad alti ideali, siatesanti. Ma è possibile essere santi alla vostraetà? Vi rispondo: certamente. Lo dice anchesant’Ambrogio, grande Santo della vostraCittà, in una sua opera». Ai cresimandi il

Papa ha indicato la via verso labellezza della santità ricordandoi doni dello Spirito Santo.

Il dono della sapienza, «fascoprire, ha detto il Papa, quan-to è buono e grande il Signore e,come dice la parola, rende la vo-stra vita piena di sapore, perchésiate, come diceva Gesù, “saledella terra”». Con il dono del-l’intelletto: «possiate compren-dere in profondità la Parola diDio e la verità della fede». Il con-siglio, «vi guiderà alla scoperta

ê Milano: Il Papa allo Stadio “S. Siro”.(Foto © Osservatore Romano).

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DDaallllee ““ttaabbuullaaee”” aaii ttaabblleettNel mondo dell’editoria online è neces-

sario navigare a vista, evitando entusiasmi eallarmismi eccessivi; ne è convinto DonGiuseppe Costa, direttore della LibreriaEditrice Vaticana (Lev), in questi giorni alSalone internazionale del Libro di Torino(che non a caso ha intitolato la sua XXV edi-zione “Primavera digitale”). E davvero diuna primavera si tratta, anche se piena di in-cognite.

Dopo l’accordo siglato pochi giorni fa,l’Italia è il primo Paese di lingua non anglo-sassone dove Google, il sito più visitato almondo, estende il suo servizio di vendita dilibri digitali. Sulla scia di Apple e Amazon,anche il colosso di Mountain View fa dun-

que il suo ingresso nel mercato elettronicoitaliano, rendendo disponibili migliaia di ti-toli per smartphone, tablet e computer at-traverso la piattaforma Google Play.

Mentre i testi viaggiano sempre di piùtra le nuvole (in senso metaforico ma ancheletterale, nelle cloud digitali) e le vendite deilibri cartacei decrescono a ritmi altrettantorapidi, le variabili del mercato restano diffi-cili da prevedere. “Benedetto XVI scrive apenna ma i suoi scritti viaggiano con le tec-nologie più innovative” si legge in un blogche rimanda al sito della Libreria EditriceVaticana.

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Da: L’Osservatore Romano, Torino 12 maggio 2012.

del progetto di Dio sulla vostra vi-ta, vita di ognuno di voi». Con ildono della fortezza sarete pronti«per vincere le tentazioni del malee fare sempre il bene, anche quan-do costa sacrificio». Il dono dellascienza, «insegna a trovare nelcreato i segni le impronte di Dio, acapire come Dio parla in ogni tem-po e parla a me, e ad animare conil Vangelo il lavoro di ogni giorno;capire che c’è una profondità e ca-pire questa profondità e così daresapore al lavoro, anche quello dif-ficile». La pietà, «che tiene viva nelcuore la fiamma dell’amore per ilnostro Padre che è nei cieli, in modo da pregarLo ogni giorno con fiducia e tenerezza di fi-gli amati; di non dimenticare la realtà fondamentale del mondo e della mia vita: che c’è Dioe che Dio mi conosce e aspetta la mia risposta al suo progetto». E il settimo dono, forse il piùdifficile da capire per un giovane oggi, è il timore di Dio, da non confondersi con la paura.Il «timore di Dio non indica paura, ma sentire per Lui un profondo rispetto, il rispetto dellavolontà di Dio che è il vero disegno della mia vita ed è la strada attraverso la quale la vita per-sonale e comunitaria può essere buona; e oggi, con tutte le crisi che vi sono nel mondo, ve-diamo come sia importante che ognuno rispetti questa volontà di Dio impressa nei nostricuori e secondo la quale dobbiamo vivere; e così questo timore di Dio è desiderio di fare ilbene, di fare la verità, di fare la volontà di Dio».

(Foto © Osservatore Romano).

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Omelia per il funerale diDon Giuseppe Ilari

Messina, 26 marzo 2012

Se lo scopo ultimo della vita del cri-stiano è quello di completare in sé quelloche manca alla passione di Cristo, il mi-stero di morte e di vita che contempliamoquest’oggi è la rappresentazione nobile epiena di Cristo che soffre, muore e risor-ge. Ritorna all’abbraccio affettuoso delPadre un figlio che a Lui, alla sua miste-riosa volontà, si è totalmente consegna-to. Don Giuseppe nei suoi 67 anni di vitasi è totalmente conformato al Cristo chesi dona senza riserve ai suoi e che nellasofferenza consegna, disarmato la sua vi-ta al Padre.

