+ All Categories
Home > Documents > Notiziario_aprile_2010

Notiziario_aprile_2010

Date post: 25-Mar-2016
Category:
Upload: felice-bongiorno
View: 237 times
Download: 8 times
Share this document with a friend
Description:
Notiziario aprile 2010
64
Transcript
Page 1: Notiziario_aprile_2010
Page 2: Notiziario_aprile_2010

Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 7195125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii oo

Messaggio del Rettor Maggiore pag. 1

Lettera dell’Ispettore » 4

Formazione » 7

Pastorale Giovanile » 9

Comunicazione sociale » 12

Anim. missionaria e vocaz. » 14

Frammenti di memoria » 18

Famiglia Salesiana » 20

Momenti di famiglia » 24

Dalle case salesiane » 26

Guardando altrove » 48

Da ricordare » 50

In copertinaAnniversario della morte di Don Rua 1910-2010.

EditorialeIn occasione del centenario della

morte di Don Rua, per volontà del Ret-tor Maggiore, siamo invitati ad appro-fondire la conoscenza, il carisma, lapersonalità, l’azione di governo, la vo-cazione e la missione salesiana di que-sto fedele discepolo e abile successoredi Don Bosco.

L’ambiente in cui Don Rua è statoeducato da ragazzo e le fervide espe-rienze formative, apostoliche e orga-nizzative accanto a Don Bosco, educa-tore e fondatore della CongregazioneSalesiana, hanno inciso in modo deter-minante sulla sua vita interiore e sullasua personalità. Fin da adolescente,obbediente e disponibile alle cure diDon Bosco, suo direttore spirituale at-tento e stimolante, è diventato con luigeneroso collaboratore nelle moltepliciattività dell’Oratorio e nella progressivacostituzione e strutturazione della So-cietà Salesiana divenendo un “altroDon Bosco”.

Don Bosco, aperto, pronto alla rela-zione, deciso nell’attuazione del suosogno di fondare una congregazione,coraggioso e un po’ temerario talvoltanelle scelte, con carattere forte ed esu-berante, fu il grande carismatico.

Don Rua, più uomo della mitezzadella metodicità, prudente e attentonelle decisioni, nascosto e comunquesempre pronto a operare secondo le in-dicazioni del Padre, l’uomo dell’Istitu-zione, colui che consolidò la Congrega-zione Salesiana.

Paolo VI, nel beatificare Don Rua,ha tracciato la miglior sintesi del suoessere e operare: “Ha fatto dell’esem-pio del Santo [Don Bosco] una scuola,della sua vita una storia, della sua re-gola uno spirito, della sua santità un ti-po, un modello, ha fatto della sorgenteuna corrente, un fiume”.

In allegato a questo numero di “In-sieme” pubblichiamo il primo dei quat-tro inserti dedicati ai viaggi di Don Ruain Sicilia e due sue lettere inedite.

••

Page 3: Notiziario_aprile_2010

1Insieme

Carissimi Confratelli,vi scrivo nella solennità liturgica del no-

stro caro Padre, ricordando il 31 gennaiodel 1888, giorno in cui, alla morte di DonBosco, Don Rua divenne di fatto il suo pri-mo Successore.

In questa oc-casione diamoinizio alla cele-brazione delcentenario dellamorte di DonRua che, comesappiamo, av-venne il 6 apriledel 1910. Al finedi favorire unmaggior coin-volgimento ditutti, desiderocomunicarvi ora

alcune iniziative che accompagneranno ilcentenario, ricollegandomi idealmente allalettera di indizione della celebrazione, che viho inviato il 24 giugno 2009 ed in cui hoprospettato il cammino spirituale e pastora-le di quest’anno.

Il nostro cuore è colmo di gratitudine aDio per il dono che Egli ha fatto alla nostraCongregazione e alla Famiglia salesiana nel-la persona di Don Rua. Seguendo fedelmen-te le orme di Don Bosco, egli è divenutobeato; vivendo intensamente gli inizi del ca-risma salesiano, ne ha assicurato la continui-tà; assumendo generosamente la guida dellaCongregazione, ne ha promosso lo sviluppo.

11.. CCoonnoosscceennzzaa ddii DDoonn RRuuaa

È nostro compito durante quest’annoconoscere e far conoscere Don Rua e, attra-verso la sua figura, saper leggere e compren-dere una parte di storia della nostra Congre-gazione. Scoprire le nostre radici, ci renderàpiù consapevoli della nostra identità e quin-di più capaci di visione futura.

Per il vostro approfondimento potete at-tingere alla mia lettera, apparsa sugli Atti delConsiglio Generale numero 405 e intitolata

“Successore di Don Bosco: figlio, discepolo,apostolo. Figura umana e spirituale del bea-to Michele Rua”. Inoltre è stata pubblicata,ed ora tradotta anche in varie lingue, la “Vi-ta di Don Michele Rua” scritta da don Fran-cis Desramaut. Alla fine di ottobre dell’annoscorso si è tenuto a Torino il Convegno del-l’Associazione dei Cultori di Storia Salesia-na su Don Rua, di cui tra poco usciranno gliAtti. È in diffusione una mostra itinerante invarie lingue su Don Rua; come pure saràprodotto un video su “Il Progetto Europasecondo Don Rua”.

Come vedete, non mancano sussidi perconoscere Don Rua. La conoscenza dellastoria ci aiuta a comprendere il contesto incui egli è vissuto e la complessità delle situa-zioni, illumina le scelte da lui operate, rivelala sua viva intelligenza, grandezza d’animo,coraggio lungimirante. Una migliore cono-scenza di Don Rua susciterà in noi l’amoreper lui e l’amore ci spingerà all’imitazione;così potremo proporci più facilmente di es-sere come lui un “altro” Don Bosco.

22.. DDaattee ssiiggnniiffiiccaattiivvee ddeellll’’aannnnoo cceenntteennaarriioo

Oltre il 31 gennaio, data di apertura delcentenario della morte di Don Rua ed iniziodel suo servizio di autorità come rettor mag-giore della Congregazione e come Successo-re di Don Bosco, ci sono altre date che pos-sono essere valorizzate nel corso dell’anno.

Nel primo periodo dell’anno potrà esse-re trovata una occasione, a livello locale eispettoriale, per presentare la Strenna chequest’anno ci invita a imitare don Rua nelportare il vangelo ai giovani.

Il giorno 6 aprile potremo ricordare ladata della morte di Don Rua, avvenuta a To-rino nel 1910, ricostruendo anche i momen-ti vissuti dai confratelli e i discorsi delle sueesequie.

Il 29 luglio potremo fare memoria dellasua Ordinazione presbiterale, avvenuta nel-la Cappella di Sant’Anna a Caselle Torinesenel 1860, esattamente cento cinquanta annifa.

Il 29 ottobre, memoria liturgica del Bea-

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

SSoolleennnniittàà ddii SSaann GGiioovvaannnnii BBoossccoo

Page 4: Notiziario_aprile_2010

44.. CCoonnvveeggnnii iissppeettttoorriiaallii

La conclusione del centenario si svolge-rà nel mese di novembre con la celebrazionedi un Convegno in ogni Ispettoria, Visitato-ria e Delegazione sulla figura di Don Ruaper i confratelli e la Famiglia salesiana. Ipartecipanti al Congresso internazionale nepotranno essere gli animatori.

Per preparare il programma del Conve-gno ispettoriale, essi potranno attingere alleconferenze del Congresso di Roma del 2010e agli Atti del Convegno di Torino del 2009,eventualmente anche alla storia ispettorialeo regionale che avesse attinenza con DonRua. Il Convegno ispettoriale sarà un modoper tenere viva e comunicare a tutti i confra-telli l’attualità della figura di Don Rua.

Vi ringrazio per l’attenzione che vorreteprestare a questi suggerimenti e indicazioni.Ad ognuno di voi certamente non mancaimmaginazione e creatività per individuarenella vita personale, nella comunità e inIspettoria le vie e i modi per meglio cono-scere, amare, imitare Don Rua. Egli ci ac-compagni durante quest’anno e ci aiuti a vi-vere la nostra vocazione in fedeltà.

Cordialmente nel Signore,

2 Insieme

to Michele Rua, ricorderemo la sua beatifi-cazione avvenuta in quello stesso giorno del1972 e potremo rileggere l’omelia che PaoloVI tenne per l’occasione.

33.. CCoonnggrreessssoo iinntteerrnnaazziioonnaallee

Alla fine di ottobre del 2010, dal vener-dì 29 alla domenica 31, al “Salesianum” del-la Casa Generalizia, si svolgerà il Congressointernazionale da me indetto su “Don Ruanella storia”. È un fatto di Congregazione,che vedrà coinvolti studiosi da tutto il mon-do, salesiani e non. Alla luce delle ricerche edei risultati di questo Congresso potrà esse-re scritta un’altra vita di Don Rua.

Per questa occasione invito tutte leIspettorie, Visitatorie e Delegazioni ad in-viare a Roma due confratelli, perchè possa-no partecipare al Congresso. A loro sarà poirichiesto, ritornando in ispettoria, di anima-re i confratelli, presentando la figura di DonRua. Potrebbe essere opportuna, per esem-pio, la scelta di inviare il Delegato ispettoria-le di formazione ed un Docente di studi sa-lesiani.

Risulterebbe più facile la partecipazionese questi confratelli inviati a questo Con-gresso potessero comprendere l’italiano. Lerelazioni del Congresso infatti, pur con tra-duzione simultanea, saranno tenute e conse-gnate scritte in italiano.

“Oggi, festa di San Giuseppe e festa delpapà, quale modo migliore per festeggiare ilPadre della Famiglia Salesiana?”

Con queste parole si è aperto venerdi 19marzo scorso il concerto in omaggio al Ret-tor Maggiore dei Salesiani, don PascualChávez Villanueva, concerto nato dal fortedesiderio dei membri della Corale di potercantare per il IX Successore di Don Boscoche avevano, di recente, incontrato a Cata-nia. Nella Chiesa della Casa Generalizia deiSalesiani (in Roma), alla presenza, dello stes-so Rettor Maggiore, del suo Vicario e di di-versi membri del Consiglio Generale, oltreche dei salesiani della comunità, dei diretto-

ri e dei membri dei Consigli di alcune Ispet-torie Salesiane dell’Italia (Lombardo-Emi-liana, Meridionale, Veneta) e del MedioOriente, si sono levate le note e le voci dellaCorale Polifonica e dell’Orchestra da Came-ra “Don Bosco” dell’Oratorio Salesiano diSan Cataldo, dirette dal Maestro DanieleRiggi.

Trenta elementi della Corale e 12 orche-strali hanno eseguito brani di Haydn, Elgar,Mozart, Buendia, Gen Rosso ed alcuni can-ti tradizionali siciliani, seguiti da un uditorioparticolarmente attento e che ha espresso ilproprio apprezzamento con numerosi e pro-lungati applausi.

FFeessttaa ddii SSaann GGiiuusseeppppee

CCoonncceerrttoo iinn oommaaggggiioo aall RReettttoorr MMaaggggiioorree

Page 5: Notiziario_aprile_2010

3Insieme

Nel corso della serata è stata anche rap-presentata la pièce teatrale “Ma tu sei lapianta” (da un verso di Rilke) – scritta ed in-terpretata dai giovani del Laboratorio Tea-trale della Casa Salesiana “Ranchibile” diPalermo, con la regia di Gianpaolo Bellanca– che ha offerto ai presenti una meditazionesul mistero dell’Incarnazione.

A conclusione della serata – prima delloscambio dei doni e della foto di gruppo – èstato espresso il ringraziamento a quantihanno reso possibile la realizzazione di que-sto “sogno” ed in particolare a Don Brego-lin, Vicario del Rettor Maggiore, ed al Diret-tore della Casa Generalizia, oltre che al Ban-co di Credito Cooperativo “G. Toniolo”, lirappresentato dal suo direttore, Dott. Salva-tore Saporito.

Il Rettor Maggiore ha sentitamente rin-graziato la Corale e l’Orchestra per il con-certo offerto e per il grande amore dimo-strato a Don Bosco ed al suo Successore.

“In un momento critico e difficile perl’Italia e l’Europa – ha affermato don Chá-vez – a causa dei diversi e mirati attacchi allaChiesa ed al cristianesimo, basterebbe sentirevoi che interpretate questi grandi maestri percomprendere che l’Europa ha un’anima cri-stiana”.

In un simpatico scambio di battute è sta-to detto al Rettor Maggiore che San Catal-do, in cui i Salesiani sono presenti dal 1924,è una città “salesiana”, che ha dato alla Con-gregazione ben 75 salesiani ed in cui sonoattualmente presenti ed operanti 8 gruppidella Famiglia Salesiana. “Ci permetta di

dirle don Pascual, che oggi si realiz-za il primo e piccolo frammento diun grande sogno: quello di averla aSan Cataldo”.

Prendendo la parola, il RettorMaggiore ha ribadito che tutta SanCataldo è “salesiana”, come dimo-stra il grande numero di salesianigenerosamente donati da questopaese; “mi ero reso disponibile pervenire; adesso per forza devo venire.

Quindi, prometto … nonminaccio … di venire aSan Cataldo”.

La Corale e l’Orchestra hanno ripropo-sto il concerto sabato 20 marzo presso la Ba-silica del “Sacro Cuore” a Roma, ultimagrande opera realizzata da San GiovanniBosco, dove con viva emozione i coristi han-no avuto la possibilità di visitare le “came-rette” in cui ha vissuto il Santo durante lasua permanenza a Roma. Il programma del-la serata ha visto l’esecuzione del “Concer-to per Viola e Orchestra” di Telemann, consolista Samuele Danese.

La Corale “Don Bosco”, non nuova adesperienze di concerti in diverse città italia-ne, (si è infatti esibita in concerto a Firenze,Gubbio, Novara, Civitavecchia, Perugia,Amantea, Montegiorgio, Palombara Sabi-na), ha vissuto una forte ed emozionateesperienza che ha consentito a tutti i mem-bri di rafforzare l’amore a Don Bosco ed ilproprio senso di appartenenza alla FamigliaSalesiana.

LLuucciiaannoo AArrccaarreessee

éé Foto di gruppo.

Page 6: Notiziario_aprile_2010

4 Insieme

LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

DDoonn BBoossccoo ffoonnddaattoorree

DDaallllaa ssoocciieettàà ddeellll’’aalllleeggrriiaa aaii SSaalleessiiaannii ddiiDDoonn BBoossccoo

Cari Amici, sono contento di poter ri-prendere il dialogo con voi in questo nuovonumero di Insieme. Il gruppo di redazionesta lavorando con determinazione per ren-dere sempre più completo e stimolante que-sto strumento di comunicazione e di comu-nione. Naturalmente siamo contenti che tut-

ti voi possiatepartecipareanche in mo-do attivo conconsigli e con-tributi.

La Pasquache abbiamocelebrato ciha riportati al-la fonte e alloscopo dellanostra vita edella nostra

missione cristiana: il Cristo Risorto. Nellasua forza e nella sua luce noi camminiamo,consapevoli di essere i suoi testimoni nelmondo e nella realtà in cui viviamo quoti-dianamente. Il mosaico della Risurrezione diGesù nella cappella Pinardi ci ricorda cheproprio nell’esperienza luminosa della Pa-squa don Bosco ha potuto aprire le porte delnuovo oratorio ai suoi ragazzi.

Continuo a proporvi proprio in questaradiosa luminosità pasquale il tema di donBosco Fondatore soffermandomi soprattut-to sulla continuità tra l’esperienza della So-cietà dell’Allegria e la fondazione dei Sale-siani.

LLaa ssoocciieettàà ddeellll’’aalllleeggrriiaa

C’è in don Bosco quasi un “istinto” afondare gruppi, società, in vista di collabo-rare insieme ad uno scopo ben preciso. Stu-dente a Chieri “venerato da’ miei colleghicome capitano di un piccolo esercito”, fon-da la Società dell’Allegria, che per lo spiritodi amicizia e di serenità può essere conside-

rata un prototipo di congregazione salesia-na; durante le vacanze naturalmente esportail brevetto, fondando anche a Murialdoun’altra società con lo stesso nome.

Nel linguaggio di oggi diremmo che donBosco era un “animatore” nato, capace dicoinvolgere, facendo intelligentemente ap-pello alle energie di tutti. Così fece con ilgruppo di collaboratori dell’Oratorio di SanFrancesco di Sales, una società salesiana inanteprima, con alcune regole e senza vita co-mune, non approvata ufficialmente, ma fun-zionante in realtà e costituita da ecclesiasti-ci, da laici, uomini, donne.

È interessante notare che primi membridi quest’associazione reale e non formale fu-rono alcuni sacerdoti: “Onde per conserva-re l’unità di spirito e di disciplina, da cui di-pende il buon esito degli oratori, fin dall’an-no 1844 alcuni ecclesiastici si radunarono aformare una specie di congregazione aiutan-dosi a vicenda e coll’esempio e coll’istruzio-ne. Essi non fecero alcun voto propriamen-te detto; tutto si limitò di fare una semplicepromessa di non occuparsi se non di quellecose che il loro Superiore giudicava di mag-gior gloria di Dio e vantaggio dell’animapropria” (Cost.della Soc. di S. Francesco diSales, 70/1-34). Anche alcune donne colla-boravano con don Bosco, in alcune mansio-ni preziose; basti ricordare mamma Marghe-rita e la mamma dell’arcivescovo Gastaldi.

II SSaalleessiiaannii

Il dipanarsi del disegno non fu certo pri-vo di difficoltà e di crisi. Nel 1849 per moti-vi politici tutti i collaboratori abbandonaro-no don Bosco, che, vistosi solo, per qualchetempo pensò di affidare la sua opera all’Isti-tuto della Carità di A. Rosmini. Lo stessoanno intraprese il progetto di formare al sa-cerdozio quattro dei suoi giovani GiuseppeBuzzetti, Carlo Gastini, Giacomo Bellia eFelice Reviglio a cui espresse con chiarezzail suo bisogno di collaboratori: “Ho bisognodi raccogliere giovanetti che mi vogliono se-guire nelle imprese dell’oratorio. Accettere-ste voi di essere miei aiutanti... Io vorrei ve-

Page 7: Notiziario_aprile_2010

5Insieme

dervi obbedienti in tutto qualunquefossero i miei desideri” (MBIII,5549-550).

Possiamo considerarli il primopiccolo nucleo organizzato di Coo-peratori salesiani, tenendo ancheconto che, escluso Buzzetti, nessunodi essi, pur rimanendo legatissimi adon Bosco, divenne salesiano. Rua,Cagliero, Francesia, Bonetti costitui-ranno invece il primo nucleo dellaCongregazione, i fedelissimi di donBosco, i testimoni più diretti del suocarisma, i custodi e diffusori del suostile e del suo spirito: “La sera del 26gennaio 1854 ci radunammo nellastanza di don Bosco: esso don Bo-sco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e civenne proposta di fare coll’aiuto del Signo-re e di S. Francesco di Sales una prova diesercizio pratico della carità verso il prossi-mo per venire poi ad una promessa; e quin-di, se parrà possibile e conveniente di farneun voto al Signore. Da tal sera fu posto il no-me di Salesiani a coloro che si proponesseroe si proporranno tale esercizio” (MB V9/21-29). Come già per il primo nucleo dicollaboratori, gli elementi carismatici si van-no definendo nella loro essenzialità: serviziodel prossimo; con don Bosco, sul modello diS. Francesco di Sales.

Fu il ministro Urbano Rattazzi, che, te-stimone del prodigarsi dei giovani dell’Ora-torio durante la peste, ne derivò una stimastraordinaria per il sacerdote piemontese,nel 1857 ad incoraggiare don Bosco a costi-tuire una società di liberi cittadini, soggetti atutte le leggi dello stato e disposti a conti-nuare la sua opera: “...dopo la riferita con-versazione, don Bosco si diede attorno a for-mare una Società distinta, che avesse periscopo precipuo la coltura dei giovani piùabbandonati. Egli cominciò pertanto a for-mulare e scrivere alcune regole... ne parlòcon alcuni sacerdoti e laici a Torino, cheudito di che si trattava vi diedero volentero-si il proprio nome.

Passò indi a farne cenno ai chierici suoie ai migliori e più assennati giovani del-l’Oratorio, e in breve si circondò di una de-cina d’individui, sopra cui parevagli di poterfare assegnamento. Ciascuno all’intento di

far del bene ai giovani del-l’Oratorio festivo e del-l’Ospizio... Alcuni dei suoidimoravano a casa loro e si limitavano a pre-stare aiuto nell’Oratorio nei giorni di festa, oa fare scuola serale, o a visitare lungo la set-timana i giovanetti nelle officine, o a cercareun padrone onesto a quelli che si trovavanodisoccupati o in luogo di pericolo. Altri in-vece abitavano stabilmente nell’Oratoriostesso, facendo vita comune con D. Bosco,sempre pronti ai suoi comandi” (BS 37, giu-gno 1883).

Risulta chiarissimo quale fosse il disegnooriginario, potremmo dire l’utopia di donBosco: fondare una società benefica di sociche, pur vivendo a casa loro, secondo le lo-ro possibilità, davano una mano ed altri so-ci che vivevano permanentemente con lui.Un disegno realizzatosi solo in parte, comerisulterà più chiaramente nel verificare le al-terne vicende dell’Associazione dei Coope-ratori.

E siamo alla tappa del 18 dicembre 1859don Bosco da inizio ad un istituto religioso,la Congregazione salesiana, per soli soci in-terni.

“L’anno del Signore mille ottocento cin-quantanove alli 18 di dicembre, in questoOratorio di S. Francesco di Sales nella cameradel Sacerdote Bosco Giovanni alle ore novepomeridiane si radunavano: Esso, il Sacerdo-te Alasonatti Vittorio, i chierici Savio AngeloDiacono, Rua Michele Suddiacono, CaglieroGioanni, Francesia Giov. Battista, ProveraFrancesco, Ghivarello Carlo, Lazzero Giusep-

éé La vita di Don Bosco,dipinti di N. Musio, Elledici.

Page 8: Notiziario_aprile_2010

6 Insieme

pe, Bonetti Gioanni, Anfossi Gioanni, Mar-cellino Luigi, Cerruti Francesco, Durando Ce-lestino, Pettiva Secondo, Rovetto Antonio,Bongiovanni Cesare Giuseppe, il giovaneChiapale Luigi, tutti allo scopo ed in uno spi-rito di promuovere conservare lo spirito di ve-ra carità che richiedesi nell’opera degli Orato-rii per la gioventù abbandonata e pericolante,la quale in questi calamitosi tempi viene inmille maniere sedotta a danno della società eprecipitata nell’empietà ed irreligione.

Piacque pertanto ai medesimi Congregatidi erigersi in Società o Congregazione, cheavendo di mira il vicendevole aiuto per la san-tificazione propria, si proponesse di promuo-vere la gloria di Dio e la salute delle anime,specialmente delle più bisognose d’istruzionee di educazione; ed approvato di comune con-senso il disegno proposto, fatta breve preghie-ra ed invocato il lume dello Spirito Santo, pro-cedevano alla elezione dei Membri, che do-vessero costituire la direzione della Societàper questa e per nuove Congregazioni, se aDio piacerà favorirne l’incremento”.

Sarà approvato dalla S. Sede nel 1869, ein maniera definitiva, con l’approvazionedelle Costituzioni nell’aprile del 1874 e conl’esenzione nel giugno del 1884. Resta signi-ficativo per noi oggi, in un mutato universoecclesiale, sottolineare che per don Bosco isalesiani fuori comunità erano tanto salesia-ni quanto quelli che vivevano all’oratorio.Riportiamo un testo altamente significativodi don Bosco stesso: “In quell’anno (1858)la Congregazione fu divisa in due categorieo piuttosto in due famiglie. Coloro che era-no liberi di se stessi e ne sentivano la voca-zione si raccolsero in vita comune, dimoran-do nell’edificio che fu sempre avuto per ca-sa madre e centro della pia associazione, cheil Sommo Pontefice consigliò di chiamarePia Società di S. Francesco di Sales, con cuiè tuttora nominata. Gli altri ovvero gli ester-ni continuarono a vivere in mezzo al secolo,in seno alle proprie famiglie, ma proseguiro-no a promuovere l’opera degli Oratori con-servando tuttora il nome di Unione o Con-gregazione di S. Francesco di Sales, di pro-motori e cooperatori” (MB,XI,84-86).

Piano degli EE.SS. 2010Gli Esercizi Spirituali “Sono un tempo di ri-

presa spirituale che don Bosco consideravacome la parte fondamentale e la sintesi ditutte le pratiche di pietà. Per la comunità eper ogni salesiano sono occasione particola-re di ascolto della Parola Dio, di discernimen-to della sua volontà e di purificazione delcuore”. (Cost. 91).

Proprio per questo sono stati studiati dallaCIF una diversa tipologia dei vari corsi e deiPredicatori, in modo che i Confratelli possa-no scegliere il turno degli EE.SS. tenendoconto non soltanto del tempo possibile maanche il metodo più adatto alla propria sensi-bilità spirituale.

1) MODELLO ORDINARIO28 Febbr. – 06 Marzo – 2010 Messina –

S. Tommaso (Predicatore: Don CameroniPier Luigi).

20 – 26 Giugno – 2010 Zafferana Etnea(Predicatore: Don Bartolomè Juan Josè).

22 – 28 Agosto – 2010 Gambarie (Predi-catore: Don Rafael Vicent).

Sono previsti: due meditazioni del predica-tore, i tempi di preghiera e liturgici comunita-ri tradizionali; il silenzio per l’intera giornataeccetto al pranzo, alla cena e subito dopo.