Chi è stato accanto a Don Ilari in que-sto ultimo scorcio della sua vita ha perce-pito quanto la sua sofferenza fisica e mo-rale sia stata imponente, ma egualmentequanto disarmante, piena, convinta lasua consegna alla volontà di Dio. Ha fat-to sua l’esperienza del Cristo nel Getse-mani “Padre se possibile, passi da mequesto calice. Ma non la mia volontà siafatta, ma la tua”. Nella prepotenza deva-stante del male che da anni lo aveva as-salito, pur nella confusione della menteche stenta sempre a capire, don Pippo hafatto con Gesù la sua totale consegna alDio della sua vita: “Tutto è compiuto, nel-le tue mani pongo tutta la mia vita”.

“Se il chicco di frumento cade nellaterra e muore, produce molto frutto” èstato proclamato nel Vangelo. Don Giu-seppe ha intensamente a appassionata-mente amato la vita, la vocazione che ilSignore gli ha donato, ma ha capito di

non doverseneimpossessare.Fin dalla giovi-nezza ne hasperimentato laprecarietà, lafragilità, il suocostante dile-guarsi e poi ri-prendersi. Cicommuovel’immagine delseme che nelsilenzio, nel-l’oscurità delterreno manmano di disfa,

si riduce a poco, poi al nulla e, improvvi-samente rifiorisce nell’esile stelo e poinella spiga di grano dorato.

L’avventura umana di Don Giuseppe,cari fratelli, si impone autorevolmente al-la nostra mente e al nostro cuore nelloscavare il senso più vero del vivere e delmorire, del soffrire, dello stentare a capi-re la trama del disegno di Dio. E risplen-de questa straordinaria certezza: Dio tipuò anche chiedere di morire perché, mi-rabile paradosso, la vita possa trionfare ela trama complessa del suo amore si pos-sa rivelare. Sgorga spontaneo nel miocuore e, ne sono certo, nel cuore di tutti,un grazie profondo al Buon Dio per aver-ci regalato un testimone così chiaro, cosìlimpido ed affettuoso dell’amore di Dio.Un amore che rifugge dalla banalità, dal-le contraffazioni, un amore a tutto campomisurato dalla sofferenza e dal dono tota-le.

“Ritorno proprio adesso dagli esercizispirituali con i ragazzi ed insieme a DonDomenico Luvarà abbiamo ricordato ilnostro piccolo grande Don Peppe Ilari egli incontri ed esercizi che anche lui il no-stro “Don Allegro” ha gestito; proprio co-sì lo chiamavamo Don Allegro per la suaspiritialità salesiana enorme, il suo cari-sma travolgente. Oggi è salito alla casadel Padre ed adesso da lassù sarà l’Ange-lo di noi tutti. Un Uomo veramente con ungrande cuore. Tutti abbiamo dei ricordicon lui....Semplicemente GRAZIE”, scriveGrazia Renda, una ragazza di Alcamo sudi una pagina di Facebook.

Tante sono le testimonianze che sonorimbalzate sulla rete, specie su Facebook,immediatamente dopo l’annuncio dellamorte di Don Pippo. Non posso presen-tarvele tutte. In ciascuna di esse si per-cepisce un affettuoso e sincero senso diriconoscenza per un vero papà. Spesso iostesso lo sentivo parlare di uomini e don-ne ormai maturi, papà e mamme, comese fossero suoi figli, che aveva accuditocon delicatezza, generandoli all’amore diDio e seguendoli con costanza nel cammi-no di vita cristiana.

“Quand’ero ancora giovane, prima diandare errando, ricercai assiduamente lasapienza nella mia preghiera. Davanti altempio ho pregato per essa, e sino alla fi-ne la ricercherò”. Queste espressioni,tratte dal libro di Ben Sirac e proclamatenella prima lettura riassumono alcuni ele-

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e spirituale di don Giuseppe. Un uomoche ha sinceramente ricercato la sapien-za e che il Signore fin dalla sua giovinez-za. ha voluto condurre sul sentiero acci-dentato della sofferenza. Forse in certimomenti gli sarà parso di andare erran-do, in luoghi oscuri, con una meta sem-pre più lontana e irraggiungibile.