2) MODELLO CASA TABOR30 Ottobre – 5 Novembre S. Alfio – Ca-

sa Tabor (Predicatore: Don Montanti e DonAmata).

È prevista una sola meditazione del Predi-catore al mattino, i tempi di preghiera e litur-gici comunitari tradizionali; il silenzio per l’in-tera giornata eccetto e solo alla cena.

3) MODELLO ESERCIZI PERSONALMEN-TE GUIDATI

01 – 07 Agosto – 2010 Sant’Alfio – CasaTabor – EE.SS. personalmente guidati (Gui-da: Sac. Damiani Antonio SJ).

Segue il metodo ignaziano. È prevista unasola meditazione con indicazioni per il lavoropersonale della giornata da parte del Predi-catore al mattino, tempi di preghiera e liturgi-ci comunitari tradizionali; l’incontro individua-le con la guida per verificare e orientare ulte-riormente il cammino degli esercizi; il silenziototale per l’intera giornata .

In tutti i turni vi sarà una equipe che assu-merà la direzione e l’animazione degli Eser-cizi Spirituali (liturgia, musica e guida) questoassicurerà una serena esperienza spiritualea tutti gli esercitandi.

Don Antonino Rubino

Page 9: Notiziario_aprile_2010

7Insieme

FFOO

RRMM

AAZZ

IIOONN

EEFFOORRMMAAZZIIOONNEE

IInniizziiaa iill pprreennoovviizziiaattoo

Il 16 Febbraio 2010 è iniziato alla Salet-te di Catania il prenoviziato.

I Prenovizi che hanno fatto la domandasono: Dario Spinella dell’Oratorio di Barcel-lona e Alberto Anzalone dell’Oratorio di SanCataldo.

Animatore responsabiledel Prenoviziato è don Lui-gi Calapaj.

Il Prenoviziato è untempo di intenso discerni-mento per radicalizzare laconoscenza della rispostadata al Signore che chiama;è un tempo di esperienza divita comunitaria e di azionepastorale, come scommessada vivere per tutta la vita; èun tempo di confronto concoloro che accompagnano in questo camminoverso la vita consacrata salesiana, per giun-gere a voler iniziare il noviziato con la gioiadi chi è cosciente di ricevere un grande do-no da Cristo e da don Bosco, e di chi vuoleaffidare e donare totalmente la propria esi-stenza a Dio e ai giovani di oggi condividen-do la stessa passione di vita di don Bosco edi Gesù.

La Ratio salesiana prevede che il prenovi-ziato venga impostato in modo che il candida-to raggiunga i seguenti obiettivi specifici, cherichiedono di essere conosciuti ed assunti inconcreti cammini formativi:

• maturare come uomo e come cristiano;• conoscere la propria vocazione e ap-profondire l’opzione vocazionale;• fare esperienza comunitaria e riflettereseriamente sulla vita salesiana;

• verificare l’idoneità ne-cessaria ad iniziare il no-viziato;• decidere in modo cosciente e libero dapressioni esterne e interne;• assumere un chiaro atteggiamento for-mativo.Ugualmente il tempo del prenoviziato

consente alla Congregazione di valutarel’idoneità e la maturità del candidato a en-trare in noviziato.

Tutta la Comunità dei Salesiani di Siciliali accompagna e li sostiene con la preghierae con l’affetto fraterno.

Dal 19 al 21 Febbraio 2010 si è tenuto il Convegno Regionale CISM - USMI - CIIS al-l’Isola delle Femmmine (PA) presso l’Hotel Saracen.

Il Convegno è stato un momento di “koinonia” tra le varie realtà di Vita Consacrata pre-senti in Sicilia.

Gli obbiettivi del convegno sono espressi dal n. 13 del Direttorio sulle comunicazioni so-ciali nella missione della Chiesa (CEI, n. 13 2004)

“Con questa cultura segnata dalla presenza incisiva e capillare dei media siamo chiama-ti a confrontarci, coniugando la passione per il Vangelo con il discernimento intellettuale, elo sguardo di fede con l’interpretazione dei fenomeni. (...) Non si tratta semplicemente di ag-giornarsi o adeguarsi: occorre domandarsi come deve essere rimodellato l’annuncio del Van-gelo e come avviare un dialogo con i mezzi di comunicazione sociale, e non solo attraversodi essi, nella consapevolezza che sono interlocutori con cui è necessario confrontarsi”.(Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, CEI, n. 13 2004).

éé Da sin.: D. Spinella,Don L. Calapaj,

A. Anzalone

Page 10: Notiziario_aprile_2010

8 Insieme

FFOO

RRMM

AAZZ

IIOONN

EE FFOORRMMAAZZIIOONNEE

Page 11: Notiziario_aprile_2010

9Insieme

PPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

MMeeeettiinngg AAddoolleesscceennttii: dal 3al 5 gennaio si è tenuto ad Aci-reale (s. Tecla) il Meeting Ado-lescenti, incentrato sul tema “Lafamiglia è di casa”. Oltre 200adolescenti dalle case salesianedi Sicilia si sono ritrovati insie-me per vivere questa esperienzadi crescita umana e spirituale,caratterizzata da un clima di fra-ternità tipicamente salesiano.Partendo da un ritratto della fa-miglia odierna, la riflessioneruotava attorno al modello difamiglia e al confronto con larealtà quotidiana; il secondogiorno è stato dedicato al fonda-mento biblico della famiglia,grazie alla riflessione di don Paolo Fichera,sdb; nel pomeriggio varie dinamiche con-dotte ci hanno aiutato ad entrare nei mecca-nismi interni alla famiglia; il terzo ed ultimogiorno ha spostato l’attenzione sul clima difamiglia vero e proprio, vissuto in oratorio,a scuola o a casa, tramite l’incontro con cop-

pie di testimoni prove-nienti da ciascun am-biente.

MGS GGRR LLeeaaddeerrss: neigiorni 16 e 17 gennaio si è te-nuto il secondo incontro del-l’itinerario ispettoriale “GR…Leaders”, ri-volto a 50 ragazzi di età compresa tra gli 11e i 13 anni.

GGRR……AADDOO CCFFPP Il 21 Gennaio, pressola casa SDB di Gela, e il 27 Gennaio pressola casa di Barriera a Catania, si sono svoltigli incontri con i ragazzi dei centri di forma-

zione professionale delle ri-spettive zone che hanno ri-sposto positivamente allediverse attività proposte du-rante la giornata di spiritua-lità. È stata un’occasioneper coinvolgerli in maggiormisura nella realtà delMGS.

Tra il 22 Gennaio e il 24febbraio nelle diverse zone(Messina, Gela, Palermo eCatania) si è tenuto il secon-do incontro di FFoorrmmaazziioonneezzoonnaallee ppeerr iill SSCCNN, duranteil quale i 200 giovani volon-tari si sono confrontati con

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaaPPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

êê Casa Tabor,Giornata di spiritualità

éé Acireale-S. Tecla,foto di gruppo.

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EE

Page 12: Notiziario_aprile_2010

corso di riflessione riguar-dante alcune tra le principalifigure che hanno accompa-gnato Gesù, da Pietro, a Maria di Magdala,a Giuda, a Maria, a Giovanni. Medesimo

percorso per 40 adole-scenti che hanno vissutol’esperienza degli EserciziSpirituali a Casa Tabornei giorni 19–21 marzo.

FFeessttaa rraaggaazzzzii: l’11aprile è stato un giorno digrande festa per tutta laSicilia, perché 1600 prea-dolescenti da tutta la re-gione si sono radunati a s.Cataldo per la Festa Prea-dolescenti, dal titolo“Mani per inCONtrare”.Il tema del servizio ha at-traversato tutta la giorna-ta, concretizzandosi an-che in impegno consape-vole di servizio agli altri.

II pprroossssiimmii aappppuunnttaammeennttii

– GR ADO CFP (Gela 14 aprile, Cata-nia 21 aprile);– GR ADO Scuola (Palermo 5-6 mag-gio, Catania 121-13 maggio);– Consulta regionale MGS (5-6 giugno);– Campo estivo preadolescenti (15-17giugno).

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeoo

10 Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EE tematiche relative allamentalità progettuale ealle modalità di elabora-zione e realizzazione diun progetto.

Il 3-4 Febbraio adAlcamo per la zona diPalermo e il 10-11 Feb-braio a Casa Tabor perla zona di Catania si so-no svolte le giornate dispiritualità GGRR……AAddooSSccuuoollaa rivolte a 70 ado-lescenti provenienti dal-le nostre Scuole Supe-riori. L’incontro vertevasul tema “Vogliamo ve-dere Gesù”.

In queste settimane di Quaresima ci so-no stati i vari turni di EEsseerrcciizzii SSppiirriittuuaallii, tut-ti incentrati sul tema dell’anno, “Vogliamovedere Gesù”, divisi per fasce d’età: nei

giorni 6 e 7 marzo circa 110 prea-dolescenti, divisi tra la Colonia

don Bosco di Catania e l’istituto FMA S. Be-nedetto di Acireale, hanno vissuto due gior-ni di riflessione sull’Eucarestia, con l’aiutodella figura di S. Domenico Savio. Nei gior-ni 12 – 14 marzo c’è stato il turno dei giova-ni, durante il quale 60 giovani, divisi tra Ca-sa Tabor (S. Alfio) e l’istituto FMA di Aci-reale S. Benedetto, hanno condiviso un per-

éé Casa Tabor -foto di gruppo.

éé Festa ragazzi 2010.

Page 13: Notiziario_aprile_2010

11Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EECCGGSS -- CCiinneecciirrccoollii GGiioovvaanniillii SSoocciiooccuullttuurraallii

LL’’aassssoocciiaazziioonniissmmoo ccuullttuurraallee ooggggii::CCrriittiicciittàà,, ssttrraatteeggiiee ee qquuaallcchhee uuttooppiiaa

L’associazionismo culturaleoggi: criticità, strategie e qual-che utopia”: è il titolo dell’in-contro che si è svolto a Cataniadal 19 al 21 marzo su iniziativadell’associazione nazionaleCGS (Cinecircoli Giovanili So-cioculturali), sostenuta dai Sa-lesiani e dalle Figlie di MariaAusiliatrice. Al centro del di-battito tra i dirigenti dell’asso-ciazione provenienti da ogniregione d’Italia, il ruolo dell’as-sociazionismo culturale in am-bito cattolico. “Il Cgs – spiegail presidente Candido Coppe-telli – vanta oltre cento cinecir-coli su tutto il territorio nazionale nei qualigli animatori e gli operatori culturali pro-muovono in rapporto ai mezzi di comunica-zione sociale, rassegne di cinema di qualità,esperienze di teatro educativo, percorsi dilettura critica della tv, produzioni audiovisi-ve ed editoriali. L’associazione è collegata al

mondo della scuola, neicentri giovanili e nelleparrocchie; rispetto al ter-

ritorio è in rapporto con lealtre proposte culturali pre-senti nella società ed è presente negli organi-smi della Chiesa locale”.

Riprendiamo e adattiamo, la strenna delRettor Maggiore per il 2009 da lui così pre-sentata: “Essa ha a che vedere con la nostraidentità e con la nostra missione. Da essa di-pende in effetti una presenza più visibile

nella Chiesa e nella società eun’azione più efficace nell’affron-tare le grandi sfide del mondo dioggi”.

“La sfida di oggi, si legge tra lelinee programmatiche del qua-driennio, è rilanciare i CGS nelsolco della tradizione salesiana,non di sopravvivere o mantenersiin vita in qualsisi modo”. Durantel’incontro è stato proiettato il cor-tometraggio “Portiamo il Vangeloai giovani”, del Rettor Maggioredei Salesiani. Tra gli interventiprevisti quello del presidenti na-zionali degli enti promotori Cnos,don Luigi Perrelli e la lettura delmessaggio di sr Giuseppina Bar-banti, presidente del Ciofs.

éé Al microfonoDon E. Cutuli.

C. Coppetelli eF. Sandroni. êê

Page 14: Notiziario_aprile_2010

12 Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EE CCoommuunniiccaazziioonnee ssoocciiaallee

II nnuuoovvii mmeeddiiaa aall sseerrvviizziiooddeellllaa ppaarroollaa

TTeessttiimmoonnii ddiiggiittaallii

“Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola” è il te-ma scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la 44ª Giornata Mondiale delle Comunicazio-ni Sociali che si celebra il 16 maggio 2010. “Il tema della prossima Giornata Mondiale delleComunicazioni Sociali – Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servi-zio della Parola –, si inserisce felicemente nel cammino dell’Anno sacerdotale, e pone in pri-mo piano la riflessione su un ambito pastorale vasto e delicato come quello della comunica-zione e del mondo digitale, nel quale vengono offerte al Sacerdote nuove possibilità di eser-citare il proprio servizio alla Parola e della Parola – scrive Benedetto XVI –. I moderni mez-zi di comunicazione sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso iquali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed in-staurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasivadiffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l’uso nel mi-nistero sacerdotale.

Dal 22 al 24 aprile 2010, sono chiama-ti a Roma gli animatori parrocchiali dellacultura e della comunicazione, i corri-spondenti e gli operatori dei media eccle-siali, i “portaparola”, i responsabili deicentri culturali, i direttori degli uffici dio-cesani per le comunicazioni sociali e i re-ferenti diocesani per il progetto culturale.

L’incontro si colloca al termine del de-cennio dedicato dalla Chiesa italiana a“comunicare il Vangelo in un mondo checambia” e intende fare il punto sulla retedei media cattolici e dell’animazione cul-turale nella comunità cristiana.

Gli obiettivi dell’evento spaziano dal-la riflessione in chiave pastorale alla mes-sa in rete delle esperienze diffuse, puntan-do a una crescita della corresponsabilità edel sentirsi parte di una Chiesa che comu-nica.

Nella mattina del 24 aprile, si terrànell’Aula Paolo VI del Vaticano l’incontrocon il Santo Padre Benedetto XVI, allar-gato a tutti gli operatori pastorali della co-municazione e della cultura.

Da: www.chiesacattolica.it.

Page 15: Notiziario_aprile_2010

13Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EECCoommuunniiccaazziioonnee ssoocciiaallee

II ddeelleeggaattii ppeerr llaa CCSS dd’’EEuurrooppaa::FFoorrmmaazziioonnee ee PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa

24 i Delegati per la Comunicazione So-ciale delle Ispettorie d’Europa incontratisi aLione. Due i temi centrali del loro lavoro: laFormazione alla Comunicazione Sociale e ilProgetto Europa.

Presso il “Centre Jean Bosco” di Lione-Fourvière, si è svolto dal 7 al 10 marzo l’in-contro dei Delegati per la ComunicazioneSociale delle Ispettorie d’Europa. Le giorna-te sono state coordinate e animate da donFiliberto Gonzalez, Consigliere per la Co-municazione Sociale, e dai membri delDicastero don Julian Fox e don DonatoLacedonio. Prezioso il contributo orga-nizzativo di don Vincent Grodziski, de-legato dell’Ispettoria Francia-Belgio sud(FBS) e dei salesiani del “Centre JeanBosco”.

L’incontro è stato introdotto da uncongruo tempo di presentazione e con-divisione del lavoro che si svolge nellevarie Ispettorie. Variegato l’elenco deicammini e delle iniziative in atto; nonpoche, comunque, le difficoltà riscontra-te dai Delegati.

L’attuale contesto culturale, caratte-rizzato da uno sviluppo dei mezzi di co-municazione, soprattutto digitali, e gliultimi messaggi e appelli del Ponteficesull’evangelizzazione e la formazione sacer-dotale, hanno fatto da sfondo alle varie ses-sioni di lavoro.

Anche i Delegati per la Comunicazioned’Europa hanno offerto il loro contributoalla revisione del “Sistema Salesiano di Co-municazione Sociale” (SSCS) come già acca-duto negli altri incontri del Dicastero svolti-si negli altri continenti.

Particolare attenzione è stata dedicataalla Formazione alla Comunicazione Socialee al Progetto Europa.

La formazione permanente dei salesiani,in modo particolare del sacerdote, dato ilparticolare anno in corso, dei laici e dei gio-vani alla Comunicazione Sociale ha vistoconcordi i partecipanti nella urgenza di un

radicale cambio di mentalità. Il possesso,l’accesso, o no ad alcuni moderni strumentie modalità di comunicazione non sono unaimmediata soluzione al dialogo e all’incon-tro con i giovani di oggi. Come ripetuto dapiù parti, la “cultura digitale” sta imprimen-do rapidi e profondi cambiamenti, non sem-pre negativi. Per una efficace evangelizza-zione ed educazione occorre “saper pratica-re” i linguaggi che i giovani vivono abitudi-nariamente nella quotidianità.

Il “Progetto Europa” è stato il se-condo tema di lavoro. Presentato elanciato il 31 gennaio 2009, il “Progetto Eu-ropa” vede i Salesiani impegnarsi nel rilan-cio del carisma di Don Bosco nel vecchiocontinente. I Delegati si sono interrogati suquale contributo possono dare alla sua dif-fusione, comprensione e attuazione.

L’incontro ha visto i partecipanti respi-rare la varietà che caratterizza l’Europa, traglobalizzazione e caratteristiche specifichedella varie nazioni: lingue, sensibilità, espe-rienze. Il raduno si è concluso con la sceltadi alcuni impegni precisi quale concretizza-zione e applicazione dei temi sviluppati.

Da: ANS, Lione 11 marzo 2010.

éé Foto di gruppo.

Page 16: Notiziario_aprile_2010

14 Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EE AAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa

IInnccoonnttrrii ddii aanniimmaazziioonneemmiissssiioonnaarriiaa ddeell VVIISS

Eccoci qui, ennesima tappa dell’entusia-smante percorso di animazione missionariadel VIS. Sono ormai circa sette mesi infatti,che Don Domenico Luvarà visita diverse re-altà salesiane e non, per portare testimo-nianza dell’attività del VIS.

Questa volta meta del nostro viaggio è ilCFP di Gela. Ad accoglierci al nostro arrivotroviamo il direttore, Don Carmelo Umana,e Don Cristian Modica, quest’ultimo ci faràda guida per tutta la giornata. La realtà diGela raccoglie oltre 500 ragazzi ai quali vie-ne offerto un percorso formativo triennale ascelta tra meccanica, idraulica, elettricista eristorazione.

Il nostro primo incontro è con le ultimeclassi di meccanica, lo schema è ormai col-laudato: Don Domenico introduce il discor-so del volontariato internazionale e presentail VIS, spiegando le attività regionali e mon-diali, segue poi una breve testimonianza del-la mia esperienza in Madagascar. I ragazziascoltano incuriositi il mio racconto e i loroocchi sembrano catturati dalle splendideimmagini dei bambini malgasci che fannoda sfondo alle mie parole. Alla fine qualcu-no, vincendo la normale timidezza, si lanciain qualche domanda… meno male, penso,forse non sono stato troppo noioso!

Dopo questo primo momento DonUmana ci fa visitare il CFP, ed è così che ab-biamo modo di apprezzare la passione diquesti ragazzi nell’apprendere un mestiere,e tutto questo nonostante gli ambienti e imateriali non siano certo nuovissimi. L’entu-siasmo certo non manca, e neanche la vogliae le capacità, “pensate - ci diceva orgogliosoDon Umana - l’intero sistema elettrico dellacasa è stato realizzato dai ragazzi”!

Il secondo incontro si è svolto con leclassi di ristorazione, Don Cristian ci ha ac-compagnato ad una tenuta gestita sempredai salesiani, dove i ragazzi preparano deli-ziose pietanze con gli ortaggi coltivati sulposto. Ovviamente il sottoscritto e Don Do-menico eravamo pronti a sacrificarci come“degustatori”, ma abbiamo tristemente ap-preso che alle 11 non c’era ancora nulla dipronto!!! Anche quest’incontro procedecon le stesse modalità, e, sarà che in fondo icuochi sono degli artisti, questa volta sonotante le curiosità e le domande che vengonoposte, e le insegnanti non sono da meno!

Sono quasi le 13, la mattinata è volata,ma ancora il nostro compito non è finito,dopo il pranzo con i salesiani, ci aspetta in-fatti l’ultimo incontro con due classi di mec-canica che hanno lezione il pomeriggio, i ra-gazzi sono talmente tanti che devono divi-dersi tra la mattina e il pomeriggio. Anchequest’ultimo momento procede bene e allafine con Don Domenico, mentre raccoglia-mo il materiale, ci guardiamo in faccia, sia-mo stanchi ma tanto soddisfatti, ancora unavolta torniamo a casa con la convinzione diaver stimolato la curiosità di tanti ragazzi,con la speranza di aver suscitato qualchespunto di riflessione nei loro cuori e con lagioia di aver trascorso una giornata da veri“missionari”, perché alla fine non occorreandare in Madagascar per essere missionari,ma basta guardarsi attorno.

GGiiuusseeppppee RRaacciittii

Page 17: Notiziario_aprile_2010

15Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EEAAnniimmaazziioonnee VVooccaazziioonnaallee

SSeemmiinnaarriioo VVooccaazziioonnaallee ddii GGeennzzaannoo

“Accompagnare dentro un itinerario” è iltitolo del Seminario sull’accompagnamentospirituale a servizio del discernimento voca-zionale, che si è tenuto a Genzano di Romadal 9 all’11 marzo 2010. Un appuntamentoannuale, ormai diventato tradizionale, pro-mosso dall’Ufficio Nazionale Orientamen-to/Vocazioni e rivolto agli Animatori Voca-zionali ispettoriali, alle Consulte Ispettorialidi AV, ai Salesiani e alle Figlie di Maria Au-siliatrice coinvolti nell’Animazione Vocazio-nale. Quest’anno hanno aderito al Semina-rio circa ottanta partecipanti tra SDB eFMA provenienti da tutte le Ispettorie dellaRegione Italia/Medio Oriente. L’IspettoriaSicula ha partecipato con una presenza si-gnificativa di confratelli.

A tutti i partecipanti è stato consegnatoil Progetto “Darei la vita”, ossia il pianod’Animazione Vocazionale della RegioneItalia/Medio Oriente, elaborato nel corso didue anni con passione e intelligenza dagliAnimatori Vocazionali.

L’obiettivo del Seminario allora è statoquello di condividere ed interiorizzare insie-me il frutto di questo cammino per poi pas-sare dal progetto ad una metodologia di ac-compagnamento che traduca in prassi quan-to indicato nell’itinerario. Era necessario,dunque, trasformare la riflessione di pochiin cultura condivisa, in progettazione ispet-toriale, in prassi spirituale e di accompagna-mento.

Per aiutarci a conseguire tale obiettivosono stati invitati alcuni relatori competentinel settore: il Sig. Paolo Zini, preside delloStudentato Filosofico di Nave (Bs), che haofferto una riflessione fondativa sulla voca-zione alla luce della S. Scrittura, mettendoin evidenza alcuni riflessi pastorali significa-tivi che riguardano l’animazione e la peda-gogia vocazionale; Don Luis Rosón, docen-te presso l’Università Pontificia Salesiana diRoma, ha indicato alcune linee guida cherendono possibili il processo dall’itinerarioall’accompagnamento e quindi al discerni-mento vocazionale; infine, Don PierfaustoFrisoli, Consigliere per la Regione

Italia/Medio Oriente, che ha indicato le co-ordinate fondamentali e le motivazioni dellescelte che orientano il cammino verso il Pro-getto d’Animazione Vocazionale Ispettoria-le.

Molto utili sono state le sessioni dei la-boratori perché hanno favorito lo scambiodelle esperienze e dei percorsi vocazionalidelle singole ispettorie ed hanno avviato lariflessione per attualizzare i contenuti pre-senti nel progetto in accompagnamento per-sonale dei ragazzi e dei giovani. Il frutto dellavoro dei laboratori è l’aver individuato glielementi metodologici e gli strumenti prati-ci che la guida spirituale dovrebbe possede-re per l’accompagnamento dei singoli ragaz-zi. Infatti, non basta dire ad un giovane co-sa fare ma come fare quel determinato cam-mino di discernimento vocazionale. Ognigiovane ha il “diritto” di essere seguito per-sonalmente e adeguatamente per scorgere ilprogetto di Dio sulla sua vita.

Diceva Paolo Zini nel suo intervento che«un’animazione vocazionale coraggiosa, ca-pace di sapiente accompagnamento pedago-gico nel discernimento, nella scelta e nel-l’adesione al disegno di Dio, non solo rap-presenta un compito imprescindibile di uneducatore/evangelizzatore, ma corrispondeal diritto di ogni ragazzo e di ogni giovane diessere confermato nella ricer-ca delle ragioni cui ispirare laconsegna si sé».

Auspico che questo semi-nario porterà i suoi frutti nonsolo ai ragazzi e ai giovani maanche, e prima di tutto, a noieducatori/evangelizzatori!Come Don Bosco, vogliamoanche noi essere veri padri neiriguardi di tutti i ragazzi, ado-lescenti e giovani che incon-triamo. Padri della loro cre-scita verso il sogno grandedella loro vita, che è anche ilsogno di Dio.

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

Page 18: Notiziario_aprile_2010

16 Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EE IIttiinneerraarrii VVooccaazziioonnaallii

““UUnn aannnnoo ppeerr iill ttuuoo ffuuttuurroo””ee ““GGRR SScceellttaa””

Nell’ambito delle molteplici attività pa-storali che propone la nostra Ispettoria visono anche i percorsi vocazionali dove sonocoinvolti un bel gruppo di adolescenti e gio-vani motivati spiritualmente, che stannoorientando la loro vita ad una scelta moltoforte, e che vivono insieme una bella espe-rienza comunitaria e di fraternità. Gli itine-rari vocazionali sono sostanzialmente due:“Un anno per il tuo futuro” e “GR Scelta”.Essi hanno uno scopo comune: far interro-gare serenamente i giovani e con uno stilesemplice, di condivisione e confronto, su co-me lasciare esplodere la gioia della pienezzanella propria vita.