L’esperienza dell’epilessia negli annidella sua formazione è stato un percorsoduro, difficile, certamente mortificante.Seguendolo nel suo tragitto umano risul-ta chiaro che davvero il Signore lo ha pro-vato e saggiato in un duro crogiuolo. Lafragilità della sua salute è una nota co-stante nella documentazione disponibilenella sua cartella personale che ho potu-to velocemente scorrere. È un elementoche si deve approfondire perché consen-te di sondare la profondità di questo no-stro piccolo ed esile, ma grande confra-tello. Accenno solamente ad un particola-re forse inedito a molti. Scrive al suoispettore Don Conti il 22 febbraio 1969,dall’oratorio salesiano di Trapani, dove sitrova a causa dell’epilessia: “…la notiziache devo darle è troppo bella per non co-municargliela subito e toglierle d’altraparte un peso che certamente ha portatoper causa mia. Sono guarito! Tale sonostato dichiarato dal mio medico curantedopo l’ultimo esame elettro… Il brutto“sogno” è passato ormai e radioso si pro-spetta l’avvenire nelle mani del Signore.Mi aiuti anche lei a ringraziare il Signoreper tanta delicata attenzione nei miei ri-guardi. Adesso tocca a me fare qualchecosa per Lui: Amore con Amore si paga”.

E si è trattato davvero di una rispostadi amore incalzante. Non ha perduto tem-po. Non ho trovato la sua lettera a DonRicceri, Rettor Maggiore. Ma nella cartel-la si conserva una copia della risposta delRettor Maggiore stesso che scrive a DonConti: “Il chierico Ilari è tornato a scrive-re. Dice che è guarito e comunque chiededi essere ammesso a frequentare la teo-logia, deciso poi di andare in missione. Tidirò anzi che ha scritto all’ispettore dellaThailandia… mettendosi a disposizione!...Mi sembra entusiasta. Che cosa si può fa-re se ci sono elementi positivi?”. Il discer-nimento portò poi ad escludere una suapartenza per le missioni e nella definitivarisposta del Rettor Maggiore si intravedela trama di un cammino di sofferenza cheil Buon Dio gli sta preparando: “Quanto

alle missioni ti rendi conto che in questacondizione non sarebbe per lo meno pru-dente, e non è possibile pensarci. Com-prendo bene che si prolunga la tua prova;ma ti prego di vedere appunto in questaprova la volontà di Dio. Il Signore ti dia ilsuo conforto”.

“Solo in Dio riposa l’anima mia: da luila mia salvezza. Lui solo è mia roccia disalvezza, mia difesa: mai potrò vacillare”è stata la preghiera accorata del Salmoresponsoriale. Per Don Giuseppe è statodavvero così, costantemente nelle magliecontorte, a volte incomprensibili del suoperegrinare e del suo soffrire. Si sentivafiaccato, si interrogava sul senso di quan-to sperimentava, ma non ha mai vacilla-to. Commuoveva e insegnava il suo get-tarsi in Dio, nel mare infinito del suoAmore. Davvero ha reso credibile la suaintuizione in occasione della guarigione:amore con amore si ripaga. Un sacerdoteautentico che ha unito a Gesù se stessocome vittima per la salvezza delle anime.

Non vi è il tempo per lasciare spazioalle belle testimonianze che mi sono per-venute via email nelle ultime ore. Altrecertamente giungeranno e consentiran-no, attraverso anche il contatto con i suoiscritti personali, di scrivere un profilo cherisponda alla luminosa testimonianza del-la sua vita. Lascio però la parola a Mons.Saro Vella: “In Peppe ho sempre ammira-to l’entusiasmo e la vita interiore. Inmezzo ai ragazzi era sempre un altrodon Bosco: affascinava, attirava e poi in-dicava la via verso il Signore.

Tanti anni fa insieme avevamo fattoad Alcamo un campo vocazionale. Erava-mo andati a fare una passeggiata su unacollinetta. Ogni ragazzo aveva portatocon sè qualcosa, un simbolo, da brucia-re... Erano gli “idoli” da cui dovevamo di-staccarci...

In un momento di pausa mi disse:“Saro, vedi se non facciamo così i ragaz-zi non capiscono niente. Loro hanno biso-gno di cose concrete. Delle nostre parolenon sanno che farsene...”

Una pedagogia prettamente salesianache ho cercato di non dimenticare.