All’itinerario ““UUnn aannnnoo ppeerr iill ttuuoo ffuuttuu--rroo”” partecipano circa quindici giovani (dientrambi i sessi) provenienti non solo dallenostre case FMA e SDB ma anche da am-bienti parrocchiali; essi si presentano conl’intenzione di fare discernimento vocazio-nale. L’obiettivo specifico di questo itinera-rio è quello di fornire loro gli elementi e ilmetodo del discernimento: contenuti, moti-vazioni e atteggiamenti. Attraverso l’ascoltodella Parola di Dio, la preghiera, il silenzio,la condivisione e il confronto con i membri

dell’equipe, i giovani sono invitati a scorge-re i segni vocazionali presenti in loro e aconfrontarli con tutti gli stati di vita presen-ti all’interno della Famiglia Salesiana. Ci siincontra una volta al mese presso Casa Ta-bor. L’equipe è formata da due Figlie di Ma-ria Ausiliatrice, da una coppia di coniugi sa-lesiani cooperatori, da una Volontaria conDon Bosco, da un Volontario con Don Bo-sco e dal sottoscritto. Questo percorso voca-zionale si concluderà in estate con la possi-bilità di vivere un’esperienza di servizio astretto contatto con una realtà salesiana difrontiera e, inoltre, scrivendo una lettera al-la propria guida o accompagnatore vocazio-nale sul cammino dell’anno e ciò che si pen-sa che Dio abbia chiesto per il proprio futu-ro.

Il ““GGRR SScceellttaa”” si presenta come un iti-nerario più impegnativo e sistematico. Al-l’inizio dell’anno i giovani erano quattordici,provenienti dalle nostre case e da ambientiparrocchiali. Durante il percorso alcuni gio-vani hanno deciso di lasciare il gruppo… adoggi sono in nove che continuano a confron-tarsi in modo più diretto e stringente con laspecifica vocazione alla vita consacrata sale-

siana. Uno di questi nove ha fatto lascelta di presentare la domanda diammissione al prenoviziato; altri, in-vece, hanno chiesto un tempo con-gruo di verifica della vita fraterna al-l’interno delle nostre comunità.Questo, in fondo, è l’obiettivo speci-fico del “GR Scelta”! I contenutidell’itinerario sono legati alla cono-scenza della vita consacrata salesia-na: lo stile di vita di Gesù, i consiglievangelici, la vita di preghiera, la vi-ta fraterna in comunità, la Spiritua-lità Giovanile Salesiana e l’apostola-to con i giovani. È un percorso chechiede il coinvolgimento totale e chetocca la dimensione propriamenteumana e la relativa maturità, lo spa-

Page 19: Notiziario_aprile_2010

17Insieme

PPAA

SSTTOO

RRAA

LLEE

GGIIOO

VVAA

NNIILL

EEzio della consacrazione battesimale ed, infi-ne, lo “stile” salesiano di essere totalmentedi Dio e dei giovani. Oltre all’incontro men-sile presso Casa Tabor, i giovani vengono se-guiti personalmente da uno dei membri del-l’equipe, formata da quattro salesiani: donGiuseppe Raimondo, due studenti di teolo-gia Rinto Susilo e Saverio Arokiam e il sot-toscritto. Questo itinerario si concluderàcon un campo vocazionale a giugno; ancheper questo percorso, ogni giovane è invitatoa scrivere una lettera alla propria guida spi-rituale sul cammino dell’anno, rendendoesplicita la scelta per la propria vita.

Devo confidarvi che in questi mesi ho

LLeeoonnffoorrttee

VViittaa dd’’oorraattoorriiooIl Collegio di Maria a Leonforte, piccolo paese in provincia di Enna, nel settembre

2008 comincia l’avventura di oratorio salesiano a conduzione laicale con l’appoggio del-l’ispettoria Salesiana Sicula San Paolo.

Diverse sono le attività, che già presenti prima di tale data, hanno avuto nuovo slan-cio da questo inserimento. Numerose sono state le problematiche affrontate dal consi-glio oratoriano formato da alcuni rappresentanti delle varie attività, e supportate da P.Carmelo Giunta parroco della parrocchia di appartenenza dell’oratorio San GiovanniBattista e dalla presenza dell’incaricato ispettoriale Don Edoardo Cutuli.

È passato un anno e mezzo e da allora molte sono state le attività che sono state svol-te dai nostri ragazzi e da tutti coloro che frequentano quotidianamente l’oratorio. Comedimenticare le magnifiche giornate del Grest in mezzo a un centinaio di ragazzini e qua-si altrettanti animatori; i preparativi e allestimento della bancarella della sagra paesanadella pesca,tutti i pomeriggi di settembre trascorsi a fare icone, marmellate e oggetti va-ri da utilizzare per la raccolta fondi a favore delle attività del nostro oratorio; il rilanciodella PGS che fa crescere la voglia di giocare insieme nei ragazzini del paese; l’oratoriodomenicale che impegna con attività simili al Grest i ragazzini nel periodo invernale; i la-boratori manuali e formativi che vedono la partecipazione di diversi adolescenti più vol-te nell’arco della settimana; e poi gli adulti con gli incontri di formazione periodici…

Infine il tutto valorizzato ancor di più dalla visita ispettoriale svoltasi il 13 e 14 mar-zo appena trascorsi.

Sono stati due giorni di attività intensa, abbiamo cercato di far conoscere a DonGianni tutte le sfaccettature delle realtà vive e presenti in oratorio. Inoltre di grande ri-lievo è stato l’incontro che l’ispettore ha avuto con il nostro vescovo a sancire la presen-za del carisma salesiano nella nostra diocesi.

Ed ora con ancora più entusiasmo proseguiamo il cammino che insieme abbiamo in-trapreso cercando di seguire i passi di Don Bosco nostro Padre Maestro, sempre sotto ilmanto protettivo dell’Ausiliatrice.

potuto conoscere più di trenta giovani in ri-cerca ed ammirare come la stragrande mag-gioranza, in cui c’è generosità ed apertura,incontra la risposta più giusta per la propriavita. Ad ogni centimetro che facciamo versoil Signore, Lui fa km verso di noi!

Pertanto, invito tutti a pregare il Signo-re della messe: pregare per le vocazioni èpregare per una rinnovata pentecoste sullaChiesa affinché il dono dello Spirito dilati ilRegno a tutte le genti. Lo Spirito Santo nonè mai negato a chi prega e chi prega vera-mente lo ottiene non per sé, ma per la Chie-sa e per il mondo.

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

Page 20: Notiziario_aprile_2010

FFRR

AAMM

MMEE

NNTT

II DD

II MM

EEMM

OORR

IIAAFFrraammmmeennttii ddii mmeemmoorriiaa

DDoonn RRuuaa ee SSaanntt’’AAggaattaa

Ogni anno, il 3, il 4 e il 5 febbraio, Cata-nia festeggia la sua patrona, Sant’Agata. I ri-ti che si ripetono da cinque secoli, rendonola festa densa di momenti suggestivi e indi-menticabili: la lunga processione per l’offer-ta delle candele, le carrozze settecentesche,che un tempo appartenevano al senato chegovernava la città, le “candelore”, grossi ce-ri rappresentativi delle corporazioni o deimestieri, che vengono portate in corteo, ifuochi di artificio che esprimono la grandegioia dei fedeli e assumono un significatoparticolare, perché ricordano che la patro-na, martirizzata sulla brace, vigila sempresul fuoco dell’Etna e di tutti gli incendi.

Il 4 febbraio, fin dalla prime ore dell’al-ba di giorno 4, le strade della città si popo-lano di “cittadini”. Sono devoti che indossa-no il tradizionale “sacco” (un camice votivodi tela bianca lungo fino alla caviglia e stret-to in vita da un cordoncino), un berretto divelluto nero, guanti bianchi e sventolano unfazzoletto anch’esso bianco stirato a fittepieghe, è il giorno più emozionante, perchésegna il primo incontro della città con laSanta Patrona.

Luccicante di oro e di gemme preziose,il busto di Sant’Agata viene issato sul ferco-

lo d’argento rinascimentale,foderato di velluto rosso, ilcolore del sangue del marti-

rio, ma anche il colore dei re. Prima di la-sciare la cattedrale per la tradizionale pro-cessione lungo le vie della città.

I “cittadini” guidano il fercolo tra la fol-la che si accalca lungo le strade e nelle piaz-ze. Tutti rigorosamente indossano il saccovotivo e a piccoli passi tra la folla trascinanoil fercolo che, vuoto, pesa 17 quintali, ma,appesantito di Scrigno, Busto e carico di ce-ra, può pesare fino a 30 quintali. A ritmo ca-denzato gridano: “cittadini, viva Sant’Aga-ta”, un’osanna che significa anche: “San-t’Agata è viva” in mezzo alla folla. Il “giro”si conclude a notte fonda quando il fercoloritorna in cattedrale.

Sul fercolo del 5 febbraio, i garofani ros-si del giorno precedente (simboleggianti ilmartirio), vengono sostituiti da quelli bian-chi (che rappresentano la purezza). Nellatarda mattinata, in cattedrale viene celebra-to il pontificale. Al tramonto ha inizio la se-conda parte della processione che si snodaper le vie del centro di Catania.

Anche Don Rua, come racconta il suobiografo A. Amedei, dal balcone della Pre-fettura di Catania ha potuto condividere lagioia e la felicità dei “cittadini” uniti attornoalla loro Patrona.

êê La festa diSant’Agata 2010.

Page 21: Notiziario_aprile_2010

[...] «Tra le personedistinte che vennero a tro-var Don Rua – prosegueDon Piccollo – vi fu ilcomm. Giannetto Cavaso-la di Pecetto Torinese, al-lora Prefetto della città, ilquale lo invitò ad andareal palazzo della Prefetturaper assistere al passaggiodel corteo trionfale di S.Agata, ricorrendo in queigiorni la festa di questaSanta Patrona della Cittàdi Catania. Ad accompa-

gnarli, oltre Don Francesia, eravamo DonChiesa, direttore dell’altra casa, ed io.

Per assistere a tutto lo spettacolo gran-dioso fummo condotti ad una bellissima bal-conata, dalla quale si domina tutta quanta lavia Stesicoro-Etnea, la più bella della città, eDon Rua, ai fianchi del Prefetto e da noi cir-condato, si vide innanzi uno spettacolo uni-co. La grande via Etnea era rigurgitante dipopolo; e il corteo, che portava la Santa,s’avvicinò lentamente, finché giunse quasisotto ai suoi occhi. Quando sentì quel tradi-zionale grido che si ripete da quasi mille an-ni: Cittadini, viva Sant’Agata!, accompagna-to dallo sventolio di migliaia di fazzoletti:quando vide le lacrime delle pie devote, ilfervore di tutta quell’immensa popolazioneche non viveva allora che per la sua Santaconcittadina, e, più ancora, quando si ap-pressò il carro trionfale, tutto d’argento, pe-sante, enorme, trascinato da ben 200 devoti,

vestiti di bianco camice: e vide l’Urna sacracontenente il busto bellissimo della grandeMartire, che, sorridente, pareva corrispon-desse all’entusiasmo che arrivava in certimomenti a toccare il delirio e ripetesse colmagnifico e regale sorriso del suo volto: –Per me Civitas Catanensium sublimatur aChristo! (come la Chiesa dice nel suo uffi-cio), si commosse visibilmente; si vide qual-che lacrima spuntargli sul ciglio, ed egli pu-re, partecipe di quella gioia universale, nonfaceva che esclamare: – Oh che bello spet-tacolo! che fede!... Pare che S. Agata rivivain mezzo ai suoi concittadini! Sì, viva. S.Agata!... Alcuni dicono che in questo spet-tacolo v’è dell’esagerato e del meridionale.Ma non scorgo altro che fede, pietà ed entu-siasmo lodevole! E un fiu-me di gioia santa, che inon-da Catania!

E così, senza che nefosse consapevole, si accor-dava col pensiero e colleparole, che nell’ufficio del-la solennità, la Chiesa met-te sulle labbra della Santa:Fluminis impetus laetificatcivitatem Dei! (nell’ufficiodel Trasporto e ritorno del-le reliquie di S. Agata a Ca-tania). E, proprio in quei momenti, incarica-va Don Francesia di scrivere un fascicolodelle Letture Cattoliche sulla vita e sulle fe-ste di S. Agata». [...]

Da: Il servo di Dio Michele Rua,Vol. I, A. Amedei.

éé Beato M. Rua.

êê La “vara” e una“candelora” del 1905.

éé Comm. GiannettoCavasola.

FFRR

AAMM

MMEE

NNTT

IIDD

IIMM

EEMM

OORR

IIAA

Page 22: Notiziario_aprile_2010

20 Insieme

FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa

II AAsssseemmbblleeaa ddii FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaaFF

AAMM

IIGGLL

IIAA SS

AALL

EESSII

AANN

AA

«Essere figli di un grande educatore,don Bosco, che ha saputo tracciare un solcodi novità nella prassi educativa arricchendo-la di un metodo, il sistema preventivo, rico-nosciuto ufficialmente dalla riflessione pe-dagogica universale, ci motiva ulteriormentea farne fruttificare oggi una eredità che si vadimostrando feconda nel tempo». Con que-ste parole don Gianni Mazzali ha iniziato lasua relazione in occasione della I Assembleadi Famiglia Salesiana, organizzata dalla Con-sulta cittadina di Catania animata da PieroQuinci, tenutasi presso l’Istituto “SacroCuore” di Barriera il 12 marzo scorso. Di-nanzi ad una ricca presenza di tutti i gruppidella Famiglia Salesiana presenti in città,l’Ispettore ha affrontato il tema della “Sfidaeducativa” oggi, per noi salesiani, nellaChiesa e nella società.

Il primo passo è stato la lettura criticadegli elementi che sembrano definire «dalpunto di vista socio-culturale l’ambienteumano in cui viviamo, che respiriamo e checondiziona la nostra lettura del fatto educa-tivo e la nostra stessa opera di educatori», in

un’epoca che «vienespesso indicata dagli stu-diosi e dagli osservatoricome “postmoderna” e

in riferimento alle convinzioni religiose col-lettive “postcristiana”»: la “vita liquida”, il“tutto è relativo”, il calo dell’autorità e l’au-mento dell’aggressività, dal futuro comepromessa al futuro come minaccia, i miti delnostro tempo, il venire meno del “senso” ela cultura “dell’insensatezza”. Si tratta natu-ralmente di sfide per gli educatori che nonpossono stare ad osservare senza far nulla,dunque don Gianni ha posto i seguenti pun-ti fermi da cui partire:

• Ritrovare la figura del “padre”: la dimen-sione generativa, base dell’educazione.• La cura dell’origine: la riscoperta dell’an-teriorità e dell’autorità.• Il testimone della libertà da raccogliere.• Generazione – Relazione – Educazione• Educare è divenire ciò che si è: personaumana.• Educare è suscitare un processo di cresci-ta integrale.

Il terzo passo è stato quello di offrireuna breve sintesi dell’identità del genitore-educatore soprattutto sulla base dell’espe-rienza salesiana ed educativa acquisita neglianni di contatto con i giovani e con le fami-glie:

êê Da sinistra:Prof. M. Pappalardo,

Don G. Mazzali eDott. M. Belluardo.

Page 23: Notiziario_aprile_2010

21Insieme

FFAA

MMIIGG

LLIIAA

SSAALL

EESSIIAA

NNAA

• Sentirsi chiamati per essere genitori (Voca-zione).• Disposti ad apprendere l’arte (Arte).• Vivere autenticamente (Realizzazione).• Comunicare a tutto campo (Comunicazio-ne).• Accompagnare per mano (Guida).• Trasmettere con saggezza (Dono).• Affidare alla vita (Fiducia).

La conclusione è stata affidata ad unpasso tratto dal libro “Le piccole virtù” diNatalia Ginzburg, adatto ai genitori ma an-che agli educatori in genere:

La nascita e lo sviluppo di una vocazionerichiede spazio: spazio e silenzio. Il rapportoche intercorre tra noi e i nostri figli dev’esse-re uno scambio vivo di pensieri e di sentimen-ti, e tuttavia deve comprendere anche profon-de zone di silenzio; dev’essere un rapporto in-timo, e tuttavia non mescolarsi violentemen-te alla loro intimità; dev’essere un giustoequilibrio tra silenzio e parole. Noi dobbiamoessere importanti per i nostri figli, e tuttavianon troppo importanti; dobbiamo piacere unpoco, ma non troppo, perché non salti loro intesta di diventare identici a noi. Noi dobbia-mo essere con loro in un rapporto d’amicizia,eppure non dobbiamo essere troppo i loroamici, perché non diventi loro difficile averedei veri amici.

Noi dobbiamo es-sere per loro un sem-plice punto di parten-za, offrire loro iltrampolino da cuispiccheranno il salto;essi devono sapereche non ci apparten-gono, ma noi sì ap-parteniamo a loro:sempre disponibili,presenti nella stanzavicina, pronti a ri-spondere…

E se abbiamo unavocazione noi stessi,se non l’abbiamo tra-dita, possiamo tenerlontano dal nostrocuore, nell’amore cheportiamo ai nostri fi-

gli, il senso della proprietà. Se invece una vo-cazione non l’abbiamo, o se l’abbiamo abban-donata o tradita, allora ci aggrappiamo ai no-stri figli come un naufrago ad un relitto, pre-tendiamo vivacemente da loro che ci restitui-scano tutto quanto gli abbiamo dato, che ot-tengano dalla vita tutto quanto a noi è man-cato: vogliamo che siano in tutto opera no-stra. Ma se abbiamo noi stessi una vocazione,se non l’abbiamo rinnegata o tradita, allorapossiamo lasciarli germogliare quietamentefuori di noi, circondati dall’ombra e dallo spa-zio che richiede il germoglio di una vocazione.Questa è forse l’unica reale possibilità che ab-biamo di riuscir loro di qualche aiuto nella ri-cerca di una vocazione: avere una vocazionenoi stessi, conoscerla, amarla e servirla conpassione.

Dopo l’intensa e ricca relazione di donMazzali, vi è stato l’intervento del Dott.Marco Belluardo, Assessore alla Famigliadel Comune di Catania, che ha illustrato glisforzi dell’Amministrazione in favore di chiè nel bisogno. L’Assemblea di Famiglia Sale-siana si è conclusa con alcune domande ri-volte ai relatori e le relative risposte, dando-si appuntamento a maggio quando suor An-na Razionale, Ispettrice delle Figlie di MariaAusiliatrice, incontrerà i membri della Con-sulta cittadina.

MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo

Page 24: Notiziario_aprile_2010

22 Insieme

FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa

PPeerrccoorrssoo ffoorrmmaattiivvoo ““oonn lliinnee”” ppeerrccooppppiiee aanniimmaattrriiccii ddeellllee ffaammiigglliiee

Ha avuto inizio il 21 febbraio, presso laFacoltà Teologica “San Tommaso d’Aqui-no” in Messina, la prima giornata “frontale”di un percorso formativo – attivato dalla Fa-miglia Salesiana di Sicilia – che proseguiràanche domiciliarmente “on line”.

Duramente interpellati dall’attualeemergenza educativa – che mette in crisi igiovani, le famiglie, la scuola e tutti i sogget-ti educativi, caricandoli di problemi semprepiù difficili e complessi, ai quali occorre ri-spondere concretamente e collaborativa-mente – la Famiglia Salesiana ha elaboratoun progetto sessennale comune che – con lapartecipazione delle sue varie componenti:Salesiani di Don Bosco, Figlie di Maria Au-siliatrice, Salesiani Cooperatori (anche conle Famiglie Don Bosco), Associazione Devo-ti di Maria Ausiliatrice, Exallievi di Don Bo-sco, Exallieve delle FMA), Apostole dellaSacra Famiglia (anche con il Movimento diEvangelizzazione Familiare) – propone allefamiglie, a partire dal piano operativo pasto-rale 2009-2010, il suddetto percorso.

Esso è rivolto a coppie di tutta l’Isola,già impegnate, o che sentano forte il deside-rio di impegnarsi nella pastorale familiare,per formarsi a diventare formatrici-anima-trici di gruppi di famiglie, fornendo a loro ealla loro azione educativa promozione e so-stegno, secondo la spiritualità del sistema

preventivo di don Bosco, con lo specificodel saper vivere le relazioni, specie quelle diaiuto, e l’interazione con la Scuola, e concre-tando una rete telematica fra l’èquipe stessae con le famiglie.

In questo primo incontro, le lezioni,mattina e pomeriggio, sui due nuclei temati-ci iniziali, saranno alternativamente tenuteda don Gianni Mazzali, Ispettore della Fa-miglia Salesiana di Sicilia e dal Professor Ni-cola Filippone, i quali continueranno poiper via telematica il rapporto formativo e di-dattico con ciascun partecipante al percor-so; questi saranno collegati anche tra di loroe con i tutors dell’intero percorso.

Seguiranno poi altre tappe, ciascunapreceduta – l’undici aprile e l’undici luglio –da una giornata “frontale”: la prima con ilpreside del San Tommaso don GiovanniRusso e con i coniugi, professor Tonino So-larino e professoressa Rosaria Perricone,l’ultima con i docenti don Paolo Fichera eSuor Giovanna Brigandì.

FFAA

MMIIGG

LLIIAA

SSAALL

EESSII

AANN

AA

Page 25: Notiziario_aprile_2010

23Insieme

FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa

SSuuoorr YYvvoonnnnee RReeuunnggooaatt ppeerr llaapprriimmaa vvoollttaa iinn SSiicciill iiaa

A 130 anni di presenzadelle Figlie di Maria Ausilia-trice in Sicilia, suor YvonneReungoat, la nuova madre ge-nerale della Congregazione,verrà per la prima volta a Ca-tania e nell’isola per festeggia-re tale evento

Dal 27 al 30 marzo infattisarà presente in diverse comu-nità dove vivrà momenti in-tensi si riconoscenza per que-sti anni di passione educativavissuti da centinaia di suore in questa terrainfuocata dall’Etna e dal carisma di s. Gio-vanni Bosco e di s. Maria Domenica Mazza-rello. Ricchissimo il calendario degli appun-tamenti di Madre Yvonne. Il suo arrivo èprevisto oggi alle 11.30 nell’istituto MariaAusiliatrice al Borgo, in via Caronda 224.Nel pomeriggio si recherà a Bronte, dove al-le 16.30 visiterà la prima comunità salesianasicula; lì, alle 19, presso l’aula consiliare, ilpresidente della Provincia Giuseppe Casti-glione, insieme con il sindaco e l’ammini-strazione comunale offrirà un segno di rin-graziamento alla superiora generale per ilbene operato dalle salesiane a favore dellagioventù.

Domenica 28, alle 8.30, l’ispettore deiSalesiani di Sicilia celebrerà la messa; alle11, suor Yvonne visiterà la casa di Trecasta-gni e alle 15.30 incontrerà presso l’ispettoriaregionale di via Caronda le figlie di MariaAusiliatrice; alle 17, i giovani di Sicilia in-contreranno la Madre e assisteranno all’ese-cuzione di un musical su Don Bosco. Lune-dì 29, alle 8.30, l’arcivescovo metropolitamons. Salvatore Gristina celebrerà l’Eucare-stìa nella Cappella dell’istituto per accoglie-re la reverenda madre a nome della Chiesadi Catania; alle 10, la generale inaugurerà laCooperativa Speranza. Alle 15.45, sarà ac-colta dalle autorità di Alì Terme e si recheràa pregare davanti al sacello delle reliquie

della beata Caterina Mad-dalena Morano, la primaispettrice di Sicilia beatifica-ta a Catania nel 1994 daGiovanni Paolo II; cantodei vespri presieduti dall’ar-civescovo metropolita diMessina mons. Calogero LaPiana, già ispettore dei Sale-siani. Martedì 30, madreYvonne si recherà a Paler-mo per visitare le suore delcentro della Sicilia.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Da: La Sicilia, Catania 27 marzo2010.

FFAA

MMIIGG

LLIIAA

SSAALL

EESSIIAA

NNAA

Page 26: Notiziario_aprile_2010

MMOO

MMEE

NNTT

II DD

II FF

AAMM

IIGGLL

IIAATToorriinnoo--VVaallddooccccoo

5500°° ddii ssaacceerrddoozziioo ddii DDoonn FFrraattttaalllloonnee

UUnn cciinnqquuaanntteessiimmoo mmeemmoorraabbiillee aa VVaallddooccccooee aall CCoollllee ddoonn BBoossccoo

Il programma è stato proposto e orga-nizzato da Alberich e Giannatelli con la col-laborazione di tutti. Siamo stati accolti benedal servizio accoglienza della Casa Madre(sig. Guido e don Lotto), a pranzo alla Cro-cetta (don Testa e don Bergamelli) e al Col-le (don Gamba e con Deiana).

Il giorno 11 febbraio era dedicato a Tori-no, sotto la neve come era avvenuto 50 anniprima: Eucaristia a Maria Ausiliatrice pre-sieduta da mons. Bonifacio Piccinini e ome-lia di don Melesi; pranzo solenne alla Cro-cetta offerto da don Testa, con canti di mon-tagna e interviste fatte a don Alberich e adon Melesi, visita alla tomba di don Qua-drio al Cimitero monumentale (diversi no-stri compagni ci avevano chiesto di ricordar-li presso la sua tomba che ora attende di es-sere traslocata alla Crocetta o all’UPS di Ro-ma), visita al nostro compagno UmbertoBernardi, degente presso la comunità donBeltrami di Valsalice. Rientro a Valdoccocon momenti di “condivisione” prima e do-po cena.

Il giorno 12 era una giornata di sole, contutto l’arco alpino innevato e splendentesotto un sole luminosissimo, giorno proprioadatto per andare al Colle don Bosco. Quiabbiamo incontrato il nostro professore econsigliere scolastico don Gamba che hapresieduto la messa nel santuarietto pressola casa di don Bosco. Omelia di don Gambae don Frattallone. Pranzo solenne offerto dadon Dejana, ringraziamento di don Gianna-telli che presentato il nostro gruppo ai con-fratelli. Visita al Museo missionario e sostaal negozio degli oggetti religiosi che costitui-scono una bella attrattiva soprattutto ai con-fratelli che vengono da lontano. Rientrati aValdocco ancora due momenti di condivi-sione prima e dopo cena. E infine l’addiopieno di commozione e di promesse: Arrive-derci per il sessantesimo (Emilio fa una pro-posta) o ancora prima, per la Beatificazionedi don Quadrio.

Finisce qui una storia semplice, ma pie-na di emozioni e di significati.

Concludendo, diciamo come ci ha scrit-to Giovanni Battista Zen da Tainan:“Tante grazie - Scusateci - Pregate per noi -

Arrivederci in Paradiso”.Foto di gruppo. êê

Page 27: Notiziario_aprile_2010

Il 19 gennaio 2010 Don Franco Di Nata-le ha festeggiato il 25° anniversario di sacer-dozio.

La ricorrenza è stata un vero momentodi gioia che Don Franco ha voluto condivi-dere con i suoi parenti e confratelli della co-munità del S. Tommaso di Messina.

25

MMOO

MMEE

NNTT

II DDII FF

AAMM

IIGGLL

IIAAMMeessssiinnaa--SS.. TToommmmaassoo

2255°° ddii ssaacceerrddoozziioo ppeerrDDoonn FFrraannccoo DDii NNaattaallee

La comunità ispettoriale e del S. Tommasoin festa per l’ordinazione diaconale di France-sco Bontà. La solenne celebrazione eucaristi-ca, durante la quale è stato conferito il sacra-mento dell’ordine, è stata celebrata a Messina-Giostra (Parrocchia “S. Matteo”).

Il solenne rito è stato presieduto da S. E.Mons. Calogero La Piana, arcivescovo metro-polita di Messina.

Alla fine della celebrazione, dopo aver rin-graziato il Signore per il dono ricevuto, S. E.Mons. La Piana, il sig. ispettore, Don GianniMazzali, don Pippo Fallico, la comunità del S.Tommaso e i confratelli chehanno curato il servizio liturgi-co, Don Francesco ha volutoringraziare i genitori per il do-no della vita e per la loro vici-nanza nella via del sacerdozio.

MMeessssiinnaa--GGiioossttrraa

OOrrddiinnaazziioonnee ddiiaaccoonnaallee DDoonn BBoonnttàà

éé Due momenti dellaCelebrazioneEucaristicapresieduta daDon F. Di Natale.

çç Don F. Bontà eS.E. Mons. C. La Piana.

Page 28: Notiziario_aprile_2010

26 Insieme

TTrraappaannii

MMaarrcciiaa ddeellllaa ppaaccee

CCaattaanniiaa--SSaann FFiilliippppoo NNeerrii VVeecccchhiioo

DDoonn BBoossccoo ccoonn nnooii

Nella mattina del 24 gennaio 2010 si èsvolta a Trapani la marcia della pace che hacoinvolto gruppi di ragazzi di diverse etàprovenienti anche da altri comuni vicini.

La marcia ha avuto inizio nella chiesadei Gesuiti (ove si è tenuta la santa messa) eha avuto termine nell’oratorio dei salesiani.

L’oratorio così è divenuto un punto di ri-trovo per le varie parrocchie della provinciadi Trapani e anche un luogo di festa pergrandi e piccini che si sono dilettati inballi di gruppo, bans e giochi di ogni ge-nere, guidati dai nostri animatori.

È viva la fervente gioia che quest’anno si respira in occasione del 150°anniversario dellafondazione della nostra congregazione. Con viva partecipazione l’oratorio S. Filippo Neri divia teatro greco e l’oratorio Don Bosco di via S. Maria delle Salette hanno commemorato inconnubio il giorno dell’ ascesa in cielo del nostro caro “Santo” (31 gennaio). Con una pro-cessione che ha avuto inizio dalla chiesa S. Filippo Neri,con spirito pieno di gioia abbiamoaccompagnato Don Bosco per le vie dei quartieri del centro cittadino. Con solenne musica,labanda “Regina d’Italia” ha reso la processione piacevolmente accolta dalle moltitudini incu-riositi dall’evento. In via Plebiscito la giunta dei due oratori ha reso il corteo ancora più nu-merosi,i canti dei ferventi figli di Don Bosco,hanno azzittito la banda. Abbiamo concluso laprocessione con la Santa Messa celebrata dall’Ispettore don Gianni Mazzali nella chiesa S.Maria delle Salette e con l’offerta dei fiori al nostro caro Santo nella piazza adiacente all’ ora-torio. Visi allegri e stupiti dalle acrobatiche manovre esibite dagli sbandieratori di Motta S.Anastasi e fuochi d’ artificio hanno dato il saluto finale alla festa.

AAlleessssiioo PPaallaazzzzoolloo

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE

Page 29: Notiziario_aprile_2010

27Insieme

RRaannddaazzzzoo

FFeessttaa ddii DDoonn BBoossccoo

Grande festa a Randazzo per la festa diDon Bosco, dopo tanti anni la chiesa è tor-nata a riempirsi di giovani e piccoli oratoria-ni, per tutti noi è stata una grande gioia do-po la visita ispettoriale tenuta la settimanaantecedente alla festa.

La giornata è stato un bel momento do-ve tutte le componenti della famiglia salesia-na randazzese si riunivano per la festa del lo-ro Papà.

La celebrazione è stata presieduta daDon Paolo Fichera che quest’anno è il no-stro animatore spirituale e prima della con-clusione c’è stata la presentazione del nuovopresidente degli exallievi locale. Ma il dopocelebrazione è stato ricco di iniziative comela tradizionale pagnottella con lamortadella e la fiera del dolce orga-nizzata dal sempre presente e pre-zioso gruppo di Mamma Margheri-ta, che sempre ci delizia con le suespecialità culinarie e con l’esposizio-ne dei lavori manuali sempre prezio-si e meravigliosi.

La seconda parte della mattinataha avuto come protagoniste le ani-matrici che si sono sfidate in un’av-vincente partita di calcio a 5 (sicura-mente non sono mancati i calci) conun affluenza di pubblico al di sopradelle più rosee aspettative e alla finesono state premiate con una targa ri-

cordo gentilmente offerta dal comitato pro-vinciale PGS nella persona del sempre at-tento presidente Massimo Motta.

La giornata è continuata con una salsic-ciata che ha riunito tutti quelli che parteci-pano alla vita dell’oratorio e che ha visto perla prima volta partecipare alcuni genitori deibambini che ogni giorno frequentano il do-poscuola e quindi era evidente il clima di fa-miglia che si respirava.

Il pomeriggio era riempito da una parti-ta di calcio tra gli animatori e giochi da lu-na Park che ha visto coinvolti tanti bambinie genitori. In tutta la giornata è stata di con-forto la presenza di Don Paolo che ci ha ac-compagnati in modo amorevole come don

Bosco faceva con isuoi ragazzi.

Alla fine dellagiornata tutti erava-mo stanchi ma felicidi esserlo perché an-che i più lontani dal-l’oratorio hanno potuto vedere che DonBosco rivive a Randazzo non solo nelleparole ma anche nei fatti.

éé Le giovani animatricipremiate con una targa ricordo

offerta dal comitatoprovinciale PGS.

çç Premiazione al terminedella partita di calcio

degli animatori.

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

Page 30: Notiziario_aprile_2010

28 Insieme

aggiunge Salamone – intende essere il prin-cipale tema della nostra iniziativa.

In particolare domani sabato 30 alle ore15.30, all’interno dell’oratorio di Via TeatroGreco, si darà il calcio d’inizio al campio-nato di calcio promosso in ricordo della fi-gura di Don Bosco, alle 17.30 seguirà una

processione religiosa per levie del rione Antico Corso ealle ore 18.00 una SantaMessa sarà officiata da pa-dre Gianni Romeo presso laparrocchia Immacolata aiMinoriti.

Domenica 31, giornodella solennità di San Gio-vanni Bosco, alle ore 8.00 sidisputeranno le finali deltorneo di calcetto promossomentre alle ore 9.30 avrà ini-zio una solenne processioneche, dall’oratorio San Filip-

po Neri di Via Teatro Greco si snoderà finoall’Oratorio salesiano di Via Santa Maria del-le Salette nel rione San Cristoforo, dovel’ispettore dei Salesiani don Gianni Mazzalieffettuerà la celebrazione Eucaristica. UnaBanda Musicale, fuochi d’artificio, sbandie-ratori ed omaggi floreali, oltre al tradiziona-le panino per tutti, arricchiranno il pro-gramma dei festeggiamenti.

CCaattaanniiaa--SS.. FFiilliippppoo NNeerrii

CCaattaanniiaa--SSaalleettttee

GGrraannddee ffeessttaaddii DDoonn BBoossccoo

L’Oratorio “San Filippo Neri” di ViaTeatro Greco rende noto che, nell’ambitodei tradizionali festeggiamenti in onore diDon Bosco, ha promosso,con la collaborazione dellaProvincia Regionale di Ca-tania e del Comune di Ca-tania, nei giorni di sabato 30e domenica 31 diversi mo-menti di coinvolgimentodei giovani oratoriani, delleloro famiglie e degli abitan-ti dei rioni Antico Corso eSan Cristoforo per ricorda ilgrande Santo dei giovani.

“Con momenti di gioco edivertimento, celebrazioniEucaristiche e momenti dispiritualità – afferma Giuseppe Salamonedirettore dell’oratorio ”San Filippo Neri”di via Teatro Greco - intendiamo coinvolgerei giovani del nostro oratori e gli abitanti didue storici quartieri della città di Catania perinvitarli con impegno ed amore a partecipareai festeggiamenti in onore di Don Bosco.L’insegnamento d’essere “Buoni Cristiani edonesti cittadini” promosso da Don Bosco –

IIII eeddiizziioonnee ddeell pprreemmiioo ““QQuuaarrttiieerree VViivvoo””Sabato 23 gennaio 2010

Il Premio “Quartiere Vivo”, alla sua seconda edizione, è un riconoscimento che dalla pe-riferia sud di Catania, dal quartiere Salette-San Cristoforo, viene tributato a personaggi cheda esso sono stati espressi o che in favore di esso si sono distinti, testimoniando che dai quar-tieri emarginati, o per essi, emergono testimonianze umane di forti valori positivi che hannocontribuito o contribuiscono, contro ogni facile e denigratorio luogo comune, alla crescitaculturale dell’intera comunità.

I Premi di Studio “Quartiere vivo”, istituiti dall’Unione Exallievi Don Bosco nell’anno2004 e donati dal Gruppo Editoriale “Domenico Sanfilippo S.p.A.”, vengono assegnati a gio-vani studenti meritevoli dell’Istituto Salesiano della “Salette” e delle scuole “Cesare Battisti”,“Andrea Doria”, “Livio Tempesta” e “Lucia Mangano” al fine di incoraggiare le giovani ge-nerazioni a guardare al futuro con la consapevolezza di avere un ruolo importante da svolge-re nel tracciare il divenire della società.

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE

Page 31: Notiziario_aprile_2010

29

MMaarrssaallaa

Con la Concelebrazione Eucaristica,presieduta dal nostro vescovo mons. Dome-nico Mogavero nella Chiesa Madre di Mar-sala la sera del 31 gennaio si sono conclusi igrandi festeggiamenti in onore del padre emaestro della gioventù san Giovanni Bosco.

Grande partecipazione da parte dellacittadinanza, dalle autorità civili e militari datutti i gruppi della famiglia salesiana, daigiovani ai bambini, tutti presenti, sfidandola pioggia e il freddo, per far festa a Don Bo-sco. I festeggiamenti si sono aperti domeni-ca 24 gennaio con l’inaugurazione del tor-neo don Bosco che ha visto impegnati i ra-gazzi dell’oratorio e non solo. Martedì 26 ilcommento alla strenna del Rettor Maggiore,il triduo predicato in tre turni. La mattinaper le scuole, il pomeriggio per l’oratorio eil catechismo e la sera per gli adulti.

La veglia presso la Parrocchia san Mat-teo con la fiaccolata che si è conclusa pressoil monumento a Don Bosco di piazza Castel-lo. La grande processione ha visto coinvoltitutti gli amici e i devoti di don Bosco.

Espressioni di fede e di amore verso ilsanto dei giovani che ancora una volta ci in-terpella a guardare con fiducia e speranza i

nostri giovani, soprat-tutto a coloro che hannoêê Don D. Luvarà con i

giovani dell’oratorio.

bisogno di un sorriso, di una mano, quei gio-vani spesso dimenticati dalle istituzioni e chesono vittime della violenza, della droga, del-l’alcool, costretti a lasciare la nostra città pertrovare lavoro altrove, proprio questi giovanidon Bosco ci invita a guardare e a dare lorouna mano concreta.

FFeesstteeggggiiaammeennttiiiinn oonnoorree ddii DDoonn BBoossccoo

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

Page 32: Notiziario_aprile_2010

Insieme

RRaagguussaa

SSeettttiimmaannaa iinn oonnoorree ddii DDoonn BBoossccoo

Al via, domenica 24 gennaio, la settima-na di don Bosco ai Salesiani di Ragusa con ilconvegno di riflessione e dibattito sul con-tributo della pedagogia di don Bosco al-l’emergenza educativa, segnalata da più par-ti, oggi. Dopo il saluto del direttore, donGianni Lo Grande, la prof.ssa Donatella Pa-gano, insegnante del Centro di formazioneprofessionale Cnos-Fap di Ragusa, presentala sua esperienza con gli adolescenti delCentro che rivelano, per lo più, le ferite pro-dotte da adulti latitanti e da una scuola chetroppo presto li ha etichettati come alunnisvogliati o demotivati e che ha messo fuoridal suo circuito. Invece sostiene la docenteci troviamo con ragazzi che hanno un’intel-ligenza diversa, più pratica, ma non menoricca di soluzioni e di umanità. Il contributodi Tonino Solarino, noto psicoterapeuta, giàsindaco della città di Ragusa, presenta alcu-ne linee interpretative dell’emergenza edu-cativa oggi che non riversino la colpa solosui genitori o sugli insegnanti, aumentandol’ansia collettiva e quindi la lettura socialedel fenomeno e dall’altro forniscano orien-tamenti di azione educativa compatibili conla mutata realtà culturale e sociale. “Sicuramente i genitori di qualche decenniofa avevano il vantaggio di non mettere in di-scussione il loro agire e di non vedere messoin discussione il loro ruolo, mentre oggi ogni

genitore si chiede conti-nuamente se sta facen-do bene o male. Da donBosco possiamo attinge-

re l’idea di un’educazione che ‘perda tempo’a stare con i propri figli, in modo che quan-do, nell’adolescenza, dovranno lasciarci lofacciano in modo meno arrabbiato e diun’educazione che imprima una direzionegrande nel cuore dei figli, verso valori e re-altà che trascendano sia i ragazzi, sia i geni-tori”. Infine il contributo di don GiuseppeRuta, salesiano modicano, attualmente do-cente e direttore dell’Istituto Teologico sanTommaso di Messina, ha presentato l’identi-kit pedagogico di don Bosco a partire daquattro orizzonti: “guardare attorno”,“guardare avanti”, “guardare dentro”,“guardare in alto”. Don Bosco cominciòcon il guardarsi attorno, le fasce di povertàdella Torino in fase di prima industrializza-zione, i giovani delle carceri e più avanti i ra-gazzi orfani delle guerre di indipendenza.Mosso dal suo credo non seppe tirarsi indie-tro e “guardare avanti” accogliendo le sfideche la condizione giovanile del tempo gliponeva. E don Bosco è andato avanti quasifino alla temerarietà.

“Guardare dentro” e “in alto” orientanol’educazione verso l’orizzonte dell’interiori-tà e della religiosità, attingendo alle radiciprofonde della persona, vista nella sua glo-balità, senza riduzionismi meccanicistici oideologicamente laici. Il dibattito, in cui so-no intervenuti alcuni giovani, genitori e ad-detti del settore, ha toccato, tra l’altro, il te-ma di una politica che faccia di un possibileaccordo culturale ordinario tra istituzioni efamiglie il fattore protettivo di una societàche, al contrario, si ricorda dell’educazionesolo all’“emergenza”.

Per il fine settimana presso l’OratorioSalesiano è previsto il clou dei festeggia-menti in onore di San Giovanni Bosco, ilSanto dei giovani. Infatti dal 28 al 30 genna-io ci sarà il Triduo in parrocchia, con inizioalle 18.00. Inoltre, sabato pomeriggio in oc-casione della partita di basket di serie D del-la squadra dell’oratorio C.O. Domenico Sa-vio, sono invitati ad assistere al match i ra-gazzini del mini-basket con i loro genitori,per un momento particolare di aggregazio-

Da sin.: Don G. Lo Grande,Prof.ssa D. Pagano,Don G. Ruta eDott. T. Solarino. êê

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE

Page 33: Notiziario_aprile_2010

31Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

CCaarrnneevvaallee aaii SSaalleessiiaannii

La pioggia non ha fermato il carnevale all’oratorio salesiano di Ragusa. Domenica matti-na, 14 febbraio, nonostante l’acquazzone abbondante, si è svolta, così come da programma,l’edizione “Arlecchino 2010”. Grazie alla tempestiva capacità organizzativa degli animatori,la manifestazione dal cortile si è trasferita nel cine-teatro e nei locali adiacenti. Così tutti ibambini e i ragazzi intervenuti hanno potuto fruire, con pieno soddisfacimento, dei giochi daluna park che sono stati molto apprezzati anche dai genitori. C’è stato da divertirsi per tuttii gusti con l’imbarazzo della scelta in quale gioco cimentarsi: dal tiro a segno, al bowiling, alminigolf, all’acchiappa la gallina e così via… Il tutto è stato contornato da tanti palloncini co-lorati e ricchi premi che sono andati a ruba da tutti i partecipanti. Naturalmente non è man-cata la tradizionale sfilata delle mascherine, abbastanza assortita e accompagnata dagli allegriballi carnevaleschi degli animatori.

“In una città – dichiara Enzo Campo uno degli organizzatori – che non ha una sua cul-tura per il carnevale, solo i salesiani da anni e anche quest’anno salvando la tradizione nono-stante il maltempo, hanno offerto, secondo lo stile del nostro Padre Maestro Don Bosco, unsano divertimento per i ragazzi. Perché in fon-do carnevale in primo luogo è la festa dei piùpiccoli e dei giovani. Quest’ultimi però spessosono distratti da altri tipi di svaghi poco lecitiproposti da una società inclinata sempre di piùverso un divertimento immorale. Per questomotivo dobbiamo essere riconoscenti ai Sale-siani di Ragusa con in testa il direttore DonGianni Lo Grande e il responsabile del Centrogiovanile Don Filippo Pagano Dritto. Infattipresso l’oratorio durante l’anno, per i ragazzi,ci sono sempre momenti di forte aggregazione(tipo Grest) che devono essere sostenuti sem-pre di più dalle famiglie, ma anche dalle istitu-zioni.”

EEnnzzoo CCaammppoo

ne. Subito dopo alle 20.30 presso la chiesaparrocchiale S. Maria Ausiliatrice è previstauna veglia di preghiera cittadina per ragazzi,giovani, adulti, gruppi giovanili, associazionidella città presieduta da don Franco Di Nata-le, salesiano ragusano, che ha festeggiato i 25anni di ordinazione. Momento culminante sa-rà il giorno della festa, domenica 31 gennaioore 11.00 concelebrazione eucaristica per tut-ta la comunità oratoriana e parrocchiale pre-sieduta dal vescovo Paolo Urso. In serata apartire dalle 19.30, nel teatro salesiano, ci saràuna “Festa di famiglia” con il tradizionalespettacolo realizzato dai giovani dell’oratorio.

Si potrà assistere alla performance dei ragazzi che si esibiranno dalpalco con canti, musiche, scenette, balli in onore di Don Bosco, il lo-ro amato Santo.

éé Spettacolo realizzatodai giovani dell’oratorio.

Page 34: Notiziario_aprile_2010

32 Insieme

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE CCaattaanniiaa--SSaann FFrraanncceessccoo ddii SSaalleess

II ggiioovvaannii ee ll’’uussoo ddii aallccooll ee ddrroogghhee

IInntteerrnneett AAddddiiccttiioonn

Il problema delle dipendenze è stato affrontato in un incontro che s’è tenuto all’istitutoSan Francesco di Sales dei salesiani di Cibali, in via Cifali; oganizzato dal preside della scuo-la media don Santo Muratore e dal corpo docente.

La dottoressa Elena Ragusa, medico psicoterapeuta, ha illustrato agli studenti i pericoliderivanti dall’assuefazione al consumo di sostanze stupefacenti, sviluppando in particolarequelli derivanti dal fumo, dalle droghe e dall’alcol. L’incontro, che fa parte di una più vastacampagna di sensibilizzazione e informazione sui pericoli delle sostanze d’abuso tra i giova-nissimi, ha suscitato l’interesse dei ragazzi dell’istituto.

«Il problema – spiega la dottoressa – è che questi ragazzi non sono informati a sufficien-za in merito ai rischi delle droghe, o ancor peggio sono informati male e dunque non sannoa cosa vanno incontro. Purtroppo prevale tra i giovani consumatori il senso di deresponsabi-lizzazione e di estraneità al problema della dipendenza, semplicemente perché, consideran-dosi dei consumatori occasionali, si distinguono dal vecchio cliché del tossicodipendente sen-tendosi così invincibili, in grado di smettere quando vogliono.

Ecco perché – conclude la dottoressa Elena Ragusa – oggi più che mai, c’è bisogno di ri-cordar loro che non è affatto così».

Da: La Sicilia, Catania 15 febbraio 2010.

Il 19 febbraio 2010, presso l’auditoriumdell’Istituto Salesiano “S. Francesco di Sa-les” si è svolto un incontro tra gli alunni del-le classi seconde e terze medie e la PoliziaPostale della telecomunicazione, su: “Inter-net Addiction”, fortemente voluto dal presi-de Don Santo Muratore.

L’obiettivo è stato quello di svilupparenei giovani un profondo senso di responsa-

bilità e maturità sull’uso di Internet per nondiventare inconsapevolmente né parte offe-sa né autori di reato. Il relatore, ispettoreGiuseppe Raciti, con le sue parole, non havoluto ammonire, ma informare e sensibiliz-zare i ragazzi sugli effetti negativi del mon-do virtuale e all’uso lecito di siti, emule,chat, network tipo facebook. Questi ultimipossono diventare fonti di adescamento e

quindi di pericolo, soprattut-to per i ragazzi più deboli. Atal proposito, l’ispettore Ra-citi ha invitato, tutti coloroche fossero coinvolti, a de-nunciare questi abusi sia per-chè una scelta del genere de-nota un reale senso civico, siaperchè è un modo attraversocui tutelarsi.

Tante le domande, note-vole il coinvolgimento dei ra-gazzi, a cui, si auspica, sianostati dati tanti spunti di ri-flessione sui rischi del mera-viglioso mondo di Internet.

Page 35: Notiziario_aprile_2010

33Insieme

CCaattaanniiaa--BBaarrrriieerraa

TTaavvoollaa rroottoonnddaa EExxaallll iieevvii

“La santità e la missione di Don Boscotestimoniata dai suoi figli” è il tema della ta-vola rotonda svoltasi presso l’Istituto Sale-siano “S. Cuore” di Catania-Barriera il 23gennaio 2010.

Dopo il saluto del Presidente GiuseppeFazio, Don Mauro Mocciaro, delegato del-l’Unione, ha introdotto il tema della tavola

rotonda con una riflessione sulla figura diDon Bosco tratteggiandone la personalità, lasantità e la missione.

Hanno relazionato Don Enzo Timpanoed il Dott. Angelo Nassisi. Il primo ha co-municato la sua esperienza vocazionale ed ilsuo rapporto personale con Don Bosco at-traverso il contatto e l’esempio dei salesiani

del Savio di Messina. Angelo Nas-sisi ha voluto ripercorrere gli annidella sua giovinezza alla scuola deisalesiani di Barriera e ha sottoli-neato come è importante avere lacoscienza dell’appartenenza, comeexallievo, alla famiglia di Don Bo-sco e ritrovarsi tra salesiani e laicidi generazioni e ceti sociali diffe-renti, per comunicare e vivere ladimensione del carisma del Santodei giovani nella quotidianità co-me risposta ad una precisa voca-zione a servizio della Congregazio-ne e della Chiesa.

FFeessttaa ddii SSaann GGiioovvaannnnii BBoossccoo

LLee iinniizziiaattiivvee ppeerr iill««PPaaddrree ee MMaaeessttrroo ddeellllaa ggiioovveennttùù»»

Oggi, in tutti gli oratori salesiani, ma-schili e femminili, della città, da Librino alBorgo, da Cibali a Barriera, da Canalicchioa S. Cristoforo, sarà celebrata la solennità li-turgica di S. Giovanni Bosco, padre e mae-stro della gioventù, nella ricorrenza del cen-tenario della morte di Don Rua primo suc-cessore di Don Bosco. In festa tutta la Fami-glia Salesiana: sacerdoti, coadiutori, suoresalesiane Figlie di Maria Ausiliatrice, coope-ratori, oratoriani, ex allievi, scolari, studentidegli istituti salesiani di Catania.