Alla fine di quel campo i ragazzi eranorimasti conquistati dalla sua vita.

Il Signore negli ultimi tempi l’ha volu-to purificare con la sofferenza.

Quando la malattia era appena co-minciata gli avevo detto: “Peppe, pregoper te e ti auguro una pronta guarigione

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per poter continuare le tue attività e il tuoapostolato”. Peppe mi guardò e poi midisse: “Il Signore non vuole le mie ope-re, vuole me!”.

“Il mio piede s’incamminò per la rettavia, fin da giovane ho seguito la sua trac-cia. Ho deciso infatti di metterla in prati-ca, sono stato zelante nel bene e non mene vergogno. Alla sapienza ho rivolto lamia anima e l’ho trovata nella purezza”.La Scrittura riassume in queste parolel’esperienza spirituale di Don Giuseppe, lacui vocazione è maturata qui nell’oratoriodi Trapani, mentre frequentava le scuolepubbliche.

Il 16 agosto 1961 emette i suoi primivoti e segue il tragitto formativo classico,interrotto però, prima degli studi teologi-ci da un grave problema di salute chesembra in un primo momento compro-mettere la sua ammissione al presbitera-to. Poi la guarigione di cui sappiamo, l’or-dinazione presbiterale ad Alcamo il 21 di-cembre del 1974.

L’opera di Alcamo diviene per tantiaspetti la sua patria adottiva dove offre lesue primizie sacerdotali dal 1974 al 1975.Due anni belli a Caltanissetta, di cui par-lano alcune commoventi testimonianze diconfratelli (Don Paolo Terrana e Don EnzoVolpe in particolare), tre anni come con-sigliere scolastico a Palermo Ranchibile,un primo periodo ad Alcamo come incari-cato delle vocazioni ed economo dal 1981al 1987. Successivamente ancora due an-ni a Caltanissetta e il secondo periodo adAlcamo dall’1989 al 1997. Dopo un annodi studio all’UPS rientra in Sicilia e vieneassegnato all’Istituto San Luigi di Messinafino al 2004. Poi ancora Alcamo dal 2004al 2009. Deve lasciare il suo primo inca-rico di direttore per motivi di salute e do-po un anno di grandi incertezze viene tra-sferito a Marsala, dove vive un momentodi ripresa, grazie anche alle efficaci curee poi il lento declino che lo ha condottoalla Residenza Mamma Margherita dal-l’ottobre del 2011.

“La forza appartiene a Dio, tua è la fe-deltà Signore, secondo le sue opere tu ri-paghi ogni uomo”. Dio, il suo amore, lasua fedeltà è stata la forza caparbia diDon Giuseppe. Un corpo esile, piccolo,provato, quasi trasparente, una grandeanima, una forza di umanità e di amoreche ti conquistava e ti faceva pensare.Don Giuseppe,e per questo gliene siamoriconoscenti, è stato sacerdote vero, Sa-

lesiano di qualità, segno tangibile che Dioci ama e ci vuole suoi.

Rivolgo le mie condoglianze alla caramamma Elisabetta che ho conosciuto be-ne nel periodo della malattia ad Alcamo.È stata per Giuseppe un vero angelo, unaMamma Margherita accanto al figlio perfargli sentire tutto il suo amore e dedicar-gli, nonostante l’età, tutte le sue forze.Ora si sono scambiati i ruoli e Giuseppe èper mamma Betta l’angelo custode dalParadiso. Rivolgo anche ai fratelli che glisono stati vicini le condoglianze mie e ditutta l’ispettoria. Ringrazio in particolarela comunità di Alcamo, l’infermiere il Sig.Romano che lo ha seguito quotidiana-mente, i tanti alcamesi che gli sono stativicini con l’affetto e l’aiuto, i confratelli ela comunità di Marsala, in particolare DonEnzo Pisano che per qualche mese lo haseguito come un vero fratello, i medici diAlcamo, di Marsala e di Palermo e per ul-timo i confratelli, le suore SMA e il perso-nale di Casa Mamma Margherita di Messi-na, San Tommaso che lo hanno accoltonella sua ultima malattia e, con l’affetto ele premure di veri fratelli, lo hanno ac-compagnato all’incontro con il Padre.