Nell’Opera Salesiana «S. Cuore» di Bar-riera, alle 9.15, S. Messa per l’oratorio-cen-tro giovanile, animata dai ragazzi del Labo-

ratorio musicale e liturgico. Di fronte a mi-gliaia di persone e nell’aula di Meccanica,sotto la guida del responsabile, don MauroMocciaro, gli alunni hanno intonato la sug-gestiva e commovente «Cantata a Don Bo-sco». Un’officina che si è trasformata, così,in una fantasmagoria di suoni, luci e colori,in una chiesa in miniatura. E la messa è sta-ta officiata dall’ispettore dei Salesiani di Si-cilia, don Gianni Mazzali. Toccanti parole difede e di gratitudine per i presenti sono sta-te rivolte dal direttore del S. Cuore, donGiuseppe Troina. Quindi l’omaggio florealedei Vigili del Fuoco, coordinati dal coman-dante provinciale, ing. Alessandro Carrare-

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

Page 36: Notiziario_aprile_2010

si, e con la partecipa-zione di ufficiali e dipersonale di casermaalla Vergine e a DonBosco.

Alle 10.30, torneidi calcio balilla per ra-gazzi, giovani e adulti.A mezzogiorno, pre-miazione dei tornei edel concorso a quiz suDon Bosco e dei vinci-tori del gioco dell’oca.

A S. Francesco diSales in Cibali, alle 10,nella chiesa «S. Gio-

34 Insieme

vanni Bosco» s. messa fe-stiva; alle 11.15, coppaDon Bosco di calcio e ba-sket; alle 20, s. messa co-

munitaria presieduta dal direttore.Nell’Oratorio S. Filippo Neri nuovo di

piazzetta S. Domenico Savio, alle 10.30, s.messa con gli ex allievi. Ai Filippini di viaTeatro Greco, alle 9.30, processione del si-mulacro di Don Bosco fino all’oratorio di S.Maria della Salette, dove celebrerà la s. mes-sa l’ispettore don Gianni Mazzali; alle 17.30,officerà il direttore don Mario Mavica. Pre-visti inoltre, con la collaborazione della Pro-vincia Regionale di Catania e del Comune diCatania, e il coinvolgimento dei giovani ora-toriani, delle loro famiglie e degli abitantidei rioni Antico Corso e San Cristoforo mo-menti di gioco e divertimento. Alle 8 si di-

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE

sputeranno le finali del torneo di calcetto.Una banda musicale, fuochi d’artificio,sbandieratori ed omaggi floreali, oltre al tra-dizionale panino per tutti, arricchiranno ilprogramma dei festeggiamenti.

Infine, a Maria Ausiliatrice di via Caron-da, ss. messe in programma alle 7 per le con-sacrate, alle 10.15 per gli alunni, alle 17.30per giovani, famiglie, comunità educante, exallievi, cooperatori, amici.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Da: La Sicilia, Catania 31 gennaio 2010.

éé Catania-Barriera:Cantata a Don Bosco 2010.

Omaggio floreale dei VV.FF. èè

Page 37: Notiziario_aprile_2010

35Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

CCaattaanniiaa--BBaarrrriieerraa

VViirrttuuaalliizzzzaazziioonnee ddii uunnaa iinnffrraassttuuttttuurraaIITT ppeerr llaa ffoorrmmaazziioonnee

Nel panorama dell’offerta formativa, deiSalesiani di Catania-Barriera, il corso di specia-lizzazione “Tecnico Sistemista Multipiattafor-ma”, organizzato annualmente, fornisce le co-noscenze per configurare e implementare reti dicalcolatori e sistemi client-server basati sui piùcomuni sistemi operativi commerciali e opensource.

Lo scorso anno durante le attività di labora-torio legate al corso è stata realizzata una infra-struttura informatica ormai indispensabile perle attività didattiche, gestionali e amministrati-ve. Un’implementazione convenzionale di que-sti servizi necessiterebbe di più server con costidi realizzazione e mantenimento relativamenteelevati.

LLaa sscceellttaa ddeellllaa vviirrttuuaalliizzzzaazziioonnee

La via scelta per la realizzazione punta sul-la “virtualizzazione”, una tecnologia che negliultimi anni si sta sempre più affermando, an-che fuori dall’ambito delle infrastrutture in-formatiche delle grandi aziende.

Per “virtualizzazione” si intende una tec-nologia software capace di produrre un ulte-riore strato di astrazione delle risorse hardwa-re generando più sistemi “virtuali” all’internodi un singolo calcolatore.

Queste “macchine virtuali” operano esatta-mente come più computer reali in simultanea,condividendo le risorse della macchina realeche li ospita, senza interferire l’una con l’altra.La virtualizzazione infatti offre un hardwarevirtualizzato replicabile da qualsiasi server fisi-co compatibile con il software di virtualizza-zione, semplificando notevolmente le attivitàdi gestione e manutenzione con evidenti ridu-zione di costi e consumi energetici.

Vmware è un’azienda leader di questomercato e recentemente ha messo a disposi-zione gratuitamente ESXi, uno dei suoi pro-dotti di punta, con alcune limitazioni per fun-zionalità evolute utili principalmente in am-bienti di classe “enterprise”.

Si è scelto di puntare su questo prodottoper alcune sue caratteristiche quali l’utilizzominimo di risorse per il suo funzionamento, lafacilità di utilizzo, le prestazioni molto elevate

e il supporto nativo di tecnologie di storage surete.

Quest’ultima caratteristica si è rivelatamolto utile per ottimizzare ulteriormente l’in-frastruttura, consentendo la separazione trastorage e server che ospita le macchine virtua-li, utilizzando un’altra tecnologia innovativasviluppata negli ultimi anni, l’iSCSI

LL’’aammbbiieennttee vviirrttuuaalliizzzzaattoo ccoommee ccoonntteenniittoorree ddiimmoolltteepplliiccii sseerrvviizzii iinnddiippeennddeennttii

Quello che si è creato è un’infrastrutturacapace di contenere molteplici servizi limitatisolo dalle risorse hardware disponibili (cpu,ram, storage, networking).

Allo stato attuale sono attivi:

• Servizio di gateway di rete, proxy, firewall,controllo accessi e VPN

Viene fornito da una macchina virtualeche ospita il sistema operativo ClearOS , unadistribuzione open source derivata da RedHatenteprise ideata per fornire tutti i principaliservizi di rete comprensivi di proxy con con-trollo accessi, filtro dei contenuti indesiderati,gestione della banda e VPN per l’accesso re-moto e sicuro alla rete.

• Web Server ospitante una piattaforma e-lear-ning basata su docebo

Viene fornito da una distribuzione Ubun-tu Server che integra il webserver Apache e ildatabase MySql. Può offrire questo e altre ap-plicazioni web sia a chi accede alla rete inter-na che, eventualmente, a chi accede da inter-net a uno degli indirizzi ip statici disponibileper l’accesso di servizi dall’esterno.

• Groupware per la gestione delle attività e del-la posta in modo condiviso

Servizi Web based forniti sempre dallamedesima macchina virtuale Ubuntu server:

– DimDim Per la conferenza in rete con-dividendo il desktop o una lavagna virtuale in-tegrato con docebo.

– Egroupware per l’accesso a mail, calen-dario attività ecc da una qualsiasi postazionepresente in rete o da remoto.

FFeelliiccee BBoonnggiioorrnnoo

Page 38: Notiziario_aprile_2010

36 Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAA

LLEE

SSIIAA

NNEE PPaalleerrmmoo

LLaa SSttrreennnnaa 22001100 pprreesseennttaattaaaallll ’’UUnniivveerrssiittàà ddii PPaalleerrmmoo

Giorno 2 febbraio 2010, la Famiglia Sa-lesiana di Palermo ha voluto presentare ilcommento alla strenna annuale del Rettormaggiore, nella magnifica residenza del Ret-torato Universitario a Palazzo ChiaramonteSteri in Piazza Marina.

Tre laici illustri della nostra università: ilProf. Giuseppe Savagnone, direttore del-l’ufficio per la pastorale della cultura del-l’Archidiocesi di Palermo; il Prof. Alfio Bri-guglia, direttore dell’ufficio scolastico dellaCESI; il Prof. Gioacchino Lavanco, presi-dente del corso di laurea per educazione dicomunità e il nostro Ispettore, Don GianniMazzali, hanno commentato in manieraegregia la strenna del Rettor Maggiore.

éé Don D. Paternò, Prof. A. Briguglia,Prof. G. Savagnone, Don G. Mazzali,

Prof. G. Lavanco.

L’intervento dell’ispettoreDon G. Mazzali. è

Page 39: Notiziario_aprile_2010

37Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

PPaalleerrmmoo--RRaanncchhiibbiillee

II°° eeddiizziioonnee ddeellCCeerrttaammeenn SSaalleessiiaannuumm

Lunedì 22 febbraio ha avuto luogo neilocali dell’Istituto “Don Bosco Ranchibile”di Palermo la prima edizione del CertamenSalesianum, gara di traduzione dal Latino al-la quale hanno partecipato una trentina distudenti, i più abili a tradurre fra gli allievidelle quinte classi del Liceo Classico dellascuola e di altri licei palermitani (Umberto I,Vittorio Emanuele II, Meli ed Imera). La ga-ra si è svolta congrande serietà in-nanzitutto da partedei docenti super-visori ma anche deigiovani studentiche, con grande si-lenzio e profondaconcentrazione, sisono dedicati allatraduzione di untesto, particolar-mente complesso,tratto dalle Epistu-lae ad Lucilium(Epistola 116) delfilosofo Seneca: inesso si discuteva dicome il saggio deb-ba gestire le pro-prie emozioni e inche misura sia leci-to cedere all’emoti-vità, tema senzadubbio di grandeattualità. Ai ragaz-zi, che per la traduzione hanno avuto a di-sposizione quattro ore, si richiedeva anchel’elaborazione di un commento stilistico estorico-culturale. La commissione che havalutato le prove, presieduta dal prof. Alfre-do Casamento, ricercatore di LetteraturaLatina all’Università degli Studi di Palermo,è stata composta dai docenti del Diparti-mento di Latino e Greco del “Don Bosco” eda insegnanti degli altri licei, in particolare

la prof.ssa Lino dell’Imera, e ha esaminatotutte le versioni collegialmente. La premia-zione è avvenuta venerdì scorso, sempre al“Don Bosco Ranchibile”, in occasione del-l’incontro dei ragazzi del liceo con l’attoreFilippo Luna, che ha dialogato con loro inun vivace dibattito sul tema de “La messa inscena del teatro classico oggi”. Al terminedell’incontro, promosso da Maria Elena Vit-

torietti, il diretto-re del Don Bosco,don Enzo Volpe, ela coordinatricedel dipartimento,Enza Di Girola-mo, hanno procla-mato i vincitoridel Certamen: alprimo posto si èclassificata ElenaMilitello, del liceoUmberto I, cha havinto un soggior-no a Roma perdue persone; al se-condo e terzo po-sto sono arrivati,rispettivamente,Valeria Piazza eMassimo Vazzanadel Vittorio Ema-nuele II, che han-no vinto una colle-zione di classici la-tini e greci del va-

lore di 300 e 200 euro. Tutti i premi sonostati offerti da Giuseppe Vittorietti dellaPietro Vittorietti soc. coop. che ha patrocina-to la manifestazione. Vedere dei ragazzi checon tanto impegno ed entusiasmo si sonodedicati ad una gara di traduzione rappre-senta una bella testimonianza di passionenei confronti della classicità greca e latina.

II ddoocceennttii ddeell ddiippaarrttiimmeennttooddii LLaattiinnoo ee GGrreeccoo

Page 40: Notiziario_aprile_2010

38 Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAA

LLEE

SSIIAA

NNEE PPeeddaarraa

PPrreemmiioo DDoonn BBoossccoo 22001100

CCeePPAASS -- MMeessssiinnaa--SSaann DDoommeenniiccoo SSaavviioo

II 2200 aannnnii ddeell ««CCeennttrroo»»

Appuntamento anche quest’anno, allasimpatica iniziativa proposta dagli Ex Allie-vi e Cooperatori di Pedara, agli alunni di 3^4^ e 5^ delle Scuole Elementari di Pedara.

Il tema è d’obbligo: “La gioiosa e diffici-le adolescenza di Don Bosco”.

Siamo alla 20° edizione e rileviamo concompiacimento l’impegno condiviso dallostaff insegnanti e dagli alunni, per una cono-scenza sempre nuova di Don Bosco.

Gli alunni possiedono una tecnica sicu-ra e collaudata nella elaborazione del tema,lasciati al loro estro, liberando la loro frescafantasia si immergono in riuscitissimi tenta-tivi di: composizioni, lirica in lingua e in dia-letto (con sofferta ricerca della rima), grafi-ca su ampi cartelloni sui quali si immergeuna equipe di 6/8 compagni, creando spazi

a disegni, collage, sfoggio coloristico, il tut-to messo in evidenza con testate in gara coni nostri quotidiani.

Ma la vera ricchezza di espressione sonole interpretazioni spontanee e per nulla in-fantili, sentimenti e riflessioni che traduco-no mirabilmente l’animo gioioso e sponta-neo di bambini, di ragazzi che riescono a co-gliere nuclei di realtà e di immagini a volteprovocatorie in noi adulti.

In una mattinata gioiosa e con un po’ disole accogliamo oltre trecento alunni nel Ci-ne-Teatro per la premiazione dei più merite-voli, presenti autorità civili e scolastiche e iltutto condito, oltre che dalle tradizionali ca-ramelle, dalla ingegnosa e allegra animazio-ne di un gruppetto di giovani animatori del-l’oratorio.

I salesiani a Messina sono in festa perché il Centro Prima Accoglienza Savio(CePAS), ubi-cato nell’Istituto «S. Domenico Savio», compie vent’anni di attività. Il 20 marzo, dalle 9 alle12.30, nel «Salone delle Bandiere» del Palazzo comunale, all’insegna dello slogan «Ieri, oggie domani», si è tenuta una tavola rotonda presieduta dal presidente CePAS don Umberto Ro-meo e moderata da Enza Sofo, responsabile Formazione CePAS.

Il «Centro», assieme ad altre istituzioni e associazioni, ha partecipato anche alla defini-zione di nuovi percorsi legislativi e stimola proposte innovative nel sociale. La rete tessuta inquesti anni ha bisogno di «riannodare i fili» per ritrovarsi e affrontare i nuovi scenari che lacomplessità attuale impone.

Page 41: Notiziario_aprile_2010

39Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

MMeessssiinnaa--SS.. TToommmmaassoo

MMaasstteerr ee--lleeaarrnniinnggssuuii tteemmii ddii bbiiooeettiiccaa ee sseessssuuoollooggiiaa

Inaugurato con grande soddisfazione al-la Superiore di Bioetica e Sessuologia del S.Tommaso il Master e-learning, unico nel suogenere, che, attraverso le potenzialità e le ri-sorse di internet, sviluppa una formazionedi eccellenza. Un corso che vede la presenzadi 50 professionisti, a numero definito, pro-venienti dal mondo della medicina, dellapsicologia, dell’insegnamento, delle scienzeumane e del giornalismo.

Una formazione di livello superiore,specialmente per le organizzazioni con plu-ralità di sedi, e che prevede: lezioni e inter-venti in diretta (mediante piattaforma op-portunamente predisposta), attività in videoe audio con visualizzazione di slides, didat-tica di apprendimento sia «sincrono» (i par-tecipanti sono tutti in rete e comunicano di-rettamente) o «cooperativo» (interazione al-l’interno di un gruppo di partecipanti), areadi download con supporto per i video, ma-teriali e documenti all’interno della paginapersonale del docente, incontri forum e chatsu temi prestabiliti, test ed esami in direttacon controlli di sicurezza, tutor a distanza ehelp desk, con servizio di assistenza a di-stanza.

Il master diretto dal prof. don GiovanniRusso, portato avanti con il coordinamentodei servizi informatici della Seed EdizioniInformatiche, società del gruppo Ids Uni-telm, nata a Messina, ma ormai leader nazio-nale e provider di grandi aziende come laConferenza Episcopale Italiana, l’UniversitàCattolica, tutto l’e-learning dell’Universitàdi Bologna, le Facoltà Teologiche d’Italia emolte aziende nel settore giornalistico e deimedia. Ed è stato proprio don Russo, coa-diuvato dalla dott.ssa Elvira Catalfamo, re-sponsabile della sezione Ids di Milano, e daltecnico Andrea Irato, che ha illustrato il cor-so con le sue finalità, il metodo e la didatti-ca e-learning. Il tutor Giovanni Garufi si oc-cuperà dell’help desk e dell’assistenza a di-stanza. Il preside del S. Tommaso ha sottoli-neato che quello che un corso online può of-

frire ha una peculiarità che non può realiz-zarsi in attività didattiche frontali, sia per lagrande disponibilità di documenti audiovi-sivi e mediatici, sia per le possibilità di con-fronto nel forum a partire da documentifruibili in tempo reale.

Inoltre è programmato l’incontro conpersonalità di spicco del settore bioetico esessuologico, che, grazie alla diretta, non de-vono spostarsi nella sede fisica del corso.Tuttavia, sono anche previsti alcuni stage re-sidenziali al S. Tommaso,sia didattici che di valuta-zione.

I partecipanti hannoricevuto identità e pas-sword personali, e tutticollegati online hanno po-tuto rendersi conto dellaricchezza dei servizi dispo-nibili sulla piattaforma,pronti già a realizzare il fo-rum di «apprendimentocooperativo», le dirette (il9 aprile) in materia diOgm bioetica dei trapianti, procreazione as-sistita, eutanasia e testamento biologico, se-guiti didatticamente dai docenti MariannaGensabella Furnari, Giuseppe Lamonica,Antonella Spada e don Russo.

Ma è stata la spiegazione dei test in«presenza online» che ha animato la discus-sione, dal momento che i candidati dovran-no in diretta, in tempo definito e veloce, ri-spondere ai vari quesiti disciplinari senzapossibilità di rettificare le risposte. Certa-mente tutti i partecipanti hanno la possibili-tà di spaziare, attraverso le nuove tecnologiedell’informatica, in tutti i settori del campobioetico e sessuologico, che anima forte-mente la società oggi, interagendo con altricentri, sia a livello nazionale che internazio-nale e abilitandosi a un dialogo che, grazieanche a internet, può scambi impensabili fi-no a qualche anno fa.

Da: Gazzetta del Sud, Messina 6 marzo 2010.

Page 42: Notiziario_aprile_2010

40 Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAA

LLEE

SSIIAA

NNEE MMeessssiinnaa--SS.. TToommmmaassoo

DDiiaallooggoo iinntteerrrreelliiggiioossoo aallll ’’ iinnsseeggnnaaddeellllaa ttoolllleerraannzzaa ee ccoommpprreennssiioonnee

La questione immigrazione ha portatoanche da noi il dibattito sul dialogo interre-ligioso. Quanti arrivano nella nostra terra daogni parte del globo, portano con sé valori,culture e, di conseguenza, religioni. Insiemead aspetti valoriali, si presentano situazioniconflittuali, c’è chi parla di ripresentazionedi nuove “guerre di religione”.

Il simposio di due giorni, che si è svoltoalla Facoltà Teologica del S. Tommaso, havisto esperti provenienti da ogni parte d’Ita-lia, per interrogarsi, insieme ad illustriesperti del settore, sull’argomento e trovareindicazioni utili da presentare ai Vescovi e aquanti nelle varie religioni hanno un ruolodi responsabilità.

Ha aperto i lavori don Antonino Roma-no, direttore del Centro di pedagogia reli-giosa del S. Tommaso, responsabile del sim-posio, che ha fatto riferimento all’incontroavvenuto recentemente tra Benedetto XVI ei membri della Sinagoga di Roma: «Cristianied Ebrei hanno una grande parte di patri-monio spirituale in comune, pregano lo stes-so Signore, hanno le stesse radici, ma riman-gono spesso sconosciuti l’uno all’altro. Spet-

ta a noi, in risposta allachiamata di Dio, lavora-

re affinché rimanga sempre aperto lo spaziodel dialogo, del reciproco rispetto, della cre-scita nell’amicizia, della comune testimo-nianza di fronte alle sfide del nostro tem-po».

Il preside, don Giovanni Russo, ha nota-to che in questioni così importanti, il S.Tommaso vuole contribuire per animare po-sitivamente il dibattito. Molto applaudita lapresenza di mons. Salvatore Muratore, ve-scovo responsabile nella Conferenza episco-pale siciliana del settore dottrina della fede ecatechesi che ha partecipato al simposioquasi come un moderatore.

La prima sessione ha visto due magistra-li relazioni, tenute rispettivamente dallaprof. Paola Ricci-Sindoni e dal prof. Salva-tore Berlingò, che hanno allargato gli oriz-zonti alle prospettive filosofiche e socio-giu-ridiche della necessaria mediazione dialogi-ca.

Nella seconda giornata è stata accentua-ta la rilevanza della questione, focalizzandoquattro tematiche. Una prima immersioneche ci proietta su alcune possibili prospetti-ve pastorali che potrebbero (prof. RiccardoTonelli) essere attuate in Italia. Poi un inter-vento catechetico (prof. Cyril De Sousa),

che ha posto a confronto i modellipastorali alle possibili attuazioni. Larelazione sull’Islam (prof. Dario To-masello) ha posto alcune questioni sucome dall’esterno viene visto il tenta-tivo del dialogo interreligioso pro-mosso dalla chiesa cattolica. Infine,la relazione del prof. Giuseppe Bel-lia, che ha proposto la via del discer-nimento come sintesi teologica allequestioni.

Nel concludere i lavori, il prof.Giuseppe Ruta ha messo in rilievo lafondamentale urgenza di una oppor-tuna catechesi necessaria a un ade-guato dialogo interreligioso.

Da: Gazzetta del Sud, Messina 15 marzo 2010.

êê A sin. Don A. Romanoe i relatori.

Page 43: Notiziario_aprile_2010

41Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

BBaarrcceelllloonnaa PP.. GG..

AAll CCoonnvveeggnnoo EExxaalllliieevvii,, uunn lliibbrrootteessttiimmoonniiaannzzaa ssuull rruuoolloo ddeeii SSaalleessiiaann ii

È un’opera nutrita di sogno e di amoreper i giovani quella che da 86 anni i padri sa-lesiani e la famiglia salesiana conducono conpassione e impegno a Barcellona. Una mi-crostoria che è parte fondante della storiadella città, che ha fortemente voluto questapresenza e l’ha difesa anche nei momentipiù difficili, riconoscendo in essa un puntodi riferimento per le nuove generazioni eper le famiglie di ogni provenienza sociale,culturale e religiosa.

Una storia di cui il salesiano don SantoRusso, accogliendo l’invito del direttore Sal-vino Raia, ha voluto tracciare un “indice”,impreziosendolo di materiale documentale efoto d’archivio. L’occasione per la presenta-zione del volumetto “L’Opera salesiana aBarcellona”, edito dalla casa editrice Di Ni-colò di Messina, è stato l’annuale convegnodegli Exallievi, che quest’anno è stato ani-mato dalla presenza di tutti i direttori eme-riti ancora viventi: Rodolfo Di Mauro(1961/1968), Salvatore Di Benedetto

(1968/1972), Gio-vanni Costa(1972/1976), Rosario

Callari (1982/1988) e Angelo Calabrò(2000/2006).

Un album di famiglia per migliaia dibarcellonesi che in esso si ritroveranno, che

êê I relatori del ConvegnoExallievi.

Page 44: Notiziario_aprile_2010

42 Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAA

LLEE

SSIIAA

NNEE potrà costituire una base certa per un

nuovo saggio critico in occasione delcentenario. «Per l'occasione — an-nuncia il presidente degli Exallievi Fe-lice Spinella — la famiglia salesianaaccoglierà con gioia tutti i direttoriemeriti viventi, che porteranno la lorotestimonianza di esperienze e di vitavissuta».

In apertura, dopo il saluto di donSalvino, Maria Rosa Naselli ha riper-corso le tappe principali della storiadei Salesiani a Barcellona, partendodal 1906, quando l’arciprete NunziatoBonsignore perorò personalmente lacausa della presenza salesiana a Bar-cellona incontrando ad Alì don Mi-chele Rua, primo successore di donBosco. Solo nel 1923, però, con decre-to del Rettor Maggiore don FilippoRinaldi, l’Opera veniva istituita a Bar-cellona. Da allora haavuto inizio una sto-ria fatta di impegnoquotidiano con la co-munità locale, di for-

mazione, di coinvolgimento e diintrattenimento nelle attività reli-giose, sportive e ricreative, dicontinui adeguamenti delle strut-ture e degli spazi di accoglienza.

Una storia che è stata rivissu-ta a sprazzi attraverso le toccantitestimonianze e i lucidi ricordi deidirettori emeriti. Una storia checontinua ancora, alimentata dallafiamma viva del sogno che fu didon Bosco.

SSaavveerriioo VVaassttaa

Dall’album di famiglia

(foto di repertorio):

éé Esercizi spirituali aZafferana-Emmaus.

Nevicata a Barcellona. èè

êê Sulla barca: Peppino Scilipoti,Nino Calamuneri;

In piedi: Turiddu Canfarelli,Nino Donato.