“Grazie, Don Giuseppe, Don Allegrocome ti chiamavano i tuoi ragazzi, i tuoifigli. Ti abbiamo voluto bene. Continua adessere dal cielo un grande cuore. Proteg-gici tutti, prega per le vocazioni per cuitanto hai lavorato. Ci hai dato una gran-de lezione. Abbiamo capito che nella to-tale obbedienza alla volontà di Dio sta lanostra più vera pace. Arrivederci”.

Don G. Mazzali

TUZZOLINO Sac. Filippo

n. a Palermo (Palermo-Italia) il 13set. 1924; prof. a S. Gregorio il 16ago. 1942; sac. a Catania Cibali il09 mag. 1954, † il 14 marzo2012.

Abbiamo avuto notizia del ri-torno, il 14 marzo 2012, alla casadel Padre del Sac. Filippo Tuzzoli-no. Ci sembra giusto ricordarlo eraccomandarlo alle preghiere deiconfratelli non solo come unoqualsiasi che si presenta davanti aDio, ma perché Don Tuzzolino èstato uno dei Salesiani che per un temponotevole (circa 36 anni) ha lavorato inde-

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In ricordo di Don A. Cuva

La comunità accademica dell’UPS par-tecipa al lutto della comunità “Gesù Mae-stro” per la morte del prof. Sac. Arman-do Cuva, salesiano, avvenuta a Roma loscorso sabato 24 marzo 2012, e si uniscealla preghiera di quanti lo hanno conosciu-to, stimato e amato. Anche la Sicilia Sale-siana si unisce a questo lutto e piange ladipartita di uno dei suoi figli lontano.

Nato a Catania il 12 maggio del 1920,era entrato, fin dal 1925, ai Filippini diCatania e vi aveva frequentato le scuolefino al quinto ginnasio. Nel settembre del1935 entrò a S. Gregorio per il Noviziato.La veste la ricevette ancora ai Filippini daDon Bologna. Alla fine dell’anno fece laprima professione. Rimase a S. Gregorio

fessamente per i giovani all’interno del-l’Ispettoria Salesiana Sicula.

Era nato a Palermo il 13 settembre1924. Nel 1938 entrò al S. Chiara e vi fre-quentò due anni di avviamento. In segui-to passò a S. Gregorio ed iniziò il novi-ziato nel 1941. Fece la professione a S.Gregorio il 16 agosto 1942. Dopo averstudiato filosofia a S. Gregorio e a Modi-ca, fece il tirocinio a S. Filippo Neri, a Bar-cellona e un quarto anno a Randazzo. AMessina S. Luigi studiò teologia e fu ordi-nato sacerdote a Catania Cibali il 09 mag-gio 1954. Tre case lo ebbero come inse-gnante Cibali, S. Chiara consigliere scola-stico, Ranchibile catechista. Dal 27 aprile1979 fu secolarizzato ad experimentumnella diocesi di Palermo. Incardinato defi-nitivamente il 27 aprile 1985. Non voglia-mo giudicare i motivi della sua scelta,pensiamo con D. Lemoyne che “essi (gliusciti) giudicarono poi di essere chiamatiin altro campo dalla Divina Provvidenza”.Ma era rimasto salesiano nel cuore e nonsolo nel cuore, se la sua vita è rimastasemplice ed austera come di uno che an-cora osservasse i voti religiosi. Quantomesso da parte gli è servito per tantaopera di carità in vita e in morte. E non siè dimenticato del S. Chiara, la casa che loaveva accolto ragazzino. Il Signore ripa-ghi generosamente, come Lui sa fare,tutto il bene che Don Filippo ha fatto intutta la sua vita. Ma noi non dimentichia-mo di dire una preghiera per lui.

Don S. Spitale

a studiare filosofia enel 1939 uscì in tiro-cinio a Palermo Sam-polo. Vi rimase unsolo anno e ritornò aS. Gregorio come as-sistente dei novizi edei chierici. StudiòTeologia a TorinoCrocetta. Ordinato aBagnolo, seguì i corsidi Diritto Canonicoche concluse a Roma

dove conseguì la laurea presso la Pontifi-cia Università Lateranense nel 1949. Fuquindi docente sia della Facoltà di DirittoCanonico che della Facoltà di Teologia. LaTeologia Liturgica divenne la materia checoltivò più profondamente e ampiamente.Ne fanno fede le numerose pubblicazionicon cui contribuì allo sviluppo dello studioe dell’apostolato liturgico. Il suo zelo apo-stolico si esplicò pure nel servizio dellapredicazione e soprattutto nel ministerodella riconciliazione, che accompagnaro-no la sua attività di ricerca e di docenza.

Ricoprì diversi incarichi d’insegna-mento in altre Istituzioni accademiche epartecipò a vari organismi ecclesiali: inqualità di consultore del Pontificium Con-silium ad Exsequendam constitutionemde Sacra Liturgia, di membro e pro-se-gretario del Consiglio promozionale delCentro di Azione Liturgica. Partecipò an-che alla Consulta dell’Ufficio Liturgico Na-zionale della CEI. Fu poi membro fattivo eorganizzatore delle annuali Settimane Li-turgiche Nazionali. È autore di numerosepubblicazioni con cui contribuì allo svilup-po dello studio, opere di carattere pasto-rale e spirituale. Come impegni comuni-tari non va dimenticato il non facile com-pito di Direttore della Comunità “GesùMaestro” nel triennio 1981-1984 e quellodella cura e assistenza dei confratelli in-fermi che esplicò con grande spirito di de-dizione e di sacrificio.

Esprimiamo sincera gratitudine al Si-gnore per averci donato don Armando elo preghiamo di dargli la ricompensa e ilriconoscimento che ha meritato.

DATI: CUVA Sac. Armandon. a Catania (Catania-Italia) il 12

maggio 1920; prof. a S. Gregorio il 5 set-tembre 1936; sac. a Bagnolo il 30 giugno1946; † a Roma il 24 marzo 2012.

Don S. S.

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Giornalismo e religione

La presente raccolta antologica di testi giorna-listici a contenuto religioso, o comunque riferiti al-la religione, è destinata agli studenti dei corsi digiornalismo ed a quanti, per vari titoli operatori del-la comunicazione sociale, sono interessati all’in-formazione. Il progetto si rifà ad una precedentepubblicazione (La notizia e la religione, Las,1999), che grazie a nuovi apporti è stata comple-tamente modificata. Ci troviamo quindi di fronte adun lavoro diverso. La selezione degli articoli chequi proponiamo non è stata facile, sia per la mol-teplicità dei medesimi, sia per la quantità di giorna-listi che, pur appartenendo a competenze diverse,si sono applicati per lavoro a notizie legate al mon-do religioso. Va da sé che la scelta presentata nonintende essere esaustiva quanto al numero nétanto meno selettiva circa la qualità espressa, masoltanto indicativa, quasi una campionatura di ciòche in oltre sessant’anni questo genere di giorna-lismo ha prodotto. Un ulteriore restringimento de-gli orizzonti della raccolta viene dal fatto che que-sti articoli raramente sono estratti da settimanali operiodici cattolici, molti dei quali pure svolgono una preziosa e intelligente informazione.

Noi stessi per primi siamo convinti di non aver antologizzato alcuni giornalisti di grande valore, ancheamici, o di non aver forse sottolineato esperienze importanti. Ci scusiamo pertanto con quei colleghi cheavrebbero meritato d’essere inclusi nella raccolta e non lo sono.

Gli articoli vengono presentati come sono stati pubblicati, mentre per ogni autore è stato preparato unbreve profilo biografico con fonte bibliografica. L’antologia degli autori è preceduta da un saggio sulla no-tizia giornalistica in generale e religiosa in particolare. Esso potrà favorire la comprensione della proble-matica sottesa a questo non facile genere. La rapida elencazione dei principali avvenimenti della Chiesacattolica in questi sessant’anni e oltre potrà dare una visione più ampia che non il singolo episodio che èstato all’origine dell’articolo.

La prefazione di Angelo Paoluzi, le interviste a diversi giornalisti e professionisti della comunicazioneitaliani e stranieri, le appendici fotografiche e il saggio di Giovanni Chiaramonte sul fotogiornalismo reli-gioso rappresentano un unicum certamente utile a definire questo tipo di giornalismo. Esprimiamo a tuttiloro un sincero e doveroso ringraziamento per la disponibilità manifestata. Un ulteriore aiuto all’approfon-dimento potrà venire dalla bibliografia generale sull’argomento e dagli indici tematici.

L’augurio è che questo lavoro possa servire a comprendere il percorso non certo lineare dell’informa-zione religiosa e a migliorare il servizio alla Verità di quanti sono chiamati ad occuparsi di questo generegiornalistico.

Roma, maggio 2012

G. Costa, G. Merola, L. Caruso

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