Page 45: Notiziario_aprile_2010

43Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

RRiieessii

NNuuoovvaa sseeddee ddeell CCeennttrroo RRaaddiiooeelleettttrriiccooSSppeerriimmeennttaallee ““GGuugglliieellmmoo MMaarrccoonnii””

Presso il Centro Sa-lesiano di Riesi nasce laquarta sede operativain Italia del Centro Ra-dioelettrico Sperimen-tale “Guglielmo Mar-coni”.

La cerimonia diinaugurazione, intro-dotta da don Paolo Ter-rana, direttore del Cen-tro Salesiano di Riesi,ha avuto luogo domeni-ca 21 marzo alle ore18,30 presso il cine-tea-tro “Don Bosco” e havisto gli interventi di S.E. Mons. Michele Pennisi, Vescovo dellaDiocesi di Piazza Armerina, dell’on. Miche-le Cimino, Vice Presidente della Regione Si-ciliana, dell’on. Giuseppe Federico, Presi-dente della Provincia Regionale di Caltanis-setta e Deputato ARS e dell’arch. Franco Fi-delio, Dirigente dell’Assessorato regionaledei beni culturali e dell’identità siciliana. I

lavori, mode-rati dal dott.Calogero Mi-

celi del quotidiano “La Sicilia”, si sono con-clusi con gli interventi di Calogero Calca-gno, Presidente di Hymera Engineering s.r.l.e del prof. Giovanni Cancellieri, Presidentedel CreSM.

Naturale continuazione dell’attività diricerca di Gugliemo Marconi che lo fondònel 1933, il Centro Radioelettrico Sperimen-tale, ricostituito nel 1999, svolge prevalente-mente attività di ricerca e sviluppo nelle te-lecomunicazioni e di formazione avanzata

sulle nuove tecnologie del settoreICT, anche favorita dall’attivazionedi convenzioni con enti e primarieaziende del settore. Nell’ambitodella propria attività di ricerca ilCReSM ha avviato una collabora-zione con Hymera S.r.l., societàriesina da diversi anni operantecon successo nel settore delle tec-nologie innovative, con l’obiettivodi incentivare attività di trasferi-mento tecnologico verso il mondodell’impresa. La convenzione miraa fondere le competenze e il know-how dei due enti per creare un im-portante polo di aggregazione tec-nologico nel sud dell’Italia.

éé Momenti dell’inaugurazionedel Centro.

êê Il taglio del nastro.

Page 46: Notiziario_aprile_2010

Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAA

LLEE

SSIIAA

NNEE GGeellaa

SSaallddaattoorrii ee ttuubbiissttii««ttrraassffeerrttiissttii»» iinn ttuuttttoo iill mmoonnddoo

Più che libri, tubi. Più che penne, elet-trodi. Più che quaderni, saldatrici. E non leurla dei ragazzi ma il frastuono degli attrez-zi, non il fumo allegro delle sigarette maquello acre della materia che si piega, si ta-glia o fonde. Attraversare le aule del Cnos diGela è entrare dentro il mondo della forma-zione professionale autentica e dura, quellache insegna il mestiere e conduce al lavoro.Quella, anche, che toglie i ragazzi dalla stra-da e li aiuta a costruire un futuro. Forsel’unica occasione, di sicuro l’alternativa piùconcreta alla disoccupazione o alla delin-quenza. Perché nella quinta città della Sici-lia, legata a doppio filo alla sua raffineria, isalesiani sfornano tecnici richiesti in tutto ilmondo. L’ultimo gruppo è partito per il Ka-zakistan, altri sono stati in Angola e in Olan-da, altri ancora in grosse aziende del nordItalia e su una piattaforma al largo di Paler-mo. Quando, cinquant’anni fa, Enrico Mat-tei pensò un centro che potesse formare lemaestranze da impiegare nell’industria pe-trolifera, non poteva immaginare che quellacostola generasse un universo formativo, di-latatosi in concomitanza con l’allargamentodello stabilimento ed ora ricco di 20 corsi

frequentati da circa 500 ragazzi, dalla risto-razione in una sede nella riserva naturale delBiviere, alla figura di operatore segretariale.Ma proprio saldatura e tubisteria industria-le, il "cuore" del progetto, rimangono i fioriall’occhiello. «La nostra scuola – afferma ildirettore don Enzo Ferrarella – forma i mi-gliori saldatori. Non lo diciamo noi, ma loattestano le richieste che provengono da tut-to il mondo». E per il mondo i ragazzi gele-si partono, forti del "patentino" di saldatoreche conseguono oltre alla qualifica e grazieall’accompagnamento garantito dallo spor-tello multifunzionale in cui confluiscono ledomande di personale specializzato: «I no-stri – aggiunge Ferrarella – non hanno timo-re a partire. Qui c’è la cultura della fermata,non dell’assunzione. La gente, cioè, va viaper tre, cinque, sei mesi e poi torna. Gli ul-timi tubisti e saldatori sono andati in Kaza-kistan, per lavorare a un gasdotto».

Sono i cosiddetti trasfertisti, che bagagliin mano si trasferiscono all’estero, faticano,incassano e ritornano. «In questo momento– dice Ugo Costa, orientatore dello sportel-lo – tirano i Paesi africani e quelli caucasici,dove si costruiscono infrastrutture per pe-

trolio e gas. I ragazzi fannoa gara per andarci». Ingag-gi temporanei ma moltoben retribuiti. Da dove al-trimenti verrebbe – fannoosservare gli operatori – ilbenessere che si vede a Ge-la, dove oltre alla raffineriae al suo indotto la realtàproduttiva è povera?

I ragazzi sono consape-voli, per questo scelgono laformazione professionale,incoraggiati dai genitori, enon mollano. «Nei 8 primianni – sottolinea il diretto-re – su circa 200 allievi, so-lo 2 o 3 si sono dimessi e

Page 47: Notiziario_aprile_2010

45Insieme

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

una dozzina non frequenta. Lo stimolo del-le famiglie è forte: impara un mestiere e vaia lavorare, dicono. In molti casi è forte il bi-sogno di avere un altro reddito». «Anche lanuova legislazione che ci avvicina ai percor-si scolastici ha fatto sì che le famiglie si ren-dessero meglio conto della nostra realtà.Non sono pochi i casi di ragazzi iscritti in al-tri istituti che poi hanno cambiato», diceDonato Fidone, responsabile della sicurez-za. E Grazia Patti, integratrice, sottolinea unaltro stimolo: «Frequentare i corsi è assolu-tamente gratuito, i ragazzi non hanno oneridi alcun genere, dai dispositivi di protezioneal supporto didattico. Questo è determinan-te in certe fasce sociali disagiate, in cui an-che il costo dei libri scolastici incide in mi-sura significativa sul bilancio familiare».

Tra box e aule, così, si adoperano ragaz-zi che altrimenti sarebbero in galera o in co-munità, o che ci sono già stati, e che comun-que non sarebbero seduti sui banchi comealtri coetanei. C’è chi è rientrato dalla scuo-la superiore e al primo giorno di corso sivantava di avere avuto 90 giorni di sospen-sione, salvo poi chiedere al direttore di po-tere organizzare una salsicciata, perché «sel’erano meritata», e chi ha rubato proprioagli stessi salesiani, salvo salutarli affettuosa-mente all’uscita dalle aule giudiziarie mera-vigliando il magistrato. E c’è chi, comeEmanuele, aveva lasciato il corso ed è poirientrato: «Sono stato per sei mesi a Viareg-

gio – racconta – a lavorare dentro gli yachts.Ma poi sono tornato, ho capito che era me-glio concludere il percorso. Poi ripartirò».Chi, come Antonio, ha apprezzato soprattut-to lo stage, grazie al quale lui e i colleghi en-trano conoscono da vicino il mondo del la-voro, e chi, come Luca, ha seguito il fratellonella scelta della formazione professionale.

[...] Per trovare lavoro, dopo, potrannorivolgersi anche allo Sportello multifunzio-nale: «Aiutiamo i ragazzi a preparare il cur-riculum – dice Patti – e poi lo inseriamo nel-la banca dati, facendo incontrare la doman-da e l’offerta. Ai ragazzi chiediamo anche sesiano disponibili a trasferirsi». Tanti diconosì e vivono di trasferte. Poi, a un certo pun-to, ritornano. E alcuni, come Maurizio Ca-sco e Rosario Susino, passano la barricata evanno ad insegnare: «A un certo punto, do-po dieci o più anni, ti stanchi e vuoi torna-re», dicono. Sono "argonisti", cioè quelliche realizzano le saldature più precise, aprova di gas, verificate attraverso radiogra-fie. Ora sono loro, che l’hanno appreso dagiovani, a trasmettere ai ragazzi quel mestie-re che può valere una vita. E sono loro, co-me il direttore, preoccupati per la tenuta delsistema: i corsi sono finanziati tutti allo stes-so modo, a prescindere dai costi vivi, che nelcaso della tubisteria industriale salgono a li-velli altissimi. Il "patentino" di saldatore co-sta centinaia di euro, una saldatrice 2.500euro e quando si guasta la riparano i ragazzidel corso dell’elettrico, ogni giorno si consu-mano elettrodi per mille euro, ogni mese 5-6 mila euro di energia elettrica. «Solo la di-smissione degli elettrodi costa 2.000 euro.L’altro giorno ho ordinato quattro tubi per iterzi anni, ognuno di 600 euro. Riusciamo aportare avanti i corsi solo grazie all’aiutodelle ditte che ci danno del materiale gratui-tamente, ai fornitori che sono in credito permigliaia di euro, alla famiglia salesiana cheintegra», confessa il direttore. «Perché –chiede il docente ex allievo – crede che nes-sun altro organizza questo tipo di corsi?Perché non conviene, si va in perdita. Manoi non possiamo permetterci di togliere airagazzi questa opportunità». I ragazzi nonpossono rinunciare al futuro.

OOrraazziioo VVeecccchhiioo

Da: La Sicilia, Gela 15 febbraio 2010.

Page 48: Notiziario_aprile_2010

46 Insieme

DDAA

LLLL

EECC

AASSEE

SSAALL

EESSII

AANN

EE FFoorrmmaazziioonnee PPrrooffeessssiioonnaallee

LLaavvoorroo@@SSppeerraannzzaa..ffpp

Ormai è una bella tradizione consolida-ta, che va avanti da cinque anni a questa par-te, il dialogo instaurato tra l’Ufficio diocesa-no per i problemi sociali e il lavoro e gli En-ti di formazione professionale, operanti nel-l’arcidiocesi di Catania. Il rapporto tra Uffi-cio pastorale e formazione professionale èarticolato attraverso una serie di incontri,che vedono coinvolti, di volta in volta, gli al-lievi dei primi anni (in Avvento), quelli deiterzi anni (in Quaresima), docenti e forma-tori (all’inizio dell’anno scolastico, a Settem-bre). La Dottrina sociale della Chiesa costi-tuisce l’orizzonte entro il quale si collocanoqueste iniziative; la presenza dell’Arcivesco-vo, Mons. Salvatore Gristina, che concludela giornata presiedendo e commentando laliturgia della Parola, è il segno dell’attenzio-ne che ha la Chiesa nei confronti dei giova-ni lavoratori, soprattutto quelli più a rischiodi lavoro nero o sottopagato. Il 3 marzo2010, è stato organizzato, presso il Semina-rio arcivescovile di Catania, l’incontro congli allievi dei terzi anni (circa 250 giovani)affrontando la tematica: [email protected]’equipe dei formatori insieme al direttoredella pastorale sociale ha strutturato la gior-

nata con un momento dipreghiera, due rlazioni,la liturgia della Parola.Don Felice Bongiorno,

del CNOS di Barriera, ha curato la preghie-ra, attraverso un video che ha mostrato leimmagini del terremoto di Haiti, dove han-no perso la vita molti giovani della formazio-ne professionale salesiana; al video hannofatto seguito delle brevi preghiere. Sono se-guiti i due interventi: uno affidato al respon-sabile per la pastorale del lavoro Don PieroSapienza, su “Il progetto di Dio sul lavoro”e un altro affidato al segretario generale del-la CISL di Catania, Alfio Giulio, su “Giova-ni, lavoro, sindacato”.

Don Piero ha evidenziato che la Bibbiaci mostra Dio al lavoro nella realizzazionedel creato, e la vocazione dell’uomo a prose-guire nella Storia l’opera creatrice di Dio,“coltivando e custodendo” il creato. Daquesta chiamata scaturisce la responsabilitàper l’uomo di fronte all’ambiente, deriva an-che il vero senso del progresso umano. A talproposito, è stata richiamata l’enciclica diBenedetto XVI, “Caritas in ventate”. Inol-tre, è stato sottolineato ai giovani che attra-verso il lavoro la persona umana realizza sestessa, provvede ai bisogni suoi e della pro-pria famiglia e collabora alla realizzazionedel bene comune nella società. Da parte suail segretario della CISL ha esordito preci-sando di essere in empatia con i giovani al-lievi metalmeccanici, dato che egli stesso èstato un operaio tornitore. Inoltre, ha sotto-

lineato la costante collaborazioneche c’è tra il sindacato e l’ufficio dipastorale del lavoro sui temi piùscottanti che la vita sociale pone,per vedere come la luce della dottri-na sociale della chiesa illumina que-ste grandi problematiche. Ciò vale,ad esempio, per le questioni dellasolidarietà, dell’associazionismo edella fraternità, che vedono al cen-tro la dignità della persona, con isuoi diritti e doveri. Alfio Giulio haspiegato l’attività dell’associazione“Giovani della CISL”, e si è collega-to alle indicazioni e allo spirito delrecente documento della CEI “IlPaese solidale. Chiesa e Mezzogior-

êê Da sin.: Prof. P. Quinci, DonP. Sapienza, Don F. Bongiorno,Mons. S. Gristina, sig. A. Giulio

e sig.ra R. Rotolo.

Page 49: Notiziario_aprile_2010

47Insieme

no”. Inoltre ha illustrato i termini essenzialidel “contratto di apprendistato”, certamentemolto utile ai giovani in cerca di prima occu-pazione. Ha sottolineato che “il lavoro si devecreare e lo si può fare con una buona forma-zione”, sfatando così il mito di aspettare passi-vamente, magari attraverso i giusti agganci po-litico-clientelari, un posto di lavoro. Il segreta-rio della CISL ha concluso il suo intervento di-cendosi certo che “investire sui giovani signifi-ca investire sulla crescita e lo sviluppo del fu-turo di tutti”. L’Arcivescovo Gristina ha com-mentato la parabola dei talenti proposta nellaliturgia della Parola. Ha sottolineato che la vi-ta è dono di Dio, e si deve spendere per il be-ne. Ogni giovane nel suo percorso formativodeve scoprire i talenti che il Signore gli ha re-

galato e farli fruttare al massimo. A conclusione della celebrazione,come di consueto, l’Arcivescovo ha consegnato ad ogni allievo

un’immaginetta-ricordo che riproduce la sacra famiglia al lavoro nella casa di Nazaret.

Catania, 12/03/2010

PPiieerroo SSaappiieennzzaa

éé Un momento di preghiera.

DDAA

LLLL

EE CC

AASSEE

SSAALL

EESSIIAA

NNEE

Da mercoledì 3 a venerdì 5marzo, presso il Palacannizzaro“Rosario Livatino” di Acicastel-lo, e patrocinato dalla RegioneSiciliana, dalla Provincia Regio-nale di Catania e dal Comune diCatania, si è tenuta la secondaedizione di “Orientamedia” salo-ne dell’orientamento. L’eventoha visto la partecipazione di circa40 istituti, tra enti di formazione,scuole pubbliche e private. È sta-ta sopratutto una sorta di festaricca e variopinta nella qualeogni Istituto d'istruzione secon-daria superiore ha mostrato ciòche di più interessante e proficuo per il futuro dei ragazzi può offrire.

Anche quest'anno il CNOS-FAP ha dato la sua adesione, portando all'interno della ma-nifestazione la presenza salesiana nella formazione professionale. Nello stand allestito con lacollaborazione delle quattro sedi operative, si sono alternati gli allievi dei centri CNOS dellaprovincia, dando mostra della loro professionalità nell'illustrare ai giovani delle scuole me-die, le attività che svolgono giornalmente nel loro percorso formativo.

IIII eeddiizziioonnee ddii ““OOrriieennttaammeeddiiaa””

CCNNOOSS--FFAAPP CCaattaanniiaa

Page 50: Notiziario_aprile_2010

GGuuaarrddaannddoo aallttrroovvee

RRiissuuoonnaa iill ggrriiddoo ddeell RReettttoorrMMaaggggiioorree:: HHaaiittii ddeevvee rriinnaasscceerree

Accompagnato da don Sylvain Ducan-ge, nuovo Visitatore di Haiti, e al suo prede-cessore, don Charles Jacques, Don Chávezha raggiunto Cap-Haitien, e di qui Fort Li-berté dove ha visitato l’opera salesiana, unascuola professionale, oggi l’unica ad avere inHaiti un corso di formazione per infermieri;l’altra è stata distrutta dal terremoto seppel-lendo tutto il personale in formazione.

A Thorland, sobborgo di Port-au-Prin-ce, a 12 km dalla capitale Don Chávez ha vi-sitato la sede del prenoviziato. Qui due pa-reti della grande palestra sono cadute, unapalazzina di tre piani, sede del centro giova-nile, è collassata afflosciandosi su se stessa. ISalesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice,avendo le rispettive opere contigue, hannomesso a disposizione i campi e i cortili perl’accoglienza degli sfollati. Grazie alla Prote-zione civile messicana e alla collaborazionedei Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatricea Thorland è operativo un campo di acco-glienza per 12.000 persone.

Sotto un tendone improvvisato il RettorMaggiore ha incontrato i giovani e le loro fa-

miglie. La gioiae la tristezzahanno tessuto letrame dell’in-contro. Visibil-mente commos-so, Gressier haincoraggiato ipresenti a impe-gnarsi per far ri-sorgere Haiti. Ilsuo appello,“Haiti deve rina-scere”, è risuo-nato ancora unavolta. Rivolgen-dosi ai Salesianie alle Figlie di

Maria Ausiliatrice ha detto “Sono fiero divoi per la disponibilità e l’opera di assisten-za che state attuando qui tra questa gente”.

Da: ANS, Port-au-Prince 14 febbraio 2010.

II ffuunneerraallii ddii mmoonnss.. CChheenniiss

Venerdì 19 marzoè scomparso, dopo al-cuni mesi di malattia,mons. Carlo Chenis,vescovo salesiano diCivitavecchia-Tarqui-nia. Ai funerali, nelpiazzale del porto sto-rico di Civitavecchia,erano presenti il card.Tarcisio Bertone, Se-

gretario di Stato, che ha presieduto la cele-brazione, il card. Agostino Vallini, Vicariodel Papa per la Diocesi di Roma, e il card.Francesco Marchisano, Vicario Generaleemerito del Santo Padre per la Città del Va-ticano. Sono intervenuti anche il RettorMaggiore dei Salesiani, Don Pascual Chá-vez, il suo Vicario, don Adriano Bregolin,don Fabio Attard, don Francesco Cereda edon Pier Fausto Frisoli.

IIll nnuuoovvoo ssiittoo ddeellllaa CCoonnggrreeggaazziioonneeSSaalleessiiaannaa:: ssddbb..oorrgg 22..00

In questi giorni il sito della Congrega-zione Salesiana – sdb.org – è migrato versoil Web 2.0. Una nuova interfaccia che celaun nuovo modo di comunicare e collegare ilmondo salesiano.

Quasi un anno di lavoro che ha visto im-pegnati don Julian Fox, il sig. Hilario Seo,del Dicastero per la Comunicazione Sociale,e gli operatori della “Ipermedia Servizi”, so-cietà di servizi informatici che da anni colla-bora con la Direzione Generale Opere DonBosco. Determinanti in alcune scelte i pare-ri e i suggerimenti pervenuti dai salesiani edai frequentatori del sito.

La novità non si ferma solo alla vestegrafica dell’interfaccia, ma si estende ancheal suo database interno, totalmente ripensa-to e riprogettato sui parametri del Web 2.0.

I responsabili del sito avvisano gli uten-ti, abituali e nuovi, a che è necessario rinno-vare l’iscrizione e che, anche nei prossimigiorni, sono possibili alcuni disagi dovuti al-la graduale messa on-line di tutto il sito.

48 Insieme

GGUU

AARR

DDAA

NNDD

OO AA

LLTT

RROO

VVEE

Page 51: Notiziario_aprile_2010

49

GGUU

AARR

DDAA

NNDD

OOAA

LLTT

RROO

VVEE

Insieme

II SSaalleessiiaannii nneell mmoonnddoo ssoonnoo 1155..995522

Presentati il 25 gennaio i dati statistici della Congregazione salesia-na aggiornati al 31 dicembre 2009. I Salesiani nel mondo sono 15.952,vescovi e novizi compresi.

Tra i temi che il Consiglio Generale sta studiando a conclusione deilavori della sessione plenaria invernale c’è stato anche lo studio sullestatistiche della Congregazione aggiornate al 31 dicembre 2009.

Dai dati pervenuti dalle 92 Ispettorie e Visitatorie, come sono chia-mate le circoscrizioni religiose in cui è organizzata la Congregazione,emerge che nel mondo i Salesiani professi sono 15.465, vescovi com-

presi. Il numero dei novizi presenti nei noviziati a fine dicembre 2009 è di 487. Il numerocomplessivo (professi + novizi) è di 15.952, -142 rispetto al 2008.

In dettaglio i professi perpetui sono 13.084, compresi i vescovi, 2.381 i salesiani con votitemporanei.

I neoprofessi coadiutori nel 2009 sono stati 39, pari al 8,95% del numero totale di neo-professi dell’anno. Il numero dei neosacerdoti nel 2009 è di 195.

Considerando le Regioni, date dall’insieme di più Ispettorie o Visitatorie, si osserva unacrescita più sensibile per la Regione Asia Sud. È pure in crescita la Regione Africa-Madaga-scar. La Regione Asia Est–Oceania è pressoché invariata. Le altre Regioni sono tutte in calo,più marcato in quelle europee.

Le Ispettorie e Visitatorie sono 92, una in meno al 2008 poiché la Visitatoria del Canada(CAN) è stata integrata nella Ispettoria Stati Uniti Est (SUE). Le Nazioni in cui i Salesiani diDon Bosco sono presenti sono 130. Nel corso del 2009 si è aggiunta la presenza nel Bangla-desh anche se non ancora canonicamente eretta.

Da: ANS, Roma 26 gennaio 2010.

IIll ccaarrdd.. MMaarraaddiiaaggaa vviissiittaa ee ssmmuuoovvee llaa LLooccrriiddee

Vari gli incontri avuti dal card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Te-gucigalpa, Honduras, e Presidente della Caritas Internazionale, durante una sua visita a Lo-

cri il 15 e 16 marzo. Costante la sua testimo-nianza di semplicità e di ascolto, forte l’invitoa fare della solidarietà la base della vita.

Con una grande carica di entusiasmo ilCardinale ha conquistato le centinaia di stu-denti delle scuole superiodi di Locri. I giova-ni, riuniti martedì mattina nell’Aula Magnadel Liceo Scientifico, hanno accolto e ascolta-to con attenzione straordinaria il presule. For-te interesse ha suscitato il suo appello sull’im-portanza degli ideali e sul coraggio di abban-donare la strada perversa della cultura consu-mistica per scegliere quella della ricerca del

bene, puntando a tre “satelliti” che orientano e danno senso alla vita: la Parola di Dio, l’Eu-caristia e la devozione alla madonna. Come risposta gli studenti hanno stipulato un “accor-do solidale” scegliendo di contribuire alla realizzazione di una scuola ad Haiti. Attratto dal-la musica e dal coro degli studenti il Cardinale non si è tirato indietro quando gli è stato con-segnato un sax e ha dato vita a una inaspettata performance musicale, suonando prima il pez-zo “Strangers in the night” e poi cantando un inno a San Paolo da lui stesso composto.

Locri, 18/03/2010

Page 52: Notiziario_aprile_2010

50 Insieme

IIll ssaalluuttoo aadd uunn DDeelleeggaattoo dd’’eecccceezziioonnee

GGrraazziiee,, ddoonn GGiioorrggiioo!!

Il 9 febbraio 2010, dopo un lungo periododi malattia e sofferenza, nella casa salesiana diPedara, assistito amorevolmente anche dalla so-rella FMA, sr. Concettina, sempre affettuosa ematerna, a cui lo univa un legame speciale, si èspento don Giorgio Roccasalva, lasciando unvuoto incolmabile nella Congregazione Salesia-na e in tutti coloro che l’hanno conosciuto e vo-luto bene.

Il suo stile di rapportarsi con gli altri eraunico: ti accoglieva con il suo dolce sorriso, ilsuo sguardo leale e limpido, sempre affettuoso,pronto ad ascoltarti e ad infonderti parole di in-coraggiamento. Così come si diceva di Don Bo-sco, ognuno si sentiva amato da lui. Brillante evivace personalità, spiritualità profonda e cari-smatica, possedeva capacità creative e organizza-tive, coinvolgendo tutti, valorizzando le qualitàdi ciascuno e rispettandone il ruolo, soprattuttoquello laicale. Era semplice e sereno, mite ma,nello stesso tempo, deciso, mai invadente, sem-pre delicato nelle relazioni con gli altri, infatica-bile, dava tutto se stesso per operare, da buon fi-glio di Don Bosco, nella vigna del Signore.

1977-1987: sono anni intensi in cui donGiorgio, ricoprendo incarichi ispettoriali impe-gnativi, Delegato dell’Associazione dei Coope-ratori, delle Missioni e della Famiglia Salesiana,imprime il suo segno distintivo e si prodiga nelfar crescere spiritualmente il laicato salesiano etutta la Famiglia Salesiana di Sicilia.

Per l’Associazione dei Salesiani Cooperato-ri quegli anni rappresentarono una fase storica.Infatti, dal Regolamento ad experimentum sipassò al Regolamento di Vita Apostolica, al-l’emissione solenne della Promessa, al periododi aspirantato ben articolato e all’erezione cano-nica dei Centri. Per diffonderne la conoscenza,il nuovo Regolamento dei Cooperatori venneconsegnato in vari contesti delle Chiese localied anche ai Vescovi di Sicilia. Fu un periodostraordinario per l’Associazione, ricco, intenso,fruttuoso per la formazione, fecondo di tantevocazioni di giovani Cooperatori che si contrad-distinguevano per quantità e qualità carismati-ca.

Don Giorgio, insieme ai Consiglieri Ispet-toriali, visitava e animava i centri dei Coopera-tori, trasmettendo entusiasmo per la missionecristiana e salesiana, favorendo la consa-

pevolezza della loro identità e vocazione (Coo-peratore = vero salesiano nel mondo). Si adope-rò, inoltre, affinché, presso ogni casa salesiana,si costituisse un Centro di Cooperatori; tale, in-fatti, era, in lui, la certezza dell’apporto proficuodel laico nella Congregazione Salesiana e nellaChiesa locale.

Gli incontri zonali ed ispettoriali, pianifica-ti anche nei particolari, si svolgevano in manie-ra organica e con cadenza sistematica. Promossenuove e significative occasioni di formazioneiniziale e permanente: il corso triennale per ani-matori dell’ACS, i campi residenziali per coppiedi sposi, per i giovani Cooperatori e aspiranti; ilriuscitissimo raduno residenziale dei Laboratori“Mamma Margherita” di Sicilia, i congressiispettoriali per i Consigli locali; oltre agli “stori-ci” Esercizi Spirituali a Zafferana, ideò quelli“alternativi”, per stile e autogestione. Ebbe at-tenzione anche per i Delegati e Delegate localidei Centri dei Cooperatori per i quali organizzòspecifici incontri. A quel periodo risalgono leConsulte locali di FS che implementarono ilsenso di appartenenza e di condivisione dellospirito salesiano.

Anche le gite e i pellegrinaggi estivi, cheDon Giorgio organizzava, erano momenti dicrescita per i Cooperatori della Sicilia, poichéponeva particolare attenzione a itinerari ri-levanti per spiritualità e cultura.

Formò e stimolò tanti Cooperatori ad esse-re presenti nelle Chiese locali e nella Consultadiocesana dell’apostolato dei laici, curò partico-larmente la specifica formazione dei Consiglieriispettoriali, che ebbe a fianco in stretta collabo-razione, attiva e partecipe. Orientò molti giova-ni alla vocazione salesiana, soprattutto laicale.

Curò, in modo instancabile e zelante, coin-volgendo la Famiglia Salesiana siciliana e realiz-zando una scuola di formazione “missionaria”per i laici, la prima spedizione missionaria SDBe laicale in Madagascar, facendone occasione disensibilizzazione spirituale. In quegli anni lacooperatrice di Ragusa, Maria Concetta Firrin-cieli, previa adeguata formazione, partì in mis-sione in Argentina a Trelew, la prima missionesalesiana gestita totalmente dai Cooperatorid’Italia.

MMaarrccoo PPaappppaallaarrddoo

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Page 53: Notiziario_aprile_2010

51Insieme

DDaa rriiccoorrddaarree

Omelia per il funerale in mortedi Don Emanuele Turinese

Palermo, 25 gennaio 2010

“Colori impa-stati di umanasofferenza”, è iltitolo di un corsi-vo della Sicilia,di cui non ho tro-vato la data pre-cisa, ma da si-tuarsi attorno al1975. Si riferiscead una mostrad’opere d’arterealizzatasi quial Don BoscoRanchibile inquell’epoca.L’espressione fa

riferimento diretto alle opere che don Turine-se esponeva regolarmente in occasione diquella rassegna. “Figurativo dai toni assaidelicati si serve del contrasto di due o tre co-lori impastati insieme, con somma sapienza,per trascinare l’attento osservatore nell’inti-mo di quella tematica – dolore, disperazione,amarezza, rassegnazione – che costituisceappunto l’essenza di fondo della sua produ-zione.

Don Turinese ci ha lasciati il 22 gennaio,dopo un prolungato periodo di malattia e disofferenza. Lo ricordo nel mio primo ed unicoincontro nel marzo dello scorso anno in occa-sione della mia prima visita ispettoriale alRanchibile. Si iniziò il colloquio nella miastanza, ma poi ci trasferimmo nella sua. Fa-ceva fatica a parlare e nonostante la stagio-ne fredda e il mattino pungente conversam-mo con la finestra spalancata. Poi lo lasciaiperché era evidente lo sforzo che lo mettevaa dura prova. Mantengo viva l’impressionedel mio primo incontro con lui: il suo voltoscarno, l’atteggiamento schivo e i segni evi-denti della sofferenza e della malattia. L’hoincontrato per l’ultima volta all’ospedale aiprimi di ottobre del 2009, con il direttore conEnzo Volpe. Disse di stare meglio e invitò en-trambi ad andare perché poteva stare da so-lo e non voleva essere di peso. Poi la saluteè andata man mano peggiorando fino all’ulti-mo ricovero e alla sua definitiva dipartita.Una vita lunga : 86 anni, 60 di sacerdozio e70 di vita consacrata salesiana.

Non ho potuto conoscerlo a fondo, nellalimitata frequentazione di poco più di un an-no, ma ho percepito il contatto con un uomodalla forte individualità, un educatore di gran-de esperienza e di lunga permanenza a Pa-lermo prima al Don Bosco Sampolo (1951-1971) e poi al Don Bosco Ranchibile (1971-2010)! Un salesiano appassionato di scuola,di materie umanistiche e d’arte. Un artistaapprezzato e dottissimo, come abbiamo ap-preso dalle parole del critico d’arte, che ag-giunge: “Le opere di Turinese hanno cometema dominante l’amara realtà della vita quo-tidiana dell’uomo, del povero uomo che lavo-ra, soffrendo tanto nel corpo, ma forse anco-ra di più nello spirito”.

Per tratteggiarne un profilo più compiutomi affido ad alcune espressioni della testimo-nianza scritta del prof. Filippone, docente quial Ranchibile e suo allievo.

“Il primo aspetto caratterizzante la perso-nalità di don Turinese era il suo stile raffinatoe signorile che manteneva con tutti coloroche intessevano una relazione con lui: alun-ni, famiglie, exallievi, commissari e presiden-ti di commissione (fu membro interno per cir-ca venticinque anni con risultati sempregrandiosi), provveditori e funzionari dellascuola, uomini politici. Con molti di loro man-teneva rapporti anche dopo averli conosciuti,telefonando a Natale e a Pasqua o mandan-do biglietti in circostanze liete o tristi. Questaeleganza del comportamento intendeva tra-smettere ai suoi ragazzi con l’esempio oppu-re creando delle situazioni in cui riusciva acoinvolgerli con vera maestria”.

“Avvicìnati alla sapienza con tutta l’animae con tutta la tua forza resta nelle sue vie.Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà;e una volta raggiunta, non lasciarla. Alla finetroverai in lei il riposo,ed essa ti si cambieràin gioia”.

Ho scelto questo brano dal capitolo 6 dallibro di Ben Sirac perché mi sembra una rap-presentazione sintetica dell’esperienza uma-na e cristiana di don Emanuele e si addicesoprattutto alla nostra personale riflessione emeditazione. La morte è ormai una esperien-za compiuta per il nostro confratello. Egli vi-ve ora in quel Dio in cui ha creduto e a cui haofferto generosamente tutta la sua vita. Que-sta morte, come ogni morte, parla piuttosto anoi che ancora siamo in vita, pellegrini versouna meta. È confortante e stimolante descri-vere il nostro cammino terrestre come una

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Page 54: Notiziario_aprile_2010

52 Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE appassionata ricerca della sapienza. Ci pro-

voca, mette in discussione il nostro presente,ci invita a non lascarci appesantire, ma acamminare seguendo le orme misteriose cheDio mette sulla nostra strada per vivere oggie sempre nella gioia, nella libertà interiore.

“… sento il bisogno profondo di dire lamia partecipazione nel ricordo affettuoso diun caro confratello che ha dato molto alla no-stra realtà del Ranchibile: le sue doti di uma-nità, cultura e arte più immediatamente per-cepibili nascevano da un intimo vissuto nelsegno della fede e della adesione profonda aCristo e a Don Bosco. Possano essere perlui ora gioia eterna anche i lunghi anni di si-lenziosa partecipazione alla croce di Gesù”.Così si esprime don Luigi Perrelli in un mes-saggio inviato ieri, dopo aver appreso dellamorte di don Turinese.

“Il secondo aspetto da evidenziare, riba-disce il prof. Filippone, fu la sua attenzioneper la disciplina: riusciva benissimo a con-temperare la sua gentilezza con la fermezzain classe ed in istituto. Non sopportava il di-sordine, se sentiva schiamazzi o applausiprovenienti da altre classi, sospendeva la le-zione e andava a controllare. All’uscita dellascuola si piazzava davanti alle scale e rim-proverava chi scendeva scorazzando. L’uni-ca volta in cui lo udii alzare la voce fu persgridare un mio compagno che era scesocorrendo, lo redarguì aspramente, ma daquell’episodio nacque un’amicizia che si con-solidò quando divenne nostro professore.Controllava i registri e i documenti con preci-sione assillante, quando, da docente, comin-ciai a scrivere i verbali, mi avvicinò per racco-mandarmi di non sbagliare, “la reputazione diuna scuola, mi diceva, comincia da questecose”.

Don Emanuele visse tutta la sua esperien-za e missione salesiana nell’ambito dellascuola, dove aveva raggiunto una capacità di-dattica e una passione d’insegnamento cosìchiaramente testimoniata dai suoi axallievi.

Era originario di Modica dove era nato il17 novembre 1923. Il papà Giuseppe eraebanista e lavorava in proprio. Lasciò vedo-va ancora giovane la moglie Maria Rosa chesi trasferì a Bengasi in Libia e, lei stessa il 13settembre 1939 con un breve scritto, lontanadal figlio, acconsente alla richiesta del figliodi farsi salesiano. Le tappe successive sonoquelle consuete e previste dal curricolo sale-siano. Il noviziato a San Gregorio dal 1938 al1939, con la prima professione il 21 novem-bre dello stesso anno. La filosofia e la teolo-gia a San Gregorio in frammezzate dal tiroci-

nio a Messina e a Catania Cibali. Ordinatosacerdote l’11 giugno del 1949 e dopo unbreve periodo a Catania, Cibali, fu trasferitoa Palermo dove rimase ininterrottamente dal1951 ad oggi. Conseguì il diploma magistra-le, il diploma d’arte e la laurea in lettere mo-derne.

Una dedizione a tutto campo a quellapreziosissima porzione della missione sale-siana che è la scuola. Significativa l’espres-sione di don Allegra, riportata dal prof. Filip-pone, in occasione di una grave malattia cheportò don Emanuele al coma e ad un fortuno-so ricovero al Gamelli di Roma: “Se don Tu-rinese muore finisce il Ranchibile”.

Una interpretazione molto personale del-la funzione insegnante, per la quale il valoreeducativo dell’insegnamento evidenziava lasua autonomia e la sua forza intrinseca. Pro-prio come educatore, amante del bello, arti-sta di grande valore, don Turinese interpretòin modo personalissimo il metodo di don Bo-sco che puntava sull’uomo per farne un buoncristiano ed un onesto cittadino.

“Grande coerenza e genuina spontaneitàcostituiscono….la complessa tematica cherende qualche volta l’opera del Turinese nonimmediatamente…gradita al superficiale os-servatore. Ma in fondo è proprio questo loscotto che ogni autentico artista è costretto adover pagare per non tradire in primo luogose stesso e quindi coloro ai quali rivolge ilsuo messaggio”.

“Il Signore è mia forza e mio canto. Hoposto in lui la mia fiducia”. Ci immedesimia-mo nei sentimenti del salmo 27, proclamatoin questa liturgia funebre e riconfermiamonella fede la certezza che Gesù è la risurre-zione e la vita. “Chi vive e crede in me nonmorirà in eterno”. La lunga e sofferta espe-rienza di don Emanuele, la sua consegna fi-duciosa al Dio della sua vita ci sono di stimo-lo e di esempio a cercare in Dio la sapienzadel vivere e del morire.

Rivolgo ai familiari presenti e alla comu-nità salesiana le mie personali condoglianzee rendo testimonianza della cura amorevolee dell’affetto con cui il direttore don Enzo e lacomunità tutta del Ranchibile hanno seguitol’ultimo tratto della vita di don Turinese. Lo af-fidiamo alla misericordia e all’abbraccio tene-ro ed amorevole del Padre, in comunionecon la Vergine Ausiliatrice e don Bosco.

Don Gianni Mazzali

Page 55: Notiziario_aprile_2010

53Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Messa di funerale di DonFrancesco Varagona - Profilo

Messina, 09.02.2010

Mi avevaconfidato nel col-loquio dell’ultimavisita prima diNatale la suaconsapevolezzadi essere a ri-schio, special-mente per il suocuore affaticato,ma di sentirsi se-reno e soprattut-to disponibile al-l’incontro con ilSignore. E il Pa-

dre lo ha accolto nelle braccia della sua tene-ra misericordia la sera di domenica 7 febbra-io, nell’ospedale “Piemonte”, qui a Messina,dove era stato ricoverato dopo un improvvisomalore. “Venerdì sera (5 febbraio), verso lafine della cena, notai che il suo volto mostra-va i segni di una evidente sofferenza, scrivedon Raimondo Frattallone nella sua testimo-nianza. Gli chiesi se desiderava consultare ilmedico; mi rispose che, pur sentendosi de-bole, non era il caso di disturbare nessuno.Si recò nella sua cameretta, dove la stessanotte si sentì molto male con i segni dell’in-farto”.

All’ospedale Piemonte gli sono state ap-prestate tutte le cure necessarie, data la gra-vità della sua situazione fisica. Riferisce donTonino Romano: “L’ultimo giorno che l’ho vi-sto è stato proprio il 6 febbraio alle ore 15.30.Siamo entrati nella cameretta dell’ospedalePiemonte; appena mi ha visto ha avuto unsussulto, mi ha stretto la mano e, nonostan-te che la mascherina dell’ossigeno gli copris-se la bocca, mi ha detto: Grazie. Sono uscitoin fretta perché la commozione era tanta enon volevo che se ne accorgesse.

Don Francesco ci ha lasciati, nonostantela sua età (avrebbe compiuto 84 anni il 19marzo) inaspettatamente, proprio con quelsuo stile riservato, silenzioso, discreto. DonAronica, che con lui ha condiviso gran partedella vita e missione salesiana, ricorda gli ul-timi incontri con i confratelli la mattina delladomenica 7 febbraio :”I confratelli che lo visi-tarono in ospedale, lo trovarono sorridente,sereno, tanto che pensarono che si fosse ri-messo, grazie alle cure dei sanitari, dall’infar-to che lo aveva colpito”.

La sua dipartita è stata un tranquillo ad-dormentarsi in Dio con quella serena e invi-diabile armonia di atteggiamenti e di stile divita che hanno contraddistinto la sue espe-rienza umana, sacerdotale e salesiana. Unuomo che ti colpiva per la sua discrezione eil suo equilibrio e soprattutto infondeva ri-spetto e pacatezza. No ho avuto modo di co-noscerlo a fondo, ma nei brevi momenti dicontatto ho percepito di essere a contattocon un uomo che, dalla vita e dall’insegna-mento, aveva egli stesso imparato la grandelezione dell’affidamento, dell’abbandono fi-ducioso nelle braccia materne e paterne diDio.

Scorrere le tappe della sua vita equivalea meditare su di una vita semplice, piana,senza particolari variazioni. Un grande edunico tema vitale modulato sulla fedeltà aDio, sul rispetto rigoroso verso il prossimo,specie i suoi allievi e sul rigore intellettuale emetodico nella conoscenza, nello studio enell’insegnamento della Parola di Dio.

Ribadisce con efficacia don Tonino Ro-mano: “Il suo stile scarno ed essenziale nel-le lezioni, la precisione concettuale, l’accura-ta sensibilità per la fedeltà al magistero ec-clesiale, lo rendevano incredibilmente acribi-co e puntiglioso. Il ritmo incalzante delle suelezioni ha portato buoni frutti: lo studio dellateologia, provato al crogiolo della sua intran-sigente disciplina, ha affinato in noi studentil’arte dello studio biblico e la pazienza nel sa-pere attendere i risultati che dovevano esse-re “imparziali e privi di compromesso”. Ricor-do in modo particolare alcune sue profondelezioni sulla Lettera ai Romani e sulle Lettereai Corinzi; non nascondo che talvolta si leg-geva nei suoi occhi molta commozione nel-l’esegesi di quei passi biblici.

Una esperienza vitale “classica” quella didon Francesco, quasi un modello di curricu-lum sacerdotale e salesiano. Era nato a Mar-sala il 19 marzo 1926 e lì conobbe l’opera ela vita salesiana, frequentando, come ester-no per due anni, dal 1939 al 1941, comeaspirante l’Istituto Salesiano Casa della Divi-na Provvidenza. Nella sua nitida e precisagrafia scrive così al suo direttore don ScelsiPaolo: “Sentendo vivo il desiderio di far par-te della Congregazione Religiosa di SanFrancesco di Sales, seguendo così la chia-mata del Signore allo stato religioso tra i figlidi don Bosco(…) vengo a pregarvi di volermiammettere come chierico al noviziato di SanGregorio di Catania per il prossimo anno1941-42. Lo accompagneranno giudiziosempre lusinghieri e positivi dei suoi formato-

Page 56: Notiziario_aprile_2010

54 Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE ri: capacità intellettuali, diligenza, spirito di

sacrificio, molta pietà, carattere mite e rifles-sivo.

E seguono i passi rituali della formazionesalesiana: prima professione il 16 agosto1942, il primo anno di filosofia a San Grego-rio (1942-43), il secondo anno a Modica(1943-44), dove lo studentato si era trasferi-to a motivo del conflitto bellico mondiale, ilcompletamento della filosofia e il tirocinio aCatania, Cibali (1944-48), il conseguimentodella maturità classica a Palermo e lo studiodella teologia a Roma all’Università Grego-riana (1948-1952), con l’ordinazione presbi-terale il conseguimento della Licenza in Teo-logia nel 1952, il proseguimento degli studipresso l’Istituto Biblico e il conseguimentodella Licenza in Sacra Scrittura nel 1954.“…non conseguì la laurea, testimonia donAronica, perché mandato nel nostro studen-tato di teologia in Inghilterra che aveva ur-gente ed assoluto bisogno di un professoredi S. Scrittura. Insegnò in Inghilterra dal 1954al 1958 e in quegli anni fu in grado di acqui-sire una pregevole conoscenza della linguainglese.

E poi don Francesco fu a Messina, la suacittà di adozione, il suo unico luogo di apo-stolato ininterrottamente dal 1958 alla suamorte. Cinquantadue anni di permanenzanello Studentato teologico prima al San Luigidal 1958 al 1965 e poi al San Tommaso. Fuconsigliere per oltre dieci anni, preside neglianni dell’affiliazione dell’Istituto San Tomma-so all’UPS, economo per un anno, per lungotempo membro del Consiglio della comunità,sempre apprezzato insegnante e nell’ultimaparte della sua vita confessore e direttorespirituale. Apprezzatissima ed efficace la suadirezione della colonia della Playa a Cataniadurante l’estate ed anche il suo ministero dicappellano della comunità filippina di Messi-na per un decennio.

Le testimonianze che ho potuto racco-gliere mi consentono di vergare i tratti essen-ziali della profonda personalità umana, reli-giosa e sacerdotale di don Varagona.

Il suo equilibrio e la sua metodica intelli-genza definiscono i caratteri della sua attivitàaccademica. “Insegnante molto stimato, sot-tolinea don Frattallone, preparava scrupolo-samente le lezioni, scegliendo con cura i ma-nuali da adoperare ed offrendo agli allievi lenecessarie integrazioni: dispense, incontri dicolloquio, pre-esame per quanti volevano ve-rificare la loro preparazione” Sensibile allelingue si dimostrava particolarmente attentoad offrire aiuto agli studenti stranieri che fati-

cavano con l’italiano “Nel suo insegnamentoscolastico andava all’essenziale con mirabileprecisione, metodicità e penetrazione: le suelezioni di Sacra Scrittura ebbero sempre pie-no successo, ma egli fu esigente nel preten-dere impegno e corrispondenza da parte de-gli allievi”, conferma don Aronica.

Il ritmo ordinato e preciso della sua gior-nata era una testimonianza silenziosa ma ef-ficace della sua autenticità di religioso sale-siano e di sacerdote. Diremmo oggi, con unafrase paradossale: “Don Varagona era unprete che ci credeva”. Uomo di preghiera, diesempio ai chierici per la sua fedeltà e pun-tualità. Prete autentico che viveva, anchecon precisione liturgica, la sua Eucaristiaquotidiana, che prolungava nel frequente col-loquio con Dio davanti di Tabernacolo.

La sua timidezza non generava distacco,ma favoriva in lui contatti delicati, rispettosiche evidenziavano la sua padronanza, il suoautocontrollo, la sua capacità di leggere, co-me sottolinea don Aronica, con ironia ognievento. Un uomo nobile che ispirava fiduciaed autorevolezza: un maestro esigente ed unpadre affidabile. “Di lui ho sempre un ricordobellissimo dei mesi passati in Madagascar,conferma Mons. Saro Vella. Anche nellasperduta e dimenticata Ankililoaka ha dato ilmeglio di sè stesso: un amore sincero eprofondo per i giovani confratelli e per la gen-te più povera”.

“Don Varagona è tra gli epigoni dei sale-siani “vecchio stampo”. La sua generazionesi è distinta per l’amore a don Bosco e per illavoro assiduo, serio e senza pretese”, con-clude felicemente la sua testimonianza donRomano. Mentre estendo le mie condoglian-ze ai familiari, al direttore e confratelli tutti delSan Tommaso, che lo hanno curato amore-volmente, desidero esprimere un desiderio:che questo “vecchio stampo”, mantenga lasua forza e vitalità e si trasformi in uno stam-po perenne di virtù e di formazione per tantigiovani e salesiani negli anni a venire

Don Giuseppe Costa, nel suo breve mes-saggio di partecipazione mi offre lo spuntoper concludere il mio dire. “Perdo un mae-stro, diventatomi nel tempo amico sulla terra,ma sono certo di acquistare un fratello in cie-lo”. Davvero vogliamo serbare nel cuore il ri-cordo di don Francesco: maestro, amico afratello, certi di incontrarlo, con il suo solitosorriso appena accennato e profondo, condon Bosco e tanti fratelli nella gioia eternadel Paradiso.

Don Gianni Mazzali

Page 57: Notiziario_aprile_2010

55Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Omelia del funerale diDon Giorgio Roccasalva

Pedara, 10.02.2010

“Padre, vo-glio che quelliche mi hai datosiano anch’essicon me dovesono io, perchécontemplino lamia gloria”:Questa espres-sa volontà digioia perenne edi contempla-zione dellagrandezza diDio da parte di

Gesù per i suoi amici è stato il messaggioconsolante della pagina del Vangelo pro-clamata oggi. Don Giorgio è ora piena-mente con Gesù, nella gioiosa e luminosacontemplazione di quel Dio a cui ha con-segnato tutta la vita. Ne siamo certi. Il lun-go calvario di questi anni, già profilatosi aRagusa nel 2006, è stato un cammino elo-quente, sofferto, certamente accettato dipurificazione e di conformazione al Cristosofferente.

Strappava il cuore visitare don Giorgioqui a Pedara e constatare giorno dopogiorno la devastazione che il male incura-bile e inarrestabile operava nel suo fisico,nella sua percezione, in tutte le sue facol-tà. Non era facile comunicare. Ci si rende-va conto che si comunicava con il cuore ea sprazzi il suo sorriso dolce e disarmante,il lieve aggrottare delle ciglia, qualche pa-rola ancora accennata indicavano che erapresente, che capiva, che sentiva la cura,l’affetto, la partecipazione attorno a sé. Lasorella Concetta, figlia di Maria Ausiliatri-ce, è stata un vero angelo per don Giorgio,con la sua costante presenza, il suo affet-to, le sue cure, il suo stimolo di sorella e inqualche modo, anche per l’età più adulta,di mamma. Questo terribile morbo, chetante vittime miete ancora, ha privato pre-maturamente la nostra ispettoria di unapresenza bella, significativa, incoraggiantedi salesiano innamorato dei giovani e cosìfraterno E dolce con i confratelli.

“Stai unito a lui senza separartene,

perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.Accetta quanto ti capita e sii paziente nel-le vicende dolorose, perché l’oro si provacon il fuoco e gli uomini ben accetti nelcrogiuolo del dolore”.

Ci confortano queste umane espres-sioni del libro di Ben Sirac, proclamate nel-la prima lettura. Il mistero di un male inar-restabile ha fatto di don Giorgio una imma-gine credibile di Gesù sofferente, in unaaccettazione dolce, mite della sofferenza.L’oro della sua profonda e pacata umanitàè stato provato in modo così evidente dalfuoco di una sofferenza continua che lo haprivato di tutte le sue funzioni, isolandoloin un mondo a noi sconosciuto. È statodavvero un crogiolo di grande dolore e disofferenza per lui e per chi gli era vicino egli voleva bene, ma anche una trasparen-te testimonianza di abbandono totale, diresa incondizionata alla volontà di Dio. Re-citando il rosario con i confratelli, in occa-sione delle mie visite, lo guardavo a voltecon attenzione. Il volto generalmente sere-no, immerso in un’altra realtà, il muoverelieve e continuo delle mani, delle dita, qua-si alla ricerca di qualcosa, il ricomporsimodesto e la sensazione della sua assen-za da una realtà che ormai gli era estra-nea, quasi che già appartenesse ad un al-tro mondo.

Gli ultimi mesi sono stati di sofferenzae di apprensione per tutti, in quella alter-nanza di gravità e di ripresa, in cui si dibat-teva nel suo letto di dolore.

Una bella esperienza salesiana quelladi don Giorgio. Un confratello sereno, im-pegnato, stimato ed apprezzato da tutti.Conobbe don Bosco a Modica, dove è na-to il 19 aprile del 1938. Modica si è con-traddistinta e si contraddistingue ancoraper il suo amore a don Bosco e ai suoi fi-gli ed è stata anche generosa di belle eforti vocazioni sia per i salesiani che per fi-glie di Maria Ausiliatrice.

Dopo le elementari a Modica, frequen-tò l’allora ginnasio a Pedara dal 1949 al1953. Ancora giovanissimo fece domandae fu ammesso al noviziato presso la comu-nità salesiana di San Gregorio ed emise laprima professione il 16 agosto 1954. Se-guono poi le tappe consuete della forma-zione salesiana: la filosofia a San Grego-rio (1954-1957), il tirocinio a Palermo,

Page 58: Notiziario_aprile_2010

56 Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE Sampolo per un anno (1957-58) con il

conseguimento del Diploma magistrale adAcireale e due anni a Marsala (1958-1960), gli studi teologici a Messina, SanLuigi (1960-1964) e l’ordinazione presbite-rale a Messina il 19 marzo 1964.

Inizia poi il periodo intenso e fecondodella sua missione salesiana nelle operedella Sicilia, pienamente impegnato nellamissione per i giovani. Ritornò a Pedaraper 4 anni (1964-69) come consiglierescolastico. Poi per un anno fu a Roma-Ge-rini per conseguire la Licenza in SacraTeologia, presso l’Università del Lateranoe subito si immerse nuovamente nel lavo-ro. Fu ad Alcamo prima consigliere e poidirettore fino al 1977. Fu direttore amatoed apprezzato a Barcellona dal 1988 al1994 e poi ancora dal 1997 al 2000, dopodue brevi permanenze a San Gregorio e aSan Filippo Neri. A Ragusa donò le sue ul-time fatiche di mente e di cuore come par-roco per sei anni e poi ancora per un an-no, durante il quale il mordo di Alzheimercominciò a dare i suoi primi segni devasta-tori. Pedara lo accolse nel 2007 e lo ha ac-compagnato fino all’abbraccio amorevoledel Padre celeste.

Don Giorgio è stato un uomo di spicconella compagine dell’ispettoria sicula. Uncampo in cui ha dato moltissimo ed ha la-vorato con passione ed intelligenza è sta-ta l’Associazione dei Salesiani Cooperato-ri di cui è stato delegato ispettoriale perben 11 anni. Tanti laici ricordano il suo trat-to dolce, paterno, accondiscendente e lasua presenza rispettosa e stimolante. Lastima dei confratelli lo segnalò anche al-l’ispettore di allora don Troina che lo pro-pose al Rettor Maggiore per la nomina diconsigliere ispettoriale che ricoprì dal1994 al 1997, con l’incarico specifico didelegato della pastorale giovanile. Tuttihanno visto in don Giorgio un uomo deigiovani, presente in modo salesiano inmezzo a loro, capace di visione e conapertura progettuale. Alcuni dei suoi gio-vani, oggi adulti, ricordano come facessedi tutto per coinvolgerli nel progettare lapastorale, l’oratorio, il protagonismo giova-nile nel MGS.

Don Roccasalva è stato soprattutto unuomo buono. Una bontà e tranquillità natu-rali che gli vengono riconosciute fin dai pri-

mi anni a Pedara e unanimemente da tuttii suoi formatori ma anche frutto del suo la-vorio spirituale e della sua conformazionesempre più visibile al Signore Gesù. Uneducatore e sacerdote mite, sereno, di-sponibile a rispettare i ritmi e schivo daquell’ attivismo frenetico e talvolta impa-ziente, da cui spesso noi salesiani ci la-sciamo prendere. Qui dovrei tacere e la-sciar parlare tanti confratelli, giovani eadulti che lo hanno conosciuto, gli hannocamminato accanto, hanno da lui ricevutodel bene e lo hanno contraccambiato conaffetto e riconoscenza.

“Voi che temete il Signore, confidate inlui, e la vostra ricompensa non verrà me-no. Voi che temete il Signore, sperate neisuoi benefici, nella felicità eterna e nellamisericordia, poiché la sua ricompensa èun dono eterno e gioioso”. L’Eucaristia chestiamo celebrando è garanzia per noi e so-prattutto per don Giorgio della certezzadella ricompensa di Dio. La nostra pre-ghiera è piena di speranza che nel seno diDio si è ricomposta l’immagine felice e se-rena del nostro fratello, che era andata di-sfacendosi nell’ultimo e sofferto tratto del-la sua vita terrena. Dio non si lascia supe-rare in generosità e ricolma eternamente isuoi figli della sua misericordia, della suatenerezza.

Esprimo le mie sincere e personalicondoglianze, interpretando anche il senti-mento dei confratelli dell’ispettoria sicula,ai familiari, in particolare all’affettuosa epremurosa suor Concetta, al direttore econfratelli della comunità di Pedara che hovisto sempre così dediti e affettuosi neiconfronti di don Giorgio, al personale del-l’infermeria che si è prodigato senza ri-sparmio in questi anni e soprattutto negliultimi mesi.

“In pace mi corico e subito mi addor-mento, perché tu solo, Signore, mi fai ripo-sare”. Grazie don Giorgio di tutto, soprat-tutto del dono che sei stato a tante perso-ne, a tanti cooperatori, a tanti giovani. Gra-zie del tuo sorriso lieve, ma intenso. Gra-zie per quello sguardo tenero che infonde-va simpatia e rispetto. Dopo questa este-nuante fatica, ti sappiamo sicuro nel dolceriposo di Dio, per sempre.

Don Gianni Mazzali

Page 59: Notiziario_aprile_2010

57Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Omelia per la messa di funeraledi Don Calogero Falzone

Zafferana, 23.02.2010

La morte habussato con fre-quenza alla por-ta della nostracomunità ispet-toriale in questiultimi giorni.Umanamentepercepiamo ilfluire dei giorni, ilmistero della vitache nasce e chemuore al di làdei nostri desi-deri e dei nostricalcoli. Nella fede sentiamo che Dio ci parla,ci invita, forse ci costringe anche ad andarepiù a fondo, a cercare il senso ultimo dellanostra avventura umana, del nostro pellegri-naggio terrestre.

“Dopo che questa mia pelle sarà distrut-ta, già senza la mia carne vedrò Dio”, ci hasuggerito Giobbe, provato nel corpo e nellospirito, nel brano proclamato nella prima let-tura. Sentiamo che sono le parole che pro-nuncia oggi don Calogero in mezzo a noiche viviamo nel dolore e nella speranza lasua dipartita. Anzi siamo certi che questo no-stro fratello è già rapito nella visione di Dio egode nell’amore, dopo la purificazione dellasua lunga sofferenza.

Certamente gli ultimi anni di don Caloge-ro sono stati anni di dolore e di solitudine sul-la sua sedia a rotelle, con quel suo sguardofisso, gli occhi quasi protesi in avanti. Negliultimi anni non era possibile comunicare alungo con lui, ma al contatto si percepiva cheera presente e che gradiva il saluto, il gestodi affetto, il bacio, la vicinanza fraterna. Il do-ver dipendere e spendere le sue ore a lettoo su di una sedia a rotelle sono stati per luiuna lunga prova, una sfida alla sua umanità,un sofferenza che non era sempre facile ac-cettare. E’ stato un cammino penitenzialeche molto ha insegnato anche a noi sul sen-so profondo della vita e sulle cose hannodavvero valore. Chi gli era vicino ha certa-mente avvertito la sua umanità, ma soprat-tutto quel mistero umano che svela la nostrafragilità e il nostro bisogno.

“Io lo vedrò, io stesso. I miei occhi locontempleranno e non un altro”. Questa èoggi la nostra certezza. Don Calogero, in

una dimensione corporale nuova, senza gliappesantimenti terreni, è immerso nella con-templazione di quel Dio che lo ha chiamatoe a cui ha donato tutta la sua vita. Una cer-tezza anche per noi, un invito dolce e fermoa guardare verso il cielo e a non lasciarci ap-pesantire dalle cose della terra.

Una avventura umana certamente variaed interessante quella di don Falzone cheancora giovane dalla sua Sicilia, dove eranato a Camastra il 2 aprile 1926, si spostanel continente dove lo troviamo,( e dai pochidocumenti disponibili non è dato sapere ilperché), nell’Istituto Salesiana di Gaeta nel1940 fino al 1942. Gaeta faceva parte del-l’ora Ispettoria Centrale, una ispettoria volu-ta dai superiori per le missioni e forse nelgiovane Calogero vi era il desiderio di anda-re in missione. In effetti si sposta poi in Pie-monte a Penango, aspirantato missionarioper eccellenza, dove trascorre due anni dal1942 al 1944. E’ poi ammesso al noviziatoche fa a Villa Moglia, presso Chieri e checonclude con la sua prima professione il 16agosto del 1945. Sono gli anni duri dellaguerra che non impediscono che egli conti-nui nelle tappe della sua formazione con lafilosofia a Foglizzo (vicino a Torino) dal 1945al 1947, poi il tirocinio un anno a Roma e poi,e qui forse si spiega la sua vocazione mis-sionaria, due anni a Cuba, a Camaguey(1948-50). Rientra in Italia per gli studi diteologia a Torino Crocetta che conclude conl’ordinazione presbiterale il 1 luglio del 1954e nello stesso anno il conseguimento della li-cenza in teologia. La documentazione scar-na rivela di don Calogero una personalità vi-vace, volitiva, una bella intelligenza e una di-sponibilità al sacrificio.

Trascorse un anno a Roma, al Forte Pre-nestino, forse nel lavoro tanto meritorio deldopoguerra tra i ragazzi più bisognosi di Ro-ma, i cosiddetti “sciuscià”, poi rientra defini-tamente in Sicilia dove lo vediamo impegna-to come economo, consigliere, vicario in va-rie comunità: Mazzarino, Marsala in due di-versi periodi, Messina Giostra, Randazzo,dove fu direttore dal 1983 al 1986, San Ca-taldo prima per un breve periodo e poi perlunghi anni al Fascianella dal 1986 al 1998.Traferito per qualche anno a Caltanissetta,raggiunse poi, per motivi di salute questa co-munità di Pedara dove è rimasto dal settem-bre del 2006.

Una lunga vita salesiana che lo ha vistoimpegnato nell’oratorio, nelle colonie estive,nella scuola, nell’insegnamento della religio-

Page 60: Notiziario_aprile_2010

58 Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE Ricordo di Don Rosario Vasta

Nato a Pe-dara (CT) il 9giugno 1918;prof. a San Gre-gorio il 14 set-tembre 1934;sac. a Catania il9 marzo 1947; †a Pedara il 5marzo 2010.Sepolto a Peda-ra.

Dopo lescuole elementari comunali, frequentò daesterno il collegio di Pedara e vi studiò icorsi ginnasiali. Nel 1931 passò a S. Gre-gorio e vi fece l’aspirandato. Nel 1933 iniziòil noviziato. Emessi i voti, studiò filosofiaper un anno a S. Gregorio e continuò a Ro-ma alla Gregoriana per altri tre anni. Rien-trò in Sicilia e S. Gregorio fu la casa del suotirocinio per tre anni. Ancora alla Gregoria-na i primi due anni di teologia, gli altri a Mo-dica Bassa. Ordinato, ha fatto un po’ di tut-to: insegnante a Barriera, a S. Gregorio, alS. Tommaso, a Pedara; prefetto al S. Tom-maso; economo a Pedara; direttore a Zaf-ferana e nella casa ispettoriale; fu il primovicario ispettoriale, fu vicario anche a Pe-dara, al S. Filippo Neri Nuovo; infermiere aCibali; bibliotecario in ispettoria, al S. Filip-po Neri. Dal 1996 fu a Pedara.

Aveva il cuore aperto e disponibile. Lacorona del rosario sempre in mano e queldolce sorriso che esprimeva comprensio-ne, partecipazione e delicatezza d’anima.

Don Saro Vasta, presenza umile, di-screta ma punto di riferimento per tanti con-fratelli, che hanno visto in Lui una testimo-nianza di fede, di fedeltà e di impegno co-stante nei diversi ruoli che l’obbedienza glichiedeva. Confratello intelligente e di ele-vata cultura non mai ha mostrato alcun se-gno di esibizione e presunzione.

Tutte le sue doti umane e religiose so-no state vissute sempre a servizio degli al-tri. È stato il primo vicario ispettoriale. Egliha svolto questo ruolo come umile soste-gno dell’Ispettore, collaborando pienamen-te con lui nell’azione di governo.

Vero figlio di don Bosco si è fatto sem-pre e con chiunque tutto a tutti.

Don Antonino Rubino

ne nelle scuole pubbliche, nella parrocchie.Si è sentito realizzato come salesiano e ciòè anche indicato da lui espressamente nellasua scheda personale. Tanti giovani che lohanno avvicinato hanno certamente potutogodere della sua presenza, della sua dispo-nibilità e della sua dedizione. Il legame conla scuola del Fascianella a San Cataldo fuda lui sentito in maniera molto forte, ancheper i lunghi anni che vi trascorse e fu una sof-ferenza doversene distaccare, nella prospet-tiva della chiusura di quella presenza scola-stica.

“Io sono il pane vivo disceso dal cielo.Chi mangia di questo pane vivrà in eterno”Ci sostengono queste parole di Gesù nellacontemplazione del mistero della morte di unnostro fratello che ha ricevuto da Gesù stes-so il dono di essere sacerdote e quindi di es-sere ministro, nella persona di Cristo, di que-sto pane che da la vita eterna. L’Eucaristiache stiamo celebrando in morte del nostrofratello è per noi, che ancora siamo pellegri-ni su questa terra, pegno di quella vita eter-na che è ora la condizione felice del fratelloa cui diamo il nostro arrivederci.

Ho scelto come ritornello del Salmo re-sponsoriale l’espressione del Salmo 34:“Questo povero grida e il Signore lo ascolta”,perché mi suggerisce molto della persona didon Falzone così come ho avuto modo dipercepire, accostandomi a lui. Mi dava l’im-pressione che nel suo sguardo fisso, a voltedifficile da interpretare, si leggesse il grido didolore e di speranza verso il suo Dio. Un Dioche gli ha chiesto, sul finire dei suoi giorni,un cammino in salita, di sofferenza, di solitu-dine, di isolamento.

Il Signore ha ascoltato il tuo grido, carodon Calogero, e ti ha chiamato finalmente vi-cino a sé. Ti vediamo luminoso, sorridente,nel seno di colui che ti ha scelto per esseresegno del suo amore per gli uomini e soprat-tutto per i giovani.

Esprimo le mie condoglianze ai familiariche so già provati da una recente dipartita eil mio grazie commosso al direttore e confra-telli della comunità di Pedara, al personaledell’infermeria che con paziente amorevo-lezza hanno accompagnato il nostro confra-tello al suo ultimo traguardo.

La Vergine Ausiliatrice continui a proteg-gerci con la sua tenerezza materna nel cam-mino verso la patria che tutti ci attende.

Don Gianni Mazzali

Page 61: Notiziario_aprile_2010

59Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Profilo per il funerale diDon Marino Peditto

Catania, 27.03.2010

“Nel 1968 in conseguenza della tentatainvasione cinese dell’Assam, il Governo In-diano mi invitò a lasciare la pianura dell’As-sam perché straniero in una zona ormai di-ventata di frontiera. Mi diede la possibilità diandare in uno dei tre stati indicatimi, ma indue di essi non c’erano missioni o case sale-siane e nel terzo c’era solo uno studentatoteologico nel Sud. Passare tutta la mia vita inuno studentato? Ricominciare ad impararealtre lingue…Chiesi perciò di tornare in Ita-lia”, così scriveva don Marino, affidando adun promemoria senza data il tracciato essen-ziale della sua vita e della sua vocazione”.

La vocazione missionaria è stata certa-mente una dimensione significativa della suapersonalità salesiana e sacerdotale. Avevafatto domanda di andare in missione nel1940, subito dopo il noviziato a San Grego-rio, dove aveva atteso di emettere i primi vo-ti a causa della giovane età. Don Marino eranato infatti a Messina il 19 dicembre del

1923, aveva fre-quentato i primianni di ginnasioa Pedara e poi a17 anni avevaprofessato comesalesiano. Dopogli studi di filoso-fia, coronati conla maturità clas-sica, il tirocinio egli studi teologicia Catania coin-cisero con il pe-riodo della se-

conda guerra mondiale e, conclusosi il con-flitto bellico, fu consacrato sacerdote il 15giugno 1947.

In quello stesso anno, in una sera d’esta-te “dopo sette anni dalla domanda, mi fu con-segnata la lettera in cui il Rettor Maggiore,così scrive don Marino, mi inviava nell’As-sam…perdetti del tutto l’appetito…perchénon mi vennero in mente le anime da salva-re ma i serpenti velenosi, le tigri, gli elefantiselvaggi (cose che poi tutte ho incontrato), lesanguisughe, le ,malattie, il colera, la lebbra,la dissenteria, le distanze enormi da coprirea piedi… Il direttore, Don Pilato, se ne accor-se e, dopo cena, mi disse “Se non ti senti diandare, ti faccio rimanere in Italia”. “No, gli ri-

sposi, la lettera è arrivata, andrò in India”.Il suo apostolato missionario si svolse

nella grande pianura alluvionale del Brama-putra, l’immenso fiume del nord-est dell’In-dia, tra le tribù mongoliche di quella vasta zo-na e gli adhivasi, popolazione disprezzata eal di fuori del sistema delle caste. Anni di in-tenso apostolato tra popolazioni tribali, fon-damentalmente aperte alla fede cristiana edisponibili nei confronti dei missionari, veripionieri della fede ed anche dello svilupposociale e umano.

Già ho fatto cenno al suo rientro in Italianel 1968. Seguono quattro anni in cui fu di-rettore a Mazzarino dal 1969 al 1970. Unaesperienza non facile che lasciò tracce diamarezza nella sua esperienza salesiana eche lo indusse a chiedere un anno di riposopresso i suoi familiari a Messina in collega-mento con l’Istituto San Tommaso.

Ripresosi l’obbedienza gli assegnò l’inca-rico pastorale della chiesa dei Salesiani diTaormina dal 1971 al 1973. Si profilò poi lapossibilità di un rientro in India. “In Sicilia mitrovavo come un pesce fuor d’acqua. Scrissiprima in India all’ispettore dell’India Nord-este poi al vescovo di Shillong e mi risposero fa-vorevolmente”.

Ottenne il visto turistico ed acquistò il bi-glietto di sola andata per l’’India. Recatosi aRoma in un breve contatto con l’allora RettorMaggiore, don Ricceri, siciliano di Mineo, e ilConsigliere per le missioni, don Bernardo To-hil, si rese conto che le cose in Assam eranocambiate e non era più possibile per lui rien-trare in missione. Concluse questa fase con-vulsa ed anche amara della sua vita con unafrase lapidaria: “Devo rimanere in Sicilia”.

L’ispettore di allora lo nominò parroco diModica Alta, a sostituire don Re, morto in unincidente. “Da quel momento, scrive don Ma-rino, iniziò per me un cammino nella “Novitàdella Verità o meglio la “Novità di vita”. Conquesta espressione Don Peditto riassume unlungo tragitto spirituale e pastorale nella suamissione di parroco, nello sforzo quotidianodi migliorare la qualità della vita cristiana deifedeli a lui affidati. Dopo vari tentativi e acco-stamenti provvisori, dubbi e incertezze,l’esperienza di una interpretazione in linguadata da una persona illetterata, lo convinsedella attendibilità e credibilità spirituale deiprimi gruppi del Rinnovamento dello Spiritoche cominciavano a prendere piede allora inItalia. “Mi sono detto: in questa assembleaagisce lo Spirito Santo. Caro Marino, da’ unascrollatina alle tue idee. Se lo Spirito Santoopera in persone illetterate, ma umili, perché

Page 62: Notiziario_aprile_2010

60 Insieme

DDAA

RRIICC

OORR

DDAA

RREE

Ricordiamo i familiari defunti di confra-

telli: il fratello del sig. Ribbeni; la sorella di

Don Urso, il fratello di Don Maiolino e il

fratello di Don Astuti.

MMoommeennttii lliieettii::

Il 16 febbraio 2010 Don Domenico

Luvarà e Don Arnaldo Riggi hanno con-

seguito il Master di 1° livello “Responsa-

bili/Coordinatori di Oratorio” presso

l’Università Pontificia Salesiana (Facoltà

di Scienze dell’Educazione/Istituto di

Metodologia Pedagogica).

non posso imparare anch’io a ricevere que-sto mistero antico e sempre nuovo che vienerivelato solo agli umili e semplici di cuore”.

È inziata così a Modica Bassa, dopo unalunga camminata a piedi, una esperienzaspirituale che don Marino ha continuato a pri-vilegiare nella sua esperienza di sacerdote edi pastore a Modica fino al 1982 ad Alì Termedal 1985 al 1994, a Modica nuovamente per3 anni dal 1994 al 1997, a Catania, San Filip-po Neri dal 1997 al 2005, a Taormina dal2005 al 2007 e finalmente qui a Giostra, inquesta chiesa e in questa comunità cristianae salesiana che ha goduto dei frutti maturidella sua spiritualità e del suo zelo pastorale.Don Marino ci ha lasciati dopo un periodo dimalattia che lo ha debilitato e poi lo ha con-dotto all’ultimo e definitivo abbraccio con ilPadre. Molte persone qui presenti lo hannoconosciuto, lo hanno seguito e hanno trovatoin lui una guida spirituale di grande intensitàe di grande trasparenza. Riceviamo, conl’umiltà con cui ci ha trasmesso la sua espe-rienza dello Spirito Santo, la sua preziosaeredità che riassumiamo con due parole, checostituiscono un vero programma di vita: pre-ghiera e santità, la preghiera come radice es-senziale dell’amore di Dio e del prossimo. Leassociamo queste due parole alla sua figuranobile, dolce, disponibile. Sentiamo di averincontrato in lui un testimone credibile, unmissionario appassionato dell’amore di Dio.

A nome dell’ispettoria salesiana di Siciliae dell’ispettoria indiana di Guwahati, rivolgoai familiari le più sincere condoglianze. Ungrazie sincero ai confratelli della comunità di

Giostra e di Pedara che lo hanno amorevol-mente accudito e accompagnato, specie nel-la sua ultima malattia.

Facciamo contento don Marino che giàvive nella gioia del suo Signore e nel Paradi-so salesiano con don Bosco, l’Ausiliatrice etanti santi, intensificando la nostra preghiera,aprendo il nostro cuore con umiltà e traspor-to alla grazia di Dio e rendendo il suo ricordotra noi vivo ed efficace nel cambiare e rinno-vare costantemente il nostro cuore.

Don Gianni Mazzali

Page 63: Notiziario_aprile_2010

L’evento misterico dell’ assoluzione sacramentale affondale sue radici nell’infinito amore del Cuore misericordiosodi Dio, sempre pronto a perdonare.Un evento denso di mistero umano e divino, nelquale si realizza l’incontro ineffabile con la tenerezzamisericordiosa di Dio, che accoglie il figlio ferito dal male.La denuncia dello smarrimento sul valore dellaconfessione sacramentale, è visibile oggi nei fedeli chetrovano difficoltà a percepire adeguatamente il sacramentodella Confessione, fondamentale per la vita e lasantificazione dei credenti.Se il mondo appare lacerato e frantumato, e la radice diogni male si annida nel cuore umano, la Chiesa deveanzitutto chiamare l’uomo alla conversione e alrinnovamento interiore.Il volume nasce come un semplice sussidio per glioperatori pastorali impegnati per la preparazione e lacelebrazione della penitenza sacramentale, ed in primoluogo per i presbiteri ai quali è affidato, da Cristo e dallaChiesa, il ministero delle confessioni.La struttura didattica lo rende utile come manuale per ilcorso istituzionale di studi teologici di Pastorale delleConfessioni.

La catechesi e la predicazionehanno deturpato la cultura malgascia?La risposta è fortunatamente negativa.La cultura malgascia è stata fecondata

interiormente da un “piccolo seme” che è statoportato dal Vento dello Spirito Santo: la Parola di Dio.

La ricerca di don Romano precisa, con uno spettroinvestigativo originale, mutuato dai Cultural Studies,

i vari ambiti dell’inculturazione della fede nell’autenticitàmalgascia. Questo “ultimo rapporto di analisi” offre,

soprattutto ai Lettori italiani, alcuni elementi generali perdistricarsi tra quei fecondi percorsi che la Chiesa malgascia

continua a solcare a fianco dei più poveri e degli ultimi.

Page 64: Notiziario_aprile_2